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Ivan Cicconi

Ivan Cicconi Ivan Cicconi

K
La vera storia dell'Alta velocità
è uno dei maggiori esperti IL LIBRO NERO è la chiave di lettura indispen-
dELL’ALTA VELOCITÀ

I L L I B RO NERO dEL L ’ALTA V ELO CI TÀ


di appalti pubblici. Impor- sabile per caratterizzare quello
tanti sono i suoi contributi KOINè che è diventato un modello, il
NUOVE EDIZIONI
per l’analisi dei sistemi di modello TAV, replicato negli Enti
corruzione e dei meccani- locali dai mariuoli post-mo-
smi di penetrazione delle derni, non più affaccendati a ce-

IL LIBRO NERO
lebrare il rito a rischio della tan-
organizzazioni mafiose nel
gente ma trasformati in sangui-
ciclo del contratto pubbli-
sughe delle Istituzioni.
co. è autore di numerosi Lo scambio tangentizio prima
saggi e ricerche sul settore
LE SCELTE TECNIChE E fINANzIARIE NOTE E OCCULTE celebrato da soggetti distinti e
delle costruzioni e sul tema

dELL’ ALTA
LE BUgIE CONSAPEVOLI E INCONSAPEVOLI separati è diventato intreccio e
degli appalti. Su questi temi compromissione, dove la corru-
ha pubblicato La storia del LA CLAmOROSA BUgIA dEL fINANzIAmENTO PRIVATO zione diventa liquida con tavole
futuro di tangentopoli (dEI, LA TRUffA AI dANNI dELLO STATO E dELL'UNIONE EUROPEA imbandite per l'abbuffata dei
1998) e Le grandi opere del LA STORIA dELL'ALTA VELOCITÀ partiti, tutti; delle imprese di di-

VELOCITÀ
cavaliere (Koinè Nuove Edi- ritto privato di proprietà pub-
zioni, 2003). blica, tutte; delle imprese pri-
vate cooptate nel banchetto da

I v an Cicco ni -
Attualmente ricopre l'inca-
rico di Presidente del Comi- boiardi e faccendieri o pene-
trate nell'affare in cambio di fa-
tato di Sorveglianza della
vori o piaceri ai tanti mariuoli
Stazione Unica Appaltante
OVVERO che popolano i cosiddetti partiti
della Regione Calabria, e di IL FUTURO DI TANGENTOPOLI della seconda repubblica.
direttore dell’Associazione www.edizionikoine.it
DIVENTATO STORIA
Nazionale ITACA, Istituto per
la Trasparenza degli Appalti
e la Compatibilità Ambien-
tale, organo tecnico della

KOINè NUOVE EDIZIONI


Conferenza dei Presidenti € 14,00
delle Regioni e Province au- in collaborazione con
tonome. Il Fatto Quotidiano online

K
Storia e Storie
collana diretta da Gianni Fara
Ivan Cicconi
Il libro nero dell’Alta Velocità
IVAN CICCONI

ISBN 9788889828175
©copyright by Koinè/nuove edizioni
prima edizione settembre 2011

KOINè
NUOVE EDIZIONI

Direzione, Redazione e Sede Legale IL LIBRO NERO


DELL’ALTA VELOCITÀ
00144 Roma, Viale della Grande Muraglia 95
tel. 06.52247979 fax 06.52244280
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IL FUTURO DI TANGENTOPOLI
DIVENTATO STORIA

Coordinamento editoriale
Madrilena Lioi
Valeria Martino

Copertina
a cura di Andrea Scrivo
Publi Power Pubblicità
www.publipower.eu

I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o par-


ziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm e le copie fotostatiche), sono riservati.

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Indice

9 Premessa

LA MADRE DI TUTTE LE BUGIE

11 La pietra tombale sulla bugia del secolo


18 Il futuro di Tangentopoli diventato storia
21 I ladri dell’Alta velocità

LUIGI PRETI E LA GRANDE TRUFFA

27 La lettera del presidente onorario del PSDI


29 I ministri dei Trasporti che sono venuti dopo
33 Le lettere di Luigi Preti
40 Il silenzio della politica e l’inquinamento della magistratura

BENIAMINO ANDREATTA E I LADRI DI VERITÀ

43 La coincidenza vergognosa
49 Beniamino Andreatta ed il Progetto TAV
53 I pareri pilateschi
55 La transizione alla nuova Tangentopoli

LA VERA STORIA DELL’ALTA VELOCITÀ

61 La grande cerimonia
69 La storia ai tempi del ministro “falce e carrello”
73 La sepoltura e la resurrezione del Progetto
77 Il decollo e i contratti di TAV SpA
TAVOLA RICCA ED OSPITI ILLUSTRI

83 Il Comitato nodi ed il Garante dell’Alta velocità


87 Le nuove Stazioni AV e la Stazione Mediopadana
92 I cambiamenti radicali di Cimoli
98 I costi taroccati e quelli ignorati da Moretti e Cipolletta
102 La Legge obbiettivo
106 L’esempio della Torino-Lione

I COSTI VERI DELL’ALTA VELOCITÀ

119 Gli “interessi intercalari” e il costo vero del progetto TAV


123 I general contractor e i costi delle “tratte”
128 I “nodi” e la navigazione a vista
131 Le “infrastrutture aeree” e l’Italianità
137 Il “materiale rotabile” e il flop dell’ETR 500
147 Il “pacco dono” per i campioni del made in Italy

LA TANGENTOPOLI DELLO STATO POSTKEYNESIANO

157 Dai ladri ai marioli del modello TAV


160 La Tangentopoli postfordista e postkeynesiana
164 Il debito pubblico e le politiche keynesiane alla rovescia
169 Il debito occulto e la catastrofe prossima ventura
174 La corruzione liquida e i partiti catalizzatori di illegalità

183 Indice dei nomi


Premessa

Le pagine che seguono non hanno alcuna pretesa di delineare


nuovi scenari della corruzione in Italia a cavallo del xx secolo,
dentro il percorso: opere pubbliche, esigenza di modernizzazione
e politica. Si propongono soltanto di chiarire le architetture,
nuove, messe in atto nel nostro Paese, in modo particolare legate
al Progetto di Alta Velocità e qualcos’altro intorno.
Dal racconto emerge la conferma dell’attualità della storica
espressione di Ernesto Rossi, forse con la necessità di riconside-
rare la parola profitti (privatizzazione dei profitti) per declinarla
verso la meno nobile ‘affari’, se non ‘rapine’.
Il racconto è duro, forse aspro, ma non disperante. è un racconto
che invita a guardare la realtà molto grigia che troppo spesso
nasce e cresce intorno ai palazzi del potere politico nel rapporto
con le grandi imprese e le grandi opere. Sono pagine certamente
di verità, dalla quale non si può prescindere pensando alle im-
mense difficoltà che comporterà un progetto di onesto risana-
mento della vita economica, sociale, politica del nostro Paese.
Non dovrebbero favorire pulsioni moralistiche, piuttosto solleci-
tare quella presa di coscienza che ogni limite, in materia, si sia
consumato e che dunque occorra una condanna radicale e defini-
tiva. è anche una sorta di auspicio affinché quanti avranno la re-
sponsabilità di governo, nel settore, attingano a quelle residue
energie sane ancora presenti nella pubblica amministrazione;
stringano rapporti con quanti, tecnici e imprese, abbiano dato
segni di competenza ed estraneità al malaffare; mettano cioè in
essere processi virtuosi caratterizzati dalla trasparenza.
Percorsi non certo facili, lascia intendere questo scritto, oltre-
tutto neanche sufficienti, se non si avrà l’intelligenza e il buon
senso di guardare con serena obbiettività ad alcuni movimenti di
popolo, come quello della Val Susa e non solo. Questo fenomeno
dei cosiddetti No-Tav, in un certo senso, rappresenta un paradigma
dell’Italia di questa fase che non si è contrapposto alla moder-
nizzazione, come si è ostinatamente cercato di far apparire, ma

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ha, anzi, rappresentato e rappresenta un modello da cui non si do- LA MADRE DI TUTTE LE BUGIE
vrebbe prescindere. Infatti, esaltando le fondamenta della demo-
crazia, ha fatto emergere – forse non poteva essere disgiunto –
competenze e culture tecniche elevate, apparse ancora più grandi La pietra tombale sulla bugia del secolo
di fronte all’insipienza, la superficialità, la grossolanità delle com-
petenze espresse dalle istituzioni. Quella volta feci fatica a spiegare al ministro di Grazia e Giu-
Con il progetto dell’Alta Velocità messo in campo, dicono que- stizia che il project financing per il piano carceri era un’emerita
ste pagine, non si è portata avanti alcuna modernizzazione, anzi baggianata. Era il settembre del 2000 ed il governo presieduto
si sono prodotti danni seri, si sono distrutte alcune imprese espres- da Giuliano Amato era impegnato nella elaborazione del do-
sione dell’eccellenza tecnica italiana e si è rafforzata quella cor-
cumento di programmazione economica e finanziaria (Dpef)
ruzione che certamente connota la gran parte dei paesi, ma che
per il triennio 2001-2003.
vede il nostro ancora all’avanguardia nella costruzione di sempre
Quella del 2000 fu un’estate particolarmente torrida, a farne
nuovi e sofisticati percorsi essenzialmente finalizzati alla ben nota
‘socializzazione delle perdite’.
le spese furono fra gli altri i detenuti. Nelle carceri, vecchie e
Queste pagine prendono la luce, quando i rumori sempre più sovraffollate, ci furono proteste e ribellioni per le condizioni
assordanti del declino del mondo cosiddetto sviluppato ci stordi- inaccettabili che il caldo aveva fatto esplodere. Alla ripresa
scono, mentre i problemi di bilancio, e non solo, nel paese ren- delle attività, il ministro dei Lavori Pubblici si accordava con
dono sempre più incerto il nostro futuro. Eppure, soltanto sul quello di Grazia e Giustizia per definire il capitolo carceri del
finire del secolo scorso, meno di venti anni fa, l’idea che ormai si Dpef. L’incontro fra i due ministri e le rispettive segreterie tec-
fosse alla fine della storia era una certezza biblica; mentre sino niche veniva fissato per la metà di settembre. Il piano carceri
ad un anno fa, forse meno, nel nostro paese, oggi in subbuglio pensato dal ministero competente prevedeva un intervento dav-
come non mai, ogni segno di crisi veniva negato dagli allegri go- vero straordinario.
vernanti. La forza della concreta realtà economica e sociale nel Nonostante il debito pubblico e la scarsità delle risorse, il
mondo ha costretto tutte le accademie a riaprire le pagine della piano, a detta del ministro di Grazia e Giustizia, poteva essere
storia, mentre queste pagine, mille volte più modeste, disvele- attuato attraverso un ampio ricorso al project financing. Il mi-
ranno a molti un dato nascosto nelle pieghe della contabilità dello nistro dei Lavori Pubblici, non appena quello della Giustizia
Stato: alla voragine del nostro debito pubblico noto vanno ag- pronunciò questa locuzione, lo interruppe immediatamente e
giunti i debiti per miliardi e miliardi di euro occultati nei bilanci rivolgendo lo sguardo verso il capo della sua segreteria tecnica,
delle Spa pubbliche e nei Proiect financing modello Alta Velocità. disse: «vedo l’ingegnere particolarmente perplesso su questa
è banale dire che solo se guarderà in faccia alla realtà economico- ipotesi finanziaria». Il ministro a quelle parole fece seguire l’in-
finanziaria per quella che è, il nostro paese potrà trovare la forza vito esplicito all’ingegnere ad esprimere il suo parere in merito
per uscire dalla crisi che ormai più nessuno è in grado di nascon- a quella magica locuzione. Nella mia testa il commento era lu-
dere.
cidamente presente, ma non potevo esternarlo senza tradurlo
E il libro rappresenta, vorrebbe essere, un contributo per questo
in una forma meno offensiva. Spiegai con fatica che quell’ipo-
percorso.
tesi era inattuabile e che le norme in vigore consentivano forse
di ricorrere ad altri istituti contrattuali, quali la permuta o il

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leasing immobiliare. quella locuzione proliferano, insieme all’esplosione di società
In quel Dpef, e nella conseguente legge finanziaria per il di diritto privato, pubbliche o miste, pronte a realizzare opere
2001, di project financing per le carceri non ci sarà traccia, ma o gestire servizi pubblici.
sarà solo una breve parentesi. Quella locuzione senza signifi- Le bugie, che con il project financing raccontano gli ammi-
cato era ormai sulla bocca della maggioranza degli ammini- nistratori pubblici ed i boiardi nominati nelle società controllate
stratori pubblici alle prese con la ristrettezza di risorse per o partecipate, hanno consentito in poco meno di dieci anni di
investimenti in opere pubbliche. impegnare non meno di 150 miliardi di euro fuori bilancio, at-
Nel 2002, con i nuovi ministri del governo di centro-destra, traverso prestiti, accesi dai promotori cosiddetti privati, quasi
proprio questa locuzione diventerà la formula magica per pro- sempre garantiti dal committente pubblico. Prestiti che sono
grammi faraonici. Per le carceri si costituisce la società “Dike sostanzialmente debito pubblico differito nel tempo, debiti
Aedifica SpA”, per le grandi opere la società “Infrastrutture pubblici “a babbo morto”, nascosti nella contabilità di società
SpA”, per il patrimonio immobiliare “Patrimonio dello Stato di diritto privato.
SpA”, per i beni culturali “Arcus SpA”, tutte a totale capitale La “madre” di tutte queste bugie, la più grande, è stata partorita
pubblico. La loro missione, la valorizzazione del patrimonio ben dieci anni prima della legge che ha riformato il contratto di
edilizio-infrastrutturale pubblico e la promozione dell’investi- concessione e della contestuale emanazione della Legge obbiet-
mento privato con il project financing. Non produrranno alcuna tivo per le grandi opere. Il modello di architettura finanziaria e
valorizzazione e tanto meno investimenti privati; alcune fini- contrattuale disegnato dalle due leggi nei primi anni duemila non
ranno sotto la scure dell’Europa, altre sotto la lente dei magi- era infatti una novità, era già stato definito nella “prima repub-
strati, tutte sotto il controllo delle “cricche” di boiardi di Stato, blica”, agli inizi degli anni novanta, e sperimentato nella transi-
faccendieri, pseudo-imprenditori e politici di pseudo-partiti. zione alla “seconda”, mentre, con le leggi di riforma sulle società
Non saranno però le sole: ne sorgeranno a decine sotto il con- per la gestione dei servizi pubblici, si creavano anche le condi-
trollo diretto e indiretto dello Stato e a migliaia sotto il controllo zioni per la sua diffusione a livello locale.
diretto e indiretto degli Enti locali, anche grazie alle riforme che Per misurare gli effetti di queste “riforme” dovremo aspettare
già il centro-sinistra aveva promosso per la privatizzazione dei ancora qualche anno, quando le bugie emergeranno in modo
servizi pubblici locali. crescente e devastante nel bilancio dello Stato e nelle centinaia
Il governo di centro-destra, oltre a varare la cosiddetta Legge e centinaia di bilanci degli Enti locali che hanno mascherato
obbiettivo per le grandi opere, modificava nel 2002 anche la quelle bugie con il project financing. Per la madre di tutte le
Legge quadro sui lavori pubblici, riformando la definizione del bugie gli effetti sono invece già noti, la bugia è stata accertata,
contratto con il quale si sostanzia il cosiddetto project finan- addirittura certificata da organismi ufficiali dello Stato e del-
cing, il contratto di “concessione”. Da quel momento anche nei l’Unione Europea.
governi locali, di centro-destra e di centro-sinistra, quella lo- La madre di tutte le bugie è stata soltanto rimossa, senza
cuzione diventa la parola d’ordine per millantare un coinvol- alcun funerale, in silenzio e all’insaputa di tutti. Un parlamento
gimento di capitali privati nella realizzazione di opere e nella silente ed un governo di centro-sinistra hanno provveduto a na-
gestione dei servizi pubblici. Dopo quella riforma della con- scondere sotto una gigantesca pietra tombale i suoi numeri cla-
cessione, le infrastrutture pubbliche realizzate con la magia di morosi ed i nomi delle decine di bugiardi che per quindici anni

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l’hanno raccontata. tarocchi da parte di una cartomante».
La “bugia” era stata presentata pubblicamente il 7 agosto 1991, Così dunque si sono realizzati gran parte dei lavori della
con una cerimonia che aveva visto la presenza del gotha dell’im- grande opera partorita dalla madre di tutte le bugie: e intanto
prenditoria pubblica e privata del nostro Paese. Raccontava che presidenti della Repubblica, premiers e ministri continuano a
per la prima volta un’infrastruttura ferroviaria sarebbe stata rea- calcare le straordinarie passerelle delle continue inaugurazioni
lizzata con il 60% dei costi coperti dal finanziamento privato. Il di pezzi e pezzettini di questa infinita infrastruttura ferroviaria.
costo complessivo era quantificato nell’equivalente di 14 mi- Considerando la sola tratta Bologna-Firenze, la passerella è
liardi di euro, mentre la sua completa realizzazione era prevista toccata il 5 dicembre 2009 a Silvio Berlusconi e ad Altero Mat-
al massimo entro il 1999. Costerà in realtà almeno 90 miliardi e teoli; ma prima, per la stessa tratta, nel 2001, era toccata anche
andrà bene se sarà completamente realizzata entro il 2020. a Carlo Azeglio Ciampi e a Pierluigi Bersani e, ancora, nel
L’opera pubblica più grande ed onerosa della storia della nostra 2004, a Silvio Berlusconi e a Pietro Lunardi.
repubblica è stata realizzata con il project financing in questo Nei costi della grande opera ci sono ovviamente anche quelli
modo: «Sottostimando, minimizzando, andando a dritto di per le pompose passerelle ma, secondo i cerimonieri, gli italiani
brutto, ci saremmo aspettati almeno che l’opera sarebbe finita possono stare tranquilli perché “i privati” garantiscono la co-
prima e che il tutto, alla fine, sarebbe dovuto costar meno. Se pertura dei costi: per anni questa pura e semplice “bugia” ha
presto e bene non stanno insieme, ci si aspetta che possano in- consentito di nascondere una clamorosa “truffa” ai danni dello
vece combinarsi almeno presto e male. Oppure, cattiva qualità, Stato e di tutti i cittadini italiani.
ma costi minori. No, qui si riesce nella sintesi, nella summa: Il parlamento italiano, con una norma definita dai magistrati
male, tempi infiniti». Questa descrizione lapidaria è stata fornita della Corte dei conti “anodina”, ci ha messo sopra una pietra
da un magistrato, il dott. Gianni Tei, nella requisitoria pronun- tombale, sotterrando, senza alcun colpevole, la bugia che ha
ciata il 10 aprile 2008 a carico dei responsabili dei danni am- nascosto la più grande truffa del ventesimo secolo. Con cinque
bientali causati durante i lavori per la realizzazione della tratta semplici righe, contenute nel comma 966 dell’unico articolo
ferroviaria per l’Alta velocità Bologna-Firenze. I responsabili, della legge n. 296/2006, la Finanziaria per l’anno 2007, si san-
chi ha eseguito l’opera e chi doveva vigilare sulla sua realizza- civa la seguente previsione economica: «gli oneri per capitale
zione, si sono difesi con argomentazioni che ormai da decenni ed interessi dei titoli emessi e dei mutui contratti da Infrastrut-
rimbalzano, senza contraddittorio, sui mass media. Il magistrato ture Spa fino alla data del 31 dicembre 2005 per il finanzia-
non si esime dal commentare: «(...) il valore che si può dare ad mento degli investimenti per la realizzazione della infra-
affermazioni lette nei documenti e risuonate in questa aula, anche struttura ferroviaria ad Alta velocità “Linea Torino-Milano-
da pubblici amministratori, quali “opera grandiosa realizzata dai Napoli”, nonché gli oneri delle relative operazioni di copertura,
migliori specialisti e tecnici”, “tecniche innovative a livello mon- sono assunti direttamente a carico del bilancio dello Stato».
diale”, “un’opera di primaria importanza”, “abbiamo le migliori Con ciò si prendeva atto che il “finanziamento privato” per la
professionalità”. Chiunque vorrà usare questi argomenti do- realizzazione delle infrastrutture per il treno ad Alta velocità,
vrebbe prima spiegare perché in questa opera pubblica l’indica- era in realtà, appunto, una pura e semplice bugia. La truffa ve-
zione e fissazione dei tempi e dei costi di realizzazione abbiano niva in questo modo sanata senza che alcuno si esponesse al
avuto una affidabilità pari a quella della lettura di un mazzo di pubblico ludibrio della colpa grave costituita dagli oneri per

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capitale ed interessi scaricati sul bilancio dello Stato. si sarebbero offerte al confronto sarebbero state completamente
Nella discussione in aula su quella Finanziaria il tema che diverse: 3,4 per cento per il deficit 2006 e 3,3 per il 2007, quasi
polarizzò il confronto politico e l’attenzione dei mass media identiche. Non sarebbe cambiato nulla, ovviamente, essendo
fu quello relativo al “ticket sanitario”, pari a circa 800 milioni difficile immaginare una batosta del PD e della sinistra più cla-
di euro: su questa cifra i parlamentari si confrontarono a lungo morosa di quella subita nella primavera del 2008. Rimane però
e duramente. Ebbene, il valore del comma 966 era di oltre 15 la curiosità sul perché, scontata l’ignoranza dei più, nemmeno
volte superiore, esattamente 12 miliardi e 950 milioni di euro, geni della finanza creativa del centro-destra abbiano mai fatto
26.000 miliardi circa di vecchie lire. In quel parlamento, su cenno – prima, durante e dopo quella campagna elettorale – a
quel comma che certificava quella bugia e scaricava sulla testa questo chiaro travisamento delle cifre sul deficit pubblico.
di tutti i cittadini una valanga di debiti, non si è sentita una sola Forse ancora per ignoranza? è sempre più difficile poterlo
parola, non una domanda, nulla: un silenzio tombale. Igno- anche solo immaginare.
ranza? Personalmente penso proprio di sì, almeno per la stra- Quel comma 966 della Finanziaria ci è stato imposto dal-
grande maggioranza dei parlamentari, salvo la rara eccezione l’Unione Europea che, nell’ambito della procedura di infra-
di chi per furbizia o per interesse ha preferito o scelto di tacere. zione per deficit eccessivo avviata nel 2005 e chiusa nel 2007,
La riprova è ancora in quella stessa Finanziaria. Il comma ci ha chiesto esplicitamente di rimuovere la “truffa TAV”, con-
1364, l’ultimo di quell’unico articolo di quella legge, stabiliva sistente nel tenere il cosiddetto finanziamento privato dell’Alta
che la previsione contenuta nel comma 966 sarebbe entrata in velocità fuori dai conti pubblici. Ignoranza da parte dei più cer-
vigore non dal primo gennaio del 2007, bensì alla “data di pub- tamente, ma non dei ministri del Bilancio Tremonti, Siniscalco
blicazione della legge sulla Gazzetta Ufficiale dello Stato”. La e Visco, che hanno gestito la procedura e che sono stati costretti
legge è stata pubblicata il 27.12.2006: in questo modo quella ad ingoiare quella “bugia”.
cifra è stata scaricata sul bilancio dell’anno precedente, quello Questa storia dunque ha bisogno di essere raccontata e com-
del 2006, con al governo il centro-destra. Solo grazie a questa presa: troppo clamorose sono le cifre, troppo numerose le fur-
“furbata” (valutata illegittima nei pareri scritti dai tecnici della bate che la punteggiano, troppo curiosi i silenzi che la cir-
due Camere che richiamavano il Governo al rispetto del comma condano. Forse è l’unica storia che caratterizza in modo em-
3 dell’articolo 11 della legge sulla contabilità generale dello blematico la lunga e travagliata transizione dalla “prima” alla
Stato n. 468/1978) il rapporto deficit/PIL del 2007 è sceso al cosiddetta “seconda repubblica”. Comincia infatti agli inizi
2,4 per cento, mentre quello del 2006 è salito al 4,3 per cento. degli anni ‘80, senza soluzione di continuità si svolge fino ai
In occasione delle elezioni politiche anticipate del 2008, pro- nostri giorni e promette di durare ancora per diverso tempo.
prio queste cifre sono state al centro della campagna elettorale Attraversa indenne anche la stagione di Mani pulite. Cono-
del nascente Partito Democratico. L’arma propagandistica più scerla è essenziale anche per capire che cosa sia diventata oggi
brandita contro il nascente Popolo delle Libertà è stata quella la Tangentopoli disvelata da quelle indagini.
dello sforamento del 3 per cento nel 2006, mentre il merito più
importante rivendicato al centro-sinistra è stato quello di avere
abbassato il deficit nel 2007 di ben 2 punti percentuali. Nes-
suno però ha mai detto che senza quella “furbata” le cifre che

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una sola parte dei protagonisti di Tangentopoli, il sistema dei
Il futuro di Tangentopoli diventato storia partiti. Quel processo è stato anche l’unico celebrato, e nem-
meno fino alla sentenza, dal magistrato simbolo di quella in-
Il 17 febbraio 1992 è la data archiviata come l’inizio della sta- chiesta. Il PM il 6 dicembre 1994 – a conclusione di una lunga
gione del crollo del sistema delle tangenti. Quel giorno la ri- e colorita arringa accusatoria – con una mossa teatrale delle
chiesta di arresto del presidente del Pio Albergo Trivulzio di sue abbandona la toga lasciando ai colleghi l’onere di portare
Milano, da parte del Magistrato che diventerà simbolo di quella avanti le fasi più difficili e meno appariscenti del lavoro del
indagine, veniva autorizzata dal giudice per le indagini preli- magistrato inquirente, quelle dei processi che i numerosi filoni
minari e dunque eseguita. Il segretario nazionale del partito di di indagine avevano fino a quel momento sviluppato.
appartenenza del malcapitato collettore di tangenti lo definiva, La data di quella mossa teatrale segna l’inizio di una nuova
poche settimane dopo l’arresto e alle prime notizie delle con- stagione pilotata dai vassalli e valvassori di Tangentopoli, ma
fessioni, un povero “mariuolo”. Il segretario forse non aveva anche alimentata dall’abbandono della toga e dalla entrata in
tutti i torti, Mario Chiesa era un ladruncolo di periferia che re- politica dell’ex magistrato Antonio Di Pietro.
plicava il sistema messo in piedi dalle cupole nazionali delle Da quel momento, la qualità del sistema di corruzione, l’og-
imprese e dei partiti, e che non disdegnava di fare la cresta sulle getto specifico, il contenuto di quelle indagini, scompaiono
tangenti richieste ai piccoli appaltatori che lavoravano con que- dalla cronaca e dalla scena politica. L’attenzione ed il confronto
sto committente pubblico minore. Certamente era una figura di vengono spostati sui protagonisti delle indagini, sulle presunte
secondo piano di fronte ai ladri eccellenti delle cupole nazionali colpe dei magistrati, sulle vicende e gli affari personali dell’ex
che si misuravano su affari di ben altra dimensione e che le in- simbolo di quelle inchieste. In questa stagione, sul contenuto
dagini, seguite a quell’arresto, hanno consentito di smascherare. delle indagini la politica registra una totale assenza in sinergia
I capi della cupola delle imprese corruttrici, con il comodo con il silenzio dei mass media. La rimozione dei fatti e del me-
racconto della loro condizione di vittime della concussione, li rito di quelle inchieste è totale: saranno solo oggetto di studio
abbiamo visti entrare ed uscire dalle patrie galere nelle centi- di qualche raro cultore della materia.
naia di indagini avviate dai magistrati, nelle molte cause chiuse A partire dal 6 dicembre 1994, quella nuova stagione appa-
con il patteggiamento e nei pochi processi che sono arrivati riva del tutto delineata nei suoi contorni essenziali. Proprio la
nelle aule dei tribunali prima della prescrizione. I leaders na- consapevolezza del processo di rimozione che si avviava con
zionali della cupola dei partiti corrotti li abbiamo invece visti la vicenda segnata da quella mossa teatrale mi spinse a scrivere
sfilare nell’unico processo immediatamente celebrato, quello il saggio La storia del futuro di tangentopoli, uno dei primi
relativo alla cosiddetta “madre di tutte le tangenti” distribuita usciti sulla materia. Oltre ad analizzare gli aspetti fondamentali
da Raul Gardini e dai suoi accoliti a tutti i vertici dei partiti al- del sistema di Tangentopoli e a tipizzare i diversi riti tangentizi
l’epoca presenti in parlamento. disvelati dalle indagini dei magistrati di diverse procure in di-
Quel primo processo di Mani pulite, voluto ed imposto da versi contesti, descrivevo i primi passaggi di questo processo
Sergio Cusani, pur mettendo a nudo il sistema di collusione fra ed il suo probabile sbocco. La tesi sostenuta in quel libro, pub-
politica e affari fu di fatto condotto, per ragioni oggettive ma blicato nel dicembre 1997, risultava così sintetizzata: «Tangen-
anche per volontà e strategia del Pubblico Ministero, contro topoli era un Sistema, come tale aveva dei caratteri e mec-

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canismi propri che consentivano la celebrazione di alcuni riti vere la storia del futuro può apparire un improbabile esercizio
tangentizi connessi al contesto politico e imprenditoriale nel profetico, eppure il Nuovo Sistema presenta una struttura tal-
quale venivano celebrati: il Rito Ambrosiano della tangente mente chiara e definita che raccontarne la storia del suo futuro
propriamente detta, in un contesto con partiti e imprese collusi è in realtà molto più semplice che ricostruire o indagare sui ca-
ma con strutture di comando nettamente distinte e separate; il ratteri del Sistema che lo ha preceduto».
Rito Emiliano della sovrapposizione e intreccio fra politica e Di quella “storia del futuro” si sono consumati quasi tre lustri
affari, in un contesto caratterizzato da una forte diffusione di e possiamo misurare oggi quanto profetica fosse quella disa-
imprese cooperative e aziende municipali, con i vertici sotto il mina se consideriamo la realtà sotto i nostri occhi. Il libro nero
controllo diretto dei partiti; il Rito Mafioso della tangente al- dell’Alta Velocità è un aggiornamento di quel lavoro, è la storia
largata e del condizionamento della sub-contrattazione, in un del futuro diventata semplicemente storia, nella quale quella
contesto nel quale la criminalità organizzata esercita un con- previsione si è realizzata pienamente, ma con contorni ancora
trollo militare del territorio. Nell’era di Mani Pulite, intendendo più perversi e pervasivi di quelli immaginati.
con questa locuzione le indagini sviluppate dai giudici milanesi Questo aggiornamento racconta di come quell’architettura
con la presenza di Antonio Di Pietro, si è colpito solo uno di contrattuale è diventata un “modello” legalizzato e dunque re-
questi riti, quello Ambrosiano. Mani pulite, e soprattutto il suo plicato e diffuso, per la realizzazione di altre grandi e piccole
simbolo, ha spesso incrociato gli altri riti, ma li ha deliberata- opere o per la gestione di grandi e piccoli servizi pubblici, con
mente ignorati per non pregiudicare la strategia giudiziaria cen- altre grandi e piccole “TAV SpA”.
trata sulla contestazione del solo reato di corruzione e di quelli
a questo eventualmente connessi. Proprio questo “limite” ha
reso più efficace quella strategia ed in tal modo ha potuto pro-
durre il terremoto di quegli anni. Un terremoto che però ha pro- I ladri dell’Alta velocità
dotto danni consistenti solo sul sistema dei corrotti dediti al
rito Ambrosiano, mentre ha solo incrinato il Sistema che con- Hanno subito la gogna mediatica per 1022 giorni, dal 17 feb-
sentiva ai corruttori di celebrare anche gli altri riti, invisibili e braio 1992 al 6 dicembre 1994, ma hanno vinto loro. Molti di
irraggiungibili con il solo reato di corruzione. Il simbolo di essi hanno subito l’onta del carcere ed il ludibrio della pubblica
Mani Pulite è stato talmente lontano dai meccanismi strutturali opinione, ma erano certi che non sarebbe durata a lungo. Con-
di Tangentopoli fino al punto che, lo stesso sistema dei corrut- fidavano nella straordinaria intuizione di un protagonista indi-
tori, negli stessi mesi in cui fioccavano gli arresti e gli avvisi scusso di quel sistema, che, ancora prima dell’arrivo di Mani
di garanzia, costruiva un Nuovo Sistema più potente e razio- pulite, aveva inventato una nuova architettura per integrare gli
nale, quello che si è articolato nell’architettura contrattuale e affari privati e la gestione della cosa pubblica. In quei giorni
finanziaria per la realizzazione delle infrastrutture per il treno quella sua invenzione era ancora in rodaggio ma da lì a poco
ad Alta velocità». Alla descrizione della Nuova Tangentopoli, avrebbe garantito la ricostruzione di una nuova Tangentopoli,
strutturata e decollata durante l’era di Mani Pulite, era dedicato senza i rischi della contestazione dei reati che ha consentito la
l’ultimo capitolo del libro, “Alta velocità: ovvero la storia del demolizione del vecchio sistema.
futuro di tangentopoli”. Nella premessa precisavo che «Scri- Il compito di dare corpo a questa straordinaria invenzione fu

20 21
affidato, dallo stesso inventore, l’allora ministro del Bilancio formazioni sui progetti ufficiali mai pubblicati sui siti di TAV
Paolo Cirino Pomicino, al commissario straordinario delle FS SpA, RFI SpA o FS SpA, ricchi solo di informazioni generiche,
Lorenzo Antonio Necci il quale ebbe comunque il merito di spesso smaccatamente pubblicitarie sulle magnifiche sorti del
traghettare quella invenzione durante tutta la stagione di Mani treno veloce. Men che meno le informazioni possono essere
Pulite. Alla fine di quella stagione il nuovo sistema era già a rintracciate nei siti dei general contractor e delle imprese socie
regime e poteva garantire una ripresa semplicemente straordi- che, per grazia ricevuta, hanno avuto in dono il grande affare
naria, con tante risorse e senza ormai inutili mazzette. A dargli della progettazione e costruzione delle tratte ferroviarie.
il nome ci pensò, diversi anni dopo, Lunardi, il ministro che L’aggiornamento di quel lavoro era dunque anche un atto do-
considerava naturale la convivenza con la Mafia: lo definì “mo- vuto ai tanti cittadini dei tanti comitati che mi hanno consentito
dello TAV” e lo legalizzò con la Legge obbiettivo. di conoscere e capire molto di più di quello su cui mi ero già
L’ultimo capitolo del mio libro del 1997 non era contro l’Alta misurato, di arricchire il bagaglio di dati specifici sulla storia
velocità e tanto meno contro l’ammodernamento e la velociz- e le implicazioni di quel Progetto e di fornirmi una chiave di
zazione delle infrastrutture ferroviarie. Il tema non era questo, lettura della realtà del nostro Paese.
bensì quello dell’architettura contrattuale e finanziaria, vista La storia dell’Alta velocità è la metafora per eccellenza della
come nuovo sistema di relazione fra politica ed affari al riparo recente storia del nostro Paese: ci spiega le principali vicende
dai rischi della contestazione del reato di corruzione stretta- che hanno segnato la cosiddetta “seconda repubblica”. Quella
mente connesso con la celebrazione del rito Ambrosiano della della privatizzazione delle aziende pubbliche senza i privati e
tangente. Così è stato. Quella architettura è diventata un mo- senza liberalizzazioni. Quella dell’ingresso nella moneta unica
dello che si è riprodotto e diffuso, inquinando sia la politica comunitaria e delle furbizie per eludere le regole europee.
che gli affari. Quella dei boiardi di Stato, con la loro corte di faccendieri, al
Quel capitolo del libro mi ha però offerto l’opportunità di in- servizio degli interessi privati. Quella dei magistrati e degli av-
contrare quasi tutti i comitati “NOTAV” nati su tutto il tracciato vocati collusi, guidati non dalla legge ma pilotati e al soldo degli
del Progetto. Grazie a loro, ed alla competenza delle persone indagati. Quella dei conflitti di interesse diffusi, coperti e ali-
con le quali ho condiviso la presentazione e la diffusione di mentati dal conflitto di interesse per eccellenza. Quella della
quel lavoro in decine di assemblee, la mia conoscenza si è po- questione morale, già negli anni ‘80 declinata nel rapporto per-
tuta arricchire di tutti i risvolti tecnici, sociali, ambientali che verso fra partiti e istituzioni, nella occupazione delle istituzioni
la sua realizzazione implica e produce. Del resto, chi volesse da parte dei Partiti in quanto tali, nella partitocrazia senza partiti
misurarsi con la ricerca di informazioni, di qualsiasi tipo, sul e senza politica che usa ed abusa della cosa pubblica.
Progetto TAV, può provare ad attivare un motore di ricerca su La storia del progetto TAV racconta pure dell’ignoranza di
internet. Le informazioni più pregnanti le troverà solo sui siti interi parlamenti della “prima” e della “seconda repubblica” e
NOTAV, compresi ad esempio gli atti del processo dei magi- delle dichiarazioni fantasiose di tutti i presidenti del Consiglio
strati fiorentini contro il Consorzio CAVET (sub-contraente di e ministri dei Trasporti o delle Infrastrutture di tutti i governi
FIAT SpA e con società capofila Impregilo SpA) per i danni che si sono succeduti. Dal primo, con presidente Bettino Craxi
ambientali prodotti nella costruzione della tratta Bologna-Fi- e Claudio Signorile ministro, con i quali a metà degli anni Ot-
renze. Solo su questi siti si possono trovare anche le poche in- tanta si è dato avvio alla follia di un Progetto tecnicamente sba-

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gliato, fino all’ultimo, con presidente Silvio Berlusconi e Al- più frequente denuncia bipartisan dell’ineluttabile persistenza
tero Matteoli ministro, che arricchiscono oggi con quella follia del sistema di corruzione. Tutto, secondo questa generica e mi-
lo spettacolo mediatico della politica. Passando per il governo stificatoria posizione, continuerebbe come prima, e si accredita
con Giulio Andreotti presidente e Gianni Prandini ministro, che così l’idea che tutto sia rimasto come era prima dell’intervento
ha declinato la follia di quel Progetto in truffa, e per il governo di Mani pulite. Ma non è così. I cambiamenti sono sostanziali
con Romano Prodi presidente e con i doppi ministri competenti e ci disegnano un Sistema ben più vorace e devastante.
Antonio Di Pietro e Alessandro Bianchi, che a quella follia e a Lo scambio tangentizio prima celebrato da soggetti distinti e
quella truffa, lasciata più viva che mai, hanno aggiunto la beffa separati è diventato intreccio e compromissione, ed i confini fra
dell’affidamento del servizio AV ad una società privata a trat- politica e affari sono ormai indefiniti. Le Istituzioni sono diven-
tativa privata per un affare esclusivamente privato. tate tavole imbandite per l’abbuffata dei partiti, tutti; delle imprese
La vera storia dell’Alta velocità è comunque la chiave di let- di diritto privato di proprietà pubblica, tutte; delle imprese private
tura indispensabile per capire come il sistema di relazioni fon- cooptate nel banchetto da boiardi e faccendieri o penetrate nel-
dato sulle tangenti sia stato sostituito da un nuovo sistema che l’affare in cambio di “favori” o “piaceri” ai tanti mariuoli che po-
consente la transazione affaristica fra gli accoliti dei partiti polano i cosiddetti partiti della “seconda repubblica”.
dello Stato postkeynesiano ed i cosiddetti manager delle im- La descrizione del furto consumato in questi anni a danno
prese cosiddette private dell’era postfordista, al riparo della del Paese dalla partitocrazia e dal mondo contiguo degli affari,
contestazione del reato di corruzione. Ci consente di caratte- attraverso la ricostruzione della vera storia di questa infrastrut-
rizzare quello che è diventato il modello TAV, oggi replicato tura, non poteva non vedere il riconoscimento delle vicende,
negli Enti locali dai mariuoli post-moderni, non più affaccen- sostanzialmente inedite ed occultate, di cui sono state protago-
dati a celebrare il rito a rischio della tangente ma trasformati niste due personalità che hanno provato a contrastare proprio
in sanguisughe delle Istituzioni. A questa realtà perversa e de- questa storia. Un ex ministro dei Trasporti ed un professore
vastante è dedicato soprattutto l’ultimo capitolo di questo ag- scomodo, che hanno cercato di impedire che quella truffa si
giornamento che, senza la pretesa di caratterizzare gli assetti consumasse. Sono due vicende essenziali da considerare anche
imprenditoriali e statali del capitalismo contemporaneo, cerca per avere la misura della miseria di tutti coloro che nella storia
di proporre un’analisi del nuovo sistema di relazioni fra la po- dell’Alta velocità ci sono comunque entrati per interesse, per
litica e gli affari, che proprio il modello TAV consente di leg- furbizia, per ignoranza o per stupidità.
gere sia dal lato delle imprese investite dalla riorganizzazione All’ex ministro ed al professore sono dedicati due capitoli
postfordista, che dal lato dello Stato sociale rimodellato dalle del libro scritti da un bolognese di adozione come loro, che
politiche postkeynesiane. non può nascondere la rabbia di vivere in una città diretta da
Ed è ancora questo modello che ci consente di avere una sindaci che alle passerelle mediatiche per l’Alta velocità non
chiave di lettura delle miserie raccontate dalla cronaca quoti- hanno fatto mai mancare la loro presenza silente, inutile, igno-
diana, le vicende pittoresche o suscettibili di sollecitare la cu- rante, offensiva. I ladri ad Alta velocità del modello TAV sono
riosità morbosa, senza alcuna riflessione sul contesto, né sulle anche questo: disprezzo della verità ed offesa alla memoria di
ragioni che hanno determinato o che consentono lo sviluppo personalità come Luigi Preti e Beniamino Andreatta.
di tali comportamenti. In questa cronaca si registra la sempre Quella di Preti è la storia di un padre della nostra Costitu-

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zione che, inascoltato e dimenticato, questa truffa l’aveva ri- LUIGI PRETI E LA GRANDE TRUFFA
conosciuta e denunciata per primo, fin dall’inizio e prima che
si consumasse.
Quella di Andreatta è la storia di uno straordinario protago- La lettera del presidente onorario del PSDI
nista della nostra Repubblica che, con competenza e determi-
nazione, ha cercato di smascherare le bugie che quella truffa La data della lettera, 17 febbraio 1993, destava da principio
nascondeva. solo curiosità. Il caso aveva voluto che fosse stata scritta nel
primo anniversario dell’arresto che aveva segnato l’inizio della
stagione di Mani Pulite. Singolari però erano il simbolo stam-
pato sulla lettera, in alto a sinistra, il sole nascente con la scritta
“socialdemocrazia”, e la firma, in basso a destra, del presidente
onorario del PSDI, Luigi Preti. Un simbolo ed un nome che
non potevano non evocare, nella mente del destinatario, ricordi
ideologici di radicale dissenso, se non addirittura di disprezzo.
Fra le prime letture giovanili del destinatario infatti v’era
stata anche quella di un famoso libretto di Vladimir Ilic Lenin,
scritto in una sola notte, fra il 9 e il 10 novembre 1918, che sa-
rebbe diventato il manuale dei comunisti nella polemica con
la socialdemocrazia. Lenin rispondeva ad uno scritto di Karl
Kautsky, “La dittatura del proletariato”, con il quale, a difesa
dell’ortodossia marxista, rimproverava a Lenin di aver tentato
una rivoluzione proletaria in un paese sottosviluppato e accu-
sava il potere bolscevico di essere una dittatura più blanquista
che marxista.
A un anno dalla “rivoluzione d’ottobre” e nel pieno della fase
più critica della rivoluzione russa, la risposta del leader comu-
nista alle accuse di blanquismo provenienti da una voce così
autorevole dell’ortodossia marxista doveva essere immediata
ed il tono era ben riassunto nel titolo dato al suo scritto: “La
rivoluzione proletaria ed il rinnegato Kautsky”.
Erano passati molti anni da quelle letture, c’era stato il crollo
del muro di Berlino, la dissoluzione dei governi e delle classi
dirigenti nei paesi del cosiddetto socialismo reale si era ormai
consumata, in Italia il PCI aveva già rinnegato se stesso e si
era ridefinito PDS, i partiti della cosiddetta “prima repubblica”

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zione che, inascoltato e dimenticato, questa truffa l’aveva ri-
conosciuta e denunciata per primo, fin dall’inizio e prima che LUIGI PRETI E LA GRANDE TRUFFA
si consumasse.
Quella di Andreatta è la storia di uno straordinario protago-
nista della nostra Repubblica che, con competenza e determi- La lettera del presidente onorario del PSDI
nazione, ha cercato di smascherare le bugie che quella truffa
nascondeva. La data della lettera, 17 febbraio 1993, destava da principio
Due grandi personaggi, scomparsi di recente, oltraggiati dai solo curiosità. Il caso aveva voluto che fosse stata scritta nel
ladri dell’Alta velocità e ignorati dai ladri ad Alta velocità. primo anniversario dell’arresto che aveva segnato l’inizio della
stagione di Mani Pulite. Singolari però erano il simbolo stam-
pato sulla lettera, in alto a sinistra, il sole nascente con la scritta
“socialdemocrazia”, e la firma, in basso a destra, del presidente
onorario del PSDI, Luigi Preti. Un simbolo ed un nome che
non potevano non evocare, nella mente del destinatario, ricordi
ideologici e personali di odio, se non addirittura di disprezzo.
Fra le prime letture giovanili del destinatario infatti v’era
stata anche quella di un famoso libretto di Vladimir Ilic Lenin,
scritto in una sola notte, fra il 9 e il 10 novembre 1918, che sa-
rebbe diventato il manuale dei comunisti nella polemica con
la socialdemocrazia. Lenin rispondeva ad uno scritto di Karl
Kautsky, “La dittatura del proletariato”, con il quale, a difesa
dell’ortodossia marxista, rimproverava a Lenin di aver tentato
una rivoluzione proletaria in un paese sottosviluppato e accu-
sava il potere bolscevico di essere una dittatura più blanquista
che marxista.
A un anno dalla “rivoluzione d’ottobre” e nel pieno della fase
più critica della rivoluzione russa, la risposta del leader comu-
nista alle accuse di blanquismo provenienti da una voce così
autorevole dell’ortodossia marxista doveva essere immediata
ed il tono non poteva certo essere quello elegante della pole-
mica letteraria, anzi. Il titolo, “La rivoluzione proletaria ed il
rinnegato Kautsky”, è emblematico, così come l’incipit del li-
bretto di Lenin: «“La dittatura del proletariato” (Vienna 1918,
Ignaz Brand, pp. 63), uscito recentemente, è uno degli esempi
più lampanti del completo e ignominioso fallimento della II

