Sei sulla pagina 1di 21

Monetazione Greca Antica

LA PRODUZIONE DELLA MONETAZIONE


GRECA ANTICA

1
Monetazione Greca Antica

Indice

Introduzione

1. Economia e commercio nell’antichità

1.1 Il baratto

1.2 La moneta

2. Estrazione dei metalli

3. Monetazione greca

4. La coniazione a martello

4.1 La preparazione dei conii

4.2 La preparazione del tondello

4.3 Trattamenti particolari: la suberazione

Bibliografia

Fonti delle immagini

2
Monetazione Greca Antica

Introduzione

Il cambiamento dell’economia della società moderna ha ridotto l’uso della moneta


metallica, all’interno di scambi di grande e media entità, relegandola allo stato di
gettone con un valore non più intrinseco ma solo nominale. Per questo motivo i
materiali con cui si fabbricano le monete da circa un secolo sono tutt’altro che metalli
preziosi, poiché la materia prima non assume più nessuna importanza. Per praticità i
moduli sono stati regolarizzati su dimensioni medie e spesso, per distinguere i valori
nominali, si osservano cambiamenti delle forme tradizionali, come per esempio tipi
poligonali o bimetallici.

1. Economia e commercio nell’antichità

1.1 Il baratto

Il baratto è generalmente considerato la prima forma dello scambio commerciale di


beni, ed è dunque ben anteriore alle forme di scambio monetario. Una delle ragioni è
la difficoltà, in assenza di moneta, di risparmiare una parte del bene acquisito. Il
risparmio può avvenire in un sistema basato sul baratto solo acquistando beni non
deperibili, il cui valore non si riduca nel corso del tempo.

Nel baratto, il valore dei beni oggetto dello scambio viene considerato
sostanzialmente equivalente fra le parti, senza ricorrere esplicitamente ad un'unità di
misura di valore monetario dei beni stessi. Il valore di equivalenza si raggiunge
attraverso la considerazione qualitativa e quantitativa delle merci scambiate, secondo
l'accordo delle parti, che talvolta può confidare negli usi, ma più spesso si richiama a
ragioni di mutuo fabbisogno.

Anche nel baratto, dunque, il valore delle merci scambiate corrisponde al punto di
incontro fra la domanda e l'offerta.
3
Monetazione Greca Antica

Si può parlare di baratto semplice (o baratto diretto), quando entrambe le parti


desiderano procurarsi il bene o il servizio che ricevono in cambio del bene o del
servizio ceduto, e di baratto multiplo (o baratto indiretto), quando un soggetto cede
un bene o un servizio ricevendo in cambio un altro bene o servizio che non desidera
avere, ma che scambia per ottenerne un terzo voluto (si dice che il bene ottenuto nello
scambio è desiderato per il suo valore di scambio e non per il suo valore d'uso).
Quest'ultimo è anche il caso in cui l'ottenimento del bene richiesto debba essere
differito per ragioni di stagionalità o deperibilità.

1.2 La moneta

Per moneta si intende ogni oggetto materiale o entità astratta che svolga le funzioni di
misura del valore (moneta come unità di conto), mezzo di scambio nella
compravendita di beni e servizi (moneta come strumento di pagamento), fondo di
valore (moneta come riserva di valore) e riferimento per pagamenti dilazionati
(funzione implicita nelle tre precedenti).

La funzione "centrale" della moneta è comunque quella di strumento di scambio, dal


momento che tutte le altre funzioni sono conseguenza di tale funzione o condizione
favorevole per lo svolgimento di questa stessa funzione.

Nell'antichità esistevano soltanto le monete metalliche, consistenti solitamente in


dischi di varie dimensioni e composizioni, usati come oggetti di pagamento o
tesaurizzati. Infatti la moneta metallica rappresentava il mezzo di scambio
fondamentale in tutte le economie progredite, ed il suo valore era stabilito dal peso e
dalla qualità del metallo. Per questo motivo le prime monete propriamente dette
erano d’oro, d’argento ed elettro (lega di oro e argento) mentre il bronzo fu coniato
solo in un secondo momento perché costituiva il principale strumento di scambio
utilizzato presso le popolazioni italiche.

