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Gregorianum 74, 3 (1993) 447-459
Autore e lettore:
il problema della comunicazione
nell'ambito dell'esegesi biblica
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448 MASSIMO GRILLI
Tutti gli esseri viventi, per poter sopravvivere, hanno assoluto biso
gno di comunicare. Persino il silenzio ribelle ο il rifiuto di relazione
nascondono, spesso, la nostalgia di un rapporto autentico. Il sistema di
cui animali e uomini si servono per comunicare è costituito dal linguag
gio che, ovviamente, non è solo verbale2. Con esso animali e uomini si
fanno riconoscere, instaurano rapporti, corteggiano, stabiliscono inte
se, ecc. Heidegger affermò che «l'uomo non sarebbe uomo se non gli
fosse concesso di dire "è"... In quanto il linguaggio concede questo l'es
sere dell'uomo poggia sul linguaggio»3.
Una delle funzioni preminenti della lingua è l'istanza comunicativa,
che si nasconde, spesso, anche nelle forme più pure di espressione. So
prattutto per influsso di Jakobson4 è diventato dato comune che il fine
precipuo del parlare ο scrivere sia l'esigenza comunicativa. Da questo
punto di vista, un testo, sia scritto che orale, può essere definito come
una «comunicazione cristallizzata», un «messaggio codificato», elabora
to da un emittente con l'intenzione di interpellare il lettore e produrre
su di lui un effetto5.
molle, «Evangelist und Gemeinde. Eine methodenkritische Besinnung (mit Beispielen aus
dem Matthàusevangelium)», Bib 60 (1979) 153-190; J.-N. Alette «Exégèse biblique et
Semiotique. Quels enjeux?», RSR 80 (1992) 9-28.
2 II sistema di comunicazione di cui si servono le formiche, che marciano in fila india
na, per esempio, è costituito dagli odori. Le capofila, che hanno le funzioni di sentinelle ed
esploratrici, lasciano sul terreno (o esalano a distanza) odori per dare segnalazioni alle altre
formiche operaie.
3 M. Heidegger, In cammino verso il linguaggio (Milano 1973) 189.
4 Roman Jakobson (1896-1982) è un linguista russo, emigrato e vissuto negli Stati
Uniti d'America. Tra i suoi scritti: R. Jakobson - M. Halle, Fundamentals of Language
(Mouton 1956); R. Jakobson, «Concluding Statements: Linguistics and Poetics» in: Th. A.
Sebeok (ed.), Style and Language (Cambridge 1964).
5 I costituenti dell'evento comunicativo possono essere ridotti a sei:
1. L'«emittente»: è colui che invia il messaggio.
2. Il «destinatario»: è colui che lo riceve.
3. Il «messaggio»: sono le informazioni trasmesse.
4. Il «referente con il suo contesto»: è l'oggetto specifico a cui si riferisce il messaggio
insieme agli altri elementi da cui è contornato.
5. Il «canale»: è costituito dal mezzo scelto per far passare il messaggio (canale sonoro,
visivo, olfattivo, tattile).
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IL PROBLEMA DELLA COMUNICAZIONE E DELL'ESEGESI BIBLICA 449
6. Il «codice» è costituito dalla serie di norme sulla cui base si determina il significato del
messaggio.
6 Cf. H. Simian-Yofre, «Pragmalingiiistica: comunicación y exégesis», RevistB 30/31
(1988) 78.
7 H. Simun-Yofre, «Pragmalingiiistica», 78-79.
8 II pioniere della svolta linguistica è ritenuto F. De Saussure, Cours de linguistique
générale (Paris 1916).
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9 Classica, a proposito, è l'opera di J.L. Austin, How to Do Things with Words (Cam
bridge 1962).
10 Seguo qui, sostanzialmente, J.D. Kingsbury, «Reflections on "the Reader" of
Matthew's Gospel», NTS 34 (1988) 442-460.
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IL PROBLEMA DELLA COMUNICAZIONE E DELL'ESEGESI BIBLICA 453
plicati non solo gli undici discepoli presenti alla scena (cf. 28,16), e nep
pure soltanto i membri della chiesa matteana, ma tutti i lettori del tem
po post-pasquale fino alla consumazione dell'evo: quelli, appunto, «im
pliciti» nel testo.
Potremmo chiederci ora se il metodo «critico-letterario» non con
tenga una connotazione anti-storica. La risposta è negativa, per la sem
plice ragione che non si contrappone il piano empirico al piano lettera
rio. I testi, naturalmente, non sono prodotti di un vuoto sociale e non
sono stati scritti da «robot»! Si censura solo il passaggio «diretto» dal
«mondo del testo» al «mondo reale». Chiarito questo aspetto, è eviden
te che il «mondo della narrazione» si dimostra una componente fonda
mentale per raggiungere il «mondo dell'evangelista» e il «lettore impli
cito» un indice per arrivare al «lettore empirico». Comprendere il mon
do della narrazione è solo una tappa preliminare alla ricostruzione del
mondo reale. Ma bisogna riconoscere che un testo è prima di tutto un
testo13.
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IL PROBLEMA DELLA COMUNICAZIONE E DELL'ESEGESI BIBLICA 457
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affini, della redazione, del significato che alle parole e alle proposizioni
proviene dal complesso dell'opera, ecc. La Sintassi prende in considera
zione le relazioni formali esistenti tra i segni linguistici, la Semantica si
occupa dei rapporti tra questi segni e il loro contenuto, nonché delle
combinazioni di significato tra parole, frasi e testi36.
c. L'ultimo passo è costituito dall'analisi pragmatica di cui abbia
mo parlato precedentemente. In questa terza parte, si analizzano gli
stessi elementi del testo passati in rassegna nella parte sintattica e se
mantica, ma non più come componenti di un'articolazione formale ο di
un sistema «oggettivo» di informazioni, quanto piuttosto come testimo
ni «funzionali». Bisogna indagare, perciò, sulle domande alle quali il
testo risponde, sui contraccolpi che intende provocare, sul «modello»
che i lettori vi possono riconoscere. A questo scopo sarà necessario ana
lizzare il tipo di locuzioni utilizzate (per es., discorso diretto ο indiretto,
oppure: locuzioni assertive, direttive, performative...)37 e «gli indicatori
di forza (force-indicating-devices)»: i vari tipi di intonazione38, i modi
dei verbi, le costruzioni dell'enunciato, la posizione di avverbi e aggetti
vi, la valenza comunicativa dei generi letterari, delle metafore39, degli
elementi retorici di un discorso ο il ruolo dei personaggi in un racconto;
tutti quei contrassegni, insomma, che rivelano la «strategia» dell'autore
nel motivare e condurre i lettori a sposare un determinato modello ope
rativo.
Conclusione
Gli esegeti sono stati spesso e giustamente messi in guardia contro
un'interpretazione biblica dettata da idee filosofiche precostituite. Nel
lo stesso tempo, però, si è sempre auspicata una più profonda collabora
zione con le altre branche della teologia e le discipline di diversa natura.
In questo contesto si è affermata e sviluppata la fruttuosa cooperazione
tra l'esegesi e le scienze storiche, che ha dominato gli studi biblici di
questo secolo. L'importanza che negli ultimi decenni ha assunto la Lin
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RÉSUMÉ
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