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Internazionale, di cui da molto tempo parlano tutti i socialisti che si tratterebbe almeno di 50 mila miliardi. Io però, docu-
onesti di tutti i paesi. La questione della rivoluzione proletaria mentandomi come ex ministro dei Trasporti con valorosi tec-
si pone ora praticamente all’ordine del giorno in tutta una serie nici, penso che si arriverebbe a 100 mila. È una cifra da
di Stati. È quindi necessario analizzare i sofismi da rinnegato e capogiro, ed è una truffa. (...)». L’incipit della lettera ad An-
la totale abiura del marxismo da parte di Kautsky. I cadetti ci dreatta faceva immediatamente archiviare ricordi di militanza
hanno abituati a ragionamenti di questo genere. Tutti i lacchè politica o riserve ideologiche sulla firma.
della borghesia in Russia ragionano così: dateci dunque il be- Il ruolo del destinatario di quelle missive, che era all’epoca
nessere generale in nove mesi, dopo una guerra devastatrice di segretario della federazione provinciale di un neonato Partito
quattro anni, mentre il capitale straniero aiuta largamente il sa- per la Rifondazione del comunismo, passava subito in secondo
botaggio e le rivolte della borghesia in Russia. In realtà non vi piano; quella più sollecitata era la competenza professionale
è più assolutamente alcuna differenza, nemmeno l’ombra di una dell’esperto di opere e infrastrutture pubbliche, immediata-
differenza, tra Kautsky e un controrivoluzionario borghese». mente catturata dal merito e dal dettaglio con il quale l’ex mi-
Erano passati molti anni da quelle letture, c’era stato il crollo nistro dei trasporti descriveva l’architettura finanziaria del
del muro di Berlino, la dissoluzione dei governi e delle classi Progetto TAV.
dirigenti nei paesi del cosiddetto socialismo reale si era ormai La lettera di Preti ad Andreatta si concludeva con un appello
consumata, in Italia il PCI aveva già rinnegato se stesso e si accorato: «Tu sei un uomo di profonda onestà e un economista
era ridefinito PDS, i partiti della cosiddetta “prima repubblica” di grande valore. La Democrazia Cristiana ne deve tenere
erano ormai prigionieri della rete di Mani pulite e quel simbolo conto, se vuole evitare che il progetto dell’Alta velocità si rea-
del partito socialdemocratico sopravviveva solo a se stesso. lizzi sul serio e se ne dia poi colpa al tuo Partito dopo la cata-
I cascami di odio verso quel simbolo avrebbero potuto por- strofe. Cordiali saluti ed auguri. Luigi Preti». Grazie a quella
tare quella lettera nel cestino dei rifiuti; il tempo passato e, so- lettera dell’odiato lacchè della borghesia, ha inizio una conti-
prattutto, la forte curiosità ne salvò la lettura. nua ed approfondita attenzione che ha portato l’esperto di opere
La lettera di Preti era di pochissime righe, avendo il precipuo e infrastrutture pubbliche a diventare forse il maggiore esperto
scopo di accompagnarne altre due, lunghissime, riservate e per- dell’architettura contrattuale e finanziaria del Progetto TAV e
sonali, che lo stesso Preti aveva inviato qualche giorno prima. della truffa ad esso connessa.
Una a Beniamino Andreatta (datata 10 febbraio 1992), al- Luigi Preti è morto il 19 gennaio 2009. Era nato a Ferrara 95
l’epoca responsabile economico della Democrazia Cristiana; e anni prima. Oltre che ministro in diversi governi fu più volte
l’altra (con data 13 febbraio 1992) al ministro del Bilancio sottosegretario, vicepresidente della Camera, presidente di
Franco Reviglio. Quella indirizzata ad Andreatta, bolognese di commissioni parlamentari, deputato per 40 anni. Con Luigi
adozione come lo era Preti, era più immediata ed accorata. Co- Preti scompariva non solo l’ultimo grande personaggio della
minciava così: «Caro Andreatta, dal punto di vista economico socialdemocrazia italiana, ma anche uno degli ultimi firmatari
la questione della cosiddetta Alta velocità è sicuramente la più della Costituzione ancora viventi, l’unico non nominato sena-
grossa da metà secolo ad oggi per la spesa immensa che com- tore a vita. Dopo di lui restavano in vita solo tre costituenti,
porterebbe. Le Ferrovie Spa parlano di 30 mila miliardi per tutti a Palazzo Madama, tutti senatori a vita, tutti ex democri-
non allarmare troppo l’opinione pubblica, ma in realtà pensano stiani: l’ex presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro,

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Giulio Andreotti ed Emilio Colombo.
Parlamentare dalla Costituente, Preti venne chiamato per la I ministri dei Trasporti che sono venuti dopo
prima volta a ricoprire la carica di ministro, alle Finanze, nel
1958, nel secondo governo Fanfani, e tornerà alla direzione di Dopo Luigi Preti, nei mitici anni ‘80, la lobby dei costruttori
quel dicastero altre due volte (dal 1966 al 1968, nel terzo go- sulla poltrona di quel dicastero hanno trovato invece ministri
verno Moro, e dal 1970 al 1972, nel terzo governo Rumor e disponibili a tutto pur di realizzare un qualche interesse per il
nel successivo governo Colombo). Oltre alle Finanze ha rico- partito di turno che occupava quella poltrona. Per quasi tutti
perto anche altri incarichi di governo: ministro per il Commer- gli anni ‘80 il partito di turno sarà il PSI, ribattezzato per questo
cio estero (1962 - 1963), ministro per la Riforma della Pubblica dalla stampa dell’epoca il partito della “falce e carrello”. Sono
amministrazione (1964 - 1966), ministro del Bilancio e della gli anni dell’esplosione della spesa pubblica, che porterà il de-
Programmazione economica (1969), ministro dei Trasporti bito dell’Italia al primo posto fra i paesi sviluppati; sono gli
(1973 – 1974). anni della programmazione e degli investimenti in opere pub-
L’ultimo incarico ministeriale lo ha ricoperto ancora al dica- bliche pilotati da comitati d’affari con il solo scopo dell’affare
stero dei Trasporti (negli anni 1979 – 1980, nel quinto governo per l’affare e relativi annessi e connessi.
Andreotti), proprio nel periodo in cui la lobby dei costruttori Solo grazie a questo contesto di scelte sganciate dalle esi-
avviava la sua pressione sul governo per aprire anche in Italia genze reali del Paese e di finanza allegra, poteva essere conce-
i cantieri per l’Alta velocità già a pieno regime nella vicina pito un Progetto privo di qualsiasi logica, assurdo sia dal punto
Francia. Con Preti, i pretoriani del ferro e del cemento, trova- di vista della scelta tecnologica che sul piano delle esigenze di
rono le porte sbarrate. I programmi tecnici e tecnologici del- trasporto, utile solo a fare incontrare gli appetiti della lobby del
l’Ente nazionale Ferrovie dello Stato, alle dirette dipendenze “ferro e cemento” con gli interessi della “falce e carrello”.
del ministro, erano orientati in una direzione diversa, stanti le Dopo Luigi Preti, tutti i ministri che si sono succeduti al di-
forti differenze dell’assetto infrastrutturale del nostro Paese ri- castero dei Trasporti non hanno mai mostrato la minima con-
spetto a quello della vicina Francia. La scelta dei francesi per sapevolezza sulla scelta tecnologica e trasportistica operata con
un’Alta velocità con linee dedicate al solo trasporto passeggeri quel Progetto TAV e tanto meno il minimo dubbio sulla sua
era stata valutata non adatta alle esigenze dell’Italia. scarsa utilità a fronte della valanga di lire e di euro necessaria
Proprio in quegli anni si stava lavorando al completamento per la sua realizzazione. Dopo Luigi Preti, tutti i ministri che
della nuova tratta “Direttissima” fra Roma e Firenze, concepita si sono succeduti su quella poltrona sono stati complici più o
e realizzata come linea universale per velocizzare il trasporto meno consapevoli di questa scelta sbagliata e della bugia che
di passeggeri e merci con la stessa alimentazione elettrica delle ha consentito di consumare una clamorosa truffa.
infrastrutture storiche. Analogamente si operava nel campo del Il primo che diede concretamente avvio all’avventura è stato
materiale rotabile, sul quale si era pure investito in maniera si- Claudio Signorile (ministro dal 4.8.1983 al 1.8.1986 e dal
gnificativa, essendo proprio di quegli anni l’entrata in servizio 1.8.1986 al 17.4.1987), seguito da Giovanni Travaglini (dal
del primo treno al mondo ad assetto variabile, il famoso Pen- 17.4.1987 al 28.7.1987), da Calogero Mannino (dal 28.7.1987
dolino. Le scelte tecniche e tecnologiche erano queste, e con- al 13.4.1988) e da Giorgio Santuz (dal 13.4.1988 al 22.7.1989).
trastavano decisamente con quelle della vicina Francia. I ministri che hanno anche convissuto, senza fare una piega,

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con la grande bugia del finanziamento privato sono stati Carlo su molti tavoli, avrebbero meritato ben altra attenzione. Una di
Bernini (ministro dal 22.7.1989 al 12.4.1991 e dal 12.4.1991 queste è arrivata anche sul tavolo del capo della Procura di Roma,
al 28.6.1992), Giancarlo Tesini (dal 28.6.1992 al 28.4.1993), imponendo l’avvio di accertamenti e dunque l’attenzione del ma-
Raffaele Costa (dal 28.4.1993 al 10.5.1994), Publio Fiori (dal gistrato incaricato di indagare sulla truffa TAV. In questo caso
10.5.1994 al 17.1.1995), Giovanni Caravale (dal 17.1.1995 al però l’obbligatorietà dell’attenzione fu subito inquinata da altri
17.5.1995), Claudio Burlando (dal 17.5.1995 al 21.10.1998), interessi che nulla avevano a che fare con l’accertamento della
Tiziano Treu (dal 21.10.1998 al 18.12.1999), Pierluigi Bersani verità. Di quell’indagine e del suo inquinamento si ebbe notizia
(dal 22.12.1999 al 25.4.2000 e dal 25.4.2000 al 11.6.2001), solo diversi anni dopo e grazie ai magistrati perugini che, per
Pietro Lunardi (dal 11.6.2001 al 23.4.2005 e dal 23.4.2005 al competenza, avevano ereditato un filone di un’indagine della Pro-
17.5.2006), Alessandro Bianchi e Antonio Di Pietro (dal cura di La Spezia. I giudici spezzini, indagando su traffici illeciti
17.5.2006 al 8.5.2008), Altero Matteoli (dall’8.5.2008). In oltre di auto ed armi nel porto di quella città, avevano casualmente in-
25 anni si sono succeduti su quella poltrona 16 ministri e nes- tercettato i colloqui del faccendiere che le cronache sulle indagini
suno di loro, senza alcuna eccezione, ha in nessun modo mai di Tangentopoli avevano collocato “un gradino sotto di Dio”.
messo in discussione la realizzazione di quel Progetto. L’Alta velocità era il tema dominante dei colloqui intercettati ed
Pochi anni prima di morire Luigi Preti scriveva: «Pensavamo aveva portato quei giudici a chiedere l’arresto, eseguito il 15 set-
di costruire un’Italia democratica composta da uomini onesti, tembre 1996, di Lorenzo Necci. Dalla stessa inchiesta un filone
sia di maggioranza sia di opposizione, allo scopo di contribuire che vedeva coinvolto Antonio Di Pietro sarà, sempre per compe-
all’avanzata economica e sociale del nostro Paese. La nostra tenza, trasferito a Brescia e determinerà le immediate dimissioni
Costituzione, che andò in vigore all’inizio del 1948, fu giudi- dell’ex PM che nel frattempo era diventato ministro dei Lavori
cata una delle migliori del mondo, anche all’estero. Ma soprat- Pubblici del primo governo Prodi.
tutto si rivelò un abito molto adatto alle esigenze dell’ Italia di I risultati del lavoro dei magistrati perugini sugli inquinamenti
allora». Questa la statura e la sensibilità del personaggio, oggi della attività dei magistrati romani diventano noti il 7 febbraio
nemmeno paragonabili con quelle dei lacchè di se stessi che del 1998: «Nove arresti, trenta indagati, ottanta perquisizioni,
popola il panorama contemporaneo della politica. duecento investigatori al lavoro (…). L’operazione si chiama
La riconoscenza a questo padre costituente non potevo te- “Little Tower”, piccola torre, forse per indicare la roccaforte
nerla chiusa nei miei ricordi insieme a quelli sul rinnegato lac- nella quale vigeva un presunto sistema di corruzione. L’enne-
chè della borghesia. Lo incontrai nella sua casa di Bologna simo scoperto dai magistrati perugini, attraverso intercettazioni,
nella primavera del 1998: lo ringraziai per quelle lettere che confessioni e rogatorie internazionali. Il nuovo filone corre sui
mi aveva inviato cinque anni prima e gli consegnai il mio libro binari dell’Alta velocità e porta in carcere per la prima volta
che raccoglieva la sua isolata denuncia della grande truffa. Il Giorgio Castellucci, il piemme romano, e due avvocati, Fio-
colloquio, intenso e di quelli che segnano la memoria, non fu renzo Grollino e Astolfo Di Amato. Non solo: agli arresti torna
molto lungo; il peso degli anni, 86, si faceva sentire e non vo- anche “Chicchi”, Pier Francesco Pacini Battaglia, ancora una
levo abusare della sua disponibilità. Stima e simpatia sono i volta indicato come regista delle operazioni. “Manette da casa”
sentimenti che ho nutrito per lui da quel momento. sono scattate per Lorenzo Necci, ex amministratore straordina-
A Preti diedero ascolto in pochi. Eppure quelle lettere, arrivate rio delle FS, per Emilio Maraini, ex presidente della partecipata

30 31
FS Italferr Spa, per Ercole Incalza ex amministratore della TAV
Spa e per l’Avvocato Marcello Petrelli consulente della stessa Le lettere di Luigi Preti
società».1
Il faccendiere più noto dell’era di Mani pulite, Pier Francesco Il 10 febbraio 1993 così scriveva a Beniamino Andreatta:
Pacini Battaglia (P.P.B.), il massimo regista delle tangenti della «Caro Andreatta, (…). Si è detto che una cosa importantissima
“prima repubblica”, intercettato l’11 gennaio del 1996, parlava sarebbe il coinvolgimento dei privati nella società TAV (Treno
dell’indagine e dei magistrati costretti da Preti ad indagare sulla Alta velocità) nella quale lo Stato avrebbe solo il 40% delle
truffa TAV con l’avvocato Marcello Petrelli. azioni. Non è assolutamente così, perché le quote sottoscritte
Questo il tono delle interlocuzioni: «P.P.B.: ... te devi dire al appartengono per il 90% a banche ed aziende di pubblica pro-
Sig. Squillante che deve smettere di rompere i coglioni a casa prietà, dato che i privati non si fidano e temono di perdere i
Necci, c’è andato 6 volte; l’avvocato risponde:lui è andato a quattrini. I cosiddetti privati sono la Banca Commerciale, il
rompere i coglioni a Necci, facendo il furbo perché questi si Credito Italiano, la Banca del Lavoro, ecc. che sono stati co-
chiamano ricatti morali… ha… è per colpa di quella “cimice”, stretti a sottoscrivere piccole quote in quanto sono di proprietà
potrebbe avere sentito i colloqui di me con l’amico di Pacini, statale e perciò obbligate. Comunque queste società o enti per
che cazzo di discorso sarebbe...noi non si è chiesto nulla al Si- il momento non sborsano danaro. In gran parte il danaro lo do-
gnor Squillante riguardante Necci. Noi si è detto ti diamo 50 vrebbe sborsare lo Stato; e per il resto la TAV ricorrerebbe, se
milioni e te ne diamo degli altri se te ci chiudi il problema». ci riesce, a grossi prestiti per i quali lo Stato medesimo sarebbe
E infine P.P.B. precisa:«Che smetta di rompere i coglioni, ha tenuto a pagare gli interessi. Alla fine, una volta realizzata
beccato già i soldi. Smetti eh io dico...Castellucci becca e in- l’Alta velocità, poiché questa non sarebbe sicuramente attiva
crimina. Quello (Squillante) becca i soldi e ci rompe i coglioni. come tutte le Ferrovie del mondo, il capitale dovrebbe essere
Io dico che chi becca i soldi sta zitto! Lui becca i soldi e rompe rimborsato dal povero Stato. Si dice che sarebbe una grande e
il cazzo».2 positiva novità il fatto che i contratti con l’Iri, l’Eni e la Fiat
L’attenzione a quelle lettere ci avrebbe risparmiato anche la sarebbero a “tempi e prezzi certi”. A parte che non sappiamo
lettura di queste misere intercettazioni. La loro pubblicazione è quali aziende di questi general-contractors dovrebbero fare i
dunque un atto doveroso di riconoscenza e di attestazione del lavori, faccio notare che molte di queste sono gravemente so-
merito di Luigi Preti per avere per primo riconosciuto e denun- spettate dalla magistratura per le tangenti da esse pagate. È ri-
ciato la grande truffa dell’Alta velocità. dicolo dire che si intende realizzare l’iniziativa dell’Alta
velocità a causa del disinteresse delle Ferrovie statali negli ul-
timi tempi. Ma, se questo disinteresse c’è stato, si dovrebbe
spendere i danari per mettere a posto tutte quelle linee ferro-
viarie, soprattutto meridionali, che sono in orribili condizioni.
1
Italo Carmignani, “Tangenti ad alta velocità: nove arresti”, il Messaggero, Invece il danaro andrebbe per un impresa nuova. Si afferma
8 febbraio 1998. che la Francia – paese con una struttura geografica profonda-
2
“Ti diamo altri milioni se ci chiudi il problema”, il Messaggero, 8 febbraio mente diversa da quella dell’Italia, che è lunga e stretta –
1998. avrebbe realizzato grandi cose con l’Alta velocità. Questo non

32 33
è vero, perché la Francia si è limitata a rendere più veloci certe fedeli e spende somme enormi nelle società da lui inventate.
ferrovie esistenti con le opportune ristrutturazioni tecnologiche Alla Susanna Agnelli, come consigliere della Tav, toccano ben
e non ha costruito nuove linee ferroviarie, come si vorrebbe 400 milioni l’anno. Sugli sperperi di Necci a suo tempo io ho
fare in Italia col progetto Alta velocità. Comunque tutti sanno scritto al ministro Costa, che si occupa di queste cose, e ti invio
che in Francia si ride di questo progetto, ed è pure notorio che copia, se le vuoi leggere, delle due lettere. So che la Procura
in Spagna si è voluto costruire una nuova linea ferroviaria ad della Repubblica di Roma sta occupandosi di cose grossissime,
Alta velocità tra Madrid e Siviglia in occasione dell’Esposi- come quella dell’Anas, ma io comunque ho denunziato al capo
zione, con esiti disastrosi da tutti i punti di vista, e la magistra- della Procura il dr. Necci per come ha sperperato i danari dello
tura sta indagando sulle grandissime tangenti ricevute da molti Stato, regalando soldi da tutte le parti. Penso che tu sappia che
che hanno perorato l’iniziativa. Premuto da chi ben si sa il go- nel dibattito in Parlamento quasi tutti i Partiti hanno criticato
verno ha stanziato 18 mila miliardi per l’Alta velocità nel pe- il Progetto Alta velocità. Tu sei un uomo di profonda onestà e
riodo di 4-5 anni, però sono state poste condizioni, che ancora un economista di grande valore. La Democrazia Cristiana ne
non si sono verificate, e perciò il piano è tuttora fermo, anche deve tenere conto, se vuole evitare che il progetto dell’Alta ve-
se la Fiat, l’Iri e l’Eni insistono per cominciare, sapendo be- locità si realizzi sul serio e se ne dia poi colpa al tuo Partito
nissimo, a mio avviso, che lo Stato troverebbe il modo di pa- dopo la catastrofe. Cordiali saluti ed auguri. Luigi Preti».
gare più del pattuito. I presidenti dell’Iri e dell’Eni, con ciò che A parte i riferimenti alle singole persone, per i ruoli e le re-
i giornali dicono di loro, farebbero bene a non insistere sul- sponsabilità attribuiti e più o meno accertati, in questa lettera
l’Alta velocità e a non dare prebende a certi giornalisti. I lavori vi era già una descrizione puntuale della truffa ai danni dello
dovrebbero cominciare a Bologna e nella Roma-Napoli. A Bo- Stato connessa con l’architettura finanziaria e contrattuale di
logna però hanno detto di no all’attuale progetto tanto il Mu- quel Progetto.
nicipio del capoluogo emiliano, quanto i piccoli Comuni tra La lettera inviata da Preti al ministro Franco Reviglio, pur ri-
Bologna e Firenze dove dovrebbe passare la nuova linea fer- prendendo gran parte delle motivazioni di quella inviata ad An-
roviaria. Se tutto va bene, i lavori - che dovrebbero avvicinare dreatta, ci dice di una interlocuzione già in corso da tempo e
l’Italia all’Europa secondo le Ferrovie Spa - si farebbero tra contiene un riferimento particolarmente importante, quello ad
Roma e Napoli, dove ci sono già due linee ferroviarie a doppio una delibera assunta dai ministri competenti il 9 dicembre
binario. Si arriverebbe ad avere tre linee con sei binari, mentre 1992, della quale Preti mette in rilievo punto per punto i limiti.
la linea Bologna-Verona, che conduce al Brennero e in Ger- Il 13 febbraio 1993 così scrive al ministro: «Caro Reviglio,
mania, è ancora a binario unico. Credo che tu sappia che il capo rispondo alla tua lettera del 29 gennaio u.s., nella quale fai pre-
di Gabinetto del ministro Tesini, che ha convinto costui a so- sente che avete posto alcune limitazioni al progetto Alta velo-
stenere l’Alta velocità, è il Dr. Rossi Brigante, il quale era capo cità. Ciò è vero, ma è anche vero che si tratta di un’impresa
di Gabinetto anche nel precedente Governo col ministro Pran- sbagliatissima, ideata a suo tempo da Ligato (del quale tu co-
dini. Formigoni ed altri democristiani, che hanno inviato ai par- nosci le vicende), respinta da Schimberni (che si dimise soprat-
lamentari un documento contro l’Alta velocità, hanno avuto tutto per questa ragione) e riportata avanti da Necci, un
contatti con altissimi funzionari delle Ferrovie cacciati da megalomane che anche all’Enichem-Enimont diede prova di
Necci, il quale assume per conto suo in modo da avere persone una certa disinvoltura. L’attuale ministro Tesini, entrato al mi-

34 35
nistero senza conoscere i problemi, si è fatto convincere dal La delibera del 9 dicembre ‘92 del Bilancio, del Tesoro e dei
Capo di Gabinetto Rossi Brigante (un uomo che aveva fatto il Trasporti, della quale tu mi invii copia, stabilisce che lo Stato
Capo di Gabinetto con il Ministro Prandini, del quale tutti (ossia le Ferrovie) non dovrà pagare di interessi più di 5.500
sanno le vicende per l’ANAS ed altro). Questo Rossi Brigante, miliardi per l’intera costruzione della tratta Torino-Milano-
che mi sembra continui a rimanere al suo posto malgrado i Napoli. Gli eventuali superi dovrebbero essere pagati dalla
dubbi avanzati dalla magistratura sul suo operato ai LL.PP., TAV con i proventi della gestione. Ciò mi pare assurdo, perché
non ha tardato affatto ad accordarsi con Necci per l’Alta velo- non esistono ferrovie attive in nessun Paese del mondo, nep-
cità. Comincio col dirti che non è in nessuna maniera accetta- pure negli Stati Uniti, dove lo Stato deve dare contributi, per-
bile la tesi che l’Alta velocità sarebbe “un sostegno allo ché si tratta di un servizio pubblico. Se la TAV volesse
sviluppo e all’occupazione” nonché “uno strumento utilizza- guadagnare, dovrebbe far pagare i biglietti a prezzi elevatis-
bile per ridare ossigeno all’industria nazionale”. Se si tratta di simi, e nessuno prenderebbe più questi treni, destinati a restare
aiutare la FIAT, l’IRI e l’ENI – che sono i general contractor – vuoti, anche perché i ricchissimi hanno l’aereo personale. Il
per fare guadagnare ad essi qualcosa, può esser compreso da documento dice che “l’indebitamento assunto dalla TAV dovrà
alcuno, ma non da me. L’industria non si sviluppa con questi prevedere mediamente tassi di interesse in linea con quelli nel
lavori di costruzione, ma con imprese destinate a durare. D’al- pari periodo applicati allo Stato Italiano”. Tale documento non
tro lato, dieci o quindicimila persone eventualmente impegnate è scritto troppo bene, ma ritengo di aver capito che cosa vuol
per alcuni anni nei lavori dell’Alta velocità sono ben piccola significare: ossia che chi farà i prestiti alla TAV non potrà chie-
cosa sul fronte dell’occupazione. Senza contare che altri lavori, dere interessi maggiori a quelli dello Stato. Non so se vi siano
intesi a mettere a posto tante linee ferroviarie in pessime con- banche disposte a chiedere interessi bassi, anche perché l’im-
dizioni già esistenti, darebbero almeno lo stesso risultato. presa è molto discutibile, e non vorrei che Necci trovasse un
Si dice che la TAV, inventata da Necci, avrebbe il pregio di cavillo per interpretare diversamente il testo. Resta comunque
coinvolgere i privati nella Società. Questo è assurdo, perché io fermo che i cosiddetti privati non pagano nulla e che la TAV
ho l’elenco nominativo degli Enti o Società che dovrebbero (ossia Necci, che controlla il Presidente della Società, come il
sottoscrivere una parte delle azioni, ma questi sono quasi tutti settantaquattrenne Presidente delle Ferrovie spa) dovrà chie-
pubblici, a partire dalla Banca Commerciale, dal Credito Ita- dere prestiti. Non ne avrebbe bisogno, se i cosiddetti privati
liano, dalla Banca Nazionale del Lavoro, dalla Banca delle Co- sborsassero il denaro. La delibera dice che le tariffe dovranno
municazioni. Il cosiddetto capitale privato non arriva nemmeno essere stabilite in base ai proventi del traffico in modo che sia
al 10%, e dubito molto che venga immediatamente sottoscritto prodotto un reddito sufficiente almeno a coprire il servizio del
con effettiva disponibilità di denaro. Ho visto che tra i privati debito direttamente o indirettamente a carico dello Stato. Mi
ci sarebbe la Fondiaria. Ma non credo che il Gruppo Ferruzzi, sembra di essere nel mondo delle nuvole! Prima infatti si do-
il quale oggi la controlla, sia in grado o comunque sia disposto vrebbero costruire le linee ad Alta velocità (con tutti i costo-
a sborsare denari. La verità è che questa è solo una montatura sissimi annessi), e poi successivamente la TAV dovrebbe
di Necci per convincere il governo di una “grande novità”, che mettere tariffe tali da coprire il servizio del debito dello Stato.
in realtà non esiste. Tutto sarà pagato dal Tesoro dello Stato, Questo è impossibilissimo. Quando io sarò morto e tu, Necci,
se l’operazione si dovesse fare. Tesini e Barucci sarete vecchi, colui che presiederà al momento

36 37
la TAV dirà che non è umanamente possibile fare ciò che il do- intervenire, se non per sborsare quattrini e il solito Necci, che
cumento prevede. Così come io ho sempre detto, pagherà tutto regala prebende a tutti – compresa la Susanna Agnelli, la quale
lo Stato dei nostri figli e nipoti. riceve 400 milioni all’anno - disporrà di soldi del tesoro per
Nel documento si dice che il prezzo forfettario per le nuove fare tutto quello che vuole. Ne avrete voi la responsabilità; e
tratte non potrà in nessun modo cambiare e i general contrctors dovete pensar bene prima di dare il via a questa impresa, men-
dovranno consegnare “chiavi in mano” nei tempi previsti. Sono tre gran parte delle ferrovie esistenti sono allo sfascio. Cordiali
matematicamente sicuro che i general contractor troveranno il saluti. Tuo Aff.mo Luigi Preti».
modo di farsi pagare di più, indipendentemente dalla scusa Le osservazioni di Preti sulla delibera mostravano una cono-
degli scavi archeologici. Poiché l’ENI e l’IRI in quel momento scenza di quel Progetto decisamente superiore a quella dei mini-
avranno verosimilmente cessato di esistere, coloro che succe- stri competenti, che la storia confermerà in tutta la loro evidenza.
deranno porranno il problema della maggiorazione delle spese.
Per quanto poi riguarda la FIAT, sappiamo benissimo che essa
sa facilmente risolvere questi ed altri problemi e lo Stato è sem-
pre verso di essa molto comprensivo. La delibera dice che i ge- Il silenzio della politica e l’inquinamento della magistra-
neral contractor dovranno “prestare fideiussione pari al 20% tura
delle opere da realizzare, maggiorata dell’importo di eventuali
anticipi”. È chiaro che la fideiussione dell’IRI e dell’ENI fa ri- Lo sperpero di denaro pubblico che Luigi Preti denunciava
dere: sarebbe lo Stato a fare la fideiussione a sé stesso. Alla con quelle lettere si è rivelato di gran lunga superiore alle cifre
fine il documento dice che “il costo delle singole tratte dovrà già allarmanti previste. Da un costo di 30 mila miliardi di vec-
risultare allineato al costo medio di opere ad alta Velocità” di chie lire siamo arrivati ad oltre 90 miliardi di euro, 180 mila
altri Paesi europei. Se si tratta della Spagna, le spese sono state miliardi di vecchie lire. Da un costo medio a chilometro per il
iperboliche (a parte le tremende tangenti, su cui stanno inda- quale i ministri competenti avevano deliberato l’allineamento
gando i giudici spagnoli) e l’Alta velocità tra Madrid e Siviglia con il costo medio di altre analoghe infrastrutture europee,
si è rivelata un enorme fiasco dal punto di vista sia economico siamo ad un costo almeno cinque volte maggiore sia di quelle
sia gestionale. In Francia le cose vanno un po’ meglio, ma spagnole che di quelle francesi.
l’orografia francese non ha nulla a che fare con quella della Per circa quindici anni, Luigi Preti ha scritto lettere che sono
lunghissima, stretta e montuosa Italia. arrivate senza alcuna esagerazione su centinaia di tavoli, quelli
Per concludere ricordo che nel documento si dice che “le sin- di tutti i presidenti del Consiglio, di decine di ministri, di molti
gole operazioni finanziarie della TAV saranno approvate dalle deputati e senatori di cinque legislature. Nel ricordo della sua
Ferrovie dello Stato Spa con apposita delibera del Consiglio di segretaria particolare, che lo ha assistito dal 1947 fino agli ul-
Amministrazione”. Questo significa che decide tutto Necci, timi giorni prima della sua scomparsa, proprio questa lunga e
perché il Consiglio di Amministrazione sarà manovrato da lui, solitaria battaglia di Luigi Preti è il periodo che riaffiora con
il Presidente settantaquattrenne è solo una “lustra” e non com- maggiore tristezza e sofferenza. Dopo la sua morte i faldoni
batte più nessuna battaglia, e il presidente della TAV non potrà del suo archivio che per anni hanno accumulato quelle missive
non essere d’accordo con Necci. In sostanza lo Stato non potrà sono finiti nella biblioteca del Senato, chiusi in qualche polve-

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roso ripostiglio. Chissà se un giorno saranno catalogate e rese vestigare sulle cause e gli effetti di questo meccanismo, che
disponibili, o fatte sparire per sempre. tende a trasformare lo Stato in semplice mallevadore di obbli-
Se quelle lettere avessero ricevuto l’attenzione che merita- gazioni e comportamenti autocraticamente adottati dalle pro-
vano ci saremmo anche risparmiati l’onere del comma 966 prie società». La Corte però si ferma qui. Alle accuse, di
della finanziaria del 2007 e la lettura della relazione della Corte irresponsabilità all’indirizzo dei manager delle SpA pubbliche
dei Conti, depositata l’11 dicembre 2008, specificatamente de- e di omissione nei confronti della burocrazia di Stato, non fa
dicata ai “debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da seguire alcun provvedimento nei confronti degli accusati, evi-
FF.SS., RFI, TAV e ISPA per le infrastrutture ferroviarie e per tando persino di farne i nomi e i cognomi.
la realizzazione del sistema Alta velocità” . Una relazione che, La Corte dei conti comunque ci attesta che, in oltre quindici
con linguaggio più forbito, nulla aggiunge alle lettere di Luigi anni, una truffa evidente, fondata su di una pura e semplice
Preti. Scrive la Corte dei conti: «In buona sostanza l’uso del bugia, non è stata riconosciuta come tale da decine di ministri
debito pubblico abbondantemente praticato da FF.SS., anche che si sono succeduti sulle poltrone dei dicasteri competenti,
in periodi storici talvolta già lontani nel tempo, e poi scaricato da interi parlamenti di diverse legislature, da autorevoli organi
sull’Erario viene trasmesso a generazioni future, senza che sia ed autorità dello Stato.
data alcuna prova che le stesse possano in qualche in modo av- La ricostruzione di questa storia dunque è fondamentale
vantaggiarsene: non esiste infatti alcuna relazione o documen- anche per capire il perché di un Paese che riesce a non vedere
tazione, negli atti a supporto dell’accollo del debito, dalla quale una truffa di dimensioni colossali, che resta silente quando que-
si evinca che allo stesso siano correlati beni pubblici ancora sta viene certificata da leggi ed organi dello Stato e che lascia
produttivi al momento in cui tale debito finirà di essere pagato. in libertà i mariuoli che l’hanno ordita o consentita o favorita
Anzi, le modalità anodine con cui questi debiti vengono assunti o tollerata o anche solo colpevolmente ignorata.
lascia intendere che gli effetti sulla distribuzione intergenera-
zionale delle risorse non siano stati in alcun modo tenuti pre-
senti e neppure calcolati in astratto».
Preti metteva in evidenza il rischio della truffa nel 1993, la
Corte dei conti ne attesta la realizzazione nel 2008, ben 15 anni
dopo. La Corte si esprime pure con pesantissime accuse di re-
sponsabilità sia nei confronti del management delle FS, di RFI
e di TAV, sia nei confronti di chi avrebbe dovuto vigilare sulla
attività di società con il cento per cento di capitale pubblico:
«Il Ministero dell’economia e delle finanze e la Cassa Depositi
e Prestiti (per la parte di propria competenza nella veste di sog-
getto incorporante ISPA) non sono stati in grado di rispondere
ai quesiti istruttori illustrati: la posizione dei funzionari preposti
ai competenti uffici appare piuttosto impegnata a garantire la
copertura finanziaria e la puntualità dei pagamenti che ad in-

40 41
tando persino di farne i nomi e i cognomi. BENIAMINO ANDREATTA E I LADRI DI VERITÀ
La Corte dei conti comunque ci attesta che, in oltre quindici
anni, una truffa evidente, fondata su di una pura e semplice
bugia, non è stata riconosciuta come tale da decine di ministri La coincidenza vergognosa
che si sono succeduti sulle poltrone dei dicasteri competenti,
da interi parlamenti di diverse legislature, da autorevoli organi Nel 1998 avevo inviato ad Andreatta il mio libro in cui rife-
ed autorità dello Stato. rivo anche delle sue posizioni sul progetto per l’Alta velocità,
La ricostruzione di questa storia dunque è fondamentale e spiegavo le ragioni della sua inaspettata nomina a ministro
anche per capire il perché di un Paese che riesce a non vedere per gli Affari Esteri nel governo Ciampi. Mi ero ripromesso di
una truffa di dimensioni colossali, che resta silente quando que- approfondire quella vicenda, di trovare puntuali conferme
sta viene certificata da leggi ed organi dello Stato e che lascia anche dalla sua diretta testimonianza: non ne ebbi il tempo e
in libertà i mariuoli che l’hanno ordita o consentita o favorita l’opportunità. “Il 15 dicembre del 1999, nel corso di una seduta
o tollerata o anche solo colpevolmente ignorata. parlamentare per il voto della Legge Finanziaria, ebbe un grave
malore e finì in coma profondo in seguito ad un infarto e alle
conseguenze di un’ischemia cerebrale. Venne trasferito d’ur-
genza all’ospedale San Giacomo di Roma, dopo aver ricevuto
i primi soccorsi in aula da parte del medico della Camera e dei
deputati Pino Petrella e Pierluigi Petrini rispettivamente me-
dico ed anestesista. Nonostante i pronti soccorsi, prima di es-
sere rianimato Andreatta rimase in stato di sofferenza cerebrale
da ipossia per venti minuti, riportandone danni permanenti. I
bollettini medici dichiararono da subito che il ministro si tro-
vava in "condizione critica", e venne dichiarato il coma pro-
fondo. Il 1 gennaio 2000 venne trasferito a bordo di un mezzo
di trasporto militare dal San Giacomo all’ospedale Sant’Orsola
di Bologna. Andreatta rimase fino alla morte in uno stato ve-
getativo, spegnendosi dopo più di sette anni di stato comatoso
il 26 marzo 2007”.1
La notizia, sulla stampa, dell’epilogo del lungo e tragico
coma è stata accompagnata da una cinica coincidenza. Quello
stesso giorno le grandi imprese cooptate nell’affare TAV ac-
quistavano un’intera pagina sui tre maggiori quotidiani nazio-
nali per pubblicare una “lettera aperta ai cittadini per un

1
. Voce “Beniamino Andreatta”, su enciclopedia telematica Wikipedia.it.

43
giudizio informato sul decreto legge sulle cosiddette liberaliz- di persone e merci e a forte interazione con la rete tradizionale
zazioni che ha disposto la revoca dei contratti TAV per le linee (Alta Capacità-AC)». In quattro righe, apparentemente neu-
Milano-Verona, Verona-Padova e Genova-Milano”. La lettera trali, poste in apertura quasi come semplice premessa, viene
era in realtà un puro e semplice elenco di insulti, destinatari il invece offerta una ricostruzione della nascita del Progetto in
parlamento ed il governo nazionali, formulati con la faccia cui date, motivi e obbiettivi sono semplicemente inventati,
tosta di chi, mentre spende di fatto soldi pubblici, non si perita privi di qualsiasi riscontro oggettivo. Assolutamente falso il ri-
tuttavia a fornire ai cittadini informazioni stravaganti quando chiamo al consenso politico unanime.
non palesemente false. Il Progetto, quel Progetto di AV, prende avvio in realtà a metà
L’attacco nei confronti del governo era senza precedenti e si degli anni ‘80, mentre proprio agli inizi degli anni ‘90, dopo
riferiva al Decreto Legge n.7 del 31.01.2007, la cosiddetta “len- gli scandali che avevano investito le FS, rischiava di essere let-
zuolata” del ministro Bersani sulle liberalizzazioni, che, fra l’al- teralmente cancellato. Nel 1989, proprio il commissario stra-
tro, disponeva la revoca dei contratti per la realizzazione delle ordinario, nominato dal Governo per rimettere ordine nei conti
tratte di Alta velocità Genova-Milano, Milano-Verona e Verona- delle Ferrovie dello Stato, aveva liquidato quel Progetto con
Padova. Il decreto non metteva in discussione la realizzazione una affermazione secca: « Se uno ha una Cinquecento che non
di quelle opere: imponeva semplicemente l’espletamento di un funziona, non può pensare di risolvere il problema compran-
gara pubblica per l’affidamento della loro realizzazione e, a tal dosi una Ferrari». Ancora nel 1992 il ministro del Bilancio in
fine, sanciva la revoca della concessione a TAV SpA e conse- carica Franco Reviglio riprende la metafora e definisce quel
guentemente azzerava i sottostanti contratti che la stessa TAV progetto come “un motore da fuoriserie montato su un’utilita-
SpA aveva affidato ad altrettanti general contractor. ria”. La metafora sintetizzava in maniera efficace il parere degli
La pagina a pagamento, fatta uscire alla vigilia del voto per esperti di trasporti più autorevoli dell’epoca e quello della stra-
la conversione del decreto in legge, contestava l’articolo rela- grande maggioranza dei tecnici delle FS non compromessi con
tivo ai contratti TAV con termini forti e di aperta sfida. Definiva la lobby del “ferro e cemento”.
quell’articolo “illegittimo” e “arrogante” e contestava i motivi Gli autori di quella pagina confidavano nel vizio della me-
del provvedimento con un titolo, “è falso”, ripetuto per ben moria che da anni praticano le classi dirigenti del nostro Paese.
quattro volte. Insieme agli insulti, un terzo di pagina era occu- Le rarissime eccezioni che si sottraggono a questo vizio tro-
pato da un box con il quale si dichiarava di voler garantire la vano spazio solo quando accadono vicende clamorose. Una di
“lnformazione ai cittadini sul progetto, avanzamenti, stato queste voci si è fatta sentire in occasione del tragico incidente
dell’arte del sistema italiano di AV/AC ferroviaria”. Un vero e ferroviario di Viareggio del 29 giugno 2009: è stata quella di
proprio capolavoro di ipocrisia. un economista liberale di grande spessore come il professor
La presunta informazione ai cittadini iniziava così: «Per Giulio Sapelli. è stata l’unica voce che non ha partecipato al
un’Italia più coesa, efficiente e competitiva, agli inizi degli anni coro autoassolutorio dei boiardi delle Ferrovie dello Stato e dei
‘90 il governo decideva, con consenso politico unanime, di do- loro sponsor politici e affaristici. Ricordava delle semplici ve-
tare il paese di oltre 1000 chilometri di nuove linee ferroviarie rità: «Il terribile incidente del treno merci di Viareggio e le po-
ad alta tecnologia da Torino a Venezia, da Genova a Milano e lemiche sui pendolari (...) impongono una riflessione sul
da Milano a Napoli, per il trasporto veloce (Alta velocità-AV) modello complessivo delle Ferrovie italiane. In particolare oc-

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corre andare alle radici del tema sicurezza e, per quanto ri- grado di regolazione, insensibilità per i bisogni della gente nor-
guarda i passeggeri, riconoscere che le Ferrovie dello Stato non male. Occorre cambiare una strategia che si è rilevata fallimen-
riescono a risolvere il problema. Anzi, si deve con coraggio tare e rimettere al centro quella ferrovia leggera e verde, che
dire che negli ultimi anni esso non solo si è aggravato, ma ha può scorrere per tutto il Paese, così come aveva sognato a suo
anche provocato una sorta di divisione sociale e morale e cul- tempo, prima di essere cacciato dagli oligopoli e dai politici,
turale tra italiani di serie A e italiani di serie B: ossia quelli che Mario Schimberni».3
possono spostarsi – per reddito e per comodità di vita – con la Prima di quell’incarico Schimberni era stato ai vertici della
cosiddetta Alta velocità e coloro che invece debbono ricorrere Montedison, della quale era diventato presidente nel 1980 per
ai più modesti e troppo spesso sporchi e inefficienti treni per governare il dopo della gestione di Eugenio Cefis, figura con-
pendolari.» 2 troversa, prototipo di quella che venne definita la borghesia di
Proprio così: questa cosiddetta Alta velocità è all’origine del Stato. Non aveva solo governato brillantemente il dopo-Cefis:
degrado sociale e morale e culturale del sistema della mobilità aveva allargato la presenza della Montedison arrivando a sca-
su ferro di persone e merci, e comincia in un preciso momento: lare, alla luce del sole, importanti centri di comando di gruppi
«Mi viene sempre più alla mente il monito che Mario Schim- industrial-finanziari. La sua avventura in Montedison si con-
berni affidò alla memoria storica di questo paese allorché, no- cluse quando la sua idea strategica di fare del colosso chimico
minato commissario prima, e amministratore delegato poi, italiano una grande pubblic company si scontra con i disegni
delle ferrovie nel 1988, si convinse che occorreva abbandonare autarchici del cosiddetto salotto buono dell’alta finanza e del
il progetto dell’Alta velocità - che risale a quel tempo - per in- suo deus ex machina Enrico Cuccia. Già nell’estate del 1986
sistere, invece, su un progetto di riqualificazione dell’intera Schimberni aveva conquistato il 37% della compagnia assicu-
rete ferroviaria, trasformando i cosiddetti rami secchi in verdi rativa La Fondiaria, il fiore all’occhiello di Mediobanca, pro-
rami di un albero che doveva coprire con la sua ombra tutto il vocando però anche le ire dell’avvocato Agnelli. Con l’uscita
territorio nazionale. Dopo un breve intervallo politico in cui fu di scena di Schimberni, costretto a lasciare il campo, la Mon-
lasciato lavorare, Schimberni fu costretto, dietro il paravento tedison, con dietro il gruppo Ferruzzi, gioca con l’ENI la partita
del cosiddetto primato della politica, ad abbandonare l’incarico delle tre carte della società EniMont che si conclude con la co-
e a dimettersi. Quel primato, nascondeva come sempre, in ve- struzione di quella che Mani pulite ha archiviato come la
rità, corposi interessi di lobby oligopolistiche che si pensavano “madre di tutte le tangenti”.
traditi dal piano del grande manager. Visione, peraltro, assai Dopo lo scandalo delle “lenzuola d’oro”, Schimberni è il tec-
miope, dato che, invece, con esso avrebbero potuto unirsi pro- nico ideale per ridare credibilità all’Ente Nazionale delle Fer-
fitti e responsabilità sociale. Nasceva, così, la faraonica ferro- rovie dello Stato. Il lavoro di risanamento viene subito avviato.
via italiana che ha socialmente diviso in due l’Italia e ha Per circa un anno riesce a lavorare senza condizionamenti po-
emarginato il popolo laborioso (...). Monopolio, errate strategie litico-affaristici, chiude il rubinetto degli investimenti inutili,
manageriali, frettolose forme di liberalizzazione a bassissimo blocca il progetto dell’Alta velocità con la storica metafora

2 3
. Giulio Sapelli, “Ferrovie, modello da ripensare”, Corriere-Economia del . Giulio Sapelli, “Ferrovie, modello da ripensare”, Corriere-Economia del
Corriere della Sera, 6 luglio 2009. Corriere della Sera, 6 luglio 2009.

