Paolo Toso
Questa seconda raccolta riparte da dove si era lasciata la precedente, dal significato perso di una
festa che dovrebbe ricordare che tutti sono in grado di rinnovarsi nello spirito a quella estiva,
legata più o meno a quanto accade oggi nel mondo. Ma anche no.
Buona lettura
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LA MORTE
Ho scritto cosa sia il potere, quale sia la paura del potere, quali strumenti il potere
usi in quali contesti. Ho scritto che solo ascoltando ed effettuando una ricerca e
conoscenza di se stessi si potrà comprendere la verità e la realtà. Ho scritto che le
immagini e le idee che abbiano della spiritualità non sono reali ma sono falsi
simboli della mente, che si trasformano in archetipi legati al potere quando
vengono alimentati dalle credenze di tanti. C’è però un aspetto del potere che lo
rende apparentemente assoluto ed è quello di dispensare morte. Questa
espressione massima di potere è stata alla base di ogni atto di sopraffazione da
quando l’essere umano è apparso in questa realtà, ce lo dice chiaramente la storia
di ogni civiltà, che è intrisa di sangue e di morte.
Tutto si trasforma, niente si evolve. Dal punto di vista umano, le anime stanno
collassando nella realtà fenomenica: quando l’ultima anima si sarà spostata dal
mondo assoluto a questo, la morte sarà solo un passaggio verso una diversa
consapevolezza e una diversa coscienza. Dall’esterno si tratterà sempre di morte,
intesa come cessazione delle funzioni vitali, ma per chi, quand’era in vita, avrà
compreso, sarà qualcosa di diverso che non riusciamo nemmeno a immaginare.
Nel frattempo, la scienza, che da tempo ha scoperto come tenere in vita i corpi a
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lungo, sta cercando di raccogliere informazioni dalla mente, ritenendola la scatola
nera della coscienza, allo scopo di scoprire il segreto dei segreti: il potere di dare
vita e coscienza a un prodotto tecnologico costruito su misura dei suoi desideri. Il
potere di dare, spostare e controllare la coscienza è ciò che fa credere ad un
essere umano di diventare dio – diventare, non essere.
A quel punto chi deterrà questo potere riterrà di detenere il potere assoluto e di
poterlo esercitare a suo piacere. Questo è il desiderio di ogni essere umano ed è
forte quanto il suo bisogno di trascendere i suoi limiti, tanto è vero che è stato
espresso in mille favole e leggende in ogni cultura del mondo. Allo stato attuale,
questo andamento è inevitabile, date le scelte sia dei singoli sia dei potentati
economici e politici, dal momento che l’evoluzione tecnologica e l’indagine della
realtà fenomenica non procede di pari passo con la conoscenza interiore.
Nessuno può dire di conoscere se stesso e di non poter cambiare almeno in parte,
a meno che non si riconosca per quello che è realmente e per riconoscersi non
basta che lo si pensi o si dica di volerlo fare, si deve sentirlo dentro e ci si deve
lasciare andare alla corrente del proprio essere più intimo, accogliendola con
amore come parte di sé. La trasformazione che ne segue è naturale quando in sé
non ci sono divisioni, rabbia, dolore e sete.
In tutto questo discorso c’è qualcosa che sfugge alla logica corrente, qualcosa che
ha un senso di metafisico, di fantasioso, di oscuro, di vago, di ignoto che a molti
darà fastidio perché chiama in causa gli archetipi e le strutture mentali e i simboli
che siamo abituati ad usare inconsapevolmente e che però sono perfettamente
chiari al nostro interiore. Quel fastidio è il segnale che sappiamo benissimo che ci
stiamo aggrappando alle strutture dell’ego, che ci sono care perché su di esse
abbiamo costruito le nostre abitudini di vita e strutturato le nostre strategie
meschine. Cosa siamo abituati a fare davanti a un problema? Cerchiamo una
soluzione, in genere affidandoci a ciò che conosciamo già o delegando a qualcosa
di esterno – strumento, tecnica o persona – pur di non impiegare il nostro tempo
e la nostra attenzione. Nella migliore delle ipotesi, tutte le tecniche sono solo una
stampella, in quanto lo strumento migliore da usare è già qui ed è dentro ognuno:
un albero nel nostro simbolico piccolo giardino. Se quel giardino invece di essere
confinato dentro spesse mura di paura della responsabilità venisse aperto
unendosi agli altri giardini, comparirebbe il paradiso qui e ora. Si scoprirebbe che
le leggi divine sono e noi siamo oltre. Verrà il giorno, dal punto di vista umano, in
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cui ci sarà questa apertura, questo risveglio e le anime torneranno alla Creazione,
perché ciò è inevitabile. Si tratta solo di capire se ciò avvenga ora, domani o fra
mille anni. Non ci sono obblighi, non ci sono scadenze, c’è solo la libertà di essere.
Il tempo non è un problema, lo è solo il potere, perché il potere è divisione,
sofferenza, violenza.
Non è possibile essere più chiari di così, tutto è dentro ogni persona.
Buona ricerca
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COSCIENZA
Abbiamo una certa chiarezza di cosa sia la consapevolezza fisica, troppo spesso
legata al dolore o alla fatica. Sappiamo cosa sia la consapevolezza emotiva,
anch’essa troppo spesso legata alla rabbia o alle emozioni forti. Abbiamo una
minor consapevolezza di cosa sia quella mentale e che intuiamo quando
percepiamo al di là dei limiti della mente quando la mente stessa non comprende.
Per questo motivo ci limitiamo a pensare che l’io sia la consapevolezza più vera e
sebbene sia vero è solo l’increspatura dell’acqua sopra l’oceano. Ora vi domando:
dove si ferma la nostra reale consapevolezza?
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consapevolezza perché per come viviamo oggi la vita, essa non esiste e
preferiamo radicarci in preconcetti, pregiudizi, strutture, abitudini, in quanto più
consoni al funzionamento della mente. Le conoscenze filosofiche, psicologiche,
ideologiche possono aiutarci a collegare le prime tre ma per poter collegare quella
interiore è necessario andare oltre la tecnica e affrontare un diverso modo di
studiare. L’ascoltare il proprio interiore è un processo uguale e diverso per ogni
essere umano, uguale perché l’ascolto è una percezione uguale per tutti ma il
percorso per arrivarci, in forza dei contesti e storie di ognuno, è diverso. Non farlo
significa negare la possibilità di andare oltre.
