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COMUNE DI CALTABELLOTTA

PIANO REGOLATORE GENERALE

NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE

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DISPOSIZIONI GENERALI

art. 1 - Contenuti e campo di applicazione del piano regolatore

Il Piano Regolatore Generale del Comune di Caltabellotta, in seguito


designato "PRG", è elaborato ai sensi della Legge 1150/1942, e successive
variazioni ed integrazioni, e della Legge Regionale 71/78.
Sostituisce il Piano Urbanistico Comprensoriale n° 6 per quanto attiene al
territorio comunale di Caltabellotta, e tutti gli strumenti urbanistici attuativi in
atto vigenti.
Il PRG si applica alla totalità del territorio comunale. Esso detta norme
relative alla conservazione, modificazione e trasformazione del territorio.
Il comune di Caltabellotta ricade in zona sismica di 2° categoria e pertanto le
attività di trasformazione del territorio sono soggette alla specifica normativa di
cui alla Legge n. 64 del 2/2/74 e del DM 24/1/96.

art. 2 - Edificazione esistente in difformità con il PRG

Gli edifici esistenti che, alla data di adozione del PRG, risultino in
contrasto con le destinazioni di zona previste dal PRG potranno subire
trasformazioni solo per essere adeguati alle presenti norme.
In via transitoria gli usi in esercizio alla data di adozione del presente PRG
potranno mantenere la destinazione di fatto fino alla cessazione dell'uso.
Sono escluse dalla autorizzazione di cui al punto precedente gli usi di
deposito a cielo aperto.

art. 3 - Disposizioni relative alle concessioni edilizie rilasciate prima


dell'entrata in vigore delle presenti norme

Gli edifici che abbiano già ottenuto concessione per l'edificazione da parte
del Sindaco ed i cui lavori siano iniziati all'atto dell'entrata in vigore delle
presenti norme, ancorché in contrasto con esse, possono essere ultimati. I
relativi lavori devono essere conclusi entro tre anni dalla data di adozione del
PRG.

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Le concessioni non utilizzate o che non abbiano ancora dichiarato
formalmente l'inizio dei lavori entro l'anno previsto dalla legge, sono revocate
all'atto dell'entrata in vigore delle presenti norme. I titolari delle concessioni
devono riproporre domanda uniformando il progetto alle presenti norme.

art. 4 - Finalità delle norme e prescrittività delle tavole di PRG

Le presenti norme integrano le prescrizioni urbanistiche contenute nelle


tavole di Piano di cui all'art. 5 lettera c).
Tale integrazione vale anche agli effetti dell'applicazione delle misure di
salvaguardia di cui alla Legge n. 1902 del 3/11/52 e successive modifiche ed
integrazioni.

art. 5 - Elaborati costitutivi del PRG

Il PRG è costituito dai seguenti elaborati:

a) fascicoli scritti ed illustrati:

- relazione illustrativa generale


- relazione sullo stato di fatto
- programma di attuazione
- norme tecniche di attuazione
- regolamento edilizio

b) Elaborati di analisi:

- Schema regionale di inquadramento


- Stato di fatto del territorio comunale -Viabilità, infrastrutture Regime
vincolistico
- Stato di fatto del centro urbano.
- Stato di fatto del centro urbano della frazione di S.Anna.

c) Elaborati di progetto:

- Planimetrie di progetto del territorio comunale


- Planimetria di progetto del centro urbano
- Planimetria di progetto del centro urbano della Frazione di S. Anna

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d) prescrizioni esecutive
Zone di espansione residenziale
comprendente i seguenti elaborati:
• relazione illustrativa con annesso piano finanziario ed elenco immobili
da espropriare
• norme tecniche di attuazione
• stralcio PRG
• zonizzazione
• planimetria generale illustrativa
• planimetria su catastale e piano particellare di esproprio
• profili regolatori, sez. stradali, alberature
• progetto di massima rete fognante
• progetto di massima rete idrica
• progetto di massima rete elettrica e illuminazione pubblica

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PARAMETRI URBANISTICO-EDILIZI

art. 6 - Parametri urbanistici

1. St = Superficie territoriale
Area a destinazione omogenea di zona sulla quale il PRG si attua a mezzo
di intervento preventivo; essa è comprensiva delle aree per l'urbanizzazione
primaria e di quelle per l'urbanizzazione secondaria non indicate dalle
planimetrie, che fosse necessario reperire nel corso dell'attuazione.
La St è misurata al netto delle zone destinate alla viabilità dal PRG e al
lordo delle strade eventualmente esistenti o che saranno previste internamente
all'area.

2. Sf = Superficie fondiaria
E' la porzione di superficie territoriale che è riservata agli interventi edilizi
abitativi o produttivi. Si ottiene dalla superficie territoriale detraendo le aree per
urbanizzazione primaria e secondaria e le aree di rispetto.

3. Sfp = Superficie fondiaria pertinente


S'intende per "superficie fondiaria pertinente" di un edificio o di un gruppo
di edifici, quell'appezzamento di terreno, sul quale l'edificio o gli edifici sorgono
o debbono essere costruiti, che risulti vincolato, in maniera esatta e definitiva
quale unità immobiliare inscindibile dall'edificio o dagli edifici, mediante
trascrizione sui registri immobiliari e su tutti gli atti amministrativi concernenti
la proprietà o il possesso dell'unità immobiliare, e che, per tale vincolo, non sia
ulteriormente utilizzabile per fini edilizi.

3. Ivt = Indice volumetrico territoriale


Il volume massimo, espresso in metri cubi, realizzabile per ogni metro
quadro di superficie territoriale St.

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4. Ivf = Indice volumetrico fondiario
Il volume massimo, espresso in metri cubi, realizzabile per ogni metro
quadro di superficie fondiaria Sf

art. 7 - Parametri edilizi

1. Su = Superficie utile
La somma delle superfici di tutti i piani fuori ed entro terra misurata al
lordo di tutti gli elementi verticali (murature, vano ascensori, scale, cavedi, ecc.).
Dal computo della superficie utile sono esclusi: i porticati pubblici e privati
(qualora non superino il 30% della Superficie Coperta Sc, se esterni alla stessa
Sc), le logge rientranti, i balconi, le centrali termiche, le cabine elettriche.

2. Sc = Superficie coperta
Misura l'area risultante dalla proiezione, su un piano orizzontale, delle parti
fuori terra dell'edificio, delimitate dal profilo esterno delle murature perimetrali,
compresi i corpi e gli elementi in aggetto (balconi chiusi), i porticati, le tettoie, le
pensiline, le verande e le logge.
Non si computano: balconi aperti; cornicioni; pensiline d'ingresso di
superficie non superiore a mq 6,00; parti di edificio completamente interrati.

3. Rc = Rapporto di copertura (Sc/Sf)


La percentuale della superficie coperta rispetto alla superficie fondiaria.

4. H = Altezza del fabbricato


L'altezza di un edificio non può superare i limiti fissati per le singole zone
dalle presenti norme di attuazione dello strumento urbanistico o da particolari
norme vigenti, ad eccezione dei soli volumi tecnici, purché siano contenuti nei
limiti strettamente indispensabili e costituiscano una soluzione architettonica
compiuta.
Ai fini del valore limite, l'altezza è quella convenzionale che si ottiene
dividendo la superficie laterale (somma delle superfici delle singole fronti) per il

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perimetro (misurato all'esterno). L'altezza media di ciascuna fronte non deve, in
nessun caso, superare del 20% quella massima consentita.
Negli edifici a schiera, la superficie laterale dell'edificio va computata,
assumendo convenzionalmente, lungo le pareti in aderenza, quale linea di terra,
la congiungente la quota di terra media del fronte più alto con quella del fronte
più basso.
Ai fini delle distanze e/o dei distacchi l'altezza dell'edificio è quella media
del fronte che si considera.
Le altezze si misurano a partire dalla quota del terreno naturale (o da quella
del terreno sistemato se più bassa ) sino all'estradosso del solaio di copertura del
locale abitabile più alto, nel caso di tetto piano; nel caso di tetto inclinato o
curvo, si aggiunge l'altezza media esterna netta della porzione abitabile del
sottotetto.

5. V = Volume del fabbricato


E' quello del manufatto edilizio o dei manufatti edilizi che emergono dal
terreno sistemato secondo il progetto approvato con esclusione dei volumi
interrati
Il volume di un edificio è la somma dei volumi di ciascun piano.
Il volume di un piano si ottiene moltiplicando la superficie coperta di esso
per l'interpiano.
Il volume di un piano seminterrato si ottiene moltiplicando la superficie
coperta per l'altezza convenzionale, computata con i criteri di cui al precedente
art 4.
Il volume del sottotetto è quello compreso tra il pavimento e la superficie
esterna del piano di copertura.
Ai fini del calcolo del volume del sottotetto non vanno computate soltanto
le parti di esso aventi altezza interna < 1,50 m
Il volume di spazi coperti ma aperti ( portici, logge, tettoie, verande,
terrazzi, pilotis), si computa per intero, a meno che vengano realizzate a seguito
di tipologie edilizie prescritte da normative urbanistiche.

