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settembre 2011
LEGISLAZIONE AERONAUTICA
Legislazione Aeronautica
settembre 2011
ANS Training
Legislazione Aeronautica
5
INDICE
PARTE PRIMA
CAPITOLO1
Introduzione alla Legislazione Aeronautica: PAG.11
Generalità sulle principali organizzazioni internazionali e nazionali PAG.11
dell’aviazione civile: Ruolo ed obiettivi di ICAO, ECAC, Eurocontrol,
JAA/EASA, ENAC, ENAC, ANSV.
CAPITOLO 2
Licenze comunitaria del personale CTA PAG.15
CAPITOLO 3
Regolamentazione sulla Safety (SMS) PAG.35
CAPITOLO 4
La Convenzione di Chicago ed Accordi internazionali PAG.45
in particolare : Art.1 (sovereignty); Art.2 (territory); Art.5 (right of not PAG.45
scheduled flight); Art.6 (scheduled air services); Art. 37 (Adoption
of international standard and procedures); Art.38 (Departures from
international standard and procedures); Art.90 (Adoption and amendment
of Annexes).
CAPITOLO 5
L’ICAO PAG.53
Obiettivi e struttura PAG.53
Regioni ICAO ed Uffici regionali; PAG.56
I documenti dell’ICAO: PAG.57
- SARPs; PANS; SUPPS, Manual and Circular PAG.57
- Contenuto degli Annessi ICAO; PAG.59
- Il recepimento degli Annessi ICAO nell’ordinamento giuridico nazionale PAG.61
INDICE
CAPITOLO 6
Le altre organizzazioni internazionali: PAG.65
Ruolo, struttura ed attività di: PAG.65
- ECAC; PAG.65
- Eurocontrol; PAG.67
- JAA/EASA PAG.70
CAPITOLO 7
Associazioni aeronautiche internazionali PAG.77
Obiettivi, struttura ed attività di : PAG.77
- IATA; PAG.77
- IFATCA (ANACNA) PAG.79
- IFALPA PAG.82
CAPITOLO 9
ENAC PAG.89
CAPITOLO 10
ENAV PAG.95
CAPITOLO 11
ANSV PAG.101
PARTE SECONDA
LEGISLAZIONE NAZIONALE
CAPITOLO 12
Le fonti del diritto aeronautico nazionale (Art.1 Cod Nav) PAG.109
- Il Codice della Navigazione (la nuova struttura della Parte II -
Navigazione Aerea) PAG.109
- Leggi ed atti aventi forza di legge; I Regolamenti; usi e consuetudine; PAG.110
INDICE
CAPITOLO 13
Sovranità sullo spazio aereo (Art.3 e 2 Cod. Nav) PAG.113
CAPITOLO 14
Il personale aeronautico PAG.117
CAPITOLO 15
Il Comandante di aeromobile: PAG.119
- Designazione - Rappresentanza dell’esercente PAG.119
- Direzione nautica PAG.120
- Poteri pubblicistici: PAG.121
Polizia di bordo e della navigazione; Polizia di sicurezza della navigazione;
Polizia giudiziaria; Polizia doganale e sanitaria; Ufficiale di Stato Civile e
Notarile.
CAPITOLO 16
Il Gestore aeroportuale PAG.131
I nuovi compiti del gestore; il Certificato dell’aeroporto; il Manuale
dell’aeroporto; PAG.131
L’organizzazione; La gestione delle emergenze; il Regolamento di Scalo. PAG.135
CAPITOLO 17
Proprietà ed uso degli aeroporti
- distinzione aa/mm – voli di Stato PAG.143
- Beni del demanio aeronautico; PAG.143
- Aerodromi aperti al traffico aereo civile; PAG.143
- Uso degli aeroporti aperti al traffico aereo civile; PAG.143
- Vincoli della proprietà privata: zone soggette a limitazioni. PAG.144
- Distinzione giuridica e tecnica degli aeromobili PAG.145
- Distinzione degli aeromobili; Distinzione degli aeromobili privati; PAG.146
- Voli di Stato PAG.147
PARTE TERZA
ELEMENTI DI DIRITTO PENALE
CAPITOLO 18
La norma penale e reato PAG.151
INDICE
CAPITOLO 19
L’analisi del reato PAG.157
L’elemento oggettivo: La condotta, l’evento, il rapporto di causalità; PAG.157
CAPITOLO 20
L’elemento soggettivo: PAG.163
Il dolo; la colpa; concetto di colpa cosciente PAG.163
CAPITOLO 21
Le circostanze: aggravanti ed attenuanti comuni;
attenuanti generiche PAG.167
CAPITOLO 22
Il concorso di reati PAG.171
Il concorso formale, materiale e reato continuato. PAG.171
CAPITOLO 24
La responsabilità civile nascente da reato PAG.183
- La tutela del CTA nel risarcimento danni; PAG.184
CAPITOLO 25
La responsabilità disciplinare verso l’Ente:
sanzioni disciplinari PAG.187
APPENDICI PAG.189
Appendice 1 PAG.191
- Statuto sociale ENAV
Appendice 2 PAG.199
- Regol.ENAC Requisiti per la licenza comunitaria CT.A.- Ediz.4/2009
Appendice 3 PAG.223
- Decreto Legislativo n.118 – Mag/2008
- Licenza comunitaria CTAIntegrato con le modifiche del Decreto
Legislativo n.68 -8/Apr/2010
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Legislazione Aeronautica
PARTE PRIMA
INTRODUZIONE ALLA LEGISLAZIONE AERONAUTICA
CAPITOLO 1
Generalità sulle Organizzazioni internazionali
e nazionali dell’aviazione civile
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Legislazione Aeronautica
EASA -
È un’agenzia della Comunità europea, istituita allo scopo di controllare i processi di proget-
tazione, costruzione e manutenzione degli aa/mm, per assicurare un elevato livello di sicu-
rezza nel campo dell’ Aviazione Civile europea. L’EASA ha sostituito la preesistente orga-
nizzazione JAA, allo scopo di dare maggiore forza giuridica alle norme comuni in tema di
progettazione, costruzione e manutenzione degli aa/mm, nonché per assicurare l’uniforme
applicazione degli standard fissati dalla Comunità in tali settori. Tutto ciò al fine di elevare
maggiormente il livello di sicurezza nel campo dell’ Aviazione Civile europea. A differenza
della JAR (Joint Aviation Requirements) prodotti dalle JAA, gli atti emanati dall’EASA
hanno un’efficacia giuridica vincolante, per tutti gli Stati della Comunità.
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Legislazione Aeronautica
Infine, il Dgl n.213 del 2/Mag/2006 attribuisce all’ENAC la tenuta e l’aggiornamento della
banca dati per le”segnalazioni obbligatorie”, previste per”gli eventi potenzialmente perico-
losi per la navigazione aerea”. (L’ENAC è ampiamente trattato in seguito, vedi in “Orga-
nizzazioni Nazionali”).
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Legislazione Aeronautica
Infine, il Dgl n.213 del 2/Mag/2006 attribuisce all’ANSV la tenuta e l’ aggiornamento della
banca dati per le “segnalazioni volontarie”,previste per “gli eventi potenzialmenmente pe-
ricolosi per la navigazione aerea”. (L’ANSV è maggiormente sviluppata in seguito; vedi in
“Organizzazioni Nazionali”).
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 2
LICENZA COMUNITARIA DEL PERSONALE CONTROLLORE T.A.
(Regol. ENAC-4^ Ediz. 2009; DgL n.118/08 ;Dgl n.68 Apr/2010)
2.1 Premessa
In applicazione del REG CE n.550 del 10/Mar/2004 (Fornitura dei servizi della navigazio-
ne aerea nel Cielo Unico europeo) Eurocontrol ha elaborato ESARR5 (Eurocontrol Safety
Regulatory Requirements) relativo ai requisiti comuni per la licenza europea di Controllore
Traffico Aereo.
Sulla base del predetto documento, che riflette gli standard ICAO, il Parlamento europeo ha
emanato una Direttiva la n.23/2006 del 5/Apr/2006,concordata con tutti gli Stati, per fissare
i requisiti comuni per il rilascio della nuova licenza CTA comunitaria. La Direttiva (che
com’è noto fa sorgere l’obbligo da parte degli Stati membri. di emanare un apposita legge
nazionale) prevede che le competenti Autorità nazionali delle aviazioni civile (ENAC per
l’Italia, quale unico ente regolatore, certificatore, di controllo e vigilanza) provvederanno al
rilascio delle relative licenze.
La Direttiva prevede inoltre, la certificazione di ENAV quale ANSP (Air Navigation Ser-
vice Provider) nonchè l’approvazione delle strutture ed i piani di addestramento, da parte
delle Autorità Nazionali di vigilanza.
La licenza di Controllore T.A, contiene anche le previste “ratings” (abilitazioni) cioè il tipo
di servizio che il titolare è abilitato a fornire, nonché delle specializzazioni(endorsements)
all’interno delle stesse abilitazioni, che verranno man mano acquisite dal controllore, nel
corso della propria attività operativa. Una specifica specializzazione riguarda anche l’ ente
operativo (unit endorsement) e i diversi settori di esso) e certifica i servizi ATS che l’ente
(o settore operativo) fornisce. Anche la “Unit endorsement” è indicata sulla licenza del
Controllore.
In attesa dell’apposito Decreto Legislativo nazionale di attuazione della citata Direttiva CE,
l’intera normativa relativa ai requisiti per il rilascio, rinnovo, sospensione e revoca della
licenza CTA, è stata disciplinata da un primo Regolamento ENAC, più volte emendato,
denominato “Regolamento per la definizione dei requisiti della licenza di Controllore del
Traffico Aereo” .
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Legislazione Aeronautica
A seguito del primo Dgl (118/2008) L’ENAC con Delibera del CdA n. 19/2009, ha emanato
in data 21/4/2009, l’ Edizione n.4 del “Regolamento per la definizione dei requisiti della
licenza di Controllore del Traffico Aereo” (che si allega per intero in Appendice n.2).
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Legislazione Aeronautica
2.2. APPLICABILITÀ
Il Regolamento si applica:
a) agli Studenti Controllori ed ai Controllori del Traffico Aereo;
c) alle organizzazioni di formazione che forniscono o intendono fornire servizi di forma-
zione ai controllori;
d) ai fornitori di servizi di controllo del traffico aereo (ENAV).
2.3. DEFINIZIONI
a) Licenza comunitaria di Controllore del Traffico Aereo»:
il certificato rilasciato e annotato nei modi prescritti dal presente decreto legislativo, che au-
torizza il suo legittimo titolare a fornire servizi di controllo del traffico aereo in conformità
delle abilitazioni e delle specializzazioni in esso indicate;
c) abilitazione:
l’autorizzazione riportata sulla licenza o a questa collegata, che ne forma comunque parte
integrante e ne specifica le condizioni, i compiti o le limitazioni particolari relative alla li-
cenza stessa; la licenza riporta almeno una delle seguenti abilitazioni:
1) controllo di aeroporto a vista (ADV);
2) controllo di aeroporto strumentale (ADI);
3) controllo di avvicinamento procedurale (APP);
4) controllo di avvicinamento con sorveglianza (APS);
5) controllo di area procedurale (ACP);
6) controllo di area con sorveglianza (ACS).
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d) specializzazione dell’abilitazione:
l’autorizzazione riportata nella licenza, di cui è parte integrante, che indica le condizioni,
i compiti o le limitazioni particolari relative alla pertinente abilitazione;
f) specializzazione linguistica:
l’autorizzazione riportata nella licenza è parte integrante della stessa, che indica le compe-
tenze linguistiche del titolare;
i) organizzazione di formazione:
l’organizzazione certificata dall’Autorità nazionale di vigilanza come idonea a fornire uno
o più tipi di formazione o addestramento quali definiti nel presente articolo;
l) studente controllore: il titolare di una licenza di studente controllore del traffico aereo;
n) allievo controllore:
colui che frequenta un corso di formazione iniziale finalizzato al conseguimento della licen-
za di studente controllore del traffico aereo;
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La licenza è rilasciata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) alla persona che
la firma e ne conserva la titolarità. L’ENAC rilascia anche le relative abilitazioni e specia-
lizzazioni. Per il rilascio, il rinnovo e gli accertamenti della competenza relativi alle spe-
cializzazioni di unità operativa, l’ENAC può delegare personale in servizio presso fornitori
di servizi di traffico aereo. La composizione delle commissioni è stabilita dall’ENAC nelle
Circolari applicative del presente Regolamento.
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Legislazione Aeronautica
Sospensione e Revoca delle licenze (art. 5 Dgl n.118/2008 - modificato dal Dgl n. 68 -
Apr/2010)
- Sospensione
Quando é in corso di accertamento la responsabilità del controllore del traffico aereo in un
incidente o inconveniente grave, ovvero, quando in ordine alla competenza professionale
del controllore del traffico aereo sussista ragionevole dubbio, da parte dell’Ente fornitore
dei servizi di traffico aereo, l’Ente medesimo (ENAV-AMI) può disporne la sospensione
cautelare dall’impiego operativo. La licenza, le abilitazioni e le specializzazioni, sono so-
spese dall’ENAC, per un periodo non superiore a sei mesi quando sia accertata la negli-
genza professionale del controllore del traffico aereo.
- Revoca
La licenza è revocata dall’ENAC in caso di:
a) - accertamento di grave negligenza o imprudenza o imperizia professionale che abbia
determinato il verificarsi di un incidente;
b) - violazione dolosa di leggi o regolamenti relativi al controllo del traffico aereo;
c) - condotte che hanno determinato l’applicazione della sanzione della sospensione, non
inferiore a sei mesi, per due volte nell’arco di due anni.».
Ai fini dell’irrogazione delle sanzioni della Sospensione e Revoca, l’ENAC provvede alla
contestazione degli addebiti. I destinatari della contestazione possono presentare memorie
difensive. Con apposito regolamento dell’ENAC sono stabiliti i termini per la contestazione
degli addebiti e la presentazione delle memorie difensive da parte degli interessati.
A seguito dell’esercizio della facoltà di presentare memorie difensive (comma 5-ter Dgl
n.68/2010) ovvero, decorso inutilmente il relativo termine, l’ENAC esamina le risultanze
istruttorie e dispone l’audizione degli interessati, alla quale le parti possono farsi assistere
da avvocati ed esperti di fiducia. Se non ritiene provato l’addebito, l’ENAC dispone l’archi-
viazione della contestazione. Se, invece, ritiene comprovato l’addebito, adotta la sanzione
adeguata alla violazione o negligenza professionale accertata.
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La licenza non può essere rilasciata a coloro che sono stati condannati a pena detentiva
superiore a cinque anni per delitti non colposi, nonché a coloro che sono sottoposti ad una
misura di sicurezza personale o alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
a) la commissione di un reato, e
b) la pericolosità del reo.
La pericolosità sociale sussiste quando è probabile che il soggetto commetta nuovi fatti
preveduti dalla legge come reati (art.203 cp). Sarà il giudice a determinare se essa sussiste
o meno in un soggetto, valutando gli elementi contenuti nell’art.133 cp; e cioè:
1) dai motivi a delinquere e del carattere del reo;
2) dai precedenti penali e giudiziari ed in genere dalla condotta e dalla vita del reo antere-
dente al reato;
3) dalla condotta contemporanea o susseguente al reato;
4) dalle condizioni di vita individuale, familiare e sociale del reo. La particolarità delle mi-
sure di sicurezza e che esse non hanno un termine ultimo; cioè che potranno essere applicate
(o mantenute) fino a quando sussiste – secondo la valutazione del giudice - la pericolosità
del soggetto.
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Legislazione Aeronautica
3) La Sorveglianza Speciale.
Viene effettuata con un controllo particolare assiduo di un soggetto, per prevenire atti peri-
colosi per la collettività.
La Sorveglianza speciale può essere:
a) Semplice; oppure,
b) con obbligo di soggiorno (in un determinato comune).
La licenza di studente controllore del traffico aereo deve contenere l’indicazione di almeno
una abilitazione e una specializzazione dell’abilitazione, ove applicabile, per le quali è
stata completata con esito positivo la formazione iniziale.
- Per il conseguimento delle licenza di Controllore del Traffico Aereo è richiesto il possesso
dei seguenti requisiti:
a) età non inferiore ai ventuno anni;
b) licenza di studente controllore;
c) frequenza e superamento dei corsi di formazione approvati dall’ENAC con proprio
Regolamento (Dgl n.68/2010);
d) certificazione medica di idoneità psico-fisica in corso di validità,come prevista;
e) competenza linguistica prevista per i controllori del T.A (DgL.n.68/2010).
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La licenza di controllore del traffico aereo é rilasciata al momento del conseguimento della
prima specializzazione di unità, secondo le modalità stabilite dall’ENAC con proprio rego-
lamento (dal Dgl. 68 Apr/2010).
Sulla licenza di controllore del traffico aereo,sono trascritte le abilitazioni e le eventuali
specializzazioni dell’abilitazione del medesimo, già indicate nella licenza di studente con-
trollore del traffico aereo, nonchè la specializzazione di unità conseguita.
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a) “Torre di controllo” (TWR, Tower Control) indica che il titolare è competente a fornire
il servizio di controllo dove il controllo di aeroporto è effettuato da un’unica posizione
operativa;
b) “Controllo movimenti al suolo” (GMC, Ground Movement Control) indica che il titolare
è competente a fornire il servizio di controllo dei movimenti al suolo;
a) “Radar” (RAD, Radar) indica che il titolare della licenza ha la competenza necessaria a
fornire il servizio di controllo di avvicinamento con l’impiego di apparati radar primari e/o
secondari;
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Gli esaminatori possono operare solo in accordo alle modalità stabilite dall’ENAC.
I giudizi formulati dai valutatori e dagli esaminatori nell’esercizio delle loro funzioni devo-
no essere obiettivi e imparziali.
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a) abbia maturato una esperienza di almeno dieci anni nello svolgimento delle funzioni di
controllore del traffico aereo;
b) abbia completato con esito positivo un corso approvato per supervisore operativo;
c) operi in qualità di controllore del traffico aereo presso una sala operativa complessa.
L’ENAC può istituire ulteriori specializzazioni nazionali della licenza e delle abilitazioni
legate a particolari condizioni, pratiche operative o sistemi utilizzati nella fornitura dei ser-
vizi del traffico aereo.
LIVELLO OPERATIVO 4
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Qualora la specializzazione di unità operativa cessi di essere valida, per la sua riconvalida
deve essere completato con esito positivo lo specifico programma di addestramento di unità
operativa.
Per gli istruttori operativi il numero minimo di ore di lavoro prescritto per mantenere la
validità della specializzazione di unità operativa,può essere ridotto in proporzione al tempo
dedicato all’addestramento dei controllori sulle postazioni operative per le quali è richiesta
l’estensione di validità. Il numero minimo di ore di lavoro da effettuarsi come controllore al
di fuori dell’attività di istruttore operativo per mantenere la validità della specializzazione
è specificato negli schemi di competenza di unità operativa.
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Il livello di conoscenza della lingua del candidato deve essere accertato a intervalli regolari,
tranne nel caso dei candidati che abbiano dimostrato di possedere una conoscenza della lin-
gua di livello 6. L’intervallo non deve essere superiore ai 3 anni per i candidati con livello
di conoscenza 4 e 6 anni per i candidati con livello di conoscenza 5.
La certificazione medica è valida, a partire dalla data dell’esame medico, per 24 mesi fino
a 40 anni di età e 12 mesi oltre tale età. La certificazione medica può essere revocata in
qualsiasi momento qualora vengano meno i requisiti medici che ne hanno determinato il
rilascio. Contro la revoca della certificazione medica può essere presentato ricorso avvalen-
dosi del parere di un medico indipendente.
Il titolare di una licenza deve informare il proprio datore di lavoro di ogni diminuzione del
suo stato di salute o di essere sotto l’influenza di sostanze psicoattive o di medicinali che
rischiano di renderlo inidoneo a svolgere in modo adeguato e in condizioni di sicurezza i
compiti inerenti alla sua licenza.
I fornitori di servizi del traffico aereo devono istituire procedure affinchè i controllori pos-
sano assolvere gli obblighi di cui al comma precedente nel rispetto delle disposizioni di
legge sulla tutela della privacy.
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I fornitori di servizi della navigazione aerea(ANSP) devono registrare, conservare per al-
meno i 24 mesi successivi e fornire all’ENAC nelle forme ritenute accettabili, le ore lavo-
rate da ogni controllore all’interno di ciascuna unità operativa, divise per settori, gruppi di
settori o posizioni operative;
I fornitori di servizi devono fornire i dati di cui al paragrafo precedente anche a ciascun
controllore.
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Il livello delle competenze acquisite deve essere tale da garantire la gestione di situazioni di
traffico denso e complesso, facilitando la sua transizione all’addestramento di unità opera-
tiva. La competenza dello studente che ha completato l’iter di formazione iniziale è valutata
mediante esami specifici o un sistema di valutazione permanente.. Al termine dell’ Initial
Training, l’allievo conseguirà la Licenza di:
Studente Controllore Traffico Aereo
**********
Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente con-
trollore del traffico aereo che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo in difformità
dalle abilitazioni o dalle specializzazioni riportate nella licenza è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da duemilacinquecento euro a novemila euro.
Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente con-
trollore del traffico aereo che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo senza aver
ottenuto il rilascio della prescritta certificazione medica ovvero con certificazione non con-
forme alle disposizioni dell’articolo 11, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria
da duemilacinquecento euro a diecimila euro.
Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente control-
lore del traffico aereo che omette di informare il proprio datore di lavoro di un’alterazione
del suo stato di salute o di essere sotto l’influenza di sostanze psicoattive o di farmaci che
rischiano di renderlo inidoneo a svolgere in modo adeguato e in condizioni di sicurezza i
compiti inerenti alla sua licenza, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da tre-
mila euro a dodicimila euro.
Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque esercita l’attività di formazione o addestra-
mento di controllori o studenti controllori del traffico aereo in mancanza della certificazione
ENAC è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da venticinquemila euro a cin-
quantamila euro.
Salvo che il fatto costituisca reato, il fornitore di servizi di controllo del traffico aereo che
utilizza un controllore o studente controllore del traffico aereo privo di licenza o in diffor-
mità delle abilitazioni o specializzazioni riportate nella licenza è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da cinquantamila euro a centomila euro.
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A decorrere dal 1° gennaio 2009, gli importi delle sanzioni di cui all’articolo 15 sono ag-
giornati mediante applicazione dell’incremento pari all’indice nazionale dei prezzi al con-
sumo per l’intera collettività, rilevato dall’Istat nel biennio precedente.
Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri dell’economia e delle
finanze e delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro il 1° dicembre di ogni biennio,
sono aggiornati i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie che si applicano dal
1° gennaio dell’anno successivo.
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CAPITOLO 3
REGOLAMENTAZIONE SULLA SAFETY SMS
(Safety Management System)
Security
Con il termine Security, si intende la salvaguardia della struttura orga-nizzativa, per pre-
venire atti illeciti provenienti dall’esterno dell’organiz-zazione. Pertanto, per Security si
intende un apparato composto da uomini,mezzi,strutture, regole e procedure, predisposte
a prevenire atti illeciti contro la sicurezza dell’aviaz. Civile (A/D; impianti; a bordo; etc.).
L’SMS è un processo sistematico per la gestione dei rischi connessi con le operazioni di
volo, operazioni sugli aeroporti, di circolazione e controllo del traffico aereo, al fine di
ottenere elevati livelli di sicurezza. L’obiettivo principale è la prevenzione degli incidenti.
Tale obiettivo può essere conseguito con l’identificazione, la valutazione e l’eliminazione
dei potenziali rischi, oppure, al controllo di essi sino a livelli considerati accettabili e con-
trollabili.
Un Sistema di Gestione della Sicurezza, richiede una netta integrazione delle persone nel
tessuto organizzativo ed una cultura della sicurezza da tradursi nei comportamenti quoti-
diani e nel modo di lavorare. Come tutti i sistemi di gestione, l’SMS pianifica, controlla e
misura le prestazioni per il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
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A livello europeo, nel campo dei Servizi del Traffico Aereo, la Commissione di Eurocontrol
(in relazione al progetto SES - Single European Sky -) ha istituito un organo indipendente
dall’Agenzia denominato Safety Regulation Commission (SRC) con il compito di elabora-
re norme di sicurezza dirette ad assicurare un “consistent high levels of safety in air traffic
management (ATM) within the ECAC area”.
L’SRC assistito dall’ SRU (Safety Regulation Unit) è dunque l’organo di Eurocontrol re-
sponsabile per lo sviluppo e l’armonizzazione dei requisiti dei sistemi di sicurezza relativi
alla gestione del traffico aereo europeo (EATM). In questo ruolo, SRC opera in stretto co-
ordinamento con i singoli ATS Providers nazionali. Sulla base del mandato ricevuto, la Sa-
fety Regulation Commission (SRC) ha emanato i documenti ESARR (Eurocontrol Safety
Regulatory Requirements) che stabiliscono i requisiti di sicurezza da applicarsi nell’ATM.
Tali requisiti sono da intendersi obbligatori per gli ATS Providers di tutti gli Stati membri.
Pertanto, i soggetti nazionali coinvolti: Compagnie aeree, ATS Providers ed i Gestori ae-
roportuali, sulla base dei documenti sopra citati e delle disposizioni ENAC emanate in
materia, devono attuare ed implementare all’interno delle proprie strutture operative, un
sistema SMS che garantisca un accettabile livello di sicurezza delle operazioni. Il”livello
accettabile”è definito dalle stesse autorità nazionali.
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Legislazione Aeronautica
1. Safety Objective
Definisce l’obiettivo che l’organizzazione intende traguardare attraverso il suo SMS. L’elen-
co degli obiettivi è solitamente documentato in un business plan e in specifiche operative.
2. Safety Management
L’organizzazione deve mostrare un impegno nel processo di comunicazione,che ha origine
al vertice della piramide aziendale, finalizzato ad una gestione sistematica della sicurezza
tramite l’utilizzo di procedure e strumenti analitici.
3. Safety Responsibility
L’organizzazione deve fornire precisi indirizzi, atti a confermare che su ogni membro è
allocata una responsabilità individuale e che la sua attività contribuisce alla prestazione glo-
bale dell’intero sistema. In aggiunta, occorre identificare la figura ed i requisiti del Safety
Manager responsabile della sicurezza.
4. Safety Priority
L’organizzazione deve dichiarare che le considerazioni relative ad aspetti di sicurezza, han-
no priorità elevata rispetto agli aspetti commerciali, operativi, ambientali e sociali.
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Competenza
La competenza del top management e del personale di una organizzazione è l’elemento fon-
damentale per il conseguimento della sicurezza. Adeguate procedure di reclutamento e piani
di formazione continua, devono garantire che tutto il personale sia competente, addestrato e
conosca le sue precise responsabilità. L’adozione di un”emergency response planning”(piani
di reazione/risposta all’emergenza) rivolto a tutti i rami dell’organizzazione,può facilitare
la coscienza della responsabilità.
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2) Promozione di una cultura della sicurezza Occorre promuovere una cultura della sicurez-
za di tipo “Top-Level” e l’individuazione dei mezzi di comunicazione interna più efficaci,
finalizzati all’eliminazione dei rischi e dei possibili errori ripetitivi che li generano. Preve-
nire un errore costa meno che correggere a posteriori. L’impegno dei dirigenti e del resto
del personale sulle tematiche di sicurezza, richiede una vera rivoluzione di pensiero che
impone uno sforzo preliminare sul progetto, programma o prodotto, basato su un concetto
di sicurezza attiva e non passiva. Si ottiene così un guadagno in termini di costi gestionali
e benefici della prestazione.
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Accadimenti significativi
In aggiunta ai requisiti regolamentari che impongono l’obbligatorietà del reporting di in-
cidenti e inconvenienti, occorrerebbe istituire un processo di investigazione delle “accadi-
menti significative”, che identifichi le avarie organizzative nella gestione della sicurezza,
tramite appropriati indicatori di misura della prestazione. I risultati più significativi di tali
avarie, condivisi con l’autorità e l’esperienza di altre organizzazioni, dovrebbero indicare
le aree che richiedono un monitoraggio più attento finalizzato alla prevenzione e non alla
correzione del potenziale evento critico.
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Legislazione Aeronautica
Documentazione e Procedure
La documentazione di assicurazione di sicurezza,richiede un sistema di controllo che ac-
certi lo stato di revisione e di implementazione della documentazione stessa. Tale sistema
può essere in carico al”sistema qualità”. I requisiti regolamentari e di sicurezza adottati
dall’organizzazione, debbono essere chiaramente indicati e documentati.
Tali requisiti, possono includere sia quelli direttamente derivati dalla politica di gestione
della sicurezza dell’organizzazione, sia quelli richiesti dalla normativa nazionale ed inter-
nazionale.
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Dette definizioni sono adottate nella safety e risk analysis, nel processo di risk assessment e
mitigation nell’ATM (Air Traffic Management) e dalla FAA (Federal Aviation Administra-
tion) nel trasporto pubblico. La determinazione della severità e della probabilità di occor-
renza, può rilevarsi tramite l’analisi quantitativa o qualitativa (Preliminary System Safety
Analysis) in relazione ai dati disponibili.
Nel processo di Risk Assessment, sono introdotti taluni Safety Requirements, da valutare
durante l’analisi del rischio. In generale si usa con questo termine per indicare quei requisiti
utilizzati dal sistema, per controllare gli hazards associati ad alto e medio rischio. Essi sono
specificati e documentati.
Trattasi di requisiti raccomandati (Recomended Safety Requirements) che l’ingegneria di
analisi di sicurezza introduce come potenziali fattori di mitigazione dell’hazard.
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ORGANIZZAZIONI INTERNAZIONALI
CAPITOLO 4
LA CONVENZIONE DI CHICAGO
Introduzione
Gli anni tra le due Guerre Mondiali segnarono una lenta ma continua crescita dell’aviazione
civile, sia sotto l’aspetto tecnologico del mezzo aereo che quello commerciale. Nonostante
il periodo di incertezza che regnava intorno al 1930 sull’affidabilità dell’aeroplano, gli Stati
più industrializzati continuarono i loro studi e ricerche per migliorare le prestazioni degli
aerei dell’epoca, allo scopo di ottenere maggiori autonomie di volo e velocità sempre più
elevate..
È noto che l’utilizzo e lo sviluppo dell’aviazione militare durante la seconda Guerra Mon-
diale, non evidenziò soltanto il suo potenziale distruttivo, ma fece emergere anche la sua
caratteristica più pregevole, cioè quella di trasportare per via area un gran numero di per-
sone e mezzi. Durante il conflitto, infatti, migliaia di voli furono effettuati per il trasporto
di truppe e materiale bellico ed un gran numero di infrastrutture e radioaiuti al suolo per la
navigazione aerea,vennero installati.
Gli Stati Uniti al fine di ottimizzare l’impiego in campo civile dell’elevatissimo numero di
aerei militari posseduti, potenziarono nel 1943 sulla base dell’esperienza bellica acquisita,
i loro studi e ricerche nel settore dell’aviazione civile, che già appariva uno dei più impor-
tanti mezzi di sviluppo della propria economia post bellica.
In questa ottica, gli Stati Uniti capirono subito che tali studi dovevano essere sviluppati
in un contesto internazionale, affinché venisse loro garantito l’uso degli spazi aerei e dei
relativi sistemi di navigazione di altri Stati, senza vincoli di carattere nazionale. Infatti, nel
1944 poiché la fine del conflitto mondiale appariva imminente, gli Stati Uniti previa con-
sultazione con i maggiori alleati, convocarono a Chicago una Conferenza al fine di creare
le basi per lo sviluppo dell’aviazione civile internazionale. Alla predetta Conferenza parte-
ciparono 52 Stati (alleati e neutrali) e si concluse il 7 Dicembre 1944, con l’adozione della
Convenzione sull’Aviazione Civile Internazionale, nota come la Convenzione di Chicago.
4.1 LA CONVENZIONE
La Convenzione di Chicago inizialmente sottoscritta da soli 34 degli Stati partecipanti (at-
tualmente sono n.190 gli Stati aderenti) è basata, in sintesi,sui seguenti principi ispiratori:
“Promuovere la cooperazione tra i popoli del mondo, al fine di creare una base di pari
opportunità per la crescita economica, attraverso lo sviluppo dell’aviazione civile interna-
zionale”.
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In sintesi, la Convenzione:
La Convenzione, inoltre, fissa il principio di esclusiva sovranità di ogni singolo Stato sullo
spazio aereo sovrastante il proprio territorio ed acque territoriali e prevede, per i”non sche-
duled flight”(art. 5) il diritto da parte degli aeromobili civili di ogni Stato contraente:
a) di sorvolare il territorio degli altri Stati contraenti;
b) di atterrare in ogni altro Stato contraente per ragioni non commerciali (or transit non-
stop) senza dover ottenere la preventiva autorizzazione da parte dello Stato interessato.
L’art. 5, tuttavia, consente anche ai voli “non scheduled flight”, la possibilità di atterrare in
uno Stato contraente per scopi commerciali, ma tali voli sono soggetti di volta in volta, ad
una speciale autorizzazione da parte dello Stato interessato.
