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delle Navi
In vigore dal 1 Gennaio 2008
Parte F
Notazioni Addizionali di Classe
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Direttore responsabile: Marcello Lucentini
Parte F
Notazioni Addizionali di Classe
Capitoli 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11
Sezione 1 Generalità
1 Generalità 101
1.1 Applicabilità
1.2 Responsabilità dell’armatore
2 Immersioni e spessori dei ghiacci in relazione alle classi dei ghiacci 101
2.1 Definizioni
2.2 Limitazioni d’immersione
2.3 Spessore dei ghiacci
3 Potenza dell’apparato motore di propulsione 103
3.1 Potenza richiesta dei motori
Sezione 1 Generalità
1 Generalità 119
1.1 Campo di applicazione
2 Linee di galleggiamento nei ghiacci 119
2.1 Definizioni
2.2 Indicazione delle linee di galleggiamento superiore ed inferiore
Sezione 2 Scafo
1 Generalità 121
1.1 Zone dello scafo
1.2 Calcoli diretti
2 Materiali e saldatura 121
2.1 Classi e tipi dei materiali
2.2 Saldatura
3 Sovraspessori per corrosione ed abrasione e rinnovo lamiere 124
3.1 Sovraspessore per corrosione ed abrasione
3.2 Rinnovo lamiere
4 Carichi di progetto dovuti all'azione del ghiaccio 124
4.1 Generalità
4.2 Caratteristiche del carico di impatto obliquo
4.3 Zona di prora
4.4 Zone dello scafo diverse dalla Prora (B)
4.5 Impronta del carico di progetto
4.6 Pressione all'interno dell'impronta del carico di progetto
4.7 Fattori di zona dello scafo
5 Robustezza longitudinale 129
5.1 Applicabilità
5.2 Carichi sulla trave nave dovuti al ghiaccio
5.3 Criteri di robustezza longitudinale
6 Fasciame esterno 131
6.1 Definizioni
6.2 Spessore richiesto
6.3 Spessore netto
Sezione 3 Macchine
1 Generalità 138
1.1 Campo di applicazione
1.2 Disegni ed informazioni particolari da sottoporre
1.3 Progetto dell'impianto
2 Materiali 138
2.1 Materiali esposti direttamente all'acqua di mare
2.2 Materiali esposti alla temperatura dell'acqua di mare
2.3 Materiali esposti a basse temperature ambientali esterne
3 Carichi dovuti all'interazione del ghiaccio 138
3.1 Interazione ghiaccio-elica
3.2 Fattori inerenti la Classe Polare
3.3 Carichi di progetto dovuti all'azione ghiaccio per eliche senza mantello
3.4 Carichi di progetto dovuti all'azione del ghiaccio per eliche intubate
3.5 Carichi di progetto sulle linee d'alberi di propulsione
4 Progetto 143
4.1 Criterio di progetto
4.2 Propulsori principali di tipo azimutale
4.3 Progetto della pala
4.4 Avviatori
5 Accelerazioni sulle strutture di sostegno dei macchinari 144
5.1 Generalità
5.2 Accelerazioni
Appendice 2 Calcolo della Stabilità in Condizioni di Avaria per Navi con Bordo
Libero Ridotto
1 Condizioni iniziali di caricazione 248
1.1 Condizioni iniziali di caricazione
2 Ipotesi di falla 248
2.1 Dimensioni della falla
2.2 Scalini e recessi
2.3 Distanza delle paratie trasversali
2.4 Ipotesi di falla
2.5 Condizione di equilibrio
2.6 Criteri di stabilità in condizioni di avaria
Capitolo 7
1.3.5 Definizioni relative alla prevenzione numero di passeggeri che possono essere ospitati nelle
dell'inquinamento del mare da liquami cabine più i membri dell'equipaggio.
(1/7/2005)
d) Sistema antivegetativo è un rivestimento, una pittura-
Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo zione, un trattamento superficiale o un dispositivo che
stesso significato precisato nell'Annesso IV alla MARPOL viene usato su una nave per controllare o prevenire
73/78, come emendata. In aggiunta, si applicano le l'attacco di organismi vegetativi.
seguenti altre definizioni.
e) Antivegetativa senza TBT significa una pittura antivege-
a) Liquami tativa priva di tributyltin (stagno-tributile).
Liquami significa:
f) Certificato AFS significa “International Antifouling Certi-
• drenaggi o altri scoli da qualsiasi tipo di gabinetti, ficate” o “Dichiarazione di conformità”, rilasciati in
od orinatoi; accordo con la Risoluzione IMO MEPC. 104(48), come
• drenaggi da locali adibiti a servizi medici (ambula- emendata.
tori, infermerie, ecc.) attraverso lavandini, vasche e Nota 1: Per ulteriori definizioni, vedere App 2, [2.2].
scarichi ad essi collegati;
1.3.8 Definizioni in relazione alla gestione
• drenaggi da spazi occupati da animali vivi; o
ambientale della nave (1/7/2004)
• altre acque di scolo, se mescolate ai drenaggi sopra "Ship Environmemtal Manager" è un ufficiale in servizio a
menzionati. bordo, che è responsabile della gestione e del controllo
b) Cassa di deposito dei liquami trattati delle procedure e delle attività relative alle prescrizioni
della presente Sezione.
La cassa di deposito dei liquami trattati è una cassa ado-
perata per la raccolta ed il contenimento del flusso di
1.3.9 Definizioni relative allo ship recycling
liquami in uscita dall’impianto di trattamento. (1/7/2006)
c) Massimo numero di persone presenti a bordo I termini relativi allo ship recycling usati in questa Sezione
Per le navi ro-ro da passeggeri, il massimo numero di hanno il significato indicato nella Risoluzione IMO
persone presenti a bordo è il massimo numero di pas- A.962(23).
seggeri che possono essere ospitati nelle cabine più i
membri dell'equipaggio. 1.4 Documenti da inviare
1.3.6 Definizioni relative alla prevenzione 1.4.1 Documenti da inviare in relazione alla
dell'inquinamento del mare da rifiuti prevenzione dell'inquinamento del mare da
(1/7/2004) prodotti petroliferi (1/7/2004)
Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo La Tab 1 elenca i documenti da inviare in relazione alla
stesso significato precisato nell'Annesso V alla MARPOL prevenzione dell'inquinamento del mare da prodotti petro-
73/78, come emendata e, in aggiunta, rifiuti significa qual- liferi.
siasi tipo di rifiuti di viveri, rifiuti domestici o operativi,
esclusi pesce fresco o sue parti, prodotti durante il normale I documenti elencati nella Tab 1 non tengono conto dei
esercizio della nave e destinati ad essere eliminati continua- disegni necessari per il rilascio del Certificato IOPP.
mente o periodicamente, con esclusione di quelle sostanze
1.4.2 Documenti da inviare in relazione alla
che sono definite o elencate negli Annessi I, II, III e IV della
prevenzione dell'inquinamento del mare da
MARPOL 73/78, come emendata. sostanze liquide nocive (1/7/2004)
1.3.7 Definizioni in relazione alla prevenzione La Tab 2 elenca i documenti da inviare in relazione alla
dell'inquinamento del mare da altre fonti prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze
(1/7/2005) liquide nocive.
a) Organismi acquatici e patogeni nocivi sono batteri, I documenti elencati nella Tab 2 non tengono conto dei
piante e animali che possono sopravvivere in forma disegni necessari per il rilascio dell' "International Pollution
vitale nell'acqua di zavorra e nei sedimenti trasportati Prevention Certificate for the Carriage of Noxious Liquid
nelle navi. Il successivo scarico dell'acqua di zavorra o Substances in Bulk" o dell'"International Certificate of Fit-
dei sedimenti nelle acque del porto possono rappresen- ness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk",
tare una minaccia per la vita umana, animale e vegetale come appropriato.
del luogo e per l'ambiente marino.
1.4.3 Documenti da inviare in relazione alla
b) Acque grigie sono gli scarichi da lavaggio di piatti, prevenzione dell'inquinamento del mare da
docce, lavanderie, bagni, lavandini e ombrinali di locali sostanze dannose trasportate via mare in
di igiene. imballaggi (1/7/2004)
c) Massimo numero di persone presenti a bordo, ai fini del La Tab 3 elenca i documenti da inviare in relazione alla
calcolo della capacità di ritenzione delle acque grigie, prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze dan-
per navi ro-ro da passeggeri, significa il massimo nose trasportate via mare in imballaggi.
Tabella 1 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da prodotti petroliferi
(1/7/2004)
Tabella 2 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze liquide
nocive (1/7/2004)
N. (1) Documento
1 I Copia dell'"International Pollution Prevention Certificate for the Carriage of Noxious Liquid Substances in Bulk”
o copia dell’”International Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk”, come applica-
bile
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia
Tabella 3 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze dannose tra-
sportate via mare in imballaggi (1/7/2004)
N. (1) Documento
1 I Piano generale con l’indicazione delle zone destinate al carico delle sostanze dannose imballate in relazione alle
altre zone della nave
2 I Piani degli impianti e delle apparecchiature di scarico delle sostanze dannose, in caso di emergenza e di smalti-
mento e lavaggio di eventuali perdite
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia
1.4.4 Documenti da inviare in relazione alla 1.4.7 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da gestione ambientale della nave (1/7/2004)
liquami (1/7/2004) La Tab 7 elenca i documenti da inviare in relazione alla
La Tab 4 elenca i documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave.
prevenzione dell'inquinamento del mare da liquami.
1.4.8 Documentazione da inviare per lo ship
I documenti elencati nella Tab 4 non tengono conto dei recycling (1/7/2006)
disegni necessari per il rilascio del Certificato ISPP. Per lo ship recycling deve essere inviato all'approvazione,
in quadruplice copia, il Green Passport.
1.4.5 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da
rifiuti (1/7/2004) 2 Prescrizioni relative al progetto
La Tab 5 elenca i documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da rifiuti. 2.1 Prevenzione dell’inquinamento del mare
da prodotti petroliferi
1.4.6 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da 2.1.1 Generalità (1/7/2004)
altre fonti (1/7/2004) La nave deve avere un Certificato IOPP in corso di validità,
rilasciato da un'Amministrazione o da un'Organizzazione
La Tab 6 elenca i documenti da inviare in relazione alla
Riconosciuta per conto di un'Amministrazione in accordo
prevenzione dell'inquinamento del mare da altre fonti.
con le prescrizioni applicabili dell'Annesso I alla MARPOL
I documenti elencati nella Tab 6 non tengono conto dei 73/78, e deve inoltre soddisfare le prescrizioni da [2.1.2] a
disegni necessari per il rilascio del Certificato AFS. [2.1.4].
2.1.2 Sistemazione delle casse (1/7/2004) c) Sui ponti di coperta e/o delle sovrastrutture, ciascuno
a) Ai fini della presente norma, devono essere considerate sfogo gas, tubo di rigurgito e collegamento del tubo di
le casse destinate a contenere combustibile liquido, le riempimento delle casse del combustibile liquido o
casse per le morchie e le casse per l'olio lubrificante, dell'olio lubrificante deve essere munito di un conteni-
esaurito o no, di capacità superiore al maggiore tra i tore fisso o di un'area di ponte chiusa avente una capa-
cità di:
valori di 20 m3 e V/100, essendo V il volume comples-
sivo, in m3, di tali casse. Devono essere comprese anche • 80 litri, se la stazza lorda della nave è compresa tra
le casse di rigurgito, a meno che esse non siano munite 300 e 1600 ton
di un allarme per la rivelazione di liquidi e non siano
previste procedure operative per mantenere tali casse • 160 litri, se la stazza lorda della nave è superiore a
vuote. 1600 ton.
b) Non vengono considerati, ai fini di questa norma, i d) L'apparecchiatura di separazione dell’olio, richiesta
doppi fondi per l'olio lubrificante di circolazione, posti dalle disposizioni dell'Annesso I alla MARPOL 73/78,
sotto al motore principale. deve essere provvista di un misuratore del contenuto di
c) Tali casse, ovunque ubicate, devono avere il fondo olio e di un allarme tarato a 15 parti per milione (ppm),
posto ad una altezza h, rispetto alla linea di costru- combinati con un dispositivo automatico di blocco.
zione, uguale o superiore al valore minore tra B/15,
2T/11 o 2 m, con un minimo di 0,7 m. e) L'effluente dall'apparecchiatura di separazione dell’olio
tarata a 15 ppm deve poter essere riciclato ad una cassa
d) La distanza minima w, in m, dal fasciame esterno del
di decantazione delle acque di sentina. Tale cassa deve
fianco e del fondo, misurata in qualsiasi sezione trasver-
essere sistemata in modo da permettere la periodica
sale, perpendicolarmente al fasciame esterno, deve
rimozione dei sedimenti.
essere:
• w = 0 ,01 ⋅ ( 68 ,69 + 0 ,0657 ⋅ v ) f) Per la pre-separazione delle acque oleose di sentina,
prima dell'invio delle acque stesse al separatore o filtro,
per casse con un volume fra 20 e 2000 m3 deve essere predisposta una cassa di decantazione.
• w=2
g) Il volume V di tale cassa, in m3, deve essere almeno:
per casse con un volume maggiore di 2000 m3,
essendo: V = 1 + 5, 5P ⋅ 10
–4
g) Dovrà essere assicurata l'ispezionabilità delle casse e h) Per navi che utilizzino combustibile liquido con massa
delle eventuali intercapedini intorno alle casse stesse; volumica a 15° C superiore a 0,94 kg/dm3 e viscosità a
tali intercapedini devono essere efficacemente protette 50 °C superiore a 110 centistokes, tale cassa deve poter
dalla corrosione con idonee pitture di colore chiaro, al essere riscaldata.
fine di facilitarne l'esame.
i) Navi che utilizzino nafta pesante devono essere dotate
2.1.3 Impianti (1/7/2004) di casse per le morchie provenienti dai depuratori della
a) Ogni cassa del combustibile e ogni cassa dell'olio lubri- nafta senza strutture interne e con idoneo sistema di
ficante di capacità superiore a 10 m3 deve essere munita riscaldamento.
di un impianto di rigurgito e di un allarme di alto livello.
j) La cassa per le morchie deve essere sistemata in modo
Alternative accettabili sono: da permettere la periodica rimozione dei sedimenti. Le
• un impianto di rigurgito e un allarme di flusso nel morchie devono essere smaltite a bordo, mediante
collettore di rigurgito l'impiego di inceneritori, oppure scaricate a terra e ciò
• nessun impianto di rigurgito e due allarmi di alto deve essere registrato nell' "oil record book".
livello (per esempio al 90% e al 95% del riempi- L'impiego di caldaie per lo smaltimento delle morchie a
mento). bordo non è consentito, a meno che non sia installato
b) I segnali di allarme devono essere emessi in una idonea un impianto di trattamento od una speciale apparec-
stazione dalla quale sono comandate le operazioni di chiatura, che migliori le emissioni generate dall'incene-
bunkeraggio o di trasferimento del combustibile liquido. rimento delle morchie, approvati dalla Società.
Tabella 4 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da liquami (1/7/2004)
Tabella 5 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da rifiuti (1/7/2004)
Tabella 6 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da altre fonti (1/7/2004)
Tabella 7 : Documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave (1/7/2004)
N. (1) Documento
1 I Piano per la gestione ambientale della nave contenente le indicazioni di cui in [2.1.4], [2.3.6], [2.4.4], [2.5.4],
[2.6.4] e [2.7.2]
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia
2.3.6 Procedure (1/7/2004) zioni applicabili delle varie Sezioni dei presenti Regola-
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ- menti.
mental Management Plan) menzionato in [2.7.2] deve com- d) Le casse di deposito dei liquami trattati devono essere
prendere le procedure per la conformità con le prescrizioni munite di allarmi di alto livello.
del presente punto [2.3].
2.4.4 Procedure (1/7/2007)
2.4 Prevenzione dell'inquinamento del mare Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ-
da liquami mental Management Plan) menzionato in [2.8.2] deve com-
prendere le procedure relative a:
2.4.1 Generalità (1/7/2004) • Gestione dei liquami, compresi i criteri per la discarica
La nave deve avere un Certificato ISPP, in corso di validità, e l'impiego di casse di decantazione in porto e nessuna
rilasciato da un'Amministrazione, o da un'Organizzazione area di discarica.
Riconosciuta per conto di un'Amministrazione, in accordo • Preparazione, compilazione e conservazione del regi-
con le prescrizioni applicabili dell'Annesso IV alla stro dei liquami.
MARPOL 73/78, e deve inoltre soddisfare le prescrizioni da • Lo smaltimento dei residui dell'impianto di trattamento
[2.4.2] a [2.4.4]. dei liquami.
2.4.2 Scarico di liquami in mare (1/7/2004) Se la nave non è in condizioni di smaltire in mare i resi-
dui dell'impianto di trattamento dei liquami, in confor-
Tutti gli scarichi di liquami, sia in mare, sia in stazioni di
mità con normative internazionali o nazionali, tali
raccolta a terra, devono essere registrate sul registro dei
residui devono essere smaltiti a terra oppure mediante
liquami, con l'indicazione della data, della località e della
inceneritori.
quantità di liquami scaricata e devono essere in conformità
con le disposizioni relative alle discariche di cui
all'Annesso IV alla MARPOL 73/78. 2.5 Prevenzione dell'inquinamento del mare
da rifiuti
2.4.3 Impianto per il trattamento dei liquami
(1/7/2004) 2.5.1 Applicabilità (1/7/2004)
a) Deve essere installato a bordo un impianto per il tratta- Le disposizioni applicabili dell'Annesso V alla MARPOL
mento dei liquami che soddisfi le prescrizioni operative 73/78, come emendata, devono essere soddisfatte, insieme
basate sugli standard e sulle metodologie di prova di cui con le seguenti specifiche prescrizioni addizionali.
alla Risoluzione IMO MEPC.2(VI), come emendata.
2.5.2 Targhe, piano di gestione dei rifiuti e registro
b) La nave deve essere munita di una cassa (o di casse) di dei rifiuti (1/7/2004)
deposito per i liquami trattati di capacità sufficiente a a) Devono essere affisse a bordo, come appropriato, delle
consentire la ritenuta dei liquami trattati, quando la targhe che notifichino a passeggeri ed equipaggio le
nave si trovi in porto o in zone in cui sia vietato lo sca- prescrizioni relative allo smaltimento di cui all'Annesso
rico. La capacità totale minima di tale cassa (o di tali V alla MARPOL 73/78.
casse) deve essere di 2 giorni, basata sul massimo
numero di persone a bordo e su 96 litri/persona/giorno, b) Le targhe devono essere scritte nella lingua ufficiale
se viene usato un impianto convenzionale (con flusso- dello Stato di cui la nave batte la bandiera e, per navi
metro), e su 11 litri/persona/giorno, se viene usato un impegnate in viaggi verso porti o terminali offshore
impianto a vuoto. sotto la giurisdizione di altri Stati, in inglese o in fran-
cese.
Un volume inferiore ma in ogni caso non minore del
50% della capacità sopra menzionata, potrebbe essere c) Deve essere disponibile a bordo un piano di gestione
accettato a condizione che: dei rifiuti. Questo piano deve contenere procedure
scritte per la raccolta, il deposito, il trattamento e lo
• la nave sia equipaggiata con un impianto di post-
smaltimento dei rifiuti e deve comprendere le istruzioni
trattamento dei liquami, capace di ridurre il volume
per l'impiego delle attrezzature di bordo. Esso deve
dell'effluente (es. riutilizzando parte dell'acqua dei
anche designare le persone responsabili di tale piano.
liquami trattati per uso di bordo;
Questo piano deve essere in accordo con la guida con-
• sia assicurata una ritenzione di 2 giorni; tenuta in App 1 e deve essere scritto nella lingua di
• sia fornita una documentazione tecnica, compren- lavoro dell'equipaggio.
dente i risultati dei test effettuati a bordo, e compro- d) Per le navi da passeggeri, nel piano di gestione dei
vante, a soddisfazione della Società, l'efficienza del rifiuti, deve essere riservata una particolare considera-
sistema e la riduzione di volume ottenuta. zione ai seguenti rifiuti potenzialmente pericolosi:
c) La nave deve essere equipaggiata con una tubolatura • Liquidi per lo sviluppo di pellicole e lastre fotografi-
che porti all'esterno, idonea per lo scarico delle acque che e radiografiche
nere in una stazione di raccolta; tale tubolatura deve • Solventi e liquidi di scarto per il lavaggio a secco
essere dotata di una flangia per il collegamento a terra,
• Liquidi tipografici
in accordo con le prescrizioni di cui all’Annesso IV
della MARPOL 73/78, e i materiali, le tubolature, gli • Cartucce per fotocopiatrici e stampanti laser
accessori e le apparecchiature sono soggetti alle prescri- • Prodotti farmaceutici non usati o scaduti
discarica di acque grigie e l'uso di casse di decantazione in Il Green Passport deve essere compilato in accordo al para-
porto e di nessuna area di discarica. grafo 5 della "IMO Resolution A.962(23) - IMO Guidelines
on ship recycling".
2.7 Ship Recycling Il Green Passport delle navi è un documento che facilita
l'applicazione di queste Guidelines fornendo informazioni
2.7.1 Generalità (1/7/2006) circa i materiali, conosciuti per essere potenzialmente peri-
Alcuni dei problemi connessi con lo ship recycling dovreb- colosi, utilizzati durante la costruzione della nave, delle sue
bero essere valutati durante la fase di progettazione e di apparecchiature ed impianti. Questo documento deve
costruzione, tenendo presente non soltanto la nave in se accompagnare la nave per tutta la durata del suo esercizio.
stessa ma anche le sue apparecchiature. Gli Armatori successivi devono conservare correttamente
il Green Passport ed includervi tutte le modifiche apportate
Il primo passo è quello di identificare tutti i materiali poten- al progetto ed alle apparecchiature, e l'ultimo Armatore
zialmente pericolosi che potrebbero essere inclusi, come consegnarlo, unitamente alla nave, alle strutture di demoli-
elementi di normale impiego, nella struttura della nave e zione.
nelle sue apparecchiature e, se possibile, prendere in consi-
derazione l'impiego di soluzioni alternative meno perico-
lose. 2.8 Gestione ambientale della nave
3.2 Ispezioni e prove dopo l’installazione a mento deve essere simulato secondo una procedura con-
bordo cordata con la Società.
3.2.1 (1/7/2004)
Dopo l'installazione a bordo, le apparecchiature e gli 3.3 Visite periodiche
impianti installati in relazione alle prescrizioni della pre-
3.3.1 (1/7/2004)
sente Sezione devono essere provati, in condizioni opera-
tive, alla presenza del Tecnico. Anche gli impianti di Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
comando, controllo e allarme devono essere provati alla controlli e le verifiche richiesti in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
presenza del Tecnico o, in alternativa, il loro funziona- quanto applicabili.
Tabella 1 : Documenti da inviare per la prevenzione dell’efflusso di sostanze che eliminano l’ozono (1/7/2004)
Tabella 3 : Documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave (1/7/2004)
N. (1) Documento
1 I Piano per la gestione ambientale della nave contenente le indicazioni di cui in [2.4.6], [2.5.1], [2.7.2] e [2.8.1]
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia
2.4.2 Sostanze alogenate dopo che siano stati eseguiti la manutenzione o il rin-
a) L'uso di sostanze alogenate (p.e. Halon o CFC) come novo di uno qualsiasi di tali componenti;
fluidi frigorigeni o come agenti antincendio è proibito, b) le procedure per la preparazione, la compilazione e
fatta eccezione per gli idroclorofluorocarburi (HCFCn) l'aggiornamento del registro dei motori.
che sono permessi fino al 1° gennaio 2020.
2.5.2 Apparecchiature per il controllo degli NOx
b) I fluidi frigorigeni degli impianti frigoriferi centralizzati
devono avere un potenziale di riscaldamento globale a) Metodi per il controllo dell'efflusso di NOx
GWP < 2000. L'efflusso di NOx può essere controllato mediante:
• un post trattamento (come, per esempio, una ridu-
2.4.3 Prevenzione delle perdite
zione catalitica selettiva), oppure
a) Devono essere previsti mezzi che limitino le perdite
• altri metodi (come, per esempio, l'emulsione di
all'atmosfera dei fluidi frigorigeni o dei loro vapori, nel
acqua nel combustibile, l'umidificazione dell'aria
caso di un'avaria all'impianto, così come durante lo
all'ingresso, l'iniezione diretta di acqua o vapore).
scarico del fluido frigorigeno in una stazione di rice-
zione a terra. La relativa apparecchiatura sarà oggetto di particolare
considerazione da parte della Società.
b) La perdita annua di fluido frigorigeno deve essere infe-
riore al 10% della carica totale di fluido frigorigeno di b) Prescrizioni generali
ciascun impianto. La perdita deve essere documentata 1) Devono essere provveduti mezzi per verificare il
mediante i valori di consumo registrati in un registro dei corretto funzionamento dell'apparecchiatura;
fluidi frigorigeni, da tenersi a bordo e da rendersi dispo-
2) L'avaria dell'impianto e/o dell'apparecchiatura per il
nibile durante le visite periodiche.
controllo dell'efflusso di NOx non deve influenzare
c) È necessario stabilire delle procedure tali che, nel caso il normale funzionamento del motore.
in cui la perdita annua superi il 10%, vengano intra-
prese azioni correttive.
2.6 Efflusso di ossidi di zolfo (SOx)
2.4.4 Mezzi per lo svuotamento
2.6.1 Contenuto massimo ammissibile di zolfo nei
L'impianto deve avere mezzi per lo svuotamento (p.e. com- combustibili liquidi (1/7/2006)
pressori) e mezzi per poter ritenere tutti i fluidi frigorigeni, Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
qualora si verificasse la necessità di svuotare l'intero impiegato a bordo delle navi non deve superare il 3% in
impianto nel caso di un'emergenza.
massa.
2.4.5 Manutenzioni e revisioni
L'impianto deve essere progettato in modo da ridurre al 2.7 Inceneritori
minimo il rischio di rilascio del fluido nel caso di manuten-
2.7.1 Applicabilità (1/7/2004)
zioni, riparazioni o revisioni; cioè esso deve essere proget-
tato considerando la possibilità di isolare quelle sezioni che a) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con incene-
devono essere revisionate mediante un sistema di valvole e ritori permanentemente installati a bordo, che sono in
sorpassi, in modo tale da non dover arrestare l'impianto, generale in accordo con le disposizioni della Risolu-
quando in funzione, prevenendo il rischio di rilascio del zione IMO MEPC.76(40), adottata il 25 settembre 1997:
fluido al di fuori dell'impianto. "Standard specifications for shipboard incinerators", il
cui testo è contenuto in App 2.
2.4.6 Procedure (1/7/2004) Il contenuto della predetta Appendice deve essere con-
Il piano per la gestione ambientale della nave, di cui in siderato come parte delle prescrizioni necessarie per il
[2.8.1], deve contenere: conseguimento della notazione CLEAN-AIR.
• le procedure da seguire per ridurre al minimo il rischio b) Navi senza inceneritori permanentemente installati a
di rilasci di fluidi frigorigeni o dei loro vapori, in tutte le bordo, che adoperino le caldaie principali o ausiliarie
condizioni di funzionamento e di emergenza. per incenerire morchie e morchie oleose prodotte
• le procedure per la preparazione, la compilazione e durante il normale esercizio, non possono conseguire la
l'aggiornamento del registro dei fluidi frigorigeni. notazione CLEAN-AIR.
c) Prescrizioni addizionali sugli inceneritori sono conte-
2.5 Efflusso di ossidi di azoto (NOx) nute in App 1, [5.4].
“MARPOL 73/78” come emendata ed i relativi accordo con le prescrizioni applicabili ai tipi di tubola-
materiali d’imballaggio contaminati; ture ed attrezzature similari, tenendo conto della loro
• clorodifenili (PCBn); classe e/o delle loro condizioni di progetto.
• rifiuti, come definiti nell’Annesso V della “MARPOL c) Prove dopo l’installazione
73/78” che contengono più che tracce di metalli Dopo l’installazione a bordo, le prove per l’accetta-
pesanti. zione dell’impianto devono comprendere l’operazione
b) Manuale operativo di svuotamento dell’intero fluido refrigerante
Deve essere provvisto a bordo un manuale operativo dall’impianto alle stazioni di raccolta, senza alcun rila-
preparato dal Costruttore. scio di fluido frigorigeno o di vapori di fluidi frigorigeni.
Devono essere anche provati alla presenza del Tecnico
c) Misure di sicurezza
della Società anche gli impianti di comando, controllo
1) Deve essere controllata con continuità la tempera- ed allarme o il loro funzionamento deve essere simulato
tura di uscita dei gas effluenti. secondo una procedura concordata con la Società.
2) Per inceneritori alimentati da un impianto automa-
tico di alimentazione continua, l’alimentazione di 2.9.2 Inceneritori
rifiuti deve arrestarsi qualora la temperatura sopra A meno che l’ìnceneritore non sia di un tipo approvato
indicata scenda al di sotto degli 850 °C. dalla Società, devono essere eseguite le prove indicate in
App 2.
3) Per inceneritori caricati manualmente per lotti,
l’unità deve essere progettata in modo che la tempe- 2.9.3 Visite periodiche (1/7/2004)
ratura nella camera di combustione raggiunga i 600
Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
°C in non meno di 5 minuti.
controlli e le verifiche richiesti in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
d) Procedure quanto applicabili.
Il piano per la gestione ambientale di cui in [2.8.1] deve
contenere le procedure necessarie per soddisfare i 3 LOWSOx(N)
requisiti di cui in a).
analisi devono essere effettuate in accordo con una nor- di distribuzione del combustibile liquido sia completa-
mativa riconosciuta accettabile dalla Società. mente svuotato di tutti i combustibili liquidi che hanno
c) Devono essere tenute a bordo e rese disponibili, se un contenuto di zolfo superiore all' 1,5% prima di
necessario, al Tecnico le registrazioni degli ordini di entrare in un'area con efflusso controllato di SOx. Il
acquisto e dei tipi di prove eseguite, compresi i risultati. volume dei combustibili a basso tenore di zolfo (conte-
nuto di zolfo uguale o inferiore all' 1,5%) in ciascuna
d) Le procedure di gestione del combustibile liquido cassa nonchè data, ora e posizione della nave in cui
devono essere stabilite e seguite considerandole come ogni operazione di scambio dei combustibili è comple-
parte del sistema gestionale della nave certificato. tata devono essere registrate nel giornale di bordo.
N. (1) Documento
1 A Piani particolareggiati degli impianti e delle apparecchiature per limitare l'efflusso di SOx nelle aree con efflusso
controllato di SOx (2)
2 A Piano di gestione ambientale degli SOx della nave (3)
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia;
I = da inviare solo per conoscenza
(2) Solo se tali impianti ed apparecchiature sono installati a bordo.
(3) Il "Piano per la gestione ambientale degli SOx" deve essere approvato se alla nave viene assegnata la notazione di classe LOW-
SOx(N)
1 Green Star Design IMO MEPC.107 (49), come emendata, in quanto appli-
cabili
1.1 Generalità • Certificazione di tipo approvato relativa all'impianto per
il trattamento dei liquami, rilasciata in accordo con le
1.1.1 (1/7/2006)
disposizioni della Risoluzione IMO MEPC.2 (VI), come
Quando ad una nave vengano assegnate le notazioni emendata
CLEAN-SEA e CLEAN-AIR, le due notazioni separate sono
• Certificazione di tipo approvato relativa all'inceneritore,
rimpiazzate dalla notazione addizionale di classe cumula-
rilasciata in accordo con le disposizioni della Risolu-
tiva GREEN STAR 3 DESIGN, in accordo con le disposizioni
zione IMO MEPC.76(40), come emendata, in quanto
di cui in Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.4] a).
applicabili
• "Engine International Air Pollution Prevention Certifica-
2 Green Star
tes" (EIAPP certificate o Document of Compliance), rila-
sciato in accordo con le disposizioni dell'"NOx
2.1 Generalità Technical Code", citato in [2.1.3] l).
2.1.1 Applicabilità (1/7/2006) Nel caso in cui uno qualsiasi dei sopra elencati certificati
La notazione GREEN STAR 3 è assegnata, in accordo con dovesse essere sospeso o non rinnovato per qualsiasi
quanto indicato nella Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.4] b), a motivo, la notazione GREEN STAR 3 dovrà essere automati-
navi dotate di mezzi efficaci atti ad impedire e controllare camente sospesa fino a quando alla nave non venga rila-
l'efflusso di sostanze inquinanti in mare ed in aria, in con- sciato un nuovo certificato valido.
formità con le prescrizioni di cui nel presente punto [2].
2.1.3 Definizioni (1/7/2005)
2.1.2 Certificati richiesti (1/7/2006) a) Liquami
Allo scopo di ottenere e conservare la notazione di classe
Liquami significa:
GREEN STAR 3, deve essere accertata la validità della
seguente documentazione: • drenaggi o altri scoli da qualsiasi tipo di gabinetti od
orinatoi;
• "International Oil Pollution Prevention Certificate"
(IOPP Certificate), rilasciato in accordo con le disposi- • drenaggi da locali adibiti a servizi medici (ambula-
zioni dell'Annesso I alla MARPOL 73/78 tori, infermerie, ecc.) attraverso lavandini, vasche e
scarichi ad essi collegati;
• "International Shipboard Oil Pollution Emergency Plan"
(SOPE Plan) approvato • drenaggi da spazi occupati da animali vivi; o
• "International Pollution Prevention Certificate for the • altre acque di scolo se mescolate ai drenaggi sopra
Carriage of Noxious Liquid Substances in Bulk" (NLS menzionati.
Certificate), rilasciato in accordo con le disposizioni b) Cassa di deposito dei liquami trattati
dell'Annesso II alla MARPOL 73/78, in quanto applica-
La cassa di deposito dei liquami trattati è una cassa ado-
bili
perata la raccolta ed il contenimento del flusso di
• "International Certificate of Fitnes for the Carriage of liquami in uscita dall’impianto di trattamento.
Dangerous Chemicals in Bulk" (ICOF CHE Certificate),
rilasciato in accordo con le disposizioni dell'IBC Code, c) Rifiuti
in quanto applicabili Rifiuti significa qualsiasi tipo di rifiuti di viveri, rifiuti
• "International Sewage Pollution Prevention Certificate" domestici o operativi, esclusi pesce fresco o sue parti,
(ISPP Certificate), rilasciato in accordo con le disposi- prodotti durante il normale esercizio della nave e desti-
zioni dell'Annesso IV alla MARPOL 73/78 nati ad essere eliminati continuamente o periodica-
mente, con esclusione di quelle sostanze che sono
• "International Anti Fouling System Certificate" (AFS Cer-
definite o elencate negli Annessi I, II, III e IV della
tificate) o "statement of compliance", rilasciati in
MARPOL 73/78.
accordo con le disposizioni della Risoluzione IMO
MEPC.102 (48), come emendata d) Organismi acquatici e patogeni nocivi
• Certificazione di tipo approvato relativa all'apparec- Organismi acquatici e patogeni nocivi sono batteri,
chiatura per la separazione dell’olio, rilasciata in piante e animali che possono sopravvivere in forma
accordo con le disposizioni della Risoluzione IMO vitale nell'acqua di zavorra e nei sedimenti trasportati
MEPC.60 (33), come emendata, o della Risoluzione nelle navi.
Acque grigie sono gli scarichi da lavaggio di piatti, Area con efflusso controllato di SOx è una zona nella
docce, lavanderie, bagni, lavandini e ombrinali di locali quale è richiesta l'adozione di misure speciali obbliga-
di igiene. torie per prevenire, ridurre e controllare l'inquinamento
dell'aria da SOx e il suo conseguente impatto dannoso
f) Sistema antivegetativo priva di TBT nelle zone di terra e di mare. Le aree con efflusso con-
trollato di SOx devono comprendere quelle elencate
Sistema antivegetativo è un rivestimento, una pittura-
nella Regola 14 dell'Annesso VI alla MARPOL 73/78.
zione, un trattamento superficiale o un dispositivo che
viene usato su una nave per controllare o prevenire k) Potenziale di riscaldamento globale
l'attacco di organismi vegetativi.
Il potenziale di riscaldamento globale (GWP = Global
Sistema antivegetativo privo di TBT significa un sistema Warming Potential) è il riscaldamento globale poten-
antivegetativo che soddisfa le disposizioni della Risolu- ziale di un gas confrontato con la CO2 su un orizzonte
zione IMO MEPC.102 (48), come emendata.
temporale di 100 anni. I valori del GWP per i vari fluidi
g) Residui oleosi frigorigeni e gas sono pubblicati dalla "US Environmen-
tal Protection Agency (EPA)"; qualora sia elencato più di
Residui oleosi significa acqua aspirata dalle sentine del un valore, ai fini della conformità con le presenti
locale apparato motore, oli di lubrificazione e per cir- norme, deve essere usato quello inferiore.
cuiti idraulici usati, morchie da combustibile liquido e
da impianti di trattamento degli oli lubrificanti. l) Codice Tecnico degli NOx
h) Sostanze dannose trasportate in imballaggi Il Codice Tecnico degli NOx è il "Technical Code of
Emission of Nitrogen Oxides from Marine Diesel Engi-
• Sostanze dannose sono quelle sostanze che sono nes", adottato dall'IMO nella Conferenza
state identificate come inquinanti marini nell'"Inter- MP/CONF.3/35 - Risoluzione 2, come emendata.
national Maritime Dangerous Goods Code" (IMDG
Code), come emendato. m) Grande trasformazione di un motore
• Imballaggio è il tipo di contenitore specificato nell' Grande trasformazione di un motore, ai fini delle pre-
"IMDG Code" per ciascuna sostanza dannosa. senti norme, significa:
i) Sostanze che eliminano l'ozono • motore sostituito con un nuovo motore costruito il
1° gennaio 2000 o successivamente,
Le sostanze che eliminano l'ozono sono quelle sostanze
definite nel paragrafo 4 dell'Articolo 1 del "Montreal • una qualsiasi sostanziale modifica, come definita
Protocol on Substances that Deplete the Ozone Layer, nel Codice Tecnico degli NOx, apportata al motore;
1987", elencate negli Annessi A, B, C o E di detto proto- oppure
collo, validi al momento dell'applicazione delle pre-
• un incremento della massima potenza continuativa
senti norme.
del motore superiore al 10%.
Generalmente sono adoperate a bordo delle navi le
n) "Ship Environmental Manager"
seguenti sostanze che eliminano l'ozono; tuttavia il
seguente elenco non deve essere considerarsi compren- Lo "Ship Environmental Manager" è un ufficiale in servi-
sivo di tutte quelle sostanze che eliminano l'ozono che zio responsabile della gestione e del controllo delle pro-
per qualche ragione potrebbero trovarsi su una nave. cedure e delle attività relative alle disposizioni della
presente Sezione.
• Halon 1211 - Bromoclorodifluorometano
• Halon 1301 - Bromotrifluorometano o) Massimo numero di persone presenti a bordo, ai fini del
calcolo della capacità di ritenzione delle acque grigie,
• Halon 2402 per navi ro-ro da passeggeri, significa il massimo
numero di passeggeri che possono essere ospitati nelle
• Halon 114B2 - 1,2-Dibromo-1,1,2,2-tetrafluoroe- cabine più i membri dell'equipaggio.
tano
N. A/I Documento
1 I Copia del certificato NLS o del certificato ICOF, se applicabile
2 I Copia del certificato IOPP
3 A Disegni dell'impianto di sentina, incluso il volume della cassa di decantazione di sentina (4)
4 I Copia del certificato di approvazione di tipo dell'apparecchiatura di filtraggio e di allarme dell'olio
5 A Schemi degli impianti del combustibile liquido, dell'olio lubrificante e del relativo impianto di rigurgito, contenenti le
indicazioni necessarie per verificare la conformità con le prescrizioni di cui in [2.2.2], b) (4)
6 I Copia del SOPE Plan approvato, compresa la lista delle apparecchiature di emergenza
7 I Dettagli delle iscrizioni in un'"Emergency Response Service", in accordo con [2.2.2], a)
8 I Copia del certificato ISPP e copia del certificato di approvazione di tipo dell'impianto per il trattamento dei liquami
9 A Disegni relativi all'impianto per i liquami, compresi le tubolature, la cassa di decantazione per i liquami trattati e gli
allarmi (4)
10 A Calcolo del volume della cassa di decantazione dei liquami trattati (4)
11 I Copia del certificato AFS o dell'attestazione di conformità
12 A Disegni relativi all'impianto per le acque grigie, compresi le tubolature, la cassa di decantazione e gli allarmi (1) (4)
13 A Calcolo del volume della cassa di decantazione delle acque grigie (1) (4)
14 A Documenti contenenti l'elenco dei fluidi frigorigeni e dei mezzi fissi antincendio usati, le loro quantità ed i valori di
"Global Warming Potential" (GWP) (4)
15 A Piani dettagliati degli impianti e delle apparecchiature per la limitazione delle emissioni di SOx nelle aree con con-
trollo delle emissioni di SOx (2) (4)
16 A Disegni relativi agli impianti per il combustibile liquido, alle sistemazioni ed alle procedure per l'uso di combustibile
liquido separato, in accordo con [2.2.3] (4)
17 I Certificato di tipo approvato dell'inceneritore (2)
18 I Documentazione di conformità con le prescrizioni tecniche per l'ottenimento della notazione di classe VCS (3)
19 I Copia del certificato EIAPP o attestazione di conformità per ogni motore di cui in [2.3.2], a), 2), rilasciati da un’Orga-
nizzazione Riconoscuita, come applicabile
20 A Scheda tecnica e registro di cui in [2.3.2], d), per ciascun motore di cui in [2.3.2], a), 2)
21 A Particolari e manuale(i) operativo(i) dell'impianto di controllo degli NOx di cui [2.3.2], e) (2)
22 I Piano relativo alla sistemazione generale, con l'indicazione della zona destinata allo stivaggio delle sostanze dannose
in imballaggi, in relazione alle altre zone della nave
23 I Disegni relativi agli impianti ed alle apparecchiature per la discarica delle sostanze dannose in caso di emergenza e
per lo smaltimento ed il lavaggio di eventuali perdite.
(1) Solo per navi da passeggeri.
(2) Solo se tale impianto è installato a bordo.
(3) Solo per navi con notazione di servizio in accordo con [2.3.5]
(4) Per navi in esercizio, può essere accettata una documentazione alternativa, a condizione che sia sufficiente per l'esecuzione
della visita iniziale.
Nota 1: A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
2.2 Prevenzione dell'inquinamento del mare prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) ad e) e di cui
in [2.2.2].
2.2.1 Residui oleosi (1/7/2004)
b) Acque di sentina
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso I alla
MARPOL 73/78 1) Tutte le sentine dei locali macchine devono essere
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso I pompate in una cassa di decantazione per la pre-
alla MARPOL 73/78, come emendata, ed in aggiunta le separazione a monte del separatore filtro dell’olio.
Possono essere prese in considerazione, caso per l'impiego di inceneritori, oppure scaricate a terra, e ciò
caso, sistemazioni alternative. deve essere registrato nell' "Oil record book".
Il volume V, in m3 della cassa di decantazione deve L'impiego di caldaie per lo smaltimento delle morchie a
essere almeno uguale a: bordo non è consentito, a meno che non sia installato
un impianto di trattamento od una speciale apparec-
V = 1 + 5,5 P · 10-4 chiatura, che migliori le emissioni generate dall'incene-
essendo P la potenza dell'impianto di propulsione, rimento delle morchie, approvati dalla Società.
in kW. In ogni caso non è richiesto che il volume V d) Impiego per zavorra di casse per combustibile liquido
sia superiore a 15 m3.
Indipendentemente dal loro volume, le casse destinate a
Può essere accettato, caso per caso, un volume V contenere combustibile liquido o olio lubrificante non
inferiore a quello suddetto, tenendo conto del tipo possono essere adibite a zavorra.
di servizio e di navigazione della nave e della
potenza installata. e) Procedure e controlli
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
2) L'apparecchiatura di filtraggio dell’olio deve essere
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
provvista di un misuratore del contenuto di olio e di
deve comprendere le procedure relative a:
un allarme tarato a 15 parti per milione (ppm), com-
binati con un dispositivo automatico di blocco. • gestione dei residui oleosi, compresi i criteri per la
discarica;
3) L'effluente dall'apparecchiatura di filtraggio tarata a
15 ppm deve poter essere riciclato nella sentina o • preparazione, compilazione e conservazione del
nella cassa di decantazione delle acque di sentina. registro dei residui oleosi;
4) Tale cassa deve essere sistemata in modo da permet- • taratura periodica, almeno una volta ogni 6 mesi,
tere la periodica rimozione dei sedimenti. del misuratore del contenuto di olio di cui in b); la
documentazione relativa deve essere conservata a
c) Morchie bordo, per l’esame in occasione delle visite periodi-
che;
La cassa per le morchie deve essere sistemata in modo
da permettere la periodica rimozione dei sedimenti. Le • pulizia periodica della cassa di decantazione delle
morchie devono essere smaltite a bordo, mediante acque di sentina e della cassa delle morchie.
N. A/I Documento
1 I Registro dell'impianto del combustibile
2 I Registro dei liquami
3 A Piano per la gestione dei rifiuti, compreso il registro dei rifiuti
4 A Piano per la gestione della zavorra, compreso il registro della zavorra
5 I Registro delle acque grigie (2)
6 I Registro e procedure dei fluidi frigorigeni di cui in [2.3.1]
7 I Procedure per la gestione dei residui oleosi, in accordo con [2.2.1], e)
8 I Procedure per la gestione della discarica accidentale di combustibile liquido, in accordo con [2.2.2], c)
9 I Procedure per la gestione della discarica dei liquami, in accordo con [2.2.3], d)
10 I Gestione e procedure di riciclaggio dei rifiuti, in accordo con [2.2.4] (1)
11 I Procedure per la gestione delle acque grigie, in accordo con [2.2.5] (2)
12 I Piano per la gestione ambientale della nave
13 I Procedure per la gestione del combustibile per il controllo degli SOx
14 I Procedure per la gestione degli inceneritori, in accordo con [2.3.4]
15 I Green Passport in accordo con [2.2.5]
(1) Solo per navi da passeggeri diverse dalle navi da passeggeri ro-ro.
(2) Solo per navi da passeggeri e per navi da passeggeri ro-ro.
Nota 1: A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
2.2.2 Discarica accidentale di olio (1/7/2004) Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
a) "Emergency Response" deve comprendere le procedure relative alla gestione di:
1) La nave deve essere iscritta nell' "Emergency • versamenti durante le operazioni di bunkeraggio;
Response Service" della Società • collisioni o incagli che provochino un versamento di
2) Uno "Ship Oil Pollution Emergency Plan (SOPE olio e che includano l'uso dell'apparecchiatura di
Plan) deve essere disponibile a bordo, in accordo emergenza di cui in b)
con le disposizioni della Regola 26 dell'Annesso I • preparazione, compilazione e conservazione del
alla MARPOL 73/78. registro degli oli e del registro dei consumi di olio
degli impianti;
b) Versamento accidentale di oli
• controlli periodici degli impianti di rigurgito e degli
1) Ogni cassa per il combustibile liquido e ogni cassa allarmi.
per l'olio lubrificante di capacità superiore a 10 m3
deve essere munita di: 2.2.3 Liquami (1/7/2007)
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso IV alla
• un impianto di rigurgito e di un allarme di alto MARPOL 73/78
livello
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso
• un impianto di rigurgito e di un allarme di flusso IV alla MARPOL 73/78, come emendata, ed in aggiunta
nel collettore di rigurgito le prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) a d).
• due allarmi di alto livello (per esempio al 90% e b) Impianto di trattamento dei liquami
al 95% del riempimento). 1) La nave deve essere provvista di un impianto per il
I segnali di allarme devono essere emessi in una ido- trattamento dei liquami che soddisfi le prescrizioni
nea stazione dalla quale sono comandate le opera- operative basate sugli standard e sulle metodologie
di prova di cui alla Risoluzione IMO MEPC.2(VI),
zioni di bunkeraggio o di trasferimento del
combustibile liquido. come emendata.
2) In aggiunta, la nave deve essere munita di una cassa
2) Sui ponti di coperta e/o delle sovrastrutture, cia- (o di casse) di deposito per i liquami, di capacità suf-
scuno sfogo gas, tubo di rigurgito e collegamento ficiente a consentire la ritenuta dei liquami quando
del tubo di riempimento delle casse del combusti- la nave si trovi in porto o in zone in cui sia vietato lo
bile liquido o dell'olio lubrificante deve essere scarico.
munito di un contenitore fisso o di un'area di ponte
chiusa avente una capacità di: La capacità totale minima di tale cassa (o di tali
casse) deve essere di 2 giorni, basata sul massimo
• 80 litri, se la stazza lorda della nave è compresa numero di persone a bordo e su 96 litri/per-
tra 300 e 1600 ton sona/giorno, se viene usato un impianto convenzio-
nale (con flussometro), e su 11 litri/persona/giorno,
• 160 litri, se la stazza lorda della nave è superiore se viene usato un impianto a vuoto.
a 1600 ton.
Può essere accettato un volume inferiore, in ogni
3) Dotazioni di emergenza (ad esempio panne di con- caso non minore del 50% della suddetta capacità, a
tenimento) devono essere disponibili a bordo ed condizione che:
elencate nel SOPE Plan. Devono essere previste pro- • la nave sia dotata di un impianto di post tratta-
cedure e addestramenti a bordo per l'uso di dette mento per liquami, capace di ridurre il volume
dotazioni. degli effluenti (per esempio, mediante il riciclag-
gio di parte dell'acqua dei liquami trattati per
4) Il consumo di olio lubrificante di tutti gli impianti
uso di bordo);
che abbiano un'interfaccia olio/mare, come, ad
esempio, i motori principali o ausiliari raffreddati ad • sia assicurata una ritenuta di almeno 2 giorni;
acqua di mare, eliche a passo variabile, astucci, eli- • sia disponibile una documentazione tecnica,
che di manovra prodiere o poppiere, stabilizzatori, compresi i risultati delle prove a bordo, che atte-
POD, etc. deve essere registrato almeno una volta sti l'efficienza dell'impianto e la riduzione del
alla settimana in un Registro degli impianti dell'olio volume degli effluenti, a soddisfazione della
("Oil System record book") con lo scopo di rivelare, Società.
attraverso inusuali alti consumi, perdite attraverso i
dispositivi di tenuta. 3) Le casse di decantazione dei liquami deve essere
provvista di allarmi di alto livello.
Il registro deve contenere l'elenco di tutti gli c) Registro dei liquami
impianti interessati e devono essere registrati
almeno una volta alla settimana il consumo di ogni Tutti gli scarichi di liquami, sia in mare, sia in stazioni di
impianto e le eventuali azioni correttive adottate. raccolta a terra, devono essere registrate sul registro dei
liquami, con l'indicazione della data, della località e
c) Procedure e controlli della quantità di liquami scaricata.
Se i liquami vengono scaricati in mare, le registrazioni Per le navi da passeggeri diverse dalle navi da passeg-
devono anche includere informazioni sulla velocità geri ro-ro:
della nave e sulla distanza della costa più vicina.
1) deve essere prevista, adottata e documentata una
d) Procedure e controlli strategia per il riciclaggio dei rifiuti;
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi- 2) la quantità minima di rifiuti scaricati a terra per il
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2] riciclaggio (Wr) deve essere il 50% dei rifiuti ricicla-
deve comprendere le procedure relative a: bili prodotti a bordo (Wb), essendo Wb = 40 kg/per-
• gestione dei liquami, compresi i criteri per la disca- sona/anno, basato sul numero di persone che la
rica e l'impiego di casse di decantazione in porto e nave è certificata per trasportare.
nessuna area di discarica; La quantità di rifiuti scaricati a terra per il riciclaggio
deve essere registrata sul registro dei rifiuti ed i diversi
• preparazione, compilazione e conservazione del
tipi di rifiuti devono essere raccolti e scaricati a terra
registro dei liquami;
separatamente.
• smaltimento dei residui dell'impianto di trattamento
Ai fini delle presenti norme, rifiuti riciclabili sono:
dei liquami.
• Plastica
Se la nave non è in condizioni di smaltire in mare i
residui dell'impianto di trattamento dei liquami, in • Alluminio
conformità con normative internazionali o nazio- • Vetro
nali, tali residui devono essere smaltiti a terra
• Carta e cartone.
oppure mediante inceneritori.
d) Procedure
2.2.4 Rifiuti (1/7/2004) Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso V alla ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
MARPOL 73/78. deve comprendere le procedure relative:
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso • gestione dei rifiuti, in accordo con le disposizioni di
V alla MARPOL 73/78, come emendata, insieme con le cui in b)
prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) a d). • riciclaggio dei rifiuti, in accordo con le disposizioni
b) Piano per la gestione dei rifiuti e registro dei rifiuti di cui in c).
1) La nave deve essere provvista di un piano approvato 2.2.5 Altre fonti (1/7/2007)
relativo per la gestione dei rifiuti, da conservare a a) Trasferimento di organismi acquatici dannosi e patogeni
bordo. Detto piano deve contenere procedure scritte attraverso l'acqua di zavorra
per la raccolta, l'immagazzinamento, il trattamento
e lo smaltimento dei rifiuti, comprese l'impiego Un piano di gestione dell'acqua di zavorra, compreso
delle attrezzature di bordo. Deve essere anche desi- un registro dell'acqua di zavorra, deve essere sviluppato
gnata una persona responsabile dell'esecuzione del in accordo con la International Convention for the con-
piano. trol and management of ship's ballast water and sedi-
ments, 2004 dell'IMO e usato per la gestione dell'acqua
Il piano deve essere in accordo con la guida di cui di zavorra.
in App 1 e deve essere scritto nella lingua di lavoro
dell'equipaggio. A meno che non vi siano norme più restrittive emanate
dall'Autorità portuale, si raccomanda che il ricambio
2) Per le navi da passeggeri, devono essere previste dell'acqua di zavorra sia eseguito, nel corso di viaggi
procedure per raccogliere e smaltire a terra i internazionali, a non meno di 200 miglia dalla costa più
seguenti rifiuti potenzialmente pericolosi: vicina o, se ciò non fosse possibile, a non meno di 50
• liquidi per lo sviluppo di pellicole e lastre foto- miglia dalla costa più vicina, in una zona con profon-
grafiche e radiografiche dità dell'acqua non minore di 200 metri.
• solventi e liquidi di scarto per il lavaggio a secco Non deve essere richiesto alla nave di deviare dalla
rotta prevista per il suo viaggio o di ritardare il viaggio al
• liquidi tipografici fine di soddisfare le presenti prescrizioni.
• cartucce per fotocopiatrici e stampanti laser Possono essere accettati impianti per il trattamento
• prodotti farmaceutici non usati o scaduti dell'acqua di zavorra, in luogo del suddetto ricambio,
subordinatamente a particolari considerazioni da parte
• batterie della Società.
• tubi fluorescenti e lampade a bulbo a vapori di Quanto sopra non si applica alle navi con notazione di
mercurio. navigazione diversa dalla unrestricted navigation.
3) Nel registro dei rifiuti devono essere conservate le b) Sistema antivegetativo
registrazioni delle discariche.
Il sistema antivegetativo per lo scafo deve essere del tipo
c) Riciclaggio dei rifiuti senza TBT (tributyltin o stagno-tributile), in accordo con
le disposizioni della Risoluzione IMO MEPC.102(48), l'ambiente marino, in accordo con le disposizioni
come emendata. dell'Annesso III alla MARPOL 73/78, come emendata.