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Il parcheggio obbligatorio (ai sensi delle leggi vigenti), se coperto, viene
computato quale volume.
Vengono esclusi dal computo dei volumi soltanto quelli tecnici ( extracorsa
ascensori, apparecchiature di impianti tecnologici, scala di accesso al piano di
copertura, etc. ), cioè quelli esterni alla sagoma limite dell'edificio e strettamente
necessari alla installazione di impianti.

6. Distanze minime tra fabbricati


Nelle zone degli insediamenti storici (Zone A) le distanze minime tra
fabbricati non possono essere inferiori a quelle intercorrenti fra i volumi edificati
preesistenti, computati senza tener conto di costruzioni aggiuntive di epoca
recente e prive di valore storico, artistico o ambientale.
In tutte le altre zone è prescritta la distanza minima tra pareti finestrate o
parti di pareti finestrate, pari alla altezza del fabbricato più alto con un minimo
assoluto di ml 10.00, salvo nei casi espressamente indicati negli articoli seguenti
e, in ogni caso, nel rispetto delle prescrizioni contenute nel DM 16/1/96
concernente norme per le costruzioni nelle zone sismiche e successive modifiche
ed integrazioni. Questa norma si applica anche quando una sola parete sia
finestrata e solo nel caso di prospicienza diretta tra pareti.
Inoltre per i suddetti interventi edilizi è prescritta una distanza dai confini
del lotto pari alla metà dell'altezza dei fabbricati prospicienti i confini stessi con
un minimo di ml 5.00.
Se trattasi di pareti non finestrate o se è intercorso un accordo con i
proprietari confinanti, o se preesiste parete in confine, è consentita la costruzione
in aderenza.
Qualora esistano, nelle proprietà limitrofe, edifici costruiti anteriormente
alla data di adozione del PRG, la cui altezza non consente il rispetto delle
distanze previste dal presente paragrafo, le nuove costruzioni potranno
soddisfare solo alle distanze dai confini pari alla metà della propria altezza e con
un minimo assoluto di ml 5.00.

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7. Distanze minime dei fabbricati dai confini di proprietà
In tutte le nuove costruzioni la distanza minima dal confine di proprietà
sarà di ml 5,00, fatte salve maggiori prescrizioni disposte negli articoli
successivi.
Sono ammesse distanze inferiori nel caso di intervento urbanistico
preventivo con previsione planivolumetrica.
E' ammessa la costruzione in aderenza del confine di proprietà, se preesiste
parete o porzione di parete in aderenza senza finestre, o in base a presentazione
di progetto unitario per i fabbricati da realizzare in aderenza.

8. Altezze
Le altezze massime dei fabbricati sono stabilite, per le diverse zone, in
relazione alle caratteristiche della zona, agli indici di fabbricabilità e alle norme
sulle distanze e, in ogni caso, nel rispetto delle prescrizioni contenute nel DM
16/1/96, concernente norme per le costruzioni nelle zone sismiche.
L'altezza minima fra pavimento e soffitto nei vani abitabili è stabilita in ml
2,70, mentre nei corridoi, locali accessori, bagni e disimpegni è stabilita in ml
2,40.

9. Lotto intercluso
Si definisce lotto intercluso una superficie fondiaria libera confinante con
edifici esistenti e/o con aree di proprietà pubblica e/o con viabilità e/o con aree
per attrezzature pubbliche

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CATEGORIE DI INTERVENTO
art. 8 - Interventi ammissibili

Nell'ambito dell'applicazione delle presenti Norme Tecniche di Attuazione


sugli immobili compresi in aree non soggette a Strumento Urbanistico Attuativo
sono ammesse le seguenti categorie di intervento:
• manutenzione ordinaria;
• manutenzione straordinaria;
• restauro e risanamento conservativo;
• ristrutturazione edilizia;
• demolizione e ricostruzione.
Tutte le precedenti categorie di intervento sono ammissibili nelle zone
territoriali omogenee salvo i casi diversamente precisati nelle presenti norme.
I successivi articoli definiscono i limiti ed i contenuti di tali categorie
generali. Le definizioni di seguito riportate recepiscono le formulazioni sancite
dalla legislazione vigente, costituendosi come approfondimento ed adattamento
delle stesse alle particolarità del tessuto urbano di Caltabellotta e dei manufatti
che lo caratterizzano.

art. 9 - Manutenzione ordinaria

Fatte salve le disposizioni del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n.490 e


i contenuti di cui all'art. 31 della Legge 5.8.1978 n. 457, costituiscono interventi
di manutenzione ordinaria quelli che riguardano opere di riparazione,
rinnovamento e sostituzione delle finiture degli edifici e quelle necessarie ad
integrare o mantenere in efficienza gli impianti tecnologici esistenti senza
apportare modifiche o alterazioni agli elementi architettonici o decorativi degli
edifici.
In particolare sono interventi di manutenzione ordinaria:

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opere interne
- pulitura e sostituzione degli intonaci e dei rivestimenti;
- tinteggiatura, riparazione e sostituzione degli infissi e dei serramenti
interni;
- riparazione e sostituzione, parziale o totale, dei pavimenti;
- demolizione e ricostruzione dei tramezzi interni;
- rifacimento parziale o totale dei servizi igienici;
- riparazione e sostituzione di impianti tecnici (idraulico, elettrico,
fognario, termico e di ventilazione) purché non comportino nuovi volumi
e non si tratti di opere di rilevanza tale da modificare in modo
irreversibile elementi o parti dell'organismo edilizio;

opere esterne
- pulitura dei fronti, tinteggiatura degli stessi, ripresa parziale dei
rivestimenti e degli intonaci esistenti;
- pulitura, tinteggiatura e riparazione degli infissi e dei serramenti;
- riparazione e sostituzione parziale dei manti di copertura dei tetti senza
modificazione dei materiali esistenti e delle soluzioni tecnologiche
esistenti;
- riparazione e sostituzione dei canali di gronda e dei pluviali nonché dei
comignoli esistenti senza modificarne posizione, caratteri tecnologici e
formali;
- tinteggiatura, riparazione o sostituzione parziale di recinzioni esterne,
senza modifiche dei materiali, della posizione, della forma e delle
dimensioni;

art. 10 - Manutenzione straordinaria

Costituiscono interventi di manutenzione straordinaria quelle opere o


modifiche necessarie per rinnovare e sostituire parti anche strutturali
dell'edificio, nonché per realizzare od integrare i servizi igienico-sanitari e

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tecnologici, sempre che non alterino i volumi e le superfici delle singole unità
immobiliari e non comportino modifiche alle destinazioni d'uso. Tali opere e
modifiche non potranno comunque comportare alterazioni del carattere
architettonico dell'edificio.
In particolare sono interventi di manutenzione straordinaria:
- realizzazione di chiusure o di aperture interne alle singole unità
immobiliari;
- rifacimento totale degli intonaci e delle coloriture esterne, sempre che
non siano presenti motivi decorativi. In questo caso l'opera è soggetta a
restauro e risanamento conservativo;
- rifacimento delle pavimentazioni esterne;
- rifacimento dei manti di copertura;
- installazione di impianti igienico-sanitari ricavati nell'ambito del volume
dell'unità immobiliare;
- consolidamento delle strutture di fondazione o di elevazione;
- costruzione di vespai.
Sono inoltre considerati interventi di manutenzione straordinaria quelli
sotto elencati, quando comportino esecuzione di opere murarie:
- installazione di impianti di riscaldamento o raffreddamento;
- rifacimento o installazione di impianti di ascensore o montacarichi;
- rifacimento o installazione di impianti di accumulazione o sollevamento
idrico.
Gli interventi sulle strutture dovranno essere effettuati in ossequio alla
Legge 2.2.1974 n. 64 concernente provvedimenti per le costruzioni nelle zone
sismiche e del relativo D.M. del 16/1/96.

art. 11 - Restauro e risanamento conservativo

Gli interventi di restauro e di risanamento conservativo sono quelli rivolti a


conservare l'organismo edilizio nella sua consistenza e nella sua stratificazione
storica e formale, e ad assicurarne la funzionalità mediante un insieme

