Esplora E-book
Categorie
Esplora Audiolibri
Categorie
Esplora Riviste
Categorie
Esplora Documenti
Categorie
R2 – RELAZIONE TECNICA
Affidamento del servizio di illuminazione pubblica e realizzazione di interventi di adeguamento
normativo, riqualificazione energetica, contenimento dell’inquinamento luminoso e
predisposizione ai servizi di smart city e smart metering.
Menowatt Ge Spa
via Bolivia, 55 REA Ascoli Piceno 131646 T +39 0735.595.131
63066 Grottammare (AP) - Italia www.menowattge.it F +39 0735.591.006
R.I., C.F. e P.IVA01384070445 Direzione e coordinamento info@menowattge.it
Cap.Soc. €880.000,00i.v. Gasrimini Holding S.p.A. menowattge.pec@legalmail.it
SOMMARIO
1. OGGETTO .............................................................................................................................. 5
2. DESCRIZIONE SOMMARIA DELL’INTERVENTO....................................................................... 5
3. LINEE GUIDA GENERALI DEL PROGETTO .............................................................................. 7
3.1. CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER SORGENTI, APPARECCHI E IMPIANTI DI
ILLUMINAZIONE PUBBLICA......................................................................................................... 7
3.1.1. REQUISITI MINIMI DELLE SORGENTI LUMINOSE ........................................................ 8
3.1.2. REQUISITI MINIMI DEGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE ..................................... 9
3.1.3. REQUISITI MINIMI PROGETTAZIONE DI IMPIANTI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA .... 10
3.2. CRITERI DI DIMENSIONAMENTO ELETTRICO ................................................................. 11
3.2.1. APPARECCHIATURE DI PROTEZIONE E MANOVRA ............................................... 11
3.2.2. CAVIDOTTI .............................................................................................................. 12
3.2.3. ISOLAMENTO DEI CAVI .......................................................................................... 12
3.2.4. COLORI DISTINTIVI DEI CAVI .................................................................................. 13
3.2.5. CADUTE DI TENSIONE AMMESSE............................................................................ 13
3.2.6. PROTEZIONE DA SOVRACCARICO E CORTOCIRCUITO ...................................... 13
3.2.7. PROTEZIONE DEL CONDUTTORE DI NEUTRO ......................................................... 15
3.2.8. PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI ....................................................................... 15
3.2.9. PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI ................................................................... 15
3.2.10. PROTEZIONE VERSO TERRA E VERSO MASSA .................................................... 17
4. CRITERI AMBIENTALI MINIMI PER SERVIZIO DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ......................... 18
5. CENSIMENTO DELL’IMPIANTO ............................................................................................. 20
5.1. RILIEVO DEI PUNTI LUCE ................................................................................................ 20
5.2. RILIEVO DEI QUADRI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ..................................................... 42
5.3. RILIEVO DELLE LINEE DI ALIMENTAZIONE ...................................................................... 45
5.4. RILIEVO DEGLI AMBITI ILLUMINATI ................................................................................. 46
5.4.1. CLASSIFICAZIONE ILLUMINOTECNICA DEL TERRITORIO ....................................... 46
6. PROGETTO TECNICO DEGLI INTERVENTI............................................................................. 52
6.1. INTERVENTI SUGLI APPARECCHI DI ILLUMINAZIONE PUBBLICA ................................... 52
6.1.1. CONFORMITÀ NORMATIVA................................................................................... 53
6.1.2. RISPONDENZA AI CRITERI AMBIENTALI MINIMI D.M. 27 SETTEMBRE 2017 ............ 55
6.2. INTERVENTI SUI SOSTEGNI .............................................................................................. 57
6.3. INTERVENTI PER SISTEMI INTELLIGENTI............................................................................ 61
6.3.1. SISTEMA DI TELECONTROLLO ................................................................................. 61
In questa fase di progettazione è stato necessario svolgere una analisi dei dati inerenti agli
impianti di illuminazione pubblica, valutando le informazioni in possesso dell’ufficio tecnico
comunale e gli interventi realizzati sul territorio. In tal modo è stato quindi possibile valutare
in modo coerente la consistenza degli impianti e gli interventi da eseguirsi, validando il
censimento della rete di pubblica illuminazione su tutto il territorio e procedendo con
l’accertamento delle condizioni degli impianti e la loro rispondenza alla normativa vigente.
Ai sensi degli art. 34 e 71 del D.Lgs. 18 aprile 2016, n. 50, le stazioni appaltanti contribuiscono
al conseguimento degli obiettivi ambientali previsti dal Piano d’azione per la sostenibilità
ambientale dei consumi nel settore della pubblica amministrazione attraverso l’inserimento,
nella documentazione progettuale e di gara, almeno delle specifiche tecniche e delle
clausole contrattuali contenute nei criteri ambientali minimi adottati con decreto del
Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
In particolare, i criteri ambientali minimi, approvati con D.M. 27 settembre 2017, in G.U. n
244 del 18 ottobre 2017, sono i requisiti ambientali che le Amministrazioni pubbliche
debbono utilizzare nell’ambito delle procedure d’acquisto di:
• sorgenti di illuminazione per illuminazione pubblica,
• apparecchi d’illuminazione per illuminazione pubblica,
• affidamento del servizio di progettazione di impianti per illuminazione pubblica.
