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REATTORI CHIMICI
E
BIOCHIMICI
TEORIA ELEMENTARE
ED
ESERCIZI
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Roma 2011
Prefazione
Nel significato più ampio del termine, per reattore chimico si intende un qualunque sistema nel
quale avvengono reazioni chimiche, cioè variazioni della natura chimica delle specie presenti. Da questo
punto di vista sono reattori chimici le apparecchiature per la sintesi dell’ammoniaca o per la produzione
di polimeri, le marmitte catalitiche automobilistiche, le foglie vegetali in cui avviene la sintesi
clorofilliana, l’apparato digerente degli animali, le cellule ecc.
Tuttavia, in questo testo si farà riferimento, prevalentemente, ai reattori industriali che, nei
processi che prevedano reazioni, costituiscono il cuore dell’impianto chimico. Il contenuto del libro è
rivolto, infatti, agli studenti di ingegneria chimica. Gli argomenti trattati riguardano i fenomeni chimico-
fisici che occorre considerare per una corretta interpretazione del funzionamento dei reattori e le basi
della rappresentazione matematica richiesta per il dimensionamento e la simulazione del comportamento
di queste apparecchiature.
Il progetto ottimale di un reattore è un problema di notevole complessità che richiede esperienza e
competenze in settori molto vasti delle scienze di base ed applicate (matematica, chimica, termodinamica,
cinetica chimica e fisica, meccanica dei fluidi, economia ecc.).
La prima parte del testo tratta i casi più semplici di reattori, nei quali le condizioni di
mescolamento dei fluidi sono ideali, è presente una sola fase fisica, si ammette che le condizioni di
funzionamento siano stabili. Questi limiti rappresentano, comunque, la base per la trattazione dei casi più
complessi e forniscono uno strumento utile per rappresentare il comportamento di reattori non ideali.
Nella seconda parte del libro vengono trattati i reattori eterogenei, catalitici e non, nei quali alla
cinetica chimica occorre accoppiare i fenomeni di trasporto di materia e di calore fra le fasi per descrivere
correttamente il decorso della reazione.
La terza parte del testo, infine, è dedicata ai così detti bioreattori nei quali avvengono reazioni in
presenza di biomolecole (reazioni enzimatiche) o processi per l’accrescimento di biomasse o per lo
sfruttamento dei processi metabolici.
Il criterio seguito nella trattazione degli argomenti è conforme agli obiettivi formativi dei corsi di
studio in ingegneria chimica che devono fornire, al contempo, le competenze per un rapido inserimento
nell’attività professionale e la base scientifica per la specializzazione caratteristica della laurea magistrale.
Pertanto, se da un lato i temi affrontati sono trattati con il dovuto rigore, si è dato ampio spazio ai
problemi pratici che si possono incontrare in ambito professionale. L’assimilazione dei contenuti risulta
più agevole attraverso i numerosi esempi ed esercizi proposti. Questa impostazione è la ragione principale
che giustifica la pubblicazione di un nuovo testo di reattori in un panorama editoriale che vede la presenza
di libri ormai classici di ben più elevata qualità ed ai quali, comunque, si rinvia per approfondimenti.
Infine, è doveroso un riconoscimento sincero a tutti gli studenti che finora, in oltre trent’anni di
insegnamento, hanno seguito le lezioni del corso di “Reattori Chimici” nella Facoltà di Ingegneria
dell’Università di Roma “La Sapienza”. Ad essi si deve gran parte del merito se questo testo sarà un po’
più chiaro ed utile agli allievi dell’Università Campus Bio-Medico di Roma.
L’autore è grato, inoltre, al prof. A.R.Giona, al quale deve la propria formazione di base, ed ai
colleghi M.C.Annesini e F.Gironi per le utili discussioni sugli argomenti trattati nel testo. Ovviamente,
eventuali imprecisioni ed errori sono da attribuire unicamente all’autore che sarà grato di recepire le
osservazioni dei lettori.
Luigi Marrelli
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CAPITOLO I
Considerazioni preliminari
La volpe sa molte cose, ma il riccio
ne sa una grande.
Archiloco, frammento
1.1 Introduzione
Disporre degli strumenti matematici, chimici e fisici che sono alla base del
funzionamento dei reattori chimici consente di:
a. scegliere il tipo più idoneo di reattore
b. dimensionare l’apparecchiatura
c. simularne il comportamento per valutare l’effetto delle variabili operative e
determinare le condizioni ottimali di funzionamento.
