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Statica

Equilibrio di un Punto
Materiale
Punto Materiale
Lo studio delle condizioni di equilibrio di un corpo è chiamato STATICA.

Si definisce PUNTO MATERIALE un corpo così piccolo rispetto all'ambiente in cui si


trova da poter essere assimilato ad un punto geometrico, dotato però di massa.

Forza = grandezza fisica vettoriale che si manifesta nell'interazione di


due o più corpi, sia a livello macroscopico, sia a livello delle particelle
elementari, che cambia lo stato di quiete o di moto dei corpi stessi.

Un punto materiale è in EQUILIBRIO se la risultante di tutte le forze ad esso


applicate è uguale a zero.

 
FRisultante =  Fi = 0
i
Viceversa, ogni volta che un punto materiale è in equilibrio, la risultante
delle forze a esso applicate deve essere uguale a zero.
Equilibrio di un corpo
esteso (rigido)
Corpo rigido
Si definisce CORPO RIGIDO un corpo non elastico, indeformabile ed
esteso nelle 3 dimensioni dello spazio.

Il CORPO RIGIDO, così come il z


PUNTO MATERIALE, è una
schematizzazione ideale (non
esistente nella realtà), utile per
definire le equazioni che
descrivono l’equilibrio e/o il
moto.
y
Un corpo rigido, a differenza
del punto materiale, oltre a
poter traslare nello spazio, può
anche ruotare intorno ad un x
asse.
Corpo rigido

La palla da bowling può essere La scatola da scarpe non può


schematizzata come un corpo essere schematizzata come un
rigido. corpo rigido.
Centro di massa e baricentro
• Il baricentro o centro di gravità di
un corpo rigido è il punto di
applicazione della forza-peso,
risultante delle piccole forze
parallele applicate ad ogni
volumetto del corpo.

• Se un corpo ha un centro di
simmetria, il baricentro è in quel
punto.

• Per corpi irregolari il baricentro


può trovarsi anche all'esterno del
corpo.
Centro di massa e baricentro
Centro di massa di un sistema di masse m1,m2,….mn:

Distribuzione continua di massa r = r(r) densità del corpo

dm = r(r) dV M =  dm =  r (r) dV

r CM =
 r (r) r dV
M
Il baricentro è la media pesata delle forze peso. La differenza tra baricentro e centro di massa si
ha, ad esempio, in campo gravitazionale non uniforme, altrimenti i due coincidono.
• Centro di massa e baricentro

G
Equilibrio di un corpo rigido
Un corpo rigido è suscettibile di due moti distinti:

•il moto del suo baricentro (assimilabile al moto di un punto materiale)

•il moto del corpo stesso relativo al suo baricentro (come se questo fosse
incernierato)

Es: ruota (disco che rotola sul piano)

Sono presenti entrambi i tipi di moto: il moto del baricentro e quello relativo al
Baricentro. Se la risultante delle forze su un corpo (inizialmente fermo) è nulla, il
baricentro del corpo non si muove, ma può comunque esserci un movimento di
rotazione.

Esempio: forze uguali in modulo e direzione, di


verso opposto, ma non applicate allo stesso punto
Equilibrio di un corpo rigido

Definizione: un corpo è in equilibrio quando è


inizialmente fermo e rimane fermo.

Condizione 1: un corpo fermo in un dato riferimento è


in equilibrio quando è nulla la risultante delle forze
agenti sul suo baricentro.

F1 + F2 + F3 + ... =  i Fi = R = 0
EQUILIBRIO TRASLAZIONALE
Equilibrio-Reazioni Vincolari
Un vincolo è una qualsiasi condizione che limita il moto di un corpo.
L'azione dei vincoli si esplica attraverso un insieme di forze, dette forze
vincolari o reazioni vincolari, che agiscono sui punti del sistema,
limitandone il moto. Un vincolo è un oggetto che impedisce ad un corpo di
compiere alcuni movimenti.
R
I vincoli esercitano delle forze vincolari che
vanno contate nella condizione di
F
equilibrio.
Le forze vincolari non hanno intensità
definita: il vincolo si adatta alla forza che
agisce su di esso.

Poiché siamo in una condizione di equilibrio la


risultante delle forze deve essere nulla, e quindi:
Sul libro agisce la forza peso, ma il tavolo (vincolo) esercita una forza uguale
e contraria che impedisce al libro di cadere.
 