“Not scheduled international flight”: Volo effettuato senza alcun orario prestabilito che non
viene svolto con regolarità o che faccia parte di una serie sistematica di voli (es: charter
flights). “Scheduled international flight”: Volo avente le seguenti caratteristiche:
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Aspetti commerciali
Durante i lavori della Conferenza, non fu possibile concludere un accordo sul trasporto di
persone e merci effettuati con regolari voli di linea (scheduled flights) tale da soddisfare
tutti i paesi partecipanti. Numerosi erano gli interessi economici in gioco e soltanto alcuni
paesi (USA e UK) possedevano i mezzi necessari per istituire una rete di collegamenti aerei
internazionali.
II timore, quindi, della maggior parte dei paesi partecipanti, era quello di dover subire la
supremazia della potente industria aeronautica americana, che già all’epoca era in grado di
costruire aerei capaci di assicurare servizi aerei in tutto il mondo. Per questi motivi, la deci-
sione finale sui rapporti commerciali effettuati con servizi aerei regolari di linea (scheduled
flight) fu quella di definire detti rapporti con due Accordi separati elaborati contestualmente
alla Convenzione, ma posti al di fuori di essa, di modo che ogni Stato partecipante potesse
sottoscrivere la sola Convenzione, senza essere vincolato ad iniqui scambi commerciali con
servizi aerei di linea.
L’Italia ha approvata e resa esecutiva la Convezione di Chicago con DgL 6/Mar/1948 n. 616.
Detti Accordi, che istituiscono le famose 5 libertà dell’Aria, sono:
1) International Air Service Transit Agreement;
2) International Air Transport Agreement.
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Chapter XI - Personnel;
Chapter XII - Finance;
Chapter XIII - Other International Arrangements.
Art.2 - (Territory)
For the purpose of this Convention the territory of a State shall be deemed to be the
land areas and territorial waters adjacent thereto under the sovereignty, suzerainty,
protection or mandate of each State.
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(Pertanto, lo Stato interessato, anche per un solo volo occasionale, potrà mettere come
condizione”la reciprocità”tramite un accordo bilaterale – vedi in proposito l’art.787-1^
cod.nav).
Art. 7 - (Cabotage)
Each contracting State shall have the right to refuse permission to the aircraft of other con-
tracting State, to take on in its territory passengers, mail or cargo carried for remuneration
or hire, destinated for another point within its territory. Omissis…
To this end, the International Civil Aviation Organization shall adopt and amend from time
to time, as may be necessary, international standard and recommended practices and pro-
cedures dealing with: communications; characteristics of airport; rules of the air; licensing;
registration of aircrafts; collection and exchange of meteorogical information; aeronautical
maps and charts; custom and immigration procedures; investigation of accidents; and such
other matters concerning with safety, regularity, and efficiency of air navigation as may
from time to time appears appropriate.
Va precisato,che”l’adozione”degli Annexes è una prerogativa esclusiva del Consiglio come
previsto dall’art.54, che in sintesi così recita: “shall adopt, in accordance with the provi-
sions of Chapter VI of this Convention, international standards and recommended practices
for convenience designate them as Annexes to this Convention, and notify all contracting
States of the action taken”.
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In the case of amendments to international standard, any States which does not make the
appropriate amendments to its own regulations or practices, shall give notice to the Council
within sixty days of the adoption of the amendment to the international standard, or indicate
the action which it proposes to take. In any such case, the Council shall make immediate
notification to all other States of the differences which exist between one or more features
of the international standard and the corresponding national practice of that State.
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- La terza libertà: Il privilegio di sbarcare passeggeri, posta o merci in uno Stato contraente,
imbarcati nel territorio dello Stato di nazionalità dell’a/m.
- La quarta libertà Il privilegio di imbarcare passeggeri, posta o merci in uno Stato contra-
ente, con destinazione nel territorio dello Stato di nazionalità dell’a/m.
******
Va precisato, che la quinta libertà non contempla la facoltà di poter effettuare voli
c.d.”domestici”all’interno di tali Stati aderenti all’Accordo (volo domestico = volo con
origine e destinazione all’interno di uno stesso Stato). Per questi voli”interni”, infatti, opera
il già citato”Cabotaggio”(art. 7 della Convenzione).
A tal proposito,va ancora precisato, che all’interno degli Stati UE, i voli nazionali possono es-
sere effettuati da qualsiasi vettore comunitario, come previsto e secondo le modalità del Reg.
CE 2408/92. Infatti, in campo nazionale, il concetto di”riserva di cabotaggio”disciplinato
dall’art. 786 Cod.NAv (Riserva di cabotaggio comunitario) così dispone: “i servizi di tra-
sporto aereo fra aeroporti nazionali, sono in ogni caso riservati ai vettori muniti di licenza
di vettore comunitario”.
Resta fermo, tuttavia, il diritto dei singoli Stati di imporre “oneri di servizio pubblico”(voli
minimi giornalieri; orari, posti minimi, prezzo, etc…) su talune rotte nazionali.
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Inoltre, ciascuna compagnia aerea può, su uno o su tutti i collegamenti, a sua scelta:
a) operare voli in una sola o nelle due direzioni;
b) combinare numeri di voli diversi su un unico aeromobile;
c) omettere scali in qualsiasi punto;
d) trasferire passeggeri da un qualsiasi proprio a/m, ad un qualsiasi altro proprio a/m; d)
altre facoltà.
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CAPITOLO 5
INTERNATIONAL CIVIL AVIATION ORGANIZATION (ICAO)
L’ICAO è un organismo internazionale permanente con sede a Montreal, creato dalla Con-
venzione di Chicago (Art. 43) per promuovere ed assicurare il più alto livello di uniformità
delle regole e delle procedure relative all’aviazione civile internazionale. Per i lavori pre-
paratori della Convenzione, fu istituito un apposito organo provvisorio di natura tecnica/
consultiva denominato PICAO (Provisional International Civil Aviation Organization) com-
posto dai più alti esperti dell’aviazione civile. PICAO operò dall’Agosto del 1945 all’Aprile
del 1947, sino a che non venne sostituito dall’ICAO.
L’ICAO elabora le norme tecniche necessarie per tutti i settori dell’aviazione civile, che
sono raccolte in specifici volumi denominati”Annessi”alla Convenzione. Detti Annessi, rap-
presentano tuttora la fonte tecnica primaria per tutti gli Stati (n.190) che hanno ratificato la
Convenzione sull’aviazione civile internazionale
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L’Assemblea
È l’organo sovrano dell’ICAO previsto dall’art. 48 della Convenzione composto dai rappre-
sentanti di tutti gli Stati membri. Essa si riunisce almeno una volta ogni 3 anni, a meno che
non venga richiesta da parte del Consiglio un’assemblea straordinaria. I compiti ed i poteri
dell’Assemblea sono sanciti nell’art. 49; tra i più importanti si segnalano:
- elezione del Presidente dell’Assemblea e dei suoi collaboratori;
- elezione del Consiglio;
- esame dell’attività svolta dal Consiglio;
- emanazione di direttive al Consiglio di carattere generale circa la politica da seguire;
- adozione degli emendamenti alla Convenzione.
Il Consiglio
È l’organo esecutivo dell’ICAO previsto dall’art. 50 della Convenzione. Esso viene eletto
dall’Assemblea ed è composto da n. 36 Stati.
I membri del Consiglio vengono scelti tra gli Stati che:
a) maggiormente hanno sviluppato il proprio trasporto aereo nazionale;
b) danno un maggiore contributo circa l’installazione di infrastrutture per la navigazione
aerea internazionale;
c) per la loro posizione geografica, possono rappresentare nel Consiglio la presenza delle
maggiori aree geografiche del mondo. Il Consiglio elegge un proprio Presidente che lo rap-
presenta, convoca le riunioni del Consiglio stesso, del Comitato del Trasporto Aereo e della
Commissione della Navigazione Aerea.
Il Segretariato
Per lo svolgimento delle predette numerose competenze, il Consiglio si avvale di un Segre-
tariato con a capo il Segretario Generale, composto da n.5 divisioni; esse sono:
- The Air Transport bureau;
- The Technical Co-operation bureau;
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L’ICAO, infatti, ha suddiviso il globo terrestre in n.7 Regioni, in ciascuna delle quali ven-
gono accuratamente studiate le problematiche delle diverse branche che interessano lo svi-
luppo dell’aviazione civile commerciale della regione: gli aeroporti, le telecomunicazioni,
la rete dei radioaiuti alla navigazione aerea, i servizi del T.A. etc…
Tutto ciò viene studiato da organi regionali, sulla base di appositi “Piani Regionali di Navi-
gazione Aerea”, che vengono sviluppati a regolari intervalli in ogni Regione ICAO. I pre-
detti organi regionali ICAO, sono composti dai rappresentanti di tutti gli Stati della Regione
ICAO di appartenenza.
Gli Stati membri che necessitano di assistenza nell’attuazione dei piani adottati, possono
rivolgersi ai n.7 Uffici Regionali istituiti nelle nuove 7 Regioni. Infatti, tra i principali com-
piti di questi Uffici, rientrano quelli di assistere ed incoraggiare gli Stati membri, ad attuare
ed implementare i Piani di Navigazione Aerea Regionali.
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SARPS
Sono le “Standard and Recommended Practices”, denominati come “Annessi”e costitu-
iscono i più importanti documenti emanati dall’ICAO. Essi contengono, appunto, delle
norme”standard”e delle norme”raccomandate”. Il significato che viene fornito dagli stessi
Annessi a tali norme, è il seguente:
Standard: qualunque regola, procedura, configurazione, svolgimento o caratteris-tiche fisi-
che dettate dall’ICAO, la cui uniforme applicazione è ritenuta necessaria, per la sicurezza
e la regolarità della navigazione aerea ed alla quale tutti gli Stati Contraenti dovranno uni-
formarsi.
Recommended Practice:
qualunque regola, procedura, configurazione, svolgimento o caratteristiche fisiche dettate
dall’ICAO, la cui uniforme applicazione è desiderabile (raccomandata) per la sicurezza e
la regolarità della navigazione aerea, alla quale tutti gli Stati contraenti dovranno cercare di
uniformarsi (sono invitati ad uniformarsi).
In base all’art. 37 della Convenzione, tutti gli Stati Contraenti assumono l’obbligo di unifor-
mare il più possibile la propria normativa nazionale, alle norme “Standard Internazionali”.
L’art.38 prevede, che nel caso in cui uno Stato Contraente non intenda (o non può) uni-
formarsi alle norme Standard ICAO, dovrà dare immediata comunicazione al Consiglio,
comunicando, altresì, le differenze tra la predetta norma standard e le regole applicate o che
intende applicare nel proprio Stato.
Se, invece, trattasi di un Amendment ad una preesistente norma standard, lo Stato che non
intenda recepirla, dovrà darne comunicazione al Consiglio entro 60 giorni dalla data di
adozione dell’Amendment, comunicando, anche in questo caso, le proprie intenzioni. In
entrambi i casi, il Consiglio, darà immediata comunicazione a tutti gli Stati membri, speci-
ficando le differenze tra la norma standard ICAO (o Amendment) e quelle applicate negli
Stati interessati.
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PANS
Sono le “Procedures for Air Navigation Service”, più note come Docs (Documenti). Essi
contengono principalmente le norme attuative delle SARPS, essendo ad esse complemen-
tari, ma che non hanno lo stesso”status”di queste ultime. Infatti, mentre le SARPS sono
adottate dal Consiglio (atti propri) le PANS sono solo approvate da quest’ultimo, per essere
applicate su scala mondiale. Pertanto, le PANS costituiscono un insieme di norme operative
che non hanno ancora ottenuto la”maturity and stability necessary”, per essere adottate dal
Consiglio ed assumere lo status di SARPS. Esse, quindi, possono essere considerate come
Raccomandazioni per gli Stati, ritenute utili per la pratica attuazione delle SARPS.
Le PANS finora approvate dall’ICAO sono:
DOC 8400 - Abbreviations and Codes;
DOC 8168 - Aircraft Operations (da non confondere con l’Annex 6);
DOC 4444 - Procedures for Air Navigation Services - Air Traffic Management;
DOC 9868 - Training (complementare all’Annex 1);
DOC 7030 - Regional Supplementary Procedures (SUPPS).
MANUALI
Sono documenti guida per l’applicazione degli Annessi. Lo scopo principale dei Manuali, è
quello di facilitare l’uniforme applicazione nella fase pratica di attuazione delle disposizio-
ni contenute negli Annessi. Anch’essi sono numerati come Doc, ma non sono qualificabili
come PANS. I Manuali sono numerosi; si citano ad esempio quelli correlati con l’Annex14,
che sono sette con 19 pubblicazioni. Quelli relativi all’Annex 1, sono tre : Doc 9401 - Doc
9379 - Doc 7192; quest’ultimo composto da quattro pubblicazioni.
CIRCOLARI
Sono dirette a diffondere tra gli Stati Contraenti informazioni specializzate. Esse possono
contenere studi tecnici, analisi, avvisi circa gli adempimenti alle SARPS, raccolta sommari
di incidenti di volo etc..
SUPPS
Sono le “Regional Supplementary Procedures”che vengono definite nel corso di Meetings
Regionali ICAO, dai rappresentanti degli Stati appartenenti alla stessa Regione, al fine di
adattare le SARPS e/o PANS alle loro esigenze operative, che possono scaturire anche da
particolari situazioni orografiche e/o meteorologiche, presenti nelle proprie Regioni.
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Annex 2 (Rules of the Air) - È uno dei più importanti Annessi che disciplina le regole del
volo. Esso, infatti, contiene le Regole Generali di Volo, le Regole del volo a Vista (VFR) e
Regole del volo strumentale (IFR).
Annex 4 (Aeronautical Charts) - Contiene i requisiti delle carte aeronautiche: tipi di car-
te, contenuto, caratteristiche, simbologia, colorazione etc., nonché disposizioni circa gli
obblighi degli Stati di provvedere alla massima diffusione di esse con gli aggiornamenti
necessari.
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Annex 11 (Air Traffic Services) - Air Traffic Control Service, Flight Information Service
and Alerting Service. Contiene norme standard e raccomandazioni per l’istituzione degli
spazi aerei, la loro classificazione, i servizi e gli Enti del traffico aereo.
Annex 12 (Search and Rescue) - Contiene le norme generali per l’istituzione del servizio
di Ricerca e Soccorso, che gli Stati debbono fornire agli aa/mm incidentati ed ai superstiti
in incidenti aerei.
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Annex 18 (The Safe Transport of Dangerous Goods by Air) - Contiene norme per l’imbal-
laggio, etichettatura e spedizione, di merci pericolose destinate a scopi industriali, commer-
ciali o sanitari.
Tra l’altro, gli allegati tecnici ICAO, come sostenuto tuttora dalla dottrina maggioritaria,
sono un complesso di norme che non costituiscono parte integrante della Convenzione.
Ne conseguì che essi non entrarono automaticamente in vigore con il predetto decreto legi-
slativo di recepimento. Pertanto, fu necessario emanare una successiva legge delega, la n.24
del 29/01/1957, con la quale il governo veniva autorizzato ad emanare un apposito decreto
legislativo, per introdurre nell’ordinamento giuridico italiano i suddetti Annessi ICAO.
La delega, però, non fu esercitata e decadde. Nessun altro tentativo fu fatto negli anni suc-
cessivi per recepire gli Annessi. Soltanto nel 1983, con la Legge 13/Mag/1983 n.213 che
modificando l’art 687 Cod. Nav, tracciò l’iter di recepimento degli Annessi. Detta legge
prevedeva l’emanazione di un DPR per recepire i principi generali, nonchè successivi de-
creti ministeriali del Ministro dei trasporti, per recepire in concreto le disposizioni tecniche
(SARPS). Con DPR 4/Lug/1985 n. 461, venivano così ufficialmente introdotti gli Annessi
ICAO nell’ordinamento giuridico nazionale, nonchè i criteri che il Ministro dei Trasporti
doveva seguire, per l’emanazioni dei previsti decreti ministeriali attuativi.
Con la nascita dell’ENAC, avvenuta con DgL n.250 del 25/Lug/97, venne istituita un’appo-
sita commissione per le necessari modifiche al codice della navigazione ed il recepimento
della normativa tecnica ICAO. Ma anche questo tentativo fallì, poiché la commissione non
riuscì produrre nulla in merito.
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Si arriva così alla legge 1/Ago/2002 n.166, con la quale veniva conferita all’ENAC la possi-
bilità di recepire gli Annessi di propria competenza “anche in via amministrativa”. L’ENAC
provvedeva così a recepire l’Annex 14 ritenuto urgente, con un proprio Regolamento deno-
minato “ Regolamento per la costruzione ed esercizio degli aeroporti”.
Con Legge n. 265/2004 e successivo decreto ministeriale attuativo del 13/07/2004, l’ENAC
veniva nuovamente autorizzata a recepire con propri Regolamenti i seguenti Annes-
si:1,2,4,10,11 e 15.
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Art 690 Cod.Nav. (come modificato con DgL n.151 del 15/3/2006)
Al recepimento degli Annessi alla Convenzione relativa all’Aviazione civile internazionale,
stipulata a Chicago il 7 Dic.1944, resa esecutiva con DgL 6/3/1948 n.616, si provvede in
via amministrativa per le singole materie,sulla base dei principi generali stabiliti in attua-
zione di norme legislative, del DPR 4/Lug/1985 n.461, ANCHE mediante l’emanazione di
Regolamenti tecnici dell’ENAC.
Con le stessa modalità di cui al 1^ co, si provvede all’adozione delle norme di adeguamento
alle eventuali modifiche degli Annessi e al recepimento dell’ulteriore normativa tecnica ap-
plicativa agli stessi. nonchè le disposizioni tecniche attuative contenute nei manuali e negli
altri documenti ufficiali collegati con gli Annessi (ultima modifica 15/Mar/2006).
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QUESTIONARIO
Com’è denominata la Convenzione di Chicago?
L’art.5 della Convenzione di Chicago stabilisce taluni diritti o privilegi per gli Stati firma-
tari; quali sono?
Qual’è il termine previsto dall’art.90 della Convenzione di Chicago, per l’entrata in vigore
degli Annessi?
Che obblighi hanno gli Stati aderenti alla Convenzione di Chicago, ai sensi dell’art.38 della
stessa?
Quali sono i principali documenti ICAO utilizzati da ENAV per la fornitura dei Servizi
della Navigazione Aerea?
Quale metodo è stato adottato dal legislatore nazionale per recepire gli Annessi ICAO?
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CAPITOLO 6
LE ALTRE ORGANIZZAZIONI EUROPEE DELL’A.C.
La struttura organizzativa
L’ECAC è composta da tutti i Direttori Generali o Presidenti posti all’apice delle strutture
nazionali aviazione civile degli Stati europei aderenti alla Convenzione, che costituiscono
l’Assemblea Plenaria e da un Comitato di Coordinamento composto da esperti in tutti i
settori dell’aviazione civile dei singoli Stati.
L’Assemblea Plenaria si riunisce a norma dello Statuto ogni tre anni, presieduta dal Presi-
dente ECAC, nella quale vengono decise le strategie future e le decisioni più importanti da
adottare.
Durante il triennio, almeno una volta all’anno, si riunisce il Comitato di Coordinamento per:
- stabilire il calendario generale di tutti gli incontri decisi;
- stabilire il calendario delle Sessioni speciali;
- coordinare le attività dei vari gruppi i di lavoro.
Il ruolo di ECAC.
L’ECAC promuove studi per lo sviluppo di un sicuro ed efficiente sistema di trasporto ae-
reo europeo. Tali studi sono diretti verso tutti i settori dell’aviazione civile. Essi riguardano
la sicurezza dei trasporti, le questioni ambientali, le analisi e la prevenzione di incidenti, la
sicurezza e la tutela dei passeggeri, nuove strategie di navigazione aerea, la sicurezza degli
aeroporti.
In particolare, l’ECAC:
- emana Raccomandazioni (sottoforma di Risoluzioni ECAC) per armonizzare le politiche
nazionali degli Stati membri, nel campo dell’aviazione civile;
- sviluppa studi d’interesse generale dell’aviazione civile, calcolando costi e benefici;
- cura lo scambio delle informazioni con le altre organizzazioni dell’aviazione civile;
- partecipa con l’ICAO in sede consultiva, alla preparazione delle SARPS.
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Verso la fine degli anni ‘80, il sensibile di traffico aereo verificatosi soprattutto in Europa,
provocò notevoli penalizzazioni soprattutto ai voli commerciali, sia per la maggiore durata
dei volo dovuta alle attese in rotta (e quindi maggior consumo di carburante) che per la
regolarità degli stessi.
Il problema fu studiato da ECAC, d’intesa con i Ministri dei Trasporti degli Stati membri,
che elaborò un progetto affidato ad Eurocontrol per la sua realizzazione, mirato alla costitu-
zione di un unico sistema di gestione dei flussi di traffico aereo europeo : il CFMU (Central
Flow Management Unit). Successivamente nel 1990, venne sviluppato un più ampio pro-
getto denominato EATCHIP (European Air Traffic Control Harmonization and Integration
Program) suddiviso in 4 fasi ed affidato anch’esso ad Eurocontrol per la realizzazione.
Gli sviluppi di questo nuovo progetto, portarono all’EATMS (European Air Traffic Mana-
gement System) in armonia con i concetti ICAO CNS/ATM (Communication, Navigation
and Surveillance - Air traffic Management) in cui il traffico aereo veniva collocato e gestito
in un sistema composto da nuove tecnologie relative alla navigazione aerea, alla gestione
degli spazi aerei, alle comunicazioni ed all’utilizzo di Data links. Eurocontrol è tuttora im-
pegnato alla realizzazione di questo progetto.
Una delle ultime Risoluzioni adottata dall’ECAC nel Novembre/2002, relative al trasporto
aereo ha riguardato la copertura assicurativa minima per i vettori, sia per il risarcimento
danni ai passeggeri in casi di incidenti, che per i danni a terzi sulla superficie. Detta Risolu-
zione è stata recepita dal Parlamento europeo, dalla quale è scaturito il Reg. CE 785/2004,
relativo alle assicurazioni obbligatorie per i vettori ed esercenti) Anche in tema di sicurezza
dell’aviazione civile, l’ECAC è l’organismo europeo che maggiormente ha contribuito allo
sviluppo della relativa normativa comunitaria, con la Risoluzione politica conosciuta come”
ECAC Doc. 30 “emanato prima dell’11/Sett/2001, concernente le”Raccomandazioni ECAC
relative alla sicurezza dell’aviazione civile”. Dopo il tristemente famoso 11/Sett/2001, an-
che sulla base di queste raccomandazioni, il Consiglio europeo ha emanato il Regolamento
(CE) n. 2320/2002 del 16 dicembre 2002, che istituisce”norme comuni per la sicurezza
dell’aviazione civile europea”.
L’ECAC opera in stretto rapporto con ICAO, EC (European Commission) Eurocontrol,
JAA (Join aviation authority) ed EASA (European Aviation Safety agency).
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6.2 EUROCONTROL
(European Organisation for the Safety of Air Navigation)
Cenni storici
Lo sviluppo dell’industria aeronautica e l’incremento del traffico aereo verificatosi in Eu-
ropa alla fine degli anni 50’, sollecitarono l’ICAO nel 1958 a coordinare apposite riunioni
degli Stati della Regione EUR, nel corso delle quali alcuni paesi quali: Germania, Francia,
Regno Unito e Paesi Bassi, iniziarono ad esaminare la possibilità di costituire una struttura
di Controllo del Traffico Aereo sovranazionale.
Nacque così, il 13 /Dic/1960, una Convenzione sottoscritta inizialmente soltanto dagli Stati
sopracitati denominata”Cooperazione Internazionale per la Sicurezza della Navigazione
Aerea”e, successivamente, rinominata in: Eurocontrol (European Organization for the Sa-
fety of Air Navigation). Inizialmente l’attività di Eurocontrol fu limitata allo studio relativo
alla congestione del traffico e dei servizi del traffico aereo. Successivamente, Eurocontrol
ampliava l’area di competenza e verso la metà degli anno 80’ (con successivo Protocollo
alla Convenzione) Eurocontrol assumeva nuovi compiti finalizzati ad una gestione più di-
retta del flusso del traffico aereo europeo. La sede di Eurocontrol è in Bruxelles.
Il ruolo di Eurocontrol
Eurocontrol sviluppa e coordina programmi per l’esecuzione di strategie di corto, medio e
lungo periodo, mirati ad un sicuro ed efficiente sistema di gestione del traffico aereo euro-
peo, con il coinvolgimento nei piani operativi le autorità nazionali civili e militari, i forni-
tori dei servizi del traffico aereo, le industrie, le compagnie aeree e le istituzioni europee.
Per gli studi di ricerca e sviluppo dei numerosi progetti, Eurocontrol si avvale di appositi
Gruppi di lavoro e di un Centro Sperimentale situato in Bretigny (Francia).
Con la modifica della Convenzione di Eurocontrol, approvata dagli Stati Contraenti nel
mese di Giu/1997, è stata ridefinita la nuova organizzazione interna e sono stati dettati i
nuovi obiettivi per l’Agenzia per gli anni 2000. Tra questi emerge quello dI “realizzare
l’armonizzazione e l’integrazione di un sistema europeo uniforme di gestione del traffico
aereo EATCHIP” (European Air Traffic Control Harmonization ad Integration Program) in
seguito trasformatosi in EATMS, affidatogli dai Ministri Trasporti ECAC. Inoltre, al fine di
migliorare i processi decisionali, la modificata Convenzione ha istituito nell’organizzazione
interna due nuovi organi: la Commissione ed il Consiglio provvisorio.
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La struttura dell’Agenzia
L’Agenzia con a capo il Direttore Generale, è composta da diverse divisioni; esse sono:
ATM Strategies Dictorate; ATN Programs Dictorate; Human Resources Dictorate; Finance
Dictorate; General Segretariat Dictorate; Central Route Charges Office; ATM Programmes
Dictorate; Eurontrol Experimental Centre; Eurocontrol Institute of Air Navigation Services;
Central European Air Traffic Service Dictorate e due Centri Operativi gestiti direttamente
da personale di Eurocontrol, che sono:
- Maastricht Upper Area Control Centre (Olanda) ed
- Il Control Flow Management Unit con sede a Bruxelles.
Il Centro di Controllo Maastricht (MUAC) dal 1972 gestisce il controllo del traffico aereo
nello spazio superiore da FL245 in su. È un centro di controllo internazionale che opera
negli spazi aerei superiori di Belgio, Lussemburgo, Paesi Bassi e del nord-ovest della Ger-
mania. Il personale controllore traffico aereo viene formato direttamente da Eurocontrol.
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I progetti
Numerosissimi sono i progetti gestiti da Eurocontrol. Tra quelli già attuati ed operativi,
oltre al già citato ATFCM se ne segnalano alcuni altri, quali:
- il FUA (Flexible Use of Airspace);
- la RNAV (Area Navigation);
- la RVSM (Reduced Vertical Separation Minima);
- il Modo “S”;
- 8.33 Khz Channel spacing band (Implementation of 8.33 Khz channel spacing in the VHF
radio Communication band).
Eurocontrol quale organo tecnico consultivo della Commissione, sviluppa e coordina con
le autorità nazionali e gli ATS Providers, le varie fasi programmate per la realizzazione del
progetto. A questo fine Eurocontrol, tra le altre numerose iniziative, ha sviluppato i docu-
menti ESARR (Eurocontrol Safety Regulatory Requirement) tra i quali l’ESARR5 relativo
ai requisiti comuni del personale ATS preposto alla gestione dei servizi del traffico aereo.
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Nel 1990 venne firmato a Cipro un nuovo accordo, con il quale i Direttori Generali delle
Aviazioni Civili degli Stati aderenti, si impegnavano ad elaborare”norme comuni”al fine
ampliare il campo d’azione e di armonizzare anche le operazioni di Volo, l’organizzazio-
ne delle compagnie aeree, l’addestramento degli equipaggi, i requisiti per il rilascio delle
licenze di pilotaggio ed ogni altra branca attinente l’aspetto operativo dell’aeromobile in
generale. Considerato il nuovo ruolo le JAA assumevano la denominazione di Joint Avia-
tion Authorities.
Il problema creato dal sistema JAA (organismo europeo istituito su base volontaria) non
produceva, però, l’omogenea applicazione delle norme JAR all’interno dei singoli Stati
aderenti, poichè detti”requisiti comuni”non possedevano la necessaria forza giuridica vin-
colante per detti Stati, giacchè prodotte da un organismo privo del necessario potere legi-
slativo (motivo fondamentale per la nascita di EASA). Con la nascita di EASA (2003) le
JAA hanno gradualmente dismesso la propria attività regolamentare. Tutte le competenze
sono ora svolte da quest’ultima nuova Agenzia della Comunità, comprese la disciplina delle
JAR/FCL (Licenze di Pilotaggio) e JAR/OPS (Operazioni di volo degli aa/mm) ora EU/
OPS.
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Circa le JAR/FCL (Flight Crew Licensing) siamo in attesa che la Commissione UE conclu-
da entro il 2010,l’iter legislativo con l’emanazione di un apposito Regolamento, contenente
l’intera nuova disciplina delle Licenze di pilotaggio europee EU/FCL. In data 19 Marzo
2008, i Direttori Generali A.C. di ECAC, decidevano lo scioglimento di JAA, includendo
la ridotta struttura (a partire dal 30/Giu/2009) in ECAC.
Un esempio di tale disordine si è riscontrato nel settore delle licenze di pilotaggio, per la
mancata uniforme applicazione dei “requisiti comuni”fissati nelle JAR/FCL (Flight Crew
Licensing). La loro prima adozione da parte delle JAA avvenne nel 1997. Successivamente,
esse furono oggetto di modifiche a seguito di rilievi formulati da parte di taluni Stati per
le difficoltà applicative riscontrate, cosicché la data finale di prima applicazione fu decisa
nel 1999. Poiché dette JAR/FCL non furono inserite nella modifica del citato Reg.CE 3922
nel 2000, sino al 2001 le JAR FCL1 e JAR/FCL3 (licenze di pilotaggio velivoli e requisiti
medici) furono applicate soltanto da 14 Stati su 27, creando così disomogeneità nel settore
delle licenze di pilotaggio professionali tra gli Stati europei.
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D) prendere tutte le misure necessarie nell’ambito dei poteri ad essa conferiti dal Regola-
mento istitutivo o da altra legislazione UE;
E) eseguire le ispezioni e le indagini necessarie all’espletamento dei propri compiti;
F) assolvere a nome dagli Stati membri, le funzioni ed i compiti a loro attribuiti dalla
Convenzione di Chicago, relativi alla progettazione,produzione e registrazione di prodotti,
parti e pertinenze di aeromobili;
G) elaborare le specifiche di certificazione, tra cui i codici di aeronavigabilità, i metodi
accettabili di conformità ed il materiale esplicativo da usare, nel processo di certificazione;
H) stabilire le specifiche di aeronavigabilità, per ogni parte o pertinenze degli aa/mm, per le
quali è richiesto un certificato;
I) stabilire i requisiti ambientali per ogni prodotto, per il quale è richiesto un certificato
ambientale;
L) effettuare direttamente o tramite le autorità aeronautiche nazionali, le ispe-zioni tecniche
associate alla certificazione di prodotti, parti o pertinenza;
M) rilasciare gli appropriati certificati di omologazione del tipo o cambiamenti associati;
N) rilasciare i certificati per le parti e le pertinenze ed i certificati ambientali;
O) modificare, sospendere o revocare il certificato in causa, allorquando le condizioni in
base al quale è stato rilasciato, non sono più soddisfatte o la persona fisica o giuridica che
detiene il certificato, non adempia agli obblighi previsti.
P) reagire senza indugio a problemi di sicurezza ed emettere le informazioni vincolanti
applicabili.
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Il Direttore esecutivo è completamente indipendente nelle sue funzioni. Nel rispetto delle
relative competenze della Commissione e del Consiglio UE, il Direttore esecutivo non
sollecita ne prende istruzioni da alcun governo o altri organismi. Il Parlamento europeo o
il Consiglio, possono invitare il Direttore Esecutivo a riferire sull’espletamento delle sue
funzioni.
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QUESTIONARIO
Qual’è il ruolo di ECAC?
Che ruolo ha Eurocontrol per la costituzione del SES (Single European Sky)?
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 7
ASSOCIAZIONI AERONAUTICHE INTERNAZIONALI
Le problematiche sempre più complesse che oggi investono le compagnie aeree, dovute sia
al crescente sviluppo del trasporto aereo soprattutto in quest’ultimo decennio, che ad una
normativa del settore sempre più esigente in tema di sicurezza, trovano in IATA una risposta
altamente qualificata, sia per gli aspetti commerciali che di organizzazione interna di com-
pagnia. Numerose sono gli studi effettuati da IATA per favorire uno sviluppo del trasporto
aereo regolare, sicuro ed economico, a beneficio sia dei vettori aerei che dei passeggeri.
Si citano, ad esempio: lo studio per l’unificazione delle tariffe; l’unificazione del biglietto
aereo; l’assegnazione dei codici agli aeroporti, il biglietto elettronico, etc..
