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L'lnnominato
Era grande, bruno, calvo; bianchi i pochi capeÌ1i che g1i rimanevano; rugosa Ìa faccia: a prima
vista, gii si sarebbe dato più de'sessant'anni che aveva; ma il contegno, le mosse,ladt]d.ezza
risentita de' lineamenti, il iampeggiar sinistro. ma vivo degli occhi, indicavano una forza di
corpo e d'animo, che sarebbe stata straordinaria in un giovine.
La peste
euando Renzo giunge per la seconda volta a Milano, la città si presenta ai suoi occhi come
un Iuogo infernale, devastato dalla peste (la cui diffusione viene attribuita dalla supersti-
zione popolare agli untori, individui demoniaci che cospargono il contagio per le case),
dominato da una realtà di morte e di desolazione. Padroni della città sconvolta sono ora i
monatti, avanzidi galera preposti al trasporto dei cadaveri, temuti da tutti e a tutti neces-
sari. Ha inizio in questo momento la parte più drammatica del romanzo e dell'esperienza
di Renzo, il quale saprà tuttavia trarne gli insegnamenti più alti: sarà infatti (nel capitolo
successivo) la pietà suscitata in lui dalla vista di don Rodrigo morente a segnare il punto
d'arrivo della sua maturazione interiore, oltre il quale il romanzo può volgere al termine.
Mentre cerca di raggiungere la casa di don Ferrante, dove era ospitata Lucia, Renzo si
imbatte in scene di grande intensità drammatica e allo stesso tempo terribile, come
quella della giovane madre che scende in strada tenendo fra le braccia la propria bam-
bina morta e, accostatasi al carro dei monatti, la sistema con grande cura tra i cadaveri.
Finalmente Renzo giunge davanti atla casa di don Ferrante e, dopo una breve esitazio-
ne, bussa al portone. A rispondere è un'anziana bisbetica, la quale lo tratta molto sgar-
batamente, informandolo però che Lucia è stata condotta al lazzaretto. Renzo vorreb-
ALESSANDRO MANZONI
be saperne di più, ma la donna tronca bruscamente il colloquio. AIlora il giovane indu-
gia davantial portone con il battente in mano:tanto basta per farlo scambiare per un
untore da un'altra vecchia deforme. Costei comincia dunque ad urlare e ben presto si
forma una piccola folla, Ia quale tenta di imprigionare Renzo. Questiè allora costretto
a tirare fuori il suo coltello e a farsi Iargo con laf orza. Comincia così a fuggire per le viot-
tole del quartiere, sempre inseguito dalla folla urlante. A salvarlo dal probabile linciag-
gio è I'improvvisa apparizione diun corteo di.carri carichi di appestati: Renzo salta su
uno diessie si mette di fatto sotto la protezione dei monatti. lltragitto prosegue tra
cantisconcie risate volgari. ln queste circostanze i monattidanno sfogo alla loro roz-
zezza, celebrando il contagio, che per loro rappresenta l'occasione per guadagnare.
Entrato nella strada, Renzo allungò ii passo, cercando di non guardar quegl'ingombri,
se non quanto era necessario per iscansarli; quando i1 suo sguardo s'incontrò in un
oggetto singolare di pietà, d'una pietà che invogliava i'animo a contemplarlo; di
maniera che si fermò, quasi senza volerlo.
