In so p ra co p e rta :
Eros suona la cetra e cavalca un leone
ca m m e o firm ato P ro ta rch o s
F ire n ze , M u s e o A rc h e o lo g ic o
F o to g ra fia di G . B o z a n o
(P ro b ab ilm en te l ’ in cisore p r o v e n iv a d all’A s ia M in o re
e la v o ra v a a R o m a n ell’età d i S u lla o d i P o m p e o )
CATU LLO
LE POESIE
a cura
di Francesco Della Corte
F O N D A Z IO N E L O R E N Z O V A L L A
A RN O LD O M O N D A D O RI E D IT O R E
ISBN 88-04-12713-9
www.librimondadori.it
IN T R O D U Z IO N E
Gaio Valerio Catullo nacque a Verona in un anno che sta fra
l’87 e P82.; con ogni probabilità l’ 84. Trascorse la sua fanciullez
za fra la valle dell’Adige e il Garda. I suoi più lontani ricordi so
no paesaggi montani (68 A , $7-8: «... un limpido rivo che sgorga
sulla cima di un monte elevato da roccia verde di muschio»; 64,
139-40: «... le nubi, cacciate dallo spirare dei venti, fuggono dal
la cima elevata di un monte coperto di neve»), lacustri (31, 1
sgg.: «Sirmione, perla delle penisole e delle isole...»), e palustri
(17, 16: «nel pantano vischioso la mula lascia il ferro dello zocco
lo») o boschivi (17, 18-9: «nel fossato un ontano reciso dalla scu
re di un ligure, alla base»).
I suoi, gente benestante e legata da amicizia con Cesare, che
durante la campagna in Gallia veniva a svernare ospite nella loro
casa, avviarono il figlio agli studi. Come maestri potremmo arri
schiare i nomi dei più noti grammatici della Gallia Togata: Otta
vio Teucro, Pescennio lacco e Oppio Carete. Quando raggiunse
i 17 anni e indossò la toga virile, lo troviamo a Roma, probabil
mente a studiare retorica, come era d’obbligo, ma di fatto già in
possesso del mezzo poetico tanto da colpire, con un epigramma
di buona fattura, il vecchio ricattatore Cominio (108, 1) e dia soli
darizzare col tribuno della plebe Cornelio, inviso allo establish
ment dell’ aristocrazia romana.
La sua era una vita bohémienne, che alternava lo studio con
gli svaghi; spesso faceva orge con amici; se la spassava con le ra
gazze prezzolate, fra battute salaci e scherzi di dubbio gusto;
frequentava, com’era costume, le terme. Sulla via dello studio lo
avevano invece portato Quinto Ortensio Ortalo e Cornelio N e
pote. Il primo, oratore di grido e principe del foro fino a che
non fu surclassato da Cicerone, incoraggiava il giovane a scrivere
X FRANCESCO DELLA CORTE
versi. Per mostrare che le sue parole non gli erano cadute di
mente (65, 15 sgg.), Catullo gli inviava la traduzione della Chio
ma di Berenice di Callimaco. L ’ altro, che proprio allora aveva
terminato di scrivere una storia universale in tre volumi, andava
ripetendo che c’era del buono nelle nugae di Catullo (i, 3 sgg.).
Meno stretti dovevano essere i rapporti con Cicerone, a giudica
re dal tono ironico del bigliettino con cui il «peggiore di tutti i
poeti» ringrazia il «migliore avvocato di tutti» (49, 1 sgg.).
Ma c’era un’altra generazione che stava affacciandosi sulla sce
na letteraria, una generazione di poetae noviKquasi tutti cisalpini.
Catullo si legò subito in amicizia con loro. E incerto se conobbe
personalmente il loro maestro Publio Valerio Catone (5 6 ,1 sgg.);
fu sicuramente molto intimo di Lucio Licinio Calvo, un «coserei -
lino tutto pepe» (53, 5), che teneva testa ai più rinomati oratori:
con lui intratteneva gare di poesia (50, 1 sgg.) e, quando gli ven
ne a morire la moglie Quintilia, scrisse per lei un accorato epice
dio (96, 1); di Gaio Elvio Cinna, che era stato in Bitinia, poeta di
grande erudizione e di raffinata perfezione, se la sua Zmyma
«dopo nove estati e nove inverni, dacché ebbe inizio, finalmente
ha visto la luce» (95, 1 sgg.); di Cecilio, poeta di Como, autore
della Magna Mater (35, 18); e di altri che fanno capolino per tutto
il canzoniere, come Cornificio (38, 1), Gellio (116, 6), Pollione
(i l , 6), ecc. Con tanto amore trattava questi poeti d’ avanguar
dia, con altrettanto odio colpiva i cattivi poeti, che ancora si in
testardivano a seguire le vie battute nel passato: i Cesi, gli Aqui-
ni e Suffeno, «flagelli della mia generazione, infimi fra tutti i
poeti» (14, 13); Suffeno, in particolare, «più zotico dello zotico
contado, non appena si dedica ai poemi; e mai che sia così felice
come quando si mette a fare versi; tanto gode da solo e tanto si
compiace» ( l l , 14 sgg.); Volusio, i cui Annales erano «pieni di
cafoneria e di balordaggine», «fogli di carta immerdata» (36, 19-
lo ); Mamurra, che si sforzava «di dar la scalata alla cima del
monte Pipleo; le Muse con le forche lo fanno cadere a precipi
zio» (105, i - l ).
Tale era la sua vita, spensierata a un tempo e di studio, quan
do all’improvviso gli giunse la notizia che gli era morto il fratello
durante un viaggio in Oriente. Non si conoscono i particolari, né
che cosa facesse il fratello nella Troade, per quali motivi vi si fos
se recato, se al seguito di qualche governatore, o se portato dai
propri interessi e per ragioni di affari. Sta di fatto che la morte
del fratello venne bruscamente a interrompere il soggiorno roma-
INTRODUZIONE XI
ni della sua amata; tuttavia questo era allora Túnico mezzo per
esprimere la differenza che passa fra amare e bene velie (72-, 8).
Come nel passato le varie riconciliazioni, anche questa dove
va aver presto fine. Sempre più legata alle sorti politiche del fra
tello, Clodia fece della sua casa il punto di ritrovo di tutta la gio
ventù romana in attesa di una rivoluzione. Non c’era riuscito Ca
tilina, non ci riuscirà neppure Clodio, ucciso da Milone; solo C e
sare, alla testa delle sue legioni e con alle spalle una vittoriosa
campagna gallica, potrà prendere il potere a Roma.
Del colpo di stato che Clodio e la sorella andavano preparan
do, Catullo, privo di sensibilità politica, non ebbe alcun sentore.
Solo vedeva la sua donna attorniata dai trecento sessores della sa-
lax taberna (37, 1), con i quali ostentatamente civettava. Nella
sua gelosia giunse a credere che lei lo tradisse con ognuno di quei
giovani che ne frequentavano la casa; vide in ognuno di loro un
rivale, e cercava di coglierne i difetti fisici, come di Egnazio; di
metterne a nudo T immoralità, come di Gellio. Fino a che un
giorno decise di farla finita con lei e, nella stessa strofe saffica
con cui aveva narrato il suo primo incontro, scrisse anche Taddio
definitivo, e Taffidò a due sedicenti amici (11, 15 sgg.): «andate
dalla mia ragazza a riferirle queste parole amare: “Viva e se la
spassi con i suoi amanti, che, trecento per volta, si stringe fra le
braccia, senza amarne nessuno veramente, ma sfiancando a tutti
e trecento le reni; più non si volga, come un giorno, a cercare il
mio amore, che per sua colpa è caduto come fiore sul ciglio del
prato, reciso dopo che sopra è passato Taratro” ».
Non aveva più molti giorni di vita e tirava il bilancio della
sua esistenza (76, 13 sgg.): « E difficile spezzare di colpo un lungo
legame amoroso. Lo so che è difficile; ma ci devi riuscire comun
que. Questa è la sola salvezza; qui devi vincere te stesso. Devi
farlo, sia che tu lo possa, sia che non lo possa». Ormai il conflit
to fra odio e amore era giunto al parossismo (85, 1); non lo pote
va più risolvere nella sfera umana, doveva trasferirlo sul piano
del divino. Esaminata la sua passata esistenza, constatato che
nella sua vita si era sempre comportato bene, senza mai tradire la
fede giurata, non comprendeva perché gli dei gli avessero inviato
tanto malanno (76, 17 sgg.): «O dei, se è vero che siete miseri
cordiosi, o se mai proprio in punto di morte avete recato a qual
cuno Paiuto supremo, volgete lo sguardo su me infelice e, se sono
vissuto senza colpa, strappatemi dal cuore questo male che mi
conduce a rovina, questo flagello che, penetrato come un languo
INTRODUZIONE XV
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T E S T O E T R A D U Z IO N E
Sigla
codices potiores
T Thuaneus Parisin. lat. 8071, s. IX
V Veronensis deperditus vel consensus codicum O et X
X fons communis codd. G et R
G Parisinus lat. 14137, a. 1375
R Vaticanus Ottobonianus lat. 1819, s. X IV ex.
O Oxoniensis Bodl. Canonicianus dass. lat. 30, s. XIV
m Venetus Marcianus lat. X II, 80 (4167), s. XV
D Berolinensis Datanus B. Sant. 37, a. 1463
A Ambrosianus M. 38 sup., s. XV
T 1 X 1 G 1 R 1 O 1 m1 D 1 A 1 eadem manus correxit
X 2 G 2 R2 O2 m2 D2 A 2 altera manus correxit
apograpba recentiora
a codd. recc. ante annum 1411
ß cod. ree. ante annum 1424 (cod. Traguriensis)
y codd. recc. ante annum 1451
8, e codd. recc. ante medium saec. XV
Ç, Tj codd. recc. circa annum 1460
0 codd. recc. ante annum 1468
Ital. codices italici deteriores plerique
codd. codices plerique vel omnes
edd. editores plerique vel omnes
Aid.1 Avantii editio Aldina, Venetiis 1502.
Aid.2 Avantii editio Aldina, Venetiis 1515
Avant. Avantii emendationes Catullianae, Venetiis 1495
Calph. Calphurnii editio Vicentina 1481
Guar. B. et A. Guarini editio Veneta 15 2.1
Pall. Palladii Fusci editio Veneta 1496
Parm. editio Parmensis 1473
Parth. Antonii Parthenii editio Brixiensis 148 5
Rom. editio Romana circa annum 1475
Stat. Achillis Statii editio Veneta 15 66
Trine. Victorii Trincavelli editio Veneta circa annum 1535
Ven. editio princeps Veneta 1471
G AI VALER I CATU LLI
C A R M IN A
G A IO V A L E R I O C A T U L L O
L E P O E S IE
CATULLI VERONENSIS LIBER
Titulus: C atulli Veronensis liber Incipit G ad Com elium add. G2 C atulli Veronem is liber
incipit ad Com elium R Catullus Veronensis poeta O2
I, i. C ui V Isid. Victorin.: qui Pastrengicus quoi D Ital. Ven. i. ar[r)ida D Serv.:
arido V 5. turn... es t: tarnen... est V 8. habe tibi rj: tibi habe V 10. quod :
ante hoc verbum Iacunam statuì | quod', quod o add. r) 11. perenne X : perire O
IL LIBRO DI CATULLO VERONESE
I <
1 ,1. Ausonius 471, i Souchay: « cui dono lepidum novum libellum » Veronensis ait poeta
quondam ; praef. Gryphi 335 Souchay: illu d Catullianum « cui dono... libellu m »; Terent.
Maurus 1560 sqq.: doctì cannine quae legs C atulli « cui dono... libellu m » z. Serv.
Aen. XII 587: in pum ice autem iste (se. Vergilius) m asculino genere posuit, et bunc sequi-
mur. Nam Plautus ita dixit, licet Catullus dixerit fem inino; Isidorus, Etym. VI iz, 3: «cu i
dono... expolitum » 3. Plin. Nat. hist, praef. 1: nam que tu solebas nugts esse aliquid
meas putare, ut obiter em olliam Catullum conterraneum meum (agnoscis et hoc castrense ver-
bum ): ille enim , ut seis, permutatis prioribus syllabis duriusculum se fe cit quam volebat exi
stim an a Veraniolis suis et Fabullis 4. Petrarca, Seniles 11, 3: ut C atulli Veronensis
verbo utar « meas esse aliquid putare nugps» 5-7. Pastrengicus, de Orig. rerum 16a:
ausus quidem unus Italorum omne aevum tribus explicare chartis (idest volum inibus), lupiter,
doctis et laboriosis
2 , 1-10. Martial. I 7, 3; IV 14, 13 sqq.; XI 6, 16 1. Caesius Bass, z6o, 37 Keil:
8 CARMINA 1 - 3
2 A
2 A
«passer... puellae »\ Atil. Fortunat. 193, 6 Keil: «passer... puellae »\ Censorinus, de metr.
614,17 Keil: «passer... puellae»
a A, 3. Priscian., p. 16,14 Hertz: Catullus Veronensis « quod zonam soluti diu li&ttam » in
ter hendecasyllabos... posuit... ergo nisi « so lu it » trisyllabum accipias, versus stare non possit.
CLE 1504, 49 Buecheler: zonulam utsolvas diu ligfltatn.
IO CARMINA 3 - 4
3, 9. circum siliens R2 G2 O2 D: circum silens V 10. pipiabat codd. Brix. VII, 7 Harl.
2.574 niarg.: pipiabat V pipilabat D Ç rj pippilabat B. Guar. 11. tenebricosum
Parth.: tenebrosum V tenebriosum Ven. 12.. illu c D2 O2: illu d V 14. O rci quae
G2 R2: orcique V | bella V: pulcra G2 O2 16. O R2: bonum V | o m iselle t) Parm.:
bonus Ule V bellus ille R2; hune versum spurium iudicat Dahlén
4, i. ille : iste Censorinus (cf. v. 10) 1. a it Calph.: aiunt V | celerrim us Parth. ex Ca*
talepton 8,z: celer{r)im um V 3. ullius Calph.: illiu s V | impetum trabis Avant.: trabis
impetum Calph. impetum taráis V 4. nequisse 0 : ñeque esse V 4-5. sive... sive
R2: sine... sine V 6. m inacis R 1: m ina ei V 7. insulasve Cycladas: insula vegeta
das O 8. Thraciam : traciam R2 tractam V tracem D2 9. sinum : simam O
h . Cytorio T): citeorio (-no O) V citherio R2
POESIE 3 - 4 II
3, il. Senec. Apocol. ii , 6: « unde neyint redire quem quam »; CLE 1504, 11: « unde fata ne-
gpnt redire quemquam » 16. CLE 1511, 7: «o factum male, M yia, quod peri
sti» 17. Schol. Iuven. 6, 8: « tua nunc... turgfduli... o ce lli»; Martial. 1 109,1; VII 14,
3 sqq.;XIV77
4, 1-17. [Verg.] Catalept. io 1. Schol. Bern. Geor. IV 189: phaselis, genus navium
pictarum . Sicut «phasillus Ule quem aiunt t auctorem t esse navium celerrim um »; Terent.
Maurus 1176: «phaselu s... hospites»; Marius Victor. 134, io Keil; August, de Musica V 4,
5; 6, 11; 8, 16: «pkaselus... hospites», prim um membrum habet « phasellus ille » ; Censori-
nus, de metr. 611,18 Keil: «phaselus iste... hospites»; Schol. Lucan. V 518: «phaselus... ho
spites» 5. Lucr. IV 390: velis... volam us
12 . CARMINA 4 - 5
2.5. Charis. 2.51, 24 Keil = 330, ii Barwick: senesco autem nunc in um estfrequens, apud
antìquos tarnen et seneo dicebatur. Unde et Catullus sic rettulit: « nunc recondita... Castoris»
(om. gem elle Castor et); Diomed. 344, 6 Keil: senesco et seneo apud antìquos dicebatur; un
de et Catullus: « nunc recondita... C astoris»; Priscian. 484, z Hertz: «sed haec fu ere...
qu iete»
5, i. Apul. Apoi. io: Lesbiam pro Clodia 7. Martial. VI 34, 7; XI 6,14; XII 59, 3
i4 CARMINA 5-6
10. dein tj: deinde V 11. conturbabim us 0 : conturbavim us V 13. tantum R2: tan-
tus V I sc ia tV : seiet Priap. 51, 11
6, 1. ni 0 Calph.: ne V nei Lachmann 7. nequiquam : nequicquam X nequid quam
O 8. ac Syrio Avant.: asirio V assyrio D et syrio Aid.1 | frayrans D Ital.: fiagrans V
dam ans A 9. hic et illic Ital. Ven.: hic et Ule X2 m2 Parm. bec (,b ’ O) et ilio V
11. n il stupra valet Haupt: ni ista (inista O) prevalet V m i praevalet ista Aid.1 n il ista valet
Lachmann ni ista ipse valet B. Schmidt | tacere V: taçeres Ven. {valet)... fateri Pighi
13. Cur? interpunxi [ latera: lacera R2 | ecfututa Lachmann: exfututa D2 Ven. et futura V |
pandas D Ç tj: panda V 14. nec: ni B. Guar. nei Marcilius 15. quicquid: quid-
quid O I boni: bonique O 17. venu G2 R2 m D: venum V
POESIE 5 - 6 IS
6
Flavio, se quel tesoro della tua ragazza
non fosse noiosa e sgraziata,
tu ne parleresti con Catullo e non potresti tenere il silenzio.
La realtà è un’ altra: ti sei incapricciato di non so quale puttana
5 impestata: il pudore ti impedisce di ammetterlo.
Che tu non dorma la notte da solo
10 gridano ai quattro venti il letto, invano silenzioso,
che odora di fiori e di profumi di Siria,
11 cuscino, il piumino sprimacciato a destra e a sinistra
io e il cigolio del letto sconnesso
nel moto ondulatorio e vibratorio.
A nulla serve tacere le prodezze, a nulla.
Chiedi perché? Non porteresti in giro reni tanto sfiancate,
e non staresti commettendo una sciocchezza.
15 Allora, qualunque cosa hai da narrare di buono o di cattivo,
diccelo. Ho in mente di farvi, a te e alla donna che tu ami,
un posto in cielo, con versi divertenti.
IO
15. vae B. Venator: ne G R ne (teque) O | quae te, vae tibi Froehlich 16. ad ibii: adhi
bit O 18. cui G R1 D: cum O R
9, i. Verani Ç: veranni V | e om. O D 2.. antistans Avant.: antistas V autistes R2 ot
Ven. Calph. 4. unanim os D tj: uno anim o V unanimes R2 | anum que Faernus: suam-
que X m Ven. sanamque X2 m2 O 9. suaviabor R2 D Çtj: suabior V
10, i. Various D2 y: varius V veranius D | meus X2: mens V
POESIE 8 - IO 19
9 <
IO
8 , h . Hör. Serm. II 5, 39
9, 8. Cons, ad Liv. 34
2 .0 CARMINA IO
II
30. Cinna est Gaius-. cinna est caius D2 Parm. cuma est gravis V cumas est gravis Ven.
31. Verum , utrum-. ver utrum G | ad R2 D: a V 31. pararim: paratum D pararem Ven.
paratis Stat. 33 .t u insulsa R2 D1 Ven.: tu insula X D tulsa O tu salsa Schrader | ac:
et G O
II, X. penetrabit Parm.: p en etravi V 3. ut V : ubi R1 Ital. | resonante: resonans Stat.
I E o a : coa O 5. Arabasve : O: arabaesque G arabesque R D 6. seu 0 : sive V |
Sagps D a: sagpx V sacas Ven. 7. quae V: qua tj 8. (a)equora X: epra
O 9. sive X: sui O ii -x. horribilesque ulti- | m osque: horribilesque | ultim osque
{horribilesque ulti- \ m osque |||]| G) V horribiles ultim osque m bom bile {a)equor ulti- \ mo
sque R2 horribiles et u lt i- 1 m osquè Ven. Calph. horribilem orbis ultim osque Pennisi horribi
lem gelu ultim osque Hudson-William horribilem nive ultim osque Meurig Davies horribi
lem usque in ultim osque Ronconi horribiles quoque últim os Wilkinson horribiles vitro ulti
m osque malim
POESIE IO - il 2-3
II
il, 1-14. Hör. Carm. II 6; Prop. I 6,1 sqq. x. Hör. Ep. 1 1, 45 7. Verg. Acn.
VI 800
M CARMINA II - 12.
12
13. feret tj Ven.: fere V 14. temptare: tentare G 15. nuntiate: nunciare O
11. qui D: cui V
12, i. M arrucine Parth.: m atrucine V atrucine D 1. ioco X: loco X2 O 4. sal
sum G R2 O: falsum {a l' salsum O) G2 R | Fugit: fug O 7. fratri: frater O 8. ve
lit: voluti O 9. disertus (diss- O) X: differtus Passerai
POESIE I I - I l 2-5
12
13
il. m ovet aestim atione: m onet extim atione O 13. est (m )nem osynum (est mnemo-
synon Calph.): est nemo sinum X nemo est sinum O 14. Saetaba: setaba D2 sethaba X
settaba O tbessala D | ex H iberis D2 Ven.: exhíbete V ex hibero rj 15. muneri X2 m2
D: num eri V 16. amem D A: am eni V aiment R 17. ut 0 : et V
13, z. d i: d ii G O 6. inquam 0 : unquam (im - O) V 8. sacculus D Ital.: saculus
V 9. m eros: m eos O io. qu id -y Ven.: qu i V quod X2 D
POESIE li - 1 3 2-7
13
I4
14 <
14, i. Maecen. ir. 3, Morel 9. Martian. Capella III 2.19, p. 85, 6 Dick: «m unus dat
tib iS y lla literator» 15. Macrob. Sat. II 1,8: « Satum alibus... dierum »
3° CARMINA 14 A - 15
14 Á
15
14 A
15
16
17
l6
17 <
16, 5. Plin. Epist. IV, 14, 5: «nam castum ... etparum p u d ici»; Apul. Apoi. 11: «nam ca
stum. .. necesse estv>\
cfr. Ovid. Trist. II 354; Martial. I 4, 8 14. Priap. 35, 5
34 CARMINA 17 - 2.0
[1 8 -2 0 ]
17,19. Festus, 396, 13 Lindsay: suppem ati d ìcu (n tu r quibus fem i)n a sunt succisa <in m o-
dum su illaìru m pem arum ... et C atuU lus ad Coloniam : « in > fossa Ligpri ia (cet suppemata
se }c u ri»
36 CARMINA 2J. - ZZ
21
22
21
22
*3
*3
24
24
io. Lucr. I 83
42- CARMINA 2 4 - 1 5
*5
*5
26
27
28
26 <
27
28
•7, 1-4. Gell. VI 2.0, 6: Catullus quoque elegantissim a poetarum in bisce versibus: ^m ini
ster vetuli... ebria acina ebriosioris», cum dicere « ebrio » posset, quod erat usitatius «a ci-
num » in neutro genere appellare, amans tarnen hiatus illius H om erici suavitatem « ebriam »
dixit propter insequentis « a » litterae concentum . Q ui « ebriosa » autem Catullum dixisse pu-
iant aut « ebrioso », nam id quoque temere scriptum invenitur, in libros scilicet de corruptis
exem plaribus/actos inciderunt 1. Glossa Philoxeni (Goetz, Thes. Gloss., p. 576): in-
Off tfoxpaeov
if, L. Ovid. Her. 4, 14
46 CARMINA 2.8 - 1 9
29
29 <
39,1-1. Quintil. IX 4, 141: aspera vero et maledica... «quis hoc potest... et aleo » 3.
Plin. Nat. hist. XXXVI 48: hic namque est Mamurra Catulli Veronettsibus carminibus pro-
scissus, quem, ut res est, domus ipsius clarius quam Catullus dixit habere quidquid habuisset
Cornata Gallia 10. Sallust. Cat. 14, 1; Cic. Cat. II io, 13
48 CARMINA 1 9 - 30
30
13. nostra: vestra D Ç | diffututa D Parm.: diffutura V defututa Lachmann 14. comes
set R2: come set X comerset O D 15. Quid est? alit distinxit Deroux | alit V : an D2
(in ras.) Parm. aut cod. Harlianus 2.574 a^ Stat. aliud B. Guar. ad id Hermann 16.
Parum X: partum O | parum: par G 17. prima Trine.: primum V 19. Hibera: li
bera O Iseit: sit X D unxit Wiman | amnis D2 A: amni V io. nunc y: hunc V et hunce
Spengel | Galliae: Gallicae Badian | timetur D2 (?) Froehlich: timet V timent Spengel | Bri
tanniae: Britannicae Badian | hunc versum expunxit Scaliger 2.1. hic D a: hinc
V 13. urbis: verbis D | o potissimei L. Mueller: opulentissime V Deroux o piissime
Lachmann o lentissimi P. Oksala
30, i. Alfene A: alphene V | false D 8: salse V 2.. nil Ven.: ni(c)hil V 3. non
cod. Antenoris Balbi, cod. Leningrad. Cl. lat. 40 V 6: non me V me non D 4. facta:
fata R J impia: improba D 5. Quae V: quos B. Guar, quod L. Mueller 6. Eheu
Pall.: o heu V | die Trine.: dico V dice Ellis | cuive X m D: cui ne O 7. me add. B.
Guar. 8. tuta omnia ß: omnia tuta X m D omnia O
POESIE X9 - 30 49
30 <
16. Goetz, Thes. Gloss., p. 416: expatravit int téXtcev 14. [Verg.] Catalept. 6, 5: ut
M e versus usquequaque pertìnet: «getter socerque perdidistis omnia »
5o CARMINA 3 0 - 3 2 .
31
32
9. Idem R2 O: inde X 10. ventos A: vento V | sinis: finis O 11. at£r\: u t V \ me
minerunt V: meminere , at Muretus ex cod. deperdito iz. facti O: facit X
31, 3. Neptunus: neptumnus X 4. libenter D ß Ven.: líbente V 5. mir\\ mi(c)bi
V I ipse: ipsi D2 Ven. | credens G2 R O: credens G D | Thyniam D2 B. Guar.: thimiam V
thuniam Schwabe | Bithynos m: bithinios V bithinos G2 D 13. pu dete X m: gaude
O pudente Bergk j vosque tj: vos quoque V
32, i. mea G 1 R m D: meas G O | Ipsitilla Ital. Calph.: ipsithila X m ipsi illa O ipsimilla
Baehrens ipsililla Lenchantin ipsulilla Fighi Septimilla Tromaras
POESIE 3 0 - 3 1 SI
31
3*
Ti prego, mia soave Ipsitilla,
52- CARMINA 3 i - 3 4
33
34
4. E t V: quod Ven. Calph. | adiuvato V: adiubeto Turnebus et iubeto Anon. in marg. ed.
Aid.1 quae in bibl. Marc, sej-vatur (402.0) 5. liminis-. luminis O 6. neu-, heu R
I lubeat G R2 D: libeat R m lube O
33, 4. voraciore: volantiore X 2 5. oras ß: horas V 8. potes asse (e) venditare tj:
potest ase {ad se A) vendicare V
POESIE 31-34 53
33
34 <
3 a , 8 . O v id . A m . I l l 7 , x6 10 . M a rtia l. X I 16 , 5
54 CARMINA 3 4
O Latonia, Maximi
magna progenies Iovis,
quam mater prope Deliam
deposivit olivam,
tu Lucina dolentibus
Iuno dieta puerperis,
tu potens Trivia et notho es
dicta lumine Luna.
34» 3. Dianam pueri integri restit. Palladius (1500) «in vetustiore exemplari inventum»,
idem teste Perreio Pontanus 8. deposivit Pall.: deposuit V ir. amniumque
cod. Pisaurensis Calph.: omnium X m D omnìumque O ) sonantum Pali.: sonantium
V 15. not{h)o es R2 m2 G 1 O Ven.: nothoes R G m 17. menstruo B. Guar.:
menstrua V ri. Sis : seis X | quocumque X2 m2: quecumque V | placet m2 O: placent
Xm 13. antique V: antiquam Ven. ancique Menila | solita es: solita's L. Mueller
p o e s ie 34 55
34, 9-10. Hor. Carm. Ili zz, 1-4 15-6. Lucr. V 575 zz sqq. Pore. Licin. fr. 1,
z Morel
56 CARMINA 3 5 - 36
35
36
35, 1. Caecilio Parth.: Cecilio X occilio O 4. moenia Ital. Ven.: meniam G menia G2
R m veniam O 11. si m ihi : mihi si R n. inpotente Charis. £ rj: impotentem V |
amore Charis. G2 m: amorem V 13 . legit rj Ven.: elegit X m eligit O J incohatam B.
Guar.: indotatam V inchoatam Pali. 18. C{a)ecilio Parm.: cecilia V caecilii Parth.
36, i. Annales Volusi 9 : anuale (ann- X) suo lusi V
POESIE 35-36 57
35 <
36 <
35, il. Charis. 133, 15 Keil = 170, u Barwick: inpotente: Catullus: «dépérit inpotente amo
re». Q uod ita quoque dictum notât Plinius 15. Verg. Aen. IV 66
36, i. Senec. Ep. 93,11: Annales Tanusii seis quam ponderosi sint et quid vocentur
S8
CARMINA 3 6 - 3 7
37
5. desissem que Avant.: dedissemque V 10. iocose lepide: iocose lepido Scaliger iocosis
lepide Riese | divis Ç rj Ven.: se divis V ii. o om. O | ponto D: punto X pon do
O il. Idalium Lachmann: id alium D ydalium X2 m2 adalium V alium m | Uriosque
G2 R O: utriosque ÇSolosque Giri | apertos: portus Heinsius 13. Cnidum que Parth.:
gnidum que V 14. colis quaeque t tj: colisque V | Golgos H. Barbarus (teste Mureto
ad 64, 96): a Icos V 15. Durrachium Lachmann: durachium V dyrachium
Ven. 18. venite: venire R2 m2 19. ruris Pall.: turis V 10. Annales Volusi
6: anuale (ann - X) suo lusi V
37, i. pilleatis: pileatis X2 m D 5. confutuere r\: confutere V | putare: patere Herr-
POESIE 36-37 $9
37
38
Malest, Cornifici, tuo Catullo,
malest, me hercule, et laboriose,
et magis magis in dies et horas.
Quem tu - quod minimum facillimumque est -
qua solatus es allocutione?
Irascor tibi. Sic meos amores?
Paulum quid lubet allocutionis,
maestius lacrimis Simonideis.
38
39
Egnatius, quod candidos habet dentes,
renidet usque quaque. Sei ad rei ventum est
subsellium, cum orator excitât fletum,
renidet ille. Si ad pii rogum fili
lugetur, orba cum flet unicum mater,
renidet ille. Quicquid est, ubicumque est,
quodcumque agit, renidet; hunc habet morbum,
ñeque elegantem, ut arbitror, ñeque urbanum.
Quare monendum est <te> mihi, bone Egnati:
si urbanus esses aut Sabinus aut Tiburs
aut pinguis Umber aut obesus Etruscus
aut Lanuvinus ater atque dentatus
aut Transpadanus, ut meos quoque attingam,
aut qui lubet, qui puriter lavit dentes,
tarnen renidere usque quaque te nollem;
nam risu inepto res ineptior nulla est.
Nunc Celtiber <es>; Celtiberia in terra,
quod quisque minxit, hoc sibi solet mane
dentem atque russam defricare gingivam,
ut quo iste vester expolitior dens est,
hoc te amplius bibisse praedicet loti.
39
Egnazio, perché ha denti bianchissimi)
in ogni occasione ride. Se si è giunti al banco
degli accusati, quando l’avvocato strappa il pianto,
quello ride. Se ci si lamenta presso il rogo di un bravo
s figliolo, quando la madre vedova piange il suo unico nato,
quello ride. Qualunque cosa sia, dovunque sia,
qualunque cosa faccia, ride; ha questa affezione morbosa,
che non è elegante, come credo, e neppure romana.
Perciò <ti> devo avvertire, seducente Egnazio:
io se tu fossi romano o sabino o di Tivoli
o un umbro ben pasciuto o un obeso etrusco
o un lanuvino moro con tanti denti in bocca,
o, per menzionare anche i miei, un transpadano
o chiunque si lava i denti con acqua pulita,
15 non vorrei che tu ridessi in ogni occasione;
non c’è nulla di più inopportuno di una risata inopportuna.
Ma si dà il caso che tu sia celtibéro; in terra celtibéra
ciascuno con quello che ha pisciato a mattino si suole
strofinare i denti e la gengiva che diventa rossa.
10 Quanto più i tuoi denti sono bianchi,
è segno che li hai sciacquati con una dose più abbondante.
39, il. Glossae Vat. (A. Mai, Class. Auct. 7, p. 574a): pinguis, crassus. Nam obesus plus
est quant pinguis. Catullus ait: « aut pinguis ubera aut obesus et gjossus » (cfr. Goetz, Gloss.