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sistematico di opere che, nel rispetto del sistema strutturale, distributivo,
costruttivo e morfologico dell'organismo stesso, ne consentano destinazione
d'uso con esso compatibile.
Fatti, pertanto, salvi i limiti ed i vincoli derivanti dalle leggi operanti in
materia di protezione del patrimonio storico, artistico, monumentale ed
ambientale, quale il Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n.490, o da altri atti
legislativi ed amministrativi, il "restauro e risanamento conservativo" può
riguardare qualsiasi edificio appartenente al campo di applicazione delle presenti
norme e la sua applicazione può essere imposta dall'Amministrazione Comunale,
anche su indicazione di altre autorità competenti in materia qualora dagli
elaborati di analisi dello stato di fatto emergano elementi tali da imporre
l'adozione delle cautele operative e degli obiettivi propri di questa categoria.
Tali interventi comprendono: il consolidamento, il ripristino e il rinnovo
degli elementi costitutivi dell'edificio, l'inserimento degli elementi accessori e
degli impianti richiesti dalle esigenze dell'uso, l'eliminazione degli elementi
estranei all'organismo edilizio.
Sono previste due sottoclassi:

Restauro scientifico
Comprende un insieme sistematico di opere finalizzate alla conservazione
ed alla trasmissione nel tempo del bene culturale architettonico.
Le opere riguardano il ripristino degli aspetti architettonici o delle parti
alterate, valorizzando, per ogni singolo organismo architettonico il carattere
formale documentato come storicamente prevalente, o, in assenza di questo, la
documentazione stratigrafica dei diversi assetti significativi assunti
dall'organismo architettonico nella storia, in equilibrio con le esigenze di
attualizzazione funzionale.
In particolare sono interventi di restauro scientifico:
- la ricostruzione fisiologica di limitate parti eventualmente demolite o
sostituite;
- il consolidamento e recupero degli elementi strutturali orizzontali o
comunque significativi in quanto documento di una cultura tecnico-

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costruttiva storica, con particolare riguardo alle strutture voltate, alle
strutture lignee di solaio e di copertura, agli elementi di distribuzione
verticale;
- l'inserimento degli impianti igienici e tecnologici essenziali
all'adeguamento funzionale dell'immobile;
- la conservazione degli elementi di finitura originali, quali pavimenti,
infissi, decorazioni, manufatti particolari.
Preliminarmente a qualsiasi progetto dovrà essere effettuata una fase
ricognitiva comprensiva, oltre che del rilievo metrico, ove necessario, di piccoli
interventi ricognitori sulle strutture tesi ad accertare la natura e lo stato di
conservazione. L'inizio della fase ricognitiva dovrà essere comunicata
preventivamente alla Amministrazione Comunale, fatte salve le competenze di
altri enti.

Risanamento conservativo
Comprende un insieme sistematico di opere finalizzate alla conservazione
ed all'adeguamento funzionale dell'immobile alle moderne esigenze d'uso.
In particolare sono interventi di risanamento igienico-tecnologico:
- la sostituzione di vespai inefficienti;
- l'inserimento di impianti o servizi igienico-tecnologici richiesti per
assicurare l'adeguamento funzionale dell'immobile;
- la limitata creazione di nuove aperture sulle fronti interne dell'edificio
(non prospettanti su spazi pubblici) in rapporto ad esigenze di
illuminazione/areazione di nuovi servizi igienici, purché sia garantito un
congruo inserimento nel carattere espressivo delle fronti interessate;
- il consolidamento e recupero degli elementi strutturali originali o
comunque significativi della cultura tecnico-costruttiva storica, con
particolare riguardo alle strutture voltate, alle strutture lignee di solaio o
di copertura, agli elementi di distribuzione verticale;
- la rimozione delle aggiunte recenti riconosciute come incongrue con
l'organismo edilizio.

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art. 12 - Ristrutturazione edilizia

Gli interventi di ristrutturazione edilizia sono quelli rivolti a trasformare gli


organismi edilizi mediante un insieme sistematico di opere che possono portare
ad un organismo edilizio in parte diverso dal precedente.
Tali interventi non possono interessare edifici e manufatti a qualunque
titolo vincolati in forza delle leggi nazionali vigenti in materia di protezione e
tutela del patrimonio storico artistico, monumentale o ambientale.
Gli interventi di Ristrutturazione edilizia comprendono il ripristino o la
sostituzione di alcuni elementi costitutivi dell'edificio, l'eliminazione, la
modifica e l'inserimento di nuovi elementi ed impianti.
In particolare si configurano come interventi di ristrutturazione edilizia:
- la modifica dei fronti esterni nel rispetto degli elementi costruttivi e
morfologici esistenti (tipi di aperture, rapporti proporzionali, rapporti con
la massa muraria, etc.);
- il rifacimento delle strutture di copertura, senza variazioni della quota di
gronda e di colmo, della geometria complessiva e del tipo di materiali di
copertura. Sono altresì consentite aperture a filo falda per l'utilizzo dei
locali sottotetto a fini abitativi purché nel rispetto di quanto disposto dal
Regolamento Edilizio;
- la sostituzione delle strutture orizzontali;
- l'unione di locali interni appartenenti ad una stessa unità immobiliare, o a
più unità immobiliari, anche attraverso la demolizione di parte di setti
murari interni;
- il rifacimento parziale delle strutture verticali;
- il rifacimento delle strutture di collegamento verticale, e l'inserimento di
nuove strutture di collegamento;
- l'inserimento di nuovi impianti igienico sanitari e tecnologici nel rispetto
della volumetria esistente con eventuali incrementi volumetrici non
superiori al 5% della stessa.

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art. 13 - Demolizione e ricostruzione (sostituzione edilizia)

Gli interventi di demolizione e ricostruzione sono quelli rivolti a sostituire


l'organismo edilizio con altro diverso, mediante un insieme sistematico di
interventi che prevedono anche le modificazioni del disegno del lotto di impianto
e delle relative pertinenze, della sagoma e del volume, nonché dell'aspetto
esterno, fermi restando i limiti di densità fondiaria ed i parametri edilizi fissati
per le varie zone.

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STRUMENTI URBANISTICI ATTUATIVI

art. 14 Strumenti di attuazione del PRG

Il PRG si attua, oltre che mediante le Prescrizioni Esecutive ad esso


connesse, mediante
- Strumenti Urbanistici Attuativi;
- Concessione edilizia;
- Altri strumenti previsti dalla Legge.
Il PRG individua, attraverso perimetrazione, le aree in cui la concessione è
subordinata all'approvazione di SUA.
L’amministrazione comunale ha facoltà di procedere ai sensi dell'art. 13
comma 1 e dell'art. 14 comma 1 della Legge 1150/'42, alla richiesta o alla
formazione di SUA in altre zone non individuate nel PRG.
Sono SUA i seguenti strumenti:
a) Piani Particolareggiati (P.P.) di iniziativa pubblica, formati ai sensi della
Legge 1150/'42 e successive modifiche ed integrazioni e delle Leggi
Regionali in materia, relativi ad aree, individuate in sede di PRG, o
successivamente deliberate dal Consiglio Comunale;
b) Piano per l'Edilizia Economica e Popolare (PEEP.) redatto ai sensi della
Legge 167/'62 e successive modifiche e integrazioni;
c) Piani di Lottizzazione (P.d.L.) di iniziativa pubblica o privata redatto ai
sensi della Legge 765/'67;
d) Piani di Recupero (PdR) di iniziativa pubblica o privata formati ai sensi
della Legge 457/1978 e della LR 71/1978;
e) Piano per gli insediamenti Produttivi (PIP) redatto ai sensi della Legge
865/'71.
In esecuzione del disposto dell'articolo 2 della Legge Regionale 71/1978 e
dell'articolo 3 della Legge Regionale 15/1991, il presente PRG è dotato di
"Prescrizioni Esecutive", che costituiscono, a tutti gli effetti, Piani
Particolareggiati di Attuazione.

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art. 15 - Piani particolareggiati (PP)

I Piani Particolareggiati sono di iniziativa pubblica, possono riguardare


qualunque zona del territorio comunale da urbanizzare secondo il PRG.
Per quanto riguarda contenuti e procedure di formazione si rimanda alla
normativa regionale e nazionale vigente.

art. 16 – Piani di lottizzazione (P.d.L.)

