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- Non classificabile nelle scienze, in quanto è qualcosa che precede qualsiasi scienza
poiché studia la forma del ben pensare e del ben parlare (quale forma essi devono
avere per essere considerati scientifici)
- trova la sua applicazione nel DISCORSO APOFANTICO di tipo “S è P” , enunciato
in cui si predica un qualcosa di un soggetto
- Nelle CATEGORIE si studiano i termini e le espressioni che hanno significato anche
presi singolarmente, si ottengono un numero ristretto di categorie che rappresentano
anche i GENERI SUPREMI DELL’ESSERE: sostanza, quantità, qualità, relazione.
il dove o luogo, il quando, il giacere, l’avere, l’agitare, il patire.
- sostanza prima e seconda
De Interpretatione
Analitici I
- ANALITICI I: teoria del sillogismo “Un discorso in cui, posti alcuni elementi, risulta
per necessità, attraverso elementi stabiliti, alcunchè di differente da essi”, in altre
parole un ragionamento deduttivo che si compone di due premesse, da cui deriva
necessariamente una conclusione attraverso un termine medio che scompare.
- è composto da due premesse, una maggiore e l’altra minore, e la conclusione che
risulta necessaria e implicita nelle premesse
- c’è un termine comune alle due premesse che è il termine medio
- varie figure del sillogismo
Analitici II
- Un sillogismo risulta vero se le sue premesse sono vere cioè: prime, immediate,
anteriori alla conclusione, più note.
- PRINCIPI PRIMI, ASSIOMI: intuitivamente veri e indimostrabili comuni a tutte le
scienze: principio di non contraddizione, e del terzo escluso.
- PRINCIPI PROPRI: di ogni scienza, costituiscono le premesse generali che
riguardano un certo genere dell’essere
- come conoscere i principi? Non oggetto di dimostrazione perchè presupporrebbero
qualcosa di precedente, sono indimostrabili ANAPODITTICI
- ma come avviene l’apprensione dei principi? per induzione o per intuizione, mediante
l’intelletto.
- sillogismo dialettico: ha scopo argomentativo e non dimostrativo e sfrutta il metodo
aristotelico di partire da opinioni generalmente conosciute e condivise dai più sapienti
e seleziona conservando ciò che c’è di valido ed eliminando gli elementi
contraddittori
- procede da ciò che è più chiaro e primo per noi e per astrazione raggiunge ciò che è
più chiaro e conoscibile in assoluto
- classifica le scienze, la loro dignità conoscitiva dipenda dal disinteresse del sapere,
massimo nella filosofia prima, minore nelle discipline pratiche: quindi abbiamo:
- le SCIENZE TEORETICHE: che hanno come fine la verità, riguardano la pura teoria.
e sono caratterizzati da una quasi assoluta regolarità. Hanno come oggetto ciò che è
e non può essere diversamente da come è. Metafisica, fisica e matematica la
compongono.
- conoscenze razionali pratiche: da praxis, l’agire, i comportamenti umani: non il
dominio del necessario, ma del possibile: ciò che può essere in un modo o nell’altro.
Hanno il loro principio e il loro termine nello stesso soggeto, non nella produzione di
qualche cosa. Hanno per oggetto l’agire morale che con l’esecuzione migliora o
poggera un soggetto. Sono ETICA, ECONOMIA e POLITICA
- DISCIPLINE POIETICHE E PRODUTTIVE: sempre il dominio del possibile, ma
hanno il principio in un soggetto, ma come fine la realizzazione di qualcosa. ARTI e
TECNICHE.
La fisica
- persegue la conoscenza per amore del sapere
- verte sulla regolarità propria della natura, ciò che accade PER LO PIÙ
- STUDIA I PRINCIPI E LE CAUSE PRIME DELLA NATURA E DEL MOVIMENTO
- ha come oggetto I CORPI NATURALI, che hanno in sé un principio interno di
mutamento
- anche i corpi inanimati sono per natura: hanno il loro luogo naturale al quale tendono
(acqua verso il basso, fuoco verso l’alto)
- ammette la presenza di una causa esterna: la natura è un principio interno che deve
essere promosso da qualcosa di esterno
- il divenire aristotelico ha una funzione prettamente finalistica
Libro I
- Non si può dimostrare l’origine e la causa della natura e del movimento: sono un
dato di fatto un’evidenza. Non ci si può interrogare sulla sua esistenza ma sulle
cause che lo producono
- si interroga mediante la sua metodologia, andando a vedere cosa era stato detto
precedentemente dai più sapienti
- Aristotele condanna quindi la dottrina parmenidea che negava il divenire.