Sistemi antivegetativi installati su navi esistenti e non g) Ship recycling
rispondenti alle disposizioni della Risoluzione IMO
MEPC.102(48), come emendata, devono essere rimossi Allo scopo di contribuire a ridurre al minimo, durante la
da bordo o sigillati alla prima occasione in cui la nave si demolizione, i possibili problemi legati alla protezione
trovi in bacino a secco. dell'ambiente, sono state sviluppate dalla IMO con la
"Resolution A.962(23) - IMO Guidelines on ship
c) Acque grigie recycling" delle linee guida per le parti coinvolte nelle
Le prescrizioni relative alle acque grigie del presente procedure di ship recycling.
comma c) e dei successivi commi d) ed e) si applicano
Il Green Passport deve essere compilato in accordo al
solo alle navi da passeggeri ed alle navi da passeggeri
paragrafo 5 della "IMO Resolution A.962(23) - IMO
ro-ro, tranne il punto 4 del comma c) che si applica a
Guidelines on ship recycling".
tutte le navi.
Il Green Passport delle navi è un documento che facilita
1) Le acque grigie devono sempre essere scaricate ad
l'applicazione di queste Guidelines fornendo informa-
una distanza superiore a 4 miglia dalla costa più
zioni circa i materiali, conosciuti per essere potenzial-
vicina o in una stazione di raccolta.
mente pericolosi, utilizzati durante la costruzione della
Le condizioni per la discarica non si applicano nave, delle sue apparecchiature ed impianti. Questo
quando la discarica delle acque grigie è necessaria documento deve accompagnare la nave per tutta la
per la sicurezza della nave e delle persone a bordo o durata del suo esercizio. Gli Armatori successivi
per salvaguardare la vita umana in mare, o quando devono conservare correttamente il Green Passport ed
la discarica è dovuta ad una avaria alla nave od al includervi tutte le modifiche apportate al progetto ed
suo equipaggiamento. alle apparecchiature, e l'ultimo Armatore consegnarlo,
2) Le navi da passeggeri e le navi da passeggeri ro-ro unitamente alla nave, alle strutture di demolizione.
devono essere munite di una cassa (o di casse) di
deposito per acque grigie, di capacità sufficiente a 2.3 Prevenzione dell'inquinamento dell'aria
consentire la ritenuta di acque grigie quando la nave
è in porto per almeno un giorno. La capacità totale 2.3.1 Sostanze che eliminano l'ozono (1/7/2004)
della cassa (o delle casse) di deposito delle acque
grigie deve essere basata sul massimo numero di a) Generalità
persone a bordo e su 200 litri/persona/giorno. 1) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con
3) La cassa o le casse di deposito delle acque grigie apparecchiature di refrigerazione, come navi da
devono essere munite di allarmi di alto livello. carico refrigerato, navi per il trasporto di gas lique-
fatti con impianti di reliquefazione e altre navi con
4) Se la stessa cassa o le stesse casse vengono usate per
impianti centralizzati di refrigerazione del carico.
contenere liquami trattati e acque grigie:
• la capacità di tale cassa o casse deve essere 2) Esse si applicano anche a:
uguale almeno alla somma delle capacità per la • impianti centralizzati di refrigerazione per i
cassa di deposito dei liquami trattati di cui in depositi di provviste
[2.2.3], b) e di quella per le acque grigie e si
• impianti centralizzati di condizionamento
applicano i criteri per la discarica dei liquami
dell'aria
trattati.
d) Registro delle acque grigie • impianti antincendio fissi
Tutti gli scarichi di acque grigie, sia in mare, sia in sta- 3) Esse non si applicano ai frigoriferi e ai gruppi per il
zioni di raccolta a terra, devono essere registrate sul condizionamento dell'aria, se tali frigoriferi e gruppi
registro delle acque grigie, con l'indicazione della data, sono autonomi e di tipo domestico.
della località e della quantità di acque grigie scaricata. b) Sostanze che eliminano l'ozono
Se le acque grigie vengono scaricate in mare, le registra-
zioni devono comprendere anche le informazioni sulla 1) L'uso di sostanze alogenate (p.e. Halon e CFC)
distanza dalla costa più vicina. come fluidi frigorigeni o come agenti antincendio è
proibito, fatta eccezione per gli idroclorofluorocar-
e) Procedure e controlli buri (HCFCn) che sono permessi fino al 1° gennaio
In aggiunta alle prescrizioni del comma d), il piano di 2020.
gestione ambientale della nave (Ship Environmental
2) I fluidi frigorigeni degli impianti frigoriferi centraliz-
Management Plan) menzionato in [2.4.2] deve com-
zati devono avere un potenziale di riscaldamento
prendere le procedure relative ai criteri per la discarica
globale GWP < 2000. Qualora ciò non fosse possi-
delle acque grigie, compreso e l'uso di casse di deposito
bile, a causa di accertate ragioni tecniche (docu-
in porto e di nessuna area di discarica.
mentate in un apposito rapporto tecnico), può essere
f) Sostanze dannose trasportate in imballaggi accettato un potenziale di riscaldamento globale
Le sostanze dannose devono essere correttamente sti- 2000 ≤ GWP < 4000, in accordo con le disposizioni
vate e fissate in modo da ridurre al minimo i rischi per di cui al successivo comma c).
2) È necessario stabilire delle procedure tali che, nel 2.3.4 Inceneritori (1/7/2006)
caso in cui la perdita annua superi il 10%, vengano
a) Smaltimento delle morchie
intraprese azioni correttive.
Le morchie possono essere smaltite a bordo solamente,
d) Procedure e controlli
per mezzo di inceneritori, in accordo con le disposi-
Il piano per la gestione ambientale della nave, menzio- zioni di cui in [2.2.1], c).
nato in [2.4.2], deve contenere le procedure relative a:
Lo smaltimento delle morchie per mezzo di inceneritori
1) la gestione dei fluidi frigorigeni, compresi il con- deve essere annotato sul registro degli oli.
trollo delle perdite e la preparazione, la compila-
b) Procedure
zione e l'aggiornamento del registro dei fluidi
frigorigeni, in accordo con il comma c). Il piano per la gestione ambientale della nave menzio-
nato in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a:
2) la riduzione al minimo del rischio di rilasci di fluidi
frigorigeni o dei loro vapori in tutte le condizioni di • funzionamento degli inceneritori entro i limiti (ad
funzionamento e di emergenza. esempio: temperatura, umidità, ecc.) raccomandati
dal Fabbricante
2.3.2 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (1/7/2006) • sostanze per le quali non è ammesso l'inceneri-
a) Procedure e controlli mento.
Il piano per la gestione ambientale della nave menzio-
nato in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a: 2.3.5 Prescrizioni addizionali per specifici tipi di
navi (1/7/2006)
1) i controlli periodici dei parametri dei motori interes- Una nave che sia classificata con una o più delle seguenti
santi le emissioni e dei componenti dei motori. Detti notazioni di servizio:
controlli devono essere effettuati almeno una volta
ogni 6 mesi e dopo che siano stati eseguiti la manu- • oil tanker
tenzione o il rinnovo di uno qualsiasi di tali compo- • chemical tanker
nenti;
• FLS tanker
2) la preparazione, la compilazione e l'aggiornamento • liquefied gas carrier
del registro dei motori.
• combination carrier OOC
b) Manutenzione periodica
• combination carrier OBO
Allo scopo di ridurre al minimo l'efflusso di prodotti
inquinanti, deve essere debitamente eseguita la manu- deve anche soddisfare le prescrizioni di cui in Cap 11,
tenzione dei motori in accordo con le istruzioni del Fab- Sez 7, relative alla prevenzione delle emissioni di vapori.
bricante.
Al fine dell'ottenimento della notazione GREEN STAR 3, è
2.3.3 Emissioni di ossidi di zolfo (SOx) - Procedure necessario che alla nave sia assegnata anche la notazione
di gestione del combustibile liquido (1/7/2006) VCS.
Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
impiegato a bordo delle navi non deve superare il 3% in 2.4 Gestione ambientale della nave
massa.
2.4.1 "Ship Environmental Manager" (1/7/2005)
Il piano per la gestione ambientale della nave menzionato
in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a: Deve essere disponibile a bordo un ufficiale designato
quale "Ship Environmental Manager", come definito in
a) contenuto massimo di zolfo, da indicare negli ordini di [2.1.3].
acquisto dei combustibili liquidi e da verificare nella
ricevuta dei combustibili al momento della consegna 2.4.2 Piano di gestione ambientale della nave
per il bunkeraggio; (1/7/2004)
b) controlli di laboratorio del contenuto di SOx, mediante Deve essere sviluppato e reso disponibile a bordo un piano
campionatura, nei combustibili consegnati, in accordo di gestione ambientale specifico per la nave considerata.
Il manuale deve contenere almeno le procedure richieste sente Sezione, deve essere eseguita una visita iniziale a
dalle presenti norme e deve comprendere almeno: bordo allo scopo di:
• l'indicazione della persona o delle persone incaricate • verificare che le sistemazioni relative a scafo e macchi-
per ciascuna procedura da seguire nari sono in conformità con la documentazione appro-
vata
• i documenti ed i manuali richiesti
• provare, alla presenza del Tecnico ed in condizioni di
• i registri da compilare esercizio, gli impianti e le apparecchiature trattati nella
• il programma delle scadenze, quando applicabile (per presente Sez 3, inclusi il loro comando, il loro monito-
esempio: controlli, campionature, etc.) raggio ed i loro allarmi
• verificare la definizione e la presenza a bordo dell'uffi-
Il piano per la gestione ambientale della nave deve essere ciale designato come "Ship Environmental Manager"
inviato alla Società per informazione.
• verificare la presenza a bordo dei certificati, dei registri
e del piano per la gestione ambientale della nave,
2.5 Ispezioni, prove e visite richiesti nella presente Sez 3
• eseguire il controllo dei parametri dei motori in accordo
2.5.1 Ispezioni e prove durante la costruzione con la loro scheda tecnica, per tutti i motori di cui in
(1/7/2004)
[2.3.2], d)
Materiali, impianti ed apparecchiature che sono installati a • valutare e documentare (ad esempio con fotografie), per
bordo o modificati al fine di soddisfare le prescrizioni della le navi esistenti, il buono stato di manutenzione degli
presente Sez 3 devono essere visitati e provati in accordo impianti e delle apparecchiature.
con le specifiche norme applicabili della Società.
2.5.3 Visite periodiche (1/7/2004)
2.5.2 Visita iniziale (1/7/2004) Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
A seguito dei soddisfacenti esame ed approvazione dei controlli e le verifiche di cui in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
disegni e di altri documenti richiesti in [2.1.4] della pre- quanto applicabili.
2.2.4 Scarico
2.1 Introduzione
Scarico in relazione a sostanze dannose o effluenti che con-
2.1.1 Scopo della guida tengono tali sostanze significa qualsiasi rilascio da una
La guida fornisce un quadro generale che permette di for- nave, comunque causato, e comprende qualsiasi fuoriu-
mulare programmi per la formazione e l’addestramento di scita, smaltimento, versamento, stillicidio, pompaggio,
marittimi ed altro personale affinchè siano istruiti ad ope- emissione o svuotamento.
rare in conformità con: Scarico non comprende:
• i metodi per ridurre la produzione di spazzatura a • scarico generale alla rinfusa (dumping), col significato
bordo; dato dalla Convenzione di Londra del 13 novembre
• le procedure per la movimentazione ed il deposito di 1972 “Convention on the Prevention of Marine Pollu-
spazzatura a bordo; tion by Dumping of Wastes and Other Matter”; o
• le apparecchiature di bordo per il processo della spaz- • rilascio di sostanze dannose provenienti direttamente
zatura; dall’esplorazione, sfruttamento di risorse minerarie nel
• la stima dell’ammontare della spazzatura prodotta a fondo del mare ed i relativi processi in mare; o
bordo e scaricata in porto; • rilascio di sostanze dannose allo scopo di legittime
• le azioni intese ad assicurare che le norme presenti ricerche scientifiche sui sistemi di abbattimento o con-
siano effettivamente applicate. trollo dell’inquinamento.
2.2.5 Incidente che sono stati prepuliti ad un punto tale che eventuali parti-
Incidente è un avvenimento che comporta un effettivo o celle di cibo ancora aderenti ad essi non possano normal-
probabile scarico in mare di sostanze dannose o di effluenti mente interferire con le operazioni delle lavastoviglie
contenenti tali sostenze. automatiche.
nonostante quanto detto nella Regola 3(2) e in [5.4.7.6] rie di carico e facciano passi per limitarne la produzione.
della presente Appendice. Qui di seguito sono elencate alcune azioni suggerite:
3.1.1 I rifiuti domestici possono essere resi minimi attra- 3.4 Attrezzature da pesca
verso opportune procedure d’approvvigionamento.
Opzioni disponibili per diminuire la quantità di rifiuti 3.4.1 Le attrezzature da pesca una volta scaricate diven-
domestici prodotti a bordo di una nave comprendono tano sostanze danno8se. E’ raccomandato che gli operatori
quanto segue: di navi da pesca registrino e rapportino le perdite ed i recu-
a) L’imballaggio di oggetti di consumo sfusi può avere peri di attrezzature da pesca. Qui sotto sono elencate tec-
come conseguenza la produzione di una minor quantità niche per rendere minima la quantità di attrezzature da
pesca perse nell’oceano e rendere massimo il loro ricupero.
di rifiuti. Tuttavia devono essere considerati fattori quali
una vita inadeguata in deposito una volta che il conteni- a) Operatori ed associazioni di navi da pesca che adope-
tore sia stato aperto per evitare un aumento dei rifiuti. rano attrezzature da pesca non sorvegliate, attrezzature
fisse o mobili sono incoraggiati a scambiarsi informa-
b) Imballaggi e contenitori riutilizzabili possono diminuire
zioni quali quelle relative al traffico di altre navi, come
la quantità di spazzatura prodotta a bordo. L’uso di
potrebbe essere necessario per rendere minimo il
tazze, utensili, piatti, tovaglioli, stracci ed altri oggetti
rischio di incontri accidentali fra navi ed attrezzature.
personali a perdere dovrebbe essere limitato il più pos-
sibile e sostituito per quanto possibile da oggetti lava- b) I direttori della pesca sono incoraggiati a considerare la
bili. probabilità di incontri fra il traffico di navi e le atrezza-
ture da pesca quando stabiliscono le stagioni, le zone e
c) Qualora esista l’opzione pratica dovrebbero essere le regole per i tipi di attrezzature da pesca.
scelte provviste impacchettate in imballaggi costituiti da
materiali diversi da plastica a perdere, a meno che, in c) I direttori di pesca, gli operatori e le associazioni di navi
alternativa, non sia disponibile plastica riutilizzabile. da pesca sono incoraggiati ad adoperare sistemi d’iden-
tificazione per le attrezzature da pesca che forniscano
3.2 Rifiuti operativi informazioni, quali il nome della nave, il suo numero di
registro, la sua nazionalità, ecc. Tali sistemi possono
3.2.1 La produzione di rifiuti operativi è precipua delle essere utili per promuovere la rapportazione, il recu-
singole attività delle navi e del loro carico. E’ raccomandato pero e la restituzione delle attrezzature perdute.
che i costruttori, gli spedizionieri gli operatori marittimi ed i d) Gli operatori di navi da pesca sono incoraggiati a docu-
Governi considerino la spazzatura relativa alle varie catego- mentare le posizioni e le ragioni della perdita delle loro
attrezzature. Per ridurre il potenziale verificarsi di dell’equipaggio e degli altri marittimi. Le procedure più
intrappolamenti e “pesca fantasma” (cattura di organi- appropriate per la movimentazione ed il deposito della
smi marini viventi da parte di attrezzature da pesca sca- spazzatura in una nave varieranno in funzione di fattori
ricate in mare), trappole bentoniche, reti a strascico e quali il tipo e le dimensioni della nave, le aree di opera-
reti a sacca potrebbero essere progettate per essere zione (per esempio la distanza dalla costa più vicina), le
costruite con pannelli biodegradabili o sezioni fatte di apparecchiature di processo della spazzatura a bordo e
fibre naturali intrecciate, legno o fili metallici. lo spazio adibito a deposito, l’entità d’equipaggio, la
durata del viaggio ed i regolamenti e le stazioni di rac-
4 Procedure per la movimentazione ed colta nei porti d’arrivo. Tuttavia in vista dei costi in
il deposito della spazzatura gioco con le più recenti differenti tecniche di smalti-
mento finale, potrebbe essere economicamente vantag-
4.1 Generalità gioso tenere la spazzatura che richiede trattamento
speciale separata dall’altra spazzatura. Una movimenta-
4.1.1 Limitazione dello scarico di spazzatura dalle zione ed uno stivaggio appropriato renderanno minimi
navi lo spazio di bordo da dedicare al deposito e permette-
Le limitazioni dello scarico della spazzatura dalle navi ranno un trasferimento efficiente della spazzatura rite-
come specificati nell’Annesso V sono riassunte in Tab 1. nuta a bordo alle stazioni di raccolta in porto.
Benché lo scarico in mare di una grande varietà di tipi di
spazzatura prodotta bordo sia permesso oltre certe distanze 4.2 Piano di gestione della spazzatura
dalla costa più vicina specificate, eccetto che nelle aree
speciali, deve essere data preferenza allo smaltimento in 4.2.1 Per assicurare che siano seguite le procedure più
stazioni di raccolta a terra. efficaci e più efficienti per la movimentazione ed il depo-
sito della spazzatura, è raccomandato che gli operatori
4.1.2 Mezzi per soddisfare le prescrizioni relative della nave sviluppino piani per la gestione della spazzatura
allo smaltimento della spazzatura
che possano essere incorporati entro i manuali operativi
a) La conformità con le prescrizioni in [4.1.1] richiede per- dell’equipaggio e della nave. Tali manuali devono identifi-
sonale, apparecchiature e procedure per raccogliere, care le responsabilità dell’equipaggio (compreso un uffi-
selezionare, processare, depositare e smaltire la spazza- ciale per il controllo dell’ambiente) e procedure per tutti gli
tura. Considerazioni economiche e procedurali asso- aspetti della movimentazione e del deposito della spazza-
ciate a queste attivià comprendono costi per gli spazi tura a bordo. Le procedure per movimentare la spazzatura
per il deposito, per le misure sanitarie, le apparecchia- prodotta a bordo può essere divisa in quattro fasi: raccolta,
ture ed il personale, e spese per servizi portuali relativi processo, deposito e smaltimento. La Fig 1 rappresenta un
alla spazzatura. piano gestionale generalizzato per la movimentazione ed il
b) La conformità con le prescrizioni dell’Annesso V deposito della spazzatura prodotta a bordo. Procedure spe-
richiede un’accurata pianificazione da parte dell’opera- cifiche per ciascuna fase sono indicate nelle prescrizioni
tore della nave ed una esecuzione appropriata da parte seguenti.
Tutte le navi eccetto quelle nella colonna adiacente Navi in relazione a piatta-
Tipo di spazzatura
Al di fuori di aree speciali Entro aree speciali (2) forme offshore (3)
Plastiche, compresi cavi sintetici, reti da Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
pesca e sacchi della spazzatura in plastica
Pagliolati, rivestimenti e materiali d’imbal- > 25 miglia al largo Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
laggio galleggianti
Carta, stracci, vetro, metallo, bottiglie, ter- > 12 miglia Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
raglie, e rifiuti simili
Tutte le altre spazzature compresi carta, > 3 miglia Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
stracci, ecc. sminuzzati o macinati
Rifiuti alimentari non sminuzzati o maci- > 12 miglia > 12 miglia Smaltimento non permesso
nati
Rifiuti alimentari sminuzzati o macinati > 3 miglia > 12 miglia > 12 miglia
(1)
Rifiuti misti (4) (4) (4)
(1) La spazzatura sminuzzata o macinata deve poter passare attraverso un filtro con aperture non più grandi di 25 mm
(2) Lo smaltimento di spazzatura in aree speciali deve essere eseguito in accordo con la Regola 5(4)(b) dell’Annesso V
(3) Tutte le navi accostate o entro 500 m da piattaforme fisse o galleggianti impegnate nella esplorazione delle risorse minerarie del
fondo del mare
(4) Quando la spazzatura è mescolata ad altre sostanze dannose che hanno differenti prescrizioni riguardo lo scarico o lo smalti-
mento, si devono applicare le prescrizioni più restrittive
Inceneritore Compattatore
Smaltimento (Si)
o di deposito prevista. La spazzatura che deve essere scari- metodologie sia preventive che a posteriori atte a prevenire
cata in porto per smaltimento può richiedere di essere epidemie.
tenuta stivata per lungo tempo in dipendenza della lun-
ghezza del viaggio o delle possibilità di scarico (per esem- 4.6 Smaltimento
pio trasferimento della spazzatura ad una nave
specialmente attrezzata per eseguire l’incenerimento in 4.6.1 Generalità
mare o trasferimento successivo a terra). La spazzatura, che Benché lo smaltimento sia possibile secondo l’Annesso V,
può essere scaricata fuori bordo, può richiedere tempi brevi deve essere data priorità allo scarico della spazzatura nelle
o nessun deposito. In ogni caso la spazzatura deve essere stazioni di raccolta. Lo smaltimento della spazzatura pro-
depositata in modo tale da impedire pericoli per la salute e dotta dalla nave deve avvenire in maniera conforme con
per la sicurezza. Le prescrizioni seguenti devono essere quanto indicati in Tab 1. Per lo smaltimento della spazza-
tura devono essere considerate le prescrizioni seguenti:
considerate nello stabilire le procedure per il deposito a
bordo della spazzatura. 4.6.2 Scarico in mare
La spazzatura che può essere scaricata in mare può essere
4.5.2 Contenitori per la spazzatura semplicemente gettata fuori bordo. Lo smaltimento di spaz-
zatura non compattata è conveniente, ma potrebbe risultare
Le navi devono adoperare separati bidoni, latte, scatole,
che la maggior parte degli oggetti galleggianti raggiunga la
borse ed altri contenitori per la conservazione a breve ter-
terra anche se scaricata ad una distanza superiore alle 25
mine (spazzatura smaltibile) e per la conservazione per miglia marine dalla costa più vicina. E’ più facile che la
tutto il viaggio (spazzatura non smaltibile). I depositi per la spazzatura compattata affondi e quindi è più improbabile
spazzatura a breve termine potrebbero essere anche adope- che possa dar luogo a problemi di carattere estetico. Se
rati per mantenere la spazzatura altrimenti smaltibile necessario e possibile, si possono aggiungere pesi per facili-
durante la navigazione in aree speciali. tare l’affondamento. Balle di spazzatura compattata devono
essere scaricate in acque profonde (50 m o più) per impe-
4.5.3 Capacità dei contenitori dire la perdita rapida della loro integrità strutturale a causa
dell’azione delle onde e delle correnti.
Deve essere prevista una capacità di deposito ed attrezza-
ture sufficienti (per esempio, latte, bidoni borse o altri con- 4.6.3 Rifiuti galleggianti relativi al carico
tenitori). Quando lo spazio è limitato, gli operatori delle I rifiuti galleggianti relativi al carico diversi da plastiche o
navi sono incoraggiati ad installare compattattori o incene- da quelli regolati diversamente dagli altri Annessi della
ritori. Per quanto possibile tutta la spazzatura processata e MARPOL possono essere scaricati al di fuori delle 25 miglia
non processata che deve essere tenuta per qualsiasi quan- marine dalla costa più vicina. I rifiuti relativi al carico che
tità di tempo deve essere conservata in contenitori stagni affondano diversi da plastiche o da quelli regolati diversa-
chiusi in modo sicuro. mente, possono essere scaricati al di fuori delle 12 miglia
marine dalla costa più vicina. La maggior parte dei rifiuti
relativi al carico possono essere prodotti durante le opera-
4.5.4 Rifiuti che potrebbero portare malattie
zioni di carico e scarico, in genere alla banchina. Si racco-
Rifiuti alimentari e spazzatura relativa che devono essere manda che venga fatto qualsiasi sforzo affinché tali rifiuti
scaricati in porto e che potrebbero provocare malattie od vengano consegnati alla stazione di raccolta più vicina
epidemie devono essere depositati in contenitori chiusi in prima della partenza della nave.
maniera stagna e tenuti separati da altra spazzatura che non
4.6.4 Rifiuti relativi alla manutenzione
contiene tali rifiuti alimentari. Entrambi i tipi di spazzatura
I rifiuti relativi alla manutenzione sono prodotti più o meno
devono essere sistemati in contenitori separati chiaramente
continuativamente durante il corso delle operazioni di rou-
marcati in modo da impedire l’eventualità di smaltimento e
tine della nave. In alcuni casi i rifiuti relativi alla manuten-
trattamento a terra non corretti.
zione possono essere contaminati con sostanze, quali
prodotti petroliferi o prodotti chimici tossici che sono
4.5.5 Rifiuti di attrezzature da pesca oggetto degli altri Annessi o altre leggi per il controllo
dell’inquinamento. In tali casi prendono il sopravvento le
Il deposito di rifiuti di attrezzature da pesca sul ponte può
prescrizioni più restrittive per il loro smaltimento.
essere appropriato se tali materiali hanno odori troppo forti
o se le loro dimensioni sono troppo grandi per permettere il 4.6.5 Sistemazioni per lo scarico di spazzatura nelle
loro deposito in altre parti della nave. Nel caso in cui stazioni di raccolta a terra
l’attrezzatura sia piena di flora e fauna marina o organismi E’ essenziale che la nave o il suo agente prendano le dispo-
morti, può essere ragionevole rimorchiare l’attrezzatura a sizioni necessarie con sufficiente anticipo per assicurare lo
poppa della nave per il tempo necessario al suo lavaggio smaltimento tempestivo di grandi quantità di spazzatura
prima di depositarla. prodotta a bordo nella stazione di raccolta. Allo stesso
tempo il tipo di spazzatura da smaltire deve essere identifi-
4.5.6 Disinfezione cato in modo da prendere i provvedimenti necessari per la
spazzatura che richiede metodi di movimentazione speciali
Nelle zone di deposito della spazzatura devono essere pra- o altre sistemazioni necessarie. Smaltimenti speciali pos-
ticate regolarmente disinfezioni e devono essere applicati sono comprendere lo scarico di rifiuti alimentari e spazza-
5.4.3 Progetto degli inceneritori di bordo notare che la classe degli inceneritori è normalmente deter-
A differenza degli inceneritori di terra, gli inceneritori di minata in base al rateo di calore all’ingresso piuttosto che in
bordo devono essere i più compatti possibile, è desiderabile base alla massa della carica a causa della variabilità del
il funzionamento automatico. La maggior parte degli ince- contenuto di calore nei rifiuti. Alcuni inceneritori moderni
neritori di bordo è progettata per funzionamento intermit- sono progettati per funzionamento continuo e possono
tente: i rifiuti sono caricati nell’inceneritore, il fuoco viene gestire simultaneamente pressoché tutti i rifiuti di bordo.
acceso e la combustione dura tipicamente dalle 3 alle 6
ore. 5.4.5 Vantaggi degli inceneritori di bordo
5.4.4 Inceneritori marini commerciali Alcuni dei vantaggi dei più avanzati inceneritori di bordo
Gli inceneritori marini attualmente disponibili in commer- possono comprendere la loro capacità di funzionare in
cio variano notevolmente nelle dimensioni, hanno ventila- pressione negativa, la loro alta affidabilità poichè essi
zione naturale o forzata ed accensione manuale. E’ da hanno poche parti mobili, la preparazione minima richiesta
per gli operatori, il loro basso peso e le basse temperature development of a garbage management plan”, fornisce le
dei loro scarichi e del loro involucro. indicazioni necessarie per soddisfare le norme obbligatorie
per la preparazione di un piano di gestione della spazzatura
5.4.6 Svantaggi degli inceneritori di bordo di una nave.
Alcuni degli svantaggi degli inceneritori possono compren-
dere l’eventuale natura pericolosa delle ceneri o vapori, 6.1.2 Contenuto del piano di gestione della
operazioni sporche, eccessivo lavoro richiesto per la carica, spazzatura
l’alimentazione e la rimozione delle ceneri, ed inoltre essi Il piano di gestione della spazzatura di una nave deve con-
potrebbero non essere in accordo con le prescrizioni per la tenere un elenco delle apparecchiature e degli impianti par-
prevenzione dell’inquinamento dell’aria imposte in certi ticolari della nave stessa per la gestione della spazzatura e
porti. Alcuni di questi svantaggi possono essere rimediati può contenere estratti da e/o riferimenti a manuali di istru-
mediante l’uso di impianti automatici per la carica, alimen- zioni di altre ditte.
tazione, e scarico delle ceneri in mare al di fuori di quelle
aree in cui lo scarico non è permesso. Tali apparecchiature 6.2 Prevenzione dell’inquinamento da spaz-
aggiuntive per svolgere tali funzioni automatiche richie- zatura
dono più spazio per l’installazione.
6.2.1 Combinazione di tecniche
5.4.7 Incenerimento di rifiuti prevalentemente
Per ottenere risultati a costi limitati che siano sani per
plastiche (1/7/2002)
l’ambiente, molti progettisti di piani per la gestione della
L'incenerimento di rifiuti prevalentemente plastici, che in
spazzatura usano una combinazione di tre tecniche com-
certe circostanze può essere considerato in accordo con le
plementari per la gestione della spazzatura:
prescrizioni dell'Annesso V, richiede più aria e temperature
molto più alte per la completa distruzione. Se le plastiche • riduzione delle fonti
devono essere bruciate in maniera sicura, l'inceneritore • riciclaggio
deve essere adatto a questo scopo, altrimenti potrebbe veri- • smaltimento.
ficarsi uno dei problemi seguenti.
a) In dipendenza del tipo di plastica e delle condizioni di 6.2.2 Prevenzione della produzione di spazzatura a
bordo delle navi
combustione si possono generare alcuni gas tossici nei
fumi di scarico, compresi acidi cloridico (HCI) e ciani- In sede di ordinativo di provviste e riserve, le compagnie di
drico (HCN) vaporizzati. Questi ed altri prodotti inter- navigazione dovrebbero incoraggiare i propri fornitori ad
medi della combustione della plastica possono essere applicare criteri sostitutivi allo scopo di ridurre per quanto
estremamente pericolosi. possibile e quanto prima possibile la produzione di spazza-
tura a bordo delle navi.
b) La cenere proveniente dalla combustione di alcuni pro-
dotti plastici può contenere metalli pesanti o altri resi- 6.2.3 Valutazione dei componenti della spazzatura
dui che possono essere tossici e che pertanto non La spazzatura delle navi è composta da componenti distinti,
possono essere scaricati in mare. Tali ceneri devono alcuni dei quali sono oggetto della MARPOL 73/78, mentre
essere tenute a bordo e scaricate in una stazione di rac- altri possono essere oggetto di norme locali, nazionali o
colta in porto. regionali p.e. rifiuti domestici, rifiuti operativi, rifiuti relativi
c) Le temperature generate durante l’incenerimento di al carico, alimentari e relativi alla manutenzione. Ciascun
rifiuti essenzialmente plastici sono talmente alte che componente deve essere valutato separatamente per deter-
potrebbero danneggiare alcuni inceneritori d’immondi- minare la miglior pratica gestionale per quel rifiuto.
zia.
d) L’incenerimento di plastiche richiede da 3 a 10 volte più 6.3 Argomenti da trattare nel piano di
aria di combustione dei rifiuti cittadini normali. Se non gestione della spazzatura
è fornita una quantità adeguata di ossigeno, si forme-
ranno grandi quantità di fuliggine nei fumi di scarico. 6.3.1 Persona designata responsabile del piano
a) In accordo con le prescrizioni una persona deve essere
5.4.8 Ulteriori prescrizioni designata nel piano di gestione della spazzatura con la
Gli inceneritori di bordo devono essere progettati, costruiti, responsabilità di far applicare le procedure descritte nel
fatti funzionare e sottoposti a manutenzione in accordo con piano stesso.
le norme per gli inceneritori di bordo in Cap 4, Sez 2, [5]
b) Tale persona deve essere assistita da una squadra per
ed App 2.
assicurare che la raccolta, separazione e processo della
spazzatura sia efficiente in tutte le zone della nave e che
6 Guida per la preparazione di un le procedure di bordo siano in accordo con quelle
piano di gestione della spazzatura descritte nel piano.
c) Descrivere il metodo di come la spazzatura debba f) Descrivere le procedure di processo adoperate commi-
essere trasportata dalla fonte di produzione alle stazioni surate a quanto segue:
di raccolta e separazione. 1) necessità di centri di raccolta, tenendo conto della
d) Descrivere come la spazzatura debba essere movimen- possibilità di riciclaggio locale
tata fra le stazioni pimarie di raccolta e separazione ed
2) deposito
altri metodi di gestione commisurati a:
3) smaltimento in mare.
1) necessità per le stazioni di raccolta, tenendo conto
di sistemazioni locali per il possibile riciclaggio g) Descrivere i programmi di formazione e addestramento
2) processi a bordo per facilitare il processo della spazzatura.
3) deposito h) Identificare le procedure disponibili operative e di
manutenzione (ciò può essere fatto facendo riferimento
4) smaltimento in mare.
ai documenti disponibili a bordo).
e) Descrivere i programmi di formazione e di addestra-
mento per facilitare la raccolta della spazzatura. 6.3.4 Procedure per depositare la spazzatura
Nota 1: Ai fini della presente Guida la separazione della spazza- a) Identificare la posizione, l’uso previsto, e la capacità
ture è considerata parte integrante del processo di raccolta. La delle stazioni di deposito disponibili per ciascuna cate-
separazione può avvenire alla fonte o in una stazione designata
goria di spazzatura.
separata.
b) Descrivere come la spazzatura sarà maneggiata fra le
6.3.3 Procedure per il processo della spazzatura stazioni di deposito e lo smaltimento tenendo conto di
a) Identificare il personale responsabile del funzionamento quanto segue:
delle apparecchiature. 1) scarico nelle stazioni di raccolta, tenendo conto
b) Identificare i dispositivi di processo disponibili e le loro delle possibilità di riciclaggio locali
capacità.
2) smaltimento in mare.
c) Identificare la posizione delle stazioni e dispositivi di
c) Descrivere i programmi d’istruzione e formazione per
processo.
facilitare il deposito della spazzatura.
d) Identificare le categorie di spazzatura che sarà proces-
sata da ciascuno dei dispositivi di processo disponibili. 6.3.5 Procedure per smaltire la spazzatura
e) Descrivere come la spazzatura sarà maneggiata tra la Descrivere le procedure della nave per assicurare la confor-
stazione di processo primaria e le stazioni di deposito o mità con le prescrizioni dell’Annesso V della MARPOL
smaltimento. 73/78 circa lo smaltimento della spazzatura.
possibile eseguire la carica senza che si verifichino situa- 5) Tutti i componenti e dispositivi elettrici devono
zioni di pericolo per il personale. Per esempio, quando la avere una tensione nominale adeguata alla tensione
carica avviene manualmente, può essere previsto un blocco di alimentazione dell’impianto di comando.
di carica che assicuri che lo spazio destinato alla carica sia 6) Tutti i dispositivi elettrici e le apparecchiature elettri-
isolato dalla cassa a fuoco per tutto il tempo in cui lo spor- che esposte alle intemperie devono essere in
tello di carica rimane aperto. Quando la carica non avviene accordo con le prescrizioni delle normative interna-
con un blocco di carica, deve essere sistemato un disposi- zionali accettabili dalla Società.
tivo di interblocco che impedisca l’apertura dello sportello
di carica mentre l’inceneritore è in funzione con l’inceneri- 7) Tutti i dispositivi di comando elettrici e meccanici
mento di spazzatura in atto o quando la temperatura devono essere di un tipo provato ed accettato da
all’interno del forno è superiore a 220 °C. un’Agenzia collaudatrice riconosciuta su base
nazionale in accordo con norme internazionali.
2.1.11 Inceneratori equipaggiati con dispositivo 8) Il progetto dei circuiti di comando deve essere tale
d’alimentazione che i comandi primari di sicurezza ed i limiti aprano
Gli inceneritori equipaggiati con dispositivi o impianti d’ali- direttamente il circuito che comporti l’interruzione
mentazione devono assicurare che il materiale caricato sia dell’alimentazione del combustibile alle unità di
portato nella camera di combustione. Tale impianto deve combustione.
essere progettato in modo tale che sia l’operatore che b) Protezione contro le sovracorrenti
l’ambiente siano protetti da esposizioni pericolose.
1) I conduttori dei cavi di collegamento più piccoli dei
conduttori di alimentazione devono essere provvisti
2.1.12 Interblocchi
di protezione contro la sovracorrente in base alle
Devono essere previsti interblocchi che impediscano l’aper- dimensioni del conduttore di collegamento più pic-
tura degli sportelli per la rimozione della cenere mentre colo al di fuori di ogni scatola di derivazione in
l’incenerimento è in atto o quando la temperatura accordo con le prescrizioni di una norma interna-
all’interno del forno è superiore a 220 °C. zionale accettabile.
elettrica ad alta tensione, una scintilla elettrica ad contro l’apertura non autorizzata dei portelli delle(a)
alta energia o serpentina a incandescenza. camere(a) di combustione durante il funzionamento e con-
2) I trasformatori per l’accensione devono avere un tro il sovraccarico dell’inceneritore con spazzatura.
grado di chiusura corrispondente all’ambiente nel
2.2.5 Targhe di istruzioni
quale sono sistemati, ma non meno di IP 44, in
accordo con norme internazionali accettabili. L’inceneritore deve avere una o più targhe di istruzioni
sistemate in posizione ben visibile che indichino chiara-
3) I cavi d’accensione devono soddisfare norme inter-
mente quanto segue:
nazionali accettabili.
a) Pulitura delle ceneri e delle scorie nella(e) camera(e) di
e) Cavi
combustione e pulitura delle aperture per l’aria combu-
1) Tutti i cavi per gli inceneritori devono avere caratte- rente prima di accendere l’inceneritore (se applicabile).
ristiche nominali e devono essere scelti in accordo
con norme internazionali accettabili. b) Procedure ed istruzioni operative. Devono compren-
dere procedure d’avviamento appropriate, procedure di
f) Messa a terra arresto normale, procedure di arresto di emergenza e
1) Devono essere previsti mezzi per mettere a terra le procedure per la caricazione della spazzatura (se appli-
strutture metalliche principalii o l’insieme dell’ince- cabile).
neritore.
2) Le chiusure, i telai e parti simili delle apparecchia- Tabella 1
ture elettriche che non non sono attraversati da cor-
renti devono essere colleagati elettricamente al Voce Temperatura
telaio principale o all’insieme dell’inceneritore. I Massima temperatura in corrispon- 1.200 °C
componenti elettrici che sono collegati elettrica- denza del punto d’uscita dei fumi dalla
mente all’installazione non richiedono conduttori di camera di combustione
collegamento separati.
Minima temperatura in corrispondenza 850 °C
3) Quando è utilizzato un conduttore isolato per al
del punto d’uscita dei gas combusti
messa a terra di componenti e dispositivi elettrici dalla camera di combustione
esso deve essere di colore verde continuo, con o
senza striscia gialla. Temperatura di preriscaldo della 650 °C
camera di combustione
2.2 Prescrizioni operative
2.2.1 Prescrizioni operative di progetto Tabella 2
L’impianto dell’inceneritore deve essere progettato e costru-
ito per operazioni che siano secondo le condizioni seguenti Operazione Modalità
indicate nelle Tab 1 e Tab 2:
Prespurgo, prima Almeno 4 ricambi d’aria
Non vi sono prescrizioni relative al preriscaldo per incene- dell’accensione nelle(a) camere(a) e fumaiolo,
ritori caricati manualmente. Tuttavia gli inceneritori devono ma non meno di 15 secondi
essere progettati in modo che la temperatura della zona
effettiva in cui avviene la combustione raggiunga il valore Tempo fra riavvii Almeno 4 ricambi d’aria
di 600°C entro 5 minuti dopo l’avvio. nelle(a) camere(a) e fumaiolo,
ma non meno di 15 secondi
2.2.2 Schermatura delle superfici della camera di
Postspurgo dopo l’interru- Non meno di 15 secondi dopo
combustione
zione del combustibile la chiusura della valvola del
Le superfici esterne delle(a) camere(a) di combustione liquido combustibile liquido
devono essere schermate dai contatti col personale in nor-
mali condizioni di lavoro in modo che le persone non siano Scarico dei gas combusti Minimo 6% O2 (misurato nei
esposte a calore molto alto (20 °C al di sopra della tempera- dagli inceneritori gas combusti secchi)
tura ambiente) o a contatto diretto con superfici con una
temperatura superiore a 60 °C. Esempi di alternative che 2.2.6 Prevenzione della formazione di diossine
soddisfano tale prescrizione sono pareti doppie con flusso Per evitare la formazione di diossine i gas combusti devono
d’aria al loro interno o pareti metalliche espanse. essere raffreddati bruscamente fino a un massimo di 350 °C
entro 2,5 metri dallo sbocco dei gas combusti provenienti
2.2.3 Pressione di funzionamento
dalla camera di combustione.
Gli impianti di incenerimento devono funzionare con la
camera di combustione in depressione (pressione negativa)
in modo tale che nè gas nè fumi possano disperdersi nelle 2.3 Controlli operativi
zone circostanti.
2.3.1 Sezionatori
2.2.4 Targhe d’avvertimento L’intera unità deve poter essere scollegata da tutte le fonti
Gli inceneritori devono avere targhe d’avvertimento attac- d’energia per mezzo di un sezionatore sistemato vicino
cate all’unità in posizione ben visibile, che metta in guardia all’inceneritore (vedere [2.1.14] a)1)).
di tempo; per esempio, British Thermal Units all’ora, 4.1.4 Specifiche del combustibile per le prove di tipo (%
megajoules all’ora, kilocalorie all’ora. in massa) sono indicate nelle Tab 5 e Tab 6.
Tabella 6
Tabella 7
Emissione Standard
O2 nella camera di combustione 6 - 12%
Media massima di CO nei gas combusti 200 mg/MJ
Numero medio massimo di fuliggine BACHARACH 3 or RINGELMAN 1
(è accettabile un numero di fuliggine più alto solo per periodi
moto brevi, come p.e. durante l’avvio)
Componenti incombusti nelle ceneri residue Massimo 10% in massa
Campo di temperatura dei gas combusti all’uscita dalla camera 850-1.200 °C
di combustione
4.2 Emissioni relative ai combustibili non è richiesto che sia mantenuto a bordo un ana-
lizzatore del contenuto di O2).
4.2.1
2) Controllo/monitoraggio della temperatura in corri-
a) Anche con gli inceneritori di buona tecnologia le emis- spondenza dell’uscita dei gas combusti dalla
sioni da un inceneritore dipendono dal tipo di materiale camera di combustione.
incenerito. Se per esempio una nave ha imbarcato com- Mediante il continuo (auto)controllo del processo
bustibile con un alto contenuto di zolfo, l’inceneri- d’incenerimento si assicura che entrambi i due parame-
mento delle morchie provenienti dai depuratori del tri menzionati siano entro i limiti prescritti. Tale modo di
combustibile produrrà emissioni di SOx. Ma anche in operare assicurerà che i particolati e i residui delle
questo caso le emissioni di SOx dall’inceneritore ceneri contengano unicamente tracce di costituenti
ammonteranno a meno di circa l’un per cento delle organici.
emissioni di SOx dagli scarichi dei motori principali ed
ausiliari.
4.3 Navi da passeggeri da crociera con
b) I principali costituenti (POC) organici non possono
impianti d’incenerimento di potenzialità
essere misurati su base continua. In particolare non vi
sono attualmente strumenti dotati di telemetri continui
totale superiore a 1500 kW
che misurino POC, HCI, o l’efficienza della distruzione 4.3.1
dei rifiuti. Queste misure possono essere fatte solo
usando campioni e mandandoli in un laboratorio per le a) Probabilmente esistono le condizioni seguenti a bordo
analisi. Nel caso di costituenti organici (rifiuti non delle navi in oggetto:
distrutti), il lavoro di laboratorio richiede un tempo con- 1) Generazione di grandi quantità di rifiuti combusti-
siderevole per completare le analisi. Quindi il controllo bili con un alto contenuto di materiali plastici e sin-
continuo delle emissioni può essere assicurato esclusi- tetici.
vamente con misure secondarie. 2) Impianti d’incenerimento con un’alta capacità di
c) Operazioni a bordo/controllo delle emissioni operare con continuità per lunghi periodi.
Per gli inceneritori di bordo con un’approvazione di 3) Questo tipo di navi opera spesso in zone costiere
tipo IMO, il controllo/monitoraggio delle emissioni molto sensibili all’inquinamento.
deve essere limitato come segue: b) In vista delle emissioni relative al combustibile di
1) Controllo/monitoraggio del contenuto di O2 nella impianti di tale grande potenzialità, si potrebbe consi-
camera di combustione (solo controlli a campione; derare l’installazione di un apparecchio di lavaggio e
raffreddamento dei gas combusti. Tale installazione può 2) a non meno di 3 m dagli ingressi, prese d’aria ed
effettuare un efficace post-lavaggio dei gas combusti nei aperture di locali d’alloggio, locali di servizio e sta-
fumi, riducendo al minimo il contenuto di: zioni di cmando;
• HC1 3) a non meno di 5 m, misurati orizzontalmente, dalla
• SOx zona pericolosa più vicina, o dagli sbocchi di sfoghi
gas da zone pericolose; e
• Particolato
4) non meno di 2 m devono separare l’inceneritore e
c) Qualsiasi restrizione all’emissione di ossidi di azoto la zona di deposito dei rifiuti, a meno che essi non
(NOx) deve essere considerata solo in relazione a even- siano fisicamente separati da barriere antincendio
tuali normative future sull’inquinamento totale della strutturali.
nave, cioè proveniente da motori principali ed ausiliari,
caldaie, ecc. d) Annesso A2.4 -Impianto fisso di estinzione e rivelazione
incendi
Un impianto fisso di rivelazione ed estinzione incendi
5 ANNESSO A2 - Prescrizioni per la
deve essere sistemato negli spazi chiusi che contengono
protezione antincendio degli incene- inceneritori, combinazioni di inceneritore e deposito di
ritori e degli spazi di deposito della rifiuti ed in qualsiasi spazio adibito a deposito di rifiuti
spazzatura in accordo con la Tab 8:
e) Annesso A2.5 - Inceneritori e depositi di rifiuti sui ponti
5.1 Prescrizioni applicabili della SOLAS di coperta
Quando un inceneritore o un deposito di rifiuti sono
5.1.1 Ai fini della costruzione, sistemazione e coibenta- sistemati sui ponti di coperta, essi devono essere acces-
zione i locali dell’inceneritore ed i locali di deposito della sibili da due mezzi di estinzione incendi: o manichette
spazzatura devono essere considerati rispettivamente come antincendio, o estintori semi-portatili, spingarde o qual-
locali di macchine di categoria A (SOLAS II-2/3.19) e locali siasi combinazione di due fra i detti sistemi antincen-
di servizio, (SOLAS II-2/3.12). Per rendere minimi i rischi dio. E’ accettabile un impianto fisso antincendio come
d’incendio che questi spazi rappresentano, sono applicabili uno dei due mezzi di spegnimento.
le prescrizioni seguenti del Capitolo II-2 della SOLAS:
f) Annesso A2.6 - Fumaioli
a) Annesso A2.1 - Navi da passeggeri
Le tubolature/collettori dei gas combusti devono essere
Per navi da passeggeri che trasportano più di 36 passeg- portati verso l’alto indipendentemente ad un appro-
geri priato sbocco attraverso un fumaiolo o cofano continui.
1) la Regola 26.2.2(12) deve essere applicata ai locali
degli inceneritori ed ai locali combinati inceneri- 6 ANNESSO A3 - Inceneritori integrati
tore/deposito dei rifiuti, ed ai fumaioli che originano
da detti spazi; e
con unità per il recupero del calore
2) la Regola 26.2.2(13) deve essere applicata ai depo-
siti dei rifiuti ed agli scivoli per la spazzatura ad essi
6.1 Impianto dei gas di scarico
relativi.
6.1.1 L’impianto dei gas di scarico degli inceneritori che
b) Annesso A2.2 - Altre navi vengono inviati a dispositivi per il recupero del calore
Per tutte le altre navi, comprese le navi da passeggeri devono essere progettati in modo che l’inceneritore possa
continuare a funzionare con le serpentine dell’economizza-
che trasportano non più di 36 passeggeri:
tore secche. Ciò può essere realizzato mediante deviatori di
1) la Regola 44.2.2(6) deve essere applicata ai locali sorpasso, se necessario.
degli inceneritori ed ai locali combinati inceneri-
tore/deposito dei rifiuti, ed ai fumaioli che originano
6.2 Allarmi
da detti spazi;
2) la Regola 44.2.2(9) deve essere applicata ai depositi 6.2.1 L’unità d’incenerimento deve essere equipaggiata
dei rifiuti ed agli scivoli per la spazzatura ad essi con un allarme acustico ed ottico nel caso di mancanza di
relativi. acqua d’alimento.
c) Annesso A2.3 -Inceneritori e locali di deposito dei rifiuti
6.3 Dispositivi di pulizia
Gli inceneritori e i locali di deposito dei rifiuti sistemati
sul ponte di coperta (Regola II-2/3.(17)) non è necessa-
6.3.1 Il lato gas dei dispositivi di recupero del calore
rio che soddisfino le prescrizioni di cui sopra ma
devono avere apparecchiature per una pulizia appropriata.
devono essere collocati:
Deve essere previsto un’accessibilità sufficiente per un’ispe-
1) il più a poppa possibile della nave; zione adeguata delle superfici riscaldanti esterne.
7 ANNESSO A4 -Temperatura dei gas rico. La temperatura dei gas di scarico può essere un fattore
determinante per la scelta dei materiali per la fabbricazione
di scarico del fumaiolo. Quando la temperatura dei gas di scarico
supera i 430 °C potranno essere richiesti materiali speciali
7.1 Generalità resistenti all’alta temperartura per la costruzione dei fuma-
ioli.
7.1.1 Nella scelta del tipo d’inceneritore, deve essere data
considerazione a quale sarà la temperatura dei gas di sca-
Tabella 8
Capitolo 8
Qualora l’impianto comprenda un fluido frigorigeno secon- calore e del bilancio termico, nonché per la determina-
dario (salamoia), l’unità frigorifera deve comprendere zione dei campi di funzionamento dei macchinari figoriferi:
anche un refrigerante della salamoia (evaporatore) ed una • Temperatura dell’acqua di mare: 32 °C,
pompa. • Temperatura esterna dell’aria: 35 °C,
• Umidità relativa dell’aria a 35 °C: 80%.
1.3.7 Cella frigorifera
Una cella è qualsiasi spazio che sia refrigerato mediante Per la determinazione della trasmissione del calore attra-
un’unità frigorifera. Una cella può essere uno spazio adibito verso le pareti esterne che potrebbero essere esposte alle
al carico o un altro spazio di servizio della nave, quale per radiazioni solari, la temperatura dell’aria esterna deve
esempio la cambusa. essere assunta uguale a 45 °C.
Lunghezza della nave (m) < 100 < 200 ≤ 300 > 300
Inclinazione trasversale permanente 15° 15° 15° 15°
Rollio ± 22,5° ± 22,5° ± 22,5° ± 22,5°
Beccheggio ± 10° ± 7,5° ± 5° ± 3°
Assetto Poppiero 5° 2,5° 1,5° 1°
Prodiero 2° 1° 0,5° 0,3°
4.2.2 Drenaggi
Tabella 4 : Documenti da inviare Devono essere sistemati mezzi atti a drenare l’acqua di
condensa anche quando le celle frigorifere sono caricate al
N. A/I (1) Voci massimo della loro capacità. Vedere [5.8] per le prescri-
1 I Descrizione dell’impianto zioni specifiche.
riore a quella della pompa più grande che potrebbe 4.7 Deroghe per impianti piccoli
essere necessario sostituire.
4.7.1 Può essere considerato di non applicare le prescri-
b) Una delle pompe di circolazione ai condensatori può
zioni in [4.3.1], [4.3.2] e [4.3.3] relative alla duplicazione
essere una delle pompe ausiliarie della nave, purché la
delle fonti di energia per impianti frigoriferi destinati a spazi
sua capacità sia sufficiente a servire l’impianto frigori-
aventi un volume inferiore a 400 m3.
fero funzionante alla massima potenza senza interferire
con i servizi essenziali della nave.
4.8 Sicurezza del personale
4.4.2 Impianti con fluido frigorigeno intermedio
4.8.1 Devono essere previsti mezzi atti ad individuare la
a) Qualora sia adoperato un fluido frigorigeno intermedio, presenza di personale negli spazi del carico refrigerati e
deve essere prevista almeno una pompa di riserva per la determinare prontamente la necessità di aiuto dal di fuori di
circolazione della salamoia; tale pompa deve essere detti spazi.
pronta per l’uso e la sua portata non deve essere infe-
riore a quella della pompa più grande che potrebbe
essere necessario sostituire. 5 Celle frigorifere
b) La stessa prescrizione si applica a qualsiasi altro tipo di
impianto nel quale la circolazione dei fluidi frigorigeni
5.1 Costruzione delle celle frigorifere
sia assicurata da pompe. 5.1.1 Paratie delimitanti le celle frigorifere
a) In generale le paratie delle celle frigorifere devono
4.5 Prese a mare essere di costruzione metallica; tuttavia le paratie fra
due spazi refrigerati destinati a carichi di uguale natura
4.5.1 Numero e posizione delle prese a mare e privi di effetti contaminanti possono non essere metal-
a) L’acqua di raffreddamento deve essere normalmente liche.
aspirata dal mare attraverso almeno due prese a mare b) Le paratie devono essere stagne ai gas.
separate.
c) Gli acciai che devono essere adoperati per la costru-
b) Le prese a mare per gli impianti di frigoriferi devono, zione delle celle frigorifere devono soddisfare le prescri-
per quanto possibile, essere distribuite su entrambi i lati zioni applicabili in Parte B, Cap 4, Sez 1 per quanto
della nave. riguarda gli acciai per basse temperature.
4.5.2 Collegamenti ad altri impianti 5.1.2 Dispositivi di chiusura
Qualora la pompa(e) di circolazione dell’impianto frigori- a) I dispositivi di chiusura degli accessi alle celle frigori-
fero sia(no) collegata(e) al circuito di altre pompe, devono fere, quali porte, boccaporte ed aperture per la carica-
essere prese precauzioni nella progettazione e sistemazione zione o per l’ispezione devono essere per quanto
dei tubi affinché il funzionamento di una pompa non inter- possibile stagni ai gas.
ferisca col funzionamento di un’altra pompa. b) Le trombe di ventilazione delle celle frigorifere, se siste-
mate, devono essere dotate di dispositivi di chiusura sta-
4.5.3 Condizioni di bacino
gni ai gas.
Devono essere previste sistemazioni atte a fornire acqua di
raffreddamento da una cassa o da un collegamento a terra
allo scopo di mantenere l’impianto frigorifero in funzione
5.2 Attraversamenti
quando la nave si trova in bacino. 5.2.1 Attraversamenti di tubi e condotte
Gli attraversamenti dei tubi attraverso paratie o ponti stagni
4.6 Locali per i macchinari frigoriferi all’acqua e ai gas o resistenti al fuoco ponti devono essere
realizzati con tenute atte a mantenere lo stagno e le caratte-
4.6.1 Sistemazione ristiche di resistenza al fuoco delle strutture attraversate.
I locali per i macchinari frigoriferi devono essere provvisti
di mezzi efficaci per la ventilazione ed il drenaggio e, a 5.2.2 Attraversamenti di cavi elettrici
meno che non sia permesso altrimenti dalla Società, Qualora cavi elettrici passino attraverso celle frigorifere essi
devono essere separati dai locali refrigerati mediante para- sono oggetto delle prescrizioni pertinenti in Parte C,
tie stagne ai gas. Capitolo 2.
