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Marienbad di PIER MARIA BOCCHI

questo numero
è in memoria di
Richard Benson (1955-2022),
lui sa perché

CONTRO LE DINASTIE DELL’HORROR le nostre scelte


Lunedì 25 aprile la studiosa e teorica americana Kristin Thompson si è recata in
un multiplex per vedere The Northman. Prima del film, scrive lei sul blog che tiene
insieme al marito David Bordwell, sono passati alcuni trailer, tra cui quelli di
Nope, Men e Black Phone. Thompson si è sorpresa, in particolare di se stessa: am-

©LUCKY RED
mette di non essere una fan dell’horror, eppure si trovava lì per il terzo lungome-
traggio di un regista percepito da tanti come una delle voci più originali dell’hor-
ror contemporaneo, un blockbuster d’avventura vichinga che contiene numerosi ELIZABETH
Regina, icona, star: chi è Elisabetta II?
lemmi horror. I trailer delle nuove opere di Jordan Peele, Alex Garland e Scott Lo racconta, nel suo doc postumo,
Derrickson non hanno fatto altro che incrementare la sua curiosità. Mancava al- Robert Michell, che, a partire da un
ricco archivio di materiali di repertorio,
l’appello soltanto Ari Aster e il suo Disappointment Blvd., del quale al momento
costruisce un affettuoso ritratto.
non circolano ancora immagini (fatta eccezione per uno scatto del protagonista DAL 16 AL 18 MAGGIO IN SALA
Joaquin Phoenix). Thompson dunque ha fatto un po’ di conti, budget, incassi e RECENSIONE A PAGINA 34

produzioni alla mano, alla luce di ciò che la critica statunitense, a partire più o me-
no da Ex Machina e The VVitch, si è affrettata a etichettare quale prestige horror,
ma anche elevated horror. Kristin Thompson dice di volersi disinteressare delle

©OFFICINE UBU
polemiche nate sull’onda di tali demarcazioni: i fan del genere hanno infatti dato
in escandescenze, sostenendo che si tratta di cartellini denigratori e classisti, che
implicano necessariamente che tutto il resto (horror) sia ben poco elevated, e
quindi da mercato, basso, volgare, trascurabile. Thompson - per l’appunto - non è GAGARINE
PROTEGGI CIÒ CHE AMI
un’appassionata, e lo dimostra anche quando azzarda che i film di questi registi di Il sogno di Youri è diventare
prestigio si distinguerebbero nel mare magnum del torture porn (in verità finito da cosmonauta, ma la sua realtà è la
un pezzo, salvo un paio di titoli), e quando cita altri presunti horror elevated del periferia parigina. Storia di formazione
che si tinge di fantastico e in cui
passato, tipo L’esorcista e Rosemary’s Baby - Nastro rosso a New York. Ma, con la risaltano volti e corpi dei giovani attori.
sua consueta prosa limpida, nella sua lunga e precisa cronaca coglie nel segno di DAL 19 MAGGIO IN SALA
RECENSIONE A PAGINA 34
alcuni snodi fondamentali. Tra cui la “responsabilità” della casa di produzione e
distribuzione A24. Per tanti, e per buona parte della critica d’oltreoceano, si tratta
di merito. Nessuno come la A24 sarebbe oggi un simbolo di (apparente, inganne-
vole) prestige. Contate i titoli A24 in giro per i festival più blasonati. Contate quelli ©NEXO DIGITAL
in selezione a Cannes. C’è anche Men, alla Quinzaine (vedi da pagina 20), e in
proiezione speciale, nientemeno. La A24 (un tempo la si sarebbe chiamata mini-
major) rappresenterebbe perciò la linea discriminatoria tra prodotti di puro con-
THIS MUCH I KNOW TO BE TRUE
sumo e opere di (una certa) qualità. Un semaforo. Una sentinella. Fa sorridere an- Andrew Dominik torna a raccontare
che solo così, no? Essere fan(atici) non ha mai portato a niente di buono, neppure Nick Cave, e lo fa ancora una volta
“al cinema”, ma che il cosiddetto horror elevato si accompagni per definizione a con sentimento: al centro c’è il legame
creativo col sodale Warren Ellis, ma
un’anagrafe nobile ha le rime di una barzelletta. E spiace che esistano ancora ades- il cuore del film batte come sempre
so simili distinzioni. Abbiamo lottato per decenni affinché l’horror e i generi tutti nell’esecuzione intensissima dei brani.
riuscissero a liberarsi delle catene. Per favore, non torniamo indietro. Non faccia- DAL 23 AL 25 MAGGIO IN SALA
RECENSIONE A PAGINA 35
moci infinocchiare da una critica riduttiva e schematica (di cui grazie al cielo
CERCA
Thompson non fa parte). Non ci sono classi. Non c’è diversità dinastica tra Mid- L’APP DI FILM TV
sommar - Il villaggio dei dannati e The Conjuring: Per ordine del diavolo Tv NEGLI STORE
QUESTO NUMERO DI FILM TV
È STATO CHIUSO IL 13 MAGGIO
IN COPERTINA TOM CRUISE IN TOP GUN: MAVERICK DI JOSEPH KOSINSKI ©EAGLE PICTURES ALLE ORE 22

FILMTV 3
In questo numero CinelabspecialeCannes
a cura di PEDRO ARMOCIDA armocida@filmtv.press

IL MAGAZINE
7 CANNES 75: CONCORSO
INTERVISTA A IPPOLITA DI MAJO
di ILARIA FEOLE, ROBERTO MANASSERO, RINALDO CENSI

12 CANNES 75: FUORI CONCORSO


TOM CRUISE E TOP GUN: MAVERICK
di MOCCAGATTA, CUCCHETTI, DE GRANDIS, MANASSERO,

©ELENA TERNOVAJA
PACILIO, GERVASINI, MANCINO

18 CANNES 75: UN CERTAIN REGARD

©WEBPHOTO
di CATERINA BOGNO, GIULIA BONA

20 CANNES 75: QUINZAINE DES RÉALISATEURS


INTERVISTA A PAOLO MORETTI VINCENT LINDON NOOMI RAPACE
di SANGIORGIO, DI MARTINO, MARELLI, GERVASINI,
CUCCHETTI, BERTOZZI, FEOLE, ISABELLA
PER TUTTI I GIURATI! della giuria del Concorso che
26 CANNES 75: SEMAINE DE LA CRITIQUE E ACID Per la sua 75ª edizione, assegnerà il palmarès il prossimo 28
di MARIA SOLE COLOMBO, MATTEO BAILO, GIULIA BONA
il Festival di Cannes ha deciso maggio. Con lui ci sarà anche la
LE RUBRICHE di festeggiare con un grande nostra Jasmine Trinca che
3 MARIENBAD di PIER MARIA BOCCHI attore francese, Vincent Lindon, presenterà Fuori concorso Marcel!,
4 CINELAB a cura di PEDRO ARMOCIDA premiato come migliore attore nel il suo esordio alla regia di un
28 EFFETTI SPECIALI: QUINTA PUNTATA 2015 per La legge del mercato di lungometraggio (vedi a pag. 15).
di GIULIA BINANDO MELIS Stéphane Brizé, come presidente Insieme a lei un poker di registi
29 I 400 COLPI a cura di CATERINA BOGNO
30 IN CARTELLONE a cura della REDAZIONE
31 CINERAMA/A DOMICILIO a cura di GIULIO SANGIORGIO IN PARALLELO
57 LOCANDINA: TOP GUN
Cannes è anche incontro
di MAURO GERVASINI, RINALDO CENSI
114 VISIONI DAL FONDO di ROY MENARINI del pubblico con i grandi
nomi del cinema
LE PIATTAFORME internazionale che

37 AMAZON PRIME VIDEO a cura di MARIA SOLE COLOMBO quest’anno, nei tradizionali
38 NETFLIX a cura di ILARIA FEOLE Rendez-vous, vedono
40 DISNEY+ a cura di ILARIA FEOLE avvicendarsi l’attore
41 APPLETV+ STARZPLAY a cura di FIABA DI MARTINO spagnolo Javier Bardem,
©CAMILLA MORANDI/WEBPHOTO

42 MUBI a cura di ROBERTO MANASSERO la regista, attrice e


43 RAIPLAY a cura di ADRIANO DE GRANDIS e LUCA PACILIO sceneggiatrice francese
44 IWONDERFULL Agnès Jaoui, l’attore danese
a cura di MAURO GERVASINI e GIULIO SANGIORGIO
Mads Mikkelsen e la regista e
45 IWONDERFULL PRIME VIDEO CHANNEL
FOREST WHITAKER sceneggiatrice italiana Alice
a cura di MAURO GERVASINI e GIULIO SANGIORGIO
Rohrwacher che porterà al
LA TELEVISIONE festival il suo nuovo cortometraggio, Le pupille, prodotto da
46 CANALI A PAGAMENTO a cura di ALICE CUCCHETTI Alfonso Cuarón. Mentre l’attore, regista e produttore
48 TRAME FILM CANALI A PAGAMENTO statunitense Forest Whitaker riceverà la Palma d’oro d’onore
a cura di MATTEO MARELLI
della 75ª edizione. Quest’anno poi, novità assoluta, è stata
48 CINETECA FILM TV
inaugurata una partnership con il social TikTok in cui verrà
special guest PIER MARIA BOCCHI, MARIUCCIA CIOTTA
premiato, con 10 mila euro, il migliore cortometraggio in
52 CANALI FREE a cura di MATTEO MARELLI
verticale, della durata di un minimo di 30 secondi a un massimo
54 PROGRAMMI TV
56 PROGRAMMI SATELLITI E DIGITALI PAY di tre minuti, con l’hashtag #TikTokShortFilm. A presiedere la

62 TRAME FILM CANALI FREE giuria c’è addirittura Rithy Panh con le registe Angèle Diabang,
a cura di MATTEO BAILO, MATTEO MARELLI Basma Khalifa, Camille Ducellier e il re dei tiktoker, con oltre 137
62 PROGRAMMI RADIO milioni di follower, Khaby Lame. www.festival-cannes.com

4 FILMTV
©WEBPHOTO

©WEBPHOTO
©WEBPHOTO

ASGHAR FARHADI JASMINE TRINCA BENJAMIN BIOLAY JOANNA KULIG

- Joachim Trier, Asghar Farhadi, Italia, è molto riconosciuta sia Debra Granik e l’interprete parallele. Con lei in giuria: Natasza
Ladj Ly, Jeff Nichols - e poi le come attrice ma anche come francese Benjamin Biolay. Un’altra Chroscicki, CEO di ARRI Francia,
colleghe Noomi Rapace, Rebecca regista e produttrice. Insieme a lei attrice, la spagnola Rossy de il direttore della fotografia Jean-
Hall (anche lei di recente passata altri quattro giurati: Joanna Kulig, Palma, è stata chiamata a Claude Larrieu, la regista Éléonore
dietro la mdp) e l’attrice indiana attrice feticcio del regista polacco presiedere la giuria della Caméra Weber, il giornalista e critico
Deepika Padukone. A presiedere la Paweł Pawlikowski (Ida, Cold War ), d’or che premierà un’opera prima Olivier Pelisson, l’attore, regista e
giuria del Certain regard ci sarà l’attore venezuelano Édgar tra tutte quelle presentate sia nella sceneggiatore Lucien Jean-Baptiste
Valeria Golino che, non solo in Ramírez, la regista americana selezione ufficiale sia nelle sezioni e l’attore Samuel Le Bihan.

FILMTV 5
CinelabspecialeCannes CinelabnonsoloCannes
TUTTI I FILM DI CANNES CLASSICS CINEMA FUTURO UNA PROSPETTIVA TECNOLOGICA di SIMONE ARCAGNI

THE ADVERSARY di Satyajit Ray Un consiglio: se riuscite, non perdetevi gli incontri programmati con Frank Rose, a Milano
[1970, India, 109’] il 17 maggio al MEET e a Torino al Salone del libro il 20. Non perdetevelo perché Frank Rose,
CANTANDO SOTTO LA PIOGGIA che dirige il seminario in Strategic Storytelling alla Columbia University ed è direttore del
di Gene Kelly, Stanley Donen [1952, Usa, 103’] Digital Storytelling Lab, è davvero uno studioso sopraffino dell’arte del narrare. Dal suo
CIÒ CHE L’OCCHIO NON VEDE Immersi nelle storie - Il mestiere di raccontare nell’era di internet fino al recente Il mare in
di M. Forman, K. Ichikawa, C. Lelouch, Y. Ozerou, cui nuotiamo - Lo storytelling strategico in un mondo governato dai dati (entrambi Codice
M. Pfleghar, A. Penn, J. Schlesinger, M. Zetterling Edizioni), opera un prezioso lavoro di corrispondente e antropologo dei sistemi narrativi
[1973, Usa/Germania, 109’]
contemporanei dominati dall’interattività e dall’immersione. Con una dote unica e rara rie-
THE CIRCUS TENT di G. Aravinidan [1978, India, 129’] sce a fotografare le tendenze, offrirci esempi e poi ricondurre il discorso a modelli para-
DEUS E O DIABLO NA TERRA DO SOL digmatici di racconto. Dallo storytelling cinematografico a quello del marketing, dalla pub-
di Glauber Rocha [1964, Brasile, 120’] blicità alle strategie social, Rose ci accompagna (con uno stile che a sua volta rimanda più
GÉRARD PHILIPE, LE DERNIER HIVER DU CID al gusto di narrare che alla semplice saggistica) nel “mare” della comunicazione contem-
di Patrick Jeudy [2022, Francia, 66’] poranea. Ci parla del «pensiero narrativo», proposto per la prima volta dallo psicologo Je-
HOMMAGE D’UNE FILLE A SON PÈRE rome Bruner nel 1985, per poi dirigere la nostra attenzione sugli studi in campo neurale. E
di Fatou Cissé [2022, Mali, 71’] ancora: dall’ostello “a tema guerra” realizzato da Zero One a Sarajevo, alle opere di live ci-
nema di Secret Cinema, all’idea vincente di Warby Parker che si inventa un business online
ITIM di Mike De Leon [1976, Filippine, 105’]
di occhiali, basato sulle narrazioni e le emozioni… Fino al famoso algoritmo di Netflix che
JANE CAMPION, THE CINEMA WOMAN “genera” House of Cards. In un mondo popolato da fan di Sherlock Holmes, di Il Signore de-
di Julie Bertuccelli [2022, Francia, 98’]
gli Anelli e di The Walking Dead, Rose tesse le fila, offre esempi e letture, complica l’ordito,
THE LAST MOVIE STARS (EP. 3-4) stratifica la sua analisi tra autore, viaggio, pubblico, personaggi, mondi e così via. Reinter-
di Ethan Hawke [2022, Usa, 107’]
preta, cioè, gli elementi che da sempre definiscono la narrazione per dirigere poi l’atten-
LA MAMAN ET LA PUTAIN zione sul carattere fortemente e originalmente immersivo dello storytelling digitale.
di Jean Eustache [1972, Francia, 220’]

LE MARGHERITINE di Vera Chytilová


[1966, Repubblica Ceca, 74’] POST SCRIPTUM
OFFICIAL FILM OF THE OLYMPIC
GAMES: TOKYO 2020 - SIDE A Pino Donaggio Day al mi- 2022 (www.nuovoarme-
di Naomi Kawase [2022, Giappone, 119’] lanese teatro dei Filo- nia.it). A proposito di di-
drammatici, il 19 maggio, ritti civili, il direttore arti-
L’OMBRE DE GOYA PAR JEAN-CLAUDE CARRI È RE con Roberto Porroni, di- stico del Locarno Film
di Jose Lui Lopez Linares rettore e solista alla chi- Festival, Giona A. Nazza-
[2022, Francia/Spagna/Portogallo, 90’] tarra dell’Ensemble Duo- ro, ha denunciato l’arre-

PATRICK DEWAERE, MON HÉROS mo Orchestra, che propo- sto delle registe Firoozeh
ne un programma dedicato Khosrovani e Mina Kesha-
di Alexandre Moix [2022, Francia, 90’]
al grande compositore con De varz, ennesimo episodio di
PEL DI CAROTA di Julien Duvivier [1932, Francia, 88’] Palma suite, Blow Out, Ec- censura in Iran. Sempre a
cesso , Specchio del Milano riparte l’Alta scuo-
IL PROCESSO di Orson Welles tempo, Come sinfonia, Io la di serialità cinetelevi-
[1962, Francia/Germania/Italia, 120’]
che non vivo (senza te) siva, progetto di alta for-
ROMY, A FREE WOMAN di Lucie Cariès (www.teatrofilodramma- mazione e specializzazio-
[2022, Francia, 91’] tici.eu). Lo stesso giorno, ne nelle professioni della
al Nuovo Armenia, Film- serialità, promosso e ideato
SCIUSCIÀ di Vittorio De Sica [1946, Italia, 93’] maker Festival e Section80 dalla sezione Cinema e audiovi-
SI J’ÉTAIS UN ESPION di B. Blier [1967, Francia, 94’] promuovono un evento benefico sivo di CNA Lombardia (www.alta-
che prevede un panel con Anna Zafeso- scuolaserialita.it). Una due giorni chiude
TRES EN LA DERIVA DEL ACTO CREATIVO va (“La Stampa”) e Nastya Roshuk (di- la seconda edizione dell’HipHop Cine Fe-
di Fernando Solanas [2021, Argentina, 96’] rettrice della fotografia ucraina, rifugiata st, la cui cerimonia di premiazione si

L’ULTIMO VALZER di M. Scorsese [1978, Usa, 117’] a Milano) e poi la proiezione di sei corto- svolgerà al Nuovo Aquila di Roma il 22
metraggi ucraini realizzati tra il 2014 e il maggio (www.hiphopcinefest.org).
VIVA LA MUERTE
di Fernando Arrabal [1971, Francia/Tunisia, 90’] SOPRA, DALL’ALTRO, MINA KESHAVARZ E FIROOZEH KHOSROVANI

6 FILMTV
75
Cannes
CONCORSO

QUI RITORNO IO
©MARIO SPADA/MEDUS FILM

TRA I TITOLI IN CONCORSO AL 75° FESTIVAL DI CANNES, DAL 17 AL 28 MAGGIO, NOSTALGIA DI MARIO MARTONE,
SCRITTO CON LA COMPAGNA IPPOLITA DI MAJO. ABBIAMO INCONTRATO LA SCENEGGIATRICE
di ILARIA FEOLE

INTERVISTA A IPPOLITA DI MAJO


n Nostalgia, tratto dal romanzo postumo borazione ormai più che decennale col
I di Ermanno Rea, in Concorso a Cannes
75 e dal 25 maggio nelle sale, Felice La-
compagno e sodale e del loro nuovo film.
Chi tra voi due ha avuto l’idea di adattare
sco/Pierfrancesco Favino fa ritorno al suo il libro di Ermanno Rea?
rione Sanità, e ci tornano - a tre anni da Il Questo è stato un caso particolare. Solita-
sindaco del rione Sanità - anche Mario mente i progetti di Mario partono da Mario:
Martone e Ippolita di Majo, di nuovo sce- è come una fiamma che si accende dentro di
neggiatori a quattro mani dopo Il giovane lui, o, talvolta, dentro di noi. È il caso, per
favoloso, Capri-Revolution, il succitato Sindaco e Qui rido io. esempio, del nostro lavoro su Leopardi: dopo la mia prima
Abbiamo incontrato Di Majo, storica dell’arte del Rinasci- collaborazione a Noi credevamo, per i comparti iconografico
mento e dell’età moderna, docente e drammaturga (è in e musicale, abbiamo messo in scena le Operette morali nel
tournée in questi mesi Il filo di mezzogiorno, suo adattamen- 2011 (è da poco uscito in libreria, per Mimesis, Le operette
to teatrale di Goliarda Sapienza, con Donatella Finocchiaro morali in scena - La teatralità di Giacomo Leopardi, firmato
protagonista e sempre con la regia di Martone; dal 26 mag- da Di Majo & Martone, ndr), lo spettacolo è rimasto in giro
gio sarà all’Argentina di Roma), per parlare della sua colla- per due anni e ha anche vinto un premio Ubu, così abbia-
FILMTV 7
75
Cannes
mo deciso di provare a portarlo al cinema con Il giovane
favoloso. Lavorare insieme, quando si ha anche un rapporto
d’amore, può essere bellissimo, ma poteva anche non funzio-
CONCORSO nare, e per me il cinema era un’esperienza nuova: sono molto
grata a Mario per avermi dato questa fiducia. Per Nostalgia è
stato diverso, io avevo letto il romanzo alla sua uscita, ma lo
avevo messo da parte, invece poi è stato il produttore Luciano
Stella di Mad Entertainment a proporcelo. In quel momento
stavamo ancora lavorando a Qui rido io, ma Mario era inte-
ressato a Nostalgia proprio per la continuità che presentava
con Il sindaco del rione Sanità, era un altro affondo nei quar-
tieri più poveri e più difficili, ma pieni di bellezza e di antica
nobiltà. Poi, quando mancavano pochi giorni per finire le ri-
prese di Qui rido io, è arrivato il lockdown: siamo rimasti
chiusi in casa e, anche per fronteggiare l’angoscia, ci siamo
immersi a capofitto in Nostalgia. È stato un lavoro bellissimo,
perché fatto con una concentrazione straordinaria dovuta a
quel momento particolare di “sospensione” del tempo.
Anche in Nostalgia, come nella maggior parte dei titoli
che ha firmato con Martone, è cruciale il tema delle radici.

NOSTALGIA di Mario Martone [Italia/Francia, 117’]


Dopo anni in Africa e in Medio Oriente, Felice Lasco (Pierfrancesco Favino) torna
a Napoli e riscopre le ferite di un passato mai superato. Martone si immerge nel
©MARIO SPADA

cuore della sua città, in quella che potrebbe sembrare una versione al maschile
di L’amore molesto. Nel cast Francesco Di Leva, Tommaso Ragno, Aurora
Quattrocchi. Produzione Picomedia e Mad Entertainment, in sala dal 25 maggio.

TUTTI I FILM IN CONCORSO a cura di ILARIA FEOLE e ROBERTO MANASSERO

LES AMANDIERS di Valeria Bruni Tedeschi [Francia, 126’] BROKER di Hirokazu Kore-eda [Corea del Sud, 129’]
Al quinto lungo, Bruni Tedeschi non abbandona la sua cifra scopertamente Trasferta coreana per il giapponese Kore-eda (Palma d’oro
autobiografica tornando ai suoi primi passi di attrice: il titolo rimanda nel 2018 con Un affare di famiglia ), con le stelle Song Kang-ho
alla parigina scuola di teatro di Patrice Chéreau (qui interpretato e Doona Bae coinvolte in una storia di rapimenti e adozioni legata
dall’ex compagno della regista, Louis Garrel) dove Valeria studiò alle baby box, gli sportelli dove vengono depositati i neonati
negli anni 80, e il film segue le vite di una manciata di allievi. di cui i genitori non possono prendersi cura.

