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Lezione 13
DESCRIZIONE DEL MOTO DEI FLUIDI
• Una qualunque grandezza F del fluido (ad esempio la densità ρ ) può essere descritta fornendo
la funzione f1
F = f1 ( X 1 , X 2 , X 3 , t )
o fornendo la funzione f 2
F = f 2 (x 1 , x 2 , x 3 , t )
Nel primo caso (descrizione lagrangiana), fissando i valori di X 1 , X 2 , X 3 , si ottiene una funzione
che descrive la variazione di F di una particolare particella fluida al variare del tempo sapendo che
quella particella fluida occuperà posizioni diverse nello spazio al trascorrere del tempo.
Nel secondo caso (descrizione euleriana), fissando i valori di x1 , x 2 , x3 , si ottiene una funzione che
descrive la variazione di F in un punto dello spazio che al variare del tempo sarà occupato da
particelle diverse.
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
Le funzioni f1 e f 2 sono chiaramente diverse e sono legate fra di loro dal moto del fluido. In
x1 = ϕ 1 ( X 1 , X 2 , X 3 , t )
x2 = ϕ 2 (X 1 , X 2 , X 3 , t )
x3 = ϕ 3 (X 1 , X 2 , X 3 , t )
queste ultime descrivono il moto delle particelle fluide. In particolare fissato il valore di X 1 , X 2 , X 3
le funzioni ϕ 1 , ϕ 2 , ϕ 3 descrivono la traiettoria di una particella fluida. Siccome una particella fluida
non può occupare due posizioni diverse allo stesso tempo e due particelle fluide non possono
occupare la stessa posizione, le funzioni ϕ 1 , ϕ 2 , ϕ 3 sono invertibili e in particolare si possono
ottenere le funzioni
X 1 = Φ 1 (x1 , x 2 , x 3 , t )
X 2 = Φ 2 ( x1 , x 2 , x 3 , t )
X 3 = Φ 3 (x1 , x 2 , x 3 , t )
Essendo f1 diversa da f 2 , è evidente che la derivata di f1 rispetto al tempo sarà diversa dalla
∂f 1 ∂f 2
≠
∂t ∂t
∂f1
In particolare descrive come cambia nel tempo la grandezza F di una particella fluida che
∂t
∂f 2
si muove nello spazio. La funzione descrive invece come varia F in un punto dello spazio
∂t
che al trascorrere del tempo sarà occupato da particelle fluide diverse.
Per descrivere il moto dei fluidi si usa in generale un approccio euleriano, cioè si assegna o si
ricerca la funzione
F = f 2 (x 1 , x 2 , x 3 , t )
∂F ∂f
e si indica con la funzione 2 .
∂t ∂t
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
∂ f1 dF
Certi concetti della fisica richiedono tuttavia la valutazione di che indicheremo con .
∂t dt
∂F
è detta derivata locale.
∂t
dF
è detta derivata totale o materiale o sostanziale.
dt
dF
Considerando che spesso è necessario valutare e che F è usualmente assegnata come funzione
dt
∂ f1
di x1 , x 2 , x3 , t è necessario individuare una semplice procedura per valutare nota f 2 .
