Ilaria Compito 2

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Cara Francesca,

Ho letto con molto interesse la tua risposta a Gino nel blog. Io ho avuto un problema
similare. Ho vissuto fino alle 18 anni in un piccolo paese nel nordovest della Spagna e come
te non vedevo l’ora di partire e scoprire cittá esotice e grande. Ci tenevo tanto a partire...
Anche mia madre non voleva lasciarmi andare via e me ne sono andata solo quando avevo
18 anni (prima, avevo visitato altri paesi, ma solo per un corto tempo, cioè al massimo
qualche mese). Mia madre sempre diceva che io dovevo piantarla con i sogni.
Prima, sono partita per la Francia in una città che aveva circa 300.000 abitanti e che mi
sembrava molto grande. Poi, 600.000, e dopo poi 6.600.000 e alla fine circa 12.000.000. Per
andare dal mio appartamento a l’università dove lavoravo ci voleva un’ora e mezzo! Ho
scoperto che mi sono sentita come nella mia casa, più grande la città, più grande la facilità di
ci abituarmi. Dunque, non avevo mai pensato che tornerebbe più indietro.
Ironia della sorte, qualche anno più tardi ho conosciuto un uomo che adesso e mio marito.
Anche lui viene da un piccolo paese nella Nuova Zelanda, ma invece preferisce i luoghi
piccoli. E lui che mi ha fatto scoprire il piacere di piccole cose, cioè il piacere della natura, il
silenzio e la solitudine.
Ormai non ce la faccio a stare tutto il giorno in centro, ogni tanto ho bisogno di partire dove
non c’è persona. Non mi vedo completamente isolata come modo di vita, ma mi manca
qualche volta stare in natura.

Ti consiglio di ne pensare e di non prendere una decisione rapidamente.

Alla prossima

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