Le strutture mentali sono spesso legate alla delega delle responsabilità e sono
funzionali al potere, quel potere che l’io desidera senza però responsabilità.
Volenti o nolenti, il nostro interiore è di fatto sempre cosciente di quale
responsabilità ha, tuttavia l’io, come fanno molti bambini, chiude gli occhi
pensando che esse non esistano. Perché essere consapevoli di ciò che si muove
dentro di noi è un processo a cui pochi aderiscono realmente. L’insieme delle
consapevolezze manifesta la coscienza o, se preferite, la coscienza manifesta le
relative consapevolezze. Un gioco di specchi a cui non siamo abituati a pensare, al
pari di quello di vedere i nostri difetti attraverso gli altri.
Non c’è nulla di sovrumano o di speciale in tutto questo, c’è solo l’essere per
quello che è realmente. Si diventa coscienti quando le relative consapevolezze
sono tutte collegate alla vera identità dell’essere, al proprio sé interiore, se così lo
volete chiamarlo. L’io è solo un frammento di tutto il nostro essere ma è quello
più vero nel qui e ora perché è la parte ultima legata alla realtà dell’anima
attraverso il suo sé interiore. La coscienza è la migliore rappresentazione
dell’identità dell’anima e non è il risultato ultimo di un processo, che la mente non
capisce, ma il primo di una lunga serie dove l’anima si libera dal suo stato assoluto
per rientrare nella Creazione; un discorso complesso e semplice allo stesso
tempo, al quale non è possibile dare forma perché sarebbe l’ennesimo falso
archetipo. Sono certo che starete cercando di strutturare questo discorso nella
vostra mente. Ve lo dico da subito: sarebbe un grave errore, creerete ulteriori
archetipi. Ciò che dovete fare è ascoltarvi dentro mentre leggete queste righe e
lasciar fluttuare la mente tra le parole ascoltando cosa si muove dentro.
Sicuramente ci saranno altri pensieri, lasciateli andare, andate oltre nella vostra
percezione.
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Sul concetto di archetipo, appena citato, chiudo con un concetto legato al potere:
ogni volta che produciamo un pensiero che può produrre un simbolo, una tecnica
o un principio c’è il rischio di creare un archetipo a livello energetico o, se
preferite, vibrazionale che prende e fornisce energia rispetto a quante più
persone credono o pensano ad esso. Questo processo nasce dall’usare il passato
e la memoria con una volontà che è legata al potere. Quando si vive in coscienza
non c’è un passato o un futuro ma solo un presente dove le decisioni, le scelte, si
prendono in un sentire basato sull’essere e sul qui e ora. Ognuno, in forza delle
proprie scelte, ha il suo personale percorso per scoprire quale sia il suo vero sé
interiore e quale senso abbia la propria vita in questo preciso momento. Perché
tutti hanno uno scopo e un proprio percorso.
Siamo coscienti?
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Si deve avere occhi per la privacy
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I nove occhi nascono dall’unione di “Five Eyes” con quello che sarà chiamato “Six
Eyes” giapponesi: in un'intervista al Nikkei dell'agosto 2020, il ministro della difesa
giapponese Taro Kono ha discusso di una più stretta collaborazione con “Five
Eyes”, dicendo a un intervistatore che i paesi che stanno usando “Five Eyes”
condividono gli stessi valori e il Giappone ritiene che potrebbe arrivare a definirsi
“Six Eyes”. A questi “occhi” aderiscono oltre al Giappone anche la Danimarca, la
Francia, l’Olanda e la Norvegia. L'esistenza dell'alleanza “Nine Eyes” è citata in varie
fonti online ed è diventata famosa in seguito alle rivelazioni di Snowden nel 2013.
Va ricordato che si tratta solo di una cooperazione con l'alleanza “Five Eyes” atta a
raccogliere e condividere dati di sorveglianza di massa.
Arriviamo così ai 14 occhi. I paesi collegati alla sorveglianza dei “14 Eyes”
includono oltre a quelli indicati precedentemente anche la Germania, il Belgio,
l’Italia, la Svezia e la Spagna. Immaginate quanto sia grande questo sistema
inserendo dentro i maggiori provider che vi offrono hosting o/e connessioni
internet. Come sia possibile credere di essere sicuri della propria privacy non è
comprensibile, soprattutto usando i classici strumenti.
E di strumenti andrò a parlarvi. Esistono VPN fuori dal circolo dei “5 Eyes” e non
sono solo indipendenti ma anche certificate, un esempio:
•NordVPN è stata sottoposta a verifica presso PwC AG a Zurigo, in Svizzera,
per confermare le misure essenziali di protezione della privacy e la politica
di non registrazione dei log.
•ExpressVPN è stata controllata due volte da PwC per verificare la sua
politica di no-log. Inoltre, ExpressVPN ha superato gli audit di sicurezza
condotti da Cure53.
•VyprVPN è stata sottoposta a un audit no-log condotto da Leviathan
Security alcuni anni fa.
Poi, è bene considerare queste notizie:
È stato scoperto che Yahoo stava scansionando le e-mail in tempo reale per le agenzie di
sorveglianza statunitensi.
È stato scoperto che Gmail offre a terzi l'accesso completo alle e-mail degli utenti e
tiene traccia di tutti gli acquisti tramite ricevute nella tua casella di posta.
Gli inserzionisti potevano scansionare gli account Yahoo e AOL per "identificare e
segmentare i potenziali clienti raccogliendo segnali di acquisto contestuali e
acquisti passati"
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Esistono alternative ai fornitori di email? Ecco alcuni dei servizi di posta citati
nell’articolo e che dicono di aver testato positivamente (personalmente mi piace
tutanota):
Mailfence (Belgio), Tutanota (Germania), ProtonMail (Svizzera), Runbox (Norvegia),
Templar (Islanda), KolabNow (Svizzera), Startmail (Paesi Bassi) …
Esistono alternative ai motori di ricerca? Per quanto riguarda i motori che hanno
consigliato nell’articolo sono questi (personalmente preferisco Qwant e Searx):
Searx (open source, nessuna giurisdizione), MetaGer (Germania), Swisscows
(Svizzera), Qwant (Francia) …
L’articolo si dilunga poi su questioni legali e tecniche che vi invito, se conoscete
l’inglese, a leggere direttamente tramite il link indicato all’inizio. Alla fine, la
giurisdizione è solo uno dei tanti fattori da considerare quando si selezionano
strumenti di privacy affidabili per le proprie esigenze specifiche. Quanto essa
conti, dipende dalla propria situazione e dal tipo di minaccia che può arrivare dai
propri avversari. Per coloro che cercano livelli più elevati di privacy e sicurezza, la
giurisdizione (ovvero la tipologia del servizio e dove risiede) è davvero importante,
soprattutto se si considera il crescente potere dei governi a costringere le aziende
a registrare e consegnare i dati dei propri utenti.