Lat. V Z33, 18) 16. Ieremias de Montagnone, Compend. moral, notab., p. 4, lib. 4:
Ca tu lu s c. 5: «m«... nulla est»; Petrarca, de Remed. utriusque fortunae, praef. i, z: stul-
forum risus, quo « inepto res ineptior nulla est » ut Catullus ait 19. Apuleius, Apol. 6:
quern multo aequius erat spurissim o rifu tìiberorum, ut ait Catullus, sua sibi urina: « den
tón atque russam pumicare gengjvam »
64 CARMINA 4 0 - 42.
4O
41
42
40, i. R avide: raude Ital. Faernus ravi Friedrich 3. deus X2 m: dens V | advocatus
G2 m: avocatus V 5. pervenias 6: perveniamus V 8. p{ó)ena X2 m2 O Ven.:
poemp X m1 poemea m
41, i. Ameana Stat.: a me an a W a me an illa Ven. ayne an illa Parm. acme ilia Aid.1 ame-
tina Haupt anniana Schwabe arretina Peiper ammiana Kroll | defututa V: defutura R m
Ven. difututa A. Guar. 4. Formiani X2 m D: formant V 5. puella A: puelle
V 6. convocate Parm. Calph.: convocare V 7. rogpre: rogpte Ital. 8. aes
imaynosum Froehlich: et imaginosum iym- G) V esse imaginosa Schwabe est imaÿnosa
Haupt
POESIE 4 0 - 4 1 65
40
41
42 <
43
43
5. Charis. 97, 12. Keil » 114, 7 Barwick: at tarnen haec « púgillaria » saepius neutrality dicit
idem Catullus in hendecasyllabis 14. Hor. Epod. 17, 40
68 CARMINA 4 3 - 4 4
44
44
45
19. Sesti recepso Rom.: sestire cepso V | quin Ç: qui V si D 10. mi Ital.: mi(c)hi V | Se
stio R2 D2: sectio V li. legi Lachmann: legit V fecit Baehrens
45, i. Acm en (ac men X coir. R2) V: agpien D | Septimius Ç 0 Parm.: séptimos X m Ven.
septimios O z. Acm e R2 Ç: ac me V a&ne D Parm. 3. perdite R2 D: perditi
V 5. pote R1: potest V 8. u t2 V (cf. 17): et Birt 9. dextra: dextram Çrj |
approbationem 0 : approbatione V io. A t Acm e R2 D2 Calph.: ad banc me X m D ad
bac me O iz . saviata R1: saniata V 13. Septimille R1 D a Parm.: septinulle V
septimius ille Ven. 14. uni X 2 O D: uno X 17. sinistra ut R1 D: sinistrava
V 18. dextra A £ Ven.: dextram V
POESIE 4 4 - 4 5 71
45
46
47
46
47
4s
49
47, i. mundi V: memmi Avant, mundae Buecheler nummi Baehrens saecli Friedrich
4. praeposuit R1 Parm.: proposuit V 5. lauta: laute D
48, i. Iuventi R1 a Parm.: inventi V niventi Ven. 4. nec numquam V: umquam R2 D
A nec umquam Ven. Parm. Calph. Stai. | videar satur futurus: inde satur cor est futurum
Ven. inde ero satur futurus Parm. saturum inde cor futurum est Calph. Stat. inde corsater
futurus V 6. sit X2 m D: sint V
49, 7. omnium : omniums (del. ì ) R | patronus R2 m2 O: patronum X m
POESIE 4 7 - 4 9 75
4s
49
SO
50, 2.. in mets V: invicem Sabellicus in tueis dubitanter Schwabe 5. ludebat-. ledebat
R2 m2 I illoc: illos O 7. abii R2 £ abiit V 8. Licini Ital. Ven.: ¡acini V lueini
D I facetiisque R2 Ç: faceti tuique V 10. somnus 8 Ven. (sompnus R2): somnos
V il. versarer R2 0 Ven.: versaretur V 13. essem X2 m2 O: omnem X
m 14. A t 9.. ad V 18. cave sis Pall.: caveris V caveas R1 Ven. 19. ocelle B.
Guar.: ocello V 2.0. Nemesis A: ne nemesis D ne messis (vel nemessis) V | reposcat G
R2 D: reponat R m resposcat O 2.1. vemens Stat.: vehemens V
POESIE 50 77
SO
SI
52
51 <
Quello mi sembra simile a un dio,
quello mi sembra superiore agli dei - se non suona bestemmia -,
perché, seduto innanzi a te, senza scomporsi,
ti vede e ti ascolta,
5* <
53
54
1. curulei Ellis: curuli X curulu O | struma V: scrofa Mar. Victorinus | Nonius Plin. Nat.
hist. XXXVII 81 Parth.: novius V 3. peierat CD A: perierat V | Vatinius: vacinius
X 4. emori rj Ven.: mori V
5 3 » i- e t: et V l . Vatiniana: vaciniana G 3. meus R2: meos V | crimina V: car
mina G2 (?) m D Ven. 4. manusque V: inanius R2 m2 5. salaputium e (-tí- Se
neca) Parm.: salapantium {-pp- R2 m2 a) V | disertum trj Parm.: desertum V
54, i. Otonis V: othonis Ital. Ven. | oppido : opido G apido O \ pusillum: post hoc verbum
add. V hoc iucunde... dolorem ex 50, 16-7 translatum Heri Muretus: et eri V et
heri G2 R M Neri L. Mueller Hirri Hermes Irri Bickel Hirti P. Oksala Vetti Vossius | ru
stica Turnebus: rustice V 4. sic Tandoi: si V 3. Sufficio: Fufficio Scaliger Fufi-
cio Haupt Fuftdio Bickel | Seni recocto Calph.: seniore cocto V seniore copto G2 R m D
POESIE 5 2 . - 5 4 8l
53 <
54 <
i. Plin. Nat. hist. XXXVII 81: ...Nonius senator, fìlius strumae Nonti eius quem Catullus
poeta in sella curali visum indiate tulit; Boethius, de Consol, phil. Ill 4: ...unde Catullus
licet in curali N onium sedentem strumam tarnen appellate Marius Victor. 156, 19 Keil: erit
in exemplo versus hie: « sella... sedei » (cf. 136, 13; 137, 1); Caes. Bassus 157, 7 Keil
53, 5. Sen. Controv. VII 4 (19), 7: Calvus erat enim parvolus statura, propter quod etiam
Catullus in hendecasyllabis vocat ilium « salaputtium disertum »
J4, 5. « glossarium interpretatur âiteçOov ytpovea cum hunc locum in animo haberet » Scali-
ger 7. Goetz, Gloss. Lat. II 77, 41: immerentibus Avaftoiç
8i CARMINA 55
55
55, i. Oramus, si forte : oro si tibi forte Ven. oro si forte D2 | molestum est ß: molestus es
V 3. Campo V: in campo Sillig | quaesimus in Birt: quaesivimus in V Ven. quaesivi-
mus Scaliger 4. in Circo X2 D Ven.: idcirco X id circo O ¡ ligellis B. Guar. (Gl. Lat.
V 643, 58): libellis V tigillis A . Guar. tabellis Scaliger tabemis Ital. Aid.1 sacellis
Klotz 7. prendi-, prebendi X 8. sereno D2 ß: serena V serenas D 8 9.
Avens te P. Oksala: avelie V avellite Ven. ah vel te Heinze bas vellens Schwabe ac te vel
Schuster ave et te Pighi 10. pessimae D: pessime V 11. Quaedam: quedam R O
quendam G m D ] reelude <pectus > Friedrich: reduc V reduce D reducía pectus Ellis reduce
pectus Lenchantin sinum reducens Avant, sinum recludens Riese reclusa pectus
Helm 12.. en R1 Ç0 : em V hem G 1 (in ras.) m D | hic R: bec (<b ’ O) V | roséis-, virosis
D 13. Herculei V: herculis R2 | post hunc versum nonnulli codd. et edd. c. 58 A in-
serunt (cf. app. ad 58 A) 14. te in V: ten Muretus ut te (... amico ) Wiman 16.
audacter Ital. Ven.: audacter (-citer O) hoc (by O) V | crede luci (lucei Scaliger): cod. Vatic.
1608 a. 1479: crede lucet V crude lucet X2 m ede licenter D2 17. Num Ital.: nunc
V 18. tenes R2 Ital.: tenens V tenent R
POESIE 55 83
55 <
56
57
zi. vestri V: nostri X2 Ven. nostri {sis) Lafaye | sim cod. Pisaurensis: sis V sim ego Avant.
56, 5. pupulum Parth.: populum V publium R2 |puellae: in puella Schwabe 6. hunc:
hanc Shackleton Bailey | Dionae: dione O dyone X m dianae Westphal 7. protelo O
(?): pro telo X m
5 7 » 3- pares 0 : paris V 5. nec eluentur 0 : neçe luentur V 6. gemelli: tenelli
Haupt 7. lecticulo O: lectulo X Ven. alveolo Bickel 9. socii et V: sociei Scali-
ger socii Avant. J puellularum V: et puellarum Parm.
POESIE 5 5 - 5 7 85
56
57
57, -L. Tac. Ann. IV 34: carmina Bibaculi et Catulli referta contumelia CaesarOs ami-
cor)um (addidi: Caesarum codd.) leguntur 6. Gloss. Lat. I I 130, 58 Lindsay: morbo-
sus tkxGixôç
86 CARMINA 5 8 - 5 8 A
58
C ad i, Lesbia nostra, Lesbia illa,
illa Lesbia, quam Catullus unam
plus quam se atque suos amavit omnes,
nunc in quadriviis et angiportis
5 glubit magnánimos Remi nepotes.
58 A
58
Celio, la nostra Lesbia, quella Lesbia,
sì, quella Lesbia famosa, la sola donna che Catullo
ha amato più di se stesso e di tutti i suoi,
ora all’angolo delle vie e nei bassifondi
5 lo scappuccia ai magnanimi nipoti di Romolo.
58 A
5® A, 3. Ratherius, p. 614 Ballerini: non angelico, ut Elias quondam , subvectus, non penni-
gero, ut poeticus Ule, volatu
88 CARMINA 59-61
59
Bononiensis Rufa Rufulum fellat,
uxor Meneni, saepe quam in sepulcretis
vidistis ipso rapere de rogo cenam,
cum devolutum ex igne prosequens panem
5 ab semiraso tunderetur ustore.
60
6l
Collis o Heliconiei
cultor, Uraniae genus,
qui rapis teneram ad virum
virginem, o Hymenaee Hymen,
o Hymen Hymenaee,
59, i. Rufulum Avant. Pall.: rufum V ruf um anus Munro ruf um egens Westphal rufum
edax Rossberg (rufa) ruf ult Palmer |fellat R2 m2 O: fallai X m D
60, i. Num : nunc ß Ven. | Libystinis Scaligeri libisinis X libissinis O libysinis Ital. 1.
Scylla e: silla V sylla D 4. supplicis Parm.: suppliciis X m D suplicus O 5. con
temptam D2 Ital.: conteptam X contentam O D | al nimis: animis V
6 v , i. Heliconiei : eliconei X m bellicon iei O Heliconei t Ven. 5. o Hymen Hym e
naee cod. Laud. 78 Bodl. Aid.1: o hymenee hymen V 7. amarad ot O2: amatici V
POESIE $ 9 - 6 1 8 9
59
Lo succhia al suo Rufulo Rufa la bolognese,
consorte di Menenio; tante volte Pavete vista nei cimiteri
sottrarre al rogo stesso il cibo per la cena,
quando, chinandosi su un pane rotolato giù dal braciere,
5 veniva infilzata dal becchino che la testa ha rapata a metà. <
60 <
6l <
61, 1. Scnec. Here. Oet. 1034 6. Gloss. Balliol. EIlis 1878: cinge tempora-, coronare
9° CARMINA 6 l
14. Lucr. V 1401; Verg. Aen. VI 644 14. Goetz, Gloss. Lat. II 166, 6 y. roscidus 8e-
Spotfiqxévoç
9i CARMINA 6 l
ut lubentius, audiens
se citarier ad suum
munus, hue aditum ferat
dux bonae Veneris, boni
45 coniugai or amoris.
33. revinciens t: revincens V 34. bue et hue : hac et hac R2 Ven. 38. modum R2
m2 D Ital.: nodum V 40. o Hymen Hymenaee edd.: o hymenee (hymen o R2) hyme-
nee hymen V 42.. citarier. diaries O 46-7. est ama / fis Bergk: amatis / est V an-
xiis / est Haupt (magis) ac magis / est B. Guar, magis... aemulis Hermann 49. post
hune versum comperarier (conperaries O) ausit V, cf. 65, 70, 75 50. 0 Hymen Hym e
naee edd.: o hymen {hymen o R2) hymenee hymen V 51. suis tremulus rj Parm.: sui
si remulus V m2 suis remulus R2 sut si remus G2 m 53. zonula: zonulas Peiper
54. timens-. nitens Schenkl
POESIE 6 l 93
41. Placidi glossa (Mai, Class. Auct. VI 557): citarier: celeriter moverì (cfr. Gloss. Balliol.
Ellis 1878) 51. Verg. Aen. Ili 514
94 CARMINA é l
5 5. maritus Muretus: maritos V 58-9. suae / matris edd.: suae matris / o V 59-
60. o Hymenaee Hymen / o Hymen Hymenaee: o hyme(a)ee hymen / hymen{a)ee V
61. N il X2 m D: ni(c)hil V 68. nitier ß Avant.: vicier X m vities O vincier D cinger
Schrader 77. adest V: ades Anon. in marg. Aid.2 quae in bibl. Marc, servatur
(4041) 78. post hunc versum lacuna quattuor versuum
POESIE 6 l 95
58 sq. Festus, p. 334, Z5 sqq. Lindsay 67. Hor. Cam. Ili 6, 47 sq.
96 CARMINA 6 l
80 .
8o .
103. probra turpia Calph.: procatur pia V parcatur pia Ven. 10$. papillis: papillulis 6
Vcn. 106. sed O: sedque X m qui Aid.1 quìn Trine. | velut : vult O 109. abit Ç0
Ven.: abiit V ni. post hunc versum lacuna trium versuum 116. Quae R2 Ital.:
quaeque V 117. quae R2 Ital.: quaeque V 119. abit Ç0 Ven.: abiit V m.
o R2 cod. Lond. add. 12.005 Ven.: om. V 112.. flammeum R2 D Ven.: flamineum X
flammineum O flameum rj 113. hunc versum post 115 posuerunt X D, post 12-4
O 12.5.0m. O
POESIE 6 i 99
116. taceat R2: taceatis V 1x7. fescennina X D2: foscennina O D j iocatio Heinsius:
Iocatio V locutio X2 m D 131. diu X: domini O 134. iam\ nam O 136.
vilicae : villice X m iulice O 139. Miser, a edd.: miser ah X D Ven. misera
O 141. Diceris Parm.: díceres V | male G R2: malle G2 R m O 145. add.
ß 147. sola: soli cod. Paris. 8x33 Stat. 150. om. O
POESIE 6 l IOI
151. tuus O Ven.: tuis X D 153. «¿:»*R2 m 155. om. V, rest. X2 158.
serviat B. Pisanus Parth.: servit V (fine) servit R2 D (sine) fine erit Avant. 160. om. O
161. anilitas D2 r\: anilis (ann- X) etas V 165. om. O 168. rasilemque X2 m D:
rassilemque X nassilemque O 170. om. O i 7 i . unus V: intus Stat. imus Frute-
rius unctus Barth
POESIE 6 l 10 3
i6i. Gloss. Balliol.: anilitas ab anu nominata est sicut a sene senectus (cf. Goetz, Gloss.
Lat. V 440)
IO 4 CARMINA 6 l
62
62 <
in . Verg. Aen. IV 32.8 sqq.; Senec. Here. fur. 1016 sq. 124. Martial. VI 2.7, 3 sq.
62, i. Varrò, de ling. Lat. VII 50: vesperugo stella quae vespere oritur, a quo earn Opilius
scribit Vesperum. Itaque dicitur alterum: «Vesper adest»
no CARMINA 6 l
il. Gloss. Balliol. Ellis 1878: requirunt: in memoriam revocant 24. Verg. Aen. II
746.
I I 2. CARMINA 62.
17. firm es V: fines T 2.8. quae T: quo V quod R2 tj ¡ viri V: vir T 19. iunxere
T: vinxere O 30. a om. T 32.. e T V: a Ven. Calph. 31. ad hune versum
puelle adscribunt X m | (a)equales V : equalem X 2 m D aequalis T | post hune versum lacu-
nam statuii Trine. 35. com prendis G2 D: conprendis O: comprehendis X m com pe-
rendis T | eosdem V: eospem T Eous Schrader 36. A t lubet leal.: at libet V adlucet
T 37. Q uid tum D a R2: quod tarnen V quid tarnen X2 quittum T | carpunt: carpiunt
T I quem D Ç 0 : quam V quem a T 39. ad hune versum puelle adscribunt X m | in
V: qui in Spengel si in Baehrens 40. convolsus T: contusus X (?) D conclusus
O 41. quem m ulcent aurae, firm at V: quae m ulcens aure firm a T | post hune versum
lacunam unius versus statuit Spengel 43*4- om. O T 45. intacta V: innupta
Quintil. IX 3, ié I dum 1 Quintil. A a 8 Ven.: turn G m O T cum R | suis est Quintil. T:
sui sed V suis sed R2 D Ven.
POESIE 62. 113
35. Cinna, fr. 6 Morel 41. Ovid. Met. Ill 353 sqq. 45. Quintil. IX 3, 16:
Catullus in epithalam io: «dum ìnnupta manet dum cara suis est », cum prius dum signiftcet
quoad, sequens usque eo
II4 CARMINA 62.
4 9 . H o r . C a rm . I V 5, 50 50 . O v id . P on t. I 3, 51; P riap . 8 6 , 14
ii6 CARMINA 63
63
63,1 Mar. Victorinus Ter. Maurus: actis V athis D Ital. atys Ven. | celeri 6: celere V
A ttis
celerei Baehrens 1. ut om. Bassus 3. deae: Rheae L. Mueller 4. ibi
Trine.: ubi V | anim is a: amnis V anim i Parth. 5. devolsit Haupt: devolvit V j ilei
Bergk: iletas V lectas Ven. | pondera silice Avant.: pondere silices V 7. maculans Çtj:
maculas V 8. typanum Scaligeri timpanum (tym - G) V 9. typanum : cf. 8 |
tuom Lachmann: tubam V | Cybebe Sillig: Cibeles V Cybebes Bentley | tua Calph.: tu V
turn D io. quatiensque D a: quatiens quod V | tauri Ç {-rei Lachmann): tauri et
V il. Cybeles Ven.: Cibeles X cibelles O cybales D 13. Dindym enae cod. Le
ningrad.: dindim ene V dindim enee G 2 m D | pecora Ital. Avant.: pectora V 14. alie
na quae Parth.: alienaque V | loca B. Guar.: loca celeri V 15. execu tive V: excute R2
secutae Bergk 16. pelagi: pelage Victorius 17. evirastis X D: evitastis m
O 18. {h)erae citatis Avant.: crocitatis X D ere citatis R2 erocitatis O aere (Parm.) ci
tatis Lachmann | anim um t: an animum V 19. cedat V: cedit G2 10. Cybebes
Bentley: Cibeles X cibelles O ¡ deae: Rheae L. Mueller
POESIE 6 3 II7
63 <
63, i. Terent. Maurus 2-899: ...«su p er... m aria»; Marius Victor. 154, 2.3 Keil: «superalta
vectus A ttis» dehittc «celeri rate m aria»; Martial. I 86, 4 sqq. 2.. Caes. Bassus 2.62.,
13 Keil: « P hryÿu m ... tetigit»; 2.63, 7 2J. Ausonius 418, 2j Souchay: tentis roboant
cava tympana tergis
ii8 CARMINA 63
2.3. Maenades vi: menades v i 0 Parm. menade sui V menades sui D | (h)ederigerae Calph.: ei
derigere V 2.7. A ttis edd.: atris V athis D2 actis Ç tj | notha O: nota X nova
T) 2.8. thiasus 8: thiasiis X D th*siis m thiasis O 31. animam agens Lachmann:
animagens V anim o gemens Ven. 3z. A ttis edd.: actis V athys D2 33. iugi r\2
Ven.: luci V 34. rapidae Ital. Ven.: rapide V | properipedem B. Venator: propere pe-
dem V 35. Cybebes Bentley: Cibeles X cibelles O cybales D 37. oculos: ocellos
D 38. abit: abiit X | m olli 0 Fest.: m ollis V 39. oris aurei 0 : horis aureis V
41. pepulit V: rep(p)ulit D2 7) Ven. Calph. 4z. excitum : excitam Lachmann 43.
eum D1 a: cum V | Pasithea Ç: pasitheo V 45. ipsa B. Guar.: ipse V | Attis G: actis R
atris O athis D 46. sine quis Ital.: sineque his X sineque is O
POESIE 6 3 u9
38. Festus, p. 338, 5 Lindsay: ra{bidus a rabie die tu s...) C a tu llu (s... um o l)li rabidus <fu
ror a n im i)”
n o CARMINA 6 3
47. aestuante (y) rusum (rj) Victorius: estuanter usum V extuanter visum D | retulit V: tetulit
Calph. 48. oculis: ocellis D2 49. maestast ita voce m iseriter Trine.: est ita voce
miseritus {m iseriter G2 R2 m2) maiestas (vel maiestates) X m est ita voce miseritus magestates
O 51. tetuli: retuli X 53. aput e: caput {~d) V | stabula D: stabilia V stabilla G2
m 54. omnia V: opaca L. Mueller 55. patria : patriam O 56. pupula D tj:
popula V I ad te ß: atte V ate D 60. gyminasiis {gum- Ellis) Mynors: ginnasiis X gum-
m asiis O gymnasiis G2 8 61. a Ital. : ah X ha O 61. figura est V: fìguraest La-
chmann | quod obierim Stat.: quid abierim V quod habuerim Scaliger 64. gymnasi
{-ei Ellis) Ital.: gm nasti V |fu i O D: sui X | olei D: oley V 66. corol{l)is Calph.: cir
cuits V 67. linquendum D Ven.: liquendum V | sole £: solo V 68. nunc San
ten: nec V I deum V: Rheae L. Mueller deae Riese | Cybeles Ven.: Cibeles X cibelles O |fe
rar y: ferarum V 70. nive Calph. : nene V
POESIE 6 } III
71. colum inibus 0 : colum nibus V culm inibus Bentley 74. hinc V: buie 6 hic Ç | ( r i
tos) Bentley: pavide Schuster celer Heyse j abiit tj: adiit V 75. deorum V: matris La-
chmann | ad aures X: adauris O 76. ib i Ç: ubi V | Cybele Ital.: cibele X ribelle O cy-
beles D 77. pecoris cod. Vatic. Lat. 1608: pectoris V 78. i add. Scaliger |fac
V: face Rom. (edam 79 et 8i) | <agitet> ed. Cantabr. 1702.: ferat Pighi 79. uti La-
chmann: ut V ut hunc t r) | ictu R2: ictum V 81. caede: cede R O a cede G age cede
G2 I tergp: tergo X J verbera Calph.: ver {urn) vera V 84. Cybebe Bentley: cibele X ri
belle O 85. adhortans D2 Aid.2: adhorta bis X adotta lis m O adoram tails
D 87. umida edd.: húmida X Ven. húmida O ultima Calph. 88. tenerumque
V: teneramque Lachmann | A ttin G O: actin R athin D | marmorn pelagj y : marmorea pela
go V marmorea pelagp Parm. 89. fa cit cod. Leningrad.: fe cit X fic it O | ille: illa La
chmann 90. omne X: esse O 91. Cybebe Bentley: cibele X ribelle O | D indim ei
V m2: dindym i (-ei) Calph. dindim enei G 1 m 91. tuos Ellis: too V tous 8
Ven. 93. rábidos 0 : rápidos V
POESIE 6 3
76. Lucr. II 601 83. Senec. Here. fur. 948 sq. 86. Stat. Theb. I 378
89. Verg. Ecl. 5,18
I24 CARMINA 6 4
64
64 <
64, i. Marius Victor. 115, 3 Keil: ...«P e lia co ... pinu s» 7. Verg. Aen. VI
32.0 ix. Verg. Aen. VI 335 18. Revue Archéologique 19x8, p. 361 nc 37: opta
v i nudas videre Nym pbas xx. sqq. Verg. Aen. VI 648 sqq.
i ì 6 CARMINA 6 4
2.3. genus V: gens schol. Veron. | matrum schol. Veron.: mater V matre X2 m Marte Baeh-
rens 13a. habent schol. Veron.: om. V | iter{u m > Sillig e Verg. Aen. V 80: iter(um
sálvete bonarum > Peerlkamp 15. taedis: tedis O thetis X tbetidis t\ 2.6. cui V:
cum D 2.8. Nereine Haupt: nectine V neptine X 2 neutunne R2 neptunine D 19.
Tethys y Ven.: thetis V 31. optatae D (-te Ç): optato V |fin ito : fin ite O 31. ad-
venere Ç t] Ven.: adlenire V 35. Scyros rj Ven.: syros X siros O Cieros Meine*
ke 36. Crannonisque Victorius: graiunonisque X m gjraumonisque O D graiugenasque
R2 Ven. I moenia Larisaea 0 : nicenis alacrisea (alarissa Parm.) X nìcenis alacrissea O nitenis
larissea Ven. 37. Pharsaliam A R2: farsaliam V pharsalum Pontanus 43. at
cod. Paris. Lat. 82.34 Parm.: ad V
POESIE 6 4 Í 2-7
2.3. Schol. Veron. Verg. Aen. V 80: Catullus: «sálvete deum gens, o bona matrum progenies
sálvete iter ( u m ) » 30. Lucan. X Z55 34. [Verg.] Culex izo 40. Verg.
Geor. III 515; Ovid. Fast. II 195
12 .8 CARMINA 6 4
48. sedibus: aedibus A. Guar. 51. litore G O: litora R | Diae {die) t: dia K O dya G
54. Ariadna R2 rj Ven.: adriana V 55. quae visit visere Vossius: que sui lu i (tem i R2)
se V I credit V: crédités (vel credidit) R2 56. turn: tunc O61. saxea X2 m D2:
saxa V sassea D | eheu Bergk: heue V evoe Aid.1 6i. et X2 m D: con V 64.
contecta : contenta O | nudatum: velatum G 65. lactentis V: lactantes Isid. Etym. XIX
33,3 66. delapsa e D2 Ç tj Ven.: delapso e R m delapso G D delapse O 68.
Sed D1 ÇT) Ven.: si V | tum 1 X : tarnen O | tum2 X: tarnen O 69. te om. O 71.
A Nonius: a h X h a O 73. ferox quo ex Ital.: feroxque et V | tempore V: {qua) robore
Froehlich {qua) pectore Peiper
POESIE 6 4 119
52. sqq. [TibuU.] Ili 6, 41 sqq. 55. Goetz, Gloss. Lat. II 339, 13: necdun etiam où-
¿MtwTto-ce 56. Sail. lug. 72., 2. 65. Isidorus, Etym. XIX 33, 3: strophium est
cingulum aureum cum gemmis de quo ait Cinna: «strophio lactantes cincta papillas»
71. Nonius, p. 134, 10 Lindsay: extem avit, ut constemavit id est dementem fecit. Catullus:
« a m isera... serens in pectore curas »
130 CARMINA 6 4
75. G ortynia: gortinia Pall, cortinia V | tecta apud Parthenium: tempia V tempia D2 e Ven.
Aid.1 77. Androgeoneae Parm.: cum androgeanee X cum androgeane O 80.
m oenia: menia X incenia O 8i. proicere D Ital.: proiicere X prohicere O 83.
nec fuñera : nec funere Stat. sine funere Lange 89. Eurotae Ven.: europe V | progi-
gpunt 8: pergfgftunt V praecingunt Baehrens | m yrtos: mirtos R2 O m inus X 94. inm iti
corde furores: im m iti corda furore Ramier 96. quaeque 1 ß: quique X m quod ñeque O
I Golgos Herrn. Barbarus (teste Mureto) Petrus Bembo (teste Statio): colchos X Ven.
cholcos O 100. Quanto V: quam turn Faernus
pieno d'ardire dal ricurvo porto del Pireo,
75 giunse al palazzo di Gortina, reggia dell'ingiusto monarca.
Come narra la leggenda, un giorno la città di Cecrope, costretta
da mortale pestilenza a scontare la pena per l'uccisione di
Androgeo,
fu tenuta a dare in pasto al Minotauro
giovani scelti e il fior fiore delle vergini ateniesi.
80 Da questo flagello era afflitta la sventurata città; allora
spontaneamente Teseo volle sacrificare la sua vita
per la diletta Atene, perché a Creta non fossero portati
defunti non ancora defunti della città di Cecrope,
e così, navigando sulla nave veloce, alla brezza leggera di vento
8s raggiunse la splendida reggia del superbo Minosse.
La figlia del sovrano, cresciuta nel casto lettuccio spirante soavi
profumi, allevata nel tenero abbraccio di sua madre,
simile ai mirti che nascono presso le correnti dell’Eurota
o ai fiori dai vivaci colori, che si schiudono alle brezze di
primavera,
90 appena posò su Teseo il suo sguardo pieno di desiderio,
non riuscì ad allontanare da lui gli occhi ardenti,
che, subito, per tutto il corpo concepì la fiamma d'amore
e tutta ne arse nelle midolla più interne.
Ahimè! o divino fanciullo, tu che spietato vai suscitando
95 passioni e mescoli agli uomini gioie ed affanni,
e tu che regni su Golgi e sull'Idalio frondoso,
in quali marosi non avete travolto la fanciulla,
che, ardente d'amore, senza tregua sospirava per l’ospite biondo!
Quali grandi timori angosciavano il suo languido cuore!
100 Quante volte si fece più pallida dell'oro abbagliante,
75. Claudian. de VI consul. Honor. 634 Gortynia tecta 100. [Verg.] Ciris 81-115
132- CARMINA 6 4
ioz. appeteret O: oppeteret X m Parm. expeteret Ven. 104. succendit V: succepit Stat.
subscepit Laetus suspendit Ven. 105. velut X: vult O veluti D 106. conigeram
0 : comigeram V | sudanti G 2 R2 m D: fundanti V 109. (late)que cacumen it obvia
Fink: {late) que cum eius V {late) qua est impetus Lachmann {late) quaecum vis Vossius
{late) quaeviscum que Ellis {late)que fu rit vis Madvig | obvia X2 m2 O: omnia X m D
114. labyrintheis-, laberientheis R laberinthis O 116. a R2 tj: cum V 119. in gpata
G O: igeata R m D ignara C | laetabatur Lachmann: leta V lamentata est Ellis Clausen luc-
tabatur Rossbach lamentatur Buecheler | quae... laetabatur: quae misera gnata fleret deper
dita luctu B. Guar. izo. praeoptarit Star.: portaret V praeoptavit 0 praeoptaret Laetus
i n . ut om. O I vecta G2 R m D: necta G O | rati Passerat: ratis V izz. venerit add.
Lachmann: fugerit Froehlich | devinctam D2 Laetus: devincta V devictam tj i z j . in
m em ori: nemori G2
POESIE 64 I 33
12.6. Propert. I 6,3 131. Silius Ital. XIII 81 133. Ovid. Fast. Ili
473 143. Ovid. Fast. Ili 473-6; lerendas de Montagnone, Compend. moral, no-
tab., p. 4, 5,1: Catulus c. 8: « nulla viro ... curant»
i 36 CARMINA 6 4
153. praeda X: postea O | iniacta Ellis: intacta V iniecta R2 Calph. 156. Syrtis: sirtix
O I Scylla ItflI. Ven.: silla X scilla O [ vasta V: rapta D 157. talia qui reddis: taliaque
redis O 159. parentis: perem ptis O 160. vestras: nostras O 163. hunc ver-
sum post 160 posuit O I purpureave: purpureaque D | consternens: prostemens D 164.
Sed: si O | conquerar V: conqueror rj 6 Ven. | auris X2 m D: aures V aureis Baeh-
rens 165. extem ata: extenúala X | auctae: aucte V m2 aneto G2 m 168. a lyi V:
acta Heinsius 171. ne V : nec R2 D non Macr. 174. in Creta O D : in cretam X
intortum Gratwick 17$. hic: haec { h’ ) O
POESIE 6 4 I37
171. Ovid. Her. io, 99 sqq.; Cic. de Orai. Ili 114; Macrob. VI 1, 4z: Catullus: «lu ppiter
om nipotent... litora puppet »
i 38 CARMINA 6 4
176. com ilia in rj: consilium G O com cilium R m | nostris om. O | requiesset rj: requisisset V
177. nitor V: nitar R2 Ç 178. Idaeosne B. Guar. Parth.: idoneos ne V Idm oneos
ne X2 m2 Parm. idaeos ne R2 idm eneosne Ven. idom eneosne Corradus de Allio idom eneine
Buecheler | A : at Muretus ah B. Guar. 179. ponti: pontum X | dividit Trine.: ubi di-
vidit V 180. A n patris G2 R m D: in patris G impatris O 182.. consoler memet
X: consoles m e manet O 183. quine: quive X | lentos R2 O Parm.: ventos X uncios D
(?) ventis D2 Ven. 184. litus V: colitur Palmer laetast Birt | hune versum sic inter-
punxit Vahlen 185. patet V: pater R m 187. ostentant: ostendunt D 188.
lan&tescent: languescunt D 190. m ulctam X: muletam O multam L. Mueller
191. com precer Ç rj Parm.: com precor V 191. mulctantes V: multantes L. Muel
ler 195. meas X2 D O: et meas X 197. am enti: amenter R2 Ven. 198. ve
rae Parm.: vere V
POESIE 6 4 *39
183. Verg. Aen. V 109 184. Verg. Aen. I 91 198. Lucr. Ili 57; Verg. Aen. I
485, VI 55
14 0 CARMINA 6 4
100. quali solam Çtj: qualìs sola {-am R2) V loi. funestet: funestent R2 D 104.
invicto a: invito V in voto D 105. Quo motu Heyse: quo tune V quo tune et D
Pariti, quom odo tune Ven. quo nutu et Anon. in marg. ed. Aid. 1575 quae in bibl. Marc,
servatur 107. mentem 0 : mente V mentis rj in. Erechtheum Vossius: ereptum
V et ereptum R2 Ven. Pariti. 111. classi V: castae Pontanus | moenia R2 rj: m oenico
V I divae G O: die R (?) 113. concrederet Aegeus R2: cum crederei egens (egeus R m)
V c.c. aeger Ven. 115. longp: longe Hoeufft né. hunc versum post 117 posuit
Baehrens 117. extrema: extremae R2 119. cui O D: quem X 114. infuso
X2 m D: infulso V |pulvere: pectore Ven.
POESIE 6 4 141
117. obscurata: obscur R2 | dicet: dccet Lachmann 118. Itoni A. Guar.: ythom i X D2
ithom i O tbom i D 119. ac Ç: bas V | Erechthei Vossius: freti V Erechthi Bueche-
ler 131. tum : t u X m 133. ac t Ven.: hec V 134. antenn(a)e G2 R m: an-
ten n e^n e G anténnene ne O 13$. sustollant X2 m: substolant G sustolant R O sub-
stollant D 136. ut V: quam D 137. aetas V: sors R2 A A. Guar, fors Trine.
