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Nel 1887, il bibliofilo Marco Besso pubblica un libro dal titolo Roma nei proverbi e nei FONDAZIONE MARCO BESSO
Contributi di Sevim Aktas, Gunhild Avitabile, Francesco Avolio, Marco Bais, Sanzio
Balducci, Franco Bampi, Michele De Gioia, Temistocle Franceschi, Gisèle Lévy, Daniela
Magdan, Donatella Mazzeo, Janet Mente, Francesco Montuori, Andràs Nemeth,
Martina Nied Curcio, Giulio Paulis, Giovanni Ruffino, Valentina Sagaria Rossi, Maria
Antonella Sardelli, Alessandro Scarsella, Gaga Shurgaia, Marcello Teodonio, Renzo
Tosi, Arthur Weststeijn, Clara Yu Dong
ISBN 978-88-7575-211-8
Euro 25,00
La fortuna dei proverbi, identità dei popoli
Marco Besso e la sua collezione
Roma 2014
In copertina
Catalogue des livres parémiologiques composant la bibliothèque de Ignace Bernstein.
Varsovie, W. Drugulin, 1900, Do n. 1670. (Coll. Besso: 11.G.21-22)
La fortuna dei proverbi,
identità dei popoli
Marco Besso e la sua collezione
a cura di Laura Lalli
Progetto
Orsa M. L. Lumbroso
Immagini
© Fondazione Marco Besso
Ringraziamenti
Laura Bassotti, Antonella Ferro, Carla Rivolta
Staff della Biblioteca
Revisione abstract
Lynn Swanson
© Copyright 2014
Editoriale Artemide s. r. l.
Via Angelo Bargoni, 8 – 00153 Roma
Tel. 06.45493446 – Tel. /Fax 06.45441995
editoriale.artemide@fastwebnet.it
www. artemide-edizioni.it
Segreteria di redazione
Antonella Iolandi
Impaginazione
Monica Savelli
Copertina
Lucio Barbazza
ISBN 978-88-7575-211-8
Indice generale
Contributi
Sevim Aktas
Una piccola eredità per la cultura turca 19
Gunhild Avitabile
Sui proverbi giapponesi 29
Francesco Avolio
I proverbi d’Abruzzo nelle raccolte tardo-ottocentesche 41
Marco Bais
Proverbi armeni nelle pubblicazioni dei Padri Mechitaristi di Venezia 53
Sanzio Balducci
La raccolta e lo studio dei proverbi marchigiani 63
Franco Bampi
Curiosità di oggi nei proverbi genovesi di ieri 73
Michele De Gioia
« Mieux vaut tard que jamais ». Su alcuni proverbi francesi
della collezione di Marco Besso 81
Temistocle Franceschi
Sui proverbi toscani: Giuseppe Giusti e Gino Capponi 97
Gisèle Lévy
Piccoli segreti 107
Daniela Magdan
Su alcuni autori e le loro opere della paremiologia romena 119
6
Donatella Mazzeo
Proverbi indiani 131
Janet Mente
Caput Mundi: Roma nei proverbi e negli aforismi anglofoni 145
Francesco Montuori
Sui proverbi della Campania 153
Andràs Nemeth
Le raccolte paremiologiche di Ballagi Mór e János Erdélyi 167
Giulio Paulis
I proverbi sardi 193
Giovanni Ruffino
Sui proverbi siciliani 201
Alessandro Scarsella
Il “desiato fine”: proverbi veneti e lombardi nell’opera
paremiologica di Marco Besso 239
Gaga Shurgaia
Vladimir Ivanovič Dal’ e la paremiologia russa 249
Marcello Teodonio
Sui proverbi romaneschi: Giuseppe Giachino Belli e Giggi Zanazzo 265
Renzo Tosi
La tradizione degli ‘Adagia’ nella biblioteca privata di Marco Besso 273
Arthur Weststeijn
Sfogliando il «grande libro della collettività»: i proverbi olandesi
e i loro cultori tra passione e moralismo 287
Clara Yu Dong
La saggezza orientale attraverso i proverbi cinesi 295
Indice delle immagini
18. Ali Ibn Abi Taleb Ali’s hundert Sprüche [...]. Leipzig, 1837. 211
19. Nuñez de Guzman Fernando (cur.) Refranes, o proverbios en 225
romance [...]. Salamanca, 1555.
