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Tecnologie dei media digitali Citazione di Pier Cesare Rivoltella

Corsista Florinda Esposito

"La de-professionalizzazione. Non serve pi essere giornalisti per fare i giornalisti, n essere operatori per fare video. La facilit d'uso delle tecnologie digitale e del Web 2.0 consente a ogni lettore di diventare autore. E' il senso di quel che si definisce lo user generated content: il contenuto prodotto dall'utente. Educativamente si tratta di un altro scatto in avanti, che esige un cambio di paradigma. Eravamo abituati a pensare di dover educare (solo) lettori critici. Oggi dobbiamo immaginare invece di educare la responsabilit di ciascuno di noi in quanto autore. All'etica delle emittenti subentra la responsabilit diffusa di qualsiasi comunic-attore quale ciascuno di noi nella misura in cui pu produrre messaggi e non solo consumarli." La seguente citazione del professor Rivoltella induce alla riflessione su di un aspetto, a mio avviso, molto importante ed attuale nell'ambito dell'informazione e della comunicazione attraverso la Rete e pone l'accento sulla facilit di accesso ai media digitali e sulla loro semplicit di d'uso, caratteristiche queste che hanno in qualche modo stravolto il panorama giornalistico, in particolare, nonch il mondo dell'informazione, in generale con una ricaduta, in alcuni casi, in termini di stile e di qualit delle notizie stesse immesse in Rete. Pensiamo, ad esempio, ai Social Network, quali Facebook o Twitter, solo per citarne alcuni tra i pi noti; la partecipazione e la condivisione delle informazioni previste attraverso la fruizione di queste piattaforme virtuali, ha innescato il fenomeno della cosiddetta autorialit, consentendo ad un semplice utente della rete di essere artefice delle notizie divulgate nel Web ed editore di se stesso, con conseguenze inevitabili sul ruolo e la professione del giornalista, il quale si trovato a prendere atto di questa nuova realt e a farla propria, adeguandosi. Infatti, negli ultimi anni, andato affermandosi nello spazio Web un nuovo utente: il blogger, il quale, in qualit di singola persona o di un ente o di un gruppo, scrive e gestisce un blog (una sorta di diario on-line), pubblicando informazioni e notizie intorno ad un argomento di interesse comune ad altri blogger, o divulgando in tempo reale informazioni su fatti accaduti, talvolta anticipandoli, rispetto ad altri tipi di media. Gli utenti della Rete, attraverso Blog o siti personali, possono concorrere alla diffusione delle informazioni e delle notizie, in maniera breve e veloce, dando corpo a un giornalismo partecipativo o citizen journalism che fatto dalla gente comune, che vuole esprimere la sua opinione e partecipare alla comunicazione globale; si possono contestare pareri, si pu risalire alla fonte informativa, si possono fare commenti,

naturalmente, su un piano pi popolare e meno professionale di quello giornalistico vero e proprio. Bisogna, per, fare attenzione alle notizie che circolano in rete, perch esse possono essere buone e cattive, veritiere o parziali, oggettive o soggettive, attendibili o inattendibili. Quindi, il fruitore della Rete, deve essere in grado di distinguere nell'enorme massa di informazioni presente in Rete e cercare, comunque, di risalire a una possibile verit o, perlomeno, a quella che pi vi si avvicina. Il giornalista classico , invece, ancora ancorato alla carta stampata; nel suo operare, egli deve rispettare delle regole ben precise e deontologiche, tra le quali quelle riguardanti, innanzitutto, il filtraggio delle notizie apprese per, poi, renderle pubbliche. Un giornalista accreditato ha, certamente, pi facilit nel trovare informazioni, ha libero accesso a qualsiasi fonte e qualsiasi struttura e gode di qualifica e di competenze che il blogger/utente improvvisato della Rete non possiede. Le due figure, una professionale, l'altra de-professionale, allora, risultano separate da un filo conduttore sottilissimo; sempre pi spesso esse sinterfacciano e si contrappongono, in qualche modo integrandosi. Vige, dunque, unantinomia che vede la funzione del giornalista sempre pi solo blogger e meno blogger/giornalista. Entrambi trovano e diffondono notizie, utilizzando per metodologie, approcci e tecniche diverse: il giornalista classico deve seguire la linea editoriale del proprio giornale e deve attenersi a delle regole, mentre il blogger agisce in assoluta libert, senza preoccuparsi delle conseguenze, talvolta anche politiche, di una notizia diffusa alla maniera tipica del mordi e fuggi. Questi grandi mutamenti nello scenario giornalistico internazionale e nel mondo dell'informazione, hanno comportato tutta una serie di attenzioni e preoccupazioni per le istituzioni scolastiche e per gli educatori, in quanto i ragazzi sono portatori a scuola delle problematiche legate ai social network e all'uso delle Nuove Tecnologie. Il telefonino, ad esempio, diventato strumento indispensabile, vitale, nella vita degli adolescenti; si capaci di fare gesti inconsulti, se privati del mezzo telefonico per un giorno ed cronaca di attualit; il cellulare agenda, accesso ad Internet, videocamera, un oggetto multitasking del quale non si pu fare a meno e lo dimostrano tanti episodi denunciati intorno a questaggeggio. Non dimentichiamo ci che avvenuto nelle scuole di recente, dove alcuni ragazzi hanno ripreso con il telefonino le burle arrecate a un disabile e, poi, le hanno pubblicate su YouTube; non dimentichiamo fatti legati alla sessualit adolescenziale tra banchi di scuola poi resi noti, dopo essere stati ripresi con

la fotocamera del telefonino, come se questi ragazzi avessero continuamente bisogno di mostrarsi autori e protagonisti, anche di vicende di cui, invece, dovrebbero vergognarsi. Come educatori e formatori dobbiamo stare attenti a tutto ci e, forse, la mia riflessione che le regole ci sono, ma non sono applicate dall'alto; mentre dal basso, in qualit di genitori e educatori, abbiamo la responsabilit di visionare questi aspetti. La tecnologia offre enormi potenzialit, ma occorre educare a servircene in modo giusto ed equilibrato; ecco perch ci che sfugge al controllo ha bisogno, a mio parere, di essere controllato sul piano etico e attraverso una Governance dei media. Credo, in definitiva, che i giovani abbiano bisogno di guida, oggi pi che mai; necessario educarli ad acquisire coscienza critica e senso di responsabilit come comunic-attori e produttori di messaggi; ecco perch necessario che si attui una valida Media Education che trascenda le realt particolari, per abbracciare una realt pi generale e pubblica. A proposito dei contesti formali in cui realizzare la Media Education, il prof. Rivoltella intervenuto a Padova al Convegno New Media vs Old school, in cui ha sottolineato che la Scuola pi che ad uneducazione ai media deve proiettarsi verso uneducazione alla cittadinanza, deve favorire lacquisizione di competenze quali linguaggio, capacit critiche e di analisi, ma anche la produzione responsabile. E, continua, dicendo che Nei new media i ragazzi diventano facilmente autori di video, di testi letterari o giornalistici e musicali.

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