DI CANTIERE
Michele Accattoli
GEOMETRA DI CANTIERE
Problem solving e gestione pratica dei lavori
www.hoepli.it
Tutti i diritti sono riservati a norma di legge
e a norma delle convenzioni internazionali.
ISBN 978-88-203-7605-5
Geometra di cantiere
Michele Accattoli
2.02: LA CARPENTERIA
Guida alle tecniche di tracciamento più comuni
La posa del ferro
Modalità di tracciamento delle scale in cemento armato
Le quote
Tecniche per il tracciamento delle elevazioni
Cosa predisporre durante l’esecuzione della carpenteria
Tempistiche per organizzare i lavori
Allegati
2.03: LE MURATURE
La gestione: cosa bisogna preparare per organizzarsi al meglio
L’importanza delle legature per una muratura a regola d’arte
I marmi: dalla scelta della quota pavimento finito, fino alla posa
Piani d’appoggio
Copertine alla fine dei balconi
Copertine sopra ai muri
Posa dei controtelai degli infissi: a cosa fare attenzione
Porte scorrevoli
Tempistiche utilizzate per organizzare i lavori
Allegati
CIRCA L’AUTORE
CAPITOLO 1
I SEGRETI PER GESTIRE AL MEGLIO IL
CANTIERE
Voi geometri di cantiere dovete essere senza mezzi termini l’imprenditore in cantiere; la mente
distaccata del vostro titolare, a cui dare sicurezza e serenità affinché nel cantiere da voi
coordinato tutto scorra alla perfezione, nessuno si lamenti, le squadre lavorino senza problemi
e soprattutto i lavori rendano quello che la ditta si era prefissata in fase di preventivazione.
Una volta definito questo, avrete ben chiaro anche il vostro obiettivo: diventare un bravo
geometra di cantiere.
L’importanza di tale figura non è data solo dal coordinamento del cantiere, ma soprattutto
dalla capacità di poter essere un buon interlocutore tra la committenza, il titolare dell’azienda,
la parte amministrativa e gli operatori sul campo.
Le vostre capacità dovranno essere: dinamismo e senso di adattamento. Per questo dovrete
essere aperti nel ricevere consigli e abili nel decidere la scelta migliore che porterà compenso
all’impresa per cui lavorate. Dovrete esser pronti a pianificare le lavorazioni future e
soprattutto decisi e sicuri di voi stessi sul campo. Avere una visione chiara del lavoro da
intraprendere e saperlo programmare in anticipo (almeno 3 mesi), è ciò che deve sempre fare
un buon geometra di cantiere.
Nei prossimi capitoli vi spiegherò i diversi collegamenti tra le lavorazioni, le tempistiche e
le informazioni necessarie per redigere il cronoprogramma; importantissimo strumento che, se
compilato con la dovuta attenzione, sarà uno dei vostri migliori alleati.
Il giornale di cantiere
Il giornale di cantiere è un altro importante strumento, se redatto giornalmente e con la testa.
Un buon giornale di cantiere vi può aiutare alla fine del mese ad essere certi che tutte le
lavorazioni svolte siano state contabilizzate, perché basterà scorrerle e rileggere i lavori
svolti giorno per giorno.
In un buon giornale di cantiere si devono annotare:
1) Tutte le ditte;
2) Il numero di operai presenti in cantiere quel giorno;
3) Tutte le lavorazioni svolte e quelle svolte in economia;
4) Per chi volesse approfondire le eventuali anomalie nell’esecuzione dei lavori può
scrivermi all’indirizzo email geometradicantiere@gmail.com o consultare la pagina
www.hoeplieditore.it/7280-4. Potrò fornire le delucidazioni necessarie e in particolare il
piano di controllo qualità per le lavorazioni che tratteremo.
Immaginate il presidente Obama, sul palco davanti a migliaia di persone... ascoltatelo mentre
pronuncia la sua storica frase: “yes, we can!” (sì, possiamo!). Ora provate ad immaginarlo
sullo stesso palco mentre dice qualcosa tipo: “yes, we can... maybe…” (sì, possiamo...
forse...).
È la stessa cosa?
Non sarebbe mai diventato presidente, questo perché la prima grande differenza tra chi
viene percepito come leader e chi no è la sicurezza in se stesso e sugli obiettivi da
raggiungere.
Acquisite questa sicurezza se volete conquistare la leadership in cantiere.
Riesci a trasmettere sicurezza in cantiere? Sei credibile?
Sto parlando di effetto sicurezza cioè della fiducia che un leader deve avere, anche nei
momenti di difficoltà, nel fatto che una soluzione si troverà e che riuscirà a trasmetterla agli
altri! Questo è importantissimo dal momento che molti lavoratori sono fondamentalmente
indecisi e non hanno bisogno di altri indecisi come loro, ma di leader capaci di trasmettere
loro sicurezza. La fiducia, non si costruisce col tempo, ma è una scelta che può essere fatta
subito; avere una fiducia incrollabile significa credere (fin nella più piccola cellula del tuo
corpo) che, comunque sia, troverai una soluzione al problema (ed è anche per questo che poi
arriva veramente).
Non so come lo farò, ma so che lo farò. Questa è la frase che pensa, dice e poi realizza una
persona carismatica! Il carisma non è legato alle idee, non è legato ai vostri risultati, ma è
legato a qualcosa di più profondo.
Il carisma è la capacità di esercitare una forte influenza su altre persone. Deriva dalla
parola di lingua greca χάρισμα, chárisma, a sua volta derivata dal sostantivo χάρις, cháris,
ovvero grazia. Assume, in entrambi i casi, il significato di dono.
Tra i tanti elementi che determinano il carisma potremmo dire sicuramente che il più
importante è la convinzione nelle proprie idee.
Quando vuoi arrivare arrivi. Se non puoi camminare strisci, se non puoi strisciare rotoli.
Ma quando vuoi arrivare arrivi.
Gabriel Guerrero
1.03: ORGANIZZARE SE STESSI PER
ORGANIZZARE GLI ALTRI
Ben vengano creatività e soluzioni alternative e geniali, a condizione che portino risultati
concreti, utilizzabili subito.
Non vi potete “buttare nella mischia” senza un piano, è un grave errore. Un risultato va
preparato con cura, logica, intenzione e tenacia.
L’aiuto più grande ci viene da noi stessi, da nessun altro: fare del proprio meglio, dedicarsi
anima e corpo ad un certo compito, tutto ciò sembra non avere fine e rappresenta un processo
in continua evoluzione.
Dovete darvi disciplina e mettere a fuoco il risultato finale del vostro lavoro: quando lo
vedrete, reale nei vostri pensieri, allora saprete prendere le decisioni giuste per ottenere
risultati concreti, che meritano di esistere.
Il piano per l’organizzazione di un cantiere prevede queste domande:
1) Come potrebbe essere ottimizzato il tempo di ognuno?
2) Ho le persone giuste al posto giusto?
Non puoi sperare di avere successo se cerchi di cambiare venti cose alla volta!
Mimi Silbert
L’essenziale è fare le cose, non i risultati di esse. Non esistono attori, solo l’azione, come
non esiste un soggetto che sperimenta, ma solo l’esperienza.
Bruce Lee
4) Prendetevi delle pause: lasciate la vostra postazione almeno ogni 50 minuti per una breve
pausa in cui vi muovete, respirate, fate stretching e vi rilassate a modo vostro; il cervello è
un muscolo e va sciolto ogni tanto!
Cosa significa?
Non lo sapete vero? È normale, non è nel nostro linguaggio. È scritta in coreano (e significa
ti amo).
Se qualcuno non parla la nostra lingua è difficile comprenderlo vero?
Allora perché per memorizzare ci ostiniamo ad usare una lingua che non è quella del
cervello?
Ma che lingua parla il cervello?
Per il nostro cervello le parole sono qualcosa di completamente astratto.
Il cervello parla la lingua delle immagini e delle emozioni.
Provate a pensare: sareste capaci di ricordare un evento importante che vi è successo da
bambini (riportando alla mente immagini e sensazioni) ma magari non ricordate cosa vi ha
detto il vostro partner ieri mattina, vero?
Ecco un modo per migliorare la memoria (parlando la lingua del cervello):
• Scegliete una persona di cui volete ricordare il numero di telefono;
• Immaginate mentalmente il suo volto (o una sua immagine che vi risulta più familiare);
• Nella stessa immagine sovrapponete visivamente il suo numero di telefono.
Pochi secondi di focus e sapete cosa succede? Che la prossima volta il numero non dovrete
ricordarvelo, vi basterà leggerlo sull’immagine che avete appena creato.
Sì ok, oggi per i numeri di telefono ci sono rubriche, cellulari ecc. e serve a poco la
memoria. Ma quante altre cose potete fare e ricordare con questa semplice tecnica?
Sapere non basta: dobbiamo applicare ciò che sappiamo. Volere non basta: dobbiamo
Agire!
Bruce Lee
Ecco un gioco in tre punti per farvi venire una bella idea (di quelle vere!)
Se dovete uscire dal circolo della razionalità per ideare qualcosa di totalmente nuovo
dovete anche essere pronti a giocare, siete d’accordo?
PUNTO 1: Scrivete un problema da risolvere.
Ad esempio: affrontare una riunione, trovare una soluzione ad un errore di lavorazione,
risolvere un problema in azienda, creare un nuovo metodo per ottimizzare i tempi ecc.
PUNTO 2: Analizzate l’approccio e le strategie fino ad ora usate.