20. Pasqualigo Cristoforo (cur.) Raccolta di proverbi veneti [...]. 237
Venezia, 1879.
21. Dal’Vladimir (cur.) Poslovicy russkago naroda… 247
S. Peterburg-Moskwa, 1879.
22. Zanazzo Giggi (cur.) Proverbi romaneschi. Roma, 1886. 263
23. Erasmi Roterodami proverbiorum Chiliadas… Basilea, 1515. 271
24. Tuinman Carolus (cur.) De Oorsprong en Uitlegging van dagelyks g 285
ebruikte Nederduitsche Spreekworden. Middelburg, 1720-1727.
25. Perny Paul Hubert (cur.) Proverbes chinois. Paris, 1869. 293
Fortuna e natura dei proverbi arabi
Valentina Sagaria Rossi
The 19th century was the golden age for the discovery of Arabic paremiologia. It
was the century that saw the emergence of a literary genre of ancient tradition. The
author draws a parallel between the production of Erasmus’s classical adagia and
the production of Arabic proverbs. It is possible to distinguish two strands in the
original Arabic production: one dating back to the advent of Islam and developed
until the late 13th century and the other dating from the Arabic language and dia-
lects. The paper also focuses a selection of comments about famous collections of
Arabic proverbs.
termini e locuzioni decaduti nell’uso del parlato corrente. Entrando nel vivo
dei proverbi arabi, possono distinguersi due filoni di produzione originale:
una in lingua classica nella quale si riuniscono la tradizione preislamica,
quella risalente all’avvento dell’Islam e quella derivata dalla tradizione
religiosa e narrativa sviluppatasi dall’VIII secolo fino all’epoca abbaside
inoltrata (XIII secolo); l’altra in arabo moderno e dialettale, che ha con-
vissuto accanto a quella classica per diversi secoli, confluita in collezioni
orientali dedicate ai proverbi popolari regionali e successivamente europee
a partire dalla seconda metà dell’Ottocento6.
Senza addentrarci nella complessa fisionomia del termine che in arabo
designa il proverbio (maṯal), merita forse rilevare il significato della radice
semitica mṯl o mšhl, “essere uguale”, “essere equivalente”, che in arabo può
assumere la valenza di “erigersi”, “stare dinanzi”. Brevità e maneggevolez-
za sono le peculiarità che garantiscono al proverbio la sua sopravvivenza e
la sua tradizione. I tratti peculiari del detto proverbiale, ovvero l’impianto
metaforico, la natura simbolica e la funzione parenetica, possono trovarsi
riuniti in uno stesso maṯal o rappresentati individualmente, condensando o
scindendo gli aspetti della paroimia con quelli tipici del proverbium, dando
vita a prodotti di speculazioni retorico-grammaticale o a creazioni estempo-
ranee frutto dell’immediatezza espressiva.
Le definizioni offerte dai filologi arabi elencano e sovrappongono termi-
ni che soddisfano più il piano della retorica che quello delle caratteristiche
identificative delle diverse categorie di amṯāl (pl. di maṯal); esse pongono
sullo stesso piano brevità e familiarità, saggezza e senso pratico, similitu-
dine e metafora. Tuttavia, la sua essenza polifunzionale, colta dal filologo
di origine iraniana al-Zamaḩšarī (m. 1144), si concentra nel termine naẓīr,
“corrispondente, parallelo”, significato di base del maṯal7.
Le miscellanee di amṯāl, seppur compilate con la stessa esigenza di esse-
re tramandate, non riflettono le distinzioni tra paremia e sentenza introdotte
nel mondo classico8, ma appaiono redatte con lo scopo di restituire la stra-
tificazione delle singole unità, cariche di uno scitum e di una forma inscin-
dibili. Le raccolte arabe non procedono né per creazione né per estrazione
ma, attraverso l’operazione di riversamento della materia paremiologica, la
restituiscono e la inquadrano così come risulta trasmessa dalla tradizione,
6
Un’ampia bibliografia su entrambe le produzioni si trova in, R. Sellheim, Mathal, in
Encyclopaedia of Islam, Cd-Rom edition, Leiden, Brill, 2008.