Devono essere previsti ampi spazi intorno ai macchinari fri-
goriferi atti a permettere un facile accesso per la manuten- 5.3 Accessi agli spazi refrigerati
zione ordinaria e per facilitare eventuali manutenzioni,
5.3.1 Porte e boccaportelli
specialmente nel caso di condensatori ed evaporatori.
a) Le celle frigorifere devono essere provviste di sfuggite
4.6.2 Fluidi frigorigeni pericolosi nei locali d’emergenza tali da permettere l’evacuazione di perso-
macchine nale in barella. Le sfuggite d’emergenza devono essere
L’uso di fluidi frigorigeni pericolosi nei locali macchine può provviste di luci d’emergenza.
essere permesso in accordo con le prescrizioni in Parte C, b) Le porte d’accesso ed i boccaportelli di accesso alle
Cap 1, Sez 13, [2.2.3]. celle frigorifere devono essere provvisti di mezzi che ne
permettano l’apertura dall’interno anche nel caso in cui 5.6 Prescrizioni varie
essi siano stati chiusi dall’esterno.
5.6.1 Celle frigorifere adiacenti a casse di olio
5.3.2 Passi d’uomo lubrificante o combustibile liquido
I passi d’uomo sul cielo del doppio fondo in corrispon- a) Deve essere previsto uno spazio vuoto di almeno 50
denza delle celle frigorifere devono essere circondati da mm fra il cielo delle casse d’olio lubrificante e di com-
una mastra d’acciaio stagna all’olio di almeno 100 mm di bustibile liquido e la coibentazione sistemato in modo
altezza. tale da permettere il drenaggio di perdite nella sentina.
Tali spazi vuoti possono essere omessi purché strati mul-
5.4 Coibentazione delle celle frigorifere tipli di materiale inodore resistente agli idrocarburi
siano applicati sulla superficie superiore del cielo della
5.4.1 cassa. Lo spessore totale richiesto di questo rivestimento
a) Il materiale di coibentazione non deve essere igrosco- dipende dalla costruzione della cassa, dalla composi-
pico. I supporti della coibentazione devono avere una zione del materiale adoperato e dal metodo di applica-
robustezza meccanica soddisfacente. I materiali di coi- zione.
bentazione e gli eventuali collanti devono essere ino- b) In genere i lati delle casse d’olio lubrificante e del com-
dori e devono essere scelti in modo che non assorbano bustibile liquido devono essere separati dalle celle fri-
nessuno degli odori delle merci contenute nelle celle gorifere mediante intercapedini. Le intercapedini
frigorifere. I materiali adoperati per i rivestimenti devono essere munite di sfoghi d’aria e gli sfoghi siste-
devono soddisfare le stesse prescrizioni. mati a tal fine devono essere condotti su un ponte espo-
b) Poliuretano o altre schiume plastiche adoperate per la sto e devono essere dotati di reticella metallica
coibentazione devono essere di tipo autoestinguente in facilmente smontabile per pulizia o rinnovo. Le interca-
accordo con una normativa accettabile dalla Società. In pedini possono essere omesse qualora strati multipli di
generale, queste schiume non possono essere adoperate materiale inodore resistente agli idrocarburi siano appli-
senza un adeguato rivestimento protettivo. cati sulle superfici laterali delle casse adiacenti alle
celle frigorifere. Lo spessore totale richiesto per tale
c) La coibentazione insieme al suo rivestimento deve
rivestimento dipende dalla composizione del materiale
avere una scarsa attitudine alla propagazione della adoperato e dal metodo d’applicazione.
fiamma in accordo con una normativa accettata.
d) Schiume di plastica di tipo autoestinguente ed opportu- 5.6.2 Celle frigorifere adiacenti a spazi ad alta
namente rivestite possono essere adoperate anche per la temperatura
coibentazione di tubolature e condotte. La coibentazione delle pareti adiacenti ai depositi di car-
bone o altri locali nei quali la temperatura potrebbe rag-
e) Quando è proposto l’uso di schiume preparate in situ, i
giungere valori eccessivi accidentalmente o no, deve essere
particolari del processo di fabbricazione devono essere
di lana di roccia o qualsiasi altro materiale equivalente; tru-
sottoposti ad esame prima dell’inizio dei lavori.
ciolature di legno, se adoperate, devono essere a prova di
fuoco e separate dalle lamiere sulle quali sono sistemate
5.5 Caratteristiche della coibentazione per mezzo di fogli coibenti.
coperte con vernici protettive di composizione e spes- raccogliere tutte le acque prodotte durante le opera-
sore appropriati. zioni di sbrinamento.
b) Lo spessore della coibentazione su tutte le superfici e il b) Le casse di drenaggio devono essere dotate di adeguate
processo di stesura devono essere in accordo con dise- sistemazioni di sonde e sfoghi d’aria.
gni approvati.
c) Quando più di un locale refrigerato è collegato alla
c) Il materiale della coibentazione deve essere installato stessa cassa di drenaggio, la tubolatura in comune deve
con cura e permanentemente; qualora esso sia fornito in essere munita di valvole di non-ritorno che impediscano
pannelli, le giunzioni devono essere le più strette possi- la possibilità del passaggio di acqua da un locale refri-
bile e le inevitabili fessure fra i pannelli devono essere gerato all’altro.
riempite di materiale coibente. Per questo scopo non
può essere adoperato catrame. 5.8.4 Ombrinali
d) Le giunzioni di strati multipli devono essere sfalsate. a) Gli ombrinali dalle stive inferiori e dalle ghiotte degli
aerorefrigeranti sistemati sul doppio fondo devono
e) Nell’applicazione della coibentazione sulle strutture essere muniti di tenute a liquido e dispositivi di non-
metalliche deve essere accuratamente impedita ogni via ritorno.
di dispersione del calore.
b) Gli ombrinali dai locali refrigerati sistemati negli inter-
ponti e dalle ghiotte degli aerorefrigeranti sistemati al di
5.8 Drenaggio degli spazi refrigerati sopra del doppio fondo devono essere muniti di tenute
a liquido ma non necessariamente di dispositivo di non-
5.8.1 Generalità ritorno.
Tutti i locali per il carico refrigerati e tutte le ghiotte sotto gli
c) Qualora gli ombrinali da più di un locale refrigerato o
aerorefrigeranti devono essere dotati di mezzi che assicu-
ghiotta siano portati ad un collettore comune o ad una
rino un drenaggio continuo ed efficace.
cassa comune, in aggiunta alla tenuta a liquido in cia-
scun tubo deve essere previsto un numero sufficiente di
5.8.2 Tubi di drenaggio
dispositivi di non ritorno sistemati in modo tale da
a) I tubi di drenaggio provenienti da ghiotte di refrigeratori impedire che i compartimenti inferiori siano allagati dai
sistemati nei locali refrigerati devono avere un disposi- drenaggi provenienti dai compartimenti superiori.
tivo di tenuta a liquido dotato di valvola di non-ritorno
d) Le tenute ad acqua devono essere di altezza sufficiente
facilmente accessibile anche quando la cella è caricata
e facilmente accessibili per la manutenzione e per il
al massimo.
riempimento con liquidi anticongelanti.
b) Non sono permessi tappi filettati, flange cieche e simili e) Le valvole, gli ombrinali e i tubi di drenaggio da altri
mezzi di chiusura per i tubi di drenaggio provenienti da compartimenti non refrigerati non devono scaricare
locali refrigerati e da ghiotte di aerorefrigeranti. nelle sentine dei locali refrigerati.
c) Nel caso in cui mezzi di chiusura dei tubi di drenaggio
siano richiesti dall’Armatore, tali mezzi devono essere 6 Fluidi frigorigeni
facili da controllare ed i loro comandi devono essere
sistemati in una posizione accessibile su un ponte al di
6.1 Generalità
sopra della linea di galleggiamento di pieno carico.
6.1.1 Fluidi frigorigeni impiegati in impianti di
5.8.3 Casse di drenaggio refrigerazione diretta
a) Qualora i drenaggi dei locali adibilti al carico siano por- Alcuni fluidi frigorigeni comunemente impiegati considerati
tati in una cassa di drenaggio chiusa, le dimensioni di accettabili per l’uso in impianti primari (ad espansione
detta cassa devono essere tali da avere la possibilità di diretta) sono elencati nella Tab 5.
Numero del fluido refrigerante Nome commerciale del fluido frigorigeno Formula chimica
R12 Diclorodifluorometano C Cl2 F2
R21 Diclorofluorometano C H Cl2 F
R22 Clorodifluorometano C H Cl F2
R113 Triclorotrifluoretano CCl2FCClF2
R114 Diclorotetrafluoroetano CClF2CClF2
R134a Tetrafluoroetano CH2FCF3
R500 Fluido frigorigeno 12/152a 73.8/26.2 % in massa C Cl2F2/ C H3 C H F2
R502 Fluido frigorigeno 12/115 48.8/51.2 % in massa C H Cl F2 / C Cl F2C F3
6.1.2 Fluidi frigorigeni impiegati in impianti di 6.2.2 Fluidi frigorigeni elencati nelle Tabelle 5 e 6
refrigerazione indiretta
In genere la pressione di progetto per le parti ad alta e bassa
I fluidi frigorigeni elencati in Tab 6 possono essere impie- pressione degli impianti che utilizzano fluidi frigorigeni
gati esclusivamente in impianti di refrigerazione indiretti. elencati nelle Tab 5 e Tab 6 deve essere non minore di
quella indicata nella Tab 7.
Tabella 6 : Fluidi frigorigeni per impianti di
refrigerazione indiretta Tabella 7
L’uso di fluidi frigorigeni diversi da quelli elencati nelle R113 0.2 0.2
Tab 5 e Tab 6 può essere autorizzato dalla Società caso per
R114 0.4 0.4
caso purché siano chiaramente determinate le proprietà fisi-
che e la composizione chimica e appropriate misure di R134a 1.3 1.1
sicurezza siano previste nella progettazione dell’installa-
R500 2.0 1.2
zione.
R502 2.3 1.6
6.1.4 Fluidi frigorigeni non accettabili
R717 2.2 1.5
Per le limitazioni nella scelta dei fluidi frigorigeni, vedere
R744 1.1 0.7
Parte C, Cap 1, Sez 13, [2.2.1] e Parte C, Cap 1, Sez 13,
[2.2.2].
7 Macchinari ed apparecchiature frigo-
6.1.5 Uso dell’ammoniaca come fluido frigorigeno riferi
Per prescrizioni specifiche relative all’impiego di ammoni-
aca come fluido frigorigeno vedere Parte C, Cap 1, Sez 13,
[2.3]. 7.1 Prescrizioni generali per i motori primi
7.1.1
6.2 Pressioni d’esercizio nominali
a) I motori diesel azionanti i compressori sono soggetti alle
6.2.1 Pressione di progetto per le parti in pressione prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 2, Sez 2.
a) La pressione di progetto del fluido frigorigeno non deve b) I motori elettrici azionanti i compressori, pompe o ven-
essere inferiore alla massima pressione d’esercizio che tilatori sono soggetti alle prescrizioni pertinenti in
può verificarsi nell’impianto o nelle sue parti, sia in Parte C, Cap 2, Sez 4.
condizioni di lavoro che in condizioni di riposo (se
maggiore). Nessuna valvola di sicurezza deve essere
7.2 Prescrizioni comuni per i compressori
tarata ad una pressione maggiore della pressione mas-
sima d’esercizio.
7.2.1 Casse
b) In genere la pressione di progetto della parte Le casse dei compressori rotativi devono essere progettate
dell’impianto a bassa pressione deve essere almeno in base alla pressione di progetto della parte ad alta pres-
uguale alla pressione del vapore saturo del fluido frigo- sione dell’impianto indicata in Tab 7.
rigeno alla temperatura di 40 °C. Deve essere particolar-
mente considerato l’impianto di sbrinamento che
7.2.2 Raffreddamento
potrebbe aumentare la pressione della parte
dell’impianto a bassa pressione. a) I compressori raffreddati ad aria devono essere proget-
tati per una temperatura dell’aria di 45 °C.
c) La pressione di progetto della parte ad alta pressione
dell’impianto deve essere determinata in base alla pres- b) Per raffreddamento ad acqua di mare deve essere appli-
sione d’esercizio del condensatore quando funziona cata una temperatura minima d’ingresso dell’acqua di
con acqua di raffreddamento in zone tropicali. In 32 °C. Gli spazi di circolazione dell’acqua di mare, a
genere la pressione nominale d’esercizio non deve meno che non siano provvisti di uno scarico libero,
essere assunta inferiore alla pressione effettiva del devono essere protetti contro le sovrapressioni eccessive
vapore saturo del fluido frigorigeno alla temperatura di mediante valvole di sicurezza o dispositivi di sicurezza
50 °C. a rottura.
a) I carter dei compressori alternativi, quando sono sog- b) Qualora i condensatori e gli evaporatori siano del tipo
getti alla pressione del fluido frigorigeno devono essere: “serpentine in una cassa” e non possano essere facil-
mente smontati a causa delle loro dimensioni, devono
• o progettati in modo da poter resistere alla pressione essere sistemate sul loro involucro un numero adeguato
d’esercizio nominale della parte a bassa pressione di aperture per l’ispezione di dimensioni non inferiori a
dell’impianto 230 mm x 150 mm.
• o muniti di valvole di sicurezza progettate in modo c) Valvole di sicurezza devono essere sistemate sugli invo-
tale da aprirsi ad una pressione non superiore a 0,8 lucri degli evaporatori e dei condensatori quando la
volte la pressione di prova del carter; in tale caso pressione di mandata di una qualsiasi pompa ad essi
devono essere previsti mezzi atti a scaricare il fluido collegata può superare la pressione d’esercizio prevista.
frigorigeno in una posizione sicura.
7.5.4 Serbatoi della salamoia
• o protetti contro le sovrapressioni per mezzo di a) I serbatoi della salamoia che possono essere intercettati
dispositivi in grado di assicurare pari protezione. devono essere protetti contro la pressione eccessiva
b) Deve essere sistemato nel carter un vetro spia per la dovuta all’espansione termica della salamoia mediante
determinazione del livello dell’olio. valvole di sicurezza o dispositivi di interblocco che ten-
gano le valvole d’intercettazione in posizione aperta.
c) Devono essere previsti mezzi atti a riscaldare il carter b) In genere i serbatoi della salamoia non devono essere
quando il compressore viene arrestato. zincati nel loro lato in contatto con la salamoia.
Quando essi sono zincati e sono di tipo chiuso, essi
7.3.2 Tenute idrauliche devono essere muniti di un adeguato sistema di sfoghi
I compressori alternativi con cilindri di diametro interno per i gas tossici che scarichi all’esterno. Gli sfoghi
uguale a o maggiore di 50 mm, devono esser provvisti di devono avere diaframmi di reticelle metalliche facil-
mezzi per scaricare le alte pressioni dovute a blocchi idrau- mente smontabili e le loro estremità devono essere siste-
lici. In alternativa devono essere previsti mezzi che impedi- mate in posizioni dalle quali non possano creare
scano il verificarsi della possibilità di entrata del liquido pericoli per il personale a causa dei gas. Quando i ser-
frigorigeno nei cilindri. batoi della salamoia non sono di tipo chiuso, i locali nei
quali si trovano devono essere muniti di un sistema effi-
cace di ventilazione.
7.4 Cuscinetti dei compressori a vite
7.5.5 Aerorefrigeranti
7.4.1 Qualora la superficie portante dei cuscinetti sia a) Quando vengono adoperati aerorefrigeranti di tipo alet-
localmente indurita, i particolari del processo d’induri- tato o a piastre multiple, la distanza fra le alette o le pia-
mento devono essere inviati alla Società. In ogni caso tale stre non deve essere inferiore a 10 mm, almeno sul lato
processo deve essere limitato alla superficie portante e non dell’entrata dell’aria. Ai fini di questa prescrizione il lato
deve essere esteso ai raccordi. dell’entrata dell’aria significa 1/4 della lunghezza
dell’aerorefrigerante misurata nella direzione del flusso modo che il prodotto essicante possa essere sostituto senza
dell’aria. dover smontare la tubolatura.
b) Gli aerorefrigeranti devono essere costruiti con materiali
resistenti alla corrosione o devono essere protetti dalla 7.8 Protezione contro le sovrapressioni
corrosione mediante zincatura. negli impianti frigoriferi
c) Gli aerorefrigeranti devono essere provvisti di ghiotte ed
7.8.1 Generalità
adeguati drenaggi.
a) Le tubolature dei fluidi frigorigeni ed i recipienti in pres-
7.5.6 Coibentazione sione ad esse associati devono essere protetti contro le
I recipienti in pressione devono essere termicamente isolati sovrapressioni con valvole di sicurezza, dischi di rottura
per rendere minima la condensazione di umidità dell’atmo- o sistemazioni equivalenti. Tuttavia deve essere impe-
sfera nell’ambiente. L’isolamento deve essere provvisto di dito lo scarico accidentale del fluido frigorigeno
un’efficace barriera al vapore e deve essere protetta contro i nell’atmosfera.
danneggiamenti meccanici. b) I dispositivi di sicurezza devono essere in numero tale e
così sistemati da impedire che una qualsiasi parte
7.6 Prescrizioni generali per le tubolature dell’impianto possa essere isolata da un dispositivo di
sicurezza. Nel caso in cui sia necessario poter isolare
7.6.1 Generalità uno di tali dispositivi dall’impianto per manutenzione, i
Sono applicabili le prescrizioni generali in Parte C, Cap 1, dispositivi possono essere duplicati purché sia sistemata
Sez 13, [2.1.3]. una valvola di scambio in modo tale che quando uno
dei dispostivi è isolato non sia possibile intercettare
7.6.2 Sistemazione delle tubolature l’altro.
a) Le tubolature devono essere adeguatamente sopportate c) I recipienti in pressione collegati da tubi senza valvole
e fissate in modo da impedire le vibrazioni. Tipi appro- possono essere considerati come un recipiente unico
vati di manichette flessibili possono essere adoperati dal punto di vista della protezione contro le sovrapres-
quando necessario per impedire le vibrazioni. sioni purché i tubi di collegamento non impediscano un
b) Devono essere prese misure per permettere le dilata- efficace sfogo gas dei recipienti.
zioni e le contrazioni termiche delle tubolature in tutte
le condizioni di funzionamento. A tale scopo possono 7.8.2 Valvole di sicurezza
essere adoperati, ove necessario, tipi approvati di mani- a) Gli scarichi delle valvole di sicurezza devono essere
chette flessibili. portati in un luogo sicuro al di sopra della coperta. I tubi
di scarico devono essere progettati in modo tale da
c) La coibentazione dei tubi deve essere protetta contro i
impedire l’ingresso d’acqua, neve, sporcizia o detriti,
danneggiamenti meccanici e deve essere provvista di
che possano influenzare negativamente il funziona-
un’efficace barriera al vapore che non sia interrotta in
mento dell’impianto. Nel caso di fluido frigorigeno
corrispondenza dei sopporti, valvole, accessori, ecc.
R717 (ammoniaca) l’estremità dei tubi di scarico deve
essere sistemata il più in alto possibile nella nave.
7.7 Accessori
b) Le pompe dei fluidi frigorigeni devono avere una val-
7.7.1 Separatori d’olio vola di sicurezza sul lato della mandata. Le valvole pos-
Sulle tubolature dei fluidi frigorigeni devono essere siste- sono scaricare sul lato d’aspirazione delle pompe o in
mati separatori d’olio con relativi drenaggi. Quando è siste- altra posizione adeguata.
mata una reticella metallica, questa deve essere di un c) Dopo la taratura, le valvole di sicurezza devono essere
materiale che non possa essere corroso dal fluido frigori- adeguatamente protette contro la possibilità di cambio
geno. accidentale di taratura.
d) Le valvole di sicurezza si devono aprire ad una pres-
7.7.2 Filtri
sione non superiore a 0,80 volte la pressione di prova
a) Devono essere sistemati filtri efficaci sull’aspirazione della parte protetta.
dei compressori e sul lato ad alta pressione delle valvole
di riduzione. I filtri dei compressori possono essere
incorporati nei carter purché la loro superficie filtrante
8 Prescrizioni specifiche per impianti
sia sufficiente. frigoriferi diretti ed indiretti
b) I filtri devono avere elementi a rete non corrodibili dal
fluido frigorigeno e devono avere un’area di flusso del 8.1 Prescrizioni specifiche per gli impianti
fluido adeguata. Filtri piccoli quali quelli delle valvole frigoriferi
riduttrici di pressione devono essere tali da poter essere
facilmente rimossi senza dover smontare la tubolatura. 8.1.1 Impianti ad espansione diretta
a) Gli impianti frigoriferi nei quali il fluido frigorigeno si
7.7.3 Essicatori espande direttamente nelle serpentine delle celle frigo-
Un essicatore efficace deve essere sistemato negli impianti rifere possono essere considerati dalla Società sola-
che adoperano fluidi refrigeranti del tipo R12, R21, R22 o mente per l’applicazione in celle di piccola capacità e a
R502. L’essicatore deve essere progettato e sistemato in seguito di richiesta specifica dell’Armatore.
b) Per l’accettazione di tali impianti da parte della Società d) Le serpentine devono essere divise in due sezioni, cia-
deve essere data considerazione speciale ai punti scuna delle quali facilmente intercettabile (vedere
seguenti: Sez 2, [1.2.1]).
• il fluido frigorigeno proposto; e) Devono essere sistemati mezzi per sbrinare le serpen-
• l’uso per le serpentine di tubi saldati circonferenzial- tine degli aerorefrigeranti. Deve essere evitato l’uso di
mente di testa entro le celle frigorifere per impedire dispositivi di sbrinamento mediante acqua spruzzata.
possibili perdite di gas all’interno delle celle stesse; f) Devono essere previsti mezzi per riscaldare i drenaggi.
• la protezione efficace all’interno delle celle delle Negli impianti automatizzati le apparecchiature di
serpentine di raffreddamento contro gli urti ed i dan- riscaldamento devono essere controllate dal programma
neggiamenti meccanici esterni. di sbrinamento.
c) Le serpentine entro ciascuno spazio refrigerato devono g) I ventilatori e i loro motori devono essere sistemati in
essere sistemate in almeno due sezioni ed il numero di modo tale da permettere un facile accesso per l’ispe-
sezioni in ciascuno spazio refrigerato deve essere chia- zione e per la riparazione e/o per la rimozione dei ven-
ramente indicato sui disegni inviati all’approvazione. tilatori e dei motori stessi quando le celle sono cariche
Ciascuna sezione deve essere munita di valvole o rubi- di carico refrigerato. Quando sono sistemati ventilatori
netti in modo da poter essere intercettata. e relativi motori duplicati e ciascun ventilatore è atto a
fornire la quantità d’aria richiesta è sufficiente che sia
8.1.2 Impianti di salamoia
previsto un accesso facile per l’ispezione.
a) Ciascuna pompa della salamoia deve essere collegata ai
h) La circolazione dell’aria deve essere tale da assicurare
serbatoi della salamoia ed al collettore delle valvole che
l’aspirazione e la mandata di aria in tutte le parti delle
controllano i tubi della salamoia. Ciascun tubo della
celle frigorifere.
salamoia deve avere una valvola di intercettazione sulla
mandata ed una valvola di regolazione deve essere i) La portata e la potenza dei ventilatori devono essere in
sistemata sul tubo di ritorno. proporzione al calore totale da sottrarre dalle celle fri-
b) Tutte le valvole di regolazione devono essere sistemate gorifere in considerazione della natura del servizio.
in posizioni accessibili in ogni momento. j) Quando è richiesto un eccesso di capacità di raffredda-
c) I tubi della salamoia non devono essere zincati al loro mento al fine di raffreddare o congelare tutto il carico e
interno. parte di esso dalla temperatura ambiente alla tempera-
tura minima prevista, la portata dell’aria deve essere in
d) Lo spessore dei tubi della salamoia non deve essere proporzione all’aumentata quantità di calore che deve
minore di 2,5 mm; nel caso di tubi con giunti filettati, lo essere sottratto, in accordo con le specifiche approvate
spessore al fondo del filetto non deve essere minore del dall’Armatore.
valore di cui sopra.
e) Le serpentine di raffreddamento in tubo d’acciaio ed i 8.2.3 Rinnovo dell’aria
relativi accessori devono essere protetti esternamente a) Quando i carichi refrigerati comprendono merci che, in
dalla corrosione mediante zincatura o altro metodo certe condizioni, emettono gas, odori o umidità deve
equivalente. essere sistemato un impianto efficace per il rinnovo
f) Per i serbatoi della salamoia vedere [7.5.4]. dell’aria nel locale in questione. Le entrate e le uscite
dell’aria in tali impianti devono essere munite di dispo-
g) Per le serpentine della salamoia negli spazi refrigerati
sitivi di chiusura.
vedere Sez 2, [1.2].
b) La posizione delle prese d’aria deve essere tale da ren-
8.2 Prescrizioni specifiche per gli impianti dere minima la possibilità che aria contaminata entri
negli spazi refrigerati.
di raffreddamento distribuzione e rin-
novo dell’aria negli spazi adibiti al carico
9 Strumentazione. allarmi, controlli
8.2.1 Efficacia della circolazione dell’aria
L’impianto di circolazione dell’aria deve essere progettato 9.1 Generalità
in modo tale che la distribuzione dell’aria negli spazi refri-
gerati sia il più uniforme possibile. 9.1.1 Apparecchiature di sicurezza per
l’automazione
8.2.2 Impianti di circolazione dell’aria refrigerata
Le apparecchiature di sicurezza per l’automazione devono
a) Per gli aerorefrigeranti vedere [7.5.5]. essere di tipo “fail-safe” (in sicurezza in caso di avaria) e
b) Gli aerorefrigeranti devono essere progettati per una devono essere progettate ed installate in modo da permet-
massima differenza di temperatura fra il fluido frigori- tere le operazioni manuali. In particolare deve essere assi-
geno e l’aria di raffreddamento all’ingresso dell’aerore- curata la conduzione manuale dei compressori nel caso in
frigerante di circa 5 °C per carichi di frutta e circa 10 °C cui qualsiasi apparecchiatura sia non funzionante.
per carichi congelati.
c) I refrigeratori dell’aria devono essere azionati o da cir- 9.1.2 Dispositivi di regolazione
colazione di salamoia o da espansione diretta del fluido I dispositivi di regolazione, quali valvole motorizzate o val-
frigorigeno. vole ad espansione termostatica devono essere tali da poter
essere intercettate qualora si presenti la necessità di far fun- 9.2.2 Impianti frigoriferi
zionare l’impianto manualmente. La Tab 9 riassume le prescrizioni minime relative ai
comandi e controlli per gli impianti frigoriferi.
9.2 Strumentazione, allarmi e impianti di
controllo
9.2.1 Compressori
La Tab 8 riassume le prescrizioni minime relative ai
comandi e controlli per i compressori impiegati per la refri-
gerazione.
Funzione
Voce Indicatore Arresto auto- Commenti
Allarme
matico
Aspirazione del fluido pressione bassa X Alla temperatura del saturo compresi
frigorigeno gli stadi intermedi
Mandata del fluido pressione alta X
frigorigeno
Aspirazione del fluido temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
frigorigeno
Mandata del fluido temperat.
frigorigeno
Olio lubrificante pressione bassa X
Olio lubrificante temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
Acqua di raffreddamento temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
Numero totale delle ore di ore Solo per tutti i compressori a vite e
funzionamento per impianti oltre 25 kW
Nota 1:Il blocco deve attivare anche un allarme ottico ed acustico
Funzione
Voce Indicatore Blocco auto- Commenti
Allarme
matico
Aria nel locale refrigerato temperat. alta X
Ventilatore avaria X
Temperatura della cella temperat. X
Aspirazione del fluido fri- pressione bassa X
gorigeno secondario
Mandata del fluido pressione alta X
frigorigeno secondario
Olio lubrificante pressione bassa X
Livello della sentina nel alto X
locale refrigerato
Nota 1:Il blocco deve attivare anche un allarme ottico ed acustico
10 Prove sui materiali, ispezioni e col- uguale a 1,5 volte la pressione di progetto, ma in nessun
caso a meno di 0,1 MPa.
laudi, certificazione
Tabella 10
10.1 Prove sui materiali
10.1.1 I materiali per la costruzione delle parti qui sotto Pressione di prova
elencate devono essere provati in accordo con le prescri- Componente Prova di Prova di
zioni della Parte D dei Regolamenti:
robustezza tenuta
• alberi a manovelle dei compressori, accoppiatoi, bielle
e aste di stantuffo; Blocco cilindri dei compressori, 1.5 p1 p1
testate dei cilindri, valvole di
• camicie dei compressori, testate dei cilindri e altre parti intercettazione, tubi ed altri com-
soggette a pressione; ponenti della parte ad alta pres-
• tubi di acciaio e di rame per le serpentine degli evapo- sione del circuito (condensatori,
ratori e dei condensatori e per le tubolature in pressione serbatoi, ecc.)
in generale; Carters di compressori soggetti 1.5 p2 p2
• separatori d’olio, serbatoi intermedi e altri recipienti in alla pressione del fluido frigori-
pressione inclusi nel circuito del gas; geno, valvole d’intercettazione,
• condensatori ed evaporatori del tipo ad involucro (tubi tubi ed altri componenti della
o lamiere saldate). parte a bassa pressione del cir-
cuito
10.5 Prove a bordo g) Durante le prove devono essere registrati i dati seguenti:
• Le temperature negli spazi refrigerati, la temperatura
10.5.1 Prove di pressatura esterna dell’aria e la temperatura dell’acqua di mare
Dopo l’installazione a bordo e prima dell’entrata in fun- (particolarmente all’ingresso ed all’uscita dei con-
zione operazioni l’impianto deve essere sottoposto a prove densatori). Devono essere particolareggiate le super-
alla pressione massima d’esercizio determinata come indi- fici esterne S delle pareti corrispondenti alle
cato in [6.2.1]. differenze di temperatura ∆T misurate fra l’interno e
l’esterno degli spazi refrigerati insieme ai prodotti
Tuttavia tutte le parti di tubolature soggette a pressione che S∆T.
hanno giunti saldati eseguiti a bordo devono essere sottopo-
• La potenza assorbita e la velocità dei compressori e
sti a prova di robustezza ad una pressione uguale a 1,5
la temperatura e pressione che determinano la
volte la pressione di esercizio nominale prima della loro
messa in azione dei macchinari frigoriferi. I dati
coibentazione.
registrati servono ad effettuare le correzioni (surri-
scaldamento, eccesso di raffreddamento) necessarie
10.5.2 Prove degli impianti di ventilazione per la determinazione della effettiva capacità frigori-
a) Dopo l’installazione l’impianto di ventilazione deve fera F mediante il confronto con i cicli termodina-
essere provato e devono essere registrati la pressione, la mici considerati per la preparazione delle curve di
portata d’aria in metri cubi al minuto, la massima velo- produzione del freddo dei compressori.
cità di rotazione e la potenza massima assorbita dai • Potenza assorbita dai motori che azionano i ventila-
ventilatori. tori FV e le pompe della salamoia FP.
b) Deve essere controllata la distribuzione dell’aria nei • Il coefficiente totale di trasmissione del calore k per
vari spazi refrigerati. le condizioni climatiche estreme considerate si può
ottenere con la formula seguente:
10.5.3 Prove funzionali
F = k Σ ( S ⋅ ∆T ) + F V + F P + F C
a) Al completamento dell’installazione ogni impianto fri-
essendo FC un termine correttivo (normalmente pic-
gorifero deve essere sottoposto a prove funzionali a
colo) che deve essere introdotto per gli altri scambi
bordo per verificare il funzionamento appropriato dei
di calore fra l’impianto in prova e l’ambiente.
macchinari e la capacità frigorifera dell’impianto con
prove di bilancio termico. h) Le temperature e pressioni in varie posizioni nei circuiti
di refrigerazione e della salamoia.
b) Prima dell’inizio delle prove effettive il Tecnico deve
verificare per campione che tutti i termometri, i mano- i) Le temperature dell’aria all’ingresso ed all’uscita degli
metri e gli altri strumenti siano in buon ordine per il fun- aerorefrigeranti.
zionamento, appropriatamente tarati e sistemati come j) Nel corso delle prove di bilancio termico i dati di cui
prescritto in ogni singolo caso dalla Società. sopra devono essere registrati ad intervalli di un’ora.
c) Tutti i macchinari frigoriferi devono essere messi in fun- Prima di queste prove i dati possono essere registrati ad
zione e tutte le celle, chiuse e vuote, devono essere raf- intervalli di 4 ore eccetto che per le temperature
freddate contemporaneamente fino alla minima dell’aria esterna e dell’acqua di mare che devono essere
temperatura prevista, cioè alla temperatura che è richie- registrate ad intervalli di un’ora per almeno le ultime 12
sto che sia indicata nella notazione di classe, o ad una ore delle prove.
temperatura inferiore in modo tale da mantenere una k) Casi speciali, per esempio quando la prova viene ese-
differenza di temperatura di almeno 20 °C fra la tempe- guita a temperature esterne molto basse che richiede-
ratura esterna media e la temperatura negli spazi refrige- rebbero di portare la temperatura entro gli spazi
rati. La temperatura prevista deve essere mantenuta per refrigerati al di sotto dei valori sopra specificati, o
un periodo sufficiente a sottrarre il calore dalla coiben- quando i compressori sono azionati da motori primi a
tazione. velocità costante o quando gli impianti frigoriferi di navi
per il trasporto di banane e frutta sono provati in
d) Dopo di ciò può essere cominciata la prova di bilancio
inverno o quando la temperatura minima richiesta per
termico. La durata della prova può essere uguale a 6 ore
la Classe non è la stessa in tutti gli spazi, saranno
o, se necessario, anche più lunga. Durante l’intera prova
oggetto di considerazione speciale da parte della
gli aerorefrigeranti devono essere azionati alla loro
Società.
potenza normale.
1.2.2 Potrà essere data considerazione alla possibilità di 3.1 Termometri negli spazi del carico
non applicare le prescrizioni in [1.2.1] sulla duplicazione
dell’impianto frigorifero per impianti destinati a spazi con 3.1.1 Numero dei termometri
un volume inferiore a 200 m3. a) Ciascuno spazio refrigerato avente un volume non supe-
riore a 400 m3 deve essere munito di almeno 4 termo-
1.3 Riscaldamento metri o sensori di temperatura. Quando il volume è
superiore a 400 m3, tale numero deve essere aumentato
1.3.1 Qualora si intendano trasportare carichi che potreb- di 1 per ciascun aumento di 400 m3 .
bero essere influenzati negativamente dalle basse tempera-
b) I sensori per i lontantermometri elettrici devono essere
ture durante la stagione fredda o in certe aree geografiche,
collegati agli strumenti in modo tale che nel caso di ava-
devono essere previsti mezzi efficaci per riscaldare i locali
ria a un qualunque strumento la temperatura di qualsi-
in questione.
asi spazio possa ancora essere controllata con metà dei
sensori sistemati nello spazio stesso.
2 Spazi del carico refrigerati
3.1.2 Termometri a lettura diretta
2.1 Coibentazione I tubi che contengono i termometri devono avere un diame-
tro non inferiore a 50 mm e devono essere isolati con cura
2.1.1 Protezione della coibentazione dalle strutture della nave. Se tali tubi passano attraverso
In aggiunta alle prescrizioni in Sez 1, [5.5.1], il fondo degli spazi diversi da quelli serviti, essi devono essere coibentati
spazi refrigerati deve essere ricoperto con uno strato di in corrispondenza del passaggio attraverso tali spazi. Giun-
legno duro di spessore pari a circa 50 mm, o con altra pro- zioni e coperture di tali tubi devono essere isolati dalle
tezione di efficacia simile, per una superficie estesa fino a lamiere alle quali sono collegati ed installati su ponti espo-
circa 600 mm al di fuori della proiezione del profilo della sti in modo tale che in essi non possa raccogliersi e conge-
boccaporta. lare acqua durante la misurazione della temperatura.
3.1.3 Apparecchiature elettriche per la lettura dei anche un’unità di riserva facilmente sostituibile a bordo.
lontantermometri Se alimentato da batterie sarà sufficiente sistemare bat-
Le apparecchiature devono provvedere le indicazioni di terie facilmente sostituibili.
temperatura con la precisione richiesta in [3.1.5] nelle con- b) Un’apparecchiatura prototipo deve essere controllata e
dizioni di vibrazioni ed inclinazioni previste a bordo e per provata da un Tecnico della Società in un laboratorio
tutte le temperature ambiente, fino a 50 °C, a cui gli stru- indipendente riconosciuto o presso l’officina del
menti di indicazione ed i cavi di collegamento potrebbero costruttore per verificare mediante prove opportune che
essere esposti. il grado di precisione corrisponda alle prescrizioni di
cui sopra.
3.1.4 Sensori per i lontantermometri elettrici
a) I sensori devono essere sistemati negli spazi refrigerati c) Deve essere verificata la capacità dell’impianto di resi-
in posizioni nelle quali non sia probabile che vengano stere alle vibrazioni, urti e variazioni di temperatura sta-
esposti a danneggiamenti durante le operazioni di bilite e la sua insensibilità alle variazioni della salinità
carico e scarico e che siano ben lontane da fonti di dell’atmosfera e delle condizioni tipiche a bordo.
calore, quali, per esempio, le lampade elettriche, ecc.
b) I sensori negli aerorefrigeranti dell’aria devono essere 4 Prescrizioni addizionali per la nota-
sistemati ad una distanza di almeno 900 mm dalle ser- zione AIRCONT
pentine e dai motori dei ventilatori.
c) Quando sono sistemati nelle condotte, essi devono 4.1 Generalità
essere sistemati per quanto possibile al centro della
sezione della condotta dell’aria. 4.1.1 Applicabilità
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con appa-
d) I sensori devono essere protetti da coperture resistenti
recchiature permanentemente installate in grado di
alla corrosione ed impermeabili. I cavi di collegamento
generare e controllare un’atmosfera povera di ossigeno
devono essere permanentemente fissati ai sensori ed
nelle stive del carico allo scopo di rallentare il processo
agli strumenti di indicazione nonché ai loro accessori.
di maturazione di frutta o altri carichi, per le quali è
Collegamenti a spina sono permessi solamente se di un
richiesta la notazione AIRCONT.
tipo ritenuto accettabile dalla Società.
b) Le prescrizioni seguenti sono addizionali rispetto a
e) Tutti i sensori devono essere facilmente accessibili.
quelle in Sez 1.
3.1.5 Precisione c) La notazione AIRCONT non potrà essere concessa a
a) I termometri a lettura diretta devono permettere letture navi che usano apparecchiature portatili per la genera-
con una precisione dello 0,1 °C per temperature com- zione di atmosfera controllata o a navi con apparec-
prese fra 0 °C e 15 °C. Temperature date da letture a chiature permanentemente installate che servono meno
distanza devono avere una precisione di: del 50% dello spazio disponibile per il carico.
• ± 0,3 °C (a 0 °C) per il trasporto di frutta e vegetali
4.1.2 Prestazioni funzionali
• ± 0,5 °C (a 0 °C) per il trasporto di prodotti conge-
a) Normalmente l’evacuazione dell’ossigeno dagli spazi
lati.
che devono funzionare con atmosfera controllata si
b) Gli errori degli strumenti da accertare per mezzo di ottiene mediante l’introduzione di gas inerte. I gas inerti
taratura e confronto con uno strumento campione con più comunemente adoperati sono:
taratura ufficialmente certificata, non devono superare i • anidride carbonica (CO2)
valori seguenti:
• azoto (N2).
• ± 0,15 °C, nel campo da -3 °C a +3 °C
b) Il contenuto d’ossigeno negli spazi ad atmosfera con-
• ± 0,25 °C, in tutti gli altri campi della scala.
trollata deve essere mantenuto tra il 10% e il 2% del
c) In genere, il campo della scala di misura deve essere tra volume, con una precisione di almeno lo 0.2%.
-30 °C e +20 °C; esso in ogni caso deve essere mag-
c) Qualora per controllare l’atmosfera sia adoperata ani-
giore del campo di applicazione dello strumento per ±
dride carbonica, l’impianto deve essere in grado di con-
5 °C.
trollare e mantenere una concentrazione di CO2 in tutti
d) Nella scala graduata, l’intervallo corrispondente a 1 °C o in uno qualsiasi degli spazi controllati fra il 10% e lo
non deve essere minore di 5 mm. 0.2% in volume. Il contenuto di CO2 prescelto per
3.1.6 Registratore di dati l’atmosfera controllata deve essere mantenuto con una
precisione di almeno lo 0.2%.
a) Quando è installato un registratore di dati, almeno un
sensore per ciascuno spazio refrigerato, sia nello spazio d) Quando per controllare l’atmosfera è adoperato azoto
stesso, che nell’impianto di circolazione dell’aria, deve (N2), l’impianto di generazione deve essere almeno in
essere collegato ad un altro strumento indicatore indi- grado di fornire:
pendente approvato dalla Società. Il registratore di dati • 0.05 m3/h di azoto quando il contenuto d’ossigeno
deve poter registrare fino a 0,1 °C. Gli strumenti indica- per ciascun metro cubo dello spazio totale del
tori devono essere alimentati da due fonti indipendenti. carico, che deve essere ad atmosfera controllata, è
Se essi sono alimentati da una rete a bordo attraverso un uguale al 4% nelle normali condizioni di tempera-
trasformatore o un radrizzatore, deve essere provvista tura di funzionamento;
• 0.025 m3/h di azoto quando il contenuto d’ossigeno 4.2.2 Protezione delle zone ad atmosfera
per ciascun metro cubo dello spazio totale del controllata
carico, che deve essere ad atmosfera controllata, è a) Devono essere previsti mezzi per proteggere le zone ad
uguale al 2% nelle normali condizioni di tempera- atmosfera controllata dalle sovrapressioni o dal vuoto.
tura di funzionamento. b) Una valvola di pressione/depressione deve essere siste-
• Valori intermedi per contenuti d’ossigeno differenti mata in ogni zona ad atmosfera controllata e tarata per
possono essere interpolati. le condizioni di progetto della zona stessa.
d) Per navi portacontenitori con contenitori in atmosfera c) Quando i generatori di gas utilizzano compressori volu-
controllata dotate di impianti per l’invio di aria a basso metrici, deve essere previsto un dispositivo di sicurezza
contenuto d’ossigeno da ciascun contenitore ad atmo- per impedire che una pressione eccessiva possa svilup-
sfera controllata negli spazi del carico, gli impianti parsi sul lato della mandata del compressore.
sfogo gas devono essere in accordo con le presenti pre- d) Devono essere previsti mezzi idonei che permettano il
scrizioni. collegamento del collettore di mandata ad una sorgente
esterna.
4.3 Impianti del gas e) Quando si adopera l’azoto (N2):
4.3.1 Prescrizioni generali • Devono essere sistemati mezzi che impediscano
a) Devono essere previsti mezzi per raggiungere e mante- l’accidentale rilascio di azoto nelle zone ad atmo-
nere i livelli richiesti di ossigeno e/o anidride carbonica sfera controllata, per esempio mediante una valvola
nelle zone ad atmosfera controllata. Ciò può essere di non-ritorno bloccabile.
ottenuto mediante l’uso di gas conservato in serbatoi, • La tubolatura di mandata dell’azoto deve essere
apparecchiature di generazione del gas fisse o portatili o dotata di valvola di sicurezza in grado di scaricare la
altre sistemazioni equivalenti. massima portata di azoto.
b) L’impianto del gas deve avere una capacità sufficiente a • Devono essere sistemati filtri nella condotta di man-
compensare ogni perdita di gas dalle zone ad atmosfera data.
controllata e a mantenere una pressione positiva in tutte • Le tubolature di scarico dell’ossigeno e dell’azoto
le dette zone. devono scaricare in posizioni sicure sul ponte sco-
c) Gli impianti del gas che utilizzano compressori devono perto.
avere due o più compressori e motori primi che siano in 4.3.5 Segregazione
grado insieme di fornire la portata nominale. Ogni com-
a) Gli impianti fissi per la generazione del gas, le bombole
pressore deve essere dimensionato in maniera tale che,
o i generatori di gas portatili devono essere sistemati in
con un compressore non funzionante, l’impianto possa
un compartimento riservato esclusivamente a tale uso.
mantenere il contenuto di O2 entro tutti gli spazi del
Tali compartimenti devono essere separati da una para-
carico designati entro i campi specificati. In alternativa
tia e/o da un ponte stagno ai gas dagli alloggi, dai locali
un solo compressore e relativo motore primo può essere
macchine, dai locali di servizio e dalle stazioni di
accettato se il compressore è atto a fornire la portata
comando. Gli accessi a tali compartimenti devono
nominale richiesta e siano provvisti a bordo pezzi di
essere solamente dal ponte scoperto.
rispetto per il compressore e per il relativo motore
primo tali che qualsiasi avaria al compressore e al b) Le tubolature degli impianti del gas non devono passare
motore primo possa essere riparata a bordo. attraverso alloggi, locali macchine, locali di servizio e
stazioni di comando.
d) Le prese d’aria devono essere sistemate in modo da assi-
curare che aria contaminata non sia aspirata nel com- 4.3.6 Protezione degli spazi del carico
pressore.
a) Devono essere previsti mezzi per proteggere gli spazi
e) Qualora si intenda fornire il gas da bombole, la sistema- del carico dalle sovrapressioni. Questi mezzi possono
zione deve essere tale che le bombole vuote possano essere:
essere prontamente staccate in sicurezza e le bombole • nel caso di fornitura esterna di gas, una valvola
piene possano essere facilmente collegate. d’intercettazione azionata automaticamente nel
caso di sovrapressione sistemata in corrispondenza
4.3.2 Generazione dell’anidride carbonica
del collegamento con la fornitura esterna,
Le apparecchiature per la generazione dì anidride carbo-
nica saranno oggetto di considerazione speciale da parte • una valvola di sfogo, collegata alla valvola di
della Società. ingresso, che assicuri che l’immissione di azoto sia
permessa quando la valvola di sfogo è aperta.
4.3.3 Generazione dell’azoto di tipo passivo b) Gli sbocchi di azoto all’atmosfera devono essere diretti
Non è necessario che i generatori di azoto di tipo passivo, verticalmente verso l’alto e devono essere sistemati in
quali separatori di gas ed unità ad assorbimento siano posizioni segregate dalle quali non sia probabile lo sca-
duplicati. rico in zone presidiate.
c) Le condotte di estrazione dell’aria devono essere por- attivato qualora la precisione sia al di fuori dei limiti di
tate ad una posizione sicura sul ponte scoperto. tolleranza.
c) Ogni spazio normalmente presidiato adiacente agli
4.4 Apparecchiature varie spazi del carico che possono funzionare in atmosfera
controllata deve essere munito di almeno un mezzo per
4.4.1 Apparecchiature d’umidificazione misurare il contenuto di ossigeno.
Quando è sistemato un impianto d’umidificazione, devono d) Quando apparecchiature d’umidificazione sono siste-
essere soddisfatte le prescrizioni seguenti: mate in ciascuna zona ad atmosfera controllata, deve
a) la mandata di acqua dolce per l’umidificazione deve essere attivato un allarme quando l’umidità relativa
essere tale da rendere minimo il rischio di corrosione e cade al di sotto di o supera valori predeterminati.
contaminazione del carico;
4.5.3 Impianto di campionatura ed analisi
b) allo scopo di impedire danni dovuti a blocchi
all’impianto d’umidificazione a causa del congela- a) Devono essere previsti almeno due analizzatori per
mento dell’acqua, le tubolature dell’aria, del vapore o ossigeno ed anidride carbonica con una tolleranza di ±
dell’acqua nelle celle del carico devono essere instal- 0,1 % in volume per determinare il contenuto dei gas
late in modo tale da rendere facile il drenaggio e circolanti entro le zone ad atmosfera controllata.
devono essere munite di un adeguato mezzo di riscal- b) Quando è sistemato un impianto di campionatura con
damento. analizzatori sequenzali, le linee di campionatura
devono essere in grado di funzionare a qualsiasi valore
4.4.2 Apparecchiature elettriche di pressione o vuoto ai quali l’impianto di atmosfera
In aggiunta alle prescrizioni applicabili in Parte C, controllata può funzionare nella zona del carico. Sono
Capitolo 2, devono essere soddisfatte le prescrizioni permesse linee comuni per fluidi differenti (ossigeno,
seguenti: anidride carbonica, ecc.).
a) l’energia elettrica per l’impianto di controllo dell’atmo- c) Devono essere sistemati due separati punti per la cam-
sfera deve essere fornita da un circuito separato d’ali- pionatura in ciascuna zona ad atmosfera controllata ed
mentazione proveniente dal quadro principale; un punto di campionatura in ciascuno spazio adiacente.
b) nelle condizioni di navigazione il numero e la potenza Le sistemazioni devono essere tali da impedire la con-
dei generatori di servizio devono essere sufficienti ad densa dell’acqua ed il congelamento delle linee di cam-
assicurare il funzionamento dei macchinari frigoriferi pionature nelle condizioni normali di funzionamento.
del carico e delle apparecchiature per il controllo Devono essere sistemati filtri agli ingressi delle linee di
dell’atmosfera in aggiunta ai servizi essenziali della campionatura.
nave, con un qualsiasi gruppo generatore fuori servizio. d) La sistemazione dei punti di campionatura dei gas deve
essere tale da rendere facile una campionatura rappre-
4.5 Apparecchiature per la rivelazione ed il sentativa del gas nello spazio.
controllo dei gas e) Quando il gas è estratto dalle zone ad atmosfera con-
trollata mediante un tubo di campionatura per essere
4.5.1 Generalità portato ad analizzatori al di fuori dello spazio, i cam-
a) Le indicazioni e gli allarmi richiesti nella presente pioni di gas devono essere scaricati in modo sicuro sul
Sezione devono essere dati tutti in una adeguata cen- ponte di coperta.
trale di comando per i carichi refrigerati. f) Sarà oggetto di considerazione speciale la campiona-
b) Deve essere controllata la pressione in ciascuna zona tura mediante apparecchiature portatili.
ad atmosfera controllata e un allarme deve essere atti- g) La frequenza della campionatura deve essere di almeno
vato quando la pressione è troppo alta o troppo bassa. una all’ora.
c) Letture dirette della qualità del gas entro una zona ad
atmosfera controllata devono essere disponibili a richie- 4.5.4 Allarmi per il rilascio di gas
sta del personale in servizio. Un allarme ottico ed acustico deve essere azionato automa-
ticamente per almeno 60 secondi prima che sia iniziato il
4.5.2 Rivelazione dell’ossigeno e dell’anidride rilascio del gas nello spazio del carico. L’allarme deve
carbonica essere interbloccato colla valvola d’ingresso del gas in
a) Tutti gli spazi per il carico con un impianto di atmosfera modo tale che la valvola non possa essere aperta fino a
controllata devono essere muniti di mezzi per misurare quando non sia stato dato l’allarme.
il contenuto di ossigeno e anidride carbonica. I valori
devono essere automaticamente registrati ad intervalli 4.6 Strumentazione, allarmi e controlli
regolari (generalmente ad ogni ora) per tutto il tempo in
cui lo spazio del carico è mantenuto in condizioni di 4.6.1 La Tab 1 riassume le prescrizioni minime relative ai
atmosfera controllata. comandi e ai controlli degli impianti ad atmosfera control-
b) Gli analizzzatori del gas devono essere tarati automati- lata.
camente una volta ogni 24 ore. Un allarme deve essere
Tabella 1
Funzione
Voce Indicatore Blocco auto- Commenti
Allarme
matico
Contenuto d’ossigeno percentuale basso X Spazi del carico
alto X
< 21% X Spazi presidiati adiacenti agli spazi
del carico
Contenuto di anidride percentuale X Spazi del carico
carbonica
Pressione atmosferica pressione alta X X (1)
Generazione del gas avaria X Avaria a qualsiasi apparecchiatura di
generazione
Rilascio del gas rilascio X Deve funzionare per almeno 60
secondi prima del rilascio
Livello del liquido nel basso X Se installato
dispostivo di tenuta
Ventilazione avaria X
Flusso nelle linee di cam- avaria X
pionatura
Registrazione dati avaria X
(1) Chiusura automatica della valvola di ingresso del gas fornito dall’esterno
2) Tutte le linee per la campionatura del gas devono tunamente tarati per la misura dei tenori di O2, CO2 e
essere sottoposte a prova di tenuta mediante vuoto o umidità, pressione e portata del gas nelle zone ad atmo-
sovrapressione. sfera controllata. La loro precisione deve essere verifi-
cata.
b) Tenuta dell’atmosfera controllata
1) Deve essere provata la tenuta di ciascuna zona ad
atmosfera controllata deve essere provata ed i risul- 5 Prescrizioni addizionali per le nota-
tati devono essere indicati nel certificato. Il rateo zioni PRECOOLING e QUICKFREEZE
delle perdite misurate in ogni zona deve essere con-
frontato con i valori specificati.
5.1 Generalità
2) Per determinare il grado di tenuta potranno essere
usati sia un metodo a pressione costante che un 5.1.1 Applicabilità
metodo che tenga conto della caduta di pressione.
Le prescrizioni seguenti si applicano a navi per le quali è
3) Se si adopera un metodo a pressione costante, la richiesta una delle notazioni PRECOOLING o QUICKFRE-
prova deve essere svolta alla pressione di progetto EZE. Le prescrizioni seguenti sono addizionali rispetto a
delle zone ad atmosfera controllata. quelle in Sez 1.
4) Se è adoperato un metodo che tenga conto della
caduta di pressione, deve essere misurato il tempo 5.1.2 Condizioni per l’assegnazione della
necessario per una caduta di pressione da 350 Pa a notazione
150 Pa e la perdita deve essere calcolata con la for-
Le notazioni PRECOOLING e QUICKFREEZE sono asse-
mula seguente: gnate in funzione del tempo massimo necessario per raf-
V freddare le celle dalla temperatura ambiente alla
Q = 7 ,095 ⋅ ----
t temperatura di esercizio quando il carico è caricato a tem-
peratura ambiente. Tale tempo con le temperature specifi-
essendo: cate deve essere indicato nella specifica contrattuale e,
Q : Perdita d’aria, in m3/h dopo verifica, indicato nella notazione.
V : Volume della zona, in m3
5.1.3 Prescrizioni addizionali per la notazione
t : Tempo, in secondi PRECOOLING
7,095 : Costante per una caduta di pressione di a) A meno che non sia altrimenti specificato per carichi
200 Pa. speciali, il rateo di circolazione dell’aria fredda entro
5) Durante questa prova, le zone adiacenti devono ciascuno spazio non deve essere normalmente inferiore
essere mantenute alla pressione atmosferica. a 70 ricambi all’ora. Valori inferiori possono essere
accettati per zone con ventilazione inferiore. Tuttavia,
4.8.3 Prestazioni dell’impianto del gas in qualsiasi zona, in qualsiasi parallelepipedo retto con
una superficie di base pari a 1 m2 della superficie del
Deve essere verificato con le prove la capacità
cielo e altezza pari all’altezza dello spazio, il rateo di
dell’impianto del gas di fornire gas alla portata e condizioni
circolazione non deve essere inferiore a 40 ricambi
specificate.
all’ora; inoltre il rateo medio di circolazione non deve
essere inferiore a 60 ricambi all’ora in qualsiasi paralle-
4.8.4 Degassificazione
lepipedo avente la stessa altezza e base pari a 50 m2 di
Deve essere dimostrata l’efficacia delle sistemazioni per la superficie del cielo.
degassificazione.
b) Per un impianto con circolazione d’aria orizzontale, i
4.8.5 Sicurezza, allarmi e strumentazione ratei di circolazione medi e locali non devono essere
a) Gli impianti di comando, allarme e sicurezza devono inferiori a quelli sopra indicati per gli impianti a circola-
essere provati per dimostrare il comportamento soddi- zione verticale.
sfacente di tutte le apparecchiature per il controllo delle c) A meno che non sia giustificato altrimenti, i ratei di cir-
macchine. Le prove devono tener conto anche delle colazione medi e locali dell’aria refrigerata devono
sistemazioni delle fonti di energia elettrica. essere controllati con gli spazi vuoti.
b) Devono essere esaminati le serrature di tutte le zone ad
atmosfera controllata e degli spazi adiacenti in cui 5.2 Prove a bordo
potrebbe accumularsi del gas, le misure prese
all’ingresso di tali spazi per fornire gli avvertimenti, i 5.2.1 Prescrizioni addizionali per la notazione
mezzi di comunicazione, nonché il funzionamento PRECOOLING
degli allarmi, comandi, controlli, ecc.