Avant. I sistet R2 O A: sistens G sistit R sistat R1 sistent G2 m Trine. 139. ceu X2 m
D: seu V 243. infecti Sabellicus (teste Avantio) B. Guar. Peris: inflati V infausti
Heyse 145. fa to : facto O 147. M inoidi R2 8 Ven.: minoida V minoyda D
249. Q uae: quem G | tum R2 D2 0 : tarnen V | prospectans: aspectans X2 D Ven. 151.
parte R2 8: pater V
POESIE 64 I43
2.30. [Verg.] Culex 157; Lucan. I 14 149. Verg. Aen. VI 475; Ovid. Met. XI 463
sqq. 150. Verg. Aen. IV 1 151. Verg. Aen. X 361
144 CARMINA 6 4
2.61. Verg. Aen. VI 165 163. Lucr. II 619 169. Senec. Ag. 431 sqq. 171.
Verg. Aen. VI 2.55 173. Excerpta ex vet. gloss. Pithoena, p. 71 Gothofr.: p lacor;
tranquillitas, at Catullus: plangor 2.75. Lucr. II 800
146 CARMINA 6 4
x 8 i. L u c r. 1 10 3 1
14 8 CARMINA 6 4
301. PeleaG: palea R O pallada D ti 307. H is: hic G2 m | vestís Parth.: questus
V 308. talos B. Guar.: tuos V rubicunda D | incinxerat G: intínxerat R m
O 309. roseo niveae X: roseo uinee O roseae niveo A. Guar. 311. colum X2 m:
collum V 312.. fila : filia O 313. pollice R2 D: police V 319. custodibant O
D: custodiebant X m 3x0. pellentes V: vellentes Fruterius pedentes Stat. 32.2..
arguet: arguii Lachmann 324. tutamen, Opis Housman: tu tarnen opis X2 m2 D (?) tu-
tum opus V I carissim e: clarissim e D 315. laeta: lenta D 316. oraclum D Ven.:
oraculum V |fata : facta O
POESIE 6 4 I4 9
305. Lucr. II 311, 958 306. Hor. Saec. 1$ 309. Verg. Ciris 511; Propert. IV
9, 51 313-4- Tibull. II i, 64; Ovid. Met. IV 34, VI 2.2..
I5° CARMINA 6 4
32.7. Vcrg. Ecl. 4, 46-7; Macrob. VI 1, 41: Catullus: «currite ducenti subteynine, currite fu -
si» 335. Verg. Aen. IV 52.0 340. Stai. Theb. II 397 343. Verg. Aen.
VI 879-80
I 51 CARMINA 6 4
353. praecerpens Stat.: precem ens V procem ens D prostemens D2 -r\ Parm. | messor D2 O:
cultor X m D 355. prostem et G O Parm.: prostemens G2 R m D Ven. |ferro: ferrum
O 357-8. om. m, rest, m1 358. H ellesponto Ven.: elesponto V helesponto
D 359. caesis: cessis O 360. flum ina R m2 O: lum ina G m2 flum ine G2
m 364. percussae Parth.: perculse V 366. h a n cV : ac Ç 368. m adefient D2
ri Parm.: madescent V m itescent D mutescent Rossbach 37z. anim i X: añ
O 377. hestem o D tj: esterno O extem o X 378. seclusit Bergk
POESIE 6 4 I53
353. Senec. Troad. 73 364. [Verg.] Ciris 399 369. [Verg.] Ciris 366
374. Priap. 3, 7
15 4 CARMINA 6 4
3 8 9 . O v id . M e t. I I 3 4 7 3 9 9 . V e r g . G e o r . II 510 4 0 0 . O v id . M e t. X 3 2 .1 - }
i 56 CARMINA 6 4 - 6 5
65
404. penates D2 Ven.: parentes V parentis Lachmann 406. mentem avertere: mente
advertere O
65, i. defectum R2 m2: confectum X m defectu O 1. sevocat D Ç tj: sed vacai V
3. dulcís Musarum D Ç9 : dulcissìm us harum (huius O) V dulcís sim ul harum Baehrens |fe
tus: fretus O fletus e 4. anim i V: hominum Ven. 5. Lethaeo : letheo 0 lethei X
D Ven. loethi O lethaeo in Parth. |fratris: f actis O 7. Troia R2 D: troya G2 m2 tydia
X m tidia O (?) Lydia Pighi | Rhoeteo Parth.: rhetheo X retheo O D 9. om. V ha-
bent D ß A I {fa cta ) Vossius: verba D2 Lond. add. 11.965 fata Ambr. D 24 n. at D
Ç: aut V il. carmina D y : carmine V | tegpm V: canam D Ç legam Ital. Ven. Parm.
14. Daulias D1 Ven.: baiula R baiulas G2 m dauilas R2 bauilla O daunias D | absum pti D:
a(s)sumpti X assumpta O | fata: facta O | Itylei Calph.: ythilei G ithiley R m ithilei
O 16. Battiadae D2: actiade V bactiade R r abattiadae D batiadae Ven.
POESIE 6 4 - 6 5 I57
65
66
14. m iserae: m isere Owen 2.3. illu d: illic O J praeceps: preces O 14. rubor V:
p u d o rD
66, i. dispexit Calph.: despexit V | lum ina: lim ina Rehm ì . obitus D: habitus
V 4. certis: ceteris O 5. sub Latm ia Calph.: sublim ia G sublam ia R2 m2 Parm.
sublim im i R sublam ina O | relegpns rj: religpns V 6. gyro Ven.: gpioclero V clivo cod.
Brix. A VII 7 guro EUis | devocet: devoret Ital. Ven. 7. {in ) lum ine Vossius: num ine
V muñere Ven. lum ine Ç in culm ine Maehly in lim ine Heinsius 8. e Beroniceo tj
Calph.: ebore niceo V e Bereniceo Eisenhut 11. qua rex Parm.: quare ex V iì.
vastatum D Çtj Parm.: vastum V | iverat D y: ierat V
POESIE 6 5 - 6 6 I59
perché non pensi che le tue parole, gettate al vento che passa,
mi siano per caso cadute di mente,
così come il pomo, furtivo dono del fidanzato, <
2.0 cade dal casto grembo della fanciulla,
che, poveretta, più non ricorda di averlo nascosto nelle morbide
pieghe della veste,
e, balzando in piedi al giungere di sua madre, lo lascia cadere;
il pomo veloce per terra va rotolando,
e a lei sul volto smarrito si spande un rossore di vergogna.
66 <
Quel famoso Conone, che numerò tutti gli astri della grande
volta stellata,
che seppe quando nascono e quando tramontano gli astri,
e perché il fiammeggiante splendore del sole si eclissi
e perché le costellazioni scompaiano in determinate stagioni,
5 e perché un dolce amore tragga giù dal suo giro aereo Trivia <
e furtivamente la celi sotto le rocce di Latmo,
ebbene Conone mi vide brillare <fra> le luci del cielo; <
sono la chioma recisa del capo di Berenice,
chioma splendente che ella, tendendo le braccia tondette,
io promise in voto a molte divinità,
quando il re, ampliato il suo regno per le recenti nozze, <
era andato a devastare le contrade di Siria,
portando i dolci segni della notturna rissa d’amore,
che aveva sostenuto per ottenere la preda della verginità.
15. atque V: arine 0 17. lim ina D ÇParm.: lum ina V 18. d ivi D ß: diu V | iuerint
Ven.: iuverint V ii. A t X 2 D Ital.: et V an cod. Leningrad. | luxti: lusisti D 2.1.
fratris: factis O 2.3. cum V: quam Bentley 24. tibi: ib i G | tunc X2 O: nunc X |
sollicitae Parm.: solicitet V 2.5. ereptis V: e rectis Vossius e trepidis Maehly | A t </e)
Trine.: atque Ital. 2.6. magnanimam D Çtj: magnanima V 17. cum : quum Faer-
nus quam V quo Trine. Muretus | adepta es D2 Calph.: adepta’s Scaliger adeptus X adeptos
O 2.8. quod : quo D |fortior: fortius Muretus | ausit antiqui codd. teste Petro Nicetto
apud Robortellum: aut sit V 2.9. turn: cum O | emittens scripsi: mittens V 30.
tristi: tersti Avant. 31. abesse: adesse G 33. {m e ) Anon. in marg. ed. Aid.2
quae in bibl. Marc, servatur (4011): pro V 34. taurino om. O 35. si X 2 mz D
Ital.: sed V | haut Stat.: aut V baud Aid.1
POESIE 66 i6 i
41. ferat quod: feratque O | adiurarit: adiuravit Aid.1 adiuraret V 45. quem : quae O
I maximum docti viri apud A. Guar.: maxima V 44. Thiae Vossius: phi{y)tie V
45. cum G2 R m: tum V | peperere tj: propere V rupere D2 A. Guar, pepulere Stat. fodere
Bergk | cum que R2 m2 O D: atque X m 48. Chalybon Politianus: Chalybum La-
chmann celitum X m Ven. celorum (postea celtum ) R2 celerum O telorum tj scelerum t
Calph. 50. ferri D £ tj: ferris V | fingere O: fùngere X frangere D tj stringere Heyse in
fringiré Santen 51. fata: facta O $z. M em nonis Aethiopis O Ven.: menonis
ethyopis X $3. nutantibus: nictantibus Martyn 54. Arsinoes X2 m2 O D
Parm.: asineos X m Ven. | Locricus: locricos Stat. Locridos Bentley elocridicos V daridos D
claridos Itti. D2 Ven. | ales equos D*£: alis equos V alisequus Stat. 55. avolat: advo-
lat X collocai R2 56. collocai X2 ni O: advolat X abvolat Ellis 57. Zephyritis
D: zyphi(y)ritis V | legprat G2 R m O D2: legerat G D 58. grata Calph.: gratia X gra
cia O Graia Lachmann | Canopitis Stat.: canopicis X conopicis O Ven. canopeis cod. Le
ningrad. canopieis Rom. Canopiis Haupt 59. H ic d ii Lafaye: h ii d ii ven ibi V hic li
quidi Friedrich hiñe (Fuchs) liqu idi Pöschl ardui ib i Haupt numen ibi Ritschl inde Venus
Postgate gentibus hic Bickel hic lumen Mowat siderum ib i P. Oksala | lum ine y: num ine V
mumine R lim ine (vel lim ite ) D2 60. Ariadneis tj Ven: adrianeis V
POESIE 66 ï 6 3
61. nos R D: vos V 6z. exuviae D Ven.: exim iae V 63. uvidulam A. Guar.:
vindulum V um idulum Ç viridulum X2 m D um idulam Ellis uvidulum tj Ven. \fluctu V: fle -
tu Pali, luctu Baehrens afflatu P. Oksala | deum m e D: decum m e V 66. Callisto
edd.: Calixto V calisto D A y Ven. Callistoe Pali. | iuncta Lycaoniae Parth.: iuxta licaonia
V 69. quam quam : quicquam O 70. autem D: aut V | Tethyi B. Guar.: theti V
I restituii Lachmann: restituem V restitue Ven. restituor Parm. 71. pace R2 m D: par
ce V I Ram nusia Calph.: ranusia X ranumsia O 72.. ullo O: nullo X m 73. si
me 0 : sine V | discerpent D: diserpent V 74. quin R2 m2 D Parm.: qui V | vere V: veri
D Ital. verei Lachmann | evoluo: evolve V evoluam D2 Parm. 75. post afore distin-
xit Pighi I afore Stat.: affore V abfore D tj Ç 76. afore Stai.: affore V abfore D rj
Ç 77. quondam V: cutis Haupt | omnibus expers V: omnibus expersa Heinsius hym e-
nis expers Wilamowitz om inis expers Rehm 78. nuptae Eisenhut: una V vini D nup-
tis Morel nupta Lenchantin | vilia Lobel: m ilizia V m elina (vel lilina) P. Oksala 79.
quas Calph.: quem V quam R2 m2 quom Corradus de Allio 80. prius B. Guar.: post
(p* O) V I unanimis 0 Parm.: uno animus V 81. reiecta tj Parm.: retecta V detecta D
Ven. 8z. quam : quin Lachmann
POESIE 66 165
68. Quint. Cic. 19 81. Propert. II 15, 5 79-88. Hos versus non habet Calli-
machi papyrus
i6 6 CARMINA 6 6 - 6 7
67
♦
67 <
iz. istis populis Vahlen: istius populi V istis populi D isti populo e est ius populi Benoist-
Thomas est os populi Ellis est vox populi Baehrens | quidque {quicque Munro) Stat.: qui te
V cuneta Baehrens (isti populi m en ta) Q uinte , Scaliger quanta Schwabe quae ipse Eisen
hut rite P. Oksala 17. Q ui Muretus: quid V | possum : possim D Ç 18. nobis 8:
vobis V zo. attigerit V: attigerat D rj u. om. O, habet post 64, 386
V zz. ad Calph.: banc V 13. illius V: ille sui Scaliger ipsius Muretus illiu s a
Riese illusi Baehrens illi eius Cahen z6. iners V: meo m 17. et: ut Bergk
I quaerendust unde Terzaghi: querendus unde V querendus ut unde D querendus et unde D1
quaerendus hom o Lenchantin quaerendus is unde Lachmann quaerendum unde unde Stat.
quaerendum erat unde Kroll 2.9. parentem: parentum O
POESIE 67 169
68
,
68 3. Cic. Cat. II 24 4. Lucr. II 960; [Verg.] Culex 2.14 6. Ovid. Her. 13,
107 17. [Verg.] Ciris 142.
174 CARMINA 6 8 - 6 8 A
68 A
x6. om nes: om nem O 17. C a tu lle : ca tu llo D Çrj Ven. 19. tepefaxit Lachmann:
tepefacit V tepefactat R2 m2 tepefecit D2 y Ven. tepefactet Bergk 30. M a n li D (?): m ali
V m i A ll i Schöll M a n i Lachmann 37. n o lim : n o li O 38. ingenuo a Ven.: inge
n io V 39. posta V: fa cta D Ven. parta Schwabe praesto Froehlich prom pta Baeh-
rens 40. deferrem *j: defferrem Parm. differrem (-erem G) V
68 A, 41-160. a prioribus versibus primus seiunxit Rode (1786) 41. qu a m e A lliu s
Scaliger: quam fa lliu s V qu am fa llim u s D quam fa c iliu s a qu am m a lliu s Ital. 4x. iu ve
rit1 : in ven it O | iu v e rit 2: viv e rit O a u x e rit Usener 43. n er\ Calph.: n ec V n ei Baehrens
I sa eclis D A Ven.: sedis V 46. carta R2 m2: certa X m cerata O cera Stat. 47.
om. V: o m n ibu s et triv iis vu lgetu r fa b u la passim supplevit Th. Seneca (testibus codd. Paris.
7989 et Ambros. H. 46) habent D ß Çtj Parm. Ven. o m n ibu s in q u e lo cis celeb retu rfa m a se-
p u lii supplevit P. Odus (teste cod. Paris. Lat. 8x32.)
POESIE 6 8 - 6 8 A 175
ogni desiderio amoroso e tutto ciò che era gradito al mio cuore.
Perciò, quando tu mi scrivi: « È una vergogna, o Catullo,
restare a Verona, quando qui chiunque della migliore società
si sarà scaldato le gelide membra nel letto da te abbandonato »,
30 io ti rispondo che questo, o Manlio, non è una vergogna, è
piuttosto una calamità.
Dunque tu mi perdonerai, se non ti offro quei doni
che il dolore mi ha sottratto: ma davvero non posso.
Ho qui con me non molti autori
e ciò si spiega, perché Roma è la mia vita: quella è la mia casa,
35 quella la mia residenza, là trascorre il mio tempo;
delle molte cassette di libri, una sola quassù m’ha seguito.
In tali condizioni non vorrei che tu attribuissi
a cuore ingrato o a scarsa cordialità il mio contegno:
non c’è materia per soddisfare le due richieste di poesia e <
d’amore;
40 sarei stato io a inviarti spontaneamente i doni, se ci fosse stata
materia.
68 A
48. notescatque: notescam que G 49. post hunc versum scripsit 68,16 V: del. Parm. |
tenuem texens1. texens tenuem D 50. A lli O: alt X alti Ven. 51. Nam R O: non
G 51. torruerit Tumebus: corruerit V | genere V: {in qua) venere Schrader 54.
Oetaeis Aid.1: oeteis Ven. eetheis G oethis R m cetheis O oetheis D | M alia ÇParth.: m aulia
V I Therm opylis Ven.: term ophilis G term ophylis R m term opilis O 55. lumina 8: nu-
mula X m nummula O pupula Ellis 56. cessarent 8: cessare ne V cessaret D
(?) 59. valle D Çtj: valde V alpe Rossberg 61. dulce Laetus: duce V utque Parm.
I viatori X: viatorum R2 O | lasso rj Parm.: basso V crasso Baehrens | levamen tj Calph.: leva-
mus V 63. hic V: ac Ital. Avant. 64. lenius ß: levius V leniter D 65. im
plorata T) Ven.: im plorate V im plorante Stai. 66. A lliu s O: m anlius X O1 D Ital. Ven.
M anius Lachmann 67. clausum : classum X laxum Scaliger 68. dominam V: do-
minae Froehlich Baker 69. ad quam V : ut clam Schöll atque ubi Thomas
POESIE 6 8 A I7 7
56. Paulinus Patr. Mart. 5, 41: a d m adidum pectu s perfundens im b re genarum 63.
Paulinus Patr. Mart. 5, 470: videre im m enso iactati tu rbin e nautae 64. [Verg.] Cu
lex 155 sqq.; Verg. Aen. VII 8.
1/8 CARMINA 6 8 A
7z. solea: in solea D 73. amore R2 D Ital.: amorem V 74. Protesilaeam Ven.:
prothesileam X protesileam O | Laudam ia Usener: laudom ia V loadamia Ital. 75. in
ceptam Turnebus: incepta V incepto Froehlich 76. pacificasset V: conciliasse D Ital.
Aid.1 77. Ram nusia Ven.: ranusia X m rammusia O 79. desideret 8: deficeret
V desinerei D defideret ß Parm. 80. Laudam ia Usener: laudom ia V loadam'ta Ital. |
viro X2 m2 D Ven.: virgo V 81. novi Trine. Avant.: novit V vovit R2 m2 novum
D 84. ut: et D | abrupto X: abinnupto O 85. scibant: scirant L. Mueller scibat
Lachmann | abisse V: abesse Ç tj adesse Santen obisse Baehrens 87. tum: cum
O 91. quaene etiam Heinsius: que vetet id V qualiter id Ellis quae velut his Palmer |
fratri R2 D: frater V 9z. E i O D: hei X |frater m O D: frateter X 93. E i D: hei
V I iucundum lum en: iocundum que lim ine O | ademptum ocVen.: adeptum V
POESIE 6 8 A *79
90. Nonius, p. 2.91, 13 Lindsay: cinis fem inino apud Caesarem et Catullum et Calvum lec-
tum est, quorum va cilla i auctoritas
i8 o CARMINA 6 8 A
97. Quem Tj: que V 98. ein em : cinerei D 99. sepultum : sepulchrum
D 101. tum : tuum G | sim ul D Ital. Ven.: om. V lecta Éldik cuneta Froeh-
Iich 103. ne G O Ven.: nec R O 105. Quo D: quod V | turn: cum G | Lauda
mia Usener: laudom ia V laodam ia Ital. 109. Pheneum Avant.: peneum V no.
siccare Schrader: siccari X sicari O m . audit Palmer: audet V | Am phitri(y)oniades
D Ven.: am phi{y)trioniadis V 114. perculit ß: pertulit V 115. tereretur R: treer-
retur G terretur X2 m terreretur O 118. tarnen (Heyse) indom itam (Stat.) Mynors:
tuum dom itum V divum dom itum D Ven. tunc indom itam Corradus de Allio durum dom i-
tam Lachmann turn te indom itam Riese dom inum dom itum Ellis 119. nec tam O: nec
causa X ñeque tam R2 m D
POESIE 6 8 a l8 l
114. suscitât a Ital. Parm.: scuscitata V | volturium Calph. (vul~): voltarium V i¿8.
quam quae Trine.: quam quam V quantum Calph. quam cum Ellis 119. tu kom m D2
r¡: tuorum V horum D 130. es fla vo D2 Ç»j: eflavo X m efflavo O est fla vo D e fla vo
Ven. 131. turn Trine.: tu V 136. verecundae V: verecunde cod. Lenin
grad. 139. cohibuit iram Lafaye in apparatu: quotidiana {cot- O) V continet iram
Santen contudit iram Hertzberg concipit iram Baehrens concitai iram Pleitner concoquit
iram Lachmann 140. fu ria D Ç: facta V 141. A tqu i 0 : atque V at quia D A 8 |
com ponere V: com ponier rj2 Calph. | post hunc versum lacunam esse suspicatus est Marci-
lius 143. dextra 6 Ven.: de astra X m deastra O 144. flagrantem D Ven.: fla
grantem V 145. furtiva V ml: fu rtive m | mira V: rara Haupt muta Heyse
POESIE 6 8 A i8 3
ix8. Goetz, Gloss. Lat. V 2.33, 7: m ultivolus xoXiißoi>Xo<; 135. Cons, ad Liv.
377 137. Ieremias de Montagnone, Compend. moral, notab., p. i, 15: Catulus c. 9 :
« ne nim ium ... m olesti »
18 4 CARMINA 6 8 A - 6 9
69
147. is D: bis X hiis O id Ital. 148. dies: diem Parai. 149. quod: quo Mure*
tus 150. A lli Scaliger: aliis V m i A lli Paratore 151. vestrum: nostrum D
Ven. 155. sitis D Ç Ven.: satis V ¡ mea Perrotta: tua V | vita R2: vite G virtute R vi-
ce O 156. ipsa D: ipsi Ital. Stat. 157. nobis terram: terram nobis D | auspex
Lipsius: aufert V haustis Baehrens hospes Ellis Aufens Scaliger Anser Heinsius absens Mer*
rii audens Friedrich (dat et) aufert Lenchantin aufert \ nunc Pighi {te era dédit et) aufert
Johnson {dedis) A lliu s Viejo Otero {se et eram dedit) a quo | {sunt prim o) Perrot
ta 158. omnia V: iam omnia Ven. nobis omnia Calph. m i omnia Haupt | bona Ç: bo
no V 159. quae: qui G D | ipso: ipse m D ipsa Ven. Calph. 160. dulce m ihi est
ß Ven. : m ihi dulce est V dulce m ihi D Ç
69, 1. R u fe m: ruffe V 3. non <s i > illam rarae Aid.1: non illa mare V non illam rarae
Calph. non si illam Coae {rarae vel carae Ellis) Baehrens 4. perluciduli: pro luciduli
R m Ven. 5. qua G2: que V
POESIE 6 8 A - 6 9 18 5
69
6 9 , 4 - S e n e c. E p . 9 0 , 4 5 6. H o r. Ep o d . 1 1 , 5
i 86 CARMINA 6 9 - 7 1
70
71
12
70
L a mia donna dice di non voler fare l’amore con altri,
se non con me, neppure con G iove, se la corteggiasse.
Dice così; ma quel che la donna dice all’amante folle di passione
bisogna scriverlo sul vento, sull’ acqua che scorre veloce.
71 <
Se giustamente la puzza di caprone tremenda delle ascelle rende
scostanti,
o se meritatamente la gotta, che fa zoppicare, attanaglia,
il tuo rivale, che se la spassa con la tua amante,
stranamente ha contratto da te entrambi i malanni. <
Perché ogni volta che fotte, punisce ambedue:
lei col fetore appesta, lui ha un attacco di gotta.
7*
73
74
3. tum: tunc D 6 . m i tarnen es A. Guar.: ita me nec V 7. Q ui: quid D quis {potis
es) Ven. Calph. | est? inquis. distinxit Ellis: est, inquis? Mynors | Q uod D ß: quam V
7 3 , i. quicquam D Ç: quisquam V 3. benigne: benipiest Friedrich 4. immo
etiam <taedet>, taedet Avant.: immo etiam taedet V prodest immo etiam taedet Trine, iam
iuvat im m o etiam taedet Munro iuverit, immo etiam taedet Baehrens immo m apsque etiam
taedet Lenchantin I m ays Aid.1: magisque magis V 5. quem D y Ven.: que V quae
Parai. 6. habuit R2 m2 O Parm.: habet X m Ven.
74 , i. G elliu s R2 m2 Ç 0 Parth.: gelius vel lelius X m D Ven. selius O sellius O1 lellius A |
obiurgpre: abiurpa D (?) obiurpa D1 Ven. | solere B. Guar.: fiere V 3. perdepsuit vir
eruditus apud Statium: perdespuit V 4. et: at D | Arpocratem D £ rj: harpocrat Cb)em V
POESIE 7 1 - 7 4 189
73
74 <
7a , 8 . Donat, ad Ter. And. 718: am icus anim i, am atorvero corporis... item Catullus: «co -
ÿ t .,. minus »
7 4 , 4. Anth. Lat. 159, 6
19 0 CARMINA 7 4 - 7 6
75
76
S i q ua re co rd a n ti b e n e fa c ta p rio ra vo lu p tas
est h o m in i, cu m se c o g ita i esse p ium ,
nec san ctam vio la sse fid em , nec fo e d e re nullo
d iv u m ad falle n d e s nu m in e abusu m h o m in es,
m ulta p a ra ta m an en t in lon ga aetate, C a tu lle ,
e x h o c in g rato gau d ia am ore tib i.
N a m q uaecu m q u e h o m ines b en e cu iq u am aut d icere
p o ssu n t
aut fa c e re , h a e c a te d icta q u e facta q u e sunt:
o m n ia q uae in g ra ta e p erieru n t ered ita m enti.
Q u a re cu r te iam am plius e x c ru cie s?
Q u in tu anim o o ffirm a s atq ue istin c teq u e red ucís
et d eis in v itis desin is esse m iser?
75
76
7 5 , 4 . M a rtia l. I I 1 4 , 1 4
192. CARMINA 7 6 - 7 7
77
77 <
76, 13. lerendas de Montagnone, Compend. moral, notab., pp. 4, 5, 11: C atu lu s c. iz :
« d iffic ile ... a m o rem » 13-4. Plin. Ep. Ili io, 6
194 CARMINA 7 8 - 7 9
78
G a llu s h ab et fr atres, q uo ru m est lepidissim a co n iu n x
alterius, lepidus filius alterius.
G a llu s h om o est bellus; nam du lces iu n git am ores,
cu m p uero ut bello bella puella cu b e t.
5 G a llu s h o m o est stu ltus nec se v id e i esse m aritu m ,
q u i patru u s p a tru i m o n stret adulterium .
78 A
79
78, 4. cubet-. c u b it O
78 A, 1-4. a carmine 78 seiunxit Statius; Scaliger posuit post 77, Corradus de Allio post
91, P. Oksala post 79 1. nunc V: nec m | purae V: p u er D x. savia D Ital.: sa
nia V su avia cod. Leningrad. | co n m in xit Scaliger: co n iu n xit X con n u xit O 3. V e
rum id n on O: veru m non id G id veru m non R m 4. q u i sis : qu is seis X q u i seis D |
fa m a lo q u etu r anus Calph.: fa m u lo q u e tanus (can us G tenus R2) V fa m u lo sq u e tenus D {quis
sis) te fa m u lo sq u e tuos Ven.
79, i. « Q u id sic interpunxi J n i qu em tj Parm.: in qu am V | m a lit: m a llit X 4. noto-
rum O: natorum X Ven. | sa via X: sania O su avia D | reppererit: repererit X
POESIE 7 8 - 7 9 !9 5
78
Gallo ha un paio di fratelli; Tuno ha una moglie molto piacente,
F altro ha piacente il figliolo.
Gallo è un uomo di garbo: unisce una coppia di amanti,
in modo che una giovinetta garbata con un garbato giovanotto
vada a letto.
5 Gallo è un uomo senza criterio: non si avvede d ’essere un
marito,
proprio lui che come zio insegna a cornificare un altro zio.
78 A
79
80
8l
N e m o n e in ta n to p o tu it p o p u lo esse, Iu v e n ti,
bellus h o m o , q u em tu d iligere in cip eres,
p raeterq u am iste tuus m o rib u n d a ab sede P isau ri
ho sp es in a u ra ta p allid io r statu a,
s q ui tib i nu n c co rd i est, q uem tu p raep o n ere nobis
audes et nescis q u id facin u s facia s?
82
80, i. hiberna-, ru bem a O 3. e x is e t D Çt): exisset V 5. « N e scio ... e st» sic in-
terpunxi 6 . tenta R2 m2 O D: tanta X m 7. S ic V: sed D 6 | lin cto ris scripsi:
victo ris V 8. ilia et em u lso B. Guar.: U le te m u lso V
81, i. In ven ti D tj Ven.: viv e n ti V 3. a b : a m D Calph. | P isa u ri X D: pisan u m
O $. q u i D Calph. : q u id V 6. q u id V: q u o d D Ç tj
POESIE 8 0 - 8 1 *97
80
8l
82
83
84
C h o m m o d a d ic e b a t, si q u an d o co m m o d a vellet
d ice re , et insid ias A r riu s h in sid ias,
et turn m irifice sp erab at se esse lo cu tu m ,
cum q u an tu m p o te ra i d ix e ra t h in sid ias.
s C re d o , sic m ater, sic lib e r avu n cu lu s eius,
sic m atern us avu s d ix e ra t atq u e avia.
H o c m isso in S y r ia m req u ieran t o m nibu s aures;
83
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85
86
87
8. a u diba n t D r\: a u d ieba n t V io. n u n tiu s: m in ciu s G 11. A rriu s Aid.2: arius
Calph. artiu s X a rd u s O | isset: esset G iz. H io n io s D2 8 Ven.: io n io s R O zon ios
G (?)
85, i. am o G R1 m2 O: am a R m | req u iris : n equ iris O z. sed X: si O
86, z. sic V: si Markland 6. o m n is : om nes X
87, i. potest R O: p o n e G
POESIE 8 4 - 8 7 2.01
85
86
87
85,1-2.. Ovid. Am. II 4, 5 sq.; Rem. 653 sqq.; Pont IV 5, 19; Martial. I 3z
86, 1-6. Quintil. VI 3, 18: salsum in consuetudine pro ridiculo tantum accipim us; natura
non utique hoc est, quamquam et ridicula esse oportet salsa. N am ... et Catullus, cum d icit...
n ih il in corpore eius esse ridiculum ; Martial. VII 15, 3
2.0 2 . CARMINA 8 7 - 8 9
v e re , q u an tu m a m e L e s b ia am ata m ea est.
N u lla fid e s ullo fu it um q uam fo e d e re tan ta
q u a n ta in am ore tu o e x p a rte re p e rì a m ea est.
88
89
88
89
Gellio è emaciato. « E come no?» Uno che viva con una madre
tanto attraente
e così vigorosa, con una sorella così seducente,
con uno zio così comprensivo, in una casa così affollata di
ragazze
imparentate, come potrebbe non essere magro?
Benché non tocchi altro, se non quello che è proibito toccare,
troverai quanti ne vuoi motivi per essere magro.
2.04 CARMINA 9 0 - 9 2 -
90
91
92
9O
91
Gellio, pensavo mi restassi fedele
in questo mio misero, in questo disperato amore,
non già perché ti conoscessi bene e ti stimassi amico sicuro,
o potessi tenere lontana la tua volontà da infami vergogne,
5 ma, giacché sapevo che questa donna, per cui una grande
passione
mi consumava, non era né tua madre né tua sorella,
nonostante che con te io fossi stretto da un forte legame,
avevo dedotto che questo motivo non fosse per te sufficiente.
Tu l’hai ritenuto sufficiente: in ogni azione disonesta c’è per te
io tanta gioia, quando in essa c’è un pizzico di orrore.
92
93
N il nim iu m stu d eo , C a e s a r, tib i ve lie p iacere,
nec scire u tru m sis albus an ater h om o.
94
M é n tu la m o ech atu r. « M o e c h a tu r m é n tu la ?» C e r te
h oc est q u o d d ic u n t, ipsa o lera olla legit.
95
Z m y r n a m ei C in n a e no nam p o st den iq u e m essem
q u am c o e p ta est n o nam q ue ed ita p o st hiem em ,
m ilia cu m in terea q u in g en ta H o rte n siu s uno
9 2 ,2.-4. a m a t ... n isi om. X 3. totidem O: eadem Riese itidem Schmidt | m ea Vossius:
ea O Geli. VII 16, 2. m o x D2 4. veru m Gell.: vero O |a m o : am at R2
93,1. v e lie V : b e lle Usener 1. scire « in vetustiore codice » teste A. Guarino: si ore V
Isis a lb u s an a ter « in probatissimis codicibus » teste Beroaldo (cfr. Quintil. X I 1, 38): s i sa i-
vu s an a lter V sis sa lvu s an a lter D
94, i. M o ech atu r m én tu la ? C erte, sic distinxit Postgate: m éntula. C erte Scaliger
95, X. Z m ym a Weichert: sm ym a Ven. zin im a V |m essem : m ensem O 5 . Z m yrn a Wei-
chert: sm ym a Ven. zin im a V | cavas tri Parm.: canas V
POESIE 9 1 - 9 5 10 7
93 <
Non è che io mi affanni troppo, o Cesare, per entrare nelle tue
grazie;
neppure voglio sapere di che colore sei, se bianco o nero.
94
Minchia va a donne. «Va a donne Minchia?» Certamente
la cosa corrisponde al proverbio: la pentola si sceglie da sola i
legumi da cuocere.
95 <
La Sm im a del mio Cinna dopo nove estati
e nove inverni, dacché ebbe inizio, finalmente ha visto la luce.
Nel frattempo Ortensio cinquecentomila in uno solo <
sim os, qu o s su bscripsi: « L esb ia m i d ic it... n isi a m o ... sic enim d ep reco r» a C a tu llo dictu m est
qu a si detestor v e l execro r v e l d ep ello v e l a b o m in o r... sic igitu r C a tu llu s eadem se /a cere d ic it
qu a e L esb ia m q u o d et m alediceret e i palam respueretque et recusaret detestareturque assidu e et
tarnen earn pen itu s d eperirei
9 3, i. Quintil. XI i, 38: negflt se m agpi f a cere a liq u is poetaru m , utrum C aesa r a ter an a lbu s
hom o sit, in san ia; verte u t idem C aesar idem d e ilio d ixerit, adrogpntia est
95, i. Philarg. ad Verg. Bue. 8, 35: C in n a Sm ym am scripsit, qu am nonum p o st annum ,
ut C a tu llu s ait, edid it, id q u o d et Q u in tilia n u s (X 4, 4) a it
2-o 8 CARMINA 9 5 - 9 7
96
97
96
97
98
99
5. den tibu s h ic. D en tis os Lenchantin: est h ic den tis os Çest h ic den tis X {h in R h ic R1) m O
D2 est h ic den tis hos D est. Os den tis Froehlich est. H o c den tis Schuster h ic. O s den tis Ross
bach I sesqu ipedalis D Ç: sesequ e deda lis V 6 . p lo x e n i Quintil. 1 5 , 8: p lo x im i Fest. p.
2.60 Lindsay p lo x o n io X p lo x n io O 7. diffissu s Stat.: defessus X deffessus O |aestu Çrj:
estum V 8. m eien tis R2 m A: m e gentis V (?) m ingentis Ven. | m u lae: m u lle X 9.
m uías scripsi (cf. CIL IV 12.03; 1104): m ultas V |fa c it O D: fe c it X m 10. p istrin o :
pristrin o O 11. si qu a : si q u a e O 11. aegroti V: a z o ic i Stat.