In seguito, grazie all’espandersi dell’economia monetaria che necessitava di tagli di


valore sempre più piccoli, la moneta di bronzo assunse il ruolo di moneta ausiliaria

4
Monetazione Greca Antica

dell’oro e dell’argento nelle transazioni di valore più bassoέ Tranne particolari


occasioni che videro l’uso del piombo e, forse, del cuoio come emissioni fiduciarie e
di necessità, l’oro, l’argento e le leghe di rame costituirono gli unici metalli ai quali
fare riferimento per la fabbricazione della moneta.

δa moneta fu inventata nel regno di δidia, nell’attuale Turchia, intorno alla metà del
VII sec. a.C.. La monetazione si diffuse molto rapidamente prima nelle città-stato
della Ionia sulle coste del mare Egeo e poi nel resto del mondo greco, che allora si
estendeva dal mar Nero fino alla Sicilia ed all’Italia meridionale (Magna Grecia)

Le monete dell'antica Grecia sono considerate le più belle e di maggiore contenuto


artistico tra tutte quelle prodotte dall'introduzione dell'uso della moneta. Una
caratteristica comune di queste monete è di essere prodotte con la coniazione a
martello e inoltre sono caratterizzate da un elevato rilievo delle immagini raffigurate,
che sono spesso frutto del lavoro di grandi artisti.

La storia delle monete greche antiche può essere suddivisa, come peraltro la maggior
parte delle forme d’arte greche, in tre periodiμ il periodo arcaico, quello classico e
quello ellenisticoέ Il periodo arcaico inizia con l’introduzione della moneta nel mondo
greco (ca. 600 a.C.) fino alle Guerre persiane (ca. 480 a.C.), poi si passa al periodo
classico, che termina con le conquiste di Alessandro Magno (ca. 330 a.C.), infine ha
inizio il periodo ellenistico che arriva fino all’assorbimento da parte dell’Impero
Romano del mondo greco nel I secolo a.C., ma nonostante la conquista romana,
molte città greche continuarono a produrre le loro monete per molti secoli.

2. Estrazione dei metalli

δ’espandersi dell’uso della moneta deve aver accentuato la ricerca e lo sfruttamento


dei giacimenti dei metalli preziosi nel bacino del mediterraneo i quali, di maggiore o
minore entità, erano certo più numerosi di quanto lo siano oggi.

Si ritiene che già nel periodo del Tardo Bronzo (ca. 1300 a.C.) in Europa si fosse in
grado di estrarre l’argento dalla galena o solfuro di piombo ricorrendo prima alla
5
Monetazione Greca Antica

cottura del minerale, coppellandolo poi per recuperare sia l’argento sia il piombo
ossidato (litargirio)έ I Greci e gli Etruschi riuscivano ad abbassare il tenore d’argento
dal piombo fino allo 0,02%; i Romani a valori addirittura inferiori allo 0,01%. Le più
antiche tracce di questa operazione sono state rinvenute nelle miniere d’argento del
Laurion, presso Atene, sfruttate già nel VI sec. a.C.

Altri tipi di minerale d’argento utilizzabili dai primi metallurgi erano quelli nativi,
“neri” o “rossi”, che si presentavano in forma di ramoscelli, ed i cloruri, bromuri e
ioduri d’argento facilmente fusibili e già abbastanza puriέ

δ’estrazione dell’oro non presentava particolari difficoltà dal momento che veniva
raccolto in natura allo stato pressoché puro e quando risultava legato ad alte
percentuali d’argento, lo si ritenne in principio un altro metallo e cioè l’elettro,
denominato così a causa del suo colore simile a quello dell’ambraέ Successivamente
si scoprì che l’elettro non era altro che la lega dei due metalli nobiliέ Le prime monete
conosciute, coniate intorno alla metà del VII sec. a.C., sono infatti di elettro, ma a
causa della difficoltà che presentava questa lega nello stabilire le percentuali dei due
metalli contenuti, e quindi del valore, si preferì ricorrere direttamente al metallo
raffinato e così, apparte qualche emissione cartaginese del III secέ aέCέ, l’elettro
venne destinato a usi di oreficeria e toreutica.

