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Regolamenti per la Classificazione

delle Navi
In vigore dal 1 Gennaio 2008

Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

RINA S.p.A.
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Stampato da: Algraphy S.n.c.


Genova Italia

Autorizzazione del Tribunale di Genova


No. 25/73 dell' 11 aprile 1973

© RINA S.p.A. - Tutti i diritti riservati


PREAMBOLO AI REGOLAMENTI: CONDIZIONI GENERALI
Definizioni Articolo 3
“Regolamenti” significa i Regolamenti per la Classificazione 3.1. – La classe assegnata ad una nave riflette il parere
delle Navi sia contenuti in questo documento che in altri discrezionale della Società che la nave, dato l’uso previsto
documenti emessi dalla Società. ed entro i relativi limiti di tempo, soddisfa i Regolamenti
"Servizi" significa le attività descritte nel successivo Articolo applicabili all’epoca in cui il servizio è prestato. L’entrata in
1, rese dalla Società su richiesta fatta dalla, Parte Interessata vigore e l’applicazione di nuove norme sono disciplinate
o in nome e per conto di questa. nella Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 2 dei
“Società” significa RINA S.p.A. e tutte le Società Regolamenti.
appartenenti al Gruppo RINA che forniscono i Servizi. 3.2. – A nessun rapporto, dichiarazione, annotazione su
“Tecnico” significa personale tecnico operante per conto disegno, esame, Certificato di Classe o qualsiasi documento
della Società nell’esecuzione delle attività descritte nel o informazione emanati o rilasciati in esecuzione di servizi
seguente Articolo 1. prestati dalla Società possono essere attribuiti effetti o
“Parte Interessata” significa una parte, diversa dalla Società, implicazioni legali diversi da una attestazione che la nave,
che abbia responsabilità nella classificazione della nave, la struttura, i materiali, le apparecchiature, i macchinari o
quale l’Armatore della nave ed i suoi rappresentanti, o il qualsiasi altro elemento, cui tale documento o
costruttore della nave, o il costruttore delle macchine, o il informazione si riferiscono, sono conformi ai Regolamenti.
fornitore di parti da collaudare. Tale dichiarazione è rilasciata solamente per l’uso della
“Armatore” significa il Proprietario o l’Armatore Disponente Società, dei suoi comitati e dei suoi clienti o di altri
o il Gestore o qualsiasi altra parte tenuta a mantenere la organismi autorizzati e per nessun altro fine. La validità,
nave atta alla navigazione, con particolare riguardo alle l’applicazione, il significato e l’interpretazione di un
disposizioni relative al mantenimento della classe indicate Certificato di Classe, o qualsiasi analogo documento o
nella Parte A, Capitolo 2 dei Regolamenti. informazione forniti dalla Società in relazione a oppure a
“Amministrazione” significa il Governo dello Stato di cui la seguito della prestazione dei propri servizi, sono
nave è autorizzata a battere la bandiera o lo Stato sotto la disciplinati dai Regolamenti della Società che è l'unica
cui autorità la nave viene gestita nel caso specifico. competente a fornirne l'interpretazione ufficiale. Qualsiasi
Articolo 1 contrasto relativo a questioni tecniche tra la Parte
1.1. – L'oggetto della Società è, tra gli altri, la Interessata ed il Tecnico nell’esecuzione delle sue funzioni
classificazione e la certificazione di navi, unità marittime e deve essere portato il più presto possibile, per iscritto, a
fluviali, strutture offshore ed imbarcazioni di tutti i tipi, (nel conoscenza della Società la quale risolve ogni divergenza
seguito sono collettivamente definite “navi”), e la di opinione o vertenza.
certificazione di loro parti e componenti. 3.3. – La classificazione di una nave, o il rilascio di un
La Società: certificato in relazione alla oppure a seguito della
– stabilisce e sviluppa Regolamenti, Guide ed altri classificazione di una nave o della prestazione di servizi da
documenti; parte della Società ha la validità conferita dai Regolamenti
– pubblica il Libro Registro; della Società all’epoca dell’assegnazione della classe o del
– emette Certificati, Dichiarazioni e Rapporti sulla base dei rilascio del certificato ed in nessun caso equivale ad una
suoi interventi. attestazione o una garanzia di navigabilità, integrità
1.2. – La Società prende parte anche alla applicazione di strutturale, qualità o idoneità ad un particolare scopo o
Norme Nazionali come pure di Norme e Standard servizio di qualsiasi nave, struttura, materiale,
Internazionali, per delega di diversi Governi. apparecchiatura o macchinario visitati dalla Società.
1.3. – La Società svolge Assistenza Tecnica su richiesta e 3.4. – Qualsiasi documento rilasciato dalla Società in
fornisce servizi particolari al di fuori dell’ambito della relazione ai propri interventi rappresenta le condizioni
classificazione, che sono soggetti alle presenti condizioni della nave all’epoca della visita.
generali, tranne ove espressamente previsto in contrario. 3.5. – I Regolamenti, le visite effettuate, i rapporti, i
certificati e gli altri documenti rilasciati dalla Società non
Articolo 2 sono intesi a sostituire per nessuna ragione gli obblighi e le
2.1. – I Regolamenti sviluppati dalla Società mirano a responsabilità di altre parti quali Governi, progettisti,
riflettere lo stato della tecnica in uso al tempo della loro costruttori, fabbricanti, riparatori, fornitori, imprenditori,
pubblicazione. La Società non è responsabile di qualsiasi subcontraenti, Armatori, gestori, assicuratori, venditori o
carenza o imperfezione di questi Regolamenti o di acquirenti di una nave o altro bene sottoposto a ispezione.
qualunque altro documento ad esso correlati, nella misura Detti documenti non esimono tali parti da qualsiasi
in cui queste siano il risultato di futuri sviluppi della garanzia, dovere o obbligo contrattuale da essi
tecnica, che non potevano essere ragionevolmente previsti esplicitamente o implicitamente assunti o da qualunque
al tempo della pubblicazione. responsabilità, né conferiscono a tali parti alcun diritto,
2.2. – La Società esercita la dovuta diligenza e capacità: pretesa o titolo nei confronti della Società. In particolare, le
- nella scelta dei propri Tecnici suddette attività della Società non esimono l’Armatore dal
- nell’esecuzione dei propri servizi, considerando lo stato suo obbligo di assicurare un’adeguata manutenzione della
della tecnica in uso all’epoca in cui tali servizi sono nave in ogni momento. Parimenti, i Regolamenti, le visite
effettuati. effettuate, i rapporti, i certificati e gli altri documenti
2.3. – Le visite eseguite dalla Società comprendono esami rilasciati dalla Società non sono finalizzati a garantire gli
visivi e prove non distruttive, ma non sono limitate a detti eventuali acquirenti della nave, di suoi componenti o di
accertamenti. Tranne ove diversamente previsto, i controlli altro bene oggetto di verifica o certificazione o a manlevare
sono eseguiti con tecniche di campionamento e non il venditore degli stessi rispetto agli obblighi loro
consistono nell'esame o nel monitoraggio completo di ogni incombenti in base alla legge o al contratto quanto alla
singolo elemento della nave o dei beni oggetto di qualità, al valore commerciale o alle caratteristiche del
certificazione. La Società può anche affidare prove di bene oggetto di transazione. Pertanto, in nessun caso la
laboratorio, ispezioni subacquee ed altri accertamenti a Società si assumerà gli obblighi incombenti sui soggetti
qualificati fornitori di servizi che li eseguono sotto la loro sopra menzionati, anche quando è chiamata ad esprimere
responsabilità. Le prassi e le procedure di visita sono scelte pareri in relazione a domande riguardanti materie non
dalla Società a sua esclusiva ed assoluta discrezione sulla coperte dai propri Regolamenti o altri documenti. In quanto
base delle proprie esperienze e conoscenze ed in accordo non sono disciplinati nel Preambolo, i doveri e le
con gli standard tecnici generalmente accettati responsabilità dell’Armatore e delle Parti Interessate nei
nell’industria. riguardi dei servizi prestati dalla Società sono descritti nella
Parte A, Capitolo 1, Sezione 1, Articolo 3 dei Regolamenti.
Articolo 4 entro TRE MESI dalla data in cui i servizi sono stati
4.1. – Qualsiasi richiesta di servizi della Società deve essere inizialmente prestati o i danni inizialmente scoperti. La
sottoposta per iscritto e firmata dalla Parte Interessata o da mancanza di tale avviso entro i termini qui stabiliti
altri per suo conto. Tale richiesta sarà considerata comporta la decadenza da ogni diritto o azione contro la
irrevocabile appena sarà ricevuta dalla Società e Società.
comporterà l’accettazione da parte del richiedente delle Articolo 6
pertinenti prescrizioni dei Regolamenti, Preambolo 6.1. – Qualsiasi vertenza derivante da o connessa con i
compreso. Non appena la richiesta scritta è accettata dalla Regolamenti o con i servizi della Società, comprese
Società, si intenderà stipulato un contratto tra la Società e eventuali questioni riguardanti obblighi, responsabilità o
la Parte Interessata, regolato dalle presenti Condizioni limitazioni della responsabilità della Società, sarà soggetta
Generali. alla legge italiana ed ogni procedimento dovrà essere
4.2. – La Parte Interessata e il soggetto che ha richiesto il iniziato o riassunto innanzi il Tribunale di Genova, Italia,
servizio saranno congiuntamente e solidalmente che avrà competenza esclusiva nell’esaminare e risolvere
responsabili per il pagamento dei compensi e delle spese tali vertenze.
dovuti alla Società per i servizi resi, anche se non portati a 6.2. – Tuttavia, per le controversie relative al mancato
termine per cause non imputabili alla Società. Nel caso di pagamento dei compensi e delle spese dovuti alla Società
pagamento ritardato possono essere richiesti gli interessi per i Servizi, la stessa avrà la facoltà di adire l'Autorità
maturati nella misura del tasso di interesse legale vigente, Giudiziaria del Paese dove ha sede la Parte Interessata o il
aumentato di due punti percentuale. soggetto che ha richiesto il Servizio.
4.3. – Il contratto può essere risolto e gli eventuali certificati Articolo 7
revocati a richiesta di una o dell’altra parte a condizione
che venga dato un preavviso per iscritto di 30 giorni. Il 7.1. – Tutti i disegni, le specifiche, i documenti e le
mancato pagamento dei compensi richiesti per i servizi informazioni forniti o emessi dalla Società o di cui questa
prestati dalla Società in esecuzione del suddetto contratto può venire a conoscenza, in occasione dell'esecuzione dei
darà diritto alla Società di risolvere il contratto e sospendere propri servizi, saranno trattati come documenti riservati e
l'esecuzione dei servizi. non saranno divulgati a terzi senza previa autorizzazione
A meno che la Società non decida diversamente, la della Parte Interessata, salvo quanto previsto o richiesto
risoluzione del contratto implica che l’assegnazione della dalla normativa internazionale, europea o nazionale
classe alla nave viene rifiutata oppure, se la nave è già applicabile, dal Codice di Etica dell'IACS, dallo Statuto
classificata, che la classe è sospesa o ritirata. dell'IACS o altre normative IACS, ovvero da un ordine di
un'Autorità Giudiziaria competente. Informazioni sulla
Articolo 5 situazione dei certificati di classe e statuali, compresi i
5.1. – Nel prestare i servizi citati nel precedente Articolo 1, trasferimenti, i cambiamenti, le sospensioni, le revoche
come pure nel dare informazioni o pareri, né la Società né della classe, le raccomandazioni/condizioni di classe, le
alcuno dei suoi dipendenti o agenti garantisce la precisione condizioni o le restrizioni operative stabilite nei confronti
delle informazioni o dei pareri forniti. Inoltre, la Società delle navi classificate ed altre informazioni pertinenti,
non presta alcuna garanzia esplicita od implicita. secondo quanto richiesto, possono essere pubblicate sul
Salvo quanto previsto al seguente paragrafo 5.2, ed anche sito internet o divulgate con altri mezzi senza previa
nel caso di visite eseguite per delega di Governi, né la autorizzazione della Parte Interessata.
Società né alcuno dei suoi dipendenti o agenti sarà 7.2 – Indipendentemente dall'obbligo generale di
responsabile di qualsiasi perdita, danno o spesa di riservatezza dovuto dalla Società nei confronti dei propri
qualunque natura sostenuta da qualsiasi persona, sia in via clienti in accordo alla sopraindicata clausola 7.1, i clienti
contrattuale, sia in via extracontrattuale, a causa di della Società con la presente accettano che la Società
qualsiasi atto o omissione di qualunque natura, siano essi partecipi all'Early Warning System dell'IACS il quale
negligenti o meno, e comunque tali perdita, danno o spesa richiede che ogni Societa IACS fornisca alle altre Società
siano stati causati. membri dell'IACS informazioni relative a danni rilevanti,
5.2. – Ferme restando le disposizioni di cui al precedente riscontrati sia alle strutture dello scafo che all'apparato
paragrafo 5.1, qualora un utente dei servizi della Società motore di navi da essa classificate, in modo che tali utili
dimostri di aver subito una perdita o un danno a causa di informazioni possano essere condivise ed utilizzate per
qualche azione od omissione negligente da parte della facilitare il corretto funzionamento dell'Early Warning
Società, dei suoi dipendenti o agenti, la Società risarcirà il System.
danno dimostrato fino a concorrenza della somma non 7.3 – Nel caso di trasferimento di classe ed aggiunta di una
superiore a cinque volte l’ammontare degli eventuali seconda classe o revoca da una "Double/Dual class", la
compensi fatturati dalla Società per le specifiche Parte Interessata si impegna a fornire alla Società o a
prestazioni, informazioni o consigli o, se non sono fatturati permettere alla Società di fornire all'altra Società di
compensi, fino a un massimo di diecimila Euro. Qualora i Classificazione tutti i piani e i disegni costruttivi, i
compensi siano relativi a diversi servizi, al fine di calcolare certificati, i documenti e le informazioni relativi all'unità
il limite massimo risarcibile, l’ammontare dei compensi classificata, compreso il suo archivio storico, che l'altra
sarà determinato con riferimento alla stima del tempo Società di Classificazione può richiedere ai fini della
impiegato nell’esecuzione di ciascun singolo servizio. classificazione in conformità con la Procedura IACS PR 1A,
Qualsiasi responsabilità per perdite o danni indiretti o come emendata, e con la normativa applicabile. E' dovere
consequenziali e per le relative spese è comunque dell'Armatore assicurare, quando richiesto, il consenso del
espressamente esclusa. In ogni caso, indipendentemente costruttore alla fornitura di piani e disegni alla nuova
dall’ammontare dei compensi, l'ammontare massimo Società di Classificazione, per mezzo di opportune clausole
risarcibile dalla Società non sarà superiore a 1 milione di inserite nel contratto di costruzione o tramite altri accordi.
Euro. Il risarcimento previsto in questo paragrafo non
implica assunzione di obblighi e/o ammissione di Articolo 8
responsabilità da parte della Società e sarà eseguito fermo 8.1. – Se qualche parte di questo Preambolo dovesse essere
restando quanto previsto dalla clausola di esclusione della dichiarata invalida, ciò non avrà effetto sulla validità delle
responsabilità contenuta nel precedente paragrafo 5.1. restanti disposizioni.
5.3. – Qualsiasi reclamo per perdita o danni di qualunque 8.2. – Nell’eventualità di dubbi riguardanti l’interpretazione
natura in virtù delle disposizioni qui stabilite deve essere di questo Preambolo, prevarrà il testo italiano.
fatto per iscritto, e ne deve essere dato avviso alla Società
NOTE ALLA PARTE F

1. Edizione di riferimento Parte A: Classificazione e visite


Per edizione di riferimento della presente Parte F si Parte B: Scafo e stabilità
intende l'edizione 2000 dei regolamenti del RINA in Parte C: Macchinari, Impianti e protezione contro
vigore dal 1 giugno 2000. gli incendi
2. Aggiornamento delle norme Parte D: Materiali e saldature
2.1 Con la pubblicazione dell'edizione 2000 i regola- Parte E: Notazioni di servizio
menti sono stati completamente rielaborati e riorga- Parte F: Notazioni addizionali di classe
nizzati.
Ciascuna Parte è suddivisa in:
2.2 Salvo casi particolari, i regolamenti vengono
• Capitoli
aggiornati e pubblicati annualmente.
• Sezioni ed eventuali Appendici
3. Entrata in vigore delle norme • Articoli
3.1 In corrispondenza di tutti i punti nei quali sono • Sotto-articoli
state introdotte norme nuove o modificate rispetto a • Requisiti
quelle contenute nell'edizione di riferimento è indi- Le Figura (abbr. Fig) e le Tabelle (abbr. Tab) sono nume-
cata una data tra parentesi. rate, in ordine crescente, all’interno di ciascuna Sezione
Tale data è quella di entrata in vigore delle norme o Appendice.
del punto considerato così come emendate con 5.2 Riferimenti
l'ultimo aggiornamento relativo alle stesse. I punti Esempi: Parte A, Cap 1, Sez 1, [3.2.1]o Parte A, Cap 1,
in corrispondenza dei quali non è indicata alcuna App 1, [3.2.1]
data tra parentesi contengono norme la cui data di • Parte A significa Parte A dei regolamenti
entrata in vigore è quella dell'edizione di riferi-
mento. La Parte è indicata quando è diversa dalla Parte nella
quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
3.2 Il seguente punto 6 fornisce un elenco delle modifi- cato.
che di carattere tecnico apportate rispetto all'edi-
• Cap 1 significa Capitolo 1
zione precedente. In generale tale elenco non
contiene quei punti che hanno subito modifiche di Il Capitolo è indicato quando è diverso dal Capitolo nel
carattere essenzialmente redazionale, che non quale compare il riferimento. Altrimenti non viene indi-
danno luogo ad alcuna variazione della data di cato.
entrata in vigore delle norme in essi contenute. • Sez 1 significa Sezione 1 (o App 1 significa
Appendice 1 )
4. Varianti normative e Errata-corrige
La Sezione (o l’Appendice) è indicata quando è diversa
Fino alla pubblicazione della nuova edizione dei Rego-
dalla Sezione (o dall’Appendice) nel quale compare il
lamenti, eventuali varianti normative e/o errata-corrige,
riferimento. Altrimenti non viene indicato.
saranno pubblicate sul sito web del RINA
(www.rina.org). Pertanto, salvo casi particolari, le • [3.2.1] si riferisce al requisito [3.2.1] del sotto-arti-
varianti normative o le errata-corrige non saranno pub- colo [3.2] dell’articolo [3].
blicate in forma cartacea. I riferimenti ad un’intera Parte o ad un intero Capitolo
non vengono abbreviati, come indicato nei seguenti
5. Suddivisione delle norme e riferimenti esempi:
5.1 Suddivisione delle norme • Parte A - nel caso di riferimento alla Parte A
Le norme sono suddivise in sei parti, da A a F. • Parte A, Capitolo 1 - nel caso di riferimento al
Capitolo 1 della Parte A.
6. Modifiche introdotte nell'edizione in vigore dal Elenco dei punti contenenti norme nuove o moificate
1° gennaio 2008
CAPITOLO 1
Premessa Appendice 7: Revisione completa;

La presente edizione della Parte F contiene modifiche


alle norme già pubblicate in un fascicolo allegato alla CAPITOLO 2
Circolare 3529 del 27/6/2006, la cui data di entrata in Sezione 1: Revisione completa;
vigore è il 1° luglio 2007 o il 1° gennaio 2008 ad ecce- Sezione 2: Revisione completa;
zione di alcune modifiche già pubblicate con la Sezione 3: Revisione completa;
Variante Normativa FTC/2006/04, in vigore dal
1.1.2007. CAPITOLO 6
La data di entrata in vigore del nuovo Capitolo 10 è il 1°
Sezione 1: [1.1.1]; [5.3.1]; [5.4.1]; [5.5.2];
marzo 2007.
Sezione 2: [1.1.1]; [6.1.1];
La data di entrata in vigore di ciascun punto nuovo o
modificato è indicata tra parentesi in corrispondenza
del punto stesso. CAPITOLO 7
La data di entrata in vigore delle modifiche al "Pream- Sezione 1: [2.4.4]; [2.6.1]; [2.6.3];
bolo ai Regolamenti" è il 1° luglio 2007. Sezione 2: Tabella 4;
Modifiche al "Preambolo ai Regolamenti: condizioni Sezione 3: [2.2.3]; [2.2.5];
generali"
Nel punto 3.5 è stata aggiunta una clausola circa le CAPITOLO 9
responsabilità e la validità delle visite, dei certificati e Sezione 1: [1]; [2];
degli altri documenti rilasciati dal RINA nei confronti di
chi acquista la nave o suoi componenti oggetto di veri- CAPITOLO 10 (NUOVO)
fica o certificazione.
Sezione 1: Nuova Sezione;
Nel nuovo punto 7.2 sono stati introdotti requisiti stabi-
Sezione 2: Nuova Sezione;
liti dall'IACS allo scopo di precisare che, in attuazione
Sezione 3: Nuova Sezione;
dell' Early Warning System (PR2), il RINA fornirà alle
altre Società IACS informazioni su eventuali importanti
avarie riguardanti sia le strutture sia gli impianti di navi
classificate.
REGOLAMENTI PER LA CLASSIFICAZIONE
DELLE NAVI

Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitoli 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11

Capitolo 1 SISTEMA DI REPERIMENTO E ANALISI DELLE REGISTRAZIONI (STAR)

Capitolo 2 DISPONIBILITÀ DEI MACCHINARI (AVM)

Capitolo 3 IMPIANTI DI AUTOMAZIONE (AUT)

Capitolo 4 IMPIANTI INTEGRATI DELLA NAVE

Capitolo 5 APPARECCHIATURE DI CONTROLLO (MON)

Capitolo 6 COMFORT A BORDO (COMF)

Capitolo 7 PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO (CLEAN)

Capitolo 8 IMPIANTI FRIGORIFERI (REEFER)

Capitolo 9 CLASSE DEI GHIACCI (ICE)

Capitolo 10 CLASSE POLARE (POLAR)

Capitolo 11 ALTRE NOTAZIONI ADDIZIONALI DI CLASSE


C APITOLO 7
PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO (CLEAN)

Sezione 1 Misure per la Prevenzione dell’Inquinamento del Mare


1 Generalità 25
1.1 Applicabilità
1.2 Certificati richiesti
1.3 Definizioni
1.4 Documenti da inviare
2 Prescrizioni relative al progetto 27
2.1 Prevenzione dell’inquinamento del mare da prodotti petroliferi
2.2 Prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze liquide nocive
2.3 Prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze dannose trasportate via
mare in imballaggi
2.4 Prevenzione dell'inquinamento del mare da liquami
2.5 Prevenzione dell'inquinamento del mare da rifiuti
2.6 Prevenzione dell’inquinamento del mare da altre fonti
2.7 Ship Recycling
2.8 Gestione ambientale della nave
3 Ispezioni e prove 33
3.1 Ispezioni e prove durante la costruzione
3.2 Ispezioni e prove dopo l’installazione a bordo
3.3 Visite periodiche

Sezione 2 Misure per la Prevenzione dell’Inquinamento dell’Aria


1 Generalità 35
1.1 Applicabilità
2 CLEAN-AIR 35
2.1 Applicabilità
2.2 Definizioni
2.3 Documenti da inviare
2.4 Efflusso di sostanze che eliminano l’ozono
2.5 Efflusso di ossidi di azoto (NOx)
2.6 Efflusso di ossidi di zolfo (SOx)
2.7 Inceneritori
2.8 Gestione ambientale della nave
2.9 Ispezioni e prove
3 LOWSOx(N) 38
3.1 Campo di applicazione e generalità
3.2 Contenuto massimo ammissibile di zolfo nei combustibili liquidi
3.3 Procedure per la gestione del combustibile liquido
3.4 Navigazione in aree con efflusso controllato di SOx
3.5 Documenti da inviare
3.6 Installazioni per limitare l'efflusso di SOx

Regolamenti RINA 2008 3


Sezione 3 Misure per la Prevenzione dell'Inquinamento del Mare e dell'Aria
1 Green Star Design 40
1.1 Generalità
2 Green Star 40
2.1 Generalità
2.2 Prevenzione dell'inquinamento del mare
2.3 Prevenzione dell'inquinamento dell'aria
2.4 Gestione ambientale della nave
2.5 Ispezioni, prove e visite

Appendice 1 Guida per l’Applicazione dell’Annesso V della Marpol 73/78


1 Premessa 49
1.1 Guida dell’IMO per l’applicazione dell’Annesso V della MARPOL 73/78
1.2 Prescrizioni operative
2 Introduzione e definizioni 49
2.1 Introduzione
2.2 Definizioni
2.3 Applicabilità
3 Riduzione al minimo dell’ammontare di spazzatura potenziale 51
3.1 Rifiuti domestici
3.2 Rifiuti operativi
3.3 Residui del carico
3.4 Attrezzature da pesca
4 Procedure per la movimentazione ed il deposito della spazzatura 52
4.1 Generalità
4.2 Piano di gestione della spazzatura
4.3 Raccolta
4.4 Processo
4.5 Deposito
4.6 Smaltimento
5 Dispositivi di bordo per il processo della spazzatura 56
5.1 Generalità
5.2 Macinazione o sminuzzamento
5.3 Compattatura
5.4 Inceneritori
6 Guida per la preparazione di un piano di gestione della spazzatura 59
6.1 Introduzione
6.2 Prevenzione dell’inquinamento da spazzatura
6.3 Argomenti da trattare nel piano di gestione della spazzatura

4 Regolamenti RINA 2008


Appendice 2 Specifica Standard per gli Inceneritori di Bordo (IMO resolution
MEPC.76(40) Adottata il 25 Settembre 1997)
1 Generalità 61
1.1 Scopo
1.2 Definizioni
2 Progetto 62
2.1 Materiali e costruzione
2.2 Prescrizioni operative
2.3 Controlli operativi
2.4 Ulteriori prescrizioni
3 Prove e certificazione 66
3.1 Prove
3.2 Certificazione
3.3 Marcatura
3.4 Garanzia di qualità
4 ANNESSO A1 -Standard di emissioni per gli inceneritori di
bordo di potenzialità fino a 1500 kW - Informazioni minime
da provvedere 67
4.1 Certificato IMO di tipo approvato
4.2 Emissioni relative ai combustibili
4.3 Navi da passeggeri da crociera con impianti d’incenerimento di potenzialità
totale superiore a 1500 kW
5 ANNESSO A2 - Prescrizioni per la protezione antincendio
degli inceneritori e degli spazi di deposito della spazzatura 69
5.1 Prescrizioni applicabili della SOLAS
6 ANNESSO A3 - Inceneritori integrati con unità per il recupero del calore 69
6.1 Impianto dei gas di scarico
6.2 Allarmi
6.3 Dispositivi di pulizia
7 ANNESSO A4 -Temperatura dei gas di scarico 70
7.1 Generalità

Regolamenti RINA 2008 5


C APITOLO 8
IMPIANTI FRIGORIFERI (REEFER)

Sezione 1 Prescrizioni Generali


1 Generalità 73
1.1 Applicabilità
1.2 Condizioni di temperatura
1.3 Definizioni
2 Criteri di progetto 74
2.1 Condizioni di riferimento
3 Documentazione 74
3.1 Impianti frigoriferi
3.2 Impianti con atmosfera controllata
4 Prescrizioni tecniche generali 76
4.1 Refrigerazione delle celle
4.2 Sbrinamento
4.3 Motori primi e fonti d’energia
4.4 Pompe
4.5 Prese a mare
4.6 Locali per i macchinari frigoriferi
4.7 Deroghe per impianti piccoli
4.8 Sicurezza del personale
5 Celle frigorifere 77
5.1 Costruzione delle celle frigorifere
5.2 Attraversamenti
5.3 Accessi agli spazi refrigerati
5.4 Coibentazione delle celle frigorifere
5.5 Caratteristiche della coibentazione
5.6 Prescrizioni varie
5.7 Installazione della coibentazione
5.8 Drenaggio degli spazi refrigerati
6 Fluidi frigorigeni 79
6.1 Generalità
6.2 Pressioni d’esercizio nominali
7 Macchinari ed apparecchiature frigoriferi 80
7.1 Prescrizioni generali per i motori primi
7.2 Prescrizioni comuni per i compressori
7.3 Compressori alternativi
7.4 Cuscinetti dei compressori a vite
7.5 Recipienti in pressione
7.6 Prescrizioni generali per le tubolature
7.7 Accessori
7.8 Protezione contro le sovrapressioni negli impianti frigoriferi

6 Regolamenti RINA 2008


8 Prescrizioni specifiche per impianti frigoriferi diretti ed indiretti 82
8.1 Prescrizioni specifiche per gli impianti frigoriferi
8.2 Prescrizioni specifiche per gli impianti di raffreddamento distribuzione e
rinnovo dell’aria negli spazi adibiti al carico
9 Strumentazione. allarmi, controlli 83
9.1 Generalità
9.2 Strumentazione, allarmi e impianti di controllo
10 Prove sui materiali, ispezioni e collaudi, certificazione 85
10.1 Prove sui materiali
10.2 Prove in officina
10.3 Prove di pressatura in officina
10.4 Termometri e manometri
10.5 Prove a bordo
10.6 Impianti di sbrinamento

Sezione 2 Prescrizioni Addizionali per la Notazione REF-CARGO


1 Generalità 87
1.1 Applicabilità
1.2 Refrigerazione degli spazi dedicati al carico
1.3 Riscaldamento
2 Spazi del carico refrigerati 87
2.1 Coibentazione
3 Strumentazione 87
3.1 Termometri negli spazi del carico
4 Prescrizioni addizionali per la notazione AIRCONT 88
4.1 Generalità
4.2 Spazi per il carico ad atmosfera controllata e spazi adiacenti
4.3 Impianti del gas
4.4 Apparecchiature varie
4.5 Apparecchiature per la rivelazione ed il controllo dei gas
4.6 Strumentazione, allarmi e controlli
4.7 Sicurezza
4.8 Prove e collaudi
5 Prescrizioni addizionali per le notazioni PRECOOLING e
QUICKFREEZE 93
5.1 Generalità
5.2 Prove a bordo

Regolamenti RINA 2008 7


Sezione 3 Prescrizioni Addizionali per la Notazione REF-CONT
1 Generalità 94
1.1 Applicabilità
2 Impianti frigoriferi che forniscono aria refrigerata ai contenitori 94
2.1 Definizioni
2.2 Distribuzione del freddo
2.3 Apparecchiature ed impianti
2.4 Termometri
2.5 Ispezioni e prove in officina e a bordo
2.6 Dispositivi per la misurazione e la registrazione delle temperature
2.7 Prove a bordo
3 Navi che forniscono energia elettrica a contenitori dotati di
impianto frigorifero proprio 97
3.1 Apparecchiature elettriche
3.2 Installazione dei contenitori

Sezione 4 Prescrizioni Addizionali per la Notazione REF-STORE


1 Generalità 98
1.1 Applicabilità

8 Regolamenti RINA 2008


C APITOLO 9
CLASSE DEI GHIACCI (ICE)

Sezione 1 Generalità
1 Generalità 101
1.1 Applicabilità
1.2 Responsabilità dell’armatore
2 Immersioni e spessori dei ghiacci in relazione alle classi dei ghiacci 101
2.1 Definizioni
2.2 Limitazioni d’immersione
2.3 Spessore dei ghiacci
3 Potenza dell’apparato motore di propulsione 103
3.1 Potenza richiesta dei motori