Per la notazione PRECOOLING devono essere verificate le
c) Deve essere verificata la presenza dei rivelatori di gas condizioni in [5.1.3] durante le prove dell’impianto di ven-
portatili e degli indicatori di ossigeno per il personale. tilazione. Procedure particolareggiate di prova devono
Devono essere provvisti per le prove apparecchi oppor- essere inviate in anticipo alla Società.
2.3.4 Altre condotte e tubolature d) Devono essere provvisti almeno il 2% del numero di
a) Le condotte per la mandata di aria fresca e l’estrazione sensori di temperatura di rispetto per ciascun tipo di
di aria viziata che servono una pila di contenitori sensore (con un minimo di 5 per tipo).
devono essere sistemate in modo da essere segregate
dalle condotte che servono altre pile in modo da evitare 2.5 Ispezioni e prove in officina e a bordo
la contaminazione da odori di residui del carico in caso
di danneggiamento. 2.5.1 Pompe di circolazione
b) Precauzioni simili devono essere prese per quanto Le caratteristiche (portata, pressione e potenza assorbita)
riguarda la tubolatura per il drenaggio e per lo sbrina- delle pompe di circolazione per i fluidi di raffreddamento
mento dell’acqua e dei prodotti di condensa dagli aero- (acqua di mare, salamoia, fluidi frigorigeni) devono essere
refrigeranti. Ciascun tubo di drenaggio deve avere un controllati in officina quando i motori primi hanno una
ombrinale idraulico o sistemazione equivalente. potenza maggiore di 50 kW. Tali prove devono essere ese-
guite per ciascun tipo di pompa e devono essere presen-
c) Le condotte per lo scarico di aria viziata devono scari- ziate dal Tecnico della Società; devono essere considerati
care all’aperto. Tuttavia quando le stive sono sufficiente- almeno 3 punti opportunamente distribuiti su ciascuna
mente ventilate (rateo di rinnovo dell’aria di norma non curva.
inferiore a 4 ricambi all’ora) tali condotte possono scari-
care nelle stive. 2.5.2 Motori dei ventilatori degli aerorefrigeranti
Qualora il costruttore non possa indicare il rendimento di
2.3.5 Contenitori ad atmosfera controllata ciascun tipo di motore per una coppia resistente variabile
Per contenitori ad atmosfera controllata vedere Sez 2, fra il 20% e il 100% della coppia nominale di detto motore,
[4.2.4] d). può essere richiesto che le misurazioni corrispondenti siano
eseguite durante l’ispezione del motore in officina.
2.4 Termometri
2.5.3 Compressori
2.4.1 Sensori di temperatura a) Deve essere eseguito un controllo della potenza frigori-
a) Devono essere previsti almeno 2 sensori di temperatura fera di ciascun tipo di compressore a varie condizioni di
per ciascun contenitore. Uno di essi deve essere siste- funzionamento. Esse devono almeno corrispondere a
mato in corrispondenza della mandata e l’altro in corri- quelle previste nel bilancio termico per le condizioni di
spondenza dell’estrazione dell’aria. Tuttavia funzionamento estreme.
quest’ultimo può essere in comune con diversi conteni- b) Normalmente le prove devono essere eseguite presso le
tori purché la sistemazione sia tale da assicurare la officine dei fabbricanti. Quando le prove vengono ese-
stessa temperatura dell’aria in tutti gli sbocchi della guite a bordo le procedure proposte devono essere
mandata dell’aria. In tale caso il sensore deve essere approvate dalla Società.
sistemato sullo scarico dell’aerorefrigerante nel flusso
c) Per impianti identici costruiti dallo stesso fabbricante
d’aria comune proveniente dagli sbocchi.
per navi della stessa serie, le prove sono richieste sola-
b) I sensori ed i termometri devono essere di tipo appro- mente per la prima nave a condizione che i risultati
vato. siano soddisfacenti.
d) Il controllo diretto della potenza frigorifera non è richie-
2.4.2 Registratori di temperatura
sto qualora sia previsto di eseguire una prova alla tem-
a) Gli impianti per la registrazione delle misure di tempe- peratura più basse e nelle condizioni operative estreme
ratura devono essere completamente duplicati. Nel caso specificate con tutti i contenitori a bordo.
in cui ciò non sia possibile, deve essere possibile, in
caso di avaria all’impianto principale o a un cavo prin- 2.5.4 Aerorefrigeranti
cipale, intervenire con la strumentazione necessaria in Quando è ritenuto necessario tener conto delle caratteristi-
corrispondenza di ciascuna stiva per registrare le tempe- che dell’impianto, la Società può richiedere che la distribu-
rature dell’aria di mandata e di estrazione da ciascun zione del flusso di salamoia nei vari aerorefrigeranti sia
contenitore. In tal caso la sistemazione deve essere tale controllata a bordo.
che il personale incaricato di queste misure possa ese-
guirle da una posizione facilmente accessibile. 2.5.5 Condotte dell’aria
b) Per impianti completamente decentrati non è richiesta a) Deve essere ottenuta la tenuta all’aria delle condotte
la duplicazione a condizione che sia previsto un indica- dell’aria con i suoi collegamenti ed accoppiatoi a soddi-
tore-regolatore di temperatura per l’aria fornita a cia- sfazione del Tecnico della Società. La tenuta all’aria di
scun contenitore. Tali dispositivi devono essere sistemati ciascuna condotta deve essere provata.
insieme in una o più posizioni facilmente accessibili.
b) Deve essere controllata la tenuta all’aria di ciascuna
c) Per gli impianti con più di 200 contenitori l’impianto di condotta dopo la chiusura di tutti i tubi quali drenaggi,
controllo della temperatura deve essere automatizzato e estrazioni di aria viziata, che non sono all’origine di
deve comprendere allarmi per alta e bassa temperatura. perdite in condizioni normali. Devono essere eseguite
Le sistemazioni proposte devono essere inviate alla due prove, la prima con gli accoppiatoi sigillati con
Società. tappi stagni, la seconda senza questi tappi.
c) La portata della perdita Q0 deve essere misurata con zione da eseguire immediatamente dopo il comple-
una sovrapressione non apprezzabilmente minore di tamento della prova precedente.
0,245 kPa; per una sovrapressione ∆P, in kPa, diversa, la b) Tali prove devono essere eseguite per due gruppi di sen-
portata misurata della perdita Q deve essere corretta per sori scelti in momenti differenti (a metà ed alla fine della
ottenere Q0 mediante la formula: fabbricazione). Deve essere provato almeno l’1% (col
0, 245 1/ 2 minimo di 10) del numero di sensori scelti dal Tecnico
Q 0 = Q ⎛ ----------------⎞
⎝ ∆P ⎠ della Società.
La portata della perdita Q0 non deve superare per più 2.6.2 Impianto di controllo delle temperature
del 5% i valori dati in Tab. 1 moltiplicati per il numero La prova dell’impianto completo di controllo delle tempera-
di contenitori serviti dalla condotta in prova. ture deve essere eseguita presso l’officina del fabbricante
d) Una condotta per ciascun tipo deve essere sottoposta ad (per ciascuna nave, anche in caso di impianti identici instal-
una prova per verificare la distribuzione dell’aria ai con- lati su navi gemelle) e devono essere presenziate dal Tec-
tenitori. Questa prova comprende la misurazione del nico della Società. Tuttavia, per piccoli impianti, possono
flusso d’aria in corrispondenza dei vari accoppiatoi; essere condotte a bordo prove equivalenti .
durante la prova i ventilatori devono funzionare a piena
velocità alla pressione nominale. La portata d’aria attra- 2.7 Prove a bordo
verso ciascun accoppiatoio non deve essere normal-
mente minore del valore specificato con una tolleranza 2.7.1 Sensori di temperatura
del 5%. a) Deve essere controllato a bordo il corretto funziona-
e) Il coefficiente di scambio di calore complessivo deve mento di tutti i sensori di temperatura per l’intero
essere determinato per almeno due tipi differenti di con- impianto. Deve essere controllata l’accuratezza
dotte; i risultati non devono superare per più del 10% i dell’installazione dei sensori e dei loro cavi di collega-
valori considerati nel bilancio termico. Per grandi serie mento.
(almeno 50), il 2% delle condotte deve essere sottopo- b) Deve essere controllato a campione lo zero dei sensori
sto a tale prova. sistemati nelle condotte dell’aria di mandata e di estra-
f) Nel caso di condotte fabbricate a bordo le prove per la zione. Il controllo deve essere eseguito per confronto
tenuta dell’aria, per la distribuzione dell’aria e per le con ghiaccio di acqua pura (0 °C). Deve essere control-
perdite di calore sopra definite devono essere condotte lato almeno un sensore per fornitura ed un sensore in
a bordo dopo il montaggio. In tal caso a seguito di corrispondenza del flusso d’aria di estrazione.
esame speciale, quando esiste un notevole eccesso di c) Deve essere anche controllato che il sensore per la
potenzialità frigorifera, la Società potrà accettare che la regolazione della mandata dell’aria dia lo stesso valore
prova in e) non sia eseguita. del sensore di lettura e che non vi siano differenze anor-
g) Devono essere inviate all’approvazione le procedure di mali per i sensori di lettura che non siano stati control-
prova. lati in accordo con la presente prescrizione.
2.7.2 Condotte
Tabella 1
a) Prima di controllare il funzionamento corretto delle
Tipo di contenitore 40’ 30’ 20’ 10’ condotte e dei loro accessori, deve essere controllato
che la loro tenuta all’aria non sia stata deteriorata
Q0 in m /h 3 30 23 16 9 durante la movimentazione o l’installazione a bordo. Il
(a 15 °C, 101,3 kPa) (60) (46) (32) (18)
Tecnico della Società potrà richiedere che prove (prove
di fumo o equivalenti) siano condotte a campione.
Nota 1:Il valore minore corrisponde alla prima prova, il
b) Le due prove di tenuta descritte in [2.5.5] devono
maggiore alla seconda prova condotta senza tappi.
essere eseguite per le condotte che siano state smontate
in più di due parti per il trasporto o che siano state mon-
2.6 Dispositivi per la misurazione e la regi- tate a bordo con parti prefabbricate. In tale caso, ed
strazione delle temperature eccetto che per una condotta per ciascun tipo, non è
necessario che tali prove siano condotte in officina. Tut-
2.6.1 Sensori di temperatura tavia qualora esse siano state già eseguite in officina,
a) Per impianti con più di 200 sensori di temperatura in una di esse deve essere ripetuta a bordo.
corrispondenza delle mandate e delle estrazioni c) Il Tecnico della Società potrà richiedere che sia control-
dell’aria, compresi quelli per la regolazione della tem- lata la tenuta all’aria delle giunzioni fra gli accoppiatoi
peratura dell’aria di mandata, devono essere eseguiti i ed i contenitori installati a bordo per la prova. Ciò può
controlli seguenti: essere eseguito con soluzione saponosa o simili proce-
• controllo dello stagno delle tenute dopo un’immer- dure.
sione di 30 minuti in 1 m d’acqua o dopo una prova d) I motori elettrici dei ventilatori nelle condotte, se instal-
equivalente, lat nelle condotte in officina, devono essere sottoposti a
• controllo della taratura per almeno 3 temperature misurazione dell’isolamento; ciò deve essere eseguito a
opportunamente distribuite nel campo di misura- campione e come concordato col Tecnico della Società.
1 Generalità
1.1 Applicabilità
1.1.1 Per l’assegnazione della notazione addizionale di
classe REF-STORE, ed in aggiunta alle prescrizioni perti-
nenti in Sez 1, devono essere soddisfatte le prescrizioni
addizionali della Sez 2 con l’eccezione di quelle in Sez 2,
[1.3] e Sez 2, [2.1].
Capitolo 9
SEZIONE 1 GENERALITÀ
SEZIONE 3 MACCHINE
SEZIONE 1 GENERALITÀ
L’immersione minima prodiera TAV, in m, deve essere non una marca ICE, di immersione tra i ghiacci, in corrispon-
inferiore a quella calcolata con la seguente formula: denza della immersione massima ammissibile per la classe
ghiacci assegnata alla nave (ved. Fig 1).
T AV = ( 2 + 0 ,00025∆ 1 ) ⋅ h G
essendo: Lo scopo del triangolo di avvertimento è quello di infor-
mare i Comandanti dei rompighiaccio ed il personale ispet-
∆1 : dislocamento della nave, in t, alla massima
tivo dei porti che la nave ha limitazioni di immersione per
immersione a centro nave corrispondente alla navigare tra i ghiacci.
classe dei ghiacci della nave, come definita in
[2.2.1] L' orlo superiore del triangolo di avvertimento deve essere
sistemato in corrispondenza della verticale alla marca
hG : spessore del ghiaccio, in m, di cui in [2.3].
"ICE", a 1000 mm sopra la linea di carico estivo in acqua
Non è comunque necessario che l’immersione TAV sia supe- dolce e comunque in nessun caso più in alto della linea di
riore a 4⋅hG. riferimento al ponte. I lati del triangolo devo essere lunghi
300 mm.
2.2.4 Indicazione delle immersioni massime e
minime (1/7/2007) La marca "ICE" relativa all'immersione per navigare tra i
Le immersioni massime e minime prodiera, in mezzeria ghiacci deve essere sistemata 540 mm addietro del centro
nave e poppiera per la navigazione fra i ghiacci devono disco oppure 540 mm addietro rispetto alla linea verticale
essere indicate nei disegni inviati per approvazione alla della marca di carico per trasporto legname, se assegnata.
Società e sul Certificato di Classe. Le marche e le cifre devono essere ricavate da lamiere dai 5
Le limitazioni di immersione durante la navigazione tra i agli 8 mm di spessore ed essere saldate sui fianchi della
ghiacci devono essere documentate e conservate a bordo in nave.
modo facilmente accessibili al Comandante.
Le marche e le cifre devono essere dipinte con colore riflet-
2.2.5 Triangolo di avvertimento (1/7/2007) tente rosso o giallo in modo da renderle chiaramente visibili
Se la linea di carico estivo in acqua dolce si trova più in alto anche se ricoperte di ghiaccio.
della UIWL, su entrambi i fianchi della nave deve essere Le dimensioni di tutte le cifre devono essere uguali a quelle
tracciato, in mezzeria nave, un triangolo di avvertimento ed usate per le marche delle linee di carico.
300
ICE 25
1000
F
R I S
ICE
25
230
2.3 Spessore dei ghiacci 3.1.2 Potenza minima richiesta per le classi IAS, IA,
IB e IC (1/9/2003)
2.3.1 La potenza dell'impianto di propulsione non deve essere
a) Si suppone che una nave rinforzata per la navigazione minore del valore PMIN, in kW, determinato con la formula
fra i ghiacci possa navigare in mare aperto con ghiacci seguente, ma in nessun caso inferiore a 1000 kW, per le
aventi uno spessore non maggiore del valore hG. classi IA, IB e IC o inferiore a 2800 kW, per la classe IAS:
b) Il battente di progetto dell’area effettivamente sottoposta R CH ⎞ 3 / 2
⎛ -------------
alla pressione del ghiaccio si suppone tuttavia essere ⎝ 1000⎠
P MIN = KC ------------------------
-
solamente una frazione h dello spessore dei ghiacci hG. DP
c) I valori di hG e h, in m, sono dati nella Tab 1. essendo:
KC : Coefficiente indicato in Tab 2
Tabella 1 RCH : Resistenza della nave in un canale con ghiaccio
frantumato e uno strato consolidato, in N, pari
Classe dei ghiacci hG (m) h (m)
a:
IAS 1,0 0,35
2
R CH = C 1 + C 2 + C 3 C µ ( H F + H M ) ( B + C ψ H F )+
IA 0,8 0,30
3
+ C 4 L PAR H F + C 5 ⎛⎝ -----2-⎞⎠ ( A w f ⁄ L )
2 LT
IB 0,6 0,25 B
IC 0,4 0,22 essendo:
HF : 0,26 + (HMB)0,5
3 Potenza dell’apparato motore di pro- HM : 1,0, per le classi IAS e IA; 0,8, per la classe IB;
pulsione 0,6, per la classe IC
Cµ : 0,15 cos φ2 + sin ψ sin α, da assumere uguale o
3.1 Potenza richiesta dei motori superiore a 0,45
Cψ : 0,047ψ - 2,115, da assumere uguale a 0, se ψ ≤
3.1.1 Definizioni (1/9/2003) 45°
La potenza P è la massima potenza che le macchine di pro- C1 : Coefficiente che tiene conto di uno strato supe-
pulsione sono in grado di fornire in modo continuativo riore consolidato del ghiaccio frantumato e che
all'elica . deve essere assunto uguale ai valori sotto indi-
Se la potenza delle macchine è limitata da dispositivi tec- cati:
nici o da qualsiasi normativa applicabile alla nave, P deve • per la classe IA, IB e IC
essere assunta uguale alla potenza ridotta.
C1 = 0
Le dimensioni della nave, definite qui di seguito, devono • per la classe IAS:
essere misurate in corrispondenza della massima immer-
sione riferita alla classe dei ghiacci indicata in [2.2.1]. Per BL P AR
- + ( 1+0 ,021φ 1 ) ( f 2 B+f 3 L BOW +f4 BL BOW )
C 1 =f 1 ----------------
la definizione dei simboli, vedere anche Fig 2. 2T
------- + 1
B
L : Lunghezza dalla nave tra le perpendicolari (m)
C2 : Coefficiente che tiene conto anche di uno strato
LBOW : Lunghezza della prora (m)
superiore consolidato del ghiaccio frantumato e
LPAR : Lunghezza del corpo cilindrico (m) che deve essere assunto uguale ai valori sotto
B : Larghezza massima della nave (m) indicati:
T : Immersione massima corrispondente alla classe • per le classi IA, IB e IC:
dei ghiacci della nave (m) in accordo con C2 = 0
[2.2.1]
• per la classe IAS:
Awf : Area della parte prodiera della figura di galleg-
C 2 = ( 1+0 ,063φ 1 ) ( g 1 + g 2 B )+g 3 ⎛ 1+1 ,2 ---⎞ -------
T B 2-
giamento (m2) ⎝ B⎠ L 0 ,5
α : Angolo della figura di galleggiamento in corri-
spondenza di B/4 (°) essendo:
φ1 : Inclinazione del dritto o della ruota di prora in φ1 : da assumere uguale a 90°, per navi
corrispondenza del piano di simmetria della con bulbo prodiero
nave (°) f1 : 23 N/m2
φ2 : Inclinazione della prora a B/4 (°) f2 : 45,8 N/m2
DP : Diametro dell’elica (m) f3 : 14,7 N/m2
HM : Spessore del ghiaccio frantumato in mezzo al f4 : 29 N/m2
canale (m) g1 : 1530 N
HF : Spessore dello strato di ghiaccio frantumato g2 : 170 N/m
spostato dalla prora (m) g3 : 400 N/m2
Requisito di progetto per le varie classi è una velocità L [m] 65,0 250,0
minima di 5 nodi nei seguenti canali di ghiaccio frammen-
B [m] 11,0 40,0
tato:
T [m] 4,0 15,0
IAS : HM = 1,0 m e uno strato di ghiaccio consolidato
spesso 0,1 m LBOW / L 0,15 0,40
Figura 2
A wf
B
B/4
LPAR
Sezione longitudinale
in corrispondenza
di B /4
φ φ
2 1
T
Simboli
UIWL : Galleggiamento di pieno carico, definito in Tabella 1 : Estensione in altezza della zona rinforzata
Sez 1, [2.1.2] per la navigazione tra i ghiacci per il
fasciame (1/1/2001)
LIWL : Galleggiamento di zavorra, definito in Sez 1,
[2.1.2] Estensione verticale della
zona rinforzata per la naviga-
s : Intervallo, in m, di rinforzi ordinari o travi rin- Notazione zioni tra i ghiacci, in m
forzate, come applicabile sopra UIWL sotto LIWL
l : Campata, in m, di rinforzi ordinari o travi rinfor- ICE CLASS IA SUPER 0,6 0,75
zate, come applicabile
ICE CLASS IA 0,5 0,6
ReH : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, ICE CLASS IB 0,4 0,5
del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1,
ICE CLASS IC
[2]. 0,4 0,5
ICE CLASS ID
UIWL
Zona poppier UIWL
LIWL a
Zona centrale
Zona prodiera
LIWL
Vedere 1.2.3
Piede prodiero
Linea limite della
zona piana del fianco 5 intervalli tra le costole ordinarie
Tabella 2 : Estensione in altezza della zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci per i rinforzi ordinari e le
travi rinforzate (1/9/2003)
2 Criteri generali di progetto della un’altezza corrispondente a quella del rinforzo ordina-
rio adiacente.
struttura
2.2 Sistemazione a struttura longitudinale
2.1 Sistemazione generale della struttura
2.1.1 (1/9/2003) 2.2.1 Intervallo dei rinforzi longitudinali ordinari
(1/1/2001)
Entro la zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci defi-
nita in [1.1.1], tutti i rinforzi ordinari devono essere colle- Gli intervalli effettivi tra i rinforzi longitudinali ordinari non
gati alla struttura di supporto mediante squadre aventi lo possono essere maggiori di:
stesso spessore dell'anima del rinforzo. • 0,35 m per le notazioni ICE CLASS IA SUPER e ICE
I rinforzi ordinari devono essere collegati da entrambi i lati CLASS IA,
dell'anima alla trave rinforzata che attraversano (cioè • 0,45 m per le notazioni ICE CLASS IB, ICE CLASS IC e
entrambi i lati dell'anima di un rinforzo devono essere col- ICE CLASS ID.
legati con mascherine al contorno del foro di attraversa-
mento, come indicato in Fig 2). 2.3 Sistemazione a struttura trasversale
Figura 2 : Collegamento di estremità di rinforzi ordi- 2.3.1 Estremità superiore della sistemazione a
nari. Doppia mascherina di collegamento struttura trasversale
L’estremità superiore della parte rinforzata delle costole
principali e delle costole ordinarie intermedie sistemate per
la navigazione tra i ghiacci deve essere collegata ad un
ponte oppure ad un corrente longitudinale del fianco siste-
mato per la navigazione tra i ghiacci come specificato in
[4.3.1] e in [4.3.2].
Qualora una costola ordinaria intermedia termini al di
sopra di un ponte o di un corrente longitudinale del fianco
rinforzato per i ghiacci sistemato in corrispondenza o al di
sopra del limite superiore della zona rinforzata per la navi-
gazione tra i ghiacci, la parte di costola al di sopra del
ponte o del corrente longitudinale può essere dimensionata
senza tener conto della maggiorazione richiesta per la navi-
2.1.2 (1/1/2001)
gazione tra i ghiacci e la sua estremità superiore può essere
Per le zone seguenti della zona rinforzata per la naviga- collegata alle costole ordinarie principali adiacenti
zione tra i ghiacci: mediante un barrotto orizzontale avente lo stesso dimensio-
• tutte le zone di navi aventi la notazione ICE CLASS IA namento della costola ordinaria principale.
SUPER, La suddetta costola ordinaria intermedia può anche essere
• zone prodiera e centrale per navi aventi notazione ICE estesa al ponte superiore e, se questo è situato più di 1,8 m
CLASS IA, al di sopra della zona rinforzata per la navigazione tra i
ghiacci, non è necessario che la costola ordinaria interme-
• zone prodiera per navi aventi notazione ICE CLASS IB,
dia sia collegata al detto ponte eccetto che nella zona pro-
ICE CLASS IC o ICE CLASS ID
diera.
devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni:
2.3.2 Estremità inferiore della sistemazione a
• i rinforzi ordinari che non siano ortogonali al fasciame struttura trasversale
dello scafo per impedire svergolamenti devono essere L’estremità inferiore della parte rinforzata di una costola
sostenuti per mezzo di squadre di irrigidimento, rinforzi principale e di una costola ordinaria intermedia per la navi-
intercostali, correnti o altri simili rinforzi intervallati tra gazione tra i ghiacci deve essere collegata ad un ponte, al
loro non più di 1300 mm, cielo di una cisterna, di una cassa o di un deposito o ad un
• i rinforzi ordinari devono essere collegati al fasciame corrente longitudinale del fianco rinforzato per i ghiacci,
per mezzo di saldatura doppia continua. Non sono come specificato in [4.3.1] e in [4.3.2].
ammesse saldature a lembi dentellati, salvo nei casi di
Qualora una costola ordinaria intermedia termini al di sotto
sorpasso di giunti testa-testa delle lamiere del fasciame,
di un ponte, del cielo di una cisterna, di una cassa o di un
• lo spessore dell’anima dei rinforzi ordinari deve essere deposito o di un corrente longitudinale rinforzato per i
uguale ad almeno metà dello spessore del fasciame ghiacci situato in corrispondenza o al di sotto del limite
esterno e, in ogni caso, non inferiore a 9 mm; qualora al inferiore della zona rinforzata per i ghiacci, la sua estremità
posto di un rinforzo ordinario vi sia un ponte, un cielo inferiore può essere collegata alle costole ordinarie princi-
di una cisterna, di una cassa o di un deposito o una pali adiacenti per mezzo di un barrotto orizzontale avente
paratia, le lamiere del ponte, del cielo o della paratia lo stesso dimensionamento delle costole ordinarie princi-
suddetti devono avere lo spessore sopra richiesto per pali.
Notazione h, in m
3.2 Pressione esercitata dal ghiaccio
ICE CLASS IA SUPER 0,35
3.2.1 Estensione in altezza della zona dello scafo ICE CLASS IA 0,30
soggetta alla pressione del ghiaccio
L’estensione in altezza della zona soggetta alla pressione ICE CLASS IB 0,25
del ghiaccio in un qualsiasi istante di tempo deve essere ICE CLASS IC
0,22
ottenuta, in m, dalla Tab 3 in funzione della notazione ICE CLASS ID
addizionale di classe assegnata alla nave.
Zona Notazione
(vedere [1.2]) ICE CLASS IA SUPER ICE CLASS IA ICE CLASS IB ICE CLASS IC ICE CLASS ID
Zona prodiera 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0
Zona centrale 1,0 0,85 0,70 0,50 non applicabile
Zona poppiera 0,75 0,65 0,45 0,25 non applicabile
Tabella 6 : Distanza la (1/9/2003) qualora sia evidente, per esempio sulla base di prove su
modello, che la nave avrà un'alta onda di prora.
Sistemazione 4.1.2 Spessore del fasciame nella zona rinforzata
Struttura della la per la navigazione tra i ghiacci
struttura
Lo spessore del fasciame esterno deve essere non minore
Fasciame Trasversale Intervallo tra i del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
rinforzi ordinari
• per struttura trasversale:
Longitudinale Due volte l'intervallo
tra i rinforzi ordinari F 1 p PL
t = 667s ------------
- + tc
Rinforzi ordinari Trasversale Intervallo tra i rinforzi R eH
ordinari
• per struttura longitudinale:
Longitudinale Campata dei rinforzi
ordinari p PL
t = 667s -------------
- + tc
Costole rinforzate Due volte l’intervallo F 2 R eH
tra le costole rinfor-
zate dove:
Correnti longitudi- Campata dei correnti pPL : pressione esercitata dal ghiaccio sul fasciame,
nale del fianco longitudinali del ottenuta, in N/mm2, dalla seguente formula:
sistemati per la fianco sistemati per la p PL = 0 ,75p
navigazione tra i navigazione tra i
ghiacci ghiacci p : pressione esercitata dal ghiaccio di progetto, in
N/mm2, definita in [3.2.2],
4 Dimensionamenti di scafo F1 : coefficiente ottenuto dalla seguente formula:
4 ,2
F 1 = 1 ,3 – --------------------------2
4.1 Fasciami h
--- + 1 ,8
s
4.1.1 Generalità (1/9/2003)
da assumere non maggiore di1,0,
Lo spessore del fasciame deve essere aumentato, in accordo F2 : coefficiente ottenuto dalle formule seguenti:
con le prescrizioni specificate in [4.1.2] entro la zona rin-
• for h/s ≤ 1,0:
forzata per la navigazione tra i ghiacci definita in [1.1.1]
per il fasciame. s
F 2 = 0 ,6 + 0 ,4 ---
In aggiunta, lo spessore del fasciame deve essere aumentato h
nei seguenti casi: • for 1,0 < h/s < 1,8
• Per la notazione ICE CLASS IA SUPER, lo spessore del
h
fasciame nella zona del piede prodiero deve essere non F 2 = 1 ,4 – 0 ,4 ---
s
minore del valore prescritto per la zona centrale rinfor-
zata per la navigazione tra i ghiacci. h : estensione in altezza, in m, della zona dello
scafo dello scafo soggetta alla pressione dei
• Per le notazioni ICE CLASS IA SUPER o ICE CLASS IA,
ghiacci, definita in [3.2.1],
per navi con velocità di esercizio in navigazione libera
uguale o superiore a 18 nodi, lo spessore del fasciame tc : sovraspessore, in mm, per corrosione e abra-
nella zona della cintura rinforzata superiore prodiera sione, da assumere uguale a 2 mm; tuttavia, nel
deve essere non minore del valore prescritto per la zona caso in cui sia applicato un idoneo rivestimento
centrale rinforzata per la navigazione tra i ghiacci. protettivo del fasciame esterno, di comprovata
efficacia contro l’abrasione, valori minori di 2
Un rinforzo similare della zona di prora è raccomandato mm possono essere accettati nei singoli casi
anche per una nave con una velocità di esercizio inferiore, dalla Società.
dove:
p : pressione esercitata dal ghiaccio di progetto, in
N/mm2, definita in [3.2.2],
h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta
alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1], Tipo 3 Costole ordinarie conti- 5,7
m0 : coefficiente definito in Tab 7. nue tra più ponti o tra più
correnti rinforzati longitu-
4.2.3 Dimensionamenti dei rinforzi ordinari dinali del fianco
longitudinali (1/9/2003)
Il modulo di resistenza w, in cm3 e l’area a taglio ASh, in
cm2, dei rinforzi ordinari longitudinali devono essere non
minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:
2
F 3 F 4 psl
- 10 6
z = ---------------------
m 1 R eH
0 ,87F 3 psl 4 Tipo 4 Costole ordinarie esten- 5,0
A Sh = --------------------------
- 10
R eH dentisi tra due soli ponti
essendo:
F3 : coefficiente che tiene conto della distribuzione
del carico sulle costole ordinarie adiacenti, otte-
nuto dalla seguente formula:
F 3 = ⎛ 1 – 0 ,2 ---⎞ ---
h h
⎝ s⎠ s
2 1
F 5 phl k 2 Fl ⎛
---
- ----------------------------------------⎞ 10 3
- 10 6
w = ----------------- 1 2
w = ----------
m S R eH R eH ⎝ 1 – ( νA Sh 1 ⁄ A a )2⎠
0 ,87F 5 phl 4 17 ,3αk 1 F
A Sh = ---------------------------
- 10 A Sh = ------------------------
-
R eH R eH
dove: essendo:
p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in k2 : coefficiente ottenuto dalla seguente formula:
N/mm2, definita in [3.2.2], 3 2
1 l 3 l l
h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta k 2 = --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞ + ----F
2 l ⎝ ⎠ 2 l ⎝ ⎠ l
alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1],
ove il prodotto ph deve essere assunto non F : carico trasferito ad una costola rinforzata da un
minore di 0,3, corrente rinforzato del fianco o dai rinforzi ordi-
mS : coefficiente relativo alle condizioni al contorno nari longitudinali, ottenuto, in kN, dalla
del corrente ordinario considerato, da assumere seguente formula:
3
uguale a 13,3 per correnti rinforzati continui F = phs 10
F5 : coefficiente, che tiene conto della distribuzione p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in
del carico sulle costole ordinarie, da assumere N/mm2, definita in [3.2.2], dove il valore di ca
uguale a 0,9. deve essere calcolato assumendo la uguale a
2s.
4.3.2 Correnti del fianco rinforzati per i ghiacci
sistemati al di fuori della zona rinforzata per la h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta
navigazione tra i ghiacci (1/9/2003) alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1],
Il modulo di resistenza w, in cm3 e l’area a taglio ASh, in ove il prodotto ph deve essere assunto non
minore di 0,3,
cm2, dei correnti del fianco rinforzati per i ghiacci sistemati
al di fuori della zona rinforzata per la navigazione tra i ν : coefficiente definito in Tab 8,
ghiacci, definita in [1.1.1], ma sopportanti costole ordinarie ASh1 : area a taglio, in cm2, calcolata come specificato
rinforzate per la navigazione tra i ghiacci, devono essere per ASh, assumendo:
non minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:
3 2
1 l 3 l
k 1 = 1 + --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞
F 6 phl ⎛
2 2⎝ l ⎠ 2⎝ l ⎠
- 1 – -----S⎞ 10
w = ----------------- h 6
le sollecitazioni causate dal rimorchio corto a forcella (fork 5.5 Portellini e aperture per lo scarico di
towing). A tale scopo devono essere sistemate costole ordi- grandi masse
narie intermedie sostenute da correnti rinforzati o da ponti.
Nota 1: Nel caso di navi di modeste dimensioni (aventi disloca- 5.5.1 Nella zona del fasciame esterno rinforzata per la
mento minore di o uguale a 30000 t) il rimorchio corto a forcella navigazione tra i ghiacci non possono essere sisiatemati
costituisce, nella maggior parte dei casi, il sistema più efficace per portellini.
l'assistenza tra i ghiacci. Tuttavia nelle navi con prora a bulbo spor- Le aperture per lo scarico di grandi masse devono essere
gente più di 2,5 m a proravia della perpendicolare avanti, questo oggetto di particolare considerazione.
sistema di rimorchio si rivela spesso difficile.
6 Allestimento
5.3 Zona poppiera
5.3.1 Deve essere evitato un gioco eccessivamente ridotto 6.1 Timoni e organi di governo
tra l’estremità delle pale dell’elica ed il telaio di poppa per
6.1.1 I dimensionamenti del dritto del timone, dell’asta,
non dar luogo a carichi molto elevati sulla suddetta estre-
degli agugliotti, ecc. nonchè delle macchine di governo e le
mità delle pale.
relative prestazioni richieste, devono essere in accordo con
le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 1, assu-
5.3.2 Sulle navi con due o tre eliche, l’irrobustimento per
mendo il coefficiente r2, definito in Parte B, Cap 10, Sez 1,
la navigazione tra i ghiacci del fasciame dello scafo e dei
[2.1.2], uguale a 1,10 indipendentemente dal tipo di profilo
relativi rinforzi deve essere esteso fino al doppio fondo per
del timone.
almeno 1,5 m a proravia ed a poppavia delle eliche laterali.
Tuttavia la massima velocità di esercizio in marcia avanti da
5.3.3 Le linee d’alberi e gli astucci per le eliche laterali assumere per la verifica dei dimensionamenti suddetti deve
devono, in generale, essere racchiuse entro ringrossi in essere non minore del valore specificato in Tab 9.
lamiera. Se vengono usati bracci di sostegno, il loro pro- Nel caso in cui il valore effettivo della massima velocità di
getto, la loro robustezza ed il loro collegamento allo scafo esercizio in marcia avanti della nave considerata sia mag-
devono essere considerati nei singoli casi dalla Società. giore del valore specificato in Tab 9, deve essere assunto il
detto valore effettivo.
5.3.4 Una poppa a specchio molto larga, che si estenda al
di sotto del galleggiamento di pieno carico UIWL, può ren- Tabella 9 : Massima velocità di servizio in marcia
dere molto difficoltosa la navigazione in marcia indietro tra avanti (1/1/2001)
i ghiacci, che nelle suddette condizioni è essenziale.
Per la suddetta ragione deve essere evitato, per quanto pos- Massima velocità di esercizio
Notazione
sibile, che una poppa a specchio si estenda al di sotto del in marcia avanti (nodi)
galleggiamento di pieno carico UIWL; qualora ciò fosse ICE CLASS IA SUPER 20
inevitabile, la parte dello specchio di poppa al di sotto del
suddetto galleggiamento di pieno carico UIWL deve avere ICE CLASS IA 18
una larghezza il più possibile ridotta. ICE CLASS IB 16
La parte dello specchio di poppa entro la zona rinforzata ICE CLASS IC
per la navigazione tra i ghiacci deve essere irrobustita come 14
ICE CLASS ID
richiesto per la zona centrale.
Entro la zona rinforzata per i ghiacci, lo spessore del
5.4 Strisce di ponte in corrispondenza delle fasciame del timone e dei diaframmi interni deve essere
boccaporte e coperture delle bocca- non minore del valore prescritto per il fasciame esterno
della zona poppiera.
porte
6.1.2 Per le notazioni ICE CLASS IA SUPER o ICE CLASS
5.4.1 Le strisce di ponte ai lati delle boccaporte, facenti IA, l’asta del timone ed il lembo superiore della pala
funzione di correnti del fianco rinforzati per i ghiacci, devono essere protetti contro la pressione esercitata dal
devono avere modulo di resistenza e area della sezione ghiaccio per mezzo di un fendighiaccio o di un altro mezzo
resistente al taglio ottenuti in accordo con le prescrizioni equivalente.
specificate rispettivamente in [4.3.1] e in [4.3.2]. Nel caso
di aperture per boccaporte di notevole lunghezza, il valore
del prodotto ph può essere assunto minore di 0,30, ma in 6.2 Parapetti
nessun caso deve essere assunto minore di 0,20.
6.2.1 Se il ponte di coperta in qualsiasi parte della nave si
Il progetto delle coperture delle boccaporte sul ponte di trova al di sotto del limite superiore della zona rinforzata
coperta e dei relativi accessori deve tener conto dell’infles- per la navigazione tra i ghiacci (per esempio in corrispon-
sione dei fianchi della nave, dovuta alla pressione esercitata denza del pozzo di un cassero rialzato), il parapetto deve
dal ghiaccio, in corrispondenza di aperture per boccaporte avere almeno la stessa robustezza prescritta per il fasciame
di notevole lunghezza. esterno nella zona rinforzata per i ghiacci.
SEZIONE 3 MACCHINE
m : Coefficiente il cui valore è indicato nella Tab 1, c) SEZIONE CILINDRICA POSTA AL RAGGIO 0,3 D, per
in funzione della notazione per la navigazione eliche sia a pale fisse che a pale orientabili:
tra i ghiacci richiesta
l ⋅ t ≥ ------------------------------------------------- ⋅ ⎛⎝ -------------------T + 2 ,86M G⎞⎠
2 9 ,3 2 ,85M
D : Diametro dell’elica, in m z
R m ⋅ 0 ,65 + ⎛⎝ --------⎞⎠
0 , 7
Qualora le eliche non siano totalmente immerse quando la ρ
nave si trovi in condizioni di zavorra, il valore del momento
essendo:
torcente dovuto al ghiaccio relativo alla notazione IA può
essere adottato anche per le notazioni IB e IC. l : Larghezza della sezione cilindrica sviluppata
della pala posta al raggio considerato, in cm
Tabella 1 (1/1/2001) t : Spessore massimo della pala in corrispondenza
della sezione cilindrica considerata, in cm
Classe dei ρ : D/H
IAS IA IB IC ID
ghiacci
D : Diametro dell’elica, in m
m 21000 15700 13000 12000 11000 H : Passo delle pale dell’elica, in m, da assumere
uguale a:
1.3 Sistemazioni per l’avviamento dei • passo in corrispondenza del raggio conside-
motori di propulsione a combustione rato, per eliche a pale fisse
interna • 70% del passo nominale, per eliche a pale
orientabili
1.3.1 In aggiunta a quanto stabilito in Parte C, Cap 1,
Sez 10, [17.3], ai fini dell’assegnazione della notazione P : Potenza massima continuativa della macchina
IAS, la portata complessiva dei compressori, nel caso di di propulsione, per la quale è stata richiesta la
motori di tipo reversibile, deve essere sufficiente a riempire notazione, in kW
i serbatoi o le bombole dell’aria compressa in non più di n : Velocità di rotazione dell’elica, in giri/min, cor-
mezz’ora. rispondente alla potenza P
MT : Valore, in N⋅m, del momento torcente corri- suo supporto poppiero deve essere non inferiore al
spondente alla potenza P ed alla velocità di valore dP, in mm, calcolato con la seguente formula:
rotazione n suddette, calcolato come segue: 1
---
W⋅R 3
P d P = K E ⋅ ⎛ ----------------m-⎞
M T = 9550 ⋅ --- ⎝ R S ,M IN ⎠
n
z : numero delle pale dell’elica essendo:
MG : Valore, in N⋅m, del momento torcente dovuto al KE : KE = 10,8, per eliche aventi il diametro del
ghiaccio, calcolato con la formula di cui in mozzo inferiore o uguale a 0,25 D
[1.2]. KE = 11,5, per eliche aventi il diametro del
Rm : Valore, in N/mm2, del minimo carico unitario di mozzo superiore a 0,25 D
rottura per trazione del materiale delle pale. W : Valore l⋅t2 in cm3, proposto per la sezione
della pala in corrispondenza del raggio:
1.4.3 Spessore minimo delle pale • 0,125 D, nel caso di eliche aventi il dia-
Qualora lo spessore delle pale calcolato con le formule di metro del mozzo inferiore o uguale a
cui in Parte C, Cap 1, Sez 8, [2.2.1] e Parte C, Cap 1, Sez 8, 0,25 D,
[2.3.1] siano maggiori di quelli calcolati con le formule • 0,175 D, nel caso di eliche aventi il dia-
date in [1.4.2], dovranno essere assunti tali maggiori valori. metro del mozzo superiore a 0,25 D
1.4.4 Spessore minimo in corrispondenza Rm : Valore, in N/mm2, del minimo carico unita-
dell’estremità delle pale (1/9/2003) rio di rottura per trazione del materiale delle
Lo spessore all’estremità della pala al raggio 0,5 D deve pale dell’elica
risultare non inferiore al valore t1, in mm, calcolato con le RS,MIN : Valore, in N/mm2, del minimo carico unita-
seguenti formule: rio di snervamento (ReH) o del carico al
a) Per navi con notazione IAS: quale corrisponde un allungamento perma-
nente dello 0,2% (Rp 0,2) del materiale
490 0 ,5
t 1 = ( 20 + 2D ) ⋅ ⎛ ----------⎞ dell’albero portaelica.
⎝ Rm ⎠
b) Se il diametro dell’albero portaelica calcolato con la
b) Per navi con notazione IA, IB, IC o ID: formula di cui in Parte C, Cap 1, Sez 7, [2.2] dovesse
490 0 ,5 risultare maggiore di quello calcolato con la formula del
t 1 = ( 15 + 2D ) ⋅ ⎛⎝ ----------⎞⎠ precedente comma a), si deve assumere il suddetto
Rm
valore maggiore.
Nelle formule di cui sopra, D ed Rm hanno lo stesso signifi-
c) L’eventuale parte conica dell’albero portaelica deve
cato indicato in [1.4.2].
essere progettata e realizzata in accordo con le perti-
1.4.5 Spessore delle pale in posizioni intermedie nenti norme in Parte C, Cap 1, Sez 7.
Lo spessore delle altre sezioni delle pale deve essere deter- d) Gli alberi portaelica devono essere in acciaio avente
minato mediante una curva avviata passante per i punti caratteristiche di resilienza come precisato in Parte D,
definiti dagli spessori calcolati con le formule di cui in Cap 2, Sez 3, [3.6.4].
[1.4.2] e [1.4.4]. e) Quando viene richiesta la notazione ID, il diametro
dell’albero portaelica in corrispondenza del suo sup-
1.4.6 Spessore dei lembi delle pale
porto poppiero deve essere non minore del valore cal-
Lo spessore lungo tutto il lembo della pala, misurato ad una colato secondo Parte C, Cap 1, Sez 7, [2.2.3]
distanza dal lembo stesso di 1,25 t1, non deve risultare infe- aumentato del 5%.
riore a 0,5 t1, essendo t1 lo spessore calcolato con la perti-
nente formula di cui in [1.4.4]. 1.5.2 Alberi intermedi (1/1/2001)
Per le eliche a pale orientabili questa prescrizione si applica a) Nel caso di navi per le quali viene richiesta la notazione
al solo lembo d’entrata. IAS, il diametro degli alberi intermedi e degli alberi reg-
gispinta, nelle zone fuori dai relativi cuscinetti, deve
1.4.7 Meccanismi di azionamento delle eliche a pale essere non inferiore a 1,1 d, essendo d il diametro rego-
orientabili lamentare calcolato con la formula in Parte C, Cap 1,
La robustezza del meccanismo di azionamento delle pale Sez 7, [2.2.2].
situato entro il mozzo delle eliche a pale orientabili deve b) Nel caso di navi per le quali sia richiesta una delle altre
essere non inferiore a 1,5 volte quella della pala, quando notazioni IA, IB, IC o ID non è in generale richiesta
sia applicata una forza al raggio 0,45 D nella direzione più alcuna maggiorazione del diametro regolamentare degli
debole della pala. alberi intermedi e degli alberi reggispinta.
a) il momento torcente trasmesso deve essere aumentato, per ogni 750 kW della potenza complessiva dei
rispetto a quello corrispondente alla massima potenza motori installati a bordo, sia ai fini della propulsione
continuativa dell'apparato motore di propulsione, della che dei servizi ausiliari essenziali.
seguente percentuale:
3) La cassa di presa dal mare deve essere sufficiente-
M G ⁄ ( M T ( 1 + J 1 ⁄ J 2 ) )100 mente alta da permettere al ghiaccio di accumularsi
essendo J1 e J2 i momenti d'inerzia di massa totali dei al di sopra del tubo di aspirazione.
componenti dell'apparato motore di propulsione rispet- 4) Lo scarico dell’acqua di raffreddamento deve essere
tivamente a poppavia (compresa l'elica) e a proravia collegato alla presa dal mare mediante un tronco di
dell'accoppiatoio in questione. tubo avente lo stesso diametro del collettore princi-
b) il valore 2,8 o 2,5 di cui in Parte C, Cap 1, Sez 7, pale di scarico fuori bordo.
[2.5.2] può essere sostituito da 2. 5) L’area netta della sezione di passaggio della griglia
deve essere non inferiore a 4 volte quella del tubo di
1.6 Riduttori ed invertitori ad ingranaggi aspirazione.
1.6.1 (1/9/2003) Nelle navi con la notazione ID, almeno una delle casse
Nel caso di sistemazione di un riduttore e/o invertitore ad di presa a mare più grandi deve essere collegata allo
ingranaggi, questo deve essere in accordo con quanto stabi- scarico dell'acqua di raffreddamento mediante un
lito in Parte C, Cap 1, Sez 6 e deve poter trasmettere tronco di tubo dello stesso diametro della tubolatura di
(eccetto quando sia richiesta la notazione ID) un momento scarico fuori bordo. Inoltre si raccomanda di sistemare
torcente maggiorato, rispetto a quello corrispondente alla una presa a mare sul fondo, situata il più a poppa possi-
potenza massima continuativa della macchina di propul- bile.
sione, della seguente percentuale:
c) Qualora non risulti praticamente realizzabile quanto
MG richiesto sopra in b.2) e b.3), possono essere sistemate
- ⋅ 100
------------------------------
due prese dal mare più piccole per l'ingresso e lo sca-
M T ⋅ ⎛ 1 + ---1⎞
J
⎝ J 2⎠ rico alternati dell'acqua di raffreddamento.
essendo: d) Possono essere ammesse serpentine di riscaldamento
MG : Valore, in N⋅m, del momento torcente dovuto al nella parte alta delle casse di presa dal mare.
ghiaccio, calcolato come detto in [1.2] e) Sistemazioni per l’impiego dell’acqua di zavorra come
MT : Valore, in N⋅m, del momento torcente definito fluido di raffreddamento di riserva, nelle condizioni di
in [1.4.2] nave in zavorra, possono essere accettate ma non pos-
sono essere considerate come alternativa alla sistema-
J1 : Momento d’inerzia di massa totale, in kg⋅m2,
zione delle prese dal mare sopra prescritte.
delle parti dell’apparato di propulsione, com-
presa l’elica, giranti alla velocità più bassa. Per
l’elica si dovrà tener conto di una maggiora- 2.2 Macchine di governo
zione per l’acqua trascinata pari al 30%
J2 : Momento d’inerzia di massa totale, in kg⋅m2, 2.2.1
delle parti dell’apparato di propulsione giranti a) Ai fini dell’assegnazione delle notazioni IAS e IA, si
alla velocità maggiore, aumentato in ragione deve tener conto dei sovraccarichi sulla macchina di
del quadrato del rapporto di riduzione. governo causati dal timone che tende a spostarsi dal
piano di simmetria della nave durante la marcia indietro
2 Prescrizioni varie tra i ghiacci.
b) Devono essere provvedute adeguate valvole di sicu-
2.1 Prese a mare ed impianto d’acqua di raf- rezza per proteggere la macchina di governo contro la
freddamento delle macchine sovrapressione idraulica.
c) I componenti della macchina di governo devono essere
2.1.1 (1/9/2003)
dimensionati per resistere al momento torcente in corri-
a) L’impianto dell’acqua di raffreddamento delle macchine spondenza del quale si verifica lo snervamento dell’asta
deve essere progettato in modo da assicurare la circola- del timone.
zione dell’acqua anche quando la nave navighi tra i
ghiacci. d) Quando possibile, devono essere sistemati scontri di
fine corsa che agiscano sulla pala o sulla parte superiore
b) A tale scopo, per le navi con notazione IAS, IA, IB o IC, dell’asta del timone.
almeno una cassa di presa dal mare deve essere siste-
mata e realizzata come indicato nei seguenti punti.
2.3 Pompe antincendio
1) La presa dal mare deve essere situata vicino al cen-
tro nave ed il più possibile verso poppa. 2.3.1 Almeno una pompa da incendio deve poter aspirare
2) A titolo indicativo per il progetto, il volume della da una presa dal mare protetta contro la formazione del
cassa di presa dal mare deve essere uguale ad 1 m3 ghiaccio.
Capitolo 10
SEZIONE 1 GENERALITÀ
SEZIONE 2 SCAFO
SEZIONE 3 MACCHINE
SEZIONE 1 GENERALITÀ
1.1 Campo di applicazione Se lo scafo e le macchine sono costruiti in accordo alle pre-
scrizioni di differenti notazioni addizionali di classe POLAR
1.1.1 (1/3/2008) CLASS, sia allo scafo che alle macchine sarà essere asse-
Le seguenti notazioni addizionali di classe sono assegnate, gnata la più bassa di tali classi. Nel Certificato di Classe o in
in accordo con quanto indicato nella Parte A, Cap 1, Sez 2, una sua Appendice sarà indicata la conformità dello scafo o
[6.10], alle navi in acciaio destinate a navigare in acque delle macchine alle prescrizioni di una POLAR CLASS più
polari infestate dai ghiacci, eccettuati i rompighiaccio: alta.
• PC5 per POLAR CLASS PC5 2.1.2 Linea di galleggiamento inferiore (1/3/2008)
• PC6 per POLAR CLASS PC6 La linea di galleggiamento inferiore (LIWL) è definita dalle
immersioni minime a prora, in mezzeria e a poppa.
• PC7 per POLAR CLASS PC7
La linea di galleggiamento inferiore deve essere stabilita
Alle navi che soddisfano quanto previsto in Sez 2 e Sez 3 tenendo conto della capacità della nave di navigare tra i
viene assegnata una delle notazioni addizionali di classe ghiacci nella condizione di caricazione in zavorra (ad es.
POLAR CLASS elencate nella Tab 1. con l'immersione dell’elica).
Classe Polare Descrizione delle condizioni del ghiaccio (basata sulle definizioni del ghiaccio marino della WMO (1))
PC1 Navigazione per tutto l'anno in tutte le acque polari
PC2 Navigazione per tutto l'anno in condizioni moderate di ghiaccio poliennale
PC3 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio biennale che può includere ghiaccio poliennale
PC4 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio spesso annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC5 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio medio annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC6 Navigazione durante l'estate e l'autunno in ghiaccio medio annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC7 Navigazione durante l'estate e l'autunno in ghiaccio sottile annuale che può includere ghiaccio vecchio
(1) WMO: World Meteorological Organisation
2.2 Indicazione delle linee di galleggiamento dal Progettista nei piani inviati alla Società per l'approva-
superiore ed inferiore zione e devono essere indicate sul Certificato di Classe.
2.2.1 (1/3/2008)
Le linee di galleggiamento superiore ed inferiore, sulle quali
è basato il progetto della nave, devono essere specificate
SEZIONE 2 SCAFO
Le regioni Prora Intermedia (BI), Corpo centrale (M) e Poppa 2.1 Classi e tipi dei materiali
(S) sono a loro volta divise in senso verticale nelle seguenti
regioni: 2.1.1 (1/3/2008)
• Fondo (b), I materiali delle lamiere costituenti gli elementi strutturali
dello scafo non devono avere caratteristiche inferiori a
• Parte inferiore (l), quelle specificate nelle Tab 2 e Tab 3 in funzione dello
• Cintura rinforzata per i ghiacci (i). spessore di costruzione del materiale, della notazione
POLAR CLASS assegnata alla nave e della Classe del Mate-
L'estensione di ciascuna zona dello scafo è indicata nella riale specificata nella Tab 1.
Fig. 1, in cui x, in m, misurato in corrispondenza dell'estre-
mità poppiera della regione Prora (B) deve essere assunto 2.1.2 (1/3/2008)
pari a: Le classi dei materiali specificate nella Parte B, Cap 4,
• 1,5 per le classi da PC1 sino a PC4 Sez 1, [2.4] si applicano alle navi alle quali è assegnata
una notazione addizionale di classe POLAR CLASS indi-
• 1,0 per le classi da PC5 sino a PC7 pendentemente dalla loro lunghezza. Inoltre, le classi dei
materiali degli elementi strutturali direttamente esposti al
Le linee di galleggiamento, tra i ghiacci, superiore (UIWL)
mare ed alle intemperie e degli elementi collegati al
ed inferiore (LIWL), sono definite nella Sez 1.
fasciame esterno esposto al mare ed alle intemperie sono
1.1.2 (1/3/2008) indicate nella Tab 1. Se le classi dei materiali indicati nella
Indipendentemente dalla Fig 1, in nessun caso la linea di Tab 1 e quelle indicate nella Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 3
delimitazione tra le regioni Prora (B) e Prora Intermedia (BI) sono diverse, si deve applicare la classe del materiale più
deve essere situata a proravia del punto di intersezione del alta.
profilo del dritto di prora con la linea di costruzione. 2.1.3 (1/3/2008)
1.1.3 (1/3/2008) I gradi degli acciai di tutti i fasciami delle strutture dello
Indipendentemente dalla Fig 1, non è necessario che la scafo e dei relativi rinforzi e delle appendici situati più in
linea di delimitazione poppiera della regione Prora (B) si basso di 0,3 m al disotto della linea di galleggiamento infe-
trovi a più di 0,45 L addietro della perpendicolare avanti riore (LIWL), come indicato nella Fig 2, si ricavano dalla
(FP). Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 4 in funzione della classe del
materiale degli elementi strutturali ricavata dalla Tab 1,
1.1.4 (1/3/2008) indipendentemente dalla POLAR CLASS assegnata alla
La linea di delimitazione tra le regioni Fondo (b) e Parte nave.
