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ZEJEL=  

è un componimento metrico originario della Spagna e nato durante il periodo


islamico. Strutturalmente molto vicino al muwashshah, lo zéjel presenta però un contenuto
interamente in lingua araba a livello vernacolare. Formato da 1 strofa da 3-4 versi a
rima(aaaa) seguiti da un ritornello (bbbbbxx).

Nell’opera di Berceo c’è solo un esempio che lui inserisce in una sua opera che si chiama
Duelo de la Virgen (Lamento della Vergine). Dopo questo testo vengono descritti gli ebrei,
descritti come sempre come assassini, ecc., che cantano una canzone dove si
autoinvitano a sorvegliare la tomba di Cristo per fare in modo che i discepoli non portino
via il corpo di Cristo. Barceo, pur facendo parte dei Mester de Clerecia,
che disprezzavano le opere dei giullari, le opere epiche, utilizza lo stile di queste opere
molto probabilmente per far piacere la sua opera ai suoi lettori.
Nel Medioevo in Europa romanza la produzione epica si limita a due aree principali: -la
Francia settentrionale di lingua d’oil; - la Castiglia. Nelle altre aree romanze o
sono scarsamente interessate alla creazione di opere epiche, oppure, non avendo una
propria epica la importano dalla Francia. Questo è il caso dell’Italia. L’epica esprime
gli ideali collettivi di un popolo o di una classe sociale. Narra vicende belliche o vicende
familiari che sfociano in omicidi, tradimenti, ecc. Esistono due tipi di
epiche: - epica esterna= quando l’eroe combatte nemici esterni alla propria società, o
classe sociale; -epica interna= quando l’eroe combatte un nemico interno della sua società
o classe sociale. L’opera epica spagnola più importante è Cantar de mio Cid,
anche perché è l’unica opera epica che ci è giunta quasi per intero. All’interno dell’opera ci
sono lotte contro nemici esterni ma è incentrato per lo più sui rapporti tra l’eroe e il re di
Castiglia. Per questo è un’epica interna. La poesia epica francese parla per lo
più di fatti storici o pseudo storici avvenuti sotto il regno dei re carolingi in particolare, quelli
avvenuti sotto il regno di Carlo Magno. Nell’epica castigliana, invece, non c’è un soggetto
che da coerenza a tutto l’insieme. Quindi i testi hanno argomenti meno omogenei. In linea
di massa li questi argomenti li possiamo dividere in due nuclei: -invasione dei musulmani; -
creazione e indipendenza del regno di Castiglia. Tuttavia, Cantar de mio Cid non
appartiene a questi 2 nuclei, racconta eventi più recenti. Nell’epica tra l’avvenimento
dei fatti storici e il loro racconto passa molto tempo, addirittura secoli. Questo intervallo
viene chiamato da Joseph Bedier il silenzio dei secoli. L’unica cosa che sappiamo è
che i poemi epici venivano cantati su una melodia semplice che veniva ripetuta per ogni
verso. Il nucleo storico dei fatti raccontati ha subito nei secoli alterazioni anche molto
importanti. I poemi epici più importanti si chiama in francese Chanson de gesta e in
spagnolo Cantar de gesta. Gesta(parola latina)= significa imprese, ma prende anche un
altro significato ossia quello di famiglia, imprese compiute da un gruppo familiare.
L’epica francese più antica è la Chanson de Roland. Nel XV secolo le canzoni vengono
convertite in prosa. Dell’epica spagnola ci rimane solo un testo, ossia Cantar
de mio Cid, che si colloca alla fine del XII, inizi XIII secolo. E’ molto più recente rispetto ai
primi francesi. Questo poema epico non venne scritto molto distante dalla morte dell’eroe
protagonista, Rodrigo Diaz, morto nel 1099. Pidal colloca la composizione del testo nel
1140 quindi una quarantina di anni dopo la morte dell’eroe. Quindi si pensa che l’opera
abbia mantenuto eventi storici così come sono, ma non è affatto così. Nell’epica spagnola
esistono anche altri testi che, però, non sono giunti a noi e che si conoscono solo tramite l
cronache . Le cronache prendono questi testi epici come fonti attendibili. La parte iniziale
del Cantar de mio Cid, era andata persa ma sono riusciti a ricostruirla tramite le
cronache. Le cronache riportano i poemi epici trasformandoli in prosa, tuttavia ci sono dei
versi che si conservano. Mocedades de Rodrigo= ciclo dove vengono
raccontate le imprese giovanili dell’eroe. Sempre dalle cronache riceviamo notizie su
Bernardo del Carpio, colui che aveva ucciso Orlando. (cantar de Bernardo..).
Cantar de Fernan Gonzalez= primo conte di Castillia. A questa canzone si ispira il poema
di Fernan Gonzalez che non è un poema epico ma è di argomento epico. Di altre
cantar non si riesce a ricostruire il contenuto.