Concludo con la stessa frase dell’articolo:
Buona fortuna e stai al sicuro!
Questa riflessione non sembra correlarsi con la ricerca interiore, tuttavia è collegata, perché spesso la nostra
superficialità a vivere la vita normale si mostra nella stessa misura anche per quella interiore.
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NULLA E TUTTO
C’è chi crede, senza nessun dato a fondamento, che dopo la morte finisca tutto e
altri, sempre senza fondamento, che vi siano i più svariati mondi, belli e brutti,
oppure tribunali pronti a sentenziare gli errori. Una piccolissima fetta di persone
crede che vi sia qualcosa di simile a quanto hanno esperito durante una morte
apparente ma ufficiale per la scienza oppure durante una meditazione o una
particolare pratica. Quell’esperienza, a differenza del credere per fede, li ha
cambiati dentro e nulla potrà far cambiare loro l’opinione che dopo la morte non
vi sia nulla. Ogni persona dovrebbe riflettere su questa sostanziale differenza,
perché il fulcro del proprio credo può essere razionale oppure percettivo ed
esperienziale.
Chi più chi meno si è imbattuto almeno una volta in libri o articoli o persone che
parlano di tunnel di luce, di persone che vedono o sentono i propri cari deceduti
anni prima, di luci misteriose oppure di scorporazioni o OBE. Alcuni le riferiscono
come ad esperienze spirituali altri ad interventi extraterrestri, altri ancora a
fantasie della mente. Tutte esperienze che vengono raccontate agli altri così come
la mente può fare e traduce in quello che per la mente è più comprensibile.
Superare quell’immaginaria e simbolica memoria non è facile ma è tuttavia
possibile se ci apriamo all’ascolto con l’interlocutore che ha vissuto quella
esperienza. Dove la parola aprire non significa percepire o avere sensi speciali ma
solo aprire la propria mente all’inusuale, il nostro corpo se non è danneggiato è in
grado di fornire tutte le informazioni necessarie, è la mente che le filtra e ci
impedisce di percepirle. Per questo motivo, leggere un libro non ci permette
questo processo ma solo di immaginare il senso e riusciremo a percepirne la verità
solo se nel nostro interiore non ci sia già, ben nascosta, una simile esperienza.
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perché essa è già dentro di noi. Questo collegamento va oltre la mente e gli stessi
sensi, entra nelle parti più intime del nostro essere e riecheggia nel cosmo.
Il problema dell’ascolto è legato all’essere trasparenti dentro se stessi, cosa che
non siamo perché ancora troppo avviluppati nei meandri della mente e sul suo
pessimo e limitato uso. Possono esistere tecniche psichiche che ci permettono di
entrare in comunione con la mente ma quello che otterremo sarà solo
un’informazione storica e strutturata di quella esperienza e il fraintendimento, a
quel punto, è dietro la porta. Destrutturarsi non vuol dire eliminare la mente o
farla tacere, bensì farne un uso diverso, farne un uso naturale così come può
essere il cuore o i muscoli.
Ora, le domande più importanti da farsi sono: cosa ricordo di quanto ho letto in
questa brevissima pagina? Cosa e come ho capito quanto ho letto? Cosa e ho
davvero percepito dentro di me leggendo? Mi sono perso qualcosa?
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ANIME
Per quanto l’essere umano possa immaginare, tutte le storie che può raccontare,
alla fine, fanno riferimento sempre agli archetipi, si tratti di una delle tante forme
del dualismo o delle quattro dimensioni inserendo anche il tempo, la storia gira e
rigira sempre su quanto l’uomo conosce e crede possibile vivere: mondi paralleli,
mondi reali, mondi virtuali, multi-mondi che si toccano e non si toccano. Poco
importa, la questione è una sola, qual’è la realtà che io vivo?
La realtà che vivo è quella che credo o è quella che percepisco? In questo stesso
momento dovrei farmi una serie di domande: cosa credo? È vero quanto credo
oppure è una fantasia? Ma la fantasia è irreale oppure è solo spostata in una
realtà diversa? Posso vivere in realtà diverse o contemporanee ma spostate nel
tempo? Premesso il mio credo, la mia percezione dove arriva? Quanto percepisco
è la realtà? Quanto la mia mente limita la mia percezione? Chi sono realmente?
Qual’è la mia vera storia?
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Altre risposte che possono far impazzire una mente che non accetta di essere
l’unica esistente di questa o qualsiasi realtà. La morte fa paura alla mente, non alla
nostra anima o al nostro essere. Ora, serve dare risposta a tutte queste domande?
Sì e no. Può essere utile quando la risposta vi aiuta a trovare una serenità e una
solidità interiore. Una vostra solidità, sottolineo, perché è importante
comprendere che spesso la tendenza a voler convincere gli altri è un errore,
perché è la vostra verità. L’altro, in una libera condivisione, può solo scoprire se
anche lui è arrivato a quella verità.
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SPRECHI NON CREATIVI
L’industria produttiva ha usato nei nei campi e per decenni diserbanti, concimi
chimici, semi senza vita, fitofarmaci e nell’allevamento diversi tipi di prodotti e
farmaci affinché gli animali potessero ingrassare bene e velocemente e,
ovviamente, non si dovessero mai ammalare. Questo potenziamento ha portato a
denaturare il cibo, facendo contenere al suo interno prodotti chimici e farmaci
che hanno, non solo nel passato, ma tutt’ora influenzando il nostro corpo. Non
parliamo di quanto cade dal cielo, di quanto finisce nei campi e nell’acqua, perché
la lista si allungherebbe a dismisura. Ci basiamo sui numeri, tuttavia li evitiamo
quando non ci fanno comodo. Non vi ricorda qualcosa tutto questo?
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trent’anni? Anche qui, sulla base di numeri, ognuno dice che il suo prodotto è
migliore, ma è davvero migliore? Cosa vi dice il corpo? Cosa vi dice la mente?