98, i. in qu em qu am Aid.1: in qu am qu am V in qu am q u o d D | p o te om. O | V ie ti V: vetti
Stat. v e d i Friedrich v itti Haupt 4. carpatin as R2 m2 Ital.: carpatians X m carpan -
tians O caprotinas D 5. n os: vo s O \ V ie ti V: V etti Stat. V e d i Friedrich V itti
Haupt 6. hiscas Vossius: discas V de(h)iscas Hendrickson
99, i. Su rrip u i D ÇTj Ven.: su rripu it X m su m pu it O | Iu ven ti R2 Ital.: viven ti V 1. sa
vio lu m edd.: su a vio lu m V | am brosia D 1 Ven.: am rosio G am brosio R m O
POESIE 97 - 99 2.II
98
99
97, 6. Quintil. 1 5 , 8: sicu t C a tu llu s plo xen u m circa P adu m in ven ti; Festus, p. 2.60,1 Lind
say: p lo xin u m a p p ella ti a it C a tu llu s capsum in cisio capsam ve cu m d ix it: « ÿ n ÿ v a s vero p lo x i-
n i habet veteris » 9. CIL IV 2.2.03: fu tu it m ula{tn) h ic ; 12.04: fioXa çooxouTptç
2.11 CARMINA 9 9 - IOO
IOO
10 0
IOI
102
103
Aut, sodes, mihi redde decem sestertia, Silo,
deinde esto quamvis saevus et indomitus;
aut, si te nummi delectant, desine, quaeso,
leno esse atque idem saevus et indomitus.
IO I, -L. advento V: advent Avant. 6. heu m iser, hei misero Trine. 7. haec: hoc
X m {in terra) hac Rossbach | prisco quae Parm.: priscoque V prisco de Ven. 8. tristi
muñere V: tristia muñera Ital. tristis muñera 0
1 0 3 , i. Si quicquam X m: i quicquam O si quoi {cui) quid Palmer | tacito : tacite Munro
{quidquid) taciti Stat. | am ico R2 m Ital. Ven.: antiquo V 3. meque V: me aeque Vos-
sius Iillorum V : Indorum Baehrens mystarum Lenchantin hilorum Herrmann
103, i. sestertia Ven.: sextertia D ltd. sextercia V 1. esto D2: est o X est O es oD
(?) 3. num {m )i R2 D2 Ital.: m im i {m i mi) X mimmi O
POESIE IOI - 10 3 2*15
IO I <
102
IO3
IOI, i. Verg. Aen. VI 691 6. Ovid. Fast. IV 85 io. C LE 734, il sq.; 1551, 6
2 .16 CARMINA
IO4
io s
106
IO7
IO 4
IO 5
Minchia si sforza di dar la scalata alla cima del monte Pipleo; <
le Muse con le forche lo fanno cadere a precipizio.
IO6
10 7
107, 3. Tibull. 1 8 , 31
2.18 CARMINA
108
109
6. lucem B. Guar.: luce V 7. sic. distinxit Conte | hac est O: me est E rn e s t me Ven.
hac res Lachmann hace Ribbeck hac rem Postgate hac re Kroll hac mi P. Oksala 8.
optandum Stat.: optandus V optandas Lachmann optandam (vita) Ribbeck optandam (in v i
ta) Postgate m i optandum est Pighi
108, i. S i, Com ini B. Guar. Stat.: sic hom ini V | populi Stat.: populan V (arbitrio) populari
Ven. (arbitrio) populi Calph. 4. execta Ç: exerta X m Ven. exercta O excepta D
109, i. amorem D t ri Ven.: amore V 6. (a)etemum X: eterne O altemum Ven.
POESIE 1 0 7 - 10 9 ì i 9
IO8
IO 9
HO
Ili
1 12
n o , i. A ufiliena et: auffìlena V aufilena D Ital. Parm. aufiliena Ven. x. quae X: quia
O 3. prom isti y Ven.: prom isisti V 4. et B. Guar.: nec V set P. Oksala | saepe
V: turpe Avant. 5. prom isse Parth. B. Guar.: prom issa V 6. A ufiliena cod. Le
ningrad.: auffìlena X m aut fillen a O aufilena Ital. Ven. 7. officiis Bergk: efficit V
effecit D ß Ven. est f i d i Schwabe effectis Ellis est f acinus Friedrich officio Riese nim io
Vahlen 8. toto D y : tota V totam Westphal
n i , i. A u filiena y : auffilenam G m auffilem am R aut fillenam O suphilom ena D aufilena
Ital. Ven. | contentam X D: contemptam O i. laus ex laudibus exim iis: laus est laudi
bus ex nim iis Baehrens | ex Passerai: est V e Scaliger 3. par D t: pars V fas
Ven. 4. <te parere> ex patruo (parere ex patruo Ital.) Friedrich: ex patruo V patruo
parere Ital. efficere ex patruo Ven. ex patruo parere Doering concipere (Rossbach) ex patruo
Ellis ex pâtre concipere Wiman
1 1 3 , i. es Parth.: est V | homo <est> qu i Scaliger: hom oque R m hom o G O homo sed D
Ven. homo qu i Ellis hom o alter Wiman hom ost quin Schwabe homo est quin Mynors
2.. descendit V: (quin) te scindât Schwabe te scindit Haupt te scandai Peiper
POESIE H O - I I 2. 2. 2.1
HO
Ili
1 12
US
ll4
F irm a n u s saltus non falso, M é n tu la , d ives
fertu r, qui to t res in se h ab et egregias,
aucupium o m ne gen us, piscis, p rata, arva ferasque.
N e q u iq u a m : fru ctu s sum ptibus exsu p erat.
s Q u a re co n ce d o sit d iv e s, du m om nia d esin t;
saltum lau dem us, du m m o do ip se egeat.
ll5
M e n tu la h a b e t in star trig in ta iu gera p rati,
q u ad ragin ta arvi; cetera sunt m aria.
C u r non d iv itiis C ro e su m superare p o tis sit,
u n o q u i in saltu to t b o n a p o ssid eat,
5 p rata, a rv a , in g en tis silvas saltusq ue palud esq ue
“ S
II4 <
US
usq ue ad H y p e rb o re o s et m are ad O ce a n u m ?
O m n ia m agn a h aec sun t, tarnen ip sest m axim u s ultro ,
non h o m o , sed v e ro m éntu la m ag n a m in a x.
116
7. ipsest Froehlich: ipse si V ipse est Çtj Ven. | ultro Parm.: ultor V alter Schwabe 8.
vero: vere Parth.
1 16, i. studioso: studiose B. Guar. | veni ante Birt: venante V | requirens Avant.: requires
V 2.. Battiadae D2 Parth.: bactriade R O batriade G batiade Ven. 3. q u i: quis
Ital. I lenirem G m Ven.: leniret R m2 O 4. tela Muretus: telis X cells O | infesta: in-
festum D Ven. | <m ih i> Baehrens: meum Muretus | m ittere in usque Ital. Muretus: m itte-
remusque V 6 . hic D ÇVen.: hiñe V hue Muretus 7. evitam us D ÇVen.: evita-
bim us V I am ictu t: am ie ta X D Ven. amitha O amica Parm. acta Baehrens 8. affi
xus V: afflixus m at fixu s Ç | nostris: nobis Parm.
POESIE I I 5 - lié 2- 2-5
116
Più volte nel passato sono venuto da te, cercando con tutto il
cuore
di farti avere i versi, che avevo tradotto da Callimaco,
versi con cui ti potessi placare e tu più non tentassi
di prendere di mira la <mia> vita con i tuoi dardi ostili;
5 oggi mi accorgo che questa è stata una vana fatica,
o Gellio, e i miei voti non si sono avverati.
Io con il mantello intorno al braccio paro i tuoi colpi contro
di me;
tu invece, trafitto dai miei, sconterai la vendetta.
Finito libro referamus grada xpo. amen. O, Explicit Catulli Veronensis libellus G
Versus dni Benvenuti de Campexanis de Vicencia de resurectione Catulli poete Ve
ronensis:
Ad patriam venio longis a finibus exul
causa mei reditus compatriota fuit
scilicet a calamis tribuit cui Francia nomen
quique notât turbe pretereuntis iter
quo licet ingenio vestrum celebrate Catullum
cuius sub modio clausa papirus erat.
Tu lector quicumque ad cuius manus hic libellus obvenerit scriptori da veniam si ti
bi coruptus videbitur. Quoniam a corruptissimo exemplari transcripsit.
Non enim quodpiam aliud expetabat unde posset libelli huius habere copiam exem-
plandi. Et ut ex ipso salebroso aliquid tantum suggeret decrevit potius tarnen coruptum
habere quam omnino carere. Sperans adhuc ab alliquo alio fortuite emergente hunc pos
se corigere. Valebis si ei imprecatus non fueris
1375 mense octobr. 19* qn
Cansignorius laborabat in
extremis et cet.
Lesbia damnose bibens interpretatur X.
FRAGMENTA
i , i . <lege> Buecheler: silva Scaliger cella Ellis dubitante! | Priapi Buecheler: Priape Ter.
Maur.
FRAMMENTI
1-4. Terentianus Maurus 1755, VI p. 406 Keil 1. Marius Victorinus VI p. 119 et 151
Keil; Bassus VI p. 160 Keil; Fortunatianus VI p. 2.68 et 191 Keil; Ps. Censorinus VI p.
605 Keil
2. Nonius p. 195 Lindsay s. v. ligurrire | <sine sem ine> de meo Lenchantin <priapo > de
meo Lindsay (o Priape >... de mero L. Mueller
3. Porphyr. Hor. Sat. 1 16, xi
CO M M ENTO
Il segno < che si trova sul margine destro della traduzione indica la presenza, nel
commento, di note indispensabili alla comprensione del testo, o comunque di natura non
tecnica; le note corrispondenti sono messe in rilievo da un segno identico, sul margine
destro del commento.
L’asterisco presente in alcuni luoghi del commento, così come al termine della biblio
grafia (p. XX), rinvia ai supplementi riuniti nell’appendice di «Addenda» (pp. 379-87).
i: Cornelio Nepote è un cisalpino (Plinio, Naturalis historia III 117: <
Podi accola), cui Catullo dedica probabilmente non l’intera opera
poetica, ma solamente i carmi di una breve silloge (libellus), ai quali
si addice la qualifica di nuyie (v. 4), tutto l’opposto dei ponderosi
Chronica di Nepote (P. Piernavieja, En tomo al Carmen I de Catulo,
«Estudios Clasicos» X V I I I 1974, p. 414; F. Cairns, Catullus I, «Mne
mosyne» X X II 1969, pp. 153-8), il quale scriveva anche egli poesie
erotiche (Plinio, Epistulae V 3,6), e stimava Catullo poeta alla pari di
Lucrezio (Nepote, Vita Attici 12.,4; cfr. F. Della Corte, Opuscula III,
Genova 1971, p. 197 sgg.). Fu probabilmente l’editore postumo del li
ber Catulli (F. Della Corte, Opuscula II, Genova 1972., p. 179 sgg.).*
i. Cui: cfr. Meleagro, Anthologia Palatina IV 1,1: Mouaa 9ÍX0C, x(vt
xàv&Ê çépeiç «à^xapitov aoi&áv, «O cara Musa, a chi porti questo can
to tutto pieno di frutta? ». In Catullo l’invocazione alla Musa è ritar
data al v. io. dono : l’indicativo denota convinzione, mentre il
congiuntivo di 100,5 (cu* faveam) incertezza e dubbio (cfr. E. Pasoli,
«Catullo e la dedica a Cornelio Nepote», in Saggi di grammatica lati
na , Bologna 1966, p. 3 sgg.). lepidum : il libellus, appena uscito
(modo), è scritto nello stile dei poetae novi e in particolare rende
omaggio a Cinna (E. Flores, La dedica catulliana a Nepote e un epi
gramma di Cinna, «Vichiana» V 1976, pp. 3-18). Non va esclusa una
voluta anfibologia (cfr. J. P. Elder, Catullus I, his Poetic Creed, and
Nepos, «Harvard Studies in Classical Philology» LX X I 1966, pp.
143-4; B. Latta, Zu Catulls carmen I, «Museum Helveticum» X X IX
1971, PP* 2.01-10).
i. pumice: femminile; con la pomice si lisciava di sopra e di sotto <
il rotolo di papiro (Ovidio, Trist. 1 1,11).
3. Comeli, tibi: cfr. 100,5: Caeli, tihi.
4. nugfis: (cfr. Orazio, Ep. I 19,41; Marziale, I 113,6; IV 10,4; V
80,3; X III 1,4) hanno carattere di lusus (cfr. 50,1).
6. tribus... cartis: in tre libri erano i Chronica di Cornelio Nepote,
2 .3 I COMMENTO I, 6 -1, Z
3. prìmum digitum: non tò áxpov tou SooctuXou, «la punta del di
to», ma, forse, secondo la numerazione delle dita, il primo, il pollice.
4. morsus: cfr. Cicerone, Senect. 15: avium minorum morsus, «le
beccate degli uccelli più piccoli».
5. desiderio: detto di persone care, cfr. Cicerone, ad fam. XIV
1 , 1 : mea lux, meum desiderium; X IV 1,4: mea desideria; Petronio,
139,4: tu desiderium meum, tu voluptas mea. S. Baker (Catullus’ cum
desiderio meo, «Classical Philology» LUI 1958, pp. 143-4) considera
l’espressione ambigua: sia Catullo sia Lesbia soffrono di nostalgia.
7. et solaciolum: viene dopo una ipotizzata lacuna; cfr. Carmina
Epigraphica 1188,3: est autem vitae dulce solaciolum, «è il dolce con
forto della vita».
8. credo: p a ra ta ttico , c o m e in 84,5 e in T e r e n z io , Hec. 855: me
expectat, credo, « m i a tte n d e , a lm en o lo c r e d o » . gravis... ardor, l ’a
m ore b ru cia c o m e feb b re; cfr. C e lso , III 4: febris gravior. acquie-
scet: cfr. P lin io , Epistulae IV 11,4: dolor meus acquiescet, « il m io d o
lo re si q u iete rà » .
9. ipsa: Lesbia.
10. levare: cfr. Ennio, fr. 335 Vahlen2: adiuvero curamve levasso,
«ti avrò aiutato e sollevato dall’affanno»; Cicerone, ad Att. I 18,1:
curam et angorem animi... levasti, «hai sollevato l’affanno e l’ansia del
cuore ».
5. volare-, cfr. Ennio, Arm ales 379 Vahlen2; Lucrezio, IV 390: ve
ils... volamus.
6. minacis A driatici: perché battuto dalla Bora; cfr. Orazio, Carm.
Ili 9,12. sg.
7. insulasve Cycladas: la disgiuntiva -ve , ripetuta al v. 9, divide in
tre parti il viaggio (Adriatico, Egeo e Propontide, Ponto).
8. nobilem : cfr. Orazio, Carm . I 7,1: claram R hodon ; cfr. Marzia
le, IV 55,6. Thraciam : aggettivo che concorda con Propontida ;
invece J. A. K. Thomson (Catullus IV 6-9, «Classical Review» LX IV
195°, p. 90) considera Thracia ablativo di Thracias, vento di NNO.
9. Propontida : odierno Mar di Marmara.
10. ubi: nel Mar Nero. post phasellus: cioè qui phasellus postea
fu it.
11. Cytorio in iugo: monte della Paflagonia; cfr. Orazio, Carm. I
14,11: Ponticapinus ; I 35,7: B itbyna... carina.
12. saepe sibilum : Pallitterazione rende il fischio del vento; cfr. L.
Richardson, Catullus 4 and Catalepton io again, «American Journal of
Philology» X C I I I 1972, pp. 215-22.
13. Am astri: capitale della Paflagonia, che fa parte della Bitinia, <
sul Mar Nero, sotto il monte Citoro, i cui bossi erano famosi: Virgi
lio, G eor. II 437: undantem buxo... Cytorum , «il Citoro ondeggiante
di bossi»; Plinio, Naturalis historia X V I 71: buxus... Cytoriis montibus
plurim a , «molti bossi sui monti del Citoro»; Strabone, X II 544; Eu-
stazio ad Omero, II. I 20.
14-6. tibi... tuo : di Amastri e del Citoro.
15. ultima ex origine: cfr. Cornelio Nepote, Vita A ttici 1,1: ab origi
ne ultima.
17. im buisse... in aequore: cfr. 64,11.
18. inde: avverbio o di luogo (dal Mar Nero) o di tempo (dopo il
varo). impotentia: cfr. 8,9; 35,12; Orazio, Carm. I li 30,3: A q u ile
impotens, «la tramontana che non conosce ostacoli».
19. sive dextera: sive solo davanti al secondo membro, come in
Orazio, Carm. I 3,17: tollere seu ponere vult fréta , «sia che voglia sol
levare o quietare i mari».
20. vocaret aura: cfr. Virgilio, A en. I li 356 sg.: aurae vela vocant,
«i venti chiamano le vele». Iupiter: è il vento; cfr. Ennio, E p i- <
charmus 54 Vahlen2: luppiter... qui ventus est, «Giove che è il vento».
20-1. utrumque... in pedem : cfr. Servio a Virgilio, A en. V 830;
Ovidio, Fasti III 565: pede labitur aequo , «scorre con le scotte tese da
ambe le parti »; pes è un tecnicismo nautico.
22. litoralibus diis: Glauco, Panopea, Melicerte (Virgilio, Geor. I <
437) e Palemone (Stazio, Silvae III 2,39), divinità cui i naviganti fan
no voti.
23. sibi: dativo di agente con participio perfetto (cfr. 8,5; 22,4;
35,18; 37,13; 116,5).
COMMENTO 4, 14 - 5, 2 2-37
6: Gli innamorati di solito parlano del loro amore: verbosa gaudet Ve-
COMMENTO 6,1- 7,3 2- 3 9
7: Ripresa del motivo del carme 5, ma più artificiosa (B. Arkins, Ca
tullus 7, «Antiquité Classique» X L V III1979, pp. 630-5).
i. Quaeris: cfr. 85,1: requiris; Properzio, II 1,1; 31,1. basiatio-
nes: cfr. basta (5,7); secondo la distinzione di Servio (a Virgilio, Aen.
I 160) Lesbia sarebbe quasi uxor; Marziale (XI 6,14: da nunc basia,
sed Catulliana, «dammi ora baci, ma alla moda di Catullo») sembra
invece sottolineare la carica di erotismo.
1. satis superque: cfr. Cicerone, Amie. 45; Orazio, Epodi 1,31;
17,19; Virgilio, Aen. II 641.
3. Libyssae arenae: cfr. Anthologia Palatina X II 145,3-4: xàrcò
Aißüamric / 4>áfjLfjLou <xpi6|A7]TT]v àpxiàaat c|>exa8oc. Anche in 61,106-7 sab
bia e stelle indicano grande quantità; cfr. Platone, Euthd. 194 B.
140 COMMENTO 7, 4 - 8 , 2
9: Veranio e Fabullo (cfr. carmi 11, 18, 47) vanno al seguito di gover
natori, prima in Spagna nel 60, non si sa agli ordini di chi, poi in Ma
cedonia nel 57 sotto Lucio Calpurnio Pisone Cesonino.
1. m ilibus trecentis: sott, passuum, numero indeterminato, cfr.
il,18; 11,10 ; 48,3; altri concordano con am icis; Cicerone, ad Att. II
5,1: Cato ilk noster qui m ihi unus est pro centum m ilibus, «quel nostro
famoso Catone che, a mio giudizio, vale da solo per centomila»;
Brut. 191: Plato enim m ihi unus instar est centum m ilium , «difatti Pla
tone, a mio giudizio, da solo tiene il posto di centomila».
3-5. venistine... Venisti: cfr. Teocrito, 11,1-1: îjXuôeç, qptXe xou-
pe*... / T¡Xu0e$, «sei venuto, o caro ragazzo... sei venuto».
4. unanimos: cfr. 30,1: unanim is... sodalibus; 66,80: unanim is... co-
niugibus; V irg ilio , A en . IV 8: unanimam ... sororem; V I I 335: unani
m os... fratres. anum que: a g g ettiv o ; cfr. 68A46; 78A,4; M arziale,
X I 13,14: sed quasi mater anus, « m a q u asi u n a v e c c h ia m a d re» .
M 2- COMMENTO 9, 5 - IO, 9
Ribbeck3: mane, Servi, quaeso, nisi molestum est, pauca sunt, «aspetta,
o Servio, ti prego, se non ti dà fastidio, sono poche parole».
28. Istud: A. Ghiselli (De Catulli cannine X , 2.8 sq ., «Latomus» I
1953, PP- 2-6-30) lo considera un nominativo enfatico isolato.
2-9- fugit me ratio : cfr. Plauto, Am pb. 386: fugit ratio te; [Cornifi-
cio] Rhetorica ad Herennium I I 24: fugisse rationem dicet.
30. Cinna est Gaius: per l’inversione fra praenomen e cognomen
cfr. Orazio, A rs 371: Cascellius A ulus. Anche Catullo aveva come
prenome Gaio e quindi il Gaio non è lui, ma Cinna, l’autore della
Zm ym a (95,1), che era stato in Bitinia, ma probabilmente nel 66/65
(cfr. T. P. Wiseman, Cinna the Poet, Leicester 1974, p. 4 8 ).
31. m ei: gen. del pronome personale. quid ad me: sott, attinet.
31. pararim : cioè paraverim; da notare l’ellissi di si.
33. insulsa m ale: cfr. Orazio, Serm. I 3,45: male parvus. vivis:
cioè es; cfr. 8,10; 107,7; m ,i.
l i : Come il carme 51, che segna l’inizio della passione amorosa, così
il carme 11, che segna l’addio definitivo a Lesbia, è in strofe saffiche.
Poiché i vv. 10-2 alludono alla spedizione di Cesare in Britannia, il
carme è stato scritto dopo che Cesare nel 55 passò il Reno e in au
tunno raggiunse la Britannia; nella primavera del 54 Gabinio restituì
l’Egitto (Ni/us) a Tolomeo Aulete, in estate Cesare tornò in Britan
nia, nel novembre Crasso iniziò la spedizione contro i Parti (Sagae).
Il tono ironico del carme si dovrebbe avvertire dal lungo preambolo
(cfr. T. E. Kinsey, Catullus ri, «Latomus» X X IV 1965, pp. 537-44);
esclude invece l’ironia G. Pennisi (Catullo e il carme dei «non bona
dieta », «Helikon» I 1961, pp. 127-38). Per giustificare la presenza di
Furio e Aurelio in questo carme, si sono formulate tre ipotesi: 1. Le
sbia ha tentato di riconciliarsi con Catullo, e si è servita come inter
mediari di Furio e Aurelio; 2. Furio e Aurelio, rivali in amore di Ca
tullo per Giovenzio, hanno tentato di allontanare Catullo dal giova
netto, facendolo riconciliare con Lesbia; 3. Catullo, dopo molte rot
ture e temporanee riconciliazioni, decide di troncare ogni rapporto
con Lesbia, e incarica Furio e Aurelio di riferire i non bona dieta.
Questa terza ipotesi è la più verosimile. Escludiamo la prima ipotesi,
perché non si dice che i due siano stati incaricati da Lesbia, né che
debbano dare una risposta. Escludiamo la seconda, perché a quell’e
poca dovevano essere cessate la gelosia e la rivalità per Giovenzio;
l’età efebica non dura a lungo. Rimossa, con la maggior età di Gio
venzio, la causa dell’inimicizia, Furio e Aurelio tornano ad essere
amici e persino vorrebbero essere comités C atulli; già pensano di in
serirsi in una delle cohortes am icorum , che stanno partendo per l’o
riente o per l’occidente. Sicuramente Orazio conosceva il carme 11,
se nel suo carme II 6, ripetendo lo stesso metro saffico, e sostituendo
a Furio e Aurelio, che formano una coppia indissolubile, il solo Setti
COMMENTO II, 1-8 M S
mio, ricalcando l’adonio tunditur unda (11,4) con aestuat unda, e con
tenendo il carme nello stesso ambito di versi, adatterà lo spunto ca
tulliano al caso suo. Le meraviglie, che nel 55 a. C. si raccontavano
delle terre lontane, dovevano attrarre Furio e Aurelio, incerti solo
sulla scelta: o la ricchezza d’oriente con Crasso o l’affascinante per
sonalità di Cesare il Grande. Ma se due avventurosi hanno tanto co
raggio da affrontare i rischi di viaggi, di attraversare mari, fiumi e
montagne, abbiano il coraggio di andare da Lesbia. Non si tratta di
un lungo messaggio: è fatto di due sole strofe, ma sono non bona die
ta (v. 16). Catullo a chi era venuto ad offrirsi compagno in una delle
due cohortes am icorum , disposto a tentare con lui ogni pericolo, con
vinto che la recente riconciliazione con Cesare fosse stata sufficiente
ad aprire le porte della carriera e dell’arricchimento, si dichiara di
sposto sì a servirsi di loro, non come comités per viaggi in paesi lonta
ni, ma solo per una pura e semplice ambasciata in città (v. 15).*
i. Furi et A u reli’, cfr. carmi 15, 16, l i , L3, 16. com ités’, sottin
teso fu tu ri; cfr. Orazio, Carm. II 6,1: Septimi, Gades aditure me-
cum ...y «O Settimio, che verresti con me a Cadice...»; I li 4,2.9-33:
uteumque mecum vos eritis... visam Fútannos hospitibus feros , «se voi
sarete con me... visiterò i Britanni crudeli con gli ospiti»; E podi 1,11-
4: te vel per A lpium iuga / inhospitalem et Caucasum / vel occidentis
usque ad ultimum sinum / forti sequem ur pectore, «ti seguirò con ani
mo coraggioso per le catene delle Alpi e per l’inospitale Caucaso fino
all’estremo golfo dell’occidente»; Properzio, I 6,1-4.
L-9. sive... sive : parodia dello stile sacrale; cfr. A. Ronconi, Studi
Catulliani, Brescia 19712, p. 174 nota x. Indos: cfr. Orazio, Ep. I
1,45; I 6 , 6 . Indi e Britanni (v. i l ) costituiscono i due punti estremi a
Sudest e a Nordovest.
3. ut: cioè ubi y cfr. coç = ò'0t, e 17,10. longe resonante: cfr. Vir
gilio, Geor. I 358 sg.: resonantia longe / litora. E oa: aggettivo da
EouSy l’Aurora.
4. tunditur: cfr. Virgilio, A en. V 1x5: saxum ... tunditur.
5. H yrcanos: abitavano le coste meridionali del Caspio, come i <
nomadi Sagpe (v. 6). C ’era in Roma l’aspettativa di una ripresa della
guerra in oriente, ma Crasso sarà sconfitto a Carre (nell’anno
53). Arabasve m olles: cfr. Manilio, IV 654: in m ollis Arabis; Vir
gilio, Geor. I 57: m olles... Sabaei.
6. Parthos: erano abili nel saettare fuggendo; cfr. Orazio, Carm.
II 13,18; Virgilio, G eor. IV 313-4.
7. septemgeminus: cfr. Ovidio, Met. I 4xx: septemfluus... N ilu s ;
Virgilio, A en. VI 800.
8. N ilus: cfr. Virgilio, G eor. IV X9X: viridem Aegyptum nigra fe -
cundat harenat «ingrassa con nera melma il verdeggiante Egitto»; Ci
cerone, Nat. deor. II 130: N ilu s... m ollitos et oblim atos agros ad seren-
246 COMMENTO II, 8-13
1. Cenabis: futuro iussivo; cfr. Plauto, Cure. 728: tu, miles, apud
me cenabis, «ti invito, o soldato, a cenare da me»; Cicerone, de Orat.
I I 246: cenabo... apud te, «vengo a cena da te».
2. 5/ tibi... favent: cfr. 55^ 8-
4. Candida puella: cfr. 35,8; $5,17; 68A,7o; Teocrito, 11,19: & Xeu-
xà TaXáxEta, «o bianca Galatea»; non è Lesbia, ma o una schiava o
una liberta (Orazio, Epodi 11,27; Carm. II 11,21), certo uno scortillum.
5. cachinnis: Lucrezio, V 1397: turn ioca, turn sermo, taw dulces es
se cachinni, «allora ci sono scherzi, colloqui, amabili risate».
6. venuste: cfr. L. Gamberale, «Venuste noster», Studi... in onore
di A. Traglia, Roma 1979, pp. 127-48.
8. plenus... aranearum: cfr. Afranio, fr. 412 Ribbeck3:
¿7 aranearum?, «forse il tuo forziere è così pieno di ra
gnatele? ».
9. weroj amores', al plurale anche a 10,1; cfr. Marziale, XIV 206.
h . unguentum: dono di Lesbia (meae puellae\ cfr. 2,1; 3,3; 11,15;
36,2); C. Witke (Catullus 13, «Classical Philology» LX X V 1980, pp.
325-31) giustamente esclude la funzione di lubrificante.
12. Veneres Cupidinesque: cfr. 3,1.
14. nasum\ Eroda (6,16) dice delle schiave: ¿>xa fxoGvov xocì ^Xaa-
aai, «solamente orecchie e lingua»; Esiodo (Theog. 26) dei pastori:
yocorépeç olov, « solo ventri »; Catullo di Mamurra: méntula maggia mi
naX (115,8).
14: Gaio Licinio Calvo, nato nell’ 82, morto nel 47 (cfr. carmi 50, 53, <
96); il suo nome va unito a quello di Catullo (Orazio, Serm. I 10,19;
Properzio, II 2.54; 34,87; Ovidio, Am. I li 9,62), perché poeta neo-
terico, autore di poemetti (Io), di epithalamia, di versi faleci e glico
nei, di esametri, di epigrammi (come Catullo, attaccò Cesare e Pom
peo) e di elegie. Nel giorno dei Saturnalia (17 dicembre) aveva inviato
a Catullo un’antologia di poeti (v. 5), che aveva a sua volta avuto in
dono da un cliente da lui difeso. La critica dei cattivi poeti ritorna
anche nei carmi 22 (Suffeno), 36 e 95 (Volusio).*
i. oculis meis: proverbiale, cfr. 3,5; 82; 104,2. Mecenate imitò
questo verso (fr. 2 Morel): ni te visceribus meis, Morati, plus iam dili
go, «se non t’amassi ormai, o Orazio, più delle mie viscere».
2. iucundissime: cfr. 50,16: iucunde.
3. odio Vatiniano: Vatinio odiava Calvo per le sue violente accuse <
(cfr. carme 53).
6. clienti: Calvo era patronus, cioè come avvocato aveva difeso il
cliente Siila.
7. tantum... impiorum: cioè tot impios\ i cattivi poeti sono «sacri
leghi», in quanto profanano la poesia, che le Muse ed Apollo proteg
gono (cfr. 16,5; Virgilio, Aen. VI 662: pii vates).
9. Sulla: per taluni va identificato con Lucio Cornelio Epicado, li-
COMMENTO 14, 9 - 14A H9
pes ha valore anfibologico: cfr. Ovidio, Ibis 46-7: pedem afferre, «ve
nire»; Trist. 1 1,16: pesy «metro».
13. saecli incommoda', cfr. 43,8.
15: Il ciclo di Giovenzio (carmi 24, 48, 81, 99), giovinetto amato da
Catullo, è collegato col ciclo di Furio e Aurelio (carmi 11, 15, 16, 21,
23, 26), due squattrinati rivali.
i. meos amores: cfr. 10,1; 21,4.
7. platèa: in luogo di platèa (tcXoctêioi, «piazza»).
9. a te metuo: cfr. Livio, X X III 33,1: metuens ab Hannibale.
11. ut lubet: non è da escludere la lezione iubet, sott, penis; cfr.
CIL I V 1938: méntula tua iubet; Priapea 37,13; 52,5.
12. paratum: sott, penem.
16. nostrum... caput: cioè me; cfr. Properzio, II 8,16: in nostrum...
caput.
19. raphanique: cfr. paçocvtSaxjtç (Aristofane, Nubes 1083), pena in
flitta agli adulteri. mugilesque: cfr. Scholia a Giovenale, 10,317:
mugilis piscis grandi capite postremas exilis, qui in podicem moechorum
deprehensorum solebat inmittiy «il muggine, pesce dalla testa grossa e
dalla coda piccola; era usanza infilarlo nell’ano degli adulteri sorpresi
in flagrante». L ’adulterio, considerato in Grecia e in Roma una delle
colpe più gravi, aveva anche questa pena spettacolare. Il scelestus (v.
15) Aurelio tende insidie a quel ragazzo che a Catullo era legato da
un foedus, lo stesso che unisce marito e moglie; chi infrangeva questo
loro foedus, inframmettendosi fra i due, era da considerarsi un adul
tero e come tale perseguibile con la pena tipica degli adulteri.
derare, ma i fatti; che prima aveva celato i suoi misfatti; ma lui di
mostrerà che non è estraneo alla mala azione ». Dal precetto si vede
che castus e integer hanno significato sinonimico. La fama di Catullo
era senza macchia; la macchia invece era nei facta e cioè, nel nostro
caso, nei versiculi ed erano quelli che spectarei oportet. Furio e Aure
lio proclamavano: 1. che non distant mores a carmine’, 2.. che, se la Mu
sa è iocosa, la vita non potrà essere verecunda; 3. che Vopus poetico,
rivelatore dell'uomo, non può essere né mendax né fictum (Ovid.,
Trist. II 353-4). La linea di difesa di Catullo segue la prescrizione re
torica (Rhet. ad Her. II 5): defensor primum demonstrabit vitam inte-
gram, si poterit; e infatti Catullo si dichiara castum, perché Vanimus
suo era ab tali culpa remotus. Che la vita dello scrittore possa essere
onesta, pur scrivendo egli versi licenziosi, che nulla hanno in comune
con l’effettiva condotta morale, è un motivo che sarà ripreso da Ovi
dio, Trist. II 354 e da Marziale, I 35; X u; X I 15,3.
i. Pedicabo... irrumabo: cfr. Priapea 35,1-2.: Pedicabere... /... inru-
mabo.*
5. pium: il buon poeta, sacerdote delle Muse, è contrapposto agli
impii (14,7), odiati dalle Muse; cfr. Plinio, Epistulae IV 14,5; Marzia
le, I 4,8.
7. salem ac leporem: cfr. Cicerone, de Orai. II 98: leporem quen-
dam et salem.
10. pilosis: opposti ai levia membra dei glabri (cfr. 33,7; 61,142.).
11. milia... basiorum\ sono i baci, più che per Lesbia, come riter
rebbe H. D. Rankin (A Note on some Implications o f Catullus XVI,
n -i}, «Latomus» X X IX 1970, pp. 119-11), per Giovenzio (carmi 48,
99), causa della rivalità con Furio e Aurelio.
13. male... marem: cfr. Ovidio, Ars. I 514: m alevir.