ARMAGEDDON TIME di James Gray [Usa, 115’] CLOSE di Lukas Dhont [Francia/Belgio/Olanda, 105’]
Si muove in zona parzialmente autobiografica anche Gray - per noi uno Vincitore nel 2018 della Caméra d’or per l’esordio Girl, ritratto di
dei maggiori registi statunitensi, oggi - che, dopo lo spazio di Ad Astra, una giovane transessuale, il fiammingo Dhont approda in Concorso
torna sulla terra per un racconto di formazione. Sempre avviluppato con l’opera seconda, incentrata sull’amicizia tra due ragazzini tredicenni,
nei lacci dei legami familiari, con la storia d’America che scorre bruscamente interrotta dal loro ingresso nell’adolescenza.
sullo sfondo, il film è ambientato nella New York anni 80. Nel cast, la magnifica Émilie Dequenne e Léa Drucker.
Con un grande cast: Anthony Hopkins, Anne Hathaway, Jeremy Strong.
DECISION TO LEAVE di Park Chan-wook [Corea del Sud, 138’]
BOY FROM HEAVEN di Tarik Saleh [Sve/Fra/Fin/Dan, 120’] Sul grande schermo mancava dal 2016 di Mademoiselle, che passò
Il regista di Omicidio al Cairo è attualmente nelle sale americane con proprio in Croisette: Park torna a Cannes con un thriller investigativo,
The Contractor, ma a Cannes porta un cupo ritratto del suo natio Egitto: dove un detective cerca di fare chiarezza sulla morte, meno semplice
la storia di un giovane studente dell’università di Al-Azhar coinvolto di quanto sembri, di un uomo precipitato da una montagna.
suo malgrado nella corsa spietata alla successione del defunto imam. Il film è già stato acquisito per la distribuzione internazionale da MUBI.
8 FILMTV
Sì, per Felice si sostanzia soprattutto nel legame con l’anzia- in cui sciogliere il nodo della propria identità. Ma è anche
na madre, ma anche con un’altra madre che è la sua città. È un sentimento universale, che può appartenere a tutti, per-
la storia di un giovane uomo che fugge, da ragazzo, a segui- ché ciascuno ha la sua radice, la sua terra dimenticata.
to di un evento molto traumatico e non fa più ritorno. Il Come vi muovete abitualmente a quattro mani sui testi?
rione Sanità è una sorta di enclave, è un quartiere tagliato Nel caso di Nostalgia, inizialmente abbiamo lavorato en-
fuori dal resto di Napoli per ragioni storiche e architettoni- trambi, separatamente, a scarnificare il romanzo, per arri-
che, un mondo a parte nel centro della città, e per me e Ma- vare a quello che volevamo davvero raccontare; non è un
rio è stato molto profondo trovarci a lavorare con questo romanzo di immediata trasposizione, occorreva andare
gruppo di ragazzi della Sanità, far recitare ragazzini di stra- all’osso e tirare fuori ciò che ci preme. Di solito, poi, lavo-
da. Quando Felice torna, dopo 40 anni, ha quasi dimentica- riamo ciascuno su scene diverse del film, che successiva-
to la lingua ed è come uno straniero. Per lui si tratta di mente sottoponiamo l’uno all’altra; oppure, io faccio la pri-
un’incursione nel magma di quel quartiere, che lo costringe ma stesura di una scena e lui la seconda, che poi rivediamo
anche a guardare i lati oscuri della sua personalità: la nostal- insieme. Ma la scrittura di per sé è un’attività molto solita-
gia è da intendersi come nostos, come ritorno, un percorso ria. Siamo molto in armonia, abbiamo condiviso molto
©PLATTFORM PRODUKTION

Qui sopra, una scena di Triangle of Sadness di Ruben Östlund. Alle pagine 7 e 8, Pierfrancesco Favino in alcuni momenti
di Nostalgia di Mario Martone. A pagina 7, in basso, Martone con Ippolita di Majo (Napoli, 7 febbraio 1972)

EO di Jerzy Skolimowski [Polonia/Italia, 86’] LEILA’S BROTHERS di Saeed Roustaee [Iran, 165’]
Erede del bressoniano Balthazar, EO è un malinconico asinello Si resta in Iran per uno tra i più giovani registi in gara, classe 1989,
(il nome è onomatopeico) che viaggia per l’Europa incontrando che incentra la sua opera terza (la seconda, Just 6.5, era in Orizzonti
sulla sua strada persone buone e meno buone (tra queste, anche a Venezia 2019) sulla quarantenne Leila, disperatamente alla ricerca
Isabelle Huppert), esperendo gioia e dolore, senza perdere l’innocenza. di un’autonomia economica che possa permetterle di essere libera
Ritorno al lungometraggio del polacco Skolimowski, ottantaquattrenne, e non dover accudire i genitori e i quattro fratelli per tutta la vita.
a sette anni di distanza da 11 minuti.
LE OTTO MONTAGNE di Charlotte Vandermeersch,
FRÈRE ET SŒUR di Arnaud Desplechin [Francia, 108’] Felix Van Groeningen [Francia/Italia/Belgio, 147’]
Alice (Marion Cotillard) e Louis (Melvil Poupaud) sono fratello e sorella Le montagne della Valle d’Aosta; il romanzo premio Strega di Paolo Cognetti;
ma non si parlano da vent’anni, separati da un odio che pare invincibile, Marinelli e Borghi ancora insieme dopo Non essere cattivo ; la strana (e
finché un lutto non li costringe a comunicare. Mentre è ancora in sala chissà se azzeccata) scelta di affidare la regia alla coppia (anche nella vita)
il suo bellissimo Tromperie - Inganno, ecco un nuovo struggente teatro Vandermeersch-Van Groeningen: le premesse per un film-evento ci sono tutte.
delle emozioni firmato dal grande Desplechin.
UN PETIT FRÈRE di Léonor Serraille [Francia, 116’]
HOLY SPIDER di Ali Abbasi [Dan/Ger/Sve/Fra, 116’] Caméra d’or per la miglior opera prima nel 2017 con Montparnasse
Il regista iraniano (naturalizzato danese) di Border - Creature di confine fa Femminile singolare, Léonor Serraille racconta l’evoluzione di una
il suo ingresso nella competizione con un thriller ambientato nelle viscere famiglia di origine ivoriana nella Francia degli ultimi quarant’anni,
di Mashhad, città meta di pellegrinaggi religiosi dove un serial killer miete dall’arrivo nella banlieue parigina della madre Rose alle esperienze
vittime tra le prostitute. Una giornalista indaga sul caso. dei suoi due figli, Ernest e Jean.

FILMTV 9
della lavorazione di Nostalgia, a partire dai sopralluoghi

©NIKOS NIKOLOPOULOS
svolti insieme; abbiamo una sensibilità molto vicina, poi
certamente lo sguardo del film è quello di Mario.
75
Cannes
Pierfrancesco Favino interpreta Felice Lasco: avevate già CONCORSO
in mente lui, scrivendo?
Sì, è un film che abbiamo costruito pensando a lui, credo
che il perché si possa capire, vedendo Nostalgia. Pierfran-
cesco è un attore straordinario, per sensibilità, tecnica e so-
prattutto per la sua intelligenza. Comprende le sfumature
più sottili del personaggio, lavorare con lui è stato entusia-
smante, sin dalle prime letture della sceneggiatura, e credo
che anche per lui sia stata un’esperienza diversa, un’im-
mersione in un quartiere di Napoli popolare, anche fatico-
so. Pierfrancesco ha fatto osservazioni preziose sul copione
e tra noi c’è stata una condivisione molto profonda, una
collaborazione arricchente Tv

IL FILM DELLA VITA di IPPOLITA DI MAJO


 2001: ODISSEA NELLO SPAZIO di Stanley Kubrick

PER APPROFONDIRE LEGGI LE PAROLE DI IPPOLITA DI MAJO


& MARIO MARTONE IN CAPRI-REVOLUTION (LA NAVE DI TESEO, 2018)

TUTTI I FILM IN CONCORSO


CRIMES OF THE FUTURE di David Cronenberg [Can/Gre, 107’]
Il corpo umano si evolve e sviluppa mutazioni e inediti organi
R.M.N. di Cristian Mungiu [Romania, 125’] interni: una star della body art, Saul Tenser (Viggo Mortensen),
A sei anni da Un padre, una figlia, Palma d’oro per la regia nel 2016, decide di esporre al pubblico le sue interiora, aiutato dalla
Mungiu torna con una storia ambientata in Transilvania, dove un uomo partner Caprice (Léa Seydoux). Li segue da vicino Timlin
rientrato a casa dall’estero per Natale ritrova un paese immerso (Kristen Stewart), investigatrice del Registro nazionale organi.
nella paura irrazionale e immotivata verso lo straniero,
pronto a esplodere in una rabbia senza controllo.

SHOWING UP di Kelly Reichardt [Usa, 108’] TORI ET LOKITA di Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne [Fra/Bel, 88’]
Il nuovo film della Reichardt (che riceverà anche la Carrosse d’or Due ragazzi dell’Africa subsahariana, giunti in Belgio da immigrati
dalla Quinzaine) vede Michelle Williams - nuovamente con la regista clandestini, sopravvivono a una dura realtà contando unicamente
americana dopo Wendy and Lucy, Meek’s Cutoff e Certain Women - sulla loro amicizia. Ancora una volta i Dardenne a Cannes, ancora
nella parte di un’artista che alla vigilia di un’importante esibizione una volta con il loro cinema in presa diretta sulla realtà.
trova nuova ispirazione dal caos della sua vita. Sapranno essere decisivi ed essenziali come un tempo?

STARS AT NOON di Claire Denis [Francia, 135’] TOURMENT SUR LES ÎLES di Albert Serra [Fra/Spa/Ger/Por, 165’]
Dopo le atmosfere très français, come ha detto Frémaux, L’approdo in concorso di Serra è il coronamento di un percorso
di Avec amour et acharnement, Orso d’argento alla Berlinale 2022, partito dalla Quinzaine, passato per il Certain e ora giunto in prossimità
Denis adatta l’omonimo romanzo di Denis Johnson, avventura della Palma. Il film è il primo ambientato nel presente del regista
sentimentale nel Nicaragua del 1984, tra sandinisti e agenti della CIA. catalano, storia di un alto commissario francese (Benoît Magimel)
Con Margaret Qualley, Joe Alwyn, Danny Ramirez e Benny Safdie. di stanza a Tahiti, in Polinesia.

TCHAÏKOVSKY’S WIFE di Kirill Serebrennikov [Fra/Rus/Svi, 143’] TRIANGLE OF SADNESS di Ruben Östlund [Svezia, 142’]
Il primo film di Serebrennikov dopo la fine del divieto d’espatrio Karl Marx su una nave da crociera popolata di milionari: è questa
seguito alla condanna per reati fiscali, racconta la tumultuosa relazione l’idea del nuovo film di Östlund, il primo dopo la Palma d’oro
tra Tchaikovsky e la moglie Antonina Miliukova. Unico film russo per The Square nel 2017. Se là il bersaglio della satira era l’arte
di tutto il festival di Cannes 2022, non a caso diretto da un regista contemporanea, qui è la moda. Punitore dei ricchi passeggeri
anti-putiniano, ora trasferitosi a Berlino. è un capitano interpretato da Woody Harrelson.
10 FILMTV
Qui sotto, Léa Seydoux, Viggo Mortensen e Kristen Stewart nel
nuovo Crimes of the Future; a destra, Ronald Mlodzik nella versione
A FIOR DI PELLE
originale. In basso, scene di Frère et sœur e di Boy from Heaven
«Se ora esaminiamo, sotto altri punti di vista, la serie
innumerevole delle affezioni che incontra il sistema
dermoide, quale varietà nel genio particolare del loro
andamento, nel carattere proprio dei loro fenomeni,
nel tipo dei loro parossismi, nella durata delle loro fasi, nel
modo in cui avviene la loro invasione e quindi il loro esito,
alcune attaccano a tutte le età, altre certe epoche della
vita soltanto. Altre alterano completamente la superficie
del corpo». C’è qualcosa di più morboso e spettacolare
delle aberrazioni cutanee? Qualcuno si è preso la briga
di annotare la loro varietà in una specie di “erbario” fatto
di carne, e chissà che, in Crimes of the Future (1970) di
David Cronenberg, il dottor Antoine Rouge o il suo allievo

Adrian Tripod non ne custodiscano uno, chiuso a chiave


in qualche remoto cassetto dell’istituto House of Skin.
Che cosa si studia in questa struttura, in un mondo futuro
dove il sesso femminile si è estinto? L’iter mortale di certe
©SHANNA BESSON/WHY NOT PRODUCTIONS

malattie cutanee, causate da prodotti cosmetici. E il passo


citato? Viene letto dall’asettica voce off che narra i fatti,
alternandosi a una seconda colonna sonora che riproduce
strani suoni acquatici (avrebbero dovuto ricordare «il
viaggio di Darwin sulla Beagle »)? È frutto delle riflessioni
di Cronenberg? Entrambe le ipotesi sembrerebbero
plausibili. Invece no. Il testo l’abbiamo stralciato dal primo
dei due volumi di Description des maladies de la peau,
scritti nel 1825 dal dermatologo francese Jean-Louis
Alibert. C’è tutto un mondo psicopatologico che David
Cronenberg ha interrogato, sulle cui basi ha creato
magnifiche invenzioni narrative, visive - dai suoi esordi
fino a oggi, con il nuovo lungo, in Concorso a Cannes,
che del film del 1970 porta il nome senza però esserne un
remake. L’osservazione, il metodo sperimentale sui viventi,
©MEMENTO DISTRIBUTION

può insomma innescare delle finzioni. Crimes of the Future


ne è un esempio. Un uomo si dipinge le unghie di rosso.
Alcuni organi mutanti sono esposti sotto vetro, in liquidi
colorati. Una nuova specie, inedita, deviante, si manifesta
qui: si muove alla frontiera dell’umanità. RINALDO CENSI

FILMTV 11
75
Cannes
FUORI CONCORSO

TOP GUN: MAVERICK, SEQUEL DEL CULT ANNI 80,


SFRECCIA NELLA SEZIONE NON COMPETITIVA
DEL FESTIVAL. ACCANTO AL PILOTA CRUISE, AUTORI
E TITOLI ATTESI, E ALTRI TUTTI DA SCOPRIRE
di ROCCO MOCCAGATTA

hissà se Roberto D’Agostino pensa ancora che il ma-

C nifesto cinematografico dell’edonismo reaganiano in


Italia negli anni 80 sia stato Vacanze di Natale dei
fratelli Vanzina con i suoi ragazzotti pariolini a invadere
Cortina. Invece, probabilmente, non siamo mai stati tanto
teen-reaganiani (inconsapevoli?) come quando, qualche an-
no dopo, scimmiottavamo Tom Cruise nei panni di Pete
“Maverick” Mitchell, con i Ray Ban Aviator e il giaccone G-
1 tutto toppe e stemmi (poi imitato dalla Avirex), invidian-
dogli il sorrisone da scavezzacollo impunito sul suo F14
Tomcat e pure l’amorazzo con l’istruttrice Charlotte “Char-
lie” Blackwood, una Kelly McGillis da sturbo. Questo nel
1986 era Top Gun, farina del sacco di quelle due volpi di
Don Simpson e Jerry Bruckheimer, produttori capaci di for-
giare, nel bene e nel male, il cinema hollywoodiano di un in-
tero decennio, tra Flashdance e Beverly Hills Cop. Allora i
russi erano (già?) orchi senza volto da sbeffeggiare nei cieli,
IN SALA DAL 25 MAGGIO
volando capovolti sopra i loro MIG, e si stava «lassù con il
meglio del meglio», cioè i piloti Top Gun, come recitavano i TOP GUN: MAVERICK di Joseph Kosinski [Usa, 131’]
Per più di trent’anni il capitano Pete “Maverick” Mitchell (Tom Cruise) ha
flani. Rivisto oggi, il film di Tony Scott (da allora, per tanti, il
evitato avanzamenti di carriera, ma ora viene messo a capo dell’addestramento
fratello scemo di Ridley, anche se qualcuno cominciava a
delle reclute per una missione speciale. Recensione sul prossimo numero
sussurrare che fosse invece il fratello furbo) è una collezione
di cartoline-madeleine, variamente imitate e ri-declinate, che
si sono sedimentate nella memoria, diventando per tanti gli
anni 80 (o per lo meno un certo tipo di anni 80). C’è solo pollineo Val Kilmer “Iceman”, l’amico sfigato “Goose”
l’imbarazzo della scelta: la sequenza di apertura con gli aerei (Anthony Edwards, poi Mark Greene/“Ciccio” in E.R. Me-
che si alzano in volo nella bruma dell’alba, mentre Top Gun dici in prima linea, già secchione buffo in La rivincita dei
Anthem di Harold Faltermayer e Steve Stevens sfuma all’im- nerds) che canta al pianoforte Great Balls of Fire (da noi
provviso in Danger Zone (canta Kelly Loggins, ma è farina «Fiamme in cielo! Lampi di fuoco!»...) e poi muore in mare
del sacco di Giorgio Moroder), Cruise in moto che corre a tra le braccia del compagno di volo dopo una manovra
fianco della pista, i Berlin che cantano Take My Breath troppo spericolata, i superiori che si versano il caffè addosso
Away (Oscar miglior canzone, ancora Moroder), la partita a quando l’F14 di “Maverick” passa radente sulla loro testa...
volley in spiaggia con i manzi Top Gun dai soprannomi sbo- Per oltre 35 anni Top Gun è rimasto lì, conservato nell’am-
roni, a torso nudo e oliati come su uno spiedo, su tutti l’a- bra dolciastra della nostra memoria, sopravvissuto a più
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©EAGLE PICTURES/PARAMOUNT PICTURES ITALIA
TUTTI I TITOLI FUORI CONCORSO a cura di ALICE CUCCHETTI e ADRIANO DE GRANDIS

HORSE COMPÉTITION THREE THOUSAND YEARS OF LONGING di George Miller [Australia, 108’]
Dopo il trionfo di Mad Max: Fury Road, con il prequel Furiosa ancora in
COUPEZ! di Michel Hazanavicius [Francia, 110’]
lavorazione, Miller devia nel fantastico, con l’incontro tra una studiosa e un
Nel girare un horror di zombie, una troupe si imbatte in veri morti viventi.
jinn (un genio, tipo quello della lampada), cioè Tilda Swinton e Idris Elba.
Remake di Zombie contro zombie - One Cut of the Dead, porta Hazanavicius
nei suoi territori preferiti, dove la commedia prende il sopravvento. SÉANCES DE MINUIT

ELVIS di Baz Luhrmann [Australia, 159’] FUMER FAIT TOUSSER di Quentin Dupieux [Francia, 80’]
Da Ballroom a Moulin Rouge! a The Get Down, il rapporto tra l’autore Lapalissiano nel titolo, l’ultima burla nei contenuti e nell’azione di Dupieux
australiano e la musica è di quelli travolgenti e mai scontati. A nove anni da si avventura nella fantascienza, tra tartarughe feroci e un imperatore che
Il grande Gatsby, Luhrmann torna in Croisette con un biopic fluviale costruito vuole annientare il pianeta. Ma la Tobacco Force è chiamata a difenderlo.
sul rapporto tra Presley (Austin Butler) e il suo manager (Tom Hanks).
HUNT di Lee Jung-Jae [Corea del Sud, 131’]
L’INNOCENT di Louis Garrel [Francia, 99’] La star coreana - e ora, dopo il ruolo da protagonista in Squid Game,
Nelle geometrie scalene care a Garrel, stavolta ci sono una coppia e un internazionale - esordisce dietro la macchina da presa autodirigendosi
negozio di fiori: Sylvie va per i 60 anni, Michel è un ex detenuto sposato in (accanto a Jung Woo-sung) in uno spy thriller d’ambientazione Eighties.
carcere. E poi c’è il figlio di lei, che non sta dalla parte dello loro unione.
MOONAGE DAYDREAM di Brett Morgen [Usa, 140’]
MASCARADE di Nicolas Bedos [Francia, 142’] Un viaggio interstellare nelle evoluzioni musicali, e non solo, dell’icona David
In Costa Azzurra, dove un ballerino cerca di vivere la sua belle époque sulle Bowie. Dal regista di Cobain - Montage of Heck, che ci ha lavorato per cinque
spalle economiche di una ex star del cinema, l’arrivo di Margot, giovane anni e ha avuto un accesso a materiali d’archivio senza precedenti.
e bella, porta scompiglio e il gioco d’amore prende strade truffaldine.
REBEL di Adil El Arbi, Bilal Fallah [Belgio/Lussemburgo/Francia, 135’]
NOVEMBRE di Cédric Jimenez [Francia, 105’] Tra Bad Boys for Life e i prossimi Ms. Marvel e Batgirl, la coppia
La tragica serata del 2015 con Parigi sotto attacco terroristico, culminato di registi di origine marocchina sullo sfondo della guerra in Siria
al Bataclan. Nei giorni successivi parte l’indagine. Cinema di Jimenez racconta la storia tormentata di una famiglia, dove una madre
ancora muscolare e adrenalinico, con la squadra antiterrorismo in azione. cerca di salvare i figli dal reclutamento radicale.

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PER APPROFONDIRE LEGGI INVASION USA - IDEE E IDEOLOGIE DEL CINEMA AMERICANO ANNI 80 DI PIER MARIA BOCCHI (BIETTI, PP. 204, 2016, € 18)

d’uno dei suoi artefici (Simpson, morto per overdose, e teriale radioattivo, tra canyon, droni e missili terra-aria.
Scott, suicida), facendosi persino perdonare il falchismo Perfetto sequel/reboot (come i nuovi Star Wars e l’ultimo
reaganiano (un passo più in là c’era il Rambo 2: La vendetta Ghostbusters), sospeso tra tradizione e innovazione, con la
con Stallone applaudito da Ronnie medesimo) e scrollan- prima che traccia la via alla seconda, anche nei modi di un
dosi di dosso la parodia un po’ scema di Hot Shots! 1 e 2 passaggio di consegne generazionale, Top Gun part deux
con il bad boy Charlie Sheen anti-Tom Cruise. Ora, è il mo- gioca senza pudore le carte della fedeltà iconografica e della
mento di Top Gun: Maverick, un numero due che arriva (in nostalgia spalmate a dovere, al punto che per un po’ ci si il-
ritardo di un paio d’anni, causa COVID-19), scodellato da lude quasi non serva neppure una storia nuova da raccon-
un regista di comprovata fede cruisiana come Joseph Ko- tare. Gli basta riproporre, soltanto un minimo aggiornate
sinski (già con lui in Oblivion), garante il solito sceneggiato- (Lady Gaga con Hold My Hand, Great Balls of Fire in origi-
re Christopher McQuarrie (Mission: Impossibile - Rogue nale), le cartoline madeleine del prototipo, più d’una ancora
Nation e Fallout), con la promessa di essere fedele all’origi- tale e quale, qualcuna un po’ sgualcita dal tempo (“Iceman”
nale, ma anche di distinguersene, fin dalle nuove possibilità ora ammiraglio, minato dalla malattia). Tutte, tranne una,
consentite dalle tecnologie di ripresa che, messa al bando la però. Charlie non è più qui a far battere il cuore a “Mave-
CGI, rispettano la nota ossessione del protagonista per fare rick”, sostituita da Jennifer Connelly, per una linea roman-
tutto senza stunt. Il piatto forte resta, però, sempre Tom, tica ex novo. Ai postumi (della sbornia nostalgica) il giudi-
ora anche produttore (con l’immarcescibile Bruckheimer), zio (vedi anche la Locandina da pagina 57) Tv
esibito fin dal titolo, forse anche per misurarne la persisten-
za iconico-divistica, nata proprio con l’originale, oltre il
©EAGLE PICTURES/PARAMOUNT PICTURES ITALIA

brand senza tempo di Mission: Impossible e a fronte di passi


falsi (La mummia) e franchise finiti troppo presto (Jack
Reacher). Tre decenni dopo, ancora e sempre scavezzacollo,
ora istruttore di una nuova generazione di Top Gun, il ri-
cordo dell’amico “Goose” a incrinare il rapporto con il più
promettente dei suoi allievi (“Rooster”/Miles Teller, pro-
prio il figlio di “Goose”...) e una missione impossibile (!?)
contro uno stato canaglia-Morte Nera che traffica con ma-

TUTTI I TITOLI FUORI CONCORSO

CANNES PREMIÈRE SÉANCES SPÉCIALES

DODO di Panos H. Koutras [Grecia/Francia/Belgio, 132’] ALL THAT BREATHES di Shaunak Sen [Usa/India/Gb, 94’]
Habitué del Certain (tra gara, con Pazza idea nel 2014, e giurie), l’autore Leggere e combattere la crisi climatica nel rapporto tra i volatili e la
greco fa incontrare qui un uccello estinto e una famiglia in estinzione. metropoli. Dall’India, un doc illuminante, già premiato al Sundance 2022.

