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LA DIVINA INDIFFERENZA di fronte al male di vivere non c'è altro bene che la divina

indifferenza ossia il distacco dignitoso dalla realtà, essere come una statua o la nuvola o il
Falco alto levato. Ma questa indifferenza non sempre è concessa al poeta il quale è
spesso preso dalla nostalgia di un mondo diverso, dall'ansia di scoprire “una maglia rotta
nella rete che ci stringe /lo sbaglio di natura che ci metta nel mezzo di una verità” perciò la
negatività di Montale non è statica ma è una negatività dialettica oscillante tra la
constatazione del male di vivere e la speranza vana e pur sempre risorgente del suo
superamento
LA VISIONE DEL MONDO
Un pessimismo combattivo. Il tratto distintivo dell'opera montaliana è un atteggiamento
radicalmente pessimistico Montale nega la possibilità di una visione organica e coerente
dell'io, della storia e del mondo. A questo amaro scetticismo conoscitivo non si
accompagna però un atteggiamento rinunciatario bensì la volontà costante di raggiungere
un’interpretazione globale della realtà, la tensione verso una possibile rivelazione del
senso ultimo del reale. Ma soprattutto l'opera di Montale non è mai disgiunta da un intento
etico, dalla volontà di dare un senso altamente morale al suo operato ti poeta.
La disarmonia e l'esistenzialismo istintivo degli anni giovanili La riflessione di
Montale si origina da un acuto disagio esistenziale, da un senso profondo di disarmonia
avvertito sin dall 'inizio e che non ha che fare con specifiche circostanze storiche. Questa
condizione originaria di scissione “sentirsi vivere in una campana di vetro” non viene però
passivamente accettata ma, come accade in Leopardi (autore a Montale molto caro), il
senso irrimediabile d’inadeguatezza si capovolge in elemento di forza in quanto offre un
punto di vista privilegiato di lucido e disincantato distacco nei confronti della condizione
umana.Nella prima giovinezza la situazione psicologica da cui muove la riflessione
montaliana lo vicina istintivamente ai grandi filosofi pessimisti Schopenhauer e Nietzsche;
il senso di impotenza di fallimento esistenziale trova quindi un modello filosofico di
riferimento nell'esistenzialismo
L’influenza della filosofia antipositivistica: il contingentismo di Boutroux e
l’immagine del tempo di Bergson. Nella prima fase della sua attività poetica Montale è
influenzato dalla filosofia antipositivistica francese di Boutroux che attacca il determinismo
positivistico sostenendo che persino l'ordine biologico non può essere compreso con leggi
fisico-chimica. A maggior ragione l’ambito psichico e spirituale che sfugge al principio di
causa effetto e implica la libertà, l'imprevedibilità. Questo ricorre sia negli Ossi di seppia
che nelle Occasioni rifacendosi inoltre a Bergson e a Proust . Montale fa proprio i temi
della memoria del tempo come durata interiore
La centralità del motivo del varco e della salvezza E’ il miracolo, uscire dalla prigionia
esistenziale. Nella poesia di Montale è centrale la ricerca di quella che egli definisce la
salvezza che equivale a una provvisoria armonia tra l’io e il mondo, alla pienezza
esistenziale che consente di sfuggire per un attimo al carcere della vita. Solo poche
persone però possono accedere a questa dimensione di pienezza esistenziale che si
realizza in istanti privilegiati ed accadono più per il gioco del caso che per una scelta
consapevole, per cui l'immagine del Varco che ha implicazioni conoscitive e salvifiche
nell'immaginario montaliano, corrisponde al manifestarsi imprevedibile di una dimensione
autentica in cui gli uomini possono realizzarsi compiutamente e riconoscersi in un l'altro
magari solo per un attimo.
Il ruolo salvifico delle figure femminili. Le figure femminili occupano un ruolo
determinante nella vita e nell'ispirazione poetica di Montale da Esterina ad Arletta,
Gerti,Dora Marcus, Clizia (Irma brandeis) a Mosca ( Drusilla Tanzi) e Volpe (Maria Luisa
Spaziani) . Le figure femminili oltrepassano la dimensione del privato per assurgere ad
emblemi e vengono associate dal poeta a potenzialità conoscitive salvifiche altrimenti
negati all'uomo. In particolare la figura di Clizia nella Bufera si identifica col senso stesso
della poesia concepita come baluardo di civiltà contro la barbarie della storia
La religiosità montaliana Ma nella bufera Clizia assume anche soprattutto significati
religiosi. Nell’ intervista immaginaria del 46 parlando della figura femminile che compare
nella bufera Montale la definisce la “continuatrice e simbolo dell’eterno sacrificio cristiano”.
