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Aggregazioni aziendali
Le Reti di Imprese

PROGETTO Aggregazioni aziendali “Le Reti di Imprese”


INIZIATIVA Progetto di collaborazione area Rosignano Marittima - Cecina
CLIENTE INTERNO

Emesso da BIOLABOR PM D. Corsi ________________________

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REVISIONE Del Motivo del cambiamento
A 21.04.2017 Emissione
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Sommario
1. Introduzione 3
1.1 Scopo 3
1.2 Visibilità del documento 3
1.3 Definizioni, Acronimi ed Abbreviazioni 3
1.4 Riferimenti 3
1.5 Presentazione 3

2. Composizione del meccanismo aggregante 4

3. Configurazione degli attori della rete e analisi ambientale 5

4. Architettura delle reti 6

5. Analisi del progetto di rete 7

6. Conclusioni 8
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1. Introduzione
1.1 Scopo
Lo scopo di questo documento è elencare, analizzare e definire ad alto livello le caratteristiche
del progetto “Aggregazione aziendale”. Esso analizza le esigenze degli utenti del progetto
identificando le motivazioni delle esigenze stesse e definisce ad alto livello le architetture
strutturali e le opzioni contrattuali da implementare nello stesso per rispondere a queste
esigenze.
Questa relazione si offre come spunto di riflessione e supporto alle decisioni.
1.2 Visibilità del documento
Questo documento è indirizzato ai vari Partner interessati alla validazione degli obiettivi del
progetto, alla pianificazione delle attività di sviluppo, ai responsabili del controllo della qualità.
1.3 Definizioni, Acronimi ed Abbreviazioni
R&D: Research and Development.
PMI: Piccole e Medie Imprese.
1.4 Riferimenti
- Altobelli C., Carnazza P. (2011), Nuove configurazioni distrettuali e reti di impresa: le
strategie per rafforzare la competitività, in Zazzaro (2011).
- Rullani E. (2010), “L’economia delle reti: l’evoluzione del capitalismo di piccola impresa e
del ‘Made in Italy’”, in Economia e politica industriale, vol. 37, n. 4.
- Villa G. (2009), “Il coordinamento interimprenditoriale nella prospettiva del contratto
plurilaterale”, in Iamiceli P. (2009a).
- C. Jones – W.S. Hesterly – S.P. Borgatti, Le reti organizzative, in
Sviluppo&Organizzazione, novembre-dicembre, 1998.
1.5 Presentazione
Le crescenti difficoltà di natura tecnica e politica legate alla gestione della Sanità, le criticità di
un mercato ad alta attrattività che richiama grandi gruppi e multinazionali ad agire con
particolare aggressività competitiva, stimola le aziende del settore a rinnovare le strategie di
governance e a riflettere sui potenziali benefici derivanti dalle aggregazioni aziendali. Benefici
che si esplicitano nelle politiche di crescita dimensionale, nel superamento dei limiti
dell’enforcement dei contratti, legati alla debole nozione di certezza del diritto, nell’alzare
barriere in entrata e in uscita come contenimento alla concorrenza e limitare il potere negoziale
dei fornitori e dei clienti, nel potenziamento delle transazioni B2B e non ultima nella
ripartizione dei costi logistici e di marketing.

L’area operativa del progetto aggregativo si lega strettamente a un territorio circoscritto e ben
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definito, all’interno del quale i partner stabiliscono un piano strategico condiviso per la
penetrazione del mercato corrente nella più trasparente ripartizione dei compiti e degli ambiti
produttivi specifici, valorizzando il know how proprio di ciascun membro e gli asset tecnologici
posti a disposizione della rete.

2. Composizione del meccanismo aggregante


Le variabili che compongono il meccanismo di aggregazione aziendale sono molteplici, si
riferiscono all’area geografica e relativa dimensione e struttura economico-sociale, al numero
dei partecipanti all’iniziativa aggregante in rapporto proporzionale al numero dei concorrenti,
alle loro motivazioni – quantitative e qualitative.
Variabili sono anche gli approcci e molteplici le soluzioni.