Capite? Vi dicono che prendere gli integratori o i fermenti è normale, ma è
normale? Davvero credete che sia così? Come ci siamo arrivati? Cosa è morto nel
nostro corpo per dover ricevere quanto lui una volta aveva naturalmente? Non vi
ricorda nulla tutto questo?
L’industria politica vuole imporre nuove regole sulla base di imposti problemi,
vengono forniti numeri e statistiche a supporto di quanto richiesto. L’altisonante
parola scienza viene scandita come un dogma, una verità, quando invece alla base
della scienza c’è il dubitare. Perché è il dubbio a muovere lo scienziato oltre i limiti
di quanto oggi è scoperto. Se non ci fosse il dubbio la scienza si sarebbe fermata
da tempo. Anche l’eccessivo entusiasmo è un limite, troppe volte ci si proclama
come grandi scopritori di qualcosa di importante senza ricordare come si sono poi
usate nel passato alcune scoperte. Se la scienza ha ragione, l’uomo è solo un
infinitesimale tassello della natura e diventerà inutile o pericoloso per la natura
stessa sarà cancellato, io però non credo che sia così. Ora, visto quanto accade
oggi davanti ai nostri occhi, questo discorso non vi ricorda qualcosa?
L’industria sanitaria si è mescolata con altre forme, più o meno tecnologiche, alla
ricerca di capire come l’essere umano sia costruito. Al pari di quella tecnologica
che con l’intelligenza artificiale cerca di simulare il cervello con un bel copia e
incolla, la medicina cerca di alterare i meccanismi della vita. La medicina da umana
e rispettosa della vita, di ogni vita, è diventata pura statistica. Non si parla più di
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certezze ma di probabilità e si ritiene sempre più vero e sacrificabile una certa
quota di persone. Siano dieci mila o un milione, esse non hanno valore. Questa è
disumanizzazione e avrà delle conseguenze. Ciò non vi ricorda nulla? Vi sta bene
che sia così? Sappiate che è una scelta di coscienza farlo.
Abbiamo lasciato scorrere troppe cose e per troppo tempo. Abbiamo seguito il
denaro e il potere, abbiamo sprecato risorse e, probabilmente, la nostra vita. Per
noi, forse, è tardi ma un cambiamento di rotta nel nostro modo di vivere è
possibile farlo almeno per i nostri figli e nipoti. Diamo loro la conoscenza di
queste scoperte interiori, attraverso l’esempio, perché saranno semi per un
diverso futuro. Lo possiamo fare? Sì? No? Riflettiamo bene su quello che
possiamo fare dentro di noi.
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RESPONSABILITÀ
Quante volte abbiamo sentito dire questa parola? Quante volte le persone si
riempiono la bocca con la classica affermazione: “mi assumo ogni responsabilità…”
e quante altre volte si riempiono con questa altra frase: “la responsabilità è di tizio
e non mia…”? Ciò ha poca importanza, in quanto siamo tutti responsabili delle
nostre scelte, tuttavia, lo siamo realmente? Ovvero, siamo consapevoli di questa
responsabilità? Oppure tendiamo a scaricarla ad altri o a scusarci che ciò non
dipendeva da noi? La sfumatura tra queste due scelte non è così sottile, come si
vorrebbe, da non poter essere compresa, in quanto anche un adolescente
riuscirebbe a capire che c'è qualcosa di sbagliato nel non voler prendere coscienza
di questa importante responsabilità. Provate a pensarci.
Ogni nostra scelta o non scelta dipende sempre da noi e sono proprio le scelte la
vera forza che può cambiare il mondo, anche quello politico, anche quello
economico o sociale. Non è una X su un pezzo di carta a cambiare la situazione
ma è la scelta che fa la vera differenza, momento per momento, giorno per
giorno, mese per mese. Cerchiamo di capirci bene, è la scelta che determina quale
sarà il nostro futuro e, purtroppo, anche quella di chinare il capo o restare in
silenzio accettando l’inverosimile, è una scelta. Una scelta che comporta
conseguenze e responsabilità. Conseguenze e responsabilità non solo verso noi
stessi e chi ci è vicino e caro ma verso tutti.
Non ci rendiamo mai conto di quanto le nostre scelte abbiano una profonda
influenza nella società e di come una scelta effettuata dalla maggioranza delle
persone non sia motivo di correttezza ma solo di quantità, perché la qualità di una
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scelta è un’altra cosa, è determinata dall'interazione di intelligenza,
consapevolezza e coscienza. La responsabilità è sempre presente e accettare ciò
che accade ha lo stesso peso di chi produce il danno o promuove informazioni
false o volutamente alterate. Questo concetto è ancora più importante per coloro
che operano per il bene o la sicurezza della popolazione, sia fosse istituzionale o
religiosa, perché solo i mercenari lavorano senza etica e morale allo scopo di
ottenere una unica cosa: il pagamento in denaro. Una responsabilità che è pari a
coloro che parlano molto bene e poi i fatti dimostrano il contrario.
C’è una responsabilità anche per chi resta nel silenzio, ancora più profonda per chi
nel segreto gli è stata offerta una scappatoia per dire poi una falsità. Come
comprenderete bene è una questione interiore e personale, non certo di
trasgressione a qualche legge umana. Oggi, è tempo di esami ed è bene che
ognuno si assuma la propria responsabilità, riconoscendo l’errore o la menzogna,
e dica realmente cosa sa o pensa. Non è più tempo di segreti e di nascondersi
dietro il gruppo, creato dai media e dal potere appositamente per un falso senso
di aggregazione e di forza. Rammentiamo bene che se anche siamo soli in questa
scelta, siamo in realtà insieme a tutti coloro che condividono la medesima scelta.
Si tratta di auto-educazione che ogni adulto può vivere quotidianamente, non
solo per lui stesso ma anche per i giovani e i bambini che lo circondano.
Ricordiamo: siamo tutti collegati, la divisione è solo nella mente.