Chiedetevi cosa potete fare di diverso? Iniziate ad impersonare nuovi personaggi (i primi
che vi vengono in mente) e fatevi la domanda: come risolverebbe XXX questo problema? Che
idea verrebbe a XXX? (Scrivetevi più personaggi possibili: ad esempio colleghi più esperti,
magari anche molto diversi fra loro, anzi, se sono molto diversi è meglio).
PUNTO 3: Scrivete tutto quello che vi viene in mente.
Lasciate correre la penna sul foglio e scrivete tutto quello che vi viene in mente. Scrivete
senza giudizio (anche le cose che vi sembrano più strane).
Mettete subito in pratica le nuove idee e soprattutto... divertitevi!
Solo chi fa impara, l’esperienza è la maestra più cattiva: prima ti dà la lezione e poi te la
spiega.
Oscar Wilde
Questo gioco serve a stimolare la fantasia. È uno dei metodi più rapidi per cambiare punto
di vista e trovare subito nuove idee.
Prendete ad esempio l’immagine utilizzata in psicologia della percezione che, da come la
guardate, può sembrare una donna o un suonatore di sax. Se continuate a guardare con la vostra
testa continuerete a vedere sempre o l’uno o l’altro.
Usate il gioco (e la testa degli altri) per farvi venire nuove idee, questo significa assumere
nuovi punti di vista.
Siate abili nel creare soluzioni che vi servono!
Publio Scipione aveva un grande problema da risolvere.
Sarà capitato anche a voi di dover risolvere un problema, vero?
Allora ecco, seguitemi, provate ad immedesimarvi per un minuto in Publio Scipione perché
questa storia può darvi delle dritte importanti per risolvere i vostri problemi.
Siamo intorno al 200 a.C. e Scipione doveva fermare Annibale che, marciando dalla
Spagna attraverso i Pirenei, era poi sceso in Italia superando le Alpi e, una volta arrivato,
aveva già sconfitto le legioni romane in quattro battaglie principali.
La sua arma segreta? Oltre all’acutezza militare aveva con sé degli elefanti che, come
potete immaginare, rappresentavano un problema grande, molto grande. Nessuno e con nessun
mezzo era mai riuscito a resistere alla loro forza.
Davanti ad un esercito così forte e affamato, davanti ad un branco di elefanti, voi cosa
avreste fatto?
Scipione poteva continuare a cercare nuove armi per sconfiggere Annibale e i suoi elefanti
(come avevano fatto già in tanti, compreso suo padre, perdendo) oppure cercare di
immaginare nuove soluzioni.
Ecco, dunque, che ebbe due intuizioni.
Invece di difendersi decise di attaccare Cartagine: conquistò così il primo vantaggio
competitivo. Annibale fu costretto in fretta e furia a tornare indietro per difendere la sua città.
E per quanto riguarda gli elefanti? Nessun’arma. Scipione notò che gli elefanti venivano
aizzati contro le truppe e nascevano feroci battaglie. Sapete cosa fece? Istruì le sue truppe ad
aprire dei varchi. Così, quando gli elefanti puntarono, le truppe si aprirono, gli elefanti
continuarono a correre nel vuoto e, semplicemente, si dispersero.
Diciamocelo, i problemi non piacciono a nessuno e nessuno ha la bacchetta magica per
risolverli all’istante. Si possono però fare due cose per trovare la soluzione:
1) Lavorare affinché sorgano il meno possibile;
2) Adottare nuove strategie per trovare nuove soluzioni (come Scipione per l’appunto).
Di quale intuizione, capace di sbloccare una situazione e aprire nuovi sentieri, avreste
bisogno oggi? È questo quello che dovete chiedervi.
Un concetto fondamentale: quali sono le decisioni più importanti?
Sono le piccole decisioni, quelle che prendiamo ogni giorno, le più importanti. È il non
prendere piccole decisioni che le fa accumulare e diventare grandi (allora sì, difficili da
prendere).
Prendere e portare a termine ogni piccola decisione innesca una serie di dinamiche che
spingono verso il successo.
Esercizio: in che modo potete avvicinarvi al vostro obiettivo?
1) Pensate al vostro obiettivo;
2) Quale piccola decisione potete prendere oggi?
Potrebbe essere fare una telefonata, una ricerca su internet. Qualsiasi “piccola” cosa.
Allenati a prendere piccole decisioni. Sono loro che plasmano il nostro destino.
Anthony Robbins
1.04: LA CAPACITÀ DI RISOLVERE I PROBLEMI
La vita è fatta di priorità, si dice. Stabilendo le priorità e lavorando in base ad esse spesso
l’intero castello crolla dopo qualche colpo.
La vita è una domanda, le scelte sono la risposta.
Se rapini una banca fai 20 anni. Se sei imprigionato nelle tue paure fai la vita.
Richard Bandler
Se vi accorgete invece che vi state preoccupando per qualcosa di reale allora domandatevi:
che cosa posso fare io per attivare una soluzione?
Questa domanda è fondamentale perché vi mette subito al centro dell’attenzione: un esperto
può assistervi, un maestro può indicarvi la via, ma poi tocca a voi studiare a fondo gli
insegnamenti ricevuti e applicarli nel lavoro.
La soluzione, quella vera, parte da voi, ecco perché è indispensabile che vi mettiate subito
al centro dell’azione e questa domanda vi aiuta ad esserci, proprio lì, al centro
dell’attenzione, dove succedono le cose e dove si creano le soluzioni.
3) Entrate in uno stato emozionale produttivo: vi è mai capitato di sentirvi in un momento
particolarmente positivo nel quale avreste potuto provare e riuscire a fare qualsiasi cosa?
Sono quei momenti in cui sembra che tutto fluisca, che tutto vada per il verso giusto, perché
siete ispirati e avete fiducia in voi stessi!
Quello è lo stato giusto per prendere delle decisioni, invece, noi continuiamo a lottare,
scendendo in trincea tutti i giorni e poi magari ci chiediamo pure: ma chissà perché continua
ad andare così? È semplice: perché le scelte fatte partendo da uno stato non produttivo
tenderanno a continuare ad andare in quella direzione.
Ci sono sicuramente dieci cose nella vostra vita per le quali potete stare tranquilli, che vi
fanno sentire bene.
Scrivetele subito. Prendete quello stato (fate focus su queste dieci cose per alcuni giorni) e
fatelo diventare vostro.
Partite da lì per le vostre decisioni professionali, di business. Partite da quello stato
produttivo. Il risultato è immediato.
Il punto di partenza è lo stato emotivo a partire dal quale si prendono decisioni; esso è
fondamentale.
E quando le cose interagiscono nel modo giusto...
... allora sì potrai non più chiedere, né pretendere, né lottare. Ma semplicemente andare a
prendere.
Italo Pentimalli
Lasciate scorrere le idee, uscite per una passeggiata, fate passare un paio di notti e,
soprattutto, eliminate il giudizio, mettendo in cima le soluzioni che vi collocano al centro
dell’azione, perché si tratta di soluzioni che create voi, che controllate voi che realizzate…
Voi.
Quanto più una soluzione è sotto il vostro diretto controllo, nella vostra piena autonomia,
tanto più essa deve stare in alto nell’elenco.
Non accontentatevi di aver scritto una bella paginetta e di aspettare che succeda qualcosa,
dovete ottenere risultati validi, siate pratici e agite! La vita è pratica e richiede soluzioni. A
seconda del problema e della strategia che mettete in opera, ci vorrà più o meno tempo per
attivare la soluzione e ottenere dei risultati reali e misurabili: voi perseverate, seguite il
vostro piano scritto e arrivate sino al risultato.
Nella vita come nel cantiere, esiste un solo modo per risolvere i problemi: diventare più
grandi di loro, perseverando con elasticità.
Iniziamo a considerare gli errori come preziosi insegnamenti su come non si risolve un
problema.
Una volta capito qual è il modo per non procedere, basta ampliare la propria conoscenza e
aumentare la fiducia nella propria creatività per trovare modi diversi di affrontare la
situazione. Così facendo vincete comunque, perché anche se dovete ricominciare daccapo,
ogni volta che ci riprovate sarete delle persone migliori e più sagge e il tempo vi darà
ragione.
1.05: LA GESTIONE DEI RAPPORTI DI LAVORO
... la gente ha bisogno di essere ascoltata, quando dopo una chiacchierata di un’ora,
dove io parlo 5 minuti, il mio interlocutore dice che è stata una chiacchierata veramente
entusiasmante… capisci il perché.
Dale Carnegie
Solo quando capisci le persone puoi realizzare i tuoi sogni, perché non esiste un vero
sogno che non coinvolga gli altri.
Viviana Taccione - Leonardo Di Paola
Allegati
CRONOPROGRAMMA
GIORNALE DI CANTIERE
MATERIALE A PIÈ DI CANTIERE
PESO RETE ELETTROSALDATA
PESO FERRO
SCHEDA TECNICA APPARTAMENTI
SCHEDA ULTIMAZIONE APPARTAMENTI
PCQ ALLESTIMENTO DI CANTIERE
Il tracciamento e il rilievo
Per prima cosa bisogna dire che nell’organizzazione dei lavori andrebbe tenuto in
considerazione che lo sbancamento deve iniziare nei periodi estivi, sperando in condizioni
meteorologiche favorevoli che non rallentino o sospendano l’esecuzione dei lavori.
Le informazioni necessarie per eseguire lo scavo sono in special modo le quote: quella del
terreno attuale, quella di sbancamento e la quota di riferimento.
Tutte queste quote dovranno essere fornite ed evidenziate sul posto dal progettista e
risulteranno logicamente indispensabili anche in fase di contabilizzazione quando dovrete
calcolare il volume scavato.