Scendeva dalla soglia d'uno di quegli usci, e veniva verso il convoglio, una donna, il
cui aspetto annunziava una giovinezza avanzata, ma non trascorsa; e vi traspariva
una bellezza veiata e offuscata, ma non guasta, da una gran passione, e da un languor
mortale: quella bellezza molle a un tempo e maestosa, che brilla nei sangue lombar-
do. La sua andatura era affaticata, ma non cascante; gli occhi non davan lacrime, ma
portavan segno d'averne sparse tante; c'era in quel doiore un non so che di pacato e di
profondo, che attestava un'anima tutta consapevole e presente a sentirlo. Ma non era
iÌ solo suo aspetto che, tra tante miserie, la indicasse così particolarmente alla pietà, e
rawivasse per lei quel sentimento ormai stracco e ammortito ne'cuori. Portava essa
in collo una bambina di forse nov'annl, morta; ma tutta ben accomodata, co' capelli
t5 divisi sulla fronte, con un vestlto bianchissimo, come se quelle mani 1'avessero ador-
nata per una festa promessa da tanto tempo, e data per premio. Né la teneva a giace-
re, ma sorretta, a sedere sur un bracclo, col petto appoggiato aI petto, come se fosse
stata vlva; se non che una manina bianca a gulsa di cera spenzolava da una parte, con
una certa inanimata gravezza., e ii capo posava sul1'omero della madre, con un
abbandono più forte dei sonno: della madre, ché, se anche ia somiglianza de'voÌti
non n'avesse fatto fede, l'avrebbe detto chiaramente queÌlo de'due ch'esprimeva
ancora un sentimento.
I inun... pietà: in un'immagine parti- pacatezza che esprime un dolore or- lI omero: spalla.
colare che suscita pietà. mai profondamente penetrato nell'a- 12 conun... sonno: l'abbandono della
2 trascorsa: p assata del tutto. nima. Sembra quasi che questa pove- morte.
3 guasta: gua stata,sciup ata. ra madre non abbia più neppure la 13 della madre... sentimento:'anche
4 languor: un senso di sfinimenta. forza di manifestare apertamente ciò trascurando Ia somiglianza, basta os-
5 quella bellezza... maestosa: una che prova, tenendolo in sé. seryare ilvolto della donnaper capire
bellezza delicata («molle>>) e solenne. stracco e ammortitot sfini.to e in- che si tratta di una madre con in brac-
6 gli occhi... sentirlo: tutto, nell'a- torpidito. 11 soggetto è il senso di cio Ia figlia morta. Tale è il dolore che
spetto di questa donna, rimanda pietà. traspare dai lineamenti del viso di chi
all'immagine della mater dolor o s a. È. vestito bianchissimo: segno di pu- è ancora vivo. Solo una madre privata
una donna piegata ma non vinta dal rezza ed elemento che rende ancora della figlia può rappresentare con tale
dolore. I suoi occhi portano impressi i più toccante I'episodio. profondità il sentimento del dolore. Si
segni del pianto. ElIa è cosciente a guisa di: come. completa così un vero e proprio "qua-
(«presente>>)
della sua pena profonda, inanimata gtavezza: pes ante zz a dro" di immensa tristezza, dominato
ne sopporta il peso terribile con una senza vita («inanimata»). da queste due figure tragiche.
14 con una... involontaria: perfino apparente freddezza con cul Ia donna e delle sue figliolette è illustrata con
un monatto scellerato non può fare a chiede al monatto di tornare in serata un paragone che ha illustri prece-
meno di provare un senso di pietà di a prendere lei stessa. La morte sem- denti nella poesia di tanti autori. Il
fronte alia povera madre. bra non farle più paura. I1 dolore la ha fiore maturo (la madre) cade assieme
15 una mano al petto: gesto di giura- così sopraffatta che ella ormai vede al fiorellino appena sbocciato (1a fi-
mento. nella morte stessa il momento della glia) sotto i colpi della falce che fa
16 per i1... soggiogato: Ia pietà è per il liberazione dalla sofferenza. Peraltro adagiare sul terreno tutte le piante
monatto un sentimento del tutto già sa che a morire non sarà soltanto del prato.
nuovo. Da esso è quasi sopraffatto, e lei, ma anche l'altra figliola rimasta martello: battente.