IRMA VEP creata da Olivier Assayas [Usa/Francia, 180’] FOR THE SAKE OF PEACE
Assayas ritrova Irma Vep 25 anni dopo negli ingranaggi del cinema di Christophe Castagne, Thomas Semetin [Usa/Francia, 94’]
primordiale, omaggiando ancora la serie muta di Feuillade. Da Musidora Come si continua a credere alla pace in un paese come il Sudan del Sud,
ad Alicia Vikander, passando per Maggie Cheung. Il ritorno dei “Vampiri”. che dal 2011 ha visto 350 mila persone perdere la vita? Opera prima doc,
prodotta da Forest Whitaker, quest’anno premiato alla carriera.
NOS FRANGINS
di Rachid Bouchareb [Francia, 92’] JERRY LEE LEWIS: TROUBLE IN MIND di Ethan Coen [Usa, 73’]
La protesta studentesca infiamma Parigi. Le forze dell’ordine usano La vita è rock’n’roll. Un ritratto palpitante di un’icona musicale, incontenibile
metodi duri: muoiono due persone. Dal produttore di Dumont e regista sul palco e anche fuori. L’amore per la musica di Ethan Coen si specchia
di ruvide storie di colonialismo francese, il suo cinema del cuore. con un altro “killer”, mentre le note di Trouble in Mind diventano eterne.

LA NUIT DU 12 di Dominik Moll [Francia/Belgio, 114’] MARIUPOLIS 2 di Mantas Kvedaravicius [Ucraina, 105’]
Ogni poliziotto ha un caso che lo perseguita, che a un certo punto Ultimo film del regista lituano, ucciso mentre cercava di fuggire dalla città
inverte i ruoli tra preda e cacciatore. Con il suo ultimo lavoro, il regista di Mariupol (vedi n. 15/2022), che aveva raccontato nel doc Mariupolis
di Henry, un amico vero e Due volte lei affonda la camera in territori polar. del 2016 e in cui era tornato per documentarne l’assedio in presa diretta.
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75
Cannes [Francia/Belgio, 100’]

FUORI CONCORSO Nel precedente Madame Hyde (2017), il regista e attore Ser-
ge Bozon trasportava la storia del dottor Jekyll e del signor
(anzi, la signora) Hyde in un liceo di Parigi, girando una
commedia che diventava poco alla volta un racconto fanta-
stico e poi una tragedia. In questo suo nuovo film, invece, la
[Italia/Francia, 93’]
forma letteraria rimodellata è quella del Don Giovanni (si di-
La storia d’amore tra Jasmine Trinca e la Croisette è iniziata rebbe più dalle parti di Molière che da quelle di Mozart), ri-
oltre vent’anni fa, nel 2001, con il debutto di La stanza del figlio, baltato però nella tragicomica dannazione di un uomo
il film che ha rivelato il suo giovanissimo talento; (Tahar Rahim) lasciato sull’altare e condannato, non solo a
è proseguita nel 2017 con la presentazione di Fortunata vedere la moglie mancata (Virginie Efira) in tutte le donne
al Certain regard, che le ha fruttato il premio come migliore attrice. che incontra, ma anche a cercare inutilmente di sedurle tut-
Quest’anno si sdoppia: Trinca è nella giuria del Concorso, te quante: la donna, dunque, non come riflesso narcisistico
e tra le proiezioni speciali del Fuori concorso presenta il suo lungo del maschio, ma come manifestazione continua di un altro
d’esordio. D’ispirazione autobiografica, suggeritole da una fotografia da sé impossibile da possedere. L’idea pare geniale e in li-
e dal ricordo della madre, una rivisitazione fiabesca del rapporto nea con tutto il cinema di Bozon, che fin dai tempi di La
tra una donna, sua figlia e un cane di nome Marcel. A.C. France (2007), ambientato nella Prima guerra mondiale,
ama ribaltare l’identità dei ruoli (là c’era una donna che per
rintracciare il marito al fronte si travestiva da soldato) e al-
©FABIO ZAYED

meno da Tip Top (2013), commedia per iniziati alla cultura


televisiva francese, si diverte altrettanto a prendere un ge-
nere (in quel caso la detective story) e rimodularlo con spi-
rito dissacrante e insieme angosciante. Poi ovviamente ci
sono il teatro e il musical (anche e soprattutto in quest’ulti-
mo Don Juan), matrice di un’idea di spettacolo come rimes-
sa in quadro del mondo e sua trasfigurazione in un universo
di illusioni così simili alla realtà Tv ROBERTO MANASSERO

Alle pagine 13
e 14, Tom
Cruise sul set
e in una scena
di Top Gun:
Maverick
©LES FILMS PELLEAS

FILMTV 15
75
Cannes
FUORI CONCORSO
©PYRAMIDE DISTRIBUTION

[Francia, 100’]

Consacrata al romanticismo, in tono


brillante e drammatico, l’opera di Em-
manuel Mouret da quasi 25 anni met-
te in scena microcosmi narrativi po-
polati da personaggi disorientati dal
desiderio, creature letterarie che si
[Spagna/Francia, 137’]
tormentano su amorosi dilemmi e
Quali saranno As bestas, le bestie cui si riferisce il titolo del nuovo film di Rodrigo Sorogoyen? La teorizzano filosofie sentimentali
storia è quella di Vincent (Denis Ménochet) e Olga (Marina Foïs) che dalla Francia si trasferiscono in squadernate secondo logiche roman-
Galizia dove ristrutturano un podere e si mettono a fare i contadini. La convivenza con i “vicini” Lo- zesche: non sorprende, dunque, l’a-
renzo e Xan, che vivono lì da sempre insieme all’anziana madre, non è facile e tutto precipita quan- dattamento del 2018 di una novella di
do i francesi votano contro l’autorizzazione a strutture eoliche nel loro terreno. As bestas è scritto Diderot (Lady J è uno dei suoi tre ti-
da Sorogoyen insieme alla co-sceneggiatrice abituale Isabel Peña ma sono anche altri i collaboratori toli editi in Italia). Scrittura raffinatis-
ricorrenti della factory del regista spagnolo, dal compositore Oliver Arson al montatore Alberto del sima, quella di Mouret, a cui molti
Campo. Nel sito di Latido, società di distribuzione del film - una co-produzione ispano-francese - le rimproverano freddezza solo per la
note di produzione indicano come ispirazioni Sam Peckinpah (Cane di paglia ) e John Boorman (Un coerenza (snob?) a un concetto di ci-
tranquillo weekend di paura). Le premesse, insomma, sono ottime. Parliamo del resto di uno dei ci- nema che, presupponendo la nouvelle
neasti migliori d’Europa, del quale è possibile vedere la miniserie Antidisturbios - Unità antisommos- vague (e dunque il rispetto per la tra-
sa su Disney+, ulteriore riflessione sulla violenza potenziale come linguaggio, sulla mascolinità tos- dizione hollywoodiana - il mito del ci-
sica e in ultima istanza, forse, sulle “bestie” pure qui. Invece è tutto al femminile Madre, cortome- nema nei suoi film è manifesto, nel
traggio del 2017 nominato all’Oscar e in seguito spunto per il lungometraggio omonimo presentato senso di appeso alle pareti -), evoca i
nel 2019 a Venezia (Orizzonti), dove la protagonista Marta Nieto ha vinto il premio come migliore at- racconti morali di Éric Rohmer, acco-
trice. Storia di una donna spagnola che da dieci anni vive nei dintorni di Vieux-Boucau-les-Bains, do- sta la frizzante loquacità di Sacha
ve scomparve il figlio, e stringe un’amicizia con un ragazzo della stessa età che avrebbe avuto lui. Guitry, incrocia la goffaggine di
Non un semplice transfert ma uno sradicamento fisico ed esistenziale, altro tema, lo dimostra la si- Woody Allen, per intonarne le sugge-
nossi di As bestas, evidentemente caro all’autore. Il suo titolo migliore per chi scrive resta però Il stioni in chiave ora minore ora esa-
regno (2019), opera politica predittiva davvero sorprendente Tv MAURO GERVASINI sperata. E con una padronanza che,
opera dopo opera, è divenuta mae-
stria riconosciuta, se è vero che nel
2021 Les choses qu’on dit, les choses
qu’on fait, forse il suo lavoro perfet-
to, ottiene le candidature più impor-
tanti al César. Con legittima attesa,
dunque, si guarda al suo successore:
Chronique d’une liaison passagère ,
presentato nella sezione Cannes Pre-
mière, narra di una madre single
(Sandrine Kiberlain) e un uomo spo-
sato (Vincent Macaigne) coinvolti in
©LUCIA FARAIG

una relazione che, nata come pura-


mente sessuale, si rivelerà qualcosa
di più complicato Tv LUCA PACILIO

16 FILMTV
[Italia/Francia, 300’]

l caso Moro nel cinema e nella televisione di Marco Bellocchio non entra ti diretti o sincronicità junghiane che spianano la strada al tassello fonda-

I di soppiatto con Buongiorno, notte, ufficialmente l’unico film in cui l’au-


tore affronta l’argomento scegliendo una via congeniale, visionaria e
fortemente allusiva, all’apparenza lontana dal modello politico-indiziario
mentale Esterno notte. La capacità dell’autore di leggere attraverso i fatti
l’affaire Moro (Sciascia) offrendo un accesso conoscitivo libero e disincan-
tato, che «non fa il gioco di nessuno» (Danilo Dolci), lo colloca di diritto in
dei capolavori di Rosi. Il percorso, probabilmente non destinato a chiudersi posizione privilegiata dentro quella che da decenni, senza vie d’uscita sem-
nemmeno con la serie Esterno notte, perfetto controcampo di Buongiorno, plici, è divenuta la tentacolare e in perpetua crescita “Moroteca di Babele”.
notte, in realtà a sorpresa comincia ancora prima, già nel 1984: a un’attenta L’espressione borgesiana scelta per dar conto della complessità dei mate-
lettura, con Enrico IV, dove Bellocchio attraverso il testo drammaturgico riali sul caso Moro nel mio La recita della storia - Il caso Moro nel cinema di
preesistente di Pirandello descrive con insospettabile libertà la parabola al- Marco Bellocchio (Bietti, 2014) ha avuto un grande sostenitore in Giorgio
lusiva di un celebre “pazzo” che tale non è, rinchiuso in uno “spazio mani- Galli che non solo ne accolse con favore le argomentazioni, ma ne curò la
comiale”. Da quel primo segnale esterno, col barone Belcredi, rivale del se- bellissima prefazione e come dono immenso ulteriore volle onorarmi di una
dicente Enrico IV, la fitta tessitura di segni si scopre percorrere con mag- citazione diretta nel suo Il golpe invisibile, (Kaos, 2015). Il giro di vite che of-
giore o minore risalto, a seconda del caso e della necessità, l’intera opera frirà Esterno notte alla Moroteca di Babele non lascia adito a dubbi sulla ri-
bellocchiana dall’anno chiave del rapimento e del delitto Moro: in pratica da levanza artistica e probatoria, inseparabile dagli altri titoli di una filmogra-
La macchina cinema forse fino a Il traditore, passando per le vie traverse di fia strategica, lucida e labirintica. Serviranno appena le ore di proiezione di
Salto nel vuoto, le coincidenze significative di Diavolo in corpo che affronta tutte le puntate per ammirarne la coerenza e l’intransigenza visionaria, e
la vicenda del terrorismo, le intemperanze spaziotemporali della stregone- anni o magari altre centinaia di pagine per provare a decodificarlo almeno
ria provocatoria di La visione del sabba, tra le pieghe di La condanna e Il in minima parte, a futura memoria Tv ANTON GIULIO MANCINO
sogno della farfalla, nella parabola del condannato a morte che non vuole
arrendersi al suo destino di Il principe di Homburg, nell’onomastica e non
solo delle strane storie in L’ora di religione e Il regista di matrimoni, attra-
verso sfumature di senso ineffabili in Vincere e Bella addormentata, quindi
nel ciclo bobbiese che accorpa Sorelle mai e Sangue del mio sangue e in
doc come Sogni infranti. Ragionamenti e deliri e La religione della storia. In-
somma, ovunque nel territorio immaginifico bellocchiano risaltano elemen-

TUTTI I TITOLI FUORI CONCORSO

MI PAÍS IMAGINARIO di Patricio Guzmán [Cile/Francia, 83’]


Guzmán, ancora il suo Cile, le ferite di una dittatura, un paese che si

©LUCKY RED
confronta adesso con la contemporaneità. L’occhio del regista scruta
una società dove è ancora palpabile il trauma della dittatura.

THE NATURAL HISTORY OF DESTRUCTION


di Sergei Loznitsa [Germania/Lituania/Olanda, 112’]
C’è ancora lo scrittore Sebald sulla strada di Loznitsa, ora al centro RIPOSTE FÉMINISTE di Marie Perennès, Simon Depardon [Francia, 87’]
di controverse decisione politiche nei suoi confronti in Ucraina. Migliaia di donne, centinaia di città francesi, un’unica protesta che sale
Qui racconta la distruzione delle città tedesche, nei raid aerei come marea: storiche militanti o giovani che s’avvicinano per la prima
degli alleati durante la Seconda guerra mondiale. volta all’attivismo, ugualmente in rivolta contro il sessismo. Opera prima.

LE PETIT NICOLAS - QU’EST-CE QU’ON ATTEND POUR ÊTRE HEUREUX? SALAM di Mélanie Diam’s, Houda Benyamina, Anne Cissé [Francia, 80’]
di Amandine Fredon, Benjamin Massoubre [Francia/Lussemburgo, 82’] La rapper Diam’s (o Mélanie, per la famiglia e gli amici), di grande
Incontri resi possibili dalla magia del cinema: quelli tra doc e animazione, successo in patria, racconta in prima persona il percorso di conversione
e tra i fumettisti Sempé e Goscinny e una loro creatura, il piccolo Nicolas. all’Islam, accompagnata alla regia dalla Benyamina di Divines.

RESTOS DO VENTO di Tiago Guedes [Portogallo/Francia, 127’] THE VAGABONDS di Doroteya Droumeva [Germania, 89’]
Nel cuore del Portogallo il soffio di una tradizione pagana ha radici L’esordio nel lungometraggio della regista bulgara, premiata a Cannes
lontane. L’adolescenza di un tempo è sbiadita, l’oggi è un ritrovarsi nel 2011 per il corto The Letter, è la storia degli amori giovani di una
pieno di insidie. Dall’autore di A herdade, ancora tra ieri e ora. donna matura, cartina tornasole di pregiudizi e doppi standard.
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Cannes
UN CERTAIN REGARD

GUARDARE OLTRE
CON OTTO ESORDI SU 20 TITOLI, UNA SEZIONE
SEMPRE STIMOLANTE CHE FA IL GIRO DEL MONDO TRA
CRISI ESISTENZIALI, DI COPPIA E D’IDENTITÀ, DRAMMI
D’AMORE E DI DENUNCIA E RIFLESSIONI GEOPOLITICHE
©PYRAMIDE DISTRIBUTION

TUTTI I FILM DI UN CERTAIN REGARD a cura di CATERINA BOGNO e GIULIA BONA

LE BLEU DU CAFTAN di Maryam Touzani BUTTERFLY VISION di Maksym Nakonechnyi DOMINGO Y LA NIEBLA di Ariel Escalante
[Francia/Marocco/Belgio, 118’] [Croazia/Repubblica Ceca/Svezia/Ucraina, 107’] Meza [Costa Rica/Qatar, 92’]
L’arrivo di un giovane apprendista mette in crisi La guerra nel Donbass vista da dentro il corpo Nel 2019 aveva montato Ceniza negra , primo
il legame di una coppia che gestisce un negozio della combattente Lilia, che torna a casa dalla film costaricano a Cannes; ora Escalante Meza,
di caftani, facendo affiorare segreti e non detti. prigionia con in grembo il figlio del nemico. al secondo lavoro da regista, torna in Croisette
Dopo l’ottimo Adam, a Cannes 72, Touzani torna Nel cast del film, sceneggiato da Iryna Tsilyk, con il dramma di un uomo che rifiuta di lasciare
a scrutare attraverso la lente del dramma anche Natalya Vorozhbit, regista di Bad Roads. la sua terra visitata dal fantasma della moglie.
familiare le tensioni che attraversano il Marocco.
CORSAGE di Marie Kreutzer GODLAND di Hlynur Pálmason
BURNING DAYS di Emin Alper [Austria/Francia/Lussemburgo/Germania, 113’] [Danimarca/Islanda/Francia/Svezia, 143’]
[Turchia/Francia/Ger/Olanda/Grecia, 128’] Dopo Romy Schneider, si spreme nel corsetto Nel lucore del paesaggio islandese Pálmason ama
Dal regista di Frenzy, premiato alla 72ª Mostra della principessa Sissi la magnetica Vicky Krieps: inscrivere spietate traiettorie di perdizione: in A
di Venezia, e di A Tale of Three Sisters, la discesa il quinto lungo dell’austriaca Kreutzer è il ritratto White, White Day quella di un uomo ossessionato
di un pubblico ministero nei gangli della politica irrequieto di una donna che tenta di prendere da un’ipotesi di tradimento, qui quella di un prete
(e del malaffare) di una remota cittadina turca. il controllo della propria immagine pubblica. del XIX secolo dimentico della sua missione.
18 FILMTV
HARKA di Lofty Nathan
[Francia/Germania/Usa/Tunisia, 90’]
Dalla Baltimora delle corse in moto clandestine
- nel doc 12 O’Clock Boys - alla Tunisia del
mercato nero con la parabola disgraziata di Ali,
chiamato troppo giovane a prendersi cura delle
sorelle dopo l’improvvisa morte del loro padre.

JOYLAND di Saim Sadiq [Pakistan, 126’]

PRODUCTIONS/VELVET FILMS/SNOWGLOBE
©LES FILMS DU NOUVEAU MONDE/ALI N
Il più piccolo rampollo di una famiglia patriarcale
pakistana s’iscrive a teatro di straforo, e si
innamora di una stellina transessuale. Desiderio
e sovversione rimano nel film di Sadiq,
che esordisce nel lungo sviluppando il nucleo
del corto Darling, premiato a Orizzonti 2019.

MEDITERRANEAN FEVER di Maha Haj


[Palestina/Ger/Francia/Cipro/Qatar, 108’] A pagina 18, a sinistra, una scena di Metronom e, accanto, un momento di Butterfly Vision.
Metti una sera a cena, a Haifa, un truffatore da Qui sopra, una scena di Le bleu du caftan e, sotto, un momento di Godland

quattro soldi e un aspirante scrittore che soffre


di depressione: finirà come (non) te l’aspetti. PLAN 75 di Chie Hayakawa lei assume un farmaco pericoloso e si crea una
Per la regista palestinese Maha Haj, già [Giappone/Francia/Filippine, 112’] nuova identità. L’umorismo nero del norvegese
collaboratrice di Elia Suleiman, la seconda volta Giappone, futuro prossimo: il governo promuove Borgli tinge di scuro anche questa commedia.
al Festival di Cannes dal 2016 di Personal Affairs. il programma Plan 75, che incoraggia i cittadini
anziani a sottoporsi a volontaria eutanasia.
THE SILENT TWINS di Agnieszka Smoczynska
METRONOM di Alexandru Belc [Rom/Fra, 102’]
Atmosfere distopiche per il lungometraggio
[Polonia/Gb, 113’]
Nella Romania di Ceausescu - anno: 1972, La storia vera delle gemelle Gibbons, unite da
d’esordio della regista nipponica.
stagione: autunno - va in scena lo struggente un legame morboso e capaci di comunicare
addio all’amore dell’adolescente Ana e del suo PLUS QUE JAMAIS di Emily Atef solo l’una con l’altra. Dopo The Lure e Fuga
fidanzato, che di lì a pochi giorni volerà via per [Ger/Fra/Lussemburgo/Norvegia, 123’] (alla Semaine nel 2018), la regista polacca torna
sempre dal paese. Nel cast, la stella Vlad Ivanov. Hélène e Mathieu sono una coppia felice. Scossa a sondare i risvolti interiori di donne inquiete.
da un problema di salute, Hélène viaggia da sola
LES PIRES di Lise Akoka, Romane Gueret in Norvegia per mettere alla prova il loro amore.
THE STRANGER di Thomas M. Wright
[Francia, 96’] [Australia, 117’]
La regista berlinese dirige Vicky Krieps e
Un gruppo di ragazzini viene selezionato Due uomini stringono amicizia su un aereo.
Gaspard Ulliel, qui nella sua ultima apparizione.
per un film. Nuova incursione nel mondo dei L’incontro è per Henry, schiacciato da una
teenager e terza collaborazione per Akoka e RETOUR À SÉOUL di Davy Chou vita di duro lavoro e criminalità, una nuova
Gueret dopo il corto Chasse Royale (a Cannes 69) [Francia/Germania/Belgio/Qatar, 117’] occasione. L’attore australiano Wright
e la serie Would You Rather (al Sundance 2021). Una ragazza francese adottata va alla ricerca dirige il suo secondo lungo, un thriller
dei propri genitori biologici in Corea del Sud. con Sean Harris e Joel Edgerton.
Chou torna a Cannes dopo Diamond Island (alla
Semaine de la critique del 2016), che insieme
TIRAILLEURS di Mathieu Vadepied
[Francia/Senegal, 109’]
a Cambodia 2099 e Le sommeil d’or ragionava
Prima guerra mondiale: un padre si arruola
su passato e futuro della Cambogia, paese
volontario per seguire il figlio, costretto a
d’origine della sua famiglia.
combattere nella colonia francese del Senegal.
RODEO di Lola Quivoron [Francia, 110’] Secondo lungo di Vadepied (DOP per Varda,
Un microcosmo feroce e maschilista, quello delle Ozon, Audiard) con Omar Sy (anche produttore).
corse clandestine su due ruote, visto con gli Film d’apertura della sezione.
occhi di una giovane delinquente appassionata
di moto. Quivoron (due corti, entrambi a Locarno,
WAR PONY di Gina Gammell, Riley Keough
[Usa, 115’]
e un documentario) debutta nel lungo di finzione.
Le storie di due indiani Lakota - Matho,
SICK OF MYSELF di Kristoffer Borgli dodicenne, e Bill, 23 anni - si intrecciano nella
©NEW EUROPE

[Norvegia/Svezia, 95’] riserva di Pine Ridge. Diretto a quattro mani


Thomas e Signe sviluppano una malsana dalla produttrice Gina Gimmell e dall’attrice
relazione: quando lui sfonda come artista, Riley Keough, qui alla loro prima regia.