   F = FP = M  g

F+R=0 dove :  
 R = Reazione Vincolare
Equilibrio-Reazioni Vincolari
Tre forze agiscono sul carrello in figura:

la forza-peso del vaso+carrello FP


la forza equilibrante dell'uomo FE
la forza vincolare perpendicolare al piano FV .
Equilibrio-esempio 1
Consideriamo una molla, con lunghezza a riposo L0,
e sospendiamo ad essa un corpo di massa M.
Per effetto della forza peso la molla si deformerà sino L0
ad arrivare ad una nuova lunghezza LF.
LF
Siamo così arrivati ad una condizione di equilibrio,
in quanto il peso tende a portare il corpo verso il
basso e la molla tende a riportarlo verso l’alto, con il DL = LF-L0
risultato finale che il corpo resta fermo (cioè in
equilibrio).
Pertanto la risultante delle forze deve essere uguale FE
M
a 0:
    FP
 FP = M  g
FP + FE = 0 dove :   
 FE = −k  L

Poiché la direzione delle 2 forze è la stessa otteniamo per i moduli:


M  g − k  L = 0  M  g = k  L
Equilibrio-esempio 2

 R Consideriamo un piano inclinato, con angolo di
FA inclinazione a, ed un corpo, approssimabile ad un
punto materiale di massa M, che giace su tale piano.
 
FP⊥ FP// Affinché il corpo sia in equilibrio (non si muova) sul
piano, la risultante di tutte le forze deve essere nulla:
a
 
 FP = M  g

h FP     
FP + R + FA = 0 dove :  R = Reazione Vincolare
l 
 FA = Forza d' attrito

b a

Scomponiamo le forze agenti nelle due componenti ortogonali: quella


perpendicolare al piano inclinato, in cui il corpo NON può muoversi per effetto del
vincolo, e quella ad esso parallela, per la quale dobbiamo determinare la
condizione di equilibrio:  
⊥ : FP⊥ + R = 0;
 
// : FP// + FA = 0;
Equilibrio-esempio 2

 R La componente // al piano
FA  
// : FP// + FA = 0 inclinato è data dalla componente
// della forza peso:
 
FP// h
FP⊥ FP// = FP  sena = FP  ;
a l

h FP che è equilibrata dalla forza di
attrito statico, quindi sino a
l quando la componente // della
forza peso non supera la forza di
b a attrito massima il corpo non si
muove, con:
b
Forza Attrito Max : FA =  S  FP⊥ =  S  FP  cos a =  S  FP  ;
l
Pertanto, come ci insegna l’esperienza sperimentale, quanto maggiore è la
pendenza del piano inclinato (data da a e quindi da h/l), tanto più facilmente il
corpo si metterà in moto vincendo la forza d’attrito.
La bilancia a bracci uguali

Il giogo della bilancia è imperniato in un


punto posto sopra al baricentro.
Se si sposta dalla posizione orizzontale
comincia ad oscillare intorno alla posizione
di equilibrio
(Il baricentro sotto al punto di sospensione)
La bilancia a bracci uguali
La bilancia a bracci uguali

Aggiungo un peso: la bilancia si sposta


dalla iniziale posizione di equilibrio con il
giogo in posizione orizzontale in modo
che il baricentro del sistema giogo-peso si
porti sotto all’asse di sospensione

Si può riportare la bilancia in equilibrio


nella posizione iniziale appendendo sul
braccio sinistro del giogo un peso uguale
a quello appeso sul braccio destro a
uguale distanza dall’asse di sospensione.
La bilancia a bracci uguali
La bilancia a bracci uguali

Aggiungo un peso: la bilancia si sposta


dalla iniziale posizione di equilibrio con il
giogo in posizione orizzontale in modo
che il baricentro del sistema gioco-peso si
porti sotto all’asse di sospensione

Si appende un peso sul Si può riportare la bilancia in equilibrio


braccio di sinistra. nella posizione iniziale appendendo sul
braccio sinistro del giogo un peso uguale
a quello appeso sul braccio destro a
uguale distanza dall’asse di sospensione.
La bilancia a bracci uguali
La bilancia a bracci uguali

Si vuole ripristinare la situazione iniziale di


equilibrio utilizzando solo un altro peso.
La bilancia a bracci uguali
La bilancia a bracci uguali
bS bD
Si vuole ripristinare la situazione iniziale di
equilibrio utilizzando solo un altro peso.