14. L ’epigramma si chiude col medesimo verso iniziale (cfr. carmi
36, 51 » 57)-
18-20: Gli editori aggiunsero qui il fr. 1 e i Priapea 85, 86; cfr. J. W.
Zarker, Catullus 18-io , «Transactions and Proceedings of the Ameri
can Philological Association» X C I I I 1962, pp. 502-22.
parole, nei suoni, nella pratica preferisce un certo qual gusto di città
e una non ostentata cultura attinta dalla conversazione degli speciali
sti, e infine ciò che è il contrario della rustidlas» (significan video ser
monean praeferentem in verbis et sono et usu proprium quendam gustum
urbis et sumptam ex conversatane doctorum tacitam eruditionem, deni-
que cui contraria sit rustidlas).
5. in palimpseston: papiro cancellato e riscritto: cfr. Cicerone, ad
fam. VII 18,2.: quod in palimpsesto [sott, scripsisti] laudo equidem par-
simoniam, «lodo la tua economia, perché hai scritto su un palin
sesto».
6. cartae regiae: p ap iro e g iz ia n o d ella m ig lio re q u alità (cfr. P lin io ,
Naturalis historia X III 74).
7. novi umbilici: la bacchetta, su cui si avvolgeva il rotolo di papi- <
ro (volumen a volvendo dictum), era di legno o di osso. lora...
membranae: le cinghie, che facevano da anello e custodia al volume
(Ligdamo, 1,9), erano tinte in rosso (Marziale, III 1,10; X 93,4; Ovi
dio, Trist. 1 1,7); membranae è dativo.
8. plumbo: le linee venivano tracciate con piombo; cfr. Antholo- <
già Palatina VI 62,1; 65,1-2. pumice... aequata: con la pomice si li
vellavano le fibre del papiro ai margini; cfr. 1,2; Properzio, III 1,8;
Ovidio, Trist. 1 1 , 11-3.
9. tu: si riferisce a Varo (v. 1), come al v. 20. bellus: qui non
ha il valore deteriore di 24,7; 81,2 e di Marziale, III 63.
10. fossor: cfr. P ersio , 5,122: cum sis cetera fossor, « m e n tr e se i per
tu tto il resto u n c a fo n e » .
12. scurra: n o n « b u ff o n e » , m a « u o m o d i c it tà » ( = urbanus); cfr.
P la u to , Tritt. 202; Most. 15; C ic e r o n e , Har. 42; O r a z io , Ep. I 15,27;
F ed ro, V 5,8.
13. tritius: corrotto in tristius nei codici; cfr. Cicerone, ad fam. IX
16,4: tritas aures; Vitruvio, II 1,6: tritiores manus (cfr. M. C. J. Put
nam, Catullus 22,13, «Hermes» X C V I 1968-1969, pp. 552-8).
14. rute: c io è rusticitate\ cfr. 36,19: pieni ruris et inficetiarum.
15. attigit: cfr. C o r n e lio N e p o t e , Vita Attici 18,5: attigit... poeti
cen; C ic e r o n e , Orai. 41: orationes attigerunt.
16. beatus: cfr. Orazio, Ep. II 2,107-8: gaudent scribentes et se ve
nerante et altro, / si laceas, laudani quicquid scripsere beati, «godono
quando scrivono e si incensano e, se taci, spontaneamente lodano
tutto quello che felici e contenti hanno scritto».
21. Il verso richiama una favola esópica (cfr. Fedro, IV 10,1-3): pe- <
ras imposait luppiter nobis duas: / propriis repletam vitiis post tergum dé
dit, / alienis ante pectus suspendit gravem, «Giove ci diede da portare
un paio di bisacce: quella piena dei propri vizi ce la pose sulle spalle,
quella gonfia degli altrui davanti al petto». Cfr. Orazio, Serm. II
3,299: respicere ignoto discet pendentia tergo, «imparerà a guardare ciò
che pende sulle spalle che non si vedono»; Persio, 4,24: sed praece-
COMMENTO 2.2., 2 1 - 1 3 , 1 7 2-55
denti spectator mantìca tergo, «ma guarda la sacca sulla schiena di chi
lo precede ».
23: Ciclo di Furio (cfr. carmi 11, 26) e di Giovenzio (cfr. carmi 24,
48, 81, 99). Sebbene non ci siano chiari elementi per dire che è im
possibile che il Furio catulliano sia identico al quasi coetaneo Furio
Bibaculo, la critica è piuttosto restia a concederlo. Furio è Lamico in
separabile di Aurelio. Essi hanno in comune la miseria. Di Aurelio si
può dire che è pater esuritionum (21,1); di Furio che non ha nulla da
temere (v. 8 sgg.) e neppure nulla da perdere (vv. 1-2). La casa non è
sua, ma dei suoi genitori: qui c’è un padre, ma c’è la coniunx lignea
parentis (v. 6), cioè una noverca che evidentemente non vede di buon
occhio il figliastro e perciò gli lascia mancare tutto. In più le cattive
condizioni finanziarie costringono i parentes a mangiare anche cose
dure come le pietre; e sono magri e rinsecchiti. Nel corpo di Furio
non si troverebbe neppure una goccia di liquido (vv. 16-7). Con que
sti e altri vantaggi, Furio se la passa bene; e quindi non chieda sem
pre quei centomila sesterzi che gli mancano (vv. 26-7).
i. cui ñeque...', cfr. Lucilio, fr. 243 Marx: cui ñeque iumentum est
nec servus nec comes ullusy «che non ha un cavallo da tiro, né uno
schiavo, né un compagno ».
5. Estpulcre: cfr. Cicerone, Nat. deor. 1 114: mihi pulchre est.
6. lignea: cfr. Lucrezio, IV 1161: nervosa et lignea.
8. pulcre concoquitis: cfr. Marziale, I 77,3.
9. incendia... ruinas: cfr. Seneca, Controversiae II, 1,11: tanta altitu-
do aedificiorum est tantaeque viarum angustiae ut ñeque advenus ignem
praesidium ñeque ex minis ullam in partem effugium sity «tanta è l’al
tezza delle case e tanta è la strettezza delle vie che non c’è alcuna di
fesa contro il fuoco né da nessuna parte scampo dal crollo»; Seneca,
Benef IV 6,2: ingens tibi domicilium sine ullo incenda aut minae meto
stmxity «ti costruì una grande casa che non desta timore di incendi o
di crolli»; Dial. VII 26,2; Giovenale, 3,190 sgg.
10. facta impia: cfr. 30,4; Lucrezio, I 83.
h . casus... periculomm: cfr. Cicerone, ad fam. VI 4,3: ad omnes
casus subitomm periculomm magis obiecti sumus, «siamo più esposti a
tutte le eventualità di improvvise disgrazie».
12. sicciora comu: cfr. Cicerone, Tuse. V 99: adde siccitatem quae
consequitur banc continentiam in vieto, «aggiungi la magrezza che è la
conseguenza di tale moderazione nel mangiare»; Senect. 34: summam
esse in eo corporis siccitatem, «in lui c’era una grande magrezza di cor
po»; Plinio, Naturalis historia X X X I 102: cornea videmus corpora pi-
scatomm, «vediamo che i corpi dei pescatori sono asciutti come
corna ».
16-7. sudor... nasi: Varrone, Cato vel de liberis educandis 27, ed.
Bolisani: eo sunt consecuti corporis siccitatem ut ñeque spuerent ñeque
X $6 COMMENTO 2 3 , 1 / • 24, 5
25: Chi non legge Tallus, ma Thallus ( = 0 áXXo<), può vedere il corri
spondente greco di Rollio (carme 11); ma Thallus è un nome frequen
te di schiavi e liberti.
i. Cinaede: cfr. 16,1. cuniculi: animale importato dall’Iberia
(Varrone, de re rustica III 11,6); da ciò O. Bianco (Ilpersonaggio del c.
15 di Catullo, «Giornale italiano di Filologia» X X 1967, pp. 39-48)
vorrebbe identificare Tallo con Egnatius (carmi 37 e 39).
1. medullula: cfr. Priapea 64,1: quidam mollior anseris medulla,
«un tale più molle del midollo d’oca». imula ondila: espressione
proverbiale; cfr. Cicerone, ad Quin. II 14,4: oricula infuma... mollio-
rem, «più molle del lobo dell’orecchio».
3. situquearaneoso: cfr. Priapea 83,30: araneosus... situs.
5. diva: la luna (cfr. 34,17); per J. Colin (Uheure des cadeaux pour
Thallus le cinède, «Revue des Etudes Latines» X X X I I 1954, pp. 106-
10) è invece Venere; per M. C. J. Putnam (Catullus 25,5, «Classical
Philology» LIX 1964, pp. 2.68-70) e L. A. MacKay (Catullus XX V 5,
«Classical Philology» L X I 1966, pp. 110-1) è Murcia; per R. Verdière
(«La déesse de Tallus», in Hommages à Marcel Renard I, Bruxelles
^69, pp. 751-7) è Laverna; per A. Allen (A Goddess in Catullus
[25,5], «Classical Philology» L X IX 1974, p. 2.12.) è Quiete. mu-
lierarios: cioè mulierum amatores (cfr. Corpus Glossariorum Latinorum
VI, s.v. femellarius: feminis deditus, quem antiqui mulierarium appella-
COMMENTO 2 4 , 5 - 2.6, 2 2-57
28: Ciclo di Veranio e Fabullo (carmi ix, 13, x8, 47; e cfr. nota a car
me 9), che, dopo la Spagna (60? a. C.), andarono in Macedonia.
i. Pisonis: negli anni 57-55 L. Calpurnio Pisone Cesonino (R.
Syme, Piso and Veranius in Catullus, «Classica et Mediaevalia» X V II
1956, pp. 1x9-34), suocero di Cesare, ebbe il governo proconsolare
della Macedonia, per cui fu accusato da Cicerone (in Pisonem).
X. aptissarcinulis: cfr. Ovidio, Her. 4,24: sarcinaque... apta.
5. vappa: vino svanito; cfr. Plinio, Naturalis historia XIV 1x5.
6. in tabulisi i conti si tenevano su tavolette.
8. datum: cioè expensum; cfr. Seneca, de ira III 31: data magno ae-
stimas, accepta parvo, «consideri di spendere molto, di guadagnare
poco».
9. Memmi: cfr. io,ix-3: irrumatorpraetor.
10. trabs: cioè penis.
COMMENTO z8, Il - 29 , 13 M 9
29: Ciclo dei Cesariani; il più noto dei quali è Mamurra di Formia, <
cavaliere romano, che, praefectus fabrum di Cesare durante la guerra
gallica, riuscì ad arricchirsi (cfr. Cicerone, ad Att. VII 7,6; Plinio,
Naturalis historia X X X V I 48: hic namque est Mamurra Catulli Vero-
nensis carminibus proscissus, «questi è Mamurra, fatto a pezzi dai car
mi di Catullo di Verong»). Il carme è stato composto dopo la prima
spedizione in Britannia (estate del 55) e prima della morte di Giulia
(54); Cesare è ancora socer e Pompeo getter, mentre con la morte di
Giulia cessava la parentela (cfr. Cicerone, pro Sestio 3,6; de Orat. I
7,z4; pro Cluentio 11,3 3 ; E- Bickel, Catulli in Caesarem carmina,
«Rheinisches Museum» X C III 1949, pp. 1-13; F . Della Corte, Ma-
murra carminibus proscissus, «Maia» X X X I 1978, pp. 45-8).*
i. quis... pati: cfr. 41,5: si pati potestis; Laberio, 150 Bonaria2: quis
potest pati?; Cesare, G a i 1 43,8: quis pati posset?
3. Mämurram: ma in Orazio (Serm. I 5,37) e Marziale (IX 59,1; X
4,11) Mamurra; oppure, se anche Catullo considera -a-, licenza metri
ca in prima sede. Cornata Gallia: la Gallia Transalpina; cfr. Cice- <
rone, Phil. V ili Z7.
4. ultima: spesso unito a Britannia (cfr. v. iz; i i , i z ).
5. Romule: Cicerone viene definito Romulus Arpiñas (Sallustio, <
Invectiva in Ciceronem 4,7), Silla scaevus ille Romulus (Sallustio, Hist.
I 4,45 Maurenbrecher); qui è Cesare.
7. perambulabit: cfr. Orazio, Epodi 4,5: licet superbus ambules pe
cunia, «benché cammini superbo per il tuo denaro».
8. albulus columbus: cfr. A le s si, fr. Z14 K ock : Xeuxoç ’AçpoBitrjç
e{|xt yàp Tteptarepoç, « so n o il b ia n co c o lo m b o d i A fr o d ite ». Cydo-
nius: c io è Cretensis puerorum amator o p p o sto ad albulus colum
bus = mulierum amator (cfr. P . O k sa la , Adnotationes criticae ad Catul
li Carmina, « A n n a le s A ca d em ia e S cien tia ru m F e n n ic a e » C X X X V , z
1965, p p . 40-1).*
io. impudicus... aleo: cfr. Cicerone, Cat. II Z3; Phil. I ll 35: impu-
dicis, aleatoribus, ebriis servire; X III Z4; Sallustio, Cat. 14,z. Dopo
questo verso P. R. Young (Catullus 29, «Classical Journal» LXIV
1969, P- 32-7 sgg.) fa iniziare un nuovo carme.
li-3. Bone nomine... ut: cioè ob earn causam. imperator unice:
ironico, come in 54,7; cfr. A. Cameron, Catullus 29, «Hermes» CIV
1976, PP- 155-63-
13. Méntula: cioè Mamurra, criptonimo osceno; per M. Rambaud
(«César et Catulle», in A. Thill, L'élégie romaine, Paris 1980, pp. 37-
50) sarebbe Labieno.*
2.6o COMMENTO 2.9, 1 4 - 3 0
30: Il carme segna la rottura della concordia fra Catullo e Alieno che <
fino allora erano stati amici, e quindi deve coincidere con l’inizio di
una inimicizia; il legame fra Alieno e Catullo rientrava nella sfera
delYamicitiay ma Alieno aveva voluto che ci fosse di più, inducens in
amorem; e, poiché Yamor è Yadfectio animi, non si trattava più di un
semplice rapporto di convenienza, ma di un più profondo legame.
Alle scuole di retorica si insegnava: amor fugiendus non est, nam ex eo
verissima nascitur amicitia (Rhetorica ad Herennium II 35). Secondo
l’etica degli antichi l’ottimo era quando l’amicizia raggiungeva il me
desimo grado di attaccamento che potevano produrre la parentela o i
rapporti sentimentali e sessuali. In più Yamor aggiungeva qualcosa di
esclusivo ed egoistico. Aequus deve essere il compagno, quando è fa
vorevole e parteggia per l’amico, iniquus se non parteggia o se com-
COMMENTO 3 0 - 3 1 , 13 z6l
pie qualcosa che non sia a suo vantaggio. In quella serie di vocativi,
false, dure, perfidey il più significativo è proprio inique. Alfeno aveva
assicurato: quasi tuta omnia mi forent (v. 8) e invece lascia il povero
Catullo in malis (v. 5); mentre doveva non negligere la loro amicizia,
tanto più che essa si era accresciuta fino ad arrivare al grado di amor.
Alfeno è molto probabilmente il giurista P. Alfeno Varo, consul suf-
fectus nel 39 (cfr. Orazio, Serm. I 3,130; Donato, Vita Vergila 19;
Gellio, VII 5,1; Digestum I z,z e 44), forse lo stesso dei carmi io e zz
(cfr. Della Corte, Personaggi, p. 113 sgg.). Sul foedus dell’amicizia ve
di P. Fedeli, «Il carme 30 di Catullo», in Studia Fiorentina A. Ronco
ni oblata, Roma 1970, p. zi3 sgg.
i. immemor: cfr. 64,58, 1Z3, Z48. unanimis: cfr. 9,4; dativo .
costruito con falsus.
4. caelicolis: cfr. 64,386; 68A,i38; Omero, Od. XIV 83; ou [lèv
oxéxXia ïpya 0eot jiaxapEç çiXéouaiv, «gli dei beati non amano le azioni
malvage ».
7. animam tradere: cfr. Plauto, Asin. 141: amans ego animum meum
isti dediy «innamorato io le ho dato la mia vita».
9. Idem: enfatico; cfr. zz,i4. retrahis te: cfr. Orazio, Ep. I
18,58: ne te retrahas.
10. ventos... sinis: proverbiale, cfr. 64,59 e M1 » 65,17; Omero,
Od. V ili 408 sg.; Euripide, Tro. 419; Apollonio Rodio, 1 1334; Teo
crito, zz,i68; Z9,35; Virgilio, Aen. IX 313; (Tibullo] III 6,Z7; [Virgi
lio] Culex 380 e 383. irrita: prolettico. aerias: cfr. A. Lunelli,
Aerius. Storia di una parola poeticat Roma 1969, p. zi.
h . Fides: la Fede, divinità concettuale, venerata sul Campidoglio <
(Orazio, Carm. I 35,zi); cfr. Cicerone, Off. I li 104: qui... ius iuran-
dum violât, Fidem violât, «chi viola un giuramento, viola la Fede»;
Virgilio, Aen. I Z9Z; Orazio, Carm. I z6,io; Saec. 57.
31: Carme scritto a Sirmione, sul lago di Garda, dopo il ritorno dalla
Bitinia, avvenuto nel 56 a. C. Cfr. R. J. Baker, Catullus and Friend in
Carm. X X X Iy «Mnemosyne» X X I I I 1970, pp. 33-41.*
i. Paene insularum: l’avverbio è unito al sostantivo; cfr. Livio,
X X V 11,1: in paene insulae modum, «a guisa di penisola»; X X X I 40,1:
oppidum... in paene insula situm, «città fortificata... posta su una pe
nisola». Una lingua di terra congiunge Sirmione alla costa del Garda.
z. ocelle: cfr. Cicerone, ad Att. XVI 6,z. in liquentibus sta-
gnìs: cfr. 64,z: liquidas Neptuni... undas.
3. uterque Neptunus: cfr. L. Delatte, Uterque Neptunus, «Antiqui
té Classique» IV 1935, pp. 45-7.
5. vix mi ipse credens: cfr. Plauto, Rud. Z45: vix mihi credo;
Amph. 416: mihi non credo. Thyniam... Bithynos: i Tini e i Bitini
erano divisi dal fiume Psilio; cfr. 10,7; Z5,7.
13. Lydiae: il Benaco era nel territorio un giorno occupato dagli <
2.61. COMMENTO 3 1, 1 3 - 3 4
33: Contro padre e figlio Vibenni, a noi ignoti; cfr. Ch. L. Neudling,
A Prosopography to Catullus, «Iowa Studies in Classical Philology»
X I I 1955, p. 184.
i. balneariorum: i Romani frequentavano le terme o i bagni, in cui
spesso avvenivano furti; cfr. 25,7 nota; Plauto, Rud. 382 sgg.; Petro
nio, 30,8; Digestum 1 15,3, 5.
4. cu lo... voraciore: cfr. Marziale, II 51,6-7: infelix venter spectat
convivia cu li / et semper miser hic esurit, Ule vorat, «lo sventurato ven
tre guarda il banchetto del culo; e quello poveretto ha sempre fame,
questo divora».
5. malasque in oras: cfr. Terenzio, Phorm. 978: in solas térras.
7. pilosas: cfr. Priapea 3,4.
34: Inno a Diana, che non pare scritto per cerimonia ufficiale, né in <
occasione delle solennità sull’Aventino, né di quelle ad Arida. La
prima e la sesta strofe del carme catulliano parrebbero affidate al co
ro dei pueri e delle puellaey la seconda e la terza al semicoro delle
puellae , la quarta e la quinta dei pueri. Qui Diana, assimilata alla gre
ca Artemide, è invocata come Ilithya, dea dei parti, come Hecate e
Selene. Identificata con Iunoy Trivia e Luna , esercita un influsso sulla
COMMENTO 34, L-i 8 263
così chiamati dai percorsi della luna, che compiono lo spazio misu
rato ».
2-0. frugibus expies: cfr. Orazio, Carni. IV 6,38-9: Noctilucam , /
prospérant frugum , «la luna che fa prosperare le biade»; Seneca, Ben.
IV 13 ,1: num dubium est quin... tepore efficaci [sott, lunae] et penetra
b ili regatur maturitas frugum ?, «forse si può dubitare che col tepore
fattivo e penetrante della luna non si determini la maturazione delle
biade?».
21- 2. quocum que... nomine', cfr. Macrobio, III 9,10: sive vos quo
alio nomine fas est nominare, «sia con quale altro nome è lecito chia
marvi»; Servio a Virgilio, A en. II 351: luppiter optime maxim e, sive
quo alio nomine te appellali volueris, «o Giove ottimo e massimo, sia
con quale altro nome avrai voluto farti chiamare»; Orazio, Saec. 15-
6: sive tu Lucina probas vocari / seu G enitalis , «sia che tu acconsenti
di essere chiamata Lucina, sia Genitale ».
22- 4. K om ulique... gentem: cfr. Porcio Licino, fr. 1,2 Morel; Ora-
zio, Saec. 47.
23. antique', cioè antiquitus.
24. sospites: termine liturgico; cfr. Ennio, fr. 29$ Vahlen2; Plau
to, A u l. 546; Livio, I 16,3: exposcunt uti volens propitius suam semper
sospitet progeniem , «chiedono che benevolo e propizio faccia conti
nuare sempre la sua stirpe». bona... ope: cfr. 67,2: teque bona lu -
piter auctet ope.
3 5 :11 carme deve essere stato scritto o nel 59 a. C. o subito dopo; nel
59 Cesare aveva dedotto la colonia di N ovum Com um (cfr. Appiano,
de bello civili II 26; Svetonio, lu i. 28); qui abita Cecilio (cfr. Della
Corte, Personaggi, p. 135 sgg.; F. O. Copley, Catullus 35, «American
Journal of Philology» LX X IV 1953, pp. 149-60), autore di un poema
su Cibele (cfr. carme 63).*
i. Apostrofe alla lettera: cfr. Ovidio, Pont. IV 5,1: ite, leves elegi,
«andate, leggere elegie»; Stazio, Silvae IV 4,1: curre per Euboicos non
segnis, epistula, campos, «lettera, corri veloce per i campi Euboi-
ci». tenero : poeta erotico; cfr. Ovidio, Ars. II 273: teneros versus;
Am . II 1,4: teneris... m odis; Marziale, VII 14,3; X II 44,5. sodali:
come Cinna (10,29), Veranio e Fabullo (12,13; 47.6), Alieno (30,1).
3. veniat: ellissi dell’«/.
4. Larium : aggettivo; lago di Como.
6. am ici... m eique: un amico comune; cfr. Cicerone, ad A tt. V ili
153,3: Balbi m ei tuique\ IV 2,5: Varronis lu i nostrique.
8. candida : unito a puella (13,4), ne indica la bellezza (61,194); cfr.
Virgilio, E cl. 2,15-8.
io. roget: con Tinfinito; cfr. 13,13.
12. deperii: cfr. 100,1. inpotente amore: cfr. 8,9; Plinio, Epistu-
COMMENTO 3 5 , I L - 3 6 , IO 16 5
36: Una donna, quasi certamente Lesbia, aveva fatto voto, se Catul- <
lo avesse cessato di perseguitarla con i suoi giambi, di sacrificare a
Vulcano electissima pessimi poetae scripta. Catullo non la colpisce più;
quindi Ü voto è stato esaudito; ma quali sono «gli scritti scelti del
peggiore poeta»? Sono gli Armales di Volusio (cfr. V. Buchheit, Ca
tullus D ichterkritik in c. 36, «Hermes» LX X X V II 1959, pp. 309-17;
G . W . C lark e, The Burning o f Books and Catullus X X X V I, « L a to -
mus» X X V II 1968, pp. 575-80).
i. Annales V olu si: va esclusa l’identificazione di Volusio con lo
storico contemporaneo Tanusio (Svetonio, lu i 9 ,1; Plutarco, Caes.
11,3 ), sulla base di Seneca, Ep. 93,11: annales Tanusii seis quam pon
derosi sint et quid vocentur, « sai quanto siano voluminosi gli annali di
Tanusio e come li chiamino», perché Tanusio è noto solo per un’ope
ra di prosa (E. Castorina, Volusio poeta novus, «Giornale italiano di
Filologia» 1 1948, pp. 17-36), e forse era filopompeiano (M. G. Mor
gan, Catullus and the Annales Volusi, «Quaderni Urbinati di Cultura
Classica» X X X I I I 1980, pp. 59-67).
1. mea puella : quasi sicuramente Lesbia, cfr. 1,1; 3,3 e 17; 11,15;
I 3» 11*
3. sanctae Veneri: mentre in 68,5 è probabilmente l’amore coniu
gale, qui è l’amore monogamico associato ai Cupidines, come in 3,1;
^ .
4. restitutus: crr. 107,4: te restituís.
5. truces... iambos: iam bi, come in 4 0 ,1 e 54,6, sono gli endecasil
labi faleci, dal contenuto sarcastico.
7. tardipedi deo : Vulcano, zoppo. daturam : sott. se\ cfr. 41,4. <
8. infelicibus... lignis: cfr. P lin io , Naturalis historia X V I 108: infeli
ces [so tt, arbores] existimantur damnataeque religione, quae ñeque se-
runtur nec fructum ferunt, « s o n o r ite n u ti alb eri in fe lic i e c o lp iti dalla
su p e r stiz io n e q u elli c h e n o n si p ia n ta n o n é d a n n o fr u tto »; P a o lo F e-
sto , p. 81,±6 L in d say; M a cro b io , III 2.0,3; C ic e r o n e , M il. 33.
io . iocose lepide: a sin d e to .
2.66 COMMENTO 36, I I - 3 7, 5
39: Egnazio, originario della Spagna, era uno degli amanti di Lesbia
(cfr. 37,19).*
з. subsellium : banco dei giudici e degli accusati (cfr. Cicerone, ad
fam. V ili 8,1: ad subsellia rei; pro Roseto Amerìno 17: in accusatorum
subselliis\ ad fam. X III 10,2.; Brutus 2.89; Orai. 1 164).
5. lugetur: cfr. Terenzio, And. 12.9: in ignem impositast: fletur,
«venne posta sul rogo: si piange». orba... mater: cfr. Cicerone, ad
fam. IX 2.0,3: patriam eluxi iam et gravius et diutius quam ulla mater
unicum filium , «piansi ormai la patria con più dolore e più a lungo di
quanto nessuna madre piangerebbe il suo unico figlio».
7. hunc... morbum: cfr. Seneca, Clem. II 6,4: scias... morbum esse,
non hilaritatem, semper adriderey «sappi che il ridere sempre è affezio
ne morbosa, non allegria ».
8. urbanum: cfr. v. io; 2.2.,!; Cicerone, ad fam. IX 15 ,1: urbani sa
les , «garbate facezie»; pro Caelio 33: et leniter et urbane; Off. I 104:
elegans, urbanum, ingeniosum, facetum\ pro Caelio 6; ad fam. I li 8,3:
te hominem non modo sapientem, verum etiam, ut nunc loquimur, ur
banum, «tu uomo non solo saggio, ma anche, come diciamo oggi, ur
bano»; cfr. Quintiliano, Inst. VI 3,107; Cicerone, Brutus 170.
li. pinguis: ma parcus nei codici; cfr. Persio, 3,74: pinguibus Um-
bris; Virgilio, Geor. II 193: pinguis Tyrrhenus; Ateneo, X II 52.6F. So
no menzionati popoli dellTtalia centrale.
13. meos : i Cisalpini.
14. puriter: in opposizione a lotium\ cfr. v. 2.1; cfr. 76,19; Paolo
Festo, p. ¿93,7 Lindsay: aqua pura lavatum. la vit : cioè lavai, ar
caico; cfr. Orazio, Serm. I 5,24: ora manusque lavimus; Virgilio,
Geor. I li 2.2.1.
16. risu... est: Menandro, Monosticba 88 Meineke ( = 144 Jaekel):
yi\<ù$ àxaipoç ¿v Ppoxotç Seivòv xaxóv, «negli uomini il riso inopportu
no è terribile malanno».
17. Celtiber: popolazione iberica; cfr. 37,18. Celtiberia in ter
ra: cfr. Livio, X X V 7,4: in terra Italia.
19. russami prolettico.
2.0. vester: cioè tuus.
и . loti : cfr. Petronio, 57,3: non valet lotium suum.
40: Contro uno sconosciuto Ravido, Catullo riprende uno spunto ar-
chilocheo (fr. 166 Tarditi): xiç <ràç TcapTjetpe cppévaç; = quaenam te mala
mens agit?; àaxotai <paiveai yéXox; = pervenias in ora vulgi.
i. mala mens: cfr. 15,14-5: quod si te mala mens furorque vecors / in
COMMENTO 40,1-41 169
Poeti. 280; Properzio, II 15,2: lectule deliciis facte beate mets, «o letto
che ti bei dei miei piaceri». libidinisque: accusativo.
26. auspicatiorem: forma rara di comparativo; cfr. Plinio, Natura-
lis historia X III118 .
49: Negli elogi smaccati per il grande oratore la critica scorge un in
tento ironico e parodistico (cfr. D. E. Wormell, Catullus 4% «Phoe
nix» X V I I 1963, pp. 59-60; J. Ferguson, Catullus and Cicero y «Lato-
mus» X X V i q 6 6 , pp. 871-2; D. Gagliardi, Su l carme 49 di Catullo,
«Le parole e le idee» IX 1967, pp. 227-32; H. Gugel, Cicero und Ca-
tully «Latomus» X X V I 1967, pp. 686-8; A. Dinoi, I l carme 49 del L i
ber CatullianuSy «Vichiana» V 1968, pp. 5-20; R. E. H. Westendorp-
Boerma, O nce more Catullus 49 and Cicero , «Giornale italiano di Fi
lologia» X X I 1969, pp. 433-6; G. Boersma-Zuur, Catullus, c. X L IX ,
Spot o f Ernst?y «Hermeneus» X L 1969, pp. 297-8; E. Laughton, D i
sertissime R om uli nepotumy «Classical Philology» LX V 1970, pp. 1-7;
V. Buchheit, «Literarische Kritik an T. Annius Cimber [Verg. Ca-
tal. 2], Cicero [Cat. c. 49] und Sestius [Cat. c. 44]», in Festschrift
zum 60. Geburtstag von K . Büchner, Wiesbaden 1970, pp. 37-45), che
solo pochi studiosi negano, come D. Romano (Il significato d el c. 49
di Catullo y «Aevum» X X V III 1954, pp. 222-9). D. F. S. Thomson
(Catullus and Cicero. Poetry and the Criticism o f Poetry, «Classical
World» LX 1967, pp. 225-30) vede nei carmi 49-51 un trittico. M.
Monbrun (Encore sur Cicéron et Catulle. Raisons et date d'une rupture,
«Pallas» X IX 1972, pp. 29-39) data Ü carme al 54 a. C. La quarta e
ultima silloge degli hendecasyllabi dovrebbe iniziare con questa dedi
ca e chiudersi al c. 60.
2.7 6 COMMENTO 4 9 , / - 50 , 2
50: Una lettera analoga scrisse Cicerone (ad A tt. IX 10,1). A Licinio
Calvo sono indirizzati i carmi 14 e 53, ma questo carme 50, secondo
W. C. Scott (Catullus and Calvus [Cat. 50], «Classical Philology»
LXIV 1969, pp. 169-73), sarebbe destinato a un più vasto uditorio.
1. H estem o... die: cioè beri. otiosi: cfr. 10,2; cfr. C. P. Segai,
Catullan otiosi: the Lo ver and the Poet, «Greece and Rome» X V II
i97°, pp. 25-31; W. Kissel, M ein Freund, ich liebe dich, «Würzbürger
Jahrbücher für die Altertumswissenschaft» VI b 1980, pp. 45-59.
2. lusim us: cfr. Virgilio, E cl. 1,10: ludere quae veilem calamo per-
misit agresti, «mi lasciò cantare quello che volevo sulla rustica zampo
COMMENTO 50 , 2 - 5 1, 4 2-77
gna»; 6,1; Geor. IV 565; Plinio, Epistulae VII 9,9. tabellis: cfr.
42,11: codicillos; Marziale, X IV 6,1; 4,2.
3. ut... delicatos: cfr. 2,1; 45,24; Plauto, Men. 119; Seneca, Ep.
5 5*9-
4. versículos: cioè
6. reddens mutua: cfr. Virgilio, Ec/. 7,18 sg.; Ovidio, Afe/. V ili
717: mutua... reddebant dieta, «parlavano a botta e risposta»; mutua,
cioè mutuos versículos. per... vinum: cfr. 12,2: /» ioco ¿7/##e t>/V/o.
7-8. lepore... facetiisque: cfr. 12,8-9.
h . /oto... ledo : cfr. Archiloco, fr. 203 Tarditi; Properzio, II
22B47: toto... lecto\ I 14,21: toto... cubili; IV 8,88: toto... toro; Gio
venale, 13,218: toto... toro.
13. simul... essem: cfr. 21,5: rò»«/ Orazio, Ep. I 10,50: #0« 5/-
mul esses; Cicerone, ad fam. IX 1,2: dum simul simus.
14. labore: cfr. Plauto, C#rc. 219; Pseud. 695.
16. iucunde: cfr. 14,2: iucundissime Calve; Orazio, 5erw. I 3,93:
iucundusamicus; I 5,44: iucundo... amico.
18. i/i: cioè 5/ />/5.
20. Nemesis: cfr. 64,395 nota; Ovidio, Aie/. I li 406.
21. Est... dea: cfr. Strabone, X II 588: sari Sé tiç Néjxeaiç peyáXrj
0eôç, «Nemesi è una grande divinità». Secondo M. Lavency (L’ode à
Lesbie et son billet d ’envoi, «Antiquité classique» X X X IV 1965, pp.
175-82) il carme 50 serviva da biglietto d’invio del successivo carme
51-
51: Non è una traduzione, ma l’adattamento dell’ode di Saffo (fr. 31
Lobel-Page) a una situazione personale (cfr. A. Barigazzi, L ’ode di
Saffo... e l ’adattamento di Catullo, «Rendiconti dell’Istituto Lombar
do» LX X V 1941-1942, pp. 401-30; G. Basta Donzelli, Di Catullo e di
Saffo, «Studi italiani di filologia classica» X X X V I 1964, pp. 117-28;
G. Jachmann, Sappho und Catull, «Rheinisches Museum» CVII
1964, pp. 1-33; H. Akbar Khan, Color Romanus in Catullus 51, «La-
tomus» X X V 1966, pp. 448-60). La vicenda d’amore si apre con que
sta saffica, in cui Catullo inserisce il nome di Lesbia, e si chiude con
la saffica del carme 11.*
i. par... deo: taoç Géoioiv.