Gli obiettivi
Gli obiettivi della IATA sono:
1. Promuovere trasporti aerei sicuri, regolari ed economici a beneficio dell’umanità,favorire
il commercio aereo e studiare i problemi connessi.
2. Fornire i mezzi necessari per la cooperazione tra le compagnie aeree, che direttamente o
indirettamente forniscono trasporti aerei internazionali.
3. Cooperare con l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO).
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- N. 5 Divisioni:
1) Member & Government Relations;
2) Safety, Operations and Infrastructure;
3) Marketing and Commercial Services;
4) Industry Distribution and Financial;
5) Corporate Services.
Come L’ICAO, anche la IATA ha una struttura periferica basata su Regioni, per meglio
comprendere e studiare le problematiche delle compagnie aeree associate. Ogni Regione ha
una sede esecutiva principale ed uffici dislocati in ogni Stato della regione di appartenenza.
Le Regioni sono 8; esse sono: America del Nord, America latina e Caribbean (Miami);
Europa (Ginevra); Medio Oriente e Nord Africa (Amman); Africa (Sandton, South Africa);
Asia e Pacific (Singapore); Cina & North Asia (Shanghai); Russia (Mosca).
L’attività
La principale attività di IATA viene svolta da gruppi di lavoro di appositi comitati,composti
da qualificati esperti in tutti i settori dell’aviazione civile e riguarda tutte le problematiche
organizzative e gestionali delle compagnie aeree. Di norma i comitati si riuniscono due vol-
te all’anno. Alle riunioni partecipano di diritto i rappresentanti delle maggiori compagnie
aeree associate. Ogni compagnia,tuttavia, può inviare un proprio rappresentante in qualità
di uditore. Il risultato dei lavori che costituisce la policy IATA, viene sottoposto al Consi-
glio di Amministrazione.
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IATA si propone, inoltre, per la soluzioni di affari nel campo dell’aviazione civile e fornisce
servizi consultivi alle compagnie aeree relativi a:
- progettazione e sviluppo delle stesse;
- piani economici finanziari;
- problemi operativi,tecnici ed organizzativi;
- infrastrutture aeroportuali, operazioni di volo e sistemi di bordo.
IATA cura la pubblicazione annuale di manuali su temi specifici ed offre corsi di formazione
aziendali,per migliorare l’efficienza dei servizi offerti al passeggero ed abbattere i costi di
gestione delle compagnie.
Il bisogno di confrontarsi con i diversi metodi e procedure adottate nel settore del controllo
del T.A., ha stimolato le singole associazioni nazionali ad associarsi, anche per avere un
organo rappresentativo internazionale, che potesse interloquire con le appropriate organiz-
zazioni internazionali, al fine di promuovere la sicurezza e la regolarità della navigazione
aerea e, al tempo stesso,di salvaguardare gli interessi della professione di Controllore del
Traffico Aereo.
Fondata ad Amsterdam nel 1961 dalle associazioni dei controllori T.A di 12 paesi europei,
l’IFATCA conta attualmente più di 50.000 iscritti di 130 paesi ed è ufficialmente la voce
internazionale dei controllori T.A. Possono essere membri IFATCA (nella qualità di Cor-
porate members) anche i rappresentanti delle industrie aeronautiche. La sede attuale è a
Montreal, nella stessa via dell’ Head-Quarter ICAO.
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Legislazione Aeronautica
L’IFATCA collabora con gli appropriati organismi internazionali dell’aviazione civile, per
lo studio di tematiche attinenti all’attività di controllo T.A. ed incoraggia le autorità nazio-
nali a definire leggi o regolamentazioni per migliorare la sicurezza e le condizioni di lavoro
dei controllori del traffico aereo di tutto il mondo.
Gli obiettivi
Gli obiettivi della Federazione, sono:
1. Promuovere la sicurezza, l’efficienza e la regolarità nella navigazione aerea internazionale;
2. Fornire assistenza e consigli per lo sviluppo di idonei sistemi di controllo del T.A.;
3. Favorire e mantenere un elevato standard di conoscenze ed efficienza professionale tra i
controllori del T.A.;
4. Difendere e salvaguardare gli interessi della professione di controllore T.A.;
5. Stabilire rapporti organici e proficui con le altre organizzazioni internazionali;
6. Tendere all’affiliazione delle associazioni dei controllori T.A di tutto il mondo.
L’Organizzazione
L’attuale struttura organizzativa centrale prevede:
Il Consiglio esecutivo, composto da:
- Il Presidente e Capo esecutivo della Federazione;
- Il Presidente Delegato;
- N.3 Vice Presidenti esecutivi responsabili dei seguenti settori: Finanze;Tecnico;Professionale;
- N.4 Vice Presidenti esecutivi, ciascuno a capo delle n.4 Regioni IFATCA;
- Il Segretario esecutivo (per le conferenze e la segreteria del Consiglio);
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Legislazione Aeronautica
L’ATTIVITÀ
La principale attività IFATCA viene svolta nel campo tecnico, professionale e legale del
controllo del traffico aereo, attraverso Conferences e Meetings regionali. A tali incontri par-
tecipano tutti i controllori delegati delle varie associazioni nazionali, che sulla base di ap-
positi programmi si scambiano opinioni e valutazioni, sulle diverse tematiche dell’attività
professionale.
Conferences
Le conferenze sono annuali e costituiscono il luogo dove i partecipanti con “suprema
autorità” decidono l’organizzazione e la Policy della Federazione. Le decisioni sono prese
a maggioranza dei delegati delle associazioni presenti alla conferenza. Le conferenze sono
organizzate a rotazione su base volontaria, tra i paesi dalle associazioni federate. Alla con-
ferenza annuale partecipano nella qualità di”observers”, i rappresentanti delle altre orga-
nizzazioni internazionali dell’aviazione civile, quali : l’ICAO, IATA, IFALPA, Eurocontrol.
Durante la conferenza vengono dibattute le “working papers”, preparate dai comitati per-
manenti e tutti i delegati presenti si dividono in n.3 comitati, con i seguenti compiti :
Comitato A) - (Administrative e Constitution matters) che tratta argomenti attinenti alla
gestione ed amministrazione della Federazione, l’approvazione delle sedi delle conferenze
future, le pubbliche relazioni e gli argomenti connessi.
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Meetings regionali
Le associazioni di ciascuna regione di norma si riuniscono almeno una volta all’anno, invi-
tando ai meetings anche paesi della propria regione non federati. I meetings regionali sono
organizzati su base volontaria, da una associazione della della regione e sono supportati dal
Consiglio esecutivo con la presenza del Vice Presidente regionale.
Lo scopo principale rimane quello di discutere e confrontarsi sulle diverse tematiche ATC,
quali: modalità di applicazione delle procedure; responsabilità in campo ATC; uso di nuovo
sistemi di controllo e delle infrastrutture; etc.. I meetings regionali costituiscono un buona
fonte per la scelta di argomenti di studio e di confronto, per le conferenze annuali. Ai me-
etings regionali partecipano in qualità di osservatori, tutti i rappresentanti delle organizza-
zioni ed associazioni internazionali che operano nel settore dell’aviazione civile.
L’IFALPA nacque a Londra nel 1948, con sole 13 associazioni nazionali di piloti. Oggi
IFALPA annovera oltre 95 associazioni nazionali di ogni parte del mondo e rappresenta più
di 100.000 piloti di linea. La sede principale è a Chertsey (England) con due uffici : Mon-
treal e Mexico City. Con numerosi meetings mensili e conferenze annuali, IFALPA studia
le tematiche sempre più complesse che interessano il trasporto aereo, il fattore umano ed
am-bientale per la salvaguardia della sicurezza dei voli e degli interessi dei piloti di linea
associati. IFALPA tiene rapporti e collabora con le altre organizzazioni ed associazioni in-
ternazionali del settore, quali: l’ICAO (presso la quale ha una rappresentanza permanente in
seno alla Commissione di Navigazione Aerea in qualità di “osservatore”); IATA; IFATCA;
JAA/EASA and FAA.
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Legislazione Aeronautica
Gli obiettivi
La missione primaria di IFALPA è di essere la voce globale dei piloti di linea, per promuo-
vere un elevato livello di sicurezza dei voli in tutto il mondo, fornendo supporto tecnico
e rappresentanza internazionale a tutte le associazioni nazionali di piloti di linea federate.
Gli obiettivi istituzionali, prevedono:
1) istituire un organo democratico per i piloti, che rappresenti le loro opinioni in relazione
alla legislazione dell’aviazione internazionale, gli sviluppi della tecnica e gli standard di
sicurezza;
2) istituire un organo democratico che rappresenti le opinioni dei piloti circa le questioni
sociali e professionali;
3) facilitare lo scambio di informazioni ed idee, relative ai problemi tecnici e professionali
dell’industria aeronautica;
4) promuovere lo scambio di opinioni, il dibattito fra tutti i piloti su qualsiasi questione di
interesse comune;
5) far progredire lo status professionale del pilota incoraggiando il progresso degli standard
tecnici;
6) Promuovere ed incoraggiare la cordialità ed il cameratismo fra tutti i piloti del mondo.
L’Organizzazione
La struttura centrale IFALPA è composta da :
- un organo di governo, formato da n.10 membri:
Presidente;
Presidente Delegato;
n.3 Vice Presidenti Esecutivi,eletti nelle conferenze annuali da tutte le associazioni;
n.5 Vice Presidenti Regionali,eletti nelle singole regioni dalle rispettive associazioni.
- Un Segretariato;
- N.12 comitati permanenti, che sono:
Accident Analysis Committee; Aircraft Design and Operation; Airport and Ground Envi-
ronment; Air Traffic Services; Dangerous goods; Helicopters; Human Performance; Inter-
national Flight Engineers; Industrial; Legal; Security; Subscription- Constitution/Laws-
Administration-Membership Policy-Insurance.
La struttura regionale
Come per le altre organizzazioni internazionali, anche l’IFALPA ha una struttura regionale.
L’ultima ristrutturazione delle Regioni avvenuta in Aprile 2005, prevede n.5 Regioni:
- North America;
- Carabbean and South America;
- Europe;
- Africa and Middle East;
- Asia and Pacific.
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Ad ogni regione è preposto un Vice Presidente Regionale con sede presso l’organo di go-
verno, responsabile per la promozione e lo sviluppo degli obiettivi della Federazione all’in-
terno delle rispettive regioni e per assicurare uno stretto collegamento tra le associazioni
confederate e l’organo di governo IFALPA.
L’Attività
La principale attività IFALPA si riscontra nei numerosi Meetings regionali e le Conferenze
annuali. In dette Conferenze viene definita la policy IFALPA ed i nuovi obiettivi da per-
seguire. Conferenze Le conferenze annuali rappresentano il luogo delle decisioni finale e
si stabilisce la policy della Federazione. Esse sono organizzate a rotazione dalle singole
associazioni nazionali e, pertanto, si svolgono di anno in anno in paesi diversi. Alle confe-
renze partecipano circa 400 delegati delle associazioni confederate, inclusi i rappresentanti
dell’industria aeronautica (Boeing, Airbus, etc..) nonchè i rappresentanti delle altre orga-
nizzazioni internazionali dell’aviazione civile.
Le conferenze annuali hanno lo scopo di esaminare il risultato dei lavori dell’anno prece-
dente e determinare la nuova policy IFALPA per l’anno successivo. Durante le conferenze
vengono nominati i componenti dell’organo di governo della Federazione.
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Meetings regionali
I meetings sono svolti su base regionale e sono diretti dai Vice Presidenti regionali. Essi
possono avere per oggetto un unico argomento, scaturito da un evento importante (es: Ana-
lisi di un particolare incidente) oppure, potranno riguardare più argomenti di interesse ge-
nerale, quali: sicurezza del volo, security, trasporto di merce pericolosa, nuovi sistemi di
bordo, etc.. o problematiche operative di specifici aeroporti: LVP (low visibility procedu-
res) wind shear, etc..
IFAPLA, inoltre, mette a disposizione degli associati un Centro di Comunicazione via in-
ternet, che fornisce notizie di eventi giornalieri di particolare interessi per i piloti. Infine, in
tema di occupazione, informa gli associati circa le richieste di personale pilota, proveniente
dalle compagnie aeree di tutto il mondo.
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La Direzione Generale per gli Aeroporti ed il Trasporto Aereo, ferme restando le funzioni
attribuite all’Ente Nazionale Aviazione Civile dal decreto legislativo 25 luglio 1997, n. 250,
vigila su ENAC e svolge le funzioni di competenza del Ministero, negli ambiti di attività
che seguono:
• Disciplina l’aviazione civile nel rispetto della normativa di settore comunitaria e accordi
internazionali;
• Indirizzo, vigilanza e controllo sugli enti di settore;
• Contratti di programma e di servizio con gli enti vigilati;
• Indirizzo e vigilanza in materia aeronautica, sicurezza aerea e aeroportuale e qualità del
trasporto aereo;
• Provvedimenti di competenza in materia di demanio aeronautico civile;
• Programmazione in materia di aeroporti e sistemi aeroportuali, valutazione dei piani
d’investimento e concertazione sulle opere infrastrutturali;
• Analisi del mercato dell’aviazione civile, tutela della concorrenza e dinamiche tariffarie,
per quanto di competenza;
• Interventi nel settore dell’aviazione civile a sostegno della mobilità;
• Provvedimenti in materia di tariffe per la gestione dello spazio aereo.
Attraverso la Direzione Generale per gli Aeroporti ed il Trasporto Aereo, il Ministro svolge
le sue funzioni di indirizzo per la produzione degli atti legislativi del settore e vigila sulla
corretta applicazione di essi, nel rispetto delle leggi nazionali, del diritto comunitario ed
internazionale.
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CAPITOLO 9
L’ENAC (ENTE NAZIONALE AVIAZIONE CIVILE)
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**************
Molte delle funzioni e poteri descritti, sono stati tradotti in appositi articoli del Codice della
Navigazione - Parte 2^ Navigazione Area, come modificati dai recenti Dgl. n.131 dell’8/
Giu/2005 e Dgl n.151 del 15/3/2006. Tra essi si segnalano:
- il recepimento degli Annessi (art 690);
- gestione dei beni del demanio aeronautico per il successivo affidamento in concessione ai
Gestori (art 693);
- la dichiarazione di pubblico interesse per le aree destinate all’ampliamento degli A/D o ad
impianti aeronautici (Art.696);
- l’approvazione di progetti relativi alla costruzione,ampliamento e manutenzione degli
A/D (art.702);
- le proposte al Ministro per le concessioni aeroportuali (art.704);
- la vigilanza sulle attività del Gestore aeroportuale ed il rispetto del Regolamento di scalo
(art.705);
- la determinazione delle zone soggette a limitazioni relative agli ostacoli (art.707);
- rilascio ad autorizzazioni relative alla costituzione di ostacoli nelle aree adiacenti agli
aeroporti (art.709);
- l’abbattimento di ostacoli pericolosi per navigazione aerea (art.714);
- le funzioni di polizia sugli aeroporti e vigilanza sui servizi forniti da ENAV (art.718);
- albi e registro d’iscrizione del personale aeronautico (art.734);
- l’assegnazione della marca di immatricolazione agli aa/mm (art.754);
- il rilascio del certificato di immatricolazione degli aa/mm (art.755), iscrizione dell’a/m
nell’apposito registro (art.756) e sua cancellazione (art.760);
- il rilascio del certificato di navigabilità (art.764) ed omologazione aa/mm (art.767);
- le ispezioni a bordo degli aa/mm (art.768); (art.801); e diniego di partenza (802);
- il rilascio del certificato di operatore aereo (art.777) e licenza di esercizio(art.778);
- la tutela dei consumatori (art.783);
- l vettori designati per svolgere voli extracomunitari (art.785);
- l’assegnazione dei diritti di traffico ai vettori nazionali per voli diretti all’esterno dell’
Unione europea (art.788);
- Le funzioni di polizia e di vigilanza della navigazione (art.792);
- il divieto di sorvolo di determinate aree (art.793);
- il rilascio di autorizzazioni temporanee per i sorvoli del territorio nazionale (art.794)
- la limitazione all’uso degli aeroporti (art.805);
- l’autorizzazione per l’imbarco di armi, munizioni e merci pericolose (art.816).
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Alla Direzione Centrale Coordinamento Aeroporti, fanno capo tutte le Direzioni Aeropor-
tuali, che possono comprendere uno o più aeroporti; esse sono: Alghero/Olbia; Ancona/Pe-
scara; Cagliari; Verona; Firenze/Pisa;Roma Ciampino; Roma Fiumicino; Bari/Brindisi; Ca-
tania; Genova; Lamezia/R.Calabria; Napoli; Palermo; Bergamo; Bologna; Milano Linate;
Milano Malpensa;Torino; Venezia e Verona.
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I Regolamenti
Contengono i requisiti tecnico-operativi applicabili al settore oggetto di regolamentazione.
Di norma, essi descrivono gli obblighi e le regole da osservare, per il corretto esercizio delle
attività che disciplinano ed i requisiti di carattere procedurale. I Regolamenti ENAC riflet-
tono gli standard internazionali degli Annessi ICAO e le previsioni contenute nelle direttive
della Unione Europea, nei settori ove tali documenti sono applicabili. Negli altri casi, essi
forniscono la necessaria disciplina di materie regolate da leggi e decreti nazionali, oppure,
soddisfano specifiche esigenze normative di settore.
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Legislazione Aeronautica
Le Circolari
Sono documenti che di norma integrano il contenuto dei regolamenti. Esse sono sviluppate
per migliorare la comprensione delle regole da applicare, sia da parte degli utenti che da
parte del proprio personale ispettivo. Il contenuto tipico delle Circolari è costituito da mate-
riale interpretativo, con i criteri e le modalità ritenute accettabili, per dimostrare la rispon-
denza alle norme. Esse talvolta sono emanate per argomenti che richiedono una trattazione
particolareggiata, anche al fine di armonizzare l’insieme delle norme applicabili.
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 10
L’ENAV (ENTE NAZIONALE ASSISTENZA ALVOLO)
L’ ENAV è una società per azioni attiva dal 1/Gen/2001, derivante dalla trasformazione del
preesistente Ente Nazionale di Assistenza al Volo (Ente pubblico economico) avvenuta con
Legge 21 dicembre 1996 n. 665.
Il ruolo di ENAV
L’oggetto della società è quello di gestire i servizi di assistenza al volo, i sistemi e le attività
di sviluppo, produzione, erogazione, vendita ed esportazione dei servizi della navigazione
aerea in Italia e all’estero; nonchè, qualsiasi attività comunque connessa o complementare.
L’obiettivo primario di ENAV, è quello di fornire i Servizi della Navigazione Aerea nello
spazio aereo di giurisdizione, assicurando nel rispetto degli standards internazionali, sem-
pre più alti livelli di sicurezza e contribuire all’efficienza del trasporto aereo nazionale.
Nell’ambito della Ricerca e Sviluppo, l’ENAV partecipa attivamente a diversi progetti eu-
ropei ed internazionali ad elevata tecnologia; quali:
- il GNSS (Global Navigation Satellite System) - per lo sviluppo del sistema di navigazione
satellitare;
- l’ MFF (Mediterranean Free Flight)
- per la definizione e la validazione delle procedure del progetto “free flight”. In estrema
sintesi,tale progetto consiste nel consentire ai piloti di seguire la rotta più diretta desiderata
e nel delegare ad essi, la responsabilità della propria separazione dagli altri aa/mm, nello
spazio aereo del Mediterraneo;
- il progetto GALILEO - sistema basato su una costellazione di satelliti completamente
europea, in futuro utilizzabile dall’aviazione civile;
- l’ADS - B (Automatic Dependent Surveillance) - apparato di bordo che consente ai piloti
di “vedere” altri aeromobili nello spazio aereo circostante, sfruttando una o più costellazione
di satelliti (progetto integrativo del “free flight”.)
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Si trascrive l’intero articolo 691/bis Cod.Nav., per meglio cogliere il contesto in cui si svol-
ge questo nuovo compito (non previsto tra i tradizionali compiti ICAO attribuiti alla Torre
di Controllo - rife DOC 4444 ATM).
In tema di fornitura dei Servizi della N.A., l’ENAV al pari di tutti gli altri”fornitori dei
servizi della N.A”europei (ANSP = Air Navigation Services Provider) è soggetto al Reg
CE 2096/05, con il quale la Commissione europea ha stabilito i “Requisiti comuni per la
fornitura di servizi di navigazione aerea”.
Detto Regolamento stabilisce i requisiti che devono possedere gli ANSP, in tema di : a)
capacità e competenza operativa; b) strutture organizzative; c) gestione della sicurezza e
qualità; d) risorse umane; e) capacità finanziaria; nonché, un’idonea copertura assicurativa
per coprire “per coprire la responsabilità civile che gli incombe a norma del diritto appli-
cabile”.
Ai sensi dell’art. 806 cod.nav., l’ENAV è tenuta a segnalare all’ENAC (quale Autorità di
Vigilanza nazionale) tutti i casi di limitazione dei Servizi della Navigazione Aerea forniti.
2) promuovere ed attuare iniziative di interesse nazionale, nei settori della navigazione
aerea,del controllo della circolazione aerea e della sicurezza delle operazioni di volo;
3) curare lo studio e la ricerca sui sistemi di navigazione, il potenziamento degli impianti
di assistenza al volo correlati al piano generale dei trasporti e del piano generale degli ae-
roporti;
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
La Formazione (Academy)
La funzione Academy è posta alle dirette dipendenze dell’Amministratore Delegato e viene
svolta presso due centri provvisti di ausili didattici ed apparecchiature ad elevata tecnolo-
gia: Roma Ciampino e Forlì, quest’ultimo di recente istituzione. Presso i predetti centri,
denominati CFSNA (Centro Formazione dei Servizi della Navigazione Aerea) vengono
effettuati corsi formativi condotti da apposito personale istruttore qualificato di provata
esperienza e competenza. Presso il CFSNA oltre ai corsi di formazione per Controllori
T.A., vengono effettuati altre tipologie di corsi attinenti ai Servizi della Navigazione Aerea,
secondo le necessità aziendali.
Le unità operative
Il servizio di controllo del traffico aereo e gli altri servizi per la navigazione aerea,sono
forniti da distinte unità/enti operativi, che assicurano la continuità del controllo degli aero-
mobili, in tutte le varie fasi del volo. Tali Enti sono:
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Legislazione Aeronautica
- Le Torri di Controllo (TWR) per la gestione operativa del traffico aereo in decollo,in at-
terraggio e sull’area di manovra e piazzali, degli aeroporti di competenza ENAV, che sono:
Roma Fiumicino, Milano Malpensa, Milano Linate, Albenga, Alghero, Ancona Falconara,
Bari, Bergamo, Bologna, Bolzano, Cagliari, Catania, Crotone, Cuneo, Firenze, Foggia,
Forlì, Genova, Grottaglie, Lamezia Terme, Lampedusa, Napoli, Olbia, Padova, Palermo,
Pantelleria, Parma, Perugia, Pescara, Reggio Calabria, Rieti, Roma Urbe, Ronchi dei Le-
gionari, Salerno, Torino Aeritalia; Torino Caselle, Venezia Lido, Venezia Tessera. Su alcuni
dei citati aeroporti, ove si registrano minori volumi di traffico, l’ENAV fornisce il solo Ser-
vizio Informazioni Volo (AFIS).
- Gli AROs (ATS Reporting Offices) sono uffici presenti su tutti gli aeroporti di compe-
tenza, che assicurano agli utenti il Servizio Informazioni AIS (Aeronautical Information
Service) allo scopo di fornire loro tutte le Informazioni aeronautiche prevolo, necessarie per
una sicura ed efficiente condotta dei voli
- I Controlli di Avvicinamento (APP) per la gestione operativa del traffico aereo in avvi-
cinamento agli aeroporti e gli aeromobili in partenza, dopo la prima salita iniziale. Questo
servizio di controllo si svolge di norma, in un arco di 20 NM dagli aeroporti. Le unità orga-
nizzative APP, sono tutte provviste di moderni apparati radar.
- I Centri di Controllo d’Area (ACC) per la gestione operativa dei voli”in rotta”, siano essi
aeromobili in sorvolo del territorio nazionale, che diretti verso aeroporti nazionali. È un
servizio che si svolge in ampi spazi aerei e lungo determinate direttrici denominate”rotte
ATS”. I Centri di controllo d’Area, anch’essi provvisti di moderni sistemi radar, assistono
e controllano gli aeromobili diretti all’estero, sino ai confini degli spazi aerei di competen-
za e gli aeromobili provenienti dall’estero, destinati su aeroporti nazionali, dal momento
in cui essi entrano nello spazio aereo di competenza, sino a che non vengano poi trasferiti
alle unità operative APP per l’avvicinamento e, successivamente, alle Torri di Controllo per
l’atterraggio.
98
ANS Training
Legislazione Aeronautica
L’AIP è una pubblicazione emessa da uno Stato o da un’autorità di uno Stato, contenente
informazioni aeronautiche a carattere duraturo, necessarie per la N.A”.
L’AIC contiene Informazioni che esulano dai casi per i quali è prevista l’emissione di un
Notam (o la pubblicazione in AIP) e che riguardano argomenti tecnici, amministrativi e/o
legislativi connessi con la sicurezza del volo.
IL NOTAM contiene avvisi relativi all’ installazione, uso, condizioni e modifiche di qual-
siasi infrastruttura aeronautica, servizio, procedura o situazione di pericolo, la cui tempesti-
va conoscenza risulta essenziale al personale in operazioni di volo..
99
ANS Training
Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 11
ANSV (AGENZIA NAZIONALE SICUREZZA VOLO)
L’Agenzia Nazionale per la Sicurezza del Volo (ANSV) è stata istituita con il decreto legi-
slativo 25 febbraio 1999, n. 66, in attuazione della Direttiva CE n.94/56 del 21 Novembre
1994. Con stesso decreto legislativo, sono stati modificati i relativi articoli del codice della
navigazione, concernente lo svolgimento delle inchieste sui sinistri aeronautici.
Il ruolo dell’ANSV
Come si rileva dall’art 1 della legge istitutrice, l’ANSV è una istituzione pubblica, sottopo-
sta alla vigilanza del Presidente del Consiglio, che opera con indipendenza di giudizio e di
valutazione, nel rispetto della normativa nazionale ed internazionale.
Pertanto, ANSV opera in assoluta posizione di terzietà, rispetto al sistema aviazione ci-
vile, a garanzia della obiettività del suo operato. Il suo obiettivo è la prevenzione degli
“incidenti” e “inconvenienti”e non di accertare le colpe o responsabilità, cosi’ come disposto
nella legge istitutrice e nel recente Reg.CE n.996/2010 del 20/Ott/2010 (Regolamento sulle
inchieste e la prevenzione di incidenti e inconvenienti nel settore dell’aviazione civile).
101
ANS Training
Legislazione Aeronautica
1) Incidente (accident)
“un evento, associato all’impiego di un aeromobile che, nel caso di un aeromobile con equi-
paggio, si verifica fra il momento in cui una persona si imbarca con l’intento di compiere
un volo e il momento in cui tutte le persone che si sono imbarcate con la stessa intenzione
sbarcano o, nel caso di un aeromobile a pilotaggio remoto, si verifica tra il momento in cui
l’aeromobile è pronto a muoversi per compiere un volo e il momento in cui si arresta alla
conclusione del volo e il sistema propulsivo principale viene spento, e nel quale:
102
ANS Training
Legislazione Aeronautica
o tra il momento in cui, nel caso di un aeromobile a pilotaggio remoto, l’aeromobile è pron-
to a muoversi per compiere un volo e il momento in cui si arresta alla conclusione del volo
e il sistema di propulsione principale viene spento”.
Gli eventi elencati sono tipici esempi di inconvenienti che possono costituire inconvenienti
gravi. L’elenco non è esaustivo e serve soltanto da orientamento ai fini della definizione
di”inconveniente grave”:
- mancata collisione che abbia richiesto una manovra di scampo per evitare una collisione o
una situazione di pericolo o quando sarebbe stata opportuna una manovra di scampo,
- volo controllato fin quasi all’urto, evitato di misura, contro il terreno,
- decolli interrotti su una pista chiusa o occupata, su una via di rullaggio, escluse le operazioni
autorizzate poste in essere da elicotteri, o su una pista non assegnata,
- decollo da una pista chiusa o occupata, su una via di rullaggio, escluse le operazioni
autorizzate poste in essere da elicotteri, o su una pista non assegnata,
- atterraggio o tentativo di atterraggio su una pista chiusa o occupata, su una via di rullaggio,
escluse le operazioni autorizzate poste in essere da elicotteri, o su una pista non assegnata,
- grave insufficienza nel raggiungimento delle prestazioni previste durante il decollo o la
salita iniziale,
- casi di incendio e presenza di fumo nella cabina passeggeri o nel vano bagagli o di incendio
al motore, anche se spenti mediante agenti estinguenti,
- eventi che richiedono l’uso di ossigeno di emergenza da parte dell’equipaggio,
- avaria strutturale dell’aeromobile o disintegrazione del motore, tra cui avarie non contenute
del motore a turbina, non classificata come incidente,
- malfunzionamento multiplo di uno o più sistemi di bordo che compromette gravemente
l’operatività dell’aeromobile,
- inabilità fisica dell’equipaggio in volo,
- quantitativo di carburante che richiede la dichiarazione di emergenza da parte del pilota,
- incursioni in pista classificate come di gravità A ai sensi del manuale per la prevenzione
delle incursioni sulla pista (ICAO doc. 9870) che contiene informazioni sulle
classificazioni della gravità,
- inconvenienti in fase di decollo o atterraggio. Inconvenienti quali atterraggio prima della
soglia di pista o dopo la fine pista o sconfinamento laterale,
- avaria ai sistemi, fenomeni meteorologici, operazioni oltre i limiti dell’inviluppo di volo
approvato o altri eventi che possono aver causato difficoltà nel controllo dell’aeromobile,
- avaria di più di un impianto di un sistema ridondante obbligatorio per la condotta del volo
e la navigazione.
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Inconveniente (incident)
Esulano dall’attività investigativa dell’ANSV, i generici eventi di inconvenienti (lievi) che
possono comunque far scattare una indagine interna da parte dei preposti enti/autorità, al fine
di individuarne le cause che li hanno generati e di emanare le necessarie azioni correttive.
Giova nuovamente ricordare, che le inchieste tecniche dell’ANSV hanno come unico obiet-
tivo l’accertamento delle cause, che hanno generato l’incidente o l’inconveniente grave, e
non quello di accertare le colpe e responsabilità. Le eventuali responsabilità penali dei vari
soggetti interessati in un incidente aereo, sono di competenza esclusiva della magistratura.
********
Come sancito nell’art.5 del recente Reg.CE 996/2010, le inchieste delle autorità investiga-
tive dei singoli Stati comunitari (ANSV per l’Italia) “sono condotte indipendentemente e
separatamente da eventuali procedimenti giudiziari o amministrativi, finalizzati all’accer-
tamento di colpe o responsabilità, senza tuttavia arrecare pregiudizio a tali procedimenti”.
In riferimento agli investigatori, l’art.11 Reg CE 996/2010 così dispone: “Dal momento
della sua nomina da parte di un’autorità investigativa per la sicurezza e indipendentemente
da un’eventuale inchiesta giudiziaria, l’investigatore incaricato è autorizzato ad adottare le
misure necessarie per soddisfare le esigenze dell’inchiesta di sicurezza”. L’investigatore
incaricato può, in particolare:
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Legislazione Aeronautica
c) avere accesso immediato ai registratori di volo, al loro contenuto e a qualsiasi altra regi-
strazione pertinente e assumerne il controllo;
d) chiedere l’autopsia completa dei corpi delle persone che abbiano riportato lesioni mor-
tali e contribuirvi, nonché avere accesso immediato ai risultati di tale esame o delle analisi
eseguite su campioni prelevati;
g) avere libero accesso a qualsiasi informazione o elementi pertinenti in possesso del pro-
prietario, del titolare del certificato per tipo di aeromobile, dell’organizzazione responsabile
della manutenzione, dell’organizzazione responsabile della formazione, dell’esercente o
del costruttore dell’aeromobile e delle autorità preposte all’aviazione civile e all’AESA, dei
responsabili della fornitura di servizi di navigazione aerea o degli operatori dell’aeroporto.
NOTA
Con il recente Reg.CE 996/2010, è stato eliminato il preesistente vincolo per gli investi-
gatori (previsto dalla legge istitutrice di ANSV) di non poter accedere ai luoghi dell’inci-
dente, acquisire dati o registrazioni ed iniziare così la propria attività investigativa, senza
il preventivo consenso da parte dell’autorità giudiziaria inquirente. L’art.10 della legge
istitutrice dell’ANSV, infatti, così disponeva :
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Legislazione Aeronautica
“Salvo quanto previsto dall’articolo 348 del Codice di Procedura Penale, gli investigatori
incaricati dall’Agenzia, sentito il pubblico ministero, al fine di svolgere l’inchiesta di pro-
pria competenza, possono : etc……...”