FILMTV 19
75
Cannes
QUINZAINE DES RÉALISATEURS
INTERVISTA A PAOLO MORETTI
di GIULIO SANGIORGIO

TITOLI
Ogni anno ti chiedo di presentare il programma dell’edizione a venire, ma quest’anno vorrei
partire dal bilancio di quella passata.
Il 2021 è stato un anno unico, come fossero due anni in uno per via della sospensione del 2020 causa-
ta dal COVID-19. Un anno intenso e soddisfacente, grazie alla selezione che ha avuto di gran lunga la DI CODA
maggiore diffusione internazionale negli ultimi anni. I grandi festival dell’autunno, Busan, Toronto,
Londra, New York, hanno scelto 10/11 nostri film, e nemmeno gli stessi. I film hanno circuitato molto. E ANDIAMO ALLA
sia la Caméra d’or, il miglior esordio di tutta Cannes, cioè Murina di Antoneta Alamat Kusijanovic, sia SCOPERTA DELLA
l’Œil d’or, il miglior documentario del festival, cioè A Night of Knowing Nothing di Payal Kapadia, face- QUINZAINE DES
vano parte del nostro programma. E non solo: il César al miglior esordio è andato a Les magnétiques RÉALISATEURS 2022,
di Vincent Maël Cardona, l’Oscar al miglior corto animato è stato vinto da The Windshield Wiper di Al-
A PARTIRE DAL NOSTRO
berto Mielgo e Leo Sanchez Barbosa, un altro corto, The Parents’ Room di Diego Marcon è esposto nel
padiglione internazionale alla Biennale di Venezia. Tanti film, tante traiettorie soddisfacenti. Penso al- ANNUALE DIALOGO
la bellissima squadra italiana, A Chiara, Europa, Futura, Re Granchio, un’immagine del nostro cinema CON PAOLO MORETTI,
che m’ha fatto piacere presentare. DELEGATO GENERALE
Ora si ricomincia da L’envol di Pietro Marcello in apertura.
(SORPRENDENTEMENTE,
Lui dice del film che è una fiaba. Ed è insieme antichissima, perché cerca indietro, nella storia del cinema,
E NON È UNA BELLA
simboli e figure per raccontarsi, ed estremamente contemporanea. Un dialogo tra L’Atalante e Walt Disney,
reinterpretato dallo sguardo unico di Pietro. Il suo primo film prodotto in Francia e girato in francese. SORPRESA) ALL’ULTIMO
Nel programma c’è un nome importante della letteratura: ANNO DI MANDATO
Annie Ernaux.
Una bellissima sorpresa. La questione autobiografica è centrale TUTTI I FILM
nella sua opera, e il film è fatto a partire da suoi Super 8. Immagi- DELLA
ni che la raccontano e un testo, di una beltà trascendente, scritto QUINZAINE DES RÉALISATEURS
www.quinzaine-realisateurs.com
per commentarle. Come una variante, per Ernaux, estremamente
a cura di FIABA DI MARTINO e MATTEO MARELLI
coerente. Il suo primo film.
Ce ne sono otto, di esordi.
Sì. Ci interessa che un film sia irriverente nei confronti dei codici LUNGOMETRAGGI
stabiliti, che li provochi. E spesso gli esordi lo sono. Ma mi stanno
1976 di Manuela Martelli [Cile, 95’]
a cuore anche le prime volte a Cannes di registi che han fatto per-
Cile post golpe. Carmen si prende cura di un giovane che vive in clandestinità
corsi importanti, ma che non sono mai stati ospiti qui. Il nostro e la porta in un territorio sconosciuto, lontano dalla vita agiata a cui è abituata.
ruolo sta anche in questo: portare voci nuove al festival. L’anno Debutto in lungo co-prodotto da Jonas Carpignano.
scorso per esempio Joanna Hogg e Jean-Gabriel Périot, prima an-
cora Lech Kowalski, quest’anno per dire Véréna Paravel e Lucien EL AGUA di Elena López Riera [Spagna/Svizzera/Francia, 104’]
Un’antica credenza dice che le donne scompaiano col diluvio. Durante l’estate
Castaing-Taylor o Saela Davis e Anna Rose Holmer.
Ana e José si amano. Ma all’orizzonte minaccia tempesta. Esordio in lungo
E quali sono i codici che vengono messi in crisi, quest’anno?
dell’artista visiva co-fondatrice del collettivo lacasinegra.
Parlando di Paravel/Castaing-Taylor, per esempio, De humani cor-
poris fabrica è alle frontiere di diversi generi, è oltre il documen- LES ANNÉES SUPER 8 di Annie Ernaux, David Ernaux-Briot [Francia, 61’]
tario, diventa astratto, ha dei lati di commedia nera e dei lati Un archivio privato di film in Super 8 girati tra il 1972 e il 1981 diventa occasione
drammatici e sublimi. Oppure Enys Men di Mark Jenkin, altra pri- per riflettere sul decennio post Sessantotto. Primo film della scrittrice
ma volta, recupera i codici dei thriller psicologici degli anni 70 e li Annie Ernaux, realizzato assieme al figlio David.
pone in un contesto insulare filmato con una pellicola granulosis- ASHKAL di Youssef Chebbi [Francia/Tunisia, 92’]
sima. O l’esplosione queer e musical di João Pedro Rodrigues con Tunisi. Il ritrovamento di un cadavere carbonizzato è l’inizio di un’indagine
Fogo-fátuo. Credo sia un programma fedele allo spirito Quinzaine, sconcertante. Dopo Babylon, sospeso tra allegoria e documentario,
alla ricerca di voci nuove, anche nei cortometraggi Tv un fanta-noir che riporta alle atmosfere dark di Black Medusa.
20 FILMTV
FILM D’APERTURA

[Francia/Italia/Germania, 100’]

Si intitola L’envol il film che inaugura la


Quinzaine. Secondo le note di produzione
si tratta di un «racconto popolare, musicale
e storico, al confine con il realismo magi-
co». Narra di una ragazza che vive nel nord
della Francia con il padre, reduce dalla Pri-
ma guerra mondiale. Un giorno una maga
le predice un volo su vele scarlatte in fuga
dal suo villaggio. Lei ci crede e si comporta
di conseguenza. Produzione internazionale
per il regista casertano reduce dal succes-
so di Martin Eden. Sin da La bocca del lupo,
Marcello è interessato al realismo di ricer-
ca, diciamo così, ovvero a una ricostruzio-
ne che elabori nel montaggio materiali
d’archivio, ricognizioni storiche e aperture
al fantastico popolare (il Pulcinella di Bella
e perduta). L’envol è stato scritto insieme
al co-sceneggiatore abituale Maurizio
Braucci con la collaborazione di Maude
Ameline e Geneviève Brisac. Nel cast l’e-
©JHR FILMS

sordiente Juliette Jouan, Louis Garrel e


Noémie Lvovsky. MAURO GERVASINI

[Portogallo/Francia, 67’]

2069. Anno fatale per un re senza corona. di essere arrivate lì dalle brume ammantate
Sul letto di morte, un antico canto fa ricordare di solitudine e abbandono di A última vez que vi
ad Alfredo il tempo in cui sognava di fare Macau - i cui echi ritorneranno nel successivo
il pompiere per liberare il Portogallo dal flagello Mahjong - che a sua volta richiamava
©01 DISTRIBUTION

degli incendi. Un tempo avvampato da altri le atmosfere meticce e le riflessioni cominciate


desideri, da esplorare insieme ad Afonso, con Morrer como um homem. Rodrigues,
durato fino al momento in cui la vita non lo ha affiancato ancora una volta nella scrittura
richiamato ai propri doveri. Una stravaganza da João Rui Guerra da Mata, è l’alfiere
musicale, un racconto erotico e politico: così è di un cinema queer (come scrisse Goffredo Fofi
stato presentato dal comitato di selezione della in occasione di Il fantasma, l’opera d’esordio riappropria e gioca con le mitologie della cultura
Quinzaine des réalisateurs Fogo-fátuo, il nuovo presentata a Venezia, «la sua “diversità” è, per popolare portoghese (Manhã de Santo António),
film di João Pedro Rodrigues, che sembra essere una volta, davvero tale, esplicita nelle immagini allo stesso tempo sacro e profano, transessuale,
attraversato, come già in passato, da personaggi e, nei contenuti, incomunicabile»), un cinema pansessuale, che non fa che mutare pelle,
incontrati in altri suoi lavori. Qui, in modo trasgressivo e seducente, programmaticamente disattendendo le aspettative e attentando
ovvio, viene in mente O corpo de Afonso, ma provocatorio, che, dopo essersi mosso tra le forme definite, le immagine predisposte,
precedentemente era successo con le pellegrine le pieghe di un melodramma raffreddato qual per esplorare territori sconosciuti, per
cinesi dirette verso Santiago de Compostela era Odete, si è posizionato sulla soglia incerta interrogarsi e provare - su di sé - l’inaudito.
di O Ornitólogo che davano l’impressione tra finzione e documentario. Un cinema che si MATTEO MARELLI

FILMTV 21
Cannes
75
QUINZAINE DES RÉALISATEURS

[Francia/Svizzera, 115’]

L’anatomista André Vésale fu il primo ad aprire


il corpo umano a favore della scienza.
Cinque secoli dopo, Véréna Paravel
e Lucien Castaing-Taylor lo svelano allo sguardo
del cinema. Affiancandosi al lavoro di cinque
ospedali parigini e utilizzando gli strumenti
più avanzati in materia di ripresa anatomica,
De humani corporis fabrica mira a ritrarre il corpo
umano come un paesaggio di carne, sangue e tessuti,
riflettendo sulla professione medica al crocevia
fra umanità e tecnologia. Accademici di Harvard
e fondatori del Sensory Ethnographic Lab, fucina di
creazione di alcuni degli esperimenti documentari più
interessanti e discussi degli ultimi dieci anni, Paravel
e Castaing-Taylor portano avanti con coerenza la loro
©LES FILMS DU LOSANGE

idea di innovazione formale e la concretizzano in un


purissimo esempio di cinema del dispositivo. Al cuore
del loro lavoro, la ridefinizione del rapporto fra cinema
e antropologia attraverso un approccio decentrato,
anti-gerarchico e anti-antropocentrico alle immagini.
L’essere umano non è più l’attore privilegiato
del dispositivo e del reale, ma al centro dell’indagine TUTTI I FILM DELLA QUINZAINE DES RÉALISATEURS
vi è piuttosto la rete complessa delle relazioni che
si instaurano fra uomo, natura, oggetti e tecnologia.
Esempio lampante, il primo lavoro co-realizzato dal LE BARRAGE
duo, Leviathan (2012), studio vertiginoso sulla relazione di Ali Cherri [Francia/Sudan/Germania/Serbia, 84’]
fra umano e marino, realizzato da immagini filmate Adattamento (scritto con Bertrand Bonello) della videoinstallazione
senza controllo da camere disseminate lungo presentata alla Biennale d’arte 2022 con al centro la diga di Merowe,
un peschereccio al lavoro di notte nell’Atlantico: in Sudan, la cui realizzazione ha causato il trasferimento forzato
di oltre 50 mila persone.
sul ponte, sulle vele, in cabina, sulle reti che si
immergono e poi risalgono dall’oceano. Il successivo UN BEAU MATIN di Mia Hansen-Løve [Francia/Germania, 112’]
Somniloquies (2017) ambisce a registrare le Una nuovo racconto di perdita e rinascita con al centro
connessioni immateriali fra corpo e anima offerte una ragazza madre, discendente delle eroine rohmeriane,
dai percorsi onirici di Dion McGregor, musicista che, mentre si occupa del padre affetto da demenza senile,
newyorkese in grado di raccontare i suoi sogni ritrova l’amore con un amico perduto da tempo.
in tempo reale mentre dorme. E infine il controverso LES CINQ DIABLES di Léa Mysius [Francia, 95’]
Caniba (2017), ritratto a giudizio morale sospeso Già sceneggiatrice per Desplechin, Téchiné, Audiard e Denis,
sul cannibale Issei Sagawa e l’inquietante per la sua seconda regia Mysius costruisce una storia
rapporto con il fratello Jun mediato da sangue, di affetti familiari sproporzionati e squilibrati,
lame, fuoco e spine. EDDIE BERTOZZI segnati da violente rimozioni e magici ritorni.
22 FILMTV
PROIEZIONE SPECIALE

[Gb, 100’]

Dopo la lussureggiante foresta in cui era immersa


l’ipertecnologica villa di Ex Machina, e dopo l’inco-
noscibile e mutante Area X di Annientamento, sono
ancora la natura impassibile e una condizione d’iso-
lamento quelle in cui Alex Garland sprofonda prota-
gonista e spettatori: in Men, proiezione speciale alla
Quinzaine, la strepitosa Jessie Buckley di Sto pen-

©KEVIN BAKER/A24
sando di finirla qui e La figlia oscura è una neo ve-
dova che cerca sollievo e conforto in un casolare
della campagna inglese. Solo che attorno a lei si
moltiplicano gli uomini, inquietanti e invadenti, tutti
interpretati da un multiforme Rory Kinnear (ricco
curriculum british, dai Bond dell’era Craig alle eccellenze televisi-
ve di Black Mirror e Years and Years); e il paesaggio stesso sem-
bra rivoltarsi contro di lei, materializzando in diverse sfumature
[Irlanda/Usa/Gb, 94’]
d’orrore i sensi di colpa e l’elaborazione del lutto. Anche se le
prove da regista - cui va aggiunta anche l’ipnotica serie Devs, In un paesino di pescatori spazzato dal vento, nella contea irlan-
purtroppo inedita in Italia, di cui ha scritto e diretto tutte e otto le dese del Kerry, una madre (Emily Watson) prende la difficile deci-
puntate - lo associano principalmente alla fantascienza cerebra- sione di mentire per proteggere il figlio (il Paul Mescal di La figlia
le, le vibrazioni horror e l’angoscia psico-thriller che trapelano da oscura e della serie Normal People), finendo per creare una frat-
Men non sono nuove al regista inglese, che giovanissimo rag- tura insanabile nella comunità marittima in cui abitano. A comple-
giunse uno strepitoso successo letterario con il romanzo L’ultima tare il cast di questo thriller psicologico, l’ottima Aisling Franciosi
spiaggia (The Beach), il cui adattamento cinematografico diede di The Nightingale, mentre dietro la macchina da presa c’è la
poi inizio a una fortunata carriera da sceneggiatore (anche di vi- newyorkese Anna Rose Holmer, al sospirato secondo lungo (di-
deogiochi) e alla collaborazione con Danny Boyle, per cui scrisse retto a quattro mani con la sua montatrice abituale Saela Davis)
le apocalissi di 28 giorni dopo e Sunshine. ALICE CUCCHETTI ben sette anni dopo il suo impressionante esordio. Collaboratrice
di Lena Dunham (Tiny Furniture), promettente voce dell’indie a
stelle e strisce, dopo il documentario Twelve Ways to Sunday Hol-
mer aveva conquistato la critica con il debutto di fiction The Fits,
progetto Biennale College alla Mostra di Venezia 2015: un coming
LA DÉRIVE DES CONTINENTS (AU SUD) of age feroce dove la pubertà si manifesta come un’epidemia di
di Lionel Baier [Svizzera/Francia, 89’] misteriose convulsioni. Uno studio del corpo femminile che pro-
Nathalie sta organizzando la visita di Macron e Merkel in un campo di metteva la nascita di un’autrice: la attendiamo. ILARIA FEOLE
migranti in Sicilia, quando arriva Albert, suo figlio attivista di una ONG,
che non crede più alle missioni della madre e a una certa idea d’Europa.

ENYS MEN di Mark Jenkin [Gb, 90’]


Dopo il b/n tiratissimo di Bait, il ritorno al lungometraggio di Jenkin
è ancora all’insegna dell’analogico. Un horror in 16 mm che esplora
lo strano e l’inquietante su un’isola disabitata del mar Celtico.

FALCON LAKE
di Charlotte Le Bon [Canada, 100’]
Una storia di fantasmi. Quindi d’amore. E viceversa.
Esordio nel lungo dell’artista, pittrice e attrice (per Michel
Gondry, Robert Zemeckis) Le Bon, non nuova al cinema di genere
(ha diretto il cortometraggio horror Judit Hotel ) né alla kermesse
©A24

(il corto venne presentato a Cannes 2018).

FILMTV 23
75
Cannes
QUINZAINE DES RÉALISATEURS

FILM DI CHIUSURA

[Francia, 101’]

Durante uno spettacolo un attore della Comédie Française muore. Avvele-


nato. I sospetti vertono sul collega Martin (il Vincent Lacoste di Illusioni
perdute), a cui, nel frattempo, dà la caccia un’organizzazione chiamata Le
parfum vert. Con lui Claire (Sandrine Kiberlain, da poco in sala in Un altro
mondo ), fumettista in cerca d’avventura. Film di chiusura della Quinzaine, è
l’opus n. 3 di Pariser, già regista di Le grand jeu (presentato a Cineasti del
presente a Locarno nel 2015) e del da noi amato Alice e il sindaco (Quinzai-
ne 2019). Se la grande protagonista del cinema del francese è la politica (i
suoi corti si intitolano: Le jour où Ségolène a gagné, La République e Agit
Pop), qui è uno spettro, un’ipotesi di complotto, un détournement kafkiano,
come nell’esordio Le grand jeu con Melvil Poupaud e André Dussollier, sec-
co come un film di Mamet, ma ambiguo, opaco, pieno di ellissi che paiono
tagli psicoanalitici (e Pariser è tra i registi dell’In Treatment d’oltralpe). Ci-
nefilo, e amante del 35 mm, il nostro è un cineasta che osserva la superfi-
cie del conflitto tra il dire e il fare, la retorica e l’azione, l’ideale e il pro-
gresso: si pensi ai litigi tra Alice e il sindaco, in quel cripto-sequel di L’albe-
ro, il sindaco e la mediateca di Rohmer, con Anaïs Demoustier stagista di
un Fabrice Luchini che guarda ai teatrini di Guitry. In questo senso la sua è
una poetica del troppo grande, troppo piccolo, una commedia insondabile,
e gialla: le cose cambiano, enigmatiche, mentre gli uomini, immersi nel loro
©BIZIBI

spettacolo, (non) tentano di incider su di esse. GIULIO SANGIORGIO

TUTTI I FILM DELLA QUINZAINE DES RÉALISATEURS

FUNNY PAGES di Owen Kline [Usa, 86’] REVOIR PARIS di Alice Winocour [Francia, 105’]
Cortista e interprete americano (ha lavorato con i fratelli Safdie e con Mia (Virginie Efira), in stress post-traumatico dopo essere finita in
Baumbach), Kline debutta alla regia di un lungo con questo bislacco mezzo a un attacco terroristico in un bistrot parigino, cerca di ricordare
coming of age di un fumettista in cerca di un senso e... di un’anima. quanto accaduto. Opera quarta di Winocour, diplomata alla Fémis come
sceneggiatrice (Mustang ), e fresca di sci-fi con Eva Green (Proxima).
LES HARKIS di Philippe Faucon [Francia, 82’]
Giovani algerini ridotti in povertà (gli “harkis ” del titolo) si arruolano UN VARÓN di Fabián Hernández [Colombia/Francia/Olanda, 82’]
come volontari nell’armata francese durante la guerra. Faucon, Assistente di produzione in diversi progetti colombiani, insegnante di
già produttore di L’uomo che vendette la sua pelle, è al decimo sceneggiatura in scuole pubbliche di Bogotá, dopo alcuni corti Hernández
film per il cinema e torna alla Quinzaine sette anni dopo Fatima. debutta alla regia di un lungo sull’aspra lotta per la sopravvivenza
LA MONTAGNE di Thomas Salvador [Francia, 115’] di un ragazzo in un quartiere dominato dalla legge del più forte.
Al secondo lungo di finzione dopo il fantasy Vincent n’a pas d’écailles,
Salvador torna a Cannes per la seconda volta raccontando di (e
UNDER THE FIG TREES di Erige Sehiri [Tun/Fra/Ger/Svi, 92’]
Mentre il raccolto dell’estate dà i suoi frutti, giovani lavoratori e lavoratrici
interpretando) un ingegnere parigino irretito dalle Alpi (e da una chef).
danzano una ronde di corteggiamenti, amicizie, incomprensioni e nuovi
PAMFIR di Dmytro Sukholytkyy-Sobchuk [Francia/Ucraina, 102’] sentimenti che sbocciano imprevisti. Debutto nel lungo di finzione della
Le colpe di un padre, i tormenti di un figlio. Esordio del filmmaker ucraino franco-tunisina Sehiri, la cui casa di produzione è responsabile di diversi
passato a Berlinale Talents, Torino FilmLab e Locarno Film Academy. doc d’autore promossi a festival come Visions du réel e Cinémed.
24 FILMTV
TUTTI I CORTOMETRAGGI DELLA QUINZAINE DES RÉALISATEURS

ARIBADA HAPPY NEW YEAR, JIM


di Simon(e) di Andrea Gatopoulos
Jaikiriuma Paetau [Italia, 9’]
& Natalia Escobar
[Germania/Colombia, 30’] JITTERBUG
di Ayo Akingbade
AS TIME PASSES [Gb, 24’]
di Jamil McGinnis
[Usa/Turchia, 14’] MARIA SCHNEIDER, 1983
di Elisabeth Subrin
BEBEN [Francia, 24’]
di Rudolf Fitzgerald
Leonard [Germania, 16’] THE POTEMKINISTS
di Radu Jude
DES JEUNES [Romania, 18’]
FILLES ENTERRENT

©SIXPACKFILM
LEUR VIE THE SPIRAL
di Maïté Sonnet di María Silvia Esteve
[Francia, 33’] [Argentina, 20’]

[Germania/Austria, 8’]

Staging Death è un corto di montaggio di individualità irriducibili, dove


©GARGANTUA FILM DISTRIBUTION

che raccoglie le tante occasioni e le i presunti luoghi oscuri della sessualità


estrose modalità in cui Udo Kier è morto si illuminano a giorno, rivelando una
sullo schermo. Jan Soldat arriva per quotidiana, domestica e certo bizzarra
la prima volta a Cannes con questo ricerca della felicità. Lo sguardo di Soldat,
supercut dedicato all’attore tedesco, immune da ogni stigma moralista di
che si preannuncia spassoso e truculento, abiezione come dal sensazionalismo da
ma anche inconsueto nella sua vasta freak show, lascia dispiegare liberamente
filmografia. Forse la stessa presenza l’intimità dei suoi soggetti, con rispetto
fisica di Kier, col suo magnetismo e curiosità, senza impedirsi del resto di
vagamente mostruoso, può indagare i risvolti psicologici e sociali più
superficialmente richiamare gli individui profondi delle loro scelte, come emerge
aberranti cui da tempo si interessa limpidamente dal profilo di Klaus,
Soldat. D’altra parte, il carattere lo schiavo per vocazione protagonista
ossessivo-compulsivo di questo catalogo di The Incomplete (2013), film di diploma
mortuario sembra distaccarsi dalla che lanciò Soldat nella scena dei festival.
©MICRO FILM

galleria di normalissimi perversi che La nevrosi è ripetitiva; la perversione,


il documentarista tedesco ha assemblato anche nella sua routine, molto più
film dopo film: dal BDSM all’AB/DL (ossia imprevedibile e divagante. E forse proprio
Sopra, dall’alto, una scene di Happy New
gli “adulti-bambini” che amano indossare nell’inventiva con cui registi di ogni
Year, Jim di Andrea Gatopoulos e un momento
di The Potemkinists di Radu Jude pannolini), passando per coprofilia estrazione hanno escogitato nuovi
e zoofilia, dalle prigioni “turistiche” modi di far morire Udo Kier nei loro
dove godere di ogni tipo di abuso e film, ritroviamo il gusto di Soldat per
degradazione alle fantasie di chi desidera la peculiarità e la deviazione creativa
PER APPROFONDIRE
SCOPRI SU MUBI LA RASSEGNA DEDICATA essere cannibalizzato. Il variegato atlante entro quei capisaldi dell’universale
ALLA QUINZAINE, DOVE SONO DISPONIBILI ALCUNI delle parafilie composto da Soldat nei che sono il sesso e la morte.
DEI FILM SELEZIONATI NEGLI ANNI suoi ritratti è un’appassionata collezione TOMMASO ISABELLA

FILMTV 25
75
Cannes
TUTTI I FILM DELLA
SEMAINE DE LA CRITIQUE
E DI ACID

SULLA CROISETTE, IL FUTURO DEL CINEMA: NELLA SELEZIONE DELLA SEMAINE,


TRADIZIONALMENTE DEDICATA AGLI ESORDI, E IN QUELLA DELL’ACID,
CURATA DALL’ASSOCIAZIONE FRANCESE PER LA DIFFUSIONE DEL CINEMA INDIPENDENTE

TUTTI I FILM DELLA SEMAINE DE LA CRITIQUE

CONCORSO LUNGHI
[Usa, 98’]
AFTERSUN di Charlotte Wells [Gb/Usa, 98’]
Tormentato e innamorato per Allen (Café Society), luciferino per Sophie ripensa a una vacanza con il padre di 20 anni prima. I suoi ricordi
Snyder (Batman v Superman, Justice League), sfacciatamente colmano un vuoto, evocano immagini non racchiuse nei filmati di viaggio,
ambizioso per Fincher (The Social Network): con una manciata di aiutano a scoprire ciò che del genitore non ha mai conosciuto.
ruoli, da un decennio a questa parte, Jesse Eisenberg s’è ritaglia-
ALMA VIVA di Cristèle Alves Meira [Portogallo/Francia/Belgio, 85’]
to un posto al sole a Hollywood, in cui si fa riconoscere per la
Come per i corti Campo de víboras e Invísivel Herói (rispettivamente
chioma arruffata, il portamento perennemente irrequieto, la ma-
alla Semaine 2016 e 2019), Alves Meira gira ancora in Portogallo:
niera tutta sua di abitare lo spazio scenico. La definitiva consa- tra i monti dove passa l’estate la piccola Salomé, perseguitata
crazione, a sancirne l’ingresso nel prestigioso consesso degli “at- da uno spirito in seguito alla morte di sua nonna.
tori millennial più cool del momento”, la decreta però il suo esor-
dio alla regia When You Finish Saving the World, in apertura alla
DALVA di Emmanuelle Nicot [Belgio/Francia, 85’]
Dalva ha 12 anni ma vive e si veste da adulta. Un giorno viene separata dal
61ª Semaine de la critique e già presentato al Sundance 2022.
padre e inizia a vivere una nuova normalità. Come già nel corto Snatched
Non è una novità: da molti giovani attori, oggi, è lecito aspettarsi
(2016), Nicot ha scelto i suoi attori non professionisti dalla strada.
una prima prova dietro la macchina da presa. Ci sono già passati
in tanti: Lena Dunham con Tiny Furniture e l’ultimo Sharp Stick, IMAGINE di Ali Behrad [Iran, 78’]
Paul Dano con Wildlife, Emerald Fennell con Una donna promet- Tassisti di notte a Tehran. Un autista si innamora di una donna
tente, Rebecca Hall con Passing, Romola Garai con Amulet, Bo ospite del suo taxi: un amore impossibile, inconfessabile.
Burnham con Eight Grade... Tv MARIA SOLE COLOMBO Inizia da lì, per lui, una serie di incontri misteriosi.