46 47
della Cinquecento e della Ferrari. Metafora che, a ben vedere, concepito come “un sistema sostanzialmente indipendente dal
non era del tutto casuale, visto che il capo della lobby di quel resto della rete per consentire collegamenti veloci tra le prin-
Progetto di Alta velocità era il suo ormai acerrimo nemico Gio- cipali città di Torino, Milano, Bologna, Firenze, Roma e Na-
vanni Agnelli. poli”, lo dice testualmente persino Mauro Moretti, nella sua
La crisi politica determinata dallo scandalo delle “lenzuola veste di amministratore delegato di FS SpA, nel marzo del
d’oro” nel frattempo era stata risolta ed aveva portato alla for- 2007, davanti ai membri dall’Ottava Commissione del Senato.
mazione del sesto governo Andreotti, figlio dell’ultimo patto La stessa TAV SpA, cinque anni prima, nel 2002, con un dé-
consociativo della “prima repubblica”, quello del CAF (dalle pliant patinato e pagine multicolori raccontava che “nel 1997-
iniziali dei protagonisti, Craxi, Andreotti, Forlani). Sulla pol- 98 il programma Alta velocità ha subito una radicale revisione,
trona del ministero dei Trasporti era arrivato Gianni Prandini, che ha avuto il suo elemento più visibile nel cambio dello
entrato subito in aperto conflitto con le decisioni di Schim- stesso nome: da Alta velocità ad Alta Capacità”.
berni, mentre su quella del ministero del Bilancio sedeva Paolo Ancora Moretti, sempre di fronte ai senatori, per rivendicare
Cirino Pomicino, subito in azione come regista e come vero dei presunti meriti, aggiunge che il progetto “..è stato succes-
inventore di quella che sarà la nuova architettura finanziaria sivamente trasformato in un sistema integrato tra una nuova
del Progetto TAV. Il braccio di ferro durerà qualche mese, ma rete di elevate prestazioni e la corrispondente rete esistente,
alla fine la avranno vinta i ministri. Prandini e Pomicino, otte- così da costituire un vero e proprio quadruplicamento merci e
nute le dimissioni di Schimberni, possono finalmente nominare passeggeri”.
un boiardo di Stato più malleabile e che, come gli stessi mini- Il balletto delle definizioni, dall’Alta velocità al Quadrupli-
stri, garantisse la frequentazione della Tangentopoli che solo camento veloce fino all’Alta capacità, non può però occultare
di lì a poco sarebbe stata scoperchiata da Mani pulite. la realtà dei fatti. Il progetto contrattualizzato nel 1991, sia per
Secondo gli autori della pagina pubblicata il giorno della i tracciati delle tratte ferroviarie, sia per il sistema di alimenta-
morte di Andreatta, questo era il “consenso politico unanime” zione dei treni ad Alta velocità, è rimasto uguale a se stesso
con il quale “agli inizi degli anni ‘90” si è dato avvio ad un con tutti i limiti e le conseguenze di scelte tecniche sbagliate.
progetto “per un’Italia più coesa, efficiente e competitiva”:
esempio eloquente di storia ad uso e consumo di un Paese con
la memoria corta, raccontata da ladri di verità che, per perse-
guire il loro esclusivo interesse, non disdegnano di mentire Beniamino Andreatta e il Progetto TAV
anche sui dati strettamente tecnici. Quel Progetto TAV, come
era ed è l’Alta velocità francese dalla quale traeva ispirazione, Nel dicembre del 1992, l’anno della esplosione di Tangento-
concepito e progettato per il trasporto passeggeri con linee de- poli, il parlamento era chiamato ad approvare una Finanziaria
dicate e indipendenti da quelle tradizionali, diventa, nella vul- che risulterà la più pesante mai varata, novantamila miliardi
gata dei lobbisti, “un progetto con linee ferroviarie (...) per il delle vecchie lire. Quella storica manovra economica ha potuto
trasporto veloce di persone e merci e a forte interazione con la vedere la luce grazie soprattutto a Beniamino Andreatta, non
rete tradizionale”. solo per le sue competenze ma anche per il fatto che egli rive-
Che quel Progetto agli inizi degli anni Novanta fosse stato stiva il ruolo di responsabile economico della Democrazia Cri-

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stiana, il partito che garantiva circa il 70% dei voti della mag- della rete esorbitanti rispetto all’incremento effettivo di velocità
gioranza parlamentare. (...). Le vere priorità dovrebbero essere l’universalità contro la
Fino a quel momento il parlamento non aveva mai approvato specializzazione, l’integrazione contro la separatezza e l’utilizzo
o discusso quel Progetto di Alta velocità. Nelle Commissioni della linea esistente anziché la costruzione di una integralmente
parlamentari si era solo espresso un parere non vincolante sul nuova».5 Proprio questo documento dei parlamentari della DC
“contratto di programma” sottoscritto il 23 gennaio del 1991 conteneva le critiche e le osservazioni tecnicamente più puntuali
dai ministri dei Trasporti, del Bilancio e del Tesoro con l’Ente e documentate, e che contestavano alla radice proprio la scelta
Nazionale delle FFSS. del modello francese di Alta velocità.
Proprio in occasione di quella storica legge finanziaria, il re- Nel frattempo, sotto l’incalzare delle critiche, i ministri com-
sponsabile economico della DC presentò un ordine del giorno, petenti per il contratto di programma con le FS, oltre ad alcune
approvato con voto quasi unanime della Camera dei deputati: limitazioni al progetto decidevano che la tratta ferroviaria fra
si chiedeva la revisione radicale di quel Progetto. Con quel- Milano e Torino si sarebbe dovuta affidare con un gara interna-
l’ordine del giorno si riaffacciava minaccioso lo spettro di zionale. La reazione del capofila della lobby del “ferro e ce-
Schimberni, mettendo a rischio i contratti che TAV SpA aveva mento” non si fece attendere: «Martedì 2 febbraio. Più di 20
da poco firmato con FIAT SpA e tutte le maggiori imprese na- minuti di telefonata. Da una parte del filo Giovanni Agnelli,
zionali delle costruzioni. Il clima, nelle cronache dell’epoca, dall’altra Giuliano Amato. Tema: l’Alta velocità. Contenuto: se-
era esattamente questo: «Prima erano solo i Verdi e qualche greto, ma ricostruibile. Oggetto: la Milano-Torino. La tratta del
voce isolata tra i “cartesiani” delle politiche di bilancio come percorso che sta viaggiando a passi da gigante verso la gara d’ap-
Nino Andreatta. Poi, a poco a poco il carro degli oppositori ha palto internazionale. Ma che, con un ennesimo colpo di scena,
preso a riempirsi di gente. L’ultimo esempio è quello delle mo- potrebbe tornare presto alla sua vecchia destinazione. Cioè la
zioni parlamentari che propongono di rimettere in discussione, Fiat, il general contractor che dall’ottobre del 1991 sta lavorando
più o meno radicalmente, tutto il discorso dell’Alta velocità e alla progettazione del percorso. Per il gruppo torinese la gara in-
che hanno trovato sostenitori un po’ in tutti i partiti».4 ternazionale significa rischiare di perdere una commessa di oltre
Contro quel Progetto prende posizione anche un gruppo di par- 3.000 miliardi. Per questo le armi non sono state ancora deposte,
lamentari della Democrazia Cristiana, e fra questi vi era persino nonostante la decisa posizione del ministro dei Trasporti, Gian-
il futuro governatore della Lombardia: «Contro l’Alta velocità carlo Tesini, e l’appoggio del responsabile economico della DC,
ferroviaria arriva un’altra bordata che porta la firma di dieci par- Beniamino Andreatta, primo sostenitore dell’apertura della gara
lamentari dc, tra cui Vittorio Sbardella e Roberto Formigoni. In alle altre nazioni della CEE».6 In realtà il contratto firmato un
una lunga lettera “agli onorevoli colleghi”, i parlamentari met- anno prima aveva un valore di 2.100 miliardi di vecchie lire, ma
tono sotto accusa il sistema Alta velocità sia nella componente il firmatario Cesare Romiti, all’epoca amministratore delegato
progettuale sia in quella finanziaria. Diversi i capi d’accusa: pre- di FIAT SpA, sapeva benissimo che la gallina dalle uova d’oro
visioni “irrealistiche” della domanda, costi di velocizzazione avrebbe fruttato molto di più: lieviterà negli anni fino al 2010
5
4
. “Acrobazia in alta velocità”, su Affari-Finanza de la Repubblica, 29 gennaio . “Alta velocità, il no dei deputati dc”, Corriere della Sera, 29 gennaio 1993.
6
1993. . “Ora siamo fermi, ma ripartiamo”, Mondo Economico, 20 febbraio 1993.

50 51
arrivando al valore di 16.000 miliardi di vecchie lire e con i conti di un incarico alla società di revisione internazionale “Coopers
ancora non definitivi. & Lybrand” per la verifica sui costi e la costruzione finanziaria
Questo dunque il consenso politico unanime millantato dai di quel Progetto; con la stessa delibera ne viene decisa la tra-
lobbisti! Alle loro facce di bronzo non era bastata la pressione smissione al Consiglio di Stato e all’Autorità per la concor-
che, sempre agli inizi degli anni ‘90, avevano esercitato sui renza, con la richiesta di parere sulla legittimità dei contratti
partiti dell’epoca per impedire che Andreatta si occupasse delle stipulati dalle FS e da TAV. Era un colpo micidiale per l’affare
bugie che alimentavano i loro affari con quel Progetto. del secolo ma, in un paese affetto dal vizio della memoria, nulla
Sull’onda dello scandalo di Tangentopoli, il 5 aprile del 1993, può essere dato per scontato.
i “referendum Segni” raccolgono una valanga di SÌ. Il Governo Il governo Amato chiuse i battenti il 28 aprile del 1993. Il
Amato, già falcidiato dagli avvisi di garanzia, venne sostituito nuovo governo tecnico di transizione era diventato l’ultima
in pochi giorni da un “governo tecnico”, con l’incarico di primo spiaggia della lobby del grande affare, un’occasione semplice-
ministro affidato al Governatore della Banca d’Italia Carlo Aze- mente immancabile. Non verrà mancata: anzi, paradossalmente,
glio Ciampi. è in questa occasione che l’esercito dell’Alta velo- proprio quel governo di garanzia per l’uscita da Tangentopoli
cità dispiega tutte le sue truppe per archiviare la battuta d’arresto garantirà invece la partenza del grande affare e creerà le condi-
determinata dall’ordine del giorno approvato dal Parlamento e zioni per il rilancio in grande stile di una nuova Tangentopoli.
che, fra il dicembre ‘92 e l’aprile del ‘93, aveva determinato una Le iniziative promosse dal ministro del Bilancio Beniamino
vera e propria guerra dagli esiti tutt’altro che scontati. Andreatta saranno ostacolate o ignorate dai ministri che segui-
Nei giorni successivi alla telefonata dell’Avvocato, il governo ranno, mentre compiacenti boiardi di Stato, collusi o pressati
Amato viene decimato da Mani pulite: era ancora l’epoca in cui dalla lobby del grande affare, garantiranno pareri che avrebbero
l’avviso di garanzia determinava le dimissioni del politico avvi- fatto impallidire Ponzio Pilato.
sato dell’indagine a suo carico. Il 10 febbraio si dimette Claudio
Martelli dalla poltrona di ministro della Giustizia, il 19 Giovanni
Goria da quella di ministro delle Finanze, il 21 è la volta di Fran-
cesco De Lorenzo dalla Sanità. Nell’inevitabile rimpasto, Amato I pareri pilateschi
forse coglie al volo l’occasione per soddisfare la più o meno
esplicita richiesta dell’Avvocato di rimuovere dal ministero del Il parere del Consiglio di Stato venne pronunciato dalla Prima
Bilancio l’indigesto Franco Reviglio: viene spostato al dicastero Sezione il primo ottobre del 1993 con una relazione che pre-
delle Finanze. Al Bilancio però, dovendo rimanere in quota DC, mette, per far velo alla sua inconsistenza, che «il parere pre-
andrà l’unico nome pulito e competente disponibile. Nel totale scinde da qualsiasi valutazione globale circa la complessa
sconcerto della lobby dell’Alta velocità, venne nominato Benia- operazione posta in essere». La scarna relazione glissa total-
mino Andreatta. mente sulla questione fondamentale dei finanziamenti privati. Il
Il ministro del Bilancio, il 3 marzo 1993, a pochi giorni dal millantato finanziamento da parte dei privati viene puramente e
suo insediamento, convoca i ministri con competenza sul con- semplicemente ignorato. A base del parere di legittimità dei con-
tratto di programma di FS e con firma sua e quella dei ministri tratti ultra miliardari, il Consiglio di Stato pone questo unico e
dei Trasporti Tesini e del Tesoro Barucci delibera l’affidamento fondamentale pilastro: «la circostanza che la TAV è partecipata

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maggioritariamente da privati (40% Ente FF.SS. e 60% privati) dal citato regolamento per l’attività negoziale dell’Ente Ferro-
e che, quindi, non è autorità pubblica, né è una impresa pubblica, vie dello Stato n. 69T/1987 non sembrano essere stati piena-
ai sensi dell’art. 1 e 2 della direttiva n. 90/531». mente soddisfatti. Peraltro, eventuali carenze sotto profili
Alla data della firma del parere, con una semplice visura ca- diversi da quello della concorrenza potranno, certamente, es-
merale, la Prima Sezione avrebbe potuto avere contezza non solo sere oggetto di esame delle competenti autorità giurisdizionali,
del fatto che TAV SpA era partecipata al 45% (e non al 40%) da amministrative e contabili, alle quali questo provvedimento
FS ma anche del fatto che la Banca Nazionale delle Comunica- verrà trasmesso». La delibera per lo sviluppo della fase istrut-
zioni (al momento al 100% di FS) aveva una quota del 5,5%, e toria, dieci scarne righe, che ignorava totalmente il contenuto
dunque la maggioranza non solo era pubblica ma era addirittura della relazione, venne approvata a maggioranza con tre voti a
in capo alle sole Ferrovie dello Stato. Non solo, la stragrande favore; due i voti contrari e uno di questi, caso più unico che
maggioranza dei cosiddetti privati che avevano sottoscritto il ca- raro, fu quello del relatore Fabio Gobbo.
pitale sociale erano quasi tutti istituti bancari pubblici, e in quel La conclusione dell’istruttoria e la formulazione del parere
momento il capitale effettivamente versato - sui 100 miliardi di definitivo si ebbe molto più tardi, quando ormai la lobby aveva
vecchie lire sottoscritti - risultava essere di 51 miliardi e 100 mi- riconquistato il controllo dei centri topici di loro interesse. L’in-
lioni, tutti versati dall’Ente Statale delle Ferrovie. dagine venne chiusa definitivamente il 10 gennaio del 1996
Il pilastro che reggeva il parere di legittimità del Consiglio con una delibera ancora più pilatesca della precedente: «Tutto
di Stato era dunque una pura e semplice bugia: la TAV SpA, ciò premesso e considerato; delibera la chiusura dell’indagine
proprio ai sensi della direttiva europea richiamata dal Consiglio conoscitiva di natura generale nel settore delle infrastrutture
di Stato, era a tutti gli effetti una autorità pubblica. Per la cro- per il servizio di trasporto ferroviario ad Alta velocità. Firmato,
naca è bene ricordare che a presiedere quella Sezione era il pre- il Presidente». Nulla di più, nessun provvedimento, nessuna
sidente del Consiglio di Stato Giorgio Crisci il quale, un anno raccomandazione: tutto va bene madama la marchesa.
dopo aver firmato quel parere pilatesco all’ennesima potenza,
lasciava la presidenza del Consiglio di Stato ed assumeva
quella di Presidente della neonata società FS SpA.
L’Antitrust impiegò quasi un anno solo per la fase istruttoria, La transizione alla nuova Tangentopoli
conclusa il 21 febbraio del 1994. La relazione del commissario
Fabio Gobbo, articolata su 59 punti, smontava e demoliva l’ar- Nella formazione del governo Ciampi, per il ministero dei
chitettura finanziaria della Grande Opera e si concludeva con Trasporti, il veto lobbista su Tesini, che aveva avuto solo la de-
queste note: « Appare indubbio, d’altro canto, che le procedure bolezza di ubbidire alle indicazioni del responsabile economico
seguite per individuare i general contractor avrebbero potuto del suo partito, era semplice e scontato. Tesini scompare dalla
caratterizzarsi per un più elevato grado di trasparenza, non a compagine governativa. La FIAT, in quel ministero chiave, ne-
caso, d’altronde, la direttiva CEE 90/531 impone che dal 1° cessitava delle massime garanzie, e dunque ai Trasporti venne
gennaio 1993 i contratti di fornitura e di lavori conclusi da im- imposto un torinese doc, il liberale Raffaele Costa, che, ovvia-
prese pubbliche nel settore dei trasporti devono essere oggetto mente, lavorerà per riattivare il Progetto e far dimenticare in-
di appalto. Gli stessi requisiti richiesti per la trattativa privata carichi e pareri scomodi. Costa era perfettamente a conoscenza

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della grande truffa dell’Alta velocità e del forte coinvolgimento Ciampi in persona, seppe che il suo dicastero non sarebbe più
in quell’affare della Fiat e della famiglia Agnelli. Era stato in- stato quello del Bilancio. I lobbisti per determinare le condi-
formato, con ben due lettere. «Sugli sperperi di Necci a suo zioni di questo cambiamento ricorsero all’abilità ed alla fanta-
tempo io ho scritto al Ministro Costa, che si occupa di queste sia non comuni di un altro ex ministro del Bilancio, già caduto
cose, e Ti invio copia, se le vuoi leggere, delle due lettere»: così nella rete di Mani pulite ma ancora particolarmente attivo:
scriveva a Beniamimo Andreatta l’ex ministro dei Trasporti Paolo Cirino Pomicino, il nume tutelare del modello TAV.
nella sua lettera riservata e personale del 10 febbraio 1992; Preti Il governo Ciampi era anche il primo della storia repubbli-
non ricevette alcuna risposta, ma è del tutto probabile che quelle cana che vedeva la presenza diretta al suo interno dei post-co-
lettere dal tavolo di Raffaele Costa siano arrivate sul tavolo del munisti del PDS: entreranno nella compagine governativa
presidente o dell’amministratore delegato dell’amata e rispettata Augusto Barbera (Rapporti col parlamento), Giovanni Berlin-
azienda nazionale di Torino. guer (Università e ricerca scientifica), Vincenzo Visco (Fi-
Altro colpo vincente dei lobbisti viene assestato con la no- nanze). La mossa vincente per impedire ad Andreatta di avere
mina a ministro di Paolo Baratta che aveva, fin dall’inizio, par- il Bilancio fu la proposta, fra i diversi tecnici cosiddetti indi-
tecipato alla costruzione dell’architettura finanziaria di quel pendenti, di Luigi Spaventa, un economista già presente in quel
Progetto. Baratta era in quel momento membro del Consiglio ministero nell’ultimo governo Andreotti, proprio nello staff del
di amministrazione proprio della TAV SpA, dove sedeva fin ministro Pomicino. Prima della collaborazione come “tecnico”
dalla data di costituzione, il 21 luglio 1991. Nel CdA della so- de “‘O Ministro” era stato deputato nella Settima (1976-1979)
cietà, garante della bugia del finanziamento privato, rappre- e Ottava (1979-1983) legislatura, eletto nelle liste del PCI
sentava i cosiddetti privati, e cioè istituti bancari di proprietà come indipendente. Nella discussione sulla proposta di Legge
pubblica con vertici di nomina diretta o indiretta della partito- finanziaria a “legislazione invariata” presentata nel dicembre
crazia. Era già stato presidente dell’ICIPU, il consorzio di cre- del 1980 al Parlamento dal ministero del Tesoro diretto da Be-
dito per le imprese pubbliche, presidente del Crediop, il niamino Andreatta, fu proprio Luigi Spaventa a sferrare l’at-
consorzio di credito per le opere pubbliche, vice-presidente del tacco più astioso dell’opposizione.
Nuovo Banco Ambrosiano e dell’Associazione Bancaria Ita- La proposta del nome di Luigi Spaventa, attribuita in quota
liana. Come tutti i grand commis di questo Stato occupato dai al PDS, fornì la chiave per sottrarre il ministero del Bilancio
partiti, anch’egli è sempre al posto giusto al momento giusto. al professore bolognese. Ad Andreatta, sorpreso e contrariato
Nel 2007, guarda caso, sarà nominato nel Consiglio di ammi- secondo i testimoni di allora, nello stupore generale, e con il
nistrazione di FS SpA, la holding di controllo di tutte le società brindisi dei generali del grande affare, venne affidato il mini-
del gruppo, TAV SpA compresa. stero degli Affari Esteri.
Nella composizione del governo Ciampi, la conferma di Be- L’ultimo brivido per la lobby, che era riuscita a collocare le
niamino Andreatta come ministro del Bilancio era ovvia e persone giuste in quella compagine governativa, si registrò tre
scontata, e così fu, ma solo fino a qualche ora prima della con- giorni dopo il giuramento dei ministri davanti al presidente
segna della lista dei ministri al presidente della Repubblica. della Repubblica. Il 29 aprile 1993 la Camera dei deputati è
Solo la notte precedente la mattina della presentazione dei mi- chiamata a votare sulla richiesta di autorizzazione a procedere
nistri, Andreatta, con una telefonata imbarazzata di Azeglio nei confronti di Bettino Craxi: la richiesta venne respinta con

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il voto dei parlamentari della coalizione di governo, senza però Andreatta era stato ministro in tutti e cinque i governi che si
quello dei parlamentari del PDS. I ministri Barbera, Berlinguer sono succeduti dal maggio del 1979 al dicembre del 1982. L’ul-
e Visco rassegnarono immediatamente le dimissioni. Il mini- timo incarico ministeriale era stato quello del Tesoro nel go-
stro del Bilancio, in quota PDS, nonostante le pressioni dello verno Spadolini, e fu proprio una dura polemica di Andreatta
stesso partito rimase invece al suo posto. Il 4 maggio, i tre mi- con il socialista Rino Formica, passata alla storia come “lite
nistri dimissionari vennero rimpiazzati, senza alcun altro spo- delle comari”, che provocò la caduta di Spadolini e l’insedia-
stamento. Luigi Spaventa, dalle cronache dell’epoca collocato mento di un nuovo governo, senza il Professore, in questo e in
fra i Pomicino-boys, rimaneva al Bilancio, mentre il più auto- tutti i governi che seguiranno. Il veto socialista e degli accoliti
revole economista del momento rimaneva agli Affari Esteri e della loggia di Licio Gelli su Beniamino Andreatta durerà per
la lobby dell’Alta velocità poteva finalmente dormire sonni tutti gli anni ‘80 e fino all’esplosione di Tangentopoli. Fino al
tranquilli. 1993 non aveva più avuto alcun incarico di governo. è ritornato
Anche l’ostacolo più duro di quella straordinaria mobilitazione a fare il ministro solo dopo che Mani pulite aveva quasi azzerato
era superato. Con altri, i lobbisti avrebbero potuto anche tentare il gruppo dirigente della Democrazia Cristiana, al Bilancio ma
un abbordaggio diretto, ma la statura morale del personaggio giusto per qualche settimana: poco, troppo poco per demolire
non poteva non consigliare il ricorso a mezzi che solo il di- una bugia che garantiva un esercito di interessi.
sprezzo per la dignità e la verità possono consentire.
Negli anni più critici della storia dell’Italia contemporanea,
Andreatta non aveva avuto alcun timore a sancire la separazione
della Banca d’Italia dal ministero del Tesoro e quando, nel 1981,
emerse lo scandalo della P2 fu inflessibile nel rimuovere i fun-
zionari e i dirigenti che comparivano nella lista sequestrata a
Licio Gelli. Con lo scandalo della banca vaticana dello IOR, di
Roberto Calvi e Paul Marcinkus, Andreatta non esitò ad imporre
lo scioglimento del Banco Ambrosiano e la sua liquidazione,
ignorando le pressioni politiche e mediatiche che ne volevano il
salvataggio con fondi pubblici. Andreatta stesso tenne uno sto-
rico discorso in Parlamento riferendo pubblicamente delle re-
sponsabilità della banca vaticana e dei suoi dirigenti.
Al suo rigore esemplare su quelle vicende inquietanti della
storia repubblicana si associarono nello stesso periodo le ac-
cese polemiche con gli alleati di governo socialisti: con Gianni
De Michelis sulle partecipazioni statali, con Signorile sugli in-
terventi straordinari nel Mezzogiorno e persino con Bettino
Craxi che arrivò, bontà sua, ad accusare Andreatta di distrug-
gere l’economia.

58 59
LA VERA STORIA DELL’ALTA VELOCITÀ

La grande cerimonia

La storia dell’Alta velocità, nella versione dei ladri di verità,


comincia agli inizi degli anni Novanta. Di vero c’è solo il fatto
che il 7 agosto del 1991 il Commissario straordinario dell’Ente
nazionale delle Ferrovie dello Stato firma la delibera numero 971
alla presenza, fra i molti altri, del ministro dei Trasporti, del pre-
sidente dell’IRI, del presidente dell’ENI e dell’amministratore
delegato della FIAT SpA. Per l’occasione era stata convocata una
conferenza stampa per presentare in pompa magna la più grande
operazione di project financing mai realizzata in Italia.
Con quella delibera veniva dato ufficialmente avvio alla rea-
lizzazione del progetto TAV che, era scritto, aveva «(...) l’ob-
biettivo strategico di dotare il Paese di una rete di collegamenti
ad Alta velocità, in generale su nuove linee da costruire a cura
dell’Ente Ferrovie dello Stato, in esse comprese, in via priori-
taria, la Milano-Napoli e la Torino-Venezia e, ove ricorrano le
condizioni, la Genova-Milano». Di quel Progetto si parlava già
da diversi anni, ma in quella delibera – per la prima volta – si
sanciva in modo perentorio una straordinaria novità: «il finan-
ziamento degli investimenti sarà coperto con ricorso al capitale
privato per una parte rilevante dello stesso, circa il 60% del
costo complessivo, restando a carico dello Stato la sola diffe-
renza (circa il 40%) nonché l’onere per interessi durante la co-
struzione e l’avviamento».
Il costo previsto era già in quel momento quello delle grandi
occasioni e veniva quantificato con una cifra precisa, con la
stima persino del costo dovuto all’inflazione: «il costo delle
opere da realizzare, sulla base delle stime allo stato disponibili,
è stato valutato, a valori correnti e ipotizzando un’inflazione
del 5% annuo, in circa lire 30.000 miliardi, per cui il contributo
del 40% è stimabile in lire 12.000 miliardi».

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Ancora più straordinaria era la previsione con la quale si ipo- quella conferenza stampa, la differenza fra la disponibilità di
tizzava la possibilità del recupero non solo del finanziamento FIAT, quale stazione appaltante, e quella di ENI ed IRI, di ga-
privato ma anche di quello pubblico: «Considerato che qualora ranzia ab externo, venne taciuta e le tre grandi aziende nazio-
il costo reale delle opere da realizzare risulti inferiore alla pre- nali vennero indistintamente presentate come general con-
visioni o il mercato determini un successo dell’iniziativa supe- tractor impegnati nella consegna “chiavi in mano” delle infra-
riore alle attese ovvero si realizzino condizioni tali da consentire strutture e come garanti dell’esecuzione con “prezzi chiusi” e
ulteriori margini di ammortamento del capitale investito (oltre “tempi certi”.
il 60% di parte privata), dovrà intervenire un meccanismo di Oltre alla progettazione e costruzione delle infrastrutture,
ammortamento della quota di capitale pubblico erogata in qua- anche il presidio ed il controllo della esecuzione era vincolato:
lità di contributo dall’Ente F.S. alla concessionaria ed eventual- la delibera stabiliva «di riservare all’Ente FS la facoltà di affi-
mente il rimborso degli oneri finanziari sovvenzionati nel dare il presidio della area tecnologica, ingegneristica e siste-
periodo di costruzione ed avviamento». mica, nonché il controllo della fase esecutiva di realizzazione
Il fulcro di questo straordinario sogno era una nuova società del progetto ad una propria controllata, individuata nella so-
costituita ad hoc qualche giorno prima della grande cerimonia. cietà “Italferr -SIS.TAV S.p.A.”, con l’obbligo per la conces-
Con la stessa delibera si decideva infatti «di attribuire ad una sionaria di stipulare con detta società idonei accordi per la
partecipata dell’Ente FS, individuata nella società “Treno Alta definizione dei reciproci obblighi e dei relativi aspetti econo-
velocità - TAV. S.p.A.”, la responsabilità finanziaria e patrimo- mici, da regolarsi secondo condizioni di mercato privato».
niale della realizzazione del progetto, affidandole in concessione Il ruolo effettivo dunque che rimaneva in capo a TAV SpA
la progettazione esecutiva, la costruzione e lo sfruttamento eco- era solo quello di gestire lo “sfruttamento economico”. In quel
nomico di linee e infrastrutture per il Sistema Alta velocità se- momento, quell’oggetto insolito non trovava alcuna corrispon-
condo criteri, termini e modalità da definirsi nella convenzione denza nelle norme in vigore. Nelle direttive europee sugli ap-
attuativa del provvedimento di concessione». palti pubblici, e nel nostro ordinamento, era rintracciabile solo
Per la progettazione e la costruzione delle infrastrutture però una definizione della “concessione” strettamente vincolata alla
la concessionaria TAV SpA era vincolata ad affidare i contratti “gestione”, esattamente questa: «La concessione (...) presenta
a soggetti predefiniti; nella delibera 971 erano individuati at- le stesse caratteristiche dell’appalto, ad eccezione del fatto che
testando «la disponibilità della FIAT SpA ad assumere il ruolo la controprestazione dei lavori consiste unicamente nel diritto
di general contractor esclusivamente come stazione appaltante, di gestire l’opera o in tale diritto accompagnato da un prezzo».
fermo restando l’obbligo da parte della medesima di garantire Nel contratto di concessione, la controprestazione che garan-
in proprio la realizzazione delle opere ai prezzi ed entro i ter- tisce al concessionario il recupero dell’investimento necessario
mini fissati», e nonché « la disponibilità di ENI ed IRI ad as- alla realizzazione della infrastruttura è, appunto, il “diritto di
sumere ab externo la garanzia di realizzazione delle opere, ai gestire l’opera”. Secondo le norme in vigore, la TAV SpA dun-
prezzi ed entro i termini prefissati, da parte di soggetti com- que, quale concessionaria delle infrastrutture, avrebbe dovuto
plessi che provvedono direttamente alla esecuzione delle pre- recuperare l’investimento attraverso la “gestione” del servizio
stazioni e servizi loro affidati dalla concessionaria, e nei quali Alta velocità. Nella delibera però di questa previsione non vi
assumano posizione di rilievo società proprie partecipate». In era alcuna traccia, la gestione del servizio non era in capo a

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TAV SpA e quindi non era questa la controprestazione con la stiti, tutti garantiti dallo Stato, che stiamo pagando e continue-
quale avrebbe potuto rientrare dell’investimento privato e, remo a pagare per molti anni.
forse, restituire il finanziamento pubblico. La delibera 971 forniva solo l’importo totale del Progetto.
Anche lo “sfruttamento economico” era dunque una straordi-
naria novità. La delibera non ne dava una definizione, specificava
però il suo contenuto, stabilendo «di riservare in via esclusiva Voci di costo Miliardi Contraente Oggetto
all’Ente FS l’esercizio tecnico delle linee realizzate dalla Con- 7 Agosto 1991 di £ di FS del contratto
cessionaria verso il pagamento di un corrispettivo tale da consen-
tire il recupero e la remunerazione del capitale investito dalla
Progettazione esecutiva e
Concessionaria stessa, (..); di affidare ad una controllata dell’Ente costruzione: MI-BO; BO-FI;
Tratte 18.100 TAV Spa
F.S., individuata nella società “Treno Alta velocità Commerciale, FI-RM (adeguamento); RM-
NA; TO-MI; MI-VR; VR-VE;
TAV-CO S.p.A.”, la commercializzazione dei servizi Alta velocità GE-MI
sulle linee realizzate dalla Concessionaria».
La TAV SpA non avrebbe dunque recuperato l’investimento Progettazione esecutiva e
gestendo il servizio e vendendo biglietti per il servizio ferro- Nodi 2.080 TAV Spa costruzione dei nodi di: Na-
poli, Roma, Firenze, Bolo-
viario AV, bensì attraverso la stipula di due contratti: uno con gna, Milano, Torino,
TAV-CO SpA, incassando, da questa nuova società - che FS Verona, Venezia, Genova
avrebbe dovuto costituire per gestire il servizio Alta velocità -
un canone per l’uso delle infrastrutture; uno con l’Ente FS, con Materiale 4.800 Consorzio Fornitura di: 100 ETR
500, treni a composizione
il quale lo stesso Ente, oltre a garantire la manutenzione e rotabile Trevi
fissa con 2 motrici e 12
l’esercizio tecnico dell’infrastruttura, si impegnava al “paga- carrozze
mento di un corrispettivo tale da garantire il recupero e la re-
munerazione del capitale investito dalla concessionaria”. Infrastrutture 1.200 Consorzio Realizzazione delle linee
In quella storica conferenza stampa, dove era presente il fior aeree Saturno elettriche e del sistema di
controllo e segnalamento
fiore della classe dirigente pubblica e privata del nostro Paese, per tutte le tratte ed i nodi
sulle modalità con le quali TAV SpA realizzava il singolare
ruolo di concessionario dello sfruttamento economico nessuno Interessi 1.500 Banche Interessi durante l’esecu-
ha manifestato il minimo dubbio. La bugia dell’investimento intercalari zione dell’opera fino all’en-
trata in esercizio
privato era però talmente evidente che solo l’ignoranza di al-
cuni e l’interesse dei più ha potuto consentire di chiudere occhi,
orecchie e bocca di fronte a quella che anche uno studente al Totale 27.680
primo anno di Economia e Commercio avrebbe definito una
pura e semplice truffa ai danni delle casse pubbliche. Il recu- (Tab.1 - Costi delle singole voci del Progetto TAV presentato il 7 ago-
pero del finanziamento pubblico rimarrà nel libro dei sogni, sto 1991)
mentre gli investimenti privati di TAV SpA saranno banali pre-

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Le singole voci di costo vennero presentate nella conferenza gnalamento e per la sicurezza della circolazione, il contratto
stampa dal grande cerimoniere Lorenzo Necci. Il costo com- sarà firmato direttamente dall’Ente FS con il Consorzio Sa-
plessivo era determinato da cinque voci fondamentali (vedi turno, con la previsione di un costo complessivo di 1.200 mi-
Tab.1). La voce “tratte”, e cioè il costo per la realizzazione di liardi di vecchie lire.
sette nuove coppie di binari per collegare i nodi delle città in- Per la progettazione e la fornitura del “materiale rotabile”
teressate dalle linee. La voce “nodi”, con i costi per l’adegua- specificamente progettato per il servizio Alta velocità il con-
mento o la costruzione dei binari di penetrazione nelle stazioni tratto invece era già stato affidato direttamente dall’Ente FS al
interessate. La voce “materiale rotabile”, cioè il costo dei treni Consorzio Trevi, con un valore della commessa previsto in
per fornire il servizio ai passeggeri. La voce “infrastrutture 4.800 miliardi di vecchie lire per la fornitura di 100 treni ETR
aeree”, cui corrispondeva il costo delle linee elettriche e degli 500 a composizione fissa, con due motrici, un vagone risto-
impianti di segnalamento per le nuove tratte AV. La voce “in- rante ed undici carrozze passeggeri.
teressi intercalari”, infine, col costo del denaro cosiddetto pri- Tutti i contratti, ad esclusione di quelli per i nodi, sono stati
vato, e cioè gli interessi sui prestiti bancari per tutta la durata affidati a trattativa privata con i singoli interlocutori, senza gara
dei cantieri e fino all’avvio del servizio. e senza il vaglio o la verifica di alcun organo di controllo tec-
La realizzazione delle sette “tratte” ferroviarie era affidata in nico, amministrativo o contabile dello Stato.
concessione a TAV SpA, la quale a sua volta si sarebbe avvalsa Il costo della voce “interessi intercalari” era previsto in 1.500
di altrettanti general contractor; a questi erano affidate la pro- miliardi, calcolati ipotizzando un costo del 5% annuo dei co-
gettazione esecutiva e la costruzione di tutte le “infrastrutture siddetti investimenti privati per la realizzazione delle “tratte”,
a terra”, associate alla gestione di tutte le attività tipiche di un con la previsione di una erogazione più o meno lineare nell’arco
committente pubblico, come ad esempio la direzione dei lavori, dei sei anni previsti per la costruzione e l’avvio dell’esercizio.
ma anche gli espropri e gli indennizzi ai proprietari di aree ed Il costo delle “tratte”, includendo anche la Genova-Milano,
immobili interessati dai nuovi tracciati. che in quel momento non era ancora deliberata, era esattamente
Sempre a TAV SpA, ed a cascata ad altri contraenti privati, di 18.100 miliardi di vecchie lire (inclusi i 100 miliardi previsti
era affidata la realizzazione dei “nodi” e cioè sempre e solo delle per i lavori di solo adeguamento della tratta Firenze-Roma).
infrastrutture a terra per la penetrazione nelle stazioni delle città Il 40% di finanziamento pubblico della voce “tratte” dava
interessate dalle nuove linee. una cifra di 7.240 miliardi; aggiungendo le voci di costo pagate
Mentre nel caso delle “tratte” gli interlocutori privati erano direttamente dall’Ente FS, la cifra di finanziamento pubblico
già individuati, e con questi TAV SpA firmerà subito i contratti era pari 16.820 miliardi, ben diversa dai 12.000 miliardi pub-
per un importo complessivo di 18.000 miliardi di lire, nel caso blici ipotizzati nella delibera. Di certo, comunque, con quelle
dei “nodi” la delibera del Commissario straordinario definiva voci e quei contratti era assolutamente impossibile capire da
solo l’impegno di FS ad affidare tale attività a TAV SpA rin- quale calcolo scaturissero i 18.000 miliardi di lire di investi-
viando però la definizione contrattuale ad atti successivi. mento privato, visto che solo i contratti per le tratte rientravano
Per la progettazione e la realizzazione di tutte le “infrastrut- nel cosiddetto project financing, ed il 60% dell’importo di que-
ture aeree”, e cioè delle linee per l’alimentazione elettrica degli sti dava una cifra di 10.800 miliardi.
elettrotreni, delle sottostazioni elettriche, degli impianti di se- Nonostante queste macroscopiche anomalie, il Governo, con

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il parere di competenza delle Commissioni parlamentari, fir- “nodi”, poco si sa del costo del “materiale rotabile”, pochis-
merà con FS il contratto di programma 1991-1993 nel quale si simo dei costi delle “infrastrutture aeree”, ancora meno su tutte
leggerà la cifra tonda di 30.000 miliardi di vecchie lire, con un le opere indotte e inizialmente non previste, comprese le nuove
finanziamento pubblico di 12.000 miliardi e un investimento stazioni per l’Alta velocità. Nulla è stato mai detto sulla voce
dei privati di 18.000 miliardi di lire, senza alcuna altra minima “interessi intercalari”, quella che lieviterà in modo astrono-
specificazione. mico, oltre il mille per cento, a conferma dell’assurdità sulla
Nel contratto di programma successivo, 1994-1996, inviato quale si fondava l’architettura finanziaria con la quale si è dato
alle Camere il 27 luglio 1995, non si troveranno maggiori detta- avvio a questa costosissima avventura.
gli: anzi, il più grande progetto mai realizzato dalle Ferrovie dello
Stato era descritto in questo modo:«SISTEMA ITALIANO
ALTA VELOCITÀ. A carico dello Stato 14.673 miliardi. A ca-
rico dei privati 24.075 miliardi. TOTALE 38.748 miliardi». Due La storia ai tempi del ministro “falce e carrello”
sole righe, ma il totale aveva già registrato, con il progetto ancora
sulla carta e nessun cantiere ancora aperto, un aumento del 30%. La data del 7 agosto 1991 segna in realtà la riproposizione di
La grande abbuffata era comunque iniziata, ed eravamo solo al- un Progetto che aveva alle spalle già diversi anni e nel quale le
l’antipasto. scelte tecniche, per le infrastrutture ed il materiale rotabile,
Da quei 30 mila miliardi iniziali siamo arrivati, nel 2010, a erano già state fatte. Quel Progetto portava le firme del ministro
spendere o impegnare almeno 120 mila miliardi di vecchie lire, dei Trasporti, Claudio Signorile, e del Presidente dell’Ente FS,
e per realizzare solo una parte di quel Progetto, quella relativa Ludovico Ligato. Prima di loro si era già lavorato alla realizza-
alla linea Torino-Napoli. Mancano ancora da contabilizzare i costi zione di nuove infrastrutture per migliorare il servizio ferrovia-
della Milano-Verona-Venezia e della Genova-Milano, con i quali, rio dal punto di vista anche della velocità, ma è con Signorile e
più o meno nel 2020, si arriverà ad almeno 180 mila miliardi, Ligato che la lobby del cemento riesce ad imporre la scelta del
tutti, proprio tutti, usciti o che usciranno dalle casse pubbliche. modello francese, abbandonando il lavoro serio e competente
La grande cerimonia del 1991 aveva in realtà un solo scopo, che era iniziato negli anni ‘60. Già a quegli anni infatti risaliva
quello di arrivare il più in fretta possibile alla firma dei con- la scelta della realizzazione della cosiddetta “Direttissima”
tratti. Solo la “firma” era nell’interesse dei commensali, con- Roma-Firenze, in assoluto il primo progetto in Europa di infra-
sapevoli e certi che la grande abbuffata sarebbe stata di gran struttura per treni veloci. Nello stesso periodo partivano anche
lunga più ricca rispetto a quanto scritto in contratti che dove- i primi studi per migliorare le prestazioni del materiale rotabile,
vano semplicemente garantire la partenza del banchetto e il ed anche in questo caso l’Italia sarà la prima in Europa a rea-
posto a tavola. lizzare treni ad assetto variabile, i famosi “Pendolini”.
Per tutte quelle voci di costo, l’attendibilità si è rivelata pari Proprio sulla spinta di queste esperienze il progetto di velo-
allo zero assoluto: sono tutte lievitate a dismisura, ma nessuno cizzazione della rete e del servizio trova all’inizio degli anni
ha mai fornito dati aggiornati ed attendibili. Le informazioni ‘80 una prima traduzione nel Piano Generale dei Trasporti ap-
sui costi delle “tratte” sono fornite dalle società del gruppo FS provato dal Parlamento con la Legge 245/84. Nel PGT si indi-
in modo incompleto e parziale; poco si conosce del costo dei cava un indirizzo; il Piano non conteneva soluzioni tecniche o

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tecnologiche; non si parlava comunque di Alta velocità con genti, il braccio di ferro per la scelta del “modello” tecnico da
linee dedicate, bensì di «quadruplicamento ed in via prioritaria adottare durò pochissimo. La “lobby” del “modello francese”
sulle direttrici Torino-Milano-Verona-Venezia e Milano-Bolo- vinse a tavolino senza giocare alcuna partita.
gna-Firenze-Roma-Napoli-Battipaglia». I tecnici che avevano Il primo atto per l’avvio del Progetto TAV è la decisione
definito quel piano, in gran parte di FS e Ansaldo, avevano dell’Ente Ferrovie dello Stato - su imput del ministro dei tra-
come riferimento tecnico le esperienze, appunto, della “Diret- sporti Claudio Signorile - di costituire la prima SpA delle FS,
tissima” e del “Pendolino”, con implicazioni che non facevano una società specificamente incaricata di progettare e realizzare
certo pensare alle scelte fatte nello stesso periodo in Francia le nuove linee per l’Alta velocità. Il 25 ottobre 1984 veniva co-
con il TGV (Train a Grande Vitesse, Treno a Grande Velocità) stituita la “Italferr SpA”, una società di ingegneria con oggetto
sulla Parigi-Lione. sociale “… la definizione, lo sviluppo e la progettazione di si-
Tre erano le opzioni tecniche più significative per l’Alta ve- stemi di trasporto ferroviario ad Alta velocità”. Costituita dal
locità che si potevano registrare in quel momento nel panorama nulla, ma subito impegnata nello sviluppo della progettazione,
europeo. Quella del “modello tedesco”, che interveniva sul tra- già alla fine degli anni Ottanta era in grado di vantare il pro-
sporto merci e passeggeri, tendente a servire anche le città in- getto di massima delle nuove infrastrutture. Condizionata dalle
termedie con un sistema di treni con velocità diversificate non scelte tecniche imposte e pilotate dalla Fiat e dalla lobby delle
superiori a 250 km/h, realizzato con larghissimo utilizzo delle grandi imprese, il progetto sviluppato da Italferr aveva adottato
linee preesistenti rimodernate o integrate. Vi era poi quella del in tutto e per tutto il “modello francese”. Di più, le quattro so-
“modello svizzero”, orientato verso la razionalizzazione della cietà di ingegneria scelte come bracci operativi per la produ-
rete passeggeri esistente, con la velocizzazione dei servizi in- zione del progetto erano tutte prive di esperienze specifiche nel
tercity con velocità di punta fino a 200/225 km/h ed un caden- settore e non potevano fare altro che copiare, anche nei minimi
zamento di almeno ogni ora di un treno per qualsiasi dettagli, le scelte tecniche dell’esperienza francese.
destinazione della rete e coincidenze in tutte le stazioni alla All’Italferr SpA, oltre alla progettazione di massima, era però
stessa ora. Vi era infine il “modello francese” che interveniva stata affidata anche la missione di gestire le gare di appalto per
con la costruzione di nuove linee, impostate con velocità di l’affidamento della progettazione esecutiva e della costruzione
punta di 300 km/h e con tratte dedicate al solo servizio passeg- di tutte le infrastrutture. Il 26 giugno 1991 la stessa Italferr as-
geri fra aree metropolitane separate da ampie distanze. sumerà la denominazione sociale di “Italferr SIS.TAV SpA”.
Rispetto a queste tre opzioni, in Italia, gli esperti di mobilità Il presidente, Emilio Maraini, protagonista fino a quel mo-
ferroviaria erano decisamente orientati verso i modelli tedesco mento degli accordi con i futuri commensali, era a conoscenza
o svizzero, in quanto più aderenti alla geografia urbana, all’as- del disegno che il nuovo Commissario straordinario, Lorenzo
setto infrastrutturale e alle esigenze di mobilità del nostro Necci, stava portando avanti con la ridefinizione dell’architet-
Paese. La lobby delle grandi imprese, con al vertice la FIAT tura contrattuale e finanziaria. Nel timore di essere messo da
SpA, era invece decisamente schierata per l’adozione del “mo- parte nella fase di realizzazione del progetto, Maraini cercava
dello francese”. In pieno clima di Tangentopoli, quando le cu- di riaffermare il ruolo che era stato affidato alla società por-
pole forti delle imprese e dei partiti decidevano come e quando tando in evidenza, anche nella propria denominazione, la mis-
spendere il denaro pubblico per alimentare il sistema delle tan- sione sociale fissata nello statuto: «progettare e realizzare il