perciò agisce come non ha probabil- nella casa. come in... morte: il paragone illu-
mente mai fatto prima. Owero con 18 indegne esequie: funer ali inde gni. stra perfettamente i sentlmenti di
umanità. 19 E dre... insieme: si inserisce diret- Renzo. I1 suo gesto, con quella mano
17 tamadre... sola: è il momento più tamente ii narratore per trarre Ie sospesa sul battente delia porta, è
straziante della scena. Quello del di- conclusioni della vicenda. A.1la pove- espressione di un'esltazione carica di
stacco dalla figlioletta morta, scandi- ra donna non resta altro che attende- angoscia. Simile a quella di chi do-
to dall'ultimo saluto affettuoso rivol- re la fine assieme alla seconda figiia. vrebbe estrarre da un'urna il fogliet-
to a chi non può più sentire. E ad ac- 2O come il...prato: immagine delica- to («polizza») con una sentenza di vita
crescere il senso di pietà è poi quella ta e commovente. La fine della madre o di morte.
23 ombroso: sospettoso. Laggettivo, menti ostlli nei confronti dl Renzo. Si ta bestiale. Sono mani alterate da cor-
posto in posizione di riiievo, già vale a direbbe ii volto della ferocia alimen- rugamenti e piegate come se fossero
definire il carattere di questo perso- tata dalla superstizione. Unvolto de- artigli.
naggio. formato dall'odio, inmezzo aì quale 3O qualcheduno: in realtà Io stesso
24 nuova: notizia. Quella del trasfe- stanno quegli occhi sgranati e mobi- Renzo.
rimento di Lucia al lazzaretto. iissimi. 3f il grido... untore: ecco la conse-
25 Renzo afferrò... sospeso: un gesto 27 spalancando posso: ia donna
1a... Buenza tragica del gesto di Renzo. È
fatale. Indugiare dietro il portone con non apre ia bocca, Ia "spa1anca". C'è bastato indugiare davanti al portone
in mano il battente non può che appa- qualcosa di bestiale in questo gesto, della casa di don Ferrante per essere
rire cosa sospetta in quei tempi. Ren- che arricchisce ancora di più la con- scambiato per un untore.
zo se ne pentirà subito. notazione di questo personaggio dal- 32 clretare: a cquietare, tacere.
26 la quale... lontano: di questo per- Ia fisionomia sconciata dall'odio. 33 strillar dellavecdria: Ia donna di-
sonaggio si tace il nome. Ma il ritrat- 28 rattenendo: trattenendo. venta adesso "Ia vecchia". Non ha co-
to che ne fa 1'autore è straordinaria- 29 due mani... d'artigli: altri partico- munque un'identità. È solo I'embiema
mente preciso. La sua espressione lari fisici grotteschi del personaggio. tipicizzato della follia superstiziosa
facciale esprime un insieme di senti- Le mani hanno anch'esse un'impron- del suo tempo.
I nemici: coioro che inseguivano cocche: angoli. addirittura per gli scellerati monatti
Renzo. fece le viste:fe ce capire. un motivo di merito.
treno: il corteo dei carrl. a guisa di gualchieret come le 6O che non... qualcosan che non val-
lasciando: finendo. macch[ne usate per battere la stof f a. gono nulla.
il quale... aria: si chiude in modo procelloso: te mp e stoso, fragoroso. 61 morìa: mortalità..
grottesco una scena che poteva avere poltroni: vigliacchi. 62 Hanno a... Milano: Ia filosofia dei
esiti tragici. Renzo è ormai al sicuro, Eai bene... canaglia: anche i mo, monatti, condensata nel breve inter-
ma lancia segnali minacciosi a quei natti, che 1o hanno salvato, sono con- vento di questo personaggio, non po-
popolani che ormai si stanno disper- vinti che Renzo sla un untore. Lironia teva concludersi che in questo modo
dendo di fronte all'avanzare dei carri. deli'autore esplode in questo caso in blasfemo. Meglio che tutti gli abitan-
in un altro contesto, 1a si direbbe una aperta comicità. I1 povero Renzo, in- ti di Milano muoiano, affinché i mo-
scena farsesca. fatti, è condannato sempre e comun- natti restino padroni assoluti della
laido cencio: u n panno sporco . que. E i1 fatto di essere un untore è città.