LA JAURÍA di Andrés Ramírez Pulido [Colombia/Francia, 86’]


Sopra, Finn Wolfhard e Julianne Moore
Un carcere minorile nella foresta colombiana è dove Eliù dimentica
in una scena di When You Finish Saving the World. il passato. Ramírez Pulido lavora sul rapporto tra natura selvaggia e
A pagina 27, un momento di 99 Moons adolescenza, toccato sin dal corto El Edén, presentato alla Berlinale 2016.
26 FILMTV
TUTTI I CORTOMETRAGGI

CONCORSO RAIE MANTA


CANKER di Anton Bialas
di Lin Tu [Cina, 13’] [Francia, 31’]

LAS CRIATURAS SWAN DANS LE CENTRE


QUE SE DERRITEN di Iris Chassaigne [Francia, 25’]
BAJO EL SOL WILL YOU LOOK
di Diego Céspedes AT ME di Shuli Huang TUTTI I FILM DI ACID www.lacid.org a cura di GIULIA BONA
[Cile/Francia, 16’] [Cina, 20’]
CUERDAS ON XERXÈS’ THRONE
Estibaliz Urresola Solaguren di Evi Kalogiropoulou 99 MOONS di Jan Gassmann (Svizzera, 110’)
[Spagna, 30’] [Grecia, 15’] La ricercatrice Bigna e il problematico Frank si innamorano. Gassmann
(alle spalle tre doc e un film co-diretto insieme ad altri giovani registi
ICE MERCHANTS FUORI CONCORSO svizzeri) narra le tensioni di coppia in una storia d’amore e ossessione.
di João Gonzalez
[Portogallo/Gb/Francia, 14’] AMO di Emmanuel Gras ATLANTIC BAR di Fanny Molins (Francia, 77’)
[Francia, 20’]
I DIDN’T MAKE IT L’Atlantic Bar, un café ai margini di Arles, è minacciato dalla
TO LOVE HER HIDEOUS gentrificazione. Esordio doc della francese Molins, che osserva
di Anna Fernandez De Paco di Yann Gonzalez [Gb, 22’] il tessuto umano e sociale di un territorio periferico.
[Bosnia/Spagna/Gb, 17’]
SCALE LA COLLINE di Denis Gheerbrant, Lina Tsrimova (Francia/Belgio, 77’)
IT’S NICE IN HERE di Joseph Pierce Una collina in Kirghizistan è la dimora di una piccola comunità e
di Robert-Jonathan [Francia/Gb/Repubblica di una grande discarica. Il veterano Gheerbrant e l’esordiente
Koeyers [Olanda, 16’] Ceca/Belgio, 15’] Tsrimova mettono in scena, in questo doc, gli scarti del capitalismo.

www.semainedelacritique.com a cura di MATTEO BAILO


GRAND PARIS di Martin Jauvat (Francia, 80’)
Nelle banlieue parigine, in un cantiere della nuova linea metropolitana,
due amici trovano un oggetto misterioso. Al suo primo lungo, Jauvat
trasforma la periferia in luogo inedito attraverso il filtro della commedia.
NOS CÉRÉMONIES di Simon Rieth [Francia, 104’]
Un incidente cambia le vite di due fratelli spericolati. Dieci anni dopo, HOW TO SAVE A DEAD FRIEND di Marusya Syroechkovskaya
tornati sul luogo incriminato, nascondono ancora un segreto. (Svezia/Norvegia/Francia/Germania, 103’)
Russia: tra il 2000 e 2010, la millennial Marusya registra la sua relazione
THE WOODCUTTER STORY di Mikko Myllylahti
con Kimi. L’esordio nel lungo della regista è il ritratto di una generazione
[Finlandia/Danimarca/Olanda/Germania, 98’]
disillusa in un paese indifferente. Menzione speciale a Vision du réel.
La vita di un taglialegna va in pezzi. Il regista Myllylahti è co-sceneggiatore
di La vera storia di Olli Mäki, vincitore del Certain regard 2018. JACKY CAILLOU di Lucas Delangle (Francia, 92’)
In un villaggio sulle Alpi francesi, Jacky apprende dalla nonna Gisèle
FUORI CONCORSO LUNGHI l’arte della guarigione. Il francese Delangle debutta qui nel lungo.
GOUTTE D’OR di Clément Cogitore [Francia, 98’] MAGDALA di Damien Manivel (Francia, 78’)
Nel 2015 con Ni le ciel ni la terre, selezionato alla Semaine, Cogitore Dopo la morte di Gesù, Maria Maddalena si ritira in solitudine nella
ci portava in Afghanistan. Oggi mostra un’altra forma di conflitto, che foresta, si nutre di bacche e dorme sugli alberi. Quinto atteso lungo
esplode in un quartiere di Parigi con l’arrivo di una banda criminale. del prodigioso Manivel, che dirige la coreografa Elsa Wolliaston,
già volto e corpo per il regista francese in Les enfants d’Isadora.
NEXT SOHEE di July Jung [Corea del Sud, 135’]
Una studentessa è distrutta dall’avidità dell’azienda per cui lavora. Un’altra POLARIS di Ainara Vera (Francia/Groenlandia, 78’)
storia di violenza su una giovane donna dopo A Girl at My Door, che July Per fuggire dal suo doloroso passato in Francia, Hayat diventa
Jung aveva presentato a Cannes 2014. Film di chiusura della sezione. una skipper nell’Artide. La montatrice di Aquarela e Gunda di Victor
Kossakovsky, dopo due doc, passa dietro la mdp in un lungo di finzione.
TOUT LE MONDE AIME JEANNE
di Céline Devaux [Francia/Portogallo, 95’] YAMABUKI di Juichiro Yamasaki (Giappone/Francia, 97’)
La storia di Jeanne, amata da tutti ma con poca autostima. Primo lungo Le vite di alcuni abitanti di una cittadina del Giappone occidentale
della regista e illustratrice Devaux, vincitrice di vari riconoscimenti tra cui si intrecciano. Nel suo terzo film, presentato a Rotterdam, Yamasaki
il premio al miglior corto per Gros chagrin alla Mostra di Venezia 2017. narra il contesto in cui vive, Maniwa, e ragiona sull’identità giapponese.

FILMTV 27
Quinta puntata

Effetti speciali
di

Li aveva svuotati come salvadanai quei drogati di merda, e andando bene».


Arya lo aveva aiutato. L’aveva rimessa in piedi tirandola su per «Serio?».
le braccia perché da solo non avrebbe fatto in tempo a ripren- Zip sorrise, «sì». Poi il telefono si illuminò, lesse ad alta voce:
dersi la roba. Lei si era riscossa e avevano portato via tutto. Si «Renato».
erano precipitati fuori dalla porta correndo sulle scale perché «Che dice?».
il conte Dracula aveva parlato di una terrazza sul tetto, che po- «Dice “cani”».
tevano stare lì. «Drogati di merda», aveva ripetuto Zip una Di tutte le informazioni che gli sarebbero servite in quel mo-
volta trovata, e Arya non aveva risposto. mento, questa era l’unica che avevano già. Allora chiese «che
Faceva freddo e quella non era una terrazza ma un pezzo di vi stanno facendo?». Lui rispose «entrati chiesto documenti».
tetto piano dove spuntavano cinque vecchi comignoli; attor- Zip scrisse «ok» e «fammi sapere se salgono».
no, le tegole sembravano tenute insieme solo dalla brina. Si Poi guardò Arya, «hai paura?».
erano dovuti arrampicare nel buio su una scala a pioli di me- Lei disse «sì». Lo fissò per alcuni secondi, poi gli si avvicinò.
tallo che li aveva lasciati accanto al terzo comignolo. «Tutti sotto coi carabinieri e noi qui».
«Va bene qui?». Lui annuì. «Se salgono ci arrestano lo sai?».
Arya alzò le spalle, «dove vuoi». Arya rise. «Io giuro che la roba non è mia». Indicò il fondo del
Si accovacciarono. Lui accese una sigaretta. tetto con la testa, «oppure te la butto di sotto».
«Perché fumi quella merda? Non serve a niente». «Non ci provare», sussurrò.
Zip scoppiò a ridere, «ma te che ti cali tutta sta roba?». Luce, altro messaggio di Renato. Diceva: «Saw sotto consolle
«Parla piano», disse. «Comunque io lo faccio solo una volta a ora guardano ovunque silenzio».
settimana». «Merda», disse Arya piano.
«Allora brava». Zip la abbracciò, si strinsero, aveva un odore leggermente
Arya sospirò, vide scorrere di fronte a sé il suo respiro con- agrumato, lei pensò: forse Acqua di Parma, con tutti i soldi
densato. Il cielo di Torino era umido, gelato, nero. che si faceva sicuramente poteva permetterselo. Lo annusò, le
«E quindi te la sei poi fatta Daenerys?». piaceva quel profumo. Dopo alcuni minuti disse «questa sera-
«No, era impegnata a fermare una rissa». ta ce la ricorderemo per tutta la vita».
«Non è colpa mia. Quella ha sbagliato persona». «Spero per qualcosa di bello, anche».
Lui buttò la sigaretta (stella cometa). Rispose «non sembrava». Si guardarono senza dirsi niente, i respiri condensati si scor-
«Le è salita male». navano, uno dentro l’altro nell’oscurità breve del mattino, fin-
Zip annuì lentamente. Poi si sfilò la tracolla, la aprì e svuotò le ché la luce del telefono la spaccò.
tasche, iniziò a sistemare i pacchettini di stagnola dentro i sac- Renato: «Potete scendere, sono andati via, multa e predica.
chetti gelo. Chiese «secondo te li arrestano?». Comunque vaffanculo».
Arya lo aiutò. «Se non trovano niente no», disse rovistando Allora lasciarono andare una risata. Sciolsero l’abbraccio e ap-
nella penombra. «Gli faranno una multa perché sono più di poggiarono la schiena al comignolo. Si rilassarono. Arya al-
sei persone, non conviventi, cose così...». lungò le gambe, «dio meno male».
«Ma chi li ha chiamati?». Zip annuì.
«Non ne ho idea. L’importante è che non salgano». Lei disse che ora gli toccava scendere per il premio. «Allora
Zip guardò il telefono per vedere se avevano scritto sul grup- per te a chi va?».
po, «nessuno dice niente». «Godzilla».
«Fa un freddo porco». «Stronzo».
«Meglio al freddo che al fresco». Lui rise, poi tacquero. Dopo un po’ le chiese «scopiamo?».
Lei rise, «idiota». Allora Zip le cinse le spalle e fece su e giù Arya lo studiò con calma, Zip era proprio un bel ragazzo, bel
con la mano per scaldarla. Poi ritirò il braccio. «Ma quindi che viso, occhi blu. «No», disse.
fai nella vita tu, chi sei?». Lui si accese un’altra sigaretta, diede una boccata e sbiancò il
«Lavoravo da Sephora. Tu spacci e basta?» cielo scuro di fronte a sé, sorrise divertito.
«Sto in un’agenzia di assicurazioni, per me questo periodo sta «Mi fa lo stesso».

Effetti speciali di Giulia Binando Melis termina qui. Sul numero 24 di Film Tv, la prima puntata di Un bacio qui di Antiniska Pozzi

28 FILMTV
i 400 colpi DIAMO TUTTI I NUMERI a cura di CATERINA BOGNO

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ALIC

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ADR
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FILM

ADORAZIONE 4 6 7 8 6 5 7 6,1
IN SALA DAL 19/5 (VEDI A PAGINA 33)

GAGARINE - PROTEGGI CIÒ... 7 6 7 7 7 6,8


IN SALA DAL 19/5 (VEDI A PAGINA 34)

MOTHER LODE 6 8 7 7 7 6 6,8


IN SALA DAL 19/5 (VEDI A PAGINA 35)

GLI AMORI DI ANAÏS 6 6 7 6 6 7 6 7 6 5 6,2


IN SALA (VEDI N. 17/2022)

ANIMALI FANTASTICI: I SEGRETI... 5 6 4 7 2 6 5 6 5,1


IN SALA (VEDI N. 15/2022)

ARTHUR RAMBO - IL BLOGGER... 6 6 4 7 4 6 3 6 5,3


IN SALA (VEDI N. 17/2022)

BAD ROADS - LE STRADE... 7 6 7 5 8 7 8 7 9 6 7 6 8 7


IN SALA (VEDI N. 17/2022)

BROTHERHOOD 7 7 6 7 9 8 7 8 7,4
IN SALA (VEDI N. 16/2022)

DOCTOR STRANGE NEL... 6 7 8 7 8 5 5 6 6 8 6 9 5 5 6,5


IN SALA (VEDI N. 18 E 19/2022)

FINALE A SORPRESA - OFFICIAL... 8 8 7 7 5 5 7 5 6 5 8 4 7 4 6 7 6,2


IN SALA (VEDI N. 16/2022)

GENERAZIONE LOW COST... 6 6 6 7 5 8 6,3


IN SALA (VEDI N. 19/2022)

IL NASO O LA COSPIRAZIONE... 8 8 8 7 7 8 7 7 8 7 7,5


IN SALA (VEDI N. 18/2022)

THE NORTHMAN 6 5 5 7 7 5 8 4 5 4 3 7 8 5 6 5 5,6


IN SALA (VEDI N. 16/2022)

SETTEMBRE 7 8 4 7 5 7 8 6 6 6,4
IN SALA (VEDI N. 18/2022)

TROMPERIE - INGANNO 7 7 8 6 6 7 8 7 5 8 6 8 8 7 5 8 9 7 7
IN SALA (VEDI N. 17/2022)

SERIE

IL PENTAVIRATO 4 2 4 3,3
NETFLIX (VEDI A PAGINA 39)

THE DROPOUT 7 5 7 6 7 8 7 5 6,5


DISNEY+ (VEDI N. 19/2022)

HEARTSTOPPER 5 6 7 7 6 7 8 5 6,4
NETFLIX (VEDI N. 19/2022)

MOON KNIGHT 5 5 7 5 2 7 5,2


DISNEY+ (VEDI N. 19/2022)

SLOW HORSES 8 7 8 8 8 7,8


APPLETV+ (VEDI N. 19/2022)

ASCOLTA I CONSIGLI DI FILM TV ANCHE A LA ROSA PURPUREA, IL SETTIMANALE DI CINEMA DI RADIO 24 CONDOTTO DA FRANCO DASSISTI,
IN ONDA IL SABATO ALLE 18 - WWW.FACEBOOK.COM/LAROSAPURPUREARADIO24 - WWW.RADIO24.IT

FILMTV 29
In cartellone QUELLO CHE C’È E QUELLO CHE CI ASPETTA AL CINEMA
IN SALA zabcdjkl SECRET TEAM 355 di Simon Kinberg
zabcd ALI & AVA di Clio Barnard (n. 15/2022) (recensione a pagina 32)
zabcd UN ALTRO MONDO di S. Brizé (n. 13/2022) zabcd IL SERVO di Joseph Losey
zafgh GLI AMORI DI ANAÏS di Charline zabcdjkl IL SESSO DEGLI ANGELI
Bourgeois-Tacquet (n. 17/2022) di Leonardo Pieraccioni (n. 18/2022)
zabcd GLI AMORI DI SUZANNA ANDLER zabcd SETTEMBRE di G.L. Steigerwalt (n. 18/2022)
di Benoît Jacquot (n. 16/2022) zafgh SONIC 2 di Jeff Fowler (n. 15/2022)

©LUCKY RED
zabcd ANIMA BELLA di D. Albertini (n. 17/2022) zabcd SPENCER di Pablo Larraín (n. 12/2022)
zafg ANIMALI FANTASTICI: I SEGRETI zafgh GLI STATI UNITI CONTRO BILLIE
DI SILENTE di David Yates (n. 15/2022) HOLIDAY di Lee Daniels (n. 18/2022)
zabcd L'ARMA DELL'INGANNO di John Madden in arrivo zabcd STORIA DI MIA MOGLIE
(recensione a pagina 31) di Ildikó Enyedi (n. 15/2022)
zafgh ARTHUR RAMBO di L. Cantet (n. 17/2022) ESTERNO NOTTE: PRIMA PARTE zafgh LA TANA di Beatrice Baldacci (n. 17/2022)
zabcd ASSASSINIO SUL NILO di Marco Bellocchio zafgh TAPIRULÀN di Claudia Gerini (n. 18/2022)
di Kenneth Branagh (n. 7/2022) Il 16 marzo 1978 Aldo Moro (Fabrizio Gifuni), zabcd TRA DUE MONDI di E. Carrère (n. 14/2022)
zabcd L’AUDIZIONE di Ina Weisse (n. 18/2022) presidente della DC e fautore dell’accordo zabcd TROMPERIE di A. Desplechin (n. 17/2022)
zabcd BAD ROADS di N. Vorozhbit (n. 17/2022) tra il suo partito e il PCI, viene rapito dalle zabcd TROPPO CATTIVI di P. Perifel (n. 13/2022)
zabcd azjkl BELFAST di K. Branagh (n. 8/2022) Brigate rosse sulla strada per il parlamento. zafgh VECCHIE CANAGLIE di C. Sani (n. 18/2022)
zabcd BROTHERHOOD di F. Montagner (n. 16/2022) IN SALA DAL 18 MAGGIO zabcdjkl UNA VITA IN FUGA di S. Penn (n. 13/2022)
zabcd CALIFORNIE di Alessandro Cassigoli, Su Film Tv n. 21/2022, intervista al regista zabcd VORTEX di Gaspar Noé (n. 16/2022)
Casey Kauffman (n. 16/2022) dcbaz WATERMELON MAN di Melvin Van Peebles
zafgh C’MON C’MON di Mike Mills (n. 14/2022)
zafgh CODA di Sian Hader (n. 14/2022) DAL 17 MAGGIO 2022
zabcd CORRO DA TE di Riccardo Milani (n. 11/2022) ITALIA - IL FUOCO, LA CENERE di O. Bohler, LA BICICLETTA E IL BADILE
zabcdjkl CRIMINALI SI DIVENTA di L. Trovellesi C. Gailleurd (recensione sul prossimo numero) di Maurizio Panseri, Alberto Valtellina
Cesana, A. Tarabelli (recensione a pagina 36) zabcd KURDBÛN - ESSERE CURDO (recensione sul prossimo numero)
zafgh DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO di Fariborz Kamkari (recensione a pagina 36)
DELLA FOLLIA di Sam Raimi (n. 19/2022) zabcd LAMB di Valdimar Jóhannsson (n. 13/2022) DAL 18 MAGGIO 2022
zafgh DOWNTON ABBEY II - UNA NUOVA zabcd LICORICE PIZZA di P.T. Anderson (n. 11/2022) ESTERNO NOTTE: PRIMA PARTE
ERA di Simon Curtis (n. 18/2022) hgfaz THE LOST CITY di A. Nee, A. Nee (n. 16/2022) di Marco Bellocchio
zabcd ELIZABETH di Roger Michell zabcd LUNANA di Pawo Choyning Dorji (n. 13/2022) (recensione sul prossimo numero)
(recensione a pagina 34) zafgh MEMORY BOX di Joana Hadjithomas,
zabcd ENNIO di Giuseppe Tornatore (n. 5/2022) Khalil Joreige (n. 15/2022) DAL 19 MAGGIO 2022
zabcd UN EROE di Asghar Farhadi (n. 52/2021) zabcdjkl MORBIUS di Daniel Espinosa (n. 14/2022) zabcd ADORAZIONE di Fabrice du Welz
zafgh FEMMINILE SINGOLARE zabcd IL NASO di Andrey Khrzhanovsky (n. 18/2022) (recensione a pagina 33)
di AA.VV. (n. 19/2022) zafgh NAVALNY di Daniel Roher (n. 19/2022) zabcdjkl AMERICAN NIGHT di Alessio Della Valle
zabcd LA FIGLIA OSCURA zabcd NOI DUE di Nir Bergman (n. 18/2022) (recensione a pagina 33)
di Maggie Gyllenhaal (n. 14/2022) zabcd THE NORTHMAN di R. Eggers (n. 16/2022) DUE DONNE AL DI LÀ DELLA LEGGE
zabcd UN FIGLIO di M.M. Barsaoui (n. 16/2022) zabcd ONLY THE ANIMALS di D. Moll (n. 19/2022) di Raffaele Schettino
zabcd FINALE A SORPRESA zabcd PARIGI, 13ARR. di J. Audiard (n. 12/2022) (recensione sul prossimo numero)
di M. Cohn, G. Duprat (n. 16/2022) zabcd QUANDO ERAVAMO RE di Leon Gast zabcd GAGARINE - PROTEGGI CIÒ CHE AMI
zafgh FIRESTARTER di Keith Thomas zabcdjkl QUANDO HITLER RUBÒ IL CONIGLIO di Fanny Liatard, Jérémy Trouilh
(recensione a pagina 32) ROSA di Caroline Link (n. 17/2022) (recensione a pagina 34)
zabcd LA FORTUNA DI NIKUKO di A. Watanabe zabcd QUANDO TU SEI VICINO A ME zafgh KOZA NOSTRA di G. Dota (n. 18/2022)
(n. 19/2022) di Laura Viezzoli (n. 18/2022) zabcdfgh MOTHER LODE di Matteo Tortone
zabcd FULL TIME di Éric Gravel (n. 13/2022) zabcd THE RESCUE di Jimmy Chin, (recensione a pagina 35)
zabcd GENERAZIONE LOW COST Elizabeth Chai Vasarhely (n. 9/2022) TWENTY ONE PILOTS
di J. Lecoustre, E. Marre (n. 19/2022) zabcd IL RITRATTO DEL DUCA CINEMA EXPERIENCE di Jason Zada
zabcdjkl LA GRANDE GUERRA DEL SALENTO di Roger Michell (n. 9/2022)
di M. Pollini (recensione a pagina 36) zabcd RUE GARIBALDI di Federico Francioni DAL 23 MAGGIO 2022
zabcd HOPE di M. Sødahl (n. 19/2022) (recensione a pagina 36) CON CHI VIAGGI di YouNuts!
zafgh HOPPER E IL TEMPIO PERDUTO di Ben zafgh LA SANTA PICCOLA di S. Brunelli (18/2022) (recensione sul prossimo numero)
Stassen, Benjamin Mousquet (n. 17/2022) zafgh LA SCUOLA DEGLI ANIMALI MAGICI zabcd THIS MUCH I KNOW TO BE TRUE
zafgh IO E LULÙ di R. Carolin, C. Tatum (n. 19/2022) di G. Schnitzler (n. 17/2022) di Andrew Dominik (recensione a pagina 35)

TUTTE LE RECENSIONI SONO DISPONIBILI SU FILMTV.PRESS - TIENITI AGGIORNATO SULLE USCITE IN SALA QUI: WWW.FILMTV.IT/CINEMA/PROSSIMAMENTE

