"Il Varco" è una novella horror firmata da @miriam.palombi ed edita da @scheletricom per la collana
#scheletriebook.
TRAMA
1977: Theodore Harris, reduce della Seconda Guerra Mondiale, si imbatte in un ipogeo in cui è conservata
una piccola scultura di Vezkeí, idolo sannita assai controverso che causerà in breve tempo una serie di
sciagure alla sua famiglia.
2007: Attilio Di Nardo insieme ad alcuni operai, torna a Villa Harris, ormai abbandonata, per verificarne le
condizioni strutturali ma qualcosa va storto: un crollo improvviso riporta alla luce un orrore sepolto da
trent’anni nelle viscere della casa. L’incubo ricomincia…
RECENSIONE
Sulla la scia di ottimi romanzi quali "Rasputin. L'ombra del monaco" e "Creepy Tales", l'autrice combina
elementi storici e folkloristici per offrirci un horror suggestivo, intriso di mistero e costellato da
ambientazioni tanto inusuali quanto efficaci.
La cornice entro la quale si snoda la storia è quella delle selvagge montagne molisane. Questa scelta si
rivela azzeccata: ne "Il Varco", il paesaggio si rivela infatti un elemento determinante, tanto che potremmo
considerarlo come un vero e proprio personaggio aggiuntivo.
Esso contribuisce ad alimentare quel pervasivo senso di mistero che ci accompagna per tutto il racconto,
legandosi a doppio filo agli elementi di mitologia riferibili alla civiltà sannita, un antico e misterioso popolo
vissuto
La scrittura dell'autrice è avvolgente ed evocativa: Palombi è bravissima nel costruire un'atmosfera cupa,
minacciosa e inquietante servendosi di descrizioni che, pur vergate con precisione chirurgica, non
appesantiscono affatto il racconto.
Unica nota dolente è la scarsa caratterizzazione dei personaggi, che finisce per stridere con la grandissima
qualità complessiva del testo.
Ad ogni modo, "Il Varco" è un libro che vale la pena di leggere, sia per provare il gusto di immergersi in
un'ambientazione trasudante mistero e inquietudine come le montagne del Molise sia per entrare in
contatto una civiltà tanto affascinate quanto misteriosa come quella sannita.
⭐⭐⭐