Iterni
rappresenta il dolore materno piegato dalla scia-
fragile condizione degli uomini quando infuriano gura più grande: la morte dei figli. La bambina che
flagelli come la peste è il celebre episodio della ha in braccio, Cecilia, rappresenta a sua volta la
madre diCecilia. Si tratta di un personaggio che fragilità della condizione umana. Vittima inno-
r-11try!tur1"Y.ir:
L
: Dal punto di vista strut- vicenda sisvolge nell'arco di poche ore), la spazia-
turale ilcapitolo presenta una notevole comples- lità descritta in questo capitolo ha un'importanza
sità. Nel senso che le diverse sequenze narrative rilevante. Di fatto in questo capitolo mancano gli
si susseguono rapidamente all'interno di più "interni". La spazialità è infatti sempre quella
ampie "macrosequ enze", dando vita ad un corso esterna rappresentata dalle vie e dalle piazze
narrativo che procede per "stacchi" saldati I'uno milanesi. Protagonista indiscusso del capitolo è
all'altro. ln effetti, i vari "incontri" di Renzo costi* stato sempre considerato Renzo. Ma intorno a lui
tuiscono vere e proprie micro-sequenze: si si muovono numerosi personaggi che, anche
comincia con quello con il gabelliere; quindi si quando non sembrano nettamente delineati, gio-
passa a quello con il passante; poi, a seguire, quel- cano comunque un ruolo importante. ll ritratto
lo con la donna reclusa, con il prete, con la donna che di questi personaggi l'autore fa è dunque
di casa Ferrante, con la folla, con i monatti, con la totalmente negativo. Nel caso della vecchia
folla degli appestati del lazzaretto. Tra queste megera che chiama a raccolta i persecutori di
sequenze si incuneano brevi inserti descrittivi, Renzo la deformità dell'anima viene addirittura
dedicati alle pietose condizioni in cui si trova la somatizzata: la donna ha i tratti sconci di una fie-
città o al comportamento dei cittadini. Il movi- ra dotata di "artigli". Tratti bestiali, insomma,
mento narrativo segue comunque in generale un degni di un'umanità degradata ad una condizione
andamento consequenziale: nella prima parte c'è belluina. Non migliori sono poi i monatti, ritrattl
un susseguirsi di situazioni che, procedendo in nel loro lugubre mestiere esercitato con cinica
modo ascendente, culminano con il tentativo di ferocia. Sono anch'esse creature semibestiali,
Iinciaggio. Ad esso segue la fuga precipitosa e I'al- dediti alvino e alla baldoria mentre tutto intorno è
lentamento della tensione. Se la temporalità si morte e desolazione. Eppure la prowidenza si ser-
snoda in modo piuttosto semplice e lineare (la ve di loro per salvare Renzo inseguito dalla folla.
Le tecniche es pressrve i,
E,
nomia raggiunta dal personaggio. ll ritmo narra- stafnento di ossimori e termini antitetici, espres-
tivo subisce inoltre evidenti accelerazioniin par- sione del radicale sowertimento di tutti i valori.
ticolari momenti della narrazione. Come quando ll lessico oscilla quindi tra descrizioni cupe di
appaiono i monatti con i loro carri. Salvo rallenta- morte e devastazione, profondamente tragiche,
re, per contrasto, quando è in primo piano la e im pennate grottesche.
Comprensione
Spiega il significato dell'episodio di Cecilia.
Spiega in che modo Renzo si pone difronte allo spettacolo della peste. Qualisono isuoisentimenti?
Analisi
Spiega l'atteggiamento dell'autore rispetto ai fatti narrati.
lndividua i personaggi presenti neltesto e illustrane la funzione.
xra e i::t*ipretazi*r:*
reTipresentiamoun,immagineincuivienepresentatalascenadellamadrediCecilia.
Descrivila prima oggettivamente poisoggettivamente esprimendo ituoistatid'animo e iltuo
punto divista.
'13
ffi # +:'
i-ii-'. :§ :.:.
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