Montale non attribuisce alla religione rassicuranti certezze ma considera l ' esperienza
religiosa soprattutto come istanza etica che comporta un impegno responsabile
dell’individuo nel mondo come si può dedurre dalla lirica Iride nella Bufera . L'opera di Dio
nella storia non è autosufficiente ma implica la piena collaborazione dell'uomo Questo
assunto sollecita con forza il nostro impegno perché l'opera Sua deve essere continuata
LE SCELTE IDEOLOGICHE E POLITICHE
Razionalità e rigore morale Il profilo intellettuale di Montale è contraddistinto da un
costante atteggiamento razionale e da quel senso di “decenza quotidiana” (rigore etico,
senso della misura) che lo immunizza dal ribellismo ostentato e velleitario delle
avanguardie e dalla retorica patriottarda del Fascismo. Certo la sua famiglia Borghese
improntata ad una severa etica del lavoro contribuì a formarlo in tal senso ma
determinante fu anche la frequentazione degli intellettuali che si raccoglievano intorno alle
riviste di Baretti e Rivoluzione liberale dirette da Pietro Gobetti oltre alla lezione di
Benedetto Croce di cui Montale elogia la chiarezza intellettuale e il rigore morale anche se
non condivide il programmatico ottimismo storicistico
Autonomia di giudizio ed antidogmatismo Le posizioni assunte da Montale nel campo
politico sono ispirate ai principi riconducibili al liberalismo e all’intransigente difesa della
dignità individuale: da qui la decisione di sottoscrivere il Manifesto degli intellettuali
antifascisti (1925) e la posizione fermanente antifascista che egli mantenne per tutto il
Ventennio gli costò, tra l 'altro, la perdita della direzione della biblioteca Viesseaux. Dallo
stesso atteggiamento etico-politico deriva la sua visione convinta alla Resistenza e poi al
Partito d’Azione. Negli anni roventi del dopoguerra caratterizzati da decisi schieramenti
ideologici e dal richiamo all'impegno dell'intellettuale Montale non rinuncia all’
aristocratico liberalismo in cui si riconosce al culto dell'autonomia etica intellettuale
Prende così le distanze suscitando aspre critiche (soprattutto negli ambienti della sinistra)
da qualsiasi forma di dogmatismo e di asservimento ideologico. Da qui la sarcastica
polemica verso” il chierico rosso o nero” in Piccolo testamento che è un vero e proprio
manifesto delle posizioni ideologiche di Montale
La visione apocalittica della società neocapitalistica La Severa propensione al giudizio
critico, la visione aristocratica della cultura ma di un'aristocrazia esclusivamente spirituale
spiegano infine il giudizio duro e sarcastico di Montale sulla cultura di massa e sulla
società capitalistica degli anni 60 e 70 presente nelle ultime raccolte ed in alcune prose di
Auto da Fé. Senza dubbio la funzione etica propria della poesia montaliana sopravvive
anche in quest'ultima fase ma il pessimismo dello scrittore si fa sempre più Radicale
L’IDEA MONTALIANA DELLA POESIA = LA POETICA
● Il distacco dai poeti laureati (D’annunzio, Carducci, Pascoli)= una visione
antisublime di poesia; rifiuto della figura del poeta vate interprete di una
comunità, mentre si riconosce nella poesia defilata dei crepuscolari e dei
vociani
● La lezione della poesia francese = Baudelaire, Verlaine
● L’interesse per la poesia angloamericana = E. Pound,Eliot,Hopkins
● Montale vs Ungaretti,. Mentre Ungaretti è fiducioso nella traducibilità di uno stato
d'animo interiore in parola, Montale non crede nella virtù della parola pura, capace
di attingere all'essenza del reale e di coglierne “le segrete corrispondenze”. Ai
procedimenti analogici cari a Ungaretti e alla poesia simbolista Montale sostituisce
la oggettivazione delle sue emozioni e della sua condizione esistenziale e la
conseguente ricerca di una parola netta, precisa, inequivocabile
● La funzione irrinunciabile della poesia Nei numerosi interventi di riflessione critica
della maturità e della vecchiaia Montale si rivela scettico sul destino della poesia che non può
essere considerato un prodotto che obbedisca e ritmi dell'Industria e alla razionalità tecnologica
Tuttavia il discorso È ancora possibile la poesia ? tenuto in occasione del conferimento del
premio Nobel 1975 sembra schiudere qualche spiraglio di ottimismo sulla possibilità che anche
nel mondo moderno si ripropongono la poesia autentica

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