δ’unica fonte diretta che possediamo sulla tecnologia della lavorazione dei metalli
nel mondo antico è costituita dalla Naturalis Historia, trattato naturalistico in forma
enciclopedica scritto da Plinio il Vecchio tra il 23 ed il 79 d.C., che può fornire
tuttavia solo una parte delle informazioni richieste dalla moderna ricerca.

I sistemi di indagine sviluppati dagli anni ’50 del secolo scorso si basano sulle analisi
fisiche, le quali non producono alterazioni ai campioni analizzati e stabiliscono le
componenti caratteristiche di ciascun metallo attraverso cui si può arrivare alla
determinazione delle miniere di provenienza.

6
Monetazione Greca Antica

L’unica conoscenza sulla raffinazione dei metalli nota, illustrata in ogni particolare
per le sue complesse fasi, è stata trasmessa da Francesco Balducci Pegolotti,
mercante fiorentino della Compagnia dei Bardi, che scrive la sua opera Libro di
divisamenti di paesi e di misuri di mercatanzie e daltre cose bisognevoli di sapere a
mercatanti, comunemente conosciuta come Pratica della mercatura, tra il 1335 e il
1343. In quest’opera egli espone con precisione i sistemi per la raffinazione dell’oro e
dell’argento, gli strumenti utilizzati, la quantità degli elementi e il modo per creare o
scomporre le leghe.

3. Monetazione greca

Durante il periodo arcaico le monete erano relativamente grezze rispetto agli standard
successivi. Erano principalmente masselli di metallo prezioso a forma di fagiolo,
marcate con un disegno geometrico o con un simbolo impresso che indicava il peso e
il titolo. Con il miglioramento delle tecniche di produzione, le monete divennero più
standardizzate, a forma di piccoli dischi metallici. Divenne abituale la pratica di porre
una rappresentazione della divinità protettrice della città o animali simbolici come la
civetta sacra ad Atena nelle monete ateniesi. Il mondo greco era diviso in un migliaio
di città (πο ι ) indipendenti e la maggior parte di queste emisero le proprie monete.
Tuttavia per facilitare il commercio tra le città con il tempo le monete furono battute
in valori standard, anche se contrassegnate ognuna con i simboli della città che le
aveva emesse.

La dracma o dramma (in greco moderno αχ plέ αχ ) era il nome dell’antica


moneta greca il quale deriva dal verbo ττω (= dratto, afferrare). Inizialmente una
dracma era un pugno di sei oboli, spiedi di metallo utilizzati come valuta fin dal 1100
a.C.. Essa divenne l’unità di scambio più diffusaέ Verso il 510 a.C. Atene iniziò a
produrre una moneta da quattro dracme, il tetradramma (o tetradracma), che fu usata
in tutto il mondo greco e che rifletteva la crescente egemonia di Atene.

Il periodo classico vide la monetazione greca raggiungere un elevato livello di qualità


tecnica ed esteticaέ δe città più grandi ora producevano un’ampia varietà di monete
7
Monetazione Greca Antica

d’argento e d’oro, che per lo più presentavano da una parte il ritratto della divinità
protettrice oppure un eroe leggendario e dall’altra un simbolo della cittàέ Alcune
monete usavano un’immagine che rappresentava il nome della città: una rosa
(rhodon) per Rodi, un granchio (akragas) per Agrigento.