- Dà più risalto alla tendenza di alcuni filosofi naturalisti a considerare i contrari come
principi del divenire.
- Tuttavia però non si puo intendere il divenire come un passaggio tra contrari, perchè i
contrari coe tali non mutano, ma è necessario una terza cosa che muta alla quale i
contrari si riferiscono come predicati.
- questo terzo principio è detto SOSTRATO che rimane invariato e funge da soggetto
ai contrari che sono suoi predicati
- il sostrato è materiale
- abbiamo quindi 3 principi del mutamento: un unico sostrato materiale o materia e due
contrari: il sostrato permane e acquisisce una forma che prima non aveva, senza il
soggetto non si può avere il mutamento. Passa da una condizione di PRIVAZIONE di
una forma a quella FORMA. Quindi il mutamento non viene dal niente ma da una
privazione di qualche forma.
- il divenire quindi è passaggio da mancanza a cio che deve essere secondo natura;
passaggio dall’essere in potenza (Dunamis) all’essere in atto (Eneregeia)
Le Cause
Tempo e Luogo
- essendo che tutto ciò che si muove richiede qualcosa che lo abbia messo in
movimento (QUidquid movetur ab alio (movetur)), ed escludendo per principio la
regressio ad infinitum, si ha la necessità di individuare un PRIMO MOTORE
- esso è immobile, unico ed eterno, immateriale
- genera un moto uniforme sempre identico che può essere solo un moto circolare
uniforme perchè è quello che meglio approssima l'immobilità del primo motore
- non agisce sulle cose ma sulle sfere in cui si struttura il cosmo. Il primo motore
trasmette un movimento alla circonferenza più esterna del cosmo, movimento che
viene trasmesso
Il cosmo
La filosofia prima
- ha come oggetto la sapienza che è più nobile dell’esperienza perchè non è un dato
di fatto bensì la conoscenza dell cause e dei principi fondamentali
- è la conoscenza delle cause e dei principi primi dell’intera realtà
- Aristotele parte come sempre dagli èndoxa quindi le opinioni più autorevoli riguardo
cosa sia effettivamente la sapienza ne risulta che il sapiente deve conoscere e
insegnare quella scienza che viene ricercata senza finalità pratiche e che sia la più
alta in assoluto
- è per questo un scienza libera: è ricercata non in vista di un utile, ma fine a se
stessa. è come un uomo che non deve dipendere da nessuno quindi libero
- è superiore alle altre scienze in quanto le altre hanno come oggetto qualche cosa di
particolare mentre esa ha oggetto la realtà nella sua totalità
- lo scopo non è quello di creare un’enciclopedia bensi la ricerca delle cause, dei
principi e le proprietà più generali comuni a tutto ciò che è.
Assiomi- Il principio di non contraddizione
Sostanza
- solo quelle che erano le sostanze primarie sono in senso pieno, in quanto non sono
in funzione di nient’altro
- non sono accidentali
- ciò che non inerisce ad altro e non si predica di altro, il SOSTRATO di tutte le
possibile manifestazioni di una certa realtà
- ciò che ingrado di esistere separatamente, per sé
- qualcosa di determinato
- qualcosa di unitario, non una somma di parti
- qualcosa che non rimane allo stato di potenzialità irrealizzata, ma è ATTO
- quindi possono definirsi sostanza solo FORMA e SINOLO, il composto di materia e
forma che caratterizza l’essere di tutte le sostanza sensibili
- bisogna perciò definire una gerarchia tra sinolo e forma
- per noi può sembrare senza alcun dubbio il sinolo il più importante poiché
rappresenta la sostanza in senso pieno: composto indissociabile tra materia e forma
- tuttavia aristotelicamente parlando il sinolo materia-forma è posteriore, in quanto
composto, alla forma stessa. Il carattere sostanziale è quindi la forma che è la ragion
d’essere e il fondamento del sinolo stesso (la sua causa formale)
Polarità potenza-atto
- non dà una definizione precisa perchè sono concetti presenti in tutto cio che è
- si possono cogliere intuitivamente per analogia con esempi
- L’ATTO è L’ESISTENZA REALE DELLA COSA
- LA POTENZA è LA POTENZIALITà o la possibilità che un certa cosa ha di diventare
qualcos'altro
- si raggiunge quindi la perfezione la realizzazione di cio che è per natura
- non dipendono da n fattore esterno ma sono impliciti nella natura stesa della cosa
che passa naturalmente da potenza ad atto
- la materia è sempre essere in potenza, la forma è sempre essere in atto
- quindi si ha la PRIORITà DELL’ATTO SULLA POTENZA
Dalla metafisica alla Teologia
L’etica
- Etica Nicomachea, Eudemia, Magna Moralia
- il suo studio non è fine a sé stesso, non ha una finalità teoretica, ma pratica
- l'etica in qualche modo è subordinata alla politica, che è la filosofia che riguarda le
azioni umane, in quanto il vivere in comunità è la condizione necessaria per
l’esercizio della moralità. Non c’è moralità senza socialità. Non c’è politica se non c’è
morale
- agire per fare del bene, non inteso come poiesi: si sanno gia i mezzi buoni per
conseguire il bene che è un prodotto utile, ma la PRASSI, non si sa di volta in volta
cos’è il bene.