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In una reazione, le sostanze di partenza sono dette reagenti mentre i composti ottenuti sono i
prodotti della reazione. L’identità di una specie chimica è determinata dal tipo, dal numero e
dalla configurazione delle specie atomiche che la compongono.
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La corrente entrante, oltre i reagenti, può contenere eventuali inerti e quantità più o meno grandi dei
prodotti della reazione; la corrente uscente è composta dai prodotti, dai reagenti non trasformati e dagli
eventuali inerti.
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Infine, un altro criterio che spesso si usa per classificare i reattori consiste
nel riferirsi alla natura catalitica o non catalitica della reazione. Di conseguenza
si hanno reattori catalitici e non catalitici. Nel primo caso la reazione ha luogo in
presenza di un catalizzatore, cioè di una sostanza che ha la capacità di
accelerare la reazione o una delle reazioni se sono presenti reazioni multiple
(catalizzatore selettivo). Il catalizzatore può essere nello stesso stato fisico nel
quale si trova il sistema reagente (catalisi omogenea), ma frequentemente si
tratta di una sostanza in uno stato fisico diverso (quasi sempre solido) e, quindi,
la reazione è catalitica eterogenea.
CO + 2 H2 CH3OH
La corrente uscente dal reattore non deve contenere meno del 70% in moli del prodotto.
Un problema diverso, che si potrebbe definire di verifica , riguarda, invece,
le prestazioni che può fornire, in condizioni assegnate, un reattore esistente.
B) La decomposizione dell’acetaldeide
CH3CHO CH4 + CO
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Bilancio di energia
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Esempio n.1.1
Una vasca da bagno da 300 lt è alimentata da due rubinetti . Quello dell’acqua fredda
(15°C) eroga una portata di 0.1 l/s e quello dell’acqua calda (60°C) 0.08 l/s. Per una
perdita nel tappo di chiusura la vasca perde 0.02 l/s di acqua. Se la vasca contiene
inizialmente 50 lt di acqua, calcolare il tempo necessario per il riempimento fino ai 300
lt.
Soluzione
Nel sistema, evidentemente, non avvengono reazioni chimiche. Pertanto, nei bilanci di materia, non
appare il termine dovuto alla reazione. E’, invece, presente il termine di variazione trattandosi di un
fenomeno transitorio (la portata globale entrante è superiore a quella uscente e, quindi, la differenza si
accumula nella vasca determinando un comportamento non stazionario del sistema).
Occorre, ora, notare che i bilanci si riferiscono alla massa ( e non al volume). Poiché le correnti d’acqua
entranti sono a temperature e, quindi, a densità diverse, le portate in massa entranti andranno calcolate,
ciascuna, moltiplicando la portata volumetrica per la densità dell’acqua alla temperatura corrispondente.
Analogamente, l’acqua contenuta nella vasca e quella uscente dallo scarico si trovano ad una temperatura
intermedia fra quella delle due correnti entranti. Il valore di tale temperatura può essere calcolato
mediante il bilancio di energia. Alla temperatura ottenuta si potrà calcolare la densità dell’acqua e quindi
la massa contenuta, in ciascun istante, nella vasca e la portata in massa uscente dallo scarico.
Tuttavia, trattandosi di un liquido e di modeste differenze di temperatura, il calcolo rigoroso esposto
sopra può essere sostituito da una valutazione sufficientemente approssimata se si assume che la densità
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Può, tuttavia, essere presente un contributo di scambio dovuto ad altre forme di energia. Nei reattori
agitati, ad esempio, è presente il lavoro meccanico del sistema di agitazione che viene dissipato nel
sistema; questo contributo, però, è generalmente trascurabile rispetto alle altre forme di energia in gioco.
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In condizioni stazionarie, tutte le variabili in gioco sono costanti nel tempo.
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dell’acqua sia la stessa alle varie temperature e pari ad 1 kg/l. Con questa ipotesi, tutte le portate e le
quantità in massa sono numericamente uguali alle quantità e portate in volume.
Pertanto, il bilancio di materia dell’acqua si scrive nella forma seguente:
(E1.1)
dove:
Ff = 0.1 kg/s Fc = 0.08 kg/s Fu = 0.02 kg/s
ed M indica la massa d’acqua contenuta nella vasca al tempo t.