Nelle zone in cui il PRG prevede l'intervento attraverso P.d.L. sulla base
delle previsioni del Programma di Attuazione, si procede alla elaborazione di
detto strumento di iniziativa privata.
Il P.d.L. deve rispettare la destinazione di zona indicata nelle tavole del
PRG, nonché gli indici edilizi ed urbanistici e tutte le prescrizioni previste per
ciascuna zona dalle presenti norme di attuazione.
La dimensione minima di area da assoggettare a P.d.L. è di mq. 10.000.
È possibile derogare da tale dimensione minima in presenza di validi e
comprovati motivi (ad es. la presenza di lotti già edificati o altro) che devono
essere espressamente indicati nella delibera di approvazione da parte del C.C.;
L’area può essere di minore dimensione purché estesa all’intero comparto
di zona territoriale omogenea delimitato da strada. In questo caso il P.d.L. deve
includere le eventuali aree destinate dal P.R.G. ad attrezzature pubbliche, che
concorrono al soddisfacimento degli standards. L’ubicazione di tali attrezzature
pubbliche sarà indicata nel P.d.L. che sarà sottoposto all’ approvazione del
consiglio comunale.
Il P.d.L. può essere realizzato se concorre alla sua realizzazione almeno
l'80% della proprietà.

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La proprietà che non concorre alla realizzazione del P.d.L., resta vincolata
allo stato di fatto e gli interventi su di essa possono essere solo di manutenzione
ordinaria e straordinaria e di ristrutturazione edilizia.
La realizzazione dei Piani di Lottizzazione è, inoltre, subordinata, in base
alla Legge 6/8/1967 n. 765, alla stipula di una convenzione tra
l'Amministrazione Comunale e le proprietà interessate, riguardante: la cessione
gratuita di aree per l'urbanizzazione primaria e la cessione (o la monetizzazione)
di quelle relative alle opere di urbanizzazione secondaria, i modi ed i tempi di
attuazione delle relative opere di urbanizzazione e tutti gli altri oneri ed obblighi
a carico del lottizzante.

art. 17 – Piani di recupero (PdR)

Le zone territoriali A sono definite come zone di recupero ai sensi della


Legge 457/'78.
All'interno di tali zone di recupero è possibile formare Piani di Recupero di
iniziativa pubblica o privata, secondo quanto previsto dalla Legge 457/'78.

art. 18 – Cessione di aree per standard

Nella formazione/attuazione degli strumenti urbanistici attuativi è


obbligatoria la cessione delle aree per standard nella misura di 12 mq./abitante.
La corrispondenza abitanti/volume è fissata in 100 mc. per abitante.
E' possibile monetizzare esclusivamente quella parte di standard che non
risulti concretamente realizzabile e/o necessaria.
Pertanto le quote di verde pubblico e di parcheggio sono sempre dovute,
mentre sono monetizzabili le quote relative alle attrezzature scolastiche ed ai
servizi di interesse comune.

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STRUMENTI DI INTERVENTO DIRETTO

art. 19 – Concessione edilizia

Nelle zone urbanizzate e non soggette all'obbligo di SUA possono essere


rilasciate dal Sindaco, sentito il parere della Commissione Edilizia, le
Concessioni ai sensi della Legge Regionale 71/1978 e successive modifiche ed
integrazioni.
Per quanto riguarda la tipologia di opere soggette a concessione edilizia e
le relative procedure per il rilascio si rimanda al Regolamento Edilizio.

art. 20 - Autorizzazione

L'autorizzazione del Sindaco sostituisce la concessione edilizia nei casi e


con le modalità previste dalla Legge Regionale n.71/'78.

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DISCIPLINA D'USO DEL SUOLO

art. 21 – Disposizioni generali

Per ogni immobile dell'edificato esistente, oltre che per le aree di


pertinenza, di espansione o di trasformazione, il PRG prescrive le destinazioni
d'uso ammesse. Per quanto riguarda gli immobili relativi all'edificato esistente
può esservi conferma o modifica della destinazione d'uso. Le tavole di cui
all'art. 5, lettera c) individuano le diverse zone previste dal PRG. Di seguito
sono prescritte, per ciascuna zona, le destinazioni d'uso consentite, i parametri
urbanistici ed eventuali disposizioni particolari.

art. 22 – Divisione in zone del territorio comunale

Il territorio comunale è suddiviso in zone secondo la seguente


classificazione per "sistemi":

a) Sistema residenziale:
(A) zona del Centro Storico
(B) zona residenziale consolidata e di completamento
(C1) zona di espansione urbana
(PEEP) zona per l'edilizia economica e popolare

c) Sistema produttivo e commerciale:


(D) zona per attività artigianali ed industriali non nocive

d) Sistema agricolo - ambientale:


(E) zona agricolo - produttiva
(Ea) zona di particolare pregio ambientale

f) Sistema dei servizi pubblici:


(V) zona a verde pubblico attrezzato
(S) zona per attrezzature scolastiche
(IC) zona per attrezzature di interesse comune
(F1) zona per attrezzature sanitarie
(F2) zona per attrezzature sportive

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g) Zone speciali: area cimiteriale

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SISTEMA INFRASTRUTTURALE

art. 23 – Zone per la viabilità

Le tavole del PRG riportano con apposita simbologia le strade esistenti ed i


nuovi assi stradali previsti.
In sede di progettazione esecutiva i tracciati della rete viaria potranno
essere modificati rispetto a quelli indicati nelle tavole di Piano al fine di
migliorare i risultati in termini di sicurezza e di funzionalità con un limite di
tolleranza di 10 ml rispetto all'asse individuato.
E’ ammessa la realizzazione di opere di viabilità rurale e di interesse
strettamente locale anche se non individuate negli elaborati grafici del PRG.

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SISTEMA DEI VINCOLI

art. 24 - Fascia di protezione stradale

Le fasce di rispetto stradale sono quelle previste dal DM 1404/68 e


successive modifiche ed integrazioni.
All'interno di tali fasce non è consentita la edificazione ad eccezione di
edicole per la rivendita di giornali, chioschi per ristoro ed impianti per
l'erogazione di carburante secondo le modalità e le limitazioni contenute nel
nuovo Codice della strada (DL 30/4/92 n.285) e relativo Regolamento e nella
Legge Regionale 5/8/82 n.97.

art. 25 - Fascia di rispetto cimiteriale

Nell'ambito di detto perimetro vigono le limitazioni e le fasce di rispetto


stabilite dall'art. 338 del T.U. delle leggi sanitarie 27.7.'34 n. 1265 e 17.10.'37 n.
983; la legge 4.12.'56 n. 1428 e il DPR 10.9.'90 n. 285. Nelle fasce di rispetto
possono essere consentite modeste e decorose costruzioni in prossimità degli
ingressi al cimitero destinate a laboratori artigianali e negozi relativi all'attività
cimiteriale, e servizi pubblici attinenti alle esigenze cimiteriali.
Per gli edifici esistenti all'interno delle fasce di rispetto cimiteriale sono
consentiti esclusivamente interventi di manutenzione, senza aumento di
volumetria o di superficie coperta. Una volta demoliti, per qualsiasi motivo, non
potranno più essere ricostruiti.

art. 26 - Fascia di rispetto degli impianti di depurazione

Le fasce di rispetto degli impianti di depurazione sono quelle previste


dall'art. 46 della L.R. 15/5/86 n.27 e prevedono il vincolo assoluto di
inedificabilità.

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art. 27 – Boschi e macchie mediterranee

L’attività edilizia è regolata dall'applicazione dell'art. 10 L.R. 6 aprile


1996, n. 16 e d in particolare:
a) Boschi naturali e macchie mediterranee:
1) Sono vietate nuove costruzioni all'interno dei boschi naturali e
delle macchie mediterranee e delle fasce forestali ed entro una
zona di rispetto di 50 metri dal limite esterno dei medesimi.
2) Per i boschi di superficie superiore ai 10 ettari la fascia di rispetto
di cui al comma 1 è elevata a 200 metri.
3) Nei boschi di superficie compresa tra 1 e 10 ettari la fascia di
rispetto di cui ai precedenti commi è così determinata: da 1,01 a 2
ettari metri 75; da 2,01 a 5 ettari metri 100; da 5,01 a 10 ettari
metri 150 (8).
4) Il divieto di cui al comma 1 non opera per la costruzione di
infrastrutture necessarie allo svolgimento delle attività proprie
dell'Amministrazione forestale. È altresì consentita la
realizzazione di infrastrutture connesse all'attraversamento di reti
di servizio di interesse pubblico e strutture connesse alle stesse.
b) Boschi artificiali
5) Nei terreni artificialmente rimboschiti e nelle relative zone di
rispetto, resta salva la facoltà di edificare nei limiti previsti dalla
normativa vigente per le zone territoriali omogenee agricole.

Le zone di rispetto sono in ogni caso sottoposte di diritto al vincolo


paesaggistico ai sensi del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999, n.490.
Il divieto di cui ai punti 1) e 5) non opera nelle zone A e B degli strumenti
urbanistici comunali (10).