Molti subappaltatori quando fanno dei piccoli scavi si regolano con i camion che portano
via, ma questo è sbagliato! Voi fate i vostri conti perché la terra scavata e ributtata sul camion
inevitabilmente subisce un aumento di volume e poi chi vi assicura che il camion venga
caricato sempre pieno? Per capirlo dovreste rimanere sempre lì a verificare come lo
caricano? Assolutamente no!
Una volta trovate tutte le quote, dovete armarvi della vostra stazione totale (o affidarvi ad
un topografo) e posizionare nel terreno i picchetti che delimiteranno lo scavo superiore. Per
unire i diversi picchetti utilizzerete dello spago al di sotto del quale butterete a mano un po’ di
calce che si distinguerà perfettamente dal terreno grazie al suo colore chiaro e che è anche
abbastanza economica, quindi, ideale per essere “sprecata”.
Attenzione: quando si traccia lo scavo superiore bisogna tener conto della pendenza della
scarpata. Una scarpata ideale che non sia troppo ripida va eseguita con il rapporto 2/3 cioè se
scavate 1 m di profondità la scarpata si allarga di 1,5 m. Nel calcolare la scarpata bisogna
fare in modo che quella inferiore lasci dello spazio all’operatore nel caso ci fosse bisogno di
eseguire eventuali casserature o puntellamenti di pareti controterra. Per far lavorare bene e in
sicurezza un operatore dovrete lasciare almeno 1 m tra la scarpata inferiore e l’inizio della
fondazione.
Tracciamento scavi
Importante: quando si dà la quota di fondo scavo bisogna tener presente, in special modo su
terreni soffici, che con il peso del magrone e con il passaggio dei mezzi si verifica
l’abbassamento del piano, comportando, quindi, un inutile spreco di magrone che diventa
difficile farsi pagare dalla committenza perché esso sarà causato solamente da una nostra
mancanza; quindi attenzione a far scavare almeno 5 cm in meno rispetto alla quota di progetto.
Fate attenzione anche, nei limiti del possibile, a far scavare con una leggera pendenza in
maniera tale che, se venisse a piovere nel periodo in cui si sta legando il ferro della
fondazione, l’acqua possa andare via da sola fuori dalla platea senza ristagnare a mo’ di
laghetto proprio dove si deve lavorare. Pensare a questi accorgimenti vi permetterà di
lavorare in sicurezza e in modo ottimale.
In prossimità delle rampe di accesso alla fondazione e comunque intorno a tutto lo scavo, è
bene prevedere un cordolo di terra che abbia la funzione di argine (sempre nel caso in cui
venisse un acquazzone). So benissimo che ciò rappresenta una spesa perché lo scavatore
impiega del tempo ad eseguire questo lavoretto ma vi assicuro, perché ci sono passato, che
pulire l’armatura della fondazione dalla terra franata lungo la scarpata è dieci volte più
costoso.
È meglio prevedere il possibile danno con una piccola spesa aggiuntiva, piuttosto che
risparmiare soldi per poi spenderne di più per sistemare il danno ormai accaduto, oltretutto,
perdendo tempo e senza assicurare al 100% la riuscita dei lavori a regola d’arte.
Sempre per preservare la scarpata da frane, potrete posare del telo in nylon lungo tutta la
scarpata; questa potrebbe risultare una buona soluzione in tutte quelle scarpate che per vari
motivi non possono essere realizzate con la dovuta pendenza, quindi più soggette a frane. Il
terreno in quel caso, quando arriverà la pioggia, rimarrà coperto e quindi più al sicuro.
Ricordate sempre che a fine giornata lo scavo deve essere recintato o almeno si devono
posizionare dei cartelli che indichino il pericolo causa scavi.
Si noterà come tale macchina possiede delle piccole pale che, attraverso un rullo, scavano
nel terreno un tracciato alla profondità desiderata e, mentre le pale lavorano, la macchina
posiziona la tubazione alla base dello scavo stesso realizzando quindi una canalizzazione
forzata sotto terra.
Un consiglio: nell’eseguire tale lavoro fate attenzione a non passare sotto eventuali scavi di
ascensori o fosse di pompaggio o, ancora meglio, fate in modo che in quelle zone passi la
tubazione ma attenzione alle quote. Tenetevi più bassi altrimenti rischierete che nel momento
in cui scaverete la fossa dell’ascensore taglierete la tubazione interrompendo così l’azione
delle pompe che si ritroveranno ad aspirare aria anziché acqua.
Tempistiche di scavo
I tempi di scavo dipendono molto dall’operatore, ma in un lavoro continuativo di profondità
dai 3 ai 4 m, si possono scavare fino a circa 800,00 m3 ma ci vogliono diversi autocarri e che
lo scavatore (300 q) non stia mai fermo.
Allegati
PCQ SCAVI E RINTERRI
Formato – unità di misura – angolo (centesimale) precisione (0,0000°) e spuntare “in senso
orario” perché la stazione totale è destrorsa.
A questo punto, con le impostazioni giuste, iniziate a disegnare il rilievo fatto sul posto: per
ogni punto preso disegnate una linea dritta con angolo pari a 0°, della lunghezza pari alla
distanza orizzontale presa da rilievo.
Col comando “ruota” fate ruotare la linea con angolazione pari a quella presa da rilievo;
praticamente il primo punto della linea, il perno intorno a cui ruota la linea, sarà la stazione e
l’altra estremità vi indicherà il punto battuto.
Dopo aver inserito tutti i punti vi ritroverete una situazione come illustrata nella figura.
Come terzo passo dovete iniziare ad unire i punti che desiderate per disegnare i confini o le
abitazioni prese sul posto e sovrapporre il vostro rilievo con il disegno che vi è stato dato
all’inizio.
Noterete che il più delle volte i due disegni non coincideranno, se la differenza è minima
cercate di mediare il più possibile, altrimenti se le differenze sono enormi meglio avvertire il
direttore dei lavori e metterlo a conoscenza del problema.
Il lavoro fino ad ora descritto vi è servito per verificare l’esattezza del progetto e metterlo
in relazione con ciò che avete in cantiere; ora potete tracciare sul posto qualsiasi punto che
avete da progetto: spigoli di fondazione, pilastri, muri in cemento armato, solai, fognature, fili
fissi ecc.
Riaprite il vostro disegno verificato sul posto, dove avete aggiunto la vostra stazione, che
potete ritrovare lì.
(N.b. Consiglio di gettare un po’ di calcestruzzo intorno alla stazione e di segnalarla per
bene, questo per evitare che qualcuno o qualcosa ve la possa spostare e comunque createne
diverse, sempre per ovviare a questo problema).
Per prima cosa dal punto della stazione tirate una linea che verrà collegata ad un altro
punto che si trova sia sul disegno sia sul posto (i soliti confini o abitazioni); fate attenzione a
questo passaggio, perché con i dati che si tireranno fuori (distanza orizzontale e angolo) ci
imposterete la stazione totale.
Prendete sempre almeno due punti noti, il più possibile distanti tra loro, questo per
diminuire il più possibile gli errori.
Si parte sempre dalla stazione e non viceversa, altrimenti l’angolo sarà maggiorato di 200°,
e bisogna fare sempre attenzione affinché le coordinate della “z” della linea in questione siano
pari a 0,0000, altrimenti non avrete una distanza orizzontale ma una distanza obliqua.
Il secondo step è quello di segnarvi distanze orizzontali e angoli dei nuovi punti da inserire
sul posto (platea, muri, pilastri, ecc.).
3) Lavoro sul posto
A questo punto avrete la vostra scheda con distanze orizzontali e angoli, oltre che la
descrizione del punto; piazzate la vostra stazione totale precisamente sulla stazione creata
qualche giorno prima (come si mette in bolla ve lo insegnano a scuola).
Senza collimare nulla, girate la stazione fino a che non trovate l’angolo del primo punto
noto, lo “fissate” in maniera tale che anche se girate la stazione l’angolo non cambi e poi
collimate il punto noto corrispondente all’angolo e da lì potete sbloccare l’angolo della
stazione totale; mi raccomando, massima precisione in questa fase o ruoterete tutto il rilievo
che vi accingete a fare.
A questo punto avrete la stazione totale con l’angolo impostato, e potete quindi tracciare sul
posto qualsiasi punto, prima però verificate che anche il secondo punto noto corrisponda con
l’angolo impostato preso da disegno.
Per tracciare un punto dovete girare la stazione totale fino a che non trovate l’angolo del
punto che volete tracciare per poi fermare la stazione totale, con le viti di fermo, in maniera
tale che non possa essere girata; a questo punto il vostro collaboratore con il prisma si dovrà
posizionare lungo quella direzione e, a tentativi, andrete a beccare la distanza esatta.
Chiedete sempre al collega di verificare il piombo del prisma prima di battere la distanza
con la stazione totale.
Stazione totale
Nel caso in cui il progetto preveda una scacchiera di pilastri molto ampia occorrerà
tracciare i “fili fissi” lungo i quali essi si dislocano.
Si va ad individuare il filo fisso più lungo (sempre per abbattere il più possibile l’errore) e
con la stazione totale ci si piazza precisamente lungo quella direzione. Questo lavoro può
essere fatto con la stazione totale spenta, perché a tentativi andrete a collimare le due
estremità del filo girando la testa della stazione intorno all’asse x.
Una volta posizionati lungo il filo fisso potete accendere la stazione, impostare l’angolo
0,0000° lungo il filo, per poi ruotare la stazione di 90° e creare un filo in squadro con quello
iniziale.