In questo periodo comincia l’uso delle iscrizioni, di solito il nome della città o
preferibilmente con l’etnico (il genitivo plurale del nome degli abitanti)έ δe ricche
città della Sicilia produssero monete particolarmente belle. I grandi decadrammi
(dieci dracme) d’argento di Siracusa sono considerati da molti collezionisti come le
più belle monete prodotte nel mondo antico o forse le più belle mai battute in
assoluto.

Fig.1 - Decadramma di Siracusa risalente al 404-400 a. C. firmata da Kimon

δ’uso delle monete a scopo di propaganda fu un’invenzione grecaέ δe monete sono


importanti, durevoli, viaggiano per molti luoghi e sono viste da molte persone. Le
monete, in questo periodo, erano il vettore ideale per la diffusione di messaggi
politici. La prima di queste monete fu un decadracma (dieci dracme) commemorativo
emesso da Atene in seguito alla vittoria greca nelle guerre persiane. In questa moneta
la civetta di Atene era rappresentata di fronte con le ali distese e con un ramoscello di
ulivo. Il messaggio riferito era “Atene è potente e vittoriosa ma allo stesso tempo
ama la pace”.

4. La coniazione a martello

La coniazione a martello è stata la forma più comune di produzione delle monete


dall'invenzione della moneta fino all'inizio dell'evo moderno (XV - XVII secolo). La
8
Monetazione Greca Antica

tecnica della coniazione era il sistema di imprimere su un tondello di metallo un


simbolo per mezzo di due conii. In origine i tondelli erano improntati su un solo lato,
mentre l’altro era occupato dall’incavo lasciato dal perno rettangolare del punzone
che lo teneva fermo durante l’operazione di battitura. Il conio inferiore (a volte
denominato “conio d'incudine”) era solitamente affondato in un ceppo o in un'altra
superficie robusta mentre l’artigiano teneva il conio di martello nella sua mano che
veniva colpito da lui stesso o da un assistente.

Fig.2 - Monetazione al martello: bassorilievo a Rostock (Germania)

Il conio rappresentava il sigillo dell’autorità emittenteέ Successivamente il conio


inferiore o “punzone” cominciò a recare anch’esso delle immagini, dapprima solo
geometriche, poi sempre più complesse fino a diventare un conio a tutti gli effetti,
mantenendo però la forma quadrata che dava origine ai tipi di monete con il rovescio
caratterizzato dal quadrato incuso. Con il termine incuso si indica un elemento
(scritta, immagine o altro) che è incavato rispetto al piano della moneta.

9
Monetazione Greca Antica

Fig.3 - Didracma di Selinunte (ca. 540/530-510 a.C.) al dritto l'emblema della città la foglia di sélinon
(sedano selvatico - Apium graveolens) al rovescio un quadrato incuso (in incavo anziché in rilievo)

Fig.4 e 5 – A sinistra: denario di T. CARISIVS (46 a. C.) raffigurante gli strumenti della coniazione; a
destra: un'intera scena di coniazione nell'affresco che decora la casa dei Vettii a Pompei.

10
Monetazione Greca Antica

Fig.6 - Schema degli strumenti usati per la coniazione

Il conio di incudine aveva dunque questa caratteristica per far si che il tondello non si
spostasse durante l’operazione di battitura, ma anzi che si stabilizzasse sotto i colpi
ripetuti con il conio di martelloέ Quest’ultimo, penetrando nel metallo, comprimeva il
tondello verso la matrice sottostante, quindi doveva avere necessariamente una
superficie convessa per poter assottigliare il tondello che di conseguenza risultava
avere una delle due facce leggermente concava (di solito il rovescio).

Inoltre il fusto del conio di martello di età classica era più corto di quello di età
medievale, per evitare distorsioni durante il lavoro di battitura, che ne avrebbero
compromesso la durata. Esso tuttavia era comunque il più esposto all’usura, dal
momento che, ricevendo direttamente i colpi del martello, poteva facilmente
deformarsi o fratturarsi. Successivamente, intorno al I sec. a.C., questi problemi
vennero in parte risolti incassando il conio superiore in manicotti di metallo i quali
assorbendo l’impatto del martello, evitavano la deformazione immediata del conio.