Inferiore (l) deve essere fissata nel punto in cui il fasciame
2.1.4 (1/3/2008)
esterno forma un angolo di 7° con un piano orizzontale.
I gradi degli acciai di tutti i fasciami delle strutture dello
1.1.5 (1/3/2008) scafo e delle appendici, esposti alle intemperie e situati
Se è previsto che la nave navighi tra i ghiacci in marcia nella parte soprastante la linea di galleggiamento tracciata
addietro, la parte poppiera della nave deve essere proget- 0,3 m al disotto di quella minima inferiore (LIWL), come
tata applicando le prescrizioni relative alle zone dello scafo indicata nella Fig 2, non devono essere inferiori a quelli
Prora (B) e Prora Intermedia (BI). indicati nella Tab 2.
x
2,0m
UIWL Si Mi BIi B
LIWL
1,5m Sl Ml BIl
0,7b=>0,15L (2)
AD (3)
Sb Mb BIb
Si Sl B
BIl
Ml
UIWL
Mi
LIWL
Ml Mb
Corpo centrale
(1) b = distanza misurata sulla UIWL tra la perpendicolare AD e la sezione in cui lo scafo presenta la massima larghezza
(2) Linea luogo dei punti in cui le linee di galleggiamento formano un angolo di 0° con un piano longitudinale verticale parallelo al piano di
simmetria nave.
(3) Linea luogo dei punti in cui le linee di galleggiamento formano un angolo di 10° con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria
nave.
(4) Sezione posta a 0,04L addietro del punto nel quale l’intersezione della UIWL con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria
nave forma un angolo di 0°.
(5) Punto nel quale l’intersezione della UIWL con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria nave forma un angolo di 10°.
Tabella 1 : Classi dei materiali degli elementi strutturali di navi polari (1/3/2008)
Classe del
Elementi Strutturali
materiale
Fasciame esterno compreso nella zona di Prora (B) e nella cintura rinforzata della Prora Intermedia (BIi) II
Tutti gli elementi strutturali di categoria PRIMARIA e SECONDARIA, come definite nella Parte B, Cap 4, Sez 1, I
Tab 3, situati al di fuori dello 0,4L al mezzo ed esposti al mare ed alle intemperie.
Le lamiere per la costruzione dei telai di poppa, del dritto di prora, della pinna del timone, del timone, del man- II
tello dell'elica , dei bracci di sostegno dell'albero portelica, degli ice skeg, dei fendighiaccio e delle altre appen-
dici soggette ai carichi dovuti all'impatto del ghiaccio.
Tutte le strutture di rinforzo interne collegate al fasciame, esposto al mare ed alle intemperie, incluse tutte le strut- I
ture contigue interne comprese entro 600 mm dal fasciame.
Fasciami esposti alle intemperie ed i rinforzi ad essi collegati all'interno di stive del carico di navi che per la natura I
dei loro traffici mantengono le boccaporte delle stive non chiuse anche durante il servizio in climi freddi.
Tutti gli elementi strutturali di categoria SPECIALE , come definita nella Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 3, situati entro II
0,2L dalla perpedicolare avanti ed esposti al mare ed alle intemperie.
Figura 2 : Gradi dell'acciaio per il fasciame esterno immerso o esposto alle intemperie (1/3/2008)
Tabella 2 : Gradi degli acciai per fasciami esposti alle intemperie (1) (3) (1/3/2008)
Tabella 3 : Gradi dell'acciaio per elementi di rinforzo interni collegati a fasciami esposti alle intemperie (1/3/2008)
tc [mm]
Zona dello scafo Con protezione efficace Senza protezione efficace
da PC1a PC3 PC4 e PC5 PC6 e PC7 da PC1 a PC3 PC4 e PC5 PC6 e PC7
Prora (B); Cintura rin- 3,5 2,5 2,0 7,0 5,0 4,0
forzata per i ghiacci
della Prora Intermedia
(BIi)
Fattore di classe
Fattore di classe Fattore di classe Fattore di classe
Fattore di classe funzione delle
per rottura da funzione del funzione della
Polar Class per rottura a fles- dimensioni
schiacciamento dislocamento robustezza longi-
sione( CFF) dell'impronta del
(CFC) (CFDIS) tudinale (CFL)
carico (CFD)
(1)
B α γ
(2)
B
A
(4)
(3)
β β’
Sezione trasversale A-A (7)
(5) (6)
4.3.3 Coefficiente di forma (1/3/2008) CFF : fattore di classe per rottura da flessione ricavato
Il coefficiente di forma, fai, deve essere ricavato con la dalla Tab 5.
seguente formula:
4.3.4 Forza (1/3/2008)
fai = min (fai,1 ; fai,2 ; fai,3)
Per ogni sottoregione la forza F, in kN, deve essere calcolata
dove: con la seguente formula:
fai,1 : [(0,097 - 0,68 (x/L - 0,15)2] αi / (β’i)0,5 Fi = 12,02 fai CFC ∆0,64
fai,2 : 99,81 CFF / [ sin (b’i) CFC ∆0,64]
dove:
fai,3 : 0,60
i : sottoregione considerata
i : sottoregione considerata
fai : coefficiente di forma della sottoregione "i"
L : lunghezza della nave, in m, come definita nella
Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1] determinata in cor- CFC : Fattore di classe per rottura da schiacciamento
rispondenza della linea di galleggiamento supe- ricavato dalla Tab 5
riore (UIWL) ∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non
x : distanza, in m, della sezione in esame dalla per- minore di 5000 t.
pendicolare avanti (FP)
4.3.5 Fattore di forma dell'impronta del
α : angolo, in °, che la linea di galleggiamento carico (1/3/2008)
forma con un piano longitudinale verticale ved. Per ogni sottoregione il fattore di forma dell'impronta del
Fig 3 carico ARi deve essere calcolato con la seguente formula:
β' : angolo (°) che una sezione trasversale perpendi-
ARi = 7,46 sin (β’i) da assumere non minore di 1,3
colare alla linea di galleggiamento forma con
un piano verticale, ved. Fig 3 dove:
∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non i : sottoregione considerata
minore di 5000 t β’i : angolo (°) che una sezione perpendicolare alla
CFC : fattore di classe per rottura da schiacciamento linea di galleggiamento, nella sottoregione "i",
ricavato dalla Tab 5 forma con un piano verticale.
dove:
s = intervallo, in m, delle costole o dei longitudinali ordinari
Sw = intervallo, in m, delle costole rinforzate
w = larghezza, in m, dell'impronta del carico del ghiaccio
4.7 Fattori di zona dello scafo zione dei dimensionamenti dell'elemento deve essere usato
4.7.1 (1/3/2008) il fattore di zona più grande.
Associato ad ogni zona dello scafo esiste un fattore di zona
A causa della loro maggior manovrabilità, per navi munite
che rispecchia la corrispondente grandezza del carico pre-
visto in quella zona. Il Fattore di zona AF per ciascuna zona di sistemazioni di propulsione con eliche di manovra azi-
dello scafo è elencato nella Tab 7. mutali oppure eliche POD, i fattori relativi alle zone Cintura
Nel caso in cui un elemento strutturale attraversi la linea di rinforzata per i ghiacci di Poppa (Si) e Parte inferiore della
delimitazione tra due zone dello scafo, per la determina- Poppa (Sl) saranno considerati caso per caso.
Polar Class
Zona dello scafo Area
PC1 PC2 PC3 PC4 PC5 PC6 PC7
Prora (B) Tutte B 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00
Prora Cintura rin- BIi 0,90 0,85 0,85 0,80 0,80 1,00 (1) 1,00 (1)
Intermedia forzata per i
(BI) ghiacci
Inferiore BIl 0,70 0,65 0,65 0,60 0,55 0,55 0,50
LB
y y
B/2 αstem
y= ± B/2(x/LB) b
e B/2
y= ± x tan (αstem)
Figura 5 : Esempio dell'influenza di eb a seconda della forma della prora per B = 20 m e LB = 16 m (1/3/2008)
12
y=B/2 (x/LB) eb
10
eb
8
0.05
0.1 6
Y
0.2
4
0.5
1
2
0
20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0
X
5.2.2 Momento flettente verticale dovuto all'azione linea di galleggiamento relativa alla condizione di carica-
ghiaccio (1/3/2008) zione in esame.
Il momento verticale di progetto dovuto all'azione del
5.2.3 Taglio verticale di progetto dovuto all'azione
ghiaccio, Ml, in kN·m, lungo la trave nave deve essere
ghiaccio (1/3/2008)
assunto pari a:
Il taglio verticale di progetto Fl, in kN, dovuto all'azione
MI = 0,1 Cm L sin-0,2(γstem) FIB ghiaccio lungo la trave nave deve essere assunto pari a
dove: FI = Cf FIB
L : lunghezza di dimensionamento della nave, dove:
come definita nella Parte B, Cap 1, Sez 2, calco- Cf : fattore di distribuzione longitudinale da assu-
lata in corrispondenza della UIWL mere come segue:
γstem : come dato in [5.2.1] • Per taglio positivo:
FIB : forza verticale di progetto, in kN, sulla prora Cf : 0,0 in corrispondenza dell'estremità addie-
dovuta all'azione ghiaccio tro di L
Cm : fattore di distribuzione longitudinale del Cf : 1,0 tra 0,9 L dall'estremità addietro e l'estre-
momento flettente verticale di progetto dovuto mità avanti di L
all'azione ghiaccio da assumere pari a: • Per taglio negativo:
Cm = 0,0 in corrispondenza della estremità Cf : 0,0 in corrispondenza dell'estremità addie-
addietro di L tro di L
Cm = 1,0 tra 0,5 L e 0,7 L dalla estremità addie- Cf : -0,5 tra 0,2 L e 0,6 L dall'estremità addietro
tro Cf : 0,0 tra 0,8 L e l'estremità avanti di L
Cm = 0,3 a 0,95 L dalla estremità addietro I valori intermedi devono essere determinati per interpo-
lazione lineare .
Cm = 0,0 in corrispondenza della estremità
avanti di L. 5.3 Criteri di robustezza longitudinale
I valori intermedi devono essere determinati per interpola- 5.3.1 (1/3/2008)
zione lineare.
Devono essere soddisfatti i criteri previsti nella Tab 8. Le
Dove applicabile, i valori che sono funzione della immer- tensioni di progetto non devono superare le tensioni
sione devono essere determinati in corrispondenza della ammissibili.
Modalità di collasso Tensione applicata Tensione ammissibile se: Permissible Stress when:
σy / σu ≤ 0,7 σy / σu > 0,7
τa τc
ossatura
ossatura
linea d’acqua
Ω = 20° Ω = 70°
Figura 7 (1/3/2008)
bf
bw
tf
h
hfc
hw
tw
ϕw
tp
7.3 Modulo di resistenza plastico netto ed il modulo di resistenza plastico netto, Zp, in cm3, è dato
effettivo da:
7.3.1 (1/3/2008)
Se l'area della striscia di fasciame associata è più grande ⎧ [ ( h w – z n a ) 2 + z na ]t wn sin ϕ w 2
Z p = t pn sz na sin ϕ w + ⎨ ---------------------------------------------------------------------
-+
dell'area della sezione del rinforzo, il modulo di resistenza ⎩ 2000
plastico netto effettivo, Zn, in cm3, è dato da:
⎫
+A fn [ ( h fc – z n a ) sin ϕ w – b w cos ϕ w ] ⁄ 10 ⎬
⎭
h 2 w t wn sin ϕ w Nel caso di sistemazione dei rinforzi del fianco obliqui (70°
Z p = A pn t pn ⁄ 20 + ------------------------------
- + A fn ( h fc sin ϕ w – b w cos ϕ w ) ⁄ 10
2000 > Ω > 20°, dove Ω è definito in [6.1]), si deve eseguire una
dove: interpolazione lineare.
h, twn, tc, and jw sono indicati in [7.1], e s in [6.1].
7.4 Rinforzi ordinari trasversali del fianco e
Apn : area netta, in cm2, della striscia di fasciame
del fondo
associato (uguale a 10tpns, comunque non deve
essere assunta maggiore dell'area netta del rin- 7.4.1 Definizioni (1/3/2008)
forzo) LL : lunghezza, in m, del tratto di campata caricata,
tpn : spessore netto effettivo, in mm, del fasciame da assumere pari al minore tra a e b
esterno (deve soddisfare quanto richiesto in a : campata, in m, del rinforzo come definita in
[6.1] per tnet) [7.1.4]
hw : altezza, in mm, dell'anima del rinforzo, ved. b : altezza, in m, dell'impronta di progetto del
Fig 7 carico esercitato dal ghiaccio in accordo a
Afn : area netta, in cm2, della piattabanda del rin- [4.5.1] o [4.5.2]
forzo s : intervallo, in m, dei rinforzi transversali
hfc : altezza, in mm, del rinforzo misurata sino a AF : Fattore di zona dello scafo ricavato dalla Tab 7
metà spessore della piattabanda, vedere Fig 7 PPFt : Fattore di pressione di picco ricavato dalla
bw : distanza, in mm, tra metà dello spessore Tab 6
dell'anima del rinforzo e metà della larghezza Pavg : pressione media, Pavg, in kN/m2, entro
della piattabanda, ved. Fig 7. l'impronta del carico definita in [4.6]
Se l'area del rinforzo è maggiore dell'area della striscia σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
associata, l'asse neutro plastico è ad una distanza zna, in materiale.
mm, al disopra della striscia associata, data da: 7.4.2 (1/3/2008)
L'area a taglio netta effettiva Aw, in cm2, dei rinforzi trasver-
sali ordinari, come definita in [7.2], deve soddisfare la
Z n a = ( 100A fn + h w t wn – 1000t pn s ) ⁄ ( 2t wn )
seguente condizione:
twn : spessore netto, in mm, dell'anima tfn : spessore netto, in mm, della piattabanda
σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
materiale . materiale.
7.7.2 (1/3/2008)
8 Lamiere irrigidite
Gli elementi di rinforzo ai quali non è possibile applicare le
prescrizioni indicate in [7.7.1] (ad es. correnti rinforzati o
costole rinforzate) devono avere le anime efficacemente 8.1
irrigidite. I dimensionamenti di tali irrigidimenti devono
assicurare la stabilità strutturale dell'elemento di rinforzo. 8.1.1 (1/3/2008)
Lo spessore minimo netto, in mm, dell'anima degli ele-
menti di rinforzo è data dalla seguente formula: Per le lamiere irrigidite si intendono quelle parti in lamiera
irrigidita collegate allo scafo e soggette ai carichi dovuti al
twn = 2,63 x 10-3 c1 σy / [5,34 + 4 (c1 / c2)2] ghiaccio. Queste prescrizioni si applicano per una esten-
sione, verso l'interno dello scafo, uguale alla minore tra:
dove:
• l'altezza dell'anima della costola rinforzata o del cor-
c1 : hw - 0,8 h, in mm rente rinforzato, paralleli ed adiacenti oppure
hw : altezza dell'anima , in mm, del corrente rinfor- • 2,5 volte l'altezza del rinforzo che interseca la lamiera
zato o della costola rinforzata (ved. Fig 8) irrigidita.
Figura 8 (1/3/2008)
hw
c2
8.3 Sulle navi con due o tre eliche, l'irrobustimento per la navi-
gazione tra i ghiacci del fasciame dello scafo e dei relativi
8.3.1 (1/3/2008) rinforzi deve essere esteso fino al doppio fondo per almeno
1,5 m a proravia ed a poppavia delle eliche laterali.
La stabilità delle lamiere irrigidite deve essere adeguata per
resistere ai carichi dovuti all'azione del ghiaccio definiti in 9.2.3 (1/3/2008)
[4].
Le linee d'alberi e gli astucci per le eliche laterali devono,
in generale, essere racchiuse entro ringrossi in lamiera. Se
9 Sistemazione del dritto di prora e vengono usati bracci di sostegno, il loro progetto, la loro
della poppa robustezza ed il loro collegamento allo scafo devono essere
considerati dalla Società caso per caso.
Un dritto di prora realizzato a spigoli vivi (ved. Fig 9) Per tale ragione una poppa a specchio non deve normal-
migliora la manovrabilità della nave tra i ghiacci ed è parti- mente estendersi al di sotto della linea di galleggiamento
colarmente raccomandato per navi aventi lunghezza UIWL. Qualora ciò fosse inevitabile, la parte dello specchio
minore di 150 m. di poppa al di sotto di UIWL deve avere una larghezza il
più possibile ridotta.
Lo spessore delle lamiere, nel caso di un dritto di prora
sagomato, e, nel caso di prora non a spigoli vivi, lo spessore La parte dello specchio di poppa entro la zona rinforzata
di qualsiasi parte del fasciame che forma, su un piano oriz- per la navigazione tra i ghiacci deve essere irrobustita come
zontale, un angolo maggiore o uguale a 30° rispetto al richiesto per la zona centrale.
piano di simmetria della nave, deve essere non minore di
1,3 volte lo spessore del fasciame esterno adiacente calco- 10 Allestimento
lato secondo quanto indicato in [6].
Figura 9 (1/3/2008)
10.2 Timoni e organi di governo mm e raggio di curvatura sulla superficie interna non
minore di 100 mm.
10.2.1 (1/3/2008)
10.3.2 (1/3/2008)
I dimensionamenti del dritto del timone, dell'asta, degli
Deve essere sistemata una bitta o un altro mezzo adatto per
agugliotti, ecc. nonchè delle macchine di governo e le rela-
assicurare il cavo di rimorchio, avente un dimensionamento
tive prestazioni richieste, devono essere in accordo con le
tale da sopportare un carico uguale al carico di rottura del
prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 1, assu-
cavo da rimorchio.
mendo il coefficiente r2, definito in Parte B, Cap 10, Sez 2,
[2.1.2], uguale a 1,10 indipendentemente dal tipo di profilo 10.3.3 (1/3/2008)
del timone. Sulle navi aventi un dislocamento inferiore a 30000 t, la
parte della prora che si estende fino ad un'altezza di
Tuttavia la massima velocità di esercizio in marcia avanti da almeno 5 m al di sopra della linea di galleggiamento supe-
assumere per la verifica dei dimensionamenti sopraddetti riore UIWL e per almeno 3 m a poppavia del dritto di prora
deve essere non minore del valore specificato in Tab 9. Nel deve essere rinforzata per sopportare le tensioni causate dal
caso in cui il valore effettivo della massima velocità di eser- rimorchio corto a forcella (fork towing). A tale scopo
cizio in marcia avanti della nave sia maggiore del valore devono essere sistemate costole ordinarie intermedie soste-
specificato in Tab 9, deve essere assunto il valore massimo. nute da correnti rinforzati o da ponti.
Entro la zona rinforzata per i ghiacci, lo spessore del
fasciame del timone e dei diaframmi interni deve essere Tabella 9 : Velocità massima di esercizio in marcia
non minore del valore prescritto per il fasciame esterno avanti (1/3/2008)
della zona poppiera.
10.2.2 (1/3/2008) Velocità massima di esercizio in
Notazione
marcia avanti (nodi)
L'asta del timone ed il lembo superiore della pala devono
essere protetti contro la pressione esercitata dal ghiaccio POLAR CLASS 1 26
per mezzo di un fendighiaccio (ice knife) o di un altro POLAR CLASS 2 24
mezzo equivalente.
POLAR CLASS 3 23
SEZIONE 3 MACCHINE
1 Generalità 2 Materiali
Sezione si applica anche ai thruster azimutali (sia mecca- colare la robustezza dei componenti. I diversi carichi qui
nici che Pod) tenendo conto dei carichi dovuti alla intera- indicati devono essere applicati separatamente.
zione ghiaccio elica. Tuttavia, i carichi dovuti all'urto del
• Fb è una forza che tende a flettere in addietro una pala
ghiaccio sul piede del thruster azimutale non sono coperti
da questa Sezione. dell'elica mentre l'elica sta frantumando un blocco di
ghiaccio ruotando in marcia avanti
I carichi indicati in questo articolo [3] sono i carichi totali
(se non diversamente stabilito) durante l'interazione con il • Ff è una forza che tende a flettere in avanti una pala
ghiaccio e devono essere applicati separatamente (se non dell'elica mentre l'elica interagisce con un blocco di
diversamente stabilito) e sono utilizzabili soltanto per cal- ghiaccio ruotando in marcia avanti.
Tabella 1 (1/3/2008)
0, 3
F b = – 23 S ice ( nD )
0, 7 ⎛ EAR
-----------⎞ ( H ice ) 1, 4 ( D ) F f = 250 ⎛ -----------⎞ ( D ) 2
EAR
⎝ Z ⎠ ⎝ Z ⎠
dove: dove:
Dlimit = 1,81 Hice, in m
Sqice = indice di resistenza del ghiaccio per valutare il
⎛ ⎞
momento torcente dovuto all'azione del ghiaccio agente
= ⎜ --------------⎟ H ice
2
D limit
⎜ d⎟ sulla pala
⎝ 1 – ----⎠
D P0,7 = passo dell'elica, in m, misurato a 0,7 R dall'asse
• d = diametro, in m, del mozzo dell'elica dell'elica
• D = diametro, in m, dell'elica in m t0,7 = spessore massimo, in m, misurato a 0,7 R dall'asse
• EAR = rapporto area sviluppata/area disco dell'elica
Tabella 2 (1/3/2008)
Il momento torcente risultante in corrispondenza di ogni • 0,75 T, per eliche a pale fisse (intubate) azionate da un
motore diesel.
componente della linea d'alberi verrà valutato conside-
rando il momento torcente eccitante Q(ϕ) in corrispon- T = spinta nominale dell'elica nella condizione MCR in
denza dell'elica, la coppia effettiva del motore Qe e la navigazione libera in mare aperto.
massa elastica del sistema.
3.5.3 Carico che provoca la rottura della pala sia di
Qe = massimo valore effettivo della coppia del motore alla eliche senza mantello che intubate (1/3/2008)
velocità in esame
La forza agisce a 0,8R dall'asse dell'elica nel verso corri-
Il momento torcente di progetto (Qr) dei componenti della spondente alla sezione di minima resistenza della pala e
con un braccio di momento pari a 2/3 della distanza mag-
linea d'alberi viene determinato mediante un'analisi delle
giore dell'asse di rotazione verticale di pala rispetto al
vibrazioni torsionali della linea d'alberi di propulsione. I lembo di entrata o di uscita.
calcoli devono essere eseguiti per tutti i casi di eccitazione
sopraindicati ed il valore ottenuto deve essere aggiunto al Il carico, in kN, che provoca la rottura della pala è:
momento torcente medio idrodinamico nella condizione di
punto fisso alla prevista velocità di rotazione dell'elica.
2
0, 3 ⋅ c ⋅ t ⋅ σ ref
- ⋅ 10 3
F ex = ------------------------------------
3.5.2 Spinta massima risultante (1/3/2008) 0,8 ⋅ D – 2 ⋅ r
La massima spinta sull’albero portelica deve essere calco- dove σref = 0,6 σ0,2 + 0,4 σu
lata con le formule seguenti. I fattori 2,2 e 1,5 tengono σu e σ0,2, sono i valori rappresentativi del materiale della
conto dell'amplificazione dovuta alle vibrazioni torsionali. pala, in N/mm2.
In alternativa il fattore di amplificazione della spinta
sull'elica può essere determinato mediante un'analisi dina- c, t e r, in mm, sono rispettivamente la lunghezza effettiva
della corda, lo spessore ed il raggio della sezione cilindrica
mica.
radicale della pala in corrispondenza della sezione di
• Massima spinta in avanti sull'albero Tr = Tn + 2,2Tf minima resistenza al di fuori del raggio di raccordo e gene-
ralmente sono all'estremità del raccordo sulla superficie
• Massima spinta addietro sull'albero Tr = 1,5 Tb della pala.
meno che possa essere dimostrata l'efficacia dell'avvia- Fx = 0,5 in corrispondenza della perpendicolare at AP
mento manuale. Fx = 1,5 in corrispondenza della perpendicolare at AP per le
navi che avanzano tra i ghiacci in marcia indietro.
5 Accelerazioni sulle strutture di I valori intermedi di Fx devono essere ricavati mediante
sostegno dei macchinari interpolazione lineare.
Fi = forza totale, in kN, perpendicolare al fasciame esterno
5.1 Generalità nella zona di prora (B) dovuta all'impatto obliquo del
5.1.1 (1/3/2008) ghiaccio, definita in Sez 2, [4.3.4].
Le fondazioni delle apparecchiature essenziali e dei mac-
chinari di propulsione devono essere adeguate per soppor- 6 Impianti ausiliari
tare le accelerazioni indicate nel seguito. Le accelerazioni
devono essere considerate agenti separatamente.
6.1 Generalità
5.2 Accelerazioni 6.1.1 (1/3/2008)
I macchinari devono essere protetti dagli effetti dannosi
5.2.1 Accelerazione longitudinale di impatto, al dovuti all'ingresso o all'accumulo di ghiaccio o neve. Se i
(1/3/2008) macchinari devono funzionare con continuità, devono
La massima accelerazione longitudinale di impatto, in m/s2, essere previsti mezzi adeguati per spurgare l'impianto dal
in qualsiasi punto della trave nave è: ghiaccio o dalla neve accumulati.
al = (FIB / ∆) { [ 1,1 tan (γ + φ) ] + (7H/L) } 6.1.2 (1/3/2008)
dove: Devono essere previsti idonei mezzi atti ad evitare alle
cisterne contenenti liquidi danni dovuti al congelamento.
φ : angolo massimo di attrito, in gradi, tra l'acciaio
ed il ghiaccio, generalmente assunto pari a 10° 6.1.3 (1/3/2008)
γ : angolo, in gradi, che il dritto di prora forma con Gli sfoghi gas, i tubi di aspirazione e scarico e gli impianti
la linea di galleggiamento ad essi connessi devono essere progettati in modo da impe-
dirne il blocco per congelamento o per accumulo di ghiac-
∆ : dislocamento, in t
cio e neve.
L : lunghezza tra le perpendicolari, in m,
H : distanza verticale, in m, tra la linea di galleggia-
7 Prese a mare ed impianti d'acqua di
mento ed il punto in esame
FIB
raffreddamento
: forza di impatto verticale, in kN, definita nella
Sez. 2, [5.2.1].
7.1 Generalità
5.2.2 Accelerazione verticale av (1/3/2008)
7.1.1 (1/3/2008)
L'accelerazione combinata d'impatto verticale, in [m/s2], Gli impianti di raffreddamento ad acqua di macchinari che
lungo la trave nave è: sono essenziali per la propulsione e la sicurezza della nave,
av = 2,5 (FIB / ∆) Fx incluse le aspirazioni delle casse di presa a mare, devono
dove: essere progettati per funzionare nelle condizioni ambientali
relative alle corrispondenti notazioni addizionali di classe
Fx = 1,3 in corrispondenza della perpendicolare avanti FP POLAR CLASS.
Fx = 0,2 in mezzeria nave 7.1.2 (1/3/2008)
Fx = 0,4 in corrispondenza della perpendicolare addietro Devono essere sistemate almeno due casse di prese a mare
AP tipo casse accumulo ghiacci per le classi polari da PC1 a
Fx = 1,3 in corrispondenza della perpendicolare addietro PC5. Il volume di progetto di ciascuna di queste casse
AP per le navi che avanzano tra i ghiacci in marcia indietro. accumulo ghiaccio deve essere almeno uguale ad 1 m3 per
ogni 750 kW della potenza complessiva installata a bordo.
I valori intermedi di Fx devono essere ricavati mediante Per le classi polari PC6 e PC7 deve esserci almeno una
interpolazione lineare. cassa accumulo ghiacci situata preferibilmente in prossi-
mità del piano di simmetria della nave.
5.2.3 Accelerazione trasversale di impatto at
(1/3/2008) 7.1.3 (1/3/2008)
L'accelerazione combinata d'impatto trasversale, in m/s2, Le casse accumulo ghiaccio devono essere progettarte in
lungo la trave nave è: modo da consentire una efficace separazione del ghiaccio
at = 3 Fi (Fx / ∆) ed eliminazione dell'aria.
dove:
7.1.4 (1/3/2008)
Le valvole di aspirazione mare devono essere collegate
Fx = 1,5 in corrispondenza della perpendicolare at FP
direttamente alla cassa accumulo ghiaccio. Le valvole
Fx = 0,25 in mezzeria nave devono essere di tipo a sezione di passaggio completa.
Figura 1 : Andamento del momento torcente eccitante dovuto all'interazione ghiaccio-elica per una singola
sequenza di impatti di 45°, 90° e 135° e per una doppia sequenza di impatti di 45° (due blocchi di ghiaccio) sulle pale
di un'elica a quattro pale (1/3/2008)
12
12
1
1
0,8
0,8
Q/Qmax
Q/Qmax
0,6
0,6
0,4 0,4
0,2
0,2
0
0
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°)
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°)
12 12
1 1 Blocco ghiaccio 2
Blocco ghiaccio 1
0,8 0,8
Q/Qmax
Q/Qmax
0,6 0,6
0,4 0,4
0,2 0,2
0 0
0 90 180 270 360 450 540 630 720 0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°) Angolo di rotazione (°)
Capitolo 11
2.1.2 Rinforzi ordinari Il numero e le dimensioni dei fori praticati sui madieri e sui
paramezzali devono essere ridotti al minimo, tali comun-
I dimensionamenti netti dei rinforzi ordinari del fondo e del que da consentire l’ispezione completa delle strutture del
ginocchio devono essere ottenuti in accordo con le prescri- doppio fondo.
zioni specificate in Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8,
Sez 4, come applicabile, dove la tensione di trave nave 2.3 Navi aventi L ≥ 90 m
deve essere assunta uguale a 195 / k e la campata deve
essere assunta non minore di 1,5 m. 2.3.1 Fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate
I dimensionamenti netti di fasciame, rinforzi ordinari e travi
2.1.3 Travi rinforzate rinforzate devono essere considerati nei singoli casi dalla
Società.
I madieri pieni devono essere sistemati ad intervalli non
maggiori del minore tra i due valori 0,025 L e 1,9 m.
3 Fondo semplice
Deve essere sistemato un paramezzale laterale, su ciascun
lato della nave, in aggiunta a quelli ottenuti applicando le
3.1 Dimensionamenti
prescrizioni specificate in Parte B, Cap 4, Sez 4, [4.1] per
l’intervallo massimo. 3.1.1 Fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate
Il numero e le dimensioni dei fori praticati sui madieri e sui I dimensionamenti netti di fasciame, rinforzi ordinari e travi
paramezzali devono essere ridotti al minimo, tali comun- rinforzate devono essere considerati nei singoli casi dalla
Società.
que da consentire l’ispezione completa delle strutture del
doppio fondo.
Inoltre, deve essere sottoposto per approvazione alla 2.1.3 Sistemazioni dell’albero portaelica
Società, in triplice copia, un disegno specifico particolareg- Le sistemazioni dell’albero portaelica devono essere tali
giato indicante i sistemi da adottare per accertare i giochi che possano esserne verificati i giochi (o gli abbassamenti
tra agugliotti e femminelle con nave galleggiante. per usura mediante opportuno calibro).
• disegni di dettaglio delle strutture locali della nave sop- 4.1.1 Il numero degli arrestatoi per catene e il loro carico
portanti i carichi applicati da arrestatoi per catene, pas- di lavoro sicuro (SWL), in kN, sono specificati in Tab 1 in
sacavi, rulli di guida e argani o verricelli. funzione della portata lorda della nave (DWT), in t.
Passacavo
600 x450 in
Vers erricell
anti-usura
oo
o
Cavo di recupero
2e3m
Rulli Arrestatoi
Tra
di guida di prora
Tra Cavo di
Rullo Arrestatoio di prora ormeggio
di guida 2,7 e 3,7 m
Cavo di recupero Cavo
Tra
di ormeggio
2,7 e 3,7 m
Perno di fissaggio
in posizione aperta
Perno di fissaggio Catena anti-usura da 76 mm
Guida per
in posizione chiusa
lo scorrimento
165 mm circa
Verso il passacavo
a prora
Zeppa di bloccaggio
265 mm circa
165 mm circa
Verso il passacavo
a prora
5.1.7 Quando gli arrestatoi per catene sono inbullonati ad 5.1.10 Il materiale utilizzato per il dispositivo di bloccag-
un supporto saldato al ponte, lo sforzo di taglio deve essere gio (barra incernierata di bloccaggio o linguetta longitudi-
sopportato da efficaci zeppe di bloccaggio, perciò non dai nale articolata) di arrestatoi per catene deve avere proprietà
bulloni, capaci di sopportare una forza orizzontale pari a meccaniche non minori di quelle relative a catene di grado
1,3 volte il carico di lavoro prescritto e di soddisfare, in tali Q3, specificate in Parte D, Cap 4, Sez 1.
condizioni, ai criteri di resistenza specificati in [7].
L’acciaio utilizzato per i bulloni deve essere di tipo non
minore al grado 8.8, come definito dalla normativa ISO
5.2 Passacavi di prora
N. 898/1 (è raccomandato il grado 10.9).
5.2.1 Deve essere sistemato un passacavo di prora per
I bulloni devono essere pre-tesi in accordo a normative
ogni arrestatoio per catene di prora (vedere Fig 1).
appropriate e il loro serraggio deve essere verificato in
maniera idonea.
5.2.2 Per navi aventi portata lorda maggiore di 150000 t,
5.1.8 Gli arrestatoi delle catene devono essere realizzati per le quali sono prescritti due passacavi, le linee longitudi-
con lamiere di acciaio (vedere Parte D, Cap 2, Sez 1) o di nali passanti per i centri dei passacavi devono essere a
altro materiale tenace, quali arrestatoi fucinati o fusi in distanza uguale a 2,0 m, quando praticabile, e in ogni caso
acciaio saldabile, in accordo con le prescrizioni specificate ad una distanza non maggiore di 3 m.
rispettivamente in Parte D, Cap 2, Sez 3 e in Parte D, Cap 2,
Sez 4. Per navi aventi portata lorda minore di o uguale a 150000 t,
per le quali è prescritti un solo passacavo (vedere Tab 1), il
5.1.9 Per le strutture principali dell’arrestatoio per catene, passacavo deve essere sistemato, in generale, sul piano dia-
può essere accettato l’utilizzo di fusioni in ghisa con grafite metrale.
sferoidale (vedere Parte D, Cap 2, Sez 5) purchè:
• la parte considerata non sia un componente di una 5.2.3 In generale, i passacavi devono essere di tipo chiuso
struttura saldata, (come quelli di tipo Panama) e devono avere un’apertura
• la ghisa con grafite sferoidale sia a struttura ferritica, con sufficientemente larga per permettere il passaggio della
allungamento non minore del 12%, parte più voluminosa del dispositivo anti-usura, del penzolo
di rimorchio e relativi accessori.
• la tensione di snervamento a 0,2% sia misurata e certifi-
cata A tale scopo, le dimensioni interne delle aperture dei passa-
• le strutture interne del componente siano ispezionabili cavi di prora devono essere non minori di 600 mm in lar-
attraverso idonei controlli non distruttivi. ghezza di 450 mm in altezza.
5.2.4 I passacavi devono avere forma ovale o arrotondata. 5.4.2 Qualora sia utilizzato un tamburo al fine di avvol-
gere il cavo di recupero, esso deve essere sufficiente a con-
I bordi dei passacavi devono essere adeguatamente arroton- tenere 150 m di cavo avente diametro uguale a 80 mm.
dati in modo da evitare che la catena anti-usura si incastri
nel bodo inferiore quando sollevata a bordo.
6 Strutture dello scafo di supporto
Il rapporto tra il diametro della superficie del passacavo che
sostiene la catena anti-usura e il diametro della catena anti-
usura deve essere non minore di 7. 6.1 Generalità
5.2.5 I passacavi devono essere sistemati il più vicino pos- 6.1.1 I fasciami di parapetti e gli scalmi devono adeguata-
sibile al ponte e, in ogni caso, in una posizione tale che la mente rinforzati nella zona dei passacavi.
catena anti-usura, quando è sotto sforzo, sia approssimati-
vamente parallela al ponte tra l’arrestatoio per catene e il 6.1.2 Le strutture del ponte in corrispondenza di arrestatoi
per catene di prora, compresi i relativi supporti e collega-
passacavo.
menti al ponte, devono essere adeguatamente rinforzate per
resistere ad una forza orizzontale uguale a 1,3 volte il
5.2.6 I passacavi devono essere realizzati con lamiere di carico di lavoro prescritto e devono soddisfare, in tali con-
acciaio (vedere Parte D, Cap 2, Sez 1) o di altro materiale dizioni, le verifiche di resistenza specificate in [7].
tenace, quali passacavi fucinati o fusi in acciaio saldabile,
in accordo con le prescrizioni specificate rispettivamente in A titolo indicativo, lo spessore del fasciame del ponte in
Parte D, Cap 2, Sez 3 e in Parte D, Cap 2, Sez 4. tale zona deve essere non minore di:
5.3.1 I rulli di guida devono essere posizionati in modo Per arrestatoi per catene imbullonati al ponte, i rinforzi
tale da consentire che il tiro sia diretto lungo la direzione delle strutture devono essere in accordo alle prescrizioni
individuata dalla congiungente il passacavo di prora con specificate in [5.1.7].
l’arrestatoio per catene di prora (vedere Fig 1).
6.1.3 Le strutture del ponte in corrispondenza di rulli di
Essi devono essere sistemati a non meno di 4,5 m a poppa- guida e di argani e verricelli, nonchè i relativi collegamenti
via dell’arrestatoio per catene. al ponte, devono essere adeguatamente rinforzate per resi-
stere alla forza orizzontale specificata in [5.3.2] o alla forza
5.3.2 I rulli di guida devono essere in grado di sopportare esercitata dal freno specificata in [5.4.1] e per soddisfare le
una forza orizzontale uguale al maggiore dei due seguenti verifiche di resistenza specificate in [7].
valori:
6.1.4 Le saldature principali degli arrestatoi per catene di
• 225 kN, prora alle strutture dello scafo devono essere ispezionate al
100% mediante idonei controlli non distruttivi.
• la forza risultante dovuta ad un tiro nel cavo di recupero
ipotizzato uguale a 225 kN.
7 Verifiche di resistenza
Le tensioni indotte da tale orza orizzontale devono soddi-
sfare la verifica di resistenza specificata in [7].
7.1 Generalità
5.3.3 Si raccomanda l’utilizzo di rulli di guida aventi dia-
metro non minore di 7 volte il diametro del cavo di recu- 7.1.1 Le tensioni ideali σVM indotte dai carichi nelle dota-
pero. Quando il diametro del cavo di recupero non è noto, zioni per l’ormeggio (vedere [3.3]), devono essere in
si raccomanda l’utilizzo di rulli di guida aventi diametro di accordo con la seguente formula:
almeno 400 mm. σVM ≤ σa
essendo:
5.4 Argani e verricelli
σa : tensione ammissibile, da assumere, in N/mm2,
5.4.1 Gli argani o i verricelli utilizzati nella sistemazione pari al minimo valore tra 0,67ReH e 0,4Rm,
di ormeggio devono essere in grado di sollevare a bordo un
ReH : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
carico di almeno 15 t. A tale scopo, gli argani o i verricelli
materiale della dotazione,
devono essere in grado di fornire un tiro di funzionamento
continuativo non minore di 150 kN e di sopportare una Rm : tensione di rottura per trazione, in N/mm2, del
forza esercitata dal freno non minore di 225 kN. materiale della dotazione.
2.2 Sistemazione in stive per mezzo di guide Figura 1 : Contenitori in stive sistemati entro guide
cellulari di tipo smontabile cellulari
2.2.3 Le guide devono essere collegate fra loro e alle strut- 2.2.4 Nela sistemazione dei contenitori all’interno delle
ture di supporto dello scafo per mezzo di travi trasversali e guide, il gioco tra il contenitore e la guida deve essere non
longitudinali che ne impediscano la deformazione e il maggiore di 25 mm in senso trasversale e di 38 mm in
disallineamento sotto l’azione delle forze trasmesse dai senso longitudinale.
contenitori.
In generale, l’intervallo tra le travi trasversali di collega- 2.2.5 L’estremità superiore delle guide deve essere munita
mento delle guide deve essere non maggiore di 5 m e la di un dispositivo atto a facilitare l’entrata del contenitore.
loro posizione deve coincidere per quanto possibile con Tale dispositivo deve essere di costruzione robusta per resi-
quella dei blocchi d’angolo dei contenitori (vedere Fig 3). stere agli urti e agli sfregamenti.
Le travi trasversali devono essere vincolate logitudinal-
mente in uno o più punti, in modo che la loro deforma- 2.2.6 Quando è previsto il trasporto di contenitori da 20’
zione elastica dovuta all’azione della spinta longitudinale all’interno di celle da 40’, può essere consentita l’installa-
dei contenitori, sia, in ogni punto, non maggiore di 20 mm. zione, a metà lunghezza della cella, di guide verticali
I vincoli predetti possono essere costituiti da travi longitudi- smontabili costituenti scontro alle estremità laterali del
nali, tiranti di cavo di acciaio o dispositivi equivalenti. blocco di contenitori da 20’.
Figura 3 : Struttura tipica di guide cellulari Quando non sono sistemate tali guide verticali smontabili,
Guide cellulari devono essere soddisfatte le ìseguenti prescrizioni:
Squadre
Travi
trasversali • i contenitori devono essere bloccati da coni di impilag-
A A gio su ciascuno strato,
2.3 Sistemazione sotto coperta senza guide Figura 4 : Sistemazione di contenitori su ponti
cellulari esposti
3.2.8 Dopo l’esecuzione, con buon esito, delle prove di 3.3 Collaudi in produzione dei dispositivi
prototipo, è rilasciato dalla Società il Certificato di prova di mobili per il rizzaggio
prototipo.
Nel Certificato di prova di prototipo devono essere specifi- 3.3.1 I dispositivi per il rizzaggio devono essere sottoposti
cate le seguenti informazioni: a prove e collaudi in produzione alla presenza di un Tec-
nico della Società.
• identificazione del costruttore e del luogo di costru-
zione, 3.3.2 Le condizioni di carico della prova (ossia trazione,
taglio, compressione o carico tangenziale) devono essere il
• tipo dell’esemplare,
più possibile vicine alle condizioni di carico effettive
• numero di identificazione dell’esemplare, durante l’esercizio.
• carico di rottura e carico di lavoro sicuro (SWL) Le prove che devono essere eseguite sui più comuni tipi di
elementi di fissaggio e rizzaggio sono specificate nelle
• riferimento al rapporto di prova (vedere [3.2.7]), il quale tabelle da Tab 1 a Tab 3.
deve essere allegato al Certificato di prova di prototipo.
3.3.3 Deve essere verificato che sia stato rilasciato un Cer-
3.2.9 Ciascun esemplare deve essere chiaramente identifi- tificato di prova di prototipo valido e che gli esemplari sot-
cato nella documentazione conservata a bordo, come toposti a prove di collaudo siano identici a quelli specificati
richiesto in [1.2.1]. nel Certificato di prova di prototipo.
Carico di trazione
Carico di taglio
Tenditore Gancio
3.3.4 Le dotazioni devono essere collaudati per lotto ed il Devono essere eseguite prove di montaggio dei dispositivi
lotto deve essere composto da un massimo di 50 esemplari. mobili di rizzaggio in accordo con le condizioni di eserci-
Due esemplari dell lotto (tre esemplari in caso di cavi di zio e ai disegni per la sistemazione dei dispositivi di rizzag-
acciaio e relative estremità) devono essere sottoposti a gio.
prove con carico uguale a 1,3 volte il carico di lavoro
sicuro (SWL). Se la produzione di serie non supera i 50 4 Forze agenti sui contenitori
esemplari, la prova deve essere eseguita su almeno un
esemplare. 4.1 Generalità
Quando un elemento di rizzaggio è formato da diversi com-
ponenti, la prova deve essere eseguita sull’elemento com- 4.1.1 I dispositivi costituenti il sistema di rizzaggio devono
pleto. essere in grado di resistere alle condizioni di carico dichia-
Gli esemplari sottoposti a prova non devono mostrare cric- rate per la nave.
che e deformazione permanente. 4.1.2 I carichi da prendere in considerazione nei calcoli
3.3.5 Almeni il 10% degli esemplari deve essere sottopo- del sistema di rizzaggio sono i seguenti:
sto ad esame visivo. • forze in acqua tranquilla ed inerziali (vedere [4.3]),
Deve essere verificato che il numero di identificazione e il • forze del vento (vedere [4.4]),
carico di lavoro sicuro (SWL) specificati dal Costruttore • forze generate dai dispositivi di bloccaggio e rizzaggio
siano indicati sugli esemplari ispezionati. (vedere [4.5]),
• pressioni del mare (vedere [4.6]).
3.3.6 Il Tecnico della Società può richiedere la ripetizione
delle prove o che queste siano eseguite su un numero mag-
giore di esemplari, quando considerato necessario. 4.2 Definizioni
3.3.7 Dopo l’esecuzione, con buon esito, delle prove e 4.2.1 Pila di contenitori
dell’esame della documentazione relativa al lotto, è rila- Una pila di contenitori consiste in “N” contenitori collegati
sciato il Certificato di ispezione; le dotazioni sono identifi- in senso verticale mediante dispositivi di bloccaggio.
cate dal Costruttore e ciascun esemplare è punzonato dal Il contenitore della pila situato al livello “i” è specificato in
Tecnico. Il riferimento al Certificato di prova di prototipo e Fig 5.
la quantità di esemplari sottoposti a prova sono specificati
nel Certificato di ispezione. 4.2.2 Blocco di contenitori
Un blocco di contenitori consiste in “M” pile collegate in
3.4 Sistemazione a bordo dei dispositivi senso trasversale mediante dispositivi d’angolo.
mobili di rizzaggio
4.3 Forze in acqua tranquilla ed inerziali
3.4.1 I dispositivi mobili di rizzaggio sistemati a bordo
devono essere dotati di Certificato di ispezione (vedere 4.3.1 Le forze in acqua tranquilla ed inerziali agenti su un
[3.3]). contenitore situato al livello “i”, come specificato in [4.2.1],
devono essere calcolate sulla base delle forze specificate, in 4.4 Forze del vento
kN, in Tab 4.
4.4.1 Le forze dovute all’effetto del vento, agenti su un
Figura 5 : Livelli di contenitori in una pila contenitore stivato sul ponte al livello “i” della pila, devono
Rizzaggio
essere ottenute, in kN, dalle seguenti fomule:
al livello N • in direzione x:
Contenitore
FX,wind,i = 1,2hCbC
al livello N
• in direzione y:
FY,wind,i = 1,2 hClC
essendo:
Rizzaggio
hC : altezza, in m, di un contenitore,
al livello i
lC, bC : dimensioni, in m, della pila di contenitori
Contenitore
rispettivamente nelle direzioni longitudinali e
al livello i trasversali della nave.
Tali forze agiscono solamente sulla pila esposta all’azione
Rizzaggio
al livello i - 1 del vento. In caso di M pile, affiancate e collegate tra loro,
aventi la stessa altezza, le forze del vento devono essere
distribuite sulle M pile.
Rizzaggio
al livello 2
4.4.2 Nel caso di pile, affiancate e collegate tra loro,
aventi diverse altezze, le forze del vento devono essere
Contenitore distribuite tenendo conto del numero di pile al livello consi-
al livello 2 derato (vedere esempio in Fig 6).
Rizzaggio
al livello 1 4.5 Forze generate dai dispositivi di rizzag-
gio e bloccaggio
Contenitore
al livello 1
4.5.1 Le forze di serraggio e/o di pre-tensionamento dei
dispositivi di rizzaggio e bloccaggio devono essere prese in
considerazione solo quando, in un singolo elemento, sono
maggiori di 5 kN o quando sono necessarie per il corretto
4.3.2 La distanza del baricentro di una pila può essere funzionamento del sistema di rizzaggio.
ottenuta, in m, dalla seguente formula:
4.6 Pressioni del mare
z = z L + d CG
essendo: 4.6.1 Nella zona a proravia di 0,75 L dalla estremità pop-
piera, la robustezza dei dispositivi di rizzaggio deve essere
zL : coordinata Z, in m, del fondo della pila rispetto
aumentata del 20% rispetto a quella calcolata in accordo
al sistema di coordinate di riferimento definito
con le prescrizioni della presente Sezione. Tale aumento
in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4],
non è richiesto qualora i contenitori siano protetti da strut-
dCG : distanza, in m, tra il fondo della pila e il bari- ture paraonde ritenute efficaci dalla Società.
centro della pila, da assumersi non maggiore di
0,305αNH0 4.6.2 Il rizzaggio dei contenitori sistemati a murata deve
essere verificato considerando anche la forza dovuta alla
α : coefficiente:
spinta delle onde, che deve essere assunta pari a quella
• α = 0,5 per pile in stiva, risultante considerando la metà del volume del contenitore
• α = 0,4 per pile sul ponte, più basso o, nel caso di navi aventi lunghezza minore di
N : numero di contenitori stivati nella pila, 100 m, a quella risultante considerando il volume totale del
suddetto contenitore.
H0 : altezza di un contenitore, in piedi, conside-
rando la stessa altezza per tutti i contenitori
della pila. 5 Determinazione dei carichi agenti nei
dispositivi di rizzaggio e nei telai dei
4.3.3 Quando sono sistemati contenitori vuoti sulla som- contenitori
mità della pila, le forze in acqua tranquilla ed inerziali
devono essere calcolate considerando la massa dei conteni-
tori vuoti uguale a: 5.1 Ipotesi di calcolo
• 0,14 volte la massa di un contenitore pieno, nel caso di 5.1.1 Devono essere considerate le seguenti forze:
contenitori in acciaio, • per la verifica dei dispositivi di rizzaggio e bloccaggio e
• 0,08 volte la massa di un contenitore pieno, nel caso di della robustezza trasversale dei contenitori: forze tra-
contenitori in acciaio e alluminio. sversali calcolate in accordo con le prescrizioni specifi-
cate in [5.2.3] nel caso di contenitori stivati in senso 5.1.4 Se le “M” pile di contenitori non sono collegate in
longitudinale e forze longitudinali calcolate in accordo senso trasversale a ciascun livello di bloccaggio, il calcolo
alle prescrizioni specificate in [5.2.2] nel caso di conte- delle forze deve essere effettuato per ciascuna pila separata-
nitori stivati in senso trasversale, mente.
• per la verifica dei carichi verticali nei telai dei conteni- In tale caso, le distanze fra le pile devono essere di dimen-
tori: forze verticali calcolate in accordo con le prescri- sioni tali da evitare contatti tra i blocchi d’angolo dei conte-
zioni specificate in [5.2.4] per la condizione di nave nitori in conseguenza di deformazioni.
diritta,
5.1.5 Non sono considerate le interazioni tra i telai della
• per la verifica del ribaltamento dei contenitori: forze tra- estremità con porta e dell’estremità frontale dello stesso
sversali e verticali per la condizione di nave inclinata, contenitore e l’eventuale pre-tensionamento dei dispositivi
calcolate in accordo con le prescrizioni specificate di rizzaggio.
rispettivamente in [5.2.3] e in [5.2.4].
5.1.2 I calcoli devono essere basati sulle seguenti ipotesi: 5.2 Distribuzione delle forze
• le forze dovute ai movimenti della nave (vedere [4.3]) 5.2.1 Generalità
sono agenti su una sola pila, Al fine di verificare i dispositivi di rizzaggio e bloccaggio, le
• le forze del vento sono agenti su una pila, tenendo forze longitudinali, trasversali e verticali sono considerate
conto del numero di contenitori esposti all’azione del uniformemente ripartite sulle pareti del contenitore.
vento e del numero di pile costituenti il blocco (vedere
[4.4]), 5.2.2 Forze longitudinali
• il rizzaggio del blocco è schematizzato su una pila, La forza longitudinale agente su un contenitore deve essere
tenendo conto del numero di pile, del tipo e della quan- ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
tità di dispositivi di rizzaggio a ciascun livello dei bloc- FXi = FW,X,i + FX,wind,i
caggi. essendo:
5.1.3 Se le “M” pile di contenitori sono collegate in senso FW,X,i : forza inerziale definita in [4.3.1] per la condi-
trasversale a ciascun livello di bloccaggio, il calcolo delle zione di nave diritta.
forze deve essere effettuato considerando le pile dei conte- La forza longitudinale è considerata suddivisa sui quattro
nitori come un blocco. longheroni longitudinali del contenitore.
Nota 1:
g : accelerazione di gravità, in m/s2:
g = 9,81 m/s2
Mi : massa, in t, del contenitore situato al livello “i” (vedere anche [4.3.3]),
aX1, aZ1 : accelerazioni, in m/s2, per la condizione di nave diritta, calcolate, in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B,
Cap 5, Sez 3, [3.4], in corrispondenza del baricentro della pila (vedere [4.3.2]),
aY2, aZ2 : accelerazioni, in m/s2, per la condizione di nave inclinata, calcolate, in accordo con le prescrizioni specificate in
Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4], in corrispondenza del baricentro della pila (vedere [4.3.2]) considerando GM = 1 m.
Figura 6 : Distribuzione delle forze del vento nel caso di pile aventi diverse altezze
Fy, wind distribuita su 3 pile
5.4 Contenitori fissati per mezzo di rizze o 6.1 Carichi ammissibili sui contenitori
scontri
6.1.1 Per contenitori da 20’ e da 40’, i dispositivi di rizzag-
5.4.1 Quando il fissaggio dei contenitori di una pila è gio devono essere tali che i carichi massimi su ciascun
effettuato per mezzo di rizze, deve essere tenuta in conside- telaio del contenitore, in kN, siano minori dei valori specifi-
razione la rigidezza sia delle rizze (vedere [5.5.1]), sia del cati in:
contenitore stesso (vedere [5.5.2]). • Fig 7 per il “racking” trasversale e longitudinale,
5.4.2 La tensione su ciascuna rizza può essere calcolata • Fig 8 per la compressione trasversale e verticale (in tale
imponendo l’uguaglianza tra lo spostamento del blocco figura, i contenitori ISO sono quelli definiti in accordo
d’angolo del contenitore cui è fissato un estremo della rizza con ISO 1496-1),
e l’allungamento della rizza stessa. • Fig 9 per la trazione trasversale e verticale.
5.4.3 I carichi risultanti sui contenitori e sui dispositivi di 6.1.2 Per contenitori aperti, il carico ammissibile nei lon-
fissaggio devono essere minori di o uguali a quelli ammissi- gheroni longitudinali deve essere minore di 75 kN in caso
bili specificati in [6]. di “racking”.
6.1.3 Per contenitori diversi da quelli da 20’ e 40’, i dispo- Figura 7 : Carichi trasversali e longitudinali ammissi-
sitivi di rizzaggio devono essere tali che i carichi massimi su bili per il “racking” per telai di contenitori da 20’ e 40’
ciascun telaio del contenitore, in kN, siano minori di:
• 2,25R per la compressione verticale, 100
150
• 0,5R per la trazione verticale.
dove R è uguale alla somma del carico massimo nel conte-
nitore e del peso proprio del contenitore stesso, in kN.