Gli studi di impatto sul ciclo di vita (LCA), condotti in ambito europeo, dimostrano che il
maggior impatto ambientale di sorgenti luminose ed apparecchi illuminanti deriva dalla
fase d’uso, ovvero dal consumo di energia degli stessi ed in misura minore dalla produzione
(gli altri contributi sono pressoché nulli).
Ai fini della redazione del presente progetto, per le sorgenti luminose da utilizzarsi, sono state
prese in considerazione quelle che sono definite Specifiche tecniche (criteri di base) di cui
al punto 4.1.3 dei CAM, D.M. 27 Settembre 2017. In particolare, di seguito si riportano i
requisiti minimi relativi a:
Efficienza luminosa del modulo LED Efficienza luminosa del modulo LED
completo di sistema ottico senza sistema ottico
[lm/W] [lm/W]
≥95 ≥110
Inoltre, per evitare effetti cromatici indesiderati, nel caso di moduli a luce bianca (Ra
>60), i diodi utilizzati all’interno dello stesso modulo LED devono rispettare una o
entrambe le seguenti specifiche:
• una variazione massima di cromaticità pari a ∆u’v’ ≤ 0,0048 misurata dal punto
cromatico medio ponderato sul diagramma CIE 1976;
• una variazione massima pari o inferiore a un’ellisse di Mac Adam a 5-step9 sul
diagramma CIE 1931.
• Fattore di mantenimento del flusso luminoso e Tasso di guasto dei moduli led:
L80 B10
per 60.000 h di funzionamento per 60.000 h di funzionamento
in cui L80 è il flusso luminoso nominale maggiore o uguale all’80% del flusso luminoso
nominale iniziale e B10 il tasso di guasto inferiore o uguale al 10%.
Ai fini della redazione del presente progetto, per gli apparecchi illuminanti da utilizzarsi,
sono state prese in considerazione quelle che sono definite Specifiche tecniche (criteri di
base) di cui al punto 4.2.3 dei CAM, D.M. 27 Settembre 2017. In particolare si riportano i
requisiti minimi relativi a:
Con riferimento alla tabella che segue, gli apparecchi d’illuminazione debbono avere
l’indice IPEA maggiore o uguale a quello della classe C fino all’anno 2019 compreso, a
quello della classe B fino all’anno 2025 compreso e a quello della classe A, a partire
dall’anno 2026. Gli apparecchi d’illuminazione impiegati nell’illuminazione stradale, di
grandi aree, rotatorie e parcheggi debbono avere l’indice IPEA* maggiore o uguale a
quello della classe B fino all’anno 2019 compreso, a quello della classe A+ fino all’anno
2021 compreso, a quello della classe A++ fino all’anno 2023 compreso a quello della classe
A+++ a partire dall’anno 2024.
L’indice IPEA* che viene utilizzato per indicare la prestazione energetica degli apparecchi
di illuminazione è definito come segue:
𝜂𝑎
𝐼𝑃𝐸𝐴∗ =
𝜂𝑟
con 𝜂𝑎 efficienza globale dell’apparecchio di illuminazione ed 𝜂𝑟 efficienza globale di
riferimento (come punto 4.2.3.8 dei CAM, D.M. 27 Settembre 2017)
Ai fini della redazione del presente progetto, per gli apparecchi illuminanti da utilizzarsi,
sono state prese in considerazione quelle che sono definite Specifiche tecniche (criteri di
base) di cui al punto 4.2.3 dei CAM, D.M. 27 Settembre 2017.
Con riferimento alla tabella che segue, l’impianto di illuminazione pubblica deve avere
l’indice IPEI* maggiore o uguale di quello corrispondente alla classe B fino all’anno 2020
compreso, a quello della classe A fino all’anno 2025 compreso e a quello della classe A+ a
partire dall’anno 2026.
𝐷𝑝
𝐼𝑃𝐸𝐼 ∗ =
𝐷𝑝,𝑟
La norma EN 60439‐1 distingue fra quadri aperti e chiusi. Negli ambienti ordinari è necessario
installare quadri chiusi, aventi un grado di protezione almeno IP2X. Inoltre, la norma
definisce le condizioni ambientali di servizio, stabilisce i requisiti meccanici, dà prescrizioni
in merito a:
• L’isolamento;
• Il comportamento termico;
• La tenuta al cortocircuito;
• La protezione contro lo shock elettrico;
• Il grado di protezione dell’involucro;
• I componenti installati, le suddivisioni e le connessioni all’interno del quadro;
• L’alimentazione di apparecchi elettronici.