Nella teoria dei giochi, si valuta il coordinamento fra imprese secondo i criteri di networks e di
coalitions. Nel caso dei networks, le imprese adotteranno la struttura relazionale più
profittevole e tali decisioni andranno a incidere sia sui partners sia sui concorrenti, anche in
maniera disomogenea. Si declinano, per esempio, negli accordi di reciproca spartizione del
mercato o nell’utilizzo reciproco di brevetti.

Nelle coalizioni si definiscono strategie sulla base dei giochi cooperativi (e non solo), anche
attraverso “pagamenti laterali1”, nei casi di prodotti/servizi poco differenziati e con una
presenza stabile sul mercato, si determinano cartelli tra aziende con risultati prossimi al
monopolio. Da segnalare che reti di questa tipologia si fondano su intese restrittive della
concorrenza e sono vietate dalle disposizioni dell’antitrust (il rischio sussiste anche nei price
pool, che possono aggirare la normativa antitrust solo se si trasformano in accordi informali,
non scritti). In altri casi, pur contenendo forme di limitazione della concorrenza, sono in grado
di implementare aumenti di efficienza con impatti positivi sul benessere sociale.

Nella teoria contrattuale l’approccio identifica i determinanti della aggregazione nei costi di
transazione e nella connaturata incompiutezza dei contratti, costi sempre più rilevanti in
funzione del grado di incertezza di mercato, della fungibilità dei beni capitali impiegati e dalla
frequenza con cui vengono effettuati gli scambi. La scelta di realizzare una rete limita
l’introduzione di una elevata quantità di clausole. La partecipazione alla rete porta in chiaro
fattori tecnologici, quali i vantaggi da specializzazione, derivanti dalla distribuzione di attività

1
Si presuppone che l’utilità possa essere “trasferita” tra i giocatori (se si considera che l’utilità sia del denaro, i giocatori possono
effettuare degli scambi tra di loro (“pagamenti laterali”).
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complementari fra i retisti, l’attivazione di economie di scala e di scopo.

Un’ulteriore obiettivo nella decisione alla aggregazione aziendale si ritrova nelle reti di ricerca e
sviluppo (R&D) che, in estrema sintesi, trasformano l’innovazione collettiva in uno strumento
strategico (de facto, anticompetitivo), se viene utilizzato come “scambio di ostaggi” tra i
membri della rete, ossia per cautelare le relative quote di mercato ed evitare variazioni di
posizionamento. È importante evidenziare che suddette reti R&D, permettono il superamento
delle soglie minime di investimento, limitano il rischio di duplicazioni di spesa e nel
massimizzare gli spillover – produzione di esternalità positive.

In ultima istanza la rete di imprese può essere interpretata come sostituto della crescita
dimensionale delle aziende, ottimizzando le funzioni di management e arginando i rischi di
“fallimento non di mercato”, legati a normative (spesso di ordine fiscale).

3. Configurazione degli attori della rete e analisi ambientale


Le caratteristiche dei retisti possono essere ricavate dai modelli di peer selection, processi di
auto-selezione mutuata dagli ambiti bancari, all’interno dei quali le informazioni strategiche
sono ridistribuite tra i partners. Questa simmetria informativa, base necessaria e insostituibile,
costituisce, insieme all’acceso limitato al gruppo, la determinante di omogeneità tra i
componenti della rete. La responsabilità solidale, come opzione nel contratto reticolare,
consente un acceso al credito con minori garanzie o a minore costo.
Nello caso specifico gli attori interessati alla rete:

• Salus Cecina e Diagnostica Toscana.


• Pubblica Assistenza Rosignano.
• EGO Anima e Corpo.
• Biolabor.

L’area operativa della rete si limita ai comuni di Rosignano Marittima (abitanti 31.562 2, censite
9193 aziende) e/o di Cecina (abitanti 28.1524, censite 12745 aziende). Tutti le eventuali clausole
adite nel contratto reticolare avranno valore legale solo e soltanto entro i suddetti perimetri

2
Dati ISTAT
3
Dati: https://www.reteimprese.it/Rosignano_Marittimo_C0P0M3497
4
Dati ISTAT
5
Dati: https://www.reteimprese.it/Cecina_C0P0M1133
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geografici.