100 300
Figura 8 : Carichi trasversali e verticali ammissibili per la compressione per telai di contenitori da 20’ e 40’
848 ( contenitori ISO ) 450 ( contenitori non-ISO da 20’) 675 ( contenitori non-ISO da 40’)
Figura 9 : Carichi trasversali e verticali ammissibili 6.4 Tensioni ammissibili per guide cellulari
per la trazione per telai di contenitori da 20’ e 40’
6.4.1 Le tensioni locali agenti negli elementi delle guide
cellulari, delle travi trasversali e longitudinali e dei collega-
menti con le strutture dello scafo devono essere minori dei
200 seguenti valori:
• tensione normale: 150/k N/mm2,
250
• tensione tangenziale: 100/k N/mm2,
250 • tensione ideale di von Mises: 175/k N/mm2,
6.2 Carichi ammissibili per carichi indotti Figura 10 : Carichi ammissibili per i carichi indotti dai
dispositivi di rizzaggio sui blocchi d’angolo
dai dispositivi di rizzaggio sui blocchi
d’angolo
150
150
6.2.1 Le forze massime indotte dai dispositivi di rizzaggio
e agenti sui blocchi d’angolo dei contenitori devono essere
minori dei valori specificati, in kN, in Fig 10. 300
300
1.2.4 Impianto della posizione di riferimento: un impianto 1.3.3 L’impianto dei thrusters comprende:
che misura la posizione e l’orientamento dell’unità. • i thrusters con le unità di azionamento e gli impianti
ausiliari necessari comprese le tubolature
1.2.5 Mantenimento della posizione: mantenimento di • thrusters principali e timoni se questi sono sotto il
una posizione desiderata entro i normali limiti di funziona-
comando dell’impianto DP
mento dell’impianto di comando e controllo e delle condi-
zioni ambientali. • comandi elettronici dei thrusters
Perciò, viene considerata la compensazione attiva degli • comandi manuali dei thrusters, e
effetti dinamici dell’ambiente (onde, vento, corrente). • cavi associati e percorso dei cavi.
1.3.4 L’impianto di comando DP consiste di quanto segue: 1.4.4 La notazione addizionale facoltativa DYNAPOS
• impianto dei computer / impianto barra di comando, AM/AT può essere completata dai seguenti simboli:
impianto dei sensori • R, quando il posizionamento dinamico è provvisto di
• impianto di visualizzazione (pannelli per gli operatori) mezzi di ridondanza, come definito in [1.2.6]. In questo
caso, devono essere utilizzate le apparecchiature di
• autopilota classe 2, come da [3].
• impianto di posizione di riferimento, e • RS, quando in aggiunta la simbolo R, la ridondanza
• cavi associati e percorso dei cavi. viene realizzata utilizzando due impianti o mezzi alter-
nativi per realizzare una funzione fisicamente separata
come definito in [4.8.6]. Le apparecchiature di classe 3,
1.4 Notazioni di classe addizionali e facolta- come da [3] devono essere utilizzate per le installazioni
tive che devono ricevere i simboli RS.
1.4.1 La notazione DYNAPOS è completata da uno o più 1.4.5 Le notazioni summenzionate possono essere inte-
dei seguenti simboli addizionali facoltativi in accordo con grate da un numero ESKI che indica la capacità di una nave
le modalità di funzionamento dell’installazione: a mantenere la posizione (in percentuale di tempo) in deter-
a) SAM (modalità semi-automatica). Per mantenere la minate condizioni ambientali.
posizione è necessario l’intervento manuale dell’opera-
tore. 1.4.6 Abbinamento di un impianto DP con un
impianto di posizionamento per l’ormeggio
• L’impianto di comando e controllo delle installa-
Le presenti norme non comprendono l’abbinamento
zioni che ricevono la notazione SAM deve realiz-
dell’impianto di posizionamento dinamico con un impianto
zare la conversione automatica delle istruzioni
di posizionamento per l’ormeggio, nel cui caso deve essere
emesse dall’operatore nel comando dei thrusters.
eseguito dalla Società un esame speciale delle installazioni,
• L’impianto di comando e controllo deve indicare considerazioni tecniche su questo tipo di installazione sono
all’operatore la posizione e la rotta dell’unità. fornite in [4.1.4] per conoscenza.
Devono essere visualizzate le regolazioni di
comando e controllo. 1.4.7 La scelta pratica di una notazione di classe per il
• Il dispositivo a leva per il comando ed il controllo posizionamento dinamico è presieduta dalle seguenti linee
deve avere una ben definita posizione neutra (spinta direttive:
esclusa). • La notazione DYNAPOS SAM non è concessa ai
• Qualunque installazione per il posizionamento seguenti tipi di unità:
dinamico provvista di un comando automatico deve - unità di supporto all’attività subacquea
essere dotata inoltre di un comando di manovra
- unità posacavi e posatubi,
manuale in accordo con le prescrizioni della nota-
zione SAM. • alle navi appoggio dotate di installazioni destinate al
mantenimento della posizione in accosto alle unità di
b) AM (modalità automatica): il mantenimento della posi- lavoro offshore possono essere concesse le notazioni
zione è realizzato automaticamente. DYNAPOS SAM o DYNAPOS AM/AT.
c) AT (tracciamento automatico): l’unità viene mantenuta
lungo un percorso predefinito. 1.5 Sorveglianza delle installazioni durante
Nota 1: La notazione AM/AT utilizzata nella rimanente parte di la costruzione
questa sezione corrisponde a AM oppure ad AT.
1.5.1 Le installazioni costruite sotto sorveglianza speciale
1.4.2 Le installazioni che devono ricevere la notazione sono soggette a:
DYNAPOS AM/AT devono essere dotate di una unità di cal-
colo che comprenda, oltre al computer, un orologio di rife- • esame dei documenti con considerazione dei docu-
rimento e le periferiche per la visualizzazione e la stampa. menti specificati in [1.6],
Il tipo e le caratteristiche del computer devono soddisfare le • sorveglianza durante la fabbricazione e la prova dei
prescrizioni che riguardano le prestazioni in condizioni componenti eseguite nelle officine dei fornitori ed in
ambientali a discrezione della Società. cantiere,
• prove in bacino ed in mare alla presenza di un Tecnico
L’esecuzione del ciclo di calcolo deve essere controllato
della Società.
automaticamente. Qualsiasi guasto del computer deve
generare un allarme ottico ed acustico.
1.6 Documentazione da inviare
1.4.3 Per la notazione di classe DYNAPOS AM/AT, la
nave deve essere dotata di un comando automatico e di un 1.6.1 In aggiunta ai disegni ed alle specifiche richieste dai
comando manuale di riserva, di cui quest’ultimo sia equiva- Regolamenti per la Classificazione delle Navi e delle Piatta-
lente all’impianto di comando richiesto per la notazione forme Offshore, deve essere inviata la seguente documenta-
SAM. zione.
gruppo elettrogeneratore. L’analisi richiesta può essere rea- 3.1.3 Quando ad una nave DP viene assegnata una classe
lizzata o: delle apparecchiature, ciò significa che una nave DP è rite-
• mediante un modello matematico del comportamento nuta adatta a tutti i tipi di operazioni DP entro la classe
dell’unità, possibilmente associato con i risultati della dell’apparecchiatura assegnata e quelle inferiori.
prova in vasca, o
• sulla base di una esperienza di funzionamento prece- 3.2 Classi delle apparecchiature in relazione
dente acquisita su installazioni simili. alla singola avaria
3.2.1 Per il DYNAPOS AM/AT sono richieste apparecchia-
2.3 Modellizzazione e simulazione ture di classe 1. In questo caso, può avvenire una perdita
della posizione in caso di singola avaria.
2.3.1 Una simulazione degli spostamenti dell’unità in rela-
zione alle forze ambientali applicate è normalmente richie- 3.2.2 Per il DYNAPOS AM/AT R sono richieste apparec-
sta per l’assegnazione del simbolo R. chiature di classe 2. Non deve avvenire una perdita di posi-
zione in caso di singolo guasto in qualsiasi componente
2.3.2 La simulazione richiesta in [2.3.1] deve compren- attivo od impianto. Il criterio della singola avaria com-
dere la modellizzazione adatta di quanto segue: prende:
• forze ambientali, vento, • qualsiasi componente attivo od impianto (generatori,
• comportamento idrodinamico dell’unità, thrusters, quadri, valvole comandate a distanza, ecc.)
• azione dinamica dei thrusters, • qualsiasi componente normalmente statico (cavi, tubi,
valvole a comando manuale, ecc.) che non sono docu-
• anello di comando.
mentate in maniera appropriata rispetto alla protezione
I risultati della simulazione devono comprendere gli sposta- ed alla affidabilità.
menti dell’unità così come la determinazione della potenza
per ciascun caso preso in considerazione. 3.2.3 Per il DYNAPOS AM/AT RS sono richieste apparec-
chiature di classe 3. Non deve avvenire una perdita di posi-
Nota 1: La simulazione deve tenere in considerazione la risposta
zione nel caso di singola avaria in qualsiasi componente
dell’unità alle forze periodiche aventi valore medio positivo (onde,
vento, eventuali collegamenti esterni) che hanno con probabilità
attivo od impianto, come per la classe 2. In questo caso,
un certo effetto di risonanza sull’impianto dinamico composto una singola avaria comprende:
dall’unità insieme al suo impianto DP. • i punti elencati per la classe 2, e si assume che vada in
avaria qualsiasi componente normalmente statico
2.4 Analisi di rischio • tutti i componenti in ogni compartimento stagno, per
incendio o per allagamento
2.4.1 Può essere richiesta un’analisi di rischio qualitativa • tutti i componenti in ogni suddivisione tagliafuoco, per
dell’impianto DP per l’assegnazione dei simboli R ed RS. incendio o per allagamento. Per i cavi, vedere [6.1.3].
L’analisi deve essere eseguita in accordo col metodo
dell’albero delle avarie, all’analisi degli effetti dei modi di 3.2.4 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, un’azione sin-
avaria e della loro criticità FMECA, al diagramma a blocchi gola involontaria deve essere considerata come singola ava-
dell’affidabilità RBD o ad un metodo analogo. ria se tale azione è ragionevolmente probabile.
menti privi di ridondanza tra quelle con ridondanza e gli ad un impianto, almeno un altro impianto rimanga in fun-
impianti separati a patto che sia documentato che ciò arre- zione. L’impianto di potenza può essere fatto funzionare
chi un evidente vantaggio per la sicurezza, e che possa come un impianto unico, ma deve essere dotato di un con-
essere dimostrata e documentata la loro affidabilità a giuntore sbarre per separare automaticamente i due
discrezione della Società. Tali collegamenti devono essere impianti nel caso di avaria, per prevenire il trasferimento
tenute al minimo assoluto e quando in avaria lo devono dell’avaria da un impianto all’altro.
essere nella condizione di maggior sicurezza. L’avaria in un 4.2.5 (1/7/2002)
impianto non deve in alcun caso essere trasferita agli altri
Per le apparecchiature di classe 3, l'impianto di potenza
impianti ridondanti.
(generatori, sbarre principali, ecc.) deve essere separabile in
4.1.3 I componenti e gli impianti ridondanti devono essere due o più impianti tali che, in caso di avaria ad un
immediatamente disponibili e di tale capacità che il funzio- impianto, almeno un impianto rimanga in funzione.
namento DP possa essere mantenuto per un periodo tale L'impianto di potenza così separato deve essere ubicato in
che il lavoro in corso può essere terminato in modo sicuro. locali diversi separati da divisioni di classe A-60, o equiva-
Il trasferimento all’impianto od al componente ridondanti lenti.
deve essere automatico, per quanto possibile, e l’intervento Quando gli impianti di potenza sono ubicati al di sotto
dell’operatore deve essere tenuto al minimo. Il trasferi- della linea di galleggiamento di esercizio, la separazione
mento deve essere graduale ed entro limitazioni di funzio- deve essere anche stagna. I congiuntori sbarre devono
namento accettabili. essere aperti durante il funzionamento delle apparecchia-
ture di classe 3.
4.1.4 Quando è associato con apparecchiature per il posi-
zionamento dell’ancoraggio e quando tale impianto è uti- 4.2.6 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, si applicano le
lizzato per coadiuvare il posizionamento dinamico seguenti prescrizioni:
principale in particolari circostanze di funzionamento, per
a) la potenza disponibile per il mantenimento delle posi-
esempio in vicinanza di una piattaforma offshore, tale
zione deve essere sufficiente a mantenere la nave in
impianto deve essere progettato in modo tale da comandare
posizione dopo il peggior caso di avaria di cui in
a distanza la lunghezza e la tensione delle singole catene di
[3.2.1].L’impianto automatico di gestione deve essere in
ancoraggio.
grado di:
Deve essere eseguita l’analisi delle conseguenze della rot-
• consentire una rapida alimentazione di potenza
tura della catena d’ancoraggio od il guasto del thruster in
attiva alle utenze in tutte le condizioni di funziona-
accordo con la situazione di funzionamento.
mento comprese le avarie ai generatori od il cam-
biamento della configurazione dei thrusters,
4.2 Impianti di potenza
• controllare le sorgenti di energia ed informare l’ope-
4.2.1 Gli impianti elettrici devono soddisfare le prescri- ratore sui cambiamenti della configurazione deside-
zioni applicabili dei Regolamenti per la Classificazione rata come l’avviamento o l’arresto di generatori,
della Navi, così come quelle per la Costruzione e la Classi- • intervenire con una commutazione automatica di
ficazione delle Piattaforme Offshore, in particolare per i un gruppo elettrogeneratore in caso di rivelazione di
seguenti punti: un’avaria,
• condizioni generali • questo richiede una capacità principalmente appli-
• impianti di alimentazione di energia cata alle normali condizioni di funzionamento.
Deve essere possibile mantenere un bilanciamento
• macchinari elettrici rotanti
appropriato tra la richiesta di energia e la configura-
• trasformatori zione di generazione di energia, al fine di ottenere
• quadri un funzionamento efficiente con riserve sufficienti
• cavi elettrici per evitare la mancanza totale di energia elettrica,
• batterie elettriche • limitazione dell’energia assorbita, appropriati dispo-
sitivi devono consentire la riduzione automatica di
• raddrizzatori
richiesta di energia in caso di emergenza.
• apparecchiature elettroniche
b) Per i simboli R o RS deve essere prevista una ridon-
• frizioni e freni elettromagnetici, con particolare consi-
danza od una affidabilità adeguata dell’impianto di
derazione alle norme applicabili per l’impianto di pro-
gestione della potenza.
pulsione elettrica, vedere Parte C, Cap 2, Sez 14.
c) Inoltre, possono essere richiesti i seguenti provvedi-
4.2.2 L’impianto di potenza deve avere una tempo di menti:
risposta adeguato ai cambiamenti della richiesta di energia. • valutazione dei criteri di priorità per l’esclusione dei
carichi
4.2.3 Per le apparecchiature di classe 1, l’impianto di
potenza non necessita della ridondanza. • adatta limitazione automatica di potenza. Per esem-
pio, può essere richiesta una gradazione per consen-
4.2.4 Per le apparecchiature di classe 2, l’impianto di tire la realizzazione sicura di funzioni essenziali
potenza (generatori, sbarre principali, ecc.) deve essere prima dell’apertura degli interruttori automatici.
separabile in due o più impianti tali che, in caso di avaria Possono essere adeguatamente attuati tagli propor-
zionali: sgancio dei raddrizzatori statici, limiti al 4.4 Impianto dei thrusters
comando dei thrusters, ecc,
4.4.1 La progettazione e la costruzione dei thrusters deve
• la limitazione proporzionale deve attivare un dispo- soddisfare le prescrizioni applicabili dei Regolamenti per la
sitivo di avvertimento. Devono essere predisposti Costruzione e la Classificazione delle navi in acciaio o
meccanismi di intervento ad esclusione a disposi- delle Piattaforme Offshore.
zione dell’operatore, 4.4.2 Le prescrizioni di questa sezione si applicano ai
• attuazione di ritardi adeguati nel collegamento dei thrusters ad assi fissi od orientabili utilizzanti propulsori a
pale fisse od orientabili installati al di sotto dello scafo ed ai
carichi delle utenze in modo da abilitare fonti di
thrusters intubati. L’utilizzo di altri tipi di thrusters (propul-
energia addizionali o l’esclusione dei carichi. sori cicloidali per esempio) sarà oggetto di un esame parti-
colare.
4.3 Controllo della produzione di elettricità e 4.4.3 I motori elettrici che azionano i thrusters devono
della propulsione essere approvati. L’utilizzo di altri tipi di motori primi per i
thrusters come ad esempio un accoppiamento diretto a
4.3.1 Come regola generale, il livello di controllo dei motori diesel o a motori oleodinamici sarà oggetto di un
generatori elettrici, dei loro motori primi e delle apparec- esame particolare da parte della Società.
chiature per l’alimentazione di energia, dei motori diesel di 4.4.4 Gli impianti della propulsione elettrica devono sod-
propulsione, della propulsione elettrica devono essere disfare le prescrizioni di Parte C, Cap 2, Sez 14.
almeno in accordo con le prescrizioni della notazione addi-
4.4.5 Per l’assegnazione del simbolo R, si richiama l’atten-
zionale di classe AUT CCS. Per le installazioni a cui è stata
zione sulle prescrizioni di cui in [3.2.2].
assegnata la notazione DYNAPOS AM/AT RS, potrebbero
dover contemplare le prescrizioni per le notazioni AUT 4.4.6 Gruppo di continuità (U.P.S.)
UMS o AUT IMS. Per il DYNAPOS SMA e il DYNAPOS AM/AT, deve essere
previsto un gruppo di continuità per il comando e controllo
4.3.2 Se viene considerata la possibilità di integrare della potenza e dell’impianto di propulsione definito sopra.
l’impianto di posizionamento dinamico e l’impianto di Riguardo l’impianto con i simboli R e RS, il numero dei
gruppi di continuità deve essere in accordo con il risultato
automazione, deve essere inviata alla Società la configura-
dell’analisi FMEA. A meno che non sia altrimenti giustifi-
zione dell’impianto computerizzato utilizzata. Inoltre, cato, devono essere previsti due gruppi di continuità per il
devono essere documentate ed incluse nell’analisi FMEA le simbolo R. Per il simbolo RS, devono essere installati due
conseguenze di un’avaria alla rete di comunicazione e gruppi di continuità, uno dei quali ubicato in un locale
delle unità di regolazione programmabile incluse diverso.
nell’impianto.
Tabella 1 : Configurazione dell’impianto per l’alimentazione principale di potenza e per gli impianti di propulsione
Classe dell’apparecchia-
Nessuna prescrizione 1 2 3
tura
Notazione di Classe SAM AM/TA AM/TA R AM/AT RS
DYNAPOS
Impianto di distribu- Nessuna ridondanza Nessuna ridondanza Ridondanza Ridondanza in locali
zione separati
Generatori elettrici Numero minimo di Numero minimo di Ridondanza Ridondanza in locali
generatori vedere (1) generatori vedere (1) separati
Quadro principale 1 1 1 con congiuntore 2 sbarre normalmente
2 circuiti equamente aperti ubicati in locali
distribuiti separati
Propulsione elettrica Almeno un thruster azi- Almeno un propulsore Ridondanza Ridondanza in locali
mutale azionato da un azionato da un motore separati
motore elettrico elettrico
Thrusters azionati da almeno un thruster almeno un thruster Ridondanza Ridondanza in locali
motori diesel separati
Impianto di gestione Nessuna ridondanza Nessuna ridondanza Ridondanza Ridondanza in locali
della potenza separati
(1) Riguardo la propulsione elettrica per un numero minimo di generatori, deve essere considerato che deve essere previsto un
generatore di riserva per mantenere la continuità dell’alimentazione elettrica nel caso di avaria al generatore in servizio.
4.5 Comando e controllo dei thrusters zionando correttamente. Le informazioni necessarie al fun-
zionamento in sicurezza dell’impianto DP devono essere
4.5.1 Generalità sempre visibili. Altre informazioni devono essere disponi-
Le seguenti prescrizioni si applicano al comando ed al con- bili su richiesta dell’operatore.
trollo dei thrusters.
4.7.3 Gli impianti di visualizzazione e la postazione di
4.5.2 Il comando ad anello chiuso del passo dell’azimut, e comando e controllo DP in particolare, devono essere
della velocità di rotazione dei thrusters deve essere fornita basate su sani principi ergonomici. L’impianto di comando
da un regolatore. I segnali di retroazione devono essere for- e controllo DP deve essere dotato di una facile selezione
niti da sensori indipendenti collegati al dispositivo coman- delle modalità di comando, cioè manuale, barra di
dato. comando, o comando al computer dei thrusters, e la moda-
lità attiva deve essere chiaramente visualizzata. I seguenti
4.5.3 Il regolatore deve incorporare le caratteristiche per principi si applicano all’impianto di visualizzazione:
evitare i comandi che con probabilità sovraccaricherebbero
i riduttori meccanici od i motori primi. E’ preferibile che il • segregazione delle apparecchiature ridondanti per
comando venga realizzato utilizzando misure di potenza ridurre la possibilità che avvenga un’avaria in modalità
attiva. di funzionamento comune,
• facilità di accesso per scopi di manutenzione,
4.5.4 I thrusters devono essere in grado di essere arrestati
• protezione contro gli effetti avversi provocati
facilmente.
dall’ambiente e dai disturbi elettrici ed elettromagnetici.
4.6 Controllo e protezione dei thrusters 4.7.4 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, i comandi
dell’operatore devono essere progettati in modo tale che
4.6.1 Deve essere previsto il controllo dei thrusters per nessuna singola azione involontaria sul pannello dei
mezzo di una unità di regolazione. Il controllo dei thrusters comandi possa portare ad una condizione critica.
deve abilitare:
• la rivelazione dei guasti delle apparecchiature, 4.7.5 Gli allarmi e gli avvertimenti per le avarie degli
• il controllo della correlazione tra i valori impostati e impianto interfacciati con e/o comandati da un impianto di
quelli reali dei parametri di comando e controllo. comando e controllo DP devono essere ottici ed acustici.
Deve essere prevista una registrazione permanente del loro
I seguenti parametri devono essere controllati con regola- verificarsi e dei cambiamenti dello stato insieme a qualsiasi
rità: spiegazione necessaria. L’elenco degli allarmi è fornita per
• stato dei thrusters (in servizio/fuori servizio), conoscenza in Tab 3.
• passo, velocità di rotazione, azimut,
4.7.6 L’impianto di comando e controllo DP deve impe-
• livello di carico dei thrusters,
dire che le avarie vengano trasferite da un impianto
• temperatura degli avvolgimenti statorici dei motori elet- all’altro. I componenti ridondanti devono essere sistemati in
trici, modo tale che l’avaria di un componente possa essere iso-
• temperatura dei cuscinetti principali (eccetto quelli del lata e l’altro componente attivato.
tipo a rulli),
• temperatura e pressione dell’olio lubrificante e del 4.7.7 Deve essere possibile comandare e controllare
fluido oleodinamico. manualmente i thrusters, per mezzo di barre di comando
singole e barre di comando in comune, nel caso di avaria
4.6.2 Un’avaria dell’impianto di thrusters, compreso il all’impianto di comando e controllo.
passo, l’azimut od il comando di velocità deve generare un
allarme, e non deve fare ruotare il thruster o portare ad un 4.7.8 Il software deve essere prodotto in accordo con uno
passo pieno o ad una velocità incontrollati. standard di qualità internazionale appropriato riconosciuto
dalla Società.
4.6.3 I provvedimenti per l’arresto automatico di un thru-
ster devono essere limitati a circostanze che possano por- 4.7.9 Per quanto riguarda le postazioni di comando e con-
tare a danni immediati dell’impianto e devono essere inviati trollo, devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni:
all’approvazione. • quando sono previste più postazioni di comando e con-
trollo, deve essere possibile il comando ed il controllo
4.7 Impianto di comando DP da una postazione soltanto per volta, devono essere pre-
visti dispositivi adeguati di interblocco, e deve essere
4.7.1 In generale, l’impianto di comando DP deve essere visualizzata a ciascuna postazione di comando e con-
sistemato in una postazione di comando e controllo DP trollo l’indicazione della postazione in comando;
dove l’operatore goda di una buona visibilità dei limiti
• gli impianti di allarme e di comando e controllo che
esterni della nave e dell’area circostante.
riguardano la stessa funzione devono essere raggruppati
4.7.2 La postazione di comando e controllo DP deve insieme (impianto di riferimento della posizione, pro-
visualizzare le informazioni provenienti dall’impianto di pulsione, generazione di energia);
potenza, l’impianto dei thrusters, e l’impianto di comando e • quando attivazioni involontarie dei comandi possono
controllo DP deve assicurare che questi impianti stiano fun- mettere a rischio la sicurezza dell’unità, tali comandi
devono essere protetti (custodie, doppio azionamento o ubicato in un locale separato per mezzo di una divisione di
altri dispositivi o procedure equivalenti); classe A-60 dalla postazione di comando e controllo DP
• deve essere prevista una attrezzatura di comunicazione principale. Durante il funzionamento DP, questo impianto
rice-trasmittente, indipendente dell’impianto generale di comando di riserva deve essere aggiornato con conti-
dell’unità, tra la postazione principale di comando e nuità attraverso l’ingresso di segnali dai sensori, l’impianto
controllo ed i seguenti locali: plancia, locale macchine di riferimento della posizione, la retroazione dai thrusters,
e postazioni di comando e controllo delle macchine, ecc., e deve essere pronto per prendere il comando. La
altre postazioni di comando e controllo, locali alloggio commutazione dall’impianto di comando all’impianto di
dell’ufficiale responsabile, altre ubicazioni di comando riserva deve essere manuale, e può essere effettuata sia
e controllo specifiche per i compiti dell’unità. dall’impianto di comando e controllo principale che da
quello di riserva. Questo accade quando l’impianto princi-
pale è affetto da avaria, incendio od esplosione all’impianto
4.8 Computer di comando DP principale.
4.8.1 Per le apparecchiature di classe 1, l’impianto di
4.8.7 Deve essere previsto un gruppo di continuità (U.P.S)
comando DP non necessità della ridondanza. per ciascun impianto DP a computer per assicurare che cia-
scuna avaria all’alimentazione non interferisca con più di
4.8.2 Per le apparecchiature di classe 2 (simbolo R),
un computer. La capacità della batteria del gruppo di conti-
l’impianto di comando DP deve consistere di almeno due
nuità deve garantire un minimo di 30 minuti di funziona-
impianti di computer indipendenti. I servizi comuni come
mento a seguito di un’avaria all’alimentazione principale.
l’autodiagnosi, il trasferimento di dati, e le interfacce
dell’impianto non devono essere in grado di causare l’ava-
4.8.8 Per l’impianto di comando e controllo dell’impianto
ria di entrambi/tutti gli impianti.
di posizionamento dinamico a computer, deve essere dimo-
strato che l’impianto di comando e controllo funziona in
4.8.3 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS),
maniera appropriata nelle condizioni ambientali prevalenti
l’impianto di comando DP deve consistere di almeno due
impianti di computer indipendenti con servizi di autodia- a bordo delle navi e sulle piattaforme offshore. A questo
scopo, gli impianti di comando e controllo DP devono
gnosi e di allineamento. I servizi comuni come l’autodia-
essere sottoposti alle prove ambientali definite in Parte C,
gnosi, il trasferimento di dati, e le interfacce dell’impianto
non devono essere in grado di causare l’avaria di Cap 3, Sez 6, con una particolare considerazione per le
E.M.I. (interferenze elettromagnetiche).
entrambi/tutti gli impianti. Inoltre, dovrebbe essere siste-
mato un sistema di comando DP di riserva. Dovrebbe
essere generato un allarme se qualsiasi computer va in ava- 5 Impianti di riferimento della posi-
ria o non è in grado di prendere il comando. zione
4.8.4 Per le apparecchiature di classe 2 (simbolo R) e 3
(simbolo RS), l’impianto di comando DP deve comprendere 5.1 Generalità
una funzione software, conosciuta normalmente come
“analisi delle conseguenze”, che verifica con continuità che 5.1.1 Come regola generale, una installazione per il posi-
la nave rimanga nella posizione persino se accade il peg- zionamento dinamico deve comprendere almeno due
gior caso di avaria. Tale analisi deve verificare che i thru- impianti di riferimento indipendenti.
sters rimasti in funzione dopo il verificarsi del peggior caso • per l’assegnazione della notazione SMA è richiesto un
di avaria possano generare la medesima intensità ed il impianto di riferimento;
medesimo momento risultante di spinta come richiesto • per le apparecchiature di classe 2 e 3, devono essere
prima dell’avaria. L’analisi delle conseguenze deve preve- installate e simultaneamente disponibili all’impianto di
dere un allarme se il verificarsi del peggior caso di avaria comando e controllo DP durante il funzionamento
potrebbe portare alla perdita della posizione a causa di una almeno tre impianti di riferimento della posizione;
spinta insufficiente per le condizioni ambientali prevalenti.
• gli impianti di riferimento della posizione devono essere
Per le operazioni per le quali ci vuole un lungo lasso di
scelti con la dovuta considerazione alle prescrizioni per
tempo per terminare in condizioni di sicurezza, l’analisi
il funzionamento, sia con riguardo alle limitazioni cau-
delle conseguenze deve comprendere una funzione, basata
sate dalla modalità di spiegamento che alle prestazioni
sull’inserimento manuale della tendenza delle condizioni
aspettate nella situazione di lavoro;
atmosferiche, che simula la spinta e la potenza che rimane
dopo il verificarsi del peggior caso di avaria. • quando sono richiesti due o più impianti di riferimento
della posizione, essi non devono essere dello stesso
4.8.5 Gli impianti di computer ridondanti devono essere tipo, ma basati su principi differenti ed adeguati per le
dotati del trasferimento automatico del comando dopo che condizioni di funzionamento.
è stato rivelato un’avaria in uno degli impianti di computer.
Il trasferimento automatico del comando da un impianto di 5.1.2 Come regola generale, l’impianto deve consentire
computer ad un altro deve essere graduale, ed entro limita- una regolazione graduale e reciproca dei segnali di ingresso
zioni accettabili del funzionamento. provenienti dai vari impianti di riferimento della posizione
ed il trasferimento tra i riferimenti deve avvenire senza
4.8.6 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), sbalzi improvvisi. Altre sistemazioni saranno oggetto di par-
l’impianto di comando e controllo DP di riserva deve essere ticolari considerazioni da parte della Società. E’ preferibile
che la commutazione avvenga automaticamente in caso di rati dal movimento dell’unità (rollio, beccheggio), deve
avaria dell’impianto di riferimento in uso. essere effettuata una correzione della posizione. A tale
scopo, deve essere prevista una unità di riferimento verti-
5.1.3 Devono essere resi disponibili per il personale di cale con appropriate caratteristiche riguardo alla precisione
bordo rapporti meteorologici adeguati al funzionamento della misura di posizione desiderata. Il VRS deve essere
dell’unità. duplicato per l’assegnazione del simbolo R.
in caso di rottura del cavo della linea di connessione, 5.5.4 Quando in una apparecchiatura di classe 2 o 3 (per i
corto circuito o basso isolamento. simboli R e RS), l’impianto di comando DP dipende com-
• I segnali di ingresso dai sensori simultaneamente in uso pletamente dai segnali corretti provenienti dai sensori della
devono essere comparati per rivelare diversità tra loro. nave, questi segnali devono essere basati su tre impianti che
• Qualsiasi guasto della commutazione automatica tra i servono allo stesso scopo (cioè, ciò significa che si devono
sensori deve attivare allarmi ottici ed acustici nella installare almeno tre girobussole).
postazione di comando e controllo.
• I sensori per le apparecchiature di classe 2 e 3, sensori 5.5.5 Orientamento
utilizzati per li stesso scopo, collegati ad impianti ridon- Per il DYNAPOS SAM deve essere prevista una girobussola
danti devono essere sistemati in maniera indipendente o un’altra unità di misurazione dell’orientamento di preci-
in modo tale che un guasto di uno di essi non influenzi sione equivalente. Per l’assegnazione della notazione
gli altri. DYNAPOS AM/AT, sono richieste due girobussole o altri
• Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), un sen- sensori di precisione equivalente. Per il DYNAPOS AM/AT
sore di ciascun tipo deve essere collegato direttamente R o RS vedere [5.5.4] e Tab 2.
all’impianto di comando di riserva e separato dagli altri
sensori per mezzo di una divisione di classe A 60. 5.5.6 La velocità e la direzione del vento devono essere
• Quando in una apparecchiatura di classe 2 o 3 (per i registrate per mezzo di sensori adeguatamente posizionati,
simboli R e RS), l’impianto di comando e controllo DP essendo state fatte le dovute considerazioni sull’influenza
dipende completamente dai segnali corretti provenienti delle sovrastrutture.
dai sensori della nave, questi segnali devono essere
basati su tre impianti che servono allo stesso scopo 5.5.7 Gli allarmi da azionare e le indicazioni da visualiz-
(cioè, ciò significa che si devono installare almeno tre zare sono indicate in Tab 3. Tale elenco è dato per cono-
girobussole). scenza e può essere completato prendendo in
considerazione la configurazione dell’installazione. Tale
5.5.3 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), un elenco non comprende gli allarmi che sono richiesti per
sensore di ciascun tipo deve essere collegato direttamente una notazione automatizzata concessa all’unità.
all’impianto di comando di riserva e separato dagli altri sen-
sori per mezzo di una divisione di classe A 60.
Tabella 2 : Configurazione per gli impianti di riferimento, i sensori della nave ed i computer
Nessuna prescri-
Classe delle apparecchiature 1 2 3
zione
Notazione di classe SAM AM/AT AM/AT R AM/AT RS
DYNAPOS
Numero dei computer di 1 1 2 3, uno di loro collegato ad
comando una postazione di comando
e controllo di riserva
Comando manuale a barra
di comando con rotta Può essere previsto Si (1) (1)
automatica
Un solo uomo che fa funzio-
nare l’impianto DP Si Si Si Si
Impianto di riferimento della 1 2 3 3, uno di loro collegato ad
posizione una postazione di comando
e controllo di riserva
Impianto di riferimento verti- 1 2 2 2, uno di loro collegato ad
cale una postazione di comando
e controllo di riserva
Sensori del vento 1 2 2 2, uno di loro collegato ad
una postazione di comando
e controllo di riserva
Giro bussole 1 2 2 3, uno di loro collegato ad
una postazione di comando
e controllo di riserva
(1) Non richiesto
6.2.4 L’integrità dello scafo non deve essere influenzata • elenco di controllo “posizione”, vedere [7.1.2],
negativamente dall’installazione dei propulsori, in partico- • elenco di controllo “guardia”, vedere [7.1.3],
lare dove sono previsti propulsori retrattili o intubati. • istruzioni per il funzionamento DP, vedere [7.1.4],
6.2.5 I thrusters prodieri devono essere ubicati a poppa- • procedure e prove iniziali e periodiche (5 anni), vedere
via della paratia di collisione. [8],
6.2.6 L’impianto dei thrusters deve essere provvisto di una • procedure e prove annuali, vedere [8],
adeguata spinta longitudinale e laterale e di un momento di • esempio di procedure e prove dopo le modifiche e le
imbardata per il comando dell’orientamento. non-conformità, vedere [8].
7.1.6 I rapporti delle prove e le registrazioni delle modifi- 9.1.2 Tale ESKI indica la capacità della nave a mantenere
che o equivalenti devono essere tenute a bordo e rese la posizione (in percentuale di tempo) in determinate con-
disponibili durante le ispezioni periodiche. dizioni ambientali.
8.1.1 L’ispezione in officina degli elementi soggetti alla 9.2.2 Per navigazione illimitata, deve essere utilizzato un
classe deve essere condotta a discrezione del Tecnico, in gruppo di standard Condizioni Ambientali nel Mare del
accordo con il programma approvato in precedenza. Nord.
8.1.2 Le prove dei thrusters e degli impianti elettrici 9.2.3 Per navigazione limitata, deve essere considerata
devono essere condotte in accordo con le prescrizioni per una distribuzione a lungo termine delle condizioni ambien-
la propulsione elettrica di cui in Parte C, Cap 2, Sez 14. tali prevalenti quando la nave si trova in condizioni opera-
tive.
8.2 Prove a bordo
9.3 Valutazione delle condizioni di ESKI
8.2.1 Prima che una nuova installazione sia messa in ser-
vizio e dopo ogni modifica di una installazione esistente, 9.3.1 L’ESKI indica le condizioni ambientali consentite per
devono essere eseguite prove in porto ed in mare per verifi- tre configurazioni dell’impianto:
care il corretto funzionamento e le prestazioni • con tutti i thruster in funzione
dell’impianto DP.
• con una singola avaria
8.2.2 Il programma di queste prove deve essere inviato • con la singola avaria più critica.
preventivamente alla Società.
9.3.2 L’ESKI riflette la capacità di mantenere la posizione
8.2.3 Tali prove devono verificare in particolare quanto con l’orientamento più sfavorevole.
segue:
9.3.3 Le forze ambientali (vento, carichi di deriva d’onda e
• il corretto funzionamento di tutte le apparecchiature
di corrente) e la spinta devono essere valutate attraverso
• l’efficienza di schermatura di tutte le fonti di interfe- prove in galleria a vento o col modello in vasca o altri
renze elettriche ed elettromagnetiche metodi riconosciuti.
• il corretto funzionamento degli allarmi
9.4 Documentazione da inviare
• il corretto funzionamento delle sistemazioni per la com-
mutazione. 9.4.1 Per ottenere l’ESKI deve essere inviata la seguente
documentazione:
8.2.4 Le prove devono essere realizzate per verificare il
funzionamento appropriato dell’impianto in caso di singola • sistemazioni generali (comprese le strutture del ponte)
avaria (regolatore, impianto per il riferimento della posi- • piano di costruzione
zione, girobussola, alternatore, trhusters, ecc.), e nel caso
della peggiore delle avarie. • condizioni ambientali di progetto
• documentazione della distribuzione a lungo termine
8.2.5 Le prove in mare devono avere una durata suffi- delle condizioni ambientali (navigazione limitata)
ciente per confermare il funzionamento soddisfacente.
• risultati delle prove in vasca ed in galleria a vento
8.2.6 Il rapporto finale delle prove in bacino ed in mare • particolari dei carichi di deriva d’onda sulla nave o
deve essere inviato per conoscenza. sull’unità
• particolari del carico di corrente sulla nave o sull’unità
9 Indice di mantenimento della posi- • particolari sulla sistemazione dei thruster
zione ambientale ESKI • particolari sulla potenza della spinta (compresa la distri-
buzione polare della spinta in funzione dell’orienta-
9.1 Definizioni mento con entrambi i thruster integri sia in modalità di
avaria ad un thruster). Ciò deve prendere in considera-
zione l’interazione tra i thruster, tra i thruster e lo scafo,
9.1.1 Un indice di mantenimento della posizione ambien-
tra i thruster e la corrente
tale (ESKI) può essere associato a ciascuna notazione di
classe definita in [1.4.2] e [1.4.4]. • logica di gestione dei thruster.
Tabella 1
N. A/I Documento
2 A Disegno schematico dei sistemi di misura del livello e controllo rigurgito comprendenti:
• fabbricante e tipo delle apparecchiature impiegate
• piano dell’ubicazione delle zone pericolose
• sistemazione dell’impianto elettrico in zone pericolose a causa di gas/vapori e certificati di sicurezza per le
apparecchiature elettriche per cui è previsto l’impiego in zone pericolose
• schemi elettrici relativi all'alimentazione dell’impianto di allarme
• schemi elettrici relativi ai circuiti a sicurezza intrinseca
• ecc.
3 A Disegni schematici della tubolatura sfogo gas contenente tutti i dati necessari per verificare la capacità di scarico
delle valvole di pressione/depressione delle cisterne del carico
4 I Calcoli delle perdite di carico, in funzione delle portate di travaso dalle cisterne più lontane al collegamento
vapori della nave, incluse eventuali manichette
5 I Calcoli del tempo disponibile tra l'entrata in funzione dell'allarme del sistema di controllo rigurgito e il rigurgito
stesso, da effettuare per ciascuna cisterna alla massima portata di caricazione
6 A Manuale di istruzioni
7 I Informazioni relative ai dispostitivi resistenti alle detonazioni, solo qualora sia richiesta per la nave la notazione
particolare TRANSFER, contenenti l'indicazione del fabbricante, il tipo del dispositivo impiegato e la documen-
tazione delle prove di accettazione eventualmente effettuate
2.1.6 Prevenzione delle interferenze fra l’impianto 2.2 Collettore dei vapori del carico
di raccolta dei vapori e l’impianto di gas
inerte
2.2.1 Valvola d’intercettazione
L'impianto di convogliamento dei vapori non deve interfe-
rire con il corretto funzionamento del sistema di sfogo gas a) Deve essere prevista una valvola d'intercettazione
delle cisterne del carico. Tuttavia l'impianto di convoglia- manovrabile manualmente in corrispondenza del colle-
mento dei vapori può essere parzialmente comune con la gamento vapori della nave.
tubolatura di sfogo gas e/o con la tubolatura dell'impianto b) La valvola deve avere un indicatore che indichi in modo
di gas inerte. chiaro se la valvola è aperta o chiusa, a meno che la
posizione della valvola non possa essere prontamente
2.1.7 Flange determinata dalla posizione della leva o dell'asta di
comando della valvola stessa.
a) La sistemazione dei fori per le viti nelle flange di colle-
gamento delle tubolature dei vapori al terminale deve
essere secondo quanto indicato nella Tab 2. 2.2.2 Marcatura
Il collettore dei vapori deve essere:
b) Ciascuna flangia d’accoppiamento deve avere prigio-
nieri permanentemente collegati di diametro uguale a • per il tratto terminale di 1 m, pitturato con bande
12,7 mm. estendentesi per almeno 25,4 mm dalla fac- rossa/gialla/rossa, con le bande rosse di 0,1 m di lar-
cia della flangia. ghezza e la banda gialla di 0,8 m di larghezza;
c) I prigionieri devono essere sistemati sulla faccia esterna • marcato con la scritta “VAPOUR” (VAPORI DEL
della flangia in corrispondenza della linea delle viti a CARICO) in lettere nere di altezza pari ad almeno 50
metà distanza fra i fori per due viti consecutive. mm.
Diametro nomi- Diametro esterno Diametro del cir- Diametro dei fori
Diametro delle viti
nale del tubo della flangia colo delle viti delle viti Numero delle viti
(mm)
(mm) (mm) (mm) (mm)
≤ 12.70 88.90 60.45 15.75 12.70 4
≤19.05 98.55 69.85 15.75 12.70 4
≤25.40 107.95 79.25 15.75 12.70 4
≤31.75 117.35 88.90 15.75 12.70 4
≤38.10 127.00 98.55 15.75 12.70 4
≤50.80 152.40 120.65 19.05 15.87 4
≤63.50 177.80 139.70 19.05 15.87 4
≤76.20 190.50 152.40 19.05 15.87 4
≤88.90 215.90 177.80 19.05 15.87 8
≤101.60 228.60 190.50 19.05 15.87 8
≤127.00 254.00 215.90 22.35 19.05 8
≤152.40 279.40 241.30 22.35 19.05 8
≤203.20 342.90 298.45 22.35 19.05 8
≤254.00 406.40 361.95 25.40 22.22 12
≤304.80 482.60 431.80 25.40 22.22 12
≤355.60 533.40 476.25 28.45 25.40 12
≤406.40 596.90 539.75 28.45 25.40 16
≤457.20 635.00 577.85 31.75 28.54 16
≤508.00 698.50 635.00 31.75 28.57 20
≤609.60 749.3 749.30 35.05 31.75 20
2.3 Manichette per i vapori del carico che dette valvole non siano progettate in modo tale che
il vapore possa essere scaricato ad una velocità non
2.3.1 Manichette minore di 30 m/s.
Ciascuna manichetta impiegata per convogliare i vapori del
carico deve: 3 Strumentazione
• essere progettata per una pressione di scoppio di
almeno 0,175 MPa; 3.1 Indicatori di livello delle cisterne del
• avere una pressione di esercizio massima ammissibile di carico
almeno 0,035 MPa;
• essere in grado di resistere al vuoto di almeno 0,014 3.1.1 Ciascuna cisterna del carico collegata ad un
MPa senza collassare o strozzarsi; impianto di convogliamento dei vapori deve essere munita
• essere elettricamente continua con una resistenza mas- di un dispositivo di indicazione del livello che:
sima di 10000 Ω; • sia del tipo chiuso, tale cioè da non richiedere di met-
• essere resistente all'abrasione ed alla piegatura; tere la cisterna in contatto con l'atmosfera durante il tra-
vaso del carico;
• avere ciascun tratto terminale, per la lunghezza di 1 m,
contrassegnato come indicato nel precedente punto • permetta all'operatore di misurare qualsiasi livello di
[2.2.2]; liquido in cisterna;
• avere flange di collegamento in accordo con [2.1.7]. • indichi il livello del liquido in cisterna nella posizione
dalla quale viene controllato il travaso del carico;
2.3.2 Sistema di movimentazione delle manichette • se portatile, rimanga installato sulla cisterna per tutta la
Il sistema di movimentazione delle manichette per i vapori durata delle operazioni di travaso.
del carico deve essere munito di appoggi che diano un ade-
guato supporto per prevenire piegature o collasso delle 3.2 Allarmi di alto livello delle cisterne del
manichette stesse. carico
travaso del carico di arrestare il travaso stesso prima che di istruzioni di funzionamento scritte relative al partico-
avvenga un rigurgito di carico. lare impianto installato sulla nave.
b) Tale allarme deve essere identificato con la scritta b) Le dette istruzioni devono contenere lo scopo e i prin-
"OVERFILL ALARM" (ALLARME RIGURGITO) e deve cipi di funzionamento dell'impianto di controllo della
dare un segnale ottico ed acustico che possa essere emissione dei vapori e le informazioni necessarie per il
visto e udito dalla posizione dalla quale è controlato il corretto utilizzo delle apparecchiature impiegate e dei
travaso del carico e nella zona del carico in coperta. rischi relativi al loro impiego. Inoltre tali istruzioni
devono fornire le informazioni necessarie per il corretto
3.3.2 Caratteristiche degli allarmi utilizzo delle procedure operative, contenere le
sequenze di collegamento delle tubolature, le proce-
L’allarme rigurgito deve:
dure di inizio operazioni, le procedure in condizioni
• essere indipendente sia dall’allarme d’alto livello normali e in condizioni di emergenza.
(vedere [3.2.1]) che dagli indicatori di livello (vedere
[3.1]); 4.2 Contenuto
• azionare un allarme in caso di mancanza di energia
all’impianto d’allarme o avaria al circuito elettrico che 4.2.1 Le istruzioni suddette devono contenere:
alimenta i sensori nella cisterna. a) lo schema diagrammatico della tubolatura dell'impianto
• essere in grado di poter provare in corrispondenza della di convogliamento dei vapori con l'indicazione della
cisterna il suo corretto funzionamento prima di cia- posizione di tutte le valvole, dispositivi di controllo, val-
scuna operazione di travaso, o il sistema stesso deve vole di sicurezza pressione/vuoto, indicatori di pres-
contenere un dispositivo elettronico di auto-diagnostica sione, dispositivi tagliafiamma e dispositivi resistenti
che indichi la condizione dei circuiti e dei sensori di alle detonazioni, se installati;
allarme. b) la massima portata di travaso ammissibile per ciascun
gruppo di cisterne del carico, aventi la stessa tubolatura
3.4 Allarmi di alta e bassa pressione dei di sfogo gas, determinata come il minore fra i valori di
cui ai seguenti punti:
vapori del carico
1) l'80% della capacità totale di scarico delle valvole
3.4.1 Allarmi di sicurezza contro la sovrappressione dell’impianto
di sfogo gas delle cisterne del carico;
Ciascun impianto di convogliamento dei vapori deve essere
munito di uno o più misuratori di pressione che rilevi la 2) la capacità totale di aspirazione delle valvole di pro-
pressione nel collettore principale dell'impianto stesso e tezione contro il vuoto dell’impianto di sfogo gas
che: delle cisterne del carico;
• abbia un indicatore pressione nella posizione di con- 3) La portata basata sul calcolo delle perdite di carico
trollo del travaso del carico; alla quale, per una data pressione in corrispondenza
del collegamento vapori del terminale, o dell’unità
• dia un allarme di alta pressione a non più del 90% del
di servizio in caso di allibo, la pressione in qualsiasi
minore dei valori di taratura delle valvole di sicurezza
cisterna del carico collegata all’impianto di convo-
contro la sovrapressione dell'impianto sfogo gas delle
gliamento vapore superi l’80% della pressione di
cisterne del carico;
taratura di qualsiasi valvola di sicurezza contro la
• dia un allarme di bassa pressione, a non meno di sovrapressione dell’impianto di sfogo gas delle
0,98kPa nel caso di nave inertizzata, o alla minore delle cisterne del carico;
pressioni di taratura delle valvole di protezione contro il
c) la portata di caricazione iniziale per ciascuna cisterna
vuoto dell'impianto di sfogo gas delle cisterne del
del carico, da stabilire in modo da minimizzare lo svi-
carico nel caso di nave non inertizzata.
luppo di cariche elettrostatiche, quando applicabile;
3.4.2 Equivalenze d) tabelle o grafici delle portate di travaso e delle corri-
spondenti perdite di carico nell’impianto di convoglia-
Sensori di pressione sistemati in ciascuna cisterna del
mento vapori (incluse le perdite di carico attraverso la
carico sono considerati come equivalenti ai sensori di pres-
manichette, se previste) dalle cisterne del carico più
sione installati su ciascun collettore principale di convoglia-
lontane al collegamento vapori della nave determinate
mento dei vapori.
per le condizioni seguenti:
1) per ciascun carico movimentato col sistema di rac-
4 Manuale di istruzioni colta dei vapori alla massima e alla minima portata
di travaso;
4.1 Generalità 2) per miscele contenenti il 50% di vapori del carico e
il 50% di aria e per il rateo di evaporazione appro-
4.1.1 priato per il prodotto caricato;
a) Ogni nave che impieghi un impianto di controllo e) la pressione di taratura delle valvole di sicurezza pres-
dell'emissione dei vapori del carico deve essere munita sione-depressione.
1.1.2 Ai fini della presente Sezione, la zona del carico è 2.2 Altre prescrizioni tecniche
quella zona della nave compresa fra la paratia prodiera del
locale macchine e la paratia di collisione. 2.2.1 Mandata ed estrazione della
Nel caso di navi con apparato motore sistemato a centro ventilazione (1/7/2002)
nave, la zona del carico comprende anche la parte di nave Le mandate e le estrazioni della ventilazione provenienti da
compresa fra la paratia poppiera del locale macchine e la intercapedini adiacenti a spazi pericolosi e terminanti in
paratia del gavone poppiero, esclusa la galleria della linea zone aperte al di sopra del ponte devono essere munite di
d’alberi. schermi protettivi di un tipo riconosciuto idoneo dalla
Società. La distanza fra di esse e da eventuali sorgenti
1.2 Documenti da inviare d'ignizione, da aperture verso spazi in cui sono presenti
sorgenti d'ignizione, da aperture nelle cisterne del carico ed
1.2.1 Devono essere inviati alla Società i documenti elen- a aperture delle mandate o estrazioni d'aria da altri locali
cati nella Tab 1. non deve essere inferiore a 3 m.
La Società si riserva la facoltà di richiedere disegni o infor-
mazioni addizionali in relazione alle caratteristiche specifi- 2.2.2 Ventilatori (1/7/2002)
che dell’installazione. a) I ventilatori devono essere di tipo antiscintilla in
accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Capitolo 4.
2 Progetto e costruzione
b) Nel caso in cui le intercapedini ventilate siano adiacenti
a spazi pericolosi, i motori elettrici che azionano i ven-
2.1 Sistemazione tilatori non devono essere sistemati nelle condotte di
ventilazione.
2.1.1 Numero dei ricambi d’aria
a) L’impianto di ventilazione deve essere in grado di for- 2.2.3 Illuminazione
nire almeno 4 ricambi d’aria completi all’ora, in rela- Nel caso in cui le intercapedini siano munite di apparec-
zione al volume lordo delle intercapedini. chiature elettriche per l’illuminazione, l’impianto di ventila-
b) Per intercapedini adiacenti a spazi nei quali potrebbero zione deve essere interbloccato con l’impianto di
essere presenti miscele pericolose, quali, per esempio, illuminazione in modo tale da rendere necessario che
cisterne del carico di navi petroliere, navi chimichiere e l’impianto di ventilazione sia funzionante perché l’impianto
navi gassiere, il numero minimo di ricambi d’aria all’ora di illuminazione possa essere alimentato.
deve essere aumentato fino ad 8.
2.2.4 Allarmi
2.1.2 Prevenzione della formazione di sacche d’aria Deve essere attivato un allarme ottico ed acustico nel caso
stagnante (1/7/2004)
di avaria all’impianto di ventilazione.
Al fine di impedire la formazione di sacche d’aria sta-
gnante, gli sbocchi dell’aria in uscita all’interno dell’inter- 2.2.5 Ulteriori prescrizioni
capedine devono essere adeguatamente distribuiti.
Per le navi chimichiere e per le navi gasiere si applicano
Deve essere prestata particolare attenzione alla sistema- anche le prescrizioni rispettivamente in Parte E, Cap 8,
zione delle bocche di mandata e di estrazione delle con- Sez 12 e Parte E, Cap 9, Sez 12.
Tabella 1
Tabella 1
1.1.2 Le prescrizioni della presente Sezione sono basate 2.1.5 Immersione media TM
sul contenuto della IMO Resolution MSC. 137(76) “Stan- L'immersione media TM è definita come TM = (TA + TF)/2.
dards for Ship Manoeuvrability”.
Nota 1: In accordo con quanto indicato nella circolare MSC/644,
le prescrizioni seguenti si applicano alle navi con qualsiasi tipo di 2.2 Manovre standard e terminologia rela-
timone e apparato motore, di lunghezza uguale o superiore a 100 tiva
m, e alle navi chimichiere e gasiere di qualsiasi lunghezza,
costruite il 1 luglio 1994 o dopo tale data. 2.2.1 Velocità di prova
La velocità di prova (V) stabilita dalle presenti prescrizioni è
1.2 Valutazione della manovrabilità una velocità uguale ad almeno il 90% della velocità della
nave corrispondente all'85% della potenza massima
1.2.1 Prove convenzionali
dell'apparato motore.
Le norme presenti presuppongono che la manovrabilità
delle navi si possa valutare partendo dalle caratteristiche 2.2.2 Manovra di evoluzione in circolo
delle manovre convenzionali che vengono eseguite durante
le prove in mare. La manovra di evoluzione in circolo è la manovra eseguita
sia a dritta sia a sinistra con un angolo di barra di 35° o con
1.2.2 Conformità con le prescrizioni il massimo angolo di barra ammissibile alla velocità di
prova, dopo una fase di avvicinamento a rotta costante con
Al fine di dimostrare la conformità con le prescrizioni
velocità di girazione zero.
seguenti possono essere impiegati i seguenti due metodi:
a) Possono essere effettuate prove su modelli in scala e/o 2.2.3 Avanzo
previsioni mediante programmi di calcolo con modelli
matematici per prevedere la rispondenza alle norme già L'avanzo è la distanza percorsa, dal punto al mezzo della
in sede di progetto. nave, nella direzione della rotta iniziale, dalla posizione in
cui viene dato l'ordine al timone alla posizione nella quale
I risultati delle prove su modelli e/o le simulazioni al la prora è variata di 90° rispetto alla rotta iniziale.
computer devono essere confermate da prove al vero,
come necessario. 2.2.4 Diametro tattico
b) La rispondenza alle presenti norme può essere dimo- Il diametro tattico è la distanza percorsa dal punto al mezzo
strata sulla base dei risultati delle prove al vero condotte della nave dalla posizione in cui viene dato l'ordine al
secondo le norme stesse. timone alla posizione in cui la rotta è variata di 180°
rispetto a quella iniziale. Essa viene misurata in direzione
2 Definizioni perpendicolare alla rotta iniziale della nave.
deviazione della prora di 10° rispetto alla prora iniziale 3.2 Condizioni per l’applicazione delle pre-
secondo la procedura seguente. scrizioni
a) Dopo una fase di avvicinamento a rotta costante con 3.2.1 Al fine di valutare il comportamento di una nave,
velocità di girazione zero, il timone viene portato a 10° devono essere effettuate prove di manovrabilità, sia a sini-
dritta/ sinistra (prima manovra). stra sia a dritta, alle condizioni qui di seguito specificate:
• acque profonde, illimitate
b) Quando la rotta è variata di 10° rispetto a quella ini-
• ambiente calmo
ziale, il timone viene portato a 10° dall'altra banda a
sinistra/dritta (seconda manovra). • pieno carico, nave senza differenza d’immersione
• fase di avvicinamento a rotta costante alla velocità di
c) Dopo che il timone sia stato ruotato verso sinistra/dritta, prova.
la nave continua a girare nel senso iniziale con velocità
di girazione decrescente. In risposta al timone, la nave 3.3 Criteri di valutazione della manovrabilità
deve quindi girare a sinistra/dritta. Quando la nave ha
3.3.1 Capacità evolutiva
raggiunto la prora di 10° a sinistra/dritta rispetto alla
Nella manovra di evoluzione in circolo, l'avanzo non deve
rotta che la nave aveva all'inizio della prova, il timone
superare 4,5 volte la lunghezza della nave (L) e il diametro
viene nuovamente riportato a 10° a dritta/sinistra (terza
tattico non deve superare 5 volte la lunghezza della nave.
manovra).
