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Psicologia Clinica

Capitolo 1.
1. DEFINIZIONE DI PSICOLOGIA CLINICA E APPROCCIO CLINICO.
La psicologia clinica, nasce e si afferma tra 800 e 900. In quel periodo, però, vi erano due diverse
pratiche:
- La pratica dei reattivi mentali per la valutazione dei bambini intellettualmente carenti
- La pratica dell’ipnosi utile per il trattamento dell’isteria.
La formazione avvenne in Europa ma il suo massimo sviluppo lo ebbe negli Stati Uniti e si diffuse
durante i due conflitti mondiali, dove vi fu la richiesta per la somministrazione di test per
l’arruolamento dei soldati e per gli interventi sui reduci di guerra.
Una prima definizione di “psicologia clinica” venne data dalla più antica associazione di psicologi
affermando che integra scienza, teoria e pratica per promuovere l’adattamento e lo sviluppo
personale. Concentrandosi sugli aspetti intellettivi, emotivi, sociali, psicologici e
comportamentali.
Invece la parola adattamento è molto presente nel linguaggio comune infatti, un bambino sano
viene definito “ben adattato”, mentre un bambino problematico è definito “poco adattato”.
Il compito dello psicologo clinico è quello di aiutare il paziente ad esprimere se stesso e a trovare
un equilibrio.
Il termine CLINICA, invece, deriva dalla parola greca “Klinè” che significa letto. Indica tutte le
attività che il medico svolge al letto del malato. In contrapposizione a una medicina che faceva
solo diagnosi e terapie.
L’approccio clinico inoltre si avvicina all’approccio idiografico che pone al centro il singolo
individuo.
1. PSICOLOGIA CLINICA E PSICOLOGIA DI BASE.
Vediamo però che molto spesso la psicologia clinica e quella di base sono presentate in modo
separato, quando poi in realtà è presente una continuità. Infatti la:
La psicologia clinica  è definita scienza “applicata”, poiché applica le conoscenze fornite dalla
psicologia di base. QUINDI:
PSICOLOGIA CLINICA è pratica
PSICOLOGIA DI BASE è teoria.

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