Sezione 2 Strutture dello Scafo e Stabilità


1 Definizioni 105
1.1 Parte rinforzata per la navigazione tra i ghiacci
1.2 Zone
2 Criteri generali di progetto della struttura 107
2.1 Sistemazione generale della struttura
2.2 Sistemazione a struttura longitudinale
2.3 Sistemazione a struttura trasversale
2.4 Alette di rollio
3 Carichi di progetto 108
3.1 Generalità
3.2 Pressione esercitata dal ghiaccio
4 Dimensionamenti di scafo 109
4.1 Fasciami
4.2 Rinforzi ordinari
4.3 Travi rinforzate
5 Altre strutture 112
5.1 Applicabilità
5.2 Zona prodiera
5.3 Zona poppiera
5.4 Strisce di ponte in corrispondenza delle boccaporte e coperture delle
boccaporte
5.5 Portellini e aperture per lo scarico di grandi masse
6 Allestimento 113
6.1 Timoni e organi di governo
6.2 Parapetti

Regolamenti RINA 2008 9


Sezione 3 Macchine
1 Propulsione 114
1.1 Prestazioni dell’apparato motore
1.2 Momento torcente dovuto al ghiaccio
1.3 Sistemazioni per l’avviamento dei motori di propulsione a combustione interna
1.4 Eliche
1.5 Linee d’alberi
1.6 Riduttori ed invertitori ad ingranaggi
2 Prescrizioni varie 116
2.1 Prese a mare ed impianto d’acqua di raffreddamento delle macchine
2.2 Macchine di governo
2.3 Pompe antincendio

10 Regolamenti RINA 2008


C APITOLO 10
CLASSE POLARE (POLAR)

Sezione 1 Generalità
1 Generalità 119
1.1 Campo di applicazione
2 Linee di galleggiamento nei ghiacci 119
2.1 Definizioni
2.2 Indicazione delle linee di galleggiamento superiore ed inferiore

Sezione 2 Scafo
1 Generalità 121
1.1 Zone dello scafo
1.2 Calcoli diretti
2 Materiali e saldatura 121
2.1 Classi e tipi dei materiali
2.2 Saldatura
3 Sovraspessori per corrosione ed abrasione e rinnovo lamiere 124
3.1 Sovraspessore per corrosione ed abrasione
3.2 Rinnovo lamiere
4 Carichi di progetto dovuti all'azione del ghiaccio 124
4.1 Generalità
4.2 Caratteristiche del carico di impatto obliquo
4.3 Zona di prora
4.4 Zone dello scafo diverse dalla Prora (B)
4.5 Impronta del carico di progetto
4.6 Pressione all'interno dell'impronta del carico di progetto
4.7 Fattori di zona dello scafo
5 Robustezza longitudinale 129
5.1 Applicabilità
5.2 Carichi sulla trave nave dovuti al ghiaccio
5.3 Criteri di robustezza longitudinale
6 Fasciame esterno 131
6.1 Definizioni
6.2 Spessore richiesto
6.3 Spessore netto

Regolamenti RINA 2008 11


7 Strutture di rinforzo 132
7.1 General
7.2 Area a taglio netta effettiva
7.3 Modulo di resistenza plastico netto effettivo
7.4 Rinforzi ordinari trasversali del fianco e del fondo
7.5 Rinforzi ordinari longitudinali
7.6 Costole rinforzate e Correnti rinforzati
7.7 Strutture di rinforzo - Stabilità strutturale
8 Lamiere irrigidite 135
8.1
8.2
8.3
9 Sistemazione del dritto di prora e della poppa 136
9.1 Zona prodiera
9.2 Zona poppiera
10 Allestimento 136
10.1 Appendici
10.2 Timoni e organi di governo
10.3 Sistemazioni per il rimorchio

Sezione 3 Macchine
1 Generalità 138
1.1 Campo di applicazione
1.2 Disegni ed informazioni particolari da sottoporre
1.3 Progetto dell'impianto
2 Materiali 138
2.1 Materiali esposti direttamente all'acqua di mare
2.2 Materiali esposti alla temperatura dell'acqua di mare
2.3 Materiali esposti a basse temperature ambientali esterne
3 Carichi dovuti all'interazione del ghiaccio 138
3.1 Interazione ghiaccio-elica
3.2 Fattori inerenti la Classe Polare
3.3 Carichi di progetto dovuti all'azione ghiaccio per eliche senza mantello
3.4 Carichi di progetto dovuti all'azione del ghiaccio per eliche intubate
3.5 Carichi di progetto sulle linee d'alberi di propulsione
4 Progetto 143
4.1 Criterio di progetto
4.2 Propulsori principali di tipo azimutale
4.3 Progetto della pala
4.4 Avviatori
5 Accelerazioni sulle strutture di sostegno dei macchinari 144
5.1 Generalità
5.2 Accelerazioni

12 Regolamenti RINA 2008


6 Impianti ausiliari 144
6.1 Generalità
7 Prese a mare ed impianti d'acqua di raffreddamento 144
7.1 Generalità
8 Cisterne di zavorra 145
8.1 Generalità
9 Impianto di ventilazione 145
9.1 Generalità
10 Progetto alternativo 145
10.1 Generalità

Regolamenti RINA 2008 13


C APITOLO 11
ALTRE NOTAZIONI ADDIZIONALI DI CLASSE

Sezione 1 Irrobustimento del Fondo


(STRENGTHBOTTOM)
1 Generalità 151
1.1 Applicabilità
2 Doppio fondo 151
2.1 Navi aventi L < 90 m e doppio fondo a struttura longitudinale
2.2 Navi aventi L < 90 m e doppio fondo a struttura trasversale
2.3 Navi aventi L ≥ 90 m
3 Fondo semplice 151
3.1 Dimensionamenti

Sezione 2 Caricazione per Mezzo di Benne


(GRABLOADING e GRAB[X])
1 Generalità 152
1.1 Applicabilità
2 Notazione di classe GRABLOADING 152
2.1 Fasciame del cielo del doppio fondo
3 Notazione di classe GRAB [X] 152
3.1 Simboli
3.2 Fasciame

Sezione 3 Visite di Carena a Nave Galleggiante (INWATERSURVEY)


1 Visite di carena a nave galleggiante 153
1.1 Applicazione
1.2 Documentazione da sottoporre
2 Criteri generali di progetto 153
2.1

14 Regolamenti RINA 2008


Sezione 4 Punto Singolo di Ormeggio (SPM)
1 Generalità 154
1.1 Applicabilità
2 Documentazione 154
2.1 Documentazione per l’approvazione
2.2 Documentazione per conoscenza
3 Sistemazioni generali 154
3.1 Prescrizioni generali
3.2 Sistemazione tipica
3.3 Dotazioni
4 Numero e carico di lavoro sicuro degli arrestatoi per catene 154
4.1 Generalità
5 Componenti del sistema di ormeggio 155
5.1 Arrestatoi per catene di prora
5.2 Passacavi di prora
5.3 Rulli di guida
5.4 Argani e verricelli
6 Strutture dello scafo di supporto 157
6.1 Generalità
7 Verifiche di resistenza 157
7.1 Generalità

Sezione 5 Sistemazioni per il Rizzaggio dei Contenitori (LASHING)


1 Generalità 158
1.1 Applicabilità
1.2 Documenti da conservare a bordo
1.3 Materiali
2 Sistemazione dei contenitori 158
2.1 Generalità
2.2 Sistemazione in stive per mezzo di guide cellulari di tipo smontabile
2.3 Sistemazione sotto coperta senza guide cellulari
2.4 Sistemazione su ponti esposti
2.5 Supporto continuo dei contenitori sul ponte o sulle coperture delle boccaporte
3 Procedura per l’assegnazione della notazione 161
3.1 Approvazione dei dispositivi mobili per il rizzaggio
3.2 Prove su prototipo
3.3 Collaudi in produzione dei dispositivi mobili per il rizzaggio
3.4 Sistemazione a bordo dei dispositivi mobili di rizzaggio

Regolamenti RINA 2008 15


4 Forze agenti sui contenitori 163
4.1 Generalità
4.2 Definizioni
4.3 Forze in acqua tranquilla ed inerziali
4.4 Forze del vento
4.5 Forze generate dai dispositivi di rizzaggio e bloccaggio
4.6 Pressioni del mare
5 Determinazione dei carichi agenti nei dispositivi di rizzaggio e nei
telai dei contenitori 164
5.1 Ipotesi di calcolo
5.2 Distribuzione delle forze
5.3 Contenitori fissati solo con dispositivi di bloccaggio
5.4 Contenitori fissati per mezzo di rizze o scontri
5.5 Rigidezze
6 Criteri di resistenza 166
6.1 Carichi ammissibili sui contenitori
6.2 Carichi ammissibili per carichi indotti dai dispositivi di rizzaggio sui blocchi
d’angolo
6.3 Carichi ammissibili per dispositivi di rizzaggio
6.4 Tensioni ammissibili per guide cellulari

Sezione 6 Impianti di Posizionamento Dinamico (DYNAPOS)


1 Generalità 168
1.1 Applicabilità
1.2 Definizioni
1.3 Sottosistemi di posizionamento dinamico
1.4 Notazioni di classe addizionali e facoltative
1.5 Sorveglianza delle installazioni durante la costruzione
1.6 Documentazione da inviare
2 Analisi delle prestazioni 170
2.1 Generalità
2.2 Condizioni di analisi
2.3 Modellizzazione e simulazione
2.4 Analisi di rischio
3 Classi delle apparecchiature 171
3.1 Generalità
3.2 Classi delle apparecchiature in relazione alla singola avaria
4 Norme di funzionamento 171
4.1 Generalità
4.2 Impianti di potenza
4.3 Controllo della produzione di elettricità e della propulsione
4.4 Impianto dei thrusters
4.5 Comando e controllo dei thrusters
4.6 Controllo e protezione dei thrusters
4.7 Impianto di comando DP
4.8 Computer

16 Regolamenti RINA 2008


5 Impianti di riferimento della posizione 175
5.1 Generalità
5.2 Sistemazione e prestazioni degli impianti di riferimento
5.3 Tipo degli impianti di riferimento della posizione
5.4 Altri impianti di riferimento
5.5 Sensori della nave
6 Norme di installazione 179
6.1 Impianti di cavi e di tubolature
6.2 Ubicazione dei thrusters
7 Norme operative 179
7.1 Generalità
8 Prove a terra e a bordo 180
8.1 Ispezione in officina
8.2 Prove a bordo
9 Indice di mantenimento della posizione ambientale ESKI 180
9.1 Definizioni
9.2 Condizioni ambientali
9.3 Valutazione delle condizioni di ESKI
9.4 Documentazione da inviare

Sezione 7 Impianti per il Controllo delle Emissioni di Vapori (VCS)


1 Generalità 181
1.1 Applicabilità
1.2 Definizioni
1.3 Documentazione da inviare
2 Impianto dei vapori 182
2.1 Generalità
2.2 Collettore dei vapori del carico
2.3 Manichette per i vapori del carico
2.4 Protezione contro la sovrapressione e la depressione dell’impianto vapori
3 Strumentazione 184
3.1 Indicatori di livello delle cisterne del carico
3.2 Allarmi di alto livello delle cisterne del carico
3.3 Allarme rigurgito delle cisterne del carico
3.4 Allarmi di alta e bassa pressione dei vapori del carico
4 Manuale di istruzioni 185
4.1 Generalità
4.2 Contenuto
5 Prove a terra e a bordo 186
5.1
5.2 Prove a bordo
6 Prescrizioni addizionali per la notazione “TRANSFER” 186
6.1 Applicabilità
6.2 Apparecchiature

Regolamenti RINA 2008 17


Sezione 8 Ventilazione delle Intercapedini (COVENT)
1 Generalità 187
1.1 Applicabilità
1.2 Documenti da inviare
2 Progetto e costruzione 187
2.1 Sistemazione
2.2 Altre prescrizioni tecniche
3 Ispezioni e prove 188
3.1 Apparecchiature ed impianti
3.2 Collaudi a bordo

Sezione 9 Impianti Centralizzati per il Controllo dei Carichi Liquidi e


dell’Acqua di Zavorra (CARGOCONTROL)
1 Generalità 189
1.1 Applicabilità
1.2 Documenti da inviare
2 Progetto e costruzione 189
2.1 Stazione di comando
2.2 Impianti di comando a distanza, indicazione ed allarme
3 Ispezioni e prove 190
3.1 Apparecchiature ed impianti
3.2 Prove a bordo

Sezione 10 Manovrabilità delle Navi (MANOVR)


1 Generalità 191
1.1 Applicabilità
1.2 Valutazione della manovrabilità
2 Definizioni 191
2.1 Geometria della nave
2.2 Manovre standard e terminologia relativa
3 Prescrizioni 192
3.1 Premessa
3.2 Condizioni per l’applicazione delle prescrizioni
3.3 Criteri di valutazione della manovrabilità
4 Considerazioni addizionali 192
4.1 Prove in condizioni differenti
4.2 Instabilità dinamica

18 Regolamenti RINA 2008


Sezione 11 Stabilità in Condizioni di Avaria (DMS)
1 Generalità 193
1.1
1.2 Documenti da presentare
2 Prescrizioni applicabili a tutti i tipi di nave 193
2.1 Metodi da applicare nel caso di verifiche di stabilità in condizioni di avaria
3 Prescrizioni addizionali applicabili a tipi specifici di navi 195
3.1 Navi portarinfusa
3.2 Navi mineraliere
3.3 Navi per servizio combinato
3.4 Navi cisterna per il trasporto di prodotti petroliferi
3.5 Navi chimichiere
3.6 Navi gassiere
3.7 Navi da passeggeri
3.8 Navi da passeggeri Ro-Ro
3.9 Navi appoggio

Sezione 12 Pitture Protettive nelle Cisterne e Depositi per Acqua di Zavorra


(COAT-WBT)
1 Generalità 218
1.1 Campo di applicazione
1.2 Definizioni
2 Scelta e specifica della pittura 220
2.1 Principi Generali
2.2 Registro Tecnico della Pitturazione
2.3 Salute e sicurezza
2.4 Standard di pitturazione
2.5 Approvazione del ciclo di pitturazione
2.6 Prescrizioni per le ispezioni della pitturazione
2.7 Controllo delle prescrizioni
2.8 Cicli alternativi
3 Operazioni di visita 230
3.1 Esame dello schema di scelta ed applicazione del ciclo di pitturazione
3.2 Esame dei disegni
3.3 Approvazione di tipo dello shop-primer
3.4 Ispezione ed esecuzione delle prove
3.5 Visita relativa alla preparazione della superficie
3.6 Visita relativa alla applicazione della pittura
3.7 Ispezione finale dopo le prove in mare

Regolamenti RINA 2008 19


Appendice 1 Metodo Probabilistico per il Calcolo della Stabilità in Condizioni di
Avaria per Navi da Carico
1 Metodo probabilistico per il calcolo della stabilità in condizioni di
avaria per navi da carico 232
1.1 Definizioni
1.2 Indice di compartimentazione richiesto “R”
1.3 Indice di compartimentazione effettivo “A”
1.4 Calcolo del fattore pi
1.5 Calcoli del fattore si
1.6 Permeabilità
1.7 Informazioni sulla stabilità
2 Interpretazioni 239
2.1 Interpretazioni delle compartimentazioni trasversali
2.2 Interpretazione delle compartimentazioni combinate: trasversali, orizzontali e
longitudinali
2.3 Interpretazione dei recessi
2.4 Interpretazione del contributo all’Indice effettivo A applicando varie forme di
compartimentazioni stagne

Appendice 2 Calcolo della Stabilità in Condizioni di Avaria per Navi con Bordo
Libero Ridotto
1 Condizioni iniziali di caricazione 248
1.1 Condizioni iniziali di caricazione
2 Ipotesi di falla 248
2.1 Dimensioni della falla
2.2 Scalini e recessi
2.3 Distanza delle paratie trasversali
2.4 Ipotesi di falla
2.5 Condizione di equilibrio
2.6 Criteri di stabilità in condizioni di avaria

Appendice 3 Calcolo del Fattore di Compartimentazione


1 Calcolo del fattore di compartimentazione 252
1.1 Fattore di compartimentazione

Appendice 4 Metodo di Calcolo per i Dispositivi di Bilanciamento Trasversale


(Cross - Flooding Arrangements)
1 Metodo di calcolo per i dispositivi di bilanciamento trasversale
(cross - flooding arrangements) 254
1.1 Sezione delle condotte di bilanciamento
1.2 Penetrazione della falla ipotizzata in corrispondenza di controcarene
1.3 Interpretazione delle prescrizioni relative allo stadio finale di allagamento

20 Regolamenti RINA 2008


Appendice 5 Procedure di Prova per la Qualifica delle Pitture per
Cisterne/Depositi di Acqua di Zavorra di Tutti i Tipi di Nave e per gli
Spazi del Doppio Fianco di Navi Portarinfusa
1 Contenuto 257
1.1
2 Definizioni 257
2.1
3 Esecuzione delle prove 257
3.1
4 Prova su di un simulacro di cisterna/deposito di zavorra 257
4.1
4.2 Risultati delle prove
4.3 Criteri di accettazione
4.4 Rapporto di prova
5 Prova nella camera di condensa 259
5.1 Condizioni di prova
5.2 Risultati della prova
5.3 Criteri di accettazione
5.4 Rapporto di prova

Regolamenti RINA 2008 21


Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitolo 7

PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO (CLEAN)

SEZIONE 1 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO DEL MARE

SEZIONE 2 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL’INQUINAMENTO DELL’ARIA

SEZIONE 3 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL'INQUINAMENTO DEL MARE


E DELL'ARIA

APPENDICE 1 GUIDA PER L’APPLICAZIONE DELL’ANNESSO V DELLA MARPOL


73/78

APPENDICE 2 SPECIFICA STANDARD PER GLI INCENERITORI DI BORDO (IMO


RESOLUTION MEPC.76(40) ADOTTATA IL 25 SETTEMBRE
1997)

Regolamenti RINA 2008 23


Parte F, Cap 7, Sez 1

SEZIONE 1 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL’INQUINA-


MENTO DEL MARE

1 Generalità Certificate), rilasciato in conformità con le disposizioni


dell'Annesso II alla Convenzione MARPOL 73/78
1.1 Applicabilità • "International Certificate of Fitness for the Carriage of
Dangerous Chemicals in Bulk" (ICOF CHE Certificate),
1.1.1 Estensione (1/7/2006) rilasciato in conformità con le disposizioni dell'IBC
La notazione CLEAN-SEA è assegnata a navi dotate di Code, in quanto applicabili
mezzi efficaci atti a controllare e prevenire l'efflusso di • "International Sewage Pollution Prevention Certificate"
sostanze inquinanti in mare, in accordo con quanto indi- (ISPP Certificate), rilasciato in conformità con le disposi-
cato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.2]. zioni dell'Annesso IV alla Convenzione MARPOL 73/78
Le prescrizioni della presente Sezione sono intese a preve-
• "International Anti Fouling System Certificate" (AFS Cer-
nire l'inquinamento del mare causato da uno qualsiasi dei
tificate), rilasciato in conformità con le disposizioni
rischi seguenti:
della Risoluzione IMO MEPC.102 (48), come emen-
• rilascio in mare di prodotti petroliferi o di sostanze ole- data.
ose
• rilascio in mare di sostanze liquide nocive Nel caso in cui uno dei suddetti certificati venga sospeso o
non rinnovato, per qualsiasi ragione, dall'Amministrazione
• rilascio di sostanze dannose trasportate via mare in o dall'Organizzazione che agisce per suo conto, la nota-
imballaggi zione CLEAN-SEA sarà automaticamente sospesa fino a
• rilascio in mare di acque nere quando verrà rilasciato alla nave stessa un nuovo certificato
valido dello stesso tipo.
• rilascio in mare di spazzatura
• trasferimento di organismi acquatici e patogeni nocivi
mediante l'acqua di zavorra 1.3 Definizioni
• rilascio di TBT (tributyltin (stagno-tributile)) delle pitture 1.3.1 MARPOL 73/78 (1/7/2004)
antivegetative
MARPOL 73/78 è l' "International Convention for the Pre-
• rilascio in mare di acque grigie
vention of Pollution from Ships, 1973/78" dell'IMO, com-
• ship recycling (attività connesse alla demolizione della presi gli Annessi dal I al VI, come emendata.
nave).
1.3.2 Definizioni relative alla prevenzione
Affinchè possa essere assegnata la notazione CLEAN-SEA, dell'inquinamento del mare da prodotti
devono essere considerati tutti i rischi di cui sopra entro i petroliferi (1/7/2004)
relativi limiti di applicazione. Pertanto ciascuna nave deve
Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo
essere munita di mezzi che limitino contemporaneamente
stesso significato precisato nell'Annesso I alla MARPOL
tutti i rischi di inquinamento possibili, fra quelli sopra elen-
73/78, come emendata.
cati, in dipendenza delle caratteristiche della nave stessa e
della probabilità che essa possa produrre uno o tutti i rilasci
1.3.3 Definizioni relative alla prevenzione
incontrollati sopra citati.
dell'inquinamento del mare da sostanze
liquide nocive trasportate come carico alla
1.2 Certificati richiesti rinfusa (1/7/2004)
1.2.1 (1/7/2004) Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo
stesso significato precisato nell'Annesso II alla MARPOL
Affinché possa essere assegnata ad una nave la notazione
73/78, come emendata.
CLEAN-SEA e affinché la notazione stessa possa essere con-
servata, è necessario assicurarsi della validità dei seguenti
certificati: 1.3.4 Definizioni relative alla prevenzione
dell'inquinamento del mare da sostanze
• "International Oil Pollution Prevention Certificate" dannose trasportate via mare come carico in
(IOPP Certificate), rilasciato in conformità con le dispo- imballaggi (1/7/2004)
sizioni dell'Annesso I alla Convenzione MARPOL 73/78 Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo
• "International Pollution Prevention Certificate for the stesso significato precisato nell'Annesso III alla MARPOL
Carriage of Noxious Liquid Substances in Bulk" (NLS 73/78, come emendata.

Regolamenti RINA 2008 25


Parte F, Cap 7, Sez 1

1.3.5 Definizioni relative alla prevenzione numero di passeggeri che possono essere ospitati nelle
dell'inquinamento del mare da liquami cabine più i membri dell'equipaggio.
(1/7/2005)
d) Sistema antivegetativo è un rivestimento, una pittura-
Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo zione, un trattamento superficiale o un dispositivo che
stesso significato precisato nell'Annesso IV alla MARPOL viene usato su una nave per controllare o prevenire
73/78, come emendata. In aggiunta, si applicano le l'attacco di organismi vegetativi.
seguenti altre definizioni.
e) Antivegetativa senza TBT significa una pittura antivege-
a) Liquami tativa priva di tributyltin (stagno-tributile).
Liquami significa:
f) Certificato AFS significa “International Antifouling Certi-
• drenaggi o altri scoli da qualsiasi tipo di gabinetti, ficate” o “Dichiarazione di conformità”, rilasciati in
od orinatoi; accordo con la Risoluzione IMO MEPC. 104(48), come
• drenaggi da locali adibiti a servizi medici (ambula- emendata.
tori, infermerie, ecc.) attraverso lavandini, vasche e Nota 1: Per ulteriori definizioni, vedere App 2, [2.2].
scarichi ad essi collegati;
1.3.8 Definizioni in relazione alla gestione
• drenaggi da spazi occupati da animali vivi; o
ambientale della nave (1/7/2004)
• altre acque di scolo, se mescolate ai drenaggi sopra "Ship Environmemtal Manager" è un ufficiale in servizio a
menzionati. bordo, che è responsabile della gestione e del controllo
b) Cassa di deposito dei liquami trattati delle procedure e delle attività relative alle prescrizioni
della presente Sezione.
La cassa di deposito dei liquami trattati è una cassa ado-
perata per la raccolta ed il contenimento del flusso di
1.3.9 Definizioni relative allo ship recycling
liquami in uscita dall’impianto di trattamento. (1/7/2006)
c) Massimo numero di persone presenti a bordo I termini relativi allo ship recycling usati in questa Sezione
Per le navi ro-ro da passeggeri, il massimo numero di hanno il significato indicato nella Risoluzione IMO
persone presenti a bordo è il massimo numero di pas- A.962(23).
seggeri che possono essere ospitati nelle cabine più i
membri dell'equipaggio. 1.4 Documenti da inviare
1.3.6 Definizioni relative alla prevenzione 1.4.1 Documenti da inviare in relazione alla
dell'inquinamento del mare da rifiuti prevenzione dell'inquinamento del mare da
(1/7/2004) prodotti petroliferi (1/7/2004)
Nell'ambito delle presenti norme, i termini usati hanno lo La Tab 1 elenca i documenti da inviare in relazione alla
stesso significato precisato nell'Annesso V alla MARPOL prevenzione dell'inquinamento del mare da prodotti petro-
73/78, come emendata e, in aggiunta, rifiuti significa qual- liferi.
siasi tipo di rifiuti di viveri, rifiuti domestici o operativi,
esclusi pesce fresco o sue parti, prodotti durante il normale I documenti elencati nella Tab 1 non tengono conto dei
esercizio della nave e destinati ad essere eliminati continua- disegni necessari per il rilascio del Certificato IOPP.
mente o periodicamente, con esclusione di quelle sostanze
1.4.2 Documenti da inviare in relazione alla
che sono definite o elencate negli Annessi I, II, III e IV della
prevenzione dell'inquinamento del mare da
MARPOL 73/78, come emendata. sostanze liquide nocive (1/7/2004)
1.3.7 Definizioni in relazione alla prevenzione La Tab 2 elenca i documenti da inviare in relazione alla
dell'inquinamento del mare da altre fonti prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze
(1/7/2005) liquide nocive.
a) Organismi acquatici e patogeni nocivi sono batteri, I documenti elencati nella Tab 2 non tengono conto dei
piante e animali che possono sopravvivere in forma disegni necessari per il rilascio dell' "International Pollution
vitale nell'acqua di zavorra e nei sedimenti trasportati Prevention Certificate for the Carriage of Noxious Liquid
nelle navi. Il successivo scarico dell'acqua di zavorra o Substances in Bulk" o dell'"International Certificate of Fit-
dei sedimenti nelle acque del porto possono rappresen- ness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk",
tare una minaccia per la vita umana, animale e vegetale come appropriato.
del luogo e per l'ambiente marino.
1.4.3 Documenti da inviare in relazione alla
b) Acque grigie sono gli scarichi da lavaggio di piatti, prevenzione dell'inquinamento del mare da
docce, lavanderie, bagni, lavandini e ombrinali di locali sostanze dannose trasportate via mare in
di igiene. imballaggi (1/7/2004)
c) Massimo numero di persone presenti a bordo, ai fini del La Tab 3 elenca i documenti da inviare in relazione alla
calcolo della capacità di ritenzione delle acque grigie, prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze dan-
per navi ro-ro da passeggeri, significa il massimo nose trasportate via mare in imballaggi.

26 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 1

Tabella 1 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da prodotti petroliferi
(1/7/2004)

N. A/I (1) Documento


1 I Copia del Certificato IOPP
2 A Disegni nei quali siano indicati il volume delle cisterne e la loro distanza dalla linea di costruzione e dal fasciame
esterno (2)
3 A Gli schemi del combustibile liquido, dell'olio lubrificante e dei relativi impianti per i residui, con le indicazioni
necessarie per la verifica delle prescrizioni di cui in [2.1.3] (2)
4 I “Oil Systems Record Book”
(1) A = da inviare per l’approvazione, in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenz,a in duplice copia
(2) Se queste indicazioni sono contenute nei disegni e negli schemi adoperati per la classificazione della nave, tali disegni e schemi
possono essere adoperati anche per verificare le prescrizioni delle presenti norme.

Tabella 2 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze liquide
nocive (1/7/2004)

N. (1) Documento
1 I Copia dell'"International Pollution Prevention Certificate for the Carriage of Noxious Liquid Substances in Bulk”
o copia dell’”International Certificate of Fitness for the Carriage of Dangerous Chemicals in Bulk”, come applica-
bile
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 3 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da sostanze dannose tra-
sportate via mare in imballaggi (1/7/2004)

N. (1) Documento
1 I Piano generale con l’indicazione delle zone destinate al carico delle sostanze dannose imballate in relazione alle
altre zone della nave
2 I Piani degli impianti e delle apparecchiature di scarico delle sostanze dannose, in caso di emergenza e di smalti-
mento e lavaggio di eventuali perdite
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia

1.4.4 Documenti da inviare in relazione alla 1.4.7 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da gestione ambientale della nave (1/7/2004)
liquami (1/7/2004) La Tab 7 elenca i documenti da inviare in relazione alla
La Tab 4 elenca i documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave.
prevenzione dell'inquinamento del mare da liquami.
1.4.8 Documentazione da inviare per lo ship
I documenti elencati nella Tab 4 non tengono conto dei recycling (1/7/2006)
disegni necessari per il rilascio del Certificato ISPP. Per lo ship recycling deve essere inviato all'approvazione,
in quadruplice copia, il Green Passport.
1.4.5 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da
rifiuti (1/7/2004) 2 Prescrizioni relative al progetto
La Tab 5 elenca i documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da rifiuti. 2.1 Prevenzione dell’inquinamento del mare
da prodotti petroliferi
1.4.6 Documenti da inviare in relazione alla
prevenzione dell'inquinamento del mare da 2.1.1 Generalità (1/7/2004)
altre fonti (1/7/2004) La nave deve avere un Certificato IOPP in corso di validità,
rilasciato da un'Amministrazione o da un'Organizzazione
La Tab 6 elenca i documenti da inviare in relazione alla
Riconosciuta per conto di un'Amministrazione in accordo
prevenzione dell'inquinamento del mare da altre fonti.
con le prescrizioni applicabili dell'Annesso I alla MARPOL
I documenti elencati nella Tab 6 non tengono conto dei 73/78, e deve inoltre soddisfare le prescrizioni da [2.1.2] a
disegni necessari per il rilascio del Certificato AFS. [2.1.4].