4.1 La preparazione dei conii

δ’incisione dei conii è strettamente collegata con il metodo di incisione delle gemme
e dei sigilli e con la tecnica dello sbalzo, documentata fin dall’VIII secέ aέCέ, che
consisteva nel preparare un’immagine in negativo su un pezzo di legno duro, pietra o
11
Monetazione Greca Antica

metallo e trasferirlo, per mezzo di martellatura, sulla superficie da decorare. La


superficie morbida era dunque pressata sulla forma, mentre per l’incisione di gemme
o sigilli avveniva il contrario e cioè era la matrice ad essere pressata sul corpo più
tenero. Per questo motivo la categoria di artisti che si occupava della preparazione
delle immagini dei conii era la stessa degli incisori di gemme e sigilli. Anche gli
strumenti usati da questi artigiani erano impiegati indifferentemente nei due ambiti,
anche se il metallo, data la sua morbidezza, rendeva possibile l’utilizzo ulteriore del
cesello. I trapani ad archetto erano mossi da una cordicella tesa da un archetto e
avvolta in due o tre giri intorno ad un’asticella che aveva l’utensile nella parte
inferiore, mentre la parte superiore di essa era alloggiata in un pomello nel quale era
libera di girare. Le punte del trapano potevano essere di due tipi: terebra antiqua vale
a dire con punta in legno bagnata con acqua o olio e cosparsa di polvere di smeriglio
o diamante la quale operava per usura; terebra gallica e cioè con punta in metallo che
operava asportando direttamente frammenti del materiale lavorato. Una variante del
trapano ad archetto era il trapano a volano costituito da una corda arrotolata attorno
ad un ferro cilindrico inserito in una traversa di legno sulla quale si esercita una
pressione che imprime un moto rotatorio al ferro stesso dotato di una punta. Il volano
si trova nella parte inferiore dell’asticella e ha la forma di una ruota o disco
appositamente sagomato che serve a stabilizzare la rotazione.

12
Monetazione Greca Antica

Fig.7 e 8 – A sinistra: trapano ad archetto; a destra: trapano a volano

Altri strumenti usati per l’incisione erano il bulino e il ceselloμ il primo è un’asticella
di metallo con punta acuta, tonda o triangolare e lavora per pressione continua e
graduale; il secondo è un piccolo scalpello con punta di varie forme che lavora per
percussione. Questi due strumenti erano usati per incidere figure e lettere. In seguito
furono introdotti i punzoni mobili. Spesso le lettere avevano carattere accessorio
rispetto al ruolo principale delle figure che occupavano la maggior parte della
superficie disponibile, mentre le lettere avevano dimensioni molto ridotte e
occupavano spazi marginali. A volte le uniche iscrizioni presenti sulla moneta erano
l’iniziale o le prime tre lettere della città che l’aveva coniata come ad esempio
succede nella lunga serie arcaica degli argenti di Atene.

13
Monetazione Greca Antica

Fig.9 – Tetradracma Ateniese (V secέ aέCέ) riportante le tre lettere iniziali ΑΘ , la civetta, il ramo di ulivo e
la luna crescente all’interno del quadrato incusoέ

4.2 La preparazione del tondello

Il metallo prezioso era pesato prima della fusione e poi colato in stampi singoli, che
in seguito venivano aperti, o multipli, già aperti, di uguali dimensioni.

Fig.10 – Esempio di stampo multiplo aperto


14
Monetazione Greca Antica

Nel corso del VI sec. a.C. si preferì l’uso di stampi chiusi di forma globulare per
assicurare l’uniformità di peso e dimensioni del tondelloέ Verosimilmente era questa
forma che schiacciata fra i due conii dava origine all’aspetto circolare delle prime
monete che in seguito ne divenne caratteristica peculiare. Per far si che il globetto
facesse presa tra i due conii, veniva preventivamente spianato con colpi di martello i
quali, agendo lungo la linea di sutura delle due emisfere, cancellavano il codolo
residuo di fusioneέ δ’esecuzione di tondelli in metallo prezioso erano generalmente
ben eseguite, mentre per il bronzo, considerato di minor valore, l’esecuzione a volte
era più trascurata lasciando indizi sul processo di produzione. Tutta la monetazione
greca è caratterizzata dall’alto spessore dei pezzi ad eccezione delle serie incuse di
Sibari, Crotone, Metaponto, Caulonia e Poseidonia.