Si deve appendere il peso sul braccio di


sinistra a distanza doppia dall’asse di
sospensione rispetto a quella dei due pesi
posti sul braccio di destra.

bs = 2 bd bs = (PD/PS) bd

bs PS = bdPD
Equilibrio di un corpo rigido

Per i corpi estesi, quindi, oltre al modulo, alla direzione e al verso


della forza, è importante anche il punto di applicazione.

Esempio
Per aprire una pesante porta si
spinge in un punto il più lontano
possibile dai cardini. Nessuna forza,
per quanto intensa, riuscirà ad aprirla
se esercitata in un punto
appartenente alla retta passante per i
cardini.

La grandezza che misura l’efficacia di una forza nel produrre la


rotazione è chiamata Momento della Forza M.
Equilibrio di un corpo rigido
……….oltre al modulo, alla direzione e al verso della forza, è
importante anche il punto di applicazione.

asse leva

Molto fortemente Non fa girare


Forza preme
fortemente

Stessa cosa

 
r F

Fa girare poco  
M = r  F =
Momento di una forza

Si definisce Momento della Forza, rispetto ad un punto O detto POLO, il


vettore dato dal prodotto vettoriale fra il vettore che unisce il polo ed il
punto di applicazione della forza e la forza.
  
M = R F
M = R  F⊥ = R  F sin  = F  L
Dove:
• R è la distanza tra il punto di
applicazione della forza e il polo O.
• L è il braccio della forza, cioè la distanza
fra la retta d’applicazione della forza e
l’asse di rotazione.
Il momento di una forza può essere orario oppure antiorario, a seconda
del senso di rotazione che tende a produrre: in tal caso viene considerato
rispettivamente negativo (rotazione oraria) o positivo (rotazione
antioraria).
Momento di una forza
  
M = R F
M = R  F⊥ = R  F sin  = R  L
Momento di una coppia di forze

Si definisce Coppia di Forze l’insieme di due forze parallele di uguale


modulo, direzione e verso opposto.

Si definisce Braccio di una Coppia di Forze la distanza tra le rette di


azione delle forze.

Si definisce Momento di una Coppia di Forze il prodotto dell'intensità di


una delle due forze per il braccio della coppia.

M TOT = 2M = 2( R  F ) = B  F
R

Dove:
• R è il braccio di una singola forza.
R • B è il braccio della coppia di forze.
Equilibrio di un corpo rigido
Condizione 1: un corpo fermo in un dato riferimento è in equilibrio
quando è nulla la risultante delle forze agenti sul suo baricentro
e
Condizione 2 è nullo il momento totale delle forze esterne calcolato
rispetto a un punto O comunque scelto.

EQUILIBRIO
F1 + F2 + F3 + ... =  i Fi = R = 0 TRASLAZIONALE

F1 − F2 = 0

M1 + M 2 + M3 + ... =  i Mi = M T = 0 EQUILIBRIO
ROTAZIONALE
Equilibrio di un corpo rigido

2 relazioni vettoriali
6 relazioni scalari soddisfatte contemporaneamente
Equilibrio di un corpo rigido

Un corpo è in equilibrio stabile se, spostandolo di


poco dalla sua posizione di equilibrio, tende
naturalmente a ritornarvi;

Un corpo è in equilibrio instabile quando, scostandolo


di poco dalla sua posizione di equilibrio, tende ad
allontanarvisi ancora di più;

Un corpo è in equilibrio indifferente quando, spostato


di poco dalla sua posizione di equilibrio, rimane
stabilmente nella nuova posizione.
Equilibrio di un corpo rigido

Esempio 2:
Un corpo appoggiato su un piano è in
equilibrio se la retta verticale passante
per il suo baricentro interseca la base
di appoggio del corpo.
Se invece la verticale cade fuori della
base il corpo si ribalta.
Le leve
La leva è una macchina semplice che serve ad equilibrare una forza (detta
resistente R) con un’altra forza (detta forza agente P). Si dice vantaggiosa se
P<R, svantaggiosa se P>R

+P+R =0

M +MP +MR =0

 = P + R

PD1 = RD2
R D1
Si definisce G guadagno meccanico G= =
P D2
Possono essere di 3 tipi, o “specie”, a seconda della posizione relativa del Fulcro
rispetto ai punti d’applicazione di forza agente P e forza resistente R
Le leve
I° SPECIE fulcro interposto tra forza agente e resistente

G  1, G  1, G = 1
br V bp

R P

M = 8 Kg massa della testa


bp = 2 cm, br = 8 cm
R = forza peso testa = 8 kg*9,8m/s2=78,4 N P = forza muscoli splenici ?
equilibrio : Rbr = Pbp
78.4
P = 313,6 N G= 1 V = P + R = 392 N
313.6
Le leve
I° SPECIE fulcro interposto tra forza agente e resistente