Regolamenti RINA 2008 27


Parte F, Cap 7, Sez 1

2.1.2 Sistemazione delle casse (1/7/2004) c) Sui ponti di coperta e/o delle sovrastrutture, ciascuno
a) Ai fini della presente norma, devono essere considerate sfogo gas, tubo di rigurgito e collegamento del tubo di
le casse destinate a contenere combustibile liquido, le riempimento delle casse del combustibile liquido o
casse per le morchie e le casse per l'olio lubrificante, dell'olio lubrificante deve essere munito di un conteni-
esaurito o no, di capacità superiore al maggiore tra i tore fisso o di un'area di ponte chiusa avente una capa-
cità di:
valori di 20 m3 e V/100, essendo V il volume comples-
sivo, in m3, di tali casse. Devono essere comprese anche • 80 litri, se la stazza lorda della nave è compresa tra
le casse di rigurgito, a meno che esse non siano munite 300 e 1600 ton
di un allarme per la rivelazione di liquidi e non siano
previste procedure operative per mantenere tali casse • 160 litri, se la stazza lorda della nave è superiore a
vuote. 1600 ton.
b) Non vengono considerati, ai fini di questa norma, i d) L'apparecchiatura di separazione dell’olio, richiesta
doppi fondi per l'olio lubrificante di circolazione, posti dalle disposizioni dell'Annesso I alla MARPOL 73/78,
sotto al motore principale. deve essere provvista di un misuratore del contenuto di
c) Tali casse, ovunque ubicate, devono avere il fondo olio e di un allarme tarato a 15 parti per milione (ppm),
posto ad una altezza h, rispetto alla linea di costru- combinati con un dispositivo automatico di blocco.
zione, uguale o superiore al valore minore tra B/15,
2T/11 o 2 m, con un minimo di 0,7 m. e) L'effluente dall'apparecchiatura di separazione dell’olio
tarata a 15 ppm deve poter essere riciclato ad una cassa
d) La distanza minima w, in m, dal fasciame esterno del
di decantazione delle acque di sentina. Tale cassa deve
fianco e del fondo, misurata in qualsiasi sezione trasver-
essere sistemata in modo da permettere la periodica
sale, perpendicolarmente al fasciame esterno, deve
rimozione dei sedimenti.
essere:
• w = 0 ,01 ⋅ ( 68 ,69 + 0 ,0657 ⋅ v ) f) Per la pre-separazione delle acque oleose di sentina,
prima dell'invio delle acque stesse al separatore o filtro,
per casse con un volume fra 20 e 2000 m3 deve essere predisposta una cassa di decantazione.
• w=2
g) Il volume V di tale cassa, in m3, deve essere almeno:
per casse con un volume maggiore di 2000 m3,
essendo: V = 1 + 5, 5P ⋅ 10
–4

v : Volume della cassa, in m3.


essendo P la potenza dell'impianto di propulsione, in
e) Piccoli pozzetti di aspirazione possono estendersi al kW. In ogni caso non è richiesto che il volume V sia
disotto del suddetto limite, per una altezza inferiore al superiore a 15 m3.
valore minore tra 350 mm ed h/2, purché siano di
dimensioni il più ridotte possibile. Casi che possono essere considerati speciali, per esem-
f) Le casse destinate a contenere combustibile liquido od pio in relazione al tipo di navigazione, all'autonomia e
olio lubrificante, di qualsiasi volume, non devono alla potenza installata, saranno oggetto di particolare
essere adibite anche ad acqua di zavorra. considerazione.

g) Dovrà essere assicurata l'ispezionabilità delle casse e h) Per navi che utilizzino combustibile liquido con massa
delle eventuali intercapedini intorno alle casse stesse; volumica a 15° C superiore a 0,94 kg/dm3 e viscosità a
tali intercapedini devono essere efficacemente protette 50 °C superiore a 110 centistokes, tale cassa deve poter
dalla corrosione con idonee pitture di colore chiaro, al essere riscaldata.
fine di facilitarne l'esame.
i) Navi che utilizzino nafta pesante devono essere dotate
2.1.3 Impianti (1/7/2004) di casse per le morchie provenienti dai depuratori della
a) Ogni cassa del combustibile e ogni cassa dell'olio lubri- nafta senza strutture interne e con idoneo sistema di
ficante di capacità superiore a 10 m3 deve essere munita riscaldamento.
di un impianto di rigurgito e di un allarme di alto livello.
j) La cassa per le morchie deve essere sistemata in modo
Alternative accettabili sono: da permettere la periodica rimozione dei sedimenti. Le
• un impianto di rigurgito e un allarme di flusso nel morchie devono essere smaltite a bordo, mediante
collettore di rigurgito l'impiego di inceneritori, oppure scaricate a terra e ciò
• nessun impianto di rigurgito e due allarmi di alto deve essere registrato nell' "oil record book".
livello (per esempio al 90% e al 95% del riempi- L'impiego di caldaie per lo smaltimento delle morchie a
mento). bordo non è consentito, a meno che non sia installato
b) I segnali di allarme devono essere emessi in una idonea un impianto di trattamento od una speciale apparec-
stazione dalla quale sono comandate le operazioni di chiatura, che migliori le emissioni generate dall'incene-
bunkeraggio o di trasferimento del combustibile liquido. rimento delle morchie, approvati dalla Società.

28 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 1

Tabella 4 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da liquami (1/7/2004)

N. A/I (1) Documento


1 I Piano generale con l’indicazione dell'impianto per il trattamento dei liquami, compresi i particolari delle procedure
di trattamento (2)
2 I Copia del certificato ISPP (2) e del certificato relativo all’approvazione di tipo dell’impianto di trattamento dei
liquami in conformità con le disposizioni della Risoluzione IMO MEPC(2) (VI)
3 A Calcolo del volume della(e) cassa(e) di deposito per i liquami
4 I Informazioni generali sugli impianti di comando e controllo (2)
5 I Registro dei liquami
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) Non è richiesto se l'impianto per il trattamento dei liquami è di tipo approvato

Tabella 5 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da rifiuti (1/7/2004)

N. A/I (1) Documento


1 I Informazioni generali sulle apparecchiature per il trattamento dei rifiuti (2) (3)
2 A Piano di gestione dei rifiuti, compreso il registro dei rifiuti, come specificato dalla MARPOL 73/78 - Appendice
all'Annesso V
3 I Descrizione generale degli impianti di comando e controllo relativi alle apparecchiature per il trattamento dei
rifiuti (2)
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) Non richiesto se l'impianto per il trattamento dei liquami è di tipo approvato.
(3) Per gli inceneritori vedere Sez 2

Tabella 6 : Documenti da inviare in relazione alla prevenzione dell'inquinamento del mare da altre fonti (1/7/2004)

N. A/I (1) Documento


A Piano di gestione dell'acqua di zavorra, compreso un registro dell'acqua di zavorra, sviluppato in accordo con
1
la Risoluzione IMO A.868(20)
2 I Copia del certificato AFS e particolari della pittura antivegetativa priva di TBT
3 A Calcolo del volume della cassa (o delle casse) di deposito delle acque grigie (solo per le navi da passeggeri)
4 I Registro delle acque grigie (solo per le navi da passeggeri)
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 7 : Documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave (1/7/2004)

N. (1) Documento
1 I Piano per la gestione ambientale della nave contenente le indicazioni di cui in [2.1.4], [2.3.6], [2.4.4], [2.5.4],
[2.6.4] e [2.7.2]
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2008 29


Parte F, Cap 7, Sez 1

2.1.4 Procedure (1/7/2004) 2.3.2 Stivaggio (1/7/2004)


a) Il consumo di olio lubrificante di tutti gli impianti che a) Le sostanze dannose devono essere stivate e fissate in
hanno un interfaccia olio/acqua di mare, quali i motori maniera appropriata in modo da ridurre al minimo i
principali ed ausiliari raffreddati con acqua di mare, le rischi per l'ambiente marino senza ridurre la sicurezza
eliche a passo variabile, gli astucci degli alberi portae- della nave e del personale a bordo.
lica, i thrusters prodieri e poppieri, gli stabilizzatori, i
b) Per sane ragioni scientifiche e tecniche, può essere vie-
PODs, ecc., deve essere registrato almeno una volta alla
tato il trasporto di certe sostanze dannose o può essere
settimana in un "Oil System record book" , allo scopo di
limitata la quantità di esse che può essere caricata su
rilevare,attraverso inusuali elevati consumi, perdite di
una nave. Nel limitare detta quantità, deve essere posta
olio dalle guarnizioni di tenuta.
particolare attenzione a dimensioni, costruzione ed
Il "log book" deve contenere la lista di tutti gli impianti equipaggiamento della nave, così come al tipo di imbal-
considerati, il consumo di ciascun impianto registrato laggio ed alla natura intrinseca delle sostanze.
almeno ogni settimana e le eventuali misure correttive
prese. c) Ogni nave che trasporti sostanze dannose deve avere un
elenco speciale, o manifesto del carico, che descriva le
b) Il piano di gestione ambientale della nave di cui in sostanze dannose caricate e ne indichi la posizione a
[2.7.2]deve comprendere le procedure relative alle bordo. In luogo di tale elenco o manifesto del carico,
seguenti operazioni: può essere adoperato un piano di stivaggio particolareg-
• gestione dei rifiuti oleosi, compresi i criteri di disca- giato nel quale sia indicata la posizione delle sostanze
rica; dannose a bordo.
• preparazione, compilazione e conservazione
2.3.3 Imballaggi vuoti (1/7/2004)
dell'"oil record book" e del "Systems oil consump-
tion log book"; Gli imballaggi vuoti che siano stati adoperati precedente-
mente per il trasporto di sostanze dannose devono, essi
• taratura periodica, almeno ogni sei mesi, del misura-
stessi, essere trattati come sostanze dannose, a meno che
tore del contenuto di olio di cui in [2.1.3]; la relativa
non siano state prese precauzioni che assicurino che essi
documentazione deve essere conservata a bordo per
non contengono residui dannosi per l'ambiente marino.
esame nel corso delle visite periodiche;
• pulizia periodica della cassa di decantazione di sen- 2.3.4 Marcatura (1/7/2004)
tina e della cassa delle morchie;
a) Gli imballaggi che contengono sostanze dannose
• perdite durante le operazioni di bunkeraggio; devono essere permanentemente marcati col nome tec-
• controlli periodici dei sistemi di rigurgito e degli nico corretto (il solo nome commerciale non deve
allarmi. essere usato) e, inoltre, devono essere permanente-
mente marcati o dotati di targhette per avvertire che la
sostanza in essi contenuta è inquinante per l'ambiente
2.2 Prevenzione dell'inquinamento del mare marino. Tale identificazione deve essere, quando possi-
da sostanze liquide nocive bile, integrata da altri mezzi, per esempio mediante
l'uso del numero relativo stabilito dalle Nazioni Unite.
2.2.1 Applicabiltà (1/7/2004)
Le prescrizioni seguenti si applicano a tutte le navi. b) Il metodo di marcatura e l'affissione delle targhette rela-
tivi al nome tecnico corretto sugli imballaggi delle
2.2.2 Generalità (1/7/2004) sostanze dannose devono essere tali che l'informazione
contenuta sia ancora identificabile dopo un'immersione
La nave deve avere un Certificato NLS o ICOF CHE, come
degli imballaggi di almeno tre mesi in mare. Nella con-
applicabile, in corso di validità, rilasciato da un'Ammini-
siderazione di una marcatura o targhettatura adeguata,
strazione, o da un'Organizzazione Riconosciuta per conto
si deve tener conto della resistenza nel tempo dei mate-
di un'Amministrazione, in accordo con le prescrizioni
riali usati e della superficie dell'imballaggio.
applicabili dell'Annesso II alla MARPOL 73/78. Non vi
sono specifiche prescrizioni aggiuntive da rispettare su c) Deroghe dalle prescrizioni di cui sopra, relative alla
argomenti trattati nel detto Annesso, per quanto riguarda marcatura, possono essere concesse per imballaggi con-
l'assegnazione della notazione CLEAN-SEA. tenenti piccole quantità di sostanze dannose.

2.3.5 Perdite (1/7/2004)


2.3 Prevenzione dell'inquinamento del mare
da sostanze dannose trasportate via a) Non sono permessi getti in mare di sostanze dannose
mare in imballaggi trasportate in imballaggi, salvo quando necessario per la
sicurezza della nave o per la salvaguardia della vita
2.3.1 Generalità (1/7/2004) umana in mare.
Le sostanze dannose trasportate in imballaggi devono b) Devono essere prese misure adeguate, in base alle pro-
essere stivate e fissate in maniera appropriata in modo da prietà fisiche, chimiche e biologiche delle sostanze dan-
ridurre al minimo i rischi per l'ambiente marino, in confor- nose, per regolare il lavaggio fuori bordo di eventuali
mità con le disposizioni dell'Annesso III alla MARPOL perdite, purché la rispondenza a dette misure non
73/78, come emendata. riduca la sicurezza della nave e delle persone a bordo.

30 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 1

2.3.6 Procedure (1/7/2004) zioni applicabili delle varie Sezioni dei presenti Regola-
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ- menti.
mental Management Plan) menzionato in [2.7.2] deve com- d) Le casse di deposito dei liquami trattati devono essere
prendere le procedure per la conformità con le prescrizioni munite di allarmi di alto livello.
del presente punto [2.3].
2.4.4 Procedure (1/7/2007)
2.4 Prevenzione dell'inquinamento del mare Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ-
da liquami mental Management Plan) menzionato in [2.8.2] deve com-
prendere le procedure relative a:
2.4.1 Generalità (1/7/2004) • Gestione dei liquami, compresi i criteri per la discarica
La nave deve avere un Certificato ISPP, in corso di validità, e l'impiego di casse di decantazione in porto e nessuna
rilasciato da un'Amministrazione, o da un'Organizzazione area di discarica.
Riconosciuta per conto di un'Amministrazione, in accordo • Preparazione, compilazione e conservazione del regi-
con le prescrizioni applicabili dell'Annesso IV alla stro dei liquami.
MARPOL 73/78, e deve inoltre soddisfare le prescrizioni da • Lo smaltimento dei residui dell'impianto di trattamento
[2.4.2] a [2.4.4]. dei liquami.
2.4.2 Scarico di liquami in mare (1/7/2004) Se la nave non è in condizioni di smaltire in mare i resi-
dui dell'impianto di trattamento dei liquami, in confor-
Tutti gli scarichi di liquami, sia in mare, sia in stazioni di
mità con normative internazionali o nazionali, tali
raccolta a terra, devono essere registrate sul registro dei
residui devono essere smaltiti a terra oppure mediante
liquami, con l'indicazione della data, della località e della
inceneritori.
quantità di liquami scaricata e devono essere in conformità
con le disposizioni relative alle discariche di cui
all'Annesso IV alla MARPOL 73/78. 2.5 Prevenzione dell'inquinamento del mare
da rifiuti
2.4.3 Impianto per il trattamento dei liquami
(1/7/2004) 2.5.1 Applicabilità (1/7/2004)
a) Deve essere installato a bordo un impianto per il tratta- Le disposizioni applicabili dell'Annesso V alla MARPOL
mento dei liquami che soddisfi le prescrizioni operative 73/78, come emendata, devono essere soddisfatte, insieme
basate sugli standard e sulle metodologie di prova di cui con le seguenti specifiche prescrizioni addizionali.
alla Risoluzione IMO MEPC.2(VI), come emendata.
2.5.2 Targhe, piano di gestione dei rifiuti e registro
b) La nave deve essere munita di una cassa (o di casse) di dei rifiuti (1/7/2004)
deposito per i liquami trattati di capacità sufficiente a a) Devono essere affisse a bordo, come appropriato, delle
consentire la ritenuta dei liquami trattati, quando la targhe che notifichino a passeggeri ed equipaggio le
nave si trovi in porto o in zone in cui sia vietato lo sca- prescrizioni relative allo smaltimento di cui all'Annesso
rico. La capacità totale minima di tale cassa (o di tali V alla MARPOL 73/78.
casse) deve essere di 2 giorni, basata sul massimo
numero di persone a bordo e su 96 litri/persona/giorno, b) Le targhe devono essere scritte nella lingua ufficiale
se viene usato un impianto convenzionale (con flusso- dello Stato di cui la nave batte la bandiera e, per navi
metro), e su 11 litri/persona/giorno, se viene usato un impegnate in viaggi verso porti o terminali offshore
impianto a vuoto. sotto la giurisdizione di altri Stati, in inglese o in fran-
cese.
Un volume inferiore ma in ogni caso non minore del
50% della capacità sopra menzionata, potrebbe essere c) Deve essere disponibile a bordo un piano di gestione
accettato a condizione che: dei rifiuti. Questo piano deve contenere procedure
scritte per la raccolta, il deposito, il trattamento e lo
• la nave sia equipaggiata con un impianto di post-
smaltimento dei rifiuti e deve comprendere le istruzioni
trattamento dei liquami, capace di ridurre il volume
per l'impiego delle attrezzature di bordo. Esso deve
dell'effluente (es. riutilizzando parte dell'acqua dei
anche designare le persone responsabili di tale piano.
liquami trattati per uso di bordo;
Questo piano deve essere in accordo con la guida con-
• sia assicurata una ritenzione di 2 giorni; tenuta in App 1 e deve essere scritto nella lingua di
• sia fornita una documentazione tecnica, compren- lavoro dell'equipaggio.
dente i risultati dei test effettuati a bordo, e compro- d) Per le navi da passeggeri, nel piano di gestione dei
vante, a soddisfazione della Società, l'efficienza del rifiuti, deve essere riservata una particolare considera-
sistema e la riduzione di volume ottenuta. zione ai seguenti rifiuti potenzialmente pericolosi:
c) La nave deve essere equipaggiata con una tubolatura • Liquidi per lo sviluppo di pellicole e lastre fotografi-
che porti all'esterno, idonea per lo scarico delle acque che e radiografiche
nere in una stazione di raccolta; tale tubolatura deve • Solventi e liquidi di scarto per il lavaggio a secco
essere dotata di una flangia per il collegamento a terra,
• Liquidi tipografici
in accordo con le prescrizioni di cui all’Annesso IV
della MARPOL 73/78, e i materiali, le tubolature, gli • Cartucce per fotocopiatrici e stampanti laser
accessori e le apparecchiature sono soggetti alle prescri- • Prodotti farmaceutici non usati o scaduti

Regolamenti RINA 2008 31


Parte F, Cap 7, Sez 1

• Batterie 2.6.2 Sistema antivegetativo (1/7/2004)


• Tubi fluorescenti e lampade a bulbo a vapori di mer- a) Il sistema antivegetativo per lo scafo deve essere del tipo
curio. senza TBT (tributyltin o stagno-tributile).
b) Il Certificato AFS e la documentazione relativa al
2.5.3 Riciclaggio dei rifiuti (1/7/2004) sistema antivegetativo senza TBT deve essere mantenuta
a bordo per i controlli durante le visite periodiche.
Per le navi da passeggeri diverse dalle navi da passeggeri ro-
ro: 2.6.3 Rilascio di acque grigie (1/7/2007)
a) deve essere prevista, adottata e documentata una strate- Le prescrizioni del presente requisito si applicano alle navi
gia per il riciclaggio dei rifiuti; da passeggeri ed alle navi da passeggeri ro-ro.
a) Le navi devono essere munite di una cassa o di casse di
b) La quantità minima di rifiuti scaricati a terra per il rici-
deposito per acque grigie di capacità sufficiente a con-
claggio (Wr) deve essere pari al 50% dei rifiuti riciclabili sentire la ritenuta di acque grigie quando la nave è in
prodotti a bordo (Wb), essendo Wb = 40 kg/per-
porto per almeno 2 giorni. La capacità totale della cassa
sona/anno, basato sul numero di persone che la nave è
o delle casse di deposito delle acque grigie deve essere
certificata per trasportare. basata sul massimo numero di persone a bordo e su 200
La quantità di rifiuti scaricati a terra per il riciclaggio deve litri/persona/giorno.
essere registrata sul registro dei rifiuti ed i diversi tipi di b) La cassa o le casse di deposito delle acque grigie
rifiuti devono essere raccolti e scaricati a terra separata- devono essere munite di allarmi di alto livello.
mente.
c) Se la stessa cassa o le stesse casse vengono usate per
Ai fini delle presenti norme, rifiuti riciclabili sono: contenere liquami trattati e acque grigie, la capacità di
tale cassa o casse deve essere uguale almeno alla
• Plastica somma delle capacità della cassa di deposito dei
• Alluminio liquami trattati di cui in [2.4.3] e di quella per le acque
grigie.
• Vetro
Un volume inferiore ma in ogni caso non minore del
• Carta e cartone. 50% della capacità sopra menzionata, potrebbe essere
accettato a condizione che:
2.5.4 Procedure (1/7/2004) • la nave sia equipaggiata con un impianto di post-
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ- trattamento dei liquami, capace di ridurre il volume
mental Management Plan) menzionato in [2.8.2] deve com- dell'effluente (es. riutilizzando parte dell'acqua dei
prendere le procedure relative alla gestione ed al riciclaggio liquami trattati per uso di bordo;
dei rifiuti, in accordo con le disposizioni del presente punto • sia assicurata una ritenzione di 2 giorni;
[2.5]. • sia fornita una documentazione tecnica, compren-
dente i risultati dei test effettuati a bordo, e compro-
2.6 Prevenzione dell’inquinamento del mare vante, a soddisfazione della Società, l'efficienza del
da altre fonti sistema e la riduzione di volume ottenuta.
d) Le acque grigie devono sempre essere scaricate ad una
2.6.1 Trasferimento di organismi acquatici e distanza superiore a 4 miglia dalla costa più vicina o in
patogeni nocivi mediante l'acqua di zavorra una stazione di raccolta.
(1/7/2007)
e) Le acque grigie devono sempre essere scaricate ad una
Un piano di gestione dell'acqua di zavorra, compreso un distanza superiore a 4 miglia dalla costa più vicina o in
registro dell'acqua di zavorra, deve essere sviluppato in una stazione di raccolta. Le condizioni per la discarica
accordo con la International Convention for the control and non si applicano quando la discarica delle acque grigie
management of ship's ballast water and sediments, 2004 è necessaria per la sicurezza della nave e delle persone
dell'IMO e usato per la gestione dell'acqua di zavorra. a bordo o per salvaguardare la vita umana in mare, o
quando la discarica è dovuta ad una avaria alla nave od
A meno che non vi siano norme più restrittive emanate
al suo equipaggiamento.
dall'Autorità portuale, si raccomanda che il ricambio
dell'acqua di zavorra sia eseguito, nel corso di viaggi inter- f) Tutti gli scarichi di acque grigie, sia in mare, sia in sta-
nazionali, a non meno di 200 miglia dalla costa più vicina zioni di raccolta a terra, devono essere registrate sul
o, se ciò non fosse possibile, a non meno di 50 miglia dalla registro delle acque grigie, con l'indicazione della data,
costa più vicina, in una zona con profondità dell'acqua non della località e della quantità di acque grigie scaricata.
minore di 200 m. Non deve essere richiesto alla nave di Se le acque grigie vengono scaricate in mare, le registra-
deviare dalla rotta prevista per il suo viaggio, o di ritardare zioni devono comprendere anche le informazioni sulla
il viaggio, al fine di soddisfare le presenti prescrizioni. distanza dalla costa più vicina.

Possono essere accettati impianti per il trattamento 2.6.4 Procedure (1/7/2004)


dell'acqua di zavorra, in luogo del suddetto ricambio, Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Environ-
subordinatamente a particolari considerazioni da parte mental Management Plan) menzionato in [2.7.2] deve com-
della Società. prendere le procedure di cui in [2.6], compresi criteri per la

32 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 1

discarica di acque grigie e l'uso di casse di decantazione in Il Green Passport deve essere compilato in accordo al para-
porto e di nessuna area di discarica. grafo 5 della "IMO Resolution A.962(23) - IMO Guidelines
on ship recycling".
2.7 Ship Recycling Il Green Passport delle navi è un documento che facilita
l'applicazione di queste Guidelines fornendo informazioni
2.7.1 Generalità (1/7/2006) circa i materiali, conosciuti per essere potenzialmente peri-
Alcuni dei problemi connessi con lo ship recycling dovreb- colosi, utilizzati durante la costruzione della nave, delle sue
bero essere valutati durante la fase di progettazione e di apparecchiature ed impianti. Questo documento deve
costruzione, tenendo presente non soltanto la nave in se accompagnare la nave per tutta la durata del suo esercizio.
stessa ma anche le sue apparecchiature. Gli Armatori successivi devono conservare correttamente
il Green Passport ed includervi tutte le modifiche apportate
Il primo passo è quello di identificare tutti i materiali poten- al progetto ed alle apparecchiature, e l'ultimo Armatore
zialmente pericolosi che potrebbero essere inclusi, come consegnarlo, unitamente alla nave, alle strutture di demoli-
elementi di normale impiego, nella struttura della nave e zione.
nelle sue apparecchiature e, se possibile, prendere in consi-
derazione l'impiego di soluzioni alternative meno perico-
lose. 2.8 Gestione ambientale della nave

2.7.2 Fase iniziale (1/7/2006) 2.8.1 "Ship Environmental Manager" (1/7/2005)


Le fasi iniziali dovrebbero includere una valutazione: Deve essere presente a bordo un ufficiale designato quale
"Ship Environmental Manager", come definito in [1.3.8].
a) del tipo, quantità e pericolo potenziale dei materiali uti-
lizzati e della loro ubicazione a bordo della nave; 2.8.2 Piano di gestione ambientale della nave
b) delle attività operative previste durante l'esercizio della (1/7/2004)
nave e di tutti i rifiuti potenzialmente pericolosi che esse Deve essere sviluppato e reso disponibile a bordo un piano
potrebbero produrre; e di gestione ambientale specifico per la nave considerata.
c) della praticabilità di gestire la produzione di rifiuti peri- Il manuale deve contenere almeno le procedure richieste in
colosi prendendo in considerazione: [2.1.4], [2.3.6], [2.4.4], [2.5.4], [2.6.4] e deve compren-
dere:
1) di rivedere il prodotto - installando componenti che
utilizzano materiali potenzialmente meno perico- • l'indicazione della persona o delle persone incaricate
losi; per ciascuna procedura da seguire
2) di utilizzare tecnologie di lavorazione più pulite - • i documenti ed i manuali richiesti
con la produzione di meno rifiuti; • i registri da compilare
3) di modificare i procedimenti - per produrre meno • il programma delle scadenze, quando applicabile (per
rifiuti; esempio: controlli, campionature, etc.).
4) di sostituire i materiali impiegati - utilizzando pro-
Il piano per la gestione ambientale della nave deve essere
dotti potenzialmente meno pericolosi o che produ-
inviato alla Società per esame.
cono meno rifiuti; e
5) di utilizzare, in loco, impianti di riciclaggio a cir- 3 Ispezioni e prove
cuito chiuso - impianti che riciclano i rifiuti a bordo
della nave stessa. 3.1 Ispezioni e prove durante la costruzione
2.7.3 Fase progettuale (1/7/2006) 3.1.1 Materiali (1/7/2004)
Durante la fase progettuale e di costruzione si deve tener I materiali per le tubolature e le apparecchiature che sono
conto della destinazione finale della nave: adoperati per la costruzione delle apparecchiature e degli
a) utilizzando materiali che possano essere riciclati con impianti da installare a bordo, in relazione alle prescrizioni
sicurezza e in modo corretto per l'ambiente; e della presente Sezione, devono essere collaudati secondo
le norme delle Sezioni dei Regolamenti applicabili a tipi
b) riducendo al minimo l'impiego di materiali noti per simili di tubolature o apparecchiature, nonché alla loro
essere potenzialmente pericolosi per la salute e per classe e/o alle loro condizioni di progetto.
l'ambiente.
3.1.2 Prove ed ispezioni durante la
2.7.4 Green Passport (1/7/2006) fabbricazione (1/7/2004)
Allo scopo di contribuire a ridurre al minimo, durante la Le tubolature e gli impianti relativi alla prevenzione
demolizione, i possibili problemi legati alla protezione dell'inquinamento del mare, come indicato nella presente
dell'ambiente, sono state sviluppate dalla IMO con la Sezione, devono essere ispezionati e provati durante la fab-
"Resolution A.962(23) - IMO Guidelines on ship recycling" bricazione secondo le norme delle Sezioni dei Regolamenti
delle linee guida per le parti coinvolte nelle procedure dello applicabili a tipi simili di tubolature o apparecchiature,
Ship recycling. nonché alla loro classe e/o alle loro condizioni di progetto.

Regolamenti RINA 2008 33


Parte F, Cap 7, Sez 1

3.2 Ispezioni e prove dopo l’installazione a mento deve essere simulato secondo una procedura con-
bordo cordata con la Società.

3.2.1 (1/7/2004)
Dopo l'installazione a bordo, le apparecchiature e gli 3.3 Visite periodiche
impianti installati in relazione alle prescrizioni della pre-
3.3.1 (1/7/2004)
sente Sezione devono essere provati, in condizioni opera-
tive, alla presenza del Tecnico. Anche gli impianti di Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
comando, controllo e allarme devono essere provati alla controlli e le verifiche richiesti in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
presenza del Tecnico o, in alternativa, il loro funziona- quanto applicabili.

34 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 2

SEZIONE 2 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL’INQUINA-


MENTO DELL’ARIA

1 Generalità 2.2 Definizioni


2.2.1 MARPOL 73/78
1.1 Applicabilità
MARPOL 73/78 è l’ “International Convention for the Pre-
1.1.1 (1/7/2006) vention of Pollution from Ships, 1973/78” dell’IMO, com-
Per l'assegnazione delle notazioni CLEAN-AIR e LOW- presi gli Annessi dal I al VI, come emendata.
SOx(N) si applicano le prescrizioni di questa Sezione.
2.2.2 Efflusso
2 CLEAN-AIR Efflusso è ogni rilascio nell’atmosfera di sostanze che sono
trattate nella presente Sezione.
2.1 Applicabilità
2.2.3 Sostanze che eliminano l’ozono
2.1.1 Estensione (1/7/2006) Le sostanze che eliminano l’ozono sono quelle sostanze
a) La notazione CLEAN-AIR è assegnata a navi dotate di definite nel paragrafo 4 dell’Articolo 1 del “Montreal Proto-
mezzi efficaci atti ad impedire e controllare l'efflusso di col on Substances that Deplete the Ozone Layer, 1987”,
sostanze inquinanti in aria, in accordo con quanto indi- elencate negli Annessi A, B, C o E di detto protocollo, validi
cato in Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.3]. al momento dell’applicazione delle presenti norme.
b) Le prescrizioni della presente Sezione sono intese a pre- Generalmente sono adoperate a bordo delle navi le
venire l'inquinamento dell'aria causato da uno dei seguenti sostanze che eliminano l’ozono; tuttavia l’elenco
seguenti rischi in aggiunta a quelli richiesti dalla Con- seguente non deve essere considerarsi comprensivo di tutte
venzione MARPOL 73/78 Annesso VI: quelle sostanze che eliminano l’ozono che per qualche
• Efflusso di sostanze che eliminano l'ozono ragione potrebbero trovarsi su una nave.
• Efflusso di sostanze che contribuiscono al riscalda- • Halon 1211 - Bromoclorodifluorometano
mento globale • Halon 1301 - Bromotrifluorometano
• Efflusso di ossidi di azoto (NOx) • Halon 2402
• Inceneritori. • Halon 114B2 - 1,2-Dibromo-1,1,2,2-tetrafluoroetano
Affinché possa essere assegnata la notazione CLEAN- • CFC-11 - Triclorofluorometano
AIR, devono essere considerati tutti i rischi di inquina-
mento di cui sopra e la nave deve essere munita di • CFC-12 - Diclorodifluorometano
mezzi che limitino contemporaneamente tutti i rischi di • CFC-113 - Tricloro-1,2,2-trifluoroetano
inquinamento possibili fra quelli sopra elencati, in • CFC-114 - 1,2-Dicloro-1,1,2,2-tetrafluoroetano
dipendenza delle caratteristiche della nave stessa e
• CFC-115 - Cloropentafluoroetano.
della probabilità che essa possa produrre uno o tutti gli
efflussi sopra elencati. 2.2.4 Incenerimento a bordo
2.1.2 Ulteriori prescrizioni per navi petroliere, navi Incenerimento a bordo è il processo di incenerimento di
chimichiere e navi gasiere rifiuti o altri materiali a bordo di una nave, quando tali
Una nave classificata con una o più delle seguenti nota- rifiuti o materiali vengono generati durante le operazioni
zioni di servizio: normali della nave.
• oil tanker
2.2.5 Inceneritore di bordo
• chemical tanker
Inceneritore di bordo è un’apparecchiatura di bordo proget-
• FLS tanker tata essenzialmente per l’incenerimento.
• liquefied gas carrier
• combination carrier, OOC 2.2.6 Potenziale di eliminazione dell’ozono
• combination carrier, OBO Il potenziale di eliminazione dell’ozono (ODP = Ozone
Depleting Potential) è il potenziale di eliminazione
è anche soggetta alle prescrizioni, di cui in Cap 11, Sez 7, dell’ozono confrontato con il CFC 11. I valori dell’ODP per
relative al controllo delle emissioni di vapore. i gas che eliminano l’ozono sono dati nel “Montreal Proto-
Affinché la notazione CLEAN-AIR possa essere assegnata è col on Substances that Deplete the Ozone Layer” (Proto-
necessario che tali navi abbiano assegnata anche la nota- collo di Montreal sulle sostanze che eliminano lo strato di
zione VCS. ozono).

