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Chiesa
Simbolo niceno-costantinopolitano
Icona con i padri del Primo Concilio di Nicea, che mostrano il testo del Credo
Breve storia
Il Simbolo niceno-costantinopolitano, detto anche Credo niceno-costantinopolitano è una formula di fede
relativa all’unicità di Dio, alla natura di Gesù e, implicitamente, pur senza usare il termine, alla Trinità
delle persone divine.
Originariamente era composto dalla formulazione approvata al Primo Concilio di Nicea (325). Nel Primo
Concilio di Costantinopoli (381) venero aggiunti ampliamenti, relativamente allo Spirito Santo.
Esso fu redatto in seguito alle dispute, che attraversavano la Chiesa del secolo IV, soprattutto per le teorie
cristologiche di Ario, sacerdote di Alessandria.
Viene largamente utilizzato nella liturgia cristiana: è recitato durante la Santa Messa.
Nelle Chiese di Occidente, generalmente, si usa la con l’aggiunta del ‘filioque’ (procede dal Padre ‘e dal
Figlio’), mentre in Oriente si utilizza la formula più antica. La disputa sul filioque fu una delle ragioni
dello scisma d’Oriente, addotta dal patriarca di Costantinopoli Fozio nel conflitto con il papa.
L’aggiunta del filioque nel Credo Niceno-Costantinopolitano compare per la prima volta nel secolo VIII,
per opera di Paolino di Aquileia, ma l’uso di recitare il Credo con tale aggiunta sarebbe stato concesso da
papa Leone III, per le pressioni di Carlo Magno.
Nel Rito Romano, il termine si impose soltanto nel secolo XI, quando fu approvato da Benedetto VIII, su
richiesta di Enrico II di Germania, per l’aiuto da lui ricevuto contro l’antipapa rivale Gregorio.
La dottrina circa la duplice processione dello Spirito Santo è tipicamente occidentale, sia nella Chiesa
Cattolica latina sia nelle maggiori Chiese Protestanti.
Πιστεύομεν εἰς ἕνα Θεόν Πιστεύομεν εἰς ἕνα Θεόν, Credo in un solo Dio,
Πατέρα παντοκράτορα, Πατέρα Παντοκράτορα, Padre onnipotente,
πάντων ὁρατῶν τε και ποιητὴν οὐρανοῦ καὶ γῆς, creatore del cielo e della terra,
ἀοράτων ποιητήν. ὁρατῶν τε πάντων καὶ ἀοράτων. di tutte le cose visibili ed invisibili.
καὶ ἀναστάντα τῇ τριτῇ Καὶ ἀναστάντα τῇ τρίτῃ ἡμέρα Il terzo giorno è risuscitato,
3
secondo le Scritture,
ἡμέρᾳ, κατὰ τὰς Γραφάς.
1) Denzinger,125.
2)Denzinger, 150.
3) ‘e dal figlio (filioque), espressione utilizzata dalla Chiesa cattolica, assente nel testo greco.