V
La leva è vantaggiose quando P è
br bp minore di R
il braccio della potenza è maggiore
del braccio della forza resistente
R P
V
La leva è svantaggiosa quando P
br bp è maggiore di R
il braccio della forza agente è
minore del braccio della forza
R P resistente
V
La leva è indifferenti quando P è
br bp uguale a R
il braccio della forza agente è
R P uguale al braccio della forza
resistente
Le leve

II° SPECIE La forza resistente è tra il Fulcro e la


Forza agente

G 1 V
P bp br

R = forza peso che grava sulla caviglia equilibrio : Rbr = Pbp


kgp ≈ 800 N
bp = 22 cm
br = 14 cm V=? G =?
P = forza muscoli polpaccio ?
Le leve
III° SPECIE La forza agente è tra il Fulcro e la
forza resistente
G 1 V
br bp

R P

R= forza peso (oggetto+avambraccio) =


= 2 kgp + 3 kgp = 5 kgp ≈ 50 N equilibrio : Rbr = P bp
br = 35 cm Fm ≈ 580 N
bp = 3 cm V=P – R ≈ 530 N
P = forza muscolo braccio ? G = 0.086 leva molto svantaggiosa
Le leve
Le leve

P = Rbr/bp P1 = Rbr/bp
Equilibrio nel corpo umano
Equilibrio nel corpo umano

Su un solo piede - solo forze verticali


F forza di trazione dei muscoli abduttori- R forza che agisce sulla testa del femore
Equilibrio nel corpo umano
Equilibrio nel corpo umano
Ancora reazioni vincolari

TENSIONE DEI FILI- Un filo inestensibile


in tensione sviluppa forze uguali ed
opposte ai suoi capi. La forza T si chiama
tensione del filo. La tensione del filo e’
sempre parallela al filo e può cambiare
direzione mediante l’uso di carrucole.
E’ il principio su cui si basano i sistemi di
trazione.
Forze di attrito
Consideriamo un blocco di massa m poggiato su un piano orizzontale, a cui viene
applicata una forza F orizzontale
Per valori piccoli di F il blocco rimane fermo
Il piano esercita sul blocco una forza fas (detta forza di attrito statico) opposta
a F, che mantiene il blocco in equilibrio
Aumentando F il blocco rimane fermo finchè F ≤ Fmax
La forza di attrito statico non è costante, ma cresce con F fino ad un valore
massimo fas,max=Fmax
Se F >Fmax il blocco inizia a muoversi
In questa fase il piano esercita sul blocco una forza di attrito dinamico fad <
fas,max
N

fas F
P
Forze di attrito
Le forze di attrito sono dovute alle interazioni tra gli atomi delle superfici
dei corpi a contatto ed hanno la conseguenza di impedire (attrito statico) o
decelerare (attrito dinamico) il movimento relativo di tali superfici.

A causa delle scabrosità, l’area di contatto effettiva è circa 104 volte minore
dell’area apparente.

Si creano microsaldature tra gli atomi che si oppongono allo slittamento


delle due superfici (attrito statico)

Se si cerca di far slittare le due superfici, si provoca uno stiramento delle


saldature e, dopo lo strappo iniziale, una serie di risaldature e strappi
(attrito dinamico)

fas = μs N = μs mg
fad = μd N = μd mg
P=forza peso, N=reazione vincolare
fas=forza di attrito statico
fad=forza di attrito dinamico
Un’asse di legno orizzontale omogenea, di massa M=10 kg e lunghezza L=2 m, è
appoggiata su due cavalletti. L’asse sporge di l1=60 cm oltre il cavalletto di sinistra e di l2=5
cm oltre il cavalletto di destra. Quanto vale, in N, la forza che l’asse esercita sul cavalletto
di sinistra? [f = 69.03 N ]
E quella sul cavalletto di destra? [f = 29.07 N ]

Una scala lunga 2 m e di massa 10 kg poggia con l’estremità inferiore sul pavimento, con
l’estremità superiore contro un muro perfettamente liscio. Il coefficiente di attrito statico μs
tra pavimento e scala vale 0.70. Calcolare l’angolo minimo che la scala può formare col
pavimento. [θmin = 35.54°]
Se l’angolo vale proprio θmin, quanto vale la reazione vincolare del muro? [Nmuro = 68.67
N]

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