Ci sono una serie di testi epici che condividono tra loro personaggi che compaiono in più
testi oppure personaggi più i loro familiari. Esistono tre cicli:- quello dei conti di Castillia:
cantar de los siete infantes de lara, cantar de la condesa traidora, romanz del infant garcia
e il poema de Fernan Gonzalez; -ciclo dei cid: cantar de mio cid, cantar de rancho II,
mocedades de Rodrigo; -ciclo francese collegato per argomento alle opere francesi. Es. la
chanson de roland.

Cantar de mio cid è stato conservato in un unico manoscritto e si trova nella biblioteca
nazionale di Madrid. Il manoscritto è degli inizi del XIV secolo. Tuttavia il manoscritto si
trova in pessime condizioni. L’opera è composta da 3730 versi il cui contenuto è
concentrato sulla vita, le imprese di Rodrigo, a partire dal momento che il re Alfonso VI lo
manda in esilio poiché accusato dai conti della corte del re di essersi appropriato di una
parte dei tributi da riscuotere dai regni musulmani. Questi conti lo fanno perché sono
gelosi del fatto che non sia un nobile di nascita. Anche se nella realtà Rodrigo era
realmente nobile in quanto aveva sposato una delle cugine del re. Una volta andato in
esilio il nostro eroe intraprende una serie di imprese riuscendo anche a togliere Valencia
ai musulmani riconciliandosi con il re. Da qui inizia la storia del matrimonio delle sue due
figlie che vengono date in sposa agli infantes de carrion. Questi due sono dei vigliacchi e
la prima volta che vanno in battaglia fanno una brutta figura venendo presi in giro. A
questo punto si arrabbiano e per fare un dispetto a Cid spogliano, picchiano e lasciano nel
bosco le figlie. Le due ragazze vengono salvate e il padre cita i due ragazzi davanti al
tribunale di Alfonso VI, non li uccide direttamente. Inizia una causa che finisce con un
duello giudiziario in cui i due ragazzi vengono sconfitti. Alla fine le due ragazze diventano
spose di futuri re. Anche nella realtà ciò accade. Il manoscritto finisce con la morte
dell’eroe e poco dopo questo evento i musulmani riconquistano Valencia. Il poema si
divide in tre parti:- cantar del destierro (1-1086); -cantar de las bodas (1087-2277); -cantar
de corpes (2278-3730). La metrica dell’opera è simile a quella delle chanzon de geste
francesi. Entrambi i testi sono in versi divisi in un certo numero di strofe chiamate lasse (in
francese laisse)= strofa particolare che non ha una lunghezza fissa, il numero di versi è
variabile, legati tra loro dalle stesse assonanze o rime. Quando cambia la rima o
assonanza cambia anche la lasse. Nell’epica francese medievale c’è l’inizio delle
lasse assonate, in seguito si evolvono in lasse rimate. Rima= uguaglianza dei suoni
di due o più parole a partire dalla vocale tonica. Assonanza= uguaglianza dei suoni di 2
o più parole che avviene solo a livello di vocali, e consonanti possono essere diverse. Cid
composte in lasse e versi legati da assonanze. Nell’epica spagnola non c’è una regola
fissa per quanto riguarda i versi. Infatti molto spesso i versi hanno misure differenti. Ci
sono versi della stessa misura ma non sempre. L’unica regola che esiste è che i versi
devono essere composti in due emistichi. Esiste una metrica detta anisosillabismo=
numero diverso di sillabe. Al contrario i mester de clerecia sono rigorosissimi a contare i
versi.