Regolamenti RINA 2008 35


Parte F, Cap 7, Sez 2

2.2.7 Potenziale di riscaldamento globale 2.3.3 Documenti da inviare in relazione alla


gestione ambientale della nave (1/7/2004)
Il potenziale di riscaldamento globale (GWP = Global War-
ming Potential) è il riscaldamento globale potenziale di un La Tab 3 elenca i documenti da inviare riguardo alla
gas confrontato con il CO2 , su un orizzonte temporale di gestione ambientale della nave.
100 anni. I valori del GWP per i vari fluidi frigorigeni e gas
sono pubblicati dall' US Environmental Protection Agency 2.4 Efflusso di sostanze che eliminano
(EPA). l’ozono
2.4.1 Applicabilità
2.3 Documenti da inviare
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con appa-
2.3.1 Documenti da inviare in relazione alla recchiature di refrigerazione, come navi da carico refri-
prevenzione dell’efflusso di sostanze che gerato, navi per il trasporto di gas liquefatti con impianti
eliminano l’ozono di reliquefazione e altre navi con impianti centralizzati
di refrigerazione del carico.
La Tab 1 elenca i documenti da inviare per la valutazione
delle misure prese per prevenire l’efflusso di sostanze che b) Esse si applicano anche a:
eliminano l’ozono. • impianti centralizzati di refrigerazione per i depositi
di provviste
I documenti della Tab 1 sono in aggiunta a quelli relativi
agli impianti frigoriferi ed agli impianti antincendio che • impianti centralizzati di condizionamento dell'aria
sono elencati nelle Sezioni applicabili dei Regolamenti. • impianti antincendio fissi
c) Esse non si applicano ai frigoriferi e ai gruppi per il con-
2.3.2 Documenti da inviare per gli inceneritori dizionamento dell'aria, se tali frigoriferi e gruppi sono
La Tab 2 elenca i documenti da inviare per gli inceneritori. autonomi e di tipo domestico.

Tabella 1 : Documenti da inviare per la prevenzione dell’efflusso di sostanze che eliminano l’ozono (1/7/2004)

N. A/I (1) Documento


1 I Sistemazione generale degli impianti frigoriferi
2 A Schema dell'impianto frigorifero (degli impianti frigoriferi) indicante i mezzi per la ritenuta come da [2.4.4]
3 A Distinte con l'elenco dei fluidi frigorigeni che si intendono usare nei vari impianti frigoriferi, unitamente ai loro
GWP e ODP
4 I Registro dei fluidi frigorigeni
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Tabella 2 : Documenti da inviare per gli inceneritori (1/1/2001)

N. A/I (1) Documento


1 I Copia del certificato di approvazione di tipo o dichiarazione di conformità con la Risoluzione IMO MEPC 76(40)
2 I Dati di progetto comprendenti almeno la pressione e la temperatura di progetto, come applicabile (2)
3 A Schema delle tubolature (2)
4 I Impianto per l'introduzione dei rifiuti e per l'alimentazione dell'inceneritore (2)
5 A Strumentazione e impianti di comando, controllo e allarme (2)
6 I Manuale operativo
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia
(2) Non richiesto se l’inceneritore è di tipo approvato.

Tabella 3 : Documenti da inviare in relazione alla gestione ambientale della nave (1/7/2004)

N. (1) Documento
1 I Piano per la gestione ambientale della nave contenente le indicazioni di cui in [2.4.6], [2.5.1], [2.7.2] e [2.8.1]
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia

36 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 2

2.4.2 Sostanze alogenate dopo che siano stati eseguiti la manutenzione o il rin-
a) L'uso di sostanze alogenate (p.e. Halon o CFC) come novo di uno qualsiasi di tali componenti;
fluidi frigorigeni o come agenti antincendio è proibito, b) le procedure per la preparazione, la compilazione e
fatta eccezione per gli idroclorofluorocarburi (HCFCn) l'aggiornamento del registro dei motori.
che sono permessi fino al 1° gennaio 2020.
2.5.2 Apparecchiature per il controllo degli NOx
b) I fluidi frigorigeni degli impianti frigoriferi centralizzati
devono avere un potenziale di riscaldamento globale a) Metodi per il controllo dell'efflusso di NOx
GWP < 2000. L'efflusso di NOx può essere controllato mediante:
• un post trattamento (come, per esempio, una ridu-
2.4.3 Prevenzione delle perdite
zione catalitica selettiva), oppure
a) Devono essere previsti mezzi che limitino le perdite
• altri metodi (come, per esempio, l'emulsione di
all'atmosfera dei fluidi frigorigeni o dei loro vapori, nel
acqua nel combustibile, l'umidificazione dell'aria
caso di un'avaria all'impianto, così come durante lo
all'ingresso, l'iniezione diretta di acqua o vapore).
scarico del fluido frigorigeno in una stazione di rice-
zione a terra. La relativa apparecchiatura sarà oggetto di particolare
considerazione da parte della Società.
b) La perdita annua di fluido frigorigeno deve essere infe-
riore al 10% della carica totale di fluido frigorigeno di b) Prescrizioni generali
ciascun impianto. La perdita deve essere documentata 1) Devono essere provveduti mezzi per verificare il
mediante i valori di consumo registrati in un registro dei corretto funzionamento dell'apparecchiatura;
fluidi frigorigeni, da tenersi a bordo e da rendersi dispo-
2) L'avaria dell'impianto e/o dell'apparecchiatura per il
nibile durante le visite periodiche.
controllo dell'efflusso di NOx non deve influenzare
c) È necessario stabilire delle procedure tali che, nel caso il normale funzionamento del motore.
in cui la perdita annua superi il 10%, vengano intra-
prese azioni correttive.
2.6 Efflusso di ossidi di zolfo (SOx)
2.4.4 Mezzi per lo svuotamento
2.6.1 Contenuto massimo ammissibile di zolfo nei
L'impianto deve avere mezzi per lo svuotamento (p.e. com- combustibili liquidi (1/7/2006)
pressori) e mezzi per poter ritenere tutti i fluidi frigorigeni, Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
qualora si verificasse la necessità di svuotare l'intero impiegato a bordo delle navi non deve superare il 3% in
impianto nel caso di un'emergenza.
massa.
2.4.5 Manutenzioni e revisioni
L'impianto deve essere progettato in modo da ridurre al 2.7 Inceneritori
minimo il rischio di rilascio del fluido nel caso di manuten-
2.7.1 Applicabilità (1/7/2004)
zioni, riparazioni o revisioni; cioè esso deve essere proget-
tato considerando la possibilità di isolare quelle sezioni che a) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con incene-
devono essere revisionate mediante un sistema di valvole e ritori permanentemente installati a bordo, che sono in
sorpassi, in modo tale da non dover arrestare l'impianto, generale in accordo con le disposizioni della Risolu-
quando in funzione, prevenendo il rischio di rilascio del zione IMO MEPC.76(40), adottata il 25 settembre 1997:
fluido al di fuori dell'impianto. "Standard specifications for shipboard incinerators", il
cui testo è contenuto in App 2.
2.4.6 Procedure (1/7/2004) Il contenuto della predetta Appendice deve essere con-
Il piano per la gestione ambientale della nave, di cui in siderato come parte delle prescrizioni necessarie per il
[2.8.1], deve contenere: conseguimento della notazione CLEAN-AIR.
• le procedure da seguire per ridurre al minimo il rischio b) Navi senza inceneritori permanentemente installati a
di rilasci di fluidi frigorigeni o dei loro vapori, in tutte le bordo, che adoperino le caldaie principali o ausiliarie
condizioni di funzionamento e di emergenza. per incenerire morchie e morchie oleose prodotte
• le procedure per la preparazione, la compilazione e durante il normale esercizio, non possono conseguire la
l'aggiornamento del registro dei fluidi frigorigeni. notazione CLEAN-AIR.
c) Prescrizioni addizionali sugli inceneritori sono conte-
2.5 Efflusso di ossidi di azoto (NOx) nute in App 1, [5.4].

2.5.1 Procedure (1/7/2004) 2.7.2 Prescrizioni varie (1/7/2004)


il piano per la gestione ambientale della nave (vedere [2.8]) a) Sostanze per le quali non è ammesso l'incenerimento
deve contenere quanto segue: Non possono essere adoperati gli inceneritori di bordo
a) le procedure per i controlli periodici dei parametri dei per le seguenti sostanze:
motori interessanti le emissioni e dei componenti dei • residui del carico di sostanze indicate negli Annessi
motori menzionati nella scheda tecnica. Detti controlli I, II e III della IMO International Convention for the
devono essere effettuati almeno una volta ogni 6 mesi e Prevention of Pollution from Ships 1973/78,

Regolamenti RINA 2008 37


Parte F, Cap 7, Sez 2

“MARPOL 73/78” come emendata ed i relativi accordo con le prescrizioni applicabili ai tipi di tubola-
materiali d’imballaggio contaminati; ture ed attrezzature similari, tenendo conto della loro
• clorodifenili (PCBn); classe e/o delle loro condizioni di progetto.
• rifiuti, come definiti nell’Annesso V della “MARPOL c) Prove dopo l’installazione
73/78” che contengono più che tracce di metalli Dopo l’installazione a bordo, le prove per l’accetta-
pesanti. zione dell’impianto devono comprendere l’operazione
b) Manuale operativo di svuotamento dell’intero fluido refrigerante
Deve essere provvisto a bordo un manuale operativo dall’impianto alle stazioni di raccolta, senza alcun rila-
preparato dal Costruttore. scio di fluido frigorigeno o di vapori di fluidi frigorigeni.
Devono essere anche provati alla presenza del Tecnico
c) Misure di sicurezza
della Società anche gli impianti di comando, controllo
1) Deve essere controllata con continuità la tempera- ed allarme o il loro funzionamento deve essere simulato
tura di uscita dei gas effluenti. secondo una procedura concordata con la Società.
2) Per inceneritori alimentati da un impianto automa-
tico di alimentazione continua, l’alimentazione di 2.9.2 Inceneritori
rifiuti deve arrestarsi qualora la temperatura sopra A meno che l’ìnceneritore non sia di un tipo approvato
indicata scenda al di sotto degli 850 °C. dalla Società, devono essere eseguite le prove indicate in
App 2.
3) Per inceneritori caricati manualmente per lotti,
l’unità deve essere progettata in modo che la tempe- 2.9.3 Visite periodiche (1/7/2004)
ratura nella camera di combustione raggiunga i 600
Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
°C in non meno di 5 minuti.
controlli e le verifiche richiesti in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
d) Procedure quanto applicabili.
Il piano per la gestione ambientale di cui in [2.8.1] deve
contenere le procedure necessarie per soddisfare i 3 LOWSOx(N)
requisiti di cui in a).

3.1 Campo di applicazione e generalità


2.8 Gestione ambientale della nave
3.1.1 (1/7/2006)
2.8.1 Piano di gestione ambientale della Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
nave (1/7/2004) impiegato a bordo delle navi non deve superare il 4,5% in
Deve essere sviluppato e reso disponibile a bordo un piano massa come richiesto dall'Annesso VI della MARPOL
di gestione ambientale specifico per la nave considerata. 73/78. La notazione LOWSOx(N) viene assegnata alle navi
Il manuale deve contenere almeno le procedure richieste in che impiegano a bordo combustibile liquido avente un
[2.4.6], [2.5.1] e [2.7.2] d) e deve comprendere anche: contenuto di zolfo inferiore al 3%. Il valore N tra parentesi
• l'indicazione della persona o delle persone incaricate rappresenta il valore massimo del contenuto di zolfo impie-
per ciascuna procedura da seguire gato a bordo in accordo alle procedure della nave.
• i documenti ed i manuali richiesti
• i registri da compilare 3.2 Contenuto massimo ammissibile di
• il programma delle scadenze, quando applicabile (ad zolfo nei combustibili liquidi
esempio: controlli periodici). 3.2.1 (1/7/2006)
Il piano per la gestione ambientale della nave deve essere a) Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
inviato alla Società per informazione. impiegato a bordo delle navi non deve superare all'N%
in massa in accordo a quanto indicato in [3.1].
2.9 Ispezioni e prove b) Per la navigazione entro le aree con efflusso controllato
di SOx, vedere [3.4].
2.9.1 Installazioni per limitare l’efflusso di fluidi
frigorigeni
3.3 Procedure per la gestione del combusti-
a) Materiali
bile liquido
I materiali per tubolature e apparecchiature, special-
mente progettate per limitare l’efflusso di fluidi frigori- 3.3.1 (1/7/2006)
geni, devono essere collaudati in accordo con le Il piano per la gestione ambientale delle emissioni di SOx
prescrizioni applicabili ai collaudi dei materiali che si della nave deve contenere quanto segue:
adoperano per la costruzione di tipi di tubolature ed a) Devono essere stabilite procedure che indichino il con-
apparecchiature similari, tenendo conto della loro tenuto massimo di zolfo negli ordini di acquisto dei
classe e/o delle loro condizioni di progetto. combustibili liquidi e per il controllo del contenuto
b) Prove ed ispezioni durante la fabbricazione effettivo di zolfo al momento della consegna per il
Le tubolature e le apparecchiature, specialmente pro- bunkeraggio.
gettate per limitare l’efflusso di fluidi frigorigeni, devono b) Nel caso in cui il contenuto effettivo di zolfo sia control-
essere ispezionate e provate durante la fabbricazione in lato mediante campionatura, le procedure di prova ed

38 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 2

analisi devono essere effettuate in accordo con una nor- di distribuzione del combustibile liquido sia completa-
mativa riconosciuta accettabile dalla Società. mente svuotato di tutti i combustibili liquidi che hanno
c) Devono essere tenute a bordo e rese disponibili, se un contenuto di zolfo superiore all' 1,5% prima di
necessario, al Tecnico le registrazioni degli ordini di entrare in un'area con efflusso controllato di SOx. Il
acquisto e dei tipi di prove eseguite, compresi i risultati. volume dei combustibili a basso tenore di zolfo (conte-
nuto di zolfo uguale o inferiore all' 1,5%) in ciascuna
d) Le procedure di gestione del combustibile liquido cassa nonchè data, ora e posizione della nave in cui
devono essere stabilite e seguite considerandole come ogni operazione di scambio dei combustibili è comple-
parte del sistema gestionale della nave certificato. tata devono essere registrate nel giornale di bordo.

3.4 Navigazione in aree con efflusso con- 3.5 Documenti da inviare


trollato di SOx
3.5.1 (1/7/2006)
3.4.1 Limitazioni dell'efflusso di zolfo (1/7/2006) La Tab 4 elenca i documenti da inviare per la valutazione
Le navi devono essere provviste di mezzi efficaci per limi- delle misure prese per prevenire l'efflusso di SOx.
tare il contenuto di zolfo durante l'efflusso di SOx, quando
si trovino a navigare entro le aree con efflusso controllato di 3.6 Installazioni per limitare l'efflusso di
SOx, come indicato in dettaglio in [3.4.2], [3.4.3] e [3.4.4].
SOx
3.4.2 Impianto di pulizia dei gas di
scarico (1/7/2006) 3.6.1 Generalità (1/7/2006)
Nel caso in cui l'efflusso di SOx sia controllato mediante un
a) Deve essere previsto un impianto per la pulizia dei gas
impianto di pulizia dei gas di scarico, si applicano le
di scarico. Tale impianto di pulizia deve essere in grado
seguenti prescrizioni da [3.6.2] a [3.6.4].
di ridurre l'efflusso totale di ossidi di zolfo dalla nave,
comprendendo sia il motore principale che i motori 3.6.2 Materiali (1/7/2006)
ausiliari, a 6,0 g SOx/kWh o meno, calcolati come peso
totale dell'efflusso di anidride solforosa. I materiali per tubolature e apparecchiature, che fanno
parte dell'impianto di pulizia degli scarichi, devono essere
b) I residui dall'uso di tale apparecchiatura non possono collaudati in accordo con le prescrizioni applicabili ai tipi
essere scaricati in porti chiusi, terminali ed estuari, a di tubolature ed apparecchiature che fanno parte
meno che non sia ampiamente documentato dalla nave dell'impianto, tenendo conto della loro classe e/o delle loro
che tali residui non hanno un'influenza negativa sugli condizioni di progetto.
ecosistemi di tali porti chiusi, terminali ed estuari.
3.6.3 Prove ed ispezioni durante la
3.4.3 Metodi alternativi (1/7/2006) fabbricazione (1/7/2006)
Qualsiasi altro metodo tecnologico alternativo che sia veri- Le tubolature e le apparecchiature devono essere ispezio-
ficabile e capace di limitare l'efflusso di SOx ad un livello nate e provate durante la fabbricazione in accordo con le
equivalente a quello indicato in [3.4.2] può essere conside- prescrizioni applicabili ai tipi di tubolature o di apparec-
rato dalla Società caso per caso. chiature che fanno parte dell'impianto, tenendo conto della
loro classe e/o delle loro condizioni di progetto.
3.4.4 Navi che impiegano combustibili liquidi
separati (1/7/2006) 3.6.4 Prove dopo l'installazione (1/7/2006)
a) Il contenuto di zolfo del combustibile liquido impiegato Dopo l'installazione a bordo, l'impianto di pulizia deve
entro le aree con efflusso controllato di SOx non deve essere provato in condizioni operative, alla presenza del
superare l' 1,5% in massa. Tecnico. Devono essere provati in presenza del Tecnico
b) Le navi che impiegano combustibili liquidi separati per anche gli impianti di comando, controllo ed allarme o il
ottemperare al comma a) di cui sopra devono dedicare loro funzionamento deve essere simulato secondo una pro-
un tempo sufficiente per permettere che tutto l'impianto cedura concordata con la Società.

Tabella 4 : Documenti da inviare (1/7/2007)

N. (1) Documento
1 A Piani particolareggiati degli impianti e delle apparecchiature per limitare l'efflusso di SOx nelle aree con efflusso
controllato di SOx (2)
2 A Piano di gestione ambientale degli SOx della nave (3)
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia;
I = da inviare solo per conoscenza
(2) Solo se tali impianti ed apparecchiature sono installati a bordo.
(3) Il "Piano per la gestione ambientale degli SOx" deve essere approvato se alla nave viene assegnata la notazione di classe LOW-
SOx(N)

Regolamenti RINA 2008 39


Parte F, Cap 7, Sez 3

SEZIONE 3 MISURE PER LA PREVENZIONE DELL'INQUINA-


MENTO DEL MARE E DELL'ARIA

1 Green Star Design IMO MEPC.107 (49), come emendata, in quanto appli-
cabili
1.1 Generalità • Certificazione di tipo approvato relativa all'impianto per
il trattamento dei liquami, rilasciata in accordo con le
1.1.1 (1/7/2006)
disposizioni della Risoluzione IMO MEPC.2 (VI), come
Quando ad una nave vengano assegnate le notazioni emendata
CLEAN-SEA e CLEAN-AIR, le due notazioni separate sono
• Certificazione di tipo approvato relativa all'inceneritore,
rimpiazzate dalla notazione addizionale di classe cumula-
rilasciata in accordo con le disposizioni della Risolu-
tiva GREEN STAR 3 DESIGN, in accordo con le disposizioni
zione IMO MEPC.76(40), come emendata, in quanto
di cui in Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.4] a).
applicabili
• "Engine International Air Pollution Prevention Certifica-
2 Green Star
tes" (EIAPP certificate o Document of Compliance), rila-
sciato in accordo con le disposizioni dell'"NOx
2.1 Generalità Technical Code", citato in [2.1.3] l).
2.1.1 Applicabilità (1/7/2006) Nel caso in cui uno qualsiasi dei sopra elencati certificati
La notazione GREEN STAR 3 è assegnata, in accordo con dovesse essere sospeso o non rinnovato per qualsiasi
quanto indicato nella Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.8.4] b), a motivo, la notazione GREEN STAR 3 dovrà essere automati-
navi dotate di mezzi efficaci atti ad impedire e controllare camente sospesa fino a quando alla nave non venga rila-
l'efflusso di sostanze inquinanti in mare ed in aria, in con- sciato un nuovo certificato valido.
formità con le prescrizioni di cui nel presente punto [2].
2.1.3 Definizioni (1/7/2005)
2.1.2 Certificati richiesti (1/7/2006) a) Liquami
Allo scopo di ottenere e conservare la notazione di classe
Liquami significa:
GREEN STAR 3, deve essere accertata la validità della
seguente documentazione: • drenaggi o altri scoli da qualsiasi tipo di gabinetti od
orinatoi;
• "International Oil Pollution Prevention Certificate"
(IOPP Certificate), rilasciato in accordo con le disposi- • drenaggi da locali adibiti a servizi medici (ambula-
zioni dell'Annesso I alla MARPOL 73/78 tori, infermerie, ecc.) attraverso lavandini, vasche e
scarichi ad essi collegati;
• "International Shipboard Oil Pollution Emergency Plan"
(SOPE Plan) approvato • drenaggi da spazi occupati da animali vivi; o
• "International Pollution Prevention Certificate for the • altre acque di scolo se mescolate ai drenaggi sopra
Carriage of Noxious Liquid Substances in Bulk" (NLS menzionati.
Certificate), rilasciato in accordo con le disposizioni b) Cassa di deposito dei liquami trattati
dell'Annesso II alla MARPOL 73/78, in quanto applica-
La cassa di deposito dei liquami trattati è una cassa ado-
bili
perata la raccolta ed il contenimento del flusso di
• "International Certificate of Fitnes for the Carriage of liquami in uscita dall’impianto di trattamento.
Dangerous Chemicals in Bulk" (ICOF CHE Certificate),
rilasciato in accordo con le disposizioni dell'IBC Code, c) Rifiuti
in quanto applicabili Rifiuti significa qualsiasi tipo di rifiuti di viveri, rifiuti
• "International Sewage Pollution Prevention Certificate" domestici o operativi, esclusi pesce fresco o sue parti,
(ISPP Certificate), rilasciato in accordo con le disposi- prodotti durante il normale esercizio della nave e desti-
zioni dell'Annesso IV alla MARPOL 73/78 nati ad essere eliminati continuamente o periodica-
mente, con esclusione di quelle sostanze che sono
• "International Anti Fouling System Certificate" (AFS Cer-
definite o elencate negli Annessi I, II, III e IV della
tificate) o "statement of compliance", rilasciati in
MARPOL 73/78.
accordo con le disposizioni della Risoluzione IMO
MEPC.102 (48), come emendata d) Organismi acquatici e patogeni nocivi
• Certificazione di tipo approvato relativa all'apparec- Organismi acquatici e patogeni nocivi sono batteri,
chiatura per la separazione dell’olio, rilasciata in piante e animali che possono sopravvivere in forma
accordo con le disposizioni della Risoluzione IMO vitale nell'acqua di zavorra e nei sedimenti trasportati
MEPC.60 (33), come emendata, o della Risoluzione nelle navi.

40 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 3

e) Acque grigie j) Area con efflusso controllato di SOx

Acque grigie sono gli scarichi da lavaggio di piatti, Area con efflusso controllato di SOx è una zona nella
docce, lavanderie, bagni, lavandini e ombrinali di locali quale è richiesta l'adozione di misure speciali obbliga-
di igiene. torie per prevenire, ridurre e controllare l'inquinamento
dell'aria da SOx e il suo conseguente impatto dannoso
f) Sistema antivegetativo priva di TBT nelle zone di terra e di mare. Le aree con efflusso con-
trollato di SOx devono comprendere quelle elencate
Sistema antivegetativo è un rivestimento, una pittura-
nella Regola 14 dell'Annesso VI alla MARPOL 73/78.
zione, un trattamento superficiale o un dispositivo che
viene usato su una nave per controllare o prevenire k) Potenziale di riscaldamento globale
l'attacco di organismi vegetativi.
Il potenziale di riscaldamento globale (GWP = Global
Sistema antivegetativo privo di TBT significa un sistema Warming Potential) è il riscaldamento globale poten-
antivegetativo che soddisfa le disposizioni della Risolu- ziale di un gas confrontato con la CO2 su un orizzonte
zione IMO MEPC.102 (48), come emendata.
temporale di 100 anni. I valori del GWP per i vari fluidi
g) Residui oleosi frigorigeni e gas sono pubblicati dalla "US Environmen-
tal Protection Agency (EPA)"; qualora sia elencato più di
Residui oleosi significa acqua aspirata dalle sentine del un valore, ai fini della conformità con le presenti
locale apparato motore, oli di lubrificazione e per cir- norme, deve essere usato quello inferiore.
cuiti idraulici usati, morchie da combustibile liquido e
da impianti di trattamento degli oli lubrificanti. l) Codice Tecnico degli NOx

h) Sostanze dannose trasportate in imballaggi Il Codice Tecnico degli NOx è il "Technical Code of
Emission of Nitrogen Oxides from Marine Diesel Engi-
• Sostanze dannose sono quelle sostanze che sono nes", adottato dall'IMO nella Conferenza
state identificate come inquinanti marini nell'"Inter- MP/CONF.3/35 - Risoluzione 2, come emendata.
national Maritime Dangerous Goods Code" (IMDG
Code), come emendato. m) Grande trasformazione di un motore

• Imballaggio è il tipo di contenitore specificato nell' Grande trasformazione di un motore, ai fini delle pre-
"IMDG Code" per ciascuna sostanza dannosa. senti norme, significa:

i) Sostanze che eliminano l'ozono • motore sostituito con un nuovo motore costruito il
1° gennaio 2000 o successivamente,
Le sostanze che eliminano l'ozono sono quelle sostanze
definite nel paragrafo 4 dell'Articolo 1 del "Montreal • una qualsiasi sostanziale modifica, come definita
Protocol on Substances that Deplete the Ozone Layer, nel Codice Tecnico degli NOx, apportata al motore;
1987", elencate negli Annessi A, B, C o E di detto proto- oppure
collo, validi al momento dell'applicazione delle pre-
• un incremento della massima potenza continuativa
senti norme.
del motore superiore al 10%.
Generalmente sono adoperate a bordo delle navi le
n) "Ship Environmental Manager"
seguenti sostanze che eliminano l'ozono; tuttavia il
seguente elenco non deve essere considerarsi compren- Lo "Ship Environmental Manager" è un ufficiale in servi-
sivo di tutte quelle sostanze che eliminano l'ozono che zio responsabile della gestione e del controllo delle pro-
per qualche ragione potrebbero trovarsi su una nave. cedure e delle attività relative alle disposizioni della
presente Sezione.
• Halon 1211 - Bromoclorodifluorometano

• Halon 1301 - Bromotrifluorometano o) Massimo numero di persone presenti a bordo, ai fini del
calcolo della capacità di ritenzione delle acque grigie,
• Halon 2402 per navi ro-ro da passeggeri, significa il massimo
numero di passeggeri che possono essere ospitati nelle
• Halon 114B2 - 1,2-Dibromo-1,1,2,2-tetrafluoroe- cabine più i membri dell'equipaggio.
tano

• CFC-11 - Triclorofluorometano 2.1.4 Documenti da inviare (1/7/2004)

• CFC-12 - Diclorodifluorometano a) Disegni e documentazioni

• CFC-113 - Tricloro-1,2,2-trifluoroetano La Tab 1 elenca i disegni ed i documenti da inviare.

• CFC-114 - 1,2-Dicloro-1,1,2,2-tetrafluoroetano b) Procedure operative e registri

• CFC-115 - Cloropentafluoroetano. La Tab 2 elenca le procedure ed i registri da inviare.

Regolamenti RINA 2008 41


Parte F, Cap 7, Sez 3

Tabella 1 : Documenti da inviare (1/7/2004)

N. A/I Documento
1 I Copia del certificato NLS o del certificato ICOF, se applicabile
2 I Copia del certificato IOPP
3 A Disegni dell'impianto di sentina, incluso il volume della cassa di decantazione di sentina (4)
4 I Copia del certificato di approvazione di tipo dell'apparecchiatura di filtraggio e di allarme dell'olio
5 A Schemi degli impianti del combustibile liquido, dell'olio lubrificante e del relativo impianto di rigurgito, contenenti le
indicazioni necessarie per verificare la conformità con le prescrizioni di cui in [2.2.2], b) (4)
6 I Copia del SOPE Plan approvato, compresa la lista delle apparecchiature di emergenza
7 I Dettagli delle iscrizioni in un'"Emergency Response Service", in accordo con [2.2.2], a)
8 I Copia del certificato ISPP e copia del certificato di approvazione di tipo dell'impianto per il trattamento dei liquami
9 A Disegni relativi all'impianto per i liquami, compresi le tubolature, la cassa di decantazione per i liquami trattati e gli
allarmi (4)
10 A Calcolo del volume della cassa di decantazione dei liquami trattati (4)
11 I Copia del certificato AFS o dell'attestazione di conformità
12 A Disegni relativi all'impianto per le acque grigie, compresi le tubolature, la cassa di decantazione e gli allarmi (1) (4)
13 A Calcolo del volume della cassa di decantazione delle acque grigie (1) (4)
14 A Documenti contenenti l'elenco dei fluidi frigorigeni e dei mezzi fissi antincendio usati, le loro quantità ed i valori di
"Global Warming Potential" (GWP) (4)
15 A Piani dettagliati degli impianti e delle apparecchiature per la limitazione delle emissioni di SOx nelle aree con con-
trollo delle emissioni di SOx (2) (4)
16 A Disegni relativi agli impianti per il combustibile liquido, alle sistemazioni ed alle procedure per l'uso di combustibile
liquido separato, in accordo con [2.2.3] (4)
17 I Certificato di tipo approvato dell'inceneritore (2)
18 I Documentazione di conformità con le prescrizioni tecniche per l'ottenimento della notazione di classe VCS (3)
19 I Copia del certificato EIAPP o attestazione di conformità per ogni motore di cui in [2.3.2], a), 2), rilasciati da un’Orga-
nizzazione Riconoscuita, come applicabile
20 A Scheda tecnica e registro di cui in [2.3.2], d), per ciascun motore di cui in [2.3.2], a), 2)
21 A Particolari e manuale(i) operativo(i) dell'impianto di controllo degli NOx di cui [2.3.2], e) (2)
22 I Piano relativo alla sistemazione generale, con l'indicazione della zona destinata allo stivaggio delle sostanze dannose
in imballaggi, in relazione alle altre zone della nave
23 I Disegni relativi agli impianti ed alle apparecchiature per la discarica delle sostanze dannose in caso di emergenza e
per lo smaltimento ed il lavaggio di eventuali perdite.
(1) Solo per navi da passeggeri.
(2) Solo se tale impianto è installato a bordo.
(3) Solo per navi con notazione di servizio in accordo con [2.3.5]
(4) Per navi in esercizio, può essere accettata una documentazione alternativa, a condizione che sia sufficiente per l'esecuzione
della visita iniziale.
Nota 1: A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

2.2 Prevenzione dell'inquinamento del mare prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) ad e) e di cui
in [2.2.2].
2.2.1 Residui oleosi (1/7/2004)
b) Acque di sentina
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso I alla
MARPOL 73/78 1) Tutte le sentine dei locali macchine devono essere
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso I pompate in una cassa di decantazione per la pre-
alla MARPOL 73/78, come emendata, ed in aggiunta le separazione a monte del separatore filtro dell’olio.