3.3.2 Capacità evolutiva iniziale
2.2.7 Primo angolo di superamento (overshoot) Applicando un angolo di barra di 10° a sinistra/dritta, la
nave, nel momento in cui la prora è variata di 10° rispetto a
Il primo angolo di superamento è la deviazione addizionale quella iniziale, non deve aver percorso un tratto superiore a
della prora della nave che si ha nella prova a zig-zag dopo 2,5 volte la lunghezza della nave stessa.
la seconda manovra.
3.3.3 Capacità di controllo della velocità di
girazione e stabilità di rotta
2.2.8 Secondo angolo di superamento
a) Il valore del primo angolo di "overshoot" nella prova a
Il secondo angolo di superamento è la deviazione addizio- zig-zag 10°/10°' non deve superare:
nale della prora della nave che si ha nella prova a zig-zag 1) 10°, se L/V è inferiore a 10 secondi;
dopo la terza manovra.
2) 20°, se L/V è uguale o superiore a 30 secondi;
3) (5 + 1/2 (L/V)), in gradi, se L/V è uguale o superiore a
2.2.9 Manovra a zig-zag 20°/20°
10 secondi ma inferiore a 30 secondi.
La manovra a zig-zag 20°/20° viene eseguita usando la pro- essendo L e V espresse rispettivamente, in m e in m/s.
cedura illustrata al precedente punto [2.2.6], adottando b) Il valore del secondo angolo di "overshoot" nella prova
angoli del timone di 20° e variazioni della prora di 20°, a zig-zag 10°/10° non deve superare i valori dati dal cri-
anziché angoli del timone di 10° e variazioni della prora di terio suddetto per il primo angolo di "overshoot" per più
10°. di 15°.
c) Il valore del primo angolo di "overshoot" nella prova a
2.2.10 Manovra di arresto “indietro tutta” zig-zag 20°/20° non deve superare 25°.
La prova di arresto mediante manovra di "indietro tutta" 3.3.4 Capacità di arresto
determina il tratto percorso da una nave dal momento in cui Il tratto percorso nella prova di arresto mediante manovra di
viene dato l'ordine di indietro tutta al momento in cui la indietro tutta non deve superare 15 volte la lunghezza della
nave è ferma nell'acqua. nave. Tuttavia, tale valore può essere aumentato, a giudizio
della Società, per navi di grandi dimensioni.
2.2.11 Tratto percorso
4 Considerazioni addizionali
Il tratto percorso è la distanza misurata lungo la traiettoria
descritta dal punto al mezzo della nave dalla posizione in 4.1 Prove in condizioni differenti
cui viene dato l'ordine di indietro tutta alla posizione in cui
4.1.1 Se le prove standard vengono condotte in condizioni
la nave è ferma nell'acqua.
diverse da quelle specificate in [3.2.1] c), devono essere
apportate, caso per caso, le correzioni ritenute necessarie, a
3 Prescrizioni giudizio della Società.
La notazione addizionale di classe DMS è assegnata, in Per ogni condizione di caricazione, deve essere considerato
accordo alle indicazioni della Parte A, Cap 1, Sez 2, [6], ogni caso di avaria e devono essere soddisfatti tutti i criteri
alle navi che soddisfano i requisiti di stabilità in condizioni applicabili.
di avaria indicate in questa Sezione.
Sono stati sviluppati diversi criteri deterministici per il cal-
colo della stabilità in condizioni di avaria, che dipendono
1.2 Documenti da presentare dal tipo di nave, dalla riduzione del bordo libero e dal tipo
1.2.1 (1/10/2005) di carico trasportato.
La documentazione di stabilità da presente per l'approva- I criteri per i metodi deterministici da applicare per navi
zione è la seguente: passeggeri, per petroliere, per navi chimichiere o gassiere e
• compartimentazione di galleggiabilità e calcolo della per navi per servizi speciali sono riportati in [3].
lunghezza allagabile, per le navi da passeggeri e le navi Il criterio deterministico da applicare in caso di riduzione
da passeggeri ro-ro come richiesto in [3.7] e [3.8], del bordo libero è riportato in App 2.
• calcoli di stabilità in condizioni di avaria,
• documenti di controllo dell'avaria. 2.1.3 Metodo probabilistico (1/10/2005)
Il concetto probabilistico tiene conto della probabilità di
1.2.2 (1/10/2005) sopravvivenza dopo una collisione come una misura della
Una copia della documentazione prevista in [1.2.1] deve sicurezza della nave in condizioni di avaria, facendo riferi-
essere disponibile a bordo per il Comandante. mento all'indice di compartimentazione ottenuto A.
2.1.2 Metodo deterministico (1/10/2005) I calcoli di stabilità in condizioni di avaria devono com-
prendere:
Il metodo deterministico è basato sulle dimensioni standard
della falla che si verifica in qualunque punto della lun- • un elenco dei dati (volume, centro di gravità, permeabi-
ghezza della nave o tra paratie trasversali a seconda delle lità) di ciascun compartimento che può essere danneg-
pertinenti prescrizioni. giato
• una tabella delle aperture nelle paratie, nei ponti e nel b) Aperture
fasciame di murata contenente tutte le informazioni
Le aperture possono essere distinte nei seguenti tipi, a
relative a:
seconda del loro mezzo di chiusura:
- identificazione dell'apertura
• Non protette
- posizione verticale, trasversale e orizzontale
Le aperture non protette possono portare ad un alla-
- tipo di chiusura delle porte: a scorrimento, a cer-
gamento progressivo se si vengono a trovare
niera o a rulli
immerse, a qualunque stadio dell'allagamento,
- tipo di tenuta stagna: stagna all'acqua, stagna alle entro il campo della curva dei bracci di stabilità
intemperie, semistagna all'acqua o non protetta positivi. Le aperture non protette sono aperture che
- impianto di azionamento: comando a distanza, non sono dotate di dispositivi di chiusura a tenuta
azionamento locale, indicatori in plancia, sorve- stagna, almeno alle intemperie.
glianza televisiva, rivelazione di infiltrazioni • Stagne alle intemperie
d'acqua, allarme acustico, come applicabile
Aperture che sono dotate di dispositivi di chiusura
- utilizzazione prevista: aperte durante la naviga-
stagni alle intemperie non sono adatte per resistere
zione, normalmente chiuse durante la navigazione,
ad un battente d'acqua costante, ma possono essere
tenute chiuse durante la navigazione
immerse ad intermittenza entro il campo di stabilità
• elenco di tutti i casi di avaria corrispondenti alle prescri- positiva. Le aperture stagne alle intemperie possono
zioni applicabili portare ad un allagamento progressivo se vengono a
• risultati particolareggiati dei calcoli di stabilità in condi- trovarsi sotto il galleggiamento dopo l'avaria in qual-
zioni di avaria per tutte le condizioni di carico previste siasi stadio dell'allagamento.
nelle prescrizioni applicabili
• Semi-stagne
• curve GM/KG, se previste nelle prescrizioni applicabili
Le aperture interne che sono dotate di dispositivi di
• piano di capacità chiusura semi-stagna sono adatte per sostenere un
• sistemazione dei tubi di bilanciamento trasversale indi- battente d'acqua costante, corrispondente
cante la posizione dei comandi a distanza delle valvole all'immersione massima raggiunta dopo l'avaria al
o eventuali mezzi meccanici speciali per correggere lo punto di equilibrio delle fasi intermedie di allaga-
sbandamento trasversale dovuto all'allagamento mento.
• piano delle porte stagne e delle porte stagne alle intem- Le aperture a tenuta semi-stagna possono portare ad
perie. allagamento progressivo se si trovano al di sotto
Come supplemento alla documentazione approvata per il della linea di galleggiamento di equilibrio finale
calcolo della stabilità in condizioni di avaria, può essere dopo l'avaria.
usato uno strumento per il controllo della caricazione, • Stagne all'acqua
approvato dalla Società, che faciliti i calcoli di stabilità in
Le aperture dotate di dispositivi di chiusura stagne
condizioni di avaria, come indicato in questa Sezione.
all'acqua sono adatte per sostenere un battente
La procedura da seguire, insieme all'elenco dei particolari costante d'acqua corrispondente alla distanza tra il
tecnici che devono essere forniti per ottenere l'approva- loro margine più basso e il ponte di bordo
zione dello strumento per il controllo della caricazione, è libero/ponte delle paratie.
indicata nella Parte B, Cap 11, Sez 2, [4.8].
I dispositivi di chiusura degli sfoghi d'aria che soddi-
2.1.5 Permeabilità (1/10/2005) sfano i requisiti di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10,
[9.1.6] non possono essere considerati stagni
a) Definizione
all'acqua a meno che non siano dotati di una ulte-
Per permeabilità di un locale si intende la quota del riore sistemazione che realizzi per questi dispositivi
volume entro quello spazio che si assume possa essere di chiusura la tenuta stagna all'acqua.
occupata dall'acqua rispetto al volume totale del locale.
Le valvole di pressione/vuoto (valvole PV) normal-
b) Generalità mente sistemate sulle cisterne non assicurano teori-
Le permeabilità relative a un tipo di locali allagabili camente la completa tenuta stagna all'acqua.
dipendono dalle caratteristiche applicabili. Tali permea-
Le chiusure dei passi d'uomo possono essere consi-
bilità sono indicate nella presente Sezione per ciascun
derate stagne all'acqua purché la copertura sia
tipo di nave.
munita di bulloni la cui distanza tra gli assi sia
2.1.6 Allagamento progressivo (1/10/2005) minore di cinque volte il diametro del bullone
stesso.
a) Definizione
Le coperture dei boccaportelli di accesso alle
Un allagamento progressivo è un allagamento addizio-
cisterne possono essere considerati a tenuta stagna
nale di spazi che in partenza non erano stati considerati
all'acqua.
danneggiati. Tale allagamento addizionale può avvenire
attraverso aperture o tubolature, come indicato in b) e Le aperture stagne all'acqua non portano ad allaga-
c). mento progressivo.
- il tubo collega uno spazio danneggiato con uno • navi da carico secco che corrispondano a:
o più spazi ubicati fuori dalla zona di falla - Parte E, Capitolo 1
- la più alta posizione verticale del tubo è al di - Parte E, Capitolo 2
sotto della linea di galleggiamento - Parte E, Capitolo 3
- non sono installate valvole. - Parte E, Capitolo 4
Si deve considerare la possibilità di un allagamento - Parte E, Capitolo 5
progressivo attraverso tubolature della zavorra che
- Parte E, Capitolo 6
passino nella zona assunta di penetrazione della
falla, qualora non siano sistemate sulle tubolature di - Parte E, Capitolo 18.
zavorra all'estremità nelle cisterne servite valvole Nota 1: Per nave da carico secco si intende qualsiasi nave da
manovrabili. Quando le valvole sui tubi di zavorra carico che non sia destinata a trasportare carichi liquidi alla
sono dotate di sistemi di comando a distanza e que- rinfusa; inoltre i seguenti tipi di navi non devono essere consi-
sti sistemi di comando passano attraverso la zona derati navi da carico secco:
assunta di penetrazione di falla si dovrà considerare • rimorchiatori, come definiti nella Parte E, Capitolo 14
l'effetto della falla sul sistema per assicurarsi che le • navi appoggio (supply vessels), come definite nella Parte E,
valvole rimangano chiuse. Capitolo 15
Se tubi, condotti o gallerie sono situati dentro com- • navi per servizio spegnimento incendi, come definite nella
partimenti considerati allagati, si devono prendere Parte E, Capitolo 16
provvedimenti per assicurarsi che l'allagamento pro- • navi per recupero di sostanze oleose, come definite nella
gressivo non possa estendersi ad altri compartimenti Parte E, Capitolo 17.
oltre a quelli assunti come allagati. Comunque la
Società può permettere un allagamento progressivo
minore se è dimostrato che tale allagamento addi-
3 Prescrizioni addizionali applicabili a
zionale di questi compartimenti non porta al capo- tipi specifici di navi
volgimento o all'affondamento della nave.
Le prescrizioni relative alla prevenzione dell'allaga- 3.1 Navi portarinfusa
mento progressivo sono riportate in Parte C, Cap 1,
Sez 10, [5.5]. 3.1.1 Generalità (1/10/2005)
Le navi portarinfusa sono soggette al metodo probabilistico
2.1.7 Documentazione per il controllo dell'avaria riportato e devono soddisfare le prescrizioni della App 1.
(1/10/2005)
La documentazione di controllo dell'avaria deve compren- 3.1.2 Bordo libero ridotto (1/10/2005)
dere un piano di controllo dell'avaria che abbia lo scopo di Le navi portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, alle
fornire agli ufficiali della nave delle informazioni chiare sui quali sia stato assegnato un bordo libero ridotto come per-
compartimenti stagni della nave e sulle sistemazioni atte al messo dalla Regola 27 della Convenzione Internazionale
mantenimento delle delimitazioni e dell'efficacia della sul Bordo Libero, 1966, devono soddisfare alle prescrizioni
compartimentazione in modo che, nel caso di un'avaria specificate nella App 2. Pertanto la verifica dell'ottempe-
che causi un allagamento, possano essere prese adeguate ranza delle prescrizioni della App 1 non è richiesta.
precauzioni per evitare un allagamento progressivo attra-
verso le aperture della zona, e possano essere prontamente 3.1.3 Prescrizioni addizionali per navi portarinfusa
intraprese delle azioni efficaci per limitare e, dove possi- con fianchi a fasciame singolo di lunghezza
bile, recuperare la perdita di stabilità della nave. superiore od uguale a 150 m (1/10/2005)
Le prescrizioni specificate da [3.1.4] a [3.1.6] si applicano
La documentazione per il controllo dell'avaria deve essere
a navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo, di lun-
chiara e di facile comprensione. Essa non deve compren-
ghezza superiore od uguale a 150 m, destinate alla carica-
dere informazioni che non siano direttamente riguardanti il
zione di carichi alla rinfusa aventi una massa volumica alla
controllo dell'avaria e deve essere disponibile nella lingua o
nelle lingue degli ufficiali della nave. Se le lingue usate rinfusa a secco pari a 1,0 t/m3, o maggiore.
nella preparazione dei documenti non comprendono il Navi che soddisfano le prescrizioni di cui in [3.1.2] non
francese o l'inglese, deve essere fornita una traduzione in devono soddisfare le prescrizioni specificate da [3.1.4] a
una di queste due lingue. [3.1.6].
3.1.4 Allagamento delle stive del carico (1/10/2005) zavorra, a meno che soddisfino le prescrizioni di cui in
Le navi portarinfusa specificate in [3.1.3], se caricate al b) oppure in [3.3.2].
bordo libero estivo, devono essere in grado di sopportare b) Bordo libero ridotto
l'allagamento di una qualunque stiva del carico in ogni
condizione di carico e rimanere galleggianti in soddisfa- Le navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza mag-
centi condizioni di equilibrio come specificato in [3.1.5]. giore di 100 m, alle quali sia stato assegnato un bordo
libero ridotto come permesso dalla Regola 27 della
3.1.5 Criteri d'allagamento (1/10/2005) Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966,
Dopo l'allagamento, la nave deve soddisfare alle prescri- devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella
zioni della App 2. App 2. Pertanto la verifica dei requisiti in a) non è
richiesta.
L'allagamento assunto deve tener conto soltanto dell'allaga-
mento dello spazio delle stive del carico, considerando i 3.3.2 Carichi liquidi (1/10/2005)
valori di permeabilità specificati in [3.1.6].
a) Generalità
3.1.6 Ipotesi relative all'allagamento (1/10/2005) Nelle condizioni di caricazione che comportano il tra-
La permeabilità di una stiva carica deve essere assunta pari sporto di carichi liquidi, le navi miste petroliere-porta-
a 0,9, a meno che una permeabilità relativa ad un partico- rinfusa devono soddisfare i criteri di
lare carico venga assunta per il volume di una stiva allagata compartimentazione e stabilità in condizioni di avaria
occupato dal carico e una permeabilità di 0,95 venga specificati in h), dopo l'avaria ipotizzata del fondo o del
assunta per il rimanente volume vuoto della stiva. fianco specificata in b), per lo standard di avaria
Nell'ultimo caso, devono essere assunte le permeabilità e i descritto in c), e per ogni immersione operativa che
corrispondenti pesi specifici del carico specificate nella rifletta le condizioni effettive di pieno o parziale carico
Parte E, Cap 4, Sez 3, [4.4.2]. compatibili con l'assetto e la robustezza della nave
La permeabilità di una stiva vuota deve essere assunta pari a come pure con le masse volumiche del carico.
0,95. Le effettive condizioni di pieno o parziale carico da
considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3,
3.2 Navi mineraliere App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali
la nave non trasporta liquidi nelle cisterne del carico,
3.2.1 Generalità (1/10/2005) esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate.
Le navi trasporto minerali sono soggette al metodo probabi-
listico e devono soddisfare ai requisiti indicati nella App 1. b) Estensione dell'avaria
L'estensione ipotizzata dell'avaria è definita nella Tab.
3.2.2 Bordo libero ridotto (1/10/2005) 1.
Le navi trasporto minerali di lunghezza maggiore di 100 m,
L'estensione trasversale dell'avaria è misurata dalla
alle quali sia stato assegnato un bordo libero ridotto come
murata perpendicolarmente al piano di simmetria della
permesso dalla Regola 27 della Convenzione Internazio-
nave al livello del bordo libero estivo.
nale sul Bordo Libero, 1966, devono soddisfare le prescri-
zioni specificate nella App 2. Pertanto la verifica della L'estensione verticale dell'avaria è misurata dalla linea
rispondenza alle prescrizioni specificate nella App 1 non è del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria
richiesta. della nave.
Allo scopo di determinare l'estensione dell'avaria ipo-
3.3 Navi per servizio combinato tizzata, i pozzetti d'aspirazione possono essere trascu-
rati, purché tali pozzetti non abbiano una superficie
3.3.1 Condizioni di carico secco o di eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per
zavorra (1/10/2005) una distanza minima in nessun caso maggiore di metà
a) Generalità dell'altezza del doppio fondo.
Le navi miste petroliere-portarinfusa sono soggette al Se da un'avaria di estensione inferiore alla massima
metodo probabilistico e devono soddisfare ai requisiti estensione di avaria specificata nella Tab 1 derivasse
indicati nella App 1, per le condizioni di caricazione una condizione più severa, si dovrà prendere in consi-
che comportano il trasporto di carichi secchi o di derazione tale avaria.
Estensione longitudi-
Avaria Estensione trasversale Estensione verticale
nale
Fianco lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tC = B/5 o 11,5 m (1) vC = senza limite
Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
ogni altra parte lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) tS = B/6 o 5 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
c) Standard di avaria cui in b), devono essere prese disposizioni in modo che
L'avaria indicata in b) deve essere applicata a tutte le un allagamento progressivo non possa di conseguenza
concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la estendersi in compartimenti diversi da quelli ipotizzati
Tab 2 allagabili nel calcolo per ciascun caso di avaria.
g) Permeabilità
Tabella 2 : Standard di avaria (1/10/2005)
Le masse volumiche dei carichi trasportati, così come
Soltanto ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati,
Lunghezza Avaria ovun- Avarie tra le devono essere tenuti in conto per ogni cisterna vuota o
apparato
della nave, que lungo la paratie tra- parzialmente piena.
motore alle-
in m nave sversali
gato La permeabilità di compartimenti assunti come allagati
L ≤ 100 No Si (1) (2) No devono essere come indicato nella Tab 3.
k) Avaria allo slancio del fondo in h) compreso l'effetto di esenzioni che possono
essere state concesse come specificato in Tab 2.
Questa prescrizione si applica a navi miste petroliere-
portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 20000
t. 3.4 Navi cisterna per il trasporto di prodotti
Le ipotesi di avaria relative all'avaria al fondo prescritte petroliferi
in b) devono essere integrate dall'avaria allo slancio del
fondo ipotizzato di Tab 4. 3.4.1 Generalità (1/10/2005)
I requisiti di h) devono essere soddisfatti per l'avaria di Ogni nave petroliera deve soddisfare i criteri di comparti-
slancio al fondo ipotizzata. mentazione e stabilità in condizioni di avaria specificati in
[3.4.8], dopo l'avaria ipotizzata al fondo o al fianco specifi-
cata in [3.4.2], per lo standard di avaria descritto in [3.4.3],
Tabella 4 : Estensione dell'avaria al
e per ogni immersione operativa che rifletta le reali condi-
fondo (1/10/2005)
zioni di pieno o parziale carico compatibili con l'assetto e
la robustezza della nave come pure con le masse volumi-
Estensione che del carico.
Estensione Estensione
Portata lorda longitudi-
trasversale verticale
nale Le condizioni effettive di pieno o parziale carico da consi-
< 75000 t 0,4 L (1) B/3 (2) derarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2,
[1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave
≥ 75000 t 0,6 L (1) B/3 (2) petroliera non trasporta liquidi nelle cisterne del carico,
(1) Misurata dalla perpendicolare avanti. esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate.
(2) Rottura dello scafo esterno.
3.4.2 Dimensioni dell'avaria (1/10/2005)
l) Impianti di equalizzazione L'estensione ipotizzata dell'avaria è definita nella Tab 6.
Impianti di equalizzazione che richiedono mezzi mec-
L'estensione trasversale dell'avaria è misurata dalla murata
canici come valvole o tubi di bilanciamento, se collo-
perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al
cati, non possono essere considerati per ridurre l'angolo
livello del bordo libero estivo.
di sbandamento o per raggiungere la minima stabilità
residua che soddisfi i requisiti di i) e sufficiente stabilità Allo scopo di determinare l'estensione dell'avaria ipotiz-
residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi
zata, i pozzetti d'aspirazione possono essere trascurati, pur-
dove è usata equalizzazione. Compartimenti che sono
ché tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si
collegati da condotti di grande sezione trasversale pos-
estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima
sono essere considerati in comune.
in nessun caso maggiore di metà dell'altezza del doppio
m) Informazioni al Comandante fondo.
Il Comandante di ogni nave mista petroliera-portarin- L'estensione verticale dell'avaria è misurata dalla linea del
fusa deve essere fornito, in forma approvata, di: garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della
• Informazioni relative alla caricazione e distribu- nave.
zione del carico necessarie per assicurare la confor-
Se da un'avaria di estensione inferiore alla massima esten-
mità con le prescrizioni relative alla stabilità,
sione di avaria specificata nella Tab 6 derivasse una condi-
• dati circa la capacità della nave di soddisfare i criteri zione più severa, si dovrà prendere in considerazione tale
di stabilità in condizioni di avaria come determinati avaria di minore estensione.
Estensione longitudi-
Avaria Estensione trasversale Estensione verticale
nale
Fianco lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tC = B/5 o 11,5 m (1) vC = senza limite
Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
ogni altra parte lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) tS = B/6 o 5 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
3.4.10 Stadio intermedio di allagamento (1/10/2005) [3.4.8] compreso l'effetto di esenzioni che possono
La Società deve essere convinta che la stabilità sia suffi- essere state concesse come specificato in Tab 6.
ciente durante gli stadi intermedi di allagamento. A questo
proposito la Società applicherà gli stessi criteri relativi allo 3.5 Navi chimichiere
stadio finale di allagamento anche durante gli stadi inter-
medi di allagamento. 3.5.1 Generalità (1/10/2005)
3.4.11 Danno allo slancio del fondo (1/10/2005) Le navi progettate per il trasporto di prodotti chimici
La presente prescrizione si applica a navi petroliere di por- devono essere in accordo con le prescrizioni del Capitolo 2
tata lorda uguale o superiore a 20000 t. della versione più aggiornata dell' "International Code for
the Construction and Equipment of Ships Carrying Dange-
Le ipotesi di avaria relative all'avaria al fondo prescritte in
rous Chemicals in Bulk (IBC Code)", compreso il primo
[3.4.2] devono essere integrate dall'avaria ipotizzata allo
gruppo di emendamenti all'IBC-Code di cui alle Risoluzioni
slancio del fondo di Tab 8.
IMO MEPC.32(27) e MEPC.55(33) e degli Emendamenti
Per l'avaria ipotizzata allo slancio del fondo devono essere 2000, in accordo con la Risoluzione MSC 102(73) e le Riso-
soddisfatte le prescrizioni di cui in [3.4.8]. luzioni MEPC 79(43) e MEPC 90(45). Nel presente Capitolo
la dizione "IBC Code" è usata per fare riferimento a detto
Tabella 8 : Estensione dell'avaria al fondo (1/10/2005) Codice ed ai suoi emendamenti.
Tutte le prescrizioni del presente sotto-articolo [3.5] fanno
Estensione Estensione Estensione
Portata lorda riferimento alle Sezioni o Paragrafi del Capitolo 2 dell'IBC
longitudinale transversale verticale
Code applicabili, come appropriato.
< 75000 t 0,4 L (1) B/3 (2)
3.5.2 Condizioni di carico addizionali (1/10/2005)
≥ 75000 t 0,6 L (1) B/3 (2)
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9.2.3
(1) Misurata dalla perpendicolare avanti.
(2) Rottura dello scafo esterno. I criteri applicati alla stabilità residua durante le fasi inter-
medie di allagamento sono quelli relativi alla fase finale di
3.4.12 Sistemi di equalizzazione (1/10/2005) allagamento come descritta in IBC Code 2.9.3. Tuttavia pic-
Sistemi di equalizzazione che richiedono mezzi meccanici cole deviazioni da questi criteri possono essere accettate
come valvole o tubi di bilanciamento, se collocati, non pos- dalla Società caso per caso.
sono essere considerati per ridurre l'angolo di sbandamento
3.5.3 Allagamento progressivo (1/10/2005)
o per raggiungere la minima stabilità residua che soddisfi le
prescrizioni di cui in [3.4.9] e una sufficiente stabilità resi- RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.7.7
dua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi durante i
L'allagamento progressivo deve essere considerato in
quali è impiegata l'equalizzazione. Compartimenti che
accordo con [2.1.6].
siano collegati da condotti di grande sezione trasversale
possono essere considerati in comune. 3.5.4 Allagamento progressivo (1/10/2005)
3.4.13 Informazioni al Comandante (1/10/2005) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.8
Il Comandante di ogni nave petroliera deve essere fornito, Il concetto di scalino nella paratia prodiera del locale mac-
in forma approvata, di: chine è già implicito nelle prescrizioni in IBC Code 3.2.1 e
• informazioni relative alla caricazione e distribuzione nella Regola II-2/56 della SOLAS 74(83). A fini della stabi-
del carico necessarie per assicurare la conformità con le lità in caso di falla, quando il recesso per il locale pompe o
prescrizioni relative alla stabilità, locale pompe del carico si estende nell'adiacente locale
• dati circa la capacità della nave di soddisfare i criteri di macchine o cisterna del carico per più di 3 m, la falla deve
stabilità in condizioni di avaria come determinati in essere trattata come definito in Fig 1.
Figura 1 : Falla sulla paratia prodiera con scalino del di caricazione di cui nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7]
locale macchine (1/10/2005) in condizioni di equilibrio stabile verificando i criteri in
IBC 2.9.
≤ 3m
b) Fasi intermedie di allagamento
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9.2.3
PARATIA
AVARIA 1 AVARIA 2 I criteri applicati alla stabilità residua durante le fasi
MURATA O FONDO
intermedie dell'allagamento devono essere gli stessi
relativi alla fase finale di allagamento come specificato
in IBC Code 2.9.3
>3m c) Definizione del campo di stabilità positiva
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9
PARATIA
AVARIA 1
Il campo di 20° può essere misurato a partire da ogni
AVARIA 2
angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e
MURATA O FONDO
l'angolo di 25° (o 30° se non si verifica l'immersione del
ponte) (vedi Fig 3).
h = braccio di stabilità
θ = angolo al quale si ha l’allagamento progressivo
AVARIA 1 AVARIA 2 h(m)
MURATA O FONDO
0,1 m
>3 m >3 m
h
max > 0,1
PARATIA
AVARIA 2 25° θ
AVARIA 1
20°
MURATA O FONDO
Il campo di 20° può essere misurato a partire da ogni La larghezza B è la massima larghezza fuori ossatura al
angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e massimo galleggiamento di compartimentazione o al di
l'angolo di 25° (o 30° se non si verifica l'immersione del sotto di esso.
ponte) (vedere Fig 5). e) Ponte delle paratie
d) Navi di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m Il ponte delle paratie è il ponte più alto al quale si esten-
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8.1.6 dono le paratie stagne trasversali.
h
I locali passeggeri sono quei locali che sono destinati ad
max > 0,1
alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, depo-
siti, locali per le provviste e la posta.
25° θ
• con l'aumentare della lunghezza LS della nave, e 4) La compartimentazione a poppavia del gavone di
prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m, ma
• da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio
adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, appli- inferiore a S, e navi di lunghezza inferiore a 79 m,
cabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di deve essere determinata da un fattore di comparti-
passeggeri. mentazione uguale all'unità, a, meno che non venga
Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate dimostrato, a soddisfazione della Società, sia
con le seguenti formule: nell'uno che nell'altro caso, che in qualche parte
• per LS maggiore di od uguale a 131 m: della nave è praticamente impossibile applicare tale
fattore, nel qual caso la Società può accordare delle
58 ,2 - + 0 ,18 tolleranze nella misura che ritiene giustificata dalle
A = ----------------
L S – 60 circostanze.
5) Le disposizioni del paragrafo d) devono essere appli- per tutta la lunghezza LS della nave, siano consi-
cate anche a navi di qualsiasi lunghezza autorizzate derate, ai fini di Parte B, Cap 9, Sez 9 come se
a trasportare un numero di passeggeri maggiore di fossero al di sotto della linea limite; e
12, ma non superiore a: • i due compartimenti adiacenti allo "scalino" del
2
LS ponte delle paratie siano ciascuno entro la lung-
---------
-
650 hezza ammissibile corrispondente alla rispettiva
o 50, se minore. linea limite e, inoltre, la loro lunghezza comp-
lessiva non superi il doppio della lunghezza
f) Criterio di servizio ammissibile, calcolata in base alla più bassa
Il fattore di compartimentazione che compete ad una delle due linee limite.
nave di una data lunghezza deve essere determinato
dall'indice numerico del criterio di servizio (breve- 2) Un compartimento può oltrepassare la lunghezza
mente chiamato criterio di servizio) dato dalle seguenti ammissibile stabilita dalle prescrizioni in e) e f) pur-
formule: ché la lunghezza complessiva di ciascuna coppia di
compartimenti adiacenti con i quali il comparti-
M + 2P1 mento in questione è in comune non superi la lun-
C s = 72 ------------------------
- for P1 > P
V + P1 – P ghezza allagabile ovvero il doppio della lunghezza
M + 2P ammissibile, se minore.
C s = 72 ------------------ for P1 ≤ P
V
Se uno dei due compartimenti adiacenti è situato
dove: entro il locale macchine, e il secondo è situato fuori
CS : il criterio di servizio, dal locale macchine, e la permeabilità media della
M : il volume del locale macchine, in m3, con parte di nave nella quale è situato il secondo è
l'aggiunta del volume dei depositi perma- diversa da quella del locale macchine, la lunghezza
nenti di combustibile liquido situati sopra il complessiva dei due compartimenti deve essere cor-
doppio fondo a proravia o a poppavia del retta sulla base della permeabilità media delle due
locale macchine, parti della nave nelle quali i compartimenti sono sit-
V : il volume totale della nave sotto la linea uati.
limite, in m3 Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fat-
P : il volume totale degli spazi per i passeggeri tori di compartimentazione diversi, la lunghezza
al di sotto della linea limite, in m3, incluso il complessiva dei due compartimenti deve essere
volume dei locali alloggi e per altro uso determinata in proporzione.
dell'equipaggio 3) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m
P1 : coefficiente da assumersi uguale a: una delle paratie trasversali principali a poppavia
P 1 = KN del gavone di prora deve essere sistemata ad una
distanza dalla perpendicolare avanti non maggiore
Se il valore di KN è maggiore della somma della lunghezza ammissibile.
di P e del volume totale degli spazi effettiva-
mente destinati ai passeggeri sopra la linea 4) Una paratia trasversale principale può avere un
limite, il valore da assumersi per P1 è quella recesso purché ogni parte del recesso sia compresa
somma ovvero 2/3 di KN, se maggiore, fra due superfici verticali ad entrambi i lati della
nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame
K = 0 ,056 L S
esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave,
LS : la lunghezza della nave, in m, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria
N : il numero dei passeggeri per il quale la nave al livello del massimo galleggiamento di comparti-
deve essere certificata. mentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassi
Per navi che non hanno il ponte delle paratie continuo, i detti limiti deve essere considerata come uno sca-
volumi devono essere presi fino alla effettiva linea limite lino in accordo con 5).
usata nella determinazione delle lunghezze allagabili. 5) Una paratia trasversale principale può avere uno
g) Norme particolari relative alla compartimentazione scalino purché soddisfi ad una delle seguenti con-
delle navi da passeggeri dizioni:
1) Quando in una o più parti della nave le paratie • la lunghezza complessiva dei due comparti-
stagne si estendono ad un ponte più alto che nel menti, separati dalla paratia in questione, non
resto della nave, e si desidera trarre vantaggio da superi il 90% della lunghezza allagabile o il
questa più alta estensione delle paratie nel calcolare doppio della lunghezza ammissibile, con
la lunghezza allagabile, possono essere usate linee l'eccezione che, in navi aventi un fattore di com-
limite separate per ciascuna di tali parti della nave, partimentazione maggiore di 0,9, è sufficiente
purché: che la lunghezza complessiva dei due comparti-
• i fianchi della nave si estendano per tutta la lun- menti in questione non superi la lunghezza
ghezza della nave LS fino al ponte corrispon- ammissibile;
dente alla linea limite più alta e tutte le aperture • in corrispondenza dello scalino sia assicurata
sul fasciame esterno al di sotto di questo ponte, una compartimentazione addizionale atta a
garantire lo stesso grado di sicurezza dato da lità allo stato integro deve essere adeguata per resistere
una paratia piana; all'allagamento di due qualsiasi compartimenti princi-
• il compartimento sul quale lo scalino si estende pali contigui.
non superi la lunghezza ammissibile corrispond- Quando il prescritto fattore di compartimentazione è
ente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo uguale od inferiore a 0,33, la stabilità allo stato integro
scalino. deve essere adeguata per resistere all'allagamento di tre
6) Quando una paratia trasversale principale ha un qualsiasi compartimenti principali contigui.
recesso od uno scalino, nello studio della comparti- c) Navi che trasportano 400 persone o più
mentazione deve essere usata una paratia piana In aggiunta alle prescrizioni di d). le navi passeggeri
equivalente. certificate per il trasporto di 400 o più persone devono
7) Se la distanza tra due paratie trasversali principali rispondere alle prescrizioni in h) con l'ipotesi che l'ava-
adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la ria si verifichi in un qualunque punto della lunghezza
distanza tra due piani trasversali passanti tra le più della nave LS.
vicine parti a scalino delle paratie, è inferiore a 3,0 d) Ipotesi di calcolo
m più il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero
Le prescrizioni di b) devono essere verificate per mezzo
11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve
di calcoli in accordo con e), f) e j) che tengano in consi-
essere considerata facente parte della compartimen-
derazione le proporzioni e le caratteristiche di progetto
tazione della nave in accordo con le prescrizioni e)
della nave e le sistemazioni e configurazione dei com-
e f).
partimenti danneggiati. Nell'esecuzione di detti calcoli
8) Quando un compartimento stagno trasversale prin- la nave deve essere assunta nella peggiore condizione
cipale ha una propria compartimentazione locale e di servizio prevista riguardo alla stabilità.
può essere dimostrato, a soddisfazione della Quando venisse proposto di sistemare ponti, fasciami
Società, che, nell'ipotesi di qualunque avaria late- interni o paratie longitudinali di sufficiente tenuta tale
rale estendentesi non più della minore fra le lun- da limitare seriamente il flusso dell'acqua, la Società
ghezze di 3,0 m più 3% della lunghezza LS della deve essere convinta che sia stata data un'appropriata
nave ovvero 11 m, il volume del compartimento considerazione a tali limitazioni nei calcoli.
principale non si allagherebbe per intero, può essere
concessa una proporzionale tolleranza nella deter- e) Estensione dell'avaria
minazione della lunghezza ammissibile altrimenti Le estensioni di avaria ipotizzate devono essere le
richiesta per tale compartimento. In questo caso il seguenti:
volume dell'effettiva riserva di galleggiabilità attribu- 1) estensione longitudinale:
ita al fianco non danneggiato non può essere mag- il minore tra i valori seguenti: 3,0 m più il 3% della
giore di quello assunto per il fianco danneggiato. lunghezza della nave LS o 11,0 m. Quando il fattore
9) Quando il fattore di compartimentazione richiesto è di compartimentazione richiesto è 0,33 o meno
uguale o inferiore a 0,5, la lunghezza complessiva l'estensione longitudinale ipotizzata dell'avaria deve
di due qualsiasi compartimenti contigui non può essere aumentata come necessario in modo da
superare la lunghezza allagabile. includere due qualunque paratie stagne trasversali
principali consecutive;
3.7.4 Stabilità in avaria (1/10/2005)
2) estensione trasversale:
a) Generalità
una distanza pari a 1/5 della larghezza B della nave
Invece delle prescrizioni riportate in [3.7.3] e [3.7.4],
misurata dal fianco verso l'interno della nave per-
possono essere usate, se applicate nella loro interezza,
pendicolarmente al piano di simmetria, al livello del
le "Regole sulla compartimentazione e stabilità di navi
massimo galleggiamento di compartimentazione;
passeggeri come equivalente alla parte B del capitolo II
della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia 3) estensione verticale:
della vita umana in mare, 1960", adottate dall'IMO con dalla linea di costruzione verso l'alto senza limite.
la Risoluzione A.265(VIII). Se una qualunque avaria di estensione minore di quella
b) Norme standard di compartimentazione indicata in 1), 2) e 3) desse luogo a condizioni più
Quando il fattore di compartimentazione richiesto è severe dal punto di vista della conformità con h) tale
uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilità avaria deve essere adottata nei calcoli.
allo stato integro deve essere adeguata per resistere f) Permeabilità
all'allagamento di uno qualunque dei compartimenti Nei calcoli di stabilità in avaria si devono assumere in
principali. generale i valori di permeabilità dei volumi e delle
Quando due compartimenti principali contigui sono superfici indicati nella Tab 9.
separati da una paratia a scalino che risponda alle pre- Permeabilità di superficie più elevate devono essere
scrizioni in [3.7.3], la stabilità allo stato integro deve assunte per quegli spazi che, in vicinanza del galleggia-
essere adeguata per resistere all'allagamento dei due mento di avaria, non contengono quantità rilevanti di
compartimenti in questione. alloggi o macchinari e spazi che non sono general-
Quando il prescritto fattore di compartimentazione è mente occupati da rilevanti quantità di carico o di prov-
uguale od inferiore a 0,5, ma maggiore di 0,33, la stabi- viste.
4) Il minimo campo della curva dei bracci di stabilità indicare l'influenza dei vari assetti tenendo conto dei
positivi residui deve essere almeno di 15° oltre limiti operativi.
l'angolo di equilibrio. l) Documentazione per il controllo della nave in avaria
Questo campo può essere ridotto ad un minimo di Piani devono essere esposti permanentemente, per
10°, nel caso in cui l'area sottesa dalla curva dei guida dell'ufficiale responsabile della nave, che
bracci di stabilità sia quella specificata nel punto 5), mostrino chiaramente per ciascun ponte e stiva i limiti
aumentata nel rapporto: dei compartimenti stagni, le loro aperture con i mezzi di
15 chiusura e la posizione dei relativi comandi e le misure
-------------------
campo da adottare per la correzione di qualsiasi sbandamento
dove il campo è espresso in gradi. dovuto ad allagamento. Inoltre, fascicoli contenenti le
suddette informazioni devono essere messi a disposi-
5) L'area sotto la curva dei bracci di stabilità deve
zione degli ufficiali della nave.
essere almeno 0,015 m.rad, misurata a partire
dall'angolo di equilibrio fino al minore dei seguenti Le porte stagne che possono rimanere aperte durante la
angoli: navigazione come riportato nella Parte E, Cap 11, Sez 2,
[2.5.3] p) devono essere chiaramente indicate nel piano
• l'angolo al quale si verifica l'allagamento pro-
di controllo dell'avaria con l'indicazione che "le porte
gressivo,
devono essere sempre pronte per l'immediata chiusura".
• 22° (misurati dalla posizione di nave diritta) nel
caso di allagamento di un compartimento, Dettagliate descrizioni delle informazioni che devono
oppure 27° (misurati dalla posizione di nave essere incluse nella documentazione per il controllo
diritta) nel caso di allagamento contemporaneo dell'avaria sono riportate in [2.1.7].
di due o più compartimenti contigui. m) Marche d'immersione
6) Il braccio di stabilità residua dentro il campo di sta- Ogni nave deve avere scale delle immersioni segnate in
bilità positiva deve essere ottenuto tenendo conto modo chiaro a prora e a poppa. Nel caso in cui le mar-
del maggiore dei seguenti momenti sbandanti dovuti che d'immersione non siano in posizione facilmente
a: leggibile, oppure, nel caso in cui vincoli operativi rela-
• l'addensamento di tutti i passeggeri verso un tivi ad un determinato traffico rendano difficile la lettura
lato; delle marche d'immersione, la nave deve essere munita
anche di un sistema indicatore di immersione affidabile
• la messa a mare a pieno carico di tutti i mezzi
mediante il quale possano essere determinate le immer-
collettivi di salvataggio ammainabili sistemati su
sioni prodiere e poppiere.
un lato della nave;
• la pressione del vento calcolandola con la for- n) Navi adibite a navigazione in acque tranquille
mula: Le navi che trasportano più di 350 passeggeri devono
essere compartimentate in modo da resistere all'allaga-
GZ = momento sbandante- + 0 ,04
--------------------------------------------------- mento di un qualsiasi compartimento, senza immergere
dislocamento
la linea marginale e conservando una stabilità positiva
dove GZ è in metri, il momento sbandante calcolato nella condizione finale di allagamento.
come in g) in tonnellate x metri, il dislocamento in
tonnellate.
3.8 Navi da passeggeri Ro-Ro
Comunque, in nessun caso questo braccio di stabi-
lità deve risultare minore di 0,10 m. 3.8.1 Generalità (1/7/2006)
k) Documentazione da fornire Le navi da passeggeri RO-RO sono soggette al metodo
Il Comandante della nave deve ricevere i dati necessari deterministico come indicato in questo sotto-articolo [3.8].
per mantenere una stabilità allo stato integro, in condi- Come alternativa alle prescrizioni di questo sotto-articolo,
zioni di esercizio, sufficiente affinché la nave sia in a richiesta delle Parti Interessate la Società può applicare i
grado di resistere ad un'avaria grave. Nel caso di navi calcoli di stabilità in condizioni di avaria col metodo proba-
che richiedano mezzi di bilanciamento trasversale, il bilistico adottato dall'IMO il 20 maggio 2005 con la Risolu-
Comandante della nave deve essere informato delle zione MSC 194(80).
condizioni di stabilità sulle quali i calcoli di sbanda-
Nel caso di applicazione delle norme IMO sopraindicate la
mento sono stati basati, e deve essere avvertito che
notazione di classe sarà completata con l'indicazione IMO-
potrebbe verificarsi uno sbandamento eccessivo se la
MSC 194(80) tra parentesi (cioè DMS(IMO-MSC194(80))).
nave subisse un'avaria trovandosi in condizioni meno
favorevoli. 3.8.2 Definizioni (1/10/2005)
I dati di cui sopra, che devono mettere in grado il a) Galleggiamento di compartimentazione
Comandante di mantenere una sufficiente stabilità allo
Il galleggiamento di compartimentazione è la linea di
stato integro, devono comprendere informazioni circa
galleggiamento in base alla quale viene determinata la
la massima altezza ammissibile del centro di gravità
compartimentazione della nave.
della nave dalla chiglia (KG) o, in alternativa, la minima
altezza metacentrica ammissibile (GM) per un campo di b) Massimo galleggiamento di compartimentazione
immersioni o di dislocamenti sufficiente a comprendere Il massimo galleggiamento di compartimentazione è la
tutte le condizioni di esercizio. Le informazioni devono linea di galleggiamento che corrisponde alla massima
immersione permessa dalle norme di compartimenta- ger ships as an equivalent to Part B of Chapter II of the
zione che sono applicabili. International Convention for the Safety of Life at Sea,
c) Lunghezza della nave LS 1960", adottate dall'IMO con la Risoluzione
A.265(VIII).
La lunghezza della nave LS è la lunghezza misurata tra
le perpendicolari condotte alle estremità del massimo b) Massima lunghezza ammissibile dei compartimenti
galleggiamento di compartimentazione. Le navi devono essere compartimentate il più efficace-
d) Larghezza B mente possibile avendo riguardo alla natura del servizio
al quale sono destinate. Il grado di compartimentazione
La larghezza B è la massima larghezza fuori ossatura al
deve variare in funzione della lunghezza LS della nave e
massimo galleggiamento di compartimentazione o al di
del servizio, in modo che il più alto grado di comparti-
sotto di esso.
mentazione corrisponda alle navi di maggior lun-
e) Ponte delle paratie ghezza, adibite in modo prevalente al trasporto di
Il ponte delle paratie è il ponte più alto al quale si esten- passeggeri.
dono le paratie stagne trasversali. Le prescrizioni riportate da c) a f) vengono usate per cal-
f) Linea limite colare la massima lunghezza ammissibile di un compar-
La linea limite è una linea tracciata ad almeno 76 mm timento avente il suo centro in qualunque punto lungo
sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a la lunghezza LS della nave.
murata. La massima lunghezza ammissibile di un comparti-
g) Locale macchine mento avente il suo centro in qualunque punto lungo la
Locale macchine deve intendersi quello che si estende lunghezza della nave LS è ottenuta dalla lunghezza alla-
dalla linea di costruzione alla linea limite e fra le paratie gabile calcolata in c) moltiplicando quest'ultima per un
stagne trasversali principali estreme che limitano i locali opportuno coefficiente chiamato fattore di comparti-
contenenti i macchinari di propulsione principali ed mentazione, calcolato in e).
ausiliari, le caldaie necessarie alla propulsione e tutti i Il fattore di compartimentazione è calcolato usando il
depositi permanenti di carbone. criterio di servizio indicato in f).
h) Locali per i passeggeri Il calcolo del fattore di compartimentazione in accordo
I locali per i passeggeri sono i locali destinati ad allog- con e), così come quello del criterio di servizio in
gio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, i depositi accordo con f), sono riassunti in App 3.
ed i locali locali per le provviste e la posta. c) Calcolo delle lunghezze allagabili
In ogni caso, i volumi e le aree devono essere calcolati La lunghezza allagabile, in ogni punto della lunghezza
fra le linee fuori ossatura. di una nave LS, deve essere determinata con il metodo
i) Locali ro-ro di calcolo di seguito specificato che tiene in considera-
I locali ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in zione la forma, l'immersione e le altre caratteristiche
alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza della nave considerata.
della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei In una nave col ponte delle paratie continuo, la lun-
quali le merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri fer- ghezza allagabile in un determinato punto è la massima
roviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o parte della lunghezza della nave LS, avente il suo centro
ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili nel punto considerato, che può essere allagata nelle
(pallets), cisterne smontabili oppure entro o su mezzi di ipotesi indicate in d) senza che la nave si immerga oltre
stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono la linea limite.
essere caricate o scaricate normalmente con movimen- Nel caso di una nave avente il ponte delle paratie
tazione orizzontale. discontinuo, la lunghezza allagabile in un qualsiasi
j) Locali di categoria speciale punto può essere determinata assumendo una linea
I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati limite continua che non sia in alcun punto a meno di 76
sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al trasporto mm sotto la faccia superiore del ponte (a murata) fino al
di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro quale le paratie interessate e il fianco della nave sono
propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli pos- mantenuti stagni.
sono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i Quando una parte di una linea limite assunta è sensibil-
passeggeri possono accedere. I locali di categoria spe- mente sotto il ponte a cui arrivano le paratie, la Società
ciale possono essere sistemati su più di un ponte, a con- può permettere una limitata tolleranza alla tenuta sta-
dizione che la loro altezza libera complessiva non sia gna di quelle parti delle paratie che si trovano al di
superiore a 10 m. sopra della linea limite e immediatamente al di sotto del
ponte più alto.
3.8.3 Lunghezze allagabili e massima lunghezza
ammissibile dei compartimenti (1/10/2005) d) Permeabilità
a) Generalità 1) Le ipotesi di cui in c) sono collegate alle permeabi-
In luogo delle prescrizioni riportate in [3.8.3] e [3.8.4], lità degli spazi al di sotto della linea limite.
possono essere usate, se applicate nella loro interezza Nel determinare la lunghezza allagabile, si deve
le "Regulations on Subdivision and Stability of passen- adottare una permeabilità media uniforme per
l'intera lunghezza di ciascuno dei seguenti tratti di bone o combustibile liquido, magazzini,
scafo al di sotto della linea limite: locali bagagli e posta, pozzi catene e
• il locale macchine; casse per acqua dolce, avanti o addietro
al locale macchine;
• la parte a proravia del locale macchine;
v : l'intero volume della parte di scafo al di
• la parte a poppavia del locale macchine.
sotto della linea limite avanti o addietro
2) La permeabilità media uniforme µ del locale mac- al locale macchine.
chine deve essere calcolata con la formula:
Nel caso di navi adibite a servizi in cui le stive da
carico non siano abitualmente occupate da conside-
µ = 0 ,85 + 0 ,10 ⎛ ------------⎞
a–c
⎝ v ⎠ revoli quantità di carico, nessuna parte degli spazi
per il carico deve includersi nel calcolo di b.
dove:
a : volume dei locali per i passeggeri che si 6) Nel caso di sistemazioni non usuali, la Società può
trovano sotto la linea limite entro i limiti permettere, o richiedere, un calcolo dettagliato della
del locale macchine; permeabilità media per le parti della nave situate
avanti o addietro al locale macchine. Per questo cal-
c : il volume degli spazi di interponte adi- colo, la permeabilità dei locali per i passeggeri deve
biti a merci, carbone o provviste, che si
essere assunta uguale a 0,95, quella dei locali con-
trovano al di sotto della linea limite
tenenti macchinari uguale a 0,85, quella di tutti i
entro i limiti del locale macchine; locali per le merci, carbone e provviste uguale a
v : l'intero volume del locale macchine al 0,60 e quella del doppio fondo, casse di combusti-
di sotto della linea limite. bile liquido ed altre casse uguale al valore che può
3) Quando è dimostrato, a soddisfazione della Società, essere approvato in ciascun caso.
che la permeabilità media, determinata con un cal- 7) Se un compartimento d'interponte, compreso fra
colo dettagliato, è inferiore a quella data dalla for- due paratie stagne trasversali, contiene locali per i
mula, può essere assunto il valore ottenuto con il passeggeri o per l'equipaggio, l'intero comparti-
calcolo. Per questo calcolo, la permeabilità dei mento, dedotto ogni spazio completamente chiuso
locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a entro paratie d'acciaio permanenti ed adibito ad
0,95, quella di tutti gli spazi per le merci, carbone e altri scopi, deve essere considerato come locale per
provviste uguale a 0,60. La permeabilità del doppio i passeggeri. Se tuttavia il locale per i passeggeri o
fondo, cisterne e casse di olio combustibile ed altre per l'equipaggio in questione è completamente
casse può essere assunta uguale a 0,95. chiuso tra paratie d'acciaio permanenti, soltanto il
4) Eccetto quanto stabilito nel caso di speciali criteri di locale così racchiuso deve essere considerato come
compartimentazione di cui al comma 5), la permea- locale per i passeggeri.
bilità media uniforme µ di tutta la parte di scafo e) Fattore di compartimentazione
avanti o addietro del locale macchine deve essere
Il fattore di compartimentazione deve dipendere dalla
determinata con la formula:
lunghezza LS della nave e per una data lunghezza deve
a variare in accordo con la natura del servizio per il quale
µ = 0 ,63 + 0 ,35 ---
v la nave è progettata. Esso deve diminuire in modo rego-
dove: lare e continuo:
a : volume dei locali per i passeggeri • con l'aumentare della lunghezza LS della nave, e
incluso il volume dei locali per gli • da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente
alloggi e ad uso dell'equipaggio, avanti adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, appli-
o addietro al locale macchine; cabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di
v : l'intero volume della parte di scafo al di passeggeri.
sotto della linea limite avanti o addietro Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate
al locale macchine. con le seguenti formule:
5) Nel caso di speciali criteri di compartimentazione • per LS maggiore di od uguale a 131 m:
prescritta in [3.8.4], la permeabilità media uniforme
58 ,2 - + 0 ,18
µ di tutta la parte di scafo avanti o addietro del A = ----------------
L S – 60
locale macchine deve essere determinata con la for-
mula: • per LS maggiore di od uguale a 79 m:
b 30 ,3
µ = 0 ,95 – 0 ,35 --- B = ----------------- + 0 ,18
v L S – 42
dove: Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato
b : il volume degli spazi sotto la linea limite come riportato qui di seguito, usando il criterio di servi-
e sopra il margine superiore dei madieri, zio (indice numerico del criterio di servizio) calcolato in
del cielo del doppio fondo, o dei gavoni f):
cisterna, a seconda dei casi, che sono 1) La compartimentazione a poppavia del gavone di
adatti ed usati per merci, depositi di car- prora di navi di lunghezza uguale o superiore a 131
complessiva non superi il doppio della lun- • il compartimento sul quale lo scalino si estende
ghezza ammissibile calcolata in base alla più non superi la lunghezza ammissibile corrispond-
bassa delle due linee limite. ente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo
scalino.