Questo lavoro va ripetuto tante volte quanti sono i fili fissi del progetto. Per riportare sul
posto i suddetti fili vi potete avvalere di uno steccato di altezza almeno pari al getto della
fondazione.
Ai piedi dello scavo, e comunque fuori dalla futura platea di fondazione, si posiziona uno
steccato in legno. È bene che questo steccato sia il più possibile in squadro con i futuri fili
fissi e che l’altezza della tavola superiore sia maggiore di quella della fondazione gettata, in
questo modo avrete la possibilità di riutilizzare i chiodi anche dopo aver gettato la fondazione
quando sarà ora di posizionare i pilastri e le pareti in cemento armato.
Riquadri colorati serviranno ad individuare la posizione dei futuri pilastri, in questo modo
chi poserà il ferro sarà guidato da questo tracciamento e potrà impostare il lavoro dei diversi
cordoli di fondazione unendo i pilastri segnati a terra; questa è una “sciccheria”, non abituateli
troppo bene, posizionategli i chiodi dei fili fissi e ci penseranno loro ad unirli!
Nello steccato andrete a contrassegnare con un chiodo l’asse perfetto del filo fisso, dove
legherete uno spago con il quale identificherete materialmente sul posto la linea che avete da
progetto, dalla quale poi potrete prendere tutte le misure del caso.
Attenzione però alle lunghe distanze; a causa del vento il filo potrà essere spostato, in quel
caso occorre fissare lo spago riducendo la distanza fra i chiodi a circa 20 m, diminuendo così
l’errore causato dal vento.
Steccati provvisori
Attacchi pilastri e pareti in cemento
II posizionamento dei cordoli
Per il tracciamento e posizionamento di una gabbia per una fossa ascensore il vostro lavoro
sarà:
1) Prendere le misure da computer del getto finito della fossa rispetto ai vostri fili fissi e
riportare il tutto sul posto;
2) Unire con uno spago i chiodi, precedentemente messi sugli steccati, che vi indicano il filo
fisso e spostarvi del quantitativo indicato da disegno;
3) Inchiodare una tavola sul magrone nella quale posizionerete un chiodo distante dal filo
fisso tanto quanto il disegno vi impone. La stessa procedura verrà applicata per
posizionare gli altri tre chiodi, i quali se uniti formeranno il perimetro della fossa
ascensore e ci guideranno nel posizionamento della stessa.
Qui di seguito vi darò due importanti suggerimenti per il tracciamento:
1) Utilizzare sempre il tracciatore col colore rosso perché a differenza di quello blu è
difficilissimo che vada via con l’acqua piovana;
2) Prolungare sempre almeno di 50 cm in più la linea rispetto al getto di un eventuale muro o
pilastro, in questo modo potrete verificare eventuali errori di posizionamento dei casseri.
Tracciamento fossa ascensore
Iniziate col segnare la quota dell’intradosso ed estradosso del pianerottolo di mezzo. Dalla
linea che ci indica l’estradosso individuate la partenza del gradino di arrivo e fate un segno,
da lì e in piano fate un altro segno, quello della lunghezza della scala in piano; dalla quota
+100 e in corrispondenza anche del vostro segno scendete fino a trovare la punta del primo
gradino.
Un consiglio: verificare sempre le altre misure che dipendono dalla scala come ad esempio
la distanza del primo gradino da un eventuale muro che si trova di fronte e che magari delimita
un corridoio.
Unendo i due punti vi troverete con una linea da dover dividere con la misura
dell’ipotenusa del triangolo che forma la pedata e l’alzata (esempio: alzata 15, pedata 30
ipotenusa 33,5 cm) e con l’ausilio di una livella ad ogni segno che uscirà fuori andrete a
disegnare con la matita ogni gradino. Disegnati i gradini bisogna segnare sul muro anche
l’intradosso, o anima della scala, semplicemente distaccandovi dal sotto dei gradini della
misura di progetto; questa stessa procedura utilizzata per la prima rampa può essere utilizzata
benissimo anche per le altre rampe.
Le quote
Riguardo alle quote si può dire che, quando si avvia un cantiere, i progettisti vi indicheranno
un punto altimetrico di riferimento dal quale avranno sviluppato l’intero progetto e al quale
voi dovrete agganciarvi.
Un consiglio che vi do è di riportare tale quota in diversi punti del cantiere, in modo tale
che se salta il punto iniziale per un qualsiasi motivo (e vi assicuro che capita spesso e
volentieri), avrete la possibilità di riagganciarvi ad un altro.
Per riportare la quota in altri punti è bene prendere sempre lo stesso punto iniziale, in modo
da ridurre il più possibile l’errore di reiterazione (questo vi è stato insegnato a scuola, è vero,
ma mi sembrava importante ricordarlo).
Quando avrete riportato la quota in un punto ben visibile nel cantiere, magari inchiodando
una tavola al muro o infiggendo un morale nel terreno e gettando del magrone attorno, vi
toglierete ogni dubbio che quella quota venga modificata o cancellata; non si sa mai, fidarsi è
bene non fidarsi è dovere!
Man mano che si va avanti con le elevazioni vi troverete di fronte al problema di riportare
la quota nei piani superiori, allora il consiglio che vi do è quello di riportare la quota iniziale
all’interno degli ascensori o delle scale condominiali, perché le trombe degli ascensori o
delle scale sono dei fori che rimarranno aperti fino alla fine dei lavori permettendoci così di
agganciarci sempre alla quota iniziale senza impedimento alcuno.
Quando ci riporteremo la quota dal piano di sotto è bene segnare sempre quella +100 dal
piano finito futuro e di impostare la quota dell’intradosso del solaio almeno 1 cm più alto
rispetto al progetto. I solai tendono a calare in fase di maturazione, in questo modo eviterete di
ritrovarvi con 1 cm in meno a disposizione quando eseguirete i massetti, perché se è vero che
dovete rispettare al millimetro l’altezza interna degli appartamenti, il centimetro che vi ruba
l’assestamento del solaio si ripercuote nei centimetri a disposizione per eseguire il massetto.
Allegati
PARTICOLARE COSTRUTTIVO SCALA
PARTICOLARE COSTRUTTIVO ASCENSORE
GETTO FONDAZIONE
PCQ CARPENTERIA
I marmi: dalla scelta della quota pavimento finito, fino alla posa
Piani d’appoggio
Quando andrete a realizzare i piani d’appoggio per le soglie dei portoncini, se ancora non
sono passati gli impianti idrici-termici ed elettrici, lasciate dello spazio al di sotto della
soglia, magari mettendo un forato da 8 cm girato al contrario, o una lastra di polistirolo che
verrà poi tolta facilmente, per il passaggio degli impianti, senza correre il rischio di rompere
la soglia da poco posizionata.
Per quanto riguarda le copertine da mettere alla fine dei balconi la cosa più importante da fare
è quella di dare al posatore la quota precisa secondo una pendenza minima rispetto alla soglia
della portafinestra dell’ordine dell’1% o se possibile anche di più.
Un’altra cosa da tenere in considerazione è che la copertina venga posizionata
perfettamente parallela alla soglia della portafinestra, altrimenti, posata la pavimentazione
esterna del balcone, si noteranno i fuori squadri perché le mattonelle non verranno tagliate in
egual modo alle due estremità.
Posizionamento soglia portafinestra
L’unica cosa che voglio suggerire per il posizionamento delle copertine sopra i muri che
dividono o che delimitano le proprietà, è di dare una leggera pendenza verso l’interno del
balcone. In questo modo, se il proprietario non avrà intenzione di pulire queste soglie, si
ritroverà il balcone sporco, ma voi avrete preservato la facciata esterna ed è questo quello a
cui dovete dare più importanza.
Porte scorrevoli
Una speciale attenzione dovrà essere riservata al posizionamento delle porte scorrevoli e
soprattutto alla loro quota di imposta. Come sempre dovete avere un particolare del falso
telaio che state posando, ma per non creare problemi futuri assicuratevi sempre la perfetta
messa in quota dello stesso.
Immaginatevi quando avrete finito i massetti e i pavimenti e vi accorgerete che la porta
scorrevole non ci sta dentro perché il controtelaio è stato posato troppo basso, immaginatevi i
problemi per sistemare il lavoro, oppure immaginatevi quanto può essere brutta una porta
scorrevole staccata da terra per più di 1 cm; per sistemare questi lavori perderete un anno di
vita in termini di salute. Meglio accorgersene prima quando li state posizionando, datemi retta.
Anche per il posizionamento dei falsi telai delle finestre, portefinestre o porte basculanti
dei garage, come per qualsiasi altro infisso, i problemi a cui dovrete ovviare saranno sempre
gli stessi: dovrete, quindi, assicurarvi di avere un particolare che vi indichi lo spazio da
lasciare per posizionare i falsi telai e controllare che il piano +100 venga rispettato, in questo
modo non avrete mai problemi futuri.
Allegati
SEZIONI ORIZZONTALI MURATURA
PCQ MURATURE
La posizione delle componenti per il deflusso dell’acqua dovrebbe essere definita in fase di
carpenteria sia nel caso in cui le fondazioni siano fatte da plinti e quindi cordoli, sia nel caso
in cui la fondazione sia una platea.
In entrambi i casi come si può vedere andranno predisposti i fori che serviranno al
passaggio delle linee fognarie. Il passo successivo sarà lo studio delle pendenze e ricordatevi
di dare almeno una pendenza dell’1% per fare in modo che l’acqua defluisca abbastanza
velocemente nelle apposite caditoie.