26
art 28 – Aree a rischio frana

Sono disciplinati dal Decreto n. 298/41 del 4/7/2000 e dalla normativa


pubblicata sulla GURS N. 38 del 16/8/2002, qui di seguito riportata
relativamente alla tipologia di aree a rischio ricadenti nel territorio di
Caltabellotta.

Disciplina delle aree a rischio frana R4 (rischio molto elevato)

1. Nelle aree a rischio di frana R4 sono esclusivamente consentiti:


a) gli interventi di demolizione senza ricostruzione, da autorizzarsi ai
sensi dell'art. 5 della legge regionale 10 agosto 1985, n. 37;
b) gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, gli interventi
di restauro e risanamento conservativo e gli interventi di
ristrutturazione edilizia parziale degli edifici (con esclusione pertanto
della loro demolizione totale e ricostruzione), così come definiti
dall'art. 20, comma 1, lettere a), b), c) e d) della legge regionale 27
dicembre 1978, n. 71;
c) gli interventi volti a mitigare la vulnerabilità degli edifici esistenti e a
migliorare la tutela della pubblica incolumità, senza aumenti di
superfici e volumi e cambiamenti di destinazione d'uso che comportino
aumento del carico urbanistico;
d) gli interventi necessari per la manutenzione ordinaria, straordinaria e di
consolidamento delle opere infrastrutturali e delle opere pubbliche o di
interesse pubblico e gli interventi di consolidamento e restauro
conservativo di beni di interesse culturale, compatibili con la normativa
di tutela;
e) le occupazioni temporanee di suolo, da autorizzarsi ai sensi dell'art. 5
della legge regionale n. 37/85, realizzate in modo da non recare danno
o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità;
f) gli interventi di consolidamento per la mitigazione del rischio di frana;
g) le opere di regimazione delle acque superficiali e sotterranee;

27
h) gli interventi relativi ad attività di tempo libero compatibili con la
pericolosità della zona, purché prevedano opportune misure di
allertamento.
i) interventi di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per il
rispetto delle norme in materia di sicurezza e igiene del lavoro e di
abbattimento di barriere architettoniche.

2. Nelle aree a rischio R4, inoltre:


j) sono vietati scavi, riporti e movimenti di terra e tutte le attività che
possono esaltare il livello di rischio e/o di pericolo;
k) è vietata ogni nuova forma di edificazione;
l) non è consentita la realizzazione di collettori fognari, acquedotti,
gasdotti o oleodotti ed elettrodotti o altre reti di servizio;
m) per le opere già autorizzate e non realizzate dovranno essere attivate
procedure ed interventi finalizzati alla mitigazione dei livelli di rischio
e pericolosità esistenti. La documentazione tecnica comprovante gli
interventi di riduzione della pericolosità e del rischio dovrà essere
trasmessa all'Assessorato regionale territorio e ambiente che, in
conformità a quanto previsto dall'art. 3, comma 1, provvederà ad
aggiornare gli elaborati del Piano;
n) è vietata la localizzazione, nell'ambito dei piani provinciali e comunali
di emergenza di protezione civile, delle "aree di attesa", delle "aree di
ammassamento dei soccorritori e delle risorse" e delle "aree di ricovero
della popolazione";

3. I progetti relativi agli interventi di cui al comma 1 lettere b), c), d), e), f), g),
h) ed i) devono essere corredati da un apposito ed adeguato studio
geomorfologico, con il quale si dimostri la compatibilità fra l'intervento, le
condizioni di dissesto ed il livello di pericolosità esistente. Tale studio deve
ottenere l'approvazione dei competenti uffici del Genio civile, per i comuni
ricadenti nelle zone dichiarate sismiche e per gli abitati da consolidare ai sensi
della legge 2 febbraio 1974, n. 64.

28
Disciplina delle aree a rischio R2 ed R1 (rischio medio e moderato)

1. Nelle aree a rischio R2 ed R1 è consentita l'attuazione delle previsioni degli


strumenti urbanistici, generali e attuativi, e di settore vigenti, corredati da
indagini geologiche e geotecniche effettuate ai sensi della normativa in vigore ed
estese ad un ambito morfologico o ad un tratto di versante significativo, ove
siano previsti interventi, anche localizzati, per mitigare il rischio.

art 29 - Fascia di rispetto dalle aste fluviali

Sono le fasce di rispetto che derivano dall'applicazione dell'art. 1 della L.


n.431/85 e prevedono il vincolo paesaggistico entro una fascia di 150 m dalle
sponde delle aste fluviali individuate nelle tavole di piano.
L’edificazione è consentita previa autorizzazione della Soprintendenza
Beni Culturali e Ambientali ai sensi del Decreto Legislativo 29 ottobre 1999,
n.490.
Non sono soggetti all’autorizzazione suddetta i lavori di manutenzione e
ristrutturazione degli edifici esistenti senza alterazione dei volumi realizzati..

art 30 – Siti di importanza comunitaria (S.I.C.)

I siti di importanza comunitaria sono individuati, in ottemperanza alla


direttiva 92/43/CEE.
Gli interventi in tali siti possono essere attuati previa una adeguata
valutazione dell’incidenza degli stessi su fauna e flora presenti nella zona.

art 31 - Fascia di rispetto dalle fonti di approvvigionamento idrico

Sono le fasce di rispetto dei pozzi comunali e delle sorgenti che derivano
dall'applicazione delle norme contenute nel D.P.R. 24/5/88 n.236 e prevedono il
vincolo di inedificabilità assoluta.

29
Nelle zone di rispetto sono vietate le seguenti attività o destinazioni:
a) dispersione, ovvero immissione in fossi non impermeabilizzati, di reflui,
fanghi e liquami anche se depurati; - b) accumulo di concimi organici; - c)
dispersione nel sottosuolo di acque bianche provenienti da piazzali e strade; - d)
aree cimiteriali; - e) spandimento di pesticidi e fertilizzanti; - f) apertura di cave
e pozzi; - g) discariche di qualsiasi tipo, anche se controllate; - h) stoccaggio di
rifiuti, reflui, prodotti, sostanze chimiche pericolose, sostanze radioattive; - i)
centri di raccolta, demolizione e rottamazione di autoveicoli; - l) impianti di
trattamento di rifiuti; - m) pascolo e stazzo di bestiame.

30
BENI CULTURALI

art. 32 - Edifici ed emergenze di interesse architettonico e storico-


culturale

Tali manufatti, precisamente individuati nelle tavole di piano, debbono


essere destinati ad usi compatibili con le necessità di conservazione e tutela dei
caratteri architettonici e storico-culturali.
Le modalità di intervento riguardano esclusivamente la manutenzione
ordinaria e straordinaria, nonché il restauro e risanamento conservativo.

art. 33 - Abbeveratoi

Il PRG dispone la tutela degli abbeveratoi che costituiscono manufatti di


interesse storico ed etno-antropologico. Sono pertanto vietati interventi di
demolizione e di trasformazione che ne alterino le caratteristiche. Sono
consentiti interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e di restauro.

art. 34 - Aree di interesse archeologico e Beni Monumentali Isolati

Il PRG dispone la tutela dei valori storico-culturali ed archeologici del


territorio.
Nell'area di interesse archeologico tutte le attività di trasformazione del
territorio, ivi compresi i movimenti terra, sono pertanto sottoposte ad apposita
autorizzazione da parte della Soprintendenza per i Beni Culturali ed Ambientali.
Sono parimenti soggetti alla autorizzazione suddetta gli interventi sui beni
monumentali isolati

31
SISTEMA RESIDENZIALE

art. 35 - zona del centro storico (A)

È costituita dal nucleo più antico dell'abitato del centro storico il cui
impianto morfologico e tipologico va preservato.
Sono ammessi solo interventi di restauro e risanamento conservativo

Destinazioni d'uso
Sono consentiti i seguenti usi:
− residenza ordinaria
− ricettivo
- commercio e pubblici esercizi
- studi professionali
- piccole attività artigianali non nocive e comunque compatibili con la
residenza.
- sedi di associazioni e circoli culturali
- uffici amministrativi

art. 36 - Zone di completamento e ristrutturazione (B)

Destinazioni d'uso
Sono consentiti i seguenti usi:
- residenza ordinaria
- commercio e pubblici esercizi
- parcheggi al piano terra o interrato
- studi professionali
- piccole attività artigianali non nocive e comunque compatibili con la
residenza, con esclusione di quelle insalubri classificate di prima o di seconda
categoria ai sensi delle vigenti disposizioni sanitarie
- sedi di associazioni e circoli culturali

Parametri urbanistici

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Zona Indice di fabbricabilità fondiario
B21 6.00 mc/mq
B22 7.00 mc/mq

Per tutte le zone B valgono le disposizioni di cui all'art. 39 capo II della L.R. n.
19/'72 e successive modificazioni:
l'indice di fabbricabilità fondiario non può superare i 9 mc/mq per i lotti
interclusi non superiori a 120 mq; 1000 mc per i lotti interclusi compresi tra 120
e 200 mq.
Valgono inoltre le seguenti prescrizioni:
- è consentita la costruzione in aderenza;
- l'altezza massima degli edifici é pari ad una volta e mezzo la larghezza dello
spazio pubblico antistante, ed in ogni caso non superiore a 11 mt
- gli eventuali distacchi tra edifici, nel caso che tra detti edifici vi siano
interposte strade pubbliche, debbono essere pari ad almeno 10 mt
- in tutti i casi va mantenuto l'allineamento a cortina continua sul fronte stradale
degli edifici esistenti
- le eventuali distanze degli edifici dal confine del lotto debbono essere almeno
pari a 5 mt.