Da ciò le doglianze in tutti questi anni da parte di ANSV, ed in particolar modo dal suo
Presidente Prof. Franchi, di non poter attivare subito, dopo l’incidente, l’inchiesta tecnica
al pari quella penale, senza dover attendere il consenso del Pubblico Ministero, vincolato,
com’e noto, ai tempi notoriamente lunghi dell’inchiesta giudiziaria. Il tema è stato più vol-
te dibattuto anche in diversi Convegni di diritto aeronautico, tenutisi presso le università di
Trieste e Modena-Reggio Emilia, ai quale lo scrivente ha partecipato.
Il sistema di segnalazioni adottato per questi eventi, prevede due tipi di segnalazioni: uno
obbligatorio ed un altro volontario. La segnalazione di tipo obbligatorio, deve essere inol-
trata ad ENAC; quella volontaria all’ANSV.
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Legislazione Aeronautica
QUESTIONARIO
Da chi è amministrata l’Aviazione Civile italiana?
Quali sono i principali documenti attraverso i quali l’ENAC svolge la sua attività di rego-
lamentazione tecnica?
Quali sono le unità operative ENAV, preposte alla fornitura dei Servizi della Navigazione Aerea?
Tra i servizi forniti da ENAV, rientra anche quello di fornire il”soccorso aereo”?
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Legislazione Aeronautica
PARTE SECONDA
LEGISLAZIONE NAZIONALE
CAPITOLO 12
LE FONTI DEL DIRITTO AERONAUTICO
Il complesso delle norme che compongono la branca del Diritto Aeronautico, non costitui-
scono un corpo di norme autonomo al pari delle altre branche del diritto, ma sono collocate
all’interno del più ampio Diritto della Navigazione, disciplinate in via principale dal Codice
della Navigazione e da numerose leggi complementari.
Detto Codice, raggruppa le norme che disciplinano sia la Navigazione Marittima ed Interna
(fluviale) che la Navigazione Aerea. Pertanto, le fonti del diritto aeronautico sono quelle
indicate nell’art.1 Cod.Nav. che così recita:
Art.1 (Fonti del Diritto della Navigazione)
“In materia di navigazione marittima, interna ed aerea, si applicano il presente codice, le
leggi, i regolamenti, le norme corporative e gli usi ad essa relativi”; Ove manchino dispo-
sizioni del diritto della Navigazione e non ve ne siano di applicabili per analogia, si applica
il Diritto civile”.
Con la revisione della Parte Seconda del Cod.Nav. avvenuta con il Decreto Legislativo
8/Mag/2005 n.96, in vigore dall’ 21/Ott/2005) e successivo DgL correttivo n.151 del
15/3/2006, il Libro Primo ha subito la maggior parte delle modifiche.
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Legislazione Aeronautica
La nuova struttura del Libro Primo, come modificato dalla predetta legge di revisione:
12.2 Le Leggi
Sono da ricomprendersi in esse, tutte le leggi”formali”, nonchè le cd.”leggi sostanziali”che
disciplinano la navigazione aerea. Sono”formali”, le Leggi ordinarie emanate dal Parla-
mento. Quelle”sostanziali”, invece, sono i c.d.”atti normativi aventi forza di legge”e cioè,
i decreti legislativi (DgL) e i decreti legge (D.L) emanati dal governo, ai sensi degli art.76
e 77 della Costituzione.
Le Convenzioni ed i Trattati internazionali possono essere inseriti tra le fonti, soltanto se essi
vengono ratificati e resi esecutivi con Leggi nazionali; es: Convenzione di Varsavia, resa
esecutiva con L..19/5/1932 n.81; Convenzione di Chicago, resa esecutiva con L.17/4/1956
n.561.... etc..
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Legislazione Aeronautica
L’art.76 della Costituzione fissa n.3 limiti che debbono essere inseriti nella legge di delega-
zione; essi sono:
1) limiti temporali; cioè il termine entro il quale la”legge delegata”(decreto legislativo)
dovrà essere emanato;
2) oggetto definito; la legge delega deve specificare l’oggetto delle delegazione, che il go-
verno dovrà disciplinare;
3) principi e criteri direttivi; occorre, cioè, che nella legge di delegazione siano precisate le
linee generali che debbono guidare il governo nel disciplinare la materia.
I decreti leggi, invece, sono atti provvisori aventi forza di legge, adottati dal governo di
sua iniziativa e sotto la sua responsabilità. Detti decreti, debbono essere adottati in casi
straordinari di necessità e di urgenza. Essi diventano effettivi soltanto dopo la conversione
in legge formale del Parlamento, da effettuarsi, a pena di decadenza, entro 60gg. dalla loro
pubblicazione. I decreti leggi entrano in vigore immediatamente e devono essere presentati
al Parlamento nello stesso giorno della loro pubblicazione.
La differenza sostanziale tra i sopracitati”atti aventi forza di legge”, sta nel controllo del
Parlamento su di essi. Nei decreti legislativi, il controllo è posto all’inizio nella legge dele-
ga, vincolando cioè il governo all’oggetto ed agli altri limiti sopra citati. Nei decreti legge,
invece, il controllo del Parlamento è successivo alla sua emanazione; cioè all’atto della
conversione di esso in legge formale. Qualora i decreti legge non vengano convertiti, la
responsabilità per gli effetti che essi hanno prodotto, ricade sul governo.
12.3 I Regolamenti
Sono atti normativi diretti a regolare l’esecuzione di una Legge. Nel nostro ordinamento
giuridico essi costituiscono la cd. fonte Secondaria, giacchè sono subordinati alle Leggi
che (ad esclusione della Carta Costituzionale) costituiscono la”fonte primaria”. Lo scopo
principale, quindi, di un qualsiasi Regolamento, è quello di fornire attraverso una normativa
particolareggiata, le modalità di esecuzione di una legge. Essi non possono nella loro disci-
plina regolamentare, modificare o snaturare il contenuto di una Legge; ovvero, non possono
produrre effetti che deroghino dalle finalità perseguite dalla Legge di collegamento.
Detto vincolo, scaturisce dal principio della”graduazione delle fonti”vigente nel nostro or-
dinamento giuridico, ove una norma di grado inferiore (secondaria) non possiede la neces-
saria forza giuridica per incidere su una norma di grado superiore (primaria). A seconda
dell’importanza della materia da disciplinare, i Regolamenti possono essere emanati con
Decreto Ministeriale (DM) o con Decreto Legislativo del Consiglio dei Ministri (DgL). Per
talune materie, dopo la delibera dal Consiglio dei Ministri (talvolta è la Legge delega che
lo esige) essi dovranno essere trasmessi al Presidente della Repubblica per essere emanati
sottoforma di DPR (Decreto Presidente della Repubblica).
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Diversi sono i Regolamenti che disciplinano la branca della navigazione aerea; se ne cita-
no alcuni: Regolamento sullo stato giuridico della Gente dell’aria, DPR 1.9.1967 n.1411;
Regolamento dei servizi aerei non di linea, DM 18/06/81; Regolamento in materia di Licen-
ze, attestati e Abilitazioni aeronautiche, DPR 18.9.1983 n.566; etc..
In tema di fonti del diritto aeronautico, è doveroso ricordare il vecchio Regolamento della
Navigazione Aerea del 1925, la cui parziale applicazione”per analogia”, è stata ritenuta
legittima per più di mezzo secolo, sia della dottrina maggioritaria che da parte della giuri-
sprudenza.
Ciò posto, nel contesto dell’interpretazione delle norme del Cod.NAv ed in ossequio alle
disposizioni dell’art.1, qualora nella Parte 2^ del Cod.NAv (Navigazione Aerea) non vi sia
una norma specifica che disciplina una determinata situazione, occorra riferirsi alle norme
contenute nella Parte 1^ (Marittima) che disciplina la stessa fattispecie e, soltanto qualora
anche nella in quest’ultima Parte, non vi sia alcuna norma applicabile, si potrà ricorrere alle
norme del Cod. Civile.
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 13
SOVRANITÀ DELLO STATO SULLO SPAZIO AEREO
La sovranità dello Stato sullo spazio aereo è sancita nell’art 3 del Cod. Nav., che così stabilisce:
“È soggetto alla sovranità dello Stato, lo spazio aereo che sovrasta il territorio della Re-
pubblica ed il relativo mare territoriale”
Per la determinazione del mare territoriale opera l’art. 2 Cod.Nav., che dispone:
“Sono soggetti alla sovranità dello Stato i golfi, i seni e le baie, le cui coste fanno parte del
territorio della Repubblica quando la distanza fra i punti estremi dell’apertura del golfo,
del seno, o della baia, non supera le 24 miglia marine. Se tale distanza è superiore a 24
miglia marine, è soggetta alla sovranità dello Stato la porzione del golfo, del seno e della
baia compresa entro la linea retta tra i due punti più foranei distanti tra loro 24 miglia
marine”. E soggetta altresì alla sovranità dello Stato, la zona di mare dell’estensione di 12
miglia marine,lungo le coste continentali ed insulari della Repubblica e lungo le linee rette
congiungenti i punti estremi indicati nel comma precedente…”.
Le linee basi dirette e le linee di chiusura degli arcipelaghi, dalle quali va calcolata l’esten-
sione del mare territoriale, furono fissate nella Convenzione di Ginevra 29/4/1958 resa
esecutiva con DPR 26/Apr/1977 n.816). Con lo stesso Decreto, lo Stato italiano ha fissato
il limite delle acque territoriali italiane (vedi mappa che segue). Pertanto, in virtù del prin-
cipio di sovranità, lo Stato italiano può vietare l’ingresso o limitare la navigazione aerea a
tutti gli aeromobili che interessano lo spazio aereo sovrastante il territorio nazionale ed il
mare territoriale come sopra determinato.
Giova ricordare, che in attuazione dell’Accordo sul Transito internazionale, gli aeromobili
civili stranieri di voli schedulati degli Stati che hanno ratificato detto Accordo (oppure a
condizione di reciprocità) possono penetrare nello spazio aereo nazionale sia per il solo
sorvolo, che per scali non commerciali senza alcuna preventiva autorizzazione. Lo stesso
vale per gli aa/mm civili stranieri degli Stati che hanno sottoscritto la sola Convenzione di
Chicago, ma in questo caso devono essere voli non-schedulati.
Va precisato, infine, che l’uso dello spazio aereo nazionale è consentito a tutti i voli comu-
nitari senza alcuna autorizzazione, in virtù del Reg. CE n.2408/92 (Accesso dei vettori aerei
della Comunità alle rotte comunitarie) sostituito dal Reg.CE 1008/08. Infatti, in quest’ul-
timo Regolamento (art.15) è precisato che: “I vettori aerei comunitari hanno la facoltà di
prestare servizi aerei intracomunitari”. Gli Stati membri si astengano dall’assoggettare la
prestazione di servizi aerei intracomunitari, da parte di un vettore comunitario a qualsivo-
glia permesso autorizzazione”.
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
In questo senso opera il nuovo art. 794 del Cod. Nav, che così recita:
“Gli aeromobili stranieri, ad eccezione di quelli militari, di dogana e di polizia, possono
sorvolare il territorio della Repubblica a condizioni di reciprocità, ovvero quando ciò sia
stabilito dalla normativa comunitaria o da Convenzioni Internazionali, salva la facoltà
dell’ENAC di rilasciare autorizzazioni temporanee. Gli aa/mm stranieri militari, di dogana
e di polizia, non possono sorvolare il territorio nazionale senza una speciale autorizzazione
del Ministro per della difesa”.
Chiarito, quindi, il concetto di sovranità ed i limiti entro i quali essa potrà essere esercitata,
appare evidente che non tutto lo spazio aereo delle FIRs italiane, potrà essere assoggettato
alla sovranità dello Stato italiano, atteso che tali spazi possono comprendere anche spazi
aerei sovrastanti acque internazionali (es: FIR Roma). Pertanto, il fatto che gli aa/mm siano
sotto il controllo degli Enti ATS italiani e che da questi ricevono autorizzazioni, tutto ciò
non va confuso con l’esercizio della sovranità nazionale.
La gestione del controllo del traffico aereo, esula dal concetto di sovranità. Lo spazio aereo
comprendente i limiti geografici di una FIR, è stato assegnato ai vari Stati (in base ad accor-
di regionali ICAO) ai soli fini dei Servizi del Traffico aereo, che l’ente ATS dovrà fornire
come previsto da detti accordi. Pertanto, fino a quando gli aeromobili (in arrivo o in transi-
to) non entrano nello spazio aereo nazionale, non potrà essere applicato nei loro confronti
il concetto di sovranità e, quindi, di attuare eventuali azioni coercitive.
Sulla base dei concetti esposti, appare inoltre evidente, che lo Stato italiano non può
istituire”zone proibite o regolamentate”, in spazi aerei posti al di fuori delle acque territoriali,
giacchè non può disporre dell’uso esclusivo di tali spazi, per carenza di sovranità su di essi.
DPR n.816 del 28/APR/1977 ( Linea di base e limiti delle acque territoriali)
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QUESTIONARIO
Quali sono le fonti del diritto aeronautico nazionale?
Qual’e il limite territoriale sul quale lo Stato italiano esercita la propria sovranità?
Lo spazio aereo di giurisdizione degli enti ATS nazionali, è sottoposto interamente alla
sovranità dello Stato italiano?
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 14
IL PERSONALE AERONAUITCO
Con la recente modifiche apportate alla Parte Aeronautica del Codice della Navigazione
(Ott/2005) sono stati completamente riscritti gli articoli riguardante il Personale Aeronauti-
co, tra i quali figura il Controllore Traffico Aereo.
Le novità di rilievo, sta nella titolarità di ENAC (vedi art.734 che segue) quale unica au-
torità dell’Aviazione Civile italiana, a rilasciare le licenze professionali anche al personale
controllore T.A
La nuova licenza CTA comune europea, è riconosciuta al pari delle licenze di pilotaggio, in
tutti gli Stati membri della comunità (vedi relativo Regolamento ENAC in Appendici) Si
trascrivono i nuovi articolo del Cod.Nav, in vigore dal 21/Ott/2005, così come modificati
dalla riforma.
Art. 733 (Personale non di volo) - come modificato dal DgL. n.151 del 15/3/2006
“Il personale non di volo comprende:
a) il personale addetto ai servizi del traffico aereo;
b) il personale, non di volo, delle imprese di trasporto aereo;
c) il personale dei servizi di assistenza a terra;
d) il personale addetto ai servizi di manutenzione;
e) il personale addetto ai controlli di sicurezza”.
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Legislazione Aeronautica
Art. 734 (Licenze ed attestati)- come modificato dal DgL. n.151 del 15/3/2006.
“I titoli professionali, i requisiti e le modalità per il rilascio, il rinnovo, la reintegrazione,
la sospensione o la revoca delle licenze, degli attestati e delle altre forme di certificazione,
sono disciplinati da regolamenti dell’ENAC, emanati in conformità all’articolo 690 c.n.
e rispondenti alla normativa comunitaria. L’ENAC, nel rispetto delle normative tecniche
internazionali e comunitarie, disciplina, d’intesa con i Ministeri della difesa e della salute,
la certificazione medica del personale di volo e non di volo, coordinando le attività per il
conseguimento e il mantenimento dell’idoneità psicofisica. L’ENAC provvede alla certi-
ficazione del personale addetto alla manutenzione di impianti, sistemi ed apparati per la
navigazione aerea”.
ART.736 (Albi e Registri d’iscrizione del personale aeronautico)- come modificato dal
DgL. n.151 del 15/3/2006”Gli albi e il registro d’iscrizione del personale di volo di cui
all’art 732,sono tenuti dall’ENAC che ne determina i requisiti d’iscrizione”.
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 15
IL COMANDANTE DI AEROMOBILE
Generalità
Il comandante di aeromobile fa parte del personale aeronautico di volo, di cui all’art.732
cod.nav. Trattasi di una figura professionale complessa nella quale confluiscono, talvolta in
modo promiscuo, sia talune funzioni e responsabilità di natura privatistica, derivanti dal rap-
porto di lavoro subordinato con l’esercente, che funzioni pubbliche attribuitegli dallo Stato,
per garantire la sicurezza della navigazione e l’ordinato svolgimento della vita di bordo.
Il Cod.Nav dedica al comandante di aeromobile l’intero Capo 3 del Tit.2 – Libro 2^ della
Parte 2^ Navigazione Aerea (da art.883 ad art.894) ma i suoi poteri/doveri sono distribuiti
in molti altri articoli del predetto codice, in relazione, appunto, alle diverse funzioni pubbli-
che che può assumere durante il corso di un viaggio.
La facoltà di nomina del comandante trova fondamento nella fiducia di cui egli gode nei
confronti dell’esercente, in qualità di dipendente e rappresentante di quest’- ultimo. In casi
eccezionali, l’investitura del comando potrà essere conferita per legge o dalla competente
autorità amministrativa. L’art.885 del cod.nav, infatti, dispone, che in casi di morte o di
impedimento del comandante, il comando dell’aeromobile spetta di diritto all’altro compo-
nente dell’equipaggio, secondo l’ordine gerarchico di bordo, fino al momento in cui giun-
gano le disposizioni dell’esercente o fino al luogo di primo approdo.
Fronteggiata così la situazione di emergenza e qualora nel predetto luogo di primo appro-
do, non siano ancora giunte in proposito le istruzioni dell’esercente, l’ENAC (Direttore
Aeroportuale competente) o l’Autorità consolare all’estero, provvederanno alla nomina del
comandante per il tempo necessario. Appare del tutto evidente, che la prevista”nomina
legale”del comandante, sia stata prevista nell’interesse primario dei passeggeri e del carico,
allo scopo di non pregiudicare il buon esito del viaggio.
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Va chiarito, infine, che la disposizione in esame non specifica che la direzione della”manovra
e della navigazione”da parte del comandante, debba essere personalmente esercitata da
quest’ultimo, senza soluzione di continuità, dal momento della partenza a quello di arrivo.
Resta, comunque, a suo carico (sia o no egli ai comandi) la finale responsabilità di tutte le
manovre (da intendersi come impiego in generale dell’aeromobile) effettuate in difformità
alle disposizioni di compagnia e/o alle regole e procedure del traffico aereo.
La generica disposizione in esame del citato art.872-2^co, tuttavia, non deve indurre alla
conclusione che si tratti di una”rappresentanza generale”. Il legislatore, infatti, ha posto dei
limiti a tali poteri di rappresentanza, come si dirà nel commento all’art.892 c.n., che segue.
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Legislazione Aeronautica
1) Fare eseguire le riparazioni e provvedere agli acquisti necessari per la continuazione del
viaggio. Trattasi di una facoltà attribuita al comandante, di provvedere durante il viaggio
alle eventuali deficienze tecniche e funzionali dell’aeromobile, senza incorrere nei ritardi
collegati alla richiesta di autorizzazione all’esercente. Per riparazioni necessarie debbono
intendersi solo quelle strettamente indispensabili per la continuazione del viaggio.
Quanto agli acquisiti necessari per il viaggio, tale facoltà sarà in pratica esercitata solo in
casi eccezionali, ove si consideri che a ciò provvederà direttamente l’esercente o suo rap-
presentante, in genere sempre presenti nei luoghi di inizio del viaggio.
2) Prendere a prestito, ove occorra, il danaro per far fronte alle esigenze di cui sopra. Appa-
re evidente, che una volta attribuita al comandante la facoltà di provvedere alle riparazioni
e gli acquisti necessari per l’aeromobile, non poteva negarsi anche il potere necessario per
far fronte alle relative spese indispensabili, per la prosecuzione e la conclusione del viaggio
nel tempo previsto.
3) Congedare persone dell’equipaggio ed assumerne per la residua durata del viaggio. Que-
sta facoltà è concessa solo in corso di viaggio, quando, cioè, risulta necessario al fine di
concludere la spedizione, assumere o congedare membri dell’equipaggio durante le va-
rie tratte del viaggio programmato,. È notorio,infatti, che nell’ambito dell’organizzazione
dell’impresa di navigazione aerea, spetta all’esercente o suo rappresentante nella qualità di
datore di lavoro, assolvere a tale compito.
Oltre la rappresentanza dell’esercente, al comandante potrà essere conferita per atto volon-
tario, anche la rappresentanza del proprietario dell’a/m, nei casi in cui quest’ultimo sia per-
sona diversa dall’esercente che gestisce l’a/m. In questo caso, l’art.894 c.n. dispone che il
comandante nella qualità di rappresentante del proprietario, “non può vendere ne ipotecare
l’aeromobile,senza mandato speciale del proprietario”. È opinione comune in dottrina, cha
tale articolo sia stato previsto nella Parte 2^ del Cod.Nav. (Navigazione Aerea) soltanto allo
scopo di evitare in questa branca, l’applicazione analogica della corrispondente disposizio-
ne della parte marittima. Nella Parte marittima, infatti, è previsto che qualora nel corso del
viaggio si verifichi un caso di estrema urgenza, la competente autorità giudiziaria del luogo
(o consolare all’estero) accertata l’assoluta”innavigabilità”della nave, potrà autorizzare il
comandante a venderla prescrivendo le relative modalità (art.311 c.n.).
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Legislazione Aeronautica
Va precisato, inoltre, che lo stesso comandante potrà essere soggetto alle previste sanzioni,
talvolta anche penali, qualora venga accertata una sua omissione o la non corretta applica-
zione delle disposizioni stabiliti dalla legge.
A tutela del comandante e dell’autorità che riveste, operano apposite disposizioni penali che
puniscono gli episodi di:
- “Offesa in danno del comandante” (art.1104 c.n.) commessa sia da parte dei membri
dell’equipaggio che dei passeggeri;
- “Ammutinamento” (art.1105) da parte di membri dell’equipaggio che disobbediscono
collettivamente ad un ordine del comandante;
- “Complotto contro il comandante” (art.1108 c.n.) per i reati commessi contro la sua persona
o contro l’esercizio dei suoi poteri.
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Legislazione Aeronautica
Va ancora precisato, che il comandante ha il potere disciplinare soltanto nei confronti dei
passeggeri e non nei confronti dell’equipaggio. Il potere di irrogare le sanzioni disciplinari
nei confronti dell’equipaggio, è conferito alla prevista autorità aeronautica (art.1250 c.n.) e
cioè al Direttore ENAC o autorità consolare all’estero. Costituiscono infrazioni disciplinari
gli atti o comportamenti contrari alla disciplina di bordo,che incidono negativamente sul
regolare svolgimento della navigazione e delle operazioni di bordo.
Le infrazioni disciplinari sono contenute nel Libro 2^ della Parte 3^ del Cod.Nav. e sono
disposizioni comuni sia per la navigazione marittima ed interna, che per quella aerea.
Le infrazioni disciplinari previste per i passeggeri applicabili anche alla navi-gazione aerea,
sono sancite nell’art. 1256 c.n.; esse sono:
- la mancanza di rispetto verso il comandante o i graduati dell’aeromobile (punto 1);
- recare molestia agli altri passeggeri o all’equipaggio (punto 2);
- turbare in qualsiasi modo il buon ordine dell’aeromobile (punto 3);
- l’inosservanza di disposizioni del regolamento di bordo (punto n.4).
In virtù dei poteri conferiti al comandante (art.1257- ultimo co.) quest’ultimo, in presenza
di un’infrazione disciplinare commessa dal passeggero, potrà irrogare direttamente al tra-
sgressore la sanzione ritenuta opportuna.
Qualora, invece, il passeggero non esegua un ordine del comandante concernente la sicu-
rezza dell’aeromobile, poiché tale fatto costituisce reato, il passeggero potrà essere punito
dall’autorità giudiziaria a norma dell’art.1095 c.n.,con la pena alternativa della reclusione
fino a 3 mesi o con la multa fino a euro 206.
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Dette sanzioni, come già chiarito, possono essere irrigate soltanto dal Direttore ENAC o
autorità consolare all’estero (art.1250 c.n.). Pertanto, in presenza di infrazioni disciplinari
commesse dall’equipaggio, il comandante ha il solo potere di semplice denunzia all’ENAC
(o autorità consolare all’estero) affinché possa instaurarsi nei confronti del trasgressore, il
previsto procedimento disciplinare.
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Qualora, invece, il comandante utilizza un aeromobile che non abbia ottenuto i documenti
comprovanti l’esistenza dei requisiti di navigabilità (certificato di navigabilità -art 763 c.n.)
la pena prevista dall’art.1216 – 3^ co, è quella fissata per il suo esercente (arresto fino ad un
anno, oppure, ammenda fino ad Eu. 1032) ma diminuita in misura non eccedente un terzo.
B) vigilare affinché non vengano imbarcate persone inferme o diversamente abili, senza la
prevista autorizzazione della competente autorità (art.815),oppure, persone manifestamente
affette da malattia grave o comunque ritenute pericolose per la navigazione. L’art.1226 -2^co
punisce il comandante che non osserva le disposizioni dei regolamenti speciali sull’imbarco
dei passeggeri infermi, con l’arresto fino a sei mesi, ovvero con l’ammenda sino a Eu.103.
C) impedire l’imbarco di armi, munizioni e gas tossici, non provvisti della speciale auto-
rizzazione ENAC (art.816) oppure, merci pericolose o vietate da norma di polizia (art.817
c.n.) L’art.1199 -1^ co – punisce il comandante che imbarca le merci citate con la sanzione
amm.va di una somma da Eu.5.164 ad Eu 30.987. Qualora, invece, l’imbarco di armi, muni-
zioni e gas tossici, venga effettuato al fine di commettere contrabbando o altro delitto, l’art.
1101 c.n. punisce il comandante con la reclusione da 6 mesi a 2 anni.
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Legislazione Aeronautica
Se nel corso del viaggio, le merci regolarmente imbarcate divengono nocive per l’aero-
mobile, per le persone o per il carico, il comandante dovrà provvedere allo sbarco di esse
sull’aeroporto di primo approdo, dandone comunicazione all’autorità di pubblica sicurezza.
D) non assumere il comando di un aeromobile oltre i limiti della propria abilitazione al co-
mando. Se ciò si verifica, l’art. 1220 punisce il comandante (se dal fatto non scaturisce un
più grave reato) con la sanzione amm.va da Eu 206 ad Eu 516.
E) volare al di sopra centri abitati, aeroporti o assembramenti di persone all’aperto, nei li-
miti e modalità stabilite dal Regolamento N.A.
L’art.1228 – 1^co, infatti, punisce il comandante (con l’arresto fino a 6 mesi o con l’am-
menda sino a Eu 516) che sorvola i luoghi predetti, in violazione delle prescrizioni del
Regolamento N.A. Il citato art.1228 del cod.nav., fa riferimento al vecchio Regolamento
della Navigazione Aerea del 1925 (tuttora parzialmente applicabile) il cui art. 125/ter così
dispone:”Ogni aeromobile deve, volando sopra centri abitati o sopra località dove siano
agglomerazioni di persone, mantenersi ad una quota che rende l’atterraggio sempre possi-
bile, anche in caso di arresto al motore, al di fuori del centro abitato o dell’agglomerazio-
ne, ovvero su un aeroporto”.
Va precisato, che la condanna per le violazioni dei citati artt. 1215 (utilizzo dell’aeromobile
in cattivo stato di navigabilità) ed 1228 (sorvolo di centri abitati e getto da aeromobili) com-
porta la sanzione accessoria prevista dall’art.1232 c.n., della sospensione dei titoli, ovvero
della professione.
F) Infine, incombe sul comandante, nel corso del viaggio, il dovere di adottare tutti i prov-
vedimenti necessari per la salvezza dell’aeromobile, dei passeggeri e del carico (art.893
c.n.).
A tal fine, come già accennato in precedenza, il comandante potrà imporre precisi ordi-
ni sia all’equipaggio che ai passeggeri. L’inosservanza di tali ordini emessi in relazione
alla”Sicurezza della Navigazione”costituiscono veri e propri”reati”e, pertanto, sono puniti
penalmente dall’autorità giudiziaria.
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Legislazione Aeronautica
Inoltre, il Reg.CE 3922/91 (come modificato dal Reg CE 1899/06 che recepisce in Allegato
n.3 - quest’ultimo in vigore dal Lug/08 - la JAR/OPS1 che assume, così, valore di legge
comunitaria) conferisce al Com/te”l’autorità di sbarcare qualsiasi persona o qualsiasi parte
del carico che, a suo avviso, possa costituire un pericolo potenziale per la sicurezza del ve-
livolo o dei suoi occupanti”.
Nota: (Sbarco del passeggero) La facoltà concessa la Com/te dalla recepita JAR/OPS1
(denominata OPS1 nel Reg.CE1899/06) si differenzia dalla stessa facoltà concessa nella
Convenzione di Tokio/63, perché la norma comunitaria prevede lo sbarco del passeggero
non collegato necessariamente ad un reato da quest’ultimo commesso a bordo.
3) Polizia Giudiziaria
La funzione di Ufficiale di Polizia Giudiziaria è attribuita al comandante di aeromobili
dall’art 1235 punto 2) c.n. Va chiarito, che detta funzione è riferita “ai reati commessi a bor-
do nel corso della navigazione”. Ciò esclude, pertanto, ogni ulteriore periodo antecedente
alla partenza e successivo all’approdo dell’aeromobile.
Considerato che la navigazione dell’aeromobile potrà interessare sia spazi aerei non sog-
getti alla sovranità di alcuno Stato (spazi aerei internazionali) che spazi aerei soggetti alla
sovranità di altro Stato (diverso da quello di immatricolazione dell’aeromobile in navi-
gazione) il quesito che si pone e se durante la navigazione nei predetti spazi, rimangono
inalterati i poteri di P.G del comandante durante la navigazione, in applicazione della legge
nazionale dell’aeromobile.
A tal proposito, operano gli artt. 4 e 5 Cod.Nav. L’art.4 (Navi ed aeromobili italiani in loca-
lità non soggetti alla sovranità di alcuno Stato) stabilisce che le navi e gli aeromobili in tali
luoghi e spazi, “sono considerati come territorio italiano”.
L’art.5 (Legge regolatrice degli atti compiuti a bordo di navi ed aeromobili in navigazione)
nel recepire lo stesso principio fissato nella Convenzione di Tokio/1963 (Convenzione in-
ternazionale sugli atti illegali a bordo degli aeromobili in corso di navigazione) stabilisce
che: “gli atti ed i fatti compiuti a bordo di una nave o di un aeromobile nel corso della na-
vigazione in luogo e spazio soggetto alla sovranità di uno Stato estero, sono regolati dalla
legge nazionale della nave o dell’aeromobile…” Lo stesso vale per gli aeromobili stranieri
in navigazione nello spazio aereo soggetto alla sovranità dello Stato italiano, a condizione
di reciprocità.
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Legislazione Aeronautica
Pertanto, dal combinato disposto dei predetti artt.4 e 5 cod.nav., il comandante di un aero-
mobile nazionale potrà esercitare la funzione di polizia giudiziaria per tutti i fatti penalmen-
te perseguibili commessi a bordo, oltre ai casi di navigazione in spazi aerei internazionali,
anche nei casi di navigazione all’interno degli spazi soggetti alla sovranità di uno Stato
estero, che abbia recepito la citata Convenzione di Tokio.
Tutti gli atti di Polizia Giudiziaria compiuti a bordo da parte del comandante, dovranno
essere trascritti su Giornale di bordo. Inoltre, egli ha l’obbligo di presentare una relazione
su tali fatti, al Direttore Aeroportuale ENAC competente dell’aeroporto di primo approdo
(art.1236 -2^ c.n). Per i reati commessi durante la navigazione, il comandante prima della
partenza dal luogo di primo approdo e comunque entro 24 ore da tale approdo, deve conse-
gnare le eventuali persone poste in stato di arresto o di fermo e tutti gli atti, le denunce e le
querele compilate o ricevute a riguardo ed i corpi di reato, all’autorità aeronautica locale,
ovvero, all’estero, all’autorità consolare (art.1237 c.n.).
Per i voli diretti o provenienti da Stati membri UE (voli intracomunitari) com’è noto, i pas-
seggeri sono esenti dai controlli doganali e, pertanto gli aeromobili possono atterrare e de-
collare da aeroporti nazionali non doganali. In questi casi, però, è previsto che i passeggeri
siano in possesso di un valido documento di riconoscimento e che tale circostanza dovrà
essere menzionata nel piano di volo.
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Legislazione Aeronautica
Giova chiarire, che l’abolito controllo doganale ai passeggeri per i voli diretti o provenien-
ti dall’estero da/per aeroporti di Stati membri UE, non va confuso con il controllo di Poli-
zia di frontiera, diretto all’accertamento dell’identità delle persone che escono o entrano
nel territorio dello Stato italiano.
Altri obblighi doganali sono attribuiti al comandante di aeromobile dal Testo Unico delle
Leggi Doganali (DPR n.43/1973); si citano, ad esempio:
A) l’obbligo di presentare il Manifesto di carico alla Dogana aeroportuale, per gli aeromo-
bili adibiti al trasporto merci. Sono esonerati da tale obbligo gli aa/mm appartenenti alle
imprese esercenti servizi di trasporto aereo di linea, per i quali in luogo del manifesto di
carico viene fornita la”Dichiarazione Unica del vettore”;
B) l’obbligo da parte del comandante di un volo proveniente dall’estero (da Stati non mem-
bri UE) che sia costretto ad atterrare su un aeroporto non doganale, di avvertire nel più bre-
ve tempo possibile il più vicino ufficio doganale o Guardia di finanza (art.114 T.U. citato).