2. si fas est : cfr. Ovidio, Trist. V 3,27: si fas est exemplis ire deo-
rum, «se è lecito procedere con l’esempio degli dei»; Cicerone, Tuse.
V 38: cum ipso deo, si hoc fas est dictu, comparati potest, «può essere
confrontato, se è lecito dirlo, con lo stesso dio». Alle parole di Saffo
(«l’uomo che si pone di fronte a te ascolta quello che di dolce gli sus
surri all’orecchio») Catullo aggiunge identidem *
4. audit: ¿80 çaivetaaç u7caxoóei; Catullo aggiunge spedai. Cfr.
Orazio, Carm. I 22,23-4: dulce ridentem... dulce loquentem.
COMMENTO 5 1, 5 -1 3
52: Nonio e Vatinio sono due cesariani. Nonio è da identificare con <
Nonio Aspernate, un cesariano, proconsole in Africa nel 46 a. C.
(Bellum Africum 80,4) e non con Nonio Suffenate, pretore nel 52.
(cfr. Della Corte, Personaggi, pp. 1^43-5; L. Ross Taylor, Magistrates o f
SS B . C. in Cicero's Pro P ian d o and Catullus 52, «Athenaeum» X LII
1964, pp. 11-2.8), su indicazione di Plinio (Naturalis historia X X X V II
81 : ab Antonio proscriptas est Nonius senator, filiu s strumae N on i eius,
quern Catullus poeta in sella curuli visum indigne tulity «il senatore
Nonio fu proscritto da Antonio, figlio di quello scrofoloso Nonio,
che il poeta Catullo mal sopportò vedere seduto sulla sedia cumie»),
Vatinio, tribuno nel 59, pretore nel 55 , fu consul suffectus solo nel
47; quindi Catullo non lo ha potuto vedere console, quand’anche
proprio sulla base del carme 51 si tenti di prolungare la vita di Catul
lo fino al 47 (A. A. Barrett, Catullus 52 and the Consulship o f Vati-
niuSy «Transactions and Proceedings of the American Philological
Association» C I I I 1972, pp. 23-38). Come Nonio era scrofoloso, così
scrofoloso era anche Vatinio (Cicerone, ad Att. II 9,2; Plutarco, Cic.
26,2), un losco individuo che Calvo (53,2-3) bollò a sangue. La sua
certezza di diventare console nasceva dal sapere che il suo nome era
stato inserito in quelle longue... paginulae di futuri consoli (Cicerone,
ad A tt. IV a 2) che i triumviri avevano approntato a Lucca. Uomo di
grandi ambizioni, forte dell’appoggio di Cesare (Cicerone, in Vati-
nium 38: palam dictitas te... am ore... Caesaris omnia quae velis conse-
cuturum), ricoprì il consolato solo per pochi giorni (Dione Cassio,
X LII 55; Macrobio, II 13,15). Di lui dice Seneca (Dial. II 17,3): ho
minem natum et ad risum et ad odium.
i. Q uid est: cfr. Plauto, R ud. 676; Capt. 578; Cicerone, de Orat.
II 59; Orazio, Carm. I li 27,58: quid mori cessas?*
2. 8 o COMMENTO 5 2., 2 - 5 4
53: P. Vatinio fu accusato da Calvo almeno tre volte: nel 58, in base <
alla Lex Licinia et Iunia, nel 55 de ambitu, in un celebre processo (Ta
cito, Dial. 21,4: in omnium studiosorum manibus versantur accusatio-
nes quae in Vatinium inscribuntur, ac praecipue secunda ex bis oratio:
est enim verbis ornata et sententiis, auribus iudicum accommodata, «gi
rano per le mani di tutti le accuse “Contro Vatinio” , e soprattutto di
queste il secondo discorso, che è pieno di belle parole e di frasi, adat
to all’orecchio dei giudici»), nel 54 de sodaliciis, quando fu difeso da
Cicerone. Se Calvo attaccò Vatinio dopo il convegno di Lucca (aprile
56 a. C.), il carme non è stato composto in occasione del primo pro
cesso del 58 a. C., ma nel 55 o nel 54 a. C. Era Calvo parvolus statura
(Seneca, Controversiae VII 4,7; Ovidio, Trist. II 431: exigui Calvi). Si
racconta che Vatinio protestò contro Calvo: rogo vos, iudices: num si
iste disertus est ideo me damnari oportet?, «ma io vi chiedo, o giudici:
forse proprio perché costui sa parlare bene, bisogna che io sia con
dannato?». Anche Seneca presenta l’oratore in atteggiamento aggres
sivo (Controversiae VII 4,7: violentus actor et concitatus).
1. corona: cfr. Quintiliano, Inst. X II 10,74; Cicerone, Brut. 192;
289; 290.
2. mirifice: cfr. 71,4; 84,3.
4. manusque toliens: cfr. Cicerone, Acad. II 63: Hortensias autem
vehementer admirans..., ut etiam manus saepe tolleret, «Ortensio, mo
strando tanta meraviglia..., che spesso levava in alto le mani»; ad
fam. VII 5,2.
5. Di magyii: cfr. 14,12. salaputium: non salapantium dei codici
(cfr. CIL V ili 10570: cura[m] agente C. Iulio Pel[ope] Salaputi mag[i-
tfro]); per J. Knobloch (Catull c. 53,5 und Cicero, «Rheinisches Mu
seum» C X I I 1969, pp. 23-9) è soprannome adatto a un uomo di bassa
statura. Un’interpretazione oscena ne dà E. Bickel, Salaputium, mén
tula salax, «Rheinisches Museum» X C V I 1953, pp. 94-5.
54: Contro quattro cesariani. Cesare, secondo Cicerone (ad fam. <
V ili 4,2), era solito infirmorum hominum amicitiam sibi qualibet
adiungere, «procurarsi a qualsiasi prezzo l’amicizia di uomini da po-
COMMENTO 54-55,3 2 .8 1
61: Il carme fu scritto per le nozze di Vibia (Vinia o lunia danno i co- <
dici) Aurunculeia con Manlio, probabilmente L. Manlio Torquato,
pretore nel 49 a. C., di parte pompeiana. Dal de finibus bonorum et
malorum di Cicerone (libri I e II), in cui è interlocutore del dialogo,
si desume la sua adesione all’epicureismo (cfr. Della Corte, Personag
gi, P- 87 sgg.).
Nella Grecia arcaica l’epitalamio appare presente in Omero (II.
X V III 493), Esiodo (Scut. 173-9), Saffo; in età attica ricompare pres
so Euripide (Tro. 307-40; Phaeton 116 , ed. Diggle) e Aristofane (Aves
172.5 sgg.; Pax 13 3 1 sgg.); in età ellenistica presso Teocrito (18) e Par-
tenio (fr. 3 1 Martini). In età catulliana furono composti epitalami da
Ticida (fr. 1 Morel) e da Licinio Calvo (frr. 4-8 Morel). Catullo adot
ta i gliconei già usati da Saffo (fr. i n Lobel-Page), che appaiono uniti
a ferecratei in Anacreonte (fr. 14 Gentili).
Mentre V. Estévez Martínez (E l himno nupcial de Manlio y Junia,
de CatulOy «Humanidades» X V I 1964, pp. 147-54) individua due mo
menti fondamentali nel componimento, uno in rapporto alla coppia
degli sposi, l’altro in rapporto alla simbologia generale, pur non ne
gando l’unità del carme (Wedding Song o f Manlius and Junia (Catullus
61)y «Classical Bulletin» X L I 1965, pp. 36-9), P. Fedeli (Il Carme 61
di Catullo y Friburgo 1972.) divide il carme in cinque parti: 1. Hyme-
naeum: 1-45, inno cletico ad Imene; 2.. Encomion: 46-75, lodi del dio;
3. Canto davanti alla porta: 76-1x0, lodi della sposa; 4. Deductio e
Fescennina iocatio: m -u o ; 5. Epithalamium: 2.11-135, l’augurio di
prole. Intercalati con elementi nuziali greci, i vv. 111-12.0, 131-155,
181-190, 2.01-n o rappresentano il momento più schiettamente romano
del carme. Greco è il ritornello più volte ripetuto, cui si contrappone
il grido tipicamente romano di Talassio (v. 134); romano è il rito di
non far posare sulla soglia il piede della sposa (Plutarco, Quaestiones
romanae 19), romana è la presenza delle pronubae matronae univirae
(v. 186 sgg.; cfr. Paolo Festo, p. 2.81, 16 Lindsay; Servio a Virgilio,
Aen. IV 166). Arcaismi sono presenti soprattutto nell’inno iniziale
COMMENTO 6l x 87
(w . 1-75) con gli infiniti passivi in -ter, l’uso di ausit (vv. 65, 70, 75),
di queo (w . 66, 7 1, 73), i numerosi iati di o Heliconiei o di o Hyme-
1’« consonantica di soluunt (v. 53), forse il vocat. boneì (v. 131)
e forse ludei (v. 110), l’imperativo negativo ne remorare (v. 2.00), ecc.
Per contro le ben chiare ascendenze greche si spiegano con la fedeltà
a un sistema di strofe di quattro gliconei e un ferecrateo, con sinafia
al v. 46 ama / tis, al v. 86 Au / runculeia, al v. 112. veni / re, ai vv. 141
e 191 mari / te e al v. 147 mari / to. Il destinatario aveva da un lato la
fierezza repubblicana e la convinzione di essere l’ultimo erede di una
grande famiglia che aveva bene meritato dalla patria repubblicana,
dall’altra mostrava apertura alle nuove suggestioni che venivano dal
la filosofia e dalla poesia, specie poesia ellenizzante, se nell’elogio,
che di lui scriverà Cicerone (Brut. 165: erant in eo plurimae litterae
nec eae vulgares sed intenores quaedam et reconditae), interiores e recon-
ditae litterae paiono ricondurci al gusto neoterico della poesia che
odia il volgo e cerca l’ispirazione intima. Altro pregio di Torquato
era la summa verborum gravitas e Yelegpntia; egli sapeva cioè concilia
re la gravitas, che è una dote degli antichi, con Yelegpntia, che è l’i
deale che si stava allora affermando con i poeti d’amore. Tuttavia
non era sempre facile, col suo carattere subagrestis e infestivus, fonde
re le due cose e non sempre ci riusciva. Ci riuscì invece Catullo. La
fedeltà a una certa tradizione latina, o addirittura italica, spiega le
tracce del rituale indigeno. Il folclore è presente in bona cum bona /
nubet alite virgo (w . 19-2.0), in cui affiora Yauspex che trae dal volo
degli uccelli il prognostico per la famiglia (Cicerone, Div. I 2.8). Il ti
po di matrimonio arcaico è intravisto con l’espressione a pernio suae
/ matris (vv. 58-9), quando proprio questa è la formula sacrale: rapi si
mulator virgo ex pernio matris... cum ad virum traditur, «si finge di ra
pire la fanciulla dal grembo della madre... quando la si consegna al
marito» (Paolo Festo, p. 364,2.6 Lindsay). Lo scopo del matrimonio è
la prole (w . 66-9). Nemica del matrimonio è la mala adultera, che
viene vista non nella realtà del mondo contemporaneo, ma con la
mentalità delle vecchie famiglie (vv. 101-5). Durante la deductio della
sposa dalla casa paterna alla casa del marito c’è la fescennina iocatio, i
cui scherzi pesanti e spesso osceni hanno come bersaglio non tanto la
sposa o lo sposo, quanto il concubino di Torquato. Secondo il rito
della Grecia, la deductio aveva luogo dopo il banchetto nuziale, ed
era costituita da un corteo con entrambi gli sposi: in Roma invece la
deductio della sposa avveniva senza l’accompagnamento del marito.
Romano è quindi il particolare che Manlio attenda Aurunculeia
sdraiato proprio nellyatrium; e lo scorge la sposa nel momento in cui
attraversa la soglia. In mezzo alle immagini dei suoi antenati Manlio
attende la sposa, quasi a farla conoscere ai suoi avi. Romana è ancora
la funzione della pronuba, che un ampliamento poetico pone al plura
le: cognitae bene feminae (v. 187), le quali invecchiate accanto ai loro
2.88 COMMENTO 6 l , 2 -IO
34. tenax hederá: cfr. Paolo Festo, p. 89,16 Lindsay: hederá dicta
quo haereat, «detta edera, per il fatto che aderisce».
36. integrae: cfr. 34.x.
42.. citarier: infinito passivo con desinenza arcaica, come ai w .
65,68,70,75, e forse 68A,i4i apparato critico.
46. Quis deus: cfr. 40,3: quis deus; 6 1,10 e 16; 66,31: quis te mu-
tavit tantus deus?
51. tremulus: cfr. 61,161; 64,307; 68A,i4i.
53. zonula... sinus: cfr. Paolo Festo, p. 55,11 Lindsay: initio co- <
niu&i solatio erat cingali, quo nova nupta erat cinctay «all'inizio del
matrimonio c’era lo scioglimento della cintura, con cui la nuova spo
sa era legata». solüunt: trisillabo; cfr. i A,3.
55. captai: cfr. [Virgilio] Ciris m . maritus: cfr. 66,10: novo...
viro; Terenzio, Ad. 938: novos maritus.
58. a gremio: cfr. Paolo Festo, p. 364,16 Lindsay: rapi sìmulatur <
virgo ex gremio matris... cum ad virum traditur, «si finge di rapire la
vergine dal grembo della madre... quando la si consegna al marito».
66. Cfr. Cicerone, Off. I 54: prima societas in ipso coniugio est,
próxima in liberis, deinde una domus, communia omnia; id autem est
principium urbis et quasi seminarium rei publicaey «la prima forma di
società è nel matrimonio stesso, poi nei figli e infine una sola dimora,
tutto in comune; questo è il principio delle città e quasi il vivaio del
lo stato ». quit : arcaico.
67. liberos dare: cfr. v . 1 1 1 : liberos date; V irg ilio , Aen. I 174: da-
bit... prolem; O r a z io , Carm. I li 6,47; T ib u llo , II 5,91; O v id io , Her.
6 ,111: pignora Lucina bina /avente dediy « c o l fa v o re d i L u cin a, d ie d i
u n a co p p ia d i fig li ».
68. nitier: cioè niti; cfr. Euripide, Iph. Taur. 57; Cicerone, pro
Caelio 79: qui hoc... filio nititur; Properzio, IV 11,69.
71. praesides: cfr. Cicerone, pro Sextio 137: custodem praesidem
propugnatorem; Livio, VI 16 ,1: militem et praesidem; X X III 48,7:
praesides, provinciarum exercitus.
77-8. Viden ut... quatiunt: con l'indicativo; cfr. 61,8: viden ut
pemiciter exiluere; 6 1,11: aspicite... ut... requirunt; Plauto, Cure. 311;
Most. 1171; Virgilio, Ecl. 5,6; Aen. VI 779: viden ut geminae stant ver
tice cristae.
78. quatiunt comas: le fiaccole agitate ravvivano il fuoco; se di- <
vampano è segno di buon augurio; Properzio, I 3,10; Plinio, Epistulae
IV 9,11.
83. tardet: congiuntivo, o concessivo 0 esortativo.
84. audiens: cfr. Cicerone, ad fam. II 7,1; Fin. I 41: si Epicurum
audire voluerint, «se avessero voluto prestare ascolto a Epicuro»; Vir
gilio, Geor. I 514: ñeque audit currus habenasy «il carro non sente più
le briglie ».
88-90. ne qua... venientem: cfr. Euripide, Hec. 635; Titinio, 106
COMMENTO 6 l, 9 O-IZ7 I9 I
Ribbeck3: accede ad sponsum audacter: virgo nulla est talìs Setiae, «va
con coraggio dallo sposo: non c’è in tutta Sezze una simile fanciul
la»; Callimaco, Dian. 249.
89. Oceano: dal mare d’oriente; cfr. 11,3.
91. vario: cfr. Virgilio, Aen. IV 10 1: twrä florentia limina sertis,
«le soglie infiorate da variopinte corone»; VI 708: floribus... variis;
Ecl. 9,40-1: varios hic flumina circum / fundit humus flores, «qui la ter
ra intorno ai corsi d’acqua produce variopinti fiori»; Tibullo, I 7,45.
91-3. divitis... hyacinthinus: cfr. Omero, Od. VI 13 1; U. X I 68;
Saffo, fr. il 5 Lobel-Page.
93. hyacinthinus: del giaggiolo o dell’iride; cfr. Omero, Od. VI
2.31: uaxivOivo) avOei.
94. ahit dies: cfr. 62.,1: Vesper adest; Paolo Festo, p. 18 1,24 Lind
say: noctu nuhebant, «si sposavano quando veniva buio».
95. nova nupta: cfr. 66,15; Terenzio, Ad. 730.
99. aureas: cfr. Pindaro, 01. 1,1; cfr. E. Akbar Kahn, Sappho 98 a
7, «American Journal of Philology» L X X X I i960, pp. 75-7.
101-1. in... deditus: cfr. Lucrezio, VI 515: quihus est in rebus dedi-
tus ipse.
104-5. a tuis... papillis: cfr. 66,81.
106. lenta: cfr. 64,183. adsitas: cfr. Catone, de agricultura
3 1,1 : arbores facito ut bene maritae sint vitesque uti satis multae adse-
rantury «fa sì che le piante facciano da buon sostegno e che un nume
ro abbastanza alto di viti sia piantato vicino».
107. Cfr. Orazio, Carm. IV 5,30.
108. implicahitur: cfr. 61,54: ulmo coniuncta marito.
in. O cubile: cfr. Ticida, fr. 1 Morel: felix lectule talibus sole amo-
ribuSy «fortunato lettuccio, che solo a tali amori...»; Filodemo, An
tologia Palatina V 4,5: au 8’¿> çiXepâarpia xotrrj, «o letto propizio
agli amori»; Properzio, II 15 ,1: lectule, deliciis facte beate meis, «o
lettuccio, che ti bei dei miei piaceri».
h 5. candido pede: cfr. 64,48.
117-9. gaudia... gaudeat: cfr. Terenzio, And. 964: gpvisurum gau-
dia; Celio presso Cicerone, ad fam. V ili 1,1: ut suum gaudium g/aude-
remus. vaga nocte: cfr. 64,171; Virgilio, Aen. V 711; V ili 407.
118. medio die: cfr. Ovidio, Am. I 5,1 e 16; Her. 15,317-8.
124. io : monosillabo come in Marziale, X I 1,5 : clamant ecce mei
«Io Saturnalia» versus, «ecco i miei versi dicono: “ Su, Saturnali!” »; è
bisillabo in Tibullo, II 5,118; Marziale, VII 6,7.
116-7. procax fescennina iocatio: cfr. Paolo Festo, p. 76,16 Lind
say: fescemnoe vocabantur qui depellere fascinum credebantur, «si chia
mavano fescennini, perché si credeva che cacciassero il malocchio»;
76,6 Lindsay: fescennini versus, qui canebantur in nuptiis, ex urbe Fe
scennina dicuntur aliati, «i versi fescennini, che erano cantati durante
1 92 . COMMENTO 6 i, 117-146
i n . sim ilis patri: cfr. Orazio, Carni, IV 5,2.3: laudantur sim ili prole
puerperae, «si lodano le puerpere che danno figli simili al padre»;
Esiodo, Op. 2.35; Teocrito, 17,63-4; Virgilio, A en. IV 3x8 sgg.
124. pudicitìam: cfr. Orazio, Gww. IV 5,2.3; Marziale, VI 27,3-4:
est tibi, quae patria Signatur imagine voltus, / testis matemae nata pudici-
tiae, «tua figlia ti attesta la pudicizia della madre, perché ha impressa
sul volto l’immagine di suo padre»; Ovidio, Trist. IV 5,31: similisque
tibi sit natuSy « tuo figlio ti somigli »; Pont. II 8.3*.
1 x 9 . Telem acho: fig lio d i U lisse e d ella casta P e n e lo p e (Penelopéo
a g g ettiv o ).
X34. muñere assiduo: cfr. C la u d ia n o , Carmina minora X 5,i3o: vivi
le concordes et vostrum discite munus, « v iv e t e d ’a ccord o e im parate il
vostro d o v e r e » .
X35. exercete: cfr. F ed ro , Appendix 1 x 4 ; S v e to n io , Domit. xx;
C alp u rn io S icu lo , 5,11.
62: Il carme è un contrasto tra giovani e fanciulle sul tema del matri- <
monio. Ai primi sono affidati i vv. 1-5; 11-9; X6-31; 33-8; 49-66; alle
seconde i vv. 6-10; xo-5; 3X (segue una lacuna); 39-48. Secondo la
tecnica amebea, le fanciulle ricalcano le movenze del canto dei giova
ni: vv. xo —x6; 24—30; 39 —49; 4X-4 —53-5; 45 —56; 4 7—58. L ’e
pitalamio, che non ha riferimenti a una precisa occasione, è più di ri
to greco che non romano. Anche le indicazioni geografiche ci ricon
ducono alla Grecia (vv. 1,7). Sono percepibili echi di Saffo (fr. 104
Lobel-Page: vEarcepe, rcàvra çépcov òaa «patvoXiç ¿axéSaa’ Aucaç, « Espe
ro, tu che riporti a casa tutto ciò che la splendida Aurora disperse»;
fr. io5 Lobel-Page); cfr. L. Perelli, I l carme 6z di Catullo e Saffo , «Ri
vista di Filologia e Istruzione classica» X X V II I 1950, pp. X89-31X; E.
Fraenkel, Vesper adest (Catullus L X II), «Journal of Roman Studies»
X LV 1955, p. i sgg.; E. V. Marmorale, Appunti e varietà letterarie,
«Giornale italiano di Filologia» X V I I 1964, pp. 66-74.*
i. Vesper: "Eontpoç, la stella di Venere, mentre è detta Lucifer
quando a mattina precede il Sole, è detta N octifer dopo il tramonto
(Plinio, Naturalis historia II 36). E il momento della deductio (61,94-5:
abit dies. / Prodeas, nova nupta). O lym po: cioè cáelo , oppure mon
te (cfr. V. 7), ablativo di luogo; cfr. Virgilio, E cl. 6,86: processif Ves
per O lym po.
X. vix tandem: cfr. 68A, ix i ; Plauto, Most. 7x7: vix tandem percepì;
Terenzio, And. 471: vix tandem sensi; Cicerone, ad fam . I li 9,1: vix
tandem leg}.
3. pinguis... mensas: la cena nuziale è in casa della sposa, secondo <
l’uso greco.
4. iam ... virgo: cfr. 61,96-100. hymenaeus: è il canto di nozze
con processione, secondo il rito greco.
5. Hym en o H ym enaee: cfr. T e o c r ito , 18,58: T jitjv Tpivaie.
2.96 COMMENTO 6 x , 6 -3 0
I 3,51: non ager... dulces educai uvas, «la campagna non produce uva
che giunga a maturazione».
41. optavere: cioè optaverunt: perfetto gnomico; cfr. 64,140; Vir
gilio, A en. X I 581-1: multae illatn... / optavere; Ovidio, Met. Ili 353-5:
m ulti ilium iuvenes, multae cupiere puellae / ...n u lli ilium iuvenes, nul-
lae tetigere puellae , «molti giovani, molte fanciulle lo desiderano...
nessun giovane, nessuna fanciulla lo tocca».
43. tenui... ungui: cfr. Properzio, I 10,39: decerpens tenero... un
gut, «recidendo con delicata unghia»; Ovidio, Her. 4,30: tenui pri-
mam deligere ungue rosam , «cogliere con tenera unghia le prime
rose ».
45. dum ... dum : secondo Quintiliano (Inst. IX 3,16) il primo dum
equivale a quoad, il secondo dum a usque eo. Cfr. Plauto, Truc. 13 1:
dum habeat, dum amet \ Callimaco, D el. 39-40.
46. polluto corpore: cfr. Saffo, fr. 114 Lobel-Page: «verginità, ver
ginità, ora che mi lasci dove andrai? più da te di nuovo non verrò,
più da te non tornerò».
49. vidua... vitis : cfr. Catone, de agricultura 31: arbores facito ut
bene maritae sin t; Columella, X I 1,79: ulm i quoque recte maritantur\
Orazio, Epodi 1,9-10: adulta vitium propagane / altas maritat populos;
Carm. II 15,4; IV 5,30: vitem viduas ducit ad arbores. nudo: cfr.
Ov» ’ st. I li 10,75: nudos sine fronde, sine arbore campos.
Ovidio, Pont. I 3,51; Priapea 86,14.
perflectens: così il cod. T, mentre deflectens in V. Perflecto è at
te ^to da Cassiodoro (In epístolas canónicas brevis enarratio, p. 35,15
Zöpfl: grandibus... perflexi corporibus), e da Isidoro (Etym ologiae I
38,1: quae non est perflexa numero, sed recta prosa oratio dicitu r ; cfr.
F. Della Corte, Catullo, la vite e Tolm o , «Maia» X X IX 1976, pp. 75-
81).
51. iam iam contingit: cfr. 63,73.
54. marito: maschile; per contro in Quintiliano, Inst. V ili 3,8:
maritam ulmum\ riprende l’immagine del v. 49: vidua... vitis.
55. im enei: cfr. Virgilio, G eor. II 357: flectere luctantes inter viñe
ta iuvencos, «piegare i giovenchi restii tra i filari di viti».
57. par conubium : cfr. 64,141 e 158; Callimaco, Epigr. 1 Pfeiffer.
58. invisa parenti: cfr. A ntholopa Palatina X I 393.
60. ne pugna: forma arcaica d’imperativo negativo.
61. cui: cioè, ei, cui.
65. pugnare duobus: calco sintattico greco.
66. sua tura: con un tipo di matrimonio il padre passava al marito <
la patria potestas sulla donna insieme alla dote.
16. rapidum salumi cfr. [Virgilio] Aetna 495: rapidum ... ma
re. truculentaque pelagli cfr. 64,179: truculentum... aequor; Ora-
zio, Carm. I 3,10: truci... pelago.
17. nim ioi cioè maximoi cfr. v. 36. Le Galle hanno in odio il con
giungimento carnale.
18. hilaratei r ife r im e n to agli H ilaria d i C ib e le (S. F asce, Attis eri-
fugfly « M a ia » X X X I 1979, p p . 2-5-7).
2.0. ad domumi cioè ad nemora, le selve dell’Ida, sacre a Cibele.
2.1. cym balum i genitivo plurale (cfr. 9,6); strumento musicale <
composto da due piatti convessi battuti Tuno contro l’altro. re
boanti cfr. Lucrezio, IV 546-7: tuba... mugit / et reboat raucum re
gio... bombum (allitterazione!), «la tromba... mugghia e la regione
rimbomba con rauco boato ».
2.2.. tibicen... Phryxi il flauto era d’origine frigia; cfr. Euripide,
Bacchae 12.6. curvo... calamoi cfr. 64,2.64; Virgilio, A en. X I 737:
curva... tibia Bacchi; Tibullo, II 1,86: obstrepit et Phrygio tibia curva
sono.
13. M aenades... hederigerae: già in Euripide (Bacchae 55 sgg.) il <
culto di Cibele era connesso con quello di Dioniso; e i due tiasi o cor
tei procedevano correndo orgiasticamente, tanto che al v. 69 Attis
può dire: ego Maenas; in 64,2.51 sgg. sono descritte le Menadi nel cor
teo di Bacco.
24. sacra... agitanti cfr. Terenzio, Heaut. 733: Dionysia agitai;
Virgilio, Geor. IV 533: choros... agitabat; Cicerone, Ver. II 2.,51: dies
festos agitare.
26. celerarei intransitivo; cfr. Lucrezio, I 387: celerantibus au-
ris. tripudiisi danze rinterzate, da tres e pedes.
30. viridem ... Idami cfr. Omero, II. X X I 449: vI8t)ç... uXrjéaariç;
Teocrito, 17,9: *T8av lç 7toXu8ev8pov, «sullTda dai molti alberi»; Vir
gilio, A en . V 2.52.: frondosa... Ida.
31. animam agensi cfr. Cicerone, ad fam . V ili 13,2.; Seneca, Ep.
101,13: animam ut agam?
33. iuvencai per la similitudine cfr. Omero, II. IV 636-7; G. N.
Sandy, The Imagery o f Catullus 63, «Transactions and Proceedings of
the American Philological Association» X C IX 1969, pp. 389-99.
34. properipedemi cfr. 36,7: tardipedi.
3 5. lassulaei diminutivo affettivo.
36. nimioi cfr. v. 17. e laborei cfr. Cesare, Civ. II 14,1: ex diu-
tino labore. sine Cererei fra le altre prescrizioni del culto di Cibe- <
le c’era il digiuno (Arnobio, V 16).
37. Piger... operiti cfr. Lucrezio, V 746-7: bruma nives adfert pi-
grumque rigorem / redditi «l’equinozio d’inverno porta la neve e reca
un freddo ozioso»; Tibullo, I 2,29: pigra... frigora.
39. oris aureii cfr. Euripide, H ec. 636: xpuaoçariç.
40. lustraviti cfr. Lucrezio, V 693 e 1437; Virgilio, A en . II 564; IV
301 COMMENTO 6 3, 4 0 -7 6
6 e 607; VII 148; V ili 153. aethera album : cfr. Cesare, C/t>. I 68,1:
albente ca d o ; Virgilio, A en. IV 586-7: primam albescere lucem / vidit.
43. trepidante... sinu: cfr. Ovidio, Ars. III 72.1: pulsantur trepidi
corde micante sinus, «batte il seno in trepidazione, col cuore in sus
sulto». Pasithea : moglie del Sonno; cfr. Omero, II. X IV x6y sgg.; <
Anthologia Palatina IX 517,5-6.
44. Ita: cfr. 64,84. de quiete : cfr. Plauto, Most. 697: somnus
de prandio , «il sonno dopo il pranzo»; Lucrezio, V 651: de longo cur-
sUy «dopo il lungo viaggio».
45. ipsa: femminile concordato con allocata... est del v. 49. re
co luit \ cfr. Cicerone, Phil. X III 45; Ovidio, Her. 5,113.
46. liquidaque mente: cfr. Plauto, Pseud. Z32.: liquido es anim o;
Epid. 643: anim o liquido et tranquillo es.
47. rusum: cioè rursum ; cfr. Velio Longo, VII p. 79,4 Keil: tota
littera r sublata est in eo quod est rusum et retrosum, «Tintera lettera r
è sparita nei vocaboli rusum e retrosum».
53. aput nivem : le solennità di Attis cadevano durante Tequinozio <
di primavera, quando Tlda era ancora bianco di neve. gelida sta
bula: cfr. Virgilio, A en. VI 179; X 713.
55. quibus locis: cfr. Cornelio Nepote, Datâmes 4: quaerit quibus
locis sit Aspis.
59-61. Cfr. Apollonio Rodio, IV 361 sgg.
60. gyminasiis: cioè gymnasiis, anaptissi; cfr. Varrone, de re rustica
1 55.4 -
63. m ulier: apposizione. adolescens... puer: predicati: indica
no le varie età dell’uomo in ordine inverso.
' 64. olei: metonimia per palestrae.
65. frequentes... tepida: l’amico di Catullo, Cornelio Nepote (Prae- <
fatto 4), si stupiva perché laudi in Graecia ducitur adulescentulis quam
plurimos habuisse amatoreSy «è motivo di lode in Grecia che i giova
netti abbiano moltissimi innamorati ».
66. corollis: cfr. Teocrito, 2.,15 3; Lucrezio, IV 1177-8; Properzio, I
l6’ 7*
68. deum: genitivo plurale, cfr. v. 75. famula: cfr. Cicerone,
Leg. II 2.2.: Idae matris fám ulos. In Attis il poeta ha voluto effigiare un
tipo ideale di giovane di buona famiglia, ricco di bonay attorniato da
amici, amato dai genitori, superbo della sua bellezza, che d’ora in poi
sarà vir sterilis (v. 69) e servo. Questo ideale di giovinetto noi lo co
nosciamo attraverso il ciclo di Giovenzio, il puer che vediamo giocare
alle terme, che è assediato dagli ammiratori, che è altezzoso e fiero e
soprattutto che mostra veneris nìmium odium (v. 17).
71. columinibus: cioè culminibuSy arcaismo.
76. leonibus: Cibele viaggiava su un carro trainato da leoni; cfr. <
Lucrezio, II 600-1: hanc [sott, deam] veteres Graium docti cecinere
poetae / sedibus in curru biiugos agitare leones y «gli antichi dotti poeti
COMMENTO 63, j6 - 6 4 303
(
p a ssa to (M in osse)
p a ssa to
p resen te (A rianna)
(T e se o e A rian n a)
fu tu ro (E geo)
p resen te
p a ssa to
(P eleo e T e tid e )
(età eroica)
fu tu ro
(A ch ille)
p resen te
(età d i C a tu llo )
COMMENTO 64, I-17 3O5
1-49. Le nozze.
i. Peliaco... vertice: Pelio, monte della Tessaglia; cfr. Euripide,
Medea 1 sgg.; Ennio, Medea 146-7 Vahlen2; N. Scivoletto, La protasi
del c. 64 di Catullo, «Giornale italiano di Filologia» X II 1959, pp.
340-8.
1. dicuntur: il carattere leggendario è sottolineato da fertur (v. 19),
perhibent(w . 76,124), ferunt (v. 2.12.).
3. Phasidos: fiume della Colchide; cfr. Apollonio Rodio, II
1177-8. Aeetaeos: aggettivo; Eeta, re della Colchide.*
4. Argivae... pubis: cfr. v. 167: Thessala pubes; Ennio, Medea 150
Vahlen2; Virgilio, Ae«. V ili 518-9: robora pubis / /ecta.
5. Colchis: c ittà e reg io n e d e ll’A rm en ia.
6. 542/50: cfr. Virgilio, Ae«. V 158. c/ta... puppi: la nave
Argo (àpfó<; = veloce). decurrere: cfr. Virgilio, Ae«. V 2.12.: pelago
decurrit aperto.
7. caerula verrentes... aequora: cfr. Ennio, Annales 384 Vahlen2:
verrunt extemplo placide mare, «spazzano subito il placido mare»;
Virgilio, A e« . VI 310: re«m livida verrunt, «spazzano con i remi
le acque scure ».
8. Diva: A te n a .
9. ipsa: cfr. Apollonio Rodio, 1 18-9, m -i; II119 1; Fedro, IV 7,6-
8: utìnam... / nec... / fabricasset Argus opere Palladio ratem, «oh se Ar
go non avesse costruita la nave con l’aiuto di Pallade»; Seneca, Me
dea 365-6: Palladia / compacta manu... / ...Argo, «Argo costruita dalla
mano di Pallade». currum: cfr. Eschilo, Supp. 33; Sofocle, Trach.