Il quadro elettrico dovrà essere cablato secondo schema elettrico allegato con riserva di
spazio minima del 30% per futuri ampliamenti, completo di siglatura dei circuiti,
Il quadro dovrebbe ricevere energia da una sola linea di alimentazione. Quando ciò non
è possibile, e quindi il quadro è alimentato da più linee, occorre esporre una scritta in modo
che la persona che accede alle parti attive sia avvertita della necessità di sezionare dette
parti dalle diverse alimentazioni, a meno che non sia previsto un interblocco tale da
assicurare che tutti i circuiti interessati siano sezionati (CEI 64‐8, art.462.3).
La norma EN 60439‐1 prescrive infine le prove di tipo ed individuali, le modalità per la loro
esecuzione e i criteri di valutazione dei risultati.
I quadri dell’impianto in oggetto rientrano tra quelli definiti “per uso domestico e similare”
e nella loro costruzione verrà applicata la norma CEI 23‐51.
Il loro limiti di utilizzo sono il seguente:
• Un < 440V, tensione nominale;
• Ine < 125A, corrente nominale in entrata;
• Icc < 10KA, corrente di corto circuito nominale;
• Ip < 15KA, corrente di corto circuito massima (in caso limitata da dispositivo adatto
allo scopo).
3.2.2. CAVIDOTTI
I cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria devono essere adatti a tensioni nominali verso
terra e tensione nominale (Uo/U) non inferiori a 450/750 V, il cui simbolo di designazione è
07. I conduttori utilizzati nei circuiti di segnalazione e comando devono essere adatti a
tensioni nominali non inferiori a 300/500 V, in questo caso il simbolo di designazione è 05.
Qualora si preveda l'esistenza di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi, questi devono
essere protetti da cavidotti diversi e far capo a cassette separate. Tuttavia è ammesso
collocare i cavi nello stesso cavidotto e far capo alle stesse cassette, purché tutti i cavi
siano isolati per la tensione più elevata e le singole cassette siano internamente munite di
diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare i
conduttori appartenenti a sistemi diversi.
Le sezioni dei conduttori, calcolate in funzione della potenza impegnata e dalla lunghezza
dei circuiti, devono essere scelte tra quelle unificate in modo che la caduta di tensione
massima misurabile nel punto di alimentazione dell’utenza sia, nel caso di energia ordinaria
di illuminazione pubblica, pari al 5% della UN.
Per ogni conduttura secondo le norme CEI 64‐8 deve essere verificato che:
𝐼𝐵 ≤ 𝐼𝑁 ≤ 𝐼𝑍
𝐼𝐹 ≤ 1,45 𝐼𝑍
dove:
(𝐼 2 𝑡) ≤ 𝐾 2 𝑆 2
dove:
(𝐼 2 𝑡) è l’energia specifica passante per la durata del cortocircuito;
𝐾 = coefficiente dipendente dal tipo di conduttore;
𝑆 = sezione dei conduttori da proteggere in mm2.
𝐼𝐵 ≤ 𝐼𝑁 ≤ 0,9 𝐼𝑍
per tenere conto delle caratteristiche di intervento dei fusibili, diverse da quelle degli
interruttori automatici. Un fusibile scelto per la protezione contro il sovraccarico è
anche adatto contro il cortocircuito, purché abbia il potere d’interruzione almeno
uguale alla corrente di cortocircuito presunta nel punto d’installazione.
Nei circuiti fase‐neutro l’interruttore automatico può avere un solo polo protetto contro le
sovracorrenti, ma in tal caso deve essere inserito sul conduttore di fase. Nei sistemi trifasi,
quando il conduttore di neutro è di sezione uguale a quella delle fasi, oppure quando ha
sezione inferiore a quella delle fasi ma il carico è sostanzialmente equilibrato, il polo di
neutro dell’interruttore quadripolare può non essere protetto. Se occasionalmente la
corrente di squilibrio può superare la portata del conduttore di neutro, si deve utilizzare per
il conduttore di neutro la stessa sezione dei conduttori di fase.
Tale protezione consiste nel realizzare le misure per proteggere le persone contro i pericoli
risultanti dal contatto diretto con le parti attive; le Norme CEI 64‐8 (4/412) prevedono le
seguenti modalità esecutive:
• protezione mediante isolamento, rimovibile solo mediante distruzione;
• protezione mediante involucri o barriere;
• protezione mediante ostacoli;
• protezione mediante distanziamento;
• protezione addizionale mediante interruttore differenziale.
