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Aggregazioni aziendali
Le Reti di Imprese
Numerazione di
N.
controllo
Sommario
1. Introduzione 3
1.1 Scopo 3
1.2 Visibilità del documento 3
1.3 Definizioni, Acronimi ed Abbreviazioni 3
1.4 Riferimenti 3
1.5 Presentazione 3
6. Conclusioni 8
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1. Introduzione
1.1 Scopo
Lo scopo di questo documento è elencare, analizzare e definire ad alto livello le caratteristiche
del progetto “Aggregazione aziendale”. Esso analizza le esigenze degli utenti del progetto
identificando le motivazioni delle esigenze stesse e definisce ad alto livello le architetture
strutturali e le opzioni contrattuali da implementare nello stesso per rispondere a queste
esigenze.
Questa relazione si offre come spunto di riflessione e supporto alle decisioni.
1.2 Visibilità del documento
Questo documento è indirizzato ai vari Partner interessati alla validazione degli obiettivi del
progetto, alla pianificazione delle attività di sviluppo, ai responsabili del controllo della qualità.
1.3 Definizioni, Acronimi ed Abbreviazioni
R&D: Research and Development.
PMI: Piccole e Medie Imprese.
1.4 Riferimenti
- Altobelli C., Carnazza P. (2011), Nuove configurazioni distrettuali e reti di impresa: le
strategie per rafforzare la competitività, in Zazzaro (2011).
- Rullani E. (2010), “L’economia delle reti: l’evoluzione del capitalismo di piccola impresa e
del ‘Made in Italy’”, in Economia e politica industriale, vol. 37, n. 4.
- Villa G. (2009), “Il coordinamento interimprenditoriale nella prospettiva del contratto
plurilaterale”, in Iamiceli P. (2009a).
- C. Jones – W.S. Hesterly – S.P. Borgatti, Le reti organizzative, in
Sviluppo&Organizzazione, novembre-dicembre, 1998.
1.5 Presentazione
Le crescenti difficoltà di natura tecnica e politica legate alla gestione della Sanità, le criticità di
un mercato ad alta attrattività che richiama grandi gruppi e multinazionali ad agire con
particolare aggressività competitiva, stimola le aziende del settore a rinnovare le strategie di
governance e a riflettere sui potenziali benefici derivanti dalle aggregazioni aziendali. Benefici
che si esplicitano nelle politiche di crescita dimensionale, nel superamento dei limiti
dell’enforcement dei contratti, legati alla debole nozione di certezza del diritto, nell’alzare
barriere in entrata e in uscita come contenimento alla concorrenza e limitare il potere negoziale
dei fornitori e dei clienti, nel potenziamento delle transazioni B2B e non ultima nella
ripartizione dei costi logistici e di marketing.
L’area operativa del progetto aggregativo si lega strettamente a un territorio circoscritto e ben
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definito, all’interno del quale i partner stabiliscono un piano strategico condiviso per la
penetrazione del mercato corrente nella più trasparente ripartizione dei compiti e degli ambiti
produttivi specifici, valorizzando il know how proprio di ciascun membro e gli asset tecnologici
posti a disposizione della rete.
Nella teoria dei giochi, si valuta il coordinamento fra imprese secondo i criteri di networks e di
coalitions. Nel caso dei networks, le imprese adotteranno la struttura relazionale più
profittevole e tali decisioni andranno a incidere sia sui partners sia sui concorrenti, anche in
maniera disomogenea. Si declinano, per esempio, negli accordi di reciproca spartizione del
mercato o nell’utilizzo reciproco di brevetti.
Nelle coalizioni si definiscono strategie sulla base dei giochi cooperativi (e non solo), anche
attraverso “pagamenti laterali1”, nei casi di prodotti/servizi poco differenziati e con una
presenza stabile sul mercato, si determinano cartelli tra aziende con risultati prossimi al
monopolio. Da segnalare che reti di questa tipologia si fondano su intese restrittive della
concorrenza e sono vietate dalle disposizioni dell’antitrust (il rischio sussiste anche nei price
pool, che possono aggirare la normativa antitrust solo se si trasformano in accordi informali,
non scritti). In altri casi, pur contenendo forme di limitazione della concorrenza, sono in grado
di implementare aumenti di efficienza con impatti positivi sul benessere sociale.
Nella teoria contrattuale l’approccio identifica i determinanti della aggregazione nei costi di
transazione e nella connaturata incompiutezza dei contratti, costi sempre più rilevanti in
funzione del grado di incertezza di mercato, della fungibilità dei beni capitali impiegati e dalla
frequenza con cui vengono effettuati gli scambi. La scelta di realizzare una rete limita
l’introduzione di una elevata quantità di clausole. La partecipazione alla rete porta in chiaro
fattori tecnologici, quali i vantaggi da specializzazione, derivanti dalla distribuzione di attività
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Si presuppone che l’utilità possa essere “trasferita” tra i giocatori (se si considera che l’utilità sia del denaro, i giocatori possono
effettuare degli scambi tra di loro (“pagamenti laterali”).
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Un’ulteriore obiettivo nella decisione alla aggregazione aziendale si ritrova nelle reti di ricerca e
sviluppo (R&D) che, in estrema sintesi, trasformano l’innovazione collettiva in uno strumento
strategico (de facto, anticompetitivo), se viene utilizzato come “scambio di ostaggi” tra i
membri della rete, ossia per cautelare le relative quote di mercato ed evitare variazioni di
posizionamento. È importante evidenziare che suddette reti R&D, permettono il superamento
delle soglie minime di investimento, limitano il rischio di duplicazioni di spesa e nel
massimizzare gli spillover – produzione di esternalità positive.