7
Cfr. R. Sellheim, Die klassischen-arabischen Sprichwörtesammlungen, insbesondere
die des Abū ‘Ubayd, The Hague, Mouton, 1954, pp. 8-20.
8
Si veda a proposito l’ottimo studio di S. Hallik, Sententia und Proverbium. Begriffsge-
schichtliche Texttheorie in Antike und Mittelalter, Köln, Böhlau, 2007.
Valentina Sagaria Rossi. Fortuna e natura dei proverbi arabi 217
9
Cfr. P. Poccetti, Aspetti della teoria e della prassi del proverbio nel mondo classico, in
La pratica e la grammatica. Viaggio nella linguistica del proverbio, a cura di C. Vallini,
Napoli, Istituto Universitario Orientale,1989, pp. 61-85.
10
G. W. Freytag, Amṯāl al-‘Arab. Arabum proverbia, vocalibus instruxit, Latine ver-
tit, Bonn, apud A. Marcum,1838-1843, 3 voll. (Coll. Besso: 12.D.16-18). L’impresa del
Freytag era stata preceduta dall’assaggio di un florilegio di 31 amṯāl tratti dalla famosa rac-
colta, presentati in arabo e in latino da C. M. Habicht, Meidanii aliquot proverbia Arabica
cum interpretazione latina [...], Bratislava, Typis universitatis, 1826 (Coll. Besso: 12.B.17).
218 La fortuna dei proverbi, identità dei popoli: Marco Besso e la sua collezione
11
Mustaqsā fī amṯāl al-‘Arab, Hydarabab, 1962, 2 vol.
12
Freytag, Amṯāl al-‘Arab, I, op. cit., p. 459.
13
Cfr. M. Ullmann, Die arabische Überlieferung der sogenannten Menandersentenzen,
Wiesbaden, F. Steiner, 1961.
14
Freytag, Amṯāl al-‘Arab, II, op. cit., p. 677.
15
Cfr. R. A. Kassis, The Book of Proverbs and the Arabic proverbial works, Leiden, Brill,
1999, pp. 26-54.
Valentina Sagaria Rossi. Fortuna e natura dei proverbi arabi 219
16
Una disamina di tale produzione è affrontata nei capitoli introduttivi all’unica edizione
critica di un testo paremiologico arabo (X secolo), con la traduzione in lingua europea, di
V. Sagaria Rossi, Il Kitâb al-amṯâl (Libro dei proverbi) di Abû ‘l-Šayḫ al-Iṣbahânî, Napoli,
Università degli studi L’Orientale, 2002, pp. 27-41.
17
Ibid., p. 49; Corano, xxiv, 224; Freytag, Amṯāl al-‘Arab, I, op. cit., p. 1.
18
Freytag, Amṯāl al-‘Arab, III.1, op. cit., pp. 607-655.
19
Rispettivamente Sententiae Ali Ben Ali Taleb arabice et persice e codice manuscripto vi-
mariensi [...], Jena, sumptibus Croeckerianis, 1834 , e H.L. Fleischer, Ali’s Hundert Sprüche
arabische und persi sci paraphrasirt [...], Leipzig, Vogel, 1837 (Coll. Besso: 12.D.5). Tali
lavori sono rimasti insuperati a lungo; a colmare la distanza si veda il recentissimo contribu-
to monografico di al-Qāḍī al-Quḍā‘ī, A treasury of virtues. Sayings, sermons and teachings
of ‘Alī, a cura di Tahera Qutbuddin, New York, University Press, 2013.
220 La fortuna dei proverbi, identità dei popoli: Marco Besso e la sua collezione
20
Freytag, Amṯāl al-‘Arab, I, op. cit., p. 488.
21
Ibid., II, p. 481.
22
Ibid., I, p. 374, 182.
23
Ibid., II, p. 422.
Valentina Sagaria Rossi. Fortuna e natura dei proverbi arabi 221
sela guadagnata, come ammonisce “egli mangia con il dente che non gli è
spuntato”24. Mantenere un segreto è un valore coltivato da uomini nobili.
