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politico non riesce a tollerare allorché torna a concentrarsi nella ricerca del proprio

fondamento essenziale. Allora ciò che è semplicemente esposto - il cum - assume il ,carattere
di presupposto destinato alla realizzazione. E la dialettica di perdita e di ritrovamento, di
alienazione e di riappropriazione, di fuga e di ritorno che lega tutte le filosofie della comunità a
una mitologia del- ]' origine: se la comunità ci è appartenuta come la nostra radice piu propria,
possiamo - e anzi dobbiamo - ritrovarla, o riprodurla, secondo la sua essenza originaria. 7. Non
è un caso che il grande pensiero della comunità coincida con la decostruzione di tale dialettica.
Ciò che già Rousseau mette in discussione è l'idea di un'origine piena riproducibile come tale
lungo il corso della storia. Egli è il primo a cogliere lo scarto che taglia l'inizio nella · differenza
irrimediabile tra cominciamento logico e genesi storica. E dunque a sottrarre il concetto di
comunità alla sua entificazione affermativa: essa app_are definibile solo in base alla mancanza
che la connota. E null'altro da che la storia ha negato, il fondale non storico da cui la storia è
scaturita in forma di necessario tradimento. Che XXVI INTRODUZIONE NIENTE IN COMUNE
XXVII tale scoperta roussoviana della frattura originaria sia sempre sul punto di ricadere nel
mito di una dimensione naturale incorrotta, con tutte le conseguenze aporetiche che esso
comporta, non ne cancella il potenziale critico nei corifronti dell'immunizzazione moderna. E
Kant colui che piu di ogni altro mostra di coglierne 1~ portata_ e i1;sieme il limite, allorché
sposta l'ambito di determmaz10ne della comunità dal piano antropolog)co della volontà a
quello, trascendentale, della legge. Il risultato di questo passaggio è un'ulteriore, e piu
potente, destrutturazione della filosofia dell'origine. Sospesa alla congiunzione antinomica
della libertà con il male, l'origine diventa letteralmente impenetrabile nel senso preciso che
non può essere definita che dal]' alterità che la separa da se stessa. È da questo lato che -
insieme al mitologema dello stato di natura - viene meno anche ogni dialettica risarcitiva tra
origine e compimento. Essa è da Kant revocata in causa non solo per il carattere
irrimediabilmente insocievole della natura umana, ma soprattutto perché la legge della
comunità non è a_ttuabile_ in linea di principio. Che l'imperativo categorico non imponga
null'altro dalla propria doverosità formale - non abbia contenuti determinati - vuol dire che il
suo oggetto è in quanto tale irraggiungibile. O anche che la nostra 'cosa' è abitata dal niente;
che gli uomini sono uniti da un 'non' che li collega nella loro irriducibile differenza. Kant coglie
cosi per la prima volta il carattere anfibologico della communitas: il suo essere un dono che
non appartiene al soggetto; che anzi lo riduce e lo scava attraverso un dovere inesauribile il
quale prescrive ciò che interdice e interdice ciò che prescrive. Anche nel caso di Kant, tuttavia,
il pensiero della con_iunità non è privo di contraddizioni e di ripiegamenti: non solamente
perché la sua prospettiva trascendent:iJe si mostra esposta a un ritorno di antropologia
empirica - e dunque ad una sovrapposizione latente tra i] linguaggio radicale della comunità e
una piu tradizionale semantica intersoggettiva; ma perché la stessa ridu, zione della comunità
alla su~ irrealizzabile legge scont-a un residuo di teleologismo. E la contestazione di fondo che
al criticismo kantiano muove Heidegger - pur in una lettura che ne recupera, e valorizza, piu di
tutti i suoi altri interpreti, la carica problematica nei confronti della soggettività: neanche la
legge va assolutizzata come origine ultima, perché è a sua volta preceduta da un 'fuorilegge'
ancora piu originario che è appunto que1 cum cui da sempre apparteniamo in quanto
esistenza temporale: coesistenza. Ciò vuol dire-che là comunità è irrealizzabile.non perché
barrata da un nomos crudele che ce ne precluda l'accesso, ma per il semplice fatto che già si dà
- qui ed ora - nel suo costitutivo ritiro. Per questo essa non va né promessa né anticipata, né
presupposta né destinata. Non richiede una teleologia e neanche una archeologia dal
momento che l'origine sta già nel suo dopo, ci è perfettamente contemporanea - è l'apertura
de)- 1' essere che si dona ritirandosi, e si ritrae offrendosi, nella

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