Berceo utilizza in modo chiaro i versi all’interno dell’emistichio. I versi usati nell’epica
francese:- decasyllabe (diviso in due emistichi con 4+6); - Octosyllabe (verso più breve
che porta l’ultimo accento sull’ultima sillaba) ci è arrivato solo uno Gormond et Isembart;-
Alessandrismo (due emistichi di 6 sillabe). E’ utilizzato da Mester de Clericia.

Mester de clerecia= è una definizione applicata ad un gruppo di opere di vario tipo e


numero a seconda dei critici che sono composte in Spagna dalla prima metà del XIII
secolo. Mester di Clerecia è una definizione tratta dalla seconda strofa di un opera
appartenente a questa corrente letteraria, ovvero il Libro de Alexandre. In questa strofa,
seconda del testo, l’autore anonimo fornisce al pubblico una definizione sintattica delle
principali caratteristiche formali e tecniche di questo genere.

Isabel Uria in un suo libro “Panorama critico del mester de clerecia” da un panorama
critico di questa produzione. La parola mester viene dal latino MINISTERIUM e significa
un’attività di qualsiasi tipo. In questo caso è il mestiere del poeta. L’autore di Libro de
Alexandre tende a separare il suo mestiere da quello dei giullari e si pone all’opposto dei
giullari. Ci tiene a dire che lui non è un giullare ed usa tecniche diverse da quelle dei
giullari. Questo modo di scrivere lo definisce puro, bello, senza difetti poiché scritti da
chierici. Nei primi 2 versi l’autore esalta la sua opera contro i giullari e il motivo di questa
perfezione tecnica è dato dal fatto che è opera di chierici. Dopo questa definizione, dove
spiega cosa non è il suo mestiere, l’autore spiega al suo pubblico cos’è il suo mestiere che
è comporre un discorso in rime con una precisa struttura ritmica. Nel secondo emistichio
del verso si aggiunge un’altra definizione: il metodo che consiste nel giustapporre 4 versi
di identica struttura metrica ritmica (versi isosillabici= stesso numero di sillabe), ci dice
anche il numero delle sillabe sono contate. Secondo l’autore, questa tecnica è prova di
grande abilità tecnica. L’autore si vanta di avere introdotto una nuova tecnica poetica che
è caratteristica dei chierici (chierci= chiunque avesse studiato presso un’università,
persona dotta). Questa poetica si oppone a quella dei giullari. La tecnica dei mester de
clerecia è dato dalla regolarità metrica cioè strofe di 4 versi rimate di versi con lo stesso
numero di sillabe. Questa poetica costruisce una novità. La poetica spagnola rimaneva
ancora ai giullari che usavano le lasse, strofe di versi imprecisati, usavano le assonanze
mentre i mester de clerecia invece usano le rime. I giullari praticavano la non uguaglianza
delle sillabe nei versi, nelle opere dei mester de clerecia hanno le sillabe contate. I chierici
si impadronisco così della letteratura volgare, prima scrivevano in latino. Il pubblico dei
mester de clerecia è più selezionato di quelli dei giullari. Sono un pubblico che non parlano
per forza latino ma che ricercano qualcosa di più sofisticato.
Cuaderna via= strofa di 4 versi monorima (versi tutti sulla stessa rima) ed è composta da
versi alessandrini. Da noi questa cuaderna via è chiamata quartina monorima di
alessandrini. Non è un metro inventato dai mester ma proviene dalla Francia. Prima fonte
di cui deriva dalla Francia di fine XII inizio XIII secolo. Uno dei primi testi che conosciamo
con questa metrica è Poeme Moral= titolo dato dagli studiosi moderni, poiché senza titolo.
E’ un sermone in versi che ha come argomento quello che gli uomini possono salvarsi
l’anima anche senza essere necessariamente uomini di chiesa, purché si comportino
secondo le regole cristiane. Questo metro viene utilizzato per trattare certi tipi
di argomenti, ossia, argomenti di tipo didattico, di tipo morale, argomenti storici, un
esempio Libro de Alexandre= biografia di Alessandro Magno.
Questo è uno dei metri più diffuso in Europa occidentale di lingua romanza. In Italia viene
usata poco. Differenza tra giullari e mester de clerecia= tutte le fonti
