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IGNAZIO DI ANTIOCHIA (detto anche Teoforo – portatore di Dio)

Terzo vescovo di Antiochia (dopo San Pietro ed Evodio).

Arrestato sotto Traiano per “superstitio illicita” (tra il 110 e il 117), fu condotto a Roma per essere
dato in pasto alle belve.

Nel corso del viaggio scrisse sette lettere alle chiese che incontrava sul suo cammino. Esse sono una
testimonianza unica della vita della chiesa dell'inizio del II secolo.

Le prime quattro lettere furono scritte da Smirne a tre comunità dell'Asia Minore, Efeso, Magnesia
e Tralli, ringraziandole per le loro numerose dimostrazioni d'affetto; con la quarta lettera supplicava
i Romani di non impedire il suo martirio, inteso come desiderio di ripercorrere la vita e la passione
di Gesù. Dalla Troade, Ignazio scrisse altre tre lettere: alla chiesa di Filadelfia e a quella di Smirne.
Scrisse anche a Policarpo, vescovo di Smirne, con interessanti direttive per l'esercizio della
funzione episcopale.

Gli insegnamenti ignaziani sono espliciti su quattro argomenti capitali:


Cristologia
 Il Cristo è Dio
 Il Cristo è uomo
 Il Cristo è in sé stesso adeguata manifestazione di Dio
 Il Cristo è Dio anche nella passione e morte (contro i docetisti, verso i quali si scaglia
decisamente)
 Il Cristo è l’evento decisivo e assoluto, la sintesi e la conclusione della storia della salvezza
 L’unica cosa che conta, quindi, è l’essere in lui
 Il Cristo è l’unica cosa per il credente, la sua vita, la sua speranza, la sua gioia.

Ecclesiologia
 Ne canta la bellezza e la gloria che derivano dall’unione con Cristo (in particolare nelle aperture
delle lettere)
 Ne celebra ed esorta fortemente all’unità
 Fulcro dell’unità della Chiesa l’accordo con i pastori (vescovo, presbiteri, diaconi)
 Il forte richiamo dei ministri non ha nulla di “giuridismo”, i ministeri sono per Ignazio realtà
sacramentali, che uniscono a Dio e fanno comunicare al suo mistero e alla sua grazie.
 Come vescovo della Chiesa rimane Dio stesso.

Vita Cristiana
 Il vivere cristiano deve essere assolutamente specifico e nuovo, perché la comunione con Cristo
è totale e investe tutto l’essere
 Il vivere cristiano è “cristologico” e quindi del tutto opposto al vivere mondano
 E’ in rapporto a Cristo e “in lui” che sono le virtù del cristiano fede, amore e speranza.

Martirio
 Il martirio non è semplicemente essere uccisi, ma “patire con Gesù”, “morire in Gesù”
 Tale terribile violenza diventa quindi suprema bellezza e sommo desiderio.
 Nessun masochismo, ma abbandono e ingresso nella grazia.
 Riguardo ai temi trattati, il martirio è: Cristo – testimonianza della verità della carne del Signore
e della fede in lui; Chiesa – segno massimo di comunione; Vita cristiana – realizzazione perfetta
del suo fine e del suo significato.

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