1. BIOSFERA E SOPRAVVIVENZA
Non c’è più una sensibilità ambientale, quello che serve è uno sforzo a lungo periodo in cui in certe
situazioni si fanno certe scelte.
Superamento di una logica antropocentrica, le scelte devono essere fatte in modo tale da mettere gli
elementi allo stesso piano.
2. AMBIENTE E ESISTENZA
L’ambiente in cui viviamo è qualcosa di più articolato dell’ambiente della biosfera che comprende le attività
e i prodotti dell’uomo. Abbiamo l’obiettivo di gestire razionalmente le risorse ambientali comprese le azioni
dell’uomo che compie nel tutelare l’ambiente e bisogna capire come creare un equilibrio generale e
ambientale. I fenomeni dirompenti che stanno caratterizzando i nostri territori derivano da molte cose,
quali cambiamento climatico, attività antropiche che sono state fatte sul territorio. Vi è una volontà di
riconciliare l’uomo-ambiente. Non è un problema solo di abusivismo, ma è un problema culturale. Si è
creato un clima di consapevolezza di questa situazione. I piani di pianificazione del territorio sono stati un
piano di ampliamento della città. Con la diffusione dell’automobile le città si sono smarginate e il trasporto
rappresentava un organizzazione del territorio. Prima il territorio era un entità conclusa, dal 900 in poi non
lo saranno più.
Il fenomeno della sprawl edilizio è la germinazione dell’identificato sul territorio. E’ un fenomeno che altera
gli equilibri idrogeologici. Non vi è sostenibilità economica e chi abita in questi territori è obbligato all’uso
dell’automobile. Si sono ridotte le superfici agricole e le attività di autosostentamento. Anche la cultura
accademica non sempre hanno avuto percezioni delle attività del territorio.
3. PAESAGGIO E VITA
Vi è una la percezione e la sensibilità della realtà, in modo emotivo e che ci fa vivere anche meglio. La
qualità dello spazio ci fa vivere meglio o peggio. Con l’arrivo della modernità notiamo il processo di
modificazione della realtà, differente ai diversi contesti e oggi avviene più velocemente rispetto al
passato che avveniva in maniera lenta e corale. C’è una sorta di scollamento tra la realtà immaginaria
alla realtà oggettiva. Non abbiamo difficoltà pero nel distinguere le qualità estetiche dei diversi
paesaggi, visti come distruzione dei paesaggi e dei contesti, di bellezza, di qualità. Perché? Forse per un
problema arretratezza culturale, ma è troppo semplice. Come architetto devo capire perché percepisco
alcune qualità estetiche, ma non qualità comuni.
Sono varie le ragioni, spesso il corpo umano ha smesso di essere vincolante per l’architettura, anche se
oggi i paesaggi sono una sommatoria di architetture che non dialogano tra di loro, poi vi è il fattore
tempo. Vi è l’idea di tradurre nel disegno un ideale senza pensare dove l’ideale va calato. Ancora oggi vi
è un desiderio di bei paesaggi e di bellezza che vive nella città contemporanea. Gli urbanisti possono
avere un luogo nei bei paesaggi. Ci si deve interrogare su qual è la bellezza, se esite un concetto di
bellezza e se si è condivisa.
La bellezza fa riferimento a:
- l’oggetto
-i soggetti
-l’azione
Se noi non riconosciamo certi caratteri pregnanti dei luoghi rischiamo di distruggerli. L’urbanista cerca
di captare la realtà, di capirla anche da punto di vista paesaggistico.
L’AMBITO FUNZIONALE
-costi sulla collettività e mobilità, nuove infrastrutture, ripensare a un ordine puo’ ridurre una serie di
impatti economici e sociali. L’uso dell’automobile comporta l’impatto economico e sociale. Corrisponde
a uno spreco economico, inquinamento ambientale e spreco di energia. La stessa cosa avviene per le
produzioni, in cui si abbassa il costo delle merci.
Le cause di questi disordini funzionali sono vari, come una concomitanza tra vari quartieri, il fatto che
molti quartieri non sono terminati. La rendita fondiaria determina che noi siamo spinti a scegliere i
vantaggi del territorio e gli svantaggi. Ciò avviene negli ambienti costruiti in modo tale da controllare il
centro della città e genera un sovra utilizzo in alcune ore del giorno e sotto utilizzo in altre.
DISORDINE E DISSIPAZIONE
AMBITO CIVILE
CASA E SPAZIO PUBBLICO: esiste una questione della casa, occupazione abusiva di case o persone di
abitare randagio.
Questo alimenta lo sprawl, le persone vanno in posti che costano di meno e quindi lontano dalla città,
ma poi nasce la questione dei costi dei trasporti e la qualità della vita.
E’ cambiato l’atteggiamento dell’architettura rispetto allo spazio pubblico. Qualità degli spazi pubblici=
qualità della vita.