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A CHI
A chi pensa di stare dalla parte dei buoni, di qualunque parte si tratti,
a chi si ostina a mantenere le sue posizioni a dispetto dell’evidenza,
a chi ritiene che chi gli/le assomiglia vada difeso a prescindere,
a chi sceglie una posizione per mera comodità,
a chi preferisce un mesto, supposto quieto vivere,
a chi si acquieta sugli allori altrui,
a chi si appoggia al principio di autorità,
a chi per pigrizia o paura rinuncia a informarsi,
a chi dimentica che il suo oppositore è un essere umano,
a chi marcia alla guerra dietro una qualunque ideologia,
a chi preferisce cambiare gli altri invece che se stesso,
a chi vuole convincere gli altri a forza,
a chi ammette la violenza perché è la sola possibile igiene del mondo,
a chi si bea nella credenza che il fine giustifica i mezzi,
a chi nega di provare piacere quando prevale su chi ha di fronte,
a chi ha rinunciato a provare dei sentimenti perché sono scomodi,
a chi usa gli altri come scusa per i suoi fini,
a chi vede il suo prossimo come un’occasione di lucro o di rivalsa,
a chi ama la vendetta,
a chi cerca di mettersi in mostra perché si sente una nullità,
a chi è meschino per scelta,
a chi adora i feticci che ha creato per sé e per gli altri,
a chi ha fatto del denaro e del successo la sua religione,
a chi vive in base all’idea che mors tua, vita mea,
a chi ritiene di non avere responsabilità di ciò che fa e non fa, di ciò che pensa e
che non pensa,
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a chi non sorveglia il suo linguaggio perché tanto sono solo parole,
dico
NON C’È PIÙ TEMPO!
Non c’è più tempo perché la coscienza non ha tempo, anche la vostra coscienza non
ha tempo, tutto è qui e ora e ciò che non viene fatto ora non si potrà fare mai e ciò
che viene fatto ora si ripeterà in eterno.
(c) 2022 - Grazia Cavasino
https://graziacavasino.art
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CRISI MAGNETICA
C’è la crisi economica, c’è l’inquinamento, c’è la mancanza di risorse, c’è troppa
gente, c’è il cambiamento climatico a causa dell’uomo, insomma c’è troppo di
tutto. Ma è così? La risposta dovete darvela da soli cercando le notizie
nell’immondezzaio chiamato Internet, perché, è bene saperlo, anche
nell’immondezzaio si può reperire qualcosa di utile.
Vediamo di porci delle domande: chi di voi sa del massimo minimo solare? Dal
2020 siamo in un periodo, ciclico, dove il sole fa, per nostra semplicità, dei
capricci e la Terra ne è pesantemente influenzata. Ma si tratta di un ciclo, naturale,
che non ha nulla a che fare con l’attività umana. Tuttavia, fior di scienziati sono
stati pronti a dire che è una notizia fake e che il cambiamento climatico è causato
dall’uomo. Personalmente non mi darei troppa importanza a meno che militari e
scienziati non abbiano oggi in mano tecnologie per modificare il campo
magnetico, meteo o chissà altro della Terra. Oppure che i tanti esperimenti
nucleari di questi ultimi settanta anni non abbiano causato danni al campo
magnetico terreste. Ma pensarlo non è forse da complottisti? No? Andiamo
avanti.
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Ci preoccupiamo di andare in vacanza o al bar quando ci sono famiglie che non
hanno denaro per vivere o peggio immigrati uccisi ai confini della Spagna. Ci
preoccupiamo di essere in linea con il pensiero unico se pur questo vuol dire
cattiveria, razzismo, denigrazione e tortura psicologica. Perché lo facciamo?
Perché guardiamo sempre fuori? Perché guardiamo agli errori degli altri e non ai
nostri? Perché non cerchiamo di informarci realmente su quello che accade?
Perché è bene saperlo: che sappiamo o meno una cosa, saremo comunque e
sempre responsabili di quanto accade, vicino e lontano, e quando ci sarà chiesto
perché lo abbiamo fatto non potremo incolpare nessuno.
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UN COMMENTO
Al mattino mentre ti raccogli vedi il mondo con occhi diversi, vedi una
meravigliosa luce dentro il tunnel nero come la pece e comprendi che dentro di te
qualcosa sta cambiando, tuttavia, ora dopo ora, la pece ti si attacca alla pelle e ti
brucia l’anima. Cerchi di resistere ma non è facile, cerchi di ancorarti a tutti quei
nobili pensieri e “credo” del mattino, così arrivi alla sera esausto ma vivo. Un
nuovo, vecchio giorno è passato.
Se guardo indietro di mesi, scopro che quella luce era solo una lucciola ed oggi è
molto più grande, così il mio cuore si rasserena nella convinzione che domani la
luce prenderà il posto dell’oscurità e la pece, che in realtà non era pece, diventa
inchiostro dentro un piccolo recipiente nel quale intingevo il mio pennello per
scrivere la mia storia.
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È SEMPRE DIVERSO
Prendiamo uno più uno è uguale a due, ciò sarà sempre uguale a se stesso, non ha
nessuna possibilità di essere qualcosa di diverso, no? Bene, quella funzione è
morta. Essendo morta non vi porterà a nulla, perché la vita è qualcosa di ben
diverso. Questo dovrebbe farvi riflettere su come l’essere umano cerchi di
omologare la società in una sola, in un solo pensiero usando qualsiasi tecnologia
in suo potere. Questo processo non ucciderà l’uomo ma la società stessa e questo
è grave, è già accaduto, gli errori si ripetono, le società spariscono ma non l’uomo
che ripartirà da zero. Domanda: dietro al voler omologare c'è forse il desiderio di
potere?
Pag.na 25 di pag.ne 42
motivo è opportuno porsi la domanda: cosa stiamo facendo per essere sempre in
disarmonia? Quale responsabilità abbiamo? Cosa facciamo per riportare l’armonia
e, se siamo dei medici, cosa facciamo per i nostri pazienti per riportarla in loro?
Per questo vi domando: cosa è l’armonia?
Questo è il punto da cui partire, perché ogni essere non è solo mente e neppure
solo un cuore. Queste divisioni sono sempre della mente e per poter andare oltre
è necessario ascoltare. Saper ascoltare dentro. Lo sappiamo fare?
In queste poche righe c’è il sunto di troppi concetti, a ognuno di voi la ricerca e la
scoperta dei loro collegamenti. Comunque, desidero ricordare che questo
argomento è trattato nella serie di libri di “Metafisica dell’esistenza” di Grazia
Cavasino.
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INIZIO E FINE ?
Cosa stia accadendo è sotto gli occhi di tutti, negarlo sarebbe da stupidi. Una
parte di popolazione appoggia in pieno l’attività di governo, una parte ne è supina,
una parte è contro. Si tratti di pandemia, di guerra, di informazione, di economia
poco conta, ciò che è vero è che ogni persona ha fatto una scelta e preso, più o
meno, una posizione. Parlando di numeri, non significa che ogni fazione è del 33%
ma che è di proporzioni diverse di mese in mese, di stato di coscienza in stato di
coscienza, perché nulla è costante e assoluto. Come ogni sera è la fine, ogni
nuovo giorno è un nuovo inizio.