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Sistema (SIS) per il Treno ad Alta velocità (TAV)». messe per centinaia di milioni di euro.
Le preoccupazioni non erano infondate: un mese dopo, il 21 Alla fine degli anni ‘80 dunque il Progetto avrebbe potuto
luglio 1991, Necci costituiva la TAV SpA, che verrà presentata già decollare; erano pronti i progetti di massima ed era in vi-
in grande stile qualche settimana dopo nella storica conferenza gore la norma per indire le gare e per affidare la progettazione
stampa del 7 agosto del 1991. Era in effetti questa la società che esecutiva e la costruzione di tutte le infrastrutture per il TAV.
di fatto subentrava a Italferr SIS.TAV SpA e che avrebbe dovuto Così sarebbe stato se il 25 novembre 1988 non fosse scoppiato
garantire la novità del finanziamento privato. nelle FS il clamoroso scandalo definito dalle cronache del-
Prima di quella data l’architettura contrattuale e finanziaria l’epoca delle “lenzuola d’oro”. Il ministro Signorile fu costretto
presentava delle sostanziali differenze. Sempre nel 1984, in- a rassegnare le dimissioni, così come tutto il CdA delle Ferro-
fatti, il ministro dei Trasporti aveva definito anche le modalità vie dello Stato ed il presidente Ludovico Ligato. Il Governo,
per la realizzazione delle infrastrutture, prevedendo l’affida- presidente del Consiglio Giovanni Goria, nominò immediata-
mento della progettazione esecutiva e della costruzione attra- mente un Commissario straordinario e la scelta cadde su un
verso regolari gare di appalto. Non vi era alcuna ipotesi di tecnico di riconosciuta capacità ed autorevolezza, il dott. Mario
cosiddetto project financing, nessun tentativo di millantare la Schimberni.
presenza di investimenti privati.
Per dare corpo alle modalità realizzative previste, il ministro
Claudio Signorile, contestualmente alla nascita di Italferr SpA,
presentava un disegno di legge che il Parlamento approverà in La sepoltura e la resurrezione del Progetto
via definitiva il 17 febbraio 1987 con la Legge n. 80, avente
come titolo “Norme straordinarie per l’accelerazione dell’ese- Il Progetto TAV è subito sottoposto dal Commissario ad una
cuzione di opere pubbliche”. L’articolo 8 della legge sanciva la attenta valutazione tecnica dei costi e dei benefici: il responso
possibilità di affidare attraverso gara, svolta sulla base di un pro- non poteva che essere quello che gli esperti veri, quelli non as-
getto di massima, un contratto definito dalla legge come “con- soldati dai lobbisti, avevano da tempo formulato. La scelta del
cessione per la progettazione e la sola costruzione dell’opera”, “modello francese” ridiventava quello che in realtà era sempre
e cioè una forma contrattuale analoga a quella che quindici anni stata: una scelta sbagliata, molto costosa e soprattutto inutile,
dopo verrà inserita nella Legge obbiettivo per le grandi opere, non adatta a soddisfare le esigenze di mobilità del nostro Paese.
con la definizione del “contraente generale” quale “concessio- Il Commissario straordinario manifesta pubblicamente questo
nario con la esclusione della gestione dell’opera”. orientamento con una metafora netta ed inequivocabile, cele-
Nel frattempo Italferr Spa aveva definito il progetto di mas- brando il de profundis di quel Progetto.
sima con quattro società di ingegneria: CTIP SpA, Foster La decisione si scontra però con gli interessi della più gover-
Wheeler SpA, Techint SpA e TPL SpA, cooptate nell’affare nativa impresa nazionale e di tutto l’esercito bipartisan che
senza alcuna gara nel clima consociativo degli anni Ottanta. questa aveva arruolato. Schimberni, come gli era capitato
Una di queste, la TPL SpA, il “Giuda” che ha garantito l’emar- quando era ai vertici della Montedison, si trova nuovamente
ginazione di Italferr SpA, sarà l’unica alla quale, anche con la ad incrociare gli interessi dell’Avvocato, per di più - in questo
nuova architettura contrattuale, saranno ancora garantite com- caso - intrecciati con quelli di tutti i maggiori gruppi economici

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del Paese, pubblici, privati e cooperativi. Come due anni prima, realizzabili senza il consenso delle maggiori cariche societarie
sarà costretto a lasciare il campo. con potere decisionale, producono per TPL».
Il 15 giugno 1990 viene nominato Commissario straordinario I giudici perugini scrivevano queste cose il 7 gennaio 1999
delle FS Lorenzo Antonio Necci. Reduce dal fallito mercimonio nella richiesta di rinvio a giudizio di Lorenzo Necci e di altre
EniMont, era la persona giusta, scelta al momento giusto, per 56 persone coinvolte nell’inchiesta sulla corruzione dei magi-
garantire proprio il decollo del Progetto TAV, essendo già da strati romani per vicende legate all’affossamento delle inchie-
tempo un protagonista del grande affare come socio occulto di ste sull’Alta velocità. In quell’atto precisavano anche: «La
TPL SpA. Saranno i Magistrati Perugini, ma solo diversi anno continuità tra le vicende ENI/ENIMONT e FERROVIE/ALTA
dopo, a svelarci come e perché TPL SpA e Necci avevano par- VELOCITÀ è stigmatizzata in una lettera scritta dal dr. Salva-
tecipato al rilancio del progetto cestinato da Mario Schimberni. tore Portaluri, ex Presidente di TAV, ad Ercole Incalza, del cui
Prima, ai tempi del mercimonio fra ENI e Montedison, scri- contenuto ha dato ampia conferma in sede di esame testimo-
vono i giudici, «(...) la TPL SpA è la società da cui Necci nasce niale (...). “Con Mario Maddaloni (TPL) i rapporti venivano
ed è rappresentata da Maddaloni Mario, Sebasti Leonello e Tra- tenuti dall’ing. Incalza. Da parte mia non ho mai apprezzato
dico Pietro, anch’essi legati a Pacini Battaglia, (...). Non a caso l’atteggiamento ammiccante tenuto da Maddaloni il quale, tra
i responsabili della TPL vengono perseguiti per la costituzione l’altro, aveva esercitato enormi pressioni per l’assunzione del-
di fondi neri, ossia per reati di falso in bilancio per importi l’ing. Savini Nicci, attuale Direttore Generale di TAV”. Appare
nell’ordine di varie decine di miliardi e tra le vicende oggetto evidente che la posizione anomala di TPL sia stata corretta
dell’indagine giudiziaria si colloca quella attinente alla crea- dopo che l’iniziale vertice di TPL (Sebasti, Maddaloni, Tra-
zione di fondi extracontabili in TPL, destinati al pagamento di dico) era stato decapitato da “mani pulite”».
una somma di 5 miliardi (anticipata da Pierfrancesco Pacini Mentre TPL, massacrata dalle indagini giudiziarie, era già
Battaglia) richiesta da Gardini, per l’assegnazione a TPL dei scomparsa all’epoca della testimonianza dell’ex presidente Por-
lavori di ricostruzione del cracker di Brindisi. Non a caso Pa- taluri, nel 1998, Savini Nicci, invece, nominato secondo quella
cini Battaglia è stato il gestore dei conti dei responsabili di TPL testimonianza su pressione della banda di TPL, era ancora il Di-
e di taluni degli stessi sono anche soci della Karfinco: ed è in rettore generale di TAV SpA. Conservava quell’incarico, senza
tale contesto che Necci, ha ricevuto da Pacini Battaglia somme soluzione di continuità, anche dopo che la “bugia” della mag-
di denaro rilevantissime, nell’ordine di diversi miliardi, di cui gioranza privata e del finanziamento privato di TAV SpA era
non ha fornito valide giustificazioni». stata denunciata pubblicamente, nel 1998, dal ministro dei Tra-
Poi, ai tempi dell’affare TAV, «(...) non appare occasionale, sporti in carica Claudio Burlando; dopo che, nel 2005, la bugia
l’analogia riscontrabile nel modus operandi evidenziato dai era stata formalmente contestata da Eurostat come truffa ai danni
soggetti della “vicenda Ferrovie”, con quello tenuto appena dell’Unione Europea; dopo che, nel 2006, era stata riconosciuta
pochi anni prima dai protagonisti della “vicenda Petroli”, con come tale e sanata dal Parlamento nazionale con la Legge finan-
particolare riferimento al preminente ruolo svolto dal vertice ziaria per il 2007; dopo che, nel dicembre 2008, la Corte dei
societario, in entrambe le circostanze impersonificato da Lo- conti rivolge parole di fuoco contro i management di TAV SpA,
renzo Necci. Così come ricorrente in entrambe le vicende è il RFI SpA e FS SpA proprio per quella bugia che aveva portato il
vantaggio patrimoniale che tali comportamenti, certamente non Parlamento ad assumere un provvedimento “anodino” nei con-

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fronti delle generazioni future. Nel 2010, il manager che più a Il decollo e i contratti di TAV SpA
lungo ha convissuto con quella bugia sarà promosso ammini-
stratore delegato. Il 7 agosto 1991 dunque Lorenzo Necci resuscita un progetto
Ovviamente quello di Savini Nicci non è un caso isolato. che aveva rischiato di essere seppellito. Le lobby del “ferro e
Tutti i manager di queste stesse aziende pubbliche, che hanno cemento” e della “falce e carrello” ripartono con una nuova al-
gestito, sostenuto o non si sono accorti della “bugia” che per leanza garantita dai boiardi di Stato. Il miracolo però viene ce-
molti anni ha coperto una “truffa” ai danni dell’UE, dello Stato lebrato con qualche improvvida e affrettata nomina che
e delle future generazioni, i vari Incalza, Maraini e Moretti, per impedisce di salpare a vele spiegate. Per lo stesso giorno era
citare solo i più noti, se non conservano il loro posto sono stati fissata anche la firma del contratto più importante, quello che
premiati con incarichi ancora più importanti. garantiva il decollo effettivo del grande affare, il contratto con
Così è avvenuto con l’amministratore delegato di TAV SpA il quale FS affidava a TAV SpA «La concessione per la proget-
Ercole Incalza e col presidente di Italferr-SIS.TAV SpA Emilio tazione, la costruzione e lo sfruttamento economico delle in-
Maraini, scelti dal ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi frastrutture per l’alta Velocità delle linee Milano-Napoli e
come bracci operativi per le grandi opere. Nel 2010 Incalza è Torino-Venezia». Dopo la firma della delibera, nello sconcerto
ai vertici del ministero delle Infrastrutture come capo della dei general contractor, tutti presenti e rappresentati dai massimi
struttura tecnica di missione per le grandi opere, e Maraini rap- vertici, il contratto viene solo presentato, la firma è rinviata.
presenta FS nell’Unione Internazionale delle Compagnie fer- Le ragioni del rinvio emergeranno subito dopo sulla stampa:
roviarie, senza disdegnare la presidenza di una società «L’Alta velocità è partita ma la battaglia per la presidenza della
pubblica, Metronapoli SpA, e di una società di ingegneria pri- Tav è ancora aperta. Per ora al vertice della Tav è stato mandato
vata Italsocotec SpA. Così è avvenuto con Mauro Moretti, pro- Benedetto De Cesaris, il direttore generale dell’Ente. Ma l’in-
mosso amministratore delegato della holding FS SpA dal carico affidatogli è temporaneo. L’amministratore straordinario
governo Prodi nel 2007 e confermato dal governo Berlusconi dell’Ente Lorenzo Necci attende infatti che la DC riesca a tro-
nel 2010, il quale si autoassegna anche le poltrone di Presidente vare un candidato per questa poltrona. La rissa nelle scorse set-
di Italferr SpA e di Grandi Stazioni SpA, controllate dalla timane è stata furibonda. Per placare gli animi è dovuto
stessa holding, a garanzia che il controllore ed il controllato intervenire, a quanto si dice, lo stesso Presidente del Consiglio,
siano esattamente la stessa persona. che avrebbe chiesto a Necci di trovare una soluzione tempora-
Ovviamente questi manager hanno solo convissuto col disa- nea, De Cesaris per l’appunto».1
stro economico del Progetto TAV, non si sono accorti di nulla, Il gran cerimoniere era riuscito a trovare la soluzione tempo-
non hanno alcuna colpa. La colpa di tutto, delle bugie, delle ranea ma solo il giorno prima della firma si era accorto che De
truffe, dei costi fuori controllo, dei tempi dilatati e dei debiti Cesaris non poteva firmare quel contratto, anzi non poteva
colossali prodotti e scaricati sulle nostre e sulle teste dei nostri nemmeno assumere quell’incarico e tanto meno poteva firmare
figli e nipoti è, ovviamente, tutta e solo di Lorenzo Necci, buo- i contratti che TAV SpA avrebbe dovuto affidare ai general con-
nanima.
1
. Gennaro Schettino, “FS, ora spunta Santuz per la presidenza Tav”, la Re-
pubblica, 10 agosto 1991.

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tractor. La ragione di questo impedimento si conoscerà quando ranno, saranno fedeli e tempestivi esecutori anche nella firma
la stampa annuncerà che è stata trovata anche la soluzione: «Il dei contratti con i general contractor, del resto già pronti da
commissario straordinario delle Ferrovie dovrebbe riuscire a tempo. Il 15 ottobre 1991 firmano le sei convenzioni per la pro-
sciogliere questa mattina il “pasticciaccio” della presidenza gettazione esecutiva e la costruzione delle tratte che compone-
Tav. A guidare la Tav a luglio era stato mandato Benedetto De vano le due linee di Alta velocità Milano-Napoli e To-
Cesaris, l’attuale direttore generale dell’Ente FS. La scelta era rino-Venezia. Due tratte, Torino-Milano e Bologna-Firenze,
caduta su De Cesaris nonostante il divieto assoluto imposto sono affidate a FIAT SpA; altre due, Roma-Milano e Milano-
dalla Legge 210 di assumere questi incarichi direttivi in società Verona, a due Consorzi di imprese con aziende dell’IRI al 55%;
collegate con le Ferrovie.».2 Proprio così, il presidente della altre due, Bologna-Milano e Verona-Venezia, ad altrettanti
società che doveva firmare il contratto più oneroso della storia Consorzi con aziende dell’ENI al 52%. La differenza del ruolo,
di FS era in aperto conflitto di interesse, incompatibile con il ab externo, di ENI ed IRI dunque si appalesa.
ruolo di direttore generale dello stesso Ente. TAV SpA firma direttamente con la FIAT i contratti con i quali
La firma ci sarà, ma solo un mese e mezzo più tardi, dopo la viene affidata la progettazione e la costruzione di due tratte; la
nomina di un nuovo presidente: «L’ultimo nome che circola è FIAT a sua volta affida la progettazione e realizzazione delle
quello di Salvatore Portaluri, attuale amministratore delegato stesse tratte a due Consorzi di imprese, il CAVET per la Bolo-
dell’Agip di area democristiana. (...). Con l’arrivo di Portaluri gna-Firenze ed il CAVTOMI per la Torino-Milano, nei quali l’im-
potranno essere definiti i contratti con Iri, Eni e Fiat, le tre presa capofila è la sua controllata del settore costruzioni, la
grandi holding a cui è stata affidata la realizzazione operativa Cogefar-Impresit SpA. Tutte le attività affidate da TAV SpA a
del progetto alta Velocità».3 FIAT sono esattamente quelle che FIAT affida ai due Consorzi, e
Il nuovo presidente Portaluri, ultrasettantenne, e l’ammini- per questo ruolo da “passa-carte” incasserà il 3% dell’importo
stratore delegato Ercole Incalza, di area socialista, il 24 settem- complessivo, una sorta di tangente contrattualizzata e legittimata
bre 1991 firmano il contratto con l’Ente FS. Lo stesso giorno da un contratto fra soggetti di diritto privato.
affidano alla Italfer-SIS.TAV SpA un contratto “per la presta- ENI ed IRI invece avranno la decenza, ab externo appunto,
zione di servizi relativi alla realizzazione del sistema AV”, con di non firmare alcun contratto con TAV SpA, rinunciando alla
un ruolo comunque subordinato e che, qualche anno dopo, por- pseudo tangente che, nel loro caso, quali aziende ancora con-
terà la stessa società a cambiare nuovamente la propria deno- trollate dallo Stato, sarebbe apparsa alquanto incomprensibile.
minazione ritornando ad essere semplicemente “Italferr SpA”. I contratti con TAV SpA in questi casi saranno firmati diretta-
La TAV SpA, con il nuovo presidente, che efficacemente mente dai Consorzi di imprese con capofila aziende controllate
Luigi Preti definiva “una lustra”, e con un amministratore de- da IRI (con Iritecna) e da ENI (con Snam Progetti), costituiti
legato protagonista delle cronache di Tangentopoli che segui- tutti pochi giorni prima della grande cerimonia: il 29 luglio
1991 i consorzi CEPAVUNO per la Bologna-Milano e CEPAV-
2 DUE per la Verona-Venezia, il 6 agosto 1991 i consorzi IRI-
. Gennaro Schettino, “Necci scioglie il nodo TAV”, la Repubblica, 10 set-
tembre 1991.
CAVUNO per la Roma-Napoli e IRICAVDUE per la
3
. Gennaro Schettino, “Necci scioglie il nodo TAV”, la Repubblica, 10 set- Milano-Verona.
tembre 1991. Il “pasticciaccio” del presidente aveva dunque impedito la

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firma non solo del contratto di TAV SpA con FS, ma anche di prima spartizione del grande affare. Grazie al recupero in zona
quelli di TAV SpA con i general contractor, non a caso costituiti Cesarini del consorzio COCIV, nei sette Consorzi di imprese
alla vigilia della grande cerimonia ed in quella occasione tutti erano finalmente rappresentati tutti i maggiori gruppi impren-
presenti e pronti anche loro alla firma. ditoriali del momento, nessuno escluso (vedi Tab.2).
I prezzi dei contratti comportavano un costo a chilometro, in Le coop bianche con il Consorzio CER recuperate nel Con-
quel momento, più o meno in linea con quelli delle analoghe
infrastrutture già realizzate in Francia e con quelli delle infra-
General contractor firmatari Milioni Km €/Km
strutture che si stavano realizzando in Spagna per la linea AV
dei contratti con Tav Spa di €
Madrid-Siviglia. I prezzi concordati, sui quali si era giurato
che erano “prezzi chiusi”, lieviteranno in realtà con una media
che nel 2010 arriverà ad oltre il quattrocento per cento. FIAT Spa 1.074 125 8,6
per la tratta Torino-Milano
Nella delibera 971/91 si ipotizzava, ove ricorrano le condi- (sub-contratto Fiat-CAVTOMI Scrl)
zioni, la realizzazione della tratta Genova-Milano. Quali fos-
sero queste condizioni non era in alcun modo specificato, ma CEPAVUNO Scrl 1.482 182 8,2
si realizzeranno comunque nell’arco di qualche settimana. per la tratta Milano-Bologna
Un’autorevole testimonianza in tal senso ci verrà fornita da
Sergio Cusani molti anni dopo. Invitato in Val di Susa nel 2006 FIAT SpA 1.074 79 13,6
per la tratta Bologna-Firenze
a portare la sua testimonianza sull’affare Alta velocità ai tempi (sub-contratto Fiat-CAVET Scrl)
di Tangentopoli, racconterà che la spartizione delle sei tratte,
fra FIAT, ENI ed IRI, con la cooptazione delle imprese private IRICAVUNO Scrl 1.994 204 9,8
e cooperative, aveva mandato su tutte le furie il Gruppo Fer- per la tratta Roma-Napoli
ruzzi che, reduce come ENI dall’affare EniMont, non poteva
tollerare di restare fuori dall’affare del secolo, definito e spar- IRICAVDUE Scrl 1.125 112 10,1
per la tratta Milano-Verona
tito a tavolino.
Le condizioni dunque, grazie anche al pagamento di tangenti,
CEPAVDUE Scrl 896 116 7,7
secondo le cronache giudiziarie di qualche anno dopo, non tar- per la tratta Verona-Venezia
dano a realizzarsi ed il 16 marzo del 1992 l’Ente FS con un
nuovo atto di concessione affida a TAV SpA la progettazione COCIV Scrl 1.585 130 12,2
esecutiva, la costruzione e lo sfruttamento economico della per la tratta Genova-Milano
tratta AV Milano-Genova. Lo stesso giorno TAV SpA sotto-
scrive il contratto per la progettazione esecutiva e la costru- Totale importo dei contratti 9.230 948 9,7
affidati ai general contractor
zione della medesima tratta con un settimo general contractor,
il Consorzio COCIV, costituito il 3 dicembre 1991 con la par-
tecipazione di due controllate del gruppo Ferruzzi-Montedison (Tab.2 - Importo e costo a chilometro dei contratti firmati da TAV SpA
ed altri gruppi imprenditoriali che erano rimasti fuori dalla con i General contractor)

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sorzio COCIV; le coop rosse nei consorzi IRICAVUNO e CE-
PAVUNO e con l’immancabile CMC di Ravenna nel Consor- TAVOLA RICCA E COMMENSALI ILLUSTRI
zio CAVET; le imprese dei Cavalieri di Catania, già sospettati
negli anni ‘80 di rapporti con Cosa Nostra, nel Consorzio CAV-
TOMI con il Cavalier Costanzo e nel consorzio CEPAVUNO Il Comitato nodi e il Garante dell’Alta velocità
con il Cavalier Rendo; non poteva mancare, anzi, il cavaliere
siciliano della Milano da bere Salvatore Ligresti, in ben due Prima ancora che il primo cantiere fosse aperto, al menù TAV
Consorzi, il CAVET ed il COCIV; ovviamente erano presenti si aggiungono nuove portate e la tavola accoglie nuovi com-
tutte le imprese delle grandi famiglie di costruttori associate mensali. Già all’antipasto gli assaggi si moltiplicano e l’invito
all’ANCE, dai Caltagirone ai Lodigiani, dai Todini ai Salini, a tavola si estende ad altri ospiti, a volte anche illustri o famosi.
dai Del Favero ai Girola, dai Manzi ai Pizzarotti, dai Del Prato L’Amministratore delegato delle FS, il 16 gennaio 1992, con
ai Fioroni, dai Federici ai Recchi, sparse in tutti e sette i Con- i cantieri ancora di là da venire, firma la delibera numero 1077,
sorzi; infine, insieme a Snam Progetti e Iritecna, altre tre im- questa volta senza molta pubblicità. La deliberazione nasce
prese di Stato che facevano sempre capo ad ENI ed IRI. «dalla necessità di individuare le linee di intervento per la de-
La durata dei lavori per la realizzazione di tutte le tratte era finizione di politiche culturali ed urbanistiche finalizzate da un
prevista in sessantadue mesi, ad eccezione della Bologna-Fi- lato all’ottimizzazione del patrimonio ferroviario, con partico-
renze, tutta in galleria, per la quale i mesi previsti erano set- lare riferimento agli interventi nelle aree metropolitane, e dal-
tantotto. Entro la fine degli anni ’90, con costi e tempi certi, le l’altro all’analisi delle conseguenze sul territorio derivanti dalla
tratte, i nodi e le infrastrutture aeree dovevano essere pronte costruzione del sistema italiano ad Alta velocità». La decisione
per fornire al Paese il nuovo servizio ferroviario ad Alta velo- che scaturisce da questa esigenza è quella di istituire «Il Co-
cità. mitato per i nodi e per le aree metropolitane con il compito di
studiare un nuovo modello delle funzioni ferroviarie nell’evo-
luzione del sistema di mobilità e nella trasformazione delle
strutture urbane». Oltre al “Comitato per i nodi” viene istituita
anche la figura di un “Garante” del sistema Alta velocità e dun-
que con la stessa delibera si decide che «Il professor Romano
Prodi è nominato Garante, con il compito di studiare l’impatto
diretto ed indiretto del sistema italiano ad Alta velocità sul ter-
ritorio e sul sistema produttivo del Paese». Per il Comitato la
delibera stabilisce che esso «è composto da: Senatore Susanna
Agnelli, Presidente, dal Professor Carlo Maria Guerci, Dott.
Giuseppe De Rita, Arch. Renzo Piano».
Per lo svolgimento delle attività del Comitato e del Garante,
la delibera stanziava la somma di 9.000.000.000 (novemiliardi)
di vecchie lire e stabiliva altresì che sia il Comitato che il Ga-

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Le coop bianche con il Consorzio CER recuperate nel Con-
sorzio COCIV; le coop rosse nei consorzi IRICAVUNO e CE- TAVOLA RICCA E COMMENSALI ILLUSTRI
PAVUNO e con l’immancabile CMC di Ravenna nel
Consorzio CAVET; le imprese dei Cavalieri di Catania, già so-
spettati negli anni ‘80 di rapporti con Cosa Nostra, nel Con- Il Comitato nodi e il Garante dell’Alta velocità
sorzio CAVTOMI con il Cavalier Costanzo e nel consorzio
CEPAVUNO con il Cavalier Rendo; non poteva mancare, anzi, Prima ancora che il primo cantiere fosse aperto, al menù TAV
il cavaliere siciliano della Milano da bere Salvatore Ligresti, si aggiungono nuove portate e la tavola accoglie nuovi com-
in ben due Consorzi, il CAVET ed il COCIV; ovviamente erano mensali. Già all’antipasto gli assaggi si moltiplicano e l’invito
presenti tutte le imprese delle grandi famiglie di costruttori as- a tavola si estende ad altri ospiti, a volte anche illustri o famosi.
sociate all’ANCE, dai Caltagirone ai Lodigiani, dai Todini ai L’Amministratore delegato delle FS, il 16 gennaio 1992, con
Salini, dai Del Favero ai Girola, dai Manzi ai Pizzarotti, dai i cantieri ancora di là da venire, firma la delibera numero 1077,
Del Prato ai Fioroni, dai Federici ai Recchi, sparse in tutti e questa volta senza molta pubblicità. La deliberazione nasce
sette i Consorzi; infine, insieme a Snam Progetti e Iritecna, «dalla necessità di individuare le linee di intervento per la de-
altre tre imprese di Stato che facevano sempre capo ad ENI ed finizione di politiche culturali ed urbanistiche finalizzate da un
IRI. Al banchetto erano tutti presenti e la grande abbuffata po- lato all’ottimizzazione del patrimonio ferroviario, con partico-
teva cominciare. lare riferimento agli interventi nelle aree metropolitane, e dal-
Il menù prevedeva una durata del pranzo di 62 mesi, di 78 l’altro all’analisi delle conseguenze sul territorio derivanti dalla
mesi per la Bologna-Firenze, e dunque la conclusione entro la costruzione del sistema italiano ad Alta velocità». La decisione
fine degli anni ‘90. Dall’inizio del 2000, con costi e tempi certi, che scaturisce da questa esigenza è quella di istituire «Il Co-
il materiale rotabile, le tratte, i nodi e le infrastrutture aeree do- mitato per i nodi e per le aree metropolitane con il compito di
vevano essere pronte per fornire al Paese il nuovo servizio fer- studiare un nuovo modello delle funzioni ferroviarie nell’evo-
roviario ad Alta velocità. luzione del sistema di mobilità e nella trasformazione delle
Nel 2010, a quasi 20 anni dall’inizio del banchetto i com- strutture urbane». Oltre al “Comitato per i nodi” viene istituita
mensali sono ancora seduti a tavola. Si sono però alzati per anche la figura di un “Garante” del sistema Alta velocità e dun-
brindare in occasione delle innumerevoli celebrazioni per la que con la stessa delibera si decide che «Il professor Romano
fine dei lavori di gallerie, ponti e tratte. Brindano e però man- Prodi è nominato Garante, con il compito di studiare l’impatto
giano ancora, e continueranno a farlo per almeno altri 10 anni. diretto ed indiretto del sistema italiano ad Alta velocità sul ter-
Il menù si è arricchito con nuove portate e con ospiti sempre ritorio e sul sistema produttivo del Paese». Per il Comitato la
più numerosi. delibera stabilisce che esso «è composto da: Senatore Susanna
Agnelli, Presidente, dal Professor Carlo Maria Guerci, Dott.
Giuseppe De Rita, Arch. Renzo Piano».
Per lo svolgimento delle attività del Comitato e del Garante,
la delibera stanziava la somma di 9.000.000.000 (novemiliardi)
di vecchie lire e stabiliva altresì che sia il Comitato che il Ga-

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rante «potevano avvalersi di volta in volta delle strutture e delle cietà dagli stessi prescelte non sono mai stati resi noti ma si-
professionalità interne ed esterne all’Ente necessarie per il per- curamente hanno di gran lunga superato i miseri 9 miliardi di
seguimento degli obbiettivi». vecchie lire stanziati dalla delibera 1077/92. Miliardi attinti
A gestire i contratti con il Garante ed i membri del Comitato dalle somme che lo Stato annualmente trasferisce a FS per ga-
non sarà però il Commissario straordinario di FS: il compito rantire il servizio ferroviario universale e che sono stati dirottati
viene affidato alla Italferr-SIS.TAV Spa. Emilio Maraini, presi- al finanziamento di due organismi e due società che, come lu-
dente della società, formalizza gli incarichi nel Consiglio di am- cidamente denunciava Luigi Preti, solo boiardi di Stato dediti
ministrazione del 25 marzo 1992: «Il consiglio di ammini- alla distribuzione di prebende potevano concepire.
strazione, dopo approfondito dibattito, all’unanimità delibera di Quegli incarichi non avevano alcuna seria utilità per un pro-
dare mandato al Presidente del Consiglio di Amministrazione di getto ormai tutto definito e contrattualizzato. Le nomine del Co-
stipulare con i membri del Comitato per i nodi e le aree metro- mitato e del Garante però garantivano il sostegno a, o il silenzio
politane e con il Garante gli atti contrattuali necessari per l’esple- su, un progetto tecnicamente sbagliato e costruito su bugie tal-
tamento dei compiti loro demandanti nell’ambito della mente evidenti che solo con l’invito al banchetto anche di per-
istituzione di detti organismi». Il verbale della seduta però pro- sonaggi famosi o illustri il pranzo poteva apparire più degno di
segue, riservando un’ulteriore portata: «Il Presidente sottolinea essere consumato. Serviva il sostegno o il silenzio di persone
le ragioni che consigliano, con riguardo alle prestazioni partico- autorevoli e in quel momento particolarmente corteggiate dalla
larmente articolate dal punto di vista tecnico richieste al Comi- politica, come Susanna Agnelli e Romano Prodi. Serviva anche
tato ed al Prof. Romano Prodi, di avvalersi di strutture pro- il sostegno o il silenzio di Carlo Maria Guerci, presidente del
fessionali esterne da essi prescelte e rispettivamente, la Renzo Cesit, il più importante centro studi sul trasporto ferroviario,
Piano Building Workshop Srl con sede in Genova e la Nomisma nonché consulente di FIAT ferroviaria. Serviva pure il sostegno
Spa con sede in Bologna». Renzo Piano dunque sceglie come o il silenzio di Giuseppe De Rita, presidente del Censis e autore
supporto una sua società, mentre Romano Prodi sceglie una so- del più importante e commentato rapporto socio-enonomico an-
cietà della quale è un autorevole collaboratore. nuale sul Paese. Serviva il sostegno o il silenzio dell’architetto
Il contratto con il Garante è quello che avrà la durata più italiano più celebre, per arricchire il banchetto e garantire il
breve. Con l’esplosione di Tangentopoli, molti manager di posto a tavola ad altri famosi architetti. Serviva ovviamente
Stato finiscono in manette. Il 12 maggio 1993 viene arrestato anche il contratto con Nomisma, per produrre tonnellate di carta
il presidente dell’IRI Franco Nobili con l’accusa di corruzione che finiranno in qualche cantina, ma che saranno subappaltate
e finanziamento illecito ai partiti. Alla guida dell’Istituto viene a diversi Istituti universitari per comprare il sostegno o il silen-
richiamato Romano Prodi. L’abbandono dell’incarico di Ga- zio di numerosi esperti del settore.
rante dell’Alta velocità non determinerà però alcuna conse- Il solo contratto di Nomisma assorbirà tutti i 9 miliardi di
guenza sul contratto della società che lo stesso Garante aveva vecchie lire stanziati con la prima delibera. Quanto ha incassato
prescelto per svolgere le prestazioni particolarmente articolate Prodi non è dato sapere, così come non è stato mai reso noto il
dal punto di vista tecnico che con quella nomina gli erano state costo dei quattro componenti del Comitato; altri 9 miliardi,
richieste. forse. Nulla si sa sui contratti portati a casa dalla società
I costi delle prestazioni del Comitato, del Garante e delle So- “Renzo Piano Building Workshop srl”, ma è difficile pensare

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che il loro importo sia stato inferiore alla cifra incassata da No- dente della Commissione dell’Unione Europea. Questa volta
misma. Ancora più ignoto è il lavoro prodotto dal Comitato, la risposta, ad un quotidiano ed una firma così autorevoli, non
non essendoci traccia degli studi che avrebbe dovuto produrre poteva mancare; venne affidata ad un ambiguo comunicato con
sul “modello delle funzioni ferroviarie nell’evoluzione del si- il quale si precisava che «Il sig. Prodi non ebbe ruolo decisio-
stema della mobilità”, e che poco avevano a che fare con nale nell’assegnazione dei contratti a Nomisma. Inoltre il sig.
l’unica proposta nota uscita da questo organo, quella di realiz- Prodi non aveva alcun interesse, finanziario o altro, in Nomi-
zare nuove stazioni per l’Alta velocità. sma. Non era azionista e non copriva alcun ruolo operativo o
Sugli incarichi e le attività del Comitato, del Garante e delle decisionale. Era semplicemente il presidente del comitato
Società di supporto, anche la guardia di finanza nel 1996, nel- scientifico della compagnia».
l’ambito di una inchiesta più vasta disposta dal PM di Roma L’inchiesta giudiziaria finì nel nulla. A parte gli inquinamenti,
Giuseppa Geremia, cerca di capire il perché ed il come di que- che forse hanno orientato questa conclusione, troppo com-
sti affidamenti: «le Fiamme Gialle hanno acquisito negli uffici plessa era l’architettura contrattuale di quel Progetto, troppe le
di Fs e della Tav il materiale relativo ai finanziamenti, alle con- leggi ed i decreti di riferimento, troppi gli atti e le società coin-
sulenze, agli incarichi di appalto e subappalto e ai rapporti in- volte, troppe le norme e le competenze necessarie per conte-
trattenuti con aziende e sodalizi interessati al progetto, tra cui stare illeciti che attenevano più al diritto contabile e
il Comitato per i nodi. Per questa tranche di indagine sono in- amministrativo e molto meno a quello penale. Anche questa
dagati, oltre a Susanna Agnelli, altre tre persone: sul fascicolo infatti era la forza di quel Progetto: un’architettura contrattuale
sono indicati i reati di falso in bilancio, truffa ed evasione fi- e finanziaria complicata ed una rete altrettanto complessa di
scale (...). Contro ignoti rimangono ancora i fascicoli sulle con- relazioni contrattuali fra società tutte di diritto privato. Aveva
sulenze affidate a Nomisma (della quale l’ex capo del governo un solo punto debole, la bugia madre di tutte le bugie: quella
Romano Prodi è stato a lungo presidente del Comitato scienti- del finanziamento privato, sulla quale però si sono “distratti”,
fico) ed al Credit Lyonnais.»1. oltre che i magistrati, tutti gli organi di controllo dello Stato,
Le notizie dell’indagine sulla stampa sono del giugno del 1998. governi, ministri e interi parlamenti della Repubblica.
Romano Prodi non figurava fra gli indagati, ma per diverso
tempo rimase il bersaglio preferito di un quotidiano della fami-
glia Berlusconi, con una lunga campagna di stampa proprio sulle
consulenze affidate fino all’aprile del 1996 a Nomisma. Le nuove stazioni AV e la stazione Mediopadana
La questione del conflitto di interesse del Professore, come
Garante del Progetto Tav e collaboratore autorevole di Nomi- Susanna Agnelli ed i membri del Comitato non avevano com-
sma, venne riproposta il 4 maggio 1999 con un articolo molto messo alcun reato e potevano dunque consigliare o garantire
polemico a firma di Ambrose Evans-Pritchard sull’autorevole le decisioni dei boiardi di Stato di dirottare in altre direzioni i
“Daily Telegraph”, dopo la nomina dello stesso Prodi a presi- soldi pubblici destinati ai pendolari ed ai migranti degli
espressi, intercity e treni notturni a lunga percorrenza. Consi-
1
. Haver Flavio, “Alta Velocità, indagati Romiti e Susanna Agnelli”, Corriere gliano la progettazione e la costruzione di nuove stazioni, spe-
della Sera, 25 giugno 1998, pag. 12. cificamente “dedicate” al servizio per l’Alta velocità, a Torino

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Porta Susa, a Firenze Belfiore, a Roma Tiburtina, a Napoli dennizzi per i disagi previsti si avviano agli inizi del 2000,
Afragola e pure una stazione di interscambio nella zona Vesu- dopo che il Comune, la Provincia e la Regione avevano già
vio Est in provincia di Salerno. sottoscritto l’accordo di programma per la realizzazione del
Grazie al “Comitato per i nodi”, l’Italia è il primo ed unico nodo. Il disagio per i lavori era previsto per la durata di quattro
paese al mondo ad avere concepito e realizzato stazioni “dedi- anni: inizio dei lavori 2004, fine dei lavori 2008. Proprio sulla
cate” al servizio Alta velocità, decentrate rispetto a quelle sto- base di questi presupposti vengono concordati gli “indennizzi”
riche. I progettisti scelti sono però nomi eccellenti, quasi ai residenti e ai piccoli esercenti di via de’ Carracci. Le “bugie”
sempre star internazionali, che consentono di spostare l’atten- anche in questo caso sono state la norma, ma questa volta non
zione mediatica sul progetto del famoso architetto e nascondere ricadono su impersonali casse dello Stato, bensì sulla testa,
l’assurdità della dislocazione delle stazioni stesse, e la loro sulla vita e sulle tasche di persone in carne ed ossa.
scarsa utilità ai fini dell’effettivo miglioramento del servizio I disagi cominciano subito con l’inizio dei lavori, per il ru-
ferroviario. more e la produzione di polvere, ma sarà il meno. Dopo qual-
Sempre attraverso il “Comitato per i nodi” è passata la deci- che settimana si registra una incredibile invasione di “ratti”
sione di affidare al famoso architetto spagnolo Ricardo Bofil nelle cantine e nei piani terra degli edifici, causata dalla perfo-
il progetto per la nuova stazione centrale di Bologna, in questo razione di alcune fognature con getti di cemento, prodotta dagli
caso con la stazione per l’Alta velocità sensatamente associata ancoraggi sparati sotto le fondazioni degli edifici. Dopo qual-
a quella storica. Il mega progetto proposto dall’architetto post- che mese nelle case iniziano a comparire delle fessurazioni che
moderno catalano ebbe però la sventura di essere presentato a si allargano e si allungano di giorno in giorno. Tutti gli edifici
cavallo della storica sconfitta della sinistra che portò sulla pol- prospicienti la via sono più o meno lesionati, in alcuni casi deb-
trona di sindaco Giorgio Guazzaloca. Il progetto, travolto da bono essere evacuati e puntellati per evitare rischi di crolli.
un mare di polemiche, viene abbandonato e finisce in qualche Tutto questo accade nel più totale silenzio degli addetti ai la-
archivio polveroso. La polvere però non finisce sulla parcella vori e nella più totale disattenzione dell’Amministrazione della
dovuta all’architetto che, ovviamente, sarà regolarmente pa- città. I cittadini, lasciati soli, sono costretti ad organizzare de-
gato. Non va nemmeno in archivio la decisione di costruire una nunce ed azioni legali. In 650 firmano una azione collettiva di
stazione specifica per l’Alta velocità e dunque si riaffida la pro- risarcimento per gli sforamenti continui del livello delle polveri
gettazione ad un’altra star internazionale, questa volta giappo- “pm 10”, una media di 155 giorni all’anno oltre i limiti di
nese, Arata Isozaki. legge. Un’altra causa viene promossa da 500 famiglie e 30 at-
Se è vero che le polemiche e la vittoria di Guazzaloca hanno tività commerciali per lo sforamento della durata dei cantieri
prodotto una soluzione più razionale e meno costosa per le che era stata assunta per il calcolo degli indennizzi per i disagi
casse dello Stato, non è stato così però per le tasche e la salute da polveri e rumore. I disagi ipotizzati e gli indennizzi erogati
dei cittadini bolognesi che abitano in via de’ Carracci, adia- si sono rivelati semplicemente ridicoli. La durata effettiva, se
cente e parallela alla nuova stazione per l’Alta velocità. Per le andrà bene, sarà almeno il triplo di quella promessa.
centinaia di famiglie e di piccoli commercianti di quella strada Per i disagi causati da polveri e rumore i cittadini forse riu-
sarà un inferno per almeno un decennio. sciranno ad avere un qualche minimo risarcimento. Un primo
Gli incontri e le trattative con i residenti per definire gli in- riconoscimento delle loro ragioni arriva con una sentenza del

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Tribunale di Bologna, nel novembre 2010, creando le premesse dopo molti anni che segnerà l’ingresso nel capoluogo toscano
per la richiesta di risarcimento dei danni alla salute per qualche della più importante infrastruttura pubblica oggi in costruzione
migliaio di euro, forse, ad essere ottimisti, entro una decina di in Italia, le linee di Alta velocità”. Il perché ci fosse bisogno di
anni. Il problema vero sarà quello dei costi e degli anni neces- una nuova stazione non è stato ovviamente spiegato: il progetto
sari per riparare i danni prodotti dal cantiere TAV agli edifici, della stazione però era firmato da Norman Foster, una superstar
e sarà la partita più difficile per le famiglie e i piccoli commer- internazionale dell’architettura.
cianti coinvolti. Sarà dura per questi far fronte al contenzioso Dopo sette anni i cantieri dovevano ancora partire e, nel
con imprese che lavorano ormai solo con i loro uffici legali e 2009, con il rinnovo dell’Amministrazione, a far riflettere il
con SpA pubbliche per le quali il tempo è una variabile scono- futuro sindaco di Firenze sui rischi di replicare l’esperienza bo-
sciuta. Il rischio di dover pagare di tasca propria, o anche solo lognese ci ha provato la storica associazione fiorentina “Idra”.
quello della risoluzione in tempi biblici, è quasi una certezza. Nella campagna elettorale del 2009 Matteo Renzi aveva pro-
Il gioco dello scaricabarile delle responsabilità fra i tanti, messo che questa riflessione si sarebbe aperta. Vinte le elezioni
troppi, protagonisti che hanno firmato accordi, patti, conven- ed insediatosi a Palazzo Vecchio le sollecitazioni e le proposte
zioni e contratti è infatti iniziato ancora prima delle azioni le- concrete che il professor Girolamo Dell’Olio, presidente del-
gali promosse dai cittadini. l’associazione fiorentina, continuerà ad inviare sono rimaste
Come a Bologna anche a Firenze per il “nodo” è previsto il senza risposta. L’unica iniziativa nota ai cittadini assunta dal
sottoattraversamento della città, al quale però si aggiunge la nuovo sindaco fiorentino sarà quella di condividere e parteci-
straordinaria idea di realizzare una nuova stazione sotterranea pare all’evento del “Capodanno ad Alta velocità” promosso dal
specificamente dedicata all’Alta velocità, non associata alla sto- collega bolognese Flavio Delbono che, un mese dopo, subirà
rica stazione di Santa Maria Novella. una “rottamazione” poco onorevole.
I treni che arrivano da Bologna - compresi i Frecciarossa - Se gli amministratori di Bologna spendono tempo e denaro per
passano per le due stazioni fiorentine di Castello e di Rifredi promuovere eventi che celebrano questa cosiddetta Alta velocità,
prima di arrivare alla stazione di Santa Maria Novella. Quando i colleghi di Reggio Emilia e quelli della Regione non sono da
ripartono per Roma passano per un’altra stazione, quella di meno. Complice il “Comitato per i nodi”, gli Emiliani si sono
Campo Marte. Mentre Santa Maria Novella è una stazione “di inventati - qui però siamo davvero ben oltre la follia dei fiorentini
testa”, le altre tre sono stazioni cosiddette “passanti”: da qui - un’altra nuova stazione per l’Alta velocità. Collocata a nord di
passano sempre i treni veloci che saltano la fermata di Firenze Reggio Emilia, nella pianura padana e più o meno a metà fra il
S.M.Novella. Il sottoattraversamento della città è anche conse- nodo di Milano e quello di Bologna, si chiamerà “Stazione Me-
guente alla decisione di realizzare una nuova stazione passante diopadana AV”. Sarà, è la previsione più semplice che si possa
solo per i treni ad Alta velocità. Una decisione concepita dal fare, un monumento allo spreco e all’inutilità. La nuova stazione
“Comitato per i nodi”, adottata senza colpo ferire dai boiardi di offrirà il servizio a qualche decina, forse un centinaio di passeg-
FS ed accolta con entusiasmo dagli amministratori in carica a geri eccellenti al giorno, che potranno salire, forse, su due o tre
Palazzo Vecchio e in Regione Toscana. Si ritroveranno tutti a Frecciarossa che fermeranno in quella stazione, forse quasi tutti
Firenze il 25 Novembre 2002 alla conferenza stampa che pre- i giorni della settimana. Per la costruzione, finanziata solo con
senta “la prima grande opera di architettura realizzata a Firenze soldi pubblici nazionali ed emiliano-romagnoli, non basteranno

