1
Giddens A., Beyond Left and Right. The Future of Radical Politics,
Cambridge, Polity Press, 1994. I riferimenti sono alla traduzione italiana:
Oltre la destra e la sinistra, Bologna, Mulino, 1997.
2
Ivi, p. 15.
212
3
Ivi, p. 7.
4
Ivi, p. 79.
5
Ivi, p. 70-72.
6
Ivi, p. 177.
7
Ivi, p. 176.
8
Ivi, p. 185.
9
Ivi, p. 182.
10
Ivi, p. 126.
11
Ivi, p. 223.
12
Ivi, p. 24.
13
Ivi, p. 217.
14
Ivi, p. 140.
213
17
Cfr. Gramsci A., Gli intellettuali e l’organizzazione della cultura, Editori
Riuniti, Roma 1971.
18
Cfr. Marx K., Zur Judenfrage, in MEGA, sez. I, vol. 1, pp. 589-590; Zur
Kritik der Hegelschen Rechtsphilosophie, in Marx/Engels Werke (d’ora in poi
MEW), Dietz Verlag, Berlin, 1976, vol. 1, pp. 248 e 321 sgg.
218
22
Sul tema del diritto di proprietà si possono vedere utilmente : Munzer S., A
Theory of Property, Cambridge University Press, 1990; Becker L. C.,
Property Rights. Philosophical Foundations, London, Routledge & Kegan
Paul, 1977; Carter A., The Philosophical Foundations of Property Rights,
Harvester Wheatsheaf, London 1989. Per una versione più estesa delle
argomentazioni critiche qui sopra si veda Zhok A., Lo spirito del denaro e la
liquidazione del mondo, Milano, Jaca Book, 2006, p. 268 sgg.
221
della mia vita, e ciò senza dover ‘aggirare’ i confini della mia
vita con assunti teologici come l’immortalità dell’anima.
Questi tratti morali che caratterizzano la matrice della
sinistra storica si stagliano in violento contrasto non tanto con il
conservatorismo tradizionale, quanto con la visione liberista
della cosiddetta Nuova Destra. Tale visione ha ipostatizzato una
versione di comodo della ‘mano invisibile’ di Adam Smith
facendone un formula di autoassoluzione morale. L’idea di
effetto economico preterintenzionale, secondo cui non dobbiamo
la nostra cena alla benevolenza del macellaio, ma alla sua cura
del proprio interesse, 23 si è trasformata in una visione in cui la
moralità personale può essere retrocessa a questione privata da
gestire nel foro interiore, irrilevante per il buon andamento di
economia e società.
Si noti infine come l’alleanza strumentale che la sinistra
storica ha talora intrattenuto con il naturalismo positivistico,
abbia condotto a volte ad una situazione paradossale, dove una
morale in prima persona, rigorosa al limite del moralismo,
doveva convivere con una morale in terza persona ‘lassista’ o
‘buonista’. Infatti, l’idea positivista di una riconduzione
dell’azione umana a determinazioni causali di origine
ambientale ha talvolta prodotto una visione indulgente nei
giudizi morali su terzi, di cui si poteva rivendicare
l’irresponsabilità.
Questa prospettiva tuttavia è ingiustificabile in una
cornice teorica che supporti l’egalitarismo del riconoscimento, e
questo a prescindere da una soluzione del tema del libero
arbitrio. Infatti, ammettiamo senz’altro che condizioni sociali ed
educative abbiano influenza sulla tenuta morale dei
comportamenti umani. La domanda cui dobbiamo rispondere sul
piano morale è la seguente: secondo quali criteri vorrebbe
ciascuno essere giudicato (come ego anonimo, avvolto da un
23
“It is not from the benevolence of the butcher, the brewer, or the baker, that
we can expect our dinner, but from their regard to their own interest.” (Smith,
An Inquiry into the Nature and Causes of the Wealth of Nations, Libro I,
Cap. II, § 2) – In realtà, le tesi smithiane a supporto del funzionamento della
‘mano invisibile’ hanno un senso molto più circoscritto e qualificato di quelle
neoliberiste.
223
24
Per una discussione più ampia di questa tesi si veda Zhok A., Il concetto di
valore: dall’etica all’economia, Mimesis, Milano, 2001, pp. 107-119.