Ulteriori obblighi di vigilanza da parte del comandante di aeromobile in materia doganale,
sono sanciti nel predetto Testo Unico delle leggi doganali.
- Polizia Sanitaria
Quale ufficiale di Polizia Sanitaria, è fatto obbligo al comandante di notificare al Direttore
Aeroportuale competente dell’aeroporto di primo approdo, ogni caso rilevante verificatosi
a bordo che interessi la salute pubblica. Deve, inoltre, fornire tutte le informazioni utili in
suo possesso al medico di aeroporto, per agevolare quest’ultimo allo svolgimento dei propri
compiti (art. 5 e 23 Regolamento Polizia Sanitaria dell’Aeronavigazione).
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Legislazione Aeronautica
Il comandante procederà al rito dopo che gli sposi abbiano giurato l’inesistenza di impedi-
menti di legge ed indicherà nell’atto di matrimonio, il modo con cui ha accertato l’immi-
nente pericolo di vita.
L’atto di matrimonio compilato dal comandante, dovrà essere registrato sul Giornale di bor-
do e consegnato al Direttore Aeroportuale ENAC dell’aeroporto di primo approdo o all’au-
torità Consolare all’estero (art.834 c.n.). Il comandante che non osserva le disposizioni del
citato art 834 c.n., potrà essere punito, se il fatto non costituisce un più grave reato, con la
sanziona amministrativa fino a Eu.516 (art.1205 c.n.).
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 16
IL GESTORE AEROPORTUALE
16.1 - Introduzione
Con Legge 9/11/2004 n.265 (Interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile) e succes-
sivo Decreto Legislativo attuativo DgL 9/05/2005 n.96 (Revisione della Parte Aeronautica
del Codice della Navigazione) in vigore dal 21/Ott/2005, è stata introdotta nell’ordinamen-
to giuridico nazionale, la figura del”Gestore Aeroportuale”.
Negli ultimi anni si è notevolmente dibattuto sulle funzioni e responsabilità dei Gestori ae-
roportuali, a causa di uno scenario normativo mai ben definito. Le incertezze spesso riscon-
trate sulle effettive competenze dei gestori aeroportuali, erano dovute principalmente dalla
complessità dell’ambiente aeroportuale,caratterizzato dalla presenza di diversi organismi
pubblici, con proprie competenze istituzionali. In tale contesto, inoltre, le disposizioni di
legge o regolamentari del settore, avevano una valenza diversa a seconda del tipo di gestio-
ne: “gestione totale”, “parziale”o”parziale precaria”e tutto ciò non ha giovato all’efficienza
operativa degli aeroporti o sistemi aeroportuali.
Con l’evoluzione e la crescita del trasporto aereo, nonché per l’indirizzo operativo tracciato
da ENAC in questi ultimi anni, di retrocedere sempre pi dai propri compiti operativi sugli
aeroporti statali, il Gestore aeroportuale, quale operatore privato che gestisce un servizio
pubblico essenziale, è divenuto man mano il principale soggetto di riferimento, sia sotto
l’aspetto operativo che quello della sicurezza di tutte le operazioni di assistenza al suolo,
compreso il controllo di sicurezza dei passeggeri, bagagli e merci. In questo contesto, il
legislatore ha avvertito la necessità di introdurre un nuovo quadro normativo certo e defi-
nito, con norme che delimitano con certezza le competenze, i ruoli ed i compiti dei diversi
soggetti pubblici e privati e le attività che gli stessi sono chiamati a svolgere sugli aeroporti.
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Come si nota dalla disposizione di cui sopra, trattasi di una”gestione totale”in cui il Gestore
(ente o società) ha la responsabilità circa il regolare svolgimento di tutte le operazioni al
suolo sugli aeroporti e di garantire l’efficienza (ad eccezione degli Aiuti Visivi Luminosi
-AVL- di competenza ENAV) dei sistemi e delle infrastrutture aeroportuali ed attiva tutte le
procedure LVP (low visibility procedures) su indicazione dell’ENAV. Si evidenzia, inoltre,
che spetta al Gestore predisporre i coordinamenti operativi necessari, tra tutti gli enti od
operatori vari che operano sull’aeroporto e controllare che tutte le attività, vengano svolte
con efficienza ed in condizioni di sicurezza.
Ferme restando le competenze attribuite ai singoli organi statali, in materia di ordine pub-
blico, prevenzione e lotta agli incendi, soccorso e protezione civile, il Gestore aeroportuale:
d) assicura agli utenti la presenza in aeroporto dei necessari servizi di assistenza a ter-
ra; fornendogli direttamente o coordinando l’attività dei soggetti idonei che forniscono i
suddetti servizi a favore di terzi o in autoproduzione; (Non sempre il Gestore fornisce di-
rettamente tutti i servizi di assistenza a terra. Nei maggiori aeroporti commerciali i servizi
di handling, check-in, operazioni di carico e scarico di bagagli e merci, servizio di risto-
razione, etc.. sono gestiti da operatori diversi. Talune compagnie aeree, inoltre, gestiscono
direttamente in proprio, ovvero,”in autoproduzione”il servizio handling. Spetta al Gestore,
quindi, assicurare e coordinare tutti questi servizi);
e) sotto la vigilanza di ENAC e coordinandosi con ENAV, assegna le piazzole di sosta agli
aa/mm e assicura l’ordinato movimento degli altri mezzi e del personale sui piazzali, al fine
di non interferire con l’attività di movimentazione degli aa/mm, verificando il rispetto delle
prescrizioni del”Regolamento di scalo”da parte degli operatori privati fornitori di servizi
aeroportuali; (Anche da questa disposizione emerge il ruolo centrale del Gestore aeropor-
tuale, giacchè è quest’ultimo che ha l’onere e la responsabilità di vigilare e controllare tutti
gli operatori privati, al fine di garantire lo svolgimento in sicurezza di tutte le operazioni al
suolo ed il rispetto del Regolamento di Scalo -vedi seguito);
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Legislazione Aeronautica
e-bis) propone all’ENAC l’applicazione delle misure sanzionatorie previste per l’inosser-
vanza delle condizioni d’uso degli aeroporti e delle disposizioni del Regolamento di scalo,
da parte degli operatori privati fornitori di servizi aerei aeroportuali.;
e-ter) applica, in casi di necessità ed urgenza e salva ratifica dell’ENAC, e misure interdit-
tive di carattere temporaneo previste dal Regolamento di Scalo e dal Manuale di aeroporto.
g) redige la carta dei servizi in conformità alle direttive emanate dal Ministero Infrastrut-
ture e dei Trasporti e dall’ENAC e garantisce il rispetto dei previsti livelli di qualità dei
servizi offerti all’utenza;
(La predisposizione di una Carta dei Servizi da parte di ogni soggetto erogatore di un ser-
vizio pubblico nel settore dei trasporti, è stata introdotta con DPCM 30/12/98, in riferi-
mento alla L. n.273 dell’11/07/1995. Un’apposita Circolare ENAC, la n.02/05/2002, detta
le linee guida in prima applicazione per i Gestori aeroportuali ed i Vettori aerei. Ai Gestori
aeroportuali, quindi, è fatto obbligo di pubblicare annualmente la Carta dei Servizi offerti
al pubblico. Tale Carta dovrà essere distribuita agli utenti in luogo facilmente accessibile,
unitamente ad appositi moduli per eventuali suggerimenti.
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Legislazione Aeronautica
Inoltre, ai sensi dell’art.712 Cod.Nav (Collocamento di segnali) come modificato dal DgL
151 del 15/Mar/2006, al gestore compete il monitoraggio dell’efficienza dei segnali col-
locati da ENAC sugli ostacoli, situati nelle zone soggette a limitazioni nelle aree adiacenti
agli aeroporti, di cui all’art.707.
Infine, ai sensi dell’art 806 Cod.Nav. (Limitazione all’utilizzazione degli aeroporti) il ge-
store dovrà segnalare all’ENAC le variazioni di agibilità degli impianti e dei servizi
aeroportuali, che possano determinare l’adozione di provvedimenti da parte ENAC.
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Per gli aeroporti con traffico commerciale inferiore a 5000 movimenti annui, la decorrenza
è stata fissata a 30/Nov/2006.
Il Certificato dell’aeroporto viene rilasciato dall’ENAC, sulla base dell’esito favorevole dei
propri accertamenti. A tal fine, il Gestore dovrà consentire al personale ENAC autorizzato
a condurre i predetti accertamenti, l’accesso a tutte le infrastrutture aeroportuali, agli uffici
e documenti.
Infine, il Gestore assicura che ogni attività relativa all’uso di infrastrutture, impianti e at-
trezzature, vengano svolte secondo le indicazioni del Manuale dell’Aeroporto.
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Legislazione Aeronautica
Per potere garantire un sicuro svolgimento delle operazioni aeroportuali, il Gestore deve
avere una struttura d’esercizio efficace per la gestione e la supervisione delle seguenti aree
cui sono preposti i Post holders:
• area di movimento,
• terminal
• progettazione infrastrutture e sistemi,
• manutenzione infrastrutture e sistemi.
Il Gestore deve garantire che ciascun settore della propria organizzazione, sia dotato di
personale in numero adeguato alla entità e complessità delle operazioni e dovrà predisporre
strutture idonee, per garantire una gestione in sicurezza delle proprie operazioni.
A partire dal 24 Novembre 2005 il Gestore deve essere dotato di un sistema di gestione
della sicurezza (Safety Management System – SMS) che descriva la struttura dell’organiz-
zazione, nonché i compiti, poteri e responsabilità del personale, ed assicuri che le attività
siano condotte in un modo documentato e controllato.
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Il Manuale deve chiaramente indicare, per ciascun compito descritto, le figure responsabili
con le relative attribuzioni. È lo strumento attraverso il quale tutto il personale operativo,
viene debitamente informato sulle proprie mansioni e responsabilità.
Il Manuale deve contenere, inoltre, la descrizione di tutti i servizi e le strutture dell’aeropor-
to, nonché, tutte le procedure operative necessarie, quali:
Il Gestore è responsabile della preparazione del Manuale dell’aeroporto e della sua con-
formità ai requisiti ed alle indicazioni contenuti nei Regolamenti e negli altri documenti
dell’ENAC. Inoltre, il Gestore dovrà curarne l’aggiornamento e stabilire nella prefazione,
l’obbligo di utilizzo del Manuale da parte del proprio personale.
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Ognuno delle predette emergenze, deve essere accuratamente pianificata ed affrontata con
idonee procedure ben definite.
I soggetti interessati ai casi di emergenza, sono:
- Gestore aeroportuale;
- Ente ATS;
- Vigili del fuoco;
- Protezione civile;
- Servizio 118;
- Servizio sanitario ospedaliero;
- Forze di Polizia.
Le procedure previste per ogni singola emergenza, sono contenute nel “Piano di Emergenza
aeroportuale” adottato da ENAC.
Dette procedure, individuano “chi faccia cosa” nei casi di emergenza, consentendo così a
ciascun soggetto interessato, di poter individuare con certezza i propri compiti da svolgere
e ciò a beneficio di una pronta ed efficiente azione di soccorso.
La Legge n.265/2004 art. 2 punto 3, prescrive che il Piano di Emergenza aeroportuale è adot-
tato da ENAC, sentiti il Gestore, ENAV e gli altri organismi pubblici che operano in aeropor-
to. Il Piano di emergenza aeroportuale era già stato previsto nel Regolamento per Costruzio-
ne ed Esercizio degli Aeroporto, ancor prima della L.265/2004 e con un’apposita Circolare
(APT-18/2004) sono state dettate le linee guida e lo schema tipo per la sua elaborazione.
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Nei citati documenti, emerge per importanza il ruolo centrale del Gestore aeroportuale, quale
coordinatore di tutti gli organi interessati all’emergenza, il quale deve, tra l’altro,individuare
nell’ambito delle infrastrutture aeroportuali, idonei locali da adibire a “Centro Operativo
per l’Emergenza” ed identificare una persona che assume il controllo di detto centro.
Nella fase di”soccorso”, gli attori principali almeno nella primissima fase, sono il Distacca-
mento aeroportuale dei Vigili del Fuoco ed il Nucleo sanitario aeroportuale ed ospedaliero.
La fase”post soccorso”comprende l’assistenza ai passeggeri incolumi ed ai familiari dei
passeggeri presenti.
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Lo scopo del Regolamento di scalo, è quello di disciplinare accuratamente ogni singola at-
tività che si svolge al suolo sui piazzali, compresa la movimentazione degli aa/mm (Apron
Service) affidata all’ENAV dalla L.265/2004 ed il movimento delle persone e mezzi sui
piazzali. Sull’Apron si svolgono le attività di vari prestatori di servizi, dei vettori ed enti,
ed è quindi necessario che tali attività siano svolte sulla base di predisposte procedure di-
rette ad assicurare ordinati movimenti delle persone e dei mezzi che vi operano. Inoltre, al
fine di garantire la sicurezza di tutte le operazioni, occorre che vi sia un adeguato scambio
di informazioni tra Gestore ed ENAV. In questo contesto, il Gestore dovrà coordinare con
l’ENAV circa le procedure da adottare, affinchè ENAV possa “assicurare l’ordinato movi-
mento degli aa/mm sui piazzali”, come per legge.
Il Regolamento di scalo una volta approvato, ha efficacia cogente per tutti i soggetti inte-
ressati. Il mancato rispetto delle disposizioni in esso contenute, integra la violazione di cui
all’art.1174 del Cod.Nav, che cosi’ dispone :
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Agli operatori dei Servizi di Assistenza a terra, qualora l’inosservanza abbia inciso negati-
vamente sugli standard di qualità previsti, la predetta S.A. sarà commisurata alla percentua-
le di degrado di detti standard, come segue:
- Fino al 5% sanzione €uro 1.032,91;
- Da 5% a 25% sanzione €uro 3.500,00;
- Oltre 25% sanzione €uro 6.197,48.
(Art. 11 Reg.ENAC Rilascio del Certificato di Prestatore di Servizi Aeroportuali di Assi-
stenza a Terra).
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QUESIONARIO
Quali sono in compiti attribuiti al Gestore aeroportuale dall’ art.705 Cod. Nav?
Qual’è il documento obbligatorio che il Gestore dovrà ottenere per esercitare la gestionale
aeroportuale?
Qual’è il documento nel quale sono disciplinate tutte le attività dei vari operatori aeropor-
tuali che si svolgono al suolo sull’aeroporto?
Chi ha l’obbligo di vigilare sul rispetto del Regolamento di Scalo, da parte di tutti gli ope-
ratori aeroportuali privati?
Qual’è la responsabilità del Gestore sui piazzali, relativa alla movimentazione delle perso-
ne, mezzi ed aeromobili?
Rientra tra i compiti del Gestore, l’individuazione delle zone adiacenti l’aeroporto da sotto-
porre a vincoli per la sicurezza della navigazione aerea?
Rientra tra i compiti del Gestore, la segnalazione di ostacoli esterni al sedime aeroportuale
pericolosi per la navigazione aerea?
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Legislazione Aeronautica
CAPITOLO 17
PROPRIETÀ ED USO DEGLI AEROPORTI - DISTINZIONE GIURIDICA E
TECNICA DEGLI AA/MM – VOLI DI STATO
Con la recente modifica apportata alla Parte aeronautica del Codice della Navigazione, in
vigore dal 21/Ott/2005, è stato completamente riscritto il titolo riguardante i beni pubblici
destinati alla navigazione. Per beni pubblici destinati alla navigazione, si intendono quei
beni demaniali (cioè di proprietà pubblica: Stato, Regioni, Provincie e Comuni) che rien-
trano tra i mezzi che consentano alle pubbliche autorità, di perseguire finalità pubbliche in
materia di navigazione.
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Gli aa/mm diretti all’estero, possono partire soltanto dagli aeroporti doganali (salvo Specia-
le autorizzazione del Ministero Infrastrutture e Trasporti.).
Va precisato, tuttavia, come chiarisce l’art. 800 CN, che è considerato diretto all’estero,
“l’a/m destinato ad uscire dal territorio doganale dell’Unione europea”. Lo stesso dicasi
per gli aeromobili provenienti dall’estero, da considerarsi quelli che “entrano nel territorio
doganale dell’Unione europea”(art. 805 -2^).
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In riferimento agli ULM (ultra light machine) costruiti per il volo da diporto o sportivo, lo
stesso articolo precisa che per dette macchine “non sono da applicarsi le disposizioni del
Cod.Nav”. Pertanto, non sono da considerarsi aeromobili in senso giuridico, gli apparecchi
che rispettano i limiti indicati dalla legge istitutrice L. n. 106 25/3/85.
- Aeromobili di Stato (art.744-1^co C.N) Gli aeromobili di Stato sono gli aa/mm militari e
quelli di proprietà dello Stato impiegati in servizi istituzionali delle Forze di Polizia, VVFF,
Dogana, Protezione Civile. Gli aa/mm militari (art.745 CN) sono quelli considerati tali da
leggi speciali e comunque quelli progettati e costruiti per usi militari.
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- Gli aa/mm da trasporto pubblico sono quelli destinati a trasportare persone o cose median-
te compenso di qualsiasi natura (eccetto i casi di trasporto gratuito) gestiti da un’impresa di
navigazione in possesso della relativa”licenza di esercizio”di trasporto pubblico. Sono essi
gli aa/mm delle compagnie aeree che effettuano il trasporto di persone o merci (di linea o
non di linea) contro remunerazione.
- Gli aa/mm da lavoro aereo sono quelli destinati a scopi industriali o commerciali o altra
destinazione, effettuati con compenso che non identificano il trasporto di persone o cose.
Trattasi di aa/mm (velivoli ed elicotteri) impiegati in attività remunerate, quali: traino stri-
scioni pubblicitari; trasporto di carichi esterni per attività industriali; spargimento di sostan-
ze nebulose in agricoltura, etc.. tutte attività diverse dal trasporto di persone o cose, come
sopra identificato.
- Gli aa/mm da turismo sono tutti gli altri aa/mm che non sono impiegati nell’attività di
trasporto aereo, ne di lavoro aereo. Sono essi i velivoli di proprietà di privati, aeroclubs o
di società, impiegati in attività di uso proprio, oppure, in attività istruzionale o ricreative.
Gli aa/mm equiparati a quelli di Stato, sono gli aa/mm utilizzati da soggetti pubblici o priva-
ti, anche occasionalmente, adibiti ad “attività dirette alla tutela della sicurezza nazionale”
(art.744 4^ co). Inoltre, il Ministro delle infrastrutture e dei Trasporti può, con proprio
provve-dimento, equiparare agli aa/mm di Stato quegli aeromobili che, pur appartenendo a
privati ed essendo da questi esercitati, siano adibiti ad un servizio di Stato di carattere non
commerciale (art.746-1^). Nell’apposito provvedimento sono stabiliti i limiti e le modalità
dell’equiparazione.
Gli aa/mm equiparati a quelli di Stato di cui all’art 744-4^co e quelli di cui all’art 746- 1^
co (sopracitati) sono esentati da tasse, diritti o tariffe, ed hanno diritto di priorità nell’utiliz-
zazione delle strutture aeroportuali (art.748-2^ cod.nav.).
Con la nascita del Codice della Navigazione (Regio Decreto 30/Mar/1942 n.327) fu abro-
gato il Regolamento per la N.A all’epoca vigente (Regio Decreto 11/Gen/1925 n.356,) ad
eccezione di alcune disposizioni di quest’ultimo (tuttora applicabili) non in contrasto con il
nascente Codice e ritenute necessarie per l’applicazione di taluni articoli del nuovo Codice.
La classificazione generale degli aeromobili, dal punto di vista tecnico di costruzione, è con-
tenuta nell’apposita Tabella nelle “Norme Generali e Definizioni” del citato Regolamento
N.A. del 1925. Nessuna successiva classificazione è stata fatta dal legislatore nazionale.
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Pertanto, allo stato attuale la classificazione tecnica degli aeromobili risulta la seguente:
Come si nota dallo schema di cui sopra, risulta netta la distinzione tra le categorie
“Velivolo”ed “Elicottero”, nell’ambito di appartenenza alla più ampia categoria “aerodine”,
riconducibile alla definizione di aeromobile. Pertanto, ove si vogliano attribuire regole o
procedure diverse tra Velivoli ed Elicotteri, è necessario specificare la loro corretta denomi-
nazione e non riferirsi semplicemente alla generica espressione di”aeromobile”.
La qualifica di volo di Stato, sarà attribuita ad aeromobili civili e militari con le modalità
previste da un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, emanato in attuazione
dell’art. 746 Cod.Nav.
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Le richieste sono rivolte alla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Ufficio per i voli di
Stato, di Governo e umanitari e inoltrate, per il tramite del Segretario Generale, alla firma
del Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri a ciò delegato.
Potrà essere inoltre disposto per i Ministri e per le delegazioni ufficiali degli Organi costi-
tuzionali, ove ricorrano entrambe le condizioni di seguito indicate:
a) sussistono comprovate ed inderogabili esigenze di trasferimento connesse all’efficace
esercizio delle funzioni istituzionali;
b) non sono disponibili voli di linea nè altre modalità di trasporto compatibili con l’efficace
svolgimento di dette funzioni. Solo in casi eccezionali: ai Vice Ministri e ai Sottosegretari
di Stato.
b) per eseguire interventi sanitari entro limiti di tempo determinati ed improrogabili (es:
trasporto di organi e personale sanitario per trapianti);
4) In altre ipotesi
riguardanti cittadini italiani dimoranti nel territorio della Repubblica o all’estero, quando
sussistano condizioni di grave disagio connesse a situazioni di malattia o calamità, oppure
altri soggetti per contingenti ragioni connesse al ruolo svolto dall’Italia nell’ambito delle
Organizzazioni Internazionali.
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Nell’ambito del trasporto aereo di Stato, si considerano sempre prioritarie le esigenze del
Presidente della Repubblica.
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QUESTIONARIO
Cosa sono i beni demaniali?
Circa l’uso degli aeroporti civili nazionali da parte di voli extracomunitari, effettuati sulla
base di accordi bilaterali, quale obbligo incombe sul Com/te circa la scelta dell’aeroporto
di destinazione?
Qual’è la fonte normativa nazionale in cui sono stabiliti i vincoli alla proprietà privata nelle
aree adiacenti agli aeroporti?
Può un a/m di un volo extracomunitario atterrare sugli aeroporti nazionali sulla base della
sola presentazione del Piano di Volo?
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PARTE TERZA
ELEMENTI DI DIRITTO PENALE
Generalità
Lo Stato al fine di assicurare l’ordinato e pacifico svolgimento della vita in comune della
società, ha fra i suoi scopi principali quello di combattere ed arginare le attività criminose.
Nell’adempimento di tale compito, lo Stato emana norme con le quali formula ipotesi cri-
minose, cioè, stabilisce modelli astratti di fatti umani (es: cagionare la morte di un uomo;
procurarsi un ingiusto profitto con violenza o minaccia) e vieta ai cittadini di assumere i
comportamenti concreti, che integrano le ipotesi criminose fissate, sotto la minaccia di par-
ticolari sanzioni.
CAPITOLO 18
La norma penale
Dalle norme imperfette, si distinguono le”norme penali in bianco”, nelle quali la sanzione
è determinata, ma il precetto ha un carattere generico dovendosi completare nel futuro; ov-
vero, è legato ad un precetto futuro dell’autorità competente (es: l’art. 650 c.p. prevede una
sanzione di arresto o ammenda - se il fatto non costituisce un più grave reato - per chiunque
non osservi un provvedimento dato dall’autorità per ragione di giustizia, sicurezza pubbli-
ca, ordine pubblico o igiene).
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Le vere e proprie norme penali, sono quelle che contengono il precetto e la sanzione e sono
definite “norme incriminatrici”. L’elemento che distingue la norma penale da tutte le altre
dell’ordinamento giuridico, è costituita dalla particolarità della pena. Essa, infatti, va ad
incidere sul bene fondamentale della persona, ovvero, sulla sua libertà personale: pene de-
tentive (ergastolo e reclusione per i Delitti; arresto per le Contravvenzioni – vedi seguito).
Vero è, che talune norme penali prevedono pene alternative (reclusione o multa per i delitti
ed arresto o ammenda per le contravvenzioni) e quindi, possono essere espiate anche con il
solo pagamento di una somma di denaro, al pari di una sanzione civile o sanzione ammini-
strativa pecuniaria. Va osservato, però, che mentre le sanzioni amministrative (SA) o sen-
tenze di condanna al pagamento di somme di danaro, se non pagate producono l’aggressio-
ne dei beni mobili ed immobili dell’autore della violazione o del debitore, per la sanzione
penale pecuniaria (multa o ammenda) è previsto il meccanismo della Conversione (art.102
L.689/81) ovvero, se essa non viene pagata, il giudice dell’esecuzione penale la convertirà
in”libertà controllata”, che comunque incide sulla libertà personale.
Nota: Qualora il condannato in regime di libertà controllata, violi una sola prescrizioni di
quelle previste, la libertà controllata si riconverte in pena detentiva.
Come si nota, il precetto della norma contiene un ordine “di fare”, che si può essere così lo-
gicamente inteso: “Trovando abbandonato o smarrito un fanciullo… omissis… oppure, un
corpo inanimato o persona ferita, etc…, devi prestare soccorso o darne immediata notizia
all’autorità”.
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Tra l’altro, in campo penale, un’eventuale retroattività delle norme penali risulterebbe an-
cora più grave, ove si consideri che è in gioco la libertà personale. Infatti, qualora le nuove
norme incriminatici avessero efficacia retroattiva, nessuno potrebbe mai essere sicuro per il
futuro, di non subire sanzioni penali per gli atti già compiuti e ciò esporrebbe i cittadini ad
arbitri e rappresaglie da parte del potere politico statale.
In questo caso, se il procedimento penale è ancora in corso, il soggetto verrà subito assolto.
Se, invece, è intervenuta la condanna ma non è stata ancora espiata la pena, non si darà luo-
go all’espiazione. Se la pena è stata già espiata, cesseranno gli effetti penali della condanna
(per la recidiva, benefici della sospensione condizionale, etc..); cioè, si considera come se il
fatto criminoso non sia mai stato commesso.
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Va precisato, che affinché un fatto concreto possa costituire reato, è necessario che il fatto
corrisponda esattamente all’ipotesi criminosa, delineata dal legislatore nella norma penale;
ovvero, che il soggetto abbia posto in essere un’azione od omissione, conforme a quella
contemplata dalla norma penale incriminatrice.
Infatti,”il reato non sussiste”, oppure,”il fatto non costituisce reato”, qualora il fatto com-
messo non vada ad integrare esattamente il precetto contenuto nella norma penale. Detto
principio, è infatti sancito nell’art.1 c. p, che così recita: “Nessuno può essere punito per
un fatto che non sia espressamente preveduto come reato dalla legge, ne con pene che non
siano da esse stabilite”.
Tuttavia, la distinzione principale dei reati che va subito fatta, è tra Delitti e Contravven-
zioni, operata dall’art.39 c.p. che così stabilisce : “I reati si distinguono in delitti e contrav-
venzioni, secondo la diversa specie delle pene per essi rispettivamente stabilite da questo
codice”.
Nell’art. 17 Cod. Pen. (Pene principali: specie) il legislatore ha elencato le diverse specie di
pena previste sia per i delitti che per le contravvenzioni. Cosicché: - sono delitti, quelli per
i quali sono comminate le pene dell’ergastolo, la reclusione o la multa; - sono contravven-
zioni, quelle per le quali sono comminate le pene dell’arresto o ammenda.
La reclusione e l’arresto sono pene detentive; la multa e l’ammenda sono pene pecuniarie
(penali). Entrambi, delitti e contravvenzioni, si definiscono reati. Pertanto, con riferimento
alla pena fissata, si potrà subito capire se si tratta di un reato o altro illecito (civile o ammi-
nistrativo) e se esso sia un delitto o una contravvenzione.
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I delitti sono ipotesi criminose più gravi, che attaccano direttamente l’integrità dei beni pri-
mari o interessi, danneggiandoli o sottoponendoli a pericoli. Essi sono contenuti nella parte
speciale del codice penale, ovvero nel Libro 2^. Le contravvenzioni, invece, sono ipotesi
criminose che attaccano i suddetti beni o interessi indirettamente (poiché non provocano
loro ne danno ne pericolo) ma creano situazioni sfavorevoli alla salvaguardia del bene o
interesse tutelato, oppure, che intralciano l’attività giuridica o quella sociale dello Stato.
Le contravvenzioni sono contenute nel Libro 3^ del codice penale.
Altra importante distinzione sta nell’elemento soggettivo del reato. I delitti sono di norma
punibile con riferimento al solo elemento psicologico del”dolo”; ovvero, all’intenzionalità
del soggetto di commettere il reato (eccetto taluni delitti specifici per i quali il legislatore
ha prescritto la punibilità anche a titolo di”colpa”es: omicidio colposo art.589 c.p.; lesioni
personali colpose art.590 c.p.; naufragio, sommersione o disastro aviatorio art.428 c.p.;
attentato alla sicurezza dei trasporti art.432 c.p.(questi ultimi applicati ai sensi dell’art.449
c.p.). Le contravvenzioni, invece, sono punibili tanto se il soggetto ha commesso il fatto
con dolo, quanto se l’abbia commesso a titolo di “colpa”(per i concetti di”dolo”e”colpa”,
vedi seguito in “Elemento soggettivo del reato”).
A seconda, poi, del tipo di condotta, i reati possono essere “commissivi od omissivi”; “reati
di pura condotta e reati di evento”; “reati di danno e reati di solo pericolo”; reati istantanei
e reati permanenti”, ed altre distinzioni derivanti dalle varie correnti dottrinali.
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CAPITOLO 19
L’analisi del reato : l’ Elemento Oggettivo
Va precisato, che oltre alla presenza dei sopracitati elementi, per l’esistenza di un reato è
necessario l’assenza delle”cause di giustificazione del reato”, le quali,”giustificando la con-
dotta”, escludono l’esistenza del reato (argomento non trattato in questa dispensa).
L’azione
L’azione in senso stretto, il più delle volte consiste in un movimento o più movimenti del
corpo, attivati da una forza psichica rivolta ad uno scopo. Ma può anche concretizzarsi nella
parola, che pure riflette la volontà del soggetto.
Nel diritto penale i singoli atti che compongono un’azione, rivestono una elevata impor-
tanza, poiché essi possono far scaturire più reati. Pertanto, occorre valutarli a carattere uni-
tario in relazione allo scopo a cui sono diretti, al fine di poter distinguere il singolo reato.
(Si pensi, ad esempio, ad un soggetto che colpisce più volte una persona con un pugnale al
fine di ucciderla. In questo caso, l’unitarietà degli atti formano una sola azione rispetto allo
scopo prefissato).
Occorre, quindi, che vi sia la “contestualità” dei singoli atti affinchè vi sia unitarietà. Ma ciò
ancora non è sufficiente; occorre, inoltre, laddove l’azione è composta da più atti, che essi
siano guidati da un unico scopo e che si svolgano in un unico contesto. Altrimenti, sussisto-
no più azioni distinte che potrebbero integrare più reati.
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L’omissione
L’essenza della omissione risiede nel”non aver agito”in un determinato modo, oppure, non
aver compiuto un determinato atto/i e, quindi, il mancato compimento dell’azione che si
attendeva da un determinato soggetto.
Va precisato, tuttavia, affinché l’omissione abbia rilevanza ai fini della punibilità, che
l’azione richiesta dalla norma, corrisponda ad un obbligo giuridico di fare. Soltanto in que-
sto caso la mancata azione assumerà il carattere dell’omissione giuridicamente punibile.
La norma generale posta alla base della punibilità di tutti i reati per omissione, è fissata
nell’art 40 c.p. 2^ co, che così recita: “non impedire un evento che si ha l’obbligo giuridico
di impedire, equivale a cagionarlo”.
Come si nota, il legislatore penale ha inteso punire l’inerzia al pari dell’azione, laddove
nel precetto di un determinato reato, si esige uno specifico comportamento. Saranno poi i
singoli precetti contenuti nei reati del codice o in altre disposizioni giuridiche, a far cogliere
l’azione richiesta.
19.2 - L’evento
L’evento è l’effetto o il risultato prodotto dalla condotta. Numerosi possono essere gli effetti
di una condotta. L’evento, il più delle volte potrà essere di natura fisica (distruzione di..)
oppure di natura fisiologica (morte o lesione di una persona) o ancora, di natura psicologica
(percezione offensiva della persona ingiuriata). Esistono, però, anche reati privi di effetti che
si concretizzano con la sola condotta. Si pensi, ad esempio, al reato di evasione (art.385 c.p.)
in cui non si richiede altro che sia compiuta l’azione descritta nella norma incriminatrice.
Non occorre che tra la condotta e l’evento vi sia un effetto immediato. L’evento può anche
avverarsi in tempo e luogo diverso, da quello in cui si è svolta la condotta. Inoltre, la con-
dotta potrà far scaturire una pluralità di eventi; ovvero, diverse figure criminose; oppure,
produrre un aggravamento della pena edittale di un reato. (Ad esempio il reato di cui all’art.