La menzogna è reputata una cattiva abitudine, tranne in alcuni casi, ovvero
quando risulta inutile dire la verità o ancora quando una bugia può causare
ilarità; il proverbio “dire la verità è un onore, mentire è un’umiliazione”25
sancisce la nobilitazione sociale che si può ottenere con la verità, piuttosto
che ribadire una regola morale, soprattutto quando non se ne trae alcun
vantaggio.
Il profano e il sacro si intrecciano per lungo tempo negli amṯāl, benché
i detti di natura profana o non prettamente religiosa superino quelli di con-
tenuto teologico. Al pari di precetti e leggi, il bagaglio paremiologico entra
nella vita quotidiana e ne regola usi e credenze, raccordando in perfetta
sintonia forma linguista e valori etici.
Il denaro e le condizioni di benessere e, in misura inferiore, di povertà
sono al centro di massime e metafore che si richiamano alla concretezza e
all’abbondanza dei beni posseduti, come “il ricco è un lungo strascico che
incede impettito”26, oppure “l’agnello si rivolta sulla lana”27. Svantaggi e
vantaggi della ricchezza sono alternativamente al centro di espressioni pro-
verbiali eloquenti; la visione islamica ribalta la tradizionale equità morale
tra le due condizioni e sancisce come negativa, se non nefasta, l’abbondan-
za di denaro, dannosa per la comunità e per le relazioni tra credenti. D’altro
canto la povertà è da deprecare se causata da pigrizia e da indolenza; gli
eccessi di gola e la lussuria sono condannati quando oltrepassano i limiti
della moderatezza e dell’equilibrio ai quali i musulmani dovrebbero ten-
dere: “il meglio delle cose è nel loro mezzo” propone una visione di etica
pratica piuttosto che di virtù morale28. Nel disprezzo del compromesso si
erge il proverbio “meglio soffrire la sete che dissetarsi nell’ignominia”, che
stigmatizza la fierezza e l’orgoglio nella privazione29. La generosità e il
sapersi accontentare sono altresì valori esaltati, come l’uguaglianza tra gli
uomini, espresse da “gli uomini sono pari come i denti del pettine” poiché
essi garantiscono stabilità nell’ordine sociale costituito30.
Formulazioni di osservazioni e descrizioni circostanziate, tratte dalla
vita beduina o del deserto, non rispondono in una prima fase ad alcun in-
24
Ibid., II, p. 933.
25
Ibid., I, p. 735.
26
Ibid., I, p. 51.
27
Ibid., I, p. 431.
28
Ibid., I, p. 440.
29
Ibid., II, p. 59.
30
Ibid., II, p. 762.
222 La fortuna dei proverbi, identità dei popoli: Marco Besso e la sua collezione
33
A. Socin, Arabische Sprichwörter und Redensarten, Tübingen, Heinrich Laupp,1878
(Coll. Besso: 12.D.20).
34
C. Snouck Hurgronje, Mekkanische Sprichwörter und Redensarten, Haag, 1886 (on-
line)
35
K. L. Tallqvist, Arabische Sprichwörter und Spiele, Leipzig, O. Harrassowitz ,1897
(Coll. Besso: Par.Op.155).
cop Proverbi_2_2:cop Proverbi 22-10-2014 18:59 Pagina 1
Nel 1887, il bibliofilo Marco Besso pubblica un libro dal titolo Roma nei proverbi e nei FONDAZIONE MARCO BESSO
Contributi di Sevim Aktas, Gunhild Avitabile, Francesco Avolio, Marco Bais, Sanzio
Balducci, Franco Bampi, Michele De Gioia, Temistocle Franceschi, Gisèle Lévy, Daniela
Magdan, Donatella Mazzeo, Janet Mente, Francesco Montuori, Andràs Nemeth,
Martina Nied Curcio, Giulio Paulis, Giovanni Ruffino, Valentina Sagaria Rossi, Maria
Antonella Sardelli, Alessandro Scarsella, Gaga Shurgaia, Marcello Teodonio, Renzo
Tosi, Arthur Weststeijn, Clara Yu Dong
ISBN 978-88-7575-211-8
Euro 25,00