Non sempre le tecniche usate per la creazione dei tondelli erano le stesse nelle
diverse zecche, ma variavano a seconda di alcuni fattori tra i quali il costo delle
materie prime o il volume di circolante richiesto; tuttavia tra il V e il I sec. a.C. si
individuano tre metodi fondamentali: stampo chiuso, stampo aperto e ritaglio da
lastra.

Fig.11 – Tondello globulare con linea di sutura centrale

15
Monetazione Greca Antica

Fig.12 e 13 – Esempio di stampo chiuso multiplo della fine del XIX secolo usato per la fusione di proiettili in
piombo.

Lo stampo chiuso consiste in una serie di forme emisferiche o discoidali comunicanti


che il metallo in stato liquido, versato dal foro superiore, riempiva cominciando da
quella posta più in basso. Verso la seconda metà del III sec. a.C. agli stampi chiusi si
sostituiscono quelli aperti formati da una barra di materiale refrattario nella quale
erano ricavate delle formelle comunicanti tra loro per mezzo di piccoli canaletti
attraverso i quali scorreva il metallo liquefatto che si livellava distribuendosi in ugual
misuraέ Per agevolare l’estrazione dei tondelli, effettuata rovesciando lo stampo, le
formelle avevano una sezione leggermente troncoconica ed i peduncoli di
collegamento a sezione semicircolare, impostati verso la parte alta del tondello
piuttosto che su tutto lo spessore come nei tipi colati nello stampo chiuso.
16
Monetazione Greca Antica

Un altro sistema nato in ambiente greco, ma usato raramente fino all’età imperiale,
consisteva nel ritagliare tondelli da lastre metalliche. Questa operazione consisteva
nel ridurre un lingotto di metallo ad un determinato spessore e ricavare da questo dei
pezzi il cui peso era aggiustato staccando dal bordo il materiale in eccesso per mezzo
di scalpelli e dandogli allo stesso tempo la forma circolare. Questo metodo, usato
pochissimo per l’argento, fu ampiamente utilizzato per le monete in bronzo. Una
volta ritagliati, i tondelli erano martellati sui bordi per imprimere loro una forma
tondeggiante. Un ulteriore metodo era quello di staccare i tondelli dalla lastra
attraverso stampi circolari dai bordi taglienti battuti sul metallo caldo, simili alle
odierne fustelle, che si ritiene fosse in uso già in età greca.

4.3 Trattamenti particolari: la suberazione

La suberazione, chiamata anche argentatura, è la pratica attraverso la quale si applica


sulla superficie della moneta uno strato d’argento prima della coniazione. Questa
tecnica, conosciuta anche come pellicolatura o foderatura, è nota fin dalle prime
emissioni in elettro.

Il problema maggiore sollevato da questo metodo in età greca è quello relativo alla
legalità di queste emissioni, vale a dire se ci troviamo di fronte ad operazioni di
carattere inflazionistico o a prodotti di comuni falsari.

Il primo metodo di suberazione consisteva nell’immergere un dischetto di rame


nell’argento fuso ripetendo l’operazione più volte affinché sparissero i segni delle
tenaglie usate e si distribuisse uniformemente il metallo prezioso.

Un secondo metodo, più complesso, era basato sulla foderatura del dischetto di rame
con una lamina d’argento che lo fasciava come in un incarto ed il punto di sutura che
si trovava necessariamente su una faccia era saldato attraverso una lega eutettica (dal
greco eu = buono, facile; tettico = da fondere)έ δ’ulteriore riscaldamento e il colpo di
conio avrebbero cancellato ogni irregolarità delle superfici.