432 c.p. - attentato alla sicurezza dei trasporti - che è aggravato se dal fatto ne deriva un
disastro aviatorio - 3^ co).
Premesso le generalità di cui sopra, in riferimento all’evento va operata una netta distinzio-
ne tra: eventi di danno ed eventi di pericolo.
- Gli eventi di danno, sono gli effetti del reato che producono un danno (fisico, fisiologico
o psichico, come già detto) al soggetto passivo del reato.
Per soggetto passivo del reato, si intende la persona offesa dal reato; cioè, la vittima del
reato. Il soggetto passivo può essere, quindi, una persona, ma anche un soggetto giuridico
ancorché lo Stato, per tutti i reati contro la Pubblica amministrazione o contro l’ammini-
strazione della giustizia.
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Inoltre, in un reato vi possono essere più soggetti passivi, come nella strage, incendio, nau-
fragio, disastro aviatorio, l’incolumità pubblica.
- Gli eventi di pericolo, sono quelli che provocano un pericolo (e non un danno) per il sog-
getto passivo del reato. Il nostro diritto penale, infatti, prevede la punizione anche per deter-
minati atti che provocano la sola”messa in pericolo”; ovvero, il verificarsi della probabilità
di un evento dannoso, al bene protetto dalla norma.
Va detto, che il procedimento per accertare l’esistenza della messa in pericolo in talune
azioni, non è sempre agevole. Dovendosi valutare l’intenzionalità dell’agente, il giudice
dovrà innanzitutto riportarsi al momento dell’azione e valutare quest’ultima, come se gli
effetti dovessero ancora verificarsi. Dopodichè, dovrà tener conto di tutte le circostanze
conoscibili dall’uomo medio e, soprattutto, quelle particolari possedute dal soggetto atti-
vo; insomma, dovrà capire se gli atti compiuti sono stati posti in essere consapevolmente.
Ciò, perché, in molti casi, la messa in pericolo viene provocata da persone ignare circa gli
effetti di talune proprie azioni. Pertanto, se il reato è punito soltanto a titolo di dolo, (cioè
la volontà di provocare l’evento) è possibile che il giudice si convinca della mancata inten-
zionalità del soggetto attivo, di provocare la messa in pericolo.
Qualora, invece, il reato è punibile anche a titolo di colpa, in questi casi sarà molto più
agevole accertarne la punibilità, perché si prescinde dalla valutazione dell’elemento psico-
logico, ovvero, dalla intenzionalità del soggetto attivo, dovendosi accertare la più semplice
imprudenza o la negligenza o l’imperizia di quest’ultimo (vedi seguito i concetti di Dolo e
Colpa).
L’art. 40 1^co, fissa un principio generale circa la necessaria esistenza del rapporto di cau-
salità; mentre, l’art 41, fissa criteri per stabilire l’esistenza del rapporto di causalità, nei casi
in cui sia accertata la presenza di più cause (concause). Va subito precisato, che nei casi in
cui non emerga il rapporto di causalità tra la condotta e l’evento, oppure, che detto rapporto
venga interrotto da altre cause sopravvenute ritenute idonee, il soggetto che ha compiuta
l’azione o omissione, non potrà essere ritenuto colpevole dell’evento. Ma vediamo nei par-
ticolari il contenuto degli artt. 40 e 41 c.p.
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Per i sostenitori della seconda teoria, non è sufficiente in talune circostanze, la sola azione
o omissione collegata con l’evento per definirsi causa, ma occorre, invece, che il sogget-
to abbia svolto un’azione proporzionata, cioè adeguata, affinché possa considerarsi causa
dell’evento. Ma anche a questa teoria, si oppone la critica di non soddisfare pienamente
all’esigenza di certezza della causa, perchè richiederebbe di volta in volta che venga ac-
certata l’adeguatezza dell’azione o omissione (ovvero, se era o non era in astratto idonea
a determinare l’evento) e ciò porterebbe ad incertezza ed offrire all’imputato una comoda
scappatoia per sfuggire alle maglie della giustizia.
Si ritiene, in sostanza, che questa teoria contenga il difetto opposto alla”condicio sine qua
non”, perchè condurrebbe a troppe assoluzioni. La terza teoria, invece, raccoglie i consensi
della dottrina maggioritaria. Essa muove dal fatto che l’uomo è un essere fornito di coscien-
za e volontà ed attraverso la sua coscienza è in grado di rendersi conto degli effetti delle
sue azioni. Di conseguenza, soltanto gli effetti anormali o atipici, cioè fatti eccezionali,
possono sfuggire al suo dominio. Sulla base di questi concetti, si ritiene (F.Antolosei) che
il rapporto di causalità esiste, quando il soggetto con la sua condotta abbia posto in essere
una condizione dell’evento, ma che esso non sia dovuto al concorso di fattori eccezionali
ed imprevedibili al momento della condotta.
Quando, invece, nell’evento intervengono due o più cause, (cioè, accertata la presenza ed il
concorso di cause) tale circostanza è disciplinata dall’ art 41 1^ e 2^ co. che cosi recitano:
“Il concorso di cause preesistenti o simultanee o sopravvenute, anche se indipendenti
dall’azione od omissione del colpevole, non esclude il rapporto di causalità fra l’azione od
omissione e l’evento”.
Poi, però, è precisato nel 2^co, che :
“le cause sopravvenute escludono il rapporto di causalità quando sono state da sole suffi-
cienti a determinare l’evento. In tal caso, se l’azione od omissione precedentemente com-
messa costituisce di per se reato, si applica la pena per questo stabilita”.
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(In questo senso le decisioni della Suprema Corte Cass. 19/07/1981 e Cass. 23/3/1987, con
le quali hanno deciso che non va esclusa le responsabilità dell’imputato che prende a pugni
una persona che poi muore, a causa di un’infezione tubercolare (causa della morte) già la-
tente nel suo organismo, ma sviluppatasi a seguito di pugni ricevuti ad opera dell’imputato).
In questo caso, l’imputato è stato giudicato per il reato di omicidio (nella forma dell’omici-
dio preterintenzionale) e non per le sole lesioni provocate.
In riferimento alle SOLE cause sopravvenute, di cui al 2^co. art.41, si pone il problema
di determinare “quando”la causa sopravvenuta, sia stata da sola sufficiente a determinare
l’evento. Anche qui si scontrano le diverse teorie dottrinali.
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CAPITOLO 20
L’elemento soggettivo del reato : il Dolo e la Colpa
L’elemento soggettivo del reato, detto anche “elemento psicologico”, è di estrema impor-
tanza nel diritto penale, giacchè riguarda la sfera psichica del soggetto attivo del reato;
cioè, la volontà ed intenzionalità del predetto, di commettere il fatto al fine di far scaturire
l’evento descritto nel reato. Gli articoli n.42 e n.43 c.p., disciplinano l’elemento soggettivo
e le condizioni di punibilità.
Il principio generale per la responsabilità sotto il profilo soggettivo, sancito nell’art 42 1^,
è il seguente: “Nessuno può essere punito per un’azione o omissione preveduta dalla legge
come reato, se non l’ha commessa con coscienza e volontà”.
L’atteggiamento mentale attraverso il quale si manifesta la coscienza e la volontà, può as-
sumere due differenti forme: il Dolo e la Colpa.
Il dolo, quindi, deve essere presente in tutte le azioni o omissioni commesse dall’- autore,
che integrano i reati qualificati”delitti”dal nostro cod.pen. I delitti, infatti, sono punibili solo
a titolo di Dolo, come disposto dall’’art. 42 2^ co che segue: “Nessuno può essere punito
per un fatto preveduto dalla legge come delitto, se non l’ha commesso con dolo, salvo i casi
di delitto preterintenzionale o colposo espressamente preveduto dalla legge”.
Pertanto, qualora in un delitto non venga accertato l’esistenza del dolo, da parte del sog-
getto attivo del reato, il fatto non è punibile poichè mancherebbe l’indispensabile elemento
soggettivo (intenzionalità) di provocare l’evento dannoso o pericoloso.
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Il giudice, nell’irrogare la pena (tra il minimo ed il massimo previsto) terrà conto dell’in-
tensità del dolo.
Si comprende così l’importanza dell’accertamento sul dolo eventuale, giacchè ove la difesa
riuscisse a provare che l’azione o omissione del suo difeso, fosse stata commessa a titolo di
colpa grave, il colpevole non sarebbe punibile con la pena prevista per il delitto doloso (se
il reato fosse punibile anche a titolo di colpa) che è certamente molto più elevata di quella
punita a titolo di colpa, benchè aggravata.
Si richiede, quindi, a differenza del dolo, la mancanza della volontà di provocare l’evento.
Nel reato colposo, il soggetto attivo ha bensì realizzato il fatto previsto dalla legge come
reato, ma l’evento non era da lui voluto; cioè, lo scopo della sua condotta non mirava ad
ottenere l’evento che si è verificato, anche se preveduto.
Si concretizza la colpa, quando il fatto sia dovuto alla inosservanza di leggi, regolamenti, or-
dini o discipline, oppure, si è verificato per negligenza, imprudenza o imperizia dell’agente.
L’imprudenza è propriamente l’avventatezza; cioè la mancata ponderazione dell’azione.
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In campo penale la colpa può essere di due specie: incosciente e cosciente. La giurispruden-
za penale ha un atteggiamento negativo circa la possibilità di graduare la colpa penale (in
grave, lieve e lievissima) in relazione al tipo di rapporto giuridico in cui si verifica l’evento.
Tuttavia, in riferimento alle modalità degli atti compiuti dal soggetto (e non all’elemento
psicologico) si potrà rilevare la “colpa grave”, come si dirà in seguito, nel capitolo relativo
alla colpa professionale del controllore T.A.
- La colpa cosciente,
invece, detta anche “con previsione”, è il grado più grave di colpa, poiché il soggetto attivo
pur avendo la visione anticipata dell’evento e ritenuto esso come possibile o probabile, ha
comunque agito provocando l’evento stesso, nella certezza che tale evento non si fosse ve-
rificato; cioè, non accettando il rischio che l’evento si verificasse.
Nella colpa cosciente, il soggetto attivo non affida ad una semplice speranza che l’evento
preveduto non si verifichi, ma confida nella sua abilità ed è sicuro di poterlo scongiurare.
È il caso del lanciatore di coltelli, che prende come bersaglio i contorni del corpo della sua
assistente posta davanti ad un tavolo di legno, allo scopo di tracciarne la sagoma sulla tavo-
la stessa; sbaglia mira ed uccide la donna.
Appare evidente, che la colpa con previsione sia punita con maggior rigore di quella or-
dinaria. Infatti, l’art.61 c.p. elenca tra circostanze aggravanti comuni (vedi seguito) che
aggravano la pena: “l’avere, nei delitti colposi, agito nonostante la previsione dell’evento”.
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CAPITOLO 21
Le Circostanze del reato Aggravanti ed Attenuanti comuni
– Attenuanti generiche
2) l’aver commesso il reato per eseguirne od occultarne un altro, ovvero per conseguire o
assicurare a se o ad altri il profitto o il prezzo, ovvero la impunità di un altro reato.
Sono tutte ipotesi distinte che vanno accertate caso per caso. Affinché possa applicarsi
questa aggravante, è sufficiente che il reato sia commesso per uno dei fini indicati e non è
necessario che il colpevole abbia conseguito il risultato prefisso.
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7) l’avere nei delitti contro il patrimonio, o che comunque offendono il patrimonio, ovvero
nei delitti determinati dai motivi di lucro, cagionato alla persona offesa dal reato un danno
patrimoniale di rilevante entità.
Questa aggravante è applicabile soltanto ad alcune categorie di delitti previsti nel codice
penale, che hanno come oggetto la difesa del patrimonio dei cittadini e della pubblica am-
ministrazione.
9) l’avere commesso il fatto con l’abuso dei poteri o con violazione dei doveri inerenti a
una pubblica funzione o a un pubblico servizio, ovvero alla qualità di ministro di un culto.
È una circostanza prevista per i pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi o di ministri
di un culto. Occorre, tuttavia, che tra l’abuso ed il reato vi sia una connessione e che il reato
sia stato facilitato dalla funzione dell’agente.
10) l’avere commesso il fatto contro un pubblico ufficiale o una persona incaricata di un
pubblico servizio, o rivestita della qualità di un ministro cattolico o di un culto ammesso
nello Stato, ovvero contro un agente diplomatico o consolare di uno Stato estero, nell’atto
o a causa dell’adempimento delle funzioni o del servizio.
Affinché ricorra questa circostanza, è necessario che il reato sia commesso a danno di una
delle persone tassativamente indicate, nell’atto in cui esse esercitano le proprie funzioni o
servizio.
11) l’avere commesso il fatto con l’abuso di autorità, di relazioni domestiche, ovvero con
abuso di relazioni d’ufficio, di prestazione d’opera di coabitazione, o di ospitalità.
Le ipotesi previste in questa circostanza, riguardano qualsiasi persone a differenza dell’
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aggravante n.9, che è riferita soltanto ai pubblici ufficiali o incaricati di pubblici servizi.
Questa circostanza intende punire maggiormente, coloro che occupano una posizione di
vantaggio nei rapporti o nelle relazioni indicate.
3) l’avere agito per suggestione di una folla in tumulto, quando non si tratta di riunioni o
assembramenti vietati dalla legge o dall’autorità ed il colpevole non è delinquente o con-
travventore abituale, o professionale o delinquente per tendenza.
La circostanza si applica soltanto quando le persone siano così numerose da poter essere
considerata una folla. Occorre, poi, che la folla sia in tumulto, ovvero, si abbandoni a ma-
nifestazioni violente.
4) l’avere, nei delitti contro il patrimonio o che comunque offendono il patrimonio, ca-
gionato alla persona offesa dal reato, un danno patrimoniale di speciale tenuità ovvero,
nei delitti determinati da motivi di lucro, l’avere agito per conseguire o l’avere comunque
conseguito un lucro di speciale tenuità, quando anche l’evento dannoso o pericoloso sia di
speciale tenuità.
Questa circostanza è parallela all’aggravante n.7 dell’art 61 c.p.- Occorre, tuttavia, che il
danno sia lieve e di speciale tenuità. Ciò è rimesso al saggio apprezzamento del giudice.
5) l’essere concorso a determinare l’evento, insieme con l’azione e la omissione del colpe-
vole, il fatto doloso della persona offesa.
Trattasi di un ipotesi di concorso con il colpevole, la cui persona offesa approfittando del
reato commesso, commette a sua volta un fatto doloso aggravando l’evento (es: approfittan-
do di un incendio, il proprietario di un magazzino - persona offesa- alimenta con la benzina
l’incendio, al fine di riscuotere un più alto premio assicurativo). In questo caso sussiste
un’attenuante per il concorrente del primo reato. Tuttavia, in dottrina l’applicabilità di que-
sta circostanza attenuante è controversa e va valutata di volta in volta a seconda del tipo di
reato commesso dal colpevole.
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Si tratta di attenuanti non specificate, che conferiscono al giudice un ampio potere discre-
zionale per la diminuzione della pena. Il giudice, infatti, può applicarle nella doverosa va-
lutazione degli elementi di cui all’art 133 c.p. e in particolare, quelli riferite al carattere del
reo, alla sua vita antecedente il fatto, al contegno successivo; cioè, a tutti quegli elementi
che caratterizzano la capacità a delinquere. Per effetto delle attenuanti generiche, il giudice
potrà irrogare una pena che scenda anche al di sotto della minima editale.
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CAPITOLO 22
Il concorso di reati
22.1 Generalità
Si ha concorso di reati, quando un soggetto viola pi volte una o pi disposizioni della legge
penale e, perciò, dovrebbe rispondere di pi reati. Il concorso di reati si distingue in: con-
corso materiale e concorso formale. Nel concorso materiale i reati sono realizzati con una
pluralità di azioni o omissioni; mentre, nel concorso formale, i sono realizzati con una sola
azione o omissione.
La distinzione tra le predette forme di concorso di reati è fondamentale, giacchè opera sulle
diverse pene per essi stabilite. Nel concorso materiale, si ha il cumulo delle pene previste
per ogni singolo reato; mentre in quello formale, si applica il “cumulo giuridico”, cioè la
pena prevista per il reato pi grave, aumentata di fino un triplo.
La dottrina insegna, che a caratterizzare “l’unicità dell’azione” devono esistere due requisiti:
a) il legame finalistico, cioè lo scopo unico delle azioni;
b) la contestualità degli atti; cioè atti consecutivi o ripetuti senza che tra essi intercorra
un apprezzabile lasso di tempo. Pertanto, le azioni commesse dal soggetto che concretiz-
zano più reati, se caratterizzate dai requisiti di cui sopra, sono considerate come un’uni-
ca azione e, quindi, potrà essere applicato nei confronti del colpevole, il citato”cumulo
giuridico”previsto dall’art.81 1^ co. (introdotto con il DL. 11/Apr/1974 n.99).
Cosicché, chi ad esempio, con atto di querela denuncia una persona sapendola innocente
(reato di calunnia punito dall’art.368 c.p.) lede non soltanto l’onore della persona offesa,
ma anche l’interesse dello Stato relativo all’amministrazione della giustizia (Simulazione
di reato) di cui all’art 367 c.p. Se, poi, la querela solleva accuse anche a carico di altra per-
sona (citata nell’atto di querela) il reato di calunnia viene commesso due volte.
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QUESTIONARIO
Che cosa è la norma penale?
Qual’è il criterio stabilito dal nostro Cod.Pen. per determinare la pena nel concorso
formale di reati?
Qual’è il criterio stabilito dal nostro Cod.Pen. per determinare la pena nel concorso mate-
riale di reati?
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CAPITOLO 23
LE RESPONSABILITÀ DEL CONTROLLORE T.A.
Al pari di numerose altre attività professionali, la responsabilità penale del controllore T.A.,
si concretizza nella violazione delle norme penali commesse nell’esercizio della sua atti-
vità. Ma a differenza di molte altre attività, è opinione comune, che il controllore T.A. è
soggetto ad una più facile perseguibilità nei casi di disastri aviatori, in considerazione della
complessità e peculiarità delle sue mansioni. Egli, infatti, è il diretto ed ultimo interlocutore
del pilota prima di un incidente. Ciò, fa si che in una qualsiasi indagine, al fine di accertare
le cause dell’evento, l’operato del controllore T.A venga accuratamente analizzato dai pre-
posti organi investigativi, anche per accertare la corretta applicazione delle istruzioni o
informazioni impartite al pilota, in riferimento alle norme che disciplinano la sua attività di
controllo.
Le fonti di responsabilità
In eventi di danno o di pericolo, la colpevolezza del controllore T.A. va desunta in via prin-
cipale, dalla Normativa Tecnica Operativa predisposta dall’Ente di appartenenza ENAV.
Detta normativa, contenuta nel Manuale tecnico Operativo, è principalmente basata sul
DOC 4444 ATM ICAO, che disciplina, in particolare, il Servizio di Controllo del T.A.
Detto Manuale, nonchè Istruzioni Permanenti Interne (IPI) dell’impianto operativo le ul-
teriori pertinenti disposizioni emanate dall’Autorità dell’Aviazione Civile ENAC con ap-
positi Regolamenti, unitamente alle regole e procedure contenute in AIP ed ogni altra di-
sposizione emanata dalle competenti autorità (es: Notams, Ordinanze, etc..) costituiscono
un”corpo di norme tecniche operative”, sulla base delle quali si fonda in via principale, la
responsabilità del Controllore TA.
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In tema di colpa penale, si è detto, che la giurisprudenza riconosce la sola distinzione tra la
“colpa incosciente” (o colpa comune) e la “colpa con previsione” (colpa cosciente) la cui
differenza è stata già chiarita in precedenza. Giova ora introdurre il concetto di “colpa grave”
che, come già precisato, non attiene all’elemento psicologico del reato, ma al comporta-
mento assunto dal colpevole circa la gravità degli atti compiuti; ovvero, alla grossolanità
degli errori commessi.
Per tutti i reati le pene sono comprese tra un minimo ed un massimo, affinché il giudice pos-
sa irrigare la sanzione proporzionata alla gravità del reato commesso ed alle conseguenze
che ne sono scaturite. L’accertamento della colpa grave, incide sull’ammontare della pena
da irrogare al colpevole.
In campo penale, il concetto di colpa grave è stato espresso in numerose sentenze della Su-
prema Corte; se ne trascrive una delle più complete ed esaustive :
“La nozione di colpa grave in campo professionale, comprende sia gli errori che non sono
scusabili per la loro grossolanità, sia le ignoranze incompatibili con il grado d’addestramen-
to e di preparazione che una data professione richiede, sia la temerarietà sperimentale ed
ogni altra imprudenza che dimostri superficialità e disinteresse per i beni primari che sono
affidati ad un professionista prestatore d’opera.”(Cass. Penale 1977).
NOTA (In talune circostanze è possibile che “la colpa grave” coincida con la “colpa con previsione”; ma
non sono la stessa cosa. Infatti, nella sentenza di cui sopra, nessun riferimento viene fatto circa la”previsione
dell’evento”. Se il concetto di colpa grave identificasse anche la colpa cosciente, la Cass.ne nell’accurata
descrizione della sentenza di cui sopra, lo avrebbe senz’altro evidenziato (vedi anche nelle motivazioni della
nota sentenza dell’incidente di Linate/2001, in cui pur in presenza di colpa grave,è stata esclusa l’aggravante
della”previsione dell’evento”, che caratterizza la colpa cosciente.
La colpa professionale del controllore T.A, potrà essere di natura “commissiva”, oppure
“omissiva”.
- Il primo caso, ricorre quando il controllore T.A. nell’esercizio della sua attività di control-
lo, compie atti che risultano errati o inadeguati alla situazione di traffico in atto, oppure con-
trari alle disposizioni operative o regolamentari, provocando eventi di danno o situazioni di
pericolo (penalmente perseguibili) agli aeromobili sotto il proprio controllo.
- Il secondo caso, invece, ricorre allorquando il controllore nell’esercizio della sua attività
di controllo, omette di compiere atti dovuti e che tale omissione provochi un danno o una
situazione di pericolo (penalmente perseguibile) agli aeromobili sotto proprio controllo.
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In quest’ultimo caso, quindi, anche quando il controllore T.A “nulla fa”, potrà essere ritenu-
to colpevole degli eventi provocati dalla sua inerzia (omissione) se le norme da osservare o
la posizione di garanzia ricoperta (vedi seguito) lo obbligano ad”un fare”, cioè di attivarsi.
In tema di”omissione”opera l’art.40 c.p.(Rapporto di causalità) che nel 2^co cosi dispone:
“non impedire un evento, che si ha l’obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo”.
In linea generale, la colpa del controllore T.A, anche sulla base della scarna giurisprudenza
(per fortuna) formatasi in questi ultimi anni, è quasi sempre di natura omissiva; cioè di:
“non avere agito come ci si attendeva”;
“di non avere prestata la dovuta attenzione o sorveglianza”;
“di avere omesso di prevedere, di chiedere, di informarsi”;
“di avere omesso un accertamento dovuto”; etc….
Con questa sentenza si affermò a carico del controllore, l’obbligo di accertare la corretta
esecuzione delle operazioni di volo autorizzate e di intervenire, in caso contrario, stante
il suo obbligo di garantire la sicurezza del volo. Pertanto, la responsabilità del controllore
emerge anche quando l’incidente è stato provocato per errore del pilota, per non avere egli
accertato la corretta esecuzione delle operazioni di volo, compiute da quest’ultimo.
********
La posizione di garanzia rivestita dal controllore T.A, è stata di recente nuovamente affer-
mata dalla Suprema Corte, in un successivo incidente (sempre in avvicinamento su Cagliari
in VSA notturno) verificatosi nel 2004.
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Con quest’ultima sentenza (Cass.ne penale n.2019 del 10/12/2010) la S.Corte ha ulterior-
mente ampliata la sfera delle responsabilità del controllore T.A., affermando che la posizio-
ne di garanzia rivestita dal controllore, è esercitata nella veste di”polizia della navigazione”.
In questa veste, secondo la S.Corte, il controllore emana veri e propri ordini se diretti alla
sicurezza del volo, con la conseguenza che nei casi di incidenti provocati per colpa del pi-
lota, il controllore risponde in concorso con il pilota, non solo se ha omesso di verificare la
corretta esecuzione delle operazioni di volo autorizzate, ma anche per eventuali violazioni
o inosservanze, da parte del pilota, di taluni obblighi che la competente autorità o la legge,
ha posto inequivocabilmente a suo carico.
“Nel senso che, nell’ambito delle proprie competenze indirizzate essenzialmente a gestire
il regolare flusso degli aeromobili in partenza, in arrivo ed in volo, il controllore deve ot-
temperare ai doveri istituzionali connessi all’obbligo di garantire il sicuro svolgimento del
volo”.
“Il controllore del traffico aereo riveste un ruolo di polizia della navigazione che lo pone
in posizione di gestore ed amministratore di molteplici utenti dello spazio aereo (i piloti),
ai quali è tenuto ad imporre, con veri e propri ordini amministrativi (ovvero autorizzazioni)
una disciplina per le circolazione ordinata, spedita e sicura a terra ed in aria di tutti gli
aeromobili dal medesimo controllati.
Stando così le cose, è evidente che in un qualsiasi incidente (per il quale si apre una inchiesta
penale) la condotta dal Controllore sarà accuratamente analizzata dagli organi inquirenti,
non solo per accertare se essa abbia innanzitutto prodotto la causa “attiva” e, nei casi di col-
pa “primaria” del pilota, se il controllore abbia comunque concorso con quest’ultimo (vedi
seguito in “Condotta colposa del controllore cooperante”) al verificarsi dell’incidente.
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Pertanto, è del tutto evidente la facile perseguibilità alla quale sono esposti i Controllori T.A
i quali, soltanto nei casi in cui venga accertato di avere assolto tutti gli obblighi istituzionali
previsti; ovvero, che nessun addebito, di qualsiasi natura, possa essere posto a loro carico,
potranno vedere esclusa completamente ogni loro responsabilità.
Il fatto che l’evento non sia voluto, distingue la”cooperazione colposa nel delitto”dalla
cosiddetta”compartecipazione delittuosa”(ipotesi dolosa di cui all’art.110 c.p) la quale im-
plica, oltre alla conoscenza dell’azione altrui da parte dei compartecipi, anche la volontà di
contribuire con il proprio operato alla realizzazione del fatto che costituisce delitto.
La cooperazione colposa (intesa come cooperazione tra condotte colpose) benché dalla leg-
ge espressamente prevista per i delitti colposi, è riferibile anche alle contravvenzioni della
stessa natura (Cass. Pen.1995) e può rilevarsi anche attraverso un comportamento omissivo
dei”cooperanti”(Cass. Pen. 20/Giu/84).
Pertanto, rientrano tra i soggetti cooperanti, non solo i soggetti materialmente attivi al mo-
mento del fatto, cioè coloro che con negligenza, imperizia o imprudenza, hanno creato una
o più cause attuali idonee a provocare l’evento, ma ogni altro soggetto anche appartenenti
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ad organizzazioni diverse che, venendo meno ai propri doveri di direzione, controllo, vigi-
lanza o di esecuzione, hanno creato le condizioni affinché, anche in tempi diversi, l’evento
si verificasse. Saranno poi gli organi giudicanti, a stabilire per ognuno di essi, se la loro
condotta ha comunque contribuito a cagionare l’evento; ovvero, se essa è stata o meno una
concausa dell’evento.
È possibile, nella cooperazione colposa, che non tutte le condotte dei singoli cooperanti,
benché ritenute cause dello stesso evento, possano aver influito nella stessa misura nella
produzione di quest’ultimo. Cosicchè, la legge attribuisce al giudice la facoltà di ridurre la
pena prevista per il reato provocato, a taluni soggetti cooperanti i cui comportamenti han-
no avuto una”minima importanza”,nella preparazione o esecuzione del reato (vedi seguito
in”circostanze attenuanti”).
Il più delle volte i Controllori del T.A sono coinvolti in processi giudiziari, proprio nel-
la qualità “cooperanti“; cioè in cooperazione colposa con il pilota che ha materialmente
commesso “l’errore attivo”, che ha provocato l’incidente. In questi casi, la cooperazione
colposa dei Controllori coinvolti, scaturisce quasi sempre da una loro condotta”omissiva”.
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CAPITOLO 24
La responsabilità civile nascente da reato
24.1 - Generalità
Oltre alla pena, dal reato possono derivare e di regola derivano, conseguenze in materia
civile in tema di risarcimento danni alle vittime del reato, disciplinate dal Codice Civile.
Per la loro connessione con il reato, sono annoverate tra le “conseguenze civili”, anche le
obbligazioni civili verso lo Stato, oppure, quelle a favore dell’imputato prosciolto, nonché
la riparazione pecuniaria del danno cagionato dallo Stato alle vittime di errori giudiziari.
Quelle che qui interessano, sono le obbligazioni civili a carico dell’autore del reato previste
nel codice penale. Esse si distinguono in due specie:
a) obbligazioni verso lo Stato;
b) obbligazioni verso le vittime del reato.
Verso lo Stato, l’autore del reato condannato a pene detentive, è tenuto al rimborso per le
spese del suo mantenimento in carcere. L’art 188 c.p. stabilisce che il condannato “ne ri-
sponde con tutti i suoi beni mobili ed immobili, presenti e futuri, a norma delle leggi civili”.
Le obbligazioni verso le vittime del reato, trovano il loro fondamento giuridico nel princi-
pio generale della responsabilità civile sancita nell’art 2043 cod.civ, richiamata dall’art.185
C.P. che segue.
- Il danno non patrimoniale (o danno morale) invece, comprende non solo le sofferenze fi-
siche patite (es: interventi chirurgici) ma anche le sofferenze morali, quali: il patema d’ani-
mo, l’ansia, l’angoscia e turbamenti psichici simili.
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Il danno non patrimoniale, pur di norma risarcibile come per quello patrimoniale (mediante
un indennizzo pecuniario) non mira tanto alla reintegrazione del patrimonio della parte of-
fesa, quanto a dare a quest’ultima una soddisfazione per il pregiudizio sofferto.
La quantificazione del risarcimento del danno viene disposto con la sentenza di condanna,
eccetto i casi complessi per i quali il giudice penale rinvia la causa in”separata sede civile”.
Detto decreto legge, prevedeva, oltre a limitare la responsabilità civile dei controllori per i
danni arrecati ai terzi ai soli casi di “dolo”o “colpa grave”, anche la tutela processuale con
l’assistenza di un avvocato di fiducia, a spese dell’ Amministrazione. Inoltre, la tutela si
estendeva anche alla rinuncia “dell’azione di rivalsa”sul dipendente da parte dell’Ammini-
strazione, per le somme da quest’ultima pagate a titolo di risarcimento danni. Pertanto, nei
casi di semplice colpa (colpa comune) del Controllore, il decreto in questione prevedeva
l’esclusione totale della responsabilità civile di quest’ultimo. Questo decreto legge, non fu
poi convertito in legge e quindi decadde.
Per diversi anni successivi, il Controllore TA si è trovato completamente esposto alla re-
sponsabilità civile e patrimoniale verso l’Ente di appartenenza, a qualsiasi titolo di colpa
(e quindi anche a titolo di colpa semplice o comune) per tutti i danni cagionati a terzi (o
all’amministrazione stessa) nell’esercizio delle proprie mansioni.
*******
Con l’ultimo Accordo contrattuale CCNL 2008-2011 dei dipendenti di ENAV S.p.A, la
tutela del Controllore TA nel risarcimento danni, è stata ampliata a favore di quest’ultimo,
compresa l’assistenza legale, a fronte di un premio assicurativo (diverso per categoria di
rischio dell’attività svolta) da versare parte del dipendente. In sintesi, la nuova disciplina
contrattuale prevede:
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2. La responsabilità civile è estesa alla società (eccetto il caso in cui si costituisca in giudizio
- o separato giudizio -contro il dipendente) che si assume l’onere – in precaria sostituzione
del dipendente - di risarcire i danni a terzi (materiali e morali) provocati da quest’ultimo di
natura dolosa, accertati con sentenza passata in giudicato.
L’Azienda si sostituisce al dipendente, condannato anche a titolo di dolo con sentenza ir-
revocabile, nel risarcimento danni dovuto da quest’ultimo alle parti danneggiate, salvo poi
applicare, successivamente (ma al di fuori del giudizio penale) il diritto di rivalsa contrat-
tualmente previsto, nei confronti del dipendente (da ciò, l’espressione utilizzata: “precaria
sostituzione del dipendente”). Circa il diritto di rivalsa, vedi i successivi punti 5 e 7.
3. La Società assicura l’assistenza legale e tecnica in ogni stato e grado di giudizio - con
provvisoria assunzione a proprio carico - di ogni relativo onere economico per spese proces-
suali ed onorari professionali (anche queste spese fanno parte della copertura assicurativa).
5. La Società (e per il suo tramite, l’impresa assicuratrice) una volta risarcito i danneggiati,
non ha diritto di rivalsa nei confronti del dipendente, eccetto il caso in cui venga accertata
con sentenza passata in giudicato, la responsabilità di quest’ultimo a titolo di dolo.
