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E-SPORTS : RISCHI E PREVENZIONE

I giocatori professionisti non sono soltanto riferiti al mondo dello sport “tradizionale”,


ma anche ai videogiochi. Gli eSports, infatti, crescono in tutto il mondo e hanno vere e
proprie squadre di professionisti. Questa forma di gioco elettronico, noto anche come
gaming competitivo, ogni anno conquista popolarità, a tal punto che nel 2017 il
Comitato Olimpico Internazionale li ha riconosciuti come attività sportiva e nel 2018
hanno fatto addirittura il loro debutto ai Giochi Asiatici. Saranno considerati come
sport olimpionico probabilmente dal 2024 (parigi). Le competizioni professionali
attraggono oltre 250 milioni di spettatori in tutto il mondo (sono praticati in delle vere
e proprie arene, talvolta piccole, talvolta stadi!) e, ad oggi, solo negli Stati Uniti si
annoverano più di 80 squadre di College attive. I rischi per la salute però sono reali.

Gli esports, conosciuti anche come gaming competitivo, sono una forma di


competizione elettronica organizzata che avviene tramite e grazie ai videogiochi
(nati grazie alla diffusione di Internet). Il prefisso “e” sta per “electronic” e sottolinea
il carattere digitale di questo nuovo fenomeno. Gli esports coinvolgono
videogiocatori professionisti, semiprofessionisti o amatoriali che si affrontano, come
individui o come parte di una squadra, al fine di superare la concorrenza degli
avversari. Un videogiocatore professionista solitamente è ingaggiato da una squadra
esports per competere nei maggiori tornei/campionati ufficiali di uno specifico titolo.
Si fa solitamente notare attraverso le competizioni amatoriali locali prima di attirare
l’attenzione dei grandi team internazionali. Un videogiocatore professionista deve
sapersi integrare in una squadra, allenarsi duramente sia dal punto di vista mentale
sia dal punto di vista fisico, coordinarsi con il proprio allenatore, viaggiare per il
mondo per partecipare alle competizioni offline, partecipare alle iniziative di partner
o sponsor.
Esempio: campionati di MOBA (multiplayer Online Battle Arena), sparatutto in prima
o terza persona
Possono essere praticati da chiunque, forse per questo c’è più parità di opportunità
e eguaglianza rispetto agli sport tradizionali.
Per le divise e la presenza di un allenatore, a distinguere gli eSports sono la destrezza
manuale richiesta e i rapidi tempi di reazione, necessari per ottenere la vittoria. I
videogiocatori professionali possono eseguire fino a 500 movimenti al minuto e la
pratica può durare dalle 3 alle 5 ore di gioco al giorno, oltre all’esercizio in casa. I
giocatori sono seduti per tutta la durata dell’attività e, per questa ragione, ci sono vari
rischi di infortuni simili a chi lavora seduto alla scrivania.
I maggiori problemi di salute sembrano influenzare le condizioni oftalmologiche,
muscoloscheletriche, metaboliche e la salute mentale. Secondo uno studio del New
York Institute of Technology College of Osteopathic Medicine, a causa della
natura sedentaria degli eSports, i videogiocatori professionisti hanno la tendenza a
sviluppare lesioni muscoloscheletriche, tra cui disfunzioni della colonna cervicale e
lombare o degli arti superiori; o, ancora, la disregolazione metabolica, i disturbi del
ritmo circadiano, o i disturbi di salute mentale, quali l’Internet Gaming Disorder, la
depressione, l’ansia. Tali disturbi sono presenti a differenti livelli, a seconda del
genere e del tipo di gioco svolto.

Uno dei disturbi più comuni è poi la Computer Vision Syndrome, derivante dalla
visualizzazione prolungata degli schermi digitali. La sindrome è caratterizzata da
diversi sintomi, tra cui la visione offuscata, la lombalgia (mal di schiena) e il mal di
testa. I problemi alla vista aumentano secondo la quantità di tempo spesa davanti allo
schermo: oltre il 50% di videogiocatori d’élite intervistati trascorre più di 2 ore al
giorno fissando lo schermo del computer, prima di concedersi una pausa in piedi.
Oltre il 25% degli atleti universitari, inoltre, riferisce di praticare gli eSports per più di 5
ore al giorno.