90 91
100 milioni di euro. Ma il problema sarà la gestione e la manu- Lo stesso Lorenzo Necci, il 16 0ttobre 1995, firma l’atto con
tenzione: nemmeno il più sprovveduto degli amministratori po- il quale viene modificata la convenzione FS-TAV del 1991, con
trebbe avere l’ardire di giustificarne la sostenibilità. Per il la previsione di non costituire più la società TAV-CO Spa, alla
progetto però, ovviamente, è stato scelto un altro famosissimo quale, secondo la delibera 971, era attribuita l’esclusiva della
architetto, Santiago Calatrava. gestione commerciale del servizio AV. Con lo stesso atto si de-
L’architetto spagnolo pare che a Reggio Emilia, per qualche cideva pure che non ci sarebbe più stata la cessione della rete
congiunzione astrale favorevole, abbia trovato l’eldorado. a FS mantenendo di fatto in capo alla stessa TAV SpA anche la
Nella stessa città, sempre grazie all’Alta velocità, ha progettato gestione dell’infrastruttura.
tre ponti a vela che sovrastano l’autostrada - segni straordina- Le modifiche alla convenzione comportavano anche dei cam-
riamente efficaci per distrarre gli automobilisti che sfrecciano biamenti nei rapporti fra gli azionisti cosiddetti privati e FS,
nella pista sottostante - costati tre volte di più di ponti normali. con la previsione della «(...) mitigazione delle obbligazioni fi-
Per la nuova stazione mediopadana si poteva solo sperare che nanziarie di FS nei confronti di TAV, attraverso l’eliminazione
qualche amministratore avesse fatto almeno qualche conto dell’obbligo di pagamento del canone C1 e la contestuale in-
prima di dare corso a questa follia. I conti comunque dovrà troduzione, in sostituzione, di una nuova obbligazione, ricon-
farli chi si farà carico di gestire e manutenere il monumento ducibile alla fattispecie dell’accollo interno, che operi solo ed
allo spreco e all’inutilità, ovviamente dopo che il ministro di esclusivamente in caso di impossibilità temporanea o definitiva
turno avrà celebrato il rito per la cerimonia dell’inaugurazione di TAV di far fronte al servizio del debito nei confronti degli
accompagnato dal presidente della Regione, dal presidente istituti finanziatori... ». Tradotto in parole semplici chi paga è
della Provincia e dal sindaco della Città. sempre e comunque lo Stato pantalone.
La cosa però più esilarante è che la descrizione di queste stra-
ordinarie novità era scritta nell’allegato numero 11 della Rela-
zione al Parlamento presentata dal ministro Burlando nel
I cambiamenti radicali di Cimoli febbraio del 2007. Con quella Relazione si dava avvio alla ve-
rifica del Progetto TAV sancita con la Legge 662 del 23 dicem-
Fra le tante bugie che i boiardi pubblici e privati ci hanno bre 2006 dopo i clamorosi arresti di Necci, Pacini Battaglia ed
raccontato per fare affari con l’Alta velocità, quella della quale altri. La Relazione del ministro riprende alla lettera le presunte
non si è mai esplicitamente preso atto è il millantato finanzia- novità scritte nell’allegato; fra le altre questa: « (...) è utile se-
mento privato. Per questo si continua a parlare di project fi- gnalare al riguardo che l’impegno al rimborso del finanzia-
nancing e a raccontare bugie, modificando l’architettura mento pubblico non era contemplato nelle pattuizioni iniziali
contrattuale e finanziaria ma solo con lievi aggiustamenti che del ‘91, ma è frutto di un accordo successivo tra FS e TAV.».
lasciano intatte le scelte di fondo del topico 1991. Ad ogni cam- A parte il fatto che questo impegno fantasioso e inesigibile
bio dei vertici di FS SpA, si è lasciato solo trasparire gli errori era già contemplato nella delibera del 1991, sarebbe interes-
del passato, annunciando però cambiamenti sostanziali. In re- sante sapere chi ha steso quella Relazione, copiando pari pari
altà si sono aggiunti errori ad errori facendo in questo modo le “fantasie” contenute negli allegati forniti da FS, e se è rima-
lievitare a dismisura i costi. sto al suo posto anche dopo il 23 marzo del 1998. Quel giorno

92 93
il ministro Burlando partecipa a Milano ad un importante con- tutti i contratti dei cosiddetti general contractor, caricando sui
vegno sui temi della mobilità. Nel suo atteso intervento parla conti pubblici tutti gli oneri futuri della bugia del finanzia-
anche del celebrato finanziamento privato del Progetto TAV e, mento privato e premiando gli stessi “privati”, complici ed at-
destando lo stupore dell’uditorio, afferma: «(...) quando siamo tori, con il rimborso della loro quota.
andati a vedere abbiamo constatato che era una cosa falsa, è A gestire questa straordinaria operazione gattopardesca, con
bene che si sappia che è finita la quota pubblica del 40%, men- il consenso dello stesso ministro che aveva bollato come falsa
tre il 60% dei privati non si è mai visto».2 La bugia per la prima la partecipazione privata, è stato Giancarlo Cimoli, il boiardo
volta veniva pubblicamente denunciata dal ministro dei Tra- che aveva preso il posto di Necci dopo l’arresto di quest’ultimo
sporti in carica con parole inequivocabili, facendo però nascere nel settembre del 2006. Cimoli, per gli oltre 6 anni che rimane
il sospetto che egli non avesse nemmeno letto la Relazione che al vertice di FS, millanta in più occasioni cambiamenti radicali
un anno prima aveva consegnato a tutti i parlamentari, ed il al Progetto TAV, ma non modifica nemmeno una virgola della
dubbio sulla sua effettiva consapevolezza delle affermazioni sua architettura finanziaria e contrattuale. Non solo: come il
fatte in quel convegno. suo predecessore assume il doppio incarico, e la doppia retri-
Nonostante la denuncia della “bugia”, infatti, nulla si fece buzione, di amministratore delegato di FS e di Presidente di
per azzerare o comunque ridefinire un’architettura contrattuale TAV SpA. Risolverà questo conflitto di interesse nel 1999, ma
e finanziaria fondata su presupposti falsi. Anziché procedere solo dopo insistenti e ripetute richieste del nuovo ministro dei
all’azzeramento di una società inutile, costituita al solo scopo Trasporti Pierluigi Bersani. Darà le dimissioni da presidente di
di millantare finanziamenti privati, è stata imboccata la strada TAV SpA ma rimarrà seduto nel mega-Consiglio di ammini-
esattamente opposta. I cosiddetti investitori privati, soci di TAV strazione della stessa società accanto a Mauro Moretti, futuro
SpA, sono stati tutti rimborsati della loro quota di partecipa- suo successore, a Giuseppe Sciarrone, futuro amministratore
zione; in quel momento i soci cosiddetti privati erano 42, tutte delegato di NTV, Nuovo Trasporto Viaggiatori, la società pri-
e sole banche, con una quota di capitale da 1 a 2 milioni di euro vata che gestirà il servizio Alta velocità, ed altri nove boiardi
cadauna. Presenti nella società con un capitale di rischio ridi- di Stato, tutti in rappresentanza di un unico socio, FS SpA.
colo, ma pronte per il grande affare del “finanziamento pri- A chiedere invece un importante cambiamento, quello di azze-
vato”, e cioè quello di “prestare soldi” alla stessa società rare i contratti di TAV SpA con i general contractor affidatari delle
partecipata, con totale garanzia dello Stato. A nessuno è mai tratte ancora in fase di progettazione, fu proprio il successore del
balenato il dubbio di un evidente conflitto di interesse di questa ministro Burlando. Per dare attuazione a questo indirizzo, lo
presenza. Se il loro interesse specifico, ovvio e legittimo, era stesso ministro, di fronte all’inerzia dell’amministratore delegato,
quello di “prestare soldi” a TAV SpA, altrettanto ovvio era l’in- fu costretto a presentare senza successo prima un emendamento
teresse a fare aumentare il più possibile i costi del Progetto, e ad un disegno di legge per la conversione di un decreto, poi un
dunque accrescere l’esigenza dei “prestiti”. progetto di legge mai arrivato in aula. Riuscì a far diventare
TAV SpA, anziché essere cancellata, viene trasformata in una norma la sua richiesta di azzerare i contratti TAV con l’articolo
società al 100% di FS SpA, garantendo così la continuità di 131 della Legge finanziaria per il 2001.
All’inizio del 2000, fra le tratte ancora in fase di progetta-
2
. “TAV fallimento annunciato”, Italia Oggi, 24 marzo 1998. zione vi era ancora la Torino-Milano. Su pressione della FIAT

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e della nuova proprietà di Impregilo, Cimoli, nonostante il pro- sarà finanziata - tre gruppi di banche sono molto interessate - con
getto di legge già depositato in Parlamento che ne prevedeva le condizioni sopra descritte. Tutto viene finanziato. I soggetti
l’azzeramento, accelera la firma dell’atto integrativo per l’aper- coinvolti sono Trenitalia ed RFI. Qualcuno paga per linee nuove
tura dei cantieri. La firma con il general contractor FIAT SpA e, in funzione del numero di passeggeri, si può ripagare il debito
ci sarà prima che quella previsione, il 1 gennaio 2001, diven- avendo allungato la concessione da 40 a 60 anni. In questa ipotesi,
tasse norma di legge. Salvato l’azzeramento del contratto, la credo che lo Stato dovrebbe pagare circa otto miliardi di euro nel-
tratta cambia ufficialmente la sua collocazione. Il Progetto l’arco di una trentina di anni. L’impegno è quindi meno gravoso;
TAV, fino a quel momento era stato deliberato e pubblicizzato ciò che è più importante è che se tutto questo viene attuato, l’Alta
con due linee, la verticale Milano-Napoli e la trasversale To- velocità è praticamente finanziata».
rino-Venezia, più l’appendice della Genova-Milano. Da quel Che la Milano-Torino fosse molto costosa i conti finali lo con-
momento la Torino-Milano non sarà più nella linea trasversale fermeranno chiaramente, ma che fosse anche “altamente reddi-
Torino-Venezia e nel famoso Corridoio europeo numero cin- tiva” era già in quel momento una previsione ospitata solo nella
que, bensì nella nuova linea Torino-Napoli, entrando, come ap- fantasia del grande manager. Il modello di esercizio di quella
pendice, o come non si sa, nel famoso Corridoio europeo tratta prevedeva il passaggio di 160 coppie di treni al giorno, 120
numero uno. per i passeggeri e 40 per le merci. Nel 2010 sulla nuova tratta di
Con il cambio del governo nel 2001, Cimoli, confermato AV/AC Milano-Torino passano 9 coppie di treni al giorno per
sulla stessa poltrona, continua a millantare i cambiamenti ra- passeggeri e non passa nessun treno merci. Previsioni sbagliate?
dicali del Progetto. Convocato dalla Ottava Commissione del No, erano semplicemente invenzioni per giustificare la realizza-
Senato, il 10 aprile 2003, racconta che « (...) inizialmente si zione di una nuova tratta assolutamente inutile ed a “redditività”
prevedeva di costruire la TAV con il 40 per cento dello Stato negativa. Cimoli stava raccontando delle storie che i senatori
ed il 60 per cento del mercato con il take or pay; progetto che hanno bevuto, in alcuni casi, con entusiasmo.
feci saltare.». Ovviamente non era cambiato nulla, anzi: ma Il presidente della Commissione, definendo le parole del ma-
questo gli consentiva di raccontare che «(...) con la stima dei nager un grande disegno strategico, chiude la seduta nel modo
passeggeri, dei ricavi eventuali e del pedaggio nel frattempo più degno per celebrare le storie raccontate in quell’aula: «Il
definito, feci presente al Governo di allora, che si disse d’ac- fatto che una società (Ispa, ndr), sia pure pubblica, si fa carico
cordo, di prevedere il 60 per cento di finanziamento pubblico della realizzazione di un’opera così strategica come conti-
ed il 40 per cento di risorse private.». nuiamo a ritenere l’Alta velocità non può che farci piacere
Cimoli, sempre davanti ai senatori, conclude il suo racconto in anche perché viene esternalizzata rispetto alle forze del bilan-
libertà facendo intendere che questa sua straordinaria intuizione cio dello Stato».
ha ispirato la costituzione, ad opera del creativo Giulio Tremonti, Nel 2005 l’Unione Europea certificherà che quelle “storie”
di ISPA, lnfrastrutture SpA, ed annuncia ai senatori la quadratura erano delle “favole” e per questo dovevano essere cancellate
del cerchio per il finanziamento della “nuova” linea di AV: «At- dai documenti contabili delle società di diritto privato, TAV
traverso ISPA canalizziamo la Torino-Napoli, ad eccezione della SpA e Infrastrutture SpA, perché indebitamente tenute fuori
trasversale, di cui ancora non conosciamo il costo, con tratte al- dalla contabilità nazionale. Il Parlamento, nel dicembre del
tamente redditive e molto costose come la Milano-Torino, che 2006, accoglierà questa prescrizione dell’UE, decidendo di li-

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quidare ISPA e di trasferire nel debito pubblico tutti i debiti ac- contentino al ministro dello Sviluppo economico del governo
cumulati per l’Alta velocità “esternalizzata”. Nel frattempo, il in carica che di quella forma di affidamento aveva chiesto l’az-
presidente della Commissione era diventato addirittura que- zeramento.
store dello stesso ramo del Parlamento ed il grande manager, Fra i motivi più onerosi, secondo i super pagati vertici delle
dopo le favole raccontate dal vertice di FS, era stato spedito a FS, vi era quello della fase di «approvazione, da parte delle
raccontare storie al vertice dell’Alitalia e lì, pure, sappiamo competenti autorità Territoriali e Locali, del progetto che ha
com’è finita. quasi sempre comportato onerose ricadute in termini di appe-
santimento delle opere da realizzare e di allungamento dei
tempi di esecuzione, gravando altresì il Progetto, in numerosi
casi, di ineludibili obiettivi di riqualificazione delle aree attra-
I costi taroccati e quelli ignorati da Moretti e Cipolletta versate estranei alle finalità proprie dell’opera ferroviaria».
Colpa dunque anche degli Enti locali, che hanno appesantito i
Con le parole in libertà non scherza nemmeno il vertice nomi- costi ed allungato i tempi, proponendo però, si dice, ineludibili
nato dal governo Prodi nel 2006; anche in questo caso l’occasione obbiettivi ai quali FS non si è potuta sottrarre anche se estranei,
è data da un’audizione sempre nella stessa aula dell’Ottava Com- si dice, all’opera ferroviaria.
missione del Senato. L’inventario dei maggiori costi fornito ai senatori era rias-
L’amministratore delegato Mauro Moretti ed il presidente In- sunto puntualmente: «Modalità di affidamento, 6 M; Speci-
nocenzo Cipolletta, convocati nel marzo del 2007, raccontano fiche progettuali, orografia e sismicità del territorio, 7 M;
la loro versione della storia. Con le informazioni fornite, con- Prescrizioni ambientali e territoriali, 6 M; Antropizzazione
segnano ai senatori dati dettagliati sui costi delle infrastrutture del territorio e acquisizione delle aree, 2 M». Il totale dei costi
per l’AV, pure confrontati con quelli di altri Paesi. Le cifre for- giustificati dalle differenze di contesto e modalità realizzative
nite indicano un costo medio per le tratte italiane, in quel mo- era di 21 milioni di euro a chilometro. Secondo i campioni del
mento in esercizio, di 32 milioni di euro a km, rispetto ai 10 management di Stato le infrastrutture per l’Alta velocità in Ita-
della Francia ed ai 9 per la Spagna. I dati indicano anche la lia sarebbero costate, scalando dal costo complessivo i mag-
lunghezza complessiva delle linee o tratte in esercizio alle quali giori oneri esattamente descritti, più o meno come in Francia
quei costi si riferiscono: 564 km per l’Italia, 1.548 km per la e Spagna, 11 M/Km.
Francia e 1.030 km per la Spagna. Anche concedendo alla ipocrisia di Moretti e Cipolletta il be-
Fornendo un costo di due terzi superiore a quello degli altri neficio d’inventario dei maggiori costi così puntualmente elen-
Paesi giustificano dettagliatamente i tanti motivi dello scarto, cati, i conti però non tornano. Moretti e Cipolletta, pur
compresi quelli delle modifiche tecniche intervenute dopo la ammettendo alcuni limiti, ma solo per il passato, hanno fornito
presunta trasformazione del Progetto da Alta velocità nella in- ai senatori delle cifre taroccate che hanno consentito di nascon-
definita Alta capacità. Segnalano pure quelli dovuti al contra- dere uno scarto, nel confronto con Francia e Spagna, ben più
ente generale che “ha posto la Committenza in una condizione clamoroso, esattamente il doppio di quello presentato.
di minore capacità negoziale rispetto al ricorso ad una compe- Il costo medio a chilometro è il risultato del rapporto fra il
tizione di mercato tra soggetti qualificati”: concedendo così un costo complessivo delle infrastrutture considerate ed il numero

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di chilometri lungo i quali queste si sviluppano. Bene, nel caso e, comunque, pur escludendo dal calcolo - come dovrebbe essere
italiano il costo complessivo assunto era di 18.000 milioni di fatto - il costo attualizzato di questo onere finanziario futuro, gli
euro, esattamente il costo sostenuto per realizzare solo le “infra- interessi intercalari sugli stessi prestiti non possono non essere
strutture a terra” delle “tratte” Torino-Novara (85 km), Firenze- considerati un costo di costruzione a tutti gli effetti.
Roma (241 km) e Roma-Napoli (204 km). La somma di queste Alla fine, facendo un confronto omogeneo, senza tarocchi,
tratte, però, che è di 531 km, non corrisponde alla cifra utilizzata le nuove tratte AV italiane, in quel momento in esercizio (To-
per il rapporto e scritta nei documenti forniti ai senatori, che era rino-Novara e Roma-Napoli, 290 km), sono costate 63,4 mi-
561 Km. Il costo era dunque solo quello delle “tratte”, senza lioni di euro a chilometro, a fronte del costo a chilometro della
quello dei “nodi”, mentre i chilometri erano sia quelli delle tratte principale linea francese (Parigi-Lione, 417 km) di 10,2 mi-
che quelli dei nodi. Ma questo era solo il tarocco più veniale, lioni, e della principale linea spagnola (Madrid-Siviglia, 470
portava il costo a km da 32 a 34 milioni di euro. km) di 9,8 milioni.
Il tarocco clamoroso era un altro, quello di avere incluso nel Anche prendendo per buone le precise e dettagliate ragioni
calcolo anche la tratta Firenze-Roma, una furbata degna di un dei maggiori oneri consegnate ai senatori, rimane da spiegare
premio al disprezzo dell’intelligenza. Con quel Progetto di Alta che cosa hanno finanziato i 31,4 milioni di euro a chilometro
velocità quella tratta non ci entrava assolutamente nulla e nulla che mancano all’appello. Per la prossima audizione, sarebbe
aveva a che fare con le caratteristiche tecniche delle “linee dedi- bene chiedere al vertice delle FS, oltre ai chiarimenti su questo
cate” francesi e spagnole. La Firenze-Roma, quando il Progetto clamoroso buco relativo solo al costo delle “tratte”, di fornire
TAV è decollato era già in funzione. È stata concepita e realizzata un rendiconto su tutte le “voci” di costo del Progetto AV pre-
come linea veloce ed universale, per passeggeri e merci, con un sentato e celebrato nel 1991. Da quello dei “nodi” a quello
sistema di alimentazione classico, lo stesso delle linee storiche. delle “infrastrutture aeree”, da quello del “materiale rotabile”
Costruita attraverso normali gare di appalto, affidate e gestite di- a quello degli “interessi intercalari”: e solo per rimanere alle
rettamente da FS. voci che nel Progetto del 1991 erano previste e quantificate.
Escludendo dal calcolo la furbata della Firenze-Roma, il costo Ovviamente non sarebbe sgradito che il Parlamento fosse in-
a chilometro delle nuove tratte italiane di AV/AC, in quel mo- formato sulle voci di costo che in quel Progetto non erano pre-
mento in esercizio, Torino-Novara e Roma-Napoli, confrontabili viste, ma che nel corso del banchetto si sono aggiunte con
con quelle francesi e spagnole, sale ad una media di 55 milioni l’invito esteso ad altri commensali. Quella dei costi diretti so-
di euro a km. Ma non basta: nei casi esteri il costo considerato stenuti dalle Società, FS SpA, TAV SpA, Italferr SpA, RFI SpA,
includeva ovviamente anche quello delle “linee aeree”, assente Infrastrutture SpA, che hanno gestito, in toto o per la parte di
invece in quello italiano. Infine, mentre in Francia e Spagna le competenza, le attività connesse con il Progetto. Quella dei costi
linee considerate sono state realizzate direttamente dalle società sostenuti dalle medesime società per Comitati, Garanti, studi,
statali, SNCF e RENFE, con soldi dello Stato e attraverso normali consulenze, incarichi a persone e società, attinenti o connessi.
contratti di appalto, in Italia lo Stato si è fatto carico direttamente Quella dei costi sostenuti per la progettazione e la realizzazione
degli “interessi intercalari”, per i cosiddetti finanziamenti privati, delle nuove stazioni per l’Alta velocità, compresa quella “Me-
per il tempo della costruzione e fino all’avvio dell’esercizio. Ov- diopadana”. Quella dei costi per tutte le opere, compensative o
viamente i prestiti dovranno essere restituiti con relativi interessi indotte, finanziate con soldi pubblici e che non sono passate at-

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traverso i contratti dei general contractor. nuovo istituto contrattuale, quello dell’ “affidamento a contra-
Sarebbe infine gradito che fosse fornita almeno una stima di ente generale”. Il principio fissato nella legge non era riferito
altre voci che sono certamente di difficile quantificazione ma al contratto bensì al contraente ed era esattamente questo: «(...)
che non sono meno importanti delle precedenti, anzi. Quella il Contraente Generale è distinto dal Concessionario di opere
dei danni ambientali provocati dai lavori dei general contractor, pubbliche per l’esclusione della gestione dell’opera eseguita».
sui quali si sono già specificamente misurati i magistrati della La definizione conseguente, data dal Governo con il decreto
Procura di Firenze per la Bologna-Firenze e di Milano per la legislativo 190/2002, non aveva nulla da invidiare alla straor-
Genova-Milano. Quella del contrasto della corruzione e della dinaria invenzione dello “sfruttamento economico” attribuito
criminalità organizzata che ha visto impegnate le forze di po- dalla delibera 971 alla “Concessionaria” TAV SpA. In questo
lizia con quasi tutte le Procure della Repubblica delle città dei caso però la definizione del Contraente Generale come “Con-
nodi delle nuove linee dell’Alta velocità, oltre a quelle di La cessionario” senza “la gestione dell’opera” (cioè del corrispet-
Spezia e di Perugia. Quella dei danni prodotti sull’industria na- tivo tipico della concessione) non era in realtà una novità. Era
zionale sia dal Consorzio Trevi nel settore del materiale rota- esattamente quello che la Legge 80/1987, proposta all’epoca
bile, che dal Consorzio Saturno nel settore del segnalamento dal Ministro Signorile, definiva appunto “Concessione di sola
ferroviario. Quella delle risorse pubbliche, trasferite annual- costruzione”. L’articolo 8 della Legge Signorile però aveva una
mente dallo Stato a FS SpA per gestire il servizio ferroviario durata limitata e la Corte europea nel giugno 1992 ne aveva
universale, che surrettiziamente e indebitamente sono state di- valutato il contrasto con la direttiva 71/305/CEE. Lo stesso
rottate sul servizio AV offerto al 5% degli utenti dei servizi fer- Parlamento italiano con l’art. 19 della Legge “anti-tangento-
roviari. Quella del danno scaricato sulle tasche e sulla qualità poli”, la n. 109/1994, ne aveva sancito la definitiva cancella-
della vita del 95% degli utenti delle ferrovie per l’evidente peg- zione dal nostro ordinamento.
gioramento del servizio universale determinato dalle scelte tec- Il ministro Lunardi, nella relazione introduttiva del decreto
niche, dalle modalità finanziarie e contrattuali nonché dalla legislativo, per reintrodurre proprio questo istituto contrattuale,
stessa tempistica con la quale le voci di costo del progetto TAV arriverà perfino a scrivere che nell’Alta velocità la forma di af-
sono state definite e consumate. fidamento del general contractor aveva consentito di rispettare
tempi e costi dei contratti. Con il Contraente generale dunque
le grandi opere della Legge obbiettivo partono con gli stessi
impegni che il commissario straordinario delle FS aveva as-
La Legge obbiettivo sunto con la firma della delibera 971/1991: il tarocco dei tempi
certi e prezzi chiusi.
Solo in un Paese che riesce a non vedere un furto così cla- Con la delibera del CIPE n.121 del dicembre 2001, con la
moroso può succedere che gli strumenti che hanno consentito quale si identificavano le opere della Legge obbiettivo, alle
di consumarlo siano assunti addirittura come modello legaliz- linee ad Alta velocità del progetto del 1991 se ne aggiungono
zato per realizzare le grandi opere. diverse altre.
Con la Legge obbiettivo, la n. 301/2001, fra le deleghe che Il costo di queste nuove linee AV (vedi Tab.3) è stimato in
questa affidava al Governo vi era anche quella di definire un oltre 77 miliardi di euro. Le risorse stanziate al dicembre 2009,

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somme stanziate erano appena l’1,6% delle risorse effettiva-
Nuove tratte e linee AV Costi Ufficiali Nostre stime Impegni mente necessarie. Se consideriamo anche le tratte del Progetto
nei programmi nel Dpef 2009 M di spesa
TAV del 1991 che sono ancora da realizzare, le risorse da met-
della Legge Obbiettivo 2008-2012 Dicembre
M 2009 M tere in campo si avvicinano ai 100 miliardi di euro, ed anche
in questo caso le risorse disponibili rappresentano solo il 2,8%
Quota italiana 4.686 7.500 349,0 di quelle effettivamente necessarie.
della Tratta internazionale AV
Torino-Lione Nel 2006 il Centro-sinistra vince le elezioni con un pro-
gramma nel quale si impegnava esplicitamente a superare la
Tratta AV 2.375 4.400 0,0 Legge obbiettivo e cancellare dal nostro ordinamento l’istituto
Bruzolo-Torino contrattuale del contraente generale. Nei due anni del Governo
Prodi non si è vista nemmeno una traccia della modifica di que-
Quota Italiana 3.000 6.700 260,0 ste norme speciali. Il ministro delle Infrastrutture Antonio Di
della Tratta internazionale AV
Verona-Monaco Pietro non ha trovato nemmeno il tempo di presentare almeno
un progetto di legge.
Il tavolo politico del CIPE ha continuato ad approvare i pro-
Tratta AV 8.000 9.500 0,0
Fortezza-Verona getti di questo elenco di sogni che svaniscono solo quando a
sognare non sono le lobby con molti interessi e forti legami
Linea AV 6.129 12.500 29,4 con il potere. È il caso ad esempio della linea AV “Salerno-
Venezia-Trieste Reggio Calabria e Messina/Palermo/Catania”, in bella mostra
nelle “grandi opere” prioritarie fino al 2008 con una previsione
Linea AV 12.291 28.500 54,0 di costo di 12.291 milioni di euro. Nel Dpef 2010-2013 non si
Salerno-Reggio Calabria trova più alcun riferimento all’AV/AC per questa linea ma solo
e Messina-Palermo-Catania
qualche riferimento al semplice e indefinito “potenziamento”
di qualche tratta con una previsione di costo di qualche centi-
Linea AV 4.920 8.200 550,0
Napoli-Bari naio di milioni.
Al contrario, quando gli interessi della lobby del “ferro e ce-
mento” ci sono, la follia del sogno diventa realtà ed a garantire que-
Totale 41.401 77.300 1.242,4
sto passaggio è - si continua a raccontare - il cosiddetto “finan-
ziamento privato” del mitico project financing. Proprio su queste
(Tab.3 - Costi e impegni di spesa per le nuove linee di AV inserite nella opere anche presidenti di Regioni, di Province e sindaci di grandi
Legge obbiettivo) Comuni scommettono il loro futuro politico, a prescindere dalla
“sostenibilità” per le casse pubbliche e dalla “utilità” per i loro ter-
con la Legge obbiettivo, erano esattamente il 2,9% dei costi ritori, calpestando anche le ragioni ed i diritti dei loro stessi cittadini.
indicati nei documenti ufficiali di programmazione, in gran L’esempio della Torino-Lione è quello più emblematico.
parte vecchi o sottostimati. Rispetto a stime più veritiere le

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matiche immagini del Seghino, di Mompantero e di Venaus
L’esempio della Torino-Lione che dal 31 ottobre a fine dicembre 2005, in una valle militariz-
zata, hanno polarizzato l’attenzione mediatica nazionale. Meno
Il CIPE, con la procedura della Legge obbiettivo, il note però, e prive di riscontro negli stessi media, sono le mo-
15.12.2003 approva il progetto preliminare della tratta inter- dalità di approvazione e di gestione del progetto che quelle
nazionale di questa linea con una stima dei costi della quota drammatiche vicende hanno provocato.
italiana di 2.278 milioni di euro. Sempre con un progetto pre- A presentare quel progetto è stato un ministro delle Infra-
liminare, nel 2010 - e senza alcun cantiere aperto - la stima strutture che, con una sua Società di Ingegneria lavorava pro-
della quota italiana salirà ad oltre 8 miliardi di euro. Non cam- prio sulla tratta per la quale chiedeva l’approvazione del CIPE.
biano invece le stime di traffico, per le quali l’unica domanda L’impresa del ministro lavorava sul versante francese, ma il fi-
plausibile che si porrebbe una normale Commissione tecnica nanziamento richiesto all’Italia era esattamente il 67% dell’in-
di valutazione è se a proporre quell’opera siano dei marziani o tero importo preventivato, mentre solo il 33% della tratta
degli imbroglioni. internazionale era sul territorio italiano. Dunque il ministro
Succede però che, a differenza del governatore, del presi- chiedeva soldi per finanziare i lavori anche della sua impresa.
dente e del sindaco del capoluogo che sollecitano l’inserimento Lo staff tecnico che ha garantito al ministro la gestione di
nella Legge obiettivo e poi applaudono per la sua agognata ap- quel progetto vedeva la presenza, in posizione di comando, di
provazione, nei territori interessati della Val di Susa ci siano Ercole Incalza, già amministratore delegato di TAV Spa, ed
cittadini molto informati e che da anni conoscono bene quelle Emilio Maraini, già presidente di Italferr SIS TAV SpA. Che
stime e sanno bene quanto siano prive di fondamento. In questo fossero esperti di Alta velocità non poteva essere messo in di-
caso, allora, dalla sede politica del CIPE si passa a quella del scussione, ma che fossero nelle condizioni di fornire al mini-
ministero dell’Interno che, su richiesta del ministro delle In- stro consigli e valutazioni disinteressate c’è sicuramente da
frastrutture, invia l’esercito e le forze dell’ordine per aprire i dubitare; anzi, probabilmente erano le persone meno indicate,
cantieri. Ci hanno provato nel dicembre 2005 e, per la prima e forse anche in una posizione di dubbia legittimità. Entrambi
volta, il TAV è stato fermato dalle ragioni di chi, semplice- erano stati indagati, e poi rinviati a giudizio, per diversi reati
mente, vuole che alla base delle decisioni di realizzare infra- connessi proprio con il Progetto TAV e la parte offesa per quei
strutture pubbliche, l’interesse pubblico ci sia veramente, e sia reati era, fra gli altri, il ministero delle Infrastrutture dal quale
quanto meno dimostrato. erano regolarmente retribuiti.
La scelta di approvare in sede politica il progetto, con la pro- Questo dunque il progetto approvato in sede politica e per il
cedura speciale della Legge obbiettivo, comporta comunque la quale Lunardi, Incalza e Maraini hanno chiesto nel dicembre
definizione di un quadro programmatico che ne giustifichi 2005 l’intervento dell’esercito, della polizia e dei carabinieri.
l’utilità sociale e la sostenibilità economica. In questo caso però Dopo le drammatiche vicende del 2005, i cittadini ed i sin-
diventa molto più difficile garantire la valutazione indipen- daci della Val di Susa sono anche riusciti a far uscire il progetto
dente di un progetto presentato su di un tavolo politico come dalle procedure della Legge obbiettivo e a far ritornare la va-
una bandiera, e da un ministro, per giunta, personalmente in- lutazione di quell’opera su di un tavolo tecnico. Si confidava
teressato. I risultati di questa scelta si sono visti con le dram- nel ritorno alla ragione, alla valutazione di merito, al confronto

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sui numeri, al calcolo dei costi e dei benefici di quell’opera. merito. Forse sono da sommare i due motivi insieme, in quanto
Il primo marzo del 2006, con un decreto del presidente del pare proprio che la Torino-Lione sia diventata un dogma, un
Consiglio, si istituiva anche un Osservatorio del ministero delle assunto ideologico, indiscutibile.
Infrastrutture “con rappresentanti della Presidenza del Consi- Quell’opera, nella volontà e nelle parole dei ministri delle
glio dei Ministri, dei dicasteri della Salute, dell’Ambiente e Infrastrutture, Lunardi con la difesa militare, Di Pietro con una
delle Politiche Comunitarie e degli esperti designati dagli enti ipotesi di progetto presentato all’UE per avere un qualche fi-
territoriali interessati, Regione Piemonte, Comune e Provincia nanziamento, Matteoli col progetto nell’elenco delle opere an-
di Torino, Comunità Montane dell’Alta e Bassa Valle di Susa, ticrisi, e ancora nelle parole dei presidenti della Regione Bresso
Comuni della Gronda di Torino”. Con lo stesso decreto, Silvio e Cota, del presidente della Provincia Saitta, dei sindaci Chiam-
Berlusconi nomina il Commissario-presidente dell’Osservato- parino e Fassino e di molti altri esponenti politici, rimane an-
rio e la scelta cade sull’architetto Mario Virano, un ex comu- corata ad un quadro programmatico che, in sede tecnica, è stato
nista, amico e compagno di partito del segretario del maggiore semplicemente demolito. I numeri dicono che quella nuova
partito di opposizione, Piero Fassino. Già insieme nella segre- linea non è necessaria. Loro continuano a ripetere che è indi-
teria della Federazione del PCI a Torino negli anni Ottanta, Vi- spensabile.
rano era stato al ministero della Giustizia nel 2000 come Qualche tecnico di quel tavolo ha provato a difendere la ve-
esperto economico del ministro Fassino. Era anche stato no- rità acclarata, di fronte alle sempre più fantasiose esternazioni
minato dal ministro Lunardi nel 2001 nel Cda dell’ANAS, del politico di turno; uno lo ha fatto anche con una lettera
dopo che lo stesso ingegner Lunardi era stato consulente della aperta al ministro dopo l’ennesima dichiarazione ancorata a
Sitaf SpA, concessionaria dell’autostrada del Frejus, nella scenari privi di qualsiasi riscontro: «Illustrissimo Sig. Ministro,
quale l’architetto Virano era amministratore delegato. Il neo- La disturbo, come ho già fatto in altra occasione, scrivendole
presidente annuncia subito un orientamento promettente sulle in qualità di membro dell’Osservatorio Tecnico sul nuovo col-
finalità dell’Osservatorio: «Fin dall’inizio ho apertamente con- legamento ferroviario tra Torino e Lione e a seguito dell’in-
diviso l’idea dei sindaci che la discussione debba avvenire a contro con gli amministratori locali svoltosi ieri, 30 luglio
partire dal “se” e non solo “come”, valutando “l’opzione zero” 2009, presso la prefettura di Torino. Ella, in quel contesto, ha
e “l’impatto cumulativo” delle infrastrutture sul territorio». presentato uno scenario di cui l’Osservatorio come tale non era
I primi quaderni tecnici prodotti dall’Osservatorio in effetti consapevole; (...) ciò che Lei ha comunicato ai presenti è stato
sembravano confermare il primato della valutazione del “se”, che se il nuovo tunnel di base non si farà il traffico raggiungerà
ed i numeri forniti con quei primi approfondimenti in sede tec- la paralisi nel giro di una decina di anni. Se è così si prospetta
nica offrivano una risposta quasi univoca. Le stime e le previ- una situazione di assoluta emergenza in quanto, come Lei sa,
sioni di traffico, condivise e sottoscritte da tutti i rappresentanti la data ufficiale di entrata in funzione del tunnel di base è il
degli Enti rappresentati, disegnavano un quadro programma- 2024, non solo, ma il programma di completamento delle opere
tico univoco: quella nuova linea non serve. O l’inutilità certi- di adduzione sul versante francese prevede scadenze che vanno
ficata in sede tecnica, però, non è stata illustrata ai vertici degli anche al di là del 2030. Per altro, Lei ci ha detto, questo allar-
Enti più importanti rappresentati a quel tavolo, o la volontà di mante scenario non era presentato alla leggera ma derivava da
questi stessi ormai prescindeva dalle logiche del confronto di studi effettuati da suoi consulenti. Mi spiace che, essendo il

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suo ministero parte dell’osservatorio, nessun suo funzionario ramente, sopra e contro la logica dei numeri. La sua colpa è
abbia mai fatto menzione di queste previsioni, che sicuramente, stata solo quella di essere caduto nella trappola ordita da un
se conosciute, avrebbero dato una svolta importante ai nostri presidente che, nella gestione di quel tavolo tecnico, doveva
lavori torinesi. Vorrei pregarla ora di far cortesemente perve- perseguire un solo obbiettivo, quello della realizzazione di quel
nire all’Osservatorio gli studi e le analisi di cui dispone, in progetto.
modo che in quella sede, istituita anche a questo scopo, se ne Proprio l’impegno che, alla vigilia dell’insediamento di quel
possa discutere dal punto di vista tecnico. La pregherei anche tavolo, il presidente dell’Osservatorio aveva assunto per la va-
di invitare gli autori degli studi a venire in Osservatorio per il- lutazione del “se”, e dunque anche della eventuale “opzione
lustrare direttamente le loro risultanze. È molto importante che zero”, era infatti una delle tante bugie che da sempre accom-
ciò avvenga in quanto tutte le audizioni di esperti di varia ten- pagnano questo Progetto. Quella possibilità, nel decreto che
denza effettuate fin qui avevano prospettato scenari diversi da istituiva l’Osservatorio e che lo nominava presidente, non
quello che apprendiamo ora (...). Se riterrà di rispondere gliene c’era, anzi, al contrario, ed a chiare lettere, si affermava che
sarò fin d’ora grato. La pregherei però, nel caso, di farlo nel quello era il progetto che si doveva realizzare e, con un breve
merito; l’Osservatorio è un organismo tecnico e pertanto la lo- accenno, faceva riferimento solo ad “eventuali modifiche”.
gica che in esso vale è quella che si basa su numeri e ragiona- Tecnicamente, la sua nomina era e rimane quella di “Commis-
menti comprovabili. Ci sono altre logiche che però valgono in sario straordinario per la realizzazione della nuova linea
sedi diverse. Personalmente sono sensibile solo ad argomenta- AC/AC Torino-Lione”. L’Osservatorio è e rimane un organi-
zioni di ordine razionale». smo utile solo a millantare un coinvolgimento del territorio che
Alla lettera non c’è stata alcuna risposta. Gli studi effettuati non vi è mai stato. Non è un caso che il testo di quel decreto
sono rimasti ignoti così come i consulenti del ministro che li sia rimasto sconosciuto per molti mesi al pubblico, e così
avevano effettuati. Nessuno si è mai presentato per illustrare quella “bugia” ha consentito al presidente di costruire una raf-
le risultanze di quello scenario drammatico che il ministro finata trappola, nella quale anche i rappresentanti dei sindaci
aveva presentato ai Sindaci della Val di Susa e della Val San- della Val di Susa sono in parte caduti, e di sbandierare un pre-
gone. A scrivere quella lettera era il professor Angelo Tartaglia, sunto accordo storico, quello cosiddetto di “Prà Catinat”, pre-
docente di Trasporti al Politecnico di Torino, apprezzato e ri- sentato alla Francia ed all’Unione Europea come il via libera
conosciuto come uno dei maggiori esperti del settore e fra i alla realizzazione della grande opera con il consenso di tutti i
pochi con una conoscenza approfondita di quel progetto. Era, Comuni della Val di Susa. Un accordo mai votato da alcun
fra l’altro, il tecnico che da vari mesi era sottoposto alle critiche Consiglio comunale e mai sottoscritto da alcun sindaco, bensì
più feroci dei comitati NOTAV, soprattutto per l’uso politico un puro e semplice verbale scritto dal Commissario-presidente,
distorto delle risultanze tecniche di quel tavolo e che Tartaglia un capolavoro di affermazioni ambigue dalle quali è stato
ancora accoratamente con quella lettera cercava di difendere. estratto solo quello che conveniva e che la cassa di risonanza
Nonostante la sua onestà intellettuale ed il contributo decisivo dei mass media ha fatto diventare addirittura un esempio di
che ha fornito a quel tavolo, le sue argomentazioni razionali partecipazione e condivisione di scelte urbanistiche.
sono diventate carta straccia e proprio le logiche di altre sedi Quando però gran parte dei sindaci, che erano stati presi per
che richiamava nella sua lettera erano quelle che contavano ve- i fondelli, sono stati rieletti nel 2009, e con un programma che

110 111
ribadiva la contrarietà all’opera, proveranno nuovamente a Val Cenischia, nel presupposto che il progetto di realizzazione
chiedere chiarezza al momento della ricostituzione dell’Osser- per la realizzazione della linea ferroviaria Torino-Lione, ap-
vatorio, le finzioni della partecipazione e delle scelte condivise, provato dal CIPE con la delibera 113/2003, sia stato stralciato
verranno messe subito da parte. dall’ambito applicativo della Legge 443/2001 e ricondotto
La risposta alle loro legittime ragioni, depurate dal mai esi- nell’alveo delle procedure ordinarie ex art.81 del DPR
stito accordo di Prà Catinat, uscirà da Palazzo Chigi l’8 gen- 616/1977».
naio del 2010 con un comunicato stampa, condiviso dai Il ministero delle Infrastrutture, dal 2006 al 2009, ha convo-
presidenti della Regione Bresso e della Provincia Saitta, con il cato solo delle pseudo “riunioni preparatorie” della Conferenza
quale il governo “constata che la nuova Comunità Montana, dei servizi. Fino al Maggio del 2010 una vera e propria Con-
con riferimento alla nuova linea Torino-Lione non si connota ferenza dei servizi non è stata mai convocata e nelle cosiddette
con un profilo di sensibilità politico-istituzionale idoneo a rap- riunioni preparatorie i Comuni interessati non hanno mai visto
presentare il pluralismo delle Comunità locali presenti sul ter- alcun progetto definitivo o preliminare.
ritorio”. Ed a questa esilarante constatazione fa seguire Nella più totale disinformazione dei sindaci, Il 17 maggio
addirittura il criterio in base al quale i Comuni ricadenti negli 2010 la società LTF (Lyon Tourin Ferroviaire) pubblica sulla
ambiti territoriali interessati dai tracciati potranno partecipare stampa l’avviso per l’avvio del “procedimento finalizzato alla
al tavolo dell’Osservatorio: «Comuni ricadenti in tali ambiti dichiarazione di pubblica utilità mediante l’approvazione, ai
che dichiarano esplicitamente la volontà di partecipare alla mi- sensi dell’art. 166 del D.Lgs. 163/06 del progetto definitivo del
glior realizzazione dell’opera nel quadro della miglior tutela e cunicolo esplorativo de La Maddalena sito nel Comune di
valorizzazione del territorio e del rispetto del calendario euro- Chiomonte (To) facente parte della nuova linea Torino-Lione,
peo». Anche per la nomina dei propri rappresentanti in un ta- parte comune Italo/Francese, tratta in territorio italiano”. Con
volo senza poteri si partecipa solo se si è favorevoli alla lo stesso avviso comunica “che il cunicolo esplorativo de La
realizzazione della Torino-Lione. Il decreto che seguirà, ancora Maddalena è progettualmente necessario ai fini della realizza-
a firma di Silvio Berlusconi, confermerà ovviamente presi- zione del collegamento ferroviario Torino-Lione che rientra
dente dell’Osservatorio l’odiato comunista Mario Virano. nell’ambito del primo Programma delle Infrastrutture Strate-
Il gioco delle tre carte non ha risparmiato nemmeno la deci- giche di cui alla Deliberazione del 21 dicembre 2001, n.
sione sottoscritta a palazzo Chigi, sotto il governo Berlusconi 121/2001 (Legge Obbiettivo) del Comitato Interministeriale
nel 2005, e poi sbandierata dal governo Prodi nel 2006, di per la programmazione Economica (CIPE)”.
escludere la Torino-Lione dalle procedure speciali della Legge Il presunto “cunicolo esplorativo”, per il quale LTF avviava
obbiettivo: gestita scientemente per illudere ed ingannare gli la procedura per la dichiarazione di pubblica utilità, era in re-
amministratori della Val di Susa. Quella decisione aveva tro- altà una “galleria di servizio” analoga a quella che aveva de-
vato un riscontro persino in una sentenza che non lascia mar- terminato lo stralcio della Torino-Lione dalla Legge obbiettivo.
gini ad interpretrazioni ambigue. Il Consiglio di Stato, VI All’origine della decisione di stralciare la Torino Lione dalla
Sezione, con la sentenza n. 4482 del 23.8.2007 dichiarava «im- Legge obbiettivo vi era stato proprio il tentativo di apertura del
procedibile per cessata materia del contendere il ricorso in ap- cantiere per la galleria di servizio che nel progetto approvato
pello proposto dalla Comunità Montana Bassa Valle di Susa e dal Cipe nel 2003 prevedeva l’imbocco a Venaus.