Se questo è quello che vediamo, ascoltiamo, leggiamo e pensiamo, poi ci sono tre
parti non visibili che dividono le tre precedenti fazioni: quella che ritiene di
ragionare, quella che ritiene che ci sia un’entità superiore e quella che ascolta. La
prima cerca di trovare una logica a quanto accade e si informa, poi c’è quella che
si fida e cerca di trovare pace in rituali e infine c’è quella che guarda e ascolta
soltanto. Apparentemente sembra che vi sia solo una parte attiva e una passiva, in
realtà sono tutte e tre attive se vogliamo considerare che la vita non sia solo
materialistica.
A quale di queste fazioni facciamo parte non è importante, perché è la scelta che
abbiamo fatto ad essere importante. Perché dietro quella scelta c’è l’intenzione e
in essa il motivo della stessa scelta, nessuno potrà giudicare, nel senso di giusto o
sbagliato, tale scelta perché lo faremo noi quando avremo la chiarezza di noi
stessi. Ecco perché è importante comprendere bene se stessi, per evitare di dover
riconoscere dopo, quando è tardi, la natura e l’intenzione delle nostre scelte.
L’inizio e la fine si succedono in ogni attimo della nostra vita, nasciamo e moriamo,
attimo dopo attimo. Apparentemente sembra che ci sia una continuità, un tempo,
un evolvere, mentre in realtà non c’è, esiste solo un 1 e uno 0, perché un valore
12 non ha il senso che gli diamo in quanto sono 12 volte un 1, una meravigliosa
molteplicità di qualcosa che è sia iniziato e finito nello stesso tempo, ma allora lo
0? Cosa vuol dire 12 volte uno 0? Perché ha un senso e siamo noi a darlo,
potrebbe sembrare il nulla che però diventa tutto appena gli si pone davanti un 1.
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Ecco che tutto e nulla sono così correlati tra loro da essere indivisibili, un po’
come vita e morte, un po’ come notte e giorno, un po’ come lo yin e lo yang.
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FIORISCE MA STA MORENDO
Un racconto, un albero, una storia, una vita. Ciò che vediamo fuori è la
rappresentazione di ciò che è dentro ma non sappiamo vederlo fuori perché non
vogliamo guardare dentro e così crediamo che restando volutamente ignoranti
non siamo responsabili di ciò che accade fuori e dentro di noi, vicino o lontano
che sia.
Allo stesso modo il nostro corpo può essere ammalato dentro, malato nel midollo,
avere radici fragili, una chioma spoglia, una corteccia raggrinzita, diversi rami
secchi, infestato da parassiti o un tumore. Una volata di vento e crolli, senza forze,
senza vita, eppure, prima di crollare, sapevi bene come stavi. Gli alberi lo sanno, tu
lo sai? Se l'albero si ciba di ciò che trova o di ciò che gli viene fornito e non ha
scelta, tu hai invece la possibilità di scegliere ed è per questo motivo che sei più
responsabile di un albero. L'albero ti mostra la tua malattia, il tuo modo di essere,
le tue scelte e tu, non lo ascolti. Perché la verità è che non ascolti neppure te
stesso. Sei troppo preso dai tuoi pensieri che come formiche o un'edera,
aggredisce l'albero, aggredisce la vita e crede erroneamente che la corteccia sia
tutto il mondo.
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MULTIVERSO E OLTRE
Quante volte abbiamo la sensazione di essere osservati ma non c’è nessuno nella
stanza? Quante volte abbiamo la sensazione di essere già stati in certi luoghi?
Quante volte abbiamo la certezza di concetti di cui non abbiamo mai
approfondito l’argomento? Quante volte abbiamo l’intuizione giusta al momento
giusto? Quante volte consideriamo vera una possibilità anche se è una utopia? È
forse la mente che pensa? No, è qualcosa che nasce oltre la mente e
successivamente la ricordiamo, a volte collegandola razionalmente a quanto già
conosciamo, a volte solo come emozione, a volte una sensazione che non trova
spazio in niente di concreto se non la sensazione stessa.
Cosa sono questi movimenti? Dove nascono? Dal nulla? Da altri mondi?
Esternamente a noi? Interiormente? Da dove? Ce lo siamo mai domandato?
Soprattutto, abbiamo mai fatto attenzione a questi movimenti dentro di noi,
dentro la nostra mente? Se non lo facciamo, perché non lo facciamo? Cosa
richiamano dentro di noi? Paura? Dubbio? Fragilità? Responsabilità? Cosa?
Possiamo rifletterci ora?
Le variabili in gioco sono così tante che è impossibile dire cosa accade ad ogni
singola persona. Si tratti di un contatto con la propria anima, con l’interiore, con
una parte nascosta della propria mente, con il cosmo, con una stella, con
un’entità, con un archetipo o semplicemente con se stessi lo può dire solo la
persona stessa se sa distinguersi da quello che appare, da quello che crede
razionalmente di essere. Inutile dire: conosci te stesso. Perché sarebbe il naturale
processo di conoscenza, la vera conoscenza, per comprendere l’origine di queste
sensazioni, certezze e dubbi che sorgono dentro di noi, dentro la nostra mente,
come bolle di sapone. A volte esplodono, a volte restano unite alle altre formando
da un lato una schiuma che impedisce di vedere cosa c’è sotto e da un altro lato
lasciando la persona estasiata dagli infiniti colori e bellezza della loro forma.
Cerchiamo di spostare un po’ di bolle e osserviamo dalla superficie ciò che sta
sotto quel mare di bolle. Possiamo vedere una serie di persone che a fatica si
sforzano di vedere il bello nella vita, che cercano la verità, che si adoperano ad
aiutare gli altri, che si uniscono, che si dividono, che si suicidano, che si
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ammalano. Negli infiniti perché ciò accade, ce ne è uno importante, perché guardi
il tuo mondo e resti in silenzio? Scrivere su un blog o un giornale è pur sempre un
modo per restare nel silenzio. Condividere, in qualunque modo venga fatto, è un
altro modo per restare nel silenzio. Parlare è spesso rumore e legato a confusione,
ansia, paura. Quindi?
Possiamo farlo?