656*
10. pinea... texta carinae: cfr. E n n io , Scenica 6 6 V a h len 2; V irg ilio ,
Aen. X I 316; O v id io , Trist. 1 4,9; Fasti I 506.
11. Amphitriten: una Nereide, moglie di Posidone; qui sta per
«mare». Cfr. A. Massimi, Note catulliane «Giornale italiano di Filo
logia» X II 1959, pp. 2.63-9; M. Zicàri, Cat. 64,11, «Philologus» CV
1961, pp. 314-6.
12.. ventosum... aequor: cfr. Virgilio, Aen. VI 335: ventosa per ae
quora. proscidit: cfr. Varrone, de re rustica I 2.9,x: terram cum pri-
mum arant, proscindere appellant, «la prima volta che arano la terra,
dicono proscindere»} Lucrezio, V 109; Virgilio, Geor. I 97; I I 137.
13. tortaque: cfr. Virgilio, Aen. I li 108. incanuit: cfr. Lucre
zio, II 767: in canos... fluctus.
14. emersere: cfr. [Virgilio] Dirae 56: monstra... emersere furenti
corpora ponto, «dal mare in tempesta emersero corpi mostruosi»;
[Seneca] Octavia 706-7: talis emersam freto / spumante Peleus coniu-
gem accepit Thetim, «così Peleo ricevette come moglie Tetide emersa
dallo spumeggiante mare».
17. oculi: di contro a oculis dei codici, con valore strumentale;
306 c o m m en to 6 4 ,1 7 - 4 0
41. frondatorum: cfr. Virgilio, Geor. 1 156-7: ruris opaci / falce pre-
mes umbram, «sfoltirai con la falce le ombre della densa campagna»;
Columella, V 6,16.
43. ïpsïus: di Peleo; cfr. 64,67; 68A,i46.
45. so/m: cfr. Paolo Festo, p. 386,1 Lindsay ( = 387,1): solia appel-
lantur sedilia in quibus singuli tantum possunt sedere, «solia si dicono i
sedili sui quali una sola persona può sedere».
47. Pulvinar... geniale: il lectus genialis era nell’atrio; cfr. nota a
61,171.
48. Indo... dente: cfr. Varrone, Saturae Menippeae 447 Bücheier:
in eborato ledo ac purpureo peristromate, « sul letto di avorio e su una
coperta di porpora»; Orazio, Serm. II 6,103-4: rubro ubi cocco / tincta
super ledos canderet vestís eburnos, «qui sopra letti d’avorio splendeva
una coperta tinta con rossa porpora»; Svetonio, lui. 84: lectus ebur-
nus auro et purpura stratus, «un letto di avorio coperto di porpora e
d’oro ».
49. conchy li... fuco: col rosso murice si tingevano le lane. Cfr. Pli
nio, Naturalis historia X X V I 103: fucus marinus, lactucae similis... con-
chyliis substemitur, «l’alga di mare, simile all’insalata... che si stende
sotto le conchiglie».
50-2.64. La coperta del talamo; vv. 50-131: Arianna abbando
nata.*
51. virtutes: cfr. Virgilio, Aen. I 565-6: quis Troiae nescit urbem /
virtutesque virosque?f «chi non conosce la città di Troia, il suo valore,
i suoi eroi?».
51. Diae: Dia, una piccola isoletta sulla costa settentrionale di <
Creta; fu poi ritenuto il nome antico di Nasso: cfr. Callimaco, fr. 601
Pfeiffer; [Tibullo) III, 6,41 sgg. Qui Teseo abbandonò Arianna.
53. cum classe: Teseo tornava da Creta con una sola nave (Ora-
zio, Carm. I li 11,48; Virgilio, Aen. VI 334; Servio a Virgilio, Aen. VI
J J 4)-
56. utpote... quae: prosaico; cfr. 67,43. excita somno: cfr. Sal
lustio, Iug. 71,2..
58. Immemori cfr. 30,1; Atene, che considerava Teseo il suo eroe
nazionale, aveva provveduto a sfumare i tratti negativi del gesto
compiuto dall’eroe, e ricorreva a tre giustificazioni diverse (Servio a
Virgilio, Geor. I zzz: ...Ariadnen vel consulto vel necessitate vel moni
to Mercurii a Theseo relidam); secondo la versione più vicina a quella
catulliana Teseo sarebbe stato colto da amnesia (vv. 135, 2.00, 248)
per volere di Dioniso (Scholia a Teocrito, 1,45).
59. Cfr. 30,10; 64,141.
60. Minois: patronimico di Arianna, figlia di Minosse (Apollonio
Rodio, III 997).
61. saxea: Arianna sembra una Baccante, ma impietrita dal do
lore.
3<d 8 c o m m en to 6 4 , 6 3 -9 5
venta est, / tu puer aetemus, «tu hai una intatta giovinezza, tu sei un
eterno fanciullo»; cfr. Tibullo, I 4,37: solis aetema est Baccbo Phoe-
boque iuventa, «solamente Febo e Bacco hanno un’eterna giovinez
za». Iacchus: appellativo di Bacco.
2.52.. thìaso: corteo bacchico (Virgilio, Ecl. 5,30: thiasos inducere
Bacchi) di danzatori (cfr. 63,2.8). Nysigenis: i Satiri nati a Nisa, in
Tracia (Omero, II. VI 133), città dove Dioniso, sottratto alla madre
morente e dato alla luce da Giove, fu allevato da Sileno; qui ebbe il
suo culto originario; più tardi si favoleggiò di una Nisa orientale.
153. Dopo questo verso il Bergk suppone la caduta di un verso in
cui sarebbero state menzionate le Menadi, in quanto a queste devo
no riferirsi harum (v. 2.56) e aliae (v. 2.61); perciò correggeva qui tum
dei codici (v. 154) in quae turn. Cfr. Ch. S. Phloratos, Kptxixà xat od-
a0Tjxtxá, « Athena » LX 1956, pp. 116-44.
2.54. lymphata mente: cfr. Orazio, Carm. I 37,14: mentem lympha-
tam Mareotico, «con la mente annebbiata dal vino mareotico»; O.
Skutsch, Catull 64,154, «Philologus» C V I 1962., pp. 2.81-1.
156. thyrsos: i tirsi avevano una pigna sull’asta, inghirlandata di <
pampini o di edera (Euripide, Bacchae 2.5; cfr. VirgÜio, Aen. VII
396; Ovidio, Met. Ili 67).
2.57. Cfr. Euripide, Bacchae 737 sgg., 746.
2.58. Cfr. Euripide, Bacchae 101-1, 697-8.
2.59. celebrabant: cfr. Seneca, Here. Oet. 591. orgia: le Bac- <
canti tenevano celati oggetti osceni, sacri al culto (opytot); cfr. Virgi
lio, Geor. IV 52.1: noctumique orgia Bacchi, «la festa notturna di Bac
co»; Aen. IV 302.-3: audito stimulant trieterica Baccho / orgia, «udito
Bacco, stimolano le feste triennali»; Ovidio, Ars. II 609: condita...
Veneris mysteria cistis, «i misteri di Venere nascosti nelle ceste»; Ti
bullo, I 7,48; Seneca, Here. Oet. 593.
2.60. quae... profani: cfr. [Omero] Hymni 4,178; Euripide, Bac
chae 471-2.. profani: Virgilio, Aen. VI 2.58: procul, o procul este
profani, «lontano, state lontano, o profani»; Orazio, Carm. I li 1, 1:
profanum vulgos.
161-4. Cfr. 63,8; Lucrezio, II 618 sgg.
16 1. tinnitus... ciebant: cfr. Virgilio, Geor. IV 64: tinnitusque ciet\
Aen. VI 165.
163. multis: dativo possessivo (cfr. v. 45: ebursoliis, 145: quis, 307:
bis). raucisonos... bombos: cfr. 63,19 sgg.; Virgilio, Aen. VII 615:
aereaque assensu conspirant comua rauco, «le trombe di bronzo con
rauco suono rispondono assentendo»; Lucrezio, II 619, IV 545-6;
Orazio, Carm. 118,13; Ovidio, Pasti I V 18; Euripide, Bacchae n o sgg.
164. barbaraque: cioè Phrygia; cfr. 6 3 ,11; Orazio, Epodi 9,5: car
men... barbarum.
165-301. Le nozze di Peleo e Tetide; vv. 165-77: i mortali abban
donano la reggia.
3M COMMENTO 64, 2 6 7 -2 9 3
bulum esse partem àomus priorem, quam vulgus atrium vocat. Nel vaso
François, si vedono Peleo e Tetide che, davanti al vestibolo, ricevo
no gli invitati.
294. sollerti corde: Prometeo era dotato di preveggenza; fu incate
nato per avere rubato il fuoco agli dei.
295. externata... vestigia: Giove (cfr. nota a v. 21) sciolse Prome
teo, ma in ricordo della passata pena lo obbligò a portare un anello e
una corona (Probo a Virgilio, Ecl. 6,42; Ateneo, XV 674; Igino, de
astronomia II 15; Plinio, Naturalis historia X X X II 24: cicatrices exté
nuât). veteris: cioè prions: cfr. Virgilio, Aen. IV 23: veteris vestigia
flammae, «i segni dell’antica fiamma».
296. silici... catena: cfr. Cicerone, Tuse. II 23: aspicite religptum
asperis vinctumque saxis, «guardate legato e incatenato a scomode
rocce»; Manilio, V 551.
297. persolùit: quadrisillabo. Secondo Omero (II. X X IV 63) e
Pindaro (Nem. 5,41) Apollo avrebbe partecipato alle nozze; Catullo
invece evita che presenzi alle nozze, da cui nascerà Achille, il dio che
guiderà la mortale freccia di Paride.
299. cáelo: o dativo di vantaggio o ablativo di stato in luogo.
300. unigenamque: Diana, pur essendo gemella di Apollo, nacque <
prima, e quindi, quando nacque, era l’unica figlia di Latona (cfr. 34,
7-8); altri intendono Ecate, figlia unica di Perseo (o di Zeus) e di
Asteria, identificata con Artemide. Idri: promontorio della Caria
(Asia Minore); ma non vi è attestato un culto di Artemide.
303. niveis... sedibus: sedili d’avorio (cfr. v. 45: candet ebur soliis;
Ovidio, Her. 18,18: niveo dente). flexerunt... artus: cfr. Ateneo, I
17fr xaôéÇovrai 8’ ¿v xotç auvSetTCVOtç oi fjpioeç, ou xaxaxéxXivrai, «gli
eroi nei banchetti si seggono, non si sdraiano ».
304. multiplici... dape: c’era varietà di vivande, carni (di bue, pe
cora, capra, maiale), pane, vino annacquato. constructae... men-
sae: cfr. Cicerone, Tuse. V 62: mensae conquisitissimis epulis exstrue-
bantury «erano imbandite mense con squisitissime vivande»; Ovidio,
Met. X I 119-20: mensas posuere ministri / exstructas dapibus, «i servi
approntarono le mense, imbandite di vivande».
305. cum interea: cfr. 95,3; Lucrezio, II 311 e 958.
306- 22. Le Parche nel vaso François non appaiono; le Moire can
tarono l’imeneo per Zeus ed Era (Aristofane, Aves 1731 sgg.). Di nor
ma i canti profetici erano affidati ad Apollo, qui assente (v. 299).
506. verídicos: cfr. Orazio, Saec. 25: veraces cecinisse Parcae, «le
itiere Parche profetarono».
307- 8. vestís candida: Platone, Resp. X 617c.
309. roseo... vertice: cfr. P.^Flobert, Catulle et les cheveux des Par
ques, LXIV, 305, «Revue des Etudes Latines» LIV 1976, pp. 142-51.
310. carpebant... laborem: in Omero (Od. VII 197) tutte e tre le <
Moire tengono i fili della vita umana; una tiene la conocchia, l’altra
1Î5 COMMENTO 6 4, 3 10 -34 4
346. periuri: Pelope vinse nella corsa equestre Enomao, e ne spo- <
sò la figlia Ippodamia; per vincere aveva corrotto l’auriga Mirtilo, e,
invece di ricompensarlo, lo precipitò in mare (Igino, Tabulae
84). tertius heres: cfr. Omero, II. I I 105 sgg.; i successori di Pelo
pe furono Atreo, Tieste, Agamennone.
350. incultum... crìnem: cfr. Virgilio, Aen. X I 35: maestum Iliades
crìnem de more solutae> «le donne di Ilio, sparsi, come d’uso, mesta
mente i capelli ».
355. Troiugenum: genitivo plurale, calco dal greco.
357. Testis erit: cfr. Ennio, Scipio 8 Vahlen2: testes sunt Campi
Magni; Orazio, Carm. IV 4,38: testis Metaurum flumen\ Tibullo, I
7,11: testis Arar Rhodanusque. Scamandri: fiume della Troade, che
con un delta si getta nell’Ellesponto, oggi Dardanelli.
362.. praeda: Achille trattò con Priamo, come condizione di pace, <
il suo matrimonio con Polissena; ma quando stavano per concludere
il patto, Paride lo ferì; Achille, prima di morire, chiese che, espugna
ta Troia, sul suo tumulo, che sorgeva sul capo Sigeo (Omero, Od.
X X IV 80), si immolasse Polissena (v. 368).
367. Neptunia... vincla: le mura di Troia furono costruite da Posi-
done; cfr. Omero, U. X V I 100; Euripide, Tro. 4.
368. Polyxenia: aggettivo; cfr. v. 77: Androgeoneae; 61,2.30: Pene-
lopeo; 66,8: Beroniceo; 66,60: Ariadneis; 68A,74: Protesilaeam.
369. ancipiti... ferro: cfr. Nonio, p. 368,17 Lindsay: acutum ex
utraque parte.
377. hestemo: del giorno precedente. collum: secondo una <
credenza popolare, la perdita della verginità faceva ingrossare il col
lo; cfr. Nemesiano, 2.,io.
380. secubitu: separazione di letto; cfr. 61,105.
382-408. Gli dei non scendono più a visitare la terra.
381. praefantes: cfr. Livio, V 41,3: carmen praefantes. Pelei:
dativo. Si ritiene che qui Catullo si rifaccia ad Omero,vOd. VII 201
sgg.; Esiodo, Op. 174 sgg.; Arato, Phaenomena 100 sgg. E invece pro
babile che ci sia l’eco d’una recente lettura di Dicearco, che raziona
lizzava il racconto dell’età dell’oro (fr. 49 Wehrli: touç rcaXatooç xat
èyyuç Ôecôv çriai yeyovôxaç, «dice che gli antichi uomini vivevano vici
ni agli dei»).
384. namque: posposizione, cfr. 23,7.
385. coetu: dativo; cfr. 66,37.
389. procumbere: J. Cressey (The Text o f Catullus 68.1$$-160,
«Quaderni Urbinati di Cultura Classica» X X X III 1980, pp. 69-71),
ripristina la lezione di y .
390. vagus Liber: Bacco; cfr. v. 271; Euripide, fr. 752 Nauck , <
Pausania, X 32,7.
391. Thyiadas: le Baccanti; cfr. Eustazio a Omero, II. I 342; Euri
pide, Bacchae 145 sgg.
392. Delphi: gli abitanti di Delfi, città-santuario.
3i8 COMMENTO 64, 394 - 6 5 , 5
volle per voto consacrare a tutti gli dei»; N. Marinone, Conone, Cal
limaco e Catullo 66yi-6, «Orpheus» 1 1980, pp. 435-40.
8. Beroniceo: Bero- in luogo di Bere- (cfr. Anthologia Latina 916,8
Riese: Beroniceo); è aggettivo (cfr. Callimaco: Bepevtxetoç). caesa-
riem: singolare collettivo; ßo<rcpuxo<; in Callimaco (cfr. no Pfeiffer).
9. multis... dearum: Berenice si rivolge alle dee, non a divinità
maschili; cfr. Callimaco, fr. no Pfeiffer: tmujiv eOrpte Oeoîç. Cfr. Servio
a Virgilio, Geor. I 21: ...in omnibus sacris post spéciales déos, quos ad
ipsum sacrum quod fiebat necesse erat invocari, generaliter omnia numi-
na invocabantur, «in tutti i sacrifici, dopo gli dei particolari, che bi
sognava invocare per il sacrificio che si celebrava, venivano invocati
tutti i numi senza distinzione»; Scholia a Persio, 1,19: cirri consecrati
certis numinibus, «riccioli consacrati agli dei individuati». Se si fosse
tralasciata qualche divinità, se ne poteva suscitare Tira.
10. protendens brachia: cfr. Callimaco, Del. 107; Virgilio, Aen. X II
930-1: dextramque precantem / protendens, «tendendo la destra in se
gno di preghiera».
n. qua... tempestate: arcaico; cfr. 64,73; cfr. Paolo Festo, p. 498, <
32 Lindsay: tempestatem pro tempore frequenter antiqui dicebant, «gli
antichi dicevano spesso tempestas invece di tempus». La sorella di To
lomeo III Evergete, Berenice III, moglie di Antioco II di Siria, alla
morte del re, privata del trono in favore del figliastro Seleuco, fu as
sassinata con suo figlio. Tolomeo fece allora guerra a Seleu
co. auctus: per il regno di Cirene, portato in dote.
12. finis... Assyrios: indica in genere Ponente; cfr. 6,8.
15. novis nuptis: cfr. 61,95; fe spose fingono di non gradire le
nozze.
16. falsis... lacrìmulis: cfr. Terenzio, Eun. 67: falsa lacrimula.
18. ita... iuerìnt'. cioè ita... iuverint\ cfr. 61,196-7: ita me iuvent /
caelites.
21. luxti\ cioè luxisti.
22. Tolomeo III Evergete era marito e cugino ifrater <patruelis» <
in terzo grado di Berenice II:
67: La porta, cui il viandante si rivolge (cfr. Orazio, Carm. I 15,4; <
Properzio, 1 16), apparteneva alla casa di un Balbo (figlio) e poi di un
Cecilio, nuovo padrone che la porta non intende tradire (v. 9). Balbo
era sessualmente impotente; il padre lo aveva sostituito presso la mo
glie e la cosa era nota a Brescia (cfr. Della Corte, Personaggi, p. 145
sgg.; F. O. Copley, The Riddle o f Catullus 67, «Transactions and
Proceedings of the American Philological Association» L X X X 1949,
pp. 245-53; G. Rambelli, «Catullo, Carme 67», in Studi di filologia
classica, Pavia 1957, pp. 65-8; L. Richardson, Catullus LXVII, Inter
pretation and Form, «American Journal of Philology» LX X X V III
1967, PP* 42-3-33; G. Giangrande, Catullus 67, «Quaderni Urbinati
di Cultura Classica» IX 1970, pp. 84-131).
6. porrecto... sene: cfr. Orazio, Ep. II 1,2.68: capsa porrectus operta,
3i 6 COMMENTO 6 7 , 6 - 68
69: Il Rufo di questo carme è lo stesso del carme 71, con il medesimo
difetto (N. Dane, Rufus redolensy «Classical Journal» LX IV 1968, p.
130). Parrebbe opportuno identificarlo con M. Celio Rufo, negli anni
336 COMMENTO 69,6-71
74: Ciclo di Gellio. Catullo rinfaccia al suo rivale Gellio l’adulterio <
con la moglie dello zio (cfr. carmi 74, 88, 89), l’incesto con la madre
e la sorella (cfr. carmi 88-91), e vizi solitari (carme 80). E molto pro
babile (T. P. Wiseman, C im a the Poet, Leicester 1974, p. i n nota 9)
l’identificazione con L. Gellio Poblicola, il cui nonno fu console nel
7 1 e censore nel 70; il cui padre è menzionato da Valerio Massimo (V
9,1) per una tresca con la matrigna; cfr. Della Corte, Personaggi, pp.
67-86. Secondo P. Y. Forsyth (The G elliu s C ycle o f Catullus, «Classi
cal Journal» LX V III 1972., pp. 175-7), Catullo avrebbe intenzional
mente disposto i sette epigrammi secondo la loro reale progressione
(74, 80, 88-91, 116), mentre, secondo F. Stoessl (Catulls G ellius E p i
gramme, «Wiener Studien» V 1971, pp. 408-24) l’ordine cronologico
è inverso (116, 91, 88, 89, 90, 80, 74).
i. patruum: il patruus, personaggio da palliata, era di solito un
obiurgfltor. Cicerone bolla questo zio di Gellio, perché legato a Clo
dio, con un gioco di parole (pro Sestio no): utplebicola videretur, «per
sembrare filoplebeo», chiara allusione al nome di Poblicola, secondo
l’etimologia volgare di questo cognomen. Il rimprovero che gli muove
Cicerone è di essere un rivoluzionario (in Vatinium 4: nutricula sedi-
tiosorum omnium, «la balia di tutti i rivoluzionari»), di aver sposato
la figlia di un liberto (pro Sestio no: libertinam duxit uxorem), di esse
re uno scialacquatore, un ozioso, un goloso, un maledico, e infine un
epicureo; cfr. anche pro Sestio m -i; Har. 59; ad Att. IV 3,1.
3. perdepsuit: intensivo e frequentativo rispetto al normale depsuit,
doveva in quegli anni essere usato nella lingua parlata; cfr. Varrone,
Saturae M enippeae, fr. 331 Bücheier: tibi fortasse alius m oluit et perdep
suit (scil. uxorem), «forse un altro ti macinò e impastò la moglie»; Ci
cerone, ad fam . IX 2.1,4: non obscena verba pro obscenis sunt... «dep-
sit », «parole di per sé non oscene divengono oscene: ... depsit».
COMMENTO 74,4-76 339
75: Ripresa del motivo del carme 7 1 sul contrasto tra bene velie e
amare. Cfr. Della Corte, Personaggi, p. 306.
i. mea: cfr. 11,15: meaepuellae. culpa: cfr. 11,2.1; 68A,i39-
1. officio... suo: dalla posizione che il vocabolo officium assume e
dal parallelismo con tua... culpa è evidente che Lesbia ha la sua colpa
in quanto si è comportata male, mentre Catullo si è rovinato con la
sua devozione (officium), costituita da tutto quel complesso di doveri
che l’innamorato si impone nei confronti della persona amata. Negli
elegiaci Vofficium sarà sostituito dalYobsequium (Tibullo, I 4,40), che
in origine era l’atteggiamento dell'erastes nei confronti dell’efebo, ma
poi passò anche all’amore eterosessuale (Properzio, I 8,40; Ovidio,
Ars. II 177-96; cfr. Sara Lilja, The Roman Elegistsf Attitude to Wo
men, Helsinki 1965, p. 104). Di parere diverso sono Sira Onetti - G.
Maurach (Catullus 75, «Gymnasium» L X X X I 1974, pp. 481-5), che
ci riportano ad un diverso ordine di idee quali la concordia (64,336) e
il foedus (109,6). Secondo M. C. J. Putnam (Catullus n i The Ironies o f
Integrity, «Ramus» III 1974, pp. 70-86), Catullo risolve il fallimento
della relazione con Lesbia con distaccata ironia.
4. omnia si facias: cfr. Marziale, II 14,14: omnia cum fecit.
8o: Ciclo di Gellio; cfr. 74; L. C. Curran, G elliu s and the Lover's Pal
lor. A N ote on Catullus L X X X , « Arion» V 1966, pp. 15-7.
5. susurrât: cfr. Ammiano Marcellino, X X V I 6,2.: ut susurravit...
fam a.
6. m edii... viri: cfr. Marziale, II 6 1,1: lambebat medios improba
lingua viros. tenta: sott, veretra; cfr. Priapea 81,6: sed tento [sott.
veretro]; Marziale, X I 60,3. vorare: cfr. Marziale, VII 67,15: me
dias vorat puellas.
7. clam ant: cfr. 6,7.
7-8. linctoris rupia... ilia: cfr. 11,2.0; i codici danno Victorisy ma
sussistono difficoltà: 1. il nome di Victor, anche se si legge in CIL IV
1708: Victor fellatory in età repubblicana non è attestato; i. due sa
rebbero le persone che denunciano quello che avviene nel segreto
della casa: Victor e Gellio; le labbra sono evidentemente di Gellio,
mentre gli ilia dovrebbero essere di Victor \ 3. contrariamente ai dati
si avrebbe un vir in casa di Gellio, dove invece ci sono solo donne.
L ’Ellis ha corretto Victoris in fictoris e si è servito di Nonio (p.
480,14 Lindsay): fingere = Ungere con le citazioni di Virgilio, A en.
V III 634 e di Lucilio, fr. 304 Marx ( * 103 Krenkel). La confusione
tra V - e / non è da escludere nella tradizione manoscritta, come del
resto fra fingere e tingere. Ma la glossa Phìloxeni, che come altri glossa
ri può aver salvato vocaboli catulliani rari, ci attesta lìnctor Xtxtrjç, e
cioè uno qu i lingit nel significato osceno di Xetx^Çetv. Nell'archetipo
linctor si deve essere mutato in uictory che fu poi creduto nome pro
prio.
statua [sott. Cam pani] donarant; Phil. V 41; Ver. II 150: cuius [sott.
Verris] statuae Rom ae stant inauratae. pa llid io r : cfr. 64,100; Ovi
dio, Met. IV 134-5; X I IIo: saxum qu oqu epallu it auro-, X I 417-8; Mar
ziale, V ili 44,10: arca palleat nummis.
6. audes: corrisponde ad avidus. facinus facias: cfr. 110,4; Cice
rone, Pin. Il 95: vide ne facinus facias, cum mori suadeas.
quale sosteneva le seconde parti con Marco Licinio Crasso D ives . Ci
cerone lo portava come esempio di arrivista; si sapeva adattare ai
tempi e prestava i suoi servigi a molti, « sia nelle cariche, sia nel peri
colo» {vel honori vel perìculo servire). E, poiché Arrio era legato a
Crasso, il periculum può essere proprio quello della campagna pard
ea, terminata così tragicamente a Carre. L ’indicazione infim o loco
pare alludere non al padre, che forse fu pretore in Sicilia (Cicerone,
Ven. IV 41), bensì alla madre e allo zio materno e al nonno materno.
Se lo zio è il primo a essere libero, il nonno era stato schiavo. Arrio
visse fino al 51, poiché è nominato da Cicerone nella pro M ilone (46);
venne in seguito a morire, se nel Brutus è nominato fra i defunti; e
Attico di rimando dice che, parlando di Arrio, si beve la coppa fino
alla feccia. Si è pensato anche a C. Arrius (E. S. Ramage, N ote on Ca
tullus ’ Arrius y «Classical Philology» LIV 1959, pp. 44-5) in base a Ci
cerone, ad A tt. II 14,2.: vides quibus bom inibus aures sint deditae meae,
«vedi un po’ a quale razza di uomini debbo porgere le mie orecchie»,
e II 15,3: cum rusticis potius quam cum bis perurbanis, «meglio con i
contadini che con questi stracittadini»; cfr. Della Corte, Personaggi,
p. 2.2.7 sgg- Per l’aspirazione errata Nigidio Figlilo (fr. 2.1 Funaioli):
rusticus fit sermo y si aspires perperam, «la parlata diviene contadinesca,
se aspiri fuori posto».
i. Chom m oda : Catullo pone in bocca ad Arrio prima del suo viag
gio in Siria due parole significative. Comm oda deve qui avere il signi
ficato di «premio» (Cicerone, ad fam . VII 8,1; X I 1,3 ; Svetonio,
Aug. 49; Cai. 44); i com moda erano le «promesse» fatte ai soldati che
partivano per questa impresa che si profilava piena di pericoli; e i va-
ticinii sfavorevoli, per esempio Cauneas = cave ne eas (Cicerone,
D iv. II 40,84; Plinio, Naturalis historia XV 83), indicavano la diffi
coltà dell’impresa e le insidiae del nemico. R. J. Baker e B. A. Mar
shall (Commoda and insidiae, «Classical Philology» LXXIII1Q 78, pp.
49-50) ritengono che i triumviri abbiano impedito ad Arrio di diven
tare console. I Romani estesero le aspirate anche a vocaboli che non
erano di derivazione greca; sono rimaste le grafie di pulcher, sepul-
chrum, Gracchus (Cicerone, Orai. 160), non quelle di choronae, chen-
turioneSy praechones (Quintiliano, Inst. I 5,2.0). Probabilmente Arrio
seguiva un vezzo dialettale; in Sabina, p. es., si diceva barena, hircus
(cfr. Velio Longo, VII p. 69,4-10 Keil; Varrone, de lingua Latina V
24; Quintiliano, Inst. I 6,2.1; A. J. Bell, N ote on Catullus 84, «Classi
cal Review» X X IX 1915, p. 137; E. Harrison, Catullus 84, ibid.
X X IX 1915, p. 198; H. B. Rosén, A rriu s * Speech agpin (Catullus 84),
«Mnemosyne» X IV 1961, pp. 2.24-32.).
5. m ater: cfr. Cicerone, de Orat. I ll 45: faciliu s enim mulieres in-
corruptam antiquitatem conservant, «infatti più facilmente le donne
conservano inalterato il modo di parlare»; Brutus 2.11; Platone, Crai.
418b. liber: cioè libertinus, il fratello della madre era stato il pri
346 COMMENTO 84, 5 - 86, 1
mo libero; gli altri membri della famiglia erano invece schiavi; cfr.
D. N. Levin, Arrius and bis Uncle, «Latomus» X X X I I 1973, pp. 587-
94; R. J. Baker e B. A. Marshall, Avunculus liber, «Mnemosyne»
X X X 1977, pp. 192.-3.
7. tnisso: Arrio deve essere stato inviato come legptus in Siria.
8. audibant : cioè audiebant. leniter et leviter: si fa meno sfor
zo pronunciando senza aspirazione; cfr. Mario Vittorino, VI p. 34,7
Keü: profundo spirito, anhelis faucibus, exploso ore [sott, littera b] fun-
detor; Gellio, X V III 9,7: lenius leviusque; Cicerone, Brutus 159: sua-
vitas vocis et lenis appellatio litterarum bene loquendi formant confece-
rat; D. M. Jones, Cato Ili nobile epigramma (Carm. LXXXIV), «Pro
ceedings of the Classical Association» LU I 1956, p. 16.
9. postilla: cioè postea.
h . Ionios fluctos: cfr. Virgilio, Aen. I l i 671: Ionios fluctos; quando
Arrio ritornerà in patria, narrerà del suo viaggio per mare e parlerà
dei flutti dello Ionio (in realtà l’Adriatico) e, o che volesse fare un
iperurbanesimo o un provincialismo, o un ellenismo a oltranza o sol
tanto una bizzarria, dirà Hionius, che a un orecchio uso al greco suo
nerà come xLÔvioç e cioè coperto di neve; cfr. E. Harrison, Catullus
8 4 ..., p. 198; B. Einarson, On Catullus LX X X IV , «Classical Philo
logy» L X I 1966, pp. 187-8.
88: Ciclo di Gellio; cfr. carmi 74, 80, 89-91, 116; Della Corte, Perso
naggi, p. 67 sgg.
i. maire: probabilmente matrigna.
1. abiectis... tunicis: cfr. Apuleio, Met. I li io: omnibusabiectis ami-
culis intecti atque nudati bacchamur in Venerem, «tolti di dosso i vesti
ti, senza indumenti e denudati ci gettiamo nelle orge di Venere».
5. Tethys: cfr. 64,19; 66,70; Omero, 11. X IV 101; Callimaco, Del. <
17; Anthologfa Palatina X IV 71,3-4; Silio Italico, V 395: pater Ocea-
nus cum saeva Thetye, «il padre Oceano con la crudele Tetis». Tetis,
madre di Nereo, nonna delle ninfe Nereidi.
348 COMMENTO 88,6-93
93: Quintiliano (Inst. X I 1,38) definisce insania quella di Catullo nei <
COMMENTO 93,1-95,/ 349
95: Il poemetto di Gaio Elvio Cinna è una novità libraria che costi- <
tuisce il manifesto del neoterismo (A. Ronconi, Note sulla poetica e
critica letteraria in Catullo, «Studi Urbinati» X LI 1967, pp. 1155-66)
contro i fautori della vecchia poesia (carmi 14, 1 1 , 36); cfr. J. Grana-
rolo, Catulle, poète de la contestation juvénile, «Revue de la Franco-
ancienne» 1968, pp. 597-610. Il poema è perduto; ma lo si può rico
struire attraverso Ovidio (Met. X 198 sgg.) e la Ciris (v. 137 sgg.). So
no ripresi i motivi di Callimaco, Epigr. 17,3-4 Pfeiffer: x«(p*TO, Xerc-
xoct. I pT|aeiç, «salute, brevi componimenti»; Epigr. 18 ,1 Pfeiffer:
¿xfatpco to 7uoÍ7](jux tò xuxXixóv, «odio il poema ciclico». Con la stessa
certezza di una gloria immortale anche i due poemetti di Valerio Ca
tone erano stati salutati: da Ticida (fr. 1 Morel) la Lydia, e da Cinna
(fr. 14 Morel) la Dictynna.
i. Zmyma: era nota l’oscurità del poemetto; nonnulli eius aetatis
grammatici in eum [sott, librum] scripserunt magnamque ex eius enarra-
tione sunt gloriam consecuti, «alcuni dotti di quell’età scrissero su
questo libro e dalle delucidazioni delle sue oscurità trassero grande
gloria» (Filargirio a Virgilio, Ecl. 9,35), e fra questi L. Crassicio Pasi-
350 COMMENTO 9 5 ,1 - 7
suoi Annales (carme 36) deve essere risalito alla venuta di Antenore
in Italia per fondare Padova.
8. scombris... tunicas: gli Annali di Volusio o servivano ad impac
chettare gli sgombri da vendere (Marziale, III 50,9; IV 86,8; Persio,
1,43; Orazio, Ep. II 1,170) oppure per cucinarli al cartoccio (cfr. D.
F. S. Thomson, Interpretations o f Catullus II, «Phoenix» X V I I I 1964,
pp. 30-6). Marziale pare riecheggiare Catullo (J. Ferguson, Catullus
and M aniaiy «Proceedings of the American Classical Association» VI
1963, P- 3 sgg.) m un suo epigramma, anch’esso di io versi (III 50):
Ligurino invita a cena Marziale per leggergli i suoi versi. I convitati
non verranno più a cena da Ligurino, se questi non darà scombris sce-
lerata poemata.