112 113
Quello definito “cunicolo” è, da progetto definitivo deposi- tratta di un’opera del tutto similare, ma ai fini della concorrenza
tato, una galleria con un diametro di 6 metri e della lunghezza anche se fosse la stessa identica opera, l’indizione di una gara
di quasi 8 chilometri che, dal punto di imbocco sito nel comune ad evidenza pubblica non può in alcun modo essere aggirata».
di Chiomonte, raggiunge la galleria di base della nuova linea L’avviso per il cunicolo esplorativo era però solo un assaggio
Torino Lione in territorio francese. Nelle stesse carte depositate della faccia tosta dei ladri dell’Alta velocità. Qualche settimana
si scopre addirittura che LTF definisce quello presentato non dopo, in piena estate, esattamente il 10 agosto, LTF pubblica un
come nuovo progetto ma semplicemente come Variante Tec- nuovo avviso con il quale annuncia il deposito del progetto pre-
nica della galleria di Venaus. Il tentativo di nascondere la ve- liminare della soluzione di tracciato in Italia in variante della
rità non inganna però la Comunità montana della Val di Susa e tratta internazionale della nuova linea Torino-Lione. Anche in
della Val Sangone, che invia un esposto dettagliato alle diverse questo caso la procedura viene avviata con richiamo esplicito
Autorità competenti con il quale si denuncia «(…) il compor- alle norme speciali della Legge obbiettivo. Un richiamo palese-
tamento del Committente, contraddittorio ed omissivo, teso a mente illegittimo; la Torino-Lione era fuori dal perimetro di ap-
tenere nascosto ai cittadini ed alle istituzioni una verità: l’opera plicazione della Legge obbiettivo, agli atti non risultava alcun
che si intende realizzare è non solo del tutto simile alla galleria documento che consentisse anche lontanamente di richiamare
di servizio di Venaus, ma addirittura per LTF è formalmente quelle norme speciali.
proprio la stessa. Quella che oggi viene presentata al pubblico L’esposto degli amministratori della Val di Susa e della Val
come nuova opera eufemisticamente ribattezzata “cunicolo Sangone alle autorità competenti poneva semplicemente que-
esplorativo” o “cunicolo geognostico”, viene invece trattata stioni di rispetto della legalità, della corretta spèndita di denaro
formalmente come semplice variante del progetto della galleria pubblico e di garanzia della concorrenza. Sui quotidiani nazio-
di servizio di Venaus già affidata e contrattualizzata con l’im- nali non si è letta alcuna notizia in merito a questa palese e ar-
presa CMC”. rogante violazione delle norme, e nessuno dei tanti paladini di
Non solo si ricorre alle procedure speciali della Legge ob- questi pilastri fondamentali del funzionamento di un paese ci-
biettivo per un’opera che era stata esplicitamente stralciata da vile si è fatto vivo.
questo perimetro, ma si tenta anche di aggirare le norme sulla In molti invece si erano pronunciati nel dicembre del 2005.
concorrenza come giustamente la Comunità montana denun- Per un paio di settimane, dopo che il 6 dicembre le immagini
ciava con lo stesso esposto: «(...) se LTF con questa definizione drammatiche della carica notturna delle forze di polizia al pre-
formale di “variante tecnica” ha aggirato o intende aggirare le sidio di Venaus avevano fatto il giro del mondo, le firme più
norme europee e nazionali sull’affidamento dei contratti pub- prestigiose di giornalisti e politici si sono esercitate a scrivere
blici, il comportamento illegittimo è ad avviso degli scriventi articoli su articoli e dotti editoriali. Quasi tutti favorevoli alla
talmente palese e clamoroso che merita solo poche righe di realizzazione della nuova linea Torino-Lione.
commento. Quello già affidato, o che LTF ha chiaramente in- Un docente dell’Università di Ancona con i sui studenti
tenzione di affidare a trattativa privata alla CMC, è comunque iscritti al corso di “Analisi delle Politiche Pubbliche” proprio
una nuova opera, da realizzare in un sito ed in un anno total- su questi articoli avevano realizzato “un itinerario di lettura per
mente diversi da quelli per i quali è stata espletata la gara per mostrare come le ragioni del sì alla Tav in Val di Susa sareb-
l’affidamento della galleria di servizio di Venaus. Di certo si bero state recuperate dagli archivi e dai documenti pertinenti e

114 115
poi comunicate, spiegate e come esse sarebbero affiorate senza registrato un andamento esattamente opposto.
troppa fatica nel dibattito pubblico, benché con le semplifica- Secondo le valutazioni ufficiali di FS l’attuale infrastruttura
zioni e le carenze normali della comunicazione giornalistica”.3 può garantire un traffico di merci fino a 32 milioni di tonnel-
Il docente, Antonio Calafati, racconta: «abbiamo iniziato a late, nel 2003 si prevedeva il raggiungimento di questo volume
sfogliare i quotidiani e discutere gli articoli più importanti via nel 2015. Dal 2003 al 2010 il volume di traffico non solo non
via pubblicati sull’argomento, articoli nei quali le ragioni del è aumentato ma è addirittura diminuito del 72 per cento. Nel
sì, ne ero sicuro, le avremo trovate, anche se solo delineate, 2010 sono transitate 2,4 milioni di tonnellate di merci, il 7,5%
anche se discutibili. E ho scelto, per questo esercizio, tre quo- della potenzialità consentita dalla linea storica.
tidiani di indiscussa autorevolezza e grande diffusione: Il Cor- Marziani o imbroglioni? Nessun giornalista e nessun politico,
riere della Sera, La Repubblica, La Stampa ». che nel dicembre del 2005 sosteneva le ragioni del sì, ha pro-
Lo studio, avviato e condotto senza alcun pregiudizio, è ar- vato a misurarsi con questo quesito. Non si faranno vivi, nem-
rivato a queste conclusioni: «non è stato trovato niente, niente meno dopo che a Chiomonte il Ministero degli interni, cercherà
che assomigli a una ragione, a una argomentazione razionale. di replicare quello che a provato a fare sei anni prima a Venaus,
Accorgersi, prima sorpresi e poi sconcertati, dell’incapacità di con lo stesso drammatico risultato. Perché le ragioni del no dei
giornalisti e politici di organizzare un pensiero sul tema della Valsusini sono fondate su dati inoppugnabili, mentre quelle del
Tav in Valdisusa che abbia un significato, una logica, un senso. sì sono nel limbo di una ideologia sostenuta solo da bugie cla-
Accorgersi di come giornalisti e politici siano, tuttavia, a favore morosamente smentite dalla realtà. Perché il confronto non è
dell’opera, risolutamente, ostinatamente, inspiegabilmente. Ini- questione di ordine pubblico, ma è questione etica. Perché in
ziare cercando le ragioni del sì alla Tav in Val di Susa e termi- Valdisusa è in discussione le ragioni della verità e la prova della
nare riflettendo, sconfortati, su che cosa possa essere accaduto democrazia.
ai nostri maggiori quotidiani. Giungere a pensare che, forse, il
declino italiano nasce da qui, da questa incapacità del giorna-
lismo italiano di fornire un resoconto attendibile, pertinente e
fondato, degli effetti delle politiche pubbliche. Un giornalismo
che ci impedisce di pensare collettivamente».
Nel 2010 non si è vista alcuna grande firma commentare il
nuovo progetto preliminare depositato da LTF; eppure, sia sul
metodo, che sul merito, cose da dire non mancavano di certo.
Il nuovo progetto contiene addirittura le stesse previsioni di
traffico di quello approvato dal Cipe nel 2003, vengono sem-
plicemente traslate di 7 anni. Quelle previsioni di traffico, che
supportano la scelta della costruzione di una nuova linea, nei
sette anni trascorsi, non solo non si sono verificate ma hanno

3
. Antonio Calafati, Dove sono le ragioni del sì, Edizioni SEB 27, Torino 2006

116 117
I COSTI VERI DELL’ALTA VELOCITÀ

Gli “interessi intercalari” e il costo vero del Progetto TAV

Quanto ci è costata la cerimonia celebrata il 7 agosto del 1991,


e quanto ci sono costate o ci costeranno tutte le bugie con an-
nesse consulenze, opere aggiuntive, opere indotte e nuove sta-
zioni che si sono aggiunte alla madre di tutte le bugie? Ci hanno
provato in molti a formulare questa domanda. Una risposta mi-
nimamente affidabile non è mai arrivata.
La misura del valore di tutte le bugie raccontate in questa sto-
ria è data proprio dalla variazione del costo preventivato per il
project financing nel 1991. La stima dei costi per gli “interessi
intercalari”, quelli dovuti alle banche, per i cosiddetti prestiti
privati, per il solo periodo della durata dei cantieri, erano stati
quantificati in 1.500 miliardi di lire (770 milioni di euro); nel
2010 la stima è di 8.700 milioni di euro. Gli oneri finanziari,
solo per la fase di realizzazione delle infrastrutture, passereb-
bero così da un valore unitario 100 stimato da FS nel 1991 ad
un valore pari a 1.130, con un aumento di oltre il mille per
cento. La voce interessi intercalari è quella che registra la più
alta variazione, dal doppio al triplo delle altre voci di costo pre-
ventivate per il Progetto TAV nel 1991 (vedi Tab.4).
Del tutto sconosciuti sono invece i costi sostenuti per opere
ed attività che nei preventivi del 1991 non erano stati eviden-
ziati o presi in considerazione. Quelli che almeno dovrebbero
essere considerati per una corretta valutazione dei costi effettivi
sostenuti, o da sostenere, sono sintetizzabili in tre voci. Quella
dei costi diretti (personale e servizi) e indiretti (studi, consu-
lenze, comitati, progetti, pubblicità, etc.) sostenuti dalle società
interamente a capitale pubblico: FS SpA, TAV SpA, Italferr
SpA, RFI SpA, e Infrastrutture SpA. Quella dei costi per le
“opere compensative o indotte” concordate con gli Enti locali

119
nelle conferenze dei servizi e fuori dai contratti affidati ai ge-
Voci di costo Dati ufficiali Stime Indice 2010 neral contractor per la realizzazione delle tratte e dei nodi.
progetto TAV 1991 1991 2010 (1991=100) Quella, infine, già segnalata, per la realizzazione delle nuove
(in milioni di )
stazioni AV dedicate. Per le SpA pubbliche la stima è pari a
Tratte 9.254 48.700 526 3.900 milioni di euro, per le opere compensative è di 9.200 mi-
lioni di euro e per le nuove stazioni 6.350 milioni di euro.
Nodi 1.064 8.400 789 Il progetto presentato il 7 agosto 1991, stimato e contrattua-
lizzato con una cifra complessiva pari a 14.156 milioni di euro,
Materiale rotabile 2.454 8.200 334 è oggi lievitato a 96.850 milioni di euro. Fatto 100 il costo nel
1991, nel 2010 siamo ad un costo stimato pari a 684 e, comun-
Infrastrutture aeree 614 3.200 521
que, anche non includendo le voci di costo non considerate nel
Interessi intercalari 770 8.700 1.130
progetto presentato nel 1991, si è passati da un indice 100 ad
un indice di 547, con un aumento percentuale del 447%.
Totale voci ufficiali 14.156 77.400 547 Anche sui tempi di realizzazione il disastro TAV non scherza.
progetto TAV 1991 Nel 1991 avevano promesso non solo costi ma anche “tempi
certi”, e avevano giurato che non avrebbero superato i sette
Studi, progettazione e realizza- non 6.350 anni. Dopo venti anni quel Progetto è stato realizzato per circa
zione delle nuove stazioni per previsto
lalta velocità con finanziamenti i due terzi e per il suo completamento ce ne vorranno almeno
pubblici altri 10. Nel 2020, quando il Progetto sarà completato, dalle
casse pubbliche saranno usciti circa 100 miliardi di euro; nel
Costi diretti (Struttura) e indiretti non 3.900
(Comitati, garanti, consulenti, con- previsto
frattempo i cittadini italiani avranno già iniziato a pagare i rim-
ferenze, promozione , pubblicità, borsi e gli oneri finanziari del cosiddetto finanziamento privato
etc.) sostenuti da FS, RFI, TAV,
Italferr, ISPA, per lAlta velocità
scaricato nel debito pubblico. Le stime indicano in un importo
di circa 2.200 milioni di euro la quota media annua, da versare
Opere indotte e/o compensative non 9.200
per circa 30 anni, necessaria per l’estinzione dei debiti contratti
connesse con lalta velocità fuori previsto con gli istituti bancari.
dai contratti per le tratte stipulati Da queste cifre disastrose non emerge però il dato più per-
con i general contractor
verso. Alla data del suo completamento nel 2020, il costo, nelle
Totale voci non previste 19.450
stime più attendibili, sarà di 96.850 milioni di euro: ma da dove
sarà arrivata questa montagna di soldi? Le stime anche in que-
sto caso sono abbastanza facili da fare, essendo fondate su 20
Totale costi progetto TAV 14.157 96.850 684
anni ormai consolidati, e 10 da valutare sulla base di un mo-
dello ormai altrettanto noto nel suo funzionamento.
(Tab.4 - Variazione delle voci di costo del Progetto TAV, dal 1991 al Nei bilanci annuali dello Stato le cifre che riscontriamo come
2010) espressamente stanziate per l’Alta velocità in questo periodo

120 121
ammonteranno a poco più di un terzo del costo complessivo,
mentre poco meno di un terzo saranno i prestiti delle banche Nuove tratte AV Contratti Dati Fs Stime Indice Costo Costo
accesi da TAV SpA e da Infrastrutture SpA fino al 2005, e suc- della linea 1991 2006 2010 di costo /km /km
Torino-Napoli milioni milioni milioni nel 2010 1991 2010
cessivamente da FS SpA e RFI SpA. Manca all’appello una
di  di  di  (1991=100)
cifra più o meno pari ad un terzo dell’importo complessivo.
Sono circa 30 miliardi di euro spesi per il Progetto TAV, ma Torino-Milano 1.074 7.788 8.300 773 8,6 66,4
che sono finiti nel bilancio di FS sotto voci di spesa che poco
o nulla hanno a che fare con l’Alta velocità. Milano-Bologna 1.482 7.150 7.950 536 8,1 43,7
Lo Stato ogni anno con il contratto di programma trasferisce
alle FS le risorse necessarie per garantire il servizio ferroviario Bologna-Firenze 1.074 5.954 6.700 624 13,6 84,8
universale: nel periodo di riferimento mediamente una cifra di
circa 4 miliardi di euro all’anno. Bene, ogni anno i boiardi delle Roma-Napoli 1.994 6.235 7.200 360 9,8 35,3
società di Stato hanno sottratto circa un quarto di queste risorse
al servizio universale per coprire i costi per realizzare le infra- TOTALE LINEA TO-NA 5.624 27.127 30.150 536 9,4 51,1
strutture, nodi e linee aeree, e per acquistare il materiale rota-
bile, ETR 500, per il servizio Alta velocità.
(Tab.5 - Costi delle infrastrutture a terra delle nuove tratte della linea To-
Tutti i cittadini italiani hanno pagato, stanno pagando e pa-
rino-Napoli)
gheranno la bugia del finanziamento privato, mentre, per of-
frire un servizio di mobilità veloce al 5 per cento degli utenti
ferroviari, al restante 95 per cento sono stati e saranno scippati Fatto 100 il valore complessivo dei contratti firmati nel 1991,
circa un miliardo di euro ogni anno, per trent’anni. nel 2010 ha raggiunto un importo equivalente di 536. La tratta
Bologna-Firenze registra il valore del costo a chilometro più
elevato, giustificato dal fatto che questa è quasi tutta in galleria;
registra però anche un aumento dell’indice di costo complessivo
nettamente superiore alla media, secondo solo a quello della
I general contractor e i costi delle“tratte” tratta Torino-Milano. In tutti e due i casi il general contractor è
FIAT SpA, ed il capofila dei due Consorzi sub-affidatari è Im-
Anche per la linea già in esercizio, la Torino-Napoli, i costi pregilo SpA: la più grande impresa nazionale del settore delle
complessivi sono ancora sconosciuti. I costi noti sono solo costruzioni, passata dalla FIAT nelle mani della famiglia Romiti
quelli sostenuti per la realizzazione delle singole “tratte”, la e poi in quelle delle banche e dei monopolisti delle Autostrade,
cui realizzazione è stata affidata ai general contractor (vedi i due gruppi economico-finanziari che fanno capo a Marcellino
Tab.5). Gavio e alla famiglia Benetton.
La linea Torino-Napoli comprende anche la tratta Firenze-
Roma, non ricompresa in quelle affidate ai general contractor,
in quanto già in esercizio dagli anni ‘80; per questa tratta erano

122 123
previsti solo lavori di adeguamento. L’adeguamento non ri-
guarda però il sistema di alimentazione elettrica dei treni: con- Tratte della linea Contratti Dati Fs Stime Indice Costo Costo
cepita negli anni ‘60, insieme al Pendolino, è alimentata con Milano-Venezia 1991 2006 2010 di costo M/Km M/Km
e Genova-Milano milioni milioni milioni nel 2010 1991 2010
corrente continua a 3kV. I costi di adeguamento previsti erano
di  di  di  (1991=100)
quantificati in 51 milioni di euro, sono stimati nel 2010 in 950
milioni di euro, con un indice che, fatto 100 il preventivo del Milano-Verona 1.125 5.735 6.400 569 9,8 57,1
1991, arriva a 1863 nel 2010.
Il costo preventivato per tutte le tratte della linea Torino-Na- Verona-Venezia 896 5.455 5.900 658 7,7 50,9
poli, compreso l’adeguamento della Firenze-Roma, era nel
1991 di 5.675 milioni di euro, nel 2010 è salito a 31.150 mi- Genova-Milano 1.585 4.979 5.500 347 12,2 101,8
lioni di euro, con un indice che passa da 100 a 549. Nessuno
dei contratti, nel 2010, nemmeno quello della tratta Napoli- Totale tratte 3.606 16.169 17.800 494 10,1 63,1
Roma, in esercizio dal 2006, è ancora chiuso. Contenziosi
molto consistenti, ad esempio, sono aperti per i lavori realizzati
nella tratta Bologna-Firenze, ai quali si dovrebbero aggiungere (Tab.6 - Costi delle tratte AV nel 2010 ancora prevalentemente in fase
i danni ambientali, quantificati nel 2009 dal Tribunale di Fi- di progettazione)
renze in 900 milioni di euro. I giudici hanno condannato il
La Genova-Milano in apparenza registra un aumento dell’in-
CAVET al risarcimento di 180 milioni euro, ma anche su questi
dice del costo complessivo decisamente inferiore rispetto alla
pende un contenzioso con TAV SpA alla quale la FIAT chiede
media, mentre, al contrario, il costo a chilometro vede un au-
l’eventuale rimborso in caso di condanna definitiva del
mento record, ben 200 punti sopra la media dell’indice del
CAVET.
costo a chilometro delle tre tratte. Per questa tratta il contratto
Per le tratte con i cantieri che nel 2010 non sono ancora aperti
firmato nel 1992 prevedeva la realizzazione di un tracciato di
le stime dei costi sono ancora più problematiche. Quelli indi-
130 chilometri, che si sviluppava fra Genova Principe e Milano
cati in questo caso rappresentano solo il valore minimo che ci
Rogoredo. Il progetto originario viene bocciato una prima volta
si può attendere, alla fine della grande abbuffata (vedi Tab.6).
dalla Commissione Valutazione di Impatto Ambientale del mi-
La Verona-Venezia registra il valore più basso del parametro
nistero dell’Ambiente, il 2 giugno del 1994. La stessa Com-
di costo a chilometro. Il motivo è dato dal fatto che il contratto
missione il 4 maggio del 1998 si esprime ancora sul progetto
con il Consorzio IRICAVDUE ha registrato nel 2001 lo scor-
ripresentato dal consorzio COCIV. Alla Commissione perven-
poro della sub tratta Padova-Venezia, che è stata realizzata da
gono 104 osservazioni da parte di privati cittadini, associazioni
RFI attraverso gare di appalto, mentre la sub tratta Verona-Pa-
ambientaliste e di categoria. Il parere finale del Comitato det-
dova di 76 km è rimasta in capo al general contractor. Nel costo
taglia le osservazioni al Progetto in ben 24 punti.
indicato pesa dunque quello decisamente inferiore che si è re-
Le osservazioni, sul quadro programmatico, espresse in quel
gistrato per la realizzazione della sub tratta Padova-Venezia,
parere sono semplicemente disarmanti: «1) la finalità primaria
confermando, se ce ne fosse bisogno, l’onerosità del sistema di
dell’opera, collegamento passeggeri veloce Ge-Mi, appare ge-
affidamento del contraente generale.

124 125
nerica e non è circostanziata la consistenza qualitativa e quan- 25kV, per garantire la sostenibilità di un forte traffico e velocità
titativa dei benefici socio-economici che conseguono alla ridu- fino a 300 km/h. Le previsioni di traffico erano ovviamente
zione del tempo di percorrenza. Relativamente al traffico merci, gonfiate fino all’inverosimile ma, anche con quelle assurde
non risulta giustificata la realizzazione dell’intera Ge-Mi come previsioni, progettare una tratta di quella lunghezza con infra-
soluzione al problema, di natura più limitata, del “terzo valico” strutture che consentono di raggiungere i 300km/h di velocità
appenninico; 2) l’intero procedimento di stima e previsione dei era già oltre il limite della ragionevolezza. La riduzione della
traffici è esplicato in modo generico e non sufficientemente cir- nuova tratta a 54 km ha ovviamente imposto di adottare lo
costanziato perché possa essere ripercorso e valutato; 3) la stima stesso sistema di alimentazione delle linee storiche, consen-
dei traffici attuali appare sovradimensionata rispetto altre stime tendo comunque una velocità di punta di 250 km/h e una mag-
sempre di ambito FS e parimenti appaiono sovradimensionate giore integrazione del traffico ferroviario merci e passeggeri.
le previsioni di crescita del traffico risultanti dalle simulazioni Nonostante il ridimensionamento non è però cambiato il
modellistiche, addirittura doppie rispetto a quanto assunto ini- costo, rimasto esattamente uguale a quello del progetto boc-
zialmente dallo stesso studio di impatto ambientale, e questo ciato cinque anni prima. Non è cambiato nemmeno il general
sia per il traffico passeggeri che per il traffico merci, per l’area contractor che è sempre il consorzio COCIV, nel quale però i
vasta come per la direttrice specifica». soci vendono e comprano le quote di partecipazione, regi-
La stessa Commissione di Valutazione avrebbe sicuramente strando alla fine una presenza addirittura al 94,5% di Impre-
espresso lo stesso identico parere tecnico, cinque anni dopo, gilo, a conferma della appetibilità del controllo di general
senza la Legge obbiettivo che ha cambiato le procedure di contractor che per grazia ricevuta sono i maggiori commensali
approvazione per le “grandi opere”. Con le nuove norme ver- del banchetto ad Alta velocità.
ranno approvate tutte le tratte che ancora erano al palo e le Sia il COCIV che gli altri due Consorzi, IRICAVDUE per la
nuove linee di Alta velocità che nel tempo si sono aggiunte a Milano-Verona e CEPAVDUE per la Verona-Venezia , hanno
quelle del 1991. rischiato per ben due volte la perdita del contratto. Nel 2001
Dopo la bocciatura del 1998, nel 2003, viene approvato, sul con la Legge Finanziaria e nel 2007 con il Decreto Legge n.7,
tavolo politico del CIPE, anche il progetto della Genova-Mi- la cosiddetta lenzuolata Bersani. In entrambi i provvedimenti
lano, ribattezzato con nome di “Terzo valico dei Giovi”. La si sanciva la decadenza dei contratti firmati da TAV SpA con i
lunghezza della nuova tratta di AV si riduce da 130 a 54 chilo- general contractor, e il successivo riaffidamento degli stessi at-
metri, di cui 39 in galleria, per collegare Genova a Tortona. A traverso gare di appalto in linea con le direttive europee.
Tortona la nuova tratta si congiunge con la linea storica Pia- I tre Consorzi hanno salvato i contratti grazie ai cambi di mag-
cenza-Milano, mentre poco prima di Tortona, all’altezza di gioranza, con i nuovi esecutivi che hanno immediatamente
Novi Ligure, è previsto un raccordo tecnico con la linea storica provveduto all’azzeramento delle norme varate dai precedenti:
per Torino. La “tratta” in sostanza diventa un “trattina” che col- nel 2002 con il collegato alla Finanziaria e nel 2008 con il De-
lega Genova alle linee storiche sia per Milano che per Torino. creto legge anticrisi di Tremonti, n. 112. In entrambi i casi la
Ma c’è anche un’altra novità, emblematica degli errori tecnici formula utilizzata è stata la stessa: «Per effetto delle revoche i
originari. Come per le altre tratte, il progetto di partenza pre- rapporti convenzionali stipulati da Tav spa con i contraenti ge-
vedeva infrastrutture aeree alimentate con corrente alternata a nerali in data 15 ottobre 1991 e in data 16 marzo 1992 conti-

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nuano senza soluzione di continuità». Nella legge del 2008 la Nel nodo di Milano, e così in tutti i nodi, i treni veloci utiliz-
titolarità dei contratti però passava di mano: veniva tolta a TAV zano le stesse linee storiche dove transitano anche i treni merci
SpA ed attribuita a RFI SpA. Tremonti, memore della bugia del e quelli passeggeri per pendolari e a lunga percorrenza.
finanziamento privato, che l’Unione Europea gli fece ingoiare, Dopo l’entrata in esercizio delle nuove tratte AV, i disservizi
non poteva certo tollerare la sopravvivenza di TAV SpA. indotti su tutti i servizi tradizionali sono più o meno evidenti
Le magnifiche sorti della società che doveva garantire la più in tutti i nodi della linea Torino-Milano. Nessun nodo delle sta-
grande operazione di project financing mai tentata in Europa, zioni delle città interessate (Torino, Milano, Bologna, Firenze,
finiranno in una liquidazione in sordina, senza cerimonie, anzi, Roma, Napoli) era al momento, dicembre 2009, risolto in via
nell’assoluto occultamento della sua scomparsa. Eppure anche definitiva; proprio il ritardo con il quale si è avviata questa
per liquidare l’incubatrice della madre di tutte le bugie del Pro- parte del Progetto, con l’entrata in esercizio delle nuove tratte,
getto TAV ci vorrà tempo e denaro a causa di tutti i contenziosi l’effetto imbuto sui nodi è diventato e resterà per diversi anni
che aveva in piedi con i general contractor che hanno realizzato particolarmente critico.
le tratte della linea Torino-Napoli. Sul nodo di Bologna confluiscono due nuove tratte dedicate.
La tratta che arriva da Milano si ferma a Lavino, a circa 10 chi-
lometri dalla Stazione Centrale, mentre quella che arriva da Fi-
renze si ferma all’altezza di Rastignano a circa 7 chilometri. Il
I “nodi” e la navigazione a vista progetto del 1991 prevedeva una soluzione analoga a quella
del nodo di Milano, con un innesto “a raso” delle nuove tratte
La realizzazione dei nodi, e cioè delle tratte di penetrazione sulle linee storiche.
nelle stazioni ferroviarie delle città interessate, era inizialmente A metà degli anni ‘90 però, nella “Conferenza dei servizi”,
prevista a carico di TAV SpA. L’inerzia e la mancanza di com- convocata secondo la normale procedura di approvazione dei
petenze di questa società “scatola vuota”, avevano portato già progetti che investono competenze autorizzative di diversi sog-
nella seconda metà degli anni ‘90 allo scorporo di questo com- getti, la proverbiale capacità degli amministratori Emiliani rie-
pito in RFI SpA, quale gestore di tutte le infrastrutture ferro- sce ad imporre una soluzione completamente diversa, il
viarie dello Stato. passaggio in galleria sotto la città. Lo “straordinario risultato”
Il nodo più grande è quello di Milano. Sul nodo confluiscono ottenuto dalla Regione Emilia-Romagna, dalla Provincia e dal
tre tratte di Alta velocità (una in meno dopo il ridimensiona- Comune di Bologna, farà scuola. Subito dopo, nella conferenza
mento della tratta Ge-Mi). I lavori per la realizzazione delle dei servizi per il nodo di Firenze, su di un progetto che preve-
tratte, affidati ai general contractor, si fermano a diversi chilo- deva una razionale e poco impattante soluzione “a raso”, anche
metri dalla Stazione. La tratta che arriva da Bologna, ad esem- gli amministratori della Regione Toscana, della Provincia e del
pio, si ferma a Melegnano, a circa 20 chilometri dalla Stazione Comune di Firenze riescono ad imporre la soluzione in galleria.
Centrale di Milano. Fino a Melegnano il sistema di alimenta- La soluzione in galleria, inventata a tavolino, nella trattativa
zione elettrica è a “25kV, corrente alternata”; da questo punto politica, ha portato alla realizzazione, secondo la definizione
in poi il sistema di alimentazione diventa quello delle linee sto- che all’epoca diede il più famoso architetto Bolognese, Pierluigi
riche, tutte alimentate a “3kV, corrente continua”. Cervellati, alla realizzazione di una “diga sotterranea” in una

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città con un sottosuolo che presenta un equilibrio idro-geologico Le “infrastrutture aeree” e l’italianità
che solo i posteri ci dirà se e come sarà modificato e quale im-
patto produrrà sulle migliaia di edifici sovrastanti. Per la progettazione e la realizzazione delle infrastrutture
Occorre ricordare, per la verità, che, nell’accordo di pro- aeree (elettrodotti, sottostazioni elettriche, impianti di segna-
gramma per il nodo, gli amministratori Emiliani avevano anche lamento e sicurezza, ecc.) di tutte le tratte, l’attività è stata af-
conquistato un altro impegno delle FS, quello della contestuale fidata ad un unico consorzio di imprese, il Consorzio Saturno.
realizzazione della rete per il Servizio Ferroviario Metropoli- Il contratto viene firmato il 17 gennaio 1992 ma gli accordi
tano (S.F.M.) di superfice. La diga sotterranea per l’Alta velo- con FS erano precedenti alla grande cerimonia del 7 agosto del
cità è stata realizzata, mentre il S.F.M. è rimasto nel cassetto. 1991. Il Consorzio infatti era stato costituito il 24 luglio del
Era forse la cosa più seria e più sensata di quell’accordo, pur- 1986, già ai tempi di Ligato e Signorile. Anche in questo caso
troppo non aveva dietro alcuna lobby interessata, e i tre Sindaci l’affidamento del contratto non ha seguito alcuna procedura ad
che sono venuti dopo, Guazzaloca, Cofferati, Del Bono, forse evidenza pubblica e nessuna verifica di mercato.
non hanno mai letto quell’accordo di programma e comunque Le stime di costo per questa voce sono quelle più problema-
non hanno mai detto e fatto nulla. Grazie alla diga sotterranea tiche, nell’arco di due decenni non si registra neppure una mi-
però, per i pendolari e tutti i treni a lunga percorrenza normali, nima “indiscrezione”. Il costo annunciato nel 1991 per tutte le
per diversi anni il servizio è peggiorato e non migliorerà al- linee era pari a 614 milioni di euro; nelle nostre stime azzar-
meno fino alla fine dei lavori del nodo e della connessa sta- date, forse per difetto, è arrivato a 3.200 milioni di euro. Fatto
zione per l’Alta velocità. 100 il costo annunciato nel 1991, diventa 521 nel 2010.
Il costo della voce “nodi”, per le città della linea Torino-Na- Proprio le linee aeree sono uno degli elementi critici della mil-
poli, era stimato da FS nel 1991 in 810 milioni di euro. Attri- lantata integrazione delle nuove linee di AV con le linee stori-
buendo il valore 100 al costo del 1991, passa a 341 nelle stime che. Sulle linee tradizionali il sistema di alimentazione elettrica
fornite da TAV SpA nel 2003, a 447 in quelle di RFI SpA nel è fornita con corrente continua di 3kV, nelle nuove tratte è in-
2006 e a 802 nelle nostre stime del 2010, equivalente a 6.500 vece stato adottato un sistema di alimentazione con corrente al-
milioni di euro. ternata a 25kV (sospetto cancerogeno), scelta già fortemente
Pur evidenziando la difficoltà della valutazione dei costi at- contestata dai maggiori esperti dell’epoca. Nel 1997, con l’av-
tribuibili interamente al servizio Alta velocità, e dunque anche vio della verifica parlamentare, imposta con il comma 15, arti-
i limiti delle nostre stime, certo è che i costi per i “nodi”, so- colo 2, Legge 23 dicembre 1996, n. 662, il ministro dei
stenuti e da sostenere, sono tutti coperti dai trasferimenti dello Trasporti e quello dell’Ambiente nominano una Commissione
Stato al gruppo FS per gli investimenti e la gestione del servi- Interministeriale incaricata di effettuare una approfondita valu-
zio universale. tazione. Fra le nomine di esperti esterni spiccano quelle del pro-
fessor Marco Ponti, docente di economia dei trasporti al
Politecnico di Milano e del professor Francesco Perticaroli do-
cente di sistemi elettrici per i trasporti nello stesso Politecnico.
La Commissione il 20 ottobre 1997 consegna il rapporto con-
clusivo al governo. A parte la valutazione complessiva di quel

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Progetto, e le puntuali critiche sulle scelte tecniche operate fino queste cifre:«Opere Civili, 2,97%; Armamento O,91%; Im-
a quel momento, la relazione si concludeva con la richiesta di pianti Tecnologici, nessuna variazione».
alcune verifiche. Proprio per le infrastrutture aeree, in partico- Mentre la Relazione conclusiva del Commissione Intermini-
lare per la Torino-Venezia, in quel momento ancora solo sulla steriale non arriverà mai sui tavoli dei parlamentari, a circolare
carta, chiedeva in modo esplicito: «La convenienza dell’elettri- invece saranno proprio le analisi con due cifre decimali su voci
ficazione in “corrente alternata monofase a 2x25kV”, rispetto di costo che sono aumentate mediamente del 400% e delle
alla soluzione a “3 kV corrente continua”, va accertata effet- quali gli stessi geni matematici non hanno mai dato conto.
tuando una convincente confronto tecnico ed economico che Nonostante tutto il ministro dei Trasporti sembrava comun-
tenga conto, in particolare, dei costi sia degli impianti fissi sia que orientato ad una revisione del progetto per le linee Torino-
dei mezzi di trazione». Venezia e Genova-Milano, pur senza mettere in discussione i
D’altro canto, proprio su quella linea, sia la lunghezza delle contratti in essere. Il ministro però non avrà il tempo di assu-
tratte sia la domanda di traffico passeggeri, sconsigliava deci- mere alcuna decisione. Il 9 ottobre 1998 la fiducia richiesta dal
samente l’adozione di un sistema di alimentazione per garan- governo Prodi, con un solo voto di scarto, non viene concessa.
tire una velocità di 300 km/h ed una frequenza di un treno ogni L’occasione per i lobbisti dell’Alta velocità, come successo in
3 minuti. altre analoghe circostanze, viene colta al volo. Il ministro che
Contro quella relazione si scatenarono i general contractor e andava raccontando che il finanziamento privato era una cosa
lo stesso Consorzio Saturno, con al rimorchio i boiardi di TAV “falsa” e che era orientato a qualche “lieve” cambiamento del
ed FS pronti a fornire dati ed analisi di comodo per contrastare Progetto Alta velocità, non poteva più restare su quella pol-
le conclusioni di quel lavoro. Nelle valutazioni contrapposte a trona.
quelle della Commissione Interministeriale si arriva persino a Il 21 di ottobre si insedia il primo governo D’Alema, fra i
sostenere che «tenendo conto di tutte le tipologie d’opera la ri- soli due ministri che scompaiono dalla compagine governativa
duzione stimata di costo a causa della diminuzione della velo- ci sarà proprio Claudio Burlando, e quello dei Trasporti sarà
cità sulla tratta Milano-Bologna è pari a circa il 2% rispetto l’unico ministero che vedrà il cambio anche di tutti i sottose-
all’ammontare complessivo della tratta mentre se rapportata gretari. La poltrona, e non a caso, sarà rivendicata da Rinno-
all’intero costo della Milano-Firenze più Roma-Napoli la ri- vamento Italiano, il gruppo parlamentare promosso da Lam-
duzione di costo rappresenta lo 0,7%». Gli estensori di queste berto Dini che, già nel 1995, con il suo governo tecnico, aveva
valutazioni arrivavano addirittura a fornire il calcolo della dif- dato una spinta finanziaria decisiva al decollo del Progetto
ferenza di costo delle singole voci delle infrastrutture a terra, TAV. Il nuovo ministro sarà Tiziano Treu che, con tutto il ri-
per treni a 300 o a 250 km/h, fino a due cifre decimali oltre lo spetto per le sue straordinarie competenze sul diritto del lavoro,
zero:« rilevati 2,05%; trincee 1,20%, viadotti 0,23%, gallerie su quella poltrona stava come i cavoli a merenda. Per i lobbisti
naturali 7,30%». I geni matematici, per le tre voci finali di sarà una passeggiata.
costo, con le quali si riassumevano le differenze di costo su Quelle analisi, con la seconda cifra decimale, porteranno il
tutta la linea Milano-Napoli, con un sistema di alimentazione nuovo ministro a chiedere la nomina di una nuova Commis-
a 25kV c.a. oppure con 3kV c.c., ricavate come media ponde- sione Interministeriale; eppure proprio quelle analisi erano già
rale rispetto ai costi delle varie tratte, fornivano esattamente state oggetto di valutazione e, proprio la loro totale inattendi-

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bilità, aveva portato la precedente Commissione a chiedere “un affidati a trattativa privata al Consorzio Iricav Uno. Ancora più
convincente confronto tecnico ed economico”. Quelle valuta- interessante ed articolato il doppio ruolo dell’esperto di ali-
zioni erano esattamente quelle contenute nell’allegato 6 della mentazione elettrica prescelto dal Ministro dei Trasporti. Sul
Relazione consegnata un anno prima al Parlamento per l’avvio professor Capasso ricade, infatti, l’aspetto forse più delicato e
della verifica del Progetto TAV. decisivo dell’intera procedura di verifica, essendo l’unico al-
La verifica parlamentare si concluderà il 28 luglio 1999 con il l’interno del Gruppo ad avere i titoli professionali idonei per
voto della Camera che approverà una risoluzione finale a firma esprimere valutazioni definitive sul sistema di alimentazione
di sei parlamentari di tutto il Centro Sinistra meno Rifondazione, elettrica. Il professore componente del Gruppo di verifica è in-
un capolavoro del nulla che raccomanda di procedere senza al- fatti anche progettista consulente per conto dei Consorzi privati
cuna significativa revisione di quel Progetto. Insieme alla riso- autori dei medesimi progetti sottoposti a verifica. Per qualcuno,
luzione viene approvata, come parte integrante, la relazione della all’interno del Ministero e della società TAV, questa non è certo
nuova Commissione Interministeriale, trasmessa alla Commis- una sorpresa visto che le convocazioni per il professor Capasso
sione Trasporti della Camera esattamente il giorno prima del erano indirizzate al suo ufficio in Corso d’Italia 83 a Roma,
voto sulla risoluzione che chiudeva in via definitiva la verifica cioè nella sede romana di Fiat Engineering Spa (progettista
Parlamentare. della To-Mi e della Bo-Fi) e dove vi sono gli uffici del Con-
La prima Commissione aveva lavorato per circa un anno, sorzio CAVET (titolare della progettazione e realizzazione
svolgendo 20 riunioni di lavoro e scrivendo una Relazione di della tratta Bo-Fi) e dove ha sede l’Ufficio Gestione Tecnica
un centinaio di pagine nella quale venivano analizzati tutti gli Affidamenti del Consorzio Saturno (titolare della progettazione
aspetti di un progetto particolarmente complesso. La seconda e realizzazione delle infrastrutture aeree)».1 I due tecnici ov-
ha svolto qualche riunione nell’arco di due mesi ed ha prodotto viamente hanno espresso un parere diverso da quello dei due
una Relazione di sette pagine nelle quali sono letteralmente che li avevano preceduti. Un parere a dir poco lacunoso ma
ignorati gli aspetti finanziari, contrattuali, di redditività, della erano i tecnici giusti scelti, o suggeriti, al momento giusto per
domanda e dell’offerta del servizio. dare continuità a quel Progetto e, come amavano ripetere i sug-
Anche la seconda Commissione aveva visto la nomina di due geritori, per garantire alle imprese italiane la possibilità di una
esperti esterni: il professor Eugenio Borgia, ordinario di Pia- esperienza strategica.
nificazione dei Trasporti presso l’Università di Roma e il Pro- Proprio l’affidamento al Consorzio Saturno, senza alcuna gara,
fessor Alfonso Capasso, titolare del corso di Sistemi Elettrici trovava infatti la sua motivazione esplicita nella difesa dell’in-
per l’Energia presso la stessa Università. Ad informarci su que- dustria nazionale, e nella esigenza di garantire all’italianità una
sti esperti fu un “libro bianco” sulla verifica parlamentare:«Il straordinaria prospettiva sui mercati internazionali. I protagonisti
professor Eugenio Borgia è rintracciabile, oltre che all’Univer- di questa difesa nazionale lo mettono anche per iscritto sempre
sità, anche presso gli uffici della società Aic Progetti Spa, con
sede a Roma in via della Camilluccia 589/C. Nel relativo sito 1
Internet, la società elenca, fra le principali referenze, i lavori . Enrico Fedrighini, a cura di, Libro bianco, Alta Voracità Ferroviaria: breve
storia della verifica compiuta dagli esperti del Governo sulla più grande opera
in corso, avviati nel 1994, per la realizzazione delle gallerie ar- pubblica di questo secolo, Commissione Trasporti della federazione provinciale
tificiali sulla tratta ferroviaria ad Alta velocità Roma-Napoli, di Milano del Partito di Rifondazione Comunista, Novembre 1999.