30 FILMTV
Cinerama I FILM IN SALA a cura di GIULIO SANGIORGIO

L’ARMA DELL’INGANNO
C’è un mago in sala? OPERAZIONE MINCEMEAT
Come previsto il film di Raimi prosegue la sua corsa, saldo
in prima posizione: nel momento in cui scriviamo, Doctor
Strange nel multiverso della follia è prossimo a superare
i 10 milioni di euro d’incasso, seppur procedendo a passo più
lento rispetto alla settimana precedente. I cinecomix, ormai
lo abbiamo imparato, in sala la fanno da padroni, ma non se
la cavano troppo male neanche la Seconda guerra mondiale
e i cagnolini: rispettivamente al secondo e al terzo posto
della classifica aggiornata al 12 maggio (nel quadro della

©WARNER BROS. ITALIA


quale segnaliamo il buon risultato di Settembre di Giulia
Louise Steigerwalt, che ha scalzato dalla decina Pieraccioni
e il suo Il sesso degli angeli ) L’arma dell’inganno e Io e
Lulù. Oltre ai titoli qui recensiti, è al cinema Italia - Il fuoco
e la cenere ; mentre il 17 maggio arriva La bicicletta
e il badile, il 18 la prima parte dell’atteso Esterno notte FILM Come si fa a far sembrare vera una storia finta ? È intorno a que-
di Bellocchio (vedi a pag. 17) e il 19 Due donne al di là st’annosa domanda che gira tutto L’arma dell’inganno - Operazione Min-
della legge : i nostri pareri sul prossimo numero, cemeat, cronaca minuziosa di una delle più eclatanti operazioni d’intelli-
insieme alla prima tornata di dispacci cannensi. C.BO. gence del secolo scorso (in estrema sintesi: nella primavera del 1943 i
servizi segreti britannici riuscirono a intessere una rete di depistaggi fan-
tasiosi e geniali, l’obiettivo era far supporre a Hitler e ai suoi alti ufficiali
che gli Alleati sarebbero sbarcati in Grecia, e non nel proverbiale «ventre
dati cinetel ITALIA molle» siciliano). Se non ne avete mai sentito parlare è perché l’operazio-
I PIÙ VISTI NELLE SALE DAL 2 ALL’8 MAGGIO ne funzionò alla grande, eppure le conseguenze - lo ricordano le corpose
didascalie a epigrafe del film, oltre all’immancabile monito «tratto da una
1 DOCTOR STRANGE NEL MULTIVERSO... DI SAM RAIMI storia vera» - sono note a tutti. Ma come fare, dicevamo, a far apparire
8.290.958 SETTIMANA - 8.291.067 TOTALE
credibile ciò che reale non è? Se lo chiedono in continuazione i protago-
2 ANIMALI FANTASTICI: I SEGRETI... DI DAVID YATES nisti di L’arma dell’inganno, e per provare a rispondere imbastiscono un
536.429 SETTIMANA - 8.039.348 TOTALE racconto sempre più ricco, più particolareggiato, più autentico, finendo
3 DOWNTON ABBEY II - UNA NUOVA ERA DI SIMON CURTIS infine per rimanerne a loro volta imbrigliati. Gli uomini dell’MI6 sono spie,
416.818 SETTIMANA - 839.356 TOTALE certo, ma sono anche sceneggiatori, in una certa misura, e dunque stre-
4 SONIC 2 DI JEFF FOWLER
goni, poeti, incantatori di serpenti. E così il loro L’arma dell’inganno è
242.459 SETTIMANA - 3.925.669 TOTALE una spy story d’altri tempi, senza dubbio, con tanto di contrastate storie
d’amore, parentesi retoriche e cast stellare (Colin Firth, Matthew Mac-
5 IL SESSO DEGLI ANGELI DI LEONARDO PIERACCIONI
194.204 SETTIMANA - 1.423.970 TOTALE fadyen, Johnny Flynn, Jason Isaacs…), ma è pure un pratico manualetto
per i James Bond che verranno. John Madden ama la Storia con la S
6 THE NORTHMAN DI ROBERT EGGERS
maiuscola, ma anche la storia del cinema: la differenza - ce lo dice per ol-
183.230 SETTIMANA - 1.031.620 TOTALE
tre 120 minuti - non è poi così enorme. MARIA SOLE COLOMBO
7 SETTEMBRE DI GIULIA LOUISE STEIGERWALT
138.327 SETTIMANA - 138.327 TOTALE IN SALA DAL 12 MAGGIO

8 THE LOST CITY DI AARON NEE, ADAM NEE TITOLO ORIGINALE Operation Mincemeat PRODUZIONE Gb/Usa 2021 REGIA John Madden
SCENEGGIATURA Michelle Ashford CAST Colin Firth, Kelly Macdonald, Matthew
132.758 SETTIMANA - 910.839 TOTALE
Macfadyen, Johnny Flynn, Jason Isaacs DISTRIBUZIONE Warner Bros. Italia

9 GLI STATI UNITI CONTRO BILLIE HOLIDAY DI LEE DANIELS


108.308 SETTIMANA - 108.308 TOTALE
STORICO/SPIONAGGIO DURATA 128’

HUMOUR
•••
RITMO IMPEGNO
•••
TENSIONE

EROTISMO
zabcd VOTO 7
a
10 HOPPER E IL TEMPIO... DI B. STASSEN, B. MOUSQUET PER CHI PREFERISCE IL DOPPIO GIOCO
68.685 SETTIMANA - 474.576 TOTALE c’è Allied - Un’ombra nascosta di Robert Zemeckis

FILMTV 31
Cinerama I FILM IN SALA

FIRESTARTER SECRET TEAM 355


FILM Quasi 40 anni fa, nel 1984, Firestarter, primo adattamento (bruttino)
dell’omonimo romanzo di Stephen King (da noi L’incendiaria ), su un padre
e una figlia in fuga dall’organizzazione governativa responsabile dei loro
straordinari poteri, in Italia aveva il pittoresco titolo Fenomeni paranormali
incontrollabili, protagonista Drew Barrymore bimba, fresca di E.T. con i ca-
pelli elettrici quando scatenava la sua pirocinesi. Oggi il remake s’intitola
Firestarter anche per noi, con una certa enfasi più sul padre della piccola
Charlie, l’ex teen idol Zac Efron. Eppure sembra ancora idealmente guarda-
re agli anni 80, fin dalla colonna sonora simil Halloween di Carpenter (il re-
gista inizialmente scelto per il film originale, prima di Mark L. Lester) con le

©01 DISTRIBUTION
musiche del figlio Cody. Quest’affascinante purezza così naïf e fuori tempo
massimo, forse dovuta al regista Keith Thomas, che aveva esordito con un
horror antispettacolare come The Vigil, s’imbastardisce, però, strada facen-
do. Tanto, anzi, troppo. C’è la risacca kinghiana dei reboot/remake esisten-
zial-lagnosi post It. C’è l’upgrade di genere à la Blumhouse (qui con Univer- FILM Impegnata in una missione apparentemente d’ordinaria amministra-
sal), meno pronunciato del solito (il villain ora è una donna). C’è la tenta- zione, l’agente CIA Mace (Jessica Chastain), testa calda e solitaria, perde il
zione del cinecomix («sei il primo supereroe!») nell’equazione suggerita compagno e amante Nick (Sebastian Stan) e si lascia sfuggire un device in
tra le ex cavie e i superuomini artificiali e incontrollabili (The Boys ?), ma- grado di hackerare qualsiasi sistema informatico al mondo, con conse-
gari pure con un pizzico di L’angelo del male - Brightburn, cioè Superman guenze letali. Le tocca così allearsi con una vecchia conoscenza dell’MI6,
bambino versione horror. Non ci sono, però, brividi, sorprese, brio, i pochi l’esperta di tecnologia Dij (Lupita Nyong’o), con la psicologa dei servizi se-
spunti interessanti (la fascinazione per il male di Charlie, il super sicario greti colombiani, mai stata prima sul campo, Graciela (Penélope Cruz) e
nativo americano che sviluppa un legame con lei) subito bruciati nella fret- con la spia tedesca Marie (Diane Kruger), irascibile e malfidente quanto lei.
ta di stare nell’ora e mezza da multiplex. Basterà? ROCCO MOCCAGATTA Le loro strade s’incrociano anche con la misteriosa killer cinese Lin Mi
Sheng (Fan Bingbing)… Sembra facile fare uno spy action adrenalinico e in-
calzante alla Mission: Impossible, saltabeccando tra location esotiche, in-
trecciando sequenze di lotta e d’inseguimento a doppi e tripli giochi da ca-
pogiro. Sembra facile, finché non ci provi, e magari sei Simon Kinberg, uno
che ha tentato per ben due volte di trasporre l’arco fumettistico dell’X-wo-
man Fenice sul grande schermo, e due volte ha fallito. Secret Team 355 ha
dalla sua solo l’impegno testardo del cast stellare, ma il plot è contempora-
neamente iper generico, drammaticamente prevedibile (peccato capitale
per un film tutto di colpi di scena) e tanto inverosimile da frantumare an-
che la più resistente delle sospensioni d’incredulità. Quel che è peggio, le
©UNIVERSAL PICTURES

scene d’azione sono pigre, confuse e dimenticabili. «Non basta mettere le


donne al posto degli uomini!» è stata l’acuta analisi dei detrattori del politi-
camente corretto: ebbene sì, senza regia, sceneggiatura e ispirazione, le
attrici possono fare brutti film, proprio come i colleghi. ALICE CUCCHETTI

IN SALA DAL 12 MAGGIO IN SALA DAL 12 MAGGIO


TIT. OR. Firestarter PRODUZIONE Usa 2022 REGIA Keith Thomas SCENEGGIATURA TIT. OR. The 355 PRODUZIONE Usa/Cina 2022 REGIA Simon Kinberg SCENEGGIATURA
Scott Teems CAST Zac Efron, Ryan Kiera Armstrong, Sydney Lemmon, Michael Simon Kinberg, Theresa Rebeck CAST Jessica Chastain, Lupita Nyong'o, Penélope
Greyeyes, Kurtwood Smith, Gloria Reuben DISTRIBUZIONE Universal Pictures Cruz, Diane Kruger, Bingbing Fan, Sebastian Stan DISTRIB. 01 Distribution
HORROR DURATA 94’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO

TENSIONE EROTISMO
zafgh VOTO 5
AZIONE/SPIONAGGIO DURATA 122’

HUMOUR
•••
RITMO IMPEGNO

TENSIONE EROTISMO
zafghjkl VOTO 4
SE CERCHI ALTRI SUPER RAGAZZINI CAVIE DI ESPERIMENTI GOVERNATIVI SE AMI JESSICA CHASTAIN ACTION E VUOI FARTI DEL MALE
prova il cinecomix The New Mutants di Josh Boone puoi affrontare anche Ava di Tate Taylor

32 FILMTV
AMERICAN NIGHT ADORAZIONE
FILM Doveva succedere prima o poi. Che due attori come Jonathan Rhys
Meyers ed Emile Hirsch, agli inizi promettenti, da qualche tempo purtroppo
finiti nel carrello dei bolliti, si trovassero nello stesso film, perfetto per gli
OTT, dove ti aspetteresti pure Nicolas Cage o Bruce Willis (ma c’è Michael
Madsen, una garanzia). Succede in questo curioso, e per certi versi folle,
neo-noir italiano ambientato nel mondo dell’arte contemporanea
newyorkese, girato da Alessio Della Valle, quasi un Tarantino apocrifo (Pulp
Fiction in particolare, cui rimanda il racconto ad andirivieni temporali e pu-
re Andrzej Sekula alla fotografia insieme a Ben Nott) à la Michael Ninn. Ar-
duo seguire una vicenda meta pulp intorcinata su se stessa che gioca con

©WANTED CINEMA
gli stereotipi del genere con non abbastanza ironia, al centro una Marilyn
di Warhol contesa da un mercante d’arte star nella morsa degli strozzini e
da un rampollo della mafia italoamericana che vuole fare l’artista, intorno
un sottobosco criminale da indigestione di B movie, tra il corriere furba-
stro (Cerlino, dopo Gomorra ormai ovunque), l’attore spampanato di film di FILM Dopo l’Alleluia, Gloria. È questo il nome dell’oggetto adorato nel se-
arti marziali (Piven, altro bollito) e la restauratrice bona (Vega, altra anima sto film di Fabrice du Welz, fuori sede belga della fu New French Extremity,
persa). Si (stra)parla di Schifano e futurismo italiano, si (stra)spara, si sommovimento anni Zero brutale, materico, politico del cinema dell’orrore
(stra)scopa (spalmandosi di colori e vernici, una finezza), si (stra)canta d’oltralpe (che si ricorda, d’un tratto, l’insegnamento lacerante e frontale
(con cameo di Anastacia). Però, sembra un film di vent’anni fa, con la sua dell’horror settantesco americano). E chiude, questo film, una trilogia co-
confezione tecnicamente deluxe e glamour un po’ cafona (forse la cosa minciata con Calvaire : un trittico per cui le Ardenne sono paesaggio inte-
migliore), con i suoi set pop-fumosi, con i suoi belloni da copertina, con il riore, come per Bruno Dumont lo sono le Fiandre. Raccontando, ancora,
suo repertorio di strizzate d’occhio para-cinefile (Maria Grazia Cucinotta una storia d’amour fou. Perché non è vero che Quand on est amoureux,
madonna mafiosa muta). Più che tarantiniano, tarantolato. R.MO. c’est merveilleux (così il titolo del cortometraggio di Du Welz): innamorar-
si è perdersi, accecarsi, ammattire. L’amore è dolore. Ossessione. Religio-
ne. O adorazione, per l’appunto. Quella che il dodicenne Paul (il giovanissi-
mo Thomas Gioria di L’affido ) nutre per Gloria, 14 anni, mentalmente insta-
bile (Fantine Harduin, scoperta nell’Happy End di Michael Haneke): insieme
scappano (da una madre sfiancante, da un ospedale psichiatrico) e agisco-
no come fossero in nuce gli assassini di Alleluia, gli honeymoon killers che
verranno. In un rapporto amoroso che è fassbinderianamente di sopraffa-
zione e dipendenza, in un ambiente che è respingente e meraviglioso. In
una natura ingiusta, estatica, di cui sono i frutti, l’espressione, il momento.
Girato in 16 mm dall’habitué di Ozon Manuel Dacosse (che da Alleluia sosti-
tuisce Benoît Debie), è come sempre un film di corpi opachi, di psicologie
©01 DISTRIBUTION

spartane sino all’inquietante e al politicamente scorretto, di una grana or-


ganica, tangibile, allucinata, insieme materica e scentrata, sragionante, re-
spingente. Di maniera? Forse. Ma chissenefrega. GIULIO SANGIORGIO

IN SALA DAL 19 MAGGIO IN SALA DAL 19 MAGGIO


PRODUZIONE Italia 2021 REGIA & SCENEGGIATURA Alessio Della Valle CAST Jonathan TIT. OR. Adoration PRODUZIONE Francia/Belgio 2019 REGIA Fabrice du Welz
Rhys Meyers, Emile Hirsch, Paz Vega, Jeremy Piven, Fortunato Cerlino, Annabelle SCENEGGIATURA Fabrice du Welz, Romain Protat, Vincent Tavier CAST Thomas
Belmondo, Michael Madsen, Maria Grazia Cucinotta DISTRIB. 01 Distribution Gioria, Fantine Harduin, Benoît Poelvoorde DISTRIBUZIONE Wanted Cinema
NOIR DURATA 123’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO

TENSIONE

EROTISMO
zafghjkl VOTO 4
DRAMMATICO DURATA 98’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO
••
TENSIONE

EROTISMO
zabcd VOTO 7
a
UN THRILLER BIZZARRO SUL MONDO DELL’ARTE A STELLE E STRISCE? IL MIGLIOR FILM DI FABRICE DU WELZ
Visita Velvet Buzzsaw di Dan Gilroy resta comunque la storia d'amour fou materno Vinyan

FILMTV 33
Cinerama I FILM IN SALA
GAGARINE
ELIZABETH PROTEGGI CIÒ CHE AMI
FILM Chi è Elisabetta II del Regno Unito? La Gioconda, la sfinge, una star
come Elizabeth Taylor e Marilyn Monroe, un’icona impressa su bancono-
te e monete? Oppure una ragazza che si è trovata sbalzata a poco più di
20 anni su un trono che allora pareva ancora potente? Una signora che
ama, vezzeggia e cavalca i cavalli dall’infanzia alla vecchiaia, e gioisce
quando il suo favorito vince la corsa e lei vince la scommessa? Magari
anche una mamma e una moglie o soprattutto la sovrana che accetta
graziosamente fiori dai bambini e inchini dagli adulti e che spiega pun-
tigliosamente come reggere la corona senza che questa ti spezzi il col-
lo? Roger Michell se lo chiede in Elizabeth, il suo documentario, postu-

©OFFICINE UBU
mo, diviso «in parts ». Capitoletti folgoranti, alcuni brevissimi, di vita
normale e di vita regale, che in circa un’ora e mezza delineano un ritrat-
to della regina che non vuole essere definitivo, e che sono composti
esclusivamente di materiali di repertorio, una miriade, montati con peri-
zia da Joanna Crickmay. Ridotti all’osso i brani ovvi (Helen Mirren in The Purtroppo, sovente, i film come Gagarine - Proteggi ciò che ami so-
Queen e Olivia Colman in The Crown ). Un lavoro certosino, che cerca di no bollati con l’appellativo di “furbi”. Come se fosse un peccato mortale
rendere almeno un’ombra del “tutto” attraverso frammenti, dei Windsor riuscire nell’impresa di raccontare una storia che progressivamente, inav-
ma anche di inglesi, scozzesi ed etnie diverse del Commonwealth. Danze vertitamente scivola nel fantastico e, sorpresa!, continua a “dire” delle co-
africane, Beatles e un valzer con Filippo, una successione di primi mini- se sulle condizioni di vita e, soprattutto, di immaginario dei giovani che vi-
stri e di “incidenti” famigliari, cappellini, colori sparati, tiare e la verti- vono alle porte delle grandi città (francesi, in questo caso). Fanny Liatard
gine delle strette di mano, all’indietro, dal presente fino a quando era e Jérémy Trouilh mettono in scena una storia che in altri tempi avrebbe
piccolissima. C’è dell’affetto (e una certa stima) per quella che molti in- potuto scaturire dalla fantasia di Antoine de Saint-Exupéry. Youri (Alseni
glesi considerano “the Mommy”. EMANUELA MARTINI Bathily), che abità nella Cité Gagarine, complesso alla periferia sud di Pari-
gi considerato una volta simbolo di progresso e integrazione, sogna di di-
ventare un cosmonauta. Purtroppo, la Cité, nella quale Youri ha dato vita
al suo rudimentale ma fornitissimo laboratorio, sta per essere demolita e
le famiglie sgombrate. I due registi costruiscono un romanzo di formazio-
ne adottando uno sguardo attento sia al crescendo fantastico sia ai tocchi
ambientali (la comunità che viene rimossa insieme alla Cité). Il movimen-
to verso il finale è scansionato con grande cura e meticolosa attenzione:
come dire, se per noi non c’è posto sulla Terra, ce ne andremo nello spa-
zio. Grande merito della riuscita del film risiede ovviamente negli inter-
preti e non si finirà mai di dire bene, anzi benissimo, della magnifica Lyna
Khoudri. Il sorprendente Alseni Bathily conferisce a Youri i tratti del so-
gnatore realista. Finnegan Oldfield, invece, già visto in Nocturama, avreb-
©LUCKY RED

be davanti a sé una carriera di cattivo se esistessero ancora i registi del


calibro di Sergio Corbucci o Jess Franco. GIONA A. NAZZARO

IN SALA SOLO DAL 16 AL 18 MAGGIO IN SALA DAL 19 MAGGIO


TITOLO ORIGINALE Elizabeth: A Portrait in Part(s) PRODUZIONE Gb 2022 TIT. OR. Gagarine PRODUZIONE Francia 2020 REGIA Fanny Liatard, Jérémy Trouilh
REGIA Roger Michell MUSICHE & FOTOGRAFIA George Fenton SCENEGGIATURA F. Liatard, J. Trouilh, Benjamin Charbit CAST Alseni Bathily, Lyna
MONTAGGIO Joanna Crickmay DISTRIBUZIONE Lucky Red Khoudri, Jamil McCraven, Finnegan Oldfield, Denis Lavant DISTRIB. Officine UBU
DOCUMENTARIO DURATA 100’
••
HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
zabcd VOTO 8
DRAMMATICO/FANTASTICO DURATA 98’

HUMOUR
••
RITMO
••
IMPEGNO
••
TENSIONE EROTISMO
zabcd VOTO 7
PER ENTRARE NELLO SPIRITO BRITISH, INTERESSANTI I FILM CITATI: PER VIAGGIARE TRA IMMAGINARI ALTERNATIVI
Eroi del mare di N. Coward, I seicento di Balaklava di T. Richardson, Elizabeth di S. Kapur recupera il contestato L’avion di Cédric Khan (un altro film “furbo”)

34 FILMTV
MOTHER LODE THIS MUCH I KNOW TO BE TRUE
FILM La Settimana internazionale della critica della 78ª Mostra del cine-
ma di Venezia e il Thessaloniki International Film Festival 2021 sono le re-
ferenze di Mother Lode, “la vena madre”, opera prima in bianco e nero,
di visionaria crudeltà, liturgica lentezza e obliqua politicità, sui proletari
destinati al super sfruttamento. Come il protagonista del film, il non at-
tore indio José Luis Nazario Campos, che possiede solo forza lavoro, una
figlia piccolissima, una moglie, un amico e un cellulare. E finisce a picco-
nare i buchi più pericolosi e infernali, dopo fallimentari tentativi con i
galli da combattimento e i taxi tuk-tuk. Proibito il grigio nel film: solo lu-
ce o tenebre, pepita o roccia, soldi o fame, dio o diavolo... Siamo nelle

©NEXO DIGITAL
terre di Sendero luminoso. Mother Lode, una co-produzione europea (Ita-
lia, Svizzera, Francia), fotografato dall’elvetico Patrick Tresch e diretto da
Matteo Tortone che lo ha scritto con Mathieu Granier, è attratto, e non
per esotismo, dal mondo antipode. Tortone, già ipnotizzato in Tanzania
da arcaiche violenze contro gli albini, ora è in Perù a cucire un road mo- FILM «Ho seguito il consiglio del governo e mi sono riqualificato come ce-
vie sottoproletario che dalle baracche che gridano vendetta delle fave- ramista». Una dichiarazione che non ti aspetteresti da Nick Cave (o forse
las di Lima ci conduce al gelo di La Rinconada, dove si ruba oro al ghiac- sì?) e che apre invece This Much I Know to Be True, secondo doc sul musici-
ciaio Ananea Grande (a 5.100 metri di altitudine) e si sopravvive con fo- sta (e compositore, scrittore, sceneggiatore, attore oltre che, ça va sans di-
glie di coca e puttane, passando per miniere d’oro più “normali”, dove i re, meraviglioso soggetto cinematografico) diretto da Andrew Dominik, già
padroni pianificano la morte dei lavoratori meno esperti per risparmiare autore del lancinante One More Time with Feeling. Uno scherzo, una bouta-
sui salari, e senza scandalo. Non mancano dettagli contundenti, come de ? No, ovviamente: con assoluta serietà il cantante procede a illustrare la
l’allusione ai profughi venezuelani anti Maduro, accolti dalle festose de- sua serie di 18 statuette «sulla vita del diavolo», tripudio naïf di corna putti
mocrazie, ma che rubacchiano ai peruviani poveri. ROBERTO SILVESTRI vergini e coniglietti perfettamente in linea col debordante immaginario bi-
blico-kitsch dell’artista. A interviste e “ri-messe in scena” Dominik, che ha
il buongusto di non pedinare forzatamente lo storytelling, preferisce l’effi-
mera spontaneità di momenti come questo: pause, intermezzi che punteg-
giano l’esecuzione in studio dei brani da Ghosteen e Carnage - la mdp che
vortica attorno ai musicisti, le luci di Robbie Ryan che sezionano la stanza
restituendo il trip trascendente del primo disco e l’atmosfera di furibonda
apocalisse del secondo. L’intensità della performance basterebbe da sola a
reggere il film (e non è una novità...), per il resto incentrato sul rapporto
creativo con Warren Ellis, altro meraviglioso imprendibile soggetto. In un’i-
deale trilogia dialettica aperta da 20,000 Days on Earth , This Much I Know
to Be True avrebbe potuto essere la sintesi, il ritratto alfine pacificato di
un uomo passato per l’abisso della più feroce delle perdite. E invece no,
purtroppo, perché la morte di Jethro Lazenby, il 9 maggio scorso, ha insen-
©ZALAB

satamente chiamato Cave a seppellire un altro figlio. CATERINA BOGNO

IN SALA DAL 19 MAGGIO IN SALA SOLO DAL 23 AL 25 MAGGIO

PRODUZIONE Francia/Italia/Svizzera 2021 REGIA Matteo Tortone SCENEGGIATURA PRODUZIONE Gb 2022 REGIA Andrew Dominik
Matteo Tortone, Mathieu Granier CAST José Luis Nazario Campos, Damian MUSICHE Nick Cave, Warren Ellis FOTOGRAFIA Robbie Ryan
Segundo Vospey, Maximiliana Campos Guzman DISTRIBUZIONE ZaLab MONTAGGIO Matthew C. Hart DISTRIBUZIONE Nexo Digital
DRAMMATICO DURATA 86’