Eseguendo il calcolo indicato nell’eq.(E1.1) si ottiene la seguente semplicissima equazione differenziale:
(E1.2)
(E1.3)
dove M° = 50 kg rappresenta la massa d’acqua presente nella vasca al tempo t=0. L’eq.(E1.3) indica che
la massa contenuta nella vasca cresce linearmente nel tempo. Se si assegna ad M il valore massimo
consentito di 300 kg, si ricava il tempo:
Esempio n. 1.2.
Con riferimento ai dati dell’esempio precedente ed assumendo che l’acqua inizialmente
presente nella vasca sia a 15°, calcolare la temperatura dell’acqua della vasca dopo 15
min nell’ipotesi di poter trascurare gli scambi termici con l’ambiente.
Soluzione
Il problema si risolve scrivendo il bilancio di energia del sistema. L’entalpia entrante è la somma delle
entalpie associate alle due correnti di acqua calda e fredda. Quella uscente è l’entalpia della corrente che
esce dallo scarico e che si trova, a ciascun istante, alla temperatura dell’acqua contenuta nella vasca (si
assume l’ipotesi di mescolamento perfetto).
Per l’ipotesi di adiabaticità, l’ultimo termine del bilancio di energia è nullo.
Il termine di “variazione” fa riferimento all’energia contenuta nella vasca in ciascun istante cioè
all’energia interna U del sistema.
Il bilancio di energia del sistema assume, quindi, la forma seguente:
(E2.1)
dove hc, hf ed hu sono le entalpie specifiche, rispettivamente, della corrente calda, di quella fredda e di
quella che esce dalla vasca.
A pressione costante, l’energia interna contenuta nella vasca è:
(E2.2)
Nel bilancio di energia, occorre prendere in considerazione le grandezze totali del sistema. Nel corso del
riempimento della vasca, la massa M contenuta in essa cambia nel tempo. Pertanto, ciascuna grandezza
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estensiva (H,V) è stata scritta come prodotto della corrispondente grandezza specifica (h, v) per la massa
d’acqua contenuta nella vasca. L’entalpia specifica h ed il volume specifico v variano nel tempo perché
cambia la temperatura dell’acqua. Tuttavia, l’effetto della temperatura sulla densità dei liquidi è
generalmente modesto; pertanto, si può assumere v=cost nel corso della trasformazione.
Per esprimere l’entalpia specifica h dell’eq.(E1.4) e le entalpie delle correnti entranti ed uscenti, com’è
noto, occorre fissare uno stato di riferimento.
Si assume, in questo caso, lo stato di acqua liquida, alla pressione del sistema ed alla temperatura T° =
15°C. Con questa scelta è nulla l’entalpia della corrente fredda entrante e quella dell’acqua contenuta
inizialmente nella vasca.
Pertanto, i termini del bilancio di energia sono:
con Fu = 0.02 kg/s e T temperatura istantanea della corrente uscente e dell’acqua contenuta nella vasca.
Velocità di variazione dell’energia nel sistema (v. eq.(E2.2)):
La legge con cui M varia nel tempo è la seguente (v. Esempio 1.1): M(t) = M° + F t, dove si è posto
F=Fc+Ff-Fu.
Posto:
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Esempio n. 1.3
In un reattore a mescolamento perfetto viene alimentata una corrente liquida che
contiene il reagente A alla concentrazione di 10 moli/lt. La portata volumetrica della
corrente è di 10 lt/s. Nel CSTR il reagente viene consumato, per effetto della reazione,
alla velocità di 0.3 moli/s. Supponendo che il reattore funzioni in condizioni stazionarie,
calcolare la concentrazione di A nella corrente uscente.
Soluzione
Per risolvere il problema è sufficiente scrivere il bilancio di materia del reagente A. Nel caso considerato
(stato stazionario) non è presente il termine di “variazione”.
La portata molare di A entrante F Ae si ricava immediatamente come prodotto della portata volumetrica v
per la concentrazione molare di A nell’alimentazione:
moli/s
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Scrivendo, analogamente, la portata molare di A uscente dal reattore come prodotto della portata
volumetrica per la concentrazione di A nella corrente uscente, il bilancio di materia assume la forma
seguente:
moli/lt
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