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GIOCO O NON GIOGO
Ogni gioco per funzionare deve avere almeno due giocatori, ogni gioco è
l’espressione di come il potere si esprime nella vita umana, ogni gioco è
l’occasione per comprendere se stessi. Sono in molti a conoscere il detto: si gioca
per partecipare non per vincere, tuttavia tutti partecipano per vincere. In questa
piccola frase la differenza tra gioco e giogo, tra vivere e sopravvivere, tra agire e
scegliere, tra pensare e percepire. I giocatori, qualunque sia il numero, possono
essere consapevoli di questi gioghi ma, volendo, anche no e qualunque sia la
situazione di fatto, chi partecipa, lo fa per sua scelta e sotto la sua totale
responsabilità.
Il gioco del bene e del male, vecchio quanto il mondo ma tanto giovane per la
realtà, è uno di quelli che lascia il segno e fa sentire le persone in un certo modo.
Lottare per il bene, sentirsi dei guerrieri - magari di luce, credere di avere schiere
di angeli pronti a distruggere il nemico, essere dalla parte dei giusti e così via, fa
sentire le persone forti e bene. Tuttavia, è un segno di come il senso di potere si
esprime nella nostra mente e non ha nulla a che fare con amore, compassione,
conoscenza di sé, pace interiore. Il gioco a volte può essere mistificato e costruito
così bene da sembrare che vi siano due fazioni in contrasto, soprattutto se è
costruito a tavolino per tempo. Le persone si schierano, come pedoni in una
scacchiera una difronte all'altra, bianchi e neri, tutti pronti alla battaglia. Una
battaglia però che è gestita da un solo interlocutore: il giocatore che gioca contro
se stesso.
Apparentemente sembra esserci una divisione, in realtà non c’è, sono i pedoni, la
torre, l’alfiere, il cavallo, il re e la regina a crederlo. Tutti sanno quali mosse
possono fare ma non le fanno, aspettano che sia il giocatore a farlo, l'elemento
invisibile e superiore che non conoscono realmente ma sanno che esiste e si
prenderà la responsabilità di quale scelta fare. Ponetevi però la domanda: i pezzi
di una scacchiera sono davvero così, senza coscienza, oppure è solo un giogo di
potere? Perché se fossero senza coscienza non potrebbero neppure pensare di
avere una coscienza o avere anche il solo dubbio che esistesse. Il fatto che la
mente umana possa immaginare una qualsiasi cosa, significa che quella cosa può
esistere, altrimenti sarebbe impensabile. Il paradosso è che nelle interiorità
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dell’essere umano quella cosa è viva ed è per questo motivo che risale come fosse
un ricordo, per quanto confuso e incompleto, e scambiato spesso e ovviamente
come una idea o un sogno.
Prendiamo uno specchio e riflettiamo questo concetto nella società in cui viviamo
oggi. Cosa vediamo? Due fazioni che si combattono. Lo si faccia
inconsapevolmente o consapevolmente poco importa, ciò che è importante è
capire che si sta giocando e, in questo caso, comprendere se stiamo portando un
giogo oppure no. Perché portare il giogo significa essere pedone e non giocatore,
portare un giogo è più facile di quanto pensiamo, in quanto gli schemi mentali, le
abitudini, la routine, la delega portano a far dimenticare chi siamo e quale
responsabilità abbiamo nel gioco della vita.
Il primo gioco che abbiamo è proprio la mente e, anche grazie alle istituzioni, alla
scuola e alla stessa società, diventa il nostro primo giogo.
Liberarsi da questo gioco è complesso perché prevede di non giocare più. Alcuni
arrivano alla disperazione e si suicidano, uscendo momentaneamente dal gioco.
Alcuni fanno finta di nulla, ma restando schiacciati dal giogo. Altri riflettono,
ampliano la propria conoscenza, scoprono il giogo e a quel punto si alzano e non
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giocano più. Non hanno fatto nulla e nulla è cambiato nella loro vita, tuttavia
hanno fatto una scelta in profondità, in coscienza e questo ha trasformato la loro
vita.
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RILEGGERSI
La prima cosa che facciamo quando sentiamo un concetto che può essere messo
in pratica è quello di guardare alla persona che lo esprime, giudicandola se lei
stessa vive quel concetto. Se, in qualche modo, ci accorgiamo che le parole
differiscono dall’azione tendiamo a buttare via il concetto. A scusa di questa scelta
ci raccontiamo che non è applicabile, la persona è falsa, c’è un secondo fine di cui
non siamo a conoscenza. In questo modo perdiamo l’occasione di comprendere,
attraverso l’esperienza, se quel concetto sarebbe stato utile alla nostra vita. Il
processo che effettua questo meccanismo è la mente, una mentre che si astiene
ad ascoltarsi dentro e non comprende la verità di quello stesso concetto al di là
dell’interlocutore.
La prima cosa che facciamo quando sentiamo un concetto che può essere messo
in pratica è quello di guardare alla persona che lo esprime, quando vediamo che
quest’ultima vive nella propria vita quel concetto ci apprestiamo a renderle
omaggio memorizzando nella mente quel concetto o a renderlo un mantra
piuttosto, invece, di viverlo nel quotidiano. Non sarà importante se metteremo
tale persona su un più o meno virtuale altare o la considereremo una persona
speciale, un maestro, un santo o semplicemente una persona intelligente, quanto
il fatto che ancora una volta negheremo a noi stessi la possibilità di un
cambiamento, cambiamento mancato da una scelta, ancora, della mente. La verità
è che teniamo fuori di noi, lontani, quei concetti che richiedono ascolto, presa di
posizione, responsabilità.
Dualismo e giudizio, due meccanismi di una mente che non vede oltre e non sa
fare il passo successivo, ovvero, andare oltre ciò che appare. L’abitudine, altro
meccanismo della mente, tende a fossilizzare questi meccanismi in percorsi fisici,
non permettendo nuovi percorsi. Per questo motivo è difficile cambiare se stessi.
È come un albero che è cresciuto molto con la sua chioma ma le sue radici sono
corte e se anche esteriormente o superficialmente sono grosse, non affondano in
profondità nella terra. Alla stessa maniera l’essere umano può essere molto
razionale e logico ma senza radici che fondano la sua conoscenza nella sua
coscienza è un albero senza radici e, in qualsiasi momento, una forte volata di
vento può sradicarlo dalla terra, dalla vita.