In ultima istanza la rete di imprese può essere interpretata come sostituto della crescita
dimensionale delle aziende, ottimizzando le funzioni di management e arginando i rischi di
“fallimento non di mercato”, legati a normative (spesso di ordine fiscale).
L’area operativa della rete si limita ai comuni di Rosignano Marittima (abitanti 31.562 2, censite
9193 aziende) e/o di Cecina (abitanti 28.1524, censite 12745 aziende). Tutti le eventuali clausole
adite nel contratto reticolare avranno valore legale solo e soltanto entro i suddetti perimetri
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Dati ISTAT
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Dati: https://www.reteimprese.it/Rosignano_Marittimo_C0P0M3497
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Dati ISTAT
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Dati: https://www.reteimprese.it/Cecina_C0P0M1133
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geografici.
La legge, più volte modificata, del 2009 che disciplina i contratti di rete, prefigura
un’organizzazione che prevede:
A. Una prima distinzione è rappresentata tra Reti Informali e Reti Formali, che si formalizza
rispettivamente dall’assenza o dalla presenza di accordi tra imprese ufficializzati
mediante contratti.
B. Una seconda distinzione considera la presenza di una o più aziende di riferimento. Si
avranno così:
a. reti baricentriche in cui ci sarà una sola azienda leader,
b. reti con centri di gravità multipli che ruotano intorno a diversi partner strategici,
con relazioni di influenza complesse e mobili,
c. reti senza alcuna forma di governo centrale, che si coordinano e collaborano per
raggiungere un obiettivo comune, spesso in maniera differenziata.
C. Una terza distinzione si evince dal riferimento agli obiettivi salienti della rete, si
delineeranno:
a. reti di filiera, dette anche verticali,
b. reti orizzontali, basate su obiettivi comuni e contributi e ruoli gerarchici
differenziati.
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Le imprese che aderiscono alle reti tendono a essere più grandi delle altre, suggerendo da un
lato che la rete presenta difficoltà nel risolvere i problemi derivanti dalla piccola dimensione e
dall’altro che è necessaria una dotazione minima di risorse da mettere in comune affinché la
rete possa operare correttamente.
In un sistema produttivo composto in larga parte da piccole imprese, gli strumenti volti a
favorire le aggregazioni dimensionali potrebbero rivelarsi utili per accrescere la produttività e la
competitività. Per le reti di imprese, le altre ragioni che incentivano la formazione di aggregati,
richiamano finalità di ordine finanziario, cioè l’opportunità di stringere legami con controparti
disposte a finanziarie progetti di investimento tesi all’allargamento della gamma di
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Approfondimento al capitolo 6.
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prodotto/servizio offerti, rafforzare intese con aziende che permettono la penetrazione in nuovi
mercati e il proposito di migliorare la qualità del prodotto/servizio realizzato o aumentare il
volume da collocare sul mercato corrente.
• Fiducia e trasparenza.
• Impegno.
• Interdipendenza.
• Compatibilità organizzativa.
• Leadership.
• Supporto dell’alta direzione.
• Visione strategica e processi chiave.
• Equa ripartizione del vantaggio economico.
• Resistenza al cambiamento.
• Scarsa fiducia nei nuovi partner.
• Conflitto interno e resistenza passiva.
• Leadership debole.
• Problemi nel coinvolgimento delle piccole e medie imprese.
• Qualità dei dati.
6. Conclusioni
Per correttezza e completezza di argomentazione, si ritiene necessario esplicitare il punto e) del
capitolo 4: “[…] quando si ha personalità giuridica i soci delle società non rispondono dei debiti
della società, mentre quando non vi è personalità giuridica, i soci rispondono delle obbligazioni
assunte dalla società. Dato che la legge fa riferimento esplicito, per quanto riguarda la Rete, al
termine di “soggettività giuridica”, e non a quello di “personalità giuridica”, ne consegue che le
imprese aderenti alla Rete dovrebbero rispondere per gli atti di chi agisce per conto della Rete.
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Questa conseguenza logica è però contraddetta dalla disposizione (comma 4-ter, dell’art. 3,
della legge 33/2009), secondo la quale, pur in assenza di soggettività giuridica, la presenza di un
fondo patrimoniale e di un soggetto esecutore fa sì che «i terzi possono far valere i loro diritti
esclusivamente sul fondo comune». Va sottolineato come questa esenzione di responsabilità sia
indipendente, secondo una lettura letterale della norma, dalla soggettività giuridica della Rete,
dipendendo solo dalla presenza del fondo patrimoniale e del soggetto esecutore.
È difficile ritenere che una regola sistemica dell’ordinamento giuridico possa essere
contraddetta da una specifica norma di legge. Bisognerà vedere, in caso di controversie, come i
giudici decideranno sulla effettiva limitazione di responsabilità riconosciuta dalla disciplina della
Rete alle imprese partecipanti7.”
[NdR] Per evidenti motivi di riservatezza e per salvaguardare l’autonomia decisionale degli
attori coinvolti nell’analisi e valutazione delle criticità e dei benefici imputabili al contratto di
rete di imprese, si ritiene opportuno omettere considerazioni e conclusioni che potrebbero
esercitare, anche se inconsapevolmente, condizionamenti adulteranti.
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UnionCamere – La rete di Imprese IV edizione marzo 2013