- per questo nella dimensione etica l’uomo si trova ogni volta esposto al pericolo, ogni
volta deve deliberare razionalmente in una situazione di incertezza
- l’etica quindi non è una scienza in senso proprio: non ha una struttura deduttiva p
dimostrativa
- trae i suoi principi dall’esperienza, razionalmente esaminata per ottenere conclusioni
PROBABILI
- ragiona quindi come PER LO PIÙ
- il BENE è il fine ultimo, verso cui tutto tende
- è quindi riconosciuta la struttura finalistica dell’agire umano
- beni come la ricchezza, l’onore il piacere, non sono beni ultimi ma sono solo mezzi
per conseguire altri beni
- c’è un bene che è tale in senso pieno, gli altri sono solo mezzi la FELICITÀ
- Questo bene è voluto esclusivamente per sé e non in funzione di altro, è quindi il
SOMMO BENE
- è il fine ultimo, e perfetto, che basta da solo a rendere bella e buona la vita
- è autosufficiente: non significa che consegue una vita solitaria, perché l’uomo è per
natura un animale politico, ma nel senso di perfettamente felice, in relazione con gli
altri
- non valore prescrittivo ma descrittivo
- bisogna quindi individuare l’attività propria dell’uomo che porta alla felicità
- non è la vita vegetativa (nutrirsi e crescere) perché comune a tutti i viventi
- non è quella sensitiva perché comune a tutti gli animali
- l’attività propria dell’uomo è l'ATTIVITÀ RAZIONALE
- in particolare della parte razionale dell’anima che si divide in: parte in grado di
comprendere e ubbidire e parte in grado di pensare
- la felicità per l’uomo è quindi una VITA ATTIVA SECONDO RAGIONE
- ma come per tutte le attività è vivere secondo ragione NEL MODO MIGLIORE
POSSIBILE, quindi SECONDO VIRTÙ (l'eccellenza in una certa attività)
- il bene proprio dell’uomo, la sua felicità è quindi UN'ATTIVITÀ DELL’ANIMA
SECONDO VIRTÙ
La virtù etica
La giustizia
Le virtù dianoetiche
- scienza, intelletto e sapienza: sono le virtù dianoetiche per ragione teoretica, quindi
realtà necessarie, immutabili ed eterne
- arte e saggezza: sono le virtù dianoetiche della ragion pratica, che possono venire
attuate dall’uomo in modo volontario
- la scienza: ha per oggetto ciò che esiste necessariamente, la disposizione a svolgere
in modo corretto le dimostrazioni
- l’intelletto: è la disposizione razionale con la quale si colgono i principi fondamentali
- la sapienza: è la fusione di scienza e intelletto
- l’arte: è la disposizione a produrre oggetti
- la saggezza: ha un ruolo fondamentale in ambito morale; è ben distinta dalla
sapienza poiché è la disposizione razionale a deliberare sul bene e sul male, ed è
fondamentale per la realizzazione del giusto mezzo
- non ha carattere deduttivo perché verte su ciò che è possibile non necessario
- non è del tutto teoretica perché verte all’agire non al sapere
- costituisce la condizione fondamentale per l’esercizio della vita morale
La vita contemplativa
La politica
- la vita morale trova la sua apoteosi nell’esercizio dell’attività politica
- l’uomo è per natura un animale politico: lo stabilirsi di rapporti di socialità e giustizia è
connaturato all’essere umano
- la politica è l’ambito nel quale l’uomo può realizzare la sua natura razionale
- la politica subordina a sé l'etica, il bene morale presuppone quindi il bene dello stato
- mentre platone aveva delineato uno stato ideale e puramente razionale (a tratti
utopico), la Politica è un vero e proprio trattato di scienza della politica, a partire dalle
costituzioni delle città greche
- non si limita ciò, non descrive e basta, ma è una costituzione migliore possibile nelle
circostanze più favorevoli
La psicologia
- la psicologia è una parte della fisica che studia l’anima
- è quindi la scienza degli esseri viventi che hanno la vita in potenza
- la novità rispetto alle dottrine precedenti è che l’anima e corpo son inseparabile, nè si