42 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 3

Possono essere prese in considerazione, caso per l'impiego di inceneritori, oppure scaricate a terra, e ciò
caso, sistemazioni alternative. deve essere registrato nell' "Oil record book".
Il volume V, in m3 della cassa di decantazione deve L'impiego di caldaie per lo smaltimento delle morchie a
essere almeno uguale a: bordo non è consentito, a meno che non sia installato
un impianto di trattamento od una speciale apparec-
V = 1 + 5,5 P · 10-4 chiatura, che migliori le emissioni generate dall'incene-
essendo P la potenza dell'impianto di propulsione, rimento delle morchie, approvati dalla Società.
in kW. In ogni caso non è richiesto che il volume V d) Impiego per zavorra di casse per combustibile liquido
sia superiore a 15 m3.
Indipendentemente dal loro volume, le casse destinate a
Può essere accettato, caso per caso, un volume V contenere combustibile liquido o olio lubrificante non
inferiore a quello suddetto, tenendo conto del tipo possono essere adibite a zavorra.
di servizio e di navigazione della nave e della
potenza installata. e) Procedure e controlli
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
2) L'apparecchiatura di filtraggio dell’olio deve essere
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
provvista di un misuratore del contenuto di olio e di
deve comprendere le procedure relative a:
un allarme tarato a 15 parti per milione (ppm), com-
binati con un dispositivo automatico di blocco. • gestione dei residui oleosi, compresi i criteri per la
discarica;
3) L'effluente dall'apparecchiatura di filtraggio tarata a
15 ppm deve poter essere riciclato nella sentina o • preparazione, compilazione e conservazione del
nella cassa di decantazione delle acque di sentina. registro dei residui oleosi;

4) Tale cassa deve essere sistemata in modo da permet- • taratura periodica, almeno una volta ogni 6 mesi,
tere la periodica rimozione dei sedimenti. del misuratore del contenuto di olio di cui in b); la
documentazione relativa deve essere conservata a
c) Morchie bordo, per l’esame in occasione delle visite periodi-
che;
La cassa per le morchie deve essere sistemata in modo
da permettere la periodica rimozione dei sedimenti. Le • pulizia periodica della cassa di decantazione delle
morchie devono essere smaltite a bordo, mediante acque di sentina e della cassa delle morchie.

Tabella 2 : Procedure operative e registri (1/7/2006)

N. A/I Documento
1 I Registro dell'impianto del combustibile
2 I Registro dei liquami
3 A Piano per la gestione dei rifiuti, compreso il registro dei rifiuti
4 A Piano per la gestione della zavorra, compreso il registro della zavorra
5 I Registro delle acque grigie (2)
6 I Registro e procedure dei fluidi frigorigeni di cui in [2.3.1]
7 I Procedure per la gestione dei residui oleosi, in accordo con [2.2.1], e)
8 I Procedure per la gestione della discarica accidentale di combustibile liquido, in accordo con [2.2.2], c)
9 I Procedure per la gestione della discarica dei liquami, in accordo con [2.2.3], d)
10 I Gestione e procedure di riciclaggio dei rifiuti, in accordo con [2.2.4] (1)
11 I Procedure per la gestione delle acque grigie, in accordo con [2.2.5] (2)
12 I Piano per la gestione ambientale della nave
13 I Procedure per la gestione del combustibile per il controllo degli SOx
14 I Procedure per la gestione degli inceneritori, in accordo con [2.3.4]
15 I Green Passport in accordo con [2.2.5]
(1) Solo per navi da passeggeri diverse dalle navi da passeggeri ro-ro.
(2) Solo per navi da passeggeri e per navi da passeggeri ro-ro.
Nota 1: A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2008 43


Parte F, Cap 7, Sez 3

2.2.2 Discarica accidentale di olio (1/7/2004) Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
a) "Emergency Response" deve comprendere le procedure relative alla gestione di:
1) La nave deve essere iscritta nell' "Emergency • versamenti durante le operazioni di bunkeraggio;
Response Service" della Società • collisioni o incagli che provochino un versamento di
2) Uno "Ship Oil Pollution Emergency Plan (SOPE olio e che includano l'uso dell'apparecchiatura di
Plan) deve essere disponibile a bordo, in accordo emergenza di cui in b)
con le disposizioni della Regola 26 dell'Annesso I • preparazione, compilazione e conservazione del
alla MARPOL 73/78. registro degli oli e del registro dei consumi di olio
degli impianti;
b) Versamento accidentale di oli
• controlli periodici degli impianti di rigurgito e degli
1) Ogni cassa per il combustibile liquido e ogni cassa allarmi.
per l'olio lubrificante di capacità superiore a 10 m3
deve essere munita di: 2.2.3 Liquami (1/7/2007)
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso IV alla
• un impianto di rigurgito e di un allarme di alto MARPOL 73/78
livello
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso
• un impianto di rigurgito e di un allarme di flusso IV alla MARPOL 73/78, come emendata, ed in aggiunta
nel collettore di rigurgito le prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) a d).
• due allarmi di alto livello (per esempio al 90% e b) Impianto di trattamento dei liquami
al 95% del riempimento). 1) La nave deve essere provvista di un impianto per il
I segnali di allarme devono essere emessi in una ido- trattamento dei liquami che soddisfi le prescrizioni
nea stazione dalla quale sono comandate le opera- operative basate sugli standard e sulle metodologie
di prova di cui alla Risoluzione IMO MEPC.2(VI),
zioni di bunkeraggio o di trasferimento del
combustibile liquido. come emendata.
2) In aggiunta, la nave deve essere munita di una cassa
2) Sui ponti di coperta e/o delle sovrastrutture, cia- (o di casse) di deposito per i liquami, di capacità suf-
scuno sfogo gas, tubo di rigurgito e collegamento ficiente a consentire la ritenuta dei liquami quando
del tubo di riempimento delle casse del combusti- la nave si trovi in porto o in zone in cui sia vietato lo
bile liquido o dell'olio lubrificante deve essere scarico.
munito di un contenitore fisso o di un'area di ponte
chiusa avente una capacità di: La capacità totale minima di tale cassa (o di tali
casse) deve essere di 2 giorni, basata sul massimo
• 80 litri, se la stazza lorda della nave è compresa numero di persone a bordo e su 96 litri/per-
tra 300 e 1600 ton sona/giorno, se viene usato un impianto convenzio-
nale (con flussometro), e su 11 litri/persona/giorno,
• 160 litri, se la stazza lorda della nave è superiore se viene usato un impianto a vuoto.
a 1600 ton.
Può essere accettato un volume inferiore, in ogni
3) Dotazioni di emergenza (ad esempio panne di con- caso non minore del 50% della suddetta capacità, a
tenimento) devono essere disponibili a bordo ed condizione che:
elencate nel SOPE Plan. Devono essere previste pro- • la nave sia dotata di un impianto di post tratta-
cedure e addestramenti a bordo per l'uso di dette mento per liquami, capace di ridurre il volume
dotazioni. degli effluenti (per esempio, mediante il riciclag-
gio di parte dell'acqua dei liquami trattati per
4) Il consumo di olio lubrificante di tutti gli impianti
uso di bordo);
che abbiano un'interfaccia olio/mare, come, ad
esempio, i motori principali o ausiliari raffreddati ad • sia assicurata una ritenuta di almeno 2 giorni;
acqua di mare, eliche a passo variabile, astucci, eli- • sia disponibile una documentazione tecnica,
che di manovra prodiere o poppiere, stabilizzatori, compresi i risultati delle prove a bordo, che atte-
POD, etc. deve essere registrato almeno una volta sti l'efficienza dell'impianto e la riduzione del
alla settimana in un Registro degli impianti dell'olio volume degli effluenti, a soddisfazione della
("Oil System record book") con lo scopo di rivelare, Società.
attraverso inusuali alti consumi, perdite attraverso i
dispositivi di tenuta. 3) Le casse di decantazione dei liquami deve essere
provvista di allarmi di alto livello.
Il registro deve contenere l'elenco di tutti gli c) Registro dei liquami
impianti interessati e devono essere registrati
almeno una volta alla settimana il consumo di ogni Tutti gli scarichi di liquami, sia in mare, sia in stazioni di
impianto e le eventuali azioni correttive adottate. raccolta a terra, devono essere registrate sul registro dei
liquami, con l'indicazione della data, della località e
c) Procedure e controlli della quantità di liquami scaricata.

44 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 3

Se i liquami vengono scaricati in mare, le registrazioni Per le navi da passeggeri diverse dalle navi da passeg-
devono anche includere informazioni sulla velocità geri ro-ro:
della nave e sulla distanza della costa più vicina.
1) deve essere prevista, adottata e documentata una
d) Procedure e controlli strategia per il riciclaggio dei rifiuti;
Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi- 2) la quantità minima di rifiuti scaricati a terra per il
ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2] riciclaggio (Wr) deve essere il 50% dei rifiuti ricicla-
deve comprendere le procedure relative a: bili prodotti a bordo (Wb), essendo Wb = 40 kg/per-
• gestione dei liquami, compresi i criteri per la disca- sona/anno, basato sul numero di persone che la
rica e l'impiego di casse di decantazione in porto e nave è certificata per trasportare.
nessuna area di discarica; La quantità di rifiuti scaricati a terra per il riciclaggio
deve essere registrata sul registro dei rifiuti ed i diversi
• preparazione, compilazione e conservazione del
tipi di rifiuti devono essere raccolti e scaricati a terra
registro dei liquami;
separatamente.
• smaltimento dei residui dell'impianto di trattamento
Ai fini delle presenti norme, rifiuti riciclabili sono:
dei liquami.
• Plastica
Se la nave non è in condizioni di smaltire in mare i
residui dell'impianto di trattamento dei liquami, in • Alluminio
conformità con normative internazionali o nazio- • Vetro
nali, tali residui devono essere smaltiti a terra
• Carta e cartone.
oppure mediante inceneritori.
d) Procedure
2.2.4 Rifiuti (1/7/2004) Il piano di gestione ambientale della nave (Ship Envi-
a) Conformità con le disposizioni dell'Annesso V alla ronmental Management Plan) menzionato in [2.4.2]
MARPOL 73/78. deve comprendere le procedure relative:
Devono essere soddisfatte le disposizioni dell'Annesso • gestione dei rifiuti, in accordo con le disposizioni di
V alla MARPOL 73/78, come emendata, insieme con le cui in b)
prescrizioni di cui ai seguenti commi da b) a d). • riciclaggio dei rifiuti, in accordo con le disposizioni
b) Piano per la gestione dei rifiuti e registro dei rifiuti di cui in c).

1) La nave deve essere provvista di un piano approvato 2.2.5 Altre fonti (1/7/2007)
relativo per la gestione dei rifiuti, da conservare a a) Trasferimento di organismi acquatici dannosi e patogeni
bordo. Detto piano deve contenere procedure scritte attraverso l'acqua di zavorra
per la raccolta, l'immagazzinamento, il trattamento
e lo smaltimento dei rifiuti, comprese l'impiego Un piano di gestione dell'acqua di zavorra, compreso
delle attrezzature di bordo. Deve essere anche desi- un registro dell'acqua di zavorra, deve essere sviluppato
gnata una persona responsabile dell'esecuzione del in accordo con la International Convention for the con-
piano. trol and management of ship's ballast water and sedi-
ments, 2004 dell'IMO e usato per la gestione dell'acqua
Il piano deve essere in accordo con la guida di cui di zavorra.
in App 1 e deve essere scritto nella lingua di lavoro
dell'equipaggio. A meno che non vi siano norme più restrittive emanate
dall'Autorità portuale, si raccomanda che il ricambio
2) Per le navi da passeggeri, devono essere previste dell'acqua di zavorra sia eseguito, nel corso di viaggi
procedure per raccogliere e smaltire a terra i internazionali, a non meno di 200 miglia dalla costa più
seguenti rifiuti potenzialmente pericolosi: vicina o, se ciò non fosse possibile, a non meno di 50
• liquidi per lo sviluppo di pellicole e lastre foto- miglia dalla costa più vicina, in una zona con profon-
grafiche e radiografiche dità dell'acqua non minore di 200 metri.

• solventi e liquidi di scarto per il lavaggio a secco Non deve essere richiesto alla nave di deviare dalla
rotta prevista per il suo viaggio o di ritardare il viaggio al
• liquidi tipografici fine di soddisfare le presenti prescrizioni.
• cartucce per fotocopiatrici e stampanti laser Possono essere accettati impianti per il trattamento
• prodotti farmaceutici non usati o scaduti dell'acqua di zavorra, in luogo del suddetto ricambio,
subordinatamente a particolari considerazioni da parte
• batterie della Società.
• tubi fluorescenti e lampade a bulbo a vapori di Quanto sopra non si applica alle navi con notazione di
mercurio. navigazione diversa dalla unrestricted navigation.
3) Nel registro dei rifiuti devono essere conservate le b) Sistema antivegetativo
registrazioni delle discariche.
Il sistema antivegetativo per lo scafo deve essere del tipo
c) Riciclaggio dei rifiuti senza TBT (tributyltin o stagno-tributile), in accordo con

Regolamenti RINA 2008 45


Parte F, Cap 7, Sez 3

le disposizioni della Risoluzione IMO MEPC.102(48), l'ambiente marino, in accordo con le disposizioni
come emendata. dell'Annesso III alla MARPOL 73/78, come emendata.
Sistemi antivegetativi installati su navi esistenti e non g) Ship recycling
rispondenti alle disposizioni della Risoluzione IMO
MEPC.102(48), come emendata, devono essere rimossi Allo scopo di contribuire a ridurre al minimo, durante la
da bordo o sigillati alla prima occasione in cui la nave si demolizione, i possibili problemi legati alla protezione
trovi in bacino a secco. dell'ambiente, sono state sviluppate dalla IMO con la
"Resolution A.962(23) - IMO Guidelines on ship
c) Acque grigie recycling" delle linee guida per le parti coinvolte nelle
Le prescrizioni relative alle acque grigie del presente procedure di ship recycling.
comma c) e dei successivi commi d) ed e) si applicano
Il Green Passport deve essere compilato in accordo al
solo alle navi da passeggeri ed alle navi da passeggeri
paragrafo 5 della "IMO Resolution A.962(23) - IMO
ro-ro, tranne il punto 4 del comma c) che si applica a
Guidelines on ship recycling".
tutte le navi.
Il Green Passport delle navi è un documento che facilita
1) Le acque grigie devono sempre essere scaricate ad
l'applicazione di queste Guidelines fornendo informa-
una distanza superiore a 4 miglia dalla costa più
zioni circa i materiali, conosciuti per essere potenzial-
vicina o in una stazione di raccolta.
mente pericolosi, utilizzati durante la costruzione della
Le condizioni per la discarica non si applicano nave, delle sue apparecchiature ed impianti. Questo
quando la discarica delle acque grigie è necessaria documento deve accompagnare la nave per tutta la
per la sicurezza della nave e delle persone a bordo o durata del suo esercizio. Gli Armatori successivi
per salvaguardare la vita umana in mare, o quando devono conservare correttamente il Green Passport ed
la discarica è dovuta ad una avaria alla nave od al includervi tutte le modifiche apportate al progetto ed
suo equipaggiamento. alle apparecchiature, e l'ultimo Armatore consegnarlo,
2) Le navi da passeggeri e le navi da passeggeri ro-ro unitamente alla nave, alle strutture di demolizione.
devono essere munite di una cassa (o di casse) di
deposito per acque grigie, di capacità sufficiente a 2.3 Prevenzione dell'inquinamento dell'aria
consentire la ritenuta di acque grigie quando la nave
è in porto per almeno un giorno. La capacità totale 2.3.1 Sostanze che eliminano l'ozono (1/7/2004)
della cassa (o delle casse) di deposito delle acque
grigie deve essere basata sul massimo numero di a) Generalità
persone a bordo e su 200 litri/persona/giorno. 1) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con
3) La cassa o le casse di deposito delle acque grigie apparecchiature di refrigerazione, come navi da
devono essere munite di allarmi di alto livello. carico refrigerato, navi per il trasporto di gas lique-
fatti con impianti di reliquefazione e altre navi con
4) Se la stessa cassa o le stesse casse vengono usate per
impianti centralizzati di refrigerazione del carico.
contenere liquami trattati e acque grigie:
• la capacità di tale cassa o casse deve essere 2) Esse si applicano anche a:
uguale almeno alla somma delle capacità per la • impianti centralizzati di refrigerazione per i
cassa di deposito dei liquami trattati di cui in depositi di provviste
[2.2.3], b) e di quella per le acque grigie e si
• impianti centralizzati di condizionamento
applicano i criteri per la discarica dei liquami
dell'aria
trattati.
d) Registro delle acque grigie • impianti antincendio fissi
Tutti gli scarichi di acque grigie, sia in mare, sia in sta- 3) Esse non si applicano ai frigoriferi e ai gruppi per il
zioni di raccolta a terra, devono essere registrate sul condizionamento dell'aria, se tali frigoriferi e gruppi
registro delle acque grigie, con l'indicazione della data, sono autonomi e di tipo domestico.
della località e della quantità di acque grigie scaricata. b) Sostanze che eliminano l'ozono
Se le acque grigie vengono scaricate in mare, le registra-
zioni devono comprendere anche le informazioni sulla 1) L'uso di sostanze alogenate (p.e. Halon e CFC)
distanza dalla costa più vicina. come fluidi frigorigeni o come agenti antincendio è
proibito, fatta eccezione per gli idroclorofluorocar-
e) Procedure e controlli buri (HCFCn) che sono permessi fino al 1° gennaio
In aggiunta alle prescrizioni del comma d), il piano di 2020.
gestione ambientale della nave (Ship Environmental
2) I fluidi frigorigeni degli impianti frigoriferi centraliz-
Management Plan) menzionato in [2.4.2] deve com-
zati devono avere un potenziale di riscaldamento
prendere le procedure relative ai criteri per la discarica
globale GWP < 2000. Qualora ciò non fosse possi-
delle acque grigie, compreso e l'uso di casse di deposito
bile, a causa di accertate ragioni tecniche (docu-
in porto e di nessuna area di discarica.
mentate in un apposito rapporto tecnico), può essere
f) Sostanze dannose trasportate in imballaggi accettato un potenziale di riscaldamento globale
Le sostanze dannose devono essere correttamente sti- 2000 ≤ GWP < 4000, in accordo con le disposizioni
vate e fissate in modo da ridurre al minimo i rischi per di cui al successivo comma c).

46 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, Sez 3

c) Controllo delle perdite con una normativa riconosciuta accettabile dalla


1) La perdita annua di fluido frigorigeno deve essere Società;
inferiore al 10% della carica totale di fluido frigori- c) registrazioni degli ordini di acquisto e dei tipi di prove
geno di ciascun impianto. Quando il potenziale di eseguiti, compresi i risultati, che devono essere tenuti a
riscaldamento globale è 2000 ≤ GWP < 4000, la bordo e resi disponibili al Tecnico della Società;
perdita di fluido frigotigeno deve essere inferiore al
d) procedure di cambio del combustibile liquido, da
10 · ( 2000 / GWP) % della carica di fluido frigori-
quello normale a quello a basso contenuto di zolfo,
geno di ciascun impianto.
richiesto nelle aree con controllo delle emissioni di
La perdita deve essere documentata con i valori di SOx;
consumo registrati in un registro dei fluidi frigori-
geni, che deve essere conservato a bordo e reso e) manutenzione dell'impianto di controllo delle emissioni
disponibile durante le visite periodiche. di SOx, se sistemato a bordo.

2) È necessario stabilire delle procedure tali che, nel 2.3.4 Inceneritori (1/7/2006)
caso in cui la perdita annua superi il 10%, vengano
a) Smaltimento delle morchie
intraprese azioni correttive.
Le morchie possono essere smaltite a bordo solamente,
d) Procedure e controlli
per mezzo di inceneritori, in accordo con le disposi-
Il piano per la gestione ambientale della nave, menzio- zioni di cui in [2.2.1], c).
nato in [2.4.2], deve contenere le procedure relative a:
Lo smaltimento delle morchie per mezzo di inceneritori
1) la gestione dei fluidi frigorigeni, compresi il con- deve essere annotato sul registro degli oli.
trollo delle perdite e la preparazione, la compila-
b) Procedure
zione e l'aggiornamento del registro dei fluidi
frigorigeni, in accordo con il comma c). Il piano per la gestione ambientale della nave menzio-
nato in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a:
2) la riduzione al minimo del rischio di rilasci di fluidi
frigorigeni o dei loro vapori in tutte le condizioni di • funzionamento degli inceneritori entro i limiti (ad
funzionamento e di emergenza. esempio: temperatura, umidità, ecc.) raccomandati
dal Fabbricante
2.3.2 Emissioni di ossidi di azoto (NOx) (1/7/2006) • sostanze per le quali non è ammesso l'inceneri-
a) Procedure e controlli mento.
Il piano per la gestione ambientale della nave menzio-
nato in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a: 2.3.5 Prescrizioni addizionali per specifici tipi di
navi (1/7/2006)
1) i controlli periodici dei parametri dei motori interes- Una nave che sia classificata con una o più delle seguenti
santi le emissioni e dei componenti dei motori. Detti notazioni di servizio:
controlli devono essere effettuati almeno una volta
ogni 6 mesi e dopo che siano stati eseguiti la manu- • oil tanker
tenzione o il rinnovo di uno qualsiasi di tali compo- • chemical tanker
nenti;
• FLS tanker
2) la preparazione, la compilazione e l'aggiornamento • liquefied gas carrier
del registro dei motori.
• combination carrier OOC
b) Manutenzione periodica
• combination carrier OBO
Allo scopo di ridurre al minimo l'efflusso di prodotti
inquinanti, deve essere debitamente eseguita la manu- deve anche soddisfare le prescrizioni di cui in Cap 11,
tenzione dei motori in accordo con le istruzioni del Fab- Sez 7, relative alla prevenzione delle emissioni di vapori.
bricante.
Al fine dell'ottenimento della notazione GREEN STAR 3, è
2.3.3 Emissioni di ossidi di zolfo (SOx) - Procedure necessario che alla nave sia assegnata anche la notazione
di gestione del combustibile liquido (1/7/2006) VCS.
Il contenuto di zolfo di qualsiasi combustibile liquido
impiegato a bordo delle navi non deve superare il 3% in 2.4 Gestione ambientale della nave
massa.
2.4.1 "Ship Environmental Manager" (1/7/2005)
Il piano per la gestione ambientale della nave menzionato
in [2.4.2] deve contenere le procedure relative a: Deve essere disponibile a bordo un ufficiale designato
quale "Ship Environmental Manager", come definito in
a) contenuto massimo di zolfo, da indicare negli ordini di [2.1.3].
acquisto dei combustibili liquidi e da verificare nella
ricevuta dei combustibili al momento della consegna 2.4.2 Piano di gestione ambientale della nave
per il bunkeraggio; (1/7/2004)
b) controlli di laboratorio del contenuto di SOx, mediante Deve essere sviluppato e reso disponibile a bordo un piano
campionatura, nei combustibili consegnati, in accordo di gestione ambientale specifico per la nave considerata.

Regolamenti RINA 2008 47


Parte F, Cap 7, Sez 3

Il manuale deve contenere almeno le procedure richieste sente Sezione, deve essere eseguita una visita iniziale a
dalle presenti norme e deve comprendere almeno: bordo allo scopo di:
• l'indicazione della persona o delle persone incaricate • verificare che le sistemazioni relative a scafo e macchi-
per ciascuna procedura da seguire nari sono in conformità con la documentazione appro-
vata
• i documenti ed i manuali richiesti
• provare, alla presenza del Tecnico ed in condizioni di
• i registri da compilare esercizio, gli impianti e le apparecchiature trattati nella
• il programma delle scadenze, quando applicabile (per presente Sez 3, inclusi il loro comando, il loro monito-
esempio: controlli, campionature, etc.) raggio ed i loro allarmi
• verificare la definizione e la presenza a bordo dell'uffi-
Il piano per la gestione ambientale della nave deve essere ciale designato come "Ship Environmental Manager"
inviato alla Società per informazione.
• verificare la presenza a bordo dei certificati, dei registri
e del piano per la gestione ambientale della nave,
2.5 Ispezioni, prove e visite richiesti nella presente Sez 3
• eseguire il controllo dei parametri dei motori in accordo
2.5.1 Ispezioni e prove durante la costruzione con la loro scheda tecnica, per tutti i motori di cui in
(1/7/2004)
[2.3.2], d)
Materiali, impianti ed apparecchiature che sono installati a • valutare e documentare (ad esempio con fotografie), per
bordo o modificati al fine di soddisfare le prescrizioni della le navi esistenti, il buono stato di manutenzione degli
presente Sez 3 devono essere visitati e provati in accordo impianti e delle apparecchiature.
con le specifiche norme applicabili della Società.
2.5.3 Visite periodiche (1/7/2004)
2.5.2 Visita iniziale (1/7/2004) Nel corso delle visite periodiche, devono essere eseguiti i
A seguito dei soddisfacenti esame ed approvazione dei controlli e le verifiche di cui in Parte A, Cap 5, Sez 7, in
disegni e di altri documenti richiesti in [2.1.4] della pre- quanto applicabili.

48 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

APPENDICE 1 GUIDA PER L’APPLICAZIONE DELL’ANNESSO V


DELLA MARPOL 73/78

1 Premessa 2.1.2 Opzioni per la gestione della spazzatura


Considerando che le norme dell’Annesso V promuovono
1.1 Guida dell’IMO per l’applicazione metodi per la gestione della spazzatura nelle navi e che le
navi sono estremamente variabili per quanto riguarda
dell’Annesso V della MARPOL 73/78
dimensioni, missione, equipaggio e capacità, le presenti
1.1.1 Il contenuto della presente Appendice è stato tratto norme comprendono un campo di opzioni per la gestione
dalla pubblicazione dell’IMO “Guidelines for the imple- della spazzatura che possono essere combinate in molti
mentation of MARPOL 73/78” e deve essere usata come modi per facilitare l’ottemperanza alle prescrizioni
guida per l’ottemperanza alle prescrizioni in Sez 1, [2.5]. dell’Annesso V.

2.1.3 Scarico della spazzatura nel mare


1.2 Prescrizioni operative
Benché l’Annesso V permetta lo scarico in mare di certi tipi
1.2.1 La pubblicazione dell’IMO “Guidelines for the di spazzatura, si raccomanda che ogni volta che sia possi-
implementation of MARPOL 73/78”, contiene alcune pre- bile, le navi adoperino come mezzo primario di smalti-
scrizioni operative nonché alcune responsabilità di mento lo scarico in stazioni di raccolta nei porti.
Governi, stazioni di raccolta ed altre parti. Alcune di queste
prescrizioni operative, con particolare riferimento a quelle 2.2 Definizioni
relative agli obblighi dei Governi e delle stazioni di raccolta
non sono state incluse nella presente Appendice. Tuttavia 2.2.1 Generalità
sono state lasciate nella presente Appendice alcune prescri- Le definizioni seguenti integrano le definizioni date in
zioni operative quando si è ritenuto che esse potessero Sez 1, [1.3.6].
essere utili per chiarire il contenuto delle presenti norme.
L’osservanza di tali prescrizioni operative non è un requisito 2.2.2 Norme
per l’ottenimento della notazione CLEAN-SEA, a meno che Norme sono le prescrizioni contenute negli Annessi della
apparecchiature, impianti, manuali, attrezzature, ecc. non MARPOL 73/78.
siano necessarie per poter soddisfare tali prescrizioni opera-
tive. In questo caso tali apparecchiature, impianti, manuali, 2.2.3 Sostanza dannosa
attrezzature, ecc. devono essere considerati parte delle pre- Sostanza dannosa è una qualsiasi sostanza, che introdotta
scrizioni per l’assegnazione della notazione, mentre il loro nel mare, potrebbe creare pericoli per la salute umana,
impiego effettivo è considerato al di fuori dello scopo delle danneggiare le risorse viventi e la vita marina, rovinare
presenti norme. attrattive o interferire con altri usi legittimi del mare e com-
prende qualsiasi sostenza soggetta al controllo della
2 Introduzione e definizioni MARPOL 73/78.

2.2.4 Scarico
2.1 Introduzione
Scarico in relazione a sostanze dannose o effluenti che con-
2.1.1 Scopo della guida tengono tali sostanze significa qualsiasi rilascio da una
La guida fornisce un quadro generale che permette di for- nave, comunque causato, e comprende qualsiasi fuoriu-
mulare programmi per la formazione e l’addestramento di scita, smaltimento, versamento, stillicidio, pompaggio,
marittimi ed altro personale affinchè siano istruiti ad ope- emissione o svuotamento.
rare in conformità con: Scarico non comprende:
• i metodi per ridurre la produzione di spazzatura a • scarico generale alla rinfusa (dumping), col significato
bordo; dato dalla Convenzione di Londra del 13 novembre
• le procedure per la movimentazione ed il deposito di 1972 “Convention on the Prevention of Marine Pollu-
spazzatura a bordo; tion by Dumping of Wastes and Other Matter”; o
• le apparecchiature di bordo per il processo della spaz- • rilascio di sostanze dannose provenienti direttamente
zatura; dall’esplorazione, sfruttamento di risorse minerarie nel
• la stima dell’ammontare della spazzatura prodotta a fondo del mare ed i relativi processi in mare; o
bordo e scaricata in porto; • rilascio di sostanze dannose allo scopo di legittime
• le azioni intese ad assicurare che le norme presenti ricerche scientifiche sui sistemi di abbattimento o con-
siano effettivamente applicate. trollo dell’inquinamento.

Regolamenti RINA 2008 49


Parte F, Cap 7, App 1

2.2.5 Incidente che sono stati prepuliti ad un punto tale che eventuali parti-
Incidente è un avvenimento che comporta un effettivo o celle di cibo ancora aderenti ad essi non possano normal-
probabile scarico in mare di sostanze dannose o di effluenti mente interferire con le operazioni delle lavastoviglie
contenenti tali sostenze. automatiche.

