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1.

La tesi del testo afferma che ci troviamo in una società in cui la barbarie è ormai
diffusa che ha riportato ad un periodo oscuro, in cui è evidente la divisione tra il
concetto di individuo e comunità, dove il cittadino si contrappone allo stato a causa
della mancanza del senso di polis.
2. Secondo l’autore una comunità in cui vi è la contrapposizione tra l’io e il noi porta alla
mancanza di quell’idea di collettività che porta l’individuo ad identificare il noi come
un nemico perché diventano i cosiddetti “altri” cioè una entità minacciosa da
sconfiggere perché diversa. Tutto ciò porta alla formazione di una comunità
inevitabilmente escludente in continuo conflitto.
Invece in una comunità includente, per essere tale, la ragione ed il senso di
collettività deve prevalere sulla forza, un obiettivo che è possibile ottenere solo
attraverso dei valori etici condivisi tesi alla ricostruzione di un sistema politico
inclusivo.
3. Una esagerazione nella percezione del proprio essere porte l’individuo a pretendere
il riconoscimento dei propri bisogni soggettivi su tutta la società, arrivando ad illudersi
che essi siano dei diritti che gli vadano riconosciuti, anche se determinano una
disumanizzazione del prossimo. Negando consciamente il riconoscimento dei propri
doveri evitando così di prendersi le proprie responsabilità.
4. Affermando che la politica è affetta da una malattia autoimmune lo scrittore vuole
mettere in evidenza come le problematiche della politica odierna siano dovute agli
stessi individui che la compongono, in quanto si sono dimenticati di que valori
fondanti di una società inclusiva volta alla democrazia.
5. Democrazia e civiltà sono legate da un rapporto che possiamo definire simbiotico
dato che lo sviluppo dell’uno determina il progresso dell’altro. In cui la democrazia
rappresenta uno degli strumenti di individuazione di una civiltà moderna.
Conseguenzialmente possiamo affermare che siano due facce della stessa
medaglia, cioè quella del progresso della condizione umana.
PRODUZIONE

Come affermato affermato dall’autore la civiltà odierna si trova in un periodo oscuro in cui si
è verificata una recessione verso forme sempre più barbare, la cui concretizzazione si
osserva nella mancanza dei valori etici fondanti di una società democratica. Ciò è dovuto al
raggiungimento in passato a forme di civilizzazione tanto sviluppate da aver fatto
dimenticare alla collettività gli sforzi e i sacrifici compiuti dalle generazioni precedenti per
raggiungere tali obiettivi.
Ne consegue il presentarsi della necessità di attuare dei cambiamenti per tendere
nuovamente al raggiungimento di quei livelli di dignità umana.
Si tratta di una delle sfide più difficili che l’uomo abbia mai affrontato e che deve fronteggiare
nuovamente, una problematica che più volte è stata superata in passato, ma che ha
richiesto lunghi e difficili periodi, pertanto anche oggi possiamo indubbiamente affermare che
nel breve periodo non sia possibile concretizzare il soprassalto necessario al
raggiungimento di quell’etica democratica della dignità umana ambita.
Ciò è dovuto al fatto che sia necessario un lungo processo di formazione delle nuove
generazioni attraverso una educazione che preveda l’insegnamento dei valori fondanti di
una civiltà democratica. Bisogna però comprendere nuovamente quali siano realmente i
valori da coltivare e quali invece potrebbero sembrare giusti, ma che in realtà nascono solo
dalla debolezza dell’uomo che non è in grado di riconoscere i propri doveri nei confronti della
collettività.
Conseguenzialmente è fondamentale ritrovare quei principi etici e valori comuni che
qualificano il cittadino, permettendogli di avere il senso di di appartenenza ad una storia
collettiva, al fine di ricostruire una struttura democratica funzionante caratterizzata
dall’inclusione dell’individuo nella sfera politica del proprio contesto storico.
Nel corso della storia possiamo individuare diversi periodi in cui l’etica democratica è venuta
meno, una delle più significative è stato il periodo della repressione fascista, in quanto,
nonostante la partecipazione politica del popolo, si è arrivati alla barbarie. Dovuta ad una
mancanza di valori etici di aiuto reciproco, dove gli atteggiamenti aggressivi hanno portato
alla soppressione della coscienza individuale. Solo un successivo periodo di auto analisi ha
portato alla realizzazione delle mancanze di un sistema dittatoriale ed alla concezione di un
sistema democratico, nel quale nasceva un nuovo senso politico, non solo di partecipazione,
ma anche di critica e analisi da parte dell’individuo.
In conclusione è possibile realizzare quel salto di dignità umana ed etica democratica, al fine
di riscattare il senso della politica oggi afflitta da una malattia autoimmune, attraverso un
lungo processo di insegnamento e formazione delle nuove generazioni per ottenere
nuovamente i valori di collettività e senso di appartenenza ad una società inclusiva, volta al
progresso della condizione umana.

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