4. Architettura delle reti


L’insieme degli schemi teorici esposti rivela riconosciuti benefici alla soluzione reticolare di
aggregazione, certo tali aspettative non sono sempre sufficienti a favorire la creazione di reti di
imprese. Il “lato oscuro” si mostra nei rischi di free reading (imprese che non contribuiscono
allo sviluppo della rete, ma ne assorbono i vantaggi), nei costi transattivi provenienti dai
conflitti di interessi comparsi in itinere delle attività aggregate, nell’incertezza di raggiungere i
risultati comuni auspicati a fronte di fattori di input (bassa qualità della supply chain) o di
output (complessità del prodotto/servizio che si intende erogare o ritardi di reazione al mutare
dei desiderata dei consumatori). Altri punti deboli del sistema, sono l’incompletezza del
contratto di rete e le asimmetrie informative, per le quali si potranno generare aumenti del
payoff per i partecipanti.
Esaminando le incertezze circa gli esiti finali degli incentivi (da una parte, di natura fiscale
fruibili dalle PMI, dall’altra, di avviamento destinati alla costituzione delle reti) derivanti
dall’intervento pubblico, si presenta una difficile soluzione del trade-off tra l’adesione a un
coordinamento tra imprese e la riduzione del costo opportunità associato alla conservazione di
una piccola dimensione delle aziende.

La legge, più volte modificata, del 2009 che disciplina i contratti di rete, prefigura
un’organizzazione che prevede:

A. Una prima distinzione è rappresentata tra Reti Informali e Reti Formali, che si formalizza
rispettivamente dall’assenza o dalla presenza di accordi tra imprese ufficializzati
mediante contratti.
B. Una seconda distinzione considera la presenza di una o più aziende di riferimento. Si
avranno così:
a. reti baricentriche in cui ci sarà una sola azienda leader,
b. reti con centri di gravità multipli che ruotano intorno a diversi partner strategici,
con relazioni di influenza complesse e mobili,
c. reti senza alcuna forma di governo centrale, che si coordinano e collaborano per
raggiungere un obiettivo comune, spesso in maniera differenziata.
C. Una terza distinzione si evince dal riferimento agli obiettivi salienti della rete, si
delineeranno:
a. reti di filiera, dette anche verticali,
b. reti orizzontali, basate su obiettivi comuni e contributi e ruoli gerarchici
differenziati.
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D. La possibilità di istituire un organo comune. Si tratta di un soggetto esecutore incaricato


di attuare il programma di rete e di gestire l’esecuzione del contratto o singole parti
dello stesso.
E. La possibilità di istituire un fondo patrimoniale; occorre valutare come ridistribuire gli
utili all’interno della rete, optando per un normale rapporto cliente/fornitore, dove ogni
singola impresa emette fattura alla “Rete” o alimentare un fondo patrimoniale,
circostanza che determina un’autonomia patrimoniale della “Rete”, che fa salvi i
partecipanti da eventuali obbligazioni sorte per effetto delle attività della “Rete”, (dalla
presenza di un organo comune e di un fondo patrimoniale consegue la possibilità di
eludere la responsabilità personale6).
F. Infine, ciò che differenzia le reti equity dalle reti non equity è la presenza di una
partecipazione di un’impresa controllante nel capitale sociale della controllata, purché
l’acquisizione della partecipazione sia effettuata con l’intento di ottenere
un’integrazione o un completamento della propria gestione. Nelle reti non equity,
invece, il legame tecnico-economico tra le imprese è assicurato da accordi formali e/o
informali.

5. Analisi del progetto di rete


L’approccio strategico riconduce sostanzialmente le ragioni della collaborazione nell’interesse a
migliorare la propria posizione competitiva. Si rende evidente come gli accordi reticolari
rappresentino un tipo di aggregazione che lascia ampia autonomia alle imprese associate; la
loro libertà sarà limitata solo per alcune operazioni, ogni impresa rimarrà autonoma dal punto
di vista manageriale e strategico.