utilizzate dai mester de clerecia sono in latino, mentre i giullari attingevano a fonti orali,
popolari. Letteratura dei mester de clerecia non è per tutti cioè quelli che pur
non avendo conoscenze del latino vogliono qualcosa di più colto e raffinato di quelli dei
giullari. Il regno di Castiglia che fin dalla 2 metà dell’XI secolo si apre agli
impulsi grazie anche a re Alfonso VI, grazie a lui arriva in Castiglia una forte influenza
francese, arrivata prima grazie ai monaci Cluny, introducono il rituale romano al posto di
quello visigoto. Influenza arriva anche dai pellegrini che vanno a Santiago de Compostella
ma anche da francesi che arrivano in spagna per combattere i mussulmani.
Alcuni storici dicono che la fondazione dell’università di Palencia abbia avuto molto
importanza per la formazione dei mester de clerecia. Questa università verrà gestita dal
vescovo Tello Tallez de Meneses. L’università non ebbe vita lunga ma in questo periodo
venne frequentata da maestri francesi. Qui si insegnavano le materie del trivio
(grammatica, retorica e dialettica) che poi portavano a conseguire una laurea in teologia.
Per portare a termine ciò bisognava leggere un sacco di opere latine, e da qui Isabel dice
che l’autore del libro di Alexandre avrebbe conosciuto il libro Alexandreis di Gautier de
Chaitillon che scrive questo poema verso il 1180, scritto in latino per imitare i classici e
racconta la vita di Alessandro Magno. Questo libro, per molti, è la fonte principale del libro
de Alexandre. Isabel sostiene che anche Berceo avrebbe studiato a questa università, in
realtà non c’è nessuna testimonianza di ciò. I mester de clereciasi
ispirano alle opere latine e danno vita a opere in volgare avanguardistiche. Oltre alle loro
fonti, per lo più latine, riprendono anche la retorica, al metrica. Il loro scopo non è solo
quello di far svagare il pubblico ma di educarlo anche. Secondo alcuni Berceo è l’autore
del Libro de Alexandre. Tra i libri dei mester de clerecia troviamo= -libro de Alexandre; -
libro de Apolonio, si ispira al testo latino Historia Appollonii regis Tyri; - poema de Fernan
Gonzalez che racconta le imprese del primo re del regno di Castiglia. Queste sono tutte
anonime e sono basate su fonti latine. Francisco Rico scrisse un articolo sui mester de
clerecia intitolato “la clerecia del mester” dove sottolinea, per la diffusione della quartina
monorima di alessandrina, l’influenza francese. Lui sottolinea il ruolo fondante del libro di
Alexandre per la nascita e la diffusione dei mester de clerecia. Si oppone alle
ipervalutazioni di Isabel del ruolo che avrebbe avuto l’università di Palencia poiché non ci
sono prove dell’avvicinamento del libro e dell’università. Rico sostiene un’ipotesi diversa,
ossia che l’università abbia un ruolo simbolico, che simboleggia l’unità di queste opere in
quartine. Sempre lui sostiene che la stessa regolabilità sillabica dei versi dei mester de
clerecia. E che sia di origine latina soprattutto il rifiuto delle sinalefe che è teorizzata dai
trattati di metrica latina che racconta di non fare sinalefe= due parole in un verso una che
termina in una vocali e la seguente che inizia in un’altra vocale.
Il Libro di Alexander è conservato in 2 manoscritti : - V-5 num 10 siglato O, conservato
nella biblioteca nazional de Madrid, manoscritto di fine XIII inizio XIV secolo, il cui copista
è leonese. In questo manoscritto indica nell’ultima strofa del poema un’autore presunto del
testo Juan Lorenzo de Astorga. Tuttavia c’è scritto questo nome più escriviò che può
significare o che l’ha scritto o che lo ha trascritto e quindi era solo il copista; -siglato P e si
trova nella biblioteca nazionale di Parigi, scritto un secolo dopo il primo, scritto in spagnolo
influenzato dal dialetto aragonese. Viene attribuito a Berceo, ciò però non era possibile
poiché lui scriveva solo opere religiose ma soprattutto, pur non sapendo la data precisa, si
pensi sia stata scritta nei primi anni del XIII secolo e a quell’epoca Berceo era un bambino.