Ai fini della protezione contro i contatti indiretti, gli impianti di illuminazione pubblica
possono essere generalmente classificabili in:
• Impianti con componenti elettrici aventi classe di isolamento I
• Impianti con componenti elettrici aventi classe di isolamento II
Per definire la classe dell’impianto occorre esaminare tutti i componenti elettrici facenti
parte dell’impianto elettrico, ovvero nel caso di impianti di illuminazione pubblica:
• Il quadro elettrico;
• altre apparecchiature esterne al quadro elettrico (fotocellula, ecc.);
• la tipologia del cavo/i di alimentazione di dorsale;
• le morsettiere e la tipologia del cavo/i di alimentazione del corpo illuminante;
• gli apparecchi di illuminazione;
Nel caso di impianti in classe II, tutti i componenti elettrici devono avere classe di isolamento
II e i cavi di alimentazione (se entrano o possono entrare in contatto con i sostegni) devono
Nel caso di impianti “misti”, c’è contemporanea presenza nello stesso impianto di
componenti elettrici in classe I e componenti elettrici in classe II. Un impianto misto deve
essere degradato alla classe di isolamento più bassa tra quelle dei suoi componenti, ovvero
alla classe I; dal punto di vista della sicurezza elettrica deve essere trattato in tutto e per
tutto come un impianto in classe I di isolamento.
Per degradare alla classe I di isolamento un impianto con componenti elettrici di classe II è
sufficiente la presenza di cavi (nel caso in cui questi entrano o possono entrare in contatto
con i sostegni) con classe di isolamento non equivalente alla classe II (ovvero cavi con
tensione di isolamento minore di 0,6/1kV).
• negli impianti in classe II, utilizzando tutti componenti in classe II. Questa misura è
destinata ad impedire il manifestarsi di una tensione pericolosa sulle parti accessibili
di componenti elettrici a seguito di un guasto nell’isolamento principale. Le parti
conduttrici accessibili e le parti intermedie non devono essere collegate ad un
conduttore di protezione a meno che ciò sia previsto nelle prescrizioni di costruzione
del relativo componente elettrico.
• negli impianti in classe I, mediante interruzione automatica del circuito di
alimentazione, coordinata con l’impianto di terra. Un dispositivo di protezione deve
interrompere automaticamente l’alimentazione al circuito od al componente
elettrico, che lo stesso dispositivo protegge contro i contatti indiretti, in modo che, in
caso di guasto, nel circuito o nel componente elettrico, tra una parte attiva ed una
massa o un conduttore di protezione, non possa persistere, per una durata
sufficiente a causare un rischio di effetti fisiologici dannosi in una persona in contatto
con parti simultaneamente accessibili, una tensione di contatto presunta superiore
alla tensione di contatto limite convenzionale. Le masse devono essere collegate ad
un conduttore di protezione nelle condizioni specifiche di ciascun modo di
collegamento a terra. Le masse simultaneamente accessibili devono essere
collegate allo stesso impianto di terra. Tutte le masse protette contro i contatti
indiretti dallo stesso dispositivo di protezione devono essere collegate allo stesso
impianto di terra.
dove:
L = lunghezza complessiva linee di alimentazione in Km (valore minimo 1),
N = numero di apparecchi presenti nel sistema elettrico.
Nell’ambito del Piano Nazionale d’Azione sul Green Public Procurement (PAN GPP), il
Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ha emanato con
pubblicazione in G.U n.98 del 28/04/2018, il D.M. del 28/03/2018 recante i “Criteri ambientali
minimi per l'affidamento del servizio di illuminazione pubblica”.
Tale decreto definisce i criteri ambientali minimi – CAM – che, ai sensi del D.Lgs. 50/2016, le
Amministrazioni pubbliche debbono utilizzare nell’ambito delle procedure per
l’affidamento del servizio di illuminazione pubblica. In tale documento in particolare viene
definito il servizio di illuminazione pubblica come l’insieme delle seguenti attività:
• la gestione degli impianti di illuminazione pubblica che, a sua volta, è costituita da:
• la conduzione degli impianti di illuminazione;
• la manutenzione ordinaria e straordinaria conservativa degli impianti di
illuminazione;
• la verifica periodica, con cadenza prestabilita a seconda del livello prescelto degli
impianti di illuminazione;
• ed inoltre può ricomprendere:
• la fornitura di energia elettrica per l’alimentazione degli impianti di illuminazione
pubblica ed eventualmente per l’alimentazione degli impianti di segnaletica
luminosa;
• un censimento, se non esistente, almeno di livello 2 degli impianti di illuminazione
pubblica a cura del fornitore;
• la definizione di un progetto definitivo ovvero esecutivo degli interventi di
riqualificazione dell’impianto di illuminazione pubblica e la eventuale realizzazione
dei lavori previsti da un progetto esecutivo degli interventi di riqualificazione
dell’impianto di illuminazione pubblica, laddove ricorrano i casi previsti dall’art. 59,
comma 1 e 1 bis del codice dei contratti pubblici;
• altre attività inerenti la conduzione o la manutenzione degli impianti di illuminazione
pubblica aggiuntive rispetto a quanto già indicato;
• la gestione degli impianti di segnaletica luminosa.
A – Censimento dell’impianto;
B – Conformità normativa;
C – Riqualificazione energetica;
D – Riqualificazione urbana;
E – Sistemi intelligenti.