Modalità di attuazione
Intervento edilizio diretto mediante concessione edilizia o autorizzazione.
Gli edifici esistenti possono essere demoliti e ricostruiti nei limiti di
volume di fatto esistente.
Sono ammesse opere di: manutenzione ordinaria e straordinaria,
ristrutturazione, consolidamento.

art. 37 - zona di espansione urbana (C1)

Destinazioni d'uso
- sono consentiti gli usi già indicati per le zone B

Parametri urbanistici

33
- indice di fabbricabilità territoriale 1.25 mc/mq
- altezza massima alla linea di gronda 10.50 m
- lotto minimo di intervento 300.00 mq
- distanza minima dai confini 3.00 m

Modalità di attuazione
Tali zone sono soggette a Prescrizione Esecutiva o a P.d.L..

art. 38 –Zona per edilizia economica e popolare (PEEP)

Le destinazioni d'uso e le modalità d'intervento saranno regolamentate


dalle specifiche norme del Piano di zona

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SISTEMA PRODUTTIVO E COMMERCIALE

art. 39 - Zona per attività artigianali ed industriali non nocive (D)

Destinazioni d'uso
Sono consentiti i seguenti usi:
- artigianato ordinario
- artigianato a forte impatto ambientale
- industriali non nocive
- magazzini e mostre solo se connessi alla produzione artigianale
- depositi per il commercio all'ingrosso
- commercio al dettaglio limitatamente alle categorie merceologiche di cui
alla tabella XIV del DM 4.8.'88 n. 375
- depositi
- silos, rimesse, piazzali di ricovero per gli automezzi di trasporto
- uffici per direzioni aziendali (nei limiti di cui alle "disposizioni
particolari")
- residenza ordinaria (nei limiti di cui alle "disposizioni particolari")

Parametri urbanistici
- il lotto minimo di intervento è pari a 600 mq di superficie fondiaria;
- é consentito un numero massimo di 2 elevazioni;
- l’altezza massima in gronda dell'edificio non può superare gli 8 mt;
- tale altezza massima è superabile solo da, impianti e volumi tecnici
speciali;
- la distanza dai confini non deve essere inferiore a 5 ml
- il rapporto di copertura è pari ad 1/2 della superficie del lotto edificabile
Modalità di attuazione
I nuovi interventi si attuano mediante P.d.L. e concessione edilizia.
Sul patrimonio edilizio esistente sono sempre consentiti gli interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria, ristrutturazione edilizia cosi come
definiti dalle presenti norme; nonché ampliamenti, sopralzi e demolizioni con

35
ristrutturazione nel rispetto dei parametri urbanistici definiti dalle presenti
norme.

Disposizioni particolari
Nella seconda elevazione degli edifici potranno essere ricavati locali ad
uso uffici per direzione aziendale e/o abitazioni pertinenziali, fino ad una
superficie utile complessiva massima di 200 mq. In tal caso i locali dovranno
avere una luce interna tra pavimento e intradosso del soffitto non inferiore a 2.70
mt; i locali dovranno inoltre essere asserviti, tramite atto unilaterale d'obbligo,
all'immobile principale, dal quale non potranno essere frazionati.
Sono ammesse le attività insalubri di cui all'art. 216 T.U. leggi sanitarie del
1934, limitatamente a quelle classificate di 1ª e 2ª classe a norma del DM 23
dicembre 1976 e del DM 29 marzo 1977 a condizione che vengano realizzati i
provvedimenti prescritti dalle normative vigenti per la prevenzione
dell'inquinamento idrico, atmosferico, del suolo, ed acustico, a tutela della salute
pubblica.

art. 40 – Zona commerciale mista (D.C.)

Destinazioni d'uso
Sono consentiti i seguenti usi:
- artigianato ordinario
- commercio all’ingrosso ed al dettaglio
- depositi
- uffici
- residenza ordinaria
- parcheggi al piano terra ed interrati

Parametri urbanistici
- La densità fondiaria consentita dell’intero comparto, comprensiva degli
edifici esistenti, è di 3.00 mc/mq

36
- il lotto minimo di intervento è pari a 400 mq di superficie fondiaria;
- é consentito un numero massimo di 3 elevazioni;
- l'altezza massima in gronda dell'edificio non può superare gli 10,50 m;
- tale altezza massima è superabile solo da impianti e volumi tecnici
speciali;
- la distanza dai confini non deve essere inferiore a 5 ml

Modalità di attuazione
I nuovi interventi si attuano mediante P.d.L. esteso all’intero comparto e
concessione edilizia.
Sul patrimonio edilizio esistente sono sempre consentiti gli interventi di
manutenzione ordinaria e straordinaria, ristrutturazione edilizia cosi come
definiti dalle presenti norme; nonché ampliamenti, sopralzi e demolizioni con
ristrutturazione nel rispetto dei parametri urbanistici definiti dalle presenti
norme.

Disposizioni particolari
Nella seconda e terza elevazione degli edifici potranno essere ricavati
locali ad uso uffici per direzione aziendale e/o abitazioni.

art. 41 –Edifici produttivi esistenti

Per gli edifici e le aree adibite ad attività artigianali ed industriali esistenti


alla data di adozione del PRG e ricadenti in zone diverse dalle zone D, é
consentito il mantenimento della funzione in essere alla data di adozione del
PRG. Sono inoltre consentiti interventi di ristrutturazione.

art. 42 - Zona per attività estrattive esistenti

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In tutte le aree del territorio comunale, adibite ad attività estrattive, una
volta esaurito il ciclo produttivo si dovrà procedere ai sensi della L.R. n° 127 del
9/12/1980 e successive modifiche ed integrazioni alla realizzazione di un
progetto di recupero ambientale.

38
SISTEMA AGRICOLO-AMBIENTALE

art. 43 - zona agricolo-produttiva (E)

Caratteri generali
Nelle tavole di cui all'art. 5, lettera c) é individuata la zona agricolo-produttiva.
Tale zona comprende le parti del territorio destinate ad attività agricole e
all'allevamento.
Destinazioni d'uso
a) uso residenziale in genere e per edilizia rurale
b) usi di servizio alle attività dell'azienda agricola quali:
- depositi e magazzini
- fienili
- silos
- serre fisse e mobili
- rimesse per macchine ed attrezzi
- serbatoi, vasche di irrigazione, pozzi, etc
- ricoveri per animali domestici e di cortile
- depositi ed ambienti per lavorazione, la prima trasformazione e la
conservazione dei prodotti agricoli e zootecnici
c) stalle per l'allevamento aziendale e/o interaziendale
d) usi di carattere industriale o di servizio connessi con la produzione agricola
quali ad esempio:
- mulini e frantoi
- caseifici
- fabbricati per ricovero, manutenzione, esercizio macchine agricole conto terzi
- cliniche veterinarie e servizi allevamenti zootecnici
e) servizi pubblici e privati e piccoli esercizi commerciali per la vendita di
prodotti agricoli
f) usi connessi allo sfruttamento a carattere artigianale delle risorse naturali
locali quali:
- lavorazione pietre da taglio