Il Libro de Alexandre è composto: -da un prologo di 6 quartine che parlano della


giovinezza di Alessandro(7-198); - sezione dove si parlano delle imprese di Alessandro
(199- 2265); -avventure che seguono conquiste del mondo più la sua morte (2266-2669). Il
tutto è composto da 10676 versi.

Libro di Apolonio, scritto nella fine del XIV secolo forse di origine aragonese, conservato in
un unico manoscritto, ossia Cod. Escurialense III-K-4. Questo si trova rilegato insieme ad
altri due libri: -Vida de Santa Maria Egipciaca; -Libro de la infancia y muerte de Jesus.
Questi erano 3 manoscritti diversi che poi vennero rilegati insieme. L’autore del libro de
Apolonio mostra di conoscere il latino, di avere rilevanti conoscenze di musica e
padroneggia perfettamente le arti del trivio. Sicuramente è un chierico. Il libro parte con il
tentativo del protagonista, Apolonio, che chiede in sposa la figlia del re di Antiochia, che
però non riuscirà a sposare in quanto si scopre che il re ha una relazione incestuosa con
la figlia. Da questo rifiuto cominciano le lunghe peripezie del protagonista che approda a
Pentapolis dove sposa la figlia di quel re, ovvero Luciana. Dopo ciò i due più la figlia vanno
ad Antiochia. Luciana si ammala e, essendo data per morta, viene messa in una bara
sigillata con una lettera con scritto chi lei sia. Lei non è morta e arriva a Efeso dove
diventa una monaca. Apolonio nel frattempo arriva a Tarso e qui lascia la figlia che
prenderà il nome di Tarsania. Apolonio va in Egitto e promette di tornare da lei quando
avrà compiuto 14 anni. Nel frattempo, però, rompono la sua fiducia vendendola a un
protettorato di prostitute. Lei però è molto intelligente e riesce a convincere il “padrone”di
farla fare il giullare invece che la prostituta. Dopo varie peripezie Apolonio si ricongiunge
con la figlia che sposa il re di Tarso, e riescono a ricongiunsi anche con Luciana. Il poema
è in catalano ed è composto da 657 quartine e 2628 versi. Il tema principale alla quale si
collega il tutto sono le peripezie e le disgrazie di Apolonio che alla fine trionfa sempre. Il
secondo è l’incesto, ma c’è anche il tema del mare, il viaggio e la musica. Le vicende si
svolgono in Asia minore.

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