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nello stesso allegato 6 della richiamata Relazione del ministro apre le trattative con una multinazionale Canadese e nel 2011,
dei Trasporti con la quale si era avviata la verifica Parlamentare: con tutta probabilità, lascerà il posto nel Consorzio Saturno
«(...) è da notare che le realizzazioni per l’AV a 300 km/h ver- alla Bombardier Transportation. Con questa Alta velocità, con
ranno portate a termine tutte da imprese italiane appartenenti al questi contratti, con queste bugie, questi sono i risultati.
Consorzio Saturno. SIRTI, ANSALDO, SASIB, ABB tra le altre
sono imprese che, oltre ad essere presenti nel Consorzio, parte-
cipano attivamente agli sviluppi e alle sperimentazioni delle
nuove soluzioni in corso di elaborazione per i sistemi di co- Il “materiale rotabile” ed il flop dell’ETR 500
mando controllo e telecomunicazioni per l’Alta velocità. Si ri-
tiene inoltre che la presenza di imprese italiane nei progetti di Quella del “materiale rotabile” è la voce di costo sulla quale
sviluppo dei sistemi europei AV costituisca una notevole oppor- si dovrebbero avere le maggiori certezze essendo l’unico con-
tunità di partecipazione imprenditoriale sul mercato europeo, tratto delle voci topiche del 1991 che è stato chiuso, eppure no-
oggi particolarmente orientato ad investimenti nel settore del- tizie sul costo effettivamente sostenuto per questa fornitura non
l’Alta velocità ferroviaria». è mai stato reso noto.
I geni del calcolo con la seconda cifra decimale dovrebbero Le trattative per la fornitura del materiale rotabile erano par-
anche spiegare perché è successo esattamente l’opposto. Il tite nel 1984 con il presidente di FS Ludovico Ligato e si in-
Consorzio Saturno, oltre a provocare una crisi irreversibile quadravano nella logica del Progetto che aveva come rife-
delle imprese italiane, è diventato il vettore per la “sperimen- rimento il “modello francese”. Gli studi vengono affidati ad un
tazione delle nuove soluzioni di comando e di controllo per raggruppamento di imprese costituito da FIAT FERROVIA-
l’Alta velocità”, delle multinazionali straniere. RIA SpA, ANSALDO TRASPORTI SpA, BREDA COSTRU-
In quell’allegato, i boiardi di FS si dimenticavano di segnalare ZIONI FERROVIARIE SpA, ABB TECNOMASIO SpA e
che fra le altre imprese appartenenti al Consorzio c’era già la fran- FIREMA CONSORTIUM S.c.r.l..
cese “Alstom Transport System SpA”, un peccato veniale per non Anche in questo caso il motivo dell’italianità fu alla base
mettere in crisi l’italianità della scelta. Ma proprio il contratto fa- delle trattative senza alcuna gara ad evidenza pubblica. Il 27
cile e ben remunerato, anziché stimolare le capacità di competere luglio 1989 le stesse società fondano il Consorzio Trevi s.r.l.,
ha dato uno contributo decisivo alla bancarotta delle imprese ita- con oggetto sociale “il coordinamento della attività delle con-
liane. Agli inizi del 2000, la ABB Dacom SpA viene incorporata sorziate per studi, progettazione e costruzione di treni ad Alta
nella multinazionale inglese Balfour Beatty Rail SpA, la SASIB velocità, denominati ETR 500”. Il contratto, di 4.800 miliardi
Railway SpA viene incorporata nella Alstom ferroviaria SpA. di vecchie lire, prevedeva la progettazione e la costruzione di
Nel 2006 la compagine societaria del Consorzio Saturno ve- 100 treni ETR 500 nella composizione standard di undici car-
deva la presenza di sei soggetti che si spartivano le commesse rozze passeggeri, 4 di prima e 7 di seconda classe, una carrozza
ed i lavori per le infrastrutture aeree, tre italiani e tre stranieri: ristorante e due motrici. La sigla ETR, sta per Elettro Treno
SIRTI, ANSALDO TRASPORTI, ANSALDO SEGNALA- Rapido, il numero 500 indica la serie della produzione.
MENTO, ALSTOM FERROVIARIA, ALSTOM TRA- Il primo elettrotreno entrato in servizio nelle nostre ferrovie
SPORTI, BALFOUR FERROVIARIA. Nel 2009 l’Ansaldo è stato l’ETR 200, mentre il più noto, in servizio nel 1952, è

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stato l’ETR 300, che, secondo l’enciclopedia Wikipedia: « è partner in crisi, la Ansaldo Trasporti, dando vita ad Ansaldo-
stato l’orgoglio delle ferrovie italiane per oltre 30 anni, almeno Breda Trasporti spa sotto il controllo di Fintecna, l’azienda
fino all’introduzione dei Pendolini. Pur non essendo propria- pubblica erede dello smantellamento dell’IRI.
mente un treno ad Alta velocità, l’ETR 300 può essere acco- Sorte non migliore toccherà alla ABB Tecnomasio Trasporti
munato per profili di servizio e innovazione ai recenti ETR che sarà acquistata dalla multinazionale canadese Bombardier.
500, e come questi ultimi era stato pensato per servire sulla Più devastanti e beffardi, per l’industria nazionale, sono però
principale linea italiana, la Milano-Bologna-Firenze-Roma. gli effetti prodotti dal partner che ha pilotato la formazione del
Come quest’ultimo è a cassa fissa e non ad assetto variabile». Consorzio Trevi, Fiat Ferroviaria SpA.
Anche la fornitura dell’ETR 500 è emblematica degli errori Nella crisi che investe la capogruppo FIAT SpA nel 2000, una
all’origine di questo Progetto. Sul piano tecnologico, siamo delle decisioni assunte per risanare il bilancio è quella di vendere
agli stessi livelli di un treno progettato ed entrato in funzione alcuni pezzi che avevano un discreto valore. Fra questi vi era Fiat
50 anni prima, con composizione fissa, con più carrozze, più Ferroviaria SpA, una delle poche aziende del gruppo con un por-
lunghe e più leggere. Le aziende del Consorzio Trevi, grazie a tafoglio di commesse importante: viene venduta alla multinazio-
questa commessa, facile e ben retribuita, oggi sono tutte in nale francese Alstom. L’interesse del colosso francese non era certo
gravi difficoltà e comunque prive di un prodotto di punta sui determinato dalla commessa ormai in esaurimento dell’ETR 500
mercati internazionali. Il Progetto TAV, anche in questo caso, che Fiat ferroviaria aveva quale partner del Consorzio Trevi. L’in-
è servito a questo: distruggere le capacità innovative che l’in- teresse era un altro e cioè quello per il brevetto che Fiat ferroviaria
dustria nazionale fino a quel momento aveva espresso. deteneva grazie alla invenzione tutta italiana del “Pendolino”.
L’ETR 500 è stato il flop più clamoroso della industria ferro- Negli anni Sessanta tutte le amministrazioni ferroviarie dei
viaria di tutti i tempi. Pagato a peso d’oro da FS, prodotto solo paesi europei, di fronte alla forte espansione del trasporto su
ed esclusivamente per FS, oggi è già vecchio e privo di qualsiasi gomma si erano poste il problema della riqualificazione del ser-
prospettiva di mercato. Un flop talmente clamoroso che le ma- vizio ferroviario. Solo la Francia scelse quasi subito la strada
gnifiche sorti strombazzate nel 1991 hanno portato persino Tre- della realizzazione di “nuove” linee ferroviarie “dedicate”,
nitalia a chiedere di interrompere la fornitura di questo senza curve o con raggi di curvatura molto ampli, per il colle-
“carrozzone” e determinare la liquidazione del Consorzio Trevi. gamento veloce fra aree metropolitane. Negli altri paesi, come
In sordina, senza comunicati, senza conferenze stampa, con gli l’Italia, la Gran Bretagna, la Svizzera, la Germania si pensava
italiani in vacanza, esattamente il 3 agosto del 2009, il Consor- invece al miglioramento delle infrastrutture esistenti e soprat-
zio, che doveva garantire prospettive straordinarie all’industria tutto alle prestazioni dei convogli ferroviari, pensando ad un
nazionale, viene posto in liquidazione e l’ETR 500 da quel mo- materiale rotabile che consentisse di velocizzare il servizio e di
mento non viene più prodotto. minimizzare le forze centrifughe che si producono sui convogli
La Breda Costruzioni Ferroviarie, già impegnata nella pro- nelle curve strette delle linee ferroviarie tradizionali.
gettazione e produzione dell’ETR 300, passato alla storia come Proprio l’Italia vinse questa gara per l’innovazione. Già nel
il “settebello”, dopo quarant’anni si era ritrovata a lavorare su 1969, Fiat Ferroviaria, grazie alla stretta collaborazione con i
un materiale del tutto simile e privo di qualsiasi significativa tecnici della Ansaldo e delle Ferrovie dello Stato, realizzò
innovazione; sarà costretta già nel 2000 a fondersi con un altro l’ETR Y 0160, il primo prototipo di automotrice con cassa

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oscillante alla quale venne attribuito il soprannome di Pendo- leferro gli operai ex Fiat sono persino ricorsi al sequestro di tre
lino. Il primo Pendolino, l’ETR 400, entrava in servizio già nel dirigenti della multinazionale francese, che il 6 ottobre 2009
1976 sulla linea Roma-Ancona e verrà utilizzato come un vero si erano presentati davanti agli operai annunciando che la fab-
e proprio laboratorio viaggiante per migliorare la tecnologia brica sarebbe stata chiusa entro nove mesi, hanno ottenuto che
del pendolamento. Il 29 maggio 1988 entra in servizio una evo- entro fine dicembre la Alstom presentasse un nuovo progetto
luzione del primo pendolino, due coppie di ETR 450 sulla linea industriale, ma nulla lascia ormai presagire anche una minima
Roma-Milano. Svolgono il servizio passeggeri con partenza speranza di riconversione.
simmetrica da Roma e Milano alle ore 7 ed alle ore 19. Tempi Dati precisi sulla fornitura dell’ ETR 500 non si conoscono,
di percorrenza, da orario, puntualmente rispettato, 3 ore e 58 ma quello che è certo è che anche questi sono fuori della con-
minuti. Con l’orario invernale 1988-1989 il servizio dei Pen- tabilità ufficiale del Progetto TAV e dunque anche questi sono
dolini si estende a Torino e Napoli. La composizione dei treni stati coperti con i trasferimenti dello Stato per la gestione del
da 5 viene elevata a 9 carrozze con un’offerta di 340 posti. Nel servizio ferroviario universale. Nelle stime che si possono fare
maggio 1989 venivano attivati collegamenti con Venezia, Sa- debbono essere considerati anche i costi per la nuova strategia
lerno e successivamente Bolzano. Nel 1991 e 1992, l’ETR 450 di marketing, quella della nuova livrea dell’ETR 500, rifatta
effettua servizi veloci anche sulle tratte Milano-Ancona e con vernice idrosolubile e con il nuovo nome “Frecciarossa”.
Roma-Rimini. La relazione Milano-Ancona effettuava le fer- La sola fornitura delle vernici a basso impatto ambientale per
mate di Bologna, Cesena, Rimini, Riccione, Cattolica, Pesaro 11 convogli, fatta a Trenitalia dalla società Inver SpA di Mi-
e Senigallia, il tempo di percorrenza nel primo anno di servizio nerbio in provincia di Bologna, è costata 200 milioni di euro.
tra Milano e Senigallia era di sole 3 ore, portato a 3 ore e 18 Il contratto del 1991 quantificava in 2.454 milioni di euro la
minuti l’anno successivo. fornitura di 100 ETR500. La produzione si è fermata a circa
Oggi, grazie al progetto TAV ed alla Fiat, il brevetto del Pen- tre quarti della quantità prevista. La stima, anche in questo caso
dolino, frutto di anni di lavoro dei tecnici ferroviari italiani, è in assenza di cifre note, ci porta a quantificare in 8.200 milioni
passato in mano alla Alstom, garantendo alla industria ferro- di euro questa voce di costo (includendo la fornitura effettiva
viaria francese prospettive di mercato straordinarie. Il Pendo- e quella necessaria per completare la previsione del contratto
lino circola già in quasi tutti i paesi europei, dalla Spagna alla del 1991). Fatto 100 il valore fissato nel contratto del 1991
Finlandia, dall’Inghilterra alla Slovenia, dal Portogallo alla siamo arrivati a 334.
Germania, ma si appresta ad arrivare in Russia ed in Cina dove I boiardi di Stato avevano garantito, e continuano a raccon-
la Alstom, grazie al Pendolino, si è assicurata commesse per tare, che grazie alle nuove tratte per l’Alta velocità percorse
centinaia e centinaia di milioni di euro. solo dai treni veloci, sulla linea storica si sarebbero liberate
Negli stabilimenti italiani della Alstom però le ricadute non straordinarie potenzialità per migliorare e rafforzare l’offerta
ci sono. Nello stabilimento di Savigliano, dove è nato il Pen- dei servizi universali a breve, media e lunga percorrenza. È
dolino, fra il 2005 e il 2007 un centinaio di interinali sono stati successo esattamente il contrario, da subito, con l’entrata in
espulsi e nel 2010 per le maestranze storiche si parla di 150 esercizio delle prime tratte di Alta velocità. Il peggioramento
esuberi. Situazioni altrettanto critiche sono denunciate dai sin- dei servizi ferroviari sulle linee storiche si può misurare con
dacati nell’ex stabilimento di Fiat ferroviaria di Milano. A Col- un semplice confronto degli orari ferroviari. Un solo esempio,

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per riprendere quello già citato del “Pendolino”. per spostarsi in treno fra Roma e Milano sono fra lo 0,01 e lo
Nel 2009, il viaggiatore che voleva andare da Milano a Se- 0,03 per cento della popolazione italiana.
nigallia lo poteva fare con un Eurostar City, senza cambiare Grazie alla Fiat, ed alla lobby del cemento, l’Italia ha speso de-
treno, in 4 ore e 23 minuti: un’ora e 5 minuti in più del servizio cine e decine di miliardi di euro per un’infrastruttura che potrà mi-
fornito con il Pendolino 18 anni prima. Se lo stesso viaggiatore gliorare il servizio ferroviario solo per chi si sposta sulla linea
voleva metterci meno tempo, poteva prendere a Milano il Frec- Torino-Milano-Bologna-Firenze-Roma-Napoli, solo per chi parte
ciarossa alle 15,30, scendere a Bologna e prendere alle 16,56 e arriva in quelle stazioni e solo per chi ha i soldi per pagare quel
un Eurostar City, scendere a Rimini e prendere alle 18,07 un servizio, e cioè fra il 4 ed il 6 percento di tutti gli utenti del ser-
treno Regionale e scendere a Senigallia alle ore 19,00; ci vizio ferroviario. Per il 95% dei passeggeri che utilizzano tutti
avrebbe messo, se fortunato con le due coincidenze, 3 ore e 30 gli altri servizi ferroviari offerti sulla infrastruttura storica, non
minuti: 12 minuti in più che nel 1991. solo la qualità del servizio, ma anche gli stessi orari sono peg-
Nel 2010 la combinazione più breve per lo stesso viaggio è giorati in modo evidente. Per i treni a lunga percorrenza, da
sempre la stessa: parte alle 14,25 con il Frecciarossa, cambia e Roma a Milano, da orario ferroviario, oggi si viaggia in 6 ore
riparte con un Eurocity da Bologna, cambia e riparte da Rimini e 30 minuti o 7 ore con gli Intercity ed in 8 ore o 8 ore e 30
con un regionale ed arriva a Senigallia alle ore 17,57: 19 minuti minuti con gli Espressi, con tempi di percorrenza che sono fino
in più del 1991, sempre a condizione di vincere la scommessa al 30 per cento maggiori di quelli offerti dell’orario ferroviario
di due cambi. Con un solo cambio a Bologna e la combinazione di cinque anni prima per gli stessi treni.
Frecciarossa e treno regionale, può arrivare a Senigallia in 3 ore Quello che cambia, dunque, è anche l’offerta del servizio, con
e 45 minuti: 27 minuti più che nel 1991. Se invece volesse salire gli Espressi e gli Intercity che sulla linea Roma-Milano sono let-
a Milano e scendere a Senigallia senza fare alcun cambio, il teralmente scomparsi. Secondo l’orario ferroviario del 2010, men-
viaggiatore nel 2010 non troverà alcun treno disponibile. tre i Frecciarossa (109 euro in prima e 89 euro in seconda) sono
Dovrebbe andare meglio sulla direttrice nella quale alle linee sto- giornalmente 36, gli Intercity (62 euro in prima e 46 in seconda)
riche si sono aggiunte le nuove tratte “dedicate” per i treni veloci, sono solo 5 e le tradotte degli Espressi (32 euro e 50 centesimi)
forse. Dal 14 dicembre 2008, dopo la inaugurazione della nuova sono solo 3. Siamo l’unico paese in Europa con questa offerta squi-
tratta di Alta velocità Milano-Bologna, l’ETR 500, riverniciato e librata ed anche quello con la tariffa più alta per la seconda classe
ribattezzato Frecciarossa, offriva il servizio Milano-Roma, da ora- del servizio AV, quella che questo sistema di offerta costringe ad
rio, quasi mai rispettato, in 4 ore e 13 minuti. Il servizio no-stop utilizzare. Ovviamente non va meglio per i servizi a breve percor-
sulla stessa linea era offerto dal Frecciarossa in 3 ore e 59 minuti: renza. Sono peggiorati in modo evidente anche questi e sono quelli
un minuto in più del servizio offerto dal Pendolino nel 1988. sui quali si concentra poco meno del 90 per cento della domanda.
Dal 15 dicembre 2009, con la entrata in esercizio anche della I vertici delle FS conoscono perfettamente questi numeri,
nuova tratta Bologna-Firenze, si può andare da Milano a Roma ma continuano a puntare tutto sulle poche tratte AV dedicate,
in 3 ore con il servizio diretto senza le fermate di Bologna e di dimenticando e impoverendo tutto il resto: «Circola semiclan-
Firenze. Per risparmiare un’ora, quella solo promessa dall’ora- destino in pochissimi uffici delle Ferrovie a Roma, un docu-
rio di Trenitalia, lo Stato ha speso circa 50 miliardi di euro. A mento che è una bomba. In quelle pagine l’amministratore Fs,
pagare sono tutti i cittadini italiani, mentre a risparmiare un’ora Mauro Moretti, mette implicitamente il bollo aziendale su ciò

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che in molti avevano intuito alla luce delle prime settimane di tano in maniera significativa ma meno della perdita che si regi-
esercizio dell’Alta velocità Torino-Salerno (...). Ecco le cifre stra sulle stesse distanze sui servizi non di Alta velocità.
dell’Azienda. Trasporto regionale: riduzione dei passeggeri- La sbandierata liberazione delle tracce sulla linea storica non
chilometro da 28.615 milioni previsti originariamente a è servita però nemmeno per incrementare il trasporto delle
23.410 nel 2011, un passeggero ogni cinque dato per perso. I merci: anzi! L’assenza di investimenti e di strategia in questo
treni-chilometro scendono dai 229 milioni precedenti a 193, settore, proprio con l’entrata in esercizio delle nuove tratte di
20 per cento in meno. I volumi del servizio universale si ridu- AV, si è tradotta in una totale e irresponsabile rinuncia all’of-
cono del 13 per cento rispetto agli anni passati e del 15 per ferta del servizio: «Treni merci addio. L’Italia si avvia a con-
cento nei confronti con le previsioni contenute nel piano 2007- quistare anche il record di primo paese d’Europa senza un
2011. Drastico arretramento anche per i convogli a media e servizio cargo pubblico su rotaia. (...) Dal 2006 al 2010 il traf-
lunga percorrenza: 23.332 milioni di passeggeri-chilometro fico è sceso da 68 milioni di treni a chilometro a 42 milioni.
rispetto ai 25.241 del 2006 e ai quasi 29.000 del piano prece- Nel 2009 il calo è stato superiore al 30 per cento e quest’anno
dente. Per il traffico internazionale, poi, si prepara un vero e è previsto un altro arretramento dell’8. La quota di traffico su
proprio tonfo: meno 40 per cento (...). Le Fs a doppia andatura, ferro è ormai appena il 6 per cento del totale delle merci tra-
alla ricerca di risultati sfavillanti e sprint su poche tratte, ma sportate, la metà della media europea. (...). Alla fine del primo
sempre più povere sul resto dei binari, non sono affatto lo mandato e all’inizio del secondo, il bilancio dell’era Moretti
sbocco inevitabile dell’Alta velocità, ma il punto d’arrivo di per le merci è in netto passivo. Il nuovo amministratore tratta
una scelta perseguita dall’attuale dirigenza dei treni ». 2 il settore come una cenerentola, peggio, come una zavorra di
Succede dunque quanto era perfettamente prevedibile: i viag- cui liberarsi perché non fa utili, proprio come il trasporto pen-
giatori-chilometro, e cioè tutti i biglietti ferroviari venduti da FS dolari e quella passeggeri sulle lunghe percorrenze. Per Mo-
per i chilometri percorsi con ogni singolo biglietto, complessi- retti, e per il governo che gli lascia mano libera, solo i treni
vamente diminuiscono. Ma si riduce l’uso del servizio ferrovia- redditizi, i Frecciarossa, Argento e similari, sono meritevoli di
rio non perché sia cambiata la domanda, bensì perché è cambiata attenzione. Con buona pace della natura pubblica delle Fs,
l’offerta. Si riduce la domanda del trasporto regionale, perché azienda di proprietà del ministero dell’Economia, tenuta al-
l’offerta oltre ad essere pessima è stata anche ridimensionata. Si l’erogazione di un servizio universale per cittadini e merci.».3
riduce però anche la domanda sul trasporto a media e lunga per- Per il momento Moretti pensa ad altro, ma qualcuno prima o
correnza; ma dentro questo dato sono inclusi oltre ai Frecciarossa poi sarà costretto a fare i conti dei danni sociali ed economici
anche gli Intercity e gli Espressi, diurni e notturni. Il calo in que- che questa miope strategia ha prodotto e produrrà sull’econo-
sto caso è tutto e solo dovuto alla drastica riduzione del servizio mia complessiva del nostro sistema dei trasporti.
a media e lunga percorrenza sulla linea storica di Intercity ed Il governo non ha fatto nemmeno una piega quando, tagliando
Espressi. I viaggiatori-chilometro sul Frecciarossa, ovviamente, circa 800 milioni di euro al trasporto pubblico locale con la fi-
essendo praticamente solo questa l’offerta di Trenitalia, aumen- nanziaria 2010, l’azienda sussidiata dallo Stato annuncia nello

2 3
. Daniele Martini, “Un passeggero perso ogni cinque, l’Alta velocità si man- . Daniele Martini,”Addio ai treni per le merci esultano i camion”, Il Fatto
gia la rete regionale”, Il Fatto Quotidiano, 30 gennaio 2010. Quotidiano, 4 agosto 2010.

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stesso anno (nel numero 7 della superpatinata rivista “La Frec- cio economico dell’azienda pubblica resta per il momento in
cia”) l’arrivo “del treno del futuro, ultramoderno, flessibile ed equilibrio. Di questi due terzi però nessuno ha mai verificato
ecocompatibile. Il nuovo treno superveloce della serie 1000 quanto è stato e viene effettivamente utilizzato o investito per
sfreccerà sui binari italiani dal 2013. Surclassando anche i con- i servizi sussidiati. Di certo una parte consistente di queste ri-
vogli giapponesi e pronto a guidare l’industria ferroviaria dei sorse è stata ed è dirottata, surrettiziamente, sul servizio che
prossimi vent’anni”. Esattamente venti anni prima, Necci an- invece viene spacciato come redditizio e senza sussidi.
nunciava l’arrivo degli ETR 500 con gli stessi riferimenti alla
velocità e alle magnifiche sorti della nostra industria ferroviaria.
Con le tratte realizzate, tutte molto più corte di quelle giap-
ponesi, ma anche di quelle francesi e spagnole, gli ETR 500 Il “pacco dono” per i campioni del made in Italy
possono coprire le distanze fra i nodi con una velocità media
compresa fra i 150 ed i 180 chilometri all’ora, potendo tenere Al fallimento dell’esperienza dell’ETR 500, alla perdita del
una velocità di punta di 300 solo per il dieci, massimo il venti Pendolino e ai costi economici e sociali che il fallimento del
per cento della lunghezza delle tratte. Consorzio Trevi ha prodotto, si aggiunge addirittura anche la
Orbene, con il disastro del consorzio Trevi sotto i nostri beffa della gestione del servizio ferroviario dell’Alta velocità.
occhi, qualcuno ha la faccia tosta di annunciare una spesa di Anche in questo caso, impegni solenni e vincolanti diventano
almeno 1.200 milioni di euro per l’acquisto di 50 treni che do- col tempo parole prive di riscontro che si risolvono nell’esatto
vrebbero viaggiare a 360 km/h su queste “trattine” di AV, e di opposto.
presentare questa scelta, sempre nella stessa rivista patinata, Nella delibera n. 971 firmata dall’amministratore straordina-
con un’enfasi a dir poco indecorosa: «Il treno del futuro è in- rio dell’Ente Ferrovie dello Stato il 7 agosto 1991, si sanciva,
novazione tecnologica, glamour e massimo confort per i pas- all’articolo 4, che «l’esercizio e l’utilizzo delle infrastrutture
seggeri, attraverso forme fluide, generate dall’alternarsi di realizzate dalla società concessionaria è riservato, in via esclu-
superfici concave e convesse, e una nuova filosofia del colore. siva, alla gestione unitaria dell’Ente Ferrovie dello Stato».
Che insieme condensano una inequivocabile promessa di vita- La riserva vincolante della gestione del servizio era conse-
lità e movimento, segno che le FS sono oggi in grado di lan- guente all’impegno di recuperare con la gestione del servizio
ciare la sfida al mercato e di rispondere a qualsiasi new coming, il cosiddetto investimento privato. La previsione era natural-
in casa e oltre confine». mente irrealistica, ma almeno il vincolo della esclusività del
La “new coming” alla quale Moretti lanciava la sfida era la servizio in capo alle FS era previsto ed era ovviamente una
società alla quale i ministri Bianchi e Di Pietro avevano garan- condizione indispensabile per recuperare almeno una parte di
tito il “pacco dono” del servizio AV a partire dal 2011. Una quell’investimento, di fatto, tutto e solo pubblico. Almeno que-
sfida, con queste premesse, con un esito scontato. Dopo il tra- sto il firmatario della delibera del 1991 lo aveva previsto. Pur-
sporto aereo anche quello su ferro, ma solo per il servizio più troppo però in questa storia non vi sono limiti all’indecenza e
conveniente, passerà di mano. così la faccia tosta di Necci quasi impallidisce di fronte alle
Questa disastrosa strategia delle FS è finanziata per ben due facce di bronzo dei boiardi e dei loro sponsor politici che sono
terzi da sovvenzioni dello Stato, e solo grazie a queste il bilan- venuti dopo.

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TAV-CO SpA, la società che FS si era impegnata a costituire per il potenziamento delle reti. Si stanno determinando infatti
per la gestione in esclusiva del servizio Alta velocità, non è enormi spazi perché la concorrenza a beneficio del consuma-
stata e non sarà mai costituita. Non solo dunque quegli inve- tore non sia un gioco a somma zero ma l’occasione straordi-
stimenti non saranno mai recuperati, ma addirittura sarà una naria di sviluppo del servizio».4 Il ministro, da buon liberale,
società privata a lucrare i profitti della gestione. aveva immaginato un altro film, perché quello che sarà girato
Questo capolavoro è stato realizzato a favore di una società - ad essere buoni - con la sua totale distrazione, sarà comple-
nuova di zecca che, priva di esperienza, senza alcun materiale tamente diverso. Forse andrà bene se per il consumatore il
e senza dipendenti, è riuscita ad avere nel giro di qualche mese gioco sarà a somma zero, ma quello che è certo è che la somma
la licenza per l’esercizio di servizi ferroviari, il rilascio del ti- per lo Stato sarà assai sotto lo zero.
tolo autorizzatorio per l’accesso all’infrastruttura, un Decreto Già il 6 febbraio 2007 il ministero dei Trasporti concede alla
legge del Governo Prodi, la conversione in legge dello stesso scatola vuota NTV SpA, in quel momento una società con
decreto nei due rami del Parlamento e un contratto decennale nemmeno un dipendente a libro paga, la licenza di Operatore
per la gestione del servizio Alta velocità. Ferroviario. Il 28 luglio 2007 il ministro dei Trasporti Bianchi
La società, Nuovo Trasporto Viaggiatori SpA, viene costi- firma un inedito “Protocollo d’Intesa”, con il quale NTV viene
tuita l’11 dicembre 2006 e presentata in pompa magna con una accreditata come società di gestione del servizio Alta velocità
conferenza stampa il 12 gennaio 2007. I soci fondatori presen- ed impegna RFI SpA, quale gestore dell’infrastruttura, alla de-
tano la nuova società come se fosse un operatore ferroviario finizione del contratto di servizio.
con in tasca già tutti i titoli e requisiti previsti dalle norme, tutto Al primo punto del Protocollo si stabiliva che «il ministro dei
viene dato per scontato ed acquisito e le agenzie di stampa bat- Trasporti provvederà a concludere, nei termini di legge, il pro-
tono la notizia: «Sfida della qualità, ad Alta velocità, di due al- cedimento per il rilascio del titolo autorizzatorio per l’accesso
fieri del made in Italy: Luca di Montenzemolo e Diego della all’infrastruttura nazionale citato in premessa, con specifico
Valle. L’annuncio della nascita di Nuovo Trasporto Viaggiatori provvedimento». L’impegno del ministro sarà ottemperato senza
Spa, capitale un milione di euro, partecipata da Finanziaria Svi- fare attendere un solo minuto l’amministratore delegato di NTV:
luppo (Montenzemolo), da Fa.Del (Della Valle) e da Servizi lo firmerà seduta stante. Rintracciare però anche solo qualche
Imprenditoriali di Giovanni Punzo (tre quote ciascuno di generico riferimento, che potesse dare legittimità a quel Proto-
31,7%) e Giuseppe Sciarrone (5%) lascia intravedere nuovi collo d’Intesa, nelle norme in vigore in quel momento, è fatica
scenari nel trasporto passeggeri su rotaia (...). Missione della sprecata: era semplicemente un’invenzione estemporanea. Si
società, spiega intanto lo stesso nuovo player ferroviario, è l’ef- trattava di un contratto con evidenti profili di illegittimità, co-
fettuazione di servizi viaggiatori sulle nuove linee ad Alta ve- munque contestabile da chi aveva un interesse legittimo da tu-
locità, attraverso l’offerta di servizi ad alta qualità (...). telare. I boiardi di FS e di Trenitalia, o altri potenzialmente
L’iniziativa ha trovato il plauso dello stesso ministro dello Svi- legittimati, si sono guardati bene dal contestarlo formalmente.
luppo Economico Pierluigi Bersani. È davvero una bella noti- In silenzio resterà anche il Ministro delle Infrastrutture Antonio
zia, ha commentato infatti il Ministro dal vertice governativo
di Caserta, la norma che introdussi nel 2001 si proponeva di 4
. “Montenzemolo e Della Valle nell’alta velocità”, La tribuna di Treviso, 13
favorire lo sviluppo industriale nel settore ferroviario anche gennaio 2007

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Di Pietro, sotto la competenza del quale era la vigilanza delle nuovo presidente della Fiat abbia chiamato il nuovo presidente
infrastrutture ferroviarie, e dunque le attività di RFI. del Consiglio per garantire un affare che nulla aveva a che fare
L’unica norma riferibile a quel Protocollo era il comma 2, ar- con gli interessi ed i destini della stessa Fiat.
ticolo 8, Legge 166/2002, che prevedeva esattamente il contra- Con l’affare ormai blindato, il 17 gennaio 2008 le agenzie
rio: «Per i servizi di trasporto ferroviario viaggiatori di interesse annunciano che sono in corso le trattative per il più importante
nazionale (...), il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti acquisto di materiale rotabile degli ultimi decenni: 25 treni ad
provvede, allo scopo di incentivare il superamento degli assetti Alta velocità da 500-600 posti da consegnare in un paio d’anni
monopolistici e di introdurre condizioni di concorrenzialità dei a partire dal 2010. Gli alfieri del made in Italy trattano con tre
servizi stessi ad avviare procedure concorsuali per la scelta delle multinazionali, la Alstom francese, la Siemens tedesca e la
imprese ferroviarie per l’erogazione del servizio (...)». Bombardier canadese. Di imprese italiane contattate, nemmeno
Nonostante gli impegni sottoscritti dal ministro con il Proto- l’ombra: nessun invito a fare offerta, nemmeno al Consorzio
collo, nei soci di NTV c’era ancora qualche preoccupazione Trevi produttore del materiale per l’Alta velocità nazionale.
proprio per quella norma che richiamava condizioni di concor- La trattativa si concluderà nel gennaio del 2008 ed il contratto
renzialità e procedure concorsuali. Il clima politico non era dei verrà firmato con la multinazionale francese. Solo in questo mo-
migliori ed il rischio di una crisi che facesse cadere un governo mento qualche quotidiano avanzerà qualche timida critica: «Le
con ministri così disponibili, prima che l’affare fosse blindato, due anime di Luca di Montenzemolo. Quando veste l’abito della
era troppo alto. Per il presidente della Fiat arrivare per le vie Confindustria, o della Fiat, raccomanda “comprate italiano”. Ma
brevi al Presidente del Consiglio, dopo i probabili rapporti in- quando assume il ruolo di futuro ferroviere, seppure ad Alta ve-
trattenuti solo qualche settimana prima per la nomina a presi- locità, dove compra i treni? In Francia (...). La NTV ha ordinato
dente di FS SpA del suo ex segretario di Confindustria 25 treni ad Alta velocità alla francese Alstom, per una cifra di
Innocenzo Cipolletta, non era certamente un problema. circa 700 milioni. Per altri 10 sarebbe stata sottoscritta un’op-
Il primo ottobre del 2007, il Consiglio dei ministri approva il De- zione. Il tricolore francese, dunque, ha vinto ancora una volta sul
creto legge n. 159, motivato da “interventi urgenti per lo sviluppo tricolore italiano. L’Agv (derivato dal celebre Tgv) è stato prefe-
e l’equità sociale”. Al comma 2 bis dell’articolo 9, proprio quella rito al prodotto “made in Italy” a disposizione, quell’ETR 500
norma che ancora destava qualche preoccupazione nei campioni del Consorzio Trevi, che tutti conoscono perché da una quindicina
del made in Italy, viene modificata: «All’articolo 8 della Legge 1 d’anni è attivo sui binari nazionali ».5
agosto 2002, n.166, e successive modificazioni, i commi 2 e 3 sono Bisognerà invece aspettare quasi due anni per leggere sulla
sostituiti dai seguenti». Inutile aggiungere che nel nuovo testo stampa nazionale le modalità con le quali lo Stato ha affidato
scompaiono i riferimenti sia alle procedure concorsuali che alle il servizio Alta velocità ai campioni del made in Italy: «L’affi-
condizioni di concorrenzialità. Il Decreto legge il 29 novembre damento del servizio viaggiatori dell’Alta velocità, a trattativa
2007 viene convertito definitivamente nella Legge n. 222. privata, a NTV, il cui profitto potrebbe sfiorare i 600 milioni
La storia si ripete, ma i protagonisti e la loro statura cam- di euro, è un vero e proprio “pacco dono” del governo Prodi a
biano. Nel 1992 Giovanni Agnelli aveva chiamato il presidente
del Consiglio per tutelare gli interessi ed i destini della Fiat nel 5
. “Montenzemolo predica l’italianità e compra il TGV”, Il Giornale, 12 gen-
Progetto Alta velocità. Quindici anni dopo è possibile che il naio 2008.

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industriali con la passione dell’editoria, ragione per cui non è Bombassei (con Nuova Fourb) e Isabella Seragnoli (con MaIs).
stato mai aperto dai giornali che si sono limitati a descriverne Nel sito, della Generali Financial Holdings non viene detto
il bel colore della carta e la raffinatezza del fiocco».6 nulla, nemmeno che si tratta di una società con sede in un pa-
Con il contratto di servizio in cassaforte ed i treni in arrivo, radiso fiscale, il Lussemburgo. Quasi sicuramente la società lus-
l’affare è già assicurato. Prima ancora di iniziare a fornire il semburghese fa capo alle Assicurazioni Generali di Trieste, ma
servizio e raccogliere il frutto del “pacco dono”, i prodi cava- chi siano effettivamente i soci rimane un mistero, come miste-
lieri rivalutano il misero capitale investito in NTV e fanno pa- riosa è la ragione della sede lussemburghese per la partecipa-
gare a peso d’oro l’ingresso di nuovi ospiti. Già nel gennaio zione ad una società italiana. Già nel 2009, fra l’altro, a questa
2008, le agenzie battono la notizia dell’ingresso del gruppo società era subentrata la “Winged Lion FCP-FIS Sub-Fund 1”.
bancario Intesa Sanpaolo con una quota del 20%, pari ad un Il socio fondatore più piccolo, Giuseppe Sciarrone, è socio
esborso di circa 60 milioni. Giuseppe Sciarrone andrà al 4%, unico di Reset 2000. I tre grandi campioni dell’imprenditoria
Luca Cordero di Montenzemolo, Diego Della Valle, Giovanni nazionale, forse pronti a scappare, si sono accuratamente na-
Punzo scenderanno al 25,3% ciascuno, ma con l’investimento scosti. Curiosa e senza alcuna spiegazione nel sito ufficiale è
iniziale super-rivalutato. Il gruppo bancario guidato da Gio- infatti la segnalazione della partecipazione al 33,5% della “To-
vanni Bazoli e Corrado Passera, oltre al capitale versato per tale MDP holding”. Sembrerebbe la ragione sociale di una so-
acquisire il 20% del capitale della società NTV, mette pure a cietà, in realtà “Totale” è da intendere come somma delle
disposizione i soldi per acquistare i treni, 750 milioni di euro. partecipazioni di “MDP holding” in NTV. Una società con que-
A giugno arrivano nuovi soci e, fra questi, con una parteci- sto preciso nome nella banca dati delle Camere di Commercio
pazione al 20%, una società controllata al 100% da SNCF, la è però introvabile. Si trovano invece quattro semplici s.r.l.:
società statale francese omologa delle nostre FS. La notizia MDP Holding Uno, MDP Holding Due, MDP Holding Tre,
esce sui quotidiani solo nell’ottobre del 2008 e provocherà sol- MDP Holding Quattro.
tanto qualche mal di pancia al viceministro delle Infrastrutture Tutte e quattro le MDP holding hanno lo stesso Consiglio di
e Trasporti Roberto Castelli, che avanzerà la richiesta di una amministrazione, composto da: Luca Cordero di Montenzemolo,
“commissione che ricostruisca in maniera cristallina l’iter della presidente a tempo indeterminato; Diego Della Valle, consigliere
vicenda”. La commissione ovviamente rimarrà solo nella fan- a tempo indeterminato; Gianni Punzo, consigliere a tempo in-
tasia del viceministro. determinato. Tutte e quattro hanno gli stessi soci con le stesse
Nel 2010 i soci che compaiono sul sito ufficiale di NTV quote di partecipazione: MCG holding Srl (amministratore unico
sono: «Totale MDP Holding, 33,5%; IMI Investimenti, 20,0%; Luca Cordero di Montenzemolo), 33,3%; Fa.Del Srl (ammini-
SNCF/VFE-P, 20,0%; Generali Financial Holdings FCP-FIS, stratore unico Diego Della valle), 33,3%; Servizi Imprenditoriali
15%; Nuova Fourb, 5%; MaIs, 5%; Reset 2000, 1,5%». Srl (amministratore unico Gianni Punzo), 33,3%.
Nella compagine, oltre a Intesa Sanpaolo (con la controllata La Uno, la Due e la Tre hanno un capitale sociale di 90.000
IMI) e SNCF (con la controllata VFE-P), si aggiunge Alberto euro, la Quattro un capitale di 12.000 euro. Le tre società di
controllo e le quattro MDP holding controllate garantiscono
6
. Sandra Amurri, “Arrivano i treni privati”, Il Fatto Quotidiano, 23 settembre l’occupazione, secondo i bilanci depositati, ad un numero di
2009. dipendenti che risulta pari a zero.

152 153
Sono esattamente le quattro MDP holding che fanno il “Totale” sere i ricavi delle due aziende in competizione, Trenitalia lancia
della partecipazione del 33,5% in NTV, ma con quote tutte di- nel 2010 una gara per l’acquisto di altri 50 treni superveloci che
verse: la Uno con il 18,96%, la Due con il 9,27%, la Tre con il dovrebbero viaggiare a 360 chilometri l’ora. La gara sarà vinta
5,21% e la Quattro con il 5,00%. dalla multinazionale canadese Bombardier con al rimorchio la
I tre grandi imprenditori sono partiti nel dicembre 2006 con il AnsaldoBreda. Contro l’aggiudicazione ricorrerà in tribunale la
95% di una società con un capitale di 1 milione di euro. Grazie Alstom con il risultato di ritardare ancora l’arrivo dei nuovi treni
al “pacco dono” di Bianchi, Di Pietro, Bersani e di tutti i ministri inizialmente previsto per il 2013. I primi due o tre “Zephiro”, il
del governo Prodi, la scatola vuota è stata riempita e già nel 2008 nome del nuovo treno che dovrebbe affiancare il Frecciarossa,
il regalo ha consentito di fare affari straordinari con gli aumenti andrà bene se arriveranno nel 2014, quando i bilanci di Trenitalia
e la rivalutazione del capitale investito. Nel 2010, ad ancora un avranno già accumulato un buco insostenibile.
anno dall’inizio della gestione del servizio, dal 95% di una scatola C’è solo da augurare ai ministri che nel 2007 hanno confe-
vuota con un capitale di 1 milione di euro scendono al 35,5%, zionato il “pacco dono” a NTV, ed a quelli che nel 2010 hanno
ma in una società con un patrimonio netto di 264 milioni di euro. consentito una spesa pubblica miliardaria per una fornitura inu-
Per questi campioni degli affari senza rischi, l’interesse per tile, di essere su quelle stesse poltrone quando il governo in ca-
la gestione del servizio è pari a zero. L’affare, prima ancora rica dovrà decidere, come avvenne per l’Alitalia, i destini della
dell’avvio del servizio, è già stato realizzato. Le MDP Uno, nostra compagnia di bandiera delle ferrovie.
Due, Tre e Quattro sono pronte a passare di mano e fare incas-
sare ai campioni del made in Italy ulteriori plusvalenze del
“pacco dono” fatto loro da un governo con un presidente del
Consiglio già Garante dell’Alta velocità, un ministro dello Svi-
luppo economico paladino della concorrenza, un ministro dei
Trasporti comunista contrario alle privatizzazioni e da un mi-
nistro delle Infrastrutture alfiere della legalità.
NTV con 25 nuovi treni Agv (Automotrice à grande vitesse)
della Alstom, italiani solo nel nome, “Italo”, e nella livrea, “rosso
ferrari”, dalla fine del 2011 inizierà ad offrire il servizio sulle di-
rettrici più convenienti coprendo circa il 70 per cento delle corse
offerte nel 2010 da Trenitalia; l’azienda di Stato - nello stesso
momento - si presenterà con una flotta di 60 ETR 500, 29 ETR
400 e 19 ETR 600 (il nuovo pendolino prodotto ed acquistato
sempre dalla Alstom). Trenitalia offrirà il servizio AV con una
flotta di 108 treni per coprire tragitti di circa il 30 per cento su-
periore a quello coperto da NTV con una flotta di 25 treni.
Nonostante che i numeri dicano chiaramente quali saranno i
costi di gestione e manutenzione delle flotte e quali potranno es-

154 155
LA TANGENTOPOLI DELLO STATO
POST-KEYNESIANO

Dai ladri ai mariuoli del modello Tav

È stato pubblicato nel febbraio del 1950. L’autrice era morta


sette anni prima e si chiamava Simone Weil. Il titolo non poteva
essere più esplicito: “Manifesto per la soppressione dei partiti
politici”.1 Uno dei maggiori intellettuali del ventesimo secolo,
André Breton, così ne commentava il contenuto: «Contro l’eser-
cizio della servilità e le forme aggressive a cui essa dà origine,
è giunta l’ora che si contino coloro che stimano, con Simon
Weil, che la soppressione dei partiti costituirebbe un bene quasi
allo stato puro. Inutile dire che questa soppressione (è il motivo
per cui preferisco l’espressione messa al bando) non potrà, pena
uno snaturamento assoluto, risultare da un atto di forza: non può
che concepirsi al termine di un’impresa, abbastanza lunga, di
disincanto collettivo».
Simone Weil sosteneva la tesi che i partiti sono struttural-
mente ladri di verità e di giustizia. Il suo ragionamento aveva
tratti di nobiltà e aveva poco a che fare con le miserie della cro-
naca quotidiana dei partiti di oggi. La sua riflessione era dedi-
cata prevalentemente al meccanismo di oppressione spirituale
e mentale che il partito esercita sull’individuo. La portava però
a trarre conclusioni che andavano ben oltre la dimensione del-
l’individuo ed a proporre una visione dei beni collettivi straor-
dinariamente profetica: «I partiti sono un meraviglioso
meccanismo in virtù del quale, in tutta l’estensione di un Paese,
non uno spirito dedica la sua attenzione allo sforzo di discer-
nere, negli affari pubblici, il bene, la giustizia, la verità. Ne ri-

1
. Simon Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, Castelvecchi
Editore, 2008.