∂t
Considerando che f 1 ( x1 , x 2 , x3 , t ) è uguale a
f 2 (ϕ 1 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , ϕ 2 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , ϕ 3 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , t )
dF ∂f1 ∂
= = f 2 (ϕ 1 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , ϕ 2 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , ϕ 3 ( X 1 , X 2 , X 3 , t ) , t ) =
dt ∂t ∂t X
∂f 2 ∂ f 2 ∂ϕ 1 ∂ f 2 ∂ϕ 2 ∂f 2 ∂ϕ 3
= + + +
∂ t ∂ x1 ∂ t ∂x 2 ∂ t ∂x 3 ∂ t
∂ϕ 1 ∂ ϕ 2 ∂ϕ 3
Notando che , , sono le tre componenti della velocità delle particelle fluide, dalla
∂t ∂t ∂t
formula precedente si ottiene
dF ∂ F ∂F ∂F ∂F
= + v1 + v2 + v3
dt ∂t ∂ x1 ∂x 2 ∂ x3
dF ∂ F
= + v ⋅ ∇F
dt ∂t
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
La derivata materiale è dunque fornita dalla somma della derivata locale più il cosidetto termine
convettivo pari al prodotto scalare fra le velocità e il gradiente di F . (NOTA 1)
NOTA 1
• Assegnata la funzione scalare F ( x 1 , x 2 , x 3 , t ) , il gradiente di F , indicato con ∇ F , è un vettore le
cui componenti sono così definite
∂F ∂F ∂F
∇ F = , ,
∂ x1 ∂ x 2 ∂ x 3
∂ F1 ∂ F 2 ∂ F 3
∇⋅F = + +
∂ x1 ∂ x 2 ∂x3
i j k
∂F ∂ F2 ∂F ∂ F1 ∂ F 2 ∂ F1
∇×F = ∂ ∂ ∂ = i 3 − − j 3 − + k −
∂ x1 ∂x2 ∂x 3 ∂x 2 ∂x3 ∂ x1 ∂ x 3 ∂ x1 ∂ x 2
F1 F2 F3
i j k
c = a×b = = i (a 2 b 3 − a 3 b 2 ) − j (a 1 b 3 − a 3 b1 ) + k (a 1 b 2 − a 2 b1 )
a1 a2 a3
b1 b2 b3
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
v = v ( x, t )
⇓
v1 = v1 ( x1 , x2 , x3 , t )
v2 = v2 ( x1 , x2 , x3 , t )
v3 = v3 ( x1 , x2 , x3 , t )
dv2 ∂v2 ∂v ∂v ∂v
a2 = = + v1 2 + v2 2 + v3 2
dt ∂t ∂x1 ∂x 2 ∂x 3
dv3 ∂v3 ∂v ∂v ∂v
a3 = = + v1 3 + v2 3 + v3 3
dt ∂t ∂x1 ∂x2 ∂x3
d v ∂v
= + (v ⋅ ∇ ) v
dt ∂t
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
• Le linee di corrente sono definite come quelle linee che in ogni punto sono tangenti, al vettore
velocità. Esse si ricavano integrando l’equazione
d x × v ( x, t ) = 0
d
dt ∫ FdV .
V (t )
M = ∫ ρ dV .
V (t )
Infatti dalla definizione stessa di densità, la massa infinitesima associata a un volume infinitesimo
dV sarà ρdV . Per determinare la massa
contenuta in V è necessario sommare tutti i
contributi e quindi integrare su tutto il volume
V (t ) . Il principio di conservazione della massa
impone poi che la massa M associata al volume
V (t ) di fluido in movimento rimanga costante.
d
dt ∫ ρ dV
V (t )
=0
considerato che il volume V (t ) è mobile. E’ pertanto utile trasformare l’integrale di cui sopra in uno
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
il volume all’istante t 0 + ∆t e
dS 0 ( v ⋅ n ) ∆ t
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
Tale volume sarà positivo se v ⋅ n è positivo (se cioè il fluido esce da V0 ), mentre sarà negativo se
∫ (v ⋅ n ) ∆ t dS 0
S0
d
dt ∫ FdV
V (t )
∫ F ( t0 + ∆ t ) dV − ∫ F ( t ) dV
0 0
d
dt ∫
= lim =
V V0
FdV
∆t → 0 ∆t
V (t ) t0
∫ F (t 0 + ∆ t ) dV0 + ∫ F (t 0 + ∆ t ) ( v ⋅ n ) ∆ tdS 0 − ∫ F ( t ) dV
0 0
= lim =
V0 S0 V0
∆t → 0 ∆t
∂F
∫ F ( t ) + ∂ t
0 ∆ t dV0 + ∫ F (t 0 + ∆ t ) ( v ⋅ n ) ∆ tdS 0 − ∫ F ( t ) dV0 0
V0
t0
= lim =
S0 V0
∆t → 0 ∆t
∂F
= ∫ dV0 + ∫ F ( t0 ) ( v ⋅ n ) dS 0
∂ t t0
V0 S 0
Si è quindi dimostrato (dimostrazioni più rigorose sono disponibili nei libri di testo) il teorema del
trasporto
d ∂F
dt ∫
FdV
= ∫
∂t
dV 0 + ∫ F (t ) (v ⋅ n )
0 dS 0
V (t ) t = t0 V0 t = t0 S0
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LEZIONE 13 (Novembre 2007)
Descrizione del moto dei fluidi
essendo V0 un volume fisso nello spazio che nell’istante in considerazione coincide con il volume
mobile V .
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