2.2.6 Organizazzione 2.2.15 Acque grigie


Organizzazione è l’“International Maritime Organization” Acque grigie sono il drenaggio di acqua di lavatura di piatti,
(IMO). docce, lavanderie, bagni, e lavandini, e non includono i
drenaggi da toilettes, orinatoi, ospedali, locali adibiti al tra-
2.2.7 Rifiuti sporto d’animali, nonché drenaggi da spazi adibiti al
Rifiuti sono materiali inutili, non necessari o superflui che carico.
devono essere eliminati.
2.2.16 Stracci oleosi e stracci contaminati
2.2.8 Rifiuti alimentari
Stracci oleosi sono stracci che sono stati impregnati con
Rifiuti alimentari sono sostanze commestibili, sia andate a
prodotti petroliferi trattati nell’Annesso I della MARPOL
male che no, quali frutta, vegetali, latticini, pollame, carni,
73/78. Stracci contaminati sono stracci che sono stati
pezzi o particelle di alimenti e tutte le altre sostanze conta-
impregnati con una sostanza definita dannosa negli altri
minate da tali rifiuti che vengono prodotte a bordo delle
Annessi della MARPOL 73/78.
navi in particolare nelle cucine e nelle sale da pranzo.
2.2.17 Residui del carico (1/7/2002)
2.2.9 Plastica
Plastica significa un materiale solido che contiene come Sono definiti residui del carico, ai fini della presente
ingrediente essenziale uno o più materiali sintetici organici Appendice, gli avanzi di qualsiasi materiale del carico a
ad alta polimerizzazione che viene formato o durante la bordo che non possano essere sistemati in stive appropriate
fabbricazione del polimero o durante la fabbricazione del (eccessi di carico e versamenti) o che restino nelle stive del
prodotto finito mediante calore e/o pressione. I materiali carico ed altrove una volta che la procedura di scaricazione
delle plastiche hanno caratteristiche che variano dal duro e sia stata completata (residui non scaricabili e versamenti).
fragile al morbido ed elastico. Le plastiche sono adoperate Tuttavia si prevede che i residui del carico siano in quantità
per una grande varietà di scopi in campo marino, che com- limitata.
prendono, ma non sono limitate a, imballaggi (barriere sta- I materiali del carico contenuti nell'acqua di sentina della
gne al vapore, bombole, contenitori, rivestimenti), stiva del carico non sono trattati come residui, a condizione
costruzione navale (strutture in fibra di vetro e laminate, che il materiale del carico non sia classificato come inqui-
coperture esterne, tubolature, coibentazioni, pavimenti, nante marino nell'IMO IMDG Code e che l'acqua di sen-
tappeti, tessuti, pitture e finiture, adesivi, componenti elet- tina sia scaricata da una stiva carica attraverso l'impianto
trici ed elettronici), utensili per mangiare e tazze a perdere, fisso di tubolature per il drenaggio della nave.
borse, rivestimenti, galleggianti, reti da pesca, cinghie, cavi
e sagole. 2.2.18 Attrezzature da pesca
E’ definito attrezzatura da pesca qualsiasi dispositivo fisico
2.2.10 Rifiuti domestici o sua parte o combinazione di oggetti che possano essere
Rifiuti domestici sono tutti i tipi di rifiuti alimentari e di messi su o nell’acqua allo scopo di catturare, o controllare
rifiuti prodotti nei locali di alloggio delle navi. per una successiva cattura, organismi viventi marini o di
2.2.11 Rifiuti relativi al carico acqua dolce.
Rifiuti relativi al carico sono tutti i materiali che sono diven- 2.2.19 Marittimo
tati rifiuti come risultato dell’uso a bordo per lo stivaggio e Ai fini della presente Guida marittimo è chiunque va in
la movimentazione del carico. I rifiuti relativi al carico mare su una nave per qualsiasi scopo compresi, ma non
comprendono, ma non sono limitati a, paglioli, puntella- limitati a, il trasporto di beni e servizi, l’esplorazione e lo
ture, pallets, materiali di rivestimento ed imballaggio, com- sfruttamento di risorse minerarie del fondo marino con i
pensato, carta, cartone, funi e strisce d’acciaio. relativi processi in mare, la pesca e la ricreazione.
2.2.12 Rifiuti relativi alla manutenzione
Rifiuti relativi alla manutenzione sono materiali raccolti nei 2.3 Applicabilità
locali macchine e sui ponti durante la manutenzione e il 2.3.1 Esclusioni
funzionamento della nave, quali fuliggine, residui di mac-
L’acqua di lavaggio di piatti e le acque grigie non sono con-
china, pitture raschiate, prodotto della scopatura dei ponti,
siderate spazzatura ai fini dell’Annesso V.
rifiuti di pulizia, stracci, ecc.
2.2.13 Rifiuti relativi alle operazioni 2.3.2 Ceneri e scorie (1/7/2002)
Rifiuti relativi alle operazioni sono tutti i rifiuti relativi al Ceneri e scorie provenienti da inceneritori di bordo e cal-
carico ed alla manutenzione, nonché i residui del carico daie a carbone, eccetto le ceneri da prodotti plastici che
definiti come spazzatura in Sez 1, [1.3.6]. possono contenere residui tossici o di metalli, la discarica
dei quali è vietata dalla Regola 3(1)(a) dell'Annesso 5, sono
2.2.14 Acqua di lavatura dei piatti considerati rifiuti operativi, nel senso di cui all'Annesso V, e
Acqua di lavatura dei piatti è il residuo della lavatura quindi sono compresi nel termine "tutte le altre spazzature"
manuale o automatica dei piatti e degli utensili di cucina nel senso di cui all'Annesso V, Regole 3(1)(b)(ii) e 5(2)(a)(ii),

50 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

nonostante quanto detto nella Regola 3(2) e in [5.4.7.6] rie di carico e facciano passi per limitarne la produzione.
della presente Appendice. Qui di seguito sono elencate alcune azioni suggerite:

2.3.3 Residui del carico a) considerazione di sostiture i rivestimenti di plastica a


perdere adoperati per la protezione del carico con
I residui del carico sono considerati spazzatura materiali di copertura permanenti e riutilizzabili;
dall’Annesso V eccetto quando tali residui sono sostanze
definite o elencate negli altri Annessi della MARPOL 73/78. b) considerazione di sistemi e metodologie di stivaggio
che riutilizzino coperture, paglioli, puntellature rivesti-
2.3.4 Residui del carico che potrebbero menti e materiali d’imballaggio;
danneggiare l’ambiente marino c) paglioli, rivestimenti, e materiali d’imballaggio prodotti
I residui del carico di tutte le altre sostanze non sono espli- in porto durante lo scarico dovrebbero essere preferibil-
citamente esclusi dallo smaltimento di spazzatura secondo mente smaltiti nella stazione di raccolta del porto e non
la definizione generale di spazzatura dell’Annesso V. Tutta- tenuti a bordo per essere scaricati in mare.
via alcune di tali sostanze potrebbero danneggiare
l’ambiente marino e potrebbero non essere adatte ad essere 3.3 Residui del carico
smaltite in stazioni di raccolta attrezzate per trattare spazza-
tura generale a causa del possibile pericolo per la sicu- 3.3.1 I residui del carico sono generati da inefficienze di
rezza. Lo smaltimento di tali residui del carico deve essere caricazione, scaricazione e movimentazione a bordo.
basato sulle proprietà fisiche, chimiche, e biologiche della a) Tutti i residui del carico si considerano rientrare nel
sostanza e può richiedere mezzi di movimentazione spe- campo di applicabilità della presente Guida, tuttavia in
ciali normalmente non disponibili nella stazione di raccolta certi casi potrebbe essere difficile per le stazioni di rac-
della spazzatura. colta in porto maneggiare tali residui. E’ pertanto racco-
mandato di scaricare il carico nel modo più efficace
2.3.5 Rilascio di cibo per i pesci possibile per ridurre al minimo i residui del carico.
Il rilascio di piccole quantità di rifiuti alimentari con lo b) Versamenti del carico durante le operazioni di trasferi-
scopo preciso di alimentare pesci in relazione alla pesca o mento devono essere attentamente controllati sia a
ad operazioni turistiche non è considerato spazzatura nel bordo che da terra. Poichè tali versamenti si verificano
contesto dell’Annesso V. tipicamente nei porti, essi devono essere completa-
mente puliti prima della partenza e o scaricati nella
3 Riduzione al minimo dell’ammon- zona del carico prevista o nella stazione di raccolta in
tare di spazzatura potenziale porto. Le zone della nave in cui tali versamenti sono più
probabili devono essere protette in modo tale che i resi-
3.1 Rifiuti domestici dui possano essere facilmente recuperati.

3.1.1 I rifiuti domestici possono essere resi minimi attra- 3.4 Attrezzature da pesca
verso opportune procedure d’approvvigionamento.
Opzioni disponibili per diminuire la quantità di rifiuti 3.4.1 Le attrezzature da pesca una volta scaricate diven-
domestici prodotti a bordo di una nave comprendono tano sostanze danno8se. E’ raccomandato che gli operatori
quanto segue: di navi da pesca registrino e rapportino le perdite ed i recu-
a) L’imballaggio di oggetti di consumo sfusi può avere peri di attrezzature da pesca. Qui sotto sono elencate tec-
come conseguenza la produzione di una minor quantità niche per rendere minima la quantità di attrezzature da
pesca perse nell’oceano e rendere massimo il loro ricupero.
di rifiuti. Tuttavia devono essere considerati fattori quali
una vita inadeguata in deposito una volta che il conteni- a) Operatori ed associazioni di navi da pesca che adope-
tore sia stato aperto per evitare un aumento dei rifiuti. rano attrezzature da pesca non sorvegliate, attrezzature
fisse o mobili sono incoraggiati a scambiarsi informa-
b) Imballaggi e contenitori riutilizzabili possono diminuire
zioni quali quelle relative al traffico di altre navi, come
la quantità di spazzatura prodotta a bordo. L’uso di
potrebbe essere necessario per rendere minimo il
tazze, utensili, piatti, tovaglioli, stracci ed altri oggetti
rischio di incontri accidentali fra navi ed attrezzature.
personali a perdere dovrebbe essere limitato il più pos-
sibile e sostituito per quanto possibile da oggetti lava- b) I direttori della pesca sono incoraggiati a considerare la
bili. probabilità di incontri fra il traffico di navi e le atrezza-
ture da pesca quando stabiliscono le stagioni, le zone e
c) Qualora esista l’opzione pratica dovrebbero essere le regole per i tipi di attrezzature da pesca.
scelte provviste impacchettate in imballaggi costituiti da
materiali diversi da plastica a perdere, a meno che, in c) I direttori di pesca, gli operatori e le associazioni di navi
alternativa, non sia disponibile plastica riutilizzabile. da pesca sono incoraggiati ad adoperare sistemi d’iden-
tificazione per le attrezzature da pesca che forniscano
3.2 Rifiuti operativi informazioni, quali il nome della nave, il suo numero di
registro, la sua nazionalità, ecc. Tali sistemi possono
3.2.1 La produzione di rifiuti operativi è precipua delle essere utili per promuovere la rapportazione, il recu-
singole attività delle navi e del loro carico. E’ raccomandato pero e la restituzione delle attrezzature perdute.
che i costruttori, gli spedizionieri gli operatori marittimi ed i d) Gli operatori di navi da pesca sono incoraggiati a docu-
Governi considerino la spazzatura relativa alle varie catego- mentare le posizioni e le ragioni della perdita delle loro

Regolamenti RINA 2008 51


Parte F, Cap 7, App 1

attrezzature. Per ridurre il potenziale verificarsi di dell’equipaggio e degli altri marittimi. Le procedure più
intrappolamenti e “pesca fantasma” (cattura di organi- appropriate per la movimentazione ed il deposito della
smi marini viventi da parte di attrezzature da pesca sca- spazzatura in una nave varieranno in funzione di fattori
ricate in mare), trappole bentoniche, reti a strascico e quali il tipo e le dimensioni della nave, le aree di opera-
reti a sacca potrebbero essere progettate per essere zione (per esempio la distanza dalla costa più vicina), le
costruite con pannelli biodegradabili o sezioni fatte di apparecchiature di processo della spazzatura a bordo e
fibre naturali intrecciate, legno o fili metallici. lo spazio adibito a deposito, l’entità d’equipaggio, la
durata del viaggio ed i regolamenti e le stazioni di rac-
4 Procedure per la movimentazione ed colta nei porti d’arrivo. Tuttavia in vista dei costi in
il deposito della spazzatura gioco con le più recenti differenti tecniche di smalti-
mento finale, potrebbe essere economicamente vantag-
4.1 Generalità gioso tenere la spazzatura che richiede trattamento
speciale separata dall’altra spazzatura. Una movimenta-
4.1.1 Limitazione dello scarico di spazzatura dalle zione ed uno stivaggio appropriato renderanno minimi
navi lo spazio di bordo da dedicare al deposito e permette-
Le limitazioni dello scarico della spazzatura dalle navi ranno un trasferimento efficiente della spazzatura rite-
come specificati nell’Annesso V sono riassunte in Tab 1. nuta a bordo alle stazioni di raccolta in porto.
Benché lo scarico in mare di una grande varietà di tipi di
spazzatura prodotta bordo sia permesso oltre certe distanze 4.2 Piano di gestione della spazzatura
dalla costa più vicina specificate, eccetto che nelle aree
speciali, deve essere data preferenza allo smaltimento in 4.2.1 Per assicurare che siano seguite le procedure più
stazioni di raccolta a terra. efficaci e più efficienti per la movimentazione ed il depo-
sito della spazzatura, è raccomandato che gli operatori
4.1.2 Mezzi per soddisfare le prescrizioni relative della nave sviluppino piani per la gestione della spazzatura
allo smaltimento della spazzatura
che possano essere incorporati entro i manuali operativi
a) La conformità con le prescrizioni in [4.1.1] richiede per- dell’equipaggio e della nave. Tali manuali devono identifi-
sonale, apparecchiature e procedure per raccogliere, care le responsabilità dell’equipaggio (compreso un uffi-
selezionare, processare, depositare e smaltire la spazza- ciale per il controllo dell’ambiente) e procedure per tutti gli
tura. Considerazioni economiche e procedurali asso- aspetti della movimentazione e del deposito della spazza-
ciate a queste attivià comprendono costi per gli spazi tura a bordo. Le procedure per movimentare la spazzatura
per il deposito, per le misure sanitarie, le apparecchia- prodotta a bordo può essere divisa in quattro fasi: raccolta,
ture ed il personale, e spese per servizi portuali relativi processo, deposito e smaltimento. La Fig 1 rappresenta un
alla spazzatura. piano gestionale generalizzato per la movimentazione ed il
b) La conformità con le prescrizioni dell’Annesso V deposito della spazzatura prodotta a bordo. Procedure spe-
richiede un’accurata pianificazione da parte dell’opera- cifiche per ciascuna fase sono indicate nelle prescrizioni
tore della nave ed una esecuzione appropriata da parte seguenti.

Tabella 1 : Sommario dello smaltimento di spazzatura in mare

Tutte le navi eccetto quelle nella colonna adiacente Navi in relazione a piatta-
Tipo di spazzatura
Al di fuori di aree speciali Entro aree speciali (2) forme offshore (3)
Plastiche, compresi cavi sintetici, reti da Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
pesca e sacchi della spazzatura in plastica
Pagliolati, rivestimenti e materiali d’imbal- > 25 miglia al largo Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
laggio galleggianti
Carta, stracci, vetro, metallo, bottiglie, ter- > 12 miglia Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
raglie, e rifiuti simili
Tutte le altre spazzature compresi carta, > 3 miglia Smaltimento non permesso Smaltimento non permesso
stracci, ecc. sminuzzati o macinati
Rifiuti alimentari non sminuzzati o maci- > 12 miglia > 12 miglia Smaltimento non permesso
nati
Rifiuti alimentari sminuzzati o macinati > 3 miglia > 12 miglia > 12 miglia
(1)
Rifiuti misti (4) (4) (4)
(1) La spazzatura sminuzzata o macinata deve poter passare attraverso un filtro con aperture non più grandi di 25 mm
(2) Lo smaltimento di spazzatura in aree speciali deve essere eseguito in accordo con la Regola 5(4)(b) dell’Annesso V
(3) Tutte le navi accostate o entro 500 m da piattaforme fisse o galleggianti impegnate nella esplorazione delle risorse minerarie del
fondo del mare
(4) Quando la spazzatura è mescolata ad altre sostanze dannose che hanno differenti prescrizioni riguardo lo scarico o lo smalti-
mento, si devono applicare le prescrizioni più restrittive

52 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

Figura 1 : Opzioni per la movimentazione e lo smaltimento della spazzatura a bordo (1/7/2002)

Fase di gestione Spazzatura


prodotta a bordo
della spazzatura
Raccolta

Spazzatura che Spazzatura che


Raccolta
può essere smaltita non può essere
e separazione
nell'oceano smaltita nell'oceano
Processo

Nessun processo Nessun processo


Macinatore Macinatore
o sminuzzatore o sminuzzatore
Compattatore Inceneritore

Inceneritore Compattatore

Deposito Scarico a mare delle (Facoltativo)


Viaggio ceneri dell'inceneritore

Scarico a mare delle ceneri


Deposito a ( No) Area di scarico (Facoltativo) dell'inceneritore eccettuate le ceneri da Deposito per
breve termine autorizzata? prodotti plastici che possono contenere tutto il viaggio
residui tossici o di metalli pesanti

Smaltimento (Si)

Smaltimento nell'oceano Sterilizzazione o Interramento nella Programma di riciclaggio


incenerimento nella stazione di nella stazione di raccolta
stazione di raccolta in porto in porto
raccolta in porto

4.3 Raccolta del trasporto della spazzatura nelle appropriate posi-


zioni di deposito o di processo. L’uso di tale sistema
4.3.1 Generalità renderà più facile il processo sucessivo a bordo e ren-
a) Le procedure per la raccolta della spazzatura prodotta a derà minima la quantità di spazzatura che deve essere
bordo delle navi devono essere basate su considera- conservata a bordo per il ritorno in porto.
zioni relative a cosa può e cosa non può essere scari-
cato fuori bordo durante la navigazione. 4.3.2 Plastiche e plastiche mescolate con
spazzatura diversa dalla plastica
b) Per ridurre o impedire la necessità di cernite dopo la
raccolta, è raccomandato che siano previste tre catego- La spazzatura costituita da plastica deve essere tenuta a
rie di contenitori distintamente marcati per la ricezione bordo per lo scarico in una stazione di raccolta in porto a
della spazzatura man mano che viene prodotta. Tali meno che non sia stata ridotta in cenere da un inceneritore.
contenitori separati (per esempio latte, borse, o bidoni) Quando la spazzatura costituita da plastica non è separata
potrebbero ricevere: da altre spazzature, la miscela dovrà essere trattata come se
fosse costituita tutta da plastica.
1) plastiche e plastiche mescolate con spazzatura
diversa da plastica;
4.3.3 Rifiuti alimentari
2) rifiuti alimentari (che comprendono materiali conta-
a) Alcuni Governi hanno regolamenti per la prevenzione
minati da tali rifiuti);
di malattie umane, delle piante e degli animali che
3) altri tipi di spazzatura che possono essere smaltiti in potrebbero essere provocate da rifiuti alimentari stra-
mare. nieri e da materiali ad essi collegati (per esempio,
c) I contenitori per ciascuna delle tre categorie di spazza- imballaggi di alimenti e utensili da cucina a perdere).
tura devono essere chiaramente marcati e facili da Tali regolamenti possono prescrivere l’incenerimento, la
distinguere per colore, grafica, forma, dimensioni o sterilizzazione o altri trattamenti speciali della spazza-
posizione. Tali contenitori devono essere sistemati in tura per distruggere eventuali organismi apportatori di
posizioni appropriate su tutta la nave (per esempio nel malattie ed epidemie. Tale tipo di spazzatura deve
locale macchine, sul ponte delle mense, in corrispon- essere tenuto separato da altri tipi di spazzatura e prefe-
denza di spogliatoi, cucine ed altri spazi di lavoro o di ribilmente tenuta a bordo per smaltimento nei porti in
alloggio) e tutti i membri dell’equipaggio e passeggeri accordo con le leggi del paese ricevente.
devono essere informati di quale tipo di spazzatura è o b) Devono essere prese precauzioni per assicurare che le
non è da depositare in essi. plastiche contaminate dai rifiuti alimentari (per esempio
d) Devono essere assegnate le responsabilità dell’equipag- involucri di plastica per alimenti) non siano scaricate in
gio per la raccolta o lo svuotamento di tali contenitori e mare insieme agli altri rifuti alimentari.

Regolamenti RINA 2008 53


Parte F, Cap 7, App 1

4.3.4 Altra spazzatura 4.4.2 Uso di compattatori, inceneritori e


sminuzzatori
La spazzatura in questione comprende, ma non è limitata a,
prodotti di carta, stracci, vetro, metallo, bottiglie, terraglie, L’uso di compattatori, inceneritori, sminuzzatori ed altri
paglioli, rivestimenti e materiali da imballaggio. Le navi simili dispositivi presenta un certo numero di vantaggi,
potrebbero trovare opportuno separare paglioli, rivestimenti quali rendere possibile lo scarico in mare di certi tipi di
e materiali da imballaggio che galleggiano in quanto tali spazzatura, che altrimenti non sarebbe permesso, ridurre lo
materiali sono soggetti a limitazioni nello scarico diversi da spazio di bordo necessario per il deposito della spazzatura,
quelli di altra spazzatura dello stesso tipo (vedere Tab 1). rendere più facile lo scarico della spazzatura nei porti e
Tale spazzatura deve essere tenuta separata da altra spazza- migliorare l’assimilazione da parte dell’ambiente marino
tura e preferibilmente tenuta a bordo per essere scaricata in della spazzatura scaricata.
porto.
4.4.3 Precauzioni speciali relative all’uso di
inceneritori
4.3.5 Ulteriori contenitori che potrebbero essere
Si deve tener conto del fatto che regolamenti speciali
utili
sull’incenerimento possono essere stabiliti dalle autorità di
a) Potrebbero essere previste latte o borse separate per certi porti o esistere in alcune aree speciali. L’incenerimento
ricevere e conservare vetro, metallo, plastica, carta ed delle sostanze seguenti richiede precauzioni speciali a
altri materiali che possono essere riciclati. causa degli effetti potenziali sull’ambiente e sulla salute
dovuti alla combustione di certi sottoprodotti: materiali
b) Reti da pesca sintetiche e resti di cordami prodotti dalla
pericolosi (per esempio resti di pitture, legni impregnati) e
riparazione o dall’uso di attrezzature da pesca non pos-
certi tipi di plastiche (per esempio plastiche basate su PVC).
sono essere scaricati in mare e devono essere raccolti in
modo da impedire la loro perdita in mare. Tali materiali 4.4.4 Navi che operano in aree speciali
possono essere inceneriti, compattati o depositati con Le navi che operano prevalentemente in aree speciali o
altri rifiuti plastici o possono preferibilmente essere entro 3 miglia marine dalla costa più vicina devono sce-
tenuti separati da altri tipi di spazzatura se hanno forti gliere fra la possibiltà di tenere a bordo il materiale compat-
odori o grandi volumi. tato o no per successivo scarico in una stazione di raccolta
in porto o di procedere all’incenerimento purché le ceneri e
4.3.6 Recupero di spazzatura in mare le scorie siano tenute a bordo. Ciò a causa della condizione
a) Pescatori ed altri marittimi che recuperano relitti di più restrittiva che non sono permessi scarichi. Il tipo della
attrezzature da pesca e altra spazzatura persistente nave ed il volume previsto di spazzatura prodotta determi-
durante operazioni di routine sono incoraggiati a tenere nerà l’opportunità delle opzioni di incenerimento, compat-
tale materiale per smaltirlo a terra. Se sono recuperate tatura o deposito.
nasse o trappole perdute e non vi è posto disponibile
per il loro deposito, i pescatori e gli altri marittimi sono 4.4.5 Compattatori
incoraggiati a rimuovere e trasportare ogni fune e tes- I compattatori rendono la spazzatura più facile da deposi-
suto robusto in porto per smaltimento e rigettare in mare tare, da trasferire alle stazioni di raccolta in porto e di scari-
le strutture nude, o, almeno, di tagliare le trappole care in mare quando permesso. Nell’ultimo caso, la
aprendole in modo tale da impedire loro di continuare spazzatura compattata può anche favorire l’affondamento
ad intrappolare organismi marini. riducendo l’impatto estetico nelle aree costiere e sulle
spiagge e forse riducendo la possibilità che organismi
b) I marittimi sono inoltre incoraggiati a recuperare altri marini possano ingerire o altrimenti interagire con mate-
tipi di spazzatura persistente dal mare se capita l’oppor- riale di scarico.
tunità e se le normali misure di prudenza lo permettono.
4.4.6 Sminuzzatori
4.3.7 Stracci oleosi e stracci contaminati Le navi che operano prevalentemente oltre 3 miglia marine
Gli stracci oleosi e gli stracci contaminati devono essere dalle coste più vicine sono incoraggiate ad installare ed
tenuti a bordo e scaricati in una stazione di raccolta in usare sminuzzatori per macinare i rifiuti alimentari fino ad
porto o devono essere inceneriti. una dimensione capace di passare attraverso un filtro con
aperture non più grandi di 25 mm. Benché residui alimen-
tari maggiori possano essere scaricati al di là delle 12 miglia
4.4 Processo marine, è raccomandato che siano adoperati sminuzzatori
anche al di fuori di tali limiti perché essi affrettano l’assimi-
4.4.1 Generalità lazione da parte dell’ambiente marino. Poichè rifiuti ali-
In dipendenza di fattori quali il tipo di nave, l’area d’opera- mentari sminuzzati con plastica non possono essere
zioni, l’entità dell’equipaggio, ecc., le navi possono essere scaricati in mare, tutti i materiali plastici devono essere
equipaggiate con inceneritori, compattatori, sminuzzatori o rimossi prima che i rifiuti alimentari vengano macinati.
altri dispositivi per il processo della spazzatura a bordo
(vedere 5). Deve essere assegnata la responsabilità del fun- 4.5 Deposito
zionamento di tali dispositivi con tempistiche adeguate alle
necessità della nave ad appropriati membri dell’equipaggio. 4.5.1 Generalità
Nella scelta delle procedure di processo adeguate devono La spazzatura raccolta dai locali di alloggio e dalle zone di
essere considerate le prescrizioni seguenti. lavoro della nave deve essere portata nella zona di processo

54 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

o di deposito prevista. La spazzatura che deve essere scari- metodologie sia preventive che a posteriori atte a prevenire
cata in porto per smaltimento può richiedere di essere epidemie.
tenuta stivata per lungo tempo in dipendenza della lun-
ghezza del viaggio o delle possibilità di scarico (per esem- 4.6 Smaltimento
pio trasferimento della spazzatura ad una nave
specialmente attrezzata per eseguire l’incenerimento in 4.6.1 Generalità
mare o trasferimento successivo a terra). La spazzatura, che Benché lo smaltimento sia possibile secondo l’Annesso V,
può essere scaricata fuori bordo, può richiedere tempi brevi deve essere data priorità allo scarico della spazzatura nelle
o nessun deposito. In ogni caso la spazzatura deve essere stazioni di raccolta. Lo smaltimento della spazzatura pro-
depositata in modo tale da impedire pericoli per la salute e dotta dalla nave deve avvenire in maniera conforme con
per la sicurezza. Le prescrizioni seguenti devono essere quanto indicati in Tab 1. Per lo smaltimento della spazza-
tura devono essere considerate le prescrizioni seguenti:
considerate nello stabilire le procedure per il deposito a
bordo della spazzatura. 4.6.2 Scarico in mare
La spazzatura che può essere scaricata in mare può essere
4.5.2 Contenitori per la spazzatura semplicemente gettata fuori bordo. Lo smaltimento di spaz-
zatura non compattata è conveniente, ma potrebbe risultare
Le navi devono adoperare separati bidoni, latte, scatole,
che la maggior parte degli oggetti galleggianti raggiunga la
borse ed altri contenitori per la conservazione a breve ter-
terra anche se scaricata ad una distanza superiore alle 25
mine (spazzatura smaltibile) e per la conservazione per miglia marine dalla costa più vicina. E’ più facile che la
tutto il viaggio (spazzatura non smaltibile). I depositi per la spazzatura compattata affondi e quindi è più improbabile
spazzatura a breve termine potrebbero essere anche adope- che possa dar luogo a problemi di carattere estetico. Se
rati per mantenere la spazzatura altrimenti smaltibile necessario e possibile, si possono aggiungere pesi per facili-
durante la navigazione in aree speciali. tare l’affondamento. Balle di spazzatura compattata devono
essere scaricate in acque profonde (50 m o più) per impe-
4.5.3 Capacità dei contenitori dire la perdita rapida della loro integrità strutturale a causa
dell’azione delle onde e delle correnti.
Deve essere prevista una capacità di deposito ed attrezza-
ture sufficienti (per esempio, latte, bidoni borse o altri con- 4.6.3 Rifiuti galleggianti relativi al carico
tenitori). Quando lo spazio è limitato, gli operatori delle I rifiuti galleggianti relativi al carico diversi da plastiche o
navi sono incoraggiati ad installare compattattori o incene- da quelli regolati diversamente dagli altri Annessi della
ritori. Per quanto possibile tutta la spazzatura processata e MARPOL possono essere scaricati al di fuori delle 25 miglia
non processata che deve essere tenuta per qualsiasi quan- marine dalla costa più vicina. I rifiuti relativi al carico che
tità di tempo deve essere conservata in contenitori stagni affondano diversi da plastiche o da quelli regolati diversa-
chiusi in modo sicuro. mente, possono essere scaricati al di fuori delle 12 miglia
marine dalla costa più vicina. La maggior parte dei rifiuti
relativi al carico possono essere prodotti durante le opera-
4.5.4 Rifiuti che potrebbero portare malattie
zioni di carico e scarico, in genere alla banchina. Si racco-
Rifiuti alimentari e spazzatura relativa che devono essere manda che venga fatto qualsiasi sforzo affinché tali rifiuti
scaricati in porto e che potrebbero provocare malattie od vengano consegnati alla stazione di raccolta più vicina
epidemie devono essere depositati in contenitori chiusi in prima della partenza della nave.
maniera stagna e tenuti separati da altra spazzatura che non
4.6.4 Rifiuti relativi alla manutenzione
contiene tali rifiuti alimentari. Entrambi i tipi di spazzatura
I rifiuti relativi alla manutenzione sono prodotti più o meno
devono essere sistemati in contenitori separati chiaramente
continuativamente durante il corso delle operazioni di rou-
marcati in modo da impedire l’eventualità di smaltimento e
tine della nave. In alcuni casi i rifiuti relativi alla manuten-
trattamento a terra non corretti.
zione possono essere contaminati con sostanze, quali
prodotti petroliferi o prodotti chimici tossici che sono
4.5.5 Rifiuti di attrezzature da pesca oggetto degli altri Annessi o altre leggi per il controllo
dell’inquinamento. In tali casi prendono il sopravvento le
Il deposito di rifiuti di attrezzature da pesca sul ponte può
prescrizioni più restrittive per il loro smaltimento.
essere appropriato se tali materiali hanno odori troppo forti
o se le loro dimensioni sono troppo grandi per permettere il 4.6.5 Sistemazioni per lo scarico di spazzatura nelle
loro deposito in altre parti della nave. Nel caso in cui stazioni di raccolta a terra
l’attrezzatura sia piena di flora e fauna marina o organismi E’ essenziale che la nave o il suo agente prendano le dispo-
morti, può essere ragionevole rimorchiare l’attrezzatura a sizioni necessarie con sufficiente anticipo per assicurare lo
poppa della nave per il tempo necessario al suo lavaggio smaltimento tempestivo di grandi quantità di spazzatura
prima di depositarla. prodotta a bordo nella stazione di raccolta. Allo stesso
tempo il tipo di spazzatura da smaltire deve essere identifi-
4.5.6 Disinfezione cato in modo da prendere i provvedimenti necessari per la
spazzatura che richiede metodi di movimentazione speciali
Nelle zone di deposito della spazzatura devono essere pra- o altre sistemazioni necessarie. Smaltimenti speciali pos-
ticate regolarmente disinfezioni e devono essere applicati sono comprendere lo scarico di rifiuti alimentari e spazza-

Regolamenti RINA 2008 55


Parte F, Cap 7, App 1

tura relativa che possono contenere organismi che 5.3 Compattatura


provocano malattie o epidemie o relitti di attrezzature da
pesca particolarmente grandi, pesanti e puzzolenti. 5.3.1 Opzioni di compattatura
La Tab 2 indica le opzioni di compattatura per diversi tipi di
5 Dispositivi di bordo per il processo spazzatura.