Completata la fase di preparazione si inizia a ragionare considerando che lo spessore del
pavimento industriale, in corrispondenza delle caditoie e/o griglie, deve essere di almeno 5
cm per garantire una resistenza adeguata, affinché non si formino delle crepe nel pavimento.
Dalle caditoie, quindi, dovrete iniziare a dare almeno 1 cm ogni metro di stesa fino a che non
arrivate al colmo, che in teoria dovrebbe essere la metà della distanza che intercorre tra una
caditoia e un’altra. Fate bene attenzione alla quota del colmo, non dovrà mai causare la
perdita dell’altezza minima voluta da progetto, in tal caso sarebbe opportuno ridurre
leggermente la pendenza.
Un consiglio: cercate di far capitare il colmo proprio in corrispondenza dei muri divisori,
che siano essi i muri che dividono i vari garage o quelli che dividono i diversi comparti, in
maniera tale che l’acqua inizi la discesa verso la caditoia da lì e il muro non diventi un
ostacolo nel tragitto che l’acqua percorre per arrivare alla caditoia; eviterete così il formarsi
di quelle risalite d’acqua, orrende da vedere anche in un garage.
Terminata la fase di studio arriverà il momento di riportare il tutto sul posto, ed è qui che
inizieranno i guai! Nella fase di restituzione si inizieranno a vedere eventuali errori tralasciati
in fase di esecuzione della carpenteria della fondazione (da disegno ad esempio la platea
risulta essere perfettamente in piano e invece sul posto purtroppo non è così, per questo
dovete fare bene attenzione a garantire uno spessore minimo affinché non si creino crepe sul
pavimento).
Posizionamento caditoie
Allegati
PARTICOLARE MASSETTI
FILE CAD CON SEZIONI ESPLICATIVE
PCQ MASSETTI E SOTTOFONDI
Nelle figure a confronto si nota chiaramente come ci sia un maggiore ristagno d’acqua nel
caso in cui la posa sia perpendicolare alla direzione della pendenza.
Fate sempre attenzione che nel sormonto il lato sfiammato della guaina superiore non sia
mai rivolto verso monte ma sempre verso valle, come si fa per il posizionamento delle tegole
di una copertura. Questo per evitare che l’acqua, incontrando una barriera, riesca a trovare
anche un piccolo foro nel quale infilarsi.
Tempi di esecuzione
In media una persona posa al giorno 100 m2 di guaina al netto di sprechi e sormonti. Al
massimo, quindi, quando si ha un piazzale tutto libero e senza tanti risvolti si può arrivare a
posare fino a 250 m2 al giorno di guaina.
Allegati
FILE CAD CON PARTICOLARE COSTRUTTIVO DELLA REALIZZAZIONE RISVOLTI
PARTICOLARI LATTONERIE
PARTICOLARE IMPERMEABILIZZAZIONE GIUNTO STRUTTURALE
IMPERMEABILIZZAZIONE SOGLIA PORTAFINESTRA
PCQ IMPERMEABILIZZAZIONI E LATTONERIE
Le colonne montanti
Molto importante sarà lo studio per il posizionamento delle colonne montanti; per un buono
lavoro (se le posizioni non sono indicate da progetto) avrete bisogno di conoscere la precisa
disposizione interna dei bagni e delle cucine, questo per evitare di posizionare le colonne
troppo lontane dai sanitari rischiando così di andare incontro a frequenti otturazioni delle
tubazioni di scarico.
Il vaso non dovrebbe essere posizionato più lontano di 3,50 m dalla colonna di scarico, a
meno che non abbiate a disposizione 40 cm di massetto (cosa che negli appartamenti è
pressoché impossibile) per dare una bella pendenza per arrivare alla colonna.
Fate attenzione anche alle lavastoviglie altrimenti dovrete sorbirvi le lamentele della solita
“signora Maria”, la quale si ritroverà con la tubazione piena di calcare.
Nel posizionare le colonne montanti:
Bionde per le acque dei lavabi, bidet, doccia, lavastoviglie e lavatrice;
Nere per le acque che vengono dal vaso;
Bianche per le acque piovane;
pensate anche ai percorsi che dovranno fare le tubazioni di scarico in piano, cercate di
evitare le sovrapposizioni che sono sempre difficili da sistemare, o comunque fate in maniera
tale che il vaso vada diretto alla colonna di scarico: le bionde si adattano meglio alle
situazioni critiche (lascio a voi intendere il perché).
Un consiglio: dopo aver posizionato le colonne montanti fate chiudere, magari con del
nylon, le braghe dove poi si attaccheranno gli scarichi. Può sempre capitare che qualcuno, per
caso o per dispetto, ci butti qualcosa: malta, sporcizia, intonaco ecc. Evitate ogni possibilità
che questo accada!
Assicuratevi che il solaio, in corrispondenza della colonna di scarico, sia stato gettato ad
una quota più bassa rispetto alla media del solaio.
Facendo ciò vi ritroverete con l’attacco della braga ad una quota inferiore, (circa 2 cm più
in basso rispetto alla quota media del solaio) e avrete meno problemi nel restare con le vostre
tubazioni all’interno dello spessore del massetto.
Inoltre, avendo l’attacco più alto rispetto alla quota media del solaio e dovendo percorrere
con la vostra tubazione 4,00 m di distanza, con la pendenza del 1%, andrete sicuramente a
finire sopra allo spessore del vostro primo massetto (che serve appunto per ricoprire tutti gli
impianti) mettendo a repentaglio il perfetto funzionamento del tappetino acustico, il quale ha
bisogno di avere una superficie il più possibile piana per lavorare in modo perfetto, anche se
per questo c’è un rimedio e ne abbiamo già parlato nel capitolo dedicato ai massetti.
Un consiglio: nel posizionare i sanitari fate in modo tale che tra il bidet e qualsiasi altro
sanitario o parete, vi siano almeno 20 cm, mentre per il vaso, nel caso in cui abbiate poco
spazio, vi potete accontentare di 10 cm.
Comunque il rapporto ideale sarebbe 20-45-20-45-20 dove i 45 cm indicano la larghezza
dei sanitari e i 20 cm la distanza con gli altri sanitari.
Assicuratevi che tutti gli impianti, anche quando si sovrappongono, rimangano sempre al di
sotto della quota del primo massetto; certo non è grave se una guaina dell’elettricista esce
fuori di 1 cm, però il lavoro perfetto sarebbe quello di ritrovare tutti gli impianti sotto al
primo massetto. Nel caso in cui molti degli impianti rimangano fuori, fate eseguire degli
scavetti nel calcestruzzo del solaio, proprio nei punti in cui gli impianti si accavallano;
assicuratevi anche che le guaine degli elettricisti siano state fissate bene al solaio in maniera
tale che l’alleggerito non le sollevi. Date anche uno sguardo alla pendenza degli scarichi, lo
scarico potrebbe pendere al contrario e non è bene!
Posizionamento sanitari
In questa fase non ci rimane altro che ordinare in tempo tutte le componenti per terminare
l’appartamento. Quando l’idraulico entrerà dovrà montare tutti i sanitari, eventualmente i
radiatori (se ancora se ne posano) e uscire senza dover più rientrare. Così si lavora: si entra,
si finiscono i lavori e si passa all’appartamento accanto senza saltare da una parte all’altra, in
questo modo il cantiere si può definire organizzato alla perfezione.
Nel caso in cui i divisori vengano eseguiti con forati da 8 cm, fate eseguire, in
corrispondenza del divisorio dove sarà appoggiato il vaso, un muro almeno da 12 cm perché,
quando andrà posizionato, la cassetta di scarico potrà essere messa senza problemi o senza
demolire metà parete.
Appartamento finito prima del getto del massetto
Nel caso in cui i divisori vengano fatti in cartongesso dovete fare attenzione che tutte le
tubazioni escano fuori dal futuro massetto precisamente nel punto in cui poi verrà realizzato il
divisorio. Anche in questo caso fate un buon disegno tecnico, con tutte le quote e facile da
capire, e date la responsabilità del tracciamento al subappaltatore: ci penserà lui a segnare a
terra i divisori e sarà sua la responsabilità nel caso in cui abbia posizionato male uno scarico
o un tubo dell’acqua. Certamente dovete verificare, in fondo tutti operano affinché il lavoro
venga fatto nel migliore dei modi e si deve remare nella stessa direzione.
Tempi di esecuzione
- In 2 idraulici si riesce a posare al giorno circa 100 m2 di riscaldamento a pavimento, in più
bisogna aggiungere 2 ore per la posa dei pannelli;
- Posa in opera di colonne di scarico cioè 30 minuti per due persone per ogni metro di tubo;
I seguenti lavori sono da considerare per appartamenti da 60 m2 circa:
- Esecuzione di punto idrico 1 ora e mezza per 2 persone;
- Esecuzione di punto di scarico 1 ora e mezza per 2 persone;
- Esecuzione di punto di condizionamento 2 ore per 2 persone;
- Collegamento e posizionamento collettore 2 ore per 2 persone;
- Posa di tubazione (10 m) e infilaggio (30 m) per esecuzione punto luce 45 minuti;
- Posa di tubazione (8 m) e infilaggio (25 m) per esecuzione di punto di comando e/o punto
presa, comprensivo di posizionamento scatola a muro, supporto, frutti e placca, 1 ora;
- Posa punto di comando deviato 1 ora e 20 minuti;
- Posa punto di comando invertito aggiungere 1ora e 30 minuti.
Allegati
PCQ IMPIANTI
È risaputo che sul luogo di lavoro, principalmente dove si svolgono attività faticose, e talvolta
pericolose, la sicurezza è un parametro imprescindibile a garanzia del successo. A mantenerla
concorrono, nel caso specifico di un cantiere, varie figure professionali, ciascuna delle quali
ha compiti e responsabilità che, se svolti e assunti con coscienza e raziocinio, riducono i
rischi ai minimi termini.