17
Monetazione Greca Antica

Un ultimo metodo era quello attraverso cui il tondello di rame era ricoperto da due
lamine d’argento, una per il dritto e una per il rovescio, e la linea di sutura sul bordo
era saldata con un forte riscaldamento dopo la coniazione o prima per mezzo della
lega eutettica.

18
Monetazione Greca Antica

Bibliografia

*Finetti, Angelo. Numismatica e tecnologia:produzione e valutazione della


moneta nelle società del passato/ Angelo Finetti. Roma : NIS, 1987

*Arslan, Ermanno A.. Ermanno A. Arslan studia dicata / a cura di Rodolfo


Martini, Novella Vismara. Milano : Ennerre, 1991

*Italia. Ministero per i beni culturali e ambientali. Generalia, numismatica


greca.

*Arslan, Ermanno A.. La numismatica antica / Ermanno Arslan. Bologna : Il


mulino, c2005

*Breglia, Laura. Numismatica antica / Laura Breglia. Milano : Feltrinelli,


1967

*Giesecke, Walther. Sicilia numismatica / von Walther Giesecke. Leipzig :


K.W. Hiersemann, 1923

*Grierson, Philip. Introduzione alla numismatica / di Ph. Grierson. Roma :


Jouvence, c1984

*Laum, Bernhard. Origine della moneta e teoria del sacrificio / Bernhard Laum
; a cura di Nicola F. Parise. Roma : Istituto Italiano di Numismatica, 1997

*Ulrico Hoepli editore. Numismatica / Ulrico Hoepli. Milano : U. Hoepli,


1914

19
Monetazione Greca Antica

*Barclay Vincent Head, Historia Numorum: a Manual of Greek Numismatics ,


(in inglese) Londra, Oxford [1887], 1911.

*Gabrici, Ettore. Tecnica e cronologia delle monete greche dal VII al V sec.
A.Cr / Ettore Gabrici. Roma : Santamaria, 1951

*Martini, Rodolfo. Le monete del museo civico di Legnano / a cura di N.


Vismara, R. Martini. Milano : Ennerre, stampa 1988

*Anson, Leo. Numismata Graeca / by L. Anson. London : Anson, 1910-1916

*Bellocchi, Lisa. Le monete greche / [a cura di] Lisa Bellocchi. Reggio Emilia
: [s.n.], [1974]

*Nicolet-Pierre, Hélène. Numismatique grecque / Hélène Nicolet-Pierre. Paris


: Colin, c2002

*Panvini Rosati, Francesco. La moneta greca e romana / a cura di Francesco


Panvini Rosati ; testi di Herbert A. Cahn ... [et al.]. Roma : L'Erma di
Bretschneider, [2000]

*G.F.Hill. Tecnica monetale antica / in "Atti e Memorie dell'Istituto Italiano di


Numismatica", Roma 1925.

20
Monetazione Greca Antica

Fonti delle immagini


 Fig.1 - http://www.lamoneta.it/topic/56570-decadramma-di-siracusa/

 Fig.2 - http://www.summagallicana.it/lessico/s/Selinunte.htm

 Fig.3 - http://www.coloniaiuliafanestris.com/riti/la-monetazione/

 Fig.4 e 5 - http://www.uniroma2.it/eventi/monete/n_mag_1d.htm

 Fig.6 - http://monetaoro.unicatt.it/laconiazione.asp

 Fig.7 - http://www.luigiboschi.it/?q=node/37371

 Fig.8 - http://www.romanoimpero.com/2009/10/strumenti-romani.html

 Fig.9 - http://www.tourtripgreece.gr/view_of_greece/faq.php

 Fig.10 - http://www.yunphoto.net/it/ord-136.html fig.10

 Fig.11, 12, 13 - Immagini personali

21

Potrebbero piacerti anche