Gli interventi dovrebbero quindi seguire una sequenza logica ed annidata, secondo lo
schema seguente:
in maniera tale che gli aspetti di base sorreggano quelli più avanzati, secondo principi di
economicità, trasparenza, efficacia, tutela dell'ambiente ed efficienza energetica.
La maggior parte delle sorgenti è costituita da lampade ai vapori di sodio, di non recente
installazione tecnologicamente superate ed a bassa efficienza, la cui presenza comporta
un aggravio notevole nel consumo di energia che si ripercuote sul costo complessivo
necessario per la fornitura dell’energia stessa. Inoltre la presenza di armature non rifasate
localmente o con condensatori di rifasamento non efficienti, determina un abbassamento
del fattore di potenza.
Tipo Potenza
ID QE Localizzazione Proprietà Tipo apparecchio
Sorgente
[W]
cesolo bivio
76B6 Comune Piattello FLU 20
s.elena
156A4 cesolo vecchia Comune Piattello FLU 20
156A5 cesolo vecchia Comune Piattello FLU 20
156B1 cesolo vecchia Comune Piattello FLU 20
156B2 cesolo vecchia Comune Piattello FLU 20
156B3 cesolo vecchia Comune Piattello FLU 20
cesolo vie
79M1 Comune Piattello FLU 20
interne
98A1 granali Comune Piattello FLU 20
98A2 granali Comune Piattello FLU 20
98A4 granali Comune Piattello FLU 20
98A5 granali Comune Piattello FLU 20
98A6 granali Comune Piattello FLU 20
69B1 sventatora Comune Piattello FLU 20
69B2 sventatora Comune Piattello FLU 20
69B3 sventatora Comune Piattello FLU 20
69B4 sventatora Comune Piattello FLU 20
65A2 tabbiano Comune Piattello FLU 20
65A3 tabbiano Comune Piattello FLU 20
65A4 tabbiano Comune Piattello FLU 20
65A5 tabbiano Comune Piattello FLU 20
131B1 agello Comune Piattello FLU 20
131B2 agello Comune Piattello FLU 20
131B3 agello Comune Piattello FLU 20
131B4 agello Comune Piattello FLU 20
131B5 agello Comune Piattello FLU 20
131B6 agello Comune Piattello FLU 20
129A2 c.s.pietro Comune Piattello FLU 20
Allo stato attuale il circuito di potenza, presente in quasi la totalità dei quadri è composto
da un interruttore magnetotermico differenziale, e una serie di interruttori magnetotermici
a protezione delle linee di zona in partenza (tipicamente varia da due a cinque), un circuito
ausiliario per il comando manuale ed automatico sotto crepuscolare o astronomico sul
contattore di potenza, mentre non sono sempre presenti sistemi elettronici di controllo del
flusso luminoso e rifasamento.
Nelle fasi di progettazione successive sarà necessario approfondire l’analisi inerente i quadri
elettrici. In tal senso sarà necessario verificare la reale appartenenza delle linee ad ogni
impianto ed individuare una corrispondenza univoca tra POD e quadro di comando, in
maniera tale da avere una indicazione puntuale tra dati di consumo storici e rilevati per
ogni porzione di impianto.
Di seguito un elenco dei quadri di comando oggetto della presente proposta e la relativa
localizzazione.
Le linee elettriche esistenti risultano essere non adeguate dal punto di vista della messa a
norma e in sicurezza degli impianti in quanto i cavi non sono nella loro totalità di tipo
FG16OR o precordato RE4E4X, entrambe con isolamento 0,6/1kV, adeguati anche agli
impianti in doppio isolamento per illuminazione pubblica. Le linee dorsali di alimentazione
dell’impianto in oggetto sono interrate, passante all’interno di appositi cavidotti per gli
impianti di proprietà Comunale, e si registrano alcuni tratti di linee aeree sulle abitazioni.
Si evidenziano tratti di linee elettriche, derivate dai quadri di comando con un grado di
sezionamento per zona accettabile e comunque uniformemente distribuite. In generale
uno stato discreto di conservazione generale sia nelle linee di derivazione ai centri luminosi
che su quelle dorsali:
La perdita di potenza per effetto Joule sulle linee di alimentazione degli impianti di IP può
essere rappresentata in via semplificata dalla proporzionalità della resistenza del cavo ed
al quadrato della corrente che percorre il cavo stesso, secondo la seguente relazione:
P = R x I2
Dove è stato indicato con R la resistenza del cavo ed I la corrente di fase nel cavo. Tali
perdite sono mediamente valutabili attorno al 5% della potenza installata. La presenza negli
impianti esistenti di cavi sottodimensionati, o comunque con piccole sezioni di fase,
Sono presenti inoltre alcune situazioni di promiscuità elettrica e meccanica degli impianti i
cui dati rilevati sono in parte incompleti in quanto non si è potuto accedere alla
documentazione dell'attuale gestore:
Nella determinazione dello stato di fatto sono state individuate le aree/zone omogenee
che identificano ambiti del territorio per i quali determinare il sistema illuminante adeguato
al fine di garantire una piena conformità illuminotecnica nella successiva fase di
progettazione degli interventi.