39
- lavorazione di materiali lapidei per la produzione di inerti
- lavorazione prodotti in argilla
g) usi connessi con la produzione d’energia con fonti rinnovabili (centrali
eoliche, centrali solari etc.)
f) ripetitori televisivi, antenne radiofoniche e ripetitori di telefonia
Modalità di attuazione degli interventi
Gli interventi nella zona agricola si attuano attraverso i seguenti strumenti:
- comunicazione al Sindaco dell'inizio dei lavori per la manutenzione ordinaria e
la manutenzione straordinaria salvo diverse prescrizioni di legge
- concessione gratuita, a norma dell'art. 9 della L. 28 gennaio 1977 n. 10, quando
il richiedente ha la qualifica di imprenditore agricolo a titolo principale ai sensi
dell'art. 12 della L. 9 maggio 1975 n. 153 oppure è nelle condizioni previste
dall'art. 13 della stessa legge
- concessione onerosa in tutti gli altri casi
Parametri urbanistici
Per gli usi di cui alla lettera a):
- l'indice di fabbricabilità fondiaria max é 0.03 mc/mq. Il volume ricostruito o
quello complessivo tra esistente ed ampliamento non può eccedere la cubatura
derivante da tale indice
- l'altezza massima degli edifici residenziali é fissata in 7.5 mt pari a due piani
fuori terra
- gli edifici devono osservare dal confine di proprietà e dalle strade
l'arretramento minimo di 10.00 mt; tra i fabbricati i distacchi non devono
essere inferiori a 20 mt.
- è consentita l’edificazione su confine di proprietà, in aderenza ad altri
fabbricati esistenti
Si applicano inoltre le norme di cui all'art. 23 della Legge Regionale 71/78 e
successive modifiche ed integrazioni (agriturismo) e le norme di cui all'art. 12
della Legge Regionale 40/95 che prevedono la demolizione e ricostruzione dei
fabbricati nei limiti della cubatura e della destinazione d'uso esistenti e nel
rispetto degli elementi tipologici e formali tradizionali.
Per gli usi di cui alle lettere b), c), d), f):

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- la fabbricabilità per tali usi è normata dall'art. 22 della L.R. 71/'78 e successive
modifiche ed integrazioni con un rapporto di copertura di 1/10 della superficie
fondiaria
- distacchi tra fabbricati non inferiore a ml. 20
- distacchi dai cigli stradali non inferiori a quelli fissati da D.P.R. n° 495/92
- parcheggi in misura non inferiore ad 1/5 dell'area interessata

art. 44 - zona di particolare pregio ambientale (Ea)

Il PRG dispone la tutela di aree di particolare pregio ambientale al fine di


salvaguardare l'integrità dei luoghi e dell'ambiente naturale. In queste aree è
vietata la realizzazione di nuove costruzioni e la trasformazione di quelle
esistenti quando comporti variazione di volume o dell'aspetto esterno degli
edifici; sono altresì vietate le attività di trasformazione del territorio che possano
incidere sulla morfologia e sugli equilibri ecologici ed idraulici dei luoghi, così
come qualsiasi mutamento dell'utilizzazione dei terreni con destinazione diversa
da quella agricola. E' comunque fatto divieto di realizzare impianti agricolo-
produttivi che prevedano la costruzione di strutture che modificano in maniera
significativa il paesaggio (quali, ad esempio, serre, tunnel, ecc.).
E' ammessa l'attuazione di lavori ed opere intese a consentirne la fruizione
purché idonee a salvaguardare l'integrità dell'ambiente naturale, nonché
interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria per gli edifici esistenti.

art. 45 - Servizi pubblici e privati in zona agricola

In zona agricolo-produttiva è consentita la realizzazione di piccole strutture


sportive all'aperto quali piscine, campi da gioco, fino ad una superficie max di
2000 mq.

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A servizio di tali attività é consentita la costruzione di piccoli edifici di servizio
quali spogliatoi, uffici, magazzini e depositi. La costruzione di tali fabbricati é
ammessa nel rispetto dei seguenti parametri:
- sup. max consentita mq. 50,00.
- h. max ml. 3,50
- distanza dai confini ml. 10,00.
Possono essere realizzate aree di sosta opportunamente attrezzate per lo svago ed
il tempo libero.

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SISTEMA TURISTICO-RICETTIVO
art. 46 -Zona per attività turistico ricettive (T)

Destinazioni d'uso
è consentita l'edificazione di edifici per usi residenziali, turistico-ricettive e
complementari, strutture sportive all'aperto, ed impianti destinati al campeggio,
alla sosta caravans e roulottes.

Parametri urbanistici e Modalità di attuazione


Destinazione Ivt Lotto Interpiano Modalità Altezza Massima Distanza
minimo minimo attuativa Consentita dal Confine
al P.T.
Residenziale 0.10 mc/mq 10000 mq ml. 3.00 Piano di ml. 6.50 ml. 5,00
Lottizzazione max 2 elevazioni fuori terra
0.03 mc/mq Concessione
Attività complementari 0.10 mc/mq 5000 mq ml. 3.50 Concessione ml 7.50 ml.7,50
al turismo di modesta max 2 elevazioni
entità; fuori terra
Bar-Pizzerie-Ristoranti
Attività Turistiche 1/20 della 10000mq ml. 3.80 < 25000 mq ml 7.50 ml.7,50
Ricettive; sup. del lotto concessione max 2 elevazioni
Pensioni, Locande, > 25000 mq Piano fuori terra
di lot.
Alberghi
Servizi per attività 0.08 mc/mq 10000mq ml. 3.50 Piano di ml. 3.50
sportive all’aria aperta; Lottizzazione Una elevazione
Piscine, Campeggi, fuori terra
ecc.

Disposizioni particolari
Nel caso di lotti confinanti con strada interna, la distanza dal ciglio stradale, sia
per l'edificazione che per le recinzioni, è di ml. 10.00; tale fascia fascia di
arretramento dal ciglio stradale sarà destinata per il 70% a verde, e per il restante
30% a parcheggio.
La distanza minima delle costruzioni dalla strada provinciale è pari a m 20.00.
Per quanto riguarda la superficie di riferimento dei lotti la consistenza delle
proprietà è quella all'atto dell'adozione del P.R.G.. Il "lotto" va considerato
soltanto se le particelle di cui è composto sono tutte contigue.
Non sono consentiti gli usi di:
a) stalle per l'allevamento aziendale e/o interaziendale

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b) usi di carattere industriale o di servizio connessi con la produzione agricola
quali ad esempio: mulini e frantoi; caseifici; fabbricati per ricovero,
manutenzione, esercizio macchine agricole;
Sono considerati spazi esterni al servizio dei fabbricati le verande aperte anche
se coperte, i porticati, i cortili ed i piazzali e non concorrono al calcolo della
volumetria nè del rapporto di superficie. Gli spazi esterni al fabbricato adibiti
agli usi di cui sopra non possono superare il 50% della superficie lorda
complessiva del fabbricato.
Le coperture degli edifici possono essere realizzate sia piane che a tetto.
Nel caso di copertura a tetto l'altezza massima della linea di colmo non può
superare nel punto più alto i mt. 2,10 ed il punto più basso fino a cm 20 dal
solaio di copertura è considerato come volume tecnico.

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SISTEMA DEI SERVIZI PUBBLICI

art. 47 - Opere di urbanizzazione primaria

Sono opere di urbanizzazione primaria:


- viabilità di accesso ai lotti;
- spazi di sosta e parcheggio sia a raso, che in struttura, anche interrati;
- fognature e impianti di depurazione;
- rete idrica, con relativi impianti ed attrezzature (quali impianti di
alimentazione, serbatoi di accumulo, stazioni di pompaggio etc.);
- rete di distribuzione dell'energia elettrica e del gas, con i relativi impianti ed
attrezzature, quali cabine elettriche di trasformazione ed attrezzature di
controllo:
- linee telefoniche e telematiche;
- pubblica illuminazione.
Le opere di urbanizzazione primaria sono consentite in tutte le zone del P.R.G.,
senza obblighi di osservare altre norme se non quelle relative alle esigenze di
sicurezza tutelate dalle norme speciali che regolano l'installazione e la gestione
di tali impianti.

art. 48 - Opere di urbanizzazione secondaria

Sono opere di urbanizzazione secondaria:


- servizi per l'istruzione quali asili nido, scuole materne, scuole dell'obbligo
elementari e medie inferiori;
- spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport;
- attrezzature d'interesse comune, religiose, culturali;
- attrezzature per le attività sociali, assistenziali, sanitarie, amministrative, per
pubblici servizi (uffici P.T., per la protezione civile, etc);
- attrezzature per impianti tecnologici pubblici o di interesse pubblico;
- spazi di verde pubblico attrezzato al servizio di singoli insediamenti.