224
26
Il lavoro migliore per intendere in modo non restrittivo il senso strutturale
delle ‘esternalità’ è Hirsch F. Social Limits to Growth, Routledge, 1977 [tr.
it.: I limiti sociali allo sviluppo, Bompiani, 2001].
27
Coase R.H., “The Problem of Social Cost”, in Journal of Law and
Economics, 3, 1960, pp. 1-44.
228
29
Cfr. Zhok (2006), pp. 313 sgg.
30
Il locus classicus nella moderna teoria politica per l’idea di ‘stato minimo’
è Nozick R., Anarchy, State and Utopia (Basic Books, New York 1974) dove
lo stato viene ridotto alla sua funzione di agenzia difensiva a tutela del diritto
di proprietà, funzione plausibilmente coperta da strutture come esercito,
polizia, e magistratura.
231
decreto divino si potesse essere certi che non vi sarà più crescita,
per ciò stesso l’intero orizzonte degli investimenti tenderebbe ad
estinguersi, giacché non ci sarebbe ragione di attendersi che il
denaro impiegato abbia una rendita diversa da quello meramente
conservato. Se poi addirittura un secondo decreto divino
imponesse la decrescita, allora anche il senso del risparmio (la
funzione di riserva di valore) ne risulterebbe minacciato: questo
è ciò che succede nel caso delle grandi inflazioni, in cui nessuno
vuole detenere a lungo moneta in quanto la promessa di acquisto
futuro che essa fa si affievolisce progressivamente.
Questo ha una semplice implicazione: il sistema dello
scambio competitivo non soltanto tende ad autoalimentarsi in
quanto si presenta ai transattori come il modo economicamente
efficiente di risolvere nuovi problemi, ma esercita una costante
pressione affinché la crescita degli scambi avvenga, perché,
come una bicicletta, esso sta in piedi solo fino a quando avanza.
Negli sviluppi che hanno portato alla presente crisi
finanziaria troviamo esemplificati tutti i tratti caratterizzanti
della pratica monetaria che abbiamo menzionato. L’origine della
crisi, come noto, sta negli squilibri generati dal sistema
finanziario USA. Qui, in primo luogo, si sono visti gli effetti
della pressione inderogabile verso la crescita. Lo sfondo in cui
ciò avviene è quello di un’economia dove, a partire dalla fine
degli anni ’70, il potere d’acquisto della classe media rimane
sostanzialmente fermo a fronte di aumenti enormi nei redditi del
10% più ricco della popolazione. 31 Questo tipo di incremento
nella forbice dei redditi produce tipicamente un doppio effetto: i
consumi della maggioranza tendono a stagnare, mentre la
minoranza benestante ha un crescente surplus di risparmio da
investire. Ma la possibilità di investire esige crescita e perché
crescita vi sia devono esserci consumi diffusi. Per uscire da
questo cortocircuito, senza toccare la forbice reddituale, la
soluzione è stata, da un lato di facilitare il credito al consumo e
dall’altro di consentire investimenti ad alto rischio e bassa
garanzia (come gli oramai celebri mutui subprime). A questa
31
Phillips K., Wealth and Democracy, Broadway Books, New York 2002, p.
111 e 153. Cfr. Greider W., One World, Ready or Not, Penguin Press,
London, 1997, pp. 74-5.
234
34
Blundell-Wignall A., Atkinson P., “Global SIFIs, Derivatives and
Financial Stability”, in OECD Journal – Financial Market Trends, n. 1, 2011.
236
35
La traduzione di Arbeiterklasse con “classe operaia” è un significativo
infortunio concettuale: il lavoratore (Arbeiter) non è marxianamente solo
l’operaio (Handwerker), anche se Marx riteneva che gli operai proletarizzati
fossero nel suo presente storico la leva per la rivoluzione dei lavoratori.
239
36
“Mit dieser Gesellschaftsformation schließt daher die Vorgeschichte der
menschlichen Gesellschaft ab.” - Marx K., Zur Kritik der politischen
Ökonomie, in MEW, vol. 13, p. 9.
241
37
Held, D., “Democracy and the New International Order”, in Cosmopolitan
Democracy. An Agenda for a New World Order, a cura di Archibugi D. &
Held D., Polity Press 1995, p. 106.