Per conformità illuminotecnica si intende l’attività (sia essa di sola analisi oppure di
progettazione e lavori) in conseguenza della quale l’impianto di illuminazione pubblica
verifica la completa rispondenza alle normative e alle leggi del settore inerenti la
progettazione illuminotecnica e la mitigazione dell’inquinamento luminoso. In generale tutti
gli interventi proposti tenderanno ad essere conservativi nella tipologia esistente ed
assegnare tipologie di apparecchio e sorgente luminosa in base alla “zona
illuminotecnica” identificata.
L’analisi dei rischi consiste nella valutazione dei parametri di influenza per garantire la
massima efficacia del contributo degli impianti di illuminazione alla sicurezza degli utenti
della superficie illuminata, minimizzando al contempo i consumi energetici, i costi di
installazione e di gestione e l’impatto ambientale.
L’analisi si suddivide in più fasi:
• sopralluogo per valutare i parametri di influenza e la loro importanza;
• individuazione dei parametri e delle procedure richieste da leggi, norme di settore
e esigenze specifiche;
• studio degli eventi potenzialmente pericolosi classificandoli in funzione della
frequenza e della gravità;
• identificazione degli interventi a lungo termine per assicurare i livelli di sicurezza
richiesti da leggi e norme;
• determinazione di un programma di priorità per le azioni più efficaci in termini di
sicurezza per gli utenti.
• Categoria illuminotecnica di ingresso: Dipende dal tipo di strada della zona di studio,
in funzione del Codice della strada e del DM 6792 del 5/11/2001. Di seguito si riporta
il prospetto 1 della UNI 11248:2016 che indica, per ogni tipo di strada, la categoria
illuminotecnica di ingresso. Nel caso di indicazione multipla nel prospetto 1 la
categoria illuminotecnica deve essere scelta attraverso l’analisi dei rischi.
70
D Strade urbane di scorrimento M2
50
50 M4
Strade locali extraurbane
30 C4 / P2
50 M3
Strade locali interzonali
30 C4 / P2
• Analisi dei rischi: L’analisi FMEA (Failure Mode and Effect Analysis) è lo strumento
principe per l’analisi dei rischi. Essa è stata sviluppata inizialmente nell’ambito della
produzione, prevede un approccio di tipo qualitativo con lo scopo di verificare cosa
potrebbe succedere se si verificasse un difetto (un rischio), analizzandolo e
ordinando secondo un approccio quantitativo, le conseguenze per uomini e
macchine, la severità o il danno (criticità) delle varie condizioni.
Di seguito verrà illustrato a grandi linee il metodo impiegato nella classificazione del
territorio comunale per la quale sono stati identificati i tre punteggi di valutazione quali
probabilità (D), frequenza (O) e severità del danno per cose e persone (S).
RPN = S x O x D
Mediamente gli apparecchi non conformi alla Legge hanno spesso un sistema
d’illuminazione vetusto e ormai superato, con basso rendimento ottico e forte produzione
d’inquinamento luminoso. Al contrario, sempre in linea generale, gli apparecchi con
diffusore di tipo cut-off adeguati alla legge provinciale sono di più recente installazione,
realizzati con tecnologia attuale e rendimenti adeguati.
Il livello di obsolescenza generale degli apparecchi stradali esistenti del parco impianti è
particolarmente elevato in quanto molti apparecchi stradali sono vetusti e
tecnologicamente obsoleti, con bassi valori di rendimento, o con ottiche assenti o
inadeguate, alcuni privi di schermo di chiusura o con coppa aperta, danneggiata o
degradata, grado di protezione insufficiente, inadeguati dal punto di vista del risparmio
energetico e del contenimento dell’inquinamento luminoso. Altri apparecchi stradali
seppur equipaggiati con vetro piano ed ottica cut-off sono comunque vetusti ed
inefficienti, oltre che spesso installati con un angolo di inclinazione pari a circa 10° rispetto
al piano definito dal manto stradale, il cui uso non è consentito a causa dell’elevato flusso
luminoso disperso verso l’alto.
In questo modo, a valle degli interventi, tutti gli impianti saranno interamente equipaggiati
con una tipologia di luce ad elevata qualità, sorgenti luminose a led con tonalità neutra e
temperatura di colore pari a 4000°K.
Gli apparecchi previsti hanno ottica di tipo cut- off, realizzata al fine di ottenere i migliori
risultati illuminotecnici senza necessità di inclinare l’armatura, nel rispetto dei più restrittivi
criteri di contenimento della dispersione di flusso luminoso.