della spazzatura 5.3.2 Spazzatura che non può essere compattata


La maggior parte della spazzatura può essere compattata; le
5.1 Generalità eccezioni comprendono plastiche non macinate, fibre e
cartone, contenitori del carico ingombranti e oggetti di
5.1.1 Il numero di opzioni per la gestione della spazzatura metallo spessi. Contenitori pressurizzati non possono essere
a bordo delle navi dipende largamente dal costo, limita- compattati a causa del loro rischio d’esplosione.
zioni nel personale, rateo di produzione, capacità, configu-
razione della nave e rotte di traffico. I tipi di sistemazioni 5.3.3 Riduzione di volume con la compattazione
disponibili per gestire i vari aspetti della gestione della La compattazione può ridurre il volume della spazzatura in
spazzatura di bordo sono gli inceneritori, i compattatori, gli borse, scatole o mattonelle. Quando tali residui compattati
sminuzzatori e le apparecchiature ad essi collegate. sono formati in maniera simile e sono strutturalmente robu-
sti, essi possono essere impilati come mattoni di una costru-
zione; ciò permette un uso più efficace del compartimento
5.2 Macinazione o sminuzzamento
di deposito. Il rapporto di compattazione di spazzatura nor-
5.2.1 Scarico dei rifiuti alimentari macinati o male mista prodotta a bordo può raggiungere il valore di
sminuzzati 12:1.
a) Lo scarico di rifiuti alimentari ed altra spazzatura smi- 5.3.4 Opzioni dei compattatori
nuzzata (eccetto plastica e paglioli galleggianti, rivesti- Alcuni dei compattatori disponibili hanno opzioni quali
menti e materiali da imballaggio) è permesso oltre le 3 disinfezione, deodorizzazione, rapporti di compattazione
miglia marine dalla costa più vicina. regolabili, avvolgimento in plastica o carta, inscatolamento
b) Tale spazzatura macinata o sminuzzata deve poter pas- in cartone (con o senza plastica o rivestimento di carta
sare attraverso un filtro con aperture non maggiori di 25 cerata), imballaggio, ecc. La carta e il cartone tendono a
mm, a meno che tali sminuzzatori non siano in accordo bagnarsi ed ad indebolirsi a causa dell’umidità presente
con norme accettate internazionalmente che garanti- nella spazzatura durante periodi lunghi di deposito a bordo.
scano tale requisito in modo efficace. Ci sono anche problemi dovuti alla generazione di gas e
pressione che potrebbero far esplodere le borse di plastica
c) E’ raccomandato che la spazzatura non sia scaricata
stagne.
nell’impianto per il trattamento delle acque nere della
nave a meno che tale impianto non sia approvato per 5.3.5 Uso di macinatori prima della compattatura
trattare anche tale tipo di spazzatura. Se vengono adoperate macchine macinatrici prima della
d) Inoltre la spazzatura non deve essere depositata in fondi compattatura, il rapporto di compattatura può essere
o cisterne che contengono rifiuti da prodotti petroliferi. aumentato e lo spazio per il deposito diminuito.
Tale operazione può portare a operazioni difettose
dell’impianto di trattamento delle acque nere o 5.3.6 Installazione dei compattatori
dell’apparecchiatura per la separazione dei prodotti Un compattatore deve essere installato in un comparti-
petroliferi e può causare problemi sanitari ai membri mento con sufficiente spazio per il suo funzionamento e per
dell’equipaggio ed ai passeggeri. la sua manutenzione e per raccogliere la spazzatura che
deve essere processata. Il compartimento deve essere siste-
5.2.2 Macinatori per rifiuti alimentari mato in vicinanza delle zone in cui vengono processati gli
Sul mercato è disponibile una grande varietà di macinatori alimenti e della cambusa. Se non già richiesto dalle norme
per rifiuti alimentari ed essi sono comunemente installati è raccomandato che tale spazio abbia servizio di lavaggio
nella maggior parte delle cucine delle navi moderne. Tali con acqua dolce, mastre, drenaggi a ponte e sia adeguata-
macinatori producono una miscela di particelle di alimenti mente ventilato e munito di apparecchiature antincendio
ed acqua che scorre facilmente attraverso il filtro di 25 mm manuali o automatiche fisse.
di apertura prescritto. Il campo di capacità varia fra i 10 e i
250 litri al minuto. E’ raccomandato che lo scarico dagli 5.4 Inceneritori
sminuzzatori di bordo sia diretto ad una cassa di raccolta
quando la nave naviga in una zona in cui è proibito lo sca- 5.4.1 Generalità
rico. In confronto con le tecnologie degli inceneritori terrestri lo
stato dell’arte degli inceneritori marini non è altamente
5.2.3 Uso di apparecchiature taglianti o di avanzato, specialmente in quanto la tecnologia non ha
schiacciamento dovuto rispettare limiti per l’aria effluente o per i tipi di
La riduzione delle dimensioni di certi tipi di spazzatura può materiali che possono essere inceneriti. Gli inceneritori
essere ottenuta da apparecchiature ad azione tagliante o di marini di uso corrente sono essenzialmente progettatti per
schiacciamento che siano disponibili a bordo per tale pro- uso intermittente e alimentazione manuale e in particolare
cesso. non comprendono misure per il controllo dell’inquina-

56 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

mento dell’aria. Il controllo dell’inquinamneto dell’aria è 5.4.2 Opzioni d’incenerimento


normalmente richiesto in molti porti nel mondo. Prima di La Tab 2 presenta opzioni per l’incenerimento di spazza-
usare un inceneritore in porto deve essere chiesta l’autoriz- tura, comprese considerazioni per la gestione speciale da
zazione all’autorità portuale interessata. In genere l’uso di parte del personale della nave, combustibilità, riduzione di
incenritori per la spazzatura prodotta a bordo è scoraggiato volume, materiali residui, scarichi e spazio di deposito a
nei porti o in vicinanza dei porti e delle aree urbane poichè bordo. La maggior parte della spazzatura può essere ince-
il suo uso potrebbe aumentare l’inquinamento dell’aria in nerita con l’eccezione di metallo e vetro.
queste zone. Considerazioni particolari per gli inceneritori
sono indicate nelle prescrizioni seguenti.

Tabella 2 : Opzioni di compattatura per spazzatura prodotta a bordo

Preparazione spe- Caratteristiche di compattazione


ciale da parte del Spazio di
Esempi tipici personale di bordo Mantenimento della Densità della deposito a
prima della Tasso d’alterazione bordo
forma compattata compattazione
compattatura
Metallo, alimenti e Nessuna Molto veloce Circa il 100% Alta Minimo
bevande, vetro e pic-
coli pezzi di legno
Plastiche sminuzzate, Limitata - riduzione Veloce Circa l’80% Media Minimo
fibre e cartone delle dimensioni del
materiale per l’ali-
mentazione, minimo
lavoro manuale
Piccoli bidoni di Media -tempo di Lento Circa il 50% Relativamente Moderato
metallo, imballaggi lavoro manuale più bassa
del carico non smi- lungo richiesto per
nuzzati, grandi pezzi per ottenere le dimen-
di legno sioni del materiale
adatte all’alimenta-
zione
Plastiche non sminuz- Notevole -tempo di Molto lento Meno del 10% Molto bassa Massimo
zate lavoro manuale molto
lungo per dimensio-
nare il materiale per
l’alimentazione; nor-
malmente non fatti-
bile
Contenitori del carico Non idonei per appli- Non applicabile Non applicabile Non applica- Massimo
di metallo ingom- cazioni di compatta- bile
branti, oggetti di zione a bordo: non
metallo spessi fattibile

Regolamenti RINA 2008 57


Parte F, Cap 7, App 1

Tabella 3 : Opzioni per l’incenerimento della spazzatura generata a bordo

Preparazione spe- Caratteristiche d’incenerimento


ciale da parte del Spazio di
Esempi tipici personale di bordo Riduzione di deposito a
prima dell’inceneri- Combustibilità Residui Scarichi bordo
volume
mento
Carta, imballaggi, Limitato - facile da Alta Maggiore del Ceneri in Eventual- Minimo
contenitori per ali- inserire nell’incene- 95% polvere mente fumoso
menti e bevande ritore e non perico-
loso
Fibre e cartone Limitato - riduzione Alta Maggiore del Eventual- Minimo
delle dimensioni del 95% mente fumoso
Ceneri in
materiale per l’ali- e non perico-
polvere
mentazione, minimo loso
lavoro manuale
Materiale d’imbal- Limitato - facile da Alta Maggiore del Ceneri in Eventual- Minimo
laggio di plastica, inserire nell’incene- 95% polvere mente fumoso
contenitori di ali- ritore e pericoloso
menti e bevande, in base al tipo
ecc. d’inceneritore
Rivestimenti di pal- Medio tempo di Alta Maggiore del Ceneri in Eventual- Minimo
stica, reti, funi, ed lavoro manuale per 95% polvere mente fumoso
oggetti ingombranti la riduzione di e pericoloso
dimensioni in base al tipo
d’inceneritore
Manichette di Notevole tempo di Alta Maggiore del Ceneri in Eventual- Minimo
gomma ed oggetti lavoro manuale per 95% polvere mente fumoso
ingombranti la riduzione delle e pericoloso
dimensioni in base al tipo
d’inceneritore
Contenitori di Limitata - facile da Bassa Minore del 10% Scorie Eventual- Moderato
metallo per ali- inserire nell’incene- mente fumoso
menti, bevande, ecc. ritore e non perico-
loso
Contenitori del Notevole tempo di Molto bassa Minore del 5% Grandi Eventual- Massimo
carico metallici lavoro manuale per frammenti mente fumoso
ingombranti e la riduzione delle di metallo e e non perico-
oggetti di metallo dimensioni (non scorie loso
spessi facile da incenerire)
Contenitori in vetro Bassa Minore del 10% Scorie Eventual- Moderato
Limitata- facile da
per alimenti, mente fumoso
inserire nell’incene-
bevande, ecc. e non perico-
ritore
loso
Contenitori in legno Moderato tempo di Alta Maggiore del Eventual- Minimo
del carico e grandi lavoro manuale per 95% Ceneri in mente fumoso
assi di legno la riduzione delle polvere e non perico-
dimensioni loso

5.4.3 Progetto degli inceneritori di bordo notare che la classe degli inceneritori è normalmente deter-
A differenza degli inceneritori di terra, gli inceneritori di minata in base al rateo di calore all’ingresso piuttosto che in
bordo devono essere i più compatti possibile, è desiderabile base alla massa della carica a causa della variabilità del
il funzionamento automatico. La maggior parte degli ince- contenuto di calore nei rifiuti. Alcuni inceneritori moderni
neritori di bordo è progettata per funzionamento intermit- sono progettati per funzionamento continuo e possono
tente: i rifiuti sono caricati nell’inceneritore, il fuoco viene gestire simultaneamente pressoché tutti i rifiuti di bordo.
acceso e la combustione dura tipicamente dalle 3 alle 6
ore. 5.4.5 Vantaggi degli inceneritori di bordo
5.4.4 Inceneritori marini commerciali Alcuni dei vantaggi dei più avanzati inceneritori di bordo
Gli inceneritori marini attualmente disponibili in commer- possono comprendere la loro capacità di funzionare in
cio variano notevolmente nelle dimensioni, hanno ventila- pressione negativa, la loro alta affidabilità poichè essi
zione naturale o forzata ed accensione manuale. E’ da hanno poche parti mobili, la preparazione minima richiesta

58 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 1

per gli operatori, il loro basso peso e le basse temperature development of a garbage management plan”, fornisce le
dei loro scarichi e del loro involucro. indicazioni necessarie per soddisfare le norme obbligatorie
per la preparazione di un piano di gestione della spazzatura
5.4.6 Svantaggi degli inceneritori di bordo di una nave.
Alcuni degli svantaggi degli inceneritori possono compren-
dere l’eventuale natura pericolosa delle ceneri o vapori, 6.1.2 Contenuto del piano di gestione della
operazioni sporche, eccessivo lavoro richiesto per la carica, spazzatura
l’alimentazione e la rimozione delle ceneri, ed inoltre essi Il piano di gestione della spazzatura di una nave deve con-
potrebbero non essere in accordo con le prescrizioni per la tenere un elenco delle apparecchiature e degli impianti par-
prevenzione dell’inquinamento dell’aria imposte in certi ticolari della nave stessa per la gestione della spazzatura e
porti. Alcuni di questi svantaggi possono essere rimediati può contenere estratti da e/o riferimenti a manuali di istru-
mediante l’uso di impianti automatici per la carica, alimen- zioni di altre ditte.
tazione, e scarico delle ceneri in mare al di fuori di quelle
aree in cui lo scarico non è permesso. Tali apparecchiature 6.2 Prevenzione dell’inquinamento da spaz-
aggiuntive per svolgere tali funzioni automatiche richie- zatura
dono più spazio per l’installazione.
6.2.1 Combinazione di tecniche
5.4.7 Incenerimento di rifiuti prevalentemente
Per ottenere risultati a costi limitati che siano sani per
plastiche (1/7/2002)
l’ambiente, molti progettisti di piani per la gestione della
L'incenerimento di rifiuti prevalentemente plastici, che in
spazzatura usano una combinazione di tre tecniche com-
certe circostanze può essere considerato in accordo con le
plementari per la gestione della spazzatura:
prescrizioni dell'Annesso V, richiede più aria e temperature
molto più alte per la completa distruzione. Se le plastiche • riduzione delle fonti
devono essere bruciate in maniera sicura, l'inceneritore • riciclaggio
deve essere adatto a questo scopo, altrimenti potrebbe veri- • smaltimento.
ficarsi uno dei problemi seguenti.
a) In dipendenza del tipo di plastica e delle condizioni di 6.2.2 Prevenzione della produzione di spazzatura a
bordo delle navi
combustione si possono generare alcuni gas tossici nei
fumi di scarico, compresi acidi cloridico (HCI) e ciani- In sede di ordinativo di provviste e riserve, le compagnie di
drico (HCN) vaporizzati. Questi ed altri prodotti inter- navigazione dovrebbero incoraggiare i propri fornitori ad
medi della combustione della plastica possono essere applicare criteri sostitutivi allo scopo di ridurre per quanto
estremamente pericolosi. possibile e quanto prima possibile la produzione di spazza-
tura a bordo delle navi.
b) La cenere proveniente dalla combustione di alcuni pro-
dotti plastici può contenere metalli pesanti o altri resi- 6.2.3 Valutazione dei componenti della spazzatura
dui che possono essere tossici e che pertanto non La spazzatura delle navi è composta da componenti distinti,
possono essere scaricati in mare. Tali ceneri devono alcuni dei quali sono oggetto della MARPOL 73/78, mentre
essere tenute a bordo e scaricate in una stazione di rac- altri possono essere oggetto di norme locali, nazionali o
colta in porto. regionali p.e. rifiuti domestici, rifiuti operativi, rifiuti relativi
c) Le temperature generate durante l’incenerimento di al carico, alimentari e relativi alla manutenzione. Ciascun
rifiuti essenzialmente plastici sono talmente alte che componente deve essere valutato separatamente per deter-
potrebbero danneggiare alcuni inceneritori d’immondi- minare la miglior pratica gestionale per quel rifiuto.
zia.
d) L’incenerimento di plastiche richiede da 3 a 10 volte più 6.3 Argomenti da trattare nel piano di
aria di combustione dei rifiuti cittadini normali. Se non gestione della spazzatura
è fornita una quantità adeguata di ossigeno, si forme-
ranno grandi quantità di fuliggine nei fumi di scarico. 6.3.1 Persona designata responsabile del piano
a) In accordo con le prescrizioni una persona deve essere
5.4.8 Ulteriori prescrizioni designata nel piano di gestione della spazzatura con la
Gli inceneritori di bordo devono essere progettati, costruiti, responsabilità di far applicare le procedure descritte nel
fatti funzionare e sottoposti a manutenzione in accordo con piano stesso.
le norme per gli inceneritori di bordo in Cap 4, Sez 2, [5]
b) Tale persona deve essere assistita da una squadra per
ed App 2.
assicurare che la raccolta, separazione e processo della
spazzatura sia efficiente in tutte le zone della nave e che
6 Guida per la preparazione di un le procedure di bordo siano in accordo con quelle
piano di gestione della spazzatura descritte nel piano.

6.3.2 Procedure per la raccolta della spazzatura


6.1 Introduzione
a) Identificare contenitori adeguati per la raccolta e la
6.1.1 Guida della Risoluzione IMO separazione.
Questa guida, che è un estratto della Guida dell’IMO b) Identificare la posizione per i contenitori e per le sta-
MEPC.71(38) (adottata il 10 luglio 1996) “Guidelines for the zioni di raccolta e separazione.

Regolamenti RINA 2008 59


Parte F, Cap 7, App 1

c) Descrivere il metodo di come la spazzatura debba f) Descrivere le procedure di processo adoperate commi-
essere trasportata dalla fonte di produzione alle stazioni surate a quanto segue:
di raccolta e separazione. 1) necessità di centri di raccolta, tenendo conto della
d) Descrivere come la spazzatura debba essere movimen- possibilità di riciclaggio locale
tata fra le stazioni pimarie di raccolta e separazione ed
2) deposito
altri metodi di gestione commisurati a:
3) smaltimento in mare.
1) necessità per le stazioni di raccolta, tenendo conto
di sistemazioni locali per il possibile riciclaggio g) Descrivere i programmi di formazione e addestramento
2) processi a bordo per facilitare il processo della spazzatura.
3) deposito h) Identificare le procedure disponibili operative e di
manutenzione (ciò può essere fatto facendo riferimento
4) smaltimento in mare.
ai documenti disponibili a bordo).
e) Descrivere i programmi di formazione e di addestra-
mento per facilitare la raccolta della spazzatura. 6.3.4 Procedure per depositare la spazzatura
Nota 1: Ai fini della presente Guida la separazione della spazza- a) Identificare la posizione, l’uso previsto, e la capacità
ture è considerata parte integrante del processo di raccolta. La delle stazioni di deposito disponibili per ciascuna cate-
separazione può avvenire alla fonte o in una stazione designata
goria di spazzatura.
separata.
b) Descrivere come la spazzatura sarà maneggiata fra le
6.3.3 Procedure per il processo della spazzatura stazioni di deposito e lo smaltimento tenendo conto di
a) Identificare il personale responsabile del funzionamento quanto segue:
delle apparecchiature. 1) scarico nelle stazioni di raccolta, tenendo conto
b) Identificare i dispositivi di processo disponibili e le loro delle possibilità di riciclaggio locali
capacità.
2) smaltimento in mare.
c) Identificare la posizione delle stazioni e dispositivi di
c) Descrivere i programmi d’istruzione e formazione per
processo.
facilitare il deposito della spazzatura.
d) Identificare le categorie di spazzatura che sarà proces-
sata da ciascuno dei dispositivi di processo disponibili. 6.3.5 Procedure per smaltire la spazzatura
e) Descrivere come la spazzatura sarà maneggiata tra la Descrivere le procedure della nave per assicurare la confor-
stazione di processo primaria e le stazioni di deposito o mità con le prescrizioni dell’Annesso V della MARPOL
smaltimento. 73/78 circa lo smaltimento della spazzatura.

60 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 2

APPENDICE 2 SPECIFICA STANDARD PER GLI INCENERITORI DI


BORDO (IMO RESOLUTION MEPC.76(40) ADOTTATA IL 25 SET-
TEMBRE 1997)

1 Generalità 1.2.2 Inceneritore


Inceneritore significa un’apparecchiatura di bordo per
1.1 Scopo l’incenerimento di rifiuti solidi simili per composizione ai
rifiuti domestici e rifiuti liquidi provenienti dalle operazioni
1.1.1 Estensione della nave, per esempio rifiuti domestici, rifiuti relativi al
La presente specifica copre il progetto, la costruzione, le carico, rifiuti relativi alla manutenzione, rifiuti relativi alle
prestazioni, il funzionamento e le prove degli inceneritori operazioni, residui del carico ed attrezzature da pesca, ecc.
progettati per incenerire spazzatura ed altri rifiuti prodotti Tale apparecchiatura può essere progettata per utilizzare o
durante il servizio normale della nave. per non utilizzare l’energia termica prodotta.

1.1.2 Applicabilità 1.2.3 Spazzatura


La presente specifica si applica a quegli impianti d’inceneri- Spazzatura è qualsiasi tipo di rifiuti di viveri, rifiuti dome-
mento che abbiano una capacità fino a 1500 kW per unità. stici o operativi, esclusi pesce fresco o sue parti, prodotti
durante le normali operazioni della nave come definiti
1.1.3 Impianti industriali
nell’Annesso V della MARPOL 73/78.
La presente specifica non si applica ad impianti su navi spe-
ciali inceneritrici, per esempio navi progettate per l’incene-
1.2.4 Rifiuti
rimento di rifiuti industriali quali prodotti chimici, residui di
costruzione, ecc. Rifiuti sono materiali inutili, non necessari o superflui che
devono essere eliminati.
1.1.4 Elementi non coperti dalla specifica
La presente specifica non copre la fornitura di energia elet- 1.2.5 Rifiuti alimentari
trica all’unità, nè il suo ancoraggio alle fondazioni, nè il suo Rifiuti alimentari sono sostanze commestibili, sia andate a
collegamento al fumaiolo. male che no, quali frutta, vegetali, latticini, pollame, carni,
pezzi o particelle di alimenti e tutte le altre sostanze conta-
1.1.5 Prescrizioni relative alle emissioni
minate da tali rifiuti che vengono prodotte a bordo delle
La presente specifica contiene prescrizioni relative alle navi in particolare nelle cucine e nelle sale da pranzo.
emissioni nell’Annesso A1 e prescrizioni relative alla prote-
zione antincendionell’Annesso A2. Le prescrizioni per gli 1.2.6 Plastica
inceneritori integrati con un’unità per il recupero del calore
e le prescrizioni relative alle temperature dei gas combusti Plastica significa un materiale solido che contiene come
sono date rispettivamente nell’Annesso A3 e nell’Annesso ingrediente essenziale uno o più materiali sintetici organici
A4. ad alta polimerizzazione che viene formato o durante la
fabbricazione del polimero o durante la fabbricazione del
1.1.6 Materiali pericolosi prodotto finito mediante calore e/o pressione. I materiali
La presente specifica può comprendere materiali, opera- delle plastiche hanno caratteristiche che variano dal duro e
zioni e apparecchiature pericolosi. La presente norma non fragile al morbido ed elastico. Le plastiche sono adoperate
ha lo scopo di coprire tutti i problemi di sicurezza derivanti per una grande varietà di scopi in campo marino, che com-
dal loro uso. E’ responsabilità dell’utilizzatore della pre- prendono, ma non sono limitate a, imballaggi (barriere sta-
sente norma stabilire misure appropriate per la sicurezza e gne al vapore, bombole, contenitori, rivestimenti),
la salvaguardia della salute e per determinare l’applicabilità costruzione navale (strutture in fibra di vetro e laminate,
delle varie limitazioni regolamentari prima dell’uso, com- coperture esterne, tubolature, coibentazioni, pavimenti,
prese le possibili limitazioni imposte dallo Stato del porto. tappeti, tessuti, pitture e finiture, adesivi, componenti elet-
trici ed elettronici), utensili per mangiare e tazze a perdere,
borse, rivestimenti, galleggianti, reti da pesca, cinghie, cavi
1.2 Definizioni
e sagole.
1.2.1 Nave
Nave significa un natante di qualsiasi tipo operante in 1.2.7 Rifiuti domestici
ambiente marino e comprende aliscafi, veicoli su cuscino Rifiuti domestici, ai fini della presente specifica, sono tutti i
d’aria, sommergibili, galleggianti e piattaforme fisse o gal- tipi di rifiuti alimentari, acque nere e rifiuti prodotti nei
leggianti. locali di alloggio delle navi.

Regolamenti RINA 2008 61


Parte F, Cap 7, App 2

1.2.8 Rifiuti relativi al carico 2.1.2 Tubolature


Rifiuti relativi al carico sono tutti i materiali che sono diven- Le tubolature per il combustibile e per le morchie devono
tati rifiuti come risultato dell’uso a bordo per lo stivaggio e essere di acciaio, prive di saldature, di robustezza adeguata
la movimentazione del carico. I rifiuti relativi al carico e a soddisfazione della Società. Brevi tratti di tubi terminali
comprendono, ma non sono limitati a, paglioli, puntella- o tubolature di di acciaio, o di cupronichel, nichel-rame o
ture, “pallets”, materiali di rivestimento ed imballaggio, rame ricotti possono essere usati per i bruciatori. E’ proibito
compensato, carta, cartone, cavi e strisce d’acciaio. l’impiego di materiali non metallici per le tubolature del
combustibile. Valvole ed accessori possono essere filettati
1.2.9 Rifiuti relativi alla manutenzione quando di dimensioni fino a 60 mm di diametro esterno,
Rifiuti relativi alla manutenzione sono materiali raccolti nei incluso, ma giunti filettati non possono essere adoperati per
locali macchine e sui ponti durante la manutenzione e il tubolature in pressione di diametro esterno uguale a o mag-
funzionamento della nave, quali fuliggine, residui di mac- giore di 33 mm..
china, pitture raschiate, prodotto della scopatura dei ponti,
rifiuti di pulizia, stracci oleosi, ecc. 2.1.3 Protezione delle parti rotanti
Tutte le parti meccaniche rotanti o in movimento e le parti
1.2.10 Rifiuti relativi alle operazioni elettriche esposte devono essere protette contro i contatti
Rifiuti relativi alle operazioni sono tutti i rifiuti relativi al accidentali.
carico ed alla manutenzione (comprese le ceneri e le sco-
rie), nonché i residui del carico definiti come spazzatura in 2.1.4 Protezione delle pareti dell’inceneritore
Sez 1, [1.3.6]. Le pareti degli inceneritori devono essere protette con mat-
toni/refrattario coibentati ed un impianto di raffreddamento.
1.2.11 Morchie La temperatura della superficie esterna dell’involucro
Morchie sono residui provenienti da depuratori d’olio lubri- dell’inceneritore che potrebbe essere toccata durante il nor-
ficante e di combustibili liquidi, residui d’olio lubrificante male funzionamento non deve superare per più di 20 °C la
provenienti da motori principali ed ausiliari, residui oleosi temperatura ambiente.
provenienti dai depuratori delle acque di sentina, ghiotte,
2.1.5 Progetto dei refrattari e materiali
ecc.
Il refrattario deve essere resistente agli shocks termici ed
1.2.12 Stracci oleosi e stracci contaminati alle normali vibrazioni della nave. La temperatura di pro-
Stracci oleosi sono stracci che sono stati impregnati con getto del refrattario deve essere uguale a quella della
prodotti petroliferi trattati nell’Annesso I della MARPOL camera di combustione aumentata del 20% (vedere [2.1]).
73/78. Stracci contaminati sono stracci che sono stati 2.1.6 Riduzione al minimo della corrosione
impregnati con una sostanza definita dannosa negli altri
L’impianto d’incenerimento deve essere progettato in modo
Annessi della MARPOL 73/78.
tale che la corrosione sia ridotta al minimo entro l’impianto
1.2.13 Residui del carico stesso.
Sono definiti residui del carico ai fini della presente norma 2.1.7 Inceneritori equipaggiati per incenerire rifiuti
gli avanzi di qualsiasi materiale del carico a bordo che non liquidi
possono essere sistemati in una stiva del carico appropriata In impianti equipaggiati per incenerire rifiuti liquidi, deve
(eccessi di carico e versamenti) o che restano nelle stive del essere assicurata un’accensione sicura e il mantenimento
carico ed altrove una volta che la procedura di scaricazione della combustione, per esempio, mediante bruciatori addi-
sia completata (residui non scaricabili e versamenti). Tutta- zionali a gasolio o diesel oil o mediante impianti equiva-
via si prevede che i residui del carico siano in quantità limi- lenti.
tata.
2.1.8 Progetto della(e) camera(e) di combustione
1.2.14 Attrezzature da pesca La(e) camera(e) di combustione deve (devono) essere pro-
Sono definite attrezzature da pesca qualsiasi dispositivo gettata(e) in maniera da permettere una facile manuten-
fisico o sua parte o combinazione di elementi che possono zione di tutte le parti interne compresi il refrattario e la
essere posti sull’acqua o entro l’acqua allo scopo deliberato coibentazione.
di catturare, o controllare per una successiva cattura, orga-
nismi vivi marini o di acqua dolce. 2.1.9 Mezzi per assicurare la pressione negativa nel
forno
Il processo di combustione deve avvenire in condizioni di
2 Progetto pressione negativa, il che significa che in tutte le circo-
stanze la pressione all’interno del forno deve essere infe-
2.1 Materiali e costruzione riore alla pressione ambiente del locale nel quale
l’inceneritore è installato. Un ventilatore per i gas combusti
2.1.1 Materiali può essere installato per assicurare la pressione negativa.
I materiali adoperati per la costruzione delle singole parti
dell’inceneritore devono essere idonei per l’uso previsto 2.1.10 Carica del forno dell’inceneritore
con particolare riferimento alla resistenza al calore, alle Il forno dell’inceneritore può essere caricato con rifiuti
proprietà meccaniche, all’ossidazioe, alla corrosione, ecc., solidi sia manualmente che automaticamente. In ogni caso
allo stesso modo come per le altre apparecchiature marine. devono essere evitati i pericoli d’incendio e deve essere

62 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 2

possibile eseguire la carica senza che si verifichino situa- 5) Tutti i componenti e dispositivi elettrici devono
zioni di pericolo per il personale. Per esempio, quando la avere una tensione nominale adeguata alla tensione
carica avviene manualmente, può essere previsto un blocco di alimentazione dell’impianto di comando.
di carica che assicuri che lo spazio destinato alla carica sia 6) Tutti i dispositivi elettrici e le apparecchiature elettri-
isolato dalla cassa a fuoco per tutto il tempo in cui lo spor- che esposte alle intemperie devono essere in
tello di carica rimane aperto. Quando la carica non avviene accordo con le prescrizioni delle normative interna-
con un blocco di carica, deve essere sistemato un disposi- zionali accettabili dalla Società.
tivo di interblocco che impedisca l’apertura dello sportello
di carica mentre l’inceneritore è in funzione con l’inceneri- 7) Tutti i dispositivi di comando elettrici e meccanici
mento di spazzatura in atto o quando la temperatura devono essere di un tipo provato ed accettato da
all’interno del forno è superiore a 220 °C. un’Agenzia collaudatrice riconosciuta su base
nazionale in accordo con norme internazionali.
2.1.11 Inceneratori equipaggiati con dispositivo 8) Il progetto dei circuiti di comando deve essere tale
d’alimentazione che i comandi primari di sicurezza ed i limiti aprano
Gli inceneritori equipaggiati con dispositivi o impianti d’ali- direttamente il circuito che comporti l’interruzione
mentazione devono assicurare che il materiale caricato sia dell’alimentazione del combustibile alle unità di
portato nella camera di combustione. Tale impianto deve combustione.
essere progettato in modo tale che sia l’operatore che b) Protezione contro le sovracorrenti
l’ambiente siano protetti da esposizioni pericolose.
1) I conduttori dei cavi di collegamento più piccoli dei
conduttori di alimentazione devono essere provvisti
2.1.12 Interblocchi
di protezione contro la sovracorrente in base alle
Devono essere previsti interblocchi che impediscano l’aper- dimensioni del conduttore di collegamento più pic-
tura degli sportelli per la rimozione della cenere mentre colo al di fuori di ogni scatola di derivazione in
l’incenerimento è in atto o quando la temperatura accordo con le prescrizioni di una norma interna-
all’interno del forno è superiore a 220 °C. zionale accettabile.