2) Un compartimento può oltrepassare la lunghezza
6) Quando una paratia trasversale principale ha un
ammissibile stabilita dalle prescrizioni in e) ed in f)
recesso od uno scalino, nello studio della comparti-
purché la lunghezza complessiva di ciascuna cop- mentazione deve essere usata una paratia piana
pia di compartimenti adiacenti con i quali il com- equivalente.
partimento in questione è in comune non superi la
lunghezza allagabile ovvero il doppio della lun- 7) Se la distanza tra due paratie trasversali principali
adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la
ghezza ammissibile, se minore.
distanza tra due piani trasversali passanti tra le più
Se uno dei due compartimenti adiacenti è situato vicine parti a scalino delle paratie, è inferiore a 3,0
entro il locale macchine, e il secondo è situato fuori m più il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero
dal locale macchine, e la permeabilità media della 11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve
parte di nave nella quale è situato il secondo è essere considerata facente parte della compartimen-
diversa da quella del locale macchine, la lunghezza tazione della nave in accordo con le prescrizioni in
complessiva dei due compartimenti deve essere cor- e) ed in f).
retta sulla base della permeabilità media delle due 8) Quando un compartimento stagno trasversale prin-
parti della nave nelle quali i compartimenti sono cipale ha una propria compartimentazione locale e
situati. può essere dimostrato, a soddisfazione della
Società, che, nell'ipotesi di qualunque avaria late-
Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fat- rale estendentesi non più della minore fra le lun-
tori di compartimentazione diversi, la lunghezza ghezze di 3,0 m più 3% della lunghezza LS della
complessiva dei due compartimenti deve essere nave ovvero 11 m, il volume del compartimento
determinata in proporzione. principale non si allagherebbe per intero, può essere
concessa una proporzionale tolleranza nella deter-
3) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m, minazione della lunghezza ammissibile altrimenti
una delle paratie trasversali principali a poppavia richiesta per tale compartimento. In questo caso il
del gavone di prora deve essere sistemata ad una volume dell'effettiva riserva di galleggiabilità attribu-
distanza dalla perpendicolare avanti non maggiore ita al fianco non danneggiato non può essere mag-
della lunghezza ammissibile. giore di quello assunto per il fianco danneggiato.
4) Una paratia trasversale principale può avere un 9) Quando il fattore di compartimentazione richiesto è
uguale o inferiore a 0,50, la lunghezza complessiva
recesso purché ogni parte del recesso sia compresa
di due qualsiasi compartimenti contigui non può
fra due superfici verticali ad entrambi i lati della
superare la lunghezza allagabile.
nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame
esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave, e 3.8.4 Stabilità in avaria (1/10/2005)
misurata perpendicolarmente al piano di simmetria
a) Generalità
al livello del massimo galleggiamento di comparti-
mentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassa Invece delle prescrizioni riportate in [3.8.3] e [3.8.4],
detti limiti deve essere considerata come uno sca- possono essere usate, se applicate nella loro interezza,
lino in accordo con 5). le "Regole sulla compartimentazione e stabilità di navi
passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II
5) Una paratia trasversale principale può avere uno della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia
scalino purché soddisfi ad una delle seguenti condi- della vita umana in mare, 1960", adottate dall'IMO con
zioni: la Risoluzione A.265(VIII).
b) Norme standard di compartimentazione
• la lunghezza complessiva dei due comparti-
menti, separati dalla paratia in questione, non Quando il fattore di compartimentazione richiesto è
uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilità
superi il 90% della lunghezza allagabile o il
allo stato integro deve essere adeguata per resistere
doppio della lunghezza ammissibile, con l'ecce-
all'allagamento di uno qualunque dei compartimenti
zione che, in navi aventi un fattore di comparti-
principali.
mentazione maggiore di 0,9, è sufficiente che la
lunghezza complessiva dei due compartimenti Quando due compartimenti principali contigui sono
in questione non superi la lunghezza ammissi- separati da una paratia a scalino che risponda alle pre-
scrizioni in [3.8.3], la stabilità allo stato integro deve
bile;
essere adeguata per resistere all'allagamento dei due
• in corrispondenza dello scalino sia assicurata compartimenti in questione.
una compartimentazione addizionale atta a Quando il prescritto fattore di compartimentazione è
garantire lo stesso grado di sicurezza dato da uguale od inferiore a 0,50, ma maggiore di 0,33, la sta-
una paratia piana; bilità allo stato integro deve essere adeguata per resi-
Tabella 1 : Fasi principali di lavoro e delle operazioni di visita per l'assegnazione della notazione
COAT-WBT (1/7/2006)
b) Protezione catodica: Una tecnica per prevenire la cor- e) Punto di rugiada: é la temperatura alla quale l'aria é
rosione di una superficie metallica realizzando un con- satura di umidità;
f) Polvere: é una particella libera di materia presente sulla questi aspetti contribuiscono ad una buona riuscita del
superficie preparata per la pitturazione causata dalla ciclo di pitturazione.
pulizia con manichetta o da altri procedimenti di prepa-
razione della superficie, o dovuta alle condizioni 2.1.2 (1/7/2006)
ambientali; II controlli relativi alla preparazione della superficie ed ai
g) Molatura degli spigoli: é la lavorazione degli spigoli procedimenti di pitturazione devono essere concordati tra
prima della preparazione secondaria della superficie; l'Armatore, il Cantiere ed il Produttore della pittura ed
inviati per esame alla Società prima dell'inizio delle fasi di
h) Rivestimento duro: é una pittura che si trasforma chimi- costruzione, allo scopo di controllare che essi contengano
camente durante il curing oppure una pittura non con- almeno le informazioni indicate nella Tab 7 e che siano
vertibile che essicca in aria e che può essere usata per la congruenti con le prescrizioni essenziali del ciclo di pittura-
manutenzione. Essa può essere inorganica oppure orga- zione indicate nella Tab 2. Questi controlli devono essere
nica ; registrati in modo evidente ed inclusi nel registro Tecnico
della Pitturazione (ved. [2.2]).
i) NDFT: é lo spessore nominale della pellicola di pittura
secca. 90/10 significa in pratica che il 90% di tutti le 2.1.3 (1/7/2006)
misurazioni degli spessori sarà maggiore o uguale a
NDFT e nessuno del rimanente 10% di misurazioni sarà Per ottenere il risultato richiesto dalla pittura devono essere
inferiore a 0.9 x NDFT; considerati i seguenti aspetti:
j) Primer coat: é la prima mano di pittura applicata in a) é essenziale che le specifiche tecniche concordate, le
Cantiere (per differenziarla dalla prima passata di shop procedure e le varie diverse fasi nel procedimento di
primer); applicazione della pittura (incluso la preparazione della
superficie ma non limitatamente ad essa) vengano scru-
k) Shop-primer (Pittura protettiva temporanea di prefab- polosamente osservate dal Cantiere allo scopo di evitare
bricazione): é la prima passata di pittura speciale appli- un prematuro decadimento e/o deterioramento della
cata, durante la fase di prefabbricazione, in sottili strati ciclo di pitturazione;
alle lamiere e profilati, spesso in un impianto automa-
tico di pitturazione; b) l'efficacia di queste prescrizioni regolamentari può
essere ottenuta adottando a livello di progetto misure
l) Solvente: é un liquido volatile capace di sciogliere com-
tali da ridurre gli intagli, usare profilati laminati, evitare
pletamente un determinato legante;
forme geometriche complesse ed assicurando che la
m) Stripe coating: é una applicazione, normalmente sistemazione delle strutture permetta un agevole
mediante pennello o rullo, di uno o più strati di pittura accesso delle attrezzature e faciliti la pulizia, il drenag-
in posizioni nelle quali non é facile realizzare lo spes- gio e l'asciugatura dello spazio che deve essere pittu-
sore totale finale della pellicola di pittura con una nor- rato;
male spruzzatura;
c) queste prescrizioni regolamentari sono basate sull'espe-
n) Durata preventivata: é, in anni, la durata del ciclo di rienza dei Produttori di pitture, dei Cantieri e degli Ope-
pitturazione preventivata in fase di progettazione. Si ratori navali e non escludono che in futuro adeguati
noti che il progetto del ciclo di pitturazione include i sistemi alternativi o approcci innovativi possano essere
criteri di scelta della pittura e della sua appropriata sviluppati ed applicati, purché dimostrino un livello di
applicazione; resa almeno equivalente a quello previsto in questa
Sezione. Criteri per l'accettazione di sistemi alternativi
o) Scheda Tecnica del prodotto: é il documento emesso
sono riportati in [2.8].
dal Produttore della pittura che contiene istruzioni tec-
niche dettagliate ed informazioni relative alla pittura ed 2.1.4 (1/7/2006)
alla sua applicazione;
La notazione di classe COAT-WBT non é intesa essere e
p) Diluente: é un liquido volatile che non necessariamente non deve essere considerata come una garanzia di buona
scioglie il legante, ma che é capace di ridurre la visco- resa della pitturazione e non sostituisce la garanzia contrat-
sità della soluzione legante-solvente (veicolo), per tuale accordata dal Cantiere e/o dal Produttore o dal Forni-
esempio riducendo la viscosità di una pittura in modo tore della pittura.
che essa possa essere spruzzata.
Tabella 2 : Prescrizioni essenziali relative al ciclo di pitturazione per la notazione COAT-WBT (1/7/2006)
2.5 Approvazione del ciclo di pitturazione il processo di pitturazione eseguendo, al minimo, quelle
ispezioni indicate nella Tab 3. Particolare attenzione deve
2.5.1 (1/7/2006) essere posta all'inizio di ogni fase di preparazione della
I risultati delle prove di pre-qualifica del ciclo di pittura- superficie e dell'applicazione delle pitture, in quanto un
zione (ved. 1.c) della Tab 2) devono essere documentati, e lavoro non accurato è estremamente difficile da correggere
se ritenuto soddisfacente da una terza parte, indipendente successivamente nel corso della pitturazione. Elementi
dal Produttore della pittura, deve essere rilasciata una strutturali tipici devono essere esaminati con controlli non
Dichiarazione di Conformità oppure un Certificato di distruttivi per accertare lo spessore della pellicola di pittura.
Approvazione di Tipo. L'ispettore deve accertare che siano state eseguite in modo
appropriato tutte le azioni comuni.
2.6 Prescrizioni per le ispezioni della pittu-
razione 2.7 Controllo delle prescrizioni
d) controllare che i rapporti dell'Ispettore relativi alla pre- significa l'esclusione di altri cicli, alternativi, di provata resa
parazione della superficie ed all'applicazione della pit- equivalente, per es. cicli non basati su resine epossidiche.
tura siano in accordo con la scheda Tecnica del
2.8.3 (1/7/2006)
Prodotto e con la Dichiarazione di Conformità oppure
con il Certificato di Approvazione di Tipo; L'accettazione di cicli alternativi è subordinata all'esame di
prove documentate che assicurino una protezione anti-cor-
e) verificare che siano state eseguite le prescrizioni deri- rosiva almeno equivalente a quella indicata in questa
vanti dalla ispezione della pitturazione. Sezione.
2.8.4 (1/7/2006)
2.8 Cicli alternativi Come minimo, le prove documentate sopraddette devono
dimostrare una soddisfacente resa della pittura almeno cor-
2.8.1 (1/7/2006)
rispondente a quella di un ciclo di pitturazione, che soddi-
Tutti i cicli che non sono a base di resine epossidiche appli- sfa le prescrizioni indicate in [2.4] relative alla durata
cati in accordo alla Tab 2 sono definiti cilcli alternativi. preventivata di 15 anni, o con una prova pratica di 5 anni
con la condizione finale della pittura non minore di
2.8.2 (1/7/2006)
"BUONA" oppure con l'esecuzione di prove di laboratorio.
Le prescrizioni di questa Sezione sono basate su cicli di pit- Le prove di laboratorio devono essere eseguite secondo la
turazione riconosciuti e normalmente impiegati. Ciò non procedura di prova riportata nella App 5.
Metdo:
Pas-sata no. Ciclo Lotto no. Data Temp.Aria Temp. Super-ficie RH% Punto di Rilievo DFT
rugiada (1)
(1) Le letture dei valori minimi e massimi rilevati del WFT (spessore bagnato) della pellicola di pittura umida e del DFT devono
essere allegati al Diario Giornaliero.
OSSERVAZIONI::
Provvedimenti presi:
Tabella 7 : Documentazione che deve essere inclusa nello "Schema di Scelta, Applicazione e Manutenzione della
pittura" (1/7/2006)
1. GENERALITA’
1.1 Attestazione esplicita dell'accettazione da parte dell'Armatore, del Cantiere e del Produttore della pittura dello Schema e del suo
contenuto
1.2 Attestazione esplicita da parte del Produttore della qualità e idoneità del prodotto a soddisfare i requisiti concordati di pittura-
zione
1.3 Attestazione esplicita da parte del Cantiere della propria esperienza e dei suoi appaltatori nell'applicazione della pittura
2. CISTERNE DA PITTURARE
2.1 Elenco delle cisterne/depositi per zavorra di acqua di mare che devono essere pitturate identificando il ciclo di pitturazione di
ogni cisterna/deposito, includendo il colore
2.2 Identificazione delle cisterne le cui superfici da pitturare costituiscono la parte interna di ponti esposti al sole oppure costitui-
scono contorni di locali destinati al trasporto di carico o combustibile riscaldati.
2.3 Identificazione delle cisterne nelle quali é previsto, in aggiunta al ciclo di pitturazione, un sistema di protezione catodica
3. SCELTA DELLA PITTURA
3.1. Scheda Tecnica del prodotto, redatta del Produttore della pittura per ogni prodotto fornito (rivestimento duro o equivalente)
3.2 Documentazione del Produttore della pittura relativa a soddisfacenti risultati in esercizio della pittura
3.3 Dati del Produttore della pittura sulle prove di laboratorio eseguite, e della relativa norma adottata, atti ad accertare l'idoneità del
prodotto in esame
3.4 Dichiarazione del Produttore della pittura che la pittura é idonea a resistere a ripetuti riscaldamenti (per le cisterne elencate al
punto 2.2)
3.5 Dichiarazione del Produttore della pittura circa la compatibilità della pittura con il sistema di protezione catodica (per le cisterne
elencate in 2.3)
4. APPLICAZIONE DELLA PITTURA
4.1 Procedure e normative per la preparazione della superficie, scelte in accordo alle raccomandazioni del Produttore della pittura,
precisando anche le aree ed i metodi di ispezione
4.2 Procedure di applicazione della pittura, inclusi aree e metodi di ispezione
4.3 Campo di umidità, temperatura della superficie e condizioni di ventilazione durante e dopo la pitturazione
4.4 Numero di passate e limiti minimo/massimo dello spessore secco (DFT) di ogni passata; metodo di rilievo del DFT
4.5 Durata della ricopertura a diverse temperature
4.6 Criteri concordati per l'ispezione e l'accettazione della preparazione della superficie e dell'applicazione della pitturazione.
Modulo concordato per la rapportazione delle ispezioni
4.7 Scheda di sicurezza del prodotto (MSDS) redatta dal Produttore della pittura per ogni prodotto scelto
4.8 Accordo esplicito dell'Armatore, del Produttore della pittura e del Cantiere di assumere tutte le precauzioni di sicurezza per
ridurre i rischi per la salute e di ogni altro tipo
5. MANUTENZIONE DEL CICLO DI PITTURAZIONE
5.1 Schema di manutenzione del ciclo di pitturazione
5.2 Indicazioni per la sostituzione degli anodi sacrificali e per l'ispezione della pitturazione circostante gli anodi (solo nel caso in cui
oltre alla la pitturazione ci sia anche la protezione catodica)
Figura 1 (1/7/2006)
Travi rinforzate
Nota: Le frecce della figura indicano le zone critiche e devono essere considerate su entrambi i lati dell'elemento.
3.1 Esame dello schema di scelta ed appli- b) le specifiche di pitturazione devono essere rese note a
tutte le Parti Interessate, inclusa la Società;
cazione del ciclo di pitturazione
c) tutto il lavoro deve essere svolto da abili operatori in
3.1.1 (1/7/2006) modo sicuro e con competenza, in accordo con le spe-
La scelta del ciclo di pitturazione nelle cisterne per acqua cifiche concordate;
di zavorra deve tener conto di diversi fattori che favoriscono d) le ispezioni della pitturazione durante la costruzione
la corrosione delle strutture in acciaio, inclusa la frequenza della nave devono essere eseguite da Ispettori di pittura-
delle operazioni di riempimento/svuotamento della zione qualificati, i quali devono accertare che la norma-
zavorra, il riempimento parziale o completo, la temperatura tiva di riferimento concordata tra Cantiere ed Armatore
del carico nelle cisterne adiacenti, ecc. Tutti questi fattori, sia stata osservata;
separatamente o in combinazione, possono pregiudicare
in modo considerevole durante la vita della nave l'effi- e) eventuali danneggiamenti alla pittura nel corso della
cienza del sistema di protezione anticorrosiva. costruzione della nave devono essere riparati in modo
corretto per evitare un prematuro decadimento e dete-
3.1.2 (1/7/2006) rioramento del ciclo di pitturazione.
La scelta della pittura deve tener conto che:
3.2 Esame dei disegni
a) le pitture a base di resine epossidiche (o altre pitture
resistenti equivalenti) devono essere usate soltanto per 3.2.1 (1/7/2006)
le cisterne di zavorra di nuove costruzioni; Il Costruttore deve fornire alla Società disegni aggiuntivi
delle strutture interne delle cisterne/depositi per acqua di
b) sono raccomandati strati a più mani di colori contra- zavorra che soddisfino i seguenti aspetti:
stanti (lo strato di pittura più alto deve essere di colore
chiaro per facilitare le ispezioni durante l'esercizio della a) le strutture interne, i rinforzi e le tubolature devono
nave). essere progettati in modo da evitare, per quanto possi-
bile, zone inaccessibili non agevoli per l'applicazione
3.1.3 (1/7/2006) della pittura, l'ispezione e la manutenzione;
Per soddisfare le prescrizioni di questa Sezione, si devono b) le sbavature e gli spigoli vivi devono essere arrotondati,
tenere presenti i seguenti aspetti: secondo le prescrizioni essenziali del ciclo di pittura-
zione (ad es. tre passate di mola per gli spigoli vivi) e
a) la specifica contrattuale di pitturazione, le procedure e
tutti i difetti delle strutture rimossi come indicato nella
le relative fasi di applicazione così come le raccoman-
Tab. 2;
dazioni del Produttore della pittura devono essere con-
cordate tra il Cantiere e l'Armatore considerando la c) i componenti cavi che non sono accessibili devono
normativa di riferimento ed i cambiamenti ad essa essere resi stagni completamente e permanentemente,
necessari per tenere conto delle procedure costruttive e ad es. saldandoli e riempendoli con materiali inerti
degli standard del Cantiere. Tali aspetti devono essere (schiume plastiche o similari);
d) il numero e la posizione degli anodi sacrificali, se viene Ispettori del Cantiere, Armatore o Produttore della pittura o
installato un sistema di protezione catodica, devono con la visita ai blocchi prefabbricati per controllarne la
essere congruenti con le specifiche dello schema con- rispondenza con i disegni approvati oppure in qualsiasi
cordato per la scelta, l'applicazione e la manutenzione altra occasione opportuna.
della pittura;
e) la configurazione strutturale degli spazi interni deve 3.6 Visita relativa alla applicazione della pit-
consentire un facile accesso con le apparecchiature per tura
le operazioni di pulizia, drenaggio, ventilazione ed
asciugatura delle cisterne/depositi necessarie per l'ispe- 3.6.1 (1/7/2006)
zione della pittura e le riparazioni durante la vita della Dopo il completamento dell'applicazione della pittura in
nave. un compartimento e prima che vengano rimossi i ponteggi,
al Tecnico incaricato deve essere consentito di eseguire dei
3.3 Approvazione di tipo dello shop-primer controlli casuali sulla applicazione della pittura (ad es.
3.3.1 (1/7/2006) dopo le passate a spruzzo e le stripe coat) allo scopo di
verificare sul posto che essa risponda alle prescrizioni indi-
Gli shop-primer applicati alle lamiere in acciaio ed ai profi-
cate nella Tab 2. Questa visita può essere eseguita dal Tec-
lati devono essere approvati dalla Società o da un'altra
nico della Società congiuntamente con l'ispezione eseguita
Organizzazione riconosciuta, secondo le prescrizioni indi-
dagli Ispettori del Cantiere, Armatore o Produttore della pit-
cate nella Parte D, Cap 5, Sez 3.
tura o con la visita ai blocchi montati per controllarne la
3.3.2 (1/7/2006) rispondenza con i disegni approvati oppure in qualsiasi
Il Cantiere deve informare la Società che tutti i parametri di altra occasione opportuna.
applicazione dello shop-primer sono congruenti con le
3.6.2 (1/7/2006)
raccomandazioni del Produttore della pittura.
Dopo la rimozione dei ponteggi deve essere consentito al
Tecnico incaricato di eseguire una ispezione visiva alla pit-
3.4 Ispezione ed esecuzione delle prove
tura per controllare che nessun danno sia stato causato
3.4.1 (1/7/2006) dalle lavorazioni meccaniche e/o dalla saldatura. Tutti i
Il Cantiere deve fornire alla Società i rapporti giornalieri danni riscontrati alla pittura devono essere riparati in
contenenti i risultati delle ispezioni svolte dai rappresen- accordo con le specifiche tecniche di pitturazione e con le
tanti del Cantiere, dell'Armatore e del Produttore durante la raccomandazioni del Produttore della pittura.
preparazione della superficie e l'applicazione della pittura.
3.6.3 (1/7/2006)
3.4.2 (1/7/2006)
Dopo il completamento delle riparazioni, deve essere ese-
In qualsiasi momento durante la costruzione al Tecnico
guita una visita finale del locale per accettazione. Se il risul-
della Società deve essere consentito di prelevare dei cam-
tato è soddisfacente, il locale deve essere chiuso
pioni dei prodotti (di pitturazione) usati per la pitturazione
immediatamente dopo.
delle cisterne/depositi di zavorra, che possano essere ana-
lizzati per verificare la loro conformità con le specifiche di
pitturazione concordate. 3.7 Ispezione finale dopo le prove in mare
3.7.1 (1/7/2006)
3.5 Visita relativa alla preparazione della Al Tecnico incaricato deve essere consentito di eseguire
superficie una ispezione finale di una cisterna/deposito di zavorra che
3.5.1 (1/7/2006) sia stato svuotata dopo le prove in mare. Se dovessero
In qualsiasi momento durante la costruzione al Tecnico essere riscontrati danni alla pittura, devono essere eseguite,
incaricato della Società deve essere consentito di eseguire prima della consegna della nave, riparazioni appropriate in
un controllo della preparazione della superficie (ad es. la accordo con le specifiche tecniche della pitturazione e le
sabbiatura e molatura dei profilati) allo scopo di verificare raccomandazioni del Produttore della pittura. Questa visita
sul posto che essa risponda alle prescrizioni dati nella può essere eseguita congiuntamente all'ispezione finale di
Tab 2. Questa visita può essere eseguita dal Tecnico della accettazione da parte degli Ispettori del Cantiere,
Società congiuntamente con l'ispezione eseguita dagli dell'Armatore e del Produttore della pittura.
1 Metodo probabilistico per il calcolo nellate, senza carico, combustibile, lubrificanti, acqua di
zavorra, acqua dolce e acqua di alimento nelle casse, senza
della stabilità in condizioni di avaria
consumabili, nè passeggeri, nè equipaggio ed effetti perso-
per navi da carico nali.
L’immersione dp corrispondente al galleggiamento interme-
1.1 Definizioni dio è data, in m, dalla formula:
1.1.1 Galleggiamento di d p = d ls + 0 ,6 ⋅ ( d l – d ls )
compartimentazione (1/10/2005)
dove:
Il galleggiamento di compartimentazione è il galleggia-
mento in base al quale viene determinata la compartimen- dl : Immersione, in m, corrispondente al massimo
tazione della nave. galleggiamento di compartimentazione, in m
dls : Immersione di nave vacante, in m.
1.1.2 Massimo galleggiamento di
compartimentazione (1/10/2005) 1.1.4 Lunghezza di compartimentazione
Il massimo galleggiamento di compartimentazione è quello Ls (1/10/2005)
che corrisponde all’immersione estiva da assegnare alla La lunghezza di compartimentazione Ls è la massima lun-
nave.
ghezza fuori ossatura di quella parte della nave, proiettata
Questa definizione non preclude la possibilità di caricare la sul piano longitudinale, misurata in corrispondenza o infe-
nave fino ad una maggiore immersione consentita da un riormente al ponte o ai ponti ai quali si arresta l’estensione
altro galleggiamento assegnato, come la marca tropicale, o verticale dell’allagamento con la nave al massimo galleg-
quello per il trasporto di legname ecc. giamento di compartimentazione.
1.1.3 Galleggiamento intermedio (1/10/2005) La definizione di LS è illustrata nella Fig 1.
Il galleggiamento intermedio è quello corrispondente Per il ponte di prora che limita l’estensione verticale
all’immersione della nave vacante più il 60% della diffe- dell’allagamento, Hmax deve essere calcolata in accordo con
renza tra l’immersione corrispondente alla linea di massimo l’immersione dl al massimo galleggiamento di comparti-
galleggiamento di compartimentazione e quella della nave mentazione, basato sulla corrispondente formula in [1.5.9].
vacante medesima. La posizione dell’estremità prodiera al massimo galleggia-
L’immersione di nave vacante è l’immersione corrispon- mento di compartimentazione deve essere presa come indi-
dente alla nave vacante con differenza d’immersione zero. cato in Fig 2 e quella del termine poppiero in maniera
Il dislocamento a nave vacante è quello della nave, in ton- simile.
dove LS è in m, e
H • per le navi aventi lunghezza LS uguale o superiore a 80
Hmax ≤ H dl m, ma non superiore a 100 m:
1
R = 1 – --------------------------------------------
-
⎛ 1 + ---------LS R0 ⎞
- ⋅ -------------- -
⎝ 100 1 – R 0⎠
simmetria longitudinale:
• dello scafo principale
• delle strutture sovrastanti che possono dare contributo
dl di spinta nei calcoli di stabilità in condizioni di avaria
• della suddivisione interna che limita l’estensione
dell’allagamento nei calcoli della stabilità in condizioni
1.1.5 Altre definizioni (1/10/2005) di avaria
Metà lunghezza è il punto corrispondente alla mezzeria la falla può essere ipotizzata sia a dritta che a sinistra,
della lunghezza di compartimentazione della nave. dando luogo in entrambi i casi allo stesso valore di “A”.
L’estremità poppiera è il limite poppiero della lunghezza di Quando non esista una perfetta simmetria, devono essere
compartimentazione. fatti due calcoli per il valore “A”, uno ipotizzando la falla a
L’estremità prodiera è il limite prodiero della lunghezza di sinistra della nave, e uno a dritta. Deve essere usato il
compartimentazione. valore medio ottenuto dal calcolo dei due lati.
• per gruppi di quattro compartimenti: ghezza adimensionale “J“ uguale a quella del gruppo di
compartimenti indicati dai pedici di “p”.
pi = p1234 - p123 - p234 + p23
Il fattore “pi” per un gruppo di tre o più compartimenti adia-
pi = p2345 - p234 - p345 + p34, ecc. centi è uguale a zero se la lunghezza adimensionale di tale
gruppo meno la lunghezza adimensionale dei comparti-
i valori: menti estremi poppiero e prodiero del gruppo, è maggiore
di Jmax.
p12, p23, p34, ecc.
Vedere Fig 3, Fig 4 e Fig 9 fino a Fig 22 e le spiegazioni in
p123, p234, p345, ecc. [2.2], [2.3] e [2.4].
p1234, p2345, p3456, ecc. In particolare, nel calcolare i valori di r per un gruppo di
due o più compartimenti (o zone) adiacenti, il valore di b
devono essere calcolati secondo le formule in [1.4.2] e deve essere lo stesso per tutti i compartimenti (o zone) di
[1.4.3] considerando un compartimento singolo avente lun- quel gruppo.
b1 b b2 b
fasciame esterno
piano di simmetria
piano di simmetria
longitudinale
longitudinale
b1 b1
b b2 b b2
fasciame esterno
piano di simmetria
longitudinale
piano di simmetria
longitudinale
b1 b1
( = 2 b2 ) b b2 ( = 2 b2 ) b b2
fasciame esterno
piano di simmetria
b1 longitudinale
( = 2 b2 )
b
b2
dl
d
l
d
l
d
l
1.5 Calcoli del fattore si campo : Estensione del campo dei bracci di stabilità
positivi oltre l’angolo di equilibrio, in gradi, da
1.5.1 (1/10/2005) assumere non maggiore di 20°; tuttavia il
Il valore del fattore si deve essere ottenuto per ciascun com- campo deve essere arrestato all’angolo in corri-
partimento o gruppo di compartimenti secondo le prescri- spondenza del quale le aperture non chiudibili
zioni indicate nei punti da [1.5.2] a [1.5.9]. con mezzi stagni alle intemperie risultano
immerse
1.5.2 (1/10/2005)
θe : Angolo finale di equilibrio trasversale, in gradi.
In generale per qualsiasi condizione di allagamento a par-
1.5.3 (1/10/2005)
tire da qualsiasi condizione di carico iniziale si deve essere
dato da: Si assume si = 0 quando il galleggiamento finale, tenuto
conto della sommersione, dell’assetto e dello sbandamento,
s i = C ⋅ 0 ,5 ⋅ ( GZ max ) ⋅ ( campo ) è tale che il margine inferiore delle aperture attraverso le
quali si può avere un allagamento progressivo, risulta
essendo:
immersa. Tra tali aperture sono compresi sfoghi d’aria,
C = 1, se θ e ≤ 25°, trombe a vento, e aperture che sono chiuse per mezzo di
C = 0, se θ e > 30°, porte o coperture di boccaporte stagne alle intemperie, e da
esse possono essere escluse aperture chiuse per mezzo di
30 – θ e
C = ----------------- negli altri casi, chiusure di passi d’uomo e portelli stagni, piccole coper-
5
ture di boccaporte stagne che mantengono un alto grado di
GZmax : Valore massimo del braccio di stabilità positivo, integrità del ponte, porte stagne scorrevoli comandate a
in m, entro il campo sottoindicato, da assumere distanza, porte di accesso e coperture di boccaporte di
non maggiore di 0,1 m accesso, di integrità tale da garantire lo stagno all’acqua,
normalmente chiuse in navigazione, e portellini di tipo non galleggiamento di compartimentazione, essendo H non
apribile. Tuttavia se nei calcoli si tiene conto dei comparti- superiore ad Hmax
menti così allagati, devono essere applicate le prescrizioni
della presente App 1. • vi = 1
Se il galleggiamento finale sommerge il margine inferiore di nel caso in cui la compartimentazione orizzontale più
qualsiasi apertura attraverso cui può avvenire un allaga- alta nella zona interessata alla falla sia situata al di sotto
mento progressivo, il fattore si può essere ricalcolato di Hmax
tenendo conto di tale allagamento. Se il valore si risultante è
essendo:
superiore allo zero, si può tenere conto del contributo posi-
tivo dA all’indice A. H : Distanza verticale, in m, rispetto alla linea di
costruzione, della compartimentazione oriz-
1.5.4 (1/10/2005) zontale assunta come limitazione di estensione
verticale della falla.
Per ciascun compartimento, o gruppo di compartimenti, si
deve essere ottenuto con media ponderata tenendo conto Quando la distanza della compartimentazione orizzontale
delle immersioni come segue: dalla linea di costruzione non è costante, si deve usare per
calcolare H la distanza dalla linea di costruzione del punto
s i = 0 ,5 ⋅ s l + 0 ,5 ⋅ s p più basso della compartimentazione orizzontale.
essendo: Hmax : Massima estensione verticale possibile, in m,
sl : Fattore “s” corrispondente al massimo galleg- della falla al di sopra della linea di costruzione,
giamento di compartimentazione oppure:
1.5.7 (1/10/2005)
Tabella 1 : Permeabilità (1/10/2005)
Il valore “si” per il compartimento, o gruppo di comparti-
menti più basso, deve essere ottenuto moltiplicando il Spazi Permeabilità
valore determinato in [1.5.2] per il fattore di riduzione “v”
secondo il punto [1.5.9], che rappresenta la probabilità che Depositi 0,60
gli spazi al di sopra della compartimentazione orizzontale Sistemazioni per alloggio 0,95
non vengano allagati.
Sistemazioni per macchinari 0,85
1.5.8 (1/10/2005)
Spazi vuoti 0,95
Nel caso di un contributo positivo all’indice “A” dovuto
all’allagamento contemporaneo degli spazi al di sopra della Spazi per carico secco 0,70
compartimentazione orizzontale, il valore di si risultante Spazi per liquidi 0 o 0,95 (1)
per tale compartimento o gruppo di compartimenti deve
essere ottenuto incrementando il valore determinato in (1) assumendo il valore che risulta più severo ai fini dei
[1.5.7] del valore si relativo all’allagamento contemporaneo calcoli
secondo il comma [1.5.2], moltiplicato per il fattore (1-v).
1.5.9 (1/10/2005)
1.7 Informazioni sulla stabilità
Il fattore di probabilità vi deve essere assunto uguale ai 1.7.1 (1/10/2005)
seguenti valori: Al comando di bordo devono essere fornite quelle informa-
zioni affidabili necessarie a costituire una guida accurata
H–d
• v i = --------------------- per valutare in maniera semplice e rapida le condizioni di
H max – d
stabilità della nave nelle diverse condizioni di esercizio. Le
nel caso in cui si assuma un allagamento esteso fino alla informazioni necessarie sono specificate nei requisiti da
compartimentazione orizzontale situata al di sopra del [1.7.2] a [1.7.5].
Tabella 2 : Valore di pi calcolato tenendo conto dell’effetto della compartimentazione locale (1/10/2005)
Zone di possibile avaria misurando la p basato sulla s basato sull’allagamento dello spazio(i) che realizza la più
lunghezza dello spazio danneggiato lunghezza scarsa stabilità
1 l1 spazio A
Zone di possibile avaria misurando la s basato sull’allagamento dello spazio(i) che realizza la più
p basato sulla lunghezza
lunghezza dello spazio danneggiato scarsa stabilità
A lA = l1 + l2 spazio A, o spazio B, o spazi A e B (1)
valore calcolato
2.2.2 (1/10/2005)
di p
Nella presente parte viene usata la seguente nomenclatura:
• l1, l2, l3, ecc. sono le distanze tra le paratie che delimi-
tano i compartimenti sia interni che laterali come illu-
strato nelle Fig 9, Fig 10 e Fig 11
trascurando l’effetto della l12 = l1 + l2; l23 = l2 + l3; l34 = l3 + l4 ecc.
compartimentazione locale
con 2 zone allagate l1-3 = l1 + l2 + l3; l2-4 = l2 + l3 + l4
l2-5 = l2 + l3 + l4 + l5; l3-6 = l3 + l4 + l5 + l6 ecc.
• p1, p2, p3, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.2] usando l1, l2, l3 ecc., come l
• p12, p23, p34, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.2] usando l12, l23, l34 ecc., come l
Figura 8 : Esempio di compartimentazione
p1-3, p2-4, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
trasversale (1/10/2005)
requisito [1.4.3] usando l1-3, l2-4, ecc., come l
zone
ponte p2-5, p3-6, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.3] usando l2-5, l3-6, ecc., come l
r1, r2, r3, ecc. sono valori di r calcolati secondo il requi-
sito [1.4.3] usando l1, l2, l3 ecc., come l, e b come defi-
linea di costruzione nito in [1.4.3]
r12, r23, r34, ecc. sono valori di r calcolati secondo il
requisito [1.4.3] usando l12, l23, l34 ecc., come l, e b
come definito in [1.4.3]
r2-5, r3-6, ecc. sono valori di r calcolati secondo il requi-
considerando l’effetto della
compartimentazione locale
sito [1.4.3] usando l2-5, l3-6 ecc., ome l, e b come defi-
con 4 zone allagate nito in [1.4.3]
• b come definito in [1.4.3] .
Nel determinare il fattore pi per l’allagamento contempora-
neo dello spazio 1, (in Fig 10 e Fig 11), e di uno o più com-
partimenti laterali adiacenti, i valori r1, r12, ecc., devono
valore calcolato di p essere calcolati secondo il requisito [1.4.3], assumendo b
per lo spazio 1 uguale alla larghezza del compartimento
adiacente considerato.
Esempi per la determinazione del fattore p sono indicati
nelle Tab 4 e Tab 5 per l’esempio di compartimentazione
combinata trasversale e longitudinale illustrato nella Fig 10.
trascurando l’effetto della
compartimentazione locale Esempi per la determinazione del fattore p sono indicati
con 2 zone allagate nelle Tab 6 e Tab 7 per l’esempio di compartimentazione
combinata trasversale e longitudinale illustrato nella
Fig 11.
B/2 l1
B2 B3
B1
l1 l2 l3
l2
l3 B2 B/2
B2
B3
2.3.2 (1/10/2005)
La seguente nomenclatura è usata qui di seguito:
l1, l2, l3 : Lunghezza delle zone di avaria come illustrato
in Fig 12
l1 l2 l3 l4 l5 l6 l7 p1, p2, p3: p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
l1, l2, l3 come l
p12, p23 : p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
l1 + l2 e l2 + l3 come l
Figura 11 : Esempio di compartimentazione p123 : p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
combinata trasversale e longitudinale (1/10/2005) l1 + l2 + l3 come l
r1 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 come l e b come illustrato in Fig 12
r2 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l2come l e b come illustrato in Fig 12
r12, r23 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 + l2 e l2 + l3 come l e b come illustrato in
Fig 12
l1 l2 l3 l4 l5 l6 l7 r123 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 + l2 + l3 come l e b come illustrato in Fig 12.
Figura 12 : Esempi di recessi (1/10/2005) Spazi da considerarsi fattore pi da usarsi per il calcolo del
allagati per il calcolo contributo all’Indice di
di si Compartimentazione effettivo
A pi = p12.r12
A B B p i = p3
AeB pi = p123 -p12.r12 -p3
B/2
in alternativa
b
l3
A p i = p1
l1 l2
B p i = p3
AeB pi = p123 -p1 -p3
1+2+3
Hmax
Hmax H
2.4.6 (1/10/2005)
Esempi di compartimentazione multipla orizzontale e lon-
gitudinale sono riportati nelle Fig 19 a Fig 22.
Figura 20 : Esempio di compartimentazione
La presente parte illustra i principi usati quando si combina combinata orizzontale e
la compartimentazione stagna orizzontale e longitudinale longitudinale (1/10/2005)
come descritto in [2.4.4] e [2.4.5].
HU
a) Nella Fig 19:
dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s min ,1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s min ,2 ]
essendo:
smin,1 : Il minore tra s12 e s2
Direzione della falla
smin,2 : Il minore tra s123 e s2. laterale considerata
dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s min ,1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s min ,2 ]
Figura 21 : Esempio di compartimentazione
essendo: combinata orizzontale e
longitudinale (1/10/2005)
smin,1 : Il minore tra s12 e s2
HU
smin,2 : Il minore tra s123 e s23.
essendo:
smin,11 : Il minore tra s1234 e s234 e s34 e s4
smin,12 : Il minore tra s12345 e s2345 e s345 e s45
Direzione della falla
smin,21 : Il minore tra s1234678 e s234678 e s3478 e s48 laterale considerata
smin,22 : Il minore tra s123456789 e s23456789 e s345789 e
s4589.
1 Condizioni iniziali di caricazione colo di tale valore siano accettabili da parte della
Società,
1.1 Condizioni iniziali di caricazione f) I pesi devono essere calcolati sulla base della Tab 1.
1.1.1 (1/10/2005)
Tabella 1 : Masse volumiche (1/10/2005)
Le condizioni iniziali di carico prima dell’allagamento
devono essere determinate conformemente a [1.1.2] e
[1.1.3]. Sostanza Massa volumica, in t/m3
1.1.2 (1/10/2005) Acqua salata 1,025
La nave è caricata alla marca di pieno carico estivo con
assetto supposto diritto. Acqua dolce 1,000
Figura 3 : Scalini e recessi - Esempio 3 (1/10/2005) come previsto al punto [1.1], deve essere in grado di sop-
CL portare l’allagamento di un qualsiasi compartimento o
compartimenti, con una permeabilità assunta di 0,95, con-
seguente alle ipotesi di falla di cui al punto [2.1], e deve
A B C rimanere galleggiante in una condizione soddisfacente di
ogni lunghezza equilibrio come specificato ai punti [2.5] e [2.6]. In tale
nave, il locale macchine deve essere considerato come un
compartimento allagabile, ma con una permeabilità dello
0,85. Vedere Tab 2.
>3,0
B/5 Tabella 2 : Ipotesi di avaria (1/10/2005)
D E F
Tipo L (m) Standard di allagamento (1)
A ≥ 150 un compartimento
Estremità del
compartimento principale B - 60 ≥ 100 un compartimento
2.5.2 (1/10/2005) del ponte risulta immersa, può essere accettato un angolo
Il galleggiamento finale, dopo l’allagamento, tenendo conto di inclinazione trasversale fono a 17 gradi.
della sovraimmersione, dello sbandamento e dell’assetto,
deve risultare al di sotto dell’orlo inferiore di qualsiasi aper- 2.6.2 (1/10/2005)
tura attraverso la quale possa avvenire un allagamento pro- L’altezza metacentrica a fine allagamento risulta positiva.
gressivo. Tali aperture devono comprendere sfoghi d’aria,
trombe di ventilazione e aperture chiuse con porte o coper- 2.6.3 (1/10/2005)
ture di boccaporte stagne alle intemperie, a meno che non
Quando qualsiasi parte del ponte, al di fuori del comparti-
siano chiuse con coperture, di acciaio o materiale equiva-
mento supposto allagato in un caso particolare di falla
lente, dotate di guarnizioni stagne all’acqua, mentre si pos-
risulta immerso, o nel caso in cui la riserva di stabilità in
sono escludere aperture che siano chiuse per mezzo di
condizione di allagamento possa essere considerata dub-
coperture di passi d’uomo, portelli a raso, coperture delle
bia, si deve affrontare lo studio della stabilità residua. Que-
boccaporte del carico, porte stagne scorrevoli comandate a
sta può essere considerata sufficiente se la curva dei bracci
distanza e portellini del tipo non apribile.
di stabilità ha un campo positivo di almeno 20 gradi oltre la
2.5.3 (1/10/2005) posizione di equilibrio con un braccio di stabilità massimo
Se tubi, condotte o gallerie sono situate entro la penetra- di almeno 0,1 metri entro questo campo. L’area sotto la
zione della falla ipotetica, come definita in [2.1.3], si curva dei bracci di stabilità entro questo campo, non deve
dovranno adottare dispositivi che impediscano che l’allaga- essere inferiore a 0,0175 metri-radianti. la Società dovrà
mento progressivo possa estendersi ai compartimenti diversi tener conto di eventuali pericoli potenziali rappresentati da
da quelli considerati allagabili nel calcolo di ogni caso di aperture protette o non protette che possano essere tempo-
falla. raneamente immerse entro il campo di stabilità residua.
2.6.4 (1/10/2005)
2.6 Criteri di stabilità in condizioni di avaria
La Società è convinta che la stabilità è sufficiente durante
2.6.1 (1/10/2005) gli stadi intermedi di allagamento. A questo proposito la
L’angolo di inclinazione trasversale dovuto all’allagamento Società applicherà gli stessi criteri riguardanti lo stadio
asimmetrico, non deve superare i 15 gradi. Se nessuna parte finale, anche durante gli stadi intemedi di allagamento.
2 • se P1 > P
P + P 2 > --- ⋅ K ⋅ N P + P2
3 M+2⋅P
KN > P + P 2 C S = 72 ⋅ ------------------------1-
V + P1 – P
2 2
P + P 2 ≤ --- ⋅ K ⋅ N --- KN
3 3
• se P1 ≤ P
M+2⋅P
KN ≤ P + P 2 KN C S = 72 ⋅ ----------------------
V
Fattore Valore
A 58 ,2
----------------- + 0 ,18
L S – 60
B 30 ,3
----------------- + 0 ,18
L S – 42
S 3574 – 25L S
-------------------------------
13
Φ ( A – B ) ( C s – 23 )
A – -----------------------------------------
-
100
Tabella 3 : Fattore di compartimentazione per navi trasportanti un numero di persone non superiore alla capacità
delle imbarcazioni di salvataggio (1/10/2005)
(1) In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in
un compartimento, può permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fat-
tore usato sia il più basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.
(2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a soddisfazione della Società essere impraticabile la conformità al fattore F in
un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale può essere regolata da un fattore aumentato, che, tutta-
via, non può superare 0,40 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 2)).
(3) Se CS ≥ 45 e 0,50 < Φ ≤ 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 1)).
(4) Se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, essa può permettere che la
lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fattore usato sia il più basso praticabile e ragio-
nevole nelle circostanze.
Tabella 4 : Fattore di compartimentazione per navi con capacità delle imbarcazioni di salvataggio inferiore al
numero di persone a bordo (1/10/2005)
(1) In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in
un compartimento, può permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fat-
tore usato sia il più basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.
(2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a soddisfazione della Società essere impraticabile la conformità al fattore F in
un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale può essere regolata da un fattore aumentato, che, tutta-
via, non può eccedere 0,40 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 2)).
(3) Se CS ≥ 45 e 0,50 < Φ ≤ 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 1)).
(4) Se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, esso può permettere che la
lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fattore usato sia il più basso praticabile e ragio-
nevole nelle circostanze.
La sezione delle condotte di bilanciamento S, in m2, può • Caso 7 : valvola di non ritorno
essere calcolata con la seguente formula:
• Caso 8 : perdite per attrito nel tubo
2W
S = ---------------------------------------------------- • Caso 9 : valvola a saracinesca
-
tF ( 2gH o + 2gH F )
• Caso 10 : valvola a farfalla
dove:
• Caso 11 : valvola a disco
W : volume, in m3, dell’acqua che entra nei com-
partimenti di bilanciamento durante il periodo Caso 1 : CURVA CIRCOLARE a 90° (vedere Fig 2)
considerato,
Il fattore k è definito nella Tab 1.
t : tempo, in s, necessario a completare il bilancia-
mento,
Tabella 1 : Valore del fattore k (1/10/2005)
F : fattore, da calcolarsi come segue:
1 R/D 2 3 4 5 6 7
F = ------------------------
k .30 .26 .23 .20 .18 .17
1+ ∑ k
Figura 2 : CURVA A RAGGIO CON R/D = 2 (1/10/2005) Tabella 5 : Valore del fattore k (1/10/2005)
4
Figura 5 : INGRESSO IN UN TUBO (1/10/2005)
t
=
8 V V
D
Caso 3 : CURVA AD ANGOLO (vedere Fig 3)
Caso 4 : CURVA A 90° A DOPPIO ANGOLO (vedere Fig 4) Figura 7 : VALVOLA DI NON-RITORNO (1/10/2005)
L/D 1 2 3 4 5 6
Caso 8 : PERDITE PER ATTRITO NEL TUBO
k .41 .40 .43 .46 .46 .44
Il fattore sopra indicato è un valore medio e in effetti varia
col numero di Reynold (cioè varia con V per D e v costanti)
Figura 4 : CURVA A 90° A DOPPIO ANGOLO così come con la rugosità relativa.
(1/10/2005) k = 0.02/D per unità di lunghezza
45°
v Caso 9 : VALVOLA A SARACINESCA (vedere Fig 8)
k = 0.3
L 45°
8 8
Caso 5 : INGRESSO IN UN TUBO (vedere Fig 5)
Figura 9 : VALVOLA A FARFALLA (1/10/2005) di stabilità pari a 0,04 m o più, la curva dei bracci di stabi-
lità deve considerarsi terminata all’angolo al quale si veri-
V V fica l’allagamento progressivo e il campo e l’area di cui a
Sez 11, [3.7.4] j)4) e Sez 11, [3.7.4] j)5) devono essere
misurati a quell’angolo, come indicato nella Fig 11.
1.3.2 (1/10/2005)
Caso 11 : VALVOLA A DISCO (vedere Fig 10) Nel caso in cui l’allagamento progressivo sia di natura limi-
k = 6.0 tata tale che esso non continui in maniera costante, e pro-
duca un’accettabile lenta riduzione del braccio di stabilità
Figura 10 : VALVOLA A DISCO (1/10/2005) inferiore a 0,04 m, il resto della curva deve essere parzial-
mente troncato assumendo che lo spazio progressivamente
allagato sia così allagato fin dall’inizio, come indicato nella
Fig 12.
bracci di stabilità
1.2.1 (1/10/2005)
Se sono sistemate controcarene, è necessario stabilire la
massima penetrazione di falla ipotizzata (B/5) da prendere
Figura 12 : Allagamento progressivo di natura
in considerazione nello stabilire i vari casi di danno. A que-
limitata (1/10/2005)
sto proposito, la larghezza B in corrispondenza di tali con-
trocarene deve essere misurata all’esterno delle stesse. bracci di stabilità
simulare le condizioni di un ponte esposto. Il pannello a) identificazione all'infrarosso (IR) dei componenti della
di prova viene ciclicamente colpito con getti di acqua base e dell'indurente della pittura;
di mare, naturale o artificiale, per simulare i moti di
b) peso specifico, determinato in accordo alla norma ISO
beccheggio e di rollio. Il periodo di tali getti è di 3
2811-74, dei componenti della base e dell'indurente
secondi o più basso. Il pannello deve avere una inci-
della pittura; e
sione a metallo nudo per tutta la sua larghezza.
g) Il pannello di prova n. 2 deve essere munito di un c) numero di fori di spillo, usando un rilevatore a basso
anodo fisso sacrificale di zinco per valutare l'effetto voltaggio sino a 90 Volt.
della protezione catodica. Una mancanza artificiale cir- 4.2.2 (1/7/2006)
colare di 8 mm a metallo nudo deve essere praticata sul
pannello di prova a 100 mm dall'anodo per valutare Dopo aver eseguito le prove, devono essere messi a rap-
l'effetto della protezione catodica. Il pannello di prova porto i seguenti dati rilevati:
viene ciclicamente immerso in acqua di mare naturale a) bolle e ruggine secondo le norme ISO 4628/2 e ISO
o artificiale. 4628/3;
h) Il pannello di prova n. 3 deve essere raffreddato sul lato
b) lo spessore della pellicola secca (DFT) (usare un simula-
opposto, in modo da produrre un gradiente termico che
cro) (ved. Sez 12, Tab 6);
simuli una paratia raffreddata di una cisterna laterale di
zavorra, e colpito con getti di acqua di mare, naturale o c) il valore della adesione secondo la norma ISO 4624;
artificiale, per simulare i moti di beccheggio e di rollio.
Il gradiente di temperatura è di circa 20°C ed il periodo d) per sola informazione il valore della flessibilità determi-
di tali getti è di 3 secondi o più basso. Il pannello deve nato secondo la norma ASTM D4145, variandolo sulla
avere una incisione a metallo nudo per tutta la sua lar- base dello spessore del pannello (con uno spessore in
ghezza. acciaio di 3 mm, un rivestimento di 300 µm, un man-
drino cilindrico da 150 mm si ha un allungamento del
i) Il pannello n. 4 deve essere ciclicamente colpito con 2%);
getti di acqua di mare, naturale o artificiale, per simu-
lare i moti di beccheggio e di rollio. Il periodo di tali e) la perdita di peso della protezione catodica/la corrente
getti è di 3 secondi o più basso. Il pannello deve avere assorbita/ il distacco rispetto alla mancanza artificiale;
una incisione a metallo nudo per tutta la sua larghezza.
f) la penetrazione sotto l'incisione. La penetrazione viene
j) Il pannello di prova n. 5 deve essere esposto a caldo misurata sotto entrambi i lati dell'incisione e si deter-
secco per 180 giorni alla temperatura di 70°C per simu- mina il valore massimo di penetrazione su ogni pan-
lare la lamiera di divisione tra un deposito di combusti- nello. Per l'accettazione si fa la media dei tre valori
bile riscaldato ed un deposito di zavorra nel doppio massimi rilevati.
fondo.
4.3 Criteri di accettazione
4.2 Risultati delle prove
4.2.1 (1/7/2006) 4.3.1 (1/7/2006)
Prima di eseguire le prove, devono essere messi a rapporto i I risultati delle prove indicate in [4.2] devono soddisfare i
seguenti elementi rilevati del ciclo di pitturazione: criteri di accettazione precisati in Tab 1.
Figura 1 (1/7/2006)
Lunghezza 25 mm
Angolare saldato pannello
soltanto dal lato esterno
Spessore 2 mm
Figura 2 : asca ad onde per l'esecuzione delle prove sulla pittura di cisterne/depositi per acqua di zavorra (1/7/2006)
RISCALDAMENTO CICLICO
12 ORE A 50° C
12 ORE A 20° C
GRADIENTE TERMICO
TEMPERATURA ACQUA
DI MARE 35 C°
RISCALDAMENTO
MOVIMENTO D’ONDA
1.d) e 1.e) della Sez 12, Tab 2. Lo shop primer deve zione. Per favorire l'innovazione, possono essere utiliz-
essere esposto alle intemperie per almeno 2 mesi e zati, purché chiaramente definiti,preparazioni, cicli di
pulito con un lavaggio a bassa pressione o con un altro pitturazione e valori degli spessori della pellicola secca
metodo leggero. Sabbiatura di spazzolatura o lavaggio alternativi;
ad alta pressione, o altri metodi di rimozione dello shop d) il lato opposto del pannello di prova deve essere pittu-
primer non devono essere utilizzati. Il modo e la durata rato convenientemente in modo da non alterare i risul-
della esposizione alle intemperie deve tenere conto che tati della prova.
tale pittura protettiva costituisce l'elemento basilare per
la durata preventivata di 15 anni del ciclo di pittura-
Pannelli di prova
Temperatura dell’acqua
Tabella 1 : Criteri di accettazione dei risultati delle prove eseguite su di un simulacro della cisterna/deposito di
zavorra (1/7/2006)
5.2 Risultati della prova mm, un rivestimento di 300 µm, un mandrino cilindrico
da 150 mm si ha un allungamento del 2%).
5.2.1 (1/7/2006)
Prima di eseguire le prove, devono essere messi a rapporto i 5.3 Criteri di accettazione
seguenti elementi rilevati del ciclo di pitturazione: 5.3.1 (1/7/2006)
I risultati delle prove indicate in [5.2] devono soddisfare i
a) identificazione all'infrarosso (IR) dei componenti della criteri di accettazione precisati in Tab 2.
base e dell'indurente della pittura;
5.3.2 (1/7/2006)
b) peso specifico, determinato in accordo alla norma ISO I cicli a base di resine epossidiche sottoposti a prova e pro-
2811-74, dei componenti della base e dell'indurente vati prima della entrata in vigore della Sez 12 devono sod-
della pittura; e disfare soltanto i criteri di accettazione relativi alle bolle ed
alla ruggine indicati nella Tab 2.
c) numero di fori di spillo, usando un rilevatore a basso 5.3.3 (1/7/2006)
voltaggio sino a 90 Volt.
I cicli a base di resine epossidiche che, in occasione della
5.2.2 (1/7/2006) loro applicazione, sono stati sottoposti a prova secondo la
Sez 12, Tab 2 devono soddisfare i criteri per i cicli a base di
Dopo aver eseguito le prove, devono essere messi a rap- resine epossidiche indicati nella Tab 2.
porto i seguenti dati rilevati:
5.3.4 (1/7/2006)
a) bolle e ruggine secondo le norme ISO 4628/2 e ISO I cicli alternativi, non necessariamente a base di resine
4628/3; epossidiche e/o non necessariamente applicati secondo la
Sez 12, Tab 2, devono soddisfare i criteri per sistemi alter-
b) lo spessore della pellicola secca (DFT) (usare un simula- nativi indicati nella Tab 2.
cro) (ved. Sez 12, Tab 6);
5.4 Rapporto di prova
c) il valore della adesione secondo la norma ISO 4624;
5.4.1 (1/7/2006)
d) per sola informazione il valore della flessibilità secondo Il rapporto di prova deve includere le stesse informazioni
la norma ASTM D4145, variandolo sulla base dello richieste in [4.4] per il rapporto della prova su simulacro di
spessore del pannello (con uno spessore in acciaio di 3 cisterna/deposito di zavorra.
Tabella 2 : Criteri di accettazione dei risultati delle prove eseguite nella camera di condensazione (1/7/2006)