Tutti gli apparecchi post operam previsti nell’intervento rispettano pienamente le leggi in
materia di inquinamento luminoso, prevedendo pertanto di azzerare l’inquinamento
luminoso in quanto, ogni tipologia di materiale scelto rappresenta, allo stato attuale, la
soluzione tecnica più performante a disposizione. In particolare di seguito si riportano delle
schede dettagliate dei corpi illuminanti previsti nel presente progetto.
Menowatt
Ge In sostituzione di: Apparecchi stradali a basso rendimento, non conformi,
MERIDIO obsoleti.
INNOVAZIONE TECNOLOGICA
LED: Moduli LED con gruppo ottico rimovibile in campo e dotati di sistema di by-pass in caso di
LED guasti mediante shunt a gruppi di 4 sorgenti e sensori di controllo della temperatura ed
umidità.
Ottiche: Lenti in PMMA (polimetilmetacrilato) di precisione in grado di direzionare il fascio
luminoso e diversi tipi di configurazioni personalizzabili.
Alimentatori: Elettronico dimmerabile brevettato con funzioni di:
• Protezione dalle sovratensioni elettriche e protezione dalla caduta del neutro sulla linea di
alimentazione con sistema OVP-NFP;
• Protezione contro i surge con SPD interno;
• Architettura LLS (Long Life Strategy) mediante doppio stadio di gestione correnti
• Pilotaggio indipendente delle stringhe LED.
• Modalità autodimmer con impiego di programmi di lavoro multipli configurabili anche in
campo.
• Funzionalità Datalogger per consentire diagnosi del dispositivo e controllo dei parametri e
degli eventi;
• Verifica del livello di luminosità e correzione automatica della corrente di alimentazione
(Constant Lighting System).
TIPOLOGIA DI SORGENTE
LED DIMMERABILI
Vita Utile
550mA (Ta=25°C) 700mA (Ta=25°C)
L80 B10 (10k), TM-21 L80 B10 (10k), TM-21
calcolato 234.000hr calcolato 325.000hr
effettivo >80.000hr effettivo >80.000hr
Il progetto assolve alle esigenze di qualità ambientale espresse nei criteri ambientali minimi
adottati con decreto del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e
nello specifico gli impianti ed i prodotti impiegati rispondono ai seguenti elementi del
decreto ministeriale in oggetto anche in ottemperanza dell’art. 34, comma 1 e 2 del D.lgs.
n. 50/2016.
Il parco sostegni risulta essere in parte adeguato e in parte presenta una percentuale di
sostegni in condizioni critiche dal punto di vista della messa a norma, ammodernamento
tecnologico, riqualificazione e messa in sicurezza degli impianti.
La tipologia di sostegni utilizzati sarà del tipo testapalo conico dritto, zincato mediante
immersione in vasche di zinco fuso il cui spessore dello strato di zinco è conforme alle norme
UNI EN ISO 1461. I pali sono costruiti in conformità alla norma UNI EN 40-5 e alle norme
collegate:
SISTEMA DI TELECONTROLLO
Nel presente studio i corpi illuminanti di nuova installazione saranno dotati di sistema di
regolazione del flusso luminoso di tipo puntuale mediante alimentatore elettronico
dimmerabile stand-alone.
Tale tipologia di variazione del flusso luminoso sarà estesa a tutti i corpi illuminanti led di
nuova installazione ad eccezione di alcuni apparecchi di illuminazione, quali i proiettori e
arredi urbani, che non ne consentono l'agevole installazione per motivi di ingombri e/o per
la tecnologia con cui sono realizzati.
Maggiori dettagli sugli orari di regolazione e sul programma di lavoro impostato per il
presente progetto sono riportati nella relazione R2.2 – “Regolazione degli impianti di
illuminazione pubblica”.
Ciò che differenzia questo approccio rispetto al passato è il pensare alla città come ad un
insieme di reti interconnesse, quali la rete dei trasporti, la rete elettrica, la rete degli edifici,
la rete della pubblica illuminazione, dell’acqua, dei rifiuti e molte altre ancora. Compresa
quella delle relazioni sociali.
L’accento cade sulla interazione tra rete e rete, e cittadino e città, affinché la città si adatti
al bisogno del cittadino e, contestualmente, il cittadino si attivi nella creazione della nuova
città sostenibile.
L’architettura SLIN169® prevede tre livelli gerarchici che non interessano i quadri elettrici di
distribuzione.
Puntare su un’infrastruttura già esistente, come quella della pubblica illuminazione, e che
copre l’intero territorio urbano si rivela strategico, proprio per le caratteristiche intrinseche
La scelta di usare lo standard Wireless M-Bus indicato dalla Comunità Europea per servizi di
telemetria (Smart Metering) ha un vantaggio competitivo, di cui beneficiano sia i titolari
dell’impianto di illuminazione – solitamente gli Enti locali – in quanto detentori del bene, e i
soggetti distributori di energia che non avranno bisogno di investire in infrastrutture dedicate
per operare il controllo a distanza dei contatori che sarà per loro obbligatorio.