può avere l’anima senza un corpo, l’anima è quindi la forma del corpo, l’atto che
realizza ciò che è in potenza in ogni corpo organico
- anima non come un insieme di parti (Platone) me come un insieme di funzioni
- ci sono tre funzioni dell’anima: vegetativa, sensitiva e intellettiva
- le prime due sono per forza inseparabili dal corpo e muoiono con esso
- l’anima sensibile coglie le sensazioni
- aristotele di interroga, prima ascoltando gli endoxa (Empedocle aveva detto che il
simile conosce e si unisce al simile)
- aristotele spiega tutto con la solita polarità potenza atto: la sensazione è l’atto con cui
si realizza la potenzialità, quando senso e sensibile diventano tutt’uno
- come spiega l’errore: l’errore non può essere in questo processo di assimilazione
che è puramente meccanico, oggettivo, ma nell’interpretazione, astrazione che si dà
in seguito
- parla anche di un “sesto senso” non inteso come tale che chiama senso comune,
una funzione generica, comune ai cinque sensi che permette di cogliere proprietà
percepibili con più sensi simultaneamente
- il senso comune permette anche la consapevolezza: il sentire di sentire
- la conoscenza non avviene quindi per reminiscenza, ma perchè noi cogliamo per
prime le cose prime per noi quindi le sensazioni, con la fantasia possiamo ricordare
le sensazioni e quindi la fantasia sta alla base della memoria
- la visione di aristotele non ammette però sensismo o empirismo: la sensazione è un
passaggio fondamentale, il primo passaggio, ma poi serve, è necessaria l’astrazione
con il vous, l’intelletto (nihil est in intellectu quod prius non fuerit in sensu).
- l’anima intellettiva viene poi divisa da Aristotele in due parti intelletto
potenziale/passivo/possibile (è analogo alla materia) ha la potenzialità di diventare
tutte le cose, di accogliere tutte le forme intelligibili delle cose (come nelle 7 note
musicali c’è la potenzialità di diventare qualunque musica)
- l’intelletto attivo, che effettivamente, come causa efficiente produce tutte le forme, è
solo atto
- in quanto tale è koriston quindi autosufficiente e quindi questo porta a pensare che
esso sia immortale e che sopravviva al corpo
- per quanto riguarda l’ultima potrebbe forse trattarsi di un genere di anima
incorruttibile, ma non è chiaro
La Poetica
- fa parte delle scienze poietiche: la produzione attraverso i discorsi (l’altra è la
RETORICA)
- originariamente doveva comprendere due parti una sulla TRAGEDIA, l’altra sulla
COMMEDIA, che però non ci è giunta
- la poesia è mimesis, quindi imitazione, intesa in modo differente rispetto a Platone,
che vedeva la poesia come una brutta copia, imitazione del reale
- superiore alla storia perché storia (historia) era considerata come la mera
descrizione dei fatti a cui si aveva assistito, quindi qualcosa di molto particolare,
mentre la poesia è un simbolo che ha valore universale e, come sappiamo, solo
dell’universale si può fare scienza
- la poesia è un’arte una tekne e come tutte le arti la sua bellezzza e il suo valore è in
relazione all’oggetto descritto che quindi deve essere sublime non sermo humilis
- per questo la poesia migliore è la tragedia che ha come effetto il piacere e la bellezza
- la tragedia è mimesis di un’azione seria, con un linguaggio poetico alto, che ha una
durata nel tempo ben preciso, in un solo luogo
- c’è quindi un'unità di tempo, luogo e azioni
- ha come effetto la catarsi, la purificazioni (delle passioni o dalle passioni?)
- non si ha una risposta definitiva, ma visto che si conosce sempre la trama e si sa che
una cosa del genere non può accadere a noi, riusciamo a immedesimarci ma con un
certo distacco, a compatire pietà e terrore, a condividerli ma con un distanziamento
dal dolore (io non sono te)
- la catarsi quindi porta alla crescita spirituale e di identità, alla purificazione critica di
chi ha distanziato e compatito