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I parametri e le modalità per la costruzione dei fabbricati e delle attrezzature
destinati ai suddetti servizi verranno definiti di volta in volta, in sede di
progettazione esecutiva, in accordo con le esigenze di corretta localizzazione ed
organizzazione dei singoli servizi, nel rispetto delle specifiche normative di
settore.
La densità fondiaria massima consentita è di 2.50 mc/mq.
L'intervento sulle aree a servizi pubblici compete alla pubblica amministrazione.
E' ammesso l'intervento privato per la realizzazione di strutture pubbliche o di
uso pubblico solo attraverso convenzione regolante il regime giuridico del suolo,
nonché le modalità e le forme di utilizzazione del bene che garantiscano la
fruibilità pubblica.

art. 49 - Verde pubblico attrezzato - a livello di quartiere

Le aree classificate come "verde pubblico" sono destinate alla conservazione ed


alla creazione dei parchi e dei giardini urbani di quartiere:
Le costruzioni ammesse, quali integrazione della destinazione di zona, sono:
- attrezzature per il gioco dei bambini;
- chioschi permanenti o provvisori;
- tettoie;
- pensiline o tende;
- monumenti scultorei;
- strutture precarie per il collocamento di mostre o simili;
- attrezzature all'aperto per lo sport .

art. 50 - Attrezzature scolastiche

Sono le aree destinate ad accogliere attività relative all'istruzione dell'obbligo:


asili nido, scuole materne, scuole elementari e medie.
Le costruzioni ammesse, quali integrazione della destinazione di zona, sono:

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- attrezzature per il gioco dei bambini e dei ragazzi;
- attrezzature per lo sport .

art. 51 –Attrezzature di interesse comune

Sono le aree destinate ad accogliere attività, culturali, sociali, assistenziali,


amministrative, per pubblici servizi.
Le destinazioni d'uso consentite sono:
- centri civici, sociali e culturali
- uffici amministrativi pubblici
Le costruzioni ammesse, quale integrazione della destinazione di zona, sono:
- attrezzature per il gioco dei bambini e dei ragazzi
- mense e refettori connesse all'attività religiosa
- attività per lo sport.

art. 52 –Attrezzature sanitarie ed ospedaliere


Sono le aree destinate ad accogliere attività relative alla sanità pubblica.
Le destinazioni d'uso specifiche di zona sono:
- ambulatori
- laboratori medici
Le modalità di attuazione ed i parametri urbanistici sono da relazionarsi alle
necessità funzionali del servizio.

art. 53 –Attrezzature sportive a livello urbano.

Tali aree sono destinate al gioco, allo sport, ed al tempo libero. Si tratta di
attrezzature di livello urbano.

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ZONE SPECIALI
art. 54 - Area cimiteriale

In tale area gli usi sono normati dal D.P.R. 10/9/1990 n. 285.

art. 55 - Prescrizioni esecutive

Ai sensi dell'art. 2 della L.R. 71/'78 e dell'art. 3 della L.R. 15/'91 sono state
individuate le aree da assoggettare a prescrizione esecutiva. Tali prescrizioni
esecutive riguardano zone a prevalente destinazione d'uso residenziale.
I progetti interessati da prescrizione esecutiva si configurano a tutti gli effetti
come strumenti urbanistici attuativi.
Le aree soggette a P.E. sono:
• zone di espansione residenziale a sud-ovest del centro abitato (PE4)
• zone di espansione residenziale a est del centro abitato (PE5)
• zone di espansione residenziale a nord del centro abitato della frazione di
S.Anna (PE6)

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Indice
Disposizioni Generali...................................................................................................................................................... 3
art. 1 - Contenuti e campo di applicazione del piano regolatore................................................................................ 3
art. 2 - Edificazione esistente in difformità con il PRG............................................................................................... 3
art. 3 - Disposizioni relative alle concessioni edilizie rilasciate prima dell'entrata in vigore delle presenti norme.... 3
art. 4 - Finalità delle norme e prescrittività delle tavole di PRG................................................................................ 4
art. 5 - Elaborati costitutivi del PRG.......................................................................................................................... 4
art. 6 - Parametri urbanistici...................................................................................................................................... 6
1. St = Superficie territoriale.................................................................................................................................. 6
2. Sf = Superficie fondiaria.................................................................................................................................... 6
3. Sfp = Superficie fondiaria pertinente ................................................................................................................ 6
3. Ivt = Indice volumetrico territoriale................................................................................................................... 6
4. Ivf = Indice volumetrico fondiario.................................................................................................................... 7
art. 7 - Parametri edilizi............................................................................................................................................ 7
1. Su = Superficie utile .......................................................................................................................................... 7
2. Sc = Superficie coperta...................................................................................................................................... 7
3. Rc = Rapporto di copertura (Sc/Sf).................................................................................................................... 7
4. H = Altezza del fabbricato................................................................................................................................. 7
5. V = Volume del fabbricato................................................................................................................................. 8
6. Distanze minime tra fabbricati........................................................................................................................... 9
7. Distanze minime dei fabbricati dai confini di proprietà.................................................................................... 10
8. Altezze............................................................................................................................................................. 10
9. Lotto intercluso................................................................................................................................................ 10

CATEGORIE DI INTERVENTO .............................................................................................................................. 11


art. 8 - Interventi ammissibili.................................................................................................................................... 11
art. 9 - Manutenzione ordinaria................................................................................................................................ 11
art. 10 - Manutenzione straordinaria ....................................................................................................................... 12
art. 11 - Restauro e risanamento conservativo.......................................................................................................... 13
art. 12 - Ristrutturazione edilizia.............................................................................................................................. 16
art. 13 - Demolizione e ricostruzione (sostituzione edilizia)..................................................................................... 17
art. 14 Strumenti di attuazione del PRG.................................................................................................................... 18
art. 15 - Piani particolareggiati (PP)........................................................................................................................ 19
art. 16 – Piani di lottizzazione (P.d.L.)..................................................................................................................... 19
art. 17 – Piani di recupero (PdR) ............................................................................................................................. 20
art. 18 – Cessione di aree per standard ................................................................................................................... 20
art. 19 – Concessione edilizia................................................................................................................................... 21
art. 20 - Autorizzazione............................................................................................................................................. 21

DISCIPLINA D'USO DEL SUOLO............................................................................................................................ 22


art. 21 – Disposizioni generali.................................................................................................................................. 22
art. 23 – Zone per la viabilità .................................................................................................................................. 24
art. 24 - Fascia di protezione stradale...................................................................................................................... 25
art. 25 - Fascia di rispetto cimiteriale....................................................................................................................... 25
art. 26 - Fascia di rispetto degli impianti di depurazione......................................................................................... 25
art. 27 – Boschi e macchie mediterranee.................................................................................................................. 26
art 28 – Aree a rischio frana..................................................................................................................................... 27

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art 29 - Fascia di rispetto dalle aste fluviali............................................................................................................. 29
art 30 – Siti di importanza comunitaria (S.I.C.)........................................................................................................ 29
art 31 - Fascia di rispetto dalle fonti di approvvigionamento idrico......................................................................... 29
art. 32 - Edifici ed emergenze di interesse architettonico e storico-culturale............................................................ 31
art. 33 - Abbeveratoi................................................................................................................................................. 31
art. 34 - Aree di interesse archeologico e Beni Monumentali Isolati......................................................................... 31
art. 35 - zona del centro storico (A).......................................................................................................................... 32
art. 36 - Zone di completamento e ristrutturazione (B)............................................................................................. 32
art. 37 - zona di espansione urbana (C1).................................................................................................................. 33
art. 38 –Zona per edilizia economica e popolare (PEEP)......................................................................................... 34
art. 39 - Zona per attività artigianali ed industriali non nocive (D).......................................................................... 35
art. 40 – Zona commerciale mista (D.C.).................................................................................................................. 36
art. 41 –Edifici produttivi esistenti............................................................................................................................ 37
art. 42 - Zona per attività estrattive esistenti ............................................................................................................ 37
art. 43 - zona agricolo-produttiva (E)....................................................................................................................... 39
art. 44 - zona di particolare pregio ambientale (Ea)................................................................................................. 41
art. 45 - Servizi pubblici e privati in zona agricola................................................................................................... 41

SISTEMA TURISTICO-RICETTIVO....................................................................................................................... 43
art. 46 -Zona per attività turistico ricettive (T)......................................................................................................... 43
art. 47 - Opere di urbanizzazione primaria............................................................................................................... 45
art. 48 - Opere di urbanizzazione secondaria........................................................................................................... 45
art. 49 - Verde pubblico attrezzato - a livello di quartiere ....................................................................................... 46
art. 50 - Attrezzature scolastiche .............................................................................................................................. 46
art. 51 –Attrezzature di interesse comune ................................................................................................................ 47
art. 52 –Attrezzature sanitarie ed ospedaliere .......................................................................................................... 47
art. 53 –Attrezzature sportive a livello urbano.......................................................................................................... 47

ZONE SPECIALI......................................................................................................................................................... 48
art. 54 - Area cimiteriale .......................................................................................................................................... 48
art. 55 - Prescrizioni esecutive.................................................................................................................................. 48

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