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Osservarsi e scoprire questo processo dentro se stessi è un passo, va osservato
nella sua sfumatura perché siamo tutti diversi e ognuno ha un suo modo per
nascondere le proprie scelte. Accade sempre, al di là dello strumento o del
contesto, ogni volta che leggiamo un testo o ascoltiamo qualcuno. Magari non
sappiamo neppure chi ha pronunciato o scritto quella frase, cosa che non è
importante, perché la cosa importante da scoprire è come la nostra mente la
porrà sempre fuori di noi. Fuori e dentro, altra forma di dualismo dettata dalla
mente. Osservandovi, potreste scoprire quanto e come la mente giochi un ruolo
fondamentale nella vostra vita, non perché sia una cosa negativa, quanto uno
strumento usato male.
Se pensate che non arriverete mai ad una tale capacità siete in errore ed è la
vostra mente a dirvelo, siete voi stessi a limitarvi. Avete ascoltato cosa si muove
dentro voi stessi nel leggere queste poche righe? Ecco, questo è l’esercizio di
ascolto. Non è questione di ricordare perché lo avete percepito nel passato,
anche se questo potrà accadere, o di sperare che in futuro accadrà, quanto di
percepirlo nel momento che risale dentro di voi mentre leggete. Qui e ora. Perché
il nutrimento che viene dalle radici ha origini profonde, origini dal vostro vero
essere, dallo spazio infinito e sacro della vita e che osservate fuori di voi nella
volta celeste, sia presente o meno il sole che permette la vita in questo spazio
tempo.
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comprendiamo che il cambiamento è interiore, possiamo comprendere cosa sia
questa realtà, cosa sia la vita, cosa sia il dolore. Non significa osservare il mondo
con distacco, anzi, è l’esatto opposto. Comprenderemo cosa vuol dire
compassione che non è per la società ma per l’essere umano che nonostante
tutto continuerà il suo percorso anche quando la società sarà scomparsa. Tutto si
trasforma, niente si perde, questo lo sapete ormai già da tempo.
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PreGIUDIZIO
Ecco, il giudizio è un’arma a doppio taglio: il primo filo, quello meno affilato, è
verso fuori, verso chi guardiamo con pregiudizio. Il secondo filo, quello più
affilato, è verso dentro, verso la nostra coscienza che viene lacerata da un errore
di valutazione, da una menzogna. Ed è tanto più affilato quanto più tendiamo a
non voler vedere il nostro pregiudizio. Soffermarsi a guardare sospendendo il
giudizio è un atto di conoscenza, ascoltarsi dentro e i movimenti della mente è un
atto di coscienza, perché chi ascolta non è più la mente ma qualcosa di diverso e
collegato alla nostra interiorità. Come si dice: tra il dire e il fare c’è di mezzo un
mare. Però, è possibile, basta attrezzarsi di pazienza e volontà.
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a raccontarvi gli sguardi a carattere negativo e, invece, vi racconto come abbia
incontrato alcune persone a cui piaceva l’idea. Non c’era distinzione tra bianchi o
neri, tra italiani o extracomunitari, tra giovani o anziani. Alcuni, sebbene sia
cristiano, credevano fossi mussulmano e mi salutavano con il loro classico saluto.
Altri, capivano, mi sorridevano e in alcuni casi mi avvicinavano per saperne di più
per poi salutarmi con la mano. Situazioni queste che non sarebbero mai capitate
se avessi portato una mascherina.
Se impariamo a conoscere il nostro pregiudizio siamo già a buon punto nel nostro
percorso verso la coscienza, l’anima, Dio. E la religione e la spiritualità in tutto questo
non c'entrano.
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SEMPLICE
Quante domande affollano la nostra mente senza risposta? Dio parla realmente a
un essere umano? È stato Dio a parlare ad una certa persona? Un certo scritto
viene da Dio? Perché Dio non fa nulla e lascia che le persone soffrano? Dio
esiste? Dio ha bisogno delle preghiere o delle offerte? Dio ha bisogno di
intermediari? Dio ha un esercito? Dio ama la guerra? Chi è Dio? Sono certo che in
questo momento posso aver fatto saltare sulla sedia diverse persone, però
domando: se in cuor mio sono onesto e pongo queste domande perché anelo
realmente a trovare un senso in ciò che penso essere Dio e quanto accade nel
mondo, posso io essere colpevole di una o più domande?
La verità è che la mia mente non potrà mai accogliere le risposte a queste
domande, lo potrà fare invece il mio cuore. Lo fa semplicemente: ascoltando.
Perché è ascoltando che scopriamo le risposte. Risposte che possono arrivare
semplicemente ascoltando il nostro interlocutore, leggendo un libro o, fosse, una
riflessione in un blog. Dio ci parla attraverso gli altri quando non sappiamo
ascoltare dentro di noi, per questo motivo è bene essere aperti ad ascoltare chi
abbiamo difronte.
Nel mezzo del discorso potranno esserci tutte quelle umane espressioni che
nascondono il messaggio finale ma fanno parte inevitabilmente delle esperienze
ed essere della persona con cui stiamo dialogando. Esperienze comuni, particolari
o anche no, tuttavia possiamo percepirle in un dialogo personale e possiamo
comprendere quale sia il reale messaggio, un messaggio che è per noi e accade in
quel preciso momento, passato il momento è perso.
È semplice, non c’è niente da studiare, non c’è bisogno di essere filosofi o medici
per comprendere che la logica del cuore è una e una sola, non è razionale ma lo
può essere, non è un’energia ma lo può essere, non è un’informazione ma lo può
essere. Spero sia chiaro che il filo che ci collega con Dio, con il sacro, con la
spiritualità è un filo diretto, senza interruzioni, senza intermediari. Un filo che può
fornirci informazioni, energia, razionalità, pensiero, scelta, azione solo se
sappiamo ascoltare. Si può imparare a farlo iniziando da fuori, ascoltando e
leggendo.
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Se i nostri pensieri sono complessi, machiavellici, limitati è perché stiamo
cercando una scusa per non fare qualcosa, per non cambiare, per restare fermi
nella propria posizione, per ingannare chi abbiamo davanti. Non è importante il
discorso generale, superficiale, quanto il motivo per il quale noi lo facciamo.
Dentro di esso stanno le vere intenzioni, e dietro le intenzioni sta il nostro vero
essere che può essere demone o angelo o entrambi, visto che alla fin fine siamo
tutti figli di Dio.
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(c) Paolo Toso – noguide.it – 2022
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