HUMOUR
••
RITMO
••
IMPEGNO
••
TENSIONE EROTISMO
zafgh VOTO 6
DOCUMENTARIO DURATA 105’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
zabcd VOTO 7
a
SU MINATORI UN PO’ PIÙ INCAZZATI SE NICK CAVE E UN PIANOFORTE SONO TUTTO CIÒ DI CUI HAI BISOGNO
vedi Il sale della terra di Herbert J. Biberman guarda il film-concerto Idiot Prayer - Nick Cave Alone at Alexandra Palace

FILMTV 35
Cinerama I FILM IN SALA

CRIMINALI SI DIVENTA RUE GARIBALDI


FILM Ha lo sguardo stanco e disilluso Ivano Marescotti, come un cow- FILM Da quest’ultimo Rue Garibaldi risalendo a The First Shot e su, a ri-
boy al tramonto in un western dove ormai non ha più nulla da perdere. troso, fino a Tomba del tuffatore, il suo esordio del 2016 (diretto come il
Forse nell’attore c’è già quella necessaria distanza da un film che imita film successivo con Yan Cheng), si delinea una costante nei lavori di Fe-
malamente un genere, quello dei film di rapina, piuttosto che affrontar- derico Francioni, che è la condizione di spaesamento dei suoi personag-
lo. Il suo personaggio, Enzo, è appena uscito di prigione e viene convin- gi. Quella che vivono Ines e Rafik, fratelli di origine tunisina, cresciuti in
to dalla nipote a rubare la Muta di Raffaello: se il colpo riesce, potrebbe Sicilia, ora trasferitisi in Francia, nella periferia di Parigi. Hanno poco più
cambiare per sempre la loro vita e quella dei loro complici. Tutta la par- di vent’anni e lavorano da dieci. La realtà che sta attorno a loro è incer-
te della preparazione della rapina dura un’eternità, non ci sono le om- ta. Si tradisce, è sospetta. Ecco allora che la casa in cui abitano prende
bre di Diabolik né la velocità di un action. Criminali si diventa si spec- le forme di un rifugio contro l’inclemenza dei tempi. È lì che si stabilisce
chia nelle sue location, gioca a guardie e ladri, ma resta solo un resi- il regista per raccontarli mettendosi sempre alla loro altezza. Non inter-
duo di una serie tv anni inizio Duemila tipo Carabinieri. Senza ritmo, viene né commenta, ma accetta di essere tirato in causa; chiede il per-
però, e con personaggi appena abbozzati. S.E. messo di osservare, filmando al ritmo di ciò che riprende. M.M.

IN SALA DAL 5 MAGGIO IN TOUR NELLE SALE


PRODUZIONE Italia 2021 REGIA Luca Trovellesi Cesana, Alessandro Tarabelli PRODUZIONE Italia 2021 REGIA, SCENEGGIATURA,
SCENEGGIATURA Giorgio Vignali CAST Ivano Marescotti, Martina Fusaro, Kelly FOTOGRAFIA & MONTAGGIO Federico Francioni
Chen Yingshan, Beatrice Aiello, Orfeo Orlando DISTRIB. Sydonia Production DISTRIBUZIONE Cinevoyage
AZIONE/COMMEDIA DURATA 115’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
azjkl VOTO 3
DOCUMENTARIO DURATA 72’

HUMOUR
••
RITMO
••
IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
zabcd VOTO 7
PER UN BEL COLPO ALL’ITALIANA SE TI PIACE COGLIERE IL TEMPO E LO SPAZIO INTIMO DI UNA VITA
ripassa dalle parti di I mitici - Colpo gobbo a Milano di Carlo Vanzina recupera Jeanne Dielman, 23, quai du Commerce, 1080 Bruxelles di Chantal Akerman

LA GRANDE GUERRA DEL SALENTO KURDBÛN - ESSERE CURDO


FILM Non brucia la terra salentina e la pizzica resta un rumore/suono FILM Il diario visivo di un massacro si apre con le immagini in b/n di un
quasi fuori scena nonostante un impetuoso frammento di danza. Am- paesaggio umano estatico nel dolore, e poi si accende di colori sui volti dei
bientato tra il 1948 e il 1949, La grande guerra del Salento alimenta lo cadaveri distesi tra le macerie di Cizre, ripresi dalla videocamera di Baran
scontro tra due paesini, Supersano e Ruffano, attraverso la rivalità delle Yasak, guidato dalla giornalista curda Berfin Kar. Un assedio di 80 giorni
rispettive squadre di calcio, dei loro due presidenti e quelle sentimentali. che i due testimoni, intrappolati nella cittadina a sud-est della Turchia, vi-
Follie d’amore: fiori gettati a terra, agguati per vendetta, controcampo vono a fianco di donne, uomini e bambini colpiti dai cecchini turchi. Per ri-
tra una scena di sesso e la corsa del cavallo prima della rivelazione del fugio un seminterrato colpito dalle bombe, che evoca l’acciaieria di Mariu-
tradimento. Il film di Marco Pollini resta nell’ombra, procede per blocchi pol. Strappato il velo dei tg sulla guerra, la pozza di sangue si allarga sul
narrativi nei quali la recitazione, tranne che nel caso di Marco Leonardi, selciato, in contrasto con la voce off poetico-evocativa, intercalata da testi
è ben al di sotto del livello medio. Tratto dal romanzo omonimo di Bruno di Brecht, Adorno, Gramsci e Öcalan. Raffredda l’effetto carneficina anche
Contini (Panda Edizioni), il film fa sentire solo la presenza del set nella l’iconografia che disegna a carboncino la storia di un popolo perseguitato
ricostruzione. Il calcio, la Puglia, la Storia: non pervenuti. S.E. e un Erdogan intollerante al “confederalismo democratico” di Cizre. M.C.

IN SALA DAL 5 MAGGIO IN SALA DAL 12 MAGGIO


PROD. Italia 2021 REGIA Marco Pollini SCENEGGIATURA Marco Pollini, Bruno Contini, TITOLO ORIGINALE Kurdbun - To Be Kurdish PRODUZIONE Italia/Francia 2020
Chiara Rebutto, Lana Sokolaj, Boris Bertolini CAST Paolo De Vita, Uccio De Santis, REGIA & SCENEGGIATURA Fariborz Kamkari MUSICHE Mario Berlinguer
Pino Ammendola, Michele Vigilante, Marco Leonardi DISTRIB. Ahora! Film FOTOGRAFIA Baran Yasak MONTAGGIO Paolo Modugno DISTRIB. Officine UBU
DRAMMATICO DURATA 100’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO

TENSIONE EROTISMO
azjkl VOTO 3
DOCUMENTARIO DURATA 90’

HUMOUR
••
RITMO
•••
IMPEGNO
•••
TENSIONE EROTISMO
zabcd VOTO 7
a
PER RITROVARE IL SALENTO CHE BRUCIA VIAGGIA INSIEME AI GUERRIGLIERI CURDI DEL PKK
guarda Sangue vivo di Edoardo Winspeare in Primavera in Kurdistan di Stefano Savona

36 FILMTV
LE SCELTE DI FILM TV a cura di MARIA SOLE COLOMBO

i magnifici sette
1 CINEMA ITALIANO
PECCATO CHE SIA UNA CANAGLIA
[1954] di Alessandro Blasetti
Loren prova a fregare l’auto
a Mastroianni, ma finisce per
rubargli il cuore. Da Moravia.

2 FILM MÉLO
SEGRETI E BUGIE [1996] di Mike Leigh
Un’oculista nera cerca la madre,
che trova in un’operaia bianca.

©XXXXXXXXXXXXXX
Esplodono le tensioni - di razza,
di classe, di cuore -, ma la regia
è saggia e trattenuta.

3 COMMEDIA D’AUTORE
HARRY A PEZZI [1997] di Woody Allen
LA PUBBLICITÀ DELLA REALTÀ Nei ristoranti stellati vanno di moda
piatti come il “tiramisù scomposto”,
Un famoso regista intervista un famosissimo capo di pertorio assertive, le battutacce (il presidente russo
il “raviolo decostruito”, etc. Allen
stato. Uno dei due è ossessionato dalle bugie ameri- non ha giornate storte, perché «non sono una donna, lo faceva già a fine anni 90,
cane, e non è il capo di stato. Parlano dell’Urss e di non ho di quei problemi»), c’è anche l’intervista. O come dimostra quest’irresistibile
democrazia, di Eltsin sempre alticcio, di Trump, Bush meglio, ci sono domande lunghe come editoriali (poli- commedia cubista.
e Soros, ma anche di hockey, judo e mascolinità, di Si- tici) alternate a facezie e ridondanze. C’è soprattutto
4 DOCUMENTARIO
ria, Afghanistan e Cecenia, citando Churchill e Catone, la versione putiniana della realtà, con la comodità di
Stalin e Kubrick (l’intervistato non conosceva Il dottor non dover neanche pronunciare le “verità” più scot-
NIGHT WILL FALL - PERCHÉ NON
SCENDA LA NOTTE [2014] di André Singer
Stranamore, lo ha guardato e lo ha trovato realistico). tanti (dai sicari di Maidan alla NATO guerrafondaia), 1945. Hitchcock e altri cineasti
Oliver Stone e Vladimir Putin si incontrarono in va- perché è lo stesso Stone a illustrarle per lui. L’omag- britannici sono chiamati a filmare
rie occasioni tra il 2015 e il 2017. E si piacquero molto. gio a Reagan, le scene tratte da Snowden, le bacchet- l’inimmaginabile (i lager appena
Negli Usa, ai tempi, si parlò di una «irresponsabile let- tate alla Clinton, ci fanno capire che in realtà si tratta liberati). Il materiale raccolto è una
tera d’amore». Figuriamoci a rivederla oggi. In Italia di un altro pezzo di U.S.A. - La storia mai raccontata, testimonianza rara e sconvolgente.

Oliver Stone - Intervista Putin (sopra, una scena) si con Putin nel ruolo del testimone oculare, felice di 5 SPY MOVIE
trova su Prime Video, solo in versione doppiata (?!), confermare le tesi. Quando il film comincia a sembra-
ALLIED - UN’OMBRA NASCOSTA [2016]
rendendo ancora più straniante l’operazione di taglio re una sitcom, il tono si incupisce e si apre la questio- di Robert Zemeckis
e cucito con cui Stone aveva risolto il problema della ne ucraina. «Si cerca di raffigurare la Russia come un Tutto vero, tutto falso: la spy story
traduzione, inventandosi dei botta e risposta che non potenziale aggressore. Ma presto capiranno che noi di Zemeckis è un gioco di specchi,
c’erano e dei piani d’ascolto su misura. Lo “spettaco- non rappresentiamo una minaccia». Ecco, quelle frasi, di proiezioni, di fantasmi.

lo” è garantito dai tagli sghembi, i fuori fuoco e gli riascoltate oggi, danno un senso (postumo), tragico e 6 SERIE COMEDY
stacchi rock, dal making of che demitizza il rituale - grottesco, a queste quattro ore di parole in libertà THE KIDS IN THE HALL [2022]
ma non lo demistifica - mostrando il celebre regista condizionata (Politkovskaja? Mai nominata). L’opera- creata da AA.VV.
che scherza con l’uomo potente e temuto, a casa sua, zione sarebbe anche efficace - Stone è abile, Putin è Una nuova stagione in otto episodi,
dentro un percorso (simbolico?) che parte dal trono credibile, sembra quasi una vittima, un operatore di dall’inossidabile gruppo comico
dello zar e arriva alla tomba di Lenin. Nel frattempo pace frainteso - se non fosse così estenuante e arte- canadese.

Putin sfodera un’espressione sfuggente sorniona er- fatta. La sua riapparizione in piena guerra? La pubbli- 7 SERIE DOC
metica timida spavalda divertita, spiegando che ha cità (della realtà) è l’anima del commercio: “orsinia- REAL MADRID - LA LEGGENDA BIANCA
dimezzato la povertà in Russia e che vorrebbe tanto ni”, “benaltristi” ed “equidistanti” ne saranno entu- [2022-in corso] creata da AA.VV.
collaborare con gli “amici americani”. Il fatto è che ol- siasti. Gli altri rimarranno offesi o ammirati dall’impu- I compiti a casa, per arrivare
tre alla recita del grande incontro, le immagini di re- denza. www.primevideo.com FABRIZIO TASSI preparati alla finale di Champions.

FILMTV 37
LE SCELTE DI FILM TV a cura di ILARIA FEOLE

INTERVISTA AD ALESSANDRO CELLI i magnifici sette


IN ARRIVO 800 BATTUTE 1 SERIE ANIME
KOMI CAN’T COMMUNICATE
[2021-in corso] diretta da Ayumu
Watanabe, Kazuki Kawagoe
Co-diretta dall’Ayumu Watanabe
ora in sala con La fortuna di
Nikuko, una serie anime su una
teenager in preda all’ansia sociale.

2 FILM DRAMMATICO
BOY ERASED - VITE CANCELLATE
[2018] di Joel Edgerton
Nicole Kidman e Joel Edgerton sono
©NETFLIX

i genitori di un ragazzo gay in questo


dramma sulle disumane “terapie
di conversione” della sessualità.
SOTTOBANCO
3 MINISERIE DOC
Grande fermento sul fronte delle produzioni origina- esordienti o quasi, e le tematiche sono una sfida, per- I CRIMINI DI JIMMY SAVILE [2022]
li Netflix italiane: all’inaugurazione della nuova sede ché non mi era mai capitato con un target così picco- diretta da Rowan Deacon
romana sono stati annunciati numerosi progetti che lo di investire i ragazzi di questa responsabilità. Una british horror story sul noto dj
vedranno la luce nei prossimi anni, tra cui: un Gatto- Come dirigi il tuo giovanissimo cast? e conduttore inglese accusato, dopo
pardo a puntate, la nuova serie di Zerocalcare, una Con loro ho un atteggiamento paritario, mi sento par- la morte, di pedofilia e necrofilia.

docuserie su Wanna Marchi e Rapiniamo il duce con te della squadra più che il capitano. Dico sempre che 4 DOCUMENTARIO
Pietro Castellitto e Matilda De Angelis. Intanto, parte dobbiamo essere per l’80% fedeli verso la struttura e MEANWHILE ON EARTH [2020]
il 18/5 la serie teen tutta italiana Di4ri, protagonisti gli intenti narrativi degli autori, poi c’è un 20% che di Carl Olsson
gli studenti di seconda media dell’immaginaria Mari- possiamo fare sul set, con l’improvvisazione: è una Un doc sulla quotidianità di chi
na Piccola. Abbiamo intervistato il regista Alessan- piccola occasione per loro di “mettere una firma”, so- per lavoro affronta la morte ogni
dro Celli, già dietro la macchina da presa di I cavalie- no invitati a metterci qualcosa di se stessi. Non avvie- giorno: becchini e imbalsamatori.

ri di Castelcorvo e del distopico Mondocane. ne sempre, anche perché Di4ri ha una coralità esage- 5 SERIE TV
Sei diventato uno dei nomi di punta del teen italia- rata, con tanti attori in scena ci sono cose diverse da THE SOUND OF MAGIC [2022-in corso]
no; genere che, fino a poco fa, neanche esisteva... bilanciare. Ma i ragazzi sanno che possono proporre: creata da Kim Min-jeong
Tempo fa ho scritto e diretto dei corti che definirei «Questa cosa non mi convince, posso dirtela come la Dalla Corea del Sud, un musical
romanzi di formazione; poi ho lavorato sul casting di direi io?». E io rispondo: «Bravo, ora sì stai facendo seriale incentrato sull’incontro tra
Braccialetti rossi, e questo mi ha portato ad avere un l’attore». Poi non è detto che quella “variazione” fini- un’adolescente e un sedicente mago.

curriculum idoneo per dirigere giovani attori. Di4ri sca al montaggio, ma sanno che possono osare. 6 FILM D’ANIMAZIONE
però è particolare, perché mette seriamente al cen- Come hai creato l’immaginario solare di Marina GHOST IN THE SHELL: SAC_2045
tro una fascia d’età che solitamente non ha l’atten- Piccola, venendo da quello cupo di Mondocane? GUERRA SOSTENIBILE [2021]
zione che merita, né la forza di trattare certe temati- Mondocane era un tentativo audace di proporre un di Kenji Kamiyama, Shinji Aramaki
che, come un precocissimo coming out, o la dislessia. racconto che non si era granché visto prima, e ne sia- La prima annata della serie anime
Ti sei occupato del casting anche per Di4ri? mo contenti, sta per uscire al cinema in America in 40 riassunta in un lungometraggio, con
nuovo color grading e scene inedite.
Sì, per me è cruciale poter scegliere un cast di giova- città, ed è molto raro. Per Di4ri, invece, avevo in mente
ni attori da zero; non sarebbe stata la stessa cosa se un paese balneare che invogliasse anche un ragazzo 7 CINEMA ITALIANO
fossi subentrato, per esempio, in una seconda stagio- dall’altra parte del mondo a venire in Italia. Abbiamo IL GRANDE SALTO [2019]
ne. Per Di4ri mi sono fatto tutta la trafila del casting, cercato un look che fosse codificabile per un preado- di Giorgio Tirabassi
giorno per giorno, perché è un’età delicata, sono tutti lescente, molto italiano ma glocal. www.netflix.com Due ladri in cerca del colpo grosso:
l’esordio alla regia di Tirabassi
IL FILM DELLA VITA di ALESSANDRO CELLI  C’ERA UNA VOLTA IN AMERICA di Sergio Leone omaggia la commedia all’italiana.

38 FILMTV
OZARK IL PENTAVIRATO
SERIE TV Forse è il caso di cominciare a essere un po’ più rigorosi nel
giudicare le serie tv, così da non esserne ostaggio. Lasciarsi andare alle
maratone televisive è un piacere diffuso, poi però ci sono le analisi e il ra-
gionamento. Cerco di non rivelare troppo della trama ma nell’epilogo di
Ozark c’è un deficit, una cosiddetta falla di sceneggiatura, una cosa enor-
me e inspiegabile dalla quale però dipende il colpo di scena (e senza la
quale tutta la struttura narrativa crolla come un castello di carte, quale
probabilmente è). Il comportamento finale di Jonah non ha motivazione,
non ha una definizione né psicologica né materiale, e contraddice il per-
corso del personaggio almeno nelle ultime due stagioni. È un semplice
coup de théâtre per terminare a effetto e per giustificare la “morale” della
favola, ovvero l’educazione al Male alla fine possibile per tutti, senza ecce-
zioni e senza redenzioni. Ozark è una serie abile, molto furba, forte di in-
terpretazioni notevoli e di qualche personaggio azzeccato (Ruth e Darlene
sicuramente, mentre Wendy mi pare una Lady Macbeth piuttosto banale) MINISERIE Mike Myers nel 2022 fa quello che tutti - lui compreso, evi-
ma soffre di un altro deficit comune a tanto crime: si compiace dell’esoti- dentemente - continuiamo ad aspettarci da Mike Myers: trasformismo
smo dei suoi luoghi (Ozark è nel Missouri, lo stato sudista per eccellenza, e grottesco con maschere demenziali e sketch satirizzanti formato Satur-
c’è un lago artificiale, qui è cresciuto il co-creatore Bill Dubuque) ma il mi- day Night Live ; soltanto, in questa serie fulminea (sei episodi da 25’) da
stero e la suspense sono raramente connaturati all’ambiente, che diventa lui creata, prodotta e pluri-interpretata, lo fa in assenza d’ispirazione e
decorativo, esotico appunto (specie per il pubblico urbano americano). col cuscinetto (anzi, col petofono) dei gag scatologici. Il Pentavirato del
Quello che per esempio non accadeva nella prima stagione di True Detec- titolo è una (privilegiata, paternalistica, conservatrice, etc.) società se-
tive con la Louisiana, nelle zone di James Lee Burke. È di qualità, Ozark? greta che opera per il Bene mondiale con al comando quattro benefattori
Nel pensiero comune sì, ma solo mediamente. MAURO GERVASINI (un lord british veterano, un ex magnate, un ex oligarca, un ex manager
musicale), tutti bianchi e tutti Mike Myers, a cui si aggiunge un reticente
fisico nucleare perché il quintetto si è messo in testa di risolvere il grat-
tacapo del cambiamento climatico, con mezzi risibili e teorie strampala-
te. Su di loro indaga un giornalista canadese (ancora Myers) aiutato da
un esagitato complottista (sempre Myers). La satira è sgonfia e sclerotiz-
zata (fin dal doppio esergo di ciascuna puntata, che specchia Darwin o
Victor Hugo con Kanye West o Hilary Duff), la povertà d’idee è compensa-
ta dall’abuso di siparietti triviali e riferimenti facilotti alla cultura pop. Fa
simpatia giusto qualche momento (l’intervento del bonario censore Net-
flix quando il linguaggio passa il limite o si affacciano allarmanti nudità)
e comparsata (Rob Lowe, Debi Mazar, ma soprattutto Jeremy Irons, voce
narrante e ammonitrice che minaccia l’utente col dito sull’opzione skip,
poi si autocelebra e infine rigetta il copione da schiavo del sistema). Non
basta: ha poco da dire, ancor meno da ridere. FIABA DI MARTINO

DISPONIBILE SU WWW.NETFLIX.COM DISPONIBILE SU WWW.NETFLIX.COM

TITOLO ORIGINALE Ozark PRODUZIONE Usa 2022 CREATA DA Bill Dubuque, Mark Williams TITOLO ORIGINALE The Pentaverate PRODUZIONE Usa 2022 CREATA DA Mike Myers
(2017) CAST Jason Bateman, Laura Linney, Sofia Hublitz, Skylar Gaertner, Julia CAST Mike Myers, Lydia West, Ken Jeong, Keegan-Michael Key, Debi Mazar, Jeremy Irons,
Garner, Charlie Tahan, Lisa Emery, Carson Holmes, Jordana Spiro, Felix Solis Maria Menounos, Neil Mullarkey, Richard McCabe, Jennifer Saunders, Rob Lowe
THRILLER STAGIONE 4

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO

TENSIONE EROTISMO
zafgh VOTO 5
COMICO/FANTASCIENZA MINISERIE

HUMOUR
••
RITMO

IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
azjkl VOTO 4
CRIMINE E FAMIGLIA, FINALE A CONFRONTO: METTERE ALLA BERLINA AMERICANISMI & COMPLOTTISMI
I Soprano è ormai un classico riesce meglio a Sacha Baron Cohen in Borat: Seguito di film cinema

FILMTV 39
LE SCELTE DI FILM TV a cura di ILARIA FEOLE

INTERVISTA A ELIZABETH ALLEN ROSENBAUM i magnifici sette


IN ARRIVO 800 BATTUTE 1 TEEN MOVIE
CRUSH [2022] di Sammi Cohen
Come in Heartstopper, un’inattesa
storia d’amore gay sboccia
sui campi di atletica: producono
Natasha Lyonne e Maya Rudolph.