In quest’ultimo capitolo non mi rivolgerò, come ho fatto finora, agli aspiranti geometri di
cantiere, ma a tutti i soggetti che partecipano alla sicurezza, illustrando a ciascuno i dettagli
del proprio ruolo e i doveri nei confronti degli altri protagonisti.
È importante, tuttavia, che voi cari geometri, quali lettori ideali di questo manuale,
dedichiate tempo e attenzione all’apprendimento degli aspetti, degli obblighi e delle mansioni
che, sebbene vengano espletati dai funzionari sotto indicati, vi riguardano indirettamente in
qualità di coordinatori.
Il committente privato
Come immobiliare, amministrazione condominiale o soggetto giuridico singolare, se ricopri il
ruolo del committente privato, sappi che sei il soggetto per conto del quale l’opera viene
realizzata indipendentemente da eventuali frazionamenti.
Rappresenti l’ente o l’individuo fisico legittimato alla firma dei contratti di appalto per
l’esecuzione dei lavori.
Sei tenuto a garantire le misure generali di tutela per la sicurezza.
Per assolvere alla funzione di coordinatore è necessario che tu sia in possesso, a norma di
legge, di un’attestazione, redatta dai datori di lavoro o dai committenti, comprovante
l’espletamento di un’attività lavorativa nel settore delle costruzioni per un periodo di tempo
consono al tuo titolo di studi; vale a dire:
1) Almeno un anno se hai conseguito una laurea in Ingegneria, Architettura, Geologia, Scienze
agrarie o Scienze forestali;
2) Almeno due anni se hai conseguito un diploma universitario in Ingegneria o Architettura;
3) Almeno tre anni se sei in possesso di un diploma come geometra, perito industriale, perito
agrario o agrotecnico; a patto che non ti identifichi nel datore di lavoro di un’impresa
appaltatrice.
A tua discrezione, puoi designare un responsabile dei lavori per l’adempimento degli
obblighi richiesti dagli artt. 3 e 11 del Decreto Legislativo n. 494/96, e quindi delegargli le tue
competenze nelle seguenti modalità:
1) In toto, se deleghi anche la capacità di spesa;
2) In parte, se deleghi solo le funzioni, imponendo il suo intervento a livello decisionale.
In entrambi i casi sei tu il vero responsabile per la verifica e l’applicazione del piano per
la sicurezza e del coordinamento tra le imprese.
Quale committente privato, sei chiamato a svolgere una serie di compiti importanti, quali:
1) Valutare l’entità del cantiere insieme al progettista, per stabilire se occorre o meno un
coordinatore. Per prendere questa decisione dovrai tenere conto dei seguenti parametri:
a) Se si tratta di un cantiere con un’unica impresa, anche se sono presenti rischi particolari
(allegato II del Decreto Legislativo n.528), non occorre un coordinatore. Se, nel prosieguo
dei lavori, dovesse ricorrere la necessità di eventuali altre imprese subappaltatrici,
nominerai un coordinatore in fase esecutiva che assuma anche il ruolo di coordinatore in
fase di progettazione, provvedendo quindi alla stesura del Psc (il Piano di sicurezza e
coordinamento, quindi il documento fondamentale nel quale vengono indicate tutte le
procedure pianificate che saranno applicate per garantire la sicurezza nel cantiere) e del
fascicolo tecnico (il documento allegato al Psc che indica, nel dettaglio, le modalità di
intervento relative alla manutenzione futura dell’opera, realizzabili in condizioni di
sicurezza predeterminate);
b) Se si tratta di un cantiere con più imprese di entità inferiore a 200 uomini al giorno e senza
rischi particolari, non occorre un coordinatore;
c) Se si tratta di un cantiere con più imprese di entità inferiore a 200 uomini al giorno e con
rischi particolari, occorre un coordinatore;
d) Se si tratta di un cantiere con più imprese di entità superiore a 200 uomini al giorno,
occorre un coordinatore;
2) Scegliere il coordinatore in fase di progettazione e nominarlo in relazione ai requisiti;
3) Stendere il disciplinare di incarico;
4) Individuare le fasi di lavoro;
5) Determinare la durata delle stesse;
6) Evidenziare la contemporaneità o la successione;
7) Valutare gli aspetti critici della simultaneità delle fasi di lavoro;
8) Gestire il processo costruttivo attraverso un’attenta pianificazione delle fasi di lavoro in
condizioni di sicurezza;
9) Valutare il Piano di sicurezza e di coordinamento e il fascicolo tecnico. A questo
proposito, devi valutare prima di tutto il Piano di sicurezza e di coordinamento affinché i
documenti allegati siano esaustivi delle situazioni eventualmente riscontrabili: interazione
con attività esterne, circolazione interna ed esterna, logistica, operatività
macchine/conformità e manutenzione; modalità esecutive, cooperazione e coordinamento
tra imprese e lavoratori autonomi, costi di sicurezza.
Subito dopo devi verificare che il fascicolo tecnico sia compatibile con il progetto affinché
la futura manutenzione periodica dell’opera sia resa agevole e realizzabile in condizioni di
sicurezza predeterminate. Infine, dopo le valutazioni e le verifiche, hai il dovere di
trasmettere alle imprese invitate alla gara d’appalto, oltre agli allegati contrattuali, anche il
Piano di sicurezza e di coordinamento;
10) Prima dell’affidamento dei lavori devi: designare il coordinatore in fase esecutiva e
verificarne i requisiti, trasmettere al coordinatore in fase esecutiva gli elaborati di progetto
e la descrizione dei lavori e del Piano di sicurezza e coordinamento, mettere a punto le
modalità dello svolgimento d’incarico professionale;
11) Verificare l’idoneità tecnico-professionale delle imprese e dei lavoratori autonomi
controllando l’iscrizione alla Camera di Commercio, la regolarità contributiva,
contrattuale e assicurativa (Inps, Cassa Edile, Inail) la dichiarazione relativa all’organico
medio annuo distinto per qualifica dei lavoratori, l’elenco dei lavori realizzati negli ultimi
anni e gli adempimenti;
12) Attuare comunicazioni essenziali: dopo aver affidato i lavori a un’impresa, ed
eventualmente a lavoratori autonomi, devi comunicare loro il nome del coordinatore in fase
di progettazione e del coordinatore in fase esecutiva per la sicurezza, inserendoli sul
cartello di cantiere insieme a quelli del committente dell’impresa appaltatrice, del
progettista, del direttore lavori, del calcolatore c.a. (cemento armato) e del responsabile
dell’impresa;
13) Inviare la notifica preliminare: prima dell’inizio dei lavori, dopo aver compilato la
modulistica fornita dal coordinatore per la sicurezza, devi inviare la notifica preliminare
all’Asl territorialmente competente e alla Direzione provinciale del lavoro.
La notifica, indipendentemente dai casi previsti in cui c’è necessità di dotarsi di un
coordinatore e del conseguente Piano di sicurezza e di coordinamento, deve sempre essere
inviata per qualsiasi tipologia o entità di lavoro, tranne quando, al di sotto di 200 uomini al
giorno, non ci siano rischi particolari. Una copia, inoltre, deve essere affissa in cantiere;
14) Fungere da referente per segnalazioni di inadempienze; sei tu, infatti, il referente a cui il
coordinatore per la sicurezza in fase esecutiva comunica eventuali inadempienze da parte
delle imprese o dei lavoratori autonomi.
L’articolo 90 del Testo unico sulla salute e sicurezza sul lavoro 81/2008 in materia di
sicurezza riporta gli obblighi del committente o del responsabile dei lavori. La nomina dei
coordinatori in fase di progettazione e di esecuzione è un obbligo che ti riguarda, quale
soggetto per conto del quale viene realizzata l’opera o, nel campo degli appalti pubblici,
soggetto titolare di potere decisionale o di spesa relativo alla gestione dell’appalto. Qualora
tu decida di delegare al responsabile dei lavori i compiti stabiliti, lo svolgimento di quelli
compresi nel titolo IV del Testo unico 81/08 è demandato al progettista in fase di
progettazione e al direttore lavori in fase di esecuzione.
Di seguito, parte del testo dell’art. 90:
Per riassumere: l’entità che determina la nomina o meno del coordinatore è effettivamente
la compresenza di più imprese in cantiere; questo significa che non è prevista la designazione
del coordinatore della sicurezza nella fase di progettazione (Csp) o del coordinatore della
sicurezza in fase esecutiva (Cse) qualora i lavori siano svolti da un’unica impresa.
Dove sono programmati interventi che coinvolgono più di un’impresa, invece, è d’obbligo
nominare in qualsiasi caso il coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione.
Per la fase progettuale, l’art. 90 al comma 11 stabilisce la discriminante dei lavori privati
non soggetti a permesso di costruire: la nomina del coordinatore per la sicurezza in fase di
progettazione non è imposta qualora i lavori non siano soggetti a titolo abilitativo alla
costruzione, oppure siano caratterizzati da un importo inferiore ai 100. 000 euro.
Si ricorda che il comma 11 è introdotto dalla Legge 88 del 7 luglio 2009 relativa alle
Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione
europea.
Al contrario di quanto era stato definito nei precedenti decreti legislativi in materia di
sicurezza, quali il Decreto Legislativo n. 494/96 e successive modifiche, non è più imposto il
numero di risorse presenti in cantiere, quantificate in uomini al giorno: la soglia dei 200 non è
più quella minima per l’effettiva designazione dei coordinatori.