(Giova ricordare, che nel precedente contratto era sufficiente la colpa grave del Controllore,
a far sorgere il diritto di rivalsa da parte di ENAV).
7. Nel caso in cui, con sentenza passata in giudicato, venga affermata la responsabilità civi-
le o penale del dipendente a titolo di dolo, con sentenza irrevocabile, la Società ha diritto
alla restituzione di tutte le somme a qualsiasi titolo anticipate.
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CAPITOLO 25
La Responsabilità disciplinare verso l’Ente
In riferimento al personale Controllore T.A., che nell’esercizio delle proprie mansioni e per
sua colpa, provochi all’Ente un danno patrimoniale (es: per risarcimento danni a terzi) le
norme contrattuali prevedono che egli potrà essere soggetto ad una sanzione disciplinare, in-
dipendentemente dall’applicazione o meno nei suoi confronti del previsto diritto di rivalsa,
da parte dell’Ente.
Nel procedimento disciplinare, per le sanzioni disciplinari più gravi del “richiamo scritto”,
il dipendente può essere assistito da una persona di fiducia, ovvero, da un’associazione sin-
dacale alla quale conferisce un apposito mandato
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QUESTIONARIO
Quali sono i documenti sui quali, in via principale, si fonda la responsabilità del Controllore
T.A, nell’esercizio delle proprie mansioni?
Che cosa s’intende per”posizione di garanzia”che grava sui controllori T.A, secondo l’orien-
tamento della Suprema Corte?
Quali sono i danni che l’ENAV,”in precaria sostituzione del dipendente”si fa carico di
risarcire?
In quali casi l’ENAV ha diritto di rivalsa nei confronti del Controllore T.A, per i danni da
questi arrecati a terzi o all’Ente stesso, nell’esercizio della propria attività operativa?
Quali sono le sanzioni disciplinari previste dal CCNL dei dipendenti ENAV?
Quali sono le azioni a propria difesa che può esercitare il dipendente ENAV,sottoposto ad
un provvedimento disciplinare?
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APPENDICI
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TITOLO I
COSTITUZIONE - DENOMINAZIONE –SEDE E DURATA DELLA SOCIETÀ
Articolo 1
La società per azioni denominata “ENAV S.p.A.”, derivante dalla trasformazione dell’Ente
Nazionale di Assistenza al Volo, disposta dalla Legge 21 dicembre 1996 n. 665, così come
modificata dalla Legge 17 maggio 1999 n. 144, è regolata dal presente statuto.
Articolo 2
La società ha sede legale nel comune di Roma. Sono attribuite alla competenza del Consi-
glio di Amministrazione le deliberazioni concernenti l’istituzione o la soppressione di sedi
secondarie, succursali, filiali ed uffici di rappresentanza, sia in Italia che all’estero, nonché
il trasferimento della sede sociale nel territorio nazionale.
Articolo 3
La durata della società è fissata fino al 31 dicembre 2060 e potrà essere prorogata.
TITOLO II
OGGETTO DELLA SOCIETÀ
Articolo 4
La società ha per oggetto l’esercizio dei servizi di assistenza al volo, dei sistemi e delle
attività di sviluppo, produzione, erogazione, vendita ed esportazione dei servizi della navi-
gazione aerea in Italia e all’estero e qualsiasi attività comunque connessa o complementare.
Nel perseguimento dell’oggetto sociale la società garantirà la sicurezza della navigazione
aerea, contribuirà all’efficienza del sistema nazionale dei trasporti e garantirà l’accesso al
sistema di navigazione aerea a tutte le categorie di utenza, nel rispetto degli impegni inter-
nazionali del paese, salvaguardando la sicurezza e la sovranità nazionale.
In particolare, a mero titolo esemplificativo, la società:
a) eroga servizi di controllo della circolazione aerea, di informazione al volo, consultivi e di
allarme, di meteorologia e climatologia, di informazione aeronautica, di telecomunicazioni
aeronautiche, di radio - navigazione e radio - diffusione;
b) promuove ed attua iniziative di interesse nazionale nei settori sistematici della naviga-
zione aerea, del controllo della circolazione aerea e della sicurezza delle operazioni di volo;
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f) provvede al controllo in volo delle procedure operative e delle radio-misure e degli appa-
rati di radio-navigazione, nonché alla certificazione degli impianti;
La società potrà compiere tutte le operazioni ritenute necessarie od utili per il consegui-
mento dell’oggetto sociale e a tal fine potrà, quindi, a titolo esemplificativo: compiere ope-
razioni immobiliari, mobiliari, commerciali, industriali, editoriali, finanziarie e di vendita
di servizi comunque collegati all’oggetto sociale, rilasciare garanzie anche nell’interesse
di terzi. La società potrà altresì partecipare ad altre società, consorzi, associazioni ed altri
organismi dei quali potrà promuovere la costituzione.
TITOLO III
CAPITALE E AZIONI
Articolo 5
Il capitale sociale della società è di Euro 1.121.744.385 (unmiliardocentoventunomilioniset-
tecentoquarantaquattromilatrecentottantacinque) rappresentato da numero 1.121.744.385
azioni ordinarie del valore nominale di Euro 1 cadauna.
Articolo 6
Le azioni sono indivisibili e ogni azione dà diritto ad un voto. Le azioni sono nominative.
La qualità di azionista costituisce, di per sè sola, adesione al presente statuto. Il capitale può
essere aumentato, per deliberazione dell’assemblea straordinaria dei soci anche mediante
emissione di azioni aventi diritti diversi da quelli delle azioni già emesse.
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TITOLO IV
ASSEMBLEA
Articolo 7
Le assemblee, ordinarie e straordinarie, sono convocate dall’Amministratore Unico o dal
Consiglio di Amministrazione, nella sede della società o in altro luogo, in Italia, mediante
avviso – contenente il giorno, l’ora e il luogo dell’adunanza e l’elenco delle materie da
trattare – comunicato con lettera raccomandata o telefax o posta elettronica, con prova
dell’avvenuto ricevimento, almeno quindici giorni prima di quello fissato per l’adunanza.
In caso di urgenza, detto termine può essere ridotto a otto giorni prima dell’adunanza.
L’assemblea ordinaria è convocata almeno una volta all’anno entro 120 giorni dalla chiusu-
ra dell’esercizio, ovvero entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio, quando lo richieda-
no particolari esigenze relative alla struttura e all’oggetto della Società, secondo il disposto
dell’art. 2364 c.c., ultimo comma.
L’assemblea straordinaria è convocata nei casi e per gli oggetti previsti dalla legge.
L’assemblea, sia ordinaria che straordinaria, può svolgersi anche con gli intervenuti dislo-
cati in più luoghi, contigui o distanti, che siano audio e video collegati fra loro, a condizione
che sia rispettato il metodo collegiale e che:
c) sia consentito agli intervenuti di partecipare in tempo reale alla discussione e in maniera
simultanea alla votazione sugli argomenti all’ordine del giorno nonché di trasmettere, rice-
vere e visionare documenti;
d) vengano indicati nell’avviso di convocazione i luoghi audio e video collegati a cura della
società nei quali gli intervenienti potranno affluire. Nell’ipotesi di cui al comma precedente
il presidente dell’assemblea e il soggetto verbalizzante devono trovarsi contemporanea-
mente presso il medesimo luogo; in detto luogo si intende tenuta l’assemblea. Per lo svolgi-
mento delle proprie funzioni, il presidente dell’assemblea può farsi coadiuvare da uno o più
assistenti presenti in ciascuno dei luoghi audio e video collegati. Analoga facoltà è attribuita
al soggetto verbalizzante per lo svolgimento delle proprie funzioni.
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Articolo 8
Ogni azionista che abbia il diritto di intervenire all’assemblea può farsi rappresentare ai
sensi di legge, mediante delega scritta, conferita anche a non azionisti. Spetta al Presidente
dell’assemblea constatare la regolarità delle singole deleghe ed, in genere, il diritto di inter-
vento e di voto. Egli dirige e regola la discussione.
Articolo 9
L’assemblea è presieduta dall’Amministratore Unico o dal Presidente del Consiglio di Am-
ministrazione o, in sua assenza, dal Vice Presidente se nominato, ovvero da altra persona de-
signata dall’assemblea. Il Presidente dell’assemblea è assistito da un Segretario, anche non
socio, designato dall’Assemblea. Quando richiesto dalla legge ed in ogni altro caso in cui
lo ritenga opportuno, il Presidente si fa assistere da un notaio per la redazione del verbale.
Articolo 10
Per la validità della costituzione dell’assemblea, sia ordinaria che straordinaria, e per la
validità delle relative deliberazioni, si osservano le disposizioni di legge. Le deliberazioni
sono prese con votazione palese espressa con alzata di mano o con qualsiasi altra forma di
votazione determinata dal Presidente. Le deliberazioni dell’assemblea, prese in conformità
delle norme di legge e del presente statuto, vincolano tutti i soci, ancorché non intervenuti
o dissenzienti. Le deliberazioni dell’assemblea devono constare da verbale sottoscritto dal
Presidente dell’assemblea e dal Segretario o notaio.
TITOLO V
L’ORGANO AMMINISTRATIVO
Articolo 11
La società è amministrata da un Amministratore Unico ovvero da un Consiglio di Ammi-
nistrazione composto da un minimo di tre ad un massimo di sette membri. L’Assemblea ne
determina il numero entro i limiti suddetti.
L’Amministratore Unico ovvero i componenti del Consiglio di Amministrazione durano
in carica per un periodo non superiore a tre esercizi e scadono alla data dell’Assemblea
di approvazione del bilancio relativo all’ultimo esercizio della loro carica. L’Assemblea,
anche nel corso del mandato, può variare il numero dei componenti del Consiglio di Am-
ministrazione, sempre entro il limite di cui al primo comma, provvedendo di conseguenza.
Gli Amministratori così eletti scadranno con quelli in carica.
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Se nel corso dell’esercizio vengono a mancare uno o più Amministratori, si provvede alla
loro sostituzione secondo le norme di legge. Qualora, tuttavia, per qualsiasi causa venga a
mancare, prima della scadenza del mandato, la maggioranza degli Amministratori nominati
dall’assemblea, si intenderà dimissionario l’intero Consiglio e l’assemblea dovrà essere
convocata senza indugio dagli ammi-nistratori rimasti in carica per la ricostituzione dello
stesso. Il Consiglio resterà in carica fino a che l’assemblea avrà deliberato in merito al suo
rinnovo e sarà intervenuta l’accettazione da parte di almeno la metà dei nuovi Amministra-
tori.
Articolo 12
Il Consiglio, ad ogni esercizio, su proposta del Presidente, nomina un Segretario, anche
esterno alla società.
Articolo 13
Il Consiglio di Amministrazione si riunisce di regola ogni mese e comunque ogni qualvolta
che il Presidente lo ritenga opportuno o ne sia fatta richiesta dall’Amministratore Delegato
oppure da almeno un terzo dei suoi membri, o dal Collegio Sindacale.
Articolo 14
Il Consiglio, qualora non vi abbia provveduto l’Assemblea, elegge fra i suoi membri un
Presidente. In caso di assenza o impedimento, il Presidente viene sostituito dal Vice Pre-
sidente, se nominato, o dall’Amministratore più anziano di età. Il Presidente convoca il
Consiglio di Amministrazione, ne fissa l’ordine del giorno, ne coordina i lavori e provvede
affinché adeguate informazioni sulle materie iscritte all’ordine del giorno vengano fornite
a tutti gli Amministratori ed ai Sindaci. Le riunioni del Consiglio di Amministrazione sono
presiedute dal Presidente e, in sua assenza o impedimento, dal Vice Presidente, se nomina-
to, o dall’Amministratore più anziano di età.
Articolo 15
Per la validità delle riunioni del Consiglio di Amministrazione è necessaria la presenza del-
la maggioranza degli Amministratori in carica. Le deliberazioni sono prese a maggioranza
assoluta dei voti dei presenti; in caso di parità prevale il voto di chi presiede. È ammessa
la possibilità che le riunioni del Consiglio si tengano a mezzo di sistemi di collegamento
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Articolo 16
Delle deliberazioni assunte dal Consiglio di Amministrazione viene redatto un verbale fir-
mato dal Presidente della riunione e dal Segretario. In caso di nomina di un Amministratore
Unico, le sue deliberazioni, debitamente sottoscritte, sono raccolte in un apposito libro.
Articolo 17
La gestione dell’impresa spetta esclusivamente agli amministratori, ovvero all’Ammini-
stratore Unico, i quali compiono le operazioni necessarie per l’attuazione dell’oggetto so-
ciale. Al Consiglio di Amministrazione, ovvero all’Amministratore Unico, compete l’indi-
viduazione delle strategie aziendali e la verifica dei relativi risultati.
Articolo 18
L’Amministratore Unico può nominare procuratori per singoli atti o categorie di atti, an-
che nell’ambito dei dipendenti della società o terzi, delegando loro, nell’ambito dei poteri
conferiti, anche l’uso della firma sociale. Il Consiglio di Amministrazione nomina un Am-
ministratore Delegato, cui delegare i poteri e le attribuzione che ritiene opportuni, salve le
limitazioni previste dalla legge o dal presente statuto.
L’Amministratore Delegato cura che l’assetto organizzativo e contabile sia adeguato alla
natura e alle dimensioni dell’impresa e riferisce al Consiglio di Amministrazione e al Col-
legio Sindacale almeno ogni tre mesi sul generale andamento della gestione e sulla sua
prevedibile evoluzione nonché sulle operazioni di maggior rilievo per le loro dimensioni
o caratteristiche effettuate dalla società e dalle sue controllate. Rientra nei poteri dell’Am-
ministratore Delegato, conferire, nei limiti delle competenze ad esso attribuite, procure
speciali per singoli atti o categorie di atti a dipendenti della società ed anche a terzi.
Articolo 19
All’Amministratore Unico, al Presidente e ai membri del Consiglio di Amministrazione
spetta un compenso su base annua determinato dall’Assemblea, nonché il rimborso delle
spese sostenute per lo svolgimento delle rispettive funzioni.
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TITOLO VI
FIRMA E RAPPRESENTANZA SOCIALE
Articolo 20
La rappresentanza legale della società di fronte a qualsiasi autorità giudiziaria ed ammini-
strativa e di fronte a terzi nonché la firma sociale spettano all’Amministratore Unico, o al
Presidente del Consiglio di Amministrazione, ovvero, in mancanza al Vice Presidente se
nominato e all’Amministratore Delegato nei limiti della delega al medesimo conferita.
TITOLO VII
COLLEGIO SINDACALE E CONTROLLO CONTABILE
Articolo 21
L’assemblea nomina il Collegio Sindacale costituito da tre Sindaci Effettivi, fra i quali eleg-
ge il Presidente, e da due Supplenti. Tutti i sindaci devono essere revisori contabili iscritti
nel registro istituito presso il Ministero della giustizia.
I Sindaci restano in carica per tre esercizi, e scadono alla data dell’Assemblea di approva-
zione del bilancio relativo al terzo esercizio della carica. Il controllo contabile della Società
è esercitato dal Collegio Sindacale. È ammessa la possibilità che le riunioni del Collegio
Sindacale si tengano a mezzo di sistemi di collegamento audiovisivi e teleconferenza o altri
similari sistemi di telecomunicazione, a condizione che tutti i partecipanti possano essere
identificati e sia loro consentito seguire la discussione in tempo reale nella trattazione degli
argomenti affrontati nonché ricevere e trasmettere documenti. Verificandosi tali requisiti, il
Collegio Sindacale si considera riunito nel luogo in cui si trova il Presidente.
TITOLO VIII
BILANCI E UTILI
Articolo 22
L’esercizio sociale si chiude al 31 dicembre di ogni anno.
Articolo 23
L’utile netto di bilancio, dedotta la quota di riserva legale, è ripartito come segue:
- ai soci nella misura fissata dall’assemblea;
- l’eventuale residuo è destinato alla costituzione od incremento di riserve ovvero alle altre
destinazioni deliberate dall’assemblea.
La società può distribuire acconti sui dividendi nel rispetto delle norme di legge. I dividendi
non riscossi entro il quinquennio dal giorno in cui sono diventati esigibili saranno prescritti
a favore della società con diretta loro appostazione a riserva.
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Legislazione Aeronautica
TITOLO VIII
SCIOGLIMENTO E LIQUIDAZIONE DELLA SOCIETÀ
Articolo 24
In caso di scioglimento della società, l’assemblea determinerà le modalità della liquidazio-
ne e i criteri in base ai quali essa deve svolgersi e nominerà uno o più liquidatori fissandone
i poteri e i compensi.
TITOLO IX
DISPOSIZIONI GENERALI
Articolo 25
Per quanto non espressamente previsto dal presente statuto, valgono le norme del codice
civile e delle legge speciali in materia.
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ANS Training
Legislazione Aeronautica
Articolo 1
Scopo
1. Lo scopo del presente Regolamento è definire i requisiti relativi al rilascio,al manteni-
mento, ed alla revoca della licenza comunitaria di controllore del traffico aereo prevista
dagli articoli 690, 691bis, 731, 733 e 734 del Codice della Navigazione e dal Decreto Legi-
slativo n. 118, 30 maggio 2008.
Articolo2
Applicabilità
1. Il presente Regolamento si applica:
a) agli studenti controllori del traffico aereo e ai controllori del traffico aereo che esercitano
le loro funzioni nelle regioni informazioni volo sotto la responsabilità italiana, presso forni-
tori di servizi di navigazione aerea che offrono i loro servizi prevalentemente a movimenti
di aeromobili del traffico aereo generale. È fatto salvo quanto specificamente indicato in
eventuali accordi internazionali per la delega di servizi di navigazione aerea;
b) alle organizzazioni di formazione che forniscono o intendono fornire servizi di formazio-
ne ai controllori di cui al punto precedente;
c) ai fornitori di servizi di controllo del traffico aereo.
3. Per assicurare una corretta fornitura dei servizi di controllo del traffico aereo, l’Aeronau-
tica Militare avvalendosi degli atti di intesa, previsti dall’art.1, comma 3 del decreto legge
8 settembre 2004, n.237 convertito con modificazioni dalla legge 9 novembre 200 n.265,
199
ANS Training
Legislazione Aeronautica
applica e garantisce il rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza stabiliti dal presente Re-
golamento, nella formazione, nell’addestramento e nell’impiego del personale militare pre-
posto alle funzioni di controllo del traffico aereo generale. L’ENAC provvede a rilasciare
la licenza comunitaria di Controllore del Traffico Aereo al personale militare che svolge le
funzioni di controllore o studente controllore, previa dimostrazione da parte dell’Aeronau-
tica Militare della rispondenza dei requisiti in possesso di detto personale a quelli prescritti.
Articolo 3
Definizioni
Ai fini del presente Regolamento, si intende per:
1. “servizio di controllo del traffico aereo”(Air Traffic Control Service): un servizio fornito
al fine di:
a) prevenire collisioni:
- tra aeromobili, e
- nell’area di manovra tra aeromobili e ostacoli;
b) rendere spedito e mantenere ordinato il flusso di traffico aereo;
3. “traffico aereo generale” (GAT, General Air Traffic): l’insieme dei movimenti di aeromo-
bili civili, nonché l’insieme dei movimenti di aeromobili di stato (compresi gli aeromobili
della difesa, dei servizi doganali e della polizia) quando questi movimenti sono svolti se-
condo le procedure dell’ICAO;
4. “licenza comunitaria di controllore del traffico aereo” (air traffic controller licence), di
seguito definita”licenza”: il certificato rilasciato e annotato nei modi prescritti dal presente
Regolamento, che autorizza il suo legittimo titolare a fornire servizi di controllo del traffico
aereo in conformità alle abilitazioni e alle specializzazioni in esso indicate;
5. “licenza comunitaria di studente controllore del traffico aereo” (student air traffic con-
troller licence), di seguito definita”licenza di studente”: la licenza rilasciata all’allievo con-
trollore che ha completato con esito favorevole la formazione iniziale per il conseguimento
della prima abilitazione del controllo del traffico aereo e che lo autorizza ad iniziare, in
conformità alle abilitazioni e alle specializzazioni in essa indicate, l’addestramento in posi-
zione operativa sotto la supervisione di un istruttore operativo;
200
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Legislazione Aeronautica
11. “codice ICAO della località” (ICAO location indicator): il codice di quattro lettere
assegnato alla località in cui si trova una stazione aeronautica fissa come specificato nel
manuale Doc 7910 ICAO;
12. “settore” (sector):una parte di un’area di controllo e/o parte di una regione o regione
superiore di informazione di volo;
13. “formazione” (training): l’insieme dei corsi teorici, delle esercitazioni pratiche, com-
prese le simulazioni, l’addestramento in posizione operativa, finalizzata all’acquisizione e
al mantenimento delle competenze necessarie per garantire servizi di controllo del traffico
aereo sicuri e di qualità elevata; la formazione comprende:
a) la formazione iniziale (initial training), che assicura la formazione di base (basic trai-
ning) e la formazione per l’abilitazione e le specializzazioni dell’abilitazione (rating/endor-
sement training);
b) l’addestramento all’interno dell’ unità operativa (unit training), comprensivo dell’ ad-
destramento di transizione, dell’addestramento propedeutico all’ addestramento in posi-
zione operativa e dell‘addestramento in posizione operativa, che portano all’ottenimento
201
ANS Training
Legislazione Aeronautica
iii) l’addestramento in posizione operativa (on the job training),è l’integrazione nella pra-
tica di capacità e competenze precedentemente acquisite ed effettuato sotto la supervisione
di un istruttore operativo, in situazioni di traffico reale.
17. “studente controllore” (student air traffic controller): il titolare di una licenza di studen-
te controllore del traffico aereo;
18. “controllore del traffico aereo in addestramento” (trainee air traffic controller): il tito-
lare di una licenza di controllore del traffico aereo che segue un corso di formazione o di
addestramento per il conseguimento di ulteriori abilitazioni o specializzazioni;
202
ANS Training
Legislazione Aeronautica
Articolo 4
Principi che disciplinano il rilascio delle licenze
1. Fatto salvo quanto stabilito per i fornitori di servizi al traffico aereo di cui all’articolo
2, paragrafo 2, i servizi di controllo del traffico aereo possono essere prestati, per le abili-
tazioni e le specializzazioni in corso di validità riportate nella licenza, esclusivamente da
controllori del traffico aereo muniti di licenza conforme al presente Regolamento, e, sotto
la supervisione di un istruttore operativo, da:
a) studenti controllori del traffico aereo;
b) controllori del traffico aereo in addestramento, durante la fase di addestramento all’in-
terno dell’ente, nel caso di aggiunta di un’abilitazione o una specializzazione a quelle già
possedute.
3. La licenza è rilasciata dall’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC) alla persona
che la firma e ne conserva la titolarità. L’ENAC rilascia anche le relative abilitazioni e le
specializzazioni. Per il rilascio, il rinnovo e gli accertamenti della competenza relativi alle
specializzazioni delle abilitazioni l’ENAC può delegare personale in servizio presso forni-
tori di servizi di traffico aereo. La composizione delle commissioni è stabilita dall’ENAC
nelle Circolari applicative del presente Regolamento.
203
ANS Training
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4 La licenza di studente controllore del traffico aereo ha una validità annuale e può essere
rinnovata una sola volta, ad eccezione del caso nel quale il titolare della licenza ha meno di
21 anni di età. L’addestramento operativo deve iniziare entro sei mesi dalla data dell’esa-
me per il conseguimento della licenza di studente controllore. Per iniziare l’addestramento
operativo oltre tale periodo deve essere preventivamente verificato il mantenimento dei
requisiti di formazione iniziale.
8. La licenza non può essere rilasciata a coloro che sono stati condannati a pena detentiva
superiore a cinque anni per delitti non colposi, nonché a coloro che sono sottoposti ad una
misura di sicurezza personale o alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
Articolo 5
Requisiti per il rilascio della licenza
1. Le licenze di studente controllore del traffico aereo sono rilasciate ai richiedenti che:
a) hanno almeno 18 anni e sono titolari almeno di un diploma di istruzione secondaria su-
periore o titolo di studio equivalente;
b) hanno completato con esito positivo la formazione iniziale approvata pertinente all’abi-
litaòzione e alla specializzazione dell’abilitazione ove applicabile, come specificato nella
parte A dell’Allegato II del presente regolamento;
204
ANS Training
Legislazione Aeronautica
2. La licenza di studente controllore del traffico aereo deve contenere l’indicazione di alme-
no una abilitazione e una specializzazione dell’abilitazione, ove applicabile, per le quali è
stata completata con esito positivo la formazione iniziale.
3. Le licenze dei controllori del traffico aereo sono rilasciate ai richiedenti che:
b) sono titolari di una licenza di studente controllore del traffico aereo ed hanno completato
un programma approvato di addestramento di unità operativa e superato con esito favore-
vole gli esami o le valutazioni conformemente alle prescrizioni di cui alla parte B dell’Al-
legato II del presente regolamento;
Articolo 6
Abilitazioni dei Controllori del Traffico Aereo
1. Le licenze devono contenere una o più delle seguenti abilitazioni in modo da indicare il
tipo di servizi che il titolare può fornire.
205
ANS Training
Legislazione Aeronautica
b) La abilitazione “Controllo di aeroporto strumentale” (ADI) indica che il titolare della li-
cenza è competente a fornire il servizio di controllo del traffico aereo al traffico di aeroporto
per un aeroporto che dispone di procedure strumentali pubblicate per l’avvicinamento o la
partenza.
Tale abilitazione deve essere accompagnata da almeno una delle specializzazioni dell’abi-
litazione di cui all’articolo 7.
Articolo 7
Specializzazioni dell’abilitazione
b) “Controllo movimenti al suolo” (GMC, Ground Movement Control): indica che il titolare
è competente a fornire il servizio di controllo dei movimenti al suolo;
206
ANS Training
Legislazione Aeronautica
movimenti al suolo con l’impiego di sistemi di sorveglianza per la guida della circolazione
di superficie negli aeroporti;
d) “Controllo aereo” (AIR, Air Control) indica che il titolare è competente a fornire il ser-
vizio di controllo del traffico aereo agli aeromobili in volo nelle vicinanze dell’aeroporto ed
al suolo limitatamente alle piste utilizzate per gli atterraggi e i decolli;
a) “Radar” (RAD, Radar): indica che il titolare della licenza ha la competenza necessaria a
fornire il servizio di controllo di avvicinamento con l’impiego di apparati radar primari e/o
secondari;
207
ANS Training
Legislazione Aeronautica
3. La abilitazione “Controllo area con sorveglianza” (ACS) deve contenere almeno una
delle seguenti specializzazioni dell’abilitazione:
a) “Radar” (RAD, Radar) indica che il titolare ha la competenza necessaria a fornire il ser-
vizio di controllo dell’area con l’impiego di apparati radar primari e/o secondari;
Articolo 8
Specializzazione unità operativa
1. La specializzazione di unità operativa indica che il titolare ha le competenze necessarie
per fornire servizi di controllo del traffico aereo per un particolare settore, gruppo di settori
o posizioni di lavoro operative sotto la responsabilità di un unità di controllo del traffico
aereo.
Articolo 9
Specializzazione Linguistica
1. I controllori del traffico aereo devono dimostrare la capacità di comprendere e parlare
la lingua inglese al livello indicato nel successivo comma 2 del presente articolo, inoltre, i
controllori del traffico aereo per i quali l’italiano non è lingua madre devono dimostrare la
capacità di comprendere e parlare la lingua italiana al livello indicato nel successivo comma
2 del presente articolo.
2. Il livello della competenza linguistica dei controllori è determinato con riferimento alla
classificazione di cui all’Appendice 3 Il livello minimo per entrambe le lingue è il livello 4.
Articolo 10
Specializzazioni della licenza
1. La specializzazione di”istruttore operativo”(OJTI) indica che il titolare ha le competenze
neces-sarie per fornire addestramento e supervisione in una posizione di lavoro operativa
208
ANS Training
Legislazione Aeronautica
perquelle aree per le quali è titolare di una specializzazione di unità operativa in corso di
validità.
a) abbia completato con esito positivo un corso approvato per istruttori operativi, durante
il quale le necessarie conoscenze e capacità pedagogiche sono state valutate tramite esami
adeguati;
b) abbia maturato una esperienza di almeno tre anni in una delle abilitazioni del controllo
del traffico aereo.
3. Un istruttore operativo non può svolgere le relative funzioni nei confronti di un Control-
lore del Traffico Aereo o di uno Studente Controllore del Traffico Aereo, se non:
b) ha effettivamente esercitato per almeno sei mesi presso l’ unità operativa, il settore o la
posizione operativa le funzioni operative associate all’abilitazione di cui al comma 3a.
a) abbia completato con esito positivo un corso approvato per valutatori, durante il quale la
conoscenza delle tecniche di valutazione è stata valutata tramite esami adeguati;
a) abbia completato con esito positivo un corso approvato per esaminatori, durante il quale
la conoscenza delle tecniche e delle procedure di conduzione degli esami siano state valu-
tate tramite esami adeguati;
209
ANS Training
Legislazione Aeronautica
b) abbia maturato una esperienza complessiva di almeno sei anni nello svolgimento delle
funzioni di controllore del traffico aereo.
7. Gli esaminatori possono operare solo in accordo alle modalità stabilite dall’ENAC.
8. I giudizi formulati dai valutatori e dagli esaminatori nell’esercizio delle loro funzioni
devono essere obiettivi e imparziali.
Articolo 11
Specializzazioni Nazionali
1. La specializzazione nazionale di supervisore operativo è rilasciata al titolare di una licenza
di controllore del traffico aereo che:
- abbia maturato una esperienza di almeno dieci anni nello svolgimento delle funzioni di
controllore del traffico aereo;
- abbia completato con esito positivo un corso approvato per supervisore operativo;
- operi in qualità di controllore del traffico aereo presso una sala operativa complessa.
2. Un Supervisore operativo può svolgere le relative funzioni allorché risulti titolare di tutte
le specializzazioni di unità operativa stabilite per la sala operativa complessa o per il gruppo
di postazioni operative, presso le quali la funzione è esercitata.
3. L’ENAC può istituire ulteriori specializzazioni nazionali della licenza e delle abilitazio-
ni legate a particolari condizioni, pratiche operative o sistemi utilizzati nella fornitura dei
servizi del traffico aereo.
Articolo 12
Condizioni per il mantenimento della validità delle abilitazioni e delle specializzazioni
1.La specializzazione di unità operativa è rilasciata per un periodo iniziale di 12mesi.
Può essere rinnovata per ulteriori periodi di 12 mesi se:
210
ANS Training
Legislazione Aeronautica
2. Per gli istruttori operativi il numero minimo di ore di lavoro prescritto per mantenere la
vali-dità della specializzazione di unità operativa può essere ridotto in proporzione al tempo
dedicato all’addestramento dei controllori sulle postazioni operative per le quali è richiesta
l’estensione di validità. Il numero minimo di ore di lavoro da effettuarsi come controllore al
di fuori dell’attività di istruttore operativo per mantenere la validità della specializzazione
è specificato negli schemi di competenza di unità operativa.
3. Qualora la specializzazione di unità operativa cessi di essere valida, per la sua riconva-
lida deve essere completato con esito positivo lo specifico programma di addestramento di
unità operativa
5. Il livello di conoscenza della lingua del candidato deve essere accertato a intervalli re-
golari, tranne nel caso dei candidati che abbiano dimostrato di possedere una conoscenza
della lingua di livello
6. L’intervallo non deve essere superiore ai 3 anni per i candidati con livello di conoscenza
4 e 6 anni per i candidati con livello di conoscenza
7. Il titolare di licenza con pregressa esperienza operativa di controllo del traffico aereo è
autorizzato a fornire il servizio informazioni volo presso una postazione FIC oppure presso
una unità AFIS, purchè sia in possesso di certificazione medica valida e della competenza
linguistica stabilita all’art. 9 e previo superamento di uno specifico programma di addestra-
mento di unità operativa approvato da ENAC. Le ore lavorate nello svolgimento delle pre-
dette funzioni non sono valide ai fini del rinnovo delle specializzazioni di unità operativa.
211
ANS Training
Legislazione Aeronautica
Articolo 13
Requisiti Medici
1. La certificazione medica è rilasciata da un organo sanitario o da medici esaminatori
riconosciuti dall’ENAC.
3. La certificazione medica è valida, a partire dalla data dell’esame medico, per 24 mesi fino
a 40 anni di età e 12 mesi oltre tale età.
4. La certificazione medica può essere revocata in qualsiasi momento qualora vengano meno
i requisiti medici che ne hanno determinato il rilascio. Contro la revoca della certificazione
medica può essere presentato ricorso avvalendosi del parere di un medico indipendente.
5. Il titolare di una licenza deve informare il proprio datore di lavoro di ogni diminuzione
del suo stato di salute o di essere sotto l’influenza di sostanze psicoattive o di medicinali
che rischiano di renderlo inidoneo a svolgere in modo adeguato e in condizioni di sicurezza
i compiti inerenti alla sua licenza.