Le imprese che aderiscono alle reti tendono a essere più grandi delle altre, suggerendo da un
lato che la rete presenta difficoltà nel risolvere i problemi derivanti dalla piccola dimensione e
dall’altro che è necessaria una dotazione minima di risorse da mettere in comune affinché la
rete possa operare correttamente.

In un sistema produttivo composto in larga parte da piccole imprese, gli strumenti volti a
favorire le aggregazioni dimensionali potrebbero rivelarsi utili per accrescere la produttività e la
competitività. Per le reti di imprese, le altre ragioni che incentivano la formazione di aggregati,
richiamano finalità di ordine finanziario, cioè l’opportunità di stringere legami con controparti
disposte a finanziarie progetti di investimento tesi all’allargamento della gamma di

6
Approfondimento al capitolo 6.
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prodotto/servizio offerti, rafforzare intese con aziende che permettono la penetrazione in nuovi
mercati e il proposito di migliorare la qualità del prodotto/servizio realizzato o aumentare il
volume da collocare sul mercato corrente.

La valutazione sull’opportunità di stipulare un “contratto di rete” deve essere necessariamente


condotta caso per caso, alla luce del vantaggio che ciascun soggetto aderente può conseguire. È
indubbio tuttavia che debba trattarsi di una collaborazione di carattere strategico finalizzata ad
obiettivi di innovazione ed aumento della capacità competitiva.

Fattori trainati che contribuiscono lo sviluppo di aggregazioni reticolari sono:

• Fiducia e trasparenza.
• Impegno.
• Interdipendenza.
• Compatibilità organizzativa.
• Leadership.
• Supporto dell’alta direzione.
• Visione strategica e processi chiave.
• Equa ripartizione del vantaggio economico.

Fattori frenanti che connotano condizioni sfavorevoli alle aggregazioni di rete:

• Resistenza al cambiamento.
• Scarsa fiducia nei nuovi partner.
• Conflitto interno e resistenza passiva.
• Leadership debole.
• Problemi nel coinvolgimento delle piccole e medie imprese.
• Qualità dei dati.

6. Conclusioni
Per correttezza e completezza di argomentazione, si ritiene necessario esplicitare il punto e) del
capitolo 4: “[…] quando si ha personalità giuridica i soci delle società non rispondono dei debiti
della società, mentre quando non vi è personalità giuridica, i soci rispondono delle obbligazioni
assunte dalla società. Dato che la legge fa riferimento esplicito, per quanto riguarda la Rete, al
termine di “soggettività giuridica”, e non a quello di “personalità giuridica”, ne consegue che le
imprese aderenti alla Rete dovrebbero rispondere per gli atti di chi agisce per conto della Rete.
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Questa conseguenza logica è però contraddetta dalla disposizione (comma 4-ter, dell’art. 3,
della legge 33/2009), secondo la quale, pur in assenza di soggettività giuridica, la presenza di un
fondo patrimoniale e di un soggetto esecutore fa sì che «i terzi possono far valere i loro diritti
esclusivamente sul fondo comune». Va sottolineato come questa esenzione di responsabilità sia
indipendente, secondo una lettura letterale della norma, dalla soggettività giuridica della Rete,
dipendendo solo dalla presenza del fondo patrimoniale e del soggetto esecutore.
È difficile ritenere che una regola sistemica dell’ordinamento giuridico possa essere
contraddetta da una specifica norma di legge. Bisognerà vedere, in caso di controversie, come i
giudici decideranno sulla effettiva limitazione di responsabilità riconosciuta dalla disciplina della
Rete alle imprese partecipanti7.”

[NdR] Per evidenti motivi di riservatezza e per salvaguardare l’autonomia decisionale degli
attori coinvolti nell’analisi e valutazione delle criticità e dei benefici imputabili al contratto di
rete di imprese, si ritiene opportuno omettere considerazioni e conclusioni che potrebbero
esercitare, anche se inconsapevolmente, condizionamenti adulteranti.

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UnionCamere – La rete di Imprese IV edizione marzo 2013

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