Il committente pubblico
Il committente pubblico è considerato “soggetto titolare” del potere decisionale e di spesa
relativo alla gestione dell’appalto.
Per esempio in un Comune, il committente pubblico è il sindaco con la sua giunta.
Una volta che la realizzazione dell’opera viene deliberata, spetta al Rup (il responsabile
unico del procedimento), che è generalmente il capo dell’ufficio tecnico comunale, ma può
anche essere un altro soggetto delegato scelto fra i dipendenti dell’amministrazione, procedere
allo svolgimento dell’incarico interno all’ufficio tecnico comunale o all’affidamento dello
stesso attraverso un bando per l’individuazione del progettista, del direttore lavori, del
coordinatore alla sicurezza e delle altre figure professionali che intervengono nella
progettazione ed esecuzione dell’opera.
In caso di affidamento esterno all’ufficio tecnico comunale, se la spesa per questi
professionisti non supera i 100.000 euro, la committenza pubblica può nominare direttamente
dei referenti con un incarico fiduciario; diversamente questi professionisti vengono scelti sulla
base di una graduatoria.
L’impresa
Durante la fase di partecipazione alla gara d’appalto di opere rientranti nel campo applicativo
del Decreto Legislativo n. 494, riceverai dal Rup, oltre alla documentazione afferente al
bando, anche il Piano di sicurezza e di coordinamento.
Devi trasmettere al coordinatore per l’esecuzione, entro 30 giorni dall’aggiudicazione, o
comunque prima della consegna dei lavori, i seguenti documenti:
1) Eventuali proposte integrative del Psc miranti ad adeguare i contenuti alle tecnologie
proprie dell’impresa e a migliorare gli aspetti di tutela della salute e della sicurezza;
2) Il tuo Pos (Piano operativo di sicurezza), cioè il documento di valutazione dei rischi che il
datore di lavoro di un’impresa esecutrice redige in riferimento a ogni singolo cantiere.
Questo, che contiene le scelte autonome e le relative responsabilità nell’organizzazione del
cantiere e nell’esecuzione dei lavori, deve essere considerato come un piano
complementare di dettaglio del Piano di sicurezza e di coordinamento.
Qualora non ricorra l’ambito di applicazione del Decreto Legislativo n. 494/96, sei tenuta
a trasmettere alla committenza, entro i termini di cui sopra, oltre al Pos anche il Pss (Piano di
sicurezza sostitutivo), che diviene parte integrante del contratto di appalto, pena la nullità
dell’atto.
Gravi o ripetute violazioni delle indicazioni contenute nei piani, costituiscono causa di
risoluzione del contratto.
Occupi una posizione intermedia, di ponte, tra i committenti e i progettisti, ai quali spetta la
prima e indispensabile pianificazione e organizzazione della sicurezza in cantiere, le ditte sul
campo e gli operai. Fungi contemporaneamente da coordinatore per la sicurezza in fase di
progettazione e da coordinatore per la sicurezza in fase di esecuzione. Si ritiene che detti
incarichi non debbano essere necessariamente affidati a un unico impiegato.
Ma da dove nasce il ruolo del coordinatore?
Esistono tre testi di legge a cui riferirsi per rispondere a questa domanda. In ordine
cronologico, si presentano: il Decreto Legislativo n. 626/94 noto a tutti come 626; il Decreto
Legislativo n. 494/96 (Attuazione della direttiva 92/57/Cee concernente le prescrizioni
minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili) e il Testo unico
sulla sicurezza 81/08.
In questa breve descrizione utilizzeremo come riferimento normativo, e citeremo
maggiormente, il Testo unico (in particolare il Titolo IV Cantieri temporanei e mobile – Capo I
Misure per la salute e sicurezza nei cantieri temporanei e mobili), che sappiamo essere quello
in vigore emesso dal legislatore in materia di sicurezza sul lavoro, e anche il primo
riferimento, in ordine temporale, per ogni provvedimento e per ciascuna regola da seguire
attualmente. Tuttavia, non rinunceremo a fornire, per completezza di informazioni, altri
riferimenti utili.
Che cosa significa, quindi, essere un coordinatore della sicurezza e quali requisiti devi
possedere per ricoprire questo ruolo?
Nel tentativo di offrire un contributo che possa essere chiaro ed esaustivo delle “cause” e
degli “effetti” che ti riguardano, riportiamo un frammento del Decreto Legislativo n. 494 del
14 agosto 1996 (Attuazione della direttiva 92/57/Cee concernente le prescrizioni minime di
sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili). In base alla normativa
vigente, come accennato nel paragrafo “Il committente privato”, il coordinatore della
sicurezza deve dimostrare con attestazione le proprie capacità e competenze:
Dunque sussiste una incompatibilità legale assoluta tra lo svolgimento del compito di
coordinatore per l’esecuzione dei lavori e il rivestire la carica di datore di lavoro
dell’impresa esecutrice o comunque di dipendente o consulente responsabile del servizio
prevenzione e protezione (R.S.P.P.) di tale datore di lavoro.
Durante la realizzazione dell’opera sei tenuto a garantire e mantenere l’applicazione delle
disposizioni e delle procedure di lavoro contenute nel Piano di sicurezza e coordinamento,
con opportune azioni in questa direzione, adeguando il Piano e il fascicolo di informazioni
utili per la prevenzione dei rischi all’evoluzione dei lavori e alle eventuali modifiche che
possono rendersi inevitabili successivamente.
In fase esecutiva, devi:
1) Verificare la corretta applicazione delle disposizioni contenute nel Piano di sicurezza e
coordinamento e delle procedure per mantenerli;
2) Verificare l’idoneità e la coerenza del Piano operativo di sicurezza di ciascuna impresa,
confrontandolo col Piano di sicurezza e coordinamento;
3) Adeguare il Piano di sicurezza e di coordinamento nel caso in cui siano intervenute delle
modifiche successive ai lavori e verificare che le imprese esecutrici adeguino, se
necessario, i rispettivi Piani operativi di sicurezza;
4) Organizzare la cooperazione e il coordinamento delle attività insieme a tutte le maestranze;
5) Verificare l’attuazione di quanto è stato previsto, avendo sempre come obiettivo principale
il miglioramento della sicurezza del cantiere;
6) Segnalare alla committenza, o al responsabile dei lavori, se ci sono lavoratori che non
rispettano le norme, proponendo addirittura la sospensione dei lavori o la risoluzione del
contratto delle imprese inadempienti. Puoi segnalare il tutto anche alla Asl e alla Direzione
provinciale del lavoro territoriale competente, sospendendo qualsiasi ordine di processo
in caso di pericolo grave e imminente.
Il datore di lavoro
Come datore di lavoro di un’impresa esecutrice, sei chiamato a impartire e a far mettere in
pratica le misure generali di tutela.
I principali compiti che devi svolgere sono:
1) Mantenere il cantiere in condizioni di ordine e sufficiente salubrità;
2) Individuare l’ubicazione dei posti di lavoro e dei percorsi pedonali e carrai;
3) Verificare le condizioni di movimentazione dei materiali;
4) Controllare la manutenzione dei macchinari e degli impianti prima e dopo l’entrata in
servizio;
5) Localizzare e confinare i materiali e le sostanze pericolose;
6) Adeguare la durata delle fasi di lavoro all’evoluzione del cantiere;
7) Organizzare la collaborazione tra i datori di lavoro delle imprese subappaltatrici e i
lavoratori autonomi;
8) Verificare l’interazione delle attività nel cantiere e in prossimità dello stesso;
9) Stendere un programma attuativo di prevenzione e protezione;
10) Nominare figure di responsabilità: il responsabile del Servizio prevenzione e protezione
(Rspp) gli addetti del Servizio di protezione e prevenzione (Aspp), il medico competente,
gli addetti alle emergenze;
11) Provvedere alla formazione e all’informazione dei lavoratori, qualora si assuma nuovo
personale, si cambino le mansioni, si introducano nuove tecnologie, si utilizzino sostanze o
preparati diversi e in funzione dei nuovi rischi rilevati;
12) Fornire ai lavoratori i mezzi di protezione adeguati individuali o collettivi;
13) Consentire ai Rls/Rlst di verificare l’applicazione delle misure di sicurezza e di accedere
alle informazioni;
14) Tenere aggiornato il registro degli infortuni;
15) Verificare, in caso di subappalto, l’idoneità tecnico-professionale delle imprese o dei
lavoratori autonomi;
16) Organizzare il cantiere: devi adottare misure opportune per concentrare il lavoro nei
locali di cui disponi, rendendo conformi i luoghi al servizio del cantiere, curando le
condizioni di rimozione dei materiali pericolosi, disponendo per il corretto stoccaggio e
per l’evacuazione delle macerie;
17) Ricevere dal committente il Psc e poi procedere con ordine ad analizzarne i contenuti,
accettarlo e passare alla stesura del Pos, trasmettere il Psc alle imprese subappaltatrici,
presentare eventuali proposte di integrazione al coordinatore in fase esecutiva;
18) Redigere o far redigere il Pos, verificando che sia coerente con le richieste negli allegati
contrattuali (capitolato, descrizione lavori, Psc);
19) Mettere a disposizione degli Rls/Rlst, almeno 10 giorni prima dell’inizio dei lavori, una
copia del Psc e del Pos e consultarli in merito ai contenuti dei Piani presentandoli in
riunione;
20) Raccogliere il Pos delle imprese subappaltatrici e metterli a disposizione del
coordinatore in fase esecutiva, dopodiché, qualora lo richieda il coordinatore, aggiornare
il proprio Pos così come sono tenute a farlo le imprese subappaltatrici;
21) Attenersi a quanto indicato nel Psc e nel Pos e dare applicazione alle prescrizioni degli
stessi, in stretta collaborazione con il coordinatore in fase esecutiva. In caso di negligenza
o grave inadempienza rispetto a quanto previsto dal Psc e dal Pos, previa contestazione
scritta da parte del coordinatore in fase esecutiva, è possibile che tu venga allontanato dal
cantiere con risoluzione del contratto oppure sospeso con interruzione dei lavori;
22) Cooperare per il coordinamento delle attività di cantiere, partecipando al reciproco
scambio di informazioni, anche verso le imprese subappaltatrici e i lavoratori autonomi.