Secondo un’altra ricerca del New York Institute of Technology College of


Osteopathic Medicine, il disturbo più frequente riportato tra i videogiocatori d’elité
è l’affaticamento degli occhi (56%), seguito da dolore al collo e alla schiena
(42%). Gli atleti riportano anche dolori al polso (36%) e alla mano (32%). La mancanza
di contrasto e di definizione delle immagini generate al computer aumenta la fatica
dell’occhio. Di conseguenza, i movimenti saccadici e la convergenza aumentano,
mentre diminuisce il battito di ciglia affaticando il sistema oculomotore.

Va sottolineata anche la sedentarietà: Essere sedentari è una delle scelte più nocive
nei confronti non solo del corpo ma anche della psiche. Gli effetti sulla salute sono
profondi e si amplificano nella misura in cui la sedentarietà si associa con altri
comportamenti errati (alimentazione, abuso di fumo/alcool..). I principali effetti sono:

 Problemi cardiovascolari: il movimento aiuta a mantenere il cuore forte e


resistente e la circolazione più efficiente. Contribuisce a ridurre la possibilità
di ictus cerebrale e infarto poiché tiene sotto controllo fattori
come ipertensione, diabete, obesità, colesterolo.
 Artrosi e osteoporosi: l’inattività fisica porta a un irrigidimento delle
articolazioni (causando artrosi) ed espone maggiormente al rischio
di  osteoporosi, malattia che porta al deterioramento del tessuto osseo.

 Stanchezza perenne: È paradossale ma è molto più probabile che ad essere

perennemente stanco sia un sedentario rispetto ad una persona attiva. Ci hai mai fatto
caso? La ragione è semplice: lo sportivo sta fornendo al corpo ciò di cui ha bisogno per

stare bene. Il sedentario sta invece dando una dose eccessiva di divano, televisione e

molto spesso alimenti sbagliati.

 Sovrappeso e obesità

Se l’organismo funziona al meglio, viene stancato dalla dose corretta di movimento e

poi lasciato recuperare con il riposo e un apporto adeguato di cibo, la persona non si

sentirà stanca, demotivata e priva di energie ma, al contrario, forte, dinamica ed

entusiasta. Il movimento fisico regolare ristabilisce anche la corretta produzione

di neurotrasmettitori che è sono le sostanze responsabili del nostro benessere

psico-emotivo. I principali neurotrasmettitori e neuro-ormoni sono responsabili di

diversi effetti (dopamina(gratificazione), endorfina (calma e serenità)..). Tre le possibili

conseguenze di una vita sedentaria, inoltre, citiamo un calo dell’umore, un aumento di

stati di ansia e depressione (no socializing) e, infine, invecchiamento precoce.

Sono ancora poche le ricerche sulle abitudini e gli stili di vita di questi giocatori.

Tuttavia, alcuni interventi, potrebbero minimizzare i sintomi associati alla sindrome da

visione artificiale: la postazione di gioco di un atleta dovrebbe essere organizzata in

modo tale che il centro del monitor sia da 5 a 6 pollici al di sotto dell’angolo di visione

retta e ad una distanza di 20-28 pollici. Le luci nella stanza, poi, dovrebbero essere

modificate per limitare l’abbagliamento. Gli atleti potrebbero anche essere

informati per cercare la correzione di eventuali errori di rifrazione, di accomodazione

oculare, di convergenza e astigmatismo. Quelli più estremi potrebbero

svolgere esercizi che riducono l’affaticamento degli occhi, che includono la messa a

fuoco e la “regola del 20-20-20”: fare una pausa di 20 secondi, ogni 20 minuti,

guardando a 20 piedi di distanza.

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