157
sulta che – eccezione fatta per un piccolo numero di coinci- lo strumento, indefinito, che l’articolo 49 della Costituzione
denze fortuite – vengono decise e intraprese soltanto misure mette a disposizione dei cittadini “per concorrere con metodo
contrarie al bene pubblico, alla giustizia e alla verità. Se si af- democratico a determinare la politica nazionale”.
fidasse al diavolo l’organizzazione della vita pubblica, non sa- Un profeta disarmato, dal suo stesso partito, già trenta anni
prebbe immaginare nulla di più ingegnoso. Se la realtà è stata fa aveva lucidamente descritto questo furto: «I partiti di oggi
un po’ meno cupa, questo è accaduto perché i partiti non ave- sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa o mi-
vano ancora divorato ogni cosa. Ma è stata realmente un po’ stificata conoscenza della vita e dei problemi della società e
meno cupa? Non era cupa esattamente quanto il quadro qui de- della gente, idee, ideali, programmi pochi o vaghi, sentimenti
lineato? La Storia non l’ha mostrato?». e passione civile, zero».
Certo, i partiti non sono stati solo questo; in alcuni casi sono Il profeta era Enrico Berlinguer, che ci consegnò una nitida
stati anche meccanismi straordinari di acculturazione o di li- fotografia dei ladri in una celebre intervista rilasciata il 28 lu-
berazione ma, sui tempi lunghi della storia, Simone Weil forse glio 1981 ad Eugenio Scalfari. Il tema trattato in quell’intervi-
aveva ragione. Oggi comunque possiamo dirlo: i partiti sono sta fu archiviato come la “questione morale”. Ripescata di tanto
diventati meccanismi di occupazione delle istituzioni e delle in tanto è stata progressivamente distorta e semplicisticamente
società pubbliche, nelle quali divorano risorse e beni pubblici. associata al tema della corruzione. Ma quella posta e lucida-
Sono loro i ladri di tutto, ad Alta velocità di nome e di fatto nel mente decritta in quella intervista era una questione ben più
caso qui descritto, perché proprio questa Grande Opera è la importante: «I partiti hanno occupato lo Stato e tutte le sue isti-
rappresentazione più calzante dei modi e degli strumenti con i tuzioni, a partire dal governo. Hanno occupato gli enti locali,
quali le oligarchie dei partiti di oggi, con le loro corti di pro- gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli isti-
duttori postfordisti e di boiardi postkeynesiani, ci rubano tutto. tuti culturali, gli ospedali, le università, la Rai Tv, alcuni grandi
Ci hanno rubato anche la storia vera di questa costosissima giornali (...). Insomma, tutto è già lottizzato e spartito o si vor-
infrastruttura, seppellendo la bugia clamorosa che era alla base rebbe lottizzare e spartire. E il risultato è drammatico. Tutte le
della sua architettura finanziaria, insieme alle colpe di chi l’ha operazioni che le diverse istituzioni e i loro attuali dirigenti
definita, gestita, coperta o ignorata per molti anni. La bugia sono chiamati a compiere vengono viste prevalentemente in
però si è diffusa insieme all’architettura che la occultava con funzione dell’interesse del partito o della corrente e del clan
la locuzione magica del project financing, diventando un mo- cui si deve la carica.» Questa è l’occupazione che oggi pos-
dello, il “modello TAV”, replicato con una progressione geo- siamo concretamente misurare. Quella posta era più propria-
metrica. L’eredità della bugia seppellita è nota e già pesa nelle mente la “questione democratica”, che il modello TAV oggi ci
casse pubbliche. Solo il tempo ci dirà quando le casse pubbli- ripropone in termini ben più gravi di quelli che potevano essere
che non potranno più sopportare il peso delle eredità delle mi- letti trenta anni fa.
gliaia di bugie nascoste nei modelli replicati. Le vicende che la cronaca quotidiana oggi ci racconta, la casa
I ladri ad Alta velocità non commettono reati, non sono per- o la banca del politico di turno, la escort o i lavori per il boiardo
seguibili per i furti che quotidianamente ci sottraggono ingenti di Stato, ci parla non più di ladri ma di semplici marioli che po-
risorse pubbliche ma anche verità, informazione, democrazia. polano partiti di plastica intenti ad occupare strutture e società
Ci hanno rubato anche la politica, ci hanno scippato i partiti, pubbliche, lucrando favori o anche solo semplici privilegi. I par-

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titi modello TAV sono diventati strutture private, gestite da pri- autonomo, o atipico, o interinale, o in grigio, o in nero.
vati, a tutela dell’interesso privato, popolate da occupanti ed oc- Un tratto fondamentale dei moderni modelli di organizzazione
cupati disseminati nelle strutture pubbliche e parapubbliche. dell’impresa è l’enorme distanza che si frappone fra il capitale
La questione democratica risiede soprattutto nella cattura ed il lavoro vivo nelle forme declinate durante l’era del capita-
delle istituzioni e delle risorse pubbliche da parte di una parti- lismo regolato e condizionato dalla divisione in blocchi prima
tocrazia veicolata da partiti virtuali, senza alcun vincolo nor- del crollo del muro di Berlino. Ma questa distanza è resa possi-
mativo. Anche questo era stato detto: «La loro stessa struttura bile soprattutto da un altro carattere fondamentale di questo pro-
organizzativa si è ormai conformata su questo modello, e non cesso di scomposizione: la “fuga dalle regole”. È la legalità,
sono più organizzatori del popolo, formazioni che promuovono storicamente determinata da quel modello (nei contratti collettivi
la maturazione civile e l’iniziativa: sono piuttosto federazioni di lavoro) e dal welfare (nelle leggi e strutture di sostegno) che
di correnti, di camarille, ciascuna con un boss e dei sotto-boss. proprio quel modello consentiva ed alimentava, che viene pro-
La carta geopolitica dei partiti è fatta di nomi e luoghi». La gressivamente demolita, prima con prassi atipiche, poi con
questione morale è la tangentopoli senza tangenti, è il furto le- nuove norme che le legalizzano. È la straordinaria frantumazione
galizzato dei beni pubblici, è il modello TAV. dell’impresa fondata sul lavoro dipendente a tempo indetermi-
nato, sul quale si fondava la raccolta di risorse certe e controlla-
bili, che ha contribuito a determinare la crisi dello Stato sociale,
ridimensionando le risorse garantite dal salario indiretto.
La Tangentopoli postfordista e postkeynesiana Anche nelle cosiddette politiche neoliberiste, i cambiamenti
sono caratterizzati dalla “fuga dalle regole” che si erano stori-
Alla diffusione del modello TAV non sono estranei i processi camente determinate con le politiche keynesiane strettamente
di ristrutturazione che hanno investito gli apparati produttivi connesse con il capitalismo fordista. Pure in questo caso la le-
nell’era della cosiddetta globalizzazione. La rappresentazione galità, storicamente data, viene progressivamente demolita con
più efficace che ne è stata fornita è la trasformazione della prassi atipiche e norme che ne conseguono per la loro legaliz-
struttura “piramidale” della impresa fordista in una organizza- zazione. Il tradizionale appalto pubblico, ad esempio, viene
zione che assomiglia sempre di più ad una enorme “ragnatela” progressivamente soppiantato da altri istituti contrattuali ati-
di attività e cicli di lavorazione dispersi nello spazio e legati pici, quali il project-financing o il general-contractor, utilizzati
fra di loro da una miriade di appalti e subappalti. e sperimentati per realizzare grandi opere, e poi replicati e dif-
La grande impresa fordista, gerarchica e rigida, implosiva e fusi a livello locale per la realizzazione o la gestione di opere
radicata nel territorio, è diventata una grande impresa “vir- o servizi pubblici tout court.
tuale”, piatta e flessibile, dispersa e senza radici, un’enorme Alla possibilità offerta alle grandi imprese di acquisire sul
ragnatela composta da tante ragnatele sempre più piccole. Al mercato domestico commesse senza competizione, che aveva,
vertice c’è il ragno più grande, che sceglie di volta in volta i con Tangentopoli, già prodotto un totale disinteresse verso l’in-
ragni ai quali appaltare lavori e servizi, i quali a loro volta sono novazione tecnologica e l’investimento in ricerca e sviluppo,
lasciati liberi di subappaltare le stesse attività a ragni sempre si aggiunge lo svuotamento, la parcellizzazione, la frantuma-
più piccoli, e così via fino al singolo artigiano, o al lavoratore zione e la dispersione dei saperi. L’ormai evidente trasforma-

160 161
zione in scatole vuote delle grandi imprese italiane rappresenta Oggi la pratica della corruzione (non riferita allo specifico
però anche un forte handicap per la qualificazione della strut- reato, ma intesa in senso lato) permea in modo più strutturale
tura produttiva della piccola e media industria. Una grande im- e pericoloso la pubblica amministrazione, e comunque richiede
presa, infatti, garantita da un mercato oligopolistico e ormai nuovi e più raffinati paradigmi di indagine e di lettura. Il reato
priva di innovazione e organizzazione tecnologica, abbassa di corruzione, e cioè il reato che in modo prevalente ha carat-
inevitabilmente la qualità delle relazioni industriali e scarica terizzato le indagini di Mani pulite, non è più quello che carat-
sulla piccola e la media impresa una competizione tutta giocata terizza la relazione illecita fra politica e affari e, soprattutto,
sui fattori più poveri e di basso profilo. Non è un caso che sono venuti meno i presupposti per la sua contestazione.
siamo il Paese con gli indici più alti di lavoro nero, lavoro gri- Con i cambiamenti intervenuti nel contesto produttivo e di
gio, lavoro precario e infortuni sul lavoro, e dove la fuga dalle mercato, i corruttori (il sistema delle imprese di Tangentopoli),
regole sconfina sempre più spesso nella illegalità. nella nuova condizione soggettiva (l’organizzazione postfor-
Se la fuga dalle regole e l’illegalità sono ciò che caratterizza dista), si sono anche adattati alle nuove “regole”, di mercato e
maggiormente i processi di ristrutturazione della “fabbrica” e contrattuali, determinate dalle politiche di privatizzazione e/o
dello “Stato” post-moderni, anche i sistemi di corruzione non liberalizzazione del cosiddetto Stato postkeynesiano. Gli stessi
possono non registrare nuove forme o modelli di funziona- tecnici hanno mutato la loro posizione di semplici intermediari,
mento. Il sistema illegale di Tangentopoli, così, tende verso assumendo un ruolo di diretti interlocutori della “collusione
una sorta di legalizzazione. Apparentemente un paradosso, in tangentizia senza tangenti”.
realtà una conseguenza del tutto logica. La totale disapplicazione delle norme sulle incompatibilità e
Il sistema di Tangentopoli poggiava su due pilastri netta- ineleggibilità ha favorito e sollecitato una presenza più diretta
mente distinti: il sistema delle imprese e il sistema dei partiti, dello stesso mondo degli affari nella politica e nelle istituzioni.
i quali, con una transazione occulta e giustapposta ai rapporti Non di meno, il clamoroso ed irrisolto tema del conflitto di in-
fra Stato e mercato, orientavano la gestione degli investimenti teressi ai massimi vertici del governo del Paese ha favorito la
per lavori e servizi pubblici. Vi era poi un terzo soggetto, che rimozione del tema e la diffusione di questo fenomeno anche
svolgeva il ruolo di intermediario, e cioè i cosiddetti tecnici a livello locale. Di più, grazie ad un sistema dei partiti senza
(interni ed esterni alla pubblica amministrazione), incaricati alcuna regola, il mondo delle imprese e degli intermediari ha
del controllo tecnico-amministrativo della relazione contrat- potuto sfornare attori della politica, con imprenditori e tecnici
tuale che garantiva i flussi economici necessari per la copertura che entrano direttamente nel sistema dei partiti e con essi in-
delle varianti o integrazioni da loro attestate. Alcuni magistrati, vadono ed occupano le istituzioni.
non a caso, definirono quello di Tangentopoli come “sistema La scomparsa dei partiti della cosiddetta “prima repubblica”
della triangolazione”. I pesi ed i caratteri dei protagonisti po- (i più colpiti dalla contestazione del reato di corruzione) ha
tevano anche essere differenti nei diversi contesti economici e spinto i tecnici, prima semplici mediatori, ad assumere un ruolo
territoriali, ma i ruoli erano comunque definiti: di indirizzo e di protagonisti attivi nel rapporto col mondo delle imprese,
di controllo quello dei partiti, di coordinamento e gestione anche per proprio conto. D’altro canto proprio questo attestano
quello delle imprese, di intermediazione e validazione quello le ripetute denunce del procuratore generale della Corte dei
dei tecnici. conti in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, in

162 163
questi ultimi anni: i reati contro la pubblica amministrazione del modello TAV nella gestione della spesa pubblica. Le leggi
aumentano, ma in questi sono sostanzialmente assenti i politici e i provvedimenti assunti su questi temi, spesso concepiti e de-
in senso stretto, mentre ne risultano investiti quasi esclusiva- finiti con l’obbiettivo di contrastare la corruzione o rendere più
mente i cosiddetti boiardi di Stato. efficiente la gestione della spesa pubblica, si sono invece rive-
Paradossalmente, il ruolo di intermediazione parassitaria è lati veicoli essenziali per garantire la costruzione di un nuovo
passato nelle mani dei partiti post Tangentopoli, organizzazioni equilibrio corruttivo fra il mondo degli affari e quello della po-
virtuali, ragnatele di vassalli del boss che si intrecciano con litica, adattato ai cambiamenti che si sono prodotti nella fab-
quelle di imprenditori postfordisti e boiardi postkeynesiani. brica e nello Stato.
I tratti di illegalità che caratterizzano questo nuovo equilibrio Alla separazione della responsabilità politica da quella tec-
sono stati oscurati o rimossi anche grazie alla sostanziale de- nico-amministrativa, introdotta per contrastare la corruzione
penalizzazione dei due reati che erano strettamente collegati a del politico attraverso la firma condizionante del tecnico, si è
quello della corruzione: il falso in bilancio (per gli imprendi- giustapposta una riforma della dirigenza nella quale lo spoil
tori) e l’abuso di ufficio (per i politici e i tecnici). In virtù di system non comporta la rescissione del contratto di dirigente
questo modello, però, diventa anche impossibile perseguire il ma solo il cambiamento della funzione assegnata. In questo
reato di corruzione, venendo a mancare il presupposto per la modo i contratti di dirigente nella pubblica amministrazione si
sua contestazione, quello della qualifica di “pubblico ufficiale” sono moltiplicati a dismisura e restano contratti a vita anche
o di “incaricato di pubblico servizio”, che costituisce la pre- quando il governo o la giunta di turno decide con lo spoil sy-
messa per la contestazione dei reati contro la pubblica ammi- stem di non assegnare alcuna funzione.
nistrazione. Queste qualifiche scompaiono infatti o si perdono Nelle polemiche sul lavoro nel pubblico impiego sono stati
nel mare magnum delle società di diritto privato e nel sistema coniati diversi appellativi ad effetto. Fra questi quello di “nulla
di istituti contrattuali con i quali si privatizzano anche le fun- facenti”. Bene, c’è solo una fascia di lavoratori nel pubblico
zioni della committenza pubblica. impiego per la quale l’uso di questo appellativo può avere un
riscontro oggettivo, in tutti gli altri casi invece è comunque ar-
bitrario. Solo nella fascia dei dirigenti pubblici è formalmente
prevista la categoria, appunto, dei “nulla facenti”. Categoria
Il debito pubblico e le politiche keynesiane alla rovescia che inevitabilmente si espande, tanto più quanto più frequente
è il tournover dei governi o delle giunte, diventando un esercito
La profonda mutazione nel rapporto fra pubblico e privato è di riserva sempre più disponibile a fornire la sua servitù al mi-
stata favorita anche dai convulsi cambiamenti normativi che nistro o all’assessore di turno in cambio della funzione asse-
regolano il funzionamento e i ruoli nella pubblica amministra- gnata. I ruoli sono stati separati, ma la dipendenza dalla politica
zione. Le norme, ad esempio, per la dirigenza e per lo spoil sy- è diventata vassallaggio.
stem nella pubblica amministrazione, quelle per le priva- Anche per le riforme che hanno investito la gestione dei servizi
tizzazioni dei servizi pubblici economici, quelle per l’affida- pubblici economici (acqua, rifiuti, energia, trasporti) gli effetti
mento di appalti pubblici, per citare solo i casi che più diretta- sono stati esattamente opposti a quelli attesi o promessi. Le fi-
mente hanno consentito o addirittura stimolato la diffusione nalità dichiarate erano quelle di rendere più efficiente la gestione

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attraverso processi di privatizzazione come premessa per garan- Merloni ter e ancora con la quater e con altre norme di modifica
tire la competizione di mercato. Grazie al mercato, e alla libera contenute in decine di leggi e decreti, prima e dopo la emana-
concorrenza, gli effetti promessi erano ovviamente quelli di for- zione del Codice unico dei contratti pubblici, con il D.lgs.
nire servizi migliori e con prezzi competitivi che il monopolio 163/2006. I principi che erano stati posti a base della Merloni
pubblico non poteva garantire. Le riforme per la liberalizzazione originaria sono stati completamente stravolti fino al punto che
dei servizi pubblici si sono tradotte invece in un puro e semplice le norme oggi consentono di praticare l’esatto opposto di quello
processo di trasformazione delle aziende di diritto pubblico in che ispirò il legislatore del 1994. Da un contesto normativo nel
società di diritto privato, nelle quali rimane pubblica la totale quale l’amministrazione aggiudicatrice era di fatto vincolata
proprietà, o comunque il controllo pubblico, ma alle quali la ge- all’affidamento di “contratti di appalto di sola esecuzione”,
stione dei servizi continua ad essere affidata senza alcuna gara. siamo passati a un sistema di norme che consentono di ricor-
Ad oggi, le riforme dei servizi pubblici hanno semplicemente rere a istituti contrattuali attraverso i quali si attua una sostan-
prodotto: privatizzazione senza liberalizzazione. Una privatiz- ziale esternalizzazione di tutte o di gran parte delle funzioni
zazione senza privati, o comunque con una presenza pubblica tipiche della committenza. Istituti nei quali la privatizzazione
nella proprietà sempre maggioritaria, alla mercé dei partiti per della progettazione, della designazione dell’impresa, della di-
la lottizzazione di presidenti, Consigli di amministrazione e Col- rezione dei lavori e, nel caso del contratto di concessione, della
legi sindacali, quando non si arriva a spartire anche le assunzioni gestione dell’opera non è però mai accompagnata ad alcun ri-
di personale. schio di mercato in capo allo stesso soggetto privato. I poteri e
Una sorte non migliore è occorsa alle norme che regolano gli le scelte si trasferiscono in capo ai privati, o nel diritto privato,
appalti pubblici per lavori, servizi e forniture. Sembra passato ma i rischi e relativi oneri rimangono sempre e per intero in
un secolo dal dibattito che accompagnò la definizione della capo al soggetto pubblico.
Legge quadro sui lavori pubblici, n. 109/94, cosiddetta Mer- Con le modifiche del quadro normativo, quello della “TAV
loni, e cioè il primo e unico tentativo di farla finita con la Tan- SpA” dunque è diventato un “modello” imitato e replicato
gentopoli scoperchiata all’epoca dalle numerose indagini della anche a livello locale, con società di diritto privato, SpA o Srl,
magistratura. Quella legge fu la sintesi di un ampio confronto, che si sono moltiplicate con una progressione impressionante;
di approfondite indagini, di numerose audizioni e di diverse senza parlare della concorrenza sleale nei confronti degli ope-
proposte di legge di iniziativa parlamentare. Nella sua versione ratori economici che ancora confidano in un mercato libero e
originaria, tradusse questo lavoro in alcune condizioni essen- competitivo. Le società, promosse o controllate dalle Regioni
ziali imposte alle amministrazioni pubbliche per l’affidamento e dagli Enti locali, sfuggono all’applicazione delle norme del
di un appalto: la previsione urbanistica e la programmazione diritto pubblico o producono comunque una privatizzazione
dell’opera; la definizione di un progetto esecutivo; l’effettiva della spesa di denaro pubblico. Stiamo parlando di una marea
disponibilità delle risorse necessarie per la sua realizzazione; di attività controllate, determinate o gestite da presidenti e Con-
il divieto di esternalizzare le funzioni tipiche del committente, sigli di amministrazione “nominati”, e nelle quali il ruolo e i
con l’esplicita cancellazione della concessione di committenza. rapporti fra politici, tecnici e imprenditori si confondono, in un
L’allentamento di questi vincoli è iniziato con la Legge magma economico tale da fare invidia a quelli dei paesi del so-
216/1995, la cosiddetta Merloni bis, ed è proseguito con la cialismo reale, se ancora fossero in vita.

166 167
Le “TAV SpA” replicate a livello locale possono egualmente
praticare il “modello TAV” dei debiti a “babbo morto”, grazie Il debito occulto e la catastrofe prossima ventura
alla modifica della definizione del contratto di concessione
(Merloni quater, 2002), che oggi consente - con il cosiddetto La diffusione del cosiddetto project-financing e delle società
project-financing - di sostituire il corrispettivo tipico della con- di diritto privato controllate o partecipate dalle Regioni e dagli
cessione, dato dal “diritto di gestire” l’opera o il servizio, con Enti locali, con le quali le politiche keynesiane capovolte
un “prezzo” totalmente garantito dal committente pubblico. stanno proliferando a livello locale, è semplicemente incredi-
Con il modello TAV si realizza la combinazione perversa fra bile. Stiamo parlando non di qualche decina di miliardi di euro,
la privatizzazione della committenza pubblica e la finzione bensì di centinaia di miliardi di debiti che si sono già accumu-
del finanziamento privato, con il risultato di realizzare opere lati e che emergeranno solo fra qualche anno nei bilanci cor-
di pessima qualità a costi più alti, e di propiziare la produzione renti dello Stato e degli Enti locali che si sono avventurati in
di debiti futuri. La catena perversa, l’abbiamo visto, è sempre queste operazioni. Diffusione di nuovi istituti contrattuali ati-
la stessa: il committente pubblico affida in “concessione” la pici ed esplosioni di società di diritto privato controllate diret-
progettazione, costruzione e gestione dell’opera pubblica ad tamente o indirettamente dal pubblico stanno scavando una
una società di diritto privato (SpA), ma con capitale tutto pub- voragine nei bilanci futuri, tutta ancora da misurare, ma che
blico (TAV SpA appunto, ma pure Stretto di Messina SpA o non tarderà a produrre i suoi effetti.
Quadrilatero SpA, per restare nell’ambito delle grandi opere). Da un contesto (quello della cosiddetta “prima repubblica”)
Ma è proprio a carico di questo concessionario di diritto pri- nel quale lo Stato aveva fondato Enti e Istituti pubblici controllati
vato, il cui capitale è tutto pubblico, che rimane il rischio della e regolati per legge (qualche decina) e gli Enti locali più signi-
“gestione” e dunque del cosiddetto project-financing (debiti a ficativi gestivano alcuni servizi pubblici con aziende di diritto
babbo morto) adottato per la realizzazione dell’opera. La SpA pubblico (qualche centinaio) regolate per legge, siamo passati
pubblica serve solo per millantare il finanziamento privato ad un contesto che, pur in assenza di dati precisi, può essere sti-
(prestiti o prodotti finanziari garantiti dai soci pubblici della mato in un migliaio di SpA o Srl controllate direttamente o in-
SpA) e per garantire al contraente generale, che è il soggetto direttamente dallo Stato, ed oltre ventimila SpA o Srl controllate
privato vero e proprio, il pagamento per intero e subito del direttamente o indirettamente dalle Regioni e dagli Enti locali.
costo della progettazione e della costruzione, mentre mantiene Due soli esempi, uno statale ed uno locale, giusto per compren-
per sé (e cioè al pubblico) il rischio della gestione (ovvero i dere la dimensione delle opportunità che queste società offrono
debiti futuri). al sistema dei partiti senza regole.
Siamo dunque all’esatto ribaltamento delle politiche keyne- L’Ente Nazionale per le Ferrovie dello Stato, “Ente” appunto
siane del secolo scorso. Col modello TAV infatti, prima si con- regolato e gestito in base ad una legge dello Stato e nel rispetto
segnano soldi e affari alle imprese, e poi si chiede ai cittadini delle norme sulla contabilità pubblica, viene trasformato nel
di ripianare il debito: un Keynes alla rovescia, si dà ai ricchi e 1994 in società di diritto privato, FS SpA. L’Ente nel 1991 aveva
si fa pagare ai poveri. il controllo di due sole società, costituite grazie ad altrettante
leggi che avevano autorizzato l’Ente in tal senso: Italferr SpA e
TAV SpA. Nel 2010, FS SpA è una holding che esercita il con-

168 169
trollo su 59 società, nelle quali le nomine dei presidenti, dei Con- a due riunioni.
sigli di amministrazione e Collegi sindacali sono formalmente I casi FS SpA ed Hera SpA sono più o meno rappresentativi
sotto il controllo esclusivo di FS SpA: circa 350-400 nomi, ge- delle centinaia di aziende che fanno capo allo Stato e delle mi-
stiti dal presidente e dall’amministratore delegato pronti a rac- gliaia che fanno capo agli Enti locali. Stiamo parlando di so-
cogliere i “suggerimenti” del ministro o del sottosegretario anche cietà che operano in un regime di diritto privato, che tendono
per garantire la nomina di loro stessi. ad essere fuori dalle regole e dal controllo della contabilità pub-
Nei servizi pubblici locali, un esempio è quello di Hera SpA, blica. Di società con attività economiche controllate, determi-
società oggi quotata in borsa. Nel 1999 l’AMIU, azienda mu- nate e gestite da presidenti e Consigli di amministrazione
nicipalizza dell’igiene urbana di Bologna, e ACOSER, azienda nominati dai partiti, da questi partiti, e nelle quali il ruolo e i
consortile per i servizi gas e acqua di gran parte dei comuni rapporti fra politici, tecnici e imprenditori si confondono e di-
della provincia di Bologna, si fondono dando vita a SEABO ventano sempre più intercambiabili e intercambiati. Di società
SpA. Negli anni successivi la nuova società promuove la fu- dove la spesa pubblica non è pilotata dalla transazione occulta
sione con società analoghe nate anch’esse da ex aziende mu- della tangente, ma è diventata puramente e semplicemente
nicipalizzate nelle province limitrofe, fino alla nascita di Hera carne di porco azzannata senza intermediazioni dalle oligarchie
SpA. La società oggi gestisce servizi pubblici in un territorio della partitocrazia senza partiti e dalle élite del mondo degli
che dieci anni prima vedeva la presenza di 8 aziende munici- affari senza imprese.
palizzate o consortili che, per legge, avevano Consigli di am- Dalla seconda metà degli anni 2000 in tutte le relazioni an-
ministrazione composti ciascuno da 5 persone, tutte scelte, per nuali della Corte dei Conti ed in quelle di quasi tutte le Sezioni
legge, con procedure pubblicistiche e con voto segreto espresso regionali questo fenomeno è evidenziato in modo drammatico;
dai singoli consiglieri comunali su di un solo nome. Oggi Hera una per tutte, quella delle Marche del 2008: « Numerose inda-
SpA è una holding che gestisce le nomine degli organi di 12 gini si sono incentrate sugli sprechi nelle società partecipate,
società partecipate e di 37 società controllate. Siamo passati da sprechi che stanno purtroppo assumendo una dimensione di as-
8 aziende che comportavano la nomina di 40 persone con pro- soluto rilievo. Una parte degli analisti ha ormai raggiunto il
cedura pubblicistica, voto segreto e gettoni definiti per legge, convincimento che le società partecipate rappresentino una
a ben 50 società ed alla cooptazione di 250-300 nomi senza al- vera e propria aggressione alla libera concorrenza dei mercati,
cuna procedura trasparente e con laute indennità definite dagli non incrementino l’efficienza della spesa pubblica, non miglio-
stessi Consigli di amministrazione. La società capogruppo vede rino la qualità dei servizi, favoriscano il ricorso a modalità
un CdA composto da 21 consiglieri, di cui 18 cosiddetti indi- clientelari nella gestione e nelle assunzioni del personale. (...)
pendenti, impegnati solo nella partecipazione alle riunioni Gli effettivi poteri di governo dei servizi pubblici vengono ine-
dell’organo. Nella relazione sulla attività della società per il sorabilmente trasferiti alle società partecipate, con alterazione
2009 si dà conto dello svolgimento di dieci riunioni del CdA della trasparenza democratica conseguente al forte rischio (se non
con una durata media di due ore. L’indennità erogata a ciascun alla certezza) di una perdita di ruolo dell’amministrazione con-
consigliere, presente o non presente alle riunioni, è stata di ferente nella definizione degli standard operativi e dei livelli di
100.000 euro: 5.000 euro all’ora per il consigliere presente a costo, destinati quest’ultimi ad incrementarsi secondo dinamiche
tutte le riunioni, 25.000 euro all’ora per il consigliere presente esponenziali non coerenti con le logiche del bilancio pubblico».

170 171
Secondo i dati delle Camere di Commercio, i bilanci deposi- il quaranta per cento in numero e circa l’ottanta per cento per
tati nel 2008 dalle società che vedono la partecipazione dei Co- il volume d’affari.
muni sono 6.134. Il numero però riguarda le società che I giudici del Consiglio di Stato sono intervenuti diverse volte
vedono una partecipazione diretta dell’ente pubblico, non ci sui tentativi di elusione della norma Bersani. Nella adunanza
dice quante sono le società che queste stesse controllano. Se- plenaria n.1/2008 ci consegnano questa lettura delle finalità del
condo un’indagine dell’AidaPa,2 relativa ai 20 Comuni capo- divieto sancito dalla norma: «Il divieto rimarca la differenza
luogo di regione, le società direttamente partecipate sono 282, tra concorrenza “per” il mercato e la concorrenza “nel” mercato
mentre quelle direttamente e indirettamente controllate o par- disvelando le sue plurime rationes essendi: tutela dell’impren-
tecipate sono 1103. Il numero complessivo delle società di di- ditoria privata e della leale concorrenza, repressione della grep-
ritto privato controllate o partecipate direttamente e indi- pia partitica e burocratica».
rettamente dallo Stato, dalle Regioni, dalle Province e dai Co- Che l’obbiettivo della norma, anche nelle intenzioni del mi-
muni è stimabile in non meno di 20.000, a garanzia delle pol- nistro, fosse anche quello di ridimensionare le opportunità per
trone per ventimila presidenti, per almeno centomila consiglieri la greppia è certamente credibile, ma il risultato è stato esatta-
e per sessantamila revisori. mente quello opposto. La norma, stante il fatto che nessuna
A contrastare questo fenomeno ci hanno provato due ministri, delle società interessate è stata sciolta o ceduta a terzi, ha pro-
gli unici che almeno hanno mostrato consapevolezza sulla de- dotto un aumento della spesa pubblica, in quanto chiamata a
licata situazione della finanza pubblica prodotta da queste so- garantire i fatturati che queste società, per la verità una parte
cietà. Ci hanno provato, ma con i buoi già fuori dalla stalla, ed poco significativa, acquisivano nel libero mercato. Ha prodotto
i colleghi bovari che remano contro, i loro provvedimenti non anche, proprio nelle poche società che esprimevano una di-
hanno prodotto alcun risultato, quando non hanno provocato screta vitalità nel mercato dei servizi, ed una relativa autonomia
effetti addirittura opposti a quelli auspicati. dal sistema della lottizzazione partitocratica, un processo di
Ci ha provato il ministro Pierluigi Bersani con l’articolo 13 omologazione, con la riconduzione delle stesse nell’alveo delle
del decreto Legge n. 223/2006, la famosa lenzuolata sulle li- società protette, garantite e lottizzate.
beralizzazioni. Il decreto stabiliva che tutte le società, costituite Le greppie partitiche e burocratiche sono rimaste sostanzial-
o partecipate dalle amministrazioni pubbliche regionali e locali mente le stesse ma oggi sono alimentate da una quantità di
“(...)non possono svolgere prestazioni a favore di altri soggetti “fieno” a dir poco tre, quattro volte maggiore. È successo in-
pubblici o privati, né in affidamento diretto né con gara, e non fatti che, mentre con il comma 720 dell’unico articolo della
possono partecipare ad altre società ed enti”. Legge finanziaria per il 2007 si ammorbidiva ulteriormente
La immediata mobilitazione dei bovari delle ex aziende mu- l’art. 13 della Legge Bersani, al comma 725 si introduceva una
nicipalizzate, sponsorizzati da una collega di governo dello norma sui compensi per i presidenti e, per la prima volta, si ge-
stesso partito del ministro, già con la Legge di conversione, n. neralizzava la attribuzione di indennità a tutti i componenti dei
248/2006, ottenevano la esclusione della applicazione della consigli di amministrazione.
norma “alle società operanti nei servizi pubblici locali”, circa Una sorte non migliore è occorsa anche al tentativo del mi-
nistro Tremonti, anche lui ci ha provato con un Decreto legge,
2
. “Pagella ai Comuni-holding”, Il Sole 24 Ore, 4 maggio 2011. n. 78/2010, in origine ancora più draconiano: sanciva il divieto

172 173
di costituire società per i comuni con popolazione sotto i di Salvatore Ligresti, dell’ex assessore Graziano Cioni ed altri
30.000 abitanti e la possibilità di detenere la partecipazione in per l’affare dell’area Castello a Firenze. L’atto di accusa, passa
una sola società per i comuni fino a 50.000 abitanti. La sca- sotto silenzio. Fra i pochi commenti apparsi nella stampa na-
denza per ottemperare alla prescrizione era fissata al zionale, quello di un giornalista di lungo corso ne coglie la
31.12.2010. Anche in questo caso, grazie alla mobilitazione del novità e ce ne offre una sintesi straordinariamente efficace:
partito di governo più vicino al ministro, la norma viene subito «Archiviata la classica “mazzetta”, italico reperto storico
depotenziata. Già con la Legge di conversione, n. 122/2010, la armai praticato soltanto ai bassi livelli, è adesso la “corruzione
scadenza viene spostata al 31.12.2011 e la effettiva applica- liquida” che furoreggia nelle alte sfere. La mazzetta è riservata
zione viene demandata ad un decreto interministeriale per la all’usciere o all’impiegato di concetto che fa saltare una fila
definizione delle modalità attuative “nonché ulteriori ipotesi o mette in vista una pratica in cima alle altre. Per il resto, non
di esclusione dal relativo ambito di applicazione”. Solo qualche più volgari passaggi di banconote come quei milioni di lirette
mese dopo, nel febbraio 2011, con la conversione in legge del che Mario Chiesa, il nonno di tangentopoli (...). Ma appalti
Decreto “mille proroghe” la scadenza slitta di altri due anni e truccati, incarichi, consulenze, assunzioni, nomine, carriere,
viene fissata al 31.12.2013, offrendo ai bovari il tempo neces- favori, case, gioielli, festini, escort. L’inventiva della nuova
sario per intervenire con qualche altro provvedimento per can- corruzione sembra non avere limiti quando capita che qualche
cellare anche questa tiepida norma. serata di sesso venga ricompensata con una poltrona ministe-
riale, un seggio in parlamento o in consiglio regionale (...).
Non classiche mazzette, ma un lavoro in Fondiaria Sai per il
figlio di Cioni, un appartamento per un’amica dell’assessore
Corruzione liquida e partiti catalizzatori di illegalità e altri vari benefici, tipo quelli cui ci ha abituato lo scandalo
della Protezione civile con le case, le consulenze, gli arredi e
Nel febbraio 2010 i Magistrati fiorentini, nell’ordinanza di i massaggi del sottosegretario Bertolaso, fanno coniare ai pm
custodia cautelare in carcere dei protagonisti del sistema di fiorentini la tipologia della “corruzione liquida” per sostenere
corruzione connesso con la realizzazione delle opere per il G8, nell’udienza preliminare anche le accuse di concussione e tur-
prendono a prestito la definizione che gli stessi protagonisti bativa d’asta». 3
danno del nuovo sistema: «(..) il delitto oggi contestato e in Proprio così, il modello TAV consente alla corruzione di as-
relazione al quale si richiede la maggiormente afflittiva tra le sumere la forma del contenitore della spesa pubblica che di
misure cautelari, maturata nell’ambito di un sistema non a volta in volta ospita il politico o il boiardo di turno. La corru-
caso definito “gelatinoso” non dagli inquirenti ma da alcuni zione liquida però è il portato inevitabile di un’altra liquidità,
degli stessi protagonisti di tale inquietante vicenda di malaf- quella dei partiti postmoderni.
fare, che ben potrebbe essere ribattezzata “storia di ordinaria Il sistema delle mazzette era governato da partiti solidi, nei
corruzione”». quali i “tesorieri” controllavano il flusso delle tangenti per il
La definizione ancora più calzante del nuovo sistema di cor-
ruzione, viene proposta dagli stessi magistrati fiorentini nel 3
. Alberto Statera, “Le mazzette sono fuori moda. Tra carriere, case, escort la
febbraio 2011 quando firmano la richiesta di rinvio a giudizio corruzione è liquida”, la Repubblica, 14 febbraio 2011

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finanziamento occulto. Non a caso, nel processo per la madre retorica: «O la competizione fra le due sfere – potere visibile
di tutte le tangenti, ad essere condannati, oltre ad alcuni segre- e potere remoto – trova alla fine il suo (imprevisto) invera-
tari, sono stati tutti i tesorieri dei partiti dell’epoca compreso mento nella pervasiva corruzione della politica, sospinta ga-
quello del neonato partito della Lega Nord. gliardamente sul terreno affaristico?».5
I partiti liquidi della seconda repubblica, senza forma, senza Il modello TAV è la rappresentazione plastica della risposta
regole, senza tesorieri, non hanno più l’esigenza del finanzia- implicita nella domanda retorica dello storico. Con questo mo-
mento occulto, la loro massa gelatinosa si adatta e occupa tutte dello, le élite della politica e degli affari hanno realizzato que-
le pieghe dei contenitori della spesa pubblica: in prima persona sto inveramento, liquido, consentendo al potere visibile e al
col saccheggio dei bilanci dello Stato e degli Enti Locali e, potere remoto di integrare, intercambiare e confondere i ruoli,
sempre di più, con la maschera di soggetti privati nel cosiddetto di sostituire la selezione delle strutture solide con la coopta-
project financing e nelle società di diritto privato controllate zione delle formazioni liquide.
da soci pubblici. Se le oligarchie “distinte” e “selezionate” della prima repub-
Le forme solide dei Partiti della prima repubblica si sono tra- blica, nell’era di Tangentopoli, hanno prodotto fra gli anni ‘70
mutate in masse fluide che si adattano ai contenitori istituzio- e ‘80 un debito pubblico arrivato al 120 per cento del PIL na-
nali o societari della spesa pubblica: « e i “fluidi” sono chiamati zionale, quelle “integrate” e “cooptate” della seconda, col mo-
così perché non sono in grado di mantenere a lungo una forma, dello TAV, in poco meno di dieci anni, hanno scavato una
e a meno di non venire versati in uno stretto contenitore conti- voragine nascosta, nei project financing e nella contabilità delle
nuano a cambiare forma sotto l’influenza di ogni minima forza. società di diritto privato a capitale pubblico, ormai prossima a
In un ambiente fluido, non si sa se attendersi un’inondazione quella visibile nella contabilità ufficiale. Solo la diga delle bugie
o una siccità, sarebbe meglio esser pronti a entrambe le even- e del furto di verità consente di nascondere questa enorme
tualità». 4 Secondo il filosofo della “modernità liquida”, la so- massa liquida di debito pubblico nascosto. Una diga comunque
cietà liquida è però prigioniera del presente, le sue élite sono destinata ad essere frantumata e rasa al suolo. In queste condi-
senza rotta, navigano a vista, invadono tutte le pieghe del po- zioni, per le strutture della società invase dal potere liquido
tere rimanendo prigioniere della loro forma. «non c’è da aspettarsi che durino a lungo. Non sopporterebbero
Uno storico dell’età antica, sulla natura del potere contem- tutto quell’infiltrarsi, trasudare, gocciolare, versare: in breve
poraneo, ci propone questa dicotomia: « L’idea che “il potere” tempo sono destinate a inzupparsi, ammollirsi, ammuffire e de-
stia, da qualche parte, remoto, invisibile, inattingibile ma in- comporsi.». Consola, ma è una magra consolazione il dopo di
fluentissimo, e quella opposta, secondo cui esso è, invece, in- questa decomposizione: « Le autorità di oggi verranno derise o
carnato dai quotidianamente visibili e imperversanti “potenti” disprezzate domani, le celebrità saranno dimenticate, gli idoli
(che ogni giorno ci ricordano, o forse ci rinfacciano, di averli che fanno tendenza saranno ricordati solo nei quiz televisivi, le
eletti) hanno, ancorché contrastanti, entrambe larga diffu- novità predilette saranno gettate nella spazzatura, le cause eterne
sione». La risposta dello storico è proposta con una domanda saranno cacciate a spintoni da altre cause che si proclameranno
eterne anch’esse, i poteri indistruttibili si appanneranno e scom-
4
. Zygmunt Bauman, Intervista sull’identità, a cura di Benedetto Vecchi, Edi-
5
tori Laterza, 2006 . Luciano Canfora, La natura del potere, Editori Laterza, Bari 2009

176 177
pariranno, potenti istituzioni politiche od economiche verranno meno garantivano la partecipazione dei cittadini alla selezione
fagocitate da altre ancora più potenti o semplicemente svani- delle oligarchie.
ranno, titoli azionari a prova di bomba diventeranno titoli bom- Quello che la Costituzione indica come lo strumento fonda-
bardati, promettenti carriere di una vita si riveleranno vicoli mentale per la formazione del consenso e per il concorso dei
ciechi. Sembra di vivere in un universo di Escher, dove nessuno, cittadini al governo delle istituzioni rimane qualcosa di indefi-
in nessun punto, è in grado di distinguere una strada che porta nito, con partiti che oggi sono tutto ed il contrario di tutto, e co-
in cima da una china discendente».6 munque pseudo-organizzazioni caratterizzate da prassi che alla
La corruzione liquida, non per ultimo, crea anche condizioni selezione dal basso hanno sostituito la cooptazione dall’alto.
decisamente più favorevoli per chi con l’illegalità ha un rap- Tutto è consentito ai mariuoli di questi partiti liquidi grazie
porto fondativo. In questo contesto le mafie e la borghesia ma- ad un articolo 49 della nostra Costituzione che ha fissato un
fiosa trovano un campo ideale di adattamento. A queste sono principio fondamentale, sul quale si dovrebbe fondare la de-
offerti spazi straordinari dalla frantumazione e fuga dalle re- mocrazia nel nostro Paese, ma che non è mai stato tradotto in
gole delle imprese, dalla autoreferenzialità irresponsabile delle norma. “I cittadini sono liberi di associarsi in partiti politici”,
burocrazie, dalla presenza diffusa, confusa e mascherata del sancisce la nostra Carta. Come, con quali regole e con quali
ceto politico nelle istituzioni e nelle SpA collegate, dalla as- garanzie di pari e trasparenti opportunità per tutti i cittadini?
senza dei partiti nella società, ma vivi, vegeti e ben radicati Non è stato mai definito, e così per i boss e sottoboss non ci
nella spesa pubblica e nelle SpA lottizzate. sono regole da rispettare né per la fondazione né per il funzio-
Come si possa pensare di contrastare la corruzione o le mafie namento delle loro camerille o federazioni di correnti.
senza che vi sia la benché minima regola che indirizzi l’azione Grazie al modello TAV i partiti, con le loro corti di mariuoli,
dello strumento più importante, nella nostra Costituzione, per hanno radicalmente mutato il proprio rapporto con la spesa
la formazione del consenso e per il governo delle istituzioni, è pubblica. Se prima essa era pilotata dalla transazione occulta
forse l’inganno più devastante che può essere perpetrato nei e giustapposta della tangente, oggi la spesa pubblica stessa si
confronti dei cittadini. Il partito, questi partiti oggi, in Italia, a è trasformata tutta in “pseudo-tangente”, con la quale un ceto
fronte di una presenza abnorme sia nelle istituzioni che nell’eco- politico di partiti di plastica, manager di imprese virtuali e bo-
nomia, che non trova riscontro in nessun Paese al mondo, non iardi dai facili costumi possono scambiarsi favori e ruoli senza
hanno ancora una benché minima definizione giuridica, che sta- inutili mazzette per partiti inesistenti.
bilisca come si costituiscono, come vivono, come si gestiscono. Nel sistema degli anni Ottanta lo scambio illecito era gestito
Se per le istituzioni, per gli affari, per la formazione del con- da centri di comando occulti e comunque con pratiche “giu-
senso e per il contrasto alle mafie esiste un problema di appli- stapposte” al normale funzionamento del sistema di relazione
cazione efficace di regole date, o di adeguamento delle regole pubblico-privato. Nel sistema attuale lo scambio non è più giu-
al mutato contesto, per i partiti esiste invece un problema puro stapposto ma coincidente con la relazione economica. La
e semplice di definizione: che cosa sono? “mazzetta”, definita e gestita dalla “cupola” a Milano o dal “ta-
Se i partiti della cosiddetta “prima repubblica” sono scom- volino” in Sicilia, alimentava e garantiva il funzionamento di
parsi, con loro sono scomparse anche le prassi solide che li un sistema con un sovrapprezzo di qualche dieci per cento. Il
hanno storicamente caratterizzati, gli statuti e le regole che al- modello assunto invece dalla nuove pratiche è quello che rea-

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lizza le infrastrutture per il Treno ad Alta velocità con una “ta-
volata” che consente di spendere cinque volte di più di quello
che si spende in Spagna o in Francia per realizzare infrastrut-
ture identiche.
Se la committenza pubblica nella Tangentopoli degli anni ‘80
era eterodiretta dalla scambio dietro le quinte, oggi è occupata
e gestita dai nuovi protagonisti che, come nel gioco delle tre
carte, la fanno semplicemente scomparire trasferendo ruoli e
risorse fuori dalle regole del diritto pubblico.
Il potere liquido di questo sistema dei partiti, alleato al luogo
comune secondo il quale dai partiti non si può prescindere nelle
democrazie rappresentative, ostacola anche la semplice rifles-
sione sulla opportunità o meno della loro abolizione o messa
al bando. Se davvero non si possono abolire, almeno si traduca
in norma il principio delineato nell’articolo 49 della nostra Co-
stituzione. È la condizione minima anche solo per poter imma-
ginare di contrastare la corruzione e la criminalità organizzata,
di impedire lo spreco di beni e risorse pubbliche, di salvare il
Paese dalla catastrofe.
Senza la definizione di regole per la formazione e la gestione
dei partiti, qualsiasi riforma elettorale che metta mano alle re-
gole del consenso, o qualsiasi riforma della pubblica ammini-
strazione che detti regole per i tecnici, i politici e i rapporti coi
privati, consegnerebbe comunque il governo dei processi a
questi partiti indefiniti, che - dentro e grazie al trionfante mo-
dello TAV - sono diventati, strutturalmente, catalizzatori di il-
legalità e ladri di risorse, ladri di democrazia e ladri di futuro:
appunto, ladri di tutto.

180
Indice dei nomi

Agnelli Giovanni
Agnelli Susanna
Amurri Sandra
Andreatta Beniamino
Andreotti Giulio

Baratta Paolo
Barbera Augusto
Barucci Piero
Bauman Zygmunt
Bazoli Giovanni
Berlinguer Enrico
Berlinguer Giovanni
Berlusconi Silvio
Bernini Carlo
Bersani Pierluigi
Bianchi Alessandro
Bofil Ricardo
Bombassei Alberto
Borgia Eugenio
Bresso Mercedes
Breton André
Burlando Claudio

183
D’Alema Massimo
C De Cesaris Benedetto
Delbono Flavio
Calafati Antonio Della Valle Diego
Calatrava Santiago Dell’Olio Girolamo
Calvi Roberto De Lorenzo Francesco
Canfora Luciano De Michelis Gianni
Capasso Alfonso De Rita Giuseppe
Caravale Giovanni Di Amato Astolfo
Carmignani Italo Dini Lamberto
Castelli Roberto Di Pietro Antonio
Castellucci Giorgio
Cefis Eugenio
Cervellati Pierluigi E
Chiamparino Sergio
Chiesa Mario Engels Friedrich
Ciampi Azeglio Evans-Pritchard Ambrose
Cimoli Giancarlo
Cioni Graziano
Cipolletta Innocenzo F
Cirino Pomicino Paolo
Cofferati Sergio Fanfani Amintore
Colombo Emilio Fassino Piero
Cordero di Montenzemolo Luca Fedigrini Enrico
Costa Raffaele Fiori Publio
Costanzo Carmelo Forlani Arnaldo
Cota Roberto Formica Rino
Craxi Bettino Formigoni Roberto
Crisci Giorgio Foster Norman
Cuccia Enrico
Cusani Sergio
G

D Gardini Raul
Gelli Licio

184 185
Geremia Giuseppa Mannino Calogero
Gobbo Fabio Maraini Emilio
Goria Giovanni Marcinkus Paul
Grollino Fiorenzo Martelli Claudio
Guazzaloca Giorgio Martini Daniele
Guerci Carlo Maria Matteoli Altero
Moretti Mauro

H
N
Haver Flavio
Necci Antonio Lorenzo
Nobili Franco
I

Incalza Ercole P
Isozaki Arata
Passera Corrado
Pacini Battaglia Pierfrancesco
K Perticaroli Francesco
Petrella Pino
Kautsky Karl Petrelli Marcello
Petrini Pierluigi
Piano Renzo
L Ponti Marco
Portaluri Salvatore
Lenin Vladimir Illic Prandini Gianni
Ligato Ludovico Preti Luigi
Ligresti Salvatore Prodi Romano
Lunardi Pietro Punzo Giovanni

M R

Maddaloni Mario Renzi Matteo

186 187
Reviglio Franco Tremonti Giulio
Romiti Cesare Treu Tiziano
Rossi Brigante Alfonso Maria
Rumor Mariano

S V

Saitta Antonio Virano Mario


Santuz Giorgio Visco Vincenzo
Sapelli Giulio
Savini Nicci Antonio W
Sbardella Vittorio
Scalfari Eugenio Weil Simone
Scalfaro Oscar Luigi
Schettino Gennaro
Schimberni Mario
Sciarrone Giuseppe
Sebasti Leonello
Segni Antonio
Seragnoli Isabella
Signorile Claudio
Siniscalco Domenico
Spadolini Giovanni
Spaventa Luigi
Squillante Renato

Tartaglia Angelo
Tei Gianni
Tesini Giancarlo
Tradico Pietro
Travaglini Giovanni

188 189
Pubblicità libri:
Capitalismo e globalizzazione
Le grandi opere del Cavaliere

Con foto di copertine e breve sintesi


Finito di stampare nel mese di settembre 2011
presso la Tipografia Sintesi Grafica - Acilia - RM

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