In quanto datore di lavoro, sei soggetto a sanzione nei seguenti casi:
1) Quando non ti preoccupi di consultare gli Rls/Rlst prima dell’accettazione del Psc;
2) Quando non metti a disposizione degli Rls/Rlst una copia del Psc e del Pos almeno 10
giorni prima dell’inizio lavori;
3) Quando non metti in atto quanto è previsto nel Psc e nel Pos;
4) Quando non trasmetti il Psc alle imprese in subappalto e ai lavoratori autonomi;
5) Quando non trasmetti i Pos delle imprese in subappalto al coordinatore in fase esecutiva;
6) Quando non adotti misure conformi alle prescrizioni dell’allegato IV.
Il medico competente
Il medico è incaricato della stesura del Programma di sicurezza sanitaria.
Deve disporre accertamenti preventivi, volti alla valutazione dell’idoneità alle mansioni
specifiche dei lavoratori, e accertamenti periodici per controllare il loro stato di salute. Si
occupa di redigere una cartella sanitaria personale per ogni operaio, che aggiorna di continuo.
È necessario che sia in possesso di un’adeguata specializzazione.
Il più delle volte, chi ricopre questo ruolo, può identificarsi in una delle seguenti figure:
docente di Medicina del lavoro, igienista, medico legale, dipendente di una struttura pubblica
o privata, libero professionista. Se dipendente di una struttura pubblica, non può svolgere
l’attività di medico competente nel caso in cui questa comprenda anche la vigilanza.
La sorveglianza sanitaria è obbligatoria nei seguenti casi:
1) Quando c’è un’esposizione a sostanze nocive e cancerogene;
2) Quando c’è un’esposizione ad agenti fisici quali rumore e vibrazioni;
3) Quando c’è movimentazione manuale dei carichi;
4) Quando si utilizzano attrezzature munite di videoterminali;
5) Quando c’è un’esposizione ad agenti chimici;
6) Quando c’è un’esposizione a silice e polveri inerti;
7) Quando c’è un’esposizione ad amianto;
8) Quando c’è un’esposizione ad agenti biologici (tetano, leptospirosi, ecc.);
9) Quando c’è un’esposizione a radiazioni Uv e/o Ir;
10) Quando ci sono dei lavori notturni.
I suoi compiti principali sono:
1) Effettuare sopralluoghi conoscitivi negli ambienti di lavoro in presenza del Rspp, dei
Rls/Rlst e del datore di lavoro, o del preposto, prendendo visione del Psc e del Pos di
imprese;
2) Sviluppare il Programma di sicurezza sanitaria e portarlo a conoscenza di tutte le figure
aziendali della prevenzione (datore di lavoro, Rspp ed Rls) nel corso delle riunioni
periodiche (ex art. 11 del Decreto Legislativo n. 626/94) e con altre forme di
comunicazione;
3) Informare i lavoratori sul significato della valutazione medica, riassumendo sinteticamente
e in forma anonima i risultati degli accertamenti sanitari effettuati e riportando i casi di
idoneità o idoneità limitata e di malattia professionale riscontrati. Nella relazione bisogna
indicare le eventuali misure di prevenzione da adottare durante l’attività lavorativa;
4) Provvedere alla verifica dell’effettiva compatibilità tra le condizioni psico-fisiche del
lavoratore e gli specifici rischi individuali, connessi alla sua destinazione lavorativa e alle
sue mansioni, dopo aver verificato l’idoneità delle condizioni di lavoro;
5) Rilasciare una certificazione, attraverso la quale si possa evincere in maniera chiara
l’idoneità e le eventuali limitazioni rispetto alla specifica attività lavorativa. Di
conseguenza, deve collaborare con il datore di lavoro nella gestione dell’idoneità in
funzione di un’adeguata assegnazione dei compiti al lavoratore.
È importante che collabori con il datore di lavoro all’elaborazione del documento di
valutazione dei rischi.
Con questo scopo, deve svolgere una serie di attività collegate:
1) Collaborare con il Rspp all’individuazione di misure di tutela per garantire l’integrità
psico-fisica dei lavoratori;
2) Partecipare alla stesura dei provvedimenti di primo soccorso sui luoghi di lavoro;
3) Collaborare nell’attività di informazione e formazione dei lavoratori e di addestramento
all’uso dei dispositivi di protezione individuale (Dpi);
4) Contribuire all’elaborazione di specifiche procedure di lavoro;
5) Consultare eventuali medici specialisti.
Il lavoratore
Se operi in un cantiere in qualità di lavoratore, il tuo compito è quello di facilitare il più
possibile la messa in atto delle norme per la sicurezza; infatti esse sono destinate
principalmente a salvaguardare la tua salute e la tua persona.
In un cantiere, la sicurezza è un obbligo di legge per tutti i soggetti coinvolti. Per questo
quando agisci con negligenza, non rispettando le disposizioni, vieni sanzionato.
Devi sapere, preliminarmente, che i soci lavoratori di cooperative e società sono
equiparati a te.
Per invogliarti a imparare e rispettare le norme riguardanti la sicurezza, e a tenere un
comportamento idoneo alla prevenzione di incidenti e infortuni, la legge prevede che tu riceva
un’adeguata formazione in materia con riferimento al posto in cui lavori e alle mansioni che
svolgi.
La formazione è imprescindibile nei casi di assunzione, cambiamento di mansione e
introduzione di nuove attrezzature o sostanze potenzialmente dannose. Inoltre, essa deve essere
ripetuta periodicamente perché i rischi si evolvono e ne possono comparire di nuovi. La
formazione deve avvenire durante l’orario di lavoro e non può comportare oneri economici a
tuo carico.
È importante che tu conosca a memoria:
1) I rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’impresa in generale;
2) Le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate;
3) I rischi specifici per l’attività svolta;
4) Le normative e le disposizioni contrattuali;
5) I pericoli connessi all’uso di sostanze e di preparati pericolosi;
6) Le procedure di pronto soccorso, antincendio ed evacuazione;
7) I nomi dei lavoratori addetti alle emergenze e al pronto soccorso;
8) I nomi degli Rspp, addetti al servizio di protezione e prevenzione, e del medico
competente.
Se, in caso di pericolo grave e immediato, nell’impossibilità di contattare il tuo superiore,
abbandoni il posto di lavoro, la legge è dalla tua parte. Allo stesso modo, sei autorizzato a
prendere qualsiasi iniziativa necessaria, quando il pericolo incombe all’insaputa dei capi.
I tuoi compiti principali sono:
1) Osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro ai fini della
protezione collettiva e individuale;
2) Utilizzare correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i
preparati pericolosi, i mezzi di trasporto, le attrezzature e i dispositivi di sicurezza;
3) Utilizzare in modo appropriato i Dpi;
4) Segnalare al datore di lavoro le deficienze di mezzi e dispositivi o eventuali condizioni di
pericolo di cui sei a conoscenza;
5) Non manomettere, senza autorizzazione, i dispositivi di sicurezza, segnalazione e controllo;
6) Non compiere di propria iniziativa operazioni che non ti competono o che possano
compromettere la sicurezza generale;
7) Sottoporti ai controlli sanitari;
8) Contribuire, insieme al datore di lavoro e agli Rls/Rlst, all’adempimento di tutti gli
obblighi imposti dalle autorità competenti.
ll lavoratore autonomo
Come lavoratore autonomo devi possedere i requisiti di idoneità tecnico-professionale
verificabili attraverso l’iscrizione alla Camera di Commercio. In materia di sicurezza è tua
premura utilizzare attrezzature di lavoro conformi alla normativa, così come idonei dispositivi
di protezione individuale relativi ai rischi specifici di ogni attività.
Inoltre, devi adeguarti a quanto indicato dal coordinatore in fase esecutiva.
Vai incontro a sanzioni di tipo penale per l’inosservanza delle disposizioni che ti
riguardano.
Devi prendere visione del Psc prima dell’inizio dei lavori, e attuare quanto previsto in
esso e nel Pos fornito dall’impresa.
Devi svolgere le tue mansioni in tempi paralleli alle attività delle altre imprese o
lavoratori autonomi coinvolti.
Fa parte dei tuoi compiti il reciproco scambio di informazioni sui temi della sicurezza.
Allegati
MODELLO DVR
MODELLO POS
MODELLO PSS
MODELLO PIMUS
ELENCO NUMERI DA TENERE IN CANTIERE
Michele Accattoli ha conseguito il diploma nel 2002 presso l’Istituto tecnico per Geometri
“A. D. Bramante” di Macerata. Portato a termine il praticantato, ha iniziato a lavorare come
geometra di cantiere presso una delle principali ditte edili marchigiane. Dopo anni di lavoro
sul campo ha deciso di condensare la sua esperienza in un manuale che fornisce consigli e
suggerimenti pratici per la professione di geometra.
Geometra di cantiere
Michele Accattoli