Tutti benefici che si rifletterebbero direttamente o indirettamente sul cittadino e gli utenti
dei servizi interconnessi da un’unica struttura. Il lampione polifunzionale che crea risparmio,
energetico ed economico, dà benefici diretti anche ai cittadini e alla salvaguardia
dell’ambiente. In breve:
Una delle parole chiave per il concetto di Smart City, come ribadito in precedenza, è
l'efficienza. In particolare l'efficienza energetica, senza la quale non è possibile concepire
la “città intelligente” a misura d'uomo.
SLIN169® offre la possibilità alle Amministrazioni Comunali di dotarsi sul proprio territorio di
una illuminazione pubblica all'avanguardia, favorendo la creazione di sistemi che siano:
Questo è il fine ultimo delle Smart City. A titolo esemplificativo, SLIN169® è in grado di
interfacciarsi con le più svariare soluzioni tecniche in grado di realizzare:
Come già anticipato, l’architettura proposta per il sistema di gestione dei servizi Smart City
e Smart Metering, è direttamente legata all’impianto di pubblica illuminazione.
I tempi legati alla realizzazione di questa infrastruttura saranno quindi gli stessi con i quali
saranno realizzati gli interventi di efficientamento energetico dei centri luminosi.
Fig. 5- Integrazione dei servizi Smart City con l'impianto di IP tramite SLIN169®
Viene ora presentato il sistema online che unisce tutti i servizi e i prodotti tecnologici offerti
nel progetto. Dal risparmio energetico, alla verifica della funzionalità degli impianti, alla
possibile gestione dei servizi di monitoraggio smart metering, sono solo alcuni dei servizi che
possono essere gestiti da un unico portale, migliorando notevolmente il lavoro e il servizio
di manutenzione.
Di seguito vengono presentate alcune schermate del sistema, dalle quali si evince la
chiarezza e la completezza dei dati al fine di gestire gli impianti e rispondere alle richieste
del bando; è inoltre possibile verificare la semplicità e l’intuitività con le quali è stato
pensato e realizzato tutto il sistema. L’accesso al sistema è possibile tramite qualsiasi device
connesso alla rete tramite account dedicato con l’inserimento di username e password:
Di seguito un esempio della Smart city del Comune di Grottammare, uno dei primi in Italia
ad usufruire di servizi integrati da un’unica piattaforma web per la gestione della città:
sono inoltre attivi servizi, che potranno essere richiesti e aggiunti in un secondo momento
dalle Amministrazioni comunali:
Nella figura seguente viene mostrato come sarà possibile per gli operatori trovare il guasto
con avvisi attivi e interrogare il sistema:
Dal cruscotto è possibile verificare in tempo reale le misure rilevate e operare alcuni
interventi specifici, quali lo spegnimento o l’accensione dell’impianto, la variazione del
Il costo dell’investimento inteso come controvalore dei lavori previsti per il miglioramento
dell’efficientamento energetico ed adeguamento normativo degli impianti di
illuminazione, così come elencati nella presente Relazione Tecnica, e dettagliato all’interno
dell’elaborato R5 – “Stima sommaria dell’intervento” stimato da computo metrico allegato
in: 370.462,99 € (iva esclusa).
L’anticipo di capitale per la realizzazione per la realizzazione dell’intera opera sarà quindi
a capo della società E.S.Co Menowatt Ge S.p.A., e grazie ai flussi attivi generati (cash flow)
l’amministrazione comunale riconoscerà un canone annuale pari a 84.000 € (IVA inclusa)
per una durata di tempo non inferiore a 10 anni. L’importo del canone annuo riportato si
intende omnicomprensivo nelle sue parti di finanziamento dell’investimento e gestione e
9. CONCLUSIONI
Gli interventi elencati e analizzati nel dettaglio tecnico della presente relazione e negli
allegati a corredo, consentiranno il raggiungimento di una doppia finalità, ossia quella della
riduzione del consumo energetico in ottemperanza alle normative Comunitarie e Regionali
ottemperando inoltre alle esigenze dell’amministrazione Comunale di San Severino Marche
in materia di adeguamento dell’impianto di illuminazione pubblica ed integrazione di servizi
per la comunità.
e-mail: info@menowattge.it
pec: menowattge.pec@legalmail.it
www.menowattge.it
Il Sistema di qualità Menowatt Ge è certificato a norme UNI EN ISO 9001: 2015 e UNI EN ISO 14001:2015.
Menowatt Ge è Energy Service Company accreditata presso l’Autorità per l’Energia Elettrica e il Gas.
Menowatt Ge è certificata in conformità alla norma CEI UNI 11352 (gestione ESCo).
Menowatt Ge è socio del Comitato Elettrotecnico Italiano (CEI) e dell’Ente Nazionale Italiano di Unificazione (UNI).
Ed. 08/2018