2 SERIE TV
LIFE & BETH [2022-in corso]
creata da Amy Schumer
Tutto pare perfetto nella vita di Beth,
finché tutto non va a rotoli: Amy
Schumer scrive dirige e interpreta
©DISNEY

la nuova dramedy in arrivo dal 18/5.

3 FILM AVVENTURA
I SOGNI SON DESIDERI CIP E CIOP AGENTI SPECIALI [2022]
di Akiva Schaffer
Cenerentola è un maschio, è afroamericano, sogna di con queste scarpe, le personalizzano, le scambiano C’è aria di Roger Rabbit in questo
diventare stilista di scarpe da ginnastica e di conqui- online etc. Questo film è anche un buon modo per i bizzarro sequel/reboot dell’omonima
stare la giovane erede di un impero delle calzature, genitori per iniziare a farsi una cultura sulle sneaker! serie animata: Ciop è in CGI, ma Cip
mentre scansa i fratellastri cattivi e canta a tempo di Un “Cenerentolo” maschio e nero è davvero è rimasto in animazione tradizionale,
rap insieme al suo “fatino padrino”: Sneakerentola una scelta frutto di un’inclusività coatta? e a doppiarli in italiano sono Raoul
Bova e Giampaolo Morelli. Dal 20/5.
(sopra, una scena), il nuovo teen musical in strea- No, tutt’altro: quando sono entrata a far parte del
ming su Disney+, sembra costruito ad hoc per far progetto non era nemmeno specificata l’etnia dei 4 MINISERIE
uscire fumo dalle orecchie ai detrattori del politica- protagonisti. È una storia universale, questa. Poi, in- OUSSEKINE [2022]
mente corretto. In realtà, ci spiega la regista Eliza- sieme alla direttrice del casting, abbiamo viaggiato creata da Antoine Chevrollier, Cédric Ido
beth Allen Rosenbaum (già firma di commedie per tutto il paese, abbiamo visto davvero tantissimi Quattro episodi per ricostruire la
preadolescenziali come Aquamarine e Ramona and ragazze e ragazzi che potessero veicolare lo spirito morte di Malik Oussekine, studente
ucciso dalla polizia francese nel 1986.
the Beezus), alla produzione interessava soprattutto del film. Per prima abbiamo trovato Lexi (Underwood,
creare un film intorno alla sottocultura delle sneaker, che interpreta la “principessa” del calzaturiero, ndr), 5 FILM COMMEDIA
le scarpe da collezione il cui insospettabilmente va- e ci ha colpito la sua intelligenza davvero unica, ci è THE VALET [2022] di Richard Wong
sto fandom ha esplorato, sempre su Disney+, anche sembrato che potesse davvero incarnare un’eroina Eugenio Derbez (CODA) è un
un episodio di Il mondo secondo Jeff Goldblum... per le giovani spettatrici. E poi ci siamo imbattuti in parcheggiatore pagato per fingersi
Dalla scarpetta di cristallo alla sneaker griffa- Chosen (Jacobs, ndr), ed era un perfetto Cenerento- fidanzato di una star (Samara
Weaving). Disponibile dal 20/5.
ta, quindi: non sarà lesa maestà? lo. È successo in modo molto naturale. Per quanto ri-
Non c’è dubbio che mi sono sentita investita di una guarda, invece, l’idea del gender swap, volevamo fare 6 REALITY SHOW
grande responsabilità nel prendere in mano un clas- della protagonista femminile il vero “principe azzur- THE QUEST - L’IMPRESA DEI PALADINI
sico che tutti amiamo: ho cercato di onorarne il la- ro” della storia. Sneakerentola parla del bisogno di [2022-in corso] creata da AA.VV.
scito, ma anche di sfruttare l’opportunità di renderlo trovare la propria voce, di esprimere se stessi, ed è Come in un gioco di ruolo, otto veri
contemporaneo. La storia di Cenerentola è incentra- anche un invito alle ragazze a essere proattive, a teenager si sfidano in epiche gare
calati in un fittizio mondo fantasy.
ta su una scarpa e sembrava perfetto trasformarla in non aspettare che arrivi un principe, per me era
una sneaker, perché sono scarpe dalla forte persona- un’occasione per dare il potere alle... principesse az- 7 FILM DA (RI)SCOPRIRE
lità, che ci permettono di muoverci ma anche di zurre. È una favola femminista, mi sembra un modo LA FUGA DI MARTHA [2011]
esprimerci. La cultura delle sneaker è più vasta di divertente di ribaltare i cliché e renderla più vicina di Sean Durkin
quanto si pensi, io ho sette nipoti e sono tutti fissati alle nuove generazioni. www.disneyplus.com Non solo Wanda: molto prima del
Multiverso, Elizabeth Olsen eccelleva
IL FILM DELLA VITA di ELIZABETH ALLEN ROSENBAUM  E.T. L’EXTRATERRESTRE di Steven Spielberg nel ruolo di un’altra donna spezzata.

40 FILMTV
LE SCELTE DI FILM TV a cura di FIABA DI MARTINO

THEY CALL ME MAGIC


MINISERIE Lo pensa anche Snoop Dogg, uno che la California e la co- del decennio, un ragazzo nato e cresciuto in una numerosa famiglia di
sta ovest degli Usa le conosce come le sue tasche: senza Magic John- Lansing, nel cuore del Michigan sorretto dall’indotto di General Motors.
son, la Los Angeles che negli anni 80 ha cavalcato un’onda mai speri- Magic Johnson nasce Earvin Jr., guadagnandosi sul campo il meritato
mentata di entusiasmo, edonismo ed eccessi fuori scala anche per gli soprannome già a 15 anni. Da lì in avanti è un trionfo dietro l’altro: Ma-
standard di Hollywood - la Los Angeles dello Showtime immortalato da gic è, verosimilmente, l’unico cestista al mondo ad aver vinto da prota-
Adam McKay nel pilot della serie drammatica Winning Time: The Rise of gonista tutto a qualsiasi livello, dal liceo all’università, passando per il
the Lakers Dynasty - non sarebbe stata la stessa. Probabilmente non campionato professionista e i giochi olimpici. Johnson è anche lo spor-
sarebbe nemmeno esistita in quel modo. Alcuni storici del basket - e tivo più in vista (insieme al tuffatore Greg Louganis) ad aver annuncia-
con loro concorda nientemeno che Michael Jordan - arrivano addirittu- to pubblicamente (era il 1991) la propria sieropositività, mettendosi poi
ra a dire che, senza Magic Johnson, la stessa NBA avrebbe rischiato di al servizio delle campagne di sensibilizzazione sulla malattia. Non stu-
chiudere i battenti, a causa di una reputazione compromessa dalla pisce, dunque, che They Call Me Magic assomigli di più a una lunga
condotta rivedibile dei giocatori dentro e fuori dal campo di gioco, e agiografia - compresa di un ultimo episodio interamente dedicato ai
da un ambiente sugli spalti poco incline all’accoglienza di minoranze. successi da imprenditore di Johnson - che a un documentario. Non stu-
Ma nel 1979 succedono due cose: i Los Angeles Lakers vengono acqui- pisce, ma talvolta annoia. È un’agiografia lussuosa (e certamente meri-
stati da Jerry Buss, imprenditore all’avanguardia che ha l’obiettivo di tata) che manca però di tensione narrativa; riflette la vita di Magic,
portare ai massimi livelli la crasi fra sport e intrattenimento; e la squa- uno schiacciasassi di ottimismo anche di fronte ai problemi più insor-
dra ottiene i diritti di scelta per il cestista universitario più eclatante montabili, glissando sugli ostacoli e concentrandosi sulla celebrazione
dei successi. Per dire: i trionfi da sportivo (ma anche nella vita) di
Johnson non avrebbero avuto lo stesso impatto senza la rivalità (poi
evolutasi in profonda amicizia) con Larry Bird, l’altro grande salvatore
del basket anni 80. Alla serie manca questo tipo di frizione, in grado di
strutturare il racconto e stimolare l’interesse anche di quegli spettato-
ri che non portano il santino di Magic Johnson nel portafogli. Per certi
versi un’occasione perduta, vista anche la quantità e la qualità degli
intervistati coinvolti - oltre a Jordan, compaiono (fra gli altri) Barack
Obama, Bill Clinton, Spike Lee e Anthony Fauci. NICOLA CUPPERI

DISPONIBILE SU WWW.APPLE.COM/IT/APPLE-TV-PLUS

TITOLO ORIGINALE They Call Me Magic PRODUZIONE Usa 2022


DIRETTA DA Rick Famuyiwa FOTOGRAFIA Rachel Morrison MONTAGGIO Derek Doneen,
Monique Zavistovski, Will Znidaric, Wes Lipman, Salman Syed, Dirk Westervelt
DOCUMENTARIO MINISERIE

HUMOUR
•••
RITMO

IMPEGNO TENSIONE EROTISMO
zafgh VOTO 6
©APPLE

UNO DEI MIGLIORI DOC SUL BASKET (E SULLO SPORT IN GENERALE)


rimane l'imprescindibile Once Brothers di Michael Tolajian

Cinefili In arrivo
Se l’omaggio della docuserie They Call Me basket. Diverso versante quello di Ted NOW & THEN DA VEN 20/5 SU APPLETV+
Magic alla carriera portentosa di Earvin Lasso, comedy su una scombiccherata Al via con i primi tre episodi lo show
Johnson vi lascia un certo appetito per squadra di football allenata da Jason thriller Apple Original, bilingue
(inglese e spagnolo), girato a Miami.
contenuti a tema NBA, rivolgetevi a un altro Sudeikis. Tornando seri, su STARZPLAY, la
PROFESSIONE SPIA
cestista ospitato da AppleTv+: Kevin Durant, biografia di un altro campione: Ali di Michael
DA VEN. 20/5 SU APPLETV+
produttore del dramma sportivo Swagger Mann, con Will Smith. www.starzplay.com; Nuovi episodi di questa serie animata su
sull’odissea di una giovane promessa del www.apple.com/it/apple-tv-plus un’undicenne con ambizioni da scrittrice.

FILMTV 41
LE SCELTE DI FILM TV a cura di ROBERTO MANASSERO

LUZIFER Cinefili di CATERINA BOGNO

FILM Persa dentro al vento che batte la cima di un rilievo alpino o avvilup- In Italia tanti (troppi) si sono accorti di lui solo qualche mese fa,
pata nelle lunari dissonanze dei synth di Tim Hecker, una voce sussurra: per la sua interpretazione in Freaks Out di Mainetti nei panni del
«Dov’è il diavolo? Dov’è il diavolo?». Per Johannes, testa di bambino in villain Franz, il nazista visionario ed esalodattico che si strugge
corpo adulto (quello di Franz Rogowski, premiato al Sitges Film Festival rifacendo i Radiohead al piano (e del resto quale brano meglio
2021), Lucifero giunge dalla valle, risalendo la china della montagna nella di Creep per rappresentarlo?). Eppure è da almeno un decennio
forma di un molesto esercito di droni: locuste meccaniche che recano il che il tedesco Franz Rogowski, al centro di una piccola
presagio di un’apocalisse, l’atto di vendita del fazzoletto di terra su cui lui retrospettiva su MUBI in occasione dell’uscita di Luzifer (vedi a
e la madre, ex alcolizzata con un passato tumultuoso disegnato sulla pelle lato) dall’equo ed eloquente titolo L’uomo del momento, si sta
(la interpreta Susanne Jensen, pastore luterano con una storia personale scavando un posto sempre più preminente nel cinema d’autore
di abusi familiari), hanno costruito la loro casa. Lontano dal mondo, dalla europeo: da quando, cioè, Jakob Lasse lo scopre in Frontalwatte
sua corruzione e tentazioni, in una ribelle zona franca perimetrata da cro- per farne nel 2013 il protagonista di Love Steaks, ammattita
cifissi e idoli. Da To the Night a My Blind Heart, quelle dell’austriaco Peter anti-rom com ambientata nei corridoi di un hotel (nel cast, oltre
Brunner, allievo di Haneke con patrocinio illustre di Ulrich Seidl, sono tutte a lui e Lara Cooper, i dipendenti della struttura), tra bistecche
vicende di corpi in cerca di un’impossibile liberazione da se stessi - dai surgelate ficcate fra le natiche e altri sconclusionati rituali di
propri limiti, dalle proprie ossessioni. Non è da meno quest’ultimo lavoro, corteggiamento. Il suo volto anfibio, anche ma non solo per via
che del conflitto tra natura (la vita ascetica della coppia) e tecnica (la funi- della cicatrice lasciatagli da una labioschisi operata da bambino
via in costruzione che ne decreterà la fine) non fa che un mero pretesto che gli è valsa la dimenticabile definizione di “Joacquin Phoenix
per una stordente immersione da sparatutto in prima persona dentro le ta- teutonico” (per noi, semmai, il suo parente più prossimo è
re dei suoi protagonisti, nella prigionia morbosa della loro co-dipendenza, l’antidivo Vincent Gallo...), veicola un enigma, un segreto che
nella (tragica) degenerazione di una fede rimodellata a loro (dis)misura. ammanta alla stregua di un’aura i film cui prende parte, da
Che cos’è allora Luzifer ? Un esercizio di crudeltà, un film incapace di anda- quelli più sfacciatamente indie come Figaros Wolves di Dominik
re oltre le sue vischiose, ammalianti atmosfere (e l’esibito appagamento Galizia, compiaciuto rape & revenge travestito da battaglia dei
che ne trae)? Forse, semplicemente, un’allucinazione. CATERINA BOGNO sessi, al cinema di Haneke, che gli dà un ruolo in Happy End, e
di Christian Petzold: non poteva essere che lui l’uomo in transito
di La donna dello scrittore, opaco ladro di identità più illustri
della sua in una Marsiglia divisa dalla guerra, o il palombaro
innamorato d’una sirena nel magnifico Undine - Un amore
per sempre. Sta tutto, dicevamo, nel segreto del suo volto.

In arrivo
AHED’S KNEE DA MERCOLEDÌ 18/5
Nella settimana di Cannes 75, MUBI rilascia alcuni titoli protagonisti
in passato del festival: dall’edizione 2021 arriva l’ultimo lavoro
di Nadav Lapid, istantanea rabbiosa e sofferta della posizione
©MUBI

di un regista israeliano di fronte alle colpe del proprio paese.


DUSTIN DA GIOVEDÌ 19/5
Dalla Quinzaine 2020, un corto di Naïla Guiguet: un rave, un
DISPONIBILE SU WWW.MUBI.COM giovane transgender, i suoi amici, l’alcol, la malinconia, l’isteria…
PERSONAL SHOPPER DA VENERDÌ 20/5
TITOLO ORIGINALE Luzifer PRODUZIONE Austria 2021 REGIA & SCENEGGIATURA
Peter Brunner CAST Franz Rogowski, Susanne Jensen, Monika Hinterhuber, Dopo Sils Maria, Assayas e Kristen Stewart ancora insieme per
Theo Blaickner, Erwin Geisler, Clemens Göbl, Markus Eibl un film di fantasmi (reali, immaginari, digitali, in pellicola) nella
DRAMMATICO DURATA 103’

HUMOUR
••
RITMO IMPEGNO
••
TENSIONE

EROTISMO
zabcd VOTO 7
a Parigi di oggi. Strameritata Palma per la regia a Cannes 2016.
L’HOTEL DEGLI AMORI SMARRITI DA SABATO 21/5
Honoré omaggia Bergman (e pure l’Allen di Un’altra donna) con un
SPOSTATI IN ISLANDA E CONTINUA A COMBATTERE I DRONI DEL PROGRESSO film svagato e divertito, in cui i ricordi di una donna si materializzano
con La donna elettrica di Benedikt Erlingsson in un hotel sospeso tra passato e presente, realtà e immaginazione.

42 FILMTV
LE SCELTE DI FILM TV a cura di ADRIANO DE GRANDIS e LUCA PACILIO

Cinefili
di ADRIANO DE GRANDIS

Sono ormai più di due mesi


che a ogni ora del giorno
e della notte i canali televisivi
propongono in continuazione
collegamenti con inviati e
immagini dal fronte della guerra
russo-ucraina. Mai un conflitto è
stato seguito con tale continuità
ed efficacia: La7, con Enrico
Mentana, ha di fatto occupato
il suo palinsesto, mostrando
scene di battaglia, esplosioni,

©RAI
macerie e, purtroppo, anche

È QUASI MAGIA cadaveri sparsi ovunque,


secondo una tendenza che non
Sempre alle prese con grandi autori e testi da osse- esistenzialista. Cecchi (sopra, a sinistra) gli affianca, sarebbe piaciuta ad André Bazin
quiare e non violentare (Shakespeare, Molière, Ce- per contrasto, un meccanismo comico perfetto, dive- e desta senz’altro sconcerto
chov, Pinter, Brecht, un indimenticabile Finale di par- nuto un suo cavallo di battaglia, Sik Sik - L’artefice in tutti, se non altro per la piega
tita di Beckett di cui - si spera - la Rai, prima o poi, ri- magico (1929): atto unico, nato come sketch per uno “spettacolare” che tutto
proporrà la magnifica versione televisiva con regia spettacolo di rivista, Peppino lo considerava l’inizio questo comporta. In realtà
di Mario Martone), Carlo Cecchi è attore e regista della fortuna del teatro dei De Filippo. Sik Sik, illusio- l’avvicinamento a tali reportage e
che vanta in carriera due grandi apprendistati: il Li- nista male in arnese - ispirato al celebre mago Gab- dirette televisive ha origine già
ving Theatre e la compagnia di Eduardo. Al maestro brielli che D’Annunzio soprannominò, appunto, “arte- lontana, da quando cioè è stato
napoletano Cecchi negli anni è ritornato spesso e fice magico” -, si esibisce in teatri scalcagnati ac- possibile “invadere” con le
RaiPlay propone (dopo il passaggio su Rai5) il dittico compagnato dalla moglie e coadiuvato da un compli- telecamere i teatri di guerra.
allestito nell’ultima stagione, in cui il fiorentino è ac- ce che si confonde nel pubblico. Quando quest’ulti- Sta al Vietnam aver inaugurato
compagnato in scena da Angelica Ippolito, storica mo non si presenta a teatro, il mago è costretto a so- questi sinistri appuntamenti. Tra
presenza del teatro eduardiano. In Dolore sotto stituirlo in corsa con un passante: finirà in (diverten- le Teche Rai è possibile riandare
chiave (1964) - radiodramma del 1958 convertito in te) disastro. È cabaret, malinconica commedia uma- ai giorni di quella guerra aprendo
pièce - Rocco torna a casa dopo un anno per visitare na, spettacolo popolare: «Come un film di Chaplin, è il contenitore Vietnam
la moglie in gravi condizioni. Scoprirà che la consor- un testo immediato, comprensibile da chiunque e La prima guerra in tv,
te era morta poco dopo la sua partenza e che sua nello stesso tempo raffinatissimo» dice Cecchi. In es- antologica raccolta di servizi
sorella, alle cui cure la donna era stata affidata, gli so più che la situazione può il linguaggio, un napole- con firme di prestigio (Furio
ha taciuto la verità temendo un suo gesto insano. È tano che aspira goffamente all’italiano forbito e che Colombo, Sandro Paternostro,
un apologo filosofico che sancisce «la sproporzione - contaminato da improbabili influssi esotici, tempe- Piero Angela...), 14 tasselli in
esistente tra il dolore effettivo e la professione del stato da tormentoni - si traduce in lessico macchero- tutto per una mappatura d’epoca
dolore stesso» (Raul Radice) e in cui Eduardo torna a nico di umorismo irresistibile («oh, tengo seta! Oh, di grande qualità giornalistica.
esplorare le meccaniche dei riti sociali e la loro ipo- vorrei bera!») a cui il tipico eloquio cecchiano - mai Da lì poi si sono succeduti altri
crisia intrinseca. Un teorema morale che, interrogan- declamato o abbellito con effetti: parole che sembra- tristi appuntamenti, sempre
do condotte ipotetiche (Rocco ama un’altra donna: no strappate alla pagina, un comunicare primitivo e rintracciabili sulle Teche, da
desiderando la morte della moglie e ignorandone il dirompente - fornisce colori altri, sfumature inedite. Afghanistan: una storia di guerre
decesso, si è sentito “inutilmente” un omicida), pro- Cecchi, con questi due gioielli, dimostra come la (diversi capitoli, raggruppati in
pone dilemmi con un disincanto e un nichilismo che grandezza di Eduardo De Filippo rifulgesse anche nei quattro maxi sezioni) a 1991
oggi assocerei al Woody Allen più problematico ed testi considerati (a torto) minori. www.raiplay.it L.P. Guerra nei Balcani (16 episodi).

FILMTV 43
LE SCELTE DI FILM TV a cura di MAURO GERVASINI e GIULIO SANGIORGIO

©I WONDER PICTURES
CORPI LIBERI
«My body is a cage [...] But my mind holds the key». sce a riconoscere se stessa allo specchio: non sarà nuovi amici. In Girl di Lukas Dhont (2018) il corpo è
“Il mio corpo è una gabbia, ma la mia mente ha la facile aprire gli occhi del padre né quelli, oscurati invece un paesaggio silenzioso e conflittuale, uno
chiave”: è una delle canzoni che fluiscono attraver- dal pregiudizio, della campagna inglese in cui abita. stato autodeterminato da registrare senza teoremi:
so il finale della prima stagione di Euphoria (vedi n. Non è ampio il raggio del cinema teen che ha fatto la fanciulla del titolo è Lara, teenager in transizione
41/2019), My Body Is a Cage degli Arcade Fire, le cui della disforia di genere soggetto con cui racconta- MTF (“male to female”), che si sottopone alla tera-
note e parole accarezzano uno dei volti simbolo re figure la cui ragion d’essere vada al di là del “fa- pia ormonale mentre frequenta una scuola di dan-
dello show, quello della carismatica Jules, adole- re presenza”, in storie di liberazione e liberatoria za classica, incompresa e scrutata con diffidenza
scente transgender come l’attrice e modella che la transizione, di identitaria metamorfosi. Ne descri- dalle altre alunne che in lei vedono ancora l’altro.
interpreta, Hunter Schafer. Il corpo è una gabbia veva una, ovattandola con manifestazioni fiabe- Presentato al Certain regard (vedi da pag. 18) del
che occlude alla propria verità, una contraffazione sche, La mia vita in rosa di Alain Berliner (1997): 71° Festival di Cannes, Girl fece vincere al giovane
da rimodellare perché assomigli finalmente a ciò «Se chiudi gli occhi il mondo sarà come tu lo vuoi» regista la Caméra d’or e la Queer Palm, e al prota-
che si è - e che si è sempre stati - anche per l’epo- recitava la frase di lancio, e dato che per la realtà il gonista Victor Polster il premio al miglior attore. A
nimo protagonista di Just Charlie - Diventa chi desiderio di Ludovic, che si sente bambina, è inac- mettersi alla prova di personaggi che si offrono co-
sei, su IWONDERFULL (dal 17/5 a € 4,99; sopra, una cettabile, riparare in una suggestione fantastica è me inevitabili sfide interpretative è stata anche Elle
scena). Nel film di Rebekah Fortune, il quattordi- un comodo palliativo (anche per la narrazione cine- Fanning in 3 Generations - Una famiglia quasi per-
cenne Charlie (Harry Gilby) risponde a tutti i miglio- matografica). Un racconto del corpo come luogo fetta di Gaby Dellal (2015), unico fra i titoli succitati
ri standard di un legittimo giovane uomo, soprat- più liquido, limbale, sperimentabile e spensierata- con cast hollywoodiano (Naomi Watts, Susan Saran-
tutto è la star della squadra scolastica di football, mente irrisolto lo fa Céline Sciamma in Tomboy don), dramma cautamente feel good ed esempio di
per la gioia virile del papà. Ma niente nella vita di (2011), dove la “maschiaccia” Laure, dieci anni, non un cinema mainstream che sull’argomento (a diffe-
Charlie gli appartiene davvero, e solo quando, in si dà etichette ma soltanto un nome, Mickaël, con renza della tv) fatica ancor