2.1.13 Portelli d’osservazione 2) Le protezioni contro le sovracorrenti dei cavi di


inter-collegamento devono essere sistemate nel
L’inceneritore deve essere provvisto di un portello d’osser- punto in cui i conduttori più piccoli sono collegati
vazione della camera di combustione sicuro allo scopo di ai conduttori più grandi. Tuttavia, è accettabile una
provvedere un controllo visivo del processo di inceneri- protezione generale contro la sovracorrente se essa
mento e dell’accumulo di rifiuti nella camera di combu- è dimensionata in base al più piccolo conduttore dei
stione. Nè calore, nè fiamme o particelle devono poter cavi di intercollegamento, o in accordo con norma-
passare attraverso un portello d’osservazione. Un esempio tive internazionali accettabili.
di portello d’osservazione sicuro è un vetro per alte tempe-
rature con una copertura di metallo. 3) I dispositivi di protezione contro le sovracorrenti
devono essere accessibili e la loro funzione deve
2.1.14 Prescrizioni elettriche essere identificabile.
a) Le prescrizioni relative agli impianti elettrici devono c) Motori
essere applicate a tutte le apparecchiature elettriche, 1) Tutti i motori elettrici devono avere un grado di
compresi i comandi, i dispositivi di sicurezza, i cavi e i chiusura corrispondente all’ambiente in cui sono
bruciatori e gli inceneritori. sistemati, ma non meno di IP 44, in accordo con
norme internazionali accettabili dalla Società.
1) Deve essere installato in una posizione accessibile
sull’inceneritore un dispositivo di sezionamento 2) I motori devono essere provvisti di targa resistente
bloccabile in posizione aperta in modo che l’ince- alla corrosione che specifichi le informazioni richie-
neritore possa essere sezionato dalla fonte d’ener- ste in accordo con norme internazionali accettabili.
gia. Il dispositivo di sezionamento deve essere parte 3) I motori devono essere provvisti di protezione con-
integrante dell’inceneritore o deve essere adiacente tro il sovraccarico mediante protezione termica inte-
ad esso (vedere [2.3.1]). grale, dispositivo di sovracorrente, o una
2) Tutte le parti di metallo sotto tensione non isolate combinazione di entrambi in accordo con le istru-
devono essere schermate per impedire contatti acci- zioni del Costruttore e in accordo con le prescri-
dentali. zioni di norme internazionali accettabili.
4) I motori devono essere progettati per servizio conti-
3) Le apparecchiature elettriche devono essere siste-
nuativo e per una temperatura ambiente pari o supe-
mate in modo tale che il guasto di tale apparecchai-
riore a 45 °C.
tura provochi l’intercettazione della mandata di
combustibile. 5) Tutti i motori devono essere provvisti di morsetti o
viti terminali in morsettiere facenti parte integrante
4) Tutti i contatti elettrici di ciascun dispositivo di sicu- del o assicurate al telaio del motore stesso.
rezza installato nel circuito di comando devono
essere elettricamente collegati in serie. Tuttavia può d) Impianto d’accensione
essere data considerazione speciale alla sistema- 1) Quando è prevista l’accensione elettrica automa-
zione di alcuni dispositivi cablati in parallelo. tica, essa deve essere ottenuta mediante una scintilla

Regolamenti RINA 2008 63


Parte F, Cap 7, App 2

elettrica ad alta tensione, una scintilla elettrica ad contro l’apertura non autorizzata dei portelli delle(a)
alta energia o serpentina a incandescenza. camere(a) di combustione durante il funzionamento e con-
2) I trasformatori per l’accensione devono avere un tro il sovraccarico dell’inceneritore con spazzatura.
grado di chiusura corrispondente all’ambiente nel
2.2.5 Targhe di istruzioni
quale sono sistemati, ma non meno di IP 44, in
accordo con norme internazionali accettabili. L’inceneritore deve avere una o più targhe di istruzioni
sistemate in posizione ben visibile che indichino chiara-
3) I cavi d’accensione devono soddisfare norme inter-
mente quanto segue:
nazionali accettabili.
a) Pulitura delle ceneri e delle scorie nella(e) camera(e) di
e) Cavi
combustione e pulitura delle aperture per l’aria combu-
1) Tutti i cavi per gli inceneritori devono avere caratte- rente prima di accendere l’inceneritore (se applicabile).
ristiche nominali e devono essere scelti in accordo
con norme internazionali accettabili. b) Procedure ed istruzioni operative. Devono compren-
dere procedure d’avviamento appropriate, procedure di
f) Messa a terra arresto normale, procedure di arresto di emergenza e
1) Devono essere previsti mezzi per mettere a terra le procedure per la caricazione della spazzatura (se appli-
strutture metalliche principalii o l’insieme dell’ince- cabile).
neritore.
2) Le chiusure, i telai e parti simili delle apparecchia- Tabella 1
ture elettriche che non non sono attraversati da cor-
renti devono essere colleagati elettricamente al Voce Temperatura
telaio principale o all’insieme dell’inceneritore. I Massima temperatura in corrispon- 1.200 °C
componenti elettrici che sono collegati elettrica- denza del punto d’uscita dei fumi dalla
mente all’installazione non richiedono conduttori di camera di combustione
collegamento separati.
Minima temperatura in corrispondenza 850 °C
3) Quando è utilizzato un conduttore isolato per al
del punto d’uscita dei gas combusti
messa a terra di componenti e dispositivi elettrici dalla camera di combustione
esso deve essere di colore verde continuo, con o
senza striscia gialla. Temperatura di preriscaldo della 650 °C
camera di combustione
2.2 Prescrizioni operative
2.2.1 Prescrizioni operative di progetto Tabella 2
L’impianto dell’inceneritore deve essere progettato e costru-
ito per operazioni che siano secondo le condizioni seguenti Operazione Modalità
indicate nelle Tab 1 e Tab 2:
Prespurgo, prima Almeno 4 ricambi d’aria
Non vi sono prescrizioni relative al preriscaldo per incene- dell’accensione nelle(a) camere(a) e fumaiolo,
ritori caricati manualmente. Tuttavia gli inceneritori devono ma non meno di 15 secondi
essere progettati in modo che la temperatura della zona
effettiva in cui avviene la combustione raggiunga il valore Tempo fra riavvii Almeno 4 ricambi d’aria
di 600°C entro 5 minuti dopo l’avvio. nelle(a) camere(a) e fumaiolo,
ma non meno di 15 secondi
2.2.2 Schermatura delle superfici della camera di
Postspurgo dopo l’interru- Non meno di 15 secondi dopo
combustione
zione del combustibile la chiusura della valvola del
Le superfici esterne delle(a) camere(a) di combustione liquido combustibile liquido
devono essere schermate dai contatti col personale in nor-
mali condizioni di lavoro in modo che le persone non siano Scarico dei gas combusti Minimo 6% O2 (misurato nei
esposte a calore molto alto (20 °C al di sopra della tempera- dagli inceneritori gas combusti secchi)
tura ambiente) o a contatto diretto con superfici con una
temperatura superiore a 60 °C. Esempi di alternative che 2.2.6 Prevenzione della formazione di diossine
soddisfano tale prescrizione sono pareti doppie con flusso Per evitare la formazione di diossine i gas combusti devono
d’aria al loro interno o pareti metalliche espanse. essere raffreddati bruscamente fino a un massimo di 350 °C
entro 2,5 metri dallo sbocco dei gas combusti provenienti
2.2.3 Pressione di funzionamento
dalla camera di combustione.
Gli impianti di incenerimento devono funzionare con la
camera di combustione in depressione (pressione negativa)
in modo tale che nè gas nè fumi possano disperdersi nelle 2.3 Controlli operativi
zone circostanti.
2.3.1 Sezionatori
2.2.4 Targhe d’avvertimento L’intera unità deve poter essere scollegata da tutte le fonti
Gli inceneritori devono avere targhe d’avvertimento attac- d’energia per mezzo di un sezionatore sistemato vicino
cate all’unità in posizione ben visibile, che metta in guardia all’inceneritore (vedere [2.1.14] a)1)).

64 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 2

2.3.2 Arresti d’emergenza 4) Qualora il comando di salvaguardia della fiamma


Un arresto d’emergenza che interrompa la fornitura d’ener- sia intervenuto a causa di una mancata accensione,
gia a tutte le apparecchiature deve essere sistemato al di spegnimento della fiamma, o avaria di un qualsiasi
fuori del compartimento. L’arresto d’emergenza deve anche componente, può essere previsto solamente un riav-
poter interrompere la fornitura d’energia alle pompe del vio automatico. In caso di fallimento di questo ten-
combustibile. Se l’inceneritore è equipaggiato con un venti- tativo è necessaria una rimessa a punto manuale del
latore per i gas combusti, il ventilatore deve avere la possi- sistema di controllo per la salvaguardia della
bilità di essere riattivato indipendentemente dalle altre fiamma prima di procedere col riavviamento.
apparecchiature dell’inceneritore. 5) Controlli per la salvaguardia della fiamma di tipo
termostatico quali interruttori sul fumaiolo, e piro-
2.3.3 Progetto delle apparecchiature di comando stati azionati da eliche aperte bimetalliche non sono
Le apparecchiature di comando devono essere progettate in permessi.
modo che qualsiasi avaria delle apparecchiature seguenti 6) Se la pressione del combustibile liquido cade al di
impedisca la continuazione del funzionamento e causi sotto del valore indicato dal Costruttore, deve risul-
l’interruzione della mandata di combustibile. tare un’avaria ed un blocco del relè programmato
a) Termostato di sicurezza/perdita del tiraggio del bruciatore. Ciò si applica anche ai bruciatori di
morchie (si applica quando la pressione è impor-
1) Deve essere previsto un dispositivo di controllo
tante per il processo di combustione o la pompa
della temperatura dei gas combusti con un sensore
non fa parte integrante del bruciatore).
sistemato nella canna fumaria. Detto dispositivo
deve arrestare il bruciatore nel caso in cui la tempe- c) Perdita d’energia
ratura dei gas combusti sia maggiore di quella indi- 1) Se si verifica una perdita d’energia al pannello dei
cata dal Costruttore per il progetto specifico. comandi/allarmi dell’inceneritore (non il pannello
2) Deve essere previsto un dispositivo di controllo degli allarmi a distanza) l’impianto deve arrestarsi.
della temperatura di combustione con un sensore
sistemato nella camera di combustione. Detto 2.3.4 Valvole a solenoide di comando del
combustibile
dispositivo deve arrestare il bruciatore nel caso in
cui la temperatura della camera di combustione sia Devono essere previste due valvole a solenoide di comando
maggiore della temperatura massima. del combustibile in serie nella tubolatura di alimento del
combustibile a ciascun bruciatore. Nelle unità multiple di
3) Deve essere sistemato un pressostato a pressione bruciatori una valvola sulla tubolatura principale di man-
negativa per controllare il tiraggio e la pressione data del combustibile ed una valvola in corrispondenza di
negativa nella camera di combustione. Lo scopo di ciascun bruciatore soddisferanno la presente prescrizione.
tale pressostato è quello di assicurare che vi sia un Le valvole devono essere collegate elettricamente in paral-
sufficiente tiraggio/pressione negativa nell’inceneri- lelo in modo da poter essere azionate contemporanea-
tore durante il funzionamento. Il circuito di alimento mente.
del relè programmato del bruciatore deve potersi
aprire ed un allarme deve essere attivato prima che 2.3.5 Allarmi
la pressione negativa raggiunga la pressione atmo- a) Deve essere prevista una presa per un allarme acustico
sferica. da collegare ad un impianto d’allarme locale o centra-
b) Perdita della fiamma/pressione del combustibile liquido lizzato. Qualora si verifichi un’avaria, un indicatore
visibile deve indicare cosa abbia causato l’avaria stessa
1) L’inceneritore deve avere un controllo di salvaguar-
dia della fiamma consistente di un elemento sensi- (l’indicatore può coprire più di una situazione di ava-
ria).
bile alla fiamma e delle apparecchiature relative per
arrestare l’unità nel caso di una mancata accensione b) L’indicatore visibile deve essere progettato in modo che,
od una perdita della fiamma durante il ciclo di ince- quando il guasto è relativo ad un arresto di sicurezza,
nerimento. Il controllo della salvaguardia della sia richiesto il riavvio manuale.
fiamma deve essere progettato in modo tale che
l’avaria di qualsiasi suo componente causi l’arresto 2.3.6 Raffreddamento dopo l’arresto
di sicurezza. Dopo l’arresto del bruciatore, devono essere prese misure
per raffreddare sufficientemente la cassa a fuoco. Come
2) Tale sistema di controllo di salvaguardia della
esempio di come ciò possa essere ottenuto, i ventilatori di
fiamma deve essere atto a chiudere le valvole del
scarico o gli eiettori potrebbero essere progettati per conti-
combustibile in non più di 4 secondi dal momento
nuare a funzionare. Ciò non si applicherebbe nel caso di
dello spegnimento della fiamma.
arresto di emergenza manuale).
3) Il controllo di salvaguardia della fiamma deve pre-
vedere un periodo di prova per l’accensione di non 2.4 Ulteriori prescrizioni
più di 10 secondi durante il quale il combustibile
può essere fornito per stabilizzare la fiamma. Se la 2.4.1 Documentazione
fiamma non è ristabilita entro 10 secondi, l’alimen- Per ciascun inceneritore deve essere forntito un manuale
tazione di combustibile ai bruciatori deve essere completo d’uso e manutenzione comprensivo di disegni,
arrestata immediatamente in modo automatico. schemi elettrici, elenco delle parti di rispetto, ecc.

Regolamenti RINA 2008 65


Parte F, Cap 7, App 2

2.4.2 Installazione dell’indicatore visibile. Devono essere verificati i tempi


Tutti i dispositivi e componenti, come sistemati sulla nave, d’arresto.
devono essere progettati in modo che possano funzionare b) Controlli di condizioni limite
quando la nave è diritta e quando la nave è inclinata tra-
Devono essere verificati gli arresti provocati da condi-
sversalmente di qualsiasi angolo fino a ed incluso 15° da
zioni limite.
entrambi i lati in condizioni statiche e 22,5° in condizioni
dinamiche (rollio) da entrambi i lati ed è contemporanea- 1) Controllo della pressione limite del combustibile
mente inclinata longitudinalmente fino ad un angolo di liquido
7,5° in condizioni dinamiche (beccheggio) verso prora o L’abbassamento della pressione del combustibile
verso poppa. liquido al di sotto del valore richiesto per una com-
bustione sicura deve azionare un arresto di sicu-
2.4.3 Inceneritori rezza.
a) Gli inceneritori devono essere muniti di una fonte 2) Altri interblocchi
d’energia con sufficiente capacità da assicurare
Altri interblocchi provvisti devono essere provati per
un’accensione sicura e una combustione completa. La
verificare il funzionamento adeguato come specifi-
combustione deve avvenire con una pressione negativa
cato dal Costruttore dell’inceneritore.
sufficiente nella camera di combustione da assicurare
che non vi siano perdite di gas o fumi nell’ambiente cir- c) Controlli della combustione.
costante. I controlli della combustione devono essere stabili e
b) Una ghiotta deve essere sistemata sotto ciascun brucia- devono funzionare con dolcezza.
tore e sotto pompe, filtri, ecc. che richiedano ispezioni d) Controlli della programmazione
occasionali. Deve essere verificato che i controlli della programma-
zione controllino l’unità e ne regolino i cicli secondo
3 Prove e certificazione quanto previsto. Devono essere verificati il prespurgo,
l’accensione, il postspurgo e la modulazione appro-
3.1 Prove priati. Deve essere utilizzato un cronometro per verifi-
care gli intervalli di tempo.
3.1.1 Prove di prototipo
e) Controlli dell’alimentazione del combustibile
Una prova di funzionamento deve essere condotta sul pro-
totipo di ciascun progetto con un rapporto di prova com- Il funzionamento soddisfacente delle due valvole a sole-
pleto che indichi i risultati di tutte le prove. Tali prove noide di comando del combustibile deve essere verifi-
devono essere condotte per assicurare che tutti i compo- cato in tutte le condizioni di funzionamento e
nenti dei dispositivi di comando siano stati installati corret- nell’arresto.
tamente e che tutte le parti dell’inceneritore, compresi i f) Prove di bassa tensione
comandi ed i dispositivi di sicurezza siano in condizioni di Deve essere eseguita una prova di bassa tensione
funzionamento soddisfacenti. Le prove devono compren- sull’unità d’incenerimento per dimostrare in modo sod-
dere quelle descritte in [3.1.3]. disfacente che l’alimentazione di combustibile ai bru-
ciatori si arresterà automaticamente prima che una
3.1.2 Prove d’officina
tensione ridotta possa provocare malfunzionameti
Per ciascuna unità, se preassemblata, deve essere eseguita dell’inceneritore.
una prova di funzionamento per accertare che tutti i dsposi-
tivi di comando siano stati installati correttamente e che g) Interruttori
tutte le parti dell’inceneritore, comprese le apparecchiature Tutti gli interruttori devono essere provati per verificare
di comando e sicurezza siano in condizioni di funziona- che il loro funzionamento sia appropriato.
mento soddisfacenti. Le prove devono comprendere quelle
descritte in [3.1.3]. 3.2 Certificazione
3.1.3 Prove a bordo 3.2.1 Deve essere fornito un certificato del Costruttore che
Deve essere condotta una prova di funzionamento dopo dichiari che l’inceneritore è stato costruito secondo la pre-
l’installazione a bordo per accertare che tutti i dispositivi di sente norma (mediante lettera, certificato o dichiarazione
comando siano stati installati correttamente e che tutte le nel manuale delle istruzioni).
parti dell’inceneritore, compresi i dispositivi di comando e
di sicurezza siano in condizioni di funzionamento soddisfa- 3.3 Marcatura
centi. La conformità con le prescrizioni per il prespurgo e
per il tempo tra i riavvii deve essere verificata al momento 3.3.1 Ciascun inceneritore deve essere permanentemente
delle prove d’installazione. marcato con indicazione di:
a) Nome o marchio del Costrttore.
a) Salvaguardia della fiamma
Deve essere verificato il funzionamento dell’impianto di b) Stile, tipo e modello o altra designazione del Costrut-
salvaguardia della fiamma simulando mancanze della tore per l’inceneritore.
fiamma e dell’accensione. Deve essere verificato l’azio- c) Capacità - da indicare come rilascio netto di calore di
namento dell’allarme acustico (quando applicabile) e progetto dell’inceneritore in unità di calore per periodo

66 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 2

di tempo; per esempio, British Thermal Units all’ora, 4.1.4 Specifiche del combustibile per le prove di tipo (%
megajoules all’ora, kilocalorie all’ora. in massa) sono indicate nelle Tab 5 e Tab 6.

4.1.5 La Tab 7 indica le emissioni standard che devono


3.4 Garanzia di qualità
essere verificate durante la prova di tipo.
3.4.1 Gli inceneritori devono essere progettati, costruiti e La temperatura dei gas combusti all’uscita ed il contenuto
provati in modo da assicurare che essi soddisfino le prescri- di O2 devono essere misurati durante il periodo della com-
zioni di queste norme. bustione, e non durante i periodi di preriscaldo o raffredda-
mento. Per gli inceneritori caricati manualmente, è
4 ANNESSO A1 -Standard di emissioni accettabile eseguire una prova di tipo con un’unica carica.
per gli inceneritori di bordo di poten- Una temperatura alta nella camera/zona di combustione
zialità fino a 1500 kW - Informazioni effettiva è una prescrizione assoluta per ottenere un incene-
minime da provvedere rimento completo e privo di fumi, anche per plastica ed altri
materiali sintetici, rendendo minime la diossina, i composti
4.1 Certificato IMO di tipo approvato organici volatili (VOC) e le emissioni.

4.1.1 Deve essere richiesto un “IMO Type Approval Certi-


Tabella 4
ficate” per ogni inceneritore di bordo. Per ottenere tale cer-
tificato l’inceneritore deve essere progettato e costruito
Operazione Tempo
secondo una norma approvata dall’IMO. Ciascun modello
deve essere sottoposto a prove di tipo specificate in officina Incenerimento di morchie 6 - 8 ore
o in un laboratorio approvato sotto la sorveglianza della Incenerimento di rifiuti solidi 6 - 8 ore
Società.

Nota 1: L’inceneritore deve essere di un tipo approvato o accettato


dalla Società. Tabella 5

4.1.2 Le prove per l’approvazione di tipo devono com- Morchia/rifiuto Specifica


prendere le misure dei parameri elencati in Tab 3. 75% di morchie da combu-
stibile liquido pesante
4.1.3 La Tab 4 indica la durata delle operazioni di prova. Morchia consistente di 5% di olio lubrificante esau-
rito
20% di acqua emulsionata
Tabella 3 Rifiuti solidi 50% di rifiuti alimentari
(classe 2) 50% di materiali di scarto
Voce Misura consistenti di contenente:
• Circa il 30% di carta
Potenzialità massima kW o kcal/h
• Circa il 40% di cartone
kg/h di rifiuti specifici
• Circa il 10% di stracci
kg/h per bruciatore
• Circa il 20% di plastica
Consumo di combustibile kg/h per bruciatore La miscela deve avere fino al
pilota 50% di umidità e al 7% di
Media di O2 nella % solidi incombusti
camera/zona di combu- Note 1:Classi di rifiuti
stione Riferimento: “Waste Classification from Incinerator
Media di CO nei gas combu- mg/MJ Institute of America” (Informazioni solo ai fini delle
sti prove di tipo)
Media dei numeri di fulig- Scala di Bacharach o Ringel- Note 2:Classe 2
gine man Rifiuti consistenti di una miscela approssimativa-
mente uguale in massa di spazzatura e materiali di
Temperatura media dei gas °C scarto.
combusti all’uscita dalla
Questo tipo di rifiuti è comune nelle navi da passeg-
camera di combustione
geri e consiste fino al 50% di umidità, 7% di incom-
Quantità dei componenti % in massa busti solidi ed ha un potere calorifico di circa 10000
incombusti nelle ceneri kJ/kg quando bruciato

Regolamenti RINA 2008 67


Parte F, Cap 7, App 2

Tabella 6

Potere calorifico Densità


Rifiuto kJ/kg kcal/kg Rifiuto kg/m3
Vegetali e materiali 5.700 1.360 Carta (sfusa) 50
putrescibili
Carta 14.300 3.415 Rifiuti (75% di umidità) 720
Stracci 15.500 3.700 Materiali di scarto sec- 110
chi
Plastica 36.000 8.600 Pezzi di legno 190
Morchie 36.000 8.600 Segatura di legno 220
Liquami di acque nere 3.000 716
Nota 1:La densità della spazzatura generica sfusa prodotta a bordo sarà intorno a 130 kg/m3.

Tabella 7

Emissione Standard
O2 nella camera di combustione 6 - 12%
Media massima di CO nei gas combusti 200 mg/MJ
Numero medio massimo di fuliggine BACHARACH 3 or RINGELMAN 1
(è accettabile un numero di fuliggine più alto solo per periodi
moto brevi, come p.e. durante l’avvio)
Componenti incombusti nelle ceneri residue Massimo 10% in massa
Campo di temperatura dei gas combusti all’uscita dalla camera 850-1.200 °C
di combustione

4.2 Emissioni relative ai combustibili non è richiesto che sia mantenuto a bordo un ana-
lizzatore del contenuto di O2).
4.2.1
2) Controllo/monitoraggio della temperatura in corri-
a) Anche con gli inceneritori di buona tecnologia le emis- spondenza dell’uscita dei gas combusti dalla
sioni da un inceneritore dipendono dal tipo di materiale camera di combustione.
incenerito. Se per esempio una nave ha imbarcato com- Mediante il continuo (auto)controllo del processo
bustibile con un alto contenuto di zolfo, l’inceneri- d’incenerimento si assicura che entrambi i due parame-
mento delle morchie provenienti dai depuratori del tri menzionati siano entro i limiti prescritti. Tale modo di
combustibile produrrà emissioni di SOx. Ma anche in operare assicurerà che i particolati e i residui delle
questo caso le emissioni di SOx dall’inceneritore ceneri contengano unicamente tracce di costituenti
ammonteranno a meno di circa l’un per cento delle organici.
emissioni di SOx dagli scarichi dei motori principali ed
ausiliari.
4.3 Navi da passeggeri da crociera con
b) I principali costituenti (POC) organici non possono
impianti d’incenerimento di potenzialità
essere misurati su base continua. In particolare non vi
sono attualmente strumenti dotati di telemetri continui
totale superiore a 1500 kW
che misurino POC, HCI, o l’efficienza della distruzione 4.3.1
dei rifiuti. Queste misure possono essere fatte solo
usando campioni e mandandoli in un laboratorio per le a) Probabilmente esistono le condizioni seguenti a bordo
analisi. Nel caso di costituenti organici (rifiuti non delle navi in oggetto:
distrutti), il lavoro di laboratorio richiede un tempo con- 1) Generazione di grandi quantità di rifiuti combusti-
siderevole per completare le analisi. Quindi il controllo bili con un alto contenuto di materiali plastici e sin-
continuo delle emissioni può essere assicurato esclusi- tetici.
vamente con misure secondarie. 2) Impianti d’incenerimento con un’alta capacità di
c) Operazioni a bordo/controllo delle emissioni operare con continuità per lunghi periodi.
Per gli inceneritori di bordo con un’approvazione di 3) Questo tipo di navi opera spesso in zone costiere
tipo IMO, il controllo/monitoraggio delle emissioni molto sensibili all’inquinamento.
deve essere limitato come segue: b) In vista delle emissioni relative al combustibile di
1) Controllo/monitoraggio del contenuto di O2 nella impianti di tale grande potenzialità, si potrebbe consi-
camera di combustione (solo controlli a campione; derare l’installazione di un apparecchio di lavaggio e

68 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 7, App 2

raffreddamento dei gas combusti. Tale installazione può 2) a non meno di 3 m dagli ingressi, prese d’aria ed
effettuare un efficace post-lavaggio dei gas combusti nei aperture di locali d’alloggio, locali di servizio e sta-
fumi, riducendo al minimo il contenuto di: zioni di cmando;
• HC1 3) a non meno di 5 m, misurati orizzontalmente, dalla
• SOx zona pericolosa più vicina, o dagli sbocchi di sfoghi
gas da zone pericolose; e
• Particolato
4) non meno di 2 m devono separare l’inceneritore e
c) Qualsiasi restrizione all’emissione di ossidi di azoto la zona di deposito dei rifiuti, a meno che essi non
(NOx) deve essere considerata solo in relazione a even- siano fisicamente separati da barriere antincendio
tuali normative future sull’inquinamento totale della strutturali.
nave, cioè proveniente da motori principali ed ausiliari,
caldaie, ecc. d) Annesso A2.4 -Impianto fisso di estinzione e rivelazione
incendi
Un impianto fisso di rivelazione ed estinzione incendi
5 ANNESSO A2 - Prescrizioni per la
deve essere sistemato negli spazi chiusi che contengono
protezione antincendio degli incene- inceneritori, combinazioni di inceneritore e deposito di
ritori e degli spazi di deposito della rifiuti ed in qualsiasi spazio adibito a deposito di rifiuti
spazzatura in accordo con la Tab 8:
e) Annesso A2.5 - Inceneritori e depositi di rifiuti sui ponti
5.1 Prescrizioni applicabili della SOLAS di coperta
Quando un inceneritore o un deposito di rifiuti sono
5.1.1 Ai fini della costruzione, sistemazione e coibenta- sistemati sui ponti di coperta, essi devono essere acces-
zione i locali dell’inceneritore ed i locali di deposito della sibili da due mezzi di estinzione incendi: o manichette
spazzatura devono essere considerati rispettivamente come antincendio, o estintori semi-portatili, spingarde o qual-
locali di macchine di categoria A (SOLAS II-2/3.19) e locali siasi combinazione di due fra i detti sistemi antincen-
di servizio, (SOLAS II-2/3.12). Per rendere minimi i rischi dio. E’ accettabile un impianto fisso antincendio come
d’incendio che questi spazi rappresentano, sono applicabili uno dei due mezzi di spegnimento.
le prescrizioni seguenti del Capitolo II-2 della SOLAS:
f) Annesso A2.6 - Fumaioli
a) Annesso A2.1 - Navi da passeggeri
Le tubolature/collettori dei gas combusti devono essere
Per navi da passeggeri che trasportano più di 36 passeg- portati verso l’alto indipendentemente ad un appro-
geri priato sbocco attraverso un fumaiolo o cofano continui.
1) la Regola 26.2.2(12) deve essere applicata ai locali
degli inceneritori ed ai locali combinati inceneri- 6 ANNESSO A3 - Inceneritori integrati
tore/deposito dei rifiuti, ed ai fumaioli che originano
da detti spazi; e
con unità per il recupero del calore
2) la Regola 26.2.2(13) deve essere applicata ai depo-
siti dei rifiuti ed agli scivoli per la spazzatura ad essi
6.1 Impianto dei gas di scarico
relativi.
6.1.1 L’impianto dei gas di scarico degli inceneritori che
b) Annesso A2.2 - Altre navi vengono inviati a dispositivi per il recupero del calore
Per tutte le altre navi, comprese le navi da passeggeri devono essere progettati in modo che l’inceneritore possa
continuare a funzionare con le serpentine dell’economizza-
che trasportano non più di 36 passeggeri:
tore secche. Ciò può essere realizzato mediante deviatori di
1) la Regola 44.2.2(6) deve essere applicata ai locali sorpasso, se necessario.
degli inceneritori ed ai locali combinati inceneri-
tore/deposito dei rifiuti, ed ai fumaioli che originano
6.2 Allarmi
da detti spazi;
2) la Regola 44.2.2(9) deve essere applicata ai depositi 6.2.1 L’unità d’incenerimento deve essere equipaggiata
dei rifiuti ed agli scivoli per la spazzatura ad essi con un allarme acustico ed ottico nel caso di mancanza di
relativi. acqua d’alimento.
c) Annesso A2.3 -Inceneritori e locali di deposito dei rifiuti
6.3 Dispositivi di pulizia
Gli inceneritori e i locali di deposito dei rifiuti sistemati
sul ponte di coperta (Regola II-2/3.(17)) non è necessa-
6.3.1 Il lato gas dei dispositivi di recupero del calore
rio che soddisfino le prescrizioni di cui sopra ma
devono avere apparecchiature per una pulizia appropriata.
devono essere collocati:
Deve essere previsto un’accessibilità sufficiente per un’ispe-
1) il più a poppa possibile della nave; zione adeguata delle superfici riscaldanti esterne.

Regolamenti RINA 2008 69


Parte F, Cap 7, App 2

7 ANNESSO A4 -Temperatura dei gas rico. La temperatura dei gas di scarico può essere un fattore
determinante per la scelta dei materiali per la fabbricazione
di scarico del fumaiolo. Quando la temperatura dei gas di scarico
supera i 430 °C potranno essere richiesti materiali speciali
7.1 Generalità resistenti all’alta temperartura per la costruzione dei fuma-
ioli.
7.1.1 Nella scelta del tipo d’inceneritore, deve essere data
considerazione a quale sarà la temperatura dei gas di sca-

Tabella 8

Impianto automatico a Impianto fisso d’estin- Impianto fisso di rivela-


sprinkler zione incendi zione incendi
Spazi combinati per inceneritori e depositi rifiuti X
Locale inceneritore X X
Locali di deposito dei rifiuti X

70 Regolamenti RINA 2008


Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitolo 8

IMPIANTI FRIGORIFERI (REEFER)

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI

SEZIONE 2 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE REF-CARGO

SEZIONE 3 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE REF-CONT

SEZIONE 4 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE REF-STORE

Regolamenti RINA 2008 71


Parte F, Cap 8, Sez 1

SEZIONE 1 PRESCRIZIONI GENERALI

1 Generalità dell’acqua di mare, limitazioni geografiche o stagionali,


ecc., secondo quanto è applicabