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1) Legge di Gibbs Dalton per miscele di gas ideali

L’aria umida è una miscela di due componenti a comportamento ideale (ovvero che si comportano
come gas ideali):

• Aria secca: componenti dell’aria atmosferica, ovvero azoto, ossigeno e altri gas presenti in
proporzioni minori. Essendo una miscela di gas incondensabili, li consideriamo come un
unico gas ideale; non ci importano infatti le quantità esatte dei vari gas dell’aria secca in
quando tali proporzioni non variano è ai fini della psicometria non è rilevante la distinzione
fra questi gas, per cui l’aria atmosferica viene considerato come un unico gas con le
opportune proprietà.
La massa molecolare dell’aria secca è 29 kg/kmol.
• Acqua: è l’unica molecola condensabile, l’unica nella quale la quantità d’acqua può variare
in seguito a delle trasformazioni, quindi ci concentriamo nello studio di essa.
La massa molecolare dell’acqua è 16 kg/kmol.

Lo studio delle proprietà dell’aria umida viene chiamato psicrometria.

Si consideri ora una miscela omogenea di n gas, che si mantengano in rapporto fisso di massa,
ovvero che costituiscano un fluido termodinamico, alla pressione p, volume V e a temperatura T.

Avendo considerato che la miscela assume un comportamento ideale, appare ovvio aspettarsi di
conseguenza che anche ogni singolo componente i, considerato da solo nell’intero volume V alla
temperatura T, abbia a sua volta un comportamento ideale. Si parla quindi di una miscela ideale di
gas ideali, per la quale valgono:
() *
𝑝" 𝑉 = 𝑛" 𝑅𝑇 è 𝑛" = dove 𝑛 = " 𝑛" quantità totale di gas costituenti la miscela (in unità molari)
+,

Si può affermare che, in tali circostanze, che la miscela di gas si comporti come un gas ideale e che
valga la legge di Gibbs-Dalton: “la pressione e l’energia interna totali di una miscela di gas ideali
sono pari alla somma rispettivamente delle pressioni parziali e delle energie interne parziali dei
componenti”

𝑝= 𝑝"
"

Il valore della pressione totale p è pari alla somma delle pressioni parziali 𝒑𝒊 , dove 𝑝" di una miscela
di gas è la pressione che ogni singolo componente i eserciterebbe se occupasse da solo il volume
V della miscela alla stessa temperatura T.

𝑈= 𝑈"
"

Il valore dell’energia interna totale U è pari alla somma delle energie interne parziali 𝑼𝒊 , dove 𝑈" di
una miscela di gas è l’energia interna che ogni singolo componente i eserciterebbe se occupasse
da solo il volume V della miscela, alla sua pressione parziale 𝑝" e alla stessa temperatura T.
In maniera analoga si definisce anche la legge di Amagat-Leduc dei volumi additivi: “il volume
totale di una miscela ideale di gas ideali è la somma dei volumi parziali 𝑉" , ovvero il volume che
ciascun componente i occuperebbe se venisse considerata da solo alla pressione totale p e alla
temperatura T della miscela”

𝑉= 𝑉"
"

Un’estensione immediata della legge di Gibbs-Dalton si riferisce all’entalpia, precisamente l’entalpia


totale di una miscela di gas è pari alla somma delle entalpie parziali 𝐻" dei suoi componenti:

𝐻" = 𝑈" + 𝑝" 𝑉


𝐻 = 𝑈 + 𝑝𝑉 = 𝑈" + 𝑉 𝑝" = 𝐻"


" " "

2) Umidità specifica, umidità relativa


Per caratterizzare lo stato dell’aria umida si considerano varie grandezze tipiche della psicrometria.

• Umidità specifica x: è definita come il rapporto fra la massa di vapor d’acqua contenuta in
un certo volume di aria umida e la corrispondente massa di aria secca nello stesso volume.
𝑚6 (𝑚𝑎𝑠𝑠𝑎 𝑑𝑖 𝑣𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒) 𝜌6 𝑉 𝜌6 (𝑑𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à 𝑣𝑎𝑝𝑜𝑟𝑒)
𝑥 = = =
𝑚A (𝑚𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑐𝑎) 𝜌A 𝑉 𝜌A (𝑑𝑒𝑛𝑠𝑖𝑡à 𝑎𝑟𝑖𝑎 𝑠𝑒𝑐𝑐𝑎)

Poiché consideriamo l’aria secca e il vapor d’acqua come un gas ideali, possiamo riscrivere
le densità attraverso le equazioni di stato di un gas ideale:
1 𝑝6
𝜌6 = =
𝑣6 𝑅6 𝑇
1 𝑝A
𝜌A = =
𝑣A 𝑅A 𝑇
Sapendo inoltre che:
+ K
𝑅6 = = 462 (costante caratteristica del vapor d’acqua) e che
G LM N
+ K
𝑅A = = 287 (costante caratteristica dell’aria secca)
G LM N

𝑅A 𝑝6 𝑝6
𝑥= = 0.622
𝑅6 𝑝A 𝑝A

Ricordando che 𝑝STS = 𝑝6 + 𝑝A , allora otteniamo:


(U NMU
𝑥 = 0.622 in
(VWV X(U NMY

L’umidità specifica x ha, per ogni temperatura, un limite nella massima pressione parziale
raggiungibile, che prende il nome di pressione di saturazione a quella temperatura:
(U[
𝑥Z = 0.622 umidità specifica di saturazione
(VWV X(U[
• Umidità relativa ϕ: è definita come il rapporto tra la massa 𝑚6 di vapor d’acqua presente in
certo volume V di aria umida e la massa 𝑚6Z di vapore contenibile in condizioni di saturazione
alla stessa temperatura nello stesso volume V di aria umida.
𝑚6 𝑝6
φ= =
𝑚6Z 𝑝6Z

essendo
(U *
𝑚6 =
+U ,

(U[ *
𝑚6Z =
+U ,

Si può quindi riscrivere la relazione del punto precedente così:

φ𝑝6Z
𝑥 = 0.622
𝑝STS − φ𝑝6Z

• Umidità assoluta 𝝆𝒗 : è definita come la massa di vapor d’acqua contenuta nell’unità di


volume di aria umida.
𝑝6
𝜌6 =
𝑅6 𝑇

3) Entalpia dell’aria umida

Nell’ipotesi di miscela ideale, l’entalpia dell’aria umida può essere espressa come somma
dell’entalpia parziale dell’aria secca e del vapore che ad essa si accompagna (ciò è deducibile dalla
legge di Gibbs-Dalton):

ℎSTS = ℎAa"A ZbccA (A) + ℎAcdeA(6)

ℎAa"A ZbccA (A) = 𝑐(A ∆𝑇 poiché è un gas ideale

ℎSTS = ℎA + ℎ6 = 𝑐(A 𝑡 ℃ + (𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡Z )

Dove:

𝑡Z temperatura del liquido saturo


NK
𝑐(A = 1,005 calore specifico aria secca
NM L

NK
𝑟h = 2501 calore di vaporizzazione
NM

NK
𝑐(Zeaa = 1,875 calore specifico vapore surriscaldato
NM N

Poiché nei processi tecnici che coinvolgono umidificazione o deumidificazione dell’aria la portata
d’aria secca rimane inalterata, mentre varia appunto il suo contenuto di vapor d’acqua, è comodo
esprimere l’entalpia specifica dell’aria umida non con riferimento all’unità di massa totale della
miscela, ma piuttosto con riferimento alla massa totale di miscela che contiene l’unità di massa d’aria
secca:

ℎSTS = ℎ (A) + 𝑥 ℎ(6)


è ℎSTS = ℎA + ℎ6 = 𝑐(A 𝑡 ℃ + 𝑥 (𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡Z )

COME SI TROVANO ENTALPIA DELL’ARIA SECCA E DEL VAPOR D’ACQUA

Per quanto riguarda l’entalpia dell’aria si può stimare:

∆ℎ = 𝑐( ∆𝑇

Convenzionalmente si assume come valore nullo per l‘entalpia dell’aria lo stato alla temperatura di
0°C e alla pressione atmosferica.

ℎA = 𝑐(A 𝑡

Per quanto riguarda l’acqua si trova sotto forma di vapore surriscaldato, cioè a pressione più bassa
di quella di saturazione alla stessa temperatura (in queste condizioni la si può considerare un gas
ideale.
Nell’entalpia dell’acqua assume un ruolo fondamentale il calore di vaporizzazione r, cioè l’energia
necessaria a far passare dalla fase liquida alla fase vapore 1kg di acqua.

La valutazione dell’entalpia del vapore d’acqua che si trovi ad una temperatura 𝑡Z , si può ottenere
con una relazione del tipo:

ℎ6Zeaa = 𝑐k 𝑡Z + 𝑟Z + 𝑐(Zeaa 𝑡 − 𝑡Z = 𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡Z + 𝑐(Zeaa 𝑡 − 𝑡Z = 𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡

𝑟h = 2501𝑘𝐽/𝑘𝑔
𝑐(Zeaa = 1,9 𝑘𝐽/(𝑘𝑔𝐾)

Per pressioni abbastanza basse (t vicine a quelle ambiente) il comportamento del vapore d’acqua è
simile a quello del gas ideale (l’entalpia è funzione della sola temperatura e non della pressione).
Ciò implica che i valori di entalpia finale non differiscono significativamente vaporizzando a 0°C (ove
il calore di vaporizzazione è 𝑟h ) e poi surriscaldando fino a 𝑡Z , ovvero vaporizzando a 𝑡Z un liquido
riscaldato fino a quella temperatura:

𝑐k ∗ 𝑡Z + 𝑟Z = 𝑟h + 𝑐(Zeaa ∗ 𝑡Z

Da cui ricavo 𝑟Z

𝑟Z = 𝑟h − 𝑡Z ∗ 𝑐k − 𝑐(Zeaa
4) La temperatura di rugiada
Nell’ aria umida per punto di rugiada si intende un
particolare stato termodinamico (rappresentato dalla
temperatura e dalla pressione) in corrispondenza del quale
una miscela bifase multicomponente liquido-vapore diviene
satura di vapore

La temperatura di rugiada è quindi la temperatura alla


quale si raggiunge la condizione di saturazione attraverso
un processo di raffreddamento a pressione costante.

Quando voglio calcolarmi la temperatura di rugiada, in alternativa all’utilizzo del diagramma


psicrometrico, posso invece utilizzare Danfoss e utilizzare l’umidità relativa.

5) La temperatura di saturazione adiabatica

La temperatura di saturazione adiabatica è quel valore di temperatura alla quale l’acqua,


evaporando nell’aria in modo adiabatico, porta l’aria stessa a saturazione allo stesso valore di
temperatura.

È la temperatura quindi raggiunta dall’aria portata a saturazione dell’evaporazione adiabatica di


acqua, la cui temperatura sia pari alla temperatura di saturazione adiabatica stessa.

Tale valore è univocamente determinato dallo stato iniziale dell’aria.

Considero un condotto isolato termicamente e


molto lungo, nella quale la superficie inferiore
(la base) è coperta da uno strato d’acqua
continuamente reintegrata, a una temperatura
minore rispetto a quella dell’aria in ingresso ma
maggiore della temperatura di rugiada.

Nel condotto entra una portata di aria umida 𝐺A ,


che non si trova già in condizioni di
saturazione, e questa, percorrendo il condotto, scambia calore con l’acqua presente nella base.

Se il condotto è abbastanza lungo, nel prolungato contatto fra l’aria e l’acqua, l’aria arriverà a
saturazione, diminuendo progressivamente la propria temperatura, fino ad arrivare alla temperatura
dell’acqua: questa è la temperatura di saturazione adiabatica 𝑡Z .

Secondo il primo principio della termodinamica, poiché è un processo adiabatico senza scambio di
lavoro (in termini di potenze):

𝐺A ℎ" + 𝑚ℎk = 𝐺A ℎZ∗ 𝐺A ℎ" + 𝑚𝑐k 𝑡Z∗ = 𝐺A ℎZ∗


e poiché per il bilancio di massa sul componente acqua:

𝑚 = 𝐺A 𝑥Z∗ − 𝑥"

si ha:

ℎ" + 𝑥Z∗ − 𝑥" 𝑐k 𝑡Z∗ = ℎZ∗

e quindi il luogo geometrico degli stati dell’aria umida di eguale temperatura di saturazione adiabatica
𝑡Z∗ è determinato da:

ℎZ∗ − ℎ"
= 𝑐k 𝑡Z∗
𝑥Z∗ − 𝑥"

Dal punto di vista tecnico il termine 𝑥Z∗ − 𝑥" 𝑐k 𝑡Z∗ è trascurabile e dunque la temperatura di
saturazione adiabatica si può considerare coincidente con la temperatura dell’aria satura che
presenti la stessa entalpia specifica dell’aria inizialmente considerata:

ℎZ∗ = 𝑐(A 𝑡Z∗ + 𝑥Z∗ 𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡Z∗ = ℎ"

6) La temperatura di bulbo secco e di bulbo bagnato


La temperatura a bulbo umido è quella temperatura misurata da un
termometro il cui bulbo, ovvero l’elemento sensibile, è mantenuto
bagnato. Per esempio attraverso una garza che avvolge il bulbo
immersa in un recipiente contenente acqua.

La temperatura a bulbo secco è quella temperatura misurata da un


termometro il cui bulbo, ovvero l’elemento sensibile, è secco (ovvero
non bagnato).

Si verifica sempre che la temperatura indicata nel termometro a bulbo


bagnato è inferiore a quella del termometro a bulbo secco posizionato
identicamente.

Dopo un breve periodo (legato alla quantità d’acqua), tale valore risulta indipendente dalla
temperatura iniziale dell’acqua.

Si può dimostrare che la temperatura di rugiada e la temperatura di saturazione adiabatica


coincidono:

𝑡tt = 𝑡Z

Questo risultato è fondamentale in quanto in questo modo è possibile calcolare la temperatura


𝑡Z di saturazione, parametro fondamentale ma difficile da calcolare, misurando al suo posto la 𝑡tt
che è molto più facile da ottenere attraverso appositi termometri esistenti.
7) Il diagramma psicometrico di Mollier h-x (Ashrae, Carrier)
L’aria umida, nella pratica delle trasformazioni, può essere considerata come un sistema costituito
da due componenti: aria secca e acqua, ciascuna in una sola fase. La regola delle fasi (V=C-F+2)
ci dice che le variabili indipendenti per descrivere uno stato dell’aria umida sono tre.

In realtà sono invece sufficienti due sole variabili indipendenti per determinare lo stato dell’aria: la
pressione totale della miscela infatti viene assunta pari a quella atmosferica (101325 Pa).

Esistono tre tipi di diagrammi, ma noi ne utilizzeremo uno solo nella pratica: il diagramma di Mollier
Europeo (h-x).

Per ragioni di comodità di lettura il diagramma è ad assi


obliqui e ha in ordinata l’entalpia e in ascissa l’umidità
specifica. Queste due rappresentano le variabili
indipendenti utilizzate.

L’asse delle ascisse è inclinato in modo che l’isoterma


a 0 °C risulti orizzontale e le isentropiche sono rette
inclinate parallele all’asse x.

La relazione che lega l’entalpia specifica all’aria umida


utilizzata è:

ℎSTS = 𝑐(A 𝑡 ℃ + 𝑥 (𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡Z )

Quanto t= costante è ottengo le isoterme è diventa


equazione di una retta h= a+bx

Nella pratica vengono utilizzati maggiormente altri due diagrammi:

• Diagramma Ashrae(h-x) : diagramma uguale a quello di Mollier europeo, ma girato di 90°


• Diagramma Carrier(T-x): diagramma ad assi ortogonali che viene utilizzato per la
determinazione delle proprietà di una miscela acqua-aria a pressione costante (le isoterme
sono verticali)

8) Processi dell’aria umida: miscelazione


Considero un processo di miscelamento adiabatico di
due portate d’aria a regime permanente.

Vengono esaminati due condotti, in cui entrano due


portate di aria secca 𝑚Au e 𝑚Av in due stati termodinamici
diversi.
La miscela che si ottiene, per il principio di conservazione della massa riferito all’aria secca è pari a:

𝑚Aw = 𝑚Au + 𝑚Av

Per il principio di conservazione della massa d’acqua, vale:

𝑚Au 𝑥u + 𝑚Av 𝑥v = 𝑚Aw 𝑥w (la portata di massa che entra è uguale a quella che esce)

Essendo il processo adiabatico e senza scambio di lavoro meccanico, per il primo principio possiamo
scrivere anche:

𝑚Au ℎu + 𝑚Av ℎv = 𝑚Aw ℎw (la somma dei flussi entalpici in entrata sono uguali alla somma di quelli in
uscita)

Da queste due relazioni possiamo ricavare:

ℎv − ℎw 𝑥v − 𝑥w 𝑚Au
= =
ℎw − ℎu 𝑥w − 𝑥u 𝑚Av

Data tale equazione, possiamo dedurne che il punto 3 di uscita ha contenuto di entalpia e umidità
specifica intermedio tra il contenuto dei due stadi.

9) Processi dell’aria umida: riscaldamento o raffreddamento sensibile


Una portata d’aria 𝑚A può essere riscaldata o raffreddata attraverso un processo di solo
scambio termico. Tale trasformazione avviene facendo passare la miscela in una batteria di
resistenze elettriche di scambio termico oppure in uno scambiatore di calore a superficie (che di
solito prende il nome di batteria alettata).
In questo modo si aumenta o diminuisce la temperatura della miscela senza variarne il contenuto di
umidità specifica. Un processo durante il quale il titolo di vapore si mantiene costante è appunto
indicato come riscaldamento o raffreddamento “sensibile”.

Il flusso termico scambiato durante un processo di riscaldamento sensibile:


𝑞uv = 𝑚A (ℎv − ℎu ) Primo principio termodinamica
𝑞uv =flusso termico scambiato durante un processo di riscaldamento sensibile:
𝑞uv = 𝑚A (𝑐(A + 𝑥𝑐(Zeaa )(𝑡v − 𝑡u )

Dove i pedici rappresentano rispettivamente:


pedice “1”: condizioni di inizio del processo
pedice “2”: condizioni di fine del processo

Nei due addendi si può considerare trascurabile il prodotto (𝑥𝑐(Zeaa ) poiché è molto più piccolo del
primo.
La relazione per il calcolo del flusso termico diventa quindi:
𝑞uv = 𝑚A (𝐶𝑃A )(𝑡v − 𝑡u )
dove è il 𝑐(A calore specifico a pressione costante dell’aria secca pari a 1 kJ/kgK.

Sul diagramma psicrometrico queste trasformazioni sono rappresentate con un segmento parallelo
all’asse delle temperature.
In modo analogo al precedente, una portata d’aria può essere raffreddata a umidità specifica
costante. Nel caso di raffreddamento sensibile, la superficie della batteria di raffreddamento
lambita dal fluido deve essere superiore alla temperatura di rugiada dell’aria stessa, in caso contrario
sia avrebbe raffreddamento con deumidificazione, cioè si avrebbe la condensazione di parte del
vapore contenuto nella miscela e l’aria subirebbe un contemporaneo processo di raffreddamento
con deumidificazione; la quantità di acqua formatasi per condensazione sarà uguale a (x2 – x1).

Il flusso termico scambiato si calcola nel medesimo modo del caso precedente.
𝑞uv = 𝑚A (𝑐(A )(𝑡v − 𝑡u )

10) Processi dell’aria umida: raffreddamento con deumidificazione


Obbiettivo: deumidificare l’aria

Se una portata d’aria lambisce una superficie a temperatura inferiore a quella di rugiada (e superiore
a 0°C) si avrà un progressivo raffreddamento dell’aria ad umidità specifica costante fino alla
temperatura di rugiada, poi comincerà a separarsi acqua in fase liquida con una progressiva
riduzione di umidità specifica dell’aria che, in equilibrio, si porterebbe sulla curva limite della
temperatura della superficie.

In realtà non si può pensare che l’aria raggiunga condizioni di equilibrio con la temperatura della
superficie nel passare attraverso una batteria alettata fredda. Per analizzare più a fondo la
trasformazione reale è necessario studiare ciò che avviene in prossimità della superficie fredda,
dove, entro uno strato di piccolo spessore, si ha una riduzione nella temperatura e nell’umidità
dell’aria con formazione di un film liquido.

Nel grafico di Mollier le condizioni di uscita dell’aria si trovano su un segmento congiungente il punto
iniziale 1 e quello finale S, tanto più vicino a S quanto più estesa è la superficie ed elevati i coefficienti
di scambio. Si caratterizza la batteria con un fattore di by-pass.

La posizione del punto di uscita è specificata da un fattore chiamato by-pass. Si tratta del rapporto
fra la differenza di entalpia dell’aria trattata e dell’aria nelle condizioni di saturazione in S e la
differenza fra l’aria in ingresso e in uscita:

ℎv − ℎZ
𝑓t( =
ℎu − ℎv

Il fattore di by-pass si può interpretare come il rapporto tra una portata d’aria che attraversa la
batteria fredda senza esserne minimamente influenzata ed una portata d’aria che invece raggiunge
le condizioni di equilibrio con la superficie fredda.

2𝑆 ℎv − ℎZ 𝐺u
𝑓t( = = =
12 ℎu − ℎv 𝐺Z

Il fattore di by-pass presenta valore nullo quando l’aria si porta tutta in equilibrio con la temperatura
della batteria, mentre assume valori continuamente crescenti quanto più è ampia la quota d’aria by
passata.
Una volta valutate le condizioni finali dell’aria, è immediato calcolare lo scambio termico intervenuto
come anche la quantità d’acqua condensata:

𝑞 = 𝐺A ℎv − ℎu

𝐺6 = 𝐺A 𝑥v − 𝑥u

È possibile suddividere la potenza termica scambiata nella quota richiesta per raffreddare in modo
sensibile l’aria ed in quella latente per attuare la condensazione. Si consideri la riduzione di umidità
da 𝑥" a 𝑥} a temperatura costante 𝑡" .

La variazione di entalpia è data da:

𝑟h + 𝑐(Zeaa 𝑡u 𝑥v − 𝑥u

Si attui poi la riduzione della temperatura all’umidità specifica costante 𝑥} da 𝑡" a 𝑡} . Lo scambio
sensibile è dato da:

𝑐(A + 𝑥v 𝑐(Zeaa (𝑡v − 𝑡u )

La somma dei due termini appena esplicati fornisce la differenza di entalpia del processo.

11) Processi dell’aria umida: umidificazione per iniezione di acqua (allo


stato liquido o vapore)

L’umidificazione di una miscela avviene facendo passare la corrente d’aria attraverso una
apparecchiatura entro la quale una serie di ugelli nebulizzano acqua o iniettano vapore sulla
miscela.

Umidificazione dell’aria tramite acqua

Nell’ipotesi che l’acqua nebulizzata o che mantiene bagnata la superficie evaporante sia alla stessa
temperatura dell’aria dopo il processo, la trasformazione è quella già analizzata di saturazione
adiabatica, per cui l’entalpia dell’aria non si modifica sostanzialmente rispetto a quella di partenza.

L’unica, per molti aspetti trascurabile differenza, è data dall’entalpia del liquido. La trasformazione
si muove dunque ad entalpia cosante, arrivando ad una distanza dalla curva di saturazione
dipendente dall’efficienza dell’umidificatore.
Con quanta maggiore finezza vene nebulizzata l’acqua,
in quantità sufficiente, tanto più ci si avvicinerà alla curva
limite, definendo l’efficienza 𝜀 dell’umidificatore dal
rapporto fra la differenza di umidità introdotta e quella che
avrebbe portato a saturazione.

𝑥v − 𝑥u
𝜀=
𝑥Z − 𝑥u

Condizione indispensabile a che la trasformazione si muova come descritto è che sia effettivamente
adiabatico il sistema costituito dall’aria e dall’acqua che evapora, dimodoché il calore di
vaporizzazione venga sottratto appunto all’aria. Questo implica che non vi sia uno scambio termico
significativo fra l’acqua che ritorna nella vaschetta e l’aria.

Il bilancio energetico e di massa del vapor d’acqua porge:

𝐺A ℎu + 𝐺k ℎk = 𝐺A ℎv
𝐺A 𝑥u + 𝐺k = 𝐺A 𝑥v

da cui si ottiene:

ℎv − ℎu
ℎk =
𝑥v − 𝑥u

entalpia specifica dell’acqua liquida di alimentazione dell’apparecchio.

Lo stato finale dell’aria (2) si trova su di una retta passante per il punto iniziale e con pendenza pari
a ℎk .

Umidificazione dell’aria tramite vapore

In questo caso, rispetto al precedente non inietto


acqua liquida ma acqua in fase vapore. L’effetto
finale è comunque sempre lo stesso, ovvero
l’acqua esce con un’umidità specifica x maggiore.
In questo caso però non è possibile trascurare
l’entalpia del vapore come avevamo fatto nel
caso precedente con il liquido (neanche nel caso
si possa considerare adiabatica).

Con riferimento a tale processo si può scrivere:

bilancio energetico:

𝐺A ℎu + 𝐺6 ℎ6 = 𝐺A ℎv

bilancio di massa di vapor’acqua:

𝐺A 𝑥u + 𝐺6 = 𝐺A 𝑥v
Da cui si ricava:

ℎv − ℎu
ℎ6 =
𝑥v − 𝑥u

Lo stato finale dell’aria (2) si trova su di una retta passante per il punto iniziale e con pendenza pari
ad ℎ6 .

È buona regola utilizzare il trattamento di umidificazione mediante iniezione di vapore in ambienti


quali ospedali, scuole e tutti gli edifici dove è fondamentale evitare la contaminazione microbica
dell’ambiente ad opera dei microrganismi presenti nell’acqua.

12) Condizionamento dell’aria


Il condizionamento dell’aria è l’insieme di processi che permettono il controllo di alcuni parametri
come temperatura, umidità relativa, velocità di movimento e purezza dell’aria in ambienti confinati,
in modo da realizzare le condizioni più opportune in dipendenza dalla destinazione d’uso
dell’ambiente stesso. Per purezza dell’aria si intende ricambio con l’esterno, perciò gli impianti
scambiano aria con l’esterno in modo continuativo.

Sia 𝑞Z il carico sensibile. Nella stagione invernale questo risulta generalmente negativo, perché
prevale lo scambio termico attraverso l’involucro dell’edificio con l’ambiente esterno più freddo,
almeno per localo con ambiente perimetrali.
La somma algebrica dei carichi sensibili, cioè le dispersioni verso l’esterno con il loro contributo
negativo + gli apporti interni di sicura presenza con segno positivo, definiscono il carico sensibile
globale dell’ambiente.
Oltre al carico sensibile va considerato anche il carico latente (esso ha sempre segno positivo perché
è sempre vapore immesso nell’ambiente), quantificandolo come la somma di apporti 𝐺6 di vapore
nell’ambiente. Non può essere trascurata l’entalpia ℎ6 di questi apporti che fornisce il carico latente
come potenza termica 𝑞k sempre positiva:
𝑞k = 𝐺6" ℎ6"
"

Il carico termico totale dell’ambiente è allora la somma algebrica del carico sensibile (positivo o
negativo) e del carico latente.
Per soddisfare questo carico totale si introduce nell’ambiente una portata d’aria in condizioni
controllate I (𝐺• ).

𝐺• ℎ• + 𝑞Z + 𝑞k = 𝐺€ ℎ€
𝐺• 𝑥• + 𝐺6" = 𝐺€ 𝑥€
"

𝑞Z + 𝑞k = 𝑞Z + 𝐺6" ℎ6" = 𝑞S = 𝐺€ ℎ€ − ℎ•
"
𝐺6" = 𝐺€ 𝑥€ − 𝑥•
"
(2)
Il rapporto membro a membro delle due relazioni consente di localizzare il punto di immissione in
termini di entalpia e umidità specifica necessari:

ℎ€ − ℎ• 𝑞S
=
𝑥€ − 𝑥• " 𝐺6"
Il punto di immissione si trova su di una retta passante per il punto ambiente A, la cui pendenza è
dettata dal rapporto fra il carico totale e il carico latente espresso in termini di massa. Tale retta
prende il nome di retta di esercizio (o retta di carico).

Nella stagione invernale, per locali con pareti perimetrali e non particolarmente affollati, la pendenza
della retta d’esercizio è perlopiù negativa, mentre in estate positiva.
Benchè matematicamente tutti i punti della retta di esercizi entro il diagramma psicometrico
soddisfino i requisiti imposti dalle due equazioni, non tutti risultano fisicamente o tecnicamente
idonei. Vanno anzitutto esclusi tutti i punti e imporrebbero una portata negativa, perché l’entalpia di
immissione è più bassa (pendenza negativa) o più alta (pendenza positiva) dell’entalpia
dell’ambiente.
I punti da considerare si trovano quindi su di una semiretta con origine nel punto ambiente che si
estende a temperatura maggiore (carico totale negativo) o minore (carico totale positivo).
Una volta fissato un punto di immissione su questa semiretta, le (2) consentono di identificare la
portata. Si intuisce facilmente che, se il punto di immissione selezionato è molto vicino a quello
ambiente, la portata d’aria trattata ed immessa dovrà essere molto grande, infatti:
𝑞S
𝐺€ =
ℎ€ − ℎ•
La portata di esercizio si può ridurre con ovvie riduzioni per oneri di impianto (canali d’aria, ventilatori,
ecc.) e di esercizio (costi di movimentazione) aumentando il salto entalpico. In tal caso si ha anche
generalmente un aumento (o una riduzione) di temperatura che creare situazioni di disagio nelle
zone di immissione dell’aria, che verrebbe avvertita come troppo calda (o troppo fredda).
La portata così determinata va immediatamente confrontata con il valore necessario per il rinnovo.
Qualora quest’ultimo risulti superiore, sarà questa la portata di immissione da scegliere, impiegando
solo aria esterna con una temperatura di immissione all’occorrenza anche molto moderata.
Più comunemente capita invece che la portata di immissione risulti superiore alla portata richiesta
per il rinnovo. In tal caso non viene trattata esclusivamente aria esterna, ma una miscela costituita
da aria di rinnovo e da una quota di aria estratta dall’ambiente, cui è stata sottratta l’aria espulsa
pari alla portata di rinnovo (portata di ricircolo). Dal punto di miscela M si devono raggiungere le
condizioni del punto di immissione sulla retta di esercizio. Per far questo sono necessarie
trasformazioni diverse a seconda del funzionamento invernale o estivo.

Regime di funzionamento invernale

È generalmente necessaria un’umidificazione più o meno intensa. Di solito si provvede ad un doppio


processo di riscaldamento. Infatti l’umidificazione attuata a partire dal punto di miscela non consente
di fornire un’adeguata quantità di vapore all’aria, stante la prossimità alle condizioni di saturazione.

1. Parto dal punto di miscela M, lo preriscaldo fino a C così mi allontano dalle condizioni di
saturazione, dopo umidifico adiabaticamente fino a D (perché umidificare dal punto M non
garantisce una quantità di vapore d’acqua all’aria sufficiente, poiché prossima alle condizioni
di saturazione). 𝑥• = 𝑥• allora DI riscaldamento sensibile (lungo la retta) arrivo a I. Non è
l’unico modo per arrivare ad I dato E perché è più economico. ℎ‚ = ℎ• e 𝑥• = 𝑥• , la posizione
è determinata dall’efficienza del saturatore.
2. Un altro modo per arrivare ad I è attraverso l’umidificazione a vapore. Riscaldo da M e poi
salgo verticalmente con umidificazione a vapore (isoterma); tuttavia ho bisogno di un
umidificatore che è molto costoso.

3. Riscaldo con una sola batteria ad aria fino ad un punto che mi consenta di utilizzare poi un
umidificatore ad acqua liquida (costoso) detto atomizzatore con acqua pressurizzata nel
quale si può fermare a livello voluto l’immissione di acqua nebulizzata.

Tornando al primo caso, la potenza termica necessaria per il preriscaldamento e per il post
riscaldamento è:
𝑞 = 𝐺€ ℎ• − ℎG = 𝐺€ ℎ• − ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎG

Il punto di miscela presenta un’entalpia:


𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
ℎG =
𝐺+ + 𝐺ƒ
𝑞S
𝐺€ =
ℎ€ − ℎ•

−𝑞S 𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
𝑞= ∗ −ℎ• + ℎ€ + 𝐺+ + 𝐺ƒ ℎ€ − =
ℎ€ − ℎ• 𝐺+ + 𝐺ƒ
𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
= −𝑞S + 𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎ€ − 𝐺+ − 𝐺ƒ =
𝐺+ + 𝐺ƒ
= −𝑞S + 𝐺ƒ ℎ€ − ℎƒ potenza termica di rinnovo
Il carico di rinnovo d’aria è pari al carico totale a cui si somma la portata d’aria di rinnovo per il salto
entalpico dell’aria così da arrivare alle condizioni dell’ambiente.

Regime di funzionamento invernale

D’estate l’aria esterna è più umida, è necessaria una deumidificazione. Anche qui è prevista
l’immissione di una miscela di aria di rinnovo e di ricircolo. Dal punto M raffreddo e deumidifico in
una batteria fredda, spesso dopo questo raffreddamento l’aria diventa troppo fredda, per questo è
necessario riscaldarla in una batteria di post riscaldamento.

Dal diagramma si può vedere la potenza di refrigerazione necessaria al processo di raffreddamento-


deumidificazione.
𝑞} = 𝐺€ ℎG − ℎ• = 𝐺€ ℎG − ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎ• + 𝐺€ ℎ• − ℎ•

Il punto di miscela presenta un’entalpia:


𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
ℎG =
𝐺+ + 𝐺ƒ

𝑞S
𝐺€ =
ℎ€ − ℎ•

𝐺+ ℎ€ + 𝐺ƒ ℎƒ
𝑞} = 𝐺+ + 𝐺ƒ − 𝐺+ ℎ€ − 𝐺ƒ ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎ• + 𝐺€ ℎ• − ℎ•
𝐺+ + 𝐺ƒ
𝑞} = 𝐺€ ℎG − ℎ€ + 𝐺€ ℎ€ − ℎ• + 𝐺€ ℎ• − ℎ•
𝑞} = 𝑞S + 𝐺ƒ ℎƒ − ℎ€ + 𝐺€ ℎ• − ℎ• potenza di refrigerazione

In parole: la centrale frigorifera deve supplire al carico frigorifero totale, al carico di ricambio d’aria e
al carico introdotto con il post riscaldamento. Quest’ultimo processo è quindi doppiamente dannoso
ed andrebbe dove possibile evitato o limitato.

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