9. Forse è caduto non sodalis, ma, davanti alla cesura semiquina
ria, il nome del poeta amico Cinnaet che Catullo oppone a Volusio.*
10. Antimacho: Antimaco di Colofone ebbe il secondo posto nel <
canone alessandrino dopo Omero (Quintiliano, Inst. X 1,53: ut piane
manifesto appareat quanto sit aliud proximum esse, aliud secundumy
«perché si vedesse chiaro che differenza c’era fra l’essere vicino al
primo e l’essere secondo». Era l’autore della Lide e del Ritorno di
Diomede y che cominciava ab exordio primae originis, id est... ab inten
to Meleagri ([Acrone] a Orazio, Ars. 146). Volusio, 1’Antimaco roma
no, cantava gesta epiche e probabilmente risaliva fino alle più lonta
ne origini di Padova. Ciò può giustificare: Paduam morientur ad ip-
sam. Benché alcuni pensino che Padua stia per città e cioè per Pata-
viumy come del resto Satraco è città e fiume di Cipro (Scholia a Lico-
frone, 448), tuttavia giustamente si deve propendere per il fiume, sia
a causa delle cavae undae sia degli scombri. Proprio questi sgombri,
pesci marini, ci portano a credere che si tratti della foce di un fiume.
Anche le cavae undae del Satraco stanno a indicare il punto dove il
fiume si immerge nel profondo mare. La versione del mito seguita da
Cinna si scostava da quella di Paniassi (fr. 2.5 Kinkel) e dalla fonte di
Antonino Liberale (34,1), che localizzavano in Siria la patria di Mir
ra, mentre influiva su Ovidio (Met. X 198-514), e conseguentemente
su Servio (a Virgilio, Ecl. 10,18). Circa l’onomastica del fiume, Catul
lo si stacca da Filea Ateniese, il geografo contemporaneo di Eschilo,
che usa la forma Serachos, e adotta quella certamente alessandrina di
Satrachos (o Setrachos) che si trova in Licofrone (v. 448) e in Nonno
(X III458).
96: C. Licinio Calvo (cfr. carmi 14, 50, 53) aveva perduto la moglie
Quintilia e l’aveva pianta in elegie, alle quali allude Properzio (II
34,89-90): haec etiam docti confessa est pagina Calvi / cum caneret mi-
serae fuñera Quintiliaey « anche questo confessava il volume del dotto
Calvo, cantando la morte della misera Quintilia»; cfr. Ed. Fraenkel,
Catolls Trostgedicht fü r CalvuSy «Wiener Studien» L X IX 1956, pp.
3 52 . COMMENTO 96, I - 9 7 , Z
97: Invettiva sarcastica come quella del carme 39. Emilio è scono
sciuto.
1. utrum: cfr. Anthologia Palatina X I 141,1 sg.: «la bocca e il culo,
COMMENTO 97, ¿ - 9 9 353
IOO: Ciclo di Aufillena (cfr. carmi no, in), giovane donna veronese,
corteggiata da Catullo, cui viene preferito Quinzio; cfr. Della Corte,
Personaggi, p. 151 sgg.*
z. flos: cfr. Z4,i: flosculus... Iuventiorum; 63,64: gymnasi fu i
flos. depereunt: cfr. 35,1z.
3. hic... Ule: hic si riferisce al primo nome, Ule al secondo.
4. fratemum... sodalicium: cfr. Ovidio, Trist. I 3,65: quosque ego
dilexi fraterno more sodales, «e gli amici che io amai come fratelli».
5. Cui faveam... tibi: cfr. 1,1-3.
6. perspecta: cfr. Cicerone, post reditum in senatum z y ut... amici-
tias igni perspectas tuear, «per difendere le amicizie messe alla prova
del fuoco»; ad fam. IX 16,z: ut quasi aurum igni, sic benevolenza fide-
lis periculo aliquo perspici potest, «come Toro si può mettere alla pro
va del fuoco, così la benevolenza della fedeltà si può mettere alla pro
va con qualche rischio»; Off. II 38: quod in quo viro perspectum sit
hunc igni spectatum arbitrantur, «quello che sia messo alla prova in
qualche individuo, lo ritengono saggiato col fuoco».
7. vesana... fiamma: cfr. 7,10: vesano... Catullo; Virgilio, Aen. IV
66 .
8. potens: cfr. Orazio, Carm. IV 1,17-8: quandoque potentior / largì
muneribus riserit aemuli, «e quando, avendo avuto la meglio sui doni
di un ricco rivale, lo avrà fatto bersaglio delle sue risate»; 10,1: Vene
ris muneribus potens; Properzio, II z6,zz: in urbe potens.
Civ. X V III 5: fere in omnibus templis ubi colebantur Isis et Serapis erat
etiam simulacrum quod digito labiis impresso admonere videbatur, ut si-
lentiumfìeret, «quasi in tutti i templi, dove si veneravano Iside e Se-
rapide, c’era anche una statua, che si mostrava col dito posato sul
le labbra, perché si facesse silenzio». Cfr. Della Corte, Personaggi,
p. 30.
104: Ciclo di Lesbia. Rimane dubbio se il carme sia rivolto (v. 4: tu)
a Lesbia stessa o a un interlocutore. Nel primo caso l’epigramma pro
cede con la sorpresa ritardata all’ultimo verso, quando dalla terza si
passa alla prima persona.
1. meae... vitae: Lesbia; cfr. 68A,i55; I°9»Iî Properzio, II 3 ,13 ;
20,11; 26,1; Ovidio, Am. II 15,21.
2. oculis: cfr. 3,5; 14,1; 82,4.
4. Pappone: è cognomen romano (Livio, X X X V 10,11; 20,8; <
X X X V II 46,11). Ma Tappo, da Ôtjtico = Ôau[x<xÇ<*>, «mi meraviglio»,
era anche un personaggio della farsa dorica (0â7uov); P. Y. Forsyth
(Tu cum Tappone, Catullus 104, «Classical Weekly» LX X 1976, pp.
21-4) lo riferisce a Celio Rufo. omnia monstra: cfr. Cicerone, ad
Att. IV 7,1: mera monstra nuntiarat\ Tuse. IV 24,54: monstra dicere.
i. bonae: cfr. Tibullo, II 4,45: bona quae nec avara fu it, «buona
una donna che non fu avida».
1. facere: eufemismo erotico; cfr. Petronio, 87,8: quare non faci-
mus?y «perché non facciamo l’amore?».
3. promisti: cioè promisisti; cfr. Tibullo, I 8,63: vel cum promit-
tit. mentita: cfr. Plauto, Amph. 468; Properzio, II 17,1-1: mentìri
noctem, promissis ducere amantem, / hoc erit infectas sanguine habere
manus, «rifiutare una notte, allettare con promesse Pinnamorato,
questo sarà l’equivalente di avere le mani lorde di sangue». ini
mica: cfr. [Tibullo] III 6,55: nec merito nobis inimica.
4. das et fers: in senso erotico; cfr. Ovidio, Ars. I 345: quae dant
quaeque neg/int, gaudent tarnen esse rogatae, «quelle che danno, quelle
che non danno, tuttavia godono di essere pregate»; Plauto, Most.
614: quin feram si quid datur. facis f acinus: cfr. 81,6: quid f acinus
facias; Cicerone, Fin. II 95: ne f acinus facias.
5. ingenuae: cfr. 61,83: ingenuuspudor.
6-7. data... avarae: cfr. Properzio, III 15,6: nullis capta Lycinna
datiSy «Licinna, da nessun dono comprata».
7. plus quam: cfr. Cicerone, Phil. II 31: plus quam sicarios, plus
quam homicidas; Livio, X 18,4: proelia plus quam virorum; X X I 4,9:
perfidia plus quam Punica; X X I 2.,54: quae [sott, opes] ... plus quam
modicae erant; Ovidio, Met. X III 451: fortis et infelix et plus quam fe-
mina virgo; Lucano, 1 1: bella... plus quam civilia.
8. toto corpore: cfr. Ausonio, Epigrammata 7 1,1 sgg. Souchay: rep-
perit obscenas veneres vitiosa libido / ...Crispa tarnen cunetas exercet cor
pore in uno ¡ ... ne quid inexpertum frustra moritura relinquat, «una vi
ziosa lussuria scoprì osceni congiungimenti... Crispa li mette tutti in
pratica nel suo corpo... perché, stando per morire, non lasci nulla di
intentato ».
i. descendit: discendere dai colli nella valle del foro romano; cfr.
Cicerone, Phil. II 15: hodie non descendit Antonius, «oggi Antonio
non è venuto nel foro»; Ver. I li 91: mane descendit; alcuni vi scorgo
no un'allusione oscena.
113 : Il carme, indirizzato a Cinna (cfr. 10,30; 95), colpisce gli adulte
ri di Muda, amica e parente di Clodia.
i. Consule Pompeio: il primo consolato è del 70 a. C.; il secondo
del 5$ a. C. solehant: in senso erotico, cfr. Plauto, Cist. 36: viris
cum suis praedicant nos solere, «dicono che noi ce l’intendiamo con i
loro mariti»; Terenzio, Ad. 666: qui illam consuevi prior, «io sono
stato il primo ad andare con lei».
1. Moeciliam: cioè Mucillam, diminutivo di Mucia, moglie di <
Pompeo (figlia del giurista Scevola e sorellastra di Clodio), da cui di
vorziò nel 61 a. C.; cfr. Svetonio, lui. 50; Plutarco, Pomp. 41; Cice
rone, ad Att. 1 11,3 . Nel $5 Pompeo aveva già sposato Giulia, mentre
Mucia M. Emilio Scauro.
114 : Ciclo di Mamurra (cfr. 43,$; 19,17-9). I carmi 114 e 115 presen- <
taño, come spesso gli epigrammi, una variazione: Mamurra è un de-
coctor, riesce sempre a spendere di più di quanto non possegga: già
tre volte ha dilapidato un patrimonio, quello familiare, e gli altri due
procuratisi con le praedae di Bitinia e di Lusitania; ora si è arricchito
una quarta volta e - come sembra - ha acquistato una vasta tenuta a
Fermo (P. Harvey, Catullus 114-1$. Mamurra, bonus agrìcola, «Histo
ria» X X V II I 1979, pp. 319-55). Per il motivo cfr. Antbologia Palatina
X I 149.
i. Firmanus saltus: boschi nel territorio di Fermo nel Piceno. La
correzione in Formianus è basata sul fatto che Mamurra era di For-
mia, la Mamurrarum urbs ([Acrone] a Orazio, Serm. I 5,37); ma non si
può accettare la correzione, che comporta fra l’altro la sinizesi -ia-. I
saltus sono (Paolo Festo, p. 391,35 Lindsay: ubi silvae et pastiones
sunt quarum casae quoque: si qua partícula in eo saltu... aratur, ea res
non perem it nomen saltus) «dove ci sono foreste e pascoli e anche ca
se; se qualche piccola superficie in quel saltus... viene arata, ciò non
toglie il nome di saltus». M éntula: cfr. 94,1; 105,1.
3. omne genus: cfr. Catone, de agricultura 8,1: hortum omne genus,
coronamenta omne genus; Varrone, de re rustica III 5,11: avibus omne
genus; Lucrezio, IV 735: omne genus... simulacra feruntur; Petronio,
71,7: omne genus poma.
FRAMMENTI
ß m a n o s c r it ti a n te r io ri al 1 4 2 4 ; il P a r is in u s L a t in u s 7989 fu
te rm in a to n e l n o v e m b r e d e l 1 4 2 3 ;
Y m a n o s c r it ti a n te r io r i al 1 4 5 2 c o m p r e n d e n t i il c o d i c e d i A n t e
n o r e B a lb i d e l 1 4 5 1 e il L e id e n s is V o s s i a n u s L a t in u s o c t . 59
del 1 4 5 3 ;
8 a lc u n i m a n o s c r it ti a n te r io ri al 1 4 5 0 , fr a i q u a li A e B e r o li-
n e n s is D ie z ia n u s B . S a n t . 3 6 ;
e il M e d io la n e n s is B r a id e n s is A D . X I I 3 7 n . 2 , c o n i s u o i d u e
d e r iv a t i B r ix ia n u s Q u ir in ia n u s A V I I 7 e L o n d in e n s is H a r -
le ia n u s 2 5 7 4 ;
Ç un gru p p o di m a n o s c r it ti d a ta b ili in t o r n o al 14 6 0 com e
il D a t a n u s ( B e r o lin e n s is D ie z ia n u s B . S a n t . 3 7 ) s c r it to nel
14 6 3 ;
7] u n g r u p p o d i m a n o s c r it ti r ic c h i d i c o r r e z io n i c o m e il V i c e n -
t in u s B e r o lia n u s G . 2 . 8 . 1 2 , s c r it to n e l 1 4 6 0 , e P O x o n i e n s is
B o d le ia n u s L a u d ia n u s L a t . 7 8 d e llo s te s s o a n n o ;
0 u n g r u p p o d i m a n o s c r it ti fr a c u i il L o n d in e n s is E g e r t o n i a -
n u s 3 0 2 7 d el 1 4 6 7 , e il P is a u re n s is O l i v e r i a n u s 1 1 6 7 d e l 1 4 7 0 .
A q u e s ta tr a d iz io n e , c h e risa le in d u b b ia m e n t e a u n u n ic o a r c h e
t ip o V , si o p p o n e q u e lla ra p p re s e n ta ta d a u n flo r ile g io d el n o n o se
c o l o : il P a ris in u s T h u a n e u s 8 0 7 1 ( T ) c h e c o n t ie n e il s o lo c a r m e 6 2 .
A d iffe re n z a d e lla t ra d iz io n e V , c h e m a n c a d e l v e r s o 1 4 , p r e s e n ta
q u e sto v e r s o : nec mirum, penitus quae tota mente laborant, c h e b e n d iffi
c ilm e n te p u ò e ss e re c o n s id e r a t o una in t e g r a z io n e . I n o ltr e T dà
b u o n e le z io n i ai v v . 7 , 9 , 1 2 , 1 7 , e c c .
D i v e r s o è il v a lo r e d e l D a t a n u s . M e n t r e p e r a lc u n i le le z io n i d i
D s o n o d i b u o n a d e r iv a z io n e e, se n o n p r o p r i o d e r iv a t e d a u n a fa m i
g lia d iv e r s a d a V , a lm e n o fr u t t o d i c o n t a m in a z io n i, p e r a ltri D
è un t ip ic o co d ice u m a n is t ic o , z e p p o di c o n g e t t u r e , m a s tre tta -
m e n te c o lle g a t o c o n u n d e te rio r e , il R ic c a r d ia n u s 6 0 6 . P u r c o n o
scen d o l ’a lto liv e llo c u i e ra n o g iu n t i g l i u m a n is t i n e lla s e c o n d a
m e tà d el q u in d ic e s im o s e c o lo , b is o g n a b e n a m m e tte r e c h e D c o lp is c e
nel s e g n o in p iù l u o g h i : 4 , 2 7 ; 6 , 8 ; 9 , 4 ; 2 8 , 1 2 ; 3 0 , 1 ; 3 9 , 1 3 ; 3 9 , 2 0 ;
4 5, 3 ; 52, 3 ; 62, 12 ; 6 3, 5 3 ; 64, 3 ; 64, 14 2 ; 64, 2 8 5 ; 66, 5 7 ; 66,
7 0 ; 6 7 , 2 3 ; 6 7 , 4 6 ; 6 8 A , 5 9 ; 8 1 , 1 ; 8 1 , 5 ; 8 3 , 4 ; 1 0 4 , 3 ; u n o d i q u e s ti
(6 2, 1 1 ) , di co n tro a meditare querunt d i V , a tte sta l’ o t t im o meditata
requirunt Glossarium Balliolense Oxoniense, p u b
d i T , c o n fe r m a t o d al
b lic a to d a ll’ E l l i s n e lla su a editio maior ( 1 8 7 8 ) , c h e ci s p ie g a requirunt:
in memoriam revocant. S e n z a e s a lta re D , c o m e a n c o r a d i re c e n te si è
te n ta t o , c r e d o c h e n ei c o n fr o n t i d i q u e s t o c o d i c e b is o g n a te n e re u n
a tt e g g ia m e n t o p o s s ib ilis tic o ; a m e n o n resta c h e rip e te re q u e llo c l. '
s c r i v e v o 2 5 a n n i o r s o n o : D « n o n p a re d e n o t a re a r b itra rie c o r r e z io n i
m a t u t t ’ al p iù c o lla z io n i d a c o d i c i , d e i q u a li si tra tta di s ta b ilire
la v e r a id e n tità » (Opuscula I I , G e n o v a 1 9 7 2 , p . 2 4 0 ).
N O T A A L TESTO 369
àX X à n à v TÓXfxaTov ¿ n e l f x a l n évrçra
f 7 ) |xe K ó v to v ¿ ß X e + e v èv rjép i r ò v B e p e v lx r jç
ß d o T p u x o v 6 v x e iv 7) n à a t v £0 y)x e 0 e o tç
a i* v re x à p Y )v c S fx o a a o ó v r e ß io v
372- APPENDICE
i. Esametro dattilico (c c . 6 2 ; 6 4 ) :
2. Distico elegiaco (c c . 6 5 - 1 1 6 ) :
C la u s o la d e l p e n ta m e t r o c o n p a r o la b i- , t r i-, o p lu r is illa b ic a ;
u n c a s o d i m o n o s illa b o ( 7 6 ,8 ) e u n o d i p a r o la u n ic a c h e o c c u p a
T in t e r o e m is t ic h io : Amphitryoniades (6 8 A , 1 1 2 ) . *
Fra i d u e e m is tic h i s o n o a m m e s s i sia g li ia ti, sia le e lis io n i
( 6 8 , 1 0 ; 6 8 A , 5 6 . 8 2 ; 7 1 , 6 ; 7 3 , 6 ; e c c .) .
C in q u e ca si d i ia to in c e s u ra ( 6 7 ,4 4 ; 6 8 A ,n 8 ; 7 6 ,10 ; 9 7 ,2 ;
9 9 . 8) ’ -
D u e ca si d i lu n g a n el p r im o e le m e n to (2 9 ,3 : Mämürram; 29,
20: nunc Gàlliae).
C e s u r a p r e v a le n te d o p o il q u in t o e le m e n t o ; p iù r a ra m e n te d o
p o il s e ttim o o il q u a r t o , c o n la p o s s ib ilit à d i c o e s is te n z a d i a ltre
c e s u re m in o r i. D ie c i ca si d i sin ale fe in c e s u ra . U n c a s o d i m o n o
s illa b o in fin e d i v e r s o ( 2 9 , 1 6 ) 345.
L a lu n g a è a m m e s s a n el p r im o e n el q u in t o e le m e n t o ( 5 2 , 2 .
3 ) ; m e n tre 5 1 , 1 e 4 s o n o trim e tri p u ri. C e s u r a d o p o il q u in t o e le
m e n to (s e m iq u in a r ia ).
5. Coliambo 0 scavante (c c . 8 ; 2 2 ; 3 1 ; 3 7 ; 3 9 ; 4 4 ; 5 9 ; 6 0 ):
L a lu n g a è a m m e s s a n el p r im o e q u in t o e le m e n t o .
S o lu z io n e d e lla lu n g a in due b r e v i: 3 7 ,5 : confùtàere (s e c o n d o
e le m e n t o ) ; 2 2 , 1 9 : aliqua (q u a r t o e le m e n t o ) ; 5 9 , 3 : ipso rapire (se s to
e le m e n to ).
M o n o s illa b o in fin e d i v e r s o : 3 9 ,2 0 ; 4 4 ,2 . C esu ra com e n el
trim e tr o g ia m b i c o , a n c h e p r im a di e n c litic a e lisa c o n la p a r o la s e
g u e n te ( 3 1 , 1 0 : desiderato!qué)h.
D u e d im e t ri a c c o p p ia t i, d i c u i il s e c o n d o c a ta le ttic o . L a lu n g a
s o s titu is c e la b r e v e n el p r im o e le m e n to ( v v . 3 , 4 , 5 , 7 , 9 , i o , 1 3 ) ,
n el n o n o ( v v . 5 , 1 3 ) , e c c e z io n a lm e n t e n el t r e d ic e s im o ( v . 11: con-
scribillent; m a m e g lio p e n sa re a u n a b b r e v ia m e n t o -scrib-).
S o lu z io n e n el q u a r t o e le m e n to d e l v . 5: muli-.
7. Endecasillabo faleceo (cc. 1-3; 5-7; 9-10; 12-16; 2 1; 23; 24; 26-28;
32-53Í 35; 36; 38; 40-43; 45-50; 53-58A; fr. 3):
V e r s o c o m p o s t o d i u n a s c le p ia d e o m in o r e , in c u i fra i d u e c o la si
in s e r is c e u n c o r i a m b o , t a lv o lt a s e p a r a t o d a d u e d ie re s i ( v v . 2 , 3 , 5 , 6 ) ,
: at j que un-; 8 : tu j ta om-; 9 : die / ta om-\
t a lv o lt a c o n s in a le fe ( v . 1
io . Galliambo (c . 6 3 ) : p iù fre q u e n te m e n te si p r e s e n t a c o n lo s c h e m a :
È u n t e tr a m e tr o i o n ic o a m in o r e , f o r m a t o d a d u e d im e t ri i o
n ic i, d i c u i il s e c o n d o c a ta le ttic o * . C o m p a r e n e lla su a fo r m a io n ic a
p u r a s o lo n e l p r i m o e m is t ic h io d e l v . 5 4 ; p e r il r e s to p r e s e n ta a n a -
c la s i, 8 i n e l p r im o e m is t ic h io , 5 n e l s e c o n d o . L e n u m e r o s e s o l u
z io n i d e lla lu n g a in d u e b r e v i e c o n t r a z io n i d e lle d u e b r e v i in u n a
lu n g a d a n n o il s e g u e n t e s c h e m a :
XX Bibliografia
V. Ciaf fi, Il mondo di Valerio Catullo e la sua poesia, Bologna 1987.
J. Evrard-Gills, La récurrence lexicale dans Voeuvre de Catulle, Paris
1976.
J. Granarolo, Catulle, ce vivant, Paris 1982.
H. P. Syndikus, CatulL Eine Interpretation I, Darmstadt 1984.
T. P. Wiseman, Catullus and his world. A rappraisal, Cambridge 1985.
Commenti
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«Der altsprachliche Unterricht» X X X V x 199z, pp. 4-14.
L. Alfonsi, Momenti catulliani, in Studi di filologia classica in onore di
G. Monaco, Palermo 1991, pp. 671-86.
G. Augello, Catullo e il Folklore. La flagitatio nel c. 4z, in Studi di f i
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E . D. Blodgett - R.M. Nielsen, Wiseman's Catullus: “The Darkness
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W.V. Clausen, La nuova tendenza poetica, in La letteratura latina della
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colare le pp. 303-34]. L'originale è del 198x.
W.V. Clausen, Catulliana, in Vit bonus discendi peritus. Studies... O.
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E. Courtney, Two Catullan Questions, «Prometheus» XV 1989, pp.
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F. Della Corte, I carmi veronesi di Catullo, «Maia» X LI 1989, pp.
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F. Della Corte, Tre poeti traducono Catullo, «Aufidus» 1989, n. 7, pp.
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F. Della Corte, Il magistero genovese e “L'ultimo Catullo”, in
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AGGIORNAMENTI BIBLIOGRAFICI 387
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Carme 1
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Carme 4
H.J. van Dam, A comma in Catullus 4, «Mnemosyne» X LIII 1990,
pp. 446-9.
AGGIORNAMENTI BIBLIOGRAFICI 389
Carme 6
P.Y. Forsyth, Catullus 6. Theme and context, in C. Deroux (ed.), Stu
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Carme 7
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ly» X V 1990, p. 80.
Carme 8
G. Lieberg, Una nuova interpretazione del carme 8 di Catullo, «Or
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X I 1990, p. in).
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R. Schmid, The structure o f Catullus 8: a history o f interpretation,
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Carme 10
M.B. Skinner, Ut decuit cinaediorem. Power, gender, and urbanity in
Catullus 10, «Helios» X V I 1989, pp. 7-13.
Carme 11
T. Benediktoson, Horribilesque ultimosque Britannos, dt.
G . G. Biondi, Catullo n e Orazio, carm. z, 6. Due lezioni di poesia, in
Studi in onore di A. Ghiselli, cit., pp. 19-31.
M.S. Celentano, Il fiore reciso dall'aratro. Ambiguità di una similitudi
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X X X V II1991, pp. 83-100.
P.Y. Forsyth, The thematic unity o f c. ri, «The Classical World»
L X X X IV 1991, pp. 457-64.
J.R . Heath, Catullus ii. Along for the Ride, in Studies in Latin Litera
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M .C.J. Putnam, Catullus ii and Virgil Aen. 6.786-7, «Vergilius»
X X X V 1989, pp. 28-30.
Carme 13
H . R. Dettmer, Catullus 13. A nose is a nose, «Syllecta Classica» I
1989» PP- 75*8 $'
Carme 14b
P.Y. Forsyth, Catullus 14b, «The Classical World» L X X X III 1989-
1990, pp. 81-5.
Carme 17
F. Cenerini, O colonia, quae cupis ponte ludere longo (Cat. 17): cultura
e politica, «Athenaeum» L X V II1989, pp. 41-55.
Carme 22
T. Dorandi, Marginalia papyrologica, in XVIIIth International Congress
ofPapyrology, I, pp. 425-8, Athens 1988.
Carme 28
G. Maselli, Livelli espressivi e secante economica nel c. z8 di Catullo,
«Aufidus» 1990, nn. 11-2, pp. 7-23.
390 AGGIORNAMENTI BIBLIOGRAFICI
Carme 29
H.R. Dettmer, A fresh approach to Catullus 29.23, «SyUecta Classica»
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AGGIORNAMENTI BIBLIOGRAFICI 391
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Carme 8 5
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AGGIORNAMENTI BIBLIOGRAFICI 393
vn In tr o d u z io n e
xvn B ib lio g r a fía
TESTO E TRADUZIONE
3 Sigla
7 II lib r o d i C a t u llo v e r o n e s e
2.X7 F r a m m e n ti
2.2.9 COMMENTO
APPENDICE
367 N o t a al t e s t o
371 G l i o r ig in a li g r e c i d e i c a r m i 51 e 6 6
373 L a m e tr ic a
377 A d d e n d a 1990
397 I n d ic e d e i n o m i
403 I n d ic e d e i c a p o v e r s i
« Scrittori greci e latini »
V O L U M I P U B B L IC A T I
Omero, Odissea
vol. I: L IB R I I-IV , a cura di Stephanie W est; [ix ed J
v o l. II: L IB R I V -V I I I , a c u r a d i J . B . H a in s w o r t h ; [ x e d .]
Arcana M undi
a cura di G e o rg L u c k .
vol. I: M A G I A , M IR A C O L I , D E M O N O L O G I A ; [iv e d .]
vol. II: D IV IN A Z IO N E , A S T R O L O G IA , A L C H IM IA . [ ih e d .]
Inni omerici
a cura di F ilip p o C assola. [vili ed .]
vol. I: E L E U S I , D IO N IS I S M O , O R F IS M O ; [iv e d .]
v o l. II: S A M O T R A C I A , A N D A N I A , IS I D E , C I B E L E E A T T I S , M IT R A IS M O . [ni e d .]
Pindaro, Le O di
5 v o lu m i
Sofocle, Pilottete
introduzione e com m ento di Pietro P u cci, testo critico a cura di G u id o A vezzù ,
traduzione di G io van n i C erri. [n ed.]
Erodoto, Le Storie
9 volum i
v o l. I: L IB R O I: L A L I D I A E L A P E R S I A
a cura di D avid Asheri, traduzione di V irgin io Antelam i; [vii ed.]
vol. II: L IB R O II: L ’E G I T T O
a cura di A lan B . L lo yd , traduzione di A u gu sto Fraschetti; [vi ed.]
vol. IV : L IB R O IV : L A S C I Z I A E L A L I B I A
a cura di A ld o C orcella e Silvio M . M edaglia,
traduzione di A u gu sto Fraschetti; [in ed.]
v o l. V : L IB R Q V : L A R IV O L T A D E L L A I O N I A
a cura di G iu se p p e N en ci; [m ed.]
v o l. V I: L IB R O V I: L A B A T T A G L I A D I M A R A T O N A
a cura di G iu se p p e N en ci; [n ed.]
voi. V i l i : L IB R O V i l i : L A V I T T O R I A D I T E M I S T O C L E
a cura di D avid A sh eri e A ld o C o rcella,
traduzione di A u gu sto Fraschetti; [i ed.]
vol. IX : L IB R O IX : L A B A T T A G L I A D I P L A T E A
a cura di D avid A sheri e A ld o C orcella,
traduzione di A u gu sto Fraschetti. [i ed.]
Aristofane, L e Nuvole
a cura di G iu lio G u id o rizzi, introduzione e traduzione di D ario D el C o m o . [u ed.]
Aristofane, G li Uccelli
a cura di G iu se p p e Z an etto, introduzione e traduzione d i D ario D e l C o m o . [vi ed.]
Aristofane, Le Rane
a cura di D ario D el C o m o . [vi ed.]
Platone, Simposio
a cura di G io v an n i Reale, testo critico di Jo h n B u m e t. [i e d .]
Platone, Lettere
a cura di M argherita Isnardi Parente, traduzione di M aria G razia Cian i. [i e d .]
La leggenda d i Roma
3 volum i, a cura di A n d re a Caran dini, traduzioni di L o re n zo Argentieri.
vol. I: D A L L A N A S C IT A D E I G E M E L L I A L L A F O N D A Z IO N E D E L L A C IT T À
m orfologia e com m ento di P ao lo C arafa e M aria T eresa D ’A lessio,
appendici di P ao lo C arafa, M aria T eresa D ’A lessio e C a rlo de Sim one. [i e d .]
Catullo, Le poesie
a cura di Fran cesco D ella C o rte. [xi e d .]
Virgilio, Eneide
a cura di Ettore Paratore, traduzione di L u c a Canali.
Tibullo, Le elegie
a cura di Fran cesco D ella C orte. [vi e d .]
Ovidio, Harte d i amare
a cura di Em ilio Pianezzola, co n la collaborazione di G ian luigi B ald o
e L u cio Cristante. [vi e d .]
Ovidio, Metamorfosi
6 volum i, a cura di A lessan d ro Barchiesi, con un saggio introduttivo
di C h arles Segai; testo critico basato sull’edizione oxoniense
di R ichard T arrant, traduzione di L u d o vica K och .
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v o l. I: L IB R IM I [li e d .] v o i. Il: L I B R I I I I -V . [i e d .]
L'Apocalisse di Giovanni
a cura di E d m o n d o Lup ieri. [iv e d .]
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3 volum i, a cura di ( ìian L u c a Potestà e M a rco Rizzi.
v o l. I: IL N IÌM K X ) U liI T E M P I F I N A L I . T E S T I D A L II A L I V S E C O L O . [l 1
I l Cristo
v o l. I: T E S T I T E O L O G IC I E SP IR IT U A L I D A L I A L IV S E C O L O
a cura di A n to n io O rb e e M anlio Sim onetti; [vi ed.]
v o l. II: T E S T I T E O L O G IC I E SP IR IT U A L I IN L IN G U A G R E C A
D A L IV A L V II S E C O L O , a c u r a di M a n lio S im o n e tti; [v ed.]
v o i. I li: T E S T I T E O L O G IC I E SP IR IT U A L I IN L IN G U A L A T IN A
D A A G O S T I N O A D A N S E L M O D I C A N T E R B U R Y , a cura di C lau d io Leo n ard i; [in ed.]
v o l. IV : T E S T I T E O L O G I C I E S P I R I T U A L I IN L I N G U A L A T I N A
D A A B E L A R D O A S A N B E R N A R D O , a c u r a d i C la u d io L e o n a r d i; [m ed.]
v o l. V : T E S T I T E O L O G I C I E S P I R I T U A L I D A R IC C A R D O D I S A N V I T T O R E
A S A N T A C A T E R I N A D A S I E N A , a c u r a d i C la u d io L e o n a r d i. [iv ed.]
v o l. I: L IB R O I: L ’A T T I C A
a cura di D om en ico M usti e L u igi Beschi; [vii ed.]
vol. II: L IB R O II: L A C O R I N Z I A E L A R G O L I D E
a cura di D om en ico M usti e M ario Torelli; [iv ed.]
vol. Ili: L IB R O III: L A L A C O N I A
a cura di D om en ico M usti e M ario Torelli; [rv ed.]
vol. IV : L IB R O IV : L A M E S S E N I A
a cura di D om en ico M usti e M ario Torelli; [iv ed.]
vol. V : L IB R O V : L ’E L I D E E O L I M P I A
a cura di G ia n fran co M ad do li e V in cen zo Saladino; [in ed.]
v o l. V I: L IB R O V I: L ’E L I D E E O L I M P I A
a cura di G ia n fran co M ad do li, M assim o N afissi e V in cen zo Saladino; [il ed.]
voi. V II: L IB R O V II: L ’A C A L A
a cura di M au ro M o ggi e M assim o O sanna; [n ed.]
v o i. V i l i : L IB R O V il i : L ’A R C A D I A
a cura di M au ro M o g g i e M assim o O sanna. [i ed.]
Inni orfici
a cura di G abriella Ricciardelli. [n ed.]
I l Manicheismo
4 v o lu m i, a c u r a d i G h e r a r d o G n o li.
v o l. I: M A N I E IL M A N IC H E ISM O
introduzione e cura di G h e ra rd o G n o li con la collaborazione di Lu igi Cirillo,
Serena D em aria, E n rico M oran o, A ntonello Palum bo, Sergio Pem igotti,
E lio Provasi, A lb erto V en tura, Peter Ziem e. [m ed.]
v o l. II: IL M IT O E L A D O T T R I N A . I T E S T I M A N I C H E I C O P T I E L A P O L E M I C A
A N T IM A N IC H E A
introduzione e cura di G h e ra rd o G n o li con la collaborazione
di C arlo G . Cereri, R iccardo C ontin i, Serena D em aria, Sergio Pernigotti,
A n d rea Piras, A lb erto V entura. [i ed.]
Sant’Agostino, Confessioni
testo criticam ente riveduto a cura di M an lio Sim onetti, traduzione
di G io acch in o Chiarini.
Vita di Antonio
introduzione di C hristine M ohrm ann, testo critico e com m ento
a cura di G .J .M . Bartelink, traduzione di Pietro C itati e Salvatore Lilla; [vii ed.]
La letteratura francescana
4 volum i, a cura di C lau d io Leonardi.
v o l. I: F R A N C E S C O E C H I A R A D ’A S S IS I
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Lu igi G .G . Ricci, Em o re Paoli, D aniele Solvi; com m ento di D aniele Solvi; [II ED.]
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introduzione e cura di C lau dio Leon ardi; traduzioni di R oberto G am berin i,
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