6. I fornitori di servizi del traffico aereo devono istituire procedure affinchè i controllori
possano assolvere gli obblighi di cui al comma precedente nel rispetto delle disposizioni di
legge sulla tutela della privacy
Articolo 14
Certificazione delle organizzazioni di formazione
1. Non possono essere effettuate attività di formazione e addestramento di allievi control-
lori, studenti controllori, e controllori, incluse le relative valutazioni di competenza, se
non da parte di organizzazioni in possesso della certificazione ENAC di organizzazione di
formazione.
212
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Legislazione Aeronautica
7. L’ENAC può delegare, in tutto o in parte l’esecuzione delle verifiche cui al preceden-
te comma 6 ad organizzazioni riconosciute a norma dell’articolo 3 del regolamento (CE)
n. 550/2004.
8. Qualora l’ENAC accerti che l’organizzazione di formazione non soddisfa più i requisiti o
le condizioni, prende le misure ritenute opportune, ivi compreso il ritiro della certificazione.
Articolo 15
Albo dei Controllori del Traffico Aereo
1. L’ENAC cura e mantiene l’albo dei controllori del traffico aereo nel quale sono contenuti
per ogni licenza:
a) i dati relativi al titolare;
b) le abilitazioni, e le specializzazioni;
c) le date di scadenza per ogni abilitazione e specializzazione.
2. I fornitori di servizi alla navigazione aerea devono registrare, conservare per almeno i
24 mesi successivi e fornire all’ENAC nelle forme ritenute accettabili, le ore lavorate da
ogni controllore all’interno di ciascuna unità operativa, divise per settori, gruppi di settori
o posizioni operative;
3. I fornitori di servizi devono fornire i dati di cui al paragrafo precedente anche a ciascun
controllore.
Articolo 16
Mutuo riconoscimento delle licenze e delle certificazioni emesse
1. Fatto salvo quanto prescritto al successivo comma 2, ENAC riconosce le licenze
di,mstudente controllore e di controllore del traffico aereo rilasciate, conformemente alle
disposizioni della direttiva 2006/23/CE, dalle autorità nazionali di vigilanza dei paesi mem-
bri dell’Unione Europea, incluse le abilitazioni, le specializzazioni di abilitazione, la spe-
cializzazione linguistica in lingua inglese e la certificazione medica.
213
ANS Training
Legislazione Aeronautica
2. La licenza di controllore del traffico aereo è riconosciuta ai titolari che abbiano l’età
minima di ventuno anni e purchè dimostrino la capacità di comprendere e parlare la lingua
italiana con un livello di competenza minimo pari a 4, accertato con riferimento alla classi-
ficazione di cui all’Appendice 2 e secondo modalità e procedure definite dall’ENAC.
3. Fatto salvo quanto prescritto ai commi precedenti, il titolare di una licenza rilasciata da
un altro stato membro dell’Unione Europea in conformità alle disposizioni della direttiva
2006/23/CE, che eserciti le proprie funzioni nelle Regioni informazioni volo sotto la re-
sponsabilità italiana, ha il diritto di convertire la sua licenza con una licenza rilasciata in
Italia.
Art.16 Bis
Sanzioni
ENAC stabilisce con apposita Circolare le modalità di accertamento e irrigazione delle
sanzioni di cuio agli artt. 15 e 16 del Dgl n.118 del 9 Luglio 2008.
Articolo 17
Entrata in vigore e regime transitorio
3. Fino al 16 maggio 2010 per i titolari di licenza di controllore del traffico aereo è ritenuto
valido l’accertamento della competenza linguistica nella lingua inglese condotto in base ai
requisiti vigenti alla data di entrata in vigore del presente regolamento
214
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Legislazione Aeronautica
ALLEGATO 1
SPECIFICHE DELLE LICENZE
1.1. Sulla licenza figurano i seguenti dati. Le voci contrassegnate da un asterisco sono ripor-
tate anche in lingua inglese:
a) *Repubblica Italiana; Ente Nazionale per l’Aviazione Civile;
b) *Denominazione della licenza (in grassetto nerissimo);
c) Numero di serie (in numeri arabi) della licenza attribuito dall’autorità che rilascia la licenza;
d) Nome per esteso del titolare;
e) Data di nascita;
f) Cittadinanza del titolare;
g) Firma del titolare;
h) *Certificazione relativa alla validità e all’autorizzazione del titolare di esercitare le pre-
rogative inerenti alla licenza, con le seguenti indicazioni:
- abilitazioni, specializzazioni delle abilitazioni, specializzazioni di ente, specializzazioni
linguistiche, e specializzazioni della licenza;
- data del rispettivo primo rilascio;
- date di scadenza della rispettiva validità.
2. Materiale
È utilizzata carta di prima qualità o altro materiale appropriato su cui appaiono con chiarez-
za le voci di cui al punto 1.
3. Colore
3.1. Il colore del materiale è il bianco.
215
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ALLEGATO 2
REQUISITI IN MATERIA DI FORMAZIONE
PARTE A
REQUISITI PER LA FORMAZIONE INIZIALE DEI CONTROLLORI
DEL TRAFFICO AEREO
La formazione iniziale è finalizzata ad assicurare che gli studenti controllori del traffico aereo
soddisfino, come minimo, gli obiettivi della formazione di base (basic training) e della for-
mazione per la abilitazione (rating training) di cui alla pubblicazione Eurocontrol dal titolo
“Guidelines for air traffic controller Common Core Content Initial Training”(Orientamenti
sui contenuti basici essenziali comuni per la formazione iniziale per i controllori del traffico
aereo), edizione del 12.10.2004 e successive edizioni e modificazioni, in modo che i con-
trollori siano capaci di gestire il traffico aereo in modo sicuro, efficiente ed ordinato.
L’insegnamento delle singole materie è impartito in modo da preparare gli studenti all’eser-
cizio dei vari tipi di servizi di traffico aereo ed a mettere in evidenza gli aspetti legati alla
sicurezza. La formazione iniziale comprende: corsi di teoria e corsi di addestramento prati-
co, anche con l’ausilio di simulazioni, la cui durata è stabilita nei programmi di formazione
approvati. Il livello delle competenze acquisite deve essere tale da garantire la gestione di
situazioni di traffico denso e complesso, facilitando la sua transizione all’addestramento di
unità operativa. La competenza dello studente che ha completato l’iter di formazione inizia-
le è valutata mediante esami specifici o un sistema di valutazione permanente
PARTE B
REQUISITI PER L’ADDESTRAMENTO PRESSO L’ UNITÀ OPERATIVA DEI
CONTROLLORI DEL TRAFFICO AEREO
Il”piano di addestramento di unità operativa”(unit training plan) specifica i processi e la
tempistica che, sotto la supervisione di un istruttore operativo, sono richiesti per conseguire
l’abilità ad operare presso l’unità operativa. Il piano di addestramento di unità operativa
contiene l’indicazione di tutti gli elementi del sistema di valutazione delle competenze,
comprese le modalità di addestramento, gli accertamenti intermedi e gli esami, unitamente
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PARTE C
REQUISITI PER LA FORMAZIONE CONTINUA DEI CONTROLLORI
DEL TRAFFICO AEREO
La validità delle specializzazioni di abilitazione e delle specializzazioni di unità operativa
riportate sulle licenze dei controllori del traffico aereo è mantenuta tramite una formazione
continua approvata, consistente in un addestramento idoneo a mantenere le competenze dei
controllori del traffico aereo, corsi di aggiornamento, addestramento alle situazioni inusuali
e di emergenza, degrado dei sistemi, e, se necessario, un addestramento linguistico.
Gli schemi di competenza di unità operativa e la loro attuazione avvengono secondo i criteri
contenuti nello “European Manual of Personnel Licensing - Air Traffic Controllers” e nello
“Explanatory Material on ESARR 5 Requirements for Air Traffic Controllers Officers”.
Il fornitore di servizi di navigazione aerea assicura che siano utilizzati meccanismi che ga-
rantiscano l’equo trattamento dei titolari di licenze la validità delle cui specializzazioni non
può essere prorogata.
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ALLEGATO 3
REQUISITI DI COMPETENZA LINGUISTICA
I requisiti di competenza linguistica di cui agli articoli 5 e 9 riguardano l’uso della frase-
ologia specialistica e del linguaggio comune. Per dimostrare il possesso dei requisiti di
competenza linguistica il richiedente la licenza o il titolare della licenza è oggetto di una
valutazione e deve dimostrare di soddisfare come minimo i requisiti corrispondenti al li-
vello operativo 4, della classificazione della competenza linguistica riportata nel presente
allegato. Le persone che possiedono le prescritte conoscenze linguistiche:
a) sono capaci di comunicare efficacemente tanto nei contatti in cui l’interlocutore non è
presente (voice-only) (telefono/radiotelefono) quanto in presenza dell’interlocutore;
b) sono capaci di comunicare con precisione e chiarezza su argomenti comuni, concreti e
correlati all’attività lavorativa;
c) sono capaci di utilizzare strategie comunicative appropriate per lo scambio di messaggi
e per riconoscere e risolvere i malintesi (ad esempio verificare, confermare o chiarire le
informazioni) in un contesto generale o professionale;
d) sono capaci di risolvere con relativa facilità le difficoltà linguistiche nate da complica-
zioni o eventi inaspettati che si verificano durante l’espletamento dell’attività di routine o
delle mansioni di comunicazione con le quali hanno in genere familiarità;
e) sono in grado di parlare con un’inflessione dialettale o con un accento comprensibili alla
comunità aerononautica.
LIVELLO OPERATIVO 4
Pronuncia Struttura Vocabolario
Pronuncia, accentuazione, ritmo ed Le strutture grammaticali e le La ricchezza e la precisione del
intonazione sono influenzati dalla strutture frasali basiche, sono usa- vocabolario sono in genere suf-
prima lingua o da varietà regiona- te in modo creativo e sono gene- ficienti per comunicare effica-
li, ma solo qualche volta incidono ralmente ben controllate. Possono cemente su argomenti comuni,
sulla facilità di comprensione. ntervenire errori specialmente in concreti e correlati all’attività la-
circostanze inabituali o inaspetta- vorativa. Può spesso parafrasare
te, ma essi raramente incidono sul con successo, quando faccia difet-
senso. to il vocabolario in circostanze in
abituali o inaspettate.
Fluidità Comprensione
Capacità di produrre enunciati ad Buona comprensione della mag- Interazione
un ritmo adeguato. Può verificarsi gior parte degli argomenti comu- Le risposte sono in genere im-
occasionalmente una perdita di flui- ni, concreti e correlati all’attività mediate, adeguate e informative.
dità di espressione passando da for- lavorativa, quando l’accento o la Inizia e mantiene la conversazio-
mule apprese all’interazione spon- variante utilizzata è sufficiente- ne anche in situazioni impreviste.
tanea, senza che ciò impedisca una mente intelligibile per una comu- Reagisce adeguatamente a even-
comunicazione efficace. Capacità nità internazionale di utenti. Di- tuali malintesi tramite verifiche,
di fare un uso limitato di marche o nanzi ad una difficoltà linguistica, conferme e chiarimenti.
connettivi del discorso.I riempitivi una situazione complessa o a un
non distraggono l’attenzione. evento inaspettato, la comprensio-
ne può essere più lenta o richiede-
re strategie di chiarimento.
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ALLEGATO 4
REQUISITI E CONDIZIONI CONNESSI CON I CERTIFICATI RILASCIATI ALLE
ORGANIZZAZIONI DI FORMAZIONE
c) rendono nota la metodologia che utilizzeranno per stabilire i dettagli concernenti il con-
tenuto, l’organizzazione e la durata dei corsi, i programmi di formazione, i programmi di
addestramento di unità operativa, comprese le modalità organizzative degli esami o delle
valutazioni. Per gli esami connessi alla formazione iniziale, compresa la formazione con
simulazioni, sono indicate dettagliatamente le abilitazioni che devono essere in possesso
degli esaminatori;
d) forniscono prova del sistema di gestione della qualità utilizzato per verificare la confor-
mità e l’adeguatezza dei sistemi e delle procedure che garantiscono che i servizi di forma-
zione forniti soddisfano le norme stabilite in questo Regolamento;
2) I certificati specificano:
a) il nome e l’indirizzo del richiedente;
c) una dichiarazione che attesta che l’organizzazione soddisfa i requisiti di cui al punto 1;
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APPENDICE 3
- DECRETO LEGISLATIVO 30 Maggio 2008 n. 118
- modificato dal DECRETO LEGISLATIVO 8 Apr 2010 n.68
“Attuazione della direttiva 2006/23/CE, relativa alla Licenza comunitaria dei Control-
lori del Traffico Aereo”
(pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 158 dell’8 luglio 2008)
*************
Visto il decreto-legge 8 settembre 2004, n. 237, convertito, con modificazioni, dalla legge
9 novembre 2004, n. 265, recante interventi urgenti nel settore dell’aviazione civile, ed in
particolare l’articolo 1, che attribuisce all’ENAC le funzioni di regolazione tecnica, con-
trollo, certificazione e rilascio di licenze in materia di fornitura dei servizi della navigazione
aerea; Vista la preliminare deliberazione del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione
del 27 febbraio 2008; Acquisiti pareri delle competenti Commissioni parlamentari della
Camera dei deputati; Considerato che le competenti Commissioni parlamentari del Senato
della Repubblica non hanno espresso il parere nel termine prescritto; Vista la deliberazione
del Consiglio dei Ministri, adottata nella riunione del 30 maggio 2008; Sulla proposta del
Ministro per le politiche europee e del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di con-
certo con i Ministri della giustizia, degli affari esteri, dell’economia e delle finanze e della
difesa;
Emana
il seguente decreto-legislativo:
Art. 1.
Obiettivo
1. Il presente decreto legislativo istituisce la licenza comunitaria di controllore del traffico
aereo, al fine di aumentare i livelli di sicurezza e migliorare il funzionamento del sistema di
controllo del traffico aereo generale.
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Art. 2.
Campo di applicazione
1. Fatto salvo quanto specificamente indicato in eventuali accordi internazionali per la de-
lega di servizi di navigazione aerea, il presente decreto legislativo, limitatamente alla forni-
tura dei servizi di navigazione aerea per il traffico aereo generale, si applica:
a) agli studenti controllori del traffico aereo;
b) ai controllori del traffico aereo;
c) alle organizzazioni di formazione che forniscono o intendono fornire servizi di formazio-
ne ai controllori di cui alla lettera b);
d) ai fornitori di servizi di controllo del traffico aereo.
Art. 3.
Definizioni
1. Fatte salve le definizioni contenute nel regolamento (CE) n. 549/2004 del Parlamento e
del Consiglio del 10 marzo 2004, che stabilisce i principi generali per l’istituzione del cielo
unico europeo, ai fini del presente decreto, si intende per:
a) “licenza comunitaria di controllore del traffico aereo”, di seguito definita “licenza”: il
certificato rilasciato e annotato nei modi prescritti dal presente decreto legislativo, che au-
torizza il suo legittimo titolare a fornire servizi di controllo del traffico aereo in conformità
delle abilitazioni e delle specializzazioni in esso indicate;
b) “licenza comunitaria di studente controllore del traffico aereo”, di seguito definita:
“licenza di studente”: la licenza rilasciata all’allievo controllore che ha completato con
esito favorevole la formazione iniziale per il conseguimento della prima abilitazione del
controllo del traffico aereo, che lo autorizza ad iniziare, in conformità alle abilitazioni e alle
specializzazioni in essa indicate, l’addestramento in posizione operativa sotto la supervisio-
ne di un istruttore operativo;
c) “abilitazione”: l’autorizzazione riportata sulla licenza o a questa collegata, che ne forma
comunque parte integrante e ne specifica le condizioni, i compiti o le limitazioni particolari
relative alla licenza stessa; la licenza riporta almeno una delle seguenti abilitazioni:
1) controllo di aeroporto a vista;
2) controllo di aeroporto strumentale;
3) controllo di avvicinamento procedurale;
4) controllo di avvicinamento con sorveglianza;
5) controllo di area procedurale;
6) controllo di area con sorveglianza;
d) “specializzazione dell’abilitazione”: l’autorizzazione riportata nella licenza, di cui è par-
te integrante, che indica le condizioni, i compiti o le limitazioni particolari relative alla
pertinente abilitazione;
e) “specializzazione di unità operativa”: l’autorizzazione riportata nella licenza è parte in-
tegrante della stessa, che indica la località, secondo il codice ICAO, nonchè i settori e le
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posizioni operative nelle quali il titolare della licenza è abilitato a svolgere le propri
mansioni;
f) “specializzazione linguistica”: l’autorizzazione riportata nella licenza è parte integrante
della stessa, che indica le competenze linguistiche del titolare;
g) “specializzazione di istruttore operativo”: l’autorizzazione riportata nella licenza, della
quale è parte integrante, che indica la competenza del titolare ad impartire un addestramen-
to in posizione operativa;
h) “specializzazione della licenza”: l’autorizzazione, riportata nella licenza, a svolgere le
funzioni di istruttore operativo, valutatore di competenza o esaminatore;
i) “organizzazione di formazione”: l’organizzazione certificata dall’Autorità nazionale di
vigilanza come idonea a fornire uno o più tipi di formazione o addestramento quali definiti
nel presente articolo;
l) “studente controllore”: il titolare di una licenza di studente controllore del traffico aereo;
m) “controllore del traffico aereo in addestramento”: il titolare di una licenza di controllore
del traffico aereo che segue un corso di formazione o di addestramento per il conseguimen-
to di ulteriori abilitazioni o specializzazioni;
n) “allievo controllore”: colui che frequenta un corso di formazione iniziale finalizzato al
conseguimento della licenza di studente controllore del traffico aereo;
o) “specializzazione di valutatore”: l’autorizzazione riportata nella licenza, della quale è
parte integrante, che indica la capacità del titolare a valutare la competenza operativa del
controllore del traffico aereo;
p) “specializzazione di esaminatore” l’autorizzazione riportata nella licenza, della quale è
parte integrante, che indica la competenza del titolare a condurre gli esami per il rilascio
della licenza di studente controllore del traffico aereo, della licenza di controllore del traffi-
co aereo, delle specializzazioni della licenza, delle abilitazioni, delle specializzazioni delle
abilitazioni e di unità operativa.
Art. 4.
Fornitura del servizio di controllo del traffico aereo
1. Fatto salvo quanto stabilito per i fornitori di servizi al traffico aereo di cui all’articolo 7
del regolamento (CE) n. 550/2004, i servizi di controllo del traffico aereo possono essere
prestati, per le abilitazioni e le specializzazioni in corso di validità riportate nella licenza,
esclusivamente da controllori del traffico aereo muniti di licenza conforme alle disposizio-
ni del presente decreto legislativo, e, sotto la supervisione di un istruttore operativo, da: a)
studenti controllori del traffico aereo;
b) controllori del traffico aereo in addestramento operativo, durante la fase di addestramento
all’interno dell’ente per il conseguimento di ulteriori abilitazioni o specializzazioni di unità.
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3. Le licenze sono rilasciate dall’ENAC (Ente nazionale per l’aviazione civile) alla persona
che la firma e ne conserva la titolarità. L’ENAC rilascia anche le relative abilitazioni e le
specializzazioni.
3-bis. Quando é in corso di accertamento la responsabilità del controllore del traffico aereo
in un incidente o inconveniente grave ovvero quando in ordine alla competenza professio-
nale del controllore del traffico aereo sussista ragionevole dubbio da parte dell’Ente for-
nitore dei servizi di traffico aereo, l’Ente medesimo può disporne la sospensione cautelare
dall’impiego operativo. (inserito dal Dgl n.68/2010)
5-bis. Ai fini dell’irrogazione delle sanzioni di cui ai commi 4 e 5, l’ENAC provvede alla
contestazione degli addebiti.
5-ter. I destinatari della contestazione di cui al comma 5-bis, possono presentare memorie
difensive.
226
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5-quater. Con apposito regolamento dell’ENAC sono stabiliti i termini per la contestazione
degli addebiti e la presentazione delle memorie difensive da parte degli interessati.
5-quinquies. A seguito dell’esercizio della facoltà di cui al comma 5-ter ovvero decorso inu-
tilmente il relativo termine, l’ENAC esamina le risultanze istruttorie e dispone l’audizione
degli interessati, alla quale le parti possono farsi assistere da avvocati ed esperti di fiducia.
Se non ritiene provato l’addebito, l’ENAC dispone l’archiviazione della contestazione. Se,
invece, ritiene comprovato l’addebito, adotta la sanzione adeguata alla violazione o negli-
genza professionale accertata ai sensi del presente articolo.
5-septies. Per il personale militare l’ENAC provvede alla contestazione di cui al comma
5-bis per il tramite dell’Aeronautica militare. L’ENAC, nell’attività istruttoria di cui al com-
ma 5- quinquies, le cui modalità di svolgimento sono definite nell’ambito degli atti d’intesa
di cui all’art. 6, comma 2, é coadiuvato da un ufficiale esperto delle Forze armate e adotta
la decisione conclusiva, previa acquisizione del parere tecnico dell’Aeronautica militare.
5-octies. Per il personale civile, l’ENAC nell’attività istruttoria di cui al comma 5-quin-
quies, è coadiuvato da un funzionario esperto dell’Ente fornitore dei servizi di traffico aereo
e adotta la decisione conclusiva del procedimento sanzionatorio, previa acquisizione del
parere tecnico delle Ente fornitore dei servizi di traffico aereo.
6. La licenza non può essere rilasciata a coloro che sono stati condannati a pena detentiva
superiore a cinque anni per delitti non colposi, nonché a coloro che sono sottoposti ad una
misura di sicurezza personale o alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale.
227
ANS Training
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Art. 6.
Fornitori di servizi militari
1. Ai sensi dell’articolo 7, paragrafo 5, del regolamento (CE) n. 550/2004, i servizi di con-
trollo del traffico aereo regolari e pianificati sono forniti al traffico aereo generale sotto la
responsabilità dell’Aeronautica militare sugli aeroporti e negli spazi aerei di competenza,
quale fornitore di servizi di navigazione aerea in via primaria a movimenti di aeromobili
diversi dal traffico aereo generale.
2. Per assicurare una corretta fornitura dei servizi di cui al comma 1, l’Aeronautica mili-
tare, avvalendosi degli atti di intesa previsti dall’articolo 1, comma 3, del decreto-legge
8 settembre 2004, n. 237, convertito, con modificazioni, dalla legge 9 novembre 2004, n.
265, applica e garantisce il rispetto dei requisiti di qualità e sicurezza, stabiliti dal presente
decreto legislativo, nella formazione, nell’addestramento e nell’impiego del personale mi-
litare preposto alle funzioni di controllo del traffico aereo generale.
3. L’ENAC rilascia la licenza di studente o controllore del traffico aereo al personale mili-
tare impiegato nello svolgimento delle funzioni di controllore o studente controllore presso
fornitori di servizi di navigazione aerea di cui al comma 1, previa dimostrazione da parte
dell’Aeronautica militare della rispondenza dei requisiti in possesso di detto personale a
quelli prescritti dal presente decreto legislativo.
Art. 7.
Requisiti per il rilascio della licenza
1. Per il conseguimento delle licenze di studente controllore del traffico aereo è richiesto il
possesso dei seguenti requisiti:
a) età non inferiore ai diciotto anni;
b) diploma di istruzione secondaria di secondo grado o un titolo di studio equivalente;
c) frequenza e superamento dei corsi di formazione approvati dall’ENAC con proprio re-
golamento;
d) certificazione medica di idoneità psico-fisica in corso di validità, rilasciata secondo le
disposizioni di cui all’articolo 11;
e) competenza linguistica adeguata alle mansioni da svolgere.
2. Per il conseguimento delle licenze di controllore del traffico aereo è richiesto il possesso
dei seguenti requisiti:
a) età non inferiore ai ventuno anni;
b) licenza di studente controllore;
c) frequenza e superamento dei corsi di formazione stabiliti dall’ENAC con proprio rego-
lamento;
d) certificazione medica di idoneità psico-fisica in corso di validità, rilasciata secondo le
disposizioni di cui all’articolo 11;
228
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Art. 8.
Contenuto delle licenze
1. Le licenze contengono, oltre a quanto previsto all’appendice 1:
a) una o più abilitazioni afferenti al tipo di servizi che il titolare può fornire;
b) le relative specializzazioni dell’abilitazione;
c) le specializzazioni di unità operativa, solo per le licenze di controllore del traffico aereo;
d) le specializzazioni linguistiche.
Art. 9.
Specializzazione linguistica
1 I controllori del traffico aereo devono comprendere e parlare la lingua inglese e la lingua
italiana ad un livello adeguato al servizio che espletano.
Art. 10.
Condizioni per il mantenimento della validità delle abilitazioni e delle specializzazioni
1. La specializzazione di unità operativa è rilasciata per un periodo iniziale di dodici mesi,
rinnovabile per ulteriori periodi di dodici mesi nel rispetto dei requisiti specifici stabiliti
dall’ENAC con proprio regolamento.
229
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Art. 11.
Certificati medici
1.La certificazione medica è rilasciata da un organo sanitario o da medici esaminatori
riconosciuti dall’ENAC, in conformità a quanto previsto all’articolo 734 del codice della
navigazione.
3. La validità della certificazione medica degli studenti e dei controllori di traffico aereo,
fino al quarantesimo anno di età è di ventiquattro mesi. Per gli studenti e i controllori di
traffico aereo ultraquarantenni la validità della certificazione medica è di dodici mesi.
5. Il titolare di una licenza informa il proprio datore di lavoro, ai fini della sorveglianza
sanitaria, di ogni alterazione del suo stato di salute o di avere assunto sostanze psicoattive
o di medicinali che rischiano di renderlo inidoneo a svolgere in modo adeguato e in condi-
zioni di sicurezza i compiti inerenti alla sua licenza.
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6. I fornitori di servizi del traffico aereo istituiscono procedure affinchè i controllori possa-
no assolvere gli obblighi di cui al comma 5 nel rispetto delle disposizioni di cui al decreto
legislativo 30 giugno 2003, n. 196.
7. Il titolare di una licenza si sottopone agli accertamenti sanitari per verificare l’assenza di
assunzione di sostanze stupefacenti secondo le modalità previste dalla normativa vigente.
Art. 12.
Certificazione delle organizzazioni di formazione
1. L’attività di formazione o di addestramento di allievi controllori, studenti controllori, e
controllori del traffico aereo, incluse le relative valutazioni di competenza, è svolta esclu-
sivamente da parte delle organizzazioni in possesso della certificazione ENAC di organiz-
zazione di formazione.
4. L’ENAC può delegare, in tutto o in parte, l’esecuzione delle verifiche cui al comma 3
ad organizzazioni riconosciute a norma dell’articolo 3 del regolamento (CE) n. 550/2004.
5. Qualora l’ENAC accerti che l’organizzazione di formazione non soddisfa più i requisiti
o le condizioni prescritte, adotta le misure ritenute opportune, ivi compreso il ritiro della
certificazione.
Art. 13.
Mutuo riconoscimento delle licenze comunitarie
1.Fatta salva la facoltà dell’ENAC di richiedere il possesso di uno specifico livello di com-
petenza linguistica nazionale, l’ente riconosce le licenze, le abilitazioni, le specializzazioni
di abilitazione e le competenze linguistiche ad esse associate rilasciate dall’autorità nazio-
nale di vigilanza di un altro Stato membro in conformità alle disposizioni della direttiva
2006/23/CE nonchè il certificato medico che le accompagna, purchè i titolari abbiano l’età
minima di ventuno anni per i controllori del traffico aereo.
2. Il titolare di una licenza rilasciata da un altro Stato in conformità alla citata direttiva, che
eserciti le proprie funzioni nelle regioni informazioni volo sotto la responsabilità italiana,
ha il diritto di scambiare la sua licenza con una licenza rilasciata in Italia senza che vengano
imposte condizioni supplementari, fatta eccezione per i requisiti di competenza linguistica
nazionale.
231
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Art. 14.
Conversione delle licenze nazionali
1. Coloro che alla data di entrata in vigore del presente decreto sono in possesso di un’auto-
rizzazione all’esercizio dell’attività di controllore del traffico aereo secondo le preesistenti
procedure nazionali hanno titolo ad ottenere la conversione di detta autorizzazione in una
delle licenze previste dal presente decreto legislativo, in base all’attività svolta e secondo le
modalità stabilite dall’ENAC.
2. Coloro che alla data di entrata in vigore del presente decreto esercitano funzioni equiva-
lenti a quelle di istruttore operativo, esaminatore o valutatore presso un fornitore di servizi
al traffico aereo o un’organizzazione di formazione hanno titolo ad ottenere la relativa spe-
cializzazione di licenza. A questo fine fanno fede le registrazioni del fornitore di servizio.
Art. 15.
Sanzioni
1. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque esercita la funzione di controllore o studente
controllore del traffico aereo senza la prescritta licenza ovvero con la licenza sospesa o re-
vocata, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da tremila euro a diecimila euro.
2. Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente con-
trollore del traffico aereo che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo in difformità
dalle abilitazioni o dalle specializzazioni riportate nella licenza è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da duemilacinquecento euro a novemila euro.
3. Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente con-
trollore del traffico aereo che fornisce il servizio di controllo del traffico aereo senza aver
ottenuto il rilascio della prescritta certificazione medica ovvero con certificazione non con-
forme alle disposizioni dell’articolo 11, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria
da duemilacinquecento euro a diecimila euro.
4. Salvo che il fatto costituisca reato, il titolare di una licenza di controllore o studente con-
trollore del traffico aereo che omette di informare il proprio datore di lavoro di un’altera-
zione del suo stato di salute o di essere sotto l’influenza di sostanze psicoattive o di farmaci
che rischiano di renderlo inidoneo a svolgere in modo adeguato e in condizioni di sicurezza
i compiti inerenti alla sua licenza, è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da
tremila euro a dodicimila euro.
232
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Legislazione Aeronautica
5. Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque esercita l’attività di formazione o addestra-
mento di controllori o studenti controllori del traffico aereo in mancanza della certificazione
ENAC è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da venticinquemila euro a cin-
quantamila euro.
6. Salvo che il fatto costituisca reato, il fornitore di servizi di controllo del traffico aereo
che utilizza un controllore o studente controllore del traffico aereo privo di licenza o in dif-
formità delle abilitazioni o specializzazioni riportate nella licenza è punito con la sanzione
amministrativa pecuniaria da cinquantamila euro a centomila euro.
Art. 16.
Aggiornamento degli importi delle sanzioni
1. A decorrere dal 1° gennaio 2009, gli importi delle sanzioni di cui all’articolo 15 sono
aggiornati mediante applicazione dell’incremento pari all’indice nazionale dei prezzi al
consumo per l’intera collettività, rilevato dall’Istat nel biennio precedente.
2. Con decreto del Ministro della giustizia, di concerto con i Ministri dell’economia e delle
finanze e delle infrastrutture e dei trasporti, da adottarsi entro il 1° dicembre di ogni biennio,
sono aggiornati i nuovi limiti delle sanzioni amministrative pecuniarie che si applicano dal
1° gennaio dell’anno successivo.
Art. 17.
Abrogazioni
1. Il decreto del Presidente della Repubblica 10 maggio 2000, n. 223, recante norme di
licenze, attestati e abilitazioni per il personale addetto al controllo del traffico aereo, è abro-
gato.
Art. 18.
Disposizioni finanziarie
1. Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri, nè
minori entrate per la finanza pubblica.
2. L’ENAC svolge i compiti previsti dalle disposizioni del presente decreto con le risorse
umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.
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Allegato
(previsto all’articolo 5, comma 7)
APPENDICE 1
Specifiche delle licenze Le licenze rilasciate sono conformi alle seguenti specifiche:
1. Dettaglio dei dati 1.1. Sulla licenza figurano i seguenti dati. Le voci contrassegnate da un
asterisco sono riportate anche in lingua inglese:
a) *Repubblica italiana; Ente nazionale per l’aviazione civile;
b) *denominazione della licenza (in grassetto nerissimo);
c) numero di serie (in numeri arabi) della licenza attribuito dall’autorità che rilascia la licenza;
d) nome per esteso del titolare;
e) data di nascita;
f) cittadinanza del titolare;
g) firma del titolare;
h) *certificazione relativa alla validità e all’autorizzazione del titolare di esercitare le pre-
rogative inerenti alla licenza, con le seguenti indicazioni: abilitazioni, specializzazioni
delle abilitazioni, specializzazioni di ente, specializzazioni linguistiche, e specializzazioni
della licenza; data del rispettivo primo rilascio; date di scadenza della rispettiva validità.
i) firma del funzionario che rilascia la licenza e data del rilascio;
l) timbro dell’autorità che rilascia la licenza;
234
ANS Training
Legislazione Aeronautica
2. Materiale
È utilizzata carta di prima qualità o altro materiale appropriato su cui appaiono con chiarezza
le voci di cui al punto 1.
3. Colore
3.1. Il colore del materiale è il bianco.
Disposizioni finanziarie
1.Dall’attuazione del presente decreto non devono derivare nuovi o maggiori oneri, nè mi-
nori entrate per la finanza pubblica.
2. L’ENAC svolge i compiti previsti dalle disposizioni del pre-sente decreto con le risorse
umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente. Il presente decreto, mu-
nito del sigillo dello Stato, sarà inserito nella Raccolta ufficiale degli atti normativi della
Repub-blica italiana.
NAPOLITANO
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