L’aria umida è una miscela di due componenti a comportamento ideale (ovvero che si comportano
come gas ideali):
• Aria secca: componenti dell’aria atmosferica, ovvero azoto, ossigeno e altri gas presenti in
proporzioni minori. Essendo una miscela di gas incondensabili, li consideriamo come un
unico gas ideale; non ci importano infatti le quantità esatte dei vari gas dell’aria secca in
quando tali proporzioni non variano è ai fini della psicometria non è rilevante la distinzione
fra questi gas, per cui l’aria atmosferica viene considerato come un unico gas con le
opportune proprietà.
La massa molecolare dell’aria secca è 29 kg/kmol.
• Acqua: è l’unica molecola condensabile, l’unica nella quale la quantità d’acqua può variare
in seguito a delle trasformazioni, quindi ci concentriamo nello studio di essa.
La massa molecolare dell’acqua è 16 kg/kmol.
Si consideri ora una miscela omogenea di n gas, che si mantengano in rapporto fisso di massa,
ovvero che costituiscano un fluido termodinamico, alla pressione p, volume V e a temperatura T.
Avendo considerato che la miscela assume un comportamento ideale, appare ovvio aspettarsi di
conseguenza che anche ogni singolo componente i, considerato da solo nell’intero volume V alla
temperatura T, abbia a sua volta un comportamento ideale. Si parla quindi di una miscela ideale di
gas ideali, per la quale valgono:
() *
𝑝" 𝑉 = 𝑛" 𝑅𝑇 è 𝑛" = dove 𝑛 = " 𝑛" quantità totale di gas costituenti la miscela (in unità molari)
+,
Si può affermare che, in tali circostanze, che la miscela di gas si comporti come un gas ideale e che
valga la legge di Gibbs-Dalton: “la pressione e l’energia interna totali di una miscela di gas ideali
sono pari alla somma rispettivamente delle pressioni parziali e delle energie interne parziali dei
componenti”
𝑝= 𝑝"
"
Il valore della pressione totale p è pari alla somma delle pressioni parziali 𝒑𝒊 , dove 𝑝" di una miscela
di gas è la pressione che ogni singolo componente i eserciterebbe se occupasse da solo il volume
V della miscela alla stessa temperatura T.
𝑈= 𝑈"
"
Il valore dell’energia interna totale U è pari alla somma delle energie interne parziali 𝑼𝒊 , dove 𝑈" di
una miscela di gas è l’energia interna che ogni singolo componente i eserciterebbe se occupasse
da solo il volume V della miscela, alla sua pressione parziale 𝑝" e alla stessa temperatura T.
In maniera analoga si definisce anche la legge di Amagat-Leduc dei volumi additivi: “il volume
totale di una miscela ideale di gas ideali è la somma dei volumi parziali 𝑉" , ovvero il volume che
ciascun componente i occuperebbe se venisse considerata da solo alla pressione totale p e alla
temperatura T della miscela”
𝑉= 𝑉"
"
• Umidità specifica x: è definita come il rapporto fra la massa di vapor d’acqua contenuta in
un certo volume di aria umida e la corrispondente massa di aria secca nello stesso volume.
𝑚6 (𝑚𝑎𝑠𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒) 𝜌6 𝑉 𝜌6 (𝑑𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à 𝑣𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒)
𝑥 = = =
𝑚A (𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑐𝑎) 𝜌A 𝑉 𝜌A (𝑑𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à 𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑐𝑎)
Poiché consideriamo l’aria secca e il vapor d’acqua come un gas ideali, possiamo riscrivere
le densità attraverso le equazioni di stato di un gas ideale:
1 𝑝6
𝜌6 = =
𝑣6 𝑅6 𝑇
1 𝑝A
𝜌A = =
𝑣A 𝑅A 𝑇
Sapendo inoltre che:
+ K
𝑅6 = = 462 (costante caratteristica del vapor d’acqua) e che
G LM N
+ K
𝑅A = = 287 (costante caratteristica dell’aria secca)
G LM N
𝑅A 𝑝6 𝑝6
𝑥= = 0.622
𝑅6 𝑝A 𝑝A
L’umidità specifica x ha, per ogni temperatura, un limite nella massima pressione parziale
raggiungibile, che prende il nome di pressione di saturazione a quella temperatura:
(U[
𝑥Z = 0.622 umidità specifica di saturazione
(VWV X(U[
• Umidità relativa ϕ: è definita come il rapporto tra la massa 𝑚6 di vapor d’acqua presente in
certo volume V di aria umida e la massa 𝑚6Z di vapore contenibile in condizioni di saturazione
alla stessa temperatura nello stesso volume V di aria umida.
𝑚6 𝑝6
φ= =
𝑚6Z 𝑝6Z
essendo
(U *
𝑚6 =
+U ,
(U[ *
𝑚6Z =
+U ,
φ𝑝6Z
𝑥 = 0.622
𝑝STS − φ𝑝6Z
Nell’ipotesi di miscela ideale, l’entalpia dell’aria umida può essere espressa come somma
dell’entalpia parziale dell’aria secca e del vapore che ad essa si accompagna (ciò è deducibile dalla
legge di Gibbs-Dalton):
Dove:
NK
𝑟h = 2501 calore di vaporizzazione
NM
NK
𝑐(Zeaa = 1,875 calore specifico vapore surriscaldato
NM N
Poiché nei processi tecnici che coinvolgono umidificazione o deumidificazione dell’aria la portata
d’aria secca rimane inalterata, mentre varia appunto il suo contenuto di vapor d’acqua, è comodo
esprimere l’entalpia specifica dell’aria umida non con riferimento all’unità di massa totale della
miscela, ma piuttosto con riferimento alla massa totale di miscela che contiene l’unità di massa d’aria
secca:
∆ℎ = 𝑐( ∆𝑇
Convenzionalmente si assume come valore nullo per l‘entalpia dell’aria lo stato alla temperatura di
0°C e alla pressione atmosferica.
ℎA = 𝑐(A 𝑡
Per quanto riguarda l’acqua si trova sotto forma di vapore surriscaldato, cioè a pressione più bassa
di quella di saturazione alla stessa temperatura (in queste condizioni la si può considerare un gas
ideale.
Nell’entalpia dell’acqua assume un ruolo fondamentale il calore di vaporizzazione r, cioè l’energia
necessaria a far passare dalla fase liquida alla fase vapore 1kg di acqua.
La valutazione dell’entalpia del vapore d’acqua che si trovi ad una temperatura 𝑡Z , si può ottenere
con una relazione del tipo:
𝑟h = 2501𝑘𝐽/𝑘𝑔
𝑐(Zeaa = 1,9 𝑘𝐽/(𝑘𝑔𝐾)
Per pressioni abbastanza basse (t vicine a quelle ambiente) il comportamento del vapore d’acqua è
simile a quello del gas ideale (l’entalpia è funzione della sola temperatura e non della pressione).
Ciò implica che i valori di entalpia finale non differiscono significativamente vaporizzando a 0°C (ove
il calore di vaporizzazione è 𝑟h ) e poi surriscaldando fino a 𝑡Z , ovvero vaporizzando a 𝑡Z un liquido
riscaldato fino a quella temperatura:
𝑐k ∗ 𝑡Z + 𝑟Z = 𝑟h + 𝑐(Zeaa ∗ 𝑡Z
Da cui ricavo 𝑟Z
𝑟Z = 𝑟h − 𝑡Z ∗ 𝑐k − 𝑐(Zeaa
4) La temperatura di rugiada
Nell’ aria umida per punto di rugiada si intende un
particolare stato termodinamico (rappresentato dalla
temperatura e dalla pressione) in corrispondenza del quale
una miscela bifase multicomponente liquido-vapore diviene
satura di vapore
Se il condotto è abbastanza lungo, nel prolungato contatto fra l’aria e l’acqua, l’aria arriverà a
saturazione, diminuendo progressivamente la propria temperatura, fino ad arrivare alla temperatura
dell’acqua: questa è la temperatura di saturazione adiabatica 𝑡Z .
Secondo il primo principio della termodinamica, poiché è un processo adiabatico senza scambio di
lavoro (in termini di potenze):
𝑚 = 𝐺A 𝑥Z∗ − 𝑥"
si ha:
e quindi il luogo geometrico degli stati dell’aria umida di eguale temperatura di saturazione adiabatica
𝑡Z∗ è determinato da:
ℎZ∗ − ℎ"
= 𝑐k 𝑡Z∗
𝑥Z∗ − 𝑥"
Dal punto di vista tecnico il termine 𝑥Z∗ − 𝑥" 𝑐k 𝑡Z∗ è trascurabile e dunque la temperatura di
saturazione adiabatica si può considerare coincidente con la temperatura dell’aria satura che
presenti la stessa entalpia specifica dell’aria inizialmente considerata:
Dopo un breve periodo (legato alla quantità d’acqua), tale valore risulta indipendente dalla
temperatura iniziale dell’acqua.
𝑡tt = 𝑡Z
In realtà sono invece sufficienti due sole variabili indipendenti per determinare lo stato dell’aria: la
pressione totale della miscela infatti viene assunta pari a quella atmosferica (101325 Pa).
Esistono tre tipi di diagrammi, ma noi ne utilizzeremo uno solo nella pratica: il diagramma di Mollier
Europeo (h-x).
𝑚Au 𝑥u + 𝑚Av 𝑥v = 𝑚Aw 𝑥w (la portata di massa che entra è uguale a quella che esce)
Essendo il processo adiabatico e senza scambio di lavoro meccanico, per il primo principio possiamo
scrivere anche:
𝑚Au ℎu + 𝑚Av ℎv = 𝑚Aw ℎw (la somma dei flussi entalpici in entrata sono uguali alla somma di quelli in
uscita)
ℎv − ℎw 𝑥v − 𝑥w 𝑚Au
= =
ℎw − ℎu 𝑥w − 𝑥u 𝑚Av
Data tale equazione, possiamo dedurne che il punto 3 di uscita ha contenuto di entalpia e umidità
specifica intermedio tra il contenuto dei due stadi.
Nei due addendi si può considerare trascurabile il prodotto (𝑥𝑐(Zeaa ) poiché è molto più piccolo del
primo.
La relazione per il calcolo del flusso termico diventa quindi:
𝑞uv = 𝑚A (𝐶𝑃A )(𝑡v − 𝑡u )
dove è il 𝑐(A calore specifico a pressione costante dell’aria secca pari a 1 kJ/kgK.
Sul diagramma psicrometrico queste trasformazioni sono rappresentate con un segmento parallelo
all’asse delle temperature.
In modo analogo al precedente, una portata d’aria può essere raffreddata a umidità specifica
costante. Nel caso di raffreddamento sensibile, la superficie della batteria di raffreddamento
lambita dal fluido deve essere superiore alla temperatura di rugiada dell’aria stessa, in caso contrario
sia avrebbe raffreddamento con deumidificazione, cioè si avrebbe la condensazione di parte del
vapore contenuto nella miscela e l’aria subirebbe un contemporaneo processo di raffreddamento
con deumidificazione; la quantità di acqua formatasi per condensazione sarà uguale a (x2 – x1).
Il flusso termico scambiato si calcola nel medesimo modo del caso precedente.
𝑞uv = 𝑚A (𝑐(A )(𝑡v − 𝑡u )
Se una portata d’aria lambisce una superficie a temperatura inferiore a quella di rugiada (e superiore
a 0°C) si avrà un progressivo raffreddamento dell’aria ad umidità specifica costante fino alla
temperatura di rugiada, poi comincerà a separarsi acqua in fase liquida con una progressiva
riduzione di umidità specifica dell’aria che, in equilibrio, si porterebbe sulla curva limite della
temperatura della superficie.
In realtà non si può pensare che l’aria raggiunga condizioni di equilibrio con la temperatura della
superficie nel passare attraverso una batteria alettata fredda. Per analizzare più a fondo la
trasformazione reale è necessario studiare ciò che avviene in prossimità della superficie fredda,
dove, entro uno strato di piccolo spessore, si ha una riduzione nella temperatura e nell’umidità
dell’aria con formazione di un film liquido.
Nel grafico di Mollier le condizioni di uscita dell’aria si trovano su un segmento congiungente il punto
iniziale 1 e quello finale S, tanto più vicino a S quanto più estesa è la superficie ed elevati i coefficienti
di scambio. Si caratterizza la batteria con un fattore di by-pass.
La posizione del punto di uscita è specificata da un fattore chiamato by-pass. Si tratta del rapporto
fra la differenza di entalpia dell’aria trattata e dell’aria nelle condizioni di saturazione in S e la
differenza fra l’aria in ingresso e in uscita:
ℎv − ℎZ
𝑓t( =
ℎu − ℎv
Il fattore di by-pass si può interpretare come il rapporto tra una portata d’aria che attraversa la
batteria fredda senza esserne minimamente influenzata ed una portata d’aria che invece raggiunge
le condizioni di equilibrio con la superficie fredda.
2𝑆 ℎv − ℎZ 𝐺u
𝑓t( = = =
12 ℎu − ℎv 𝐺Z
Il fattore di by-pass presenta valore nullo quando l’aria si porta tutta in equilibrio con la temperatura
della batteria, mentre assume valori continuamente crescenti quanto più è ampia la quota d’aria by
passata.
Una volta valutate le condizioni finali dell’aria, è immediato calcolare lo scambio termico intervenuto
come anche la quantità d’acqua condensata:
𝑞 = 𝐺A ℎv − ℎu
𝐺6 = 𝐺A 𝑥v − 𝑥u
È possibile suddividere la potenza termica scambiata nella quota richiesta per raffreddare in modo
sensibile l’aria ed in quella latente per attuare la condensazione. Si consideri la riduzione di umidità
da 𝑥" a 𝑥} a temperatura costante 𝑡" .
𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡u 𝑥v − 𝑥u
Si attui poi la riduzione della temperatura all’umidità specifica costante 𝑥} da 𝑡" a 𝑡} . Lo scambio
sensibile è dato da:
La somma dei due termini appena esplicati fornisce la differenza di entalpia del processo.
L’umidificazione di una miscela avviene facendo passare la corrente d’aria attraverso una
apparecchiatura entro la quale una serie di ugelli nebulizzano acqua o iniettano vapore sulla
miscela.
Nell’ipotesi che l’acqua nebulizzata o che mantiene bagnata la superficie evaporante sia alla stessa
temperatura dell’aria dopo il processo, la trasformazione è quella già analizzata di saturazione
adiabatica, per cui l’entalpia dell’aria non si modifica sostanzialmente rispetto a quella di partenza.
L’unica, per molti aspetti trascurabile differenza, è data dall’entalpia del liquido. La trasformazione
si muove dunque ad entalpia cosante, arrivando ad una distanza dalla curva di saturazione
dipendente dall’efficienza dell’umidificatore.
Con quanta maggiore finezza vene nebulizzata l’acqua,
in quantità sufficiente, tanto più ci si avvicinerà alla curva
limite, definendo l’efficienza 𝜀 dell’umidificatore dal
rapporto fra la differenza di umidità introdotta e quella che
avrebbe portato a saturazione.
𝑥v − 𝑥u
𝜀=
𝑥Z − 𝑥u
Condizione indispensabile a che la trasformazione si muova come descritto è che sia effettivamente
adiabatico il sistema costituito dall’aria e dall’acqua che evapora, dimodoché il calore di
vaporizzazione venga sottratto appunto all’aria. Questo implica che non vi sia uno scambio termico
significativo fra l’acqua che ritorna nella vaschetta e l’aria.
𝐺A ℎu + 𝐺k ℎk = 𝐺A ℎv
𝐺A 𝑥u + 𝐺k = 𝐺A 𝑥v
da cui si ottiene:
ℎv − ℎu
ℎk =
𝑥v − 𝑥u
Lo stato finale dell’aria (2) si trova su di una retta passante per il punto iniziale e con pendenza pari
a ℎk .
bilancio energetico:
𝐺A ℎu + 𝐺6 ℎ6 = 𝐺A ℎv
𝐺A 𝑥u + 𝐺6 = 𝐺A 𝑥v
Da cui si ricava:
ℎv − ℎu
ℎ6 =
𝑥v − 𝑥u
Lo stato finale dell’aria (2) si trova su di una retta passante per il punto iniziale e con pendenza pari
ad ℎ6 .
Sia 𝑞Z il carico sensibile. Nella stagione invernale questo risulta generalmente negativo, perché
prevale lo scambio termico attraverso l’involucro dell’edificio con l’ambiente esterno più freddo,
almeno per localo con ambiente perimetrali.
La somma algebrica dei carichi sensibili, cioè le dispersioni verso l’esterno con il loro contributo
negativo + gli apporti interni di sicura presenza con segno positivo, definiscono il carico sensibile
globale dell’ambiente.
Oltre al carico sensibile va considerato anche il carico latente (esso ha sempre segno positivo perché
è sempre vapore immesso nell’ambiente), quantificandolo come la somma di apporti 𝐺6 di vapore
nell’ambiente. Non può essere trascurata l’entalpia ℎ6 di questi apporti che fornisce il carico latente
come potenza termica 𝑞k sempre positiva:
𝑞k = 𝐺6" ℎ6"
"
Il carico termico totale dell’ambiente è allora la somma algebrica del carico sensibile (positivo o
negativo) e del carico latente.
Per soddisfare questo carico totale si introduce nell’ambiente una portata d’aria in condizioni
controllate I (𝐺• ).
𝐺• ℎ• + 𝑞Z + 𝑞k = 𝐺€ ℎ€
𝐺• 𝑥• + 𝐺6" = 𝐺€ 𝑥€
"
𝑞Z + 𝑞k = 𝑞Z + 𝐺6" ℎ6" = 𝑞S = 𝐺€ ℎ€ − ℎ•
"
𝐺6" = 𝐺€ 𝑥€ − 𝑥•
"
(2)
Il rapporto membro a membro delle due relazioni consente di localizzare il punto di immissione in
termini di entalpia e umidità specifica necessari:
ℎ€ − ℎ• 𝑞S
=
𝑥€ − 𝑥• " 𝐺6"
Il punto di immissione si trova su di una retta passante per il punto ambiente A, la cui pendenza è
dettata dal rapporto fra il carico totale e il carico latente espresso in termini di massa. Tale retta
prende il nome di retta di esercizio (o retta di carico).
Nella stagione invernale, per locali con pareti perimetrali e non particolarmente affollati, la pendenza
della retta d’esercizio è perlopiù negativa, mentre in estate positiva.
Benchè matematicamente tutti i punti della retta di esercizi entro il diagramma psicometrico
soddisfino i requisiti imposti dalle due equazioni, non tutti risultano fisicamente o tecnicamente
idonei. Vanno anzitutto esclusi tutti i punti e imporrebbero una portata negativa, perché l’entalpia di
immissione è più bassa (pendenza negativa) o più alta (pendenza positiva) dell’entalpia
dell’ambiente.
I punti da considerare si trovano quindi su di una semiretta con origine nel punto ambiente che si
estende a temperatura maggiore (carico totale negativo) o minore (carico totale positivo).
Una volta fissato un punto di immissione su questa semiretta, le (2) consentono di identificare la
portata. Si intuisce facilmente che, se il punto di immissione selezionato è molto vicino a quello
ambiente, la portata d’aria trattata ed immessa dovrà essere molto grande, infatti:
𝑞S
𝐺€ =
ℎ€ − ℎ•
La portata di esercizio si può ridurre con ovvie riduzioni per oneri di impianto (canali d’aria, ventilatori,
ecc.) e di esercizio (costi di movimentazione) aumentando il salto entalpico. In tal caso si ha anche
generalmente un aumento (o una riduzione) di temperatura che creare situazioni di disagio nelle
zone di immissione dell’aria, che verrebbe avvertita come troppo calda (o troppo fredda).
La portata così determinata va immediatamente confrontata con il valore necessario per il rinnovo.
Qualora quest’ultimo risulti superiore, sarà questa la portata di immissione da scegliere, impiegando
solo aria esterna con una temperatura di immissione all’occorrenza anche molto moderata.
Più comunemente capita invece che la portata di immissione risulti superiore alla portata richiesta
per il rinnovo. In tal caso non viene trattata esclusivamente aria esterna, ma una miscela costituita
da aria di rinnovo e da una quota di aria estratta dall’ambiente, cui è stata sottratta l’aria espulsa
pari alla portata di rinnovo (portata di ricircolo). Dal punto di miscela M si devono raggiungere le
condizioni del punto di immissione sulla retta di esercizio. Per far questo sono necessarie
trasformazioni diverse a seconda del funzionamento invernale o estivo.
1. Parto dal punto di miscela M, lo preriscaldo fino a C così mi allontano dalle condizioni di
saturazione, dopo umidifico adiabaticamente fino a D (perché umidificare dal punto M non
garantisce una quantità di vapore d’acqua all’aria sufficiente, poiché prossima alle condizioni
di saturazione). 𝑥• = 𝑥• allora DI riscaldamento sensibile (lungo la retta) arrivo a I. Non è
l’unico modo per arrivare ad I dato E perché è più economico. ℎ‚ = ℎ• e 𝑥• = 𝑥• , la posizione
è determinata dall’efficienza del saturatore.
2. Un altro modo per arrivare ad I è attraverso l’umidificazione a vapore. Riscaldo da M e poi
salgo verticalmente con umidificazione a vapore (isoterma); tuttavia ho bisogno di un
umidificatore che è molto costoso.
3. Riscaldo con una sola batteria ad aria fino ad un punto che mi consenta di utilizzare poi un
umidificatore ad acqua liquida (costoso) detto atomizzatore con acqua pressurizzata nel
quale si può fermare a livello voluto l’immissione di acqua nebulizzata.
Tornando al primo caso, la potenza termica necessaria per il preriscaldamento e per il post
riscaldamento è:
𝑞 = 𝐺€ ℎ• − ℎG = 𝐺€ ℎ• − ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎG
−𝑞S 𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
𝑞= ∗ −ℎ• + ℎ€ + 𝐺+ + 𝐺ƒ ℎ€ − =
ℎ€ − ℎ• 𝐺+ + 𝐺ƒ
𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
= −𝑞S + 𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎ€ − 𝐺+ − 𝐺ƒ =
𝐺+ + 𝐺ƒ
= −𝑞S + 𝐺ƒ ℎ€ − ℎƒ potenza termica di rinnovo
Il carico di rinnovo d’aria è pari al carico totale a cui si somma la portata d’aria di rinnovo per il salto
entalpico dell’aria così da arrivare alle condizioni dell’ambiente.
D’estate l’aria esterna è più umida, è necessaria una deumidificazione. Anche qui è prevista
l’immissione di una miscela di aria di rinnovo e di ricircolo. Dal punto M raffreddo e deumidifico in
una batteria fredda, spesso dopo questo raffreddamento l’aria diventa troppo fredda, per questo è
necessario riscaldarla in una batteria di post riscaldamento.
𝑞S
𝐺€ =
ℎ€ − ℎ•
𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
𝑞} = 𝐺+ + 𝐺ƒ − 𝐺+ ℎ€ − 𝐺ƒ ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎ• + 𝐺€ ℎ• − ℎ•
𝐺+ + 𝐺ƒ
𝑞} = 𝐺€ ℎG − ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎ• + 𝐺€ ℎ• − ℎ•
𝑞} = 𝑞S + 𝐺ƒ ℎƒ − ℎ€ + 𝐺€ ℎ• − ℎ• potenza di refrigerazione
In parole: la centrale frigorifera deve supplire al carico frigorifero totale, al carico di ricambio d’aria e
al carico introdotto con il post riscaldamento. Quest’ultimo processo è quindi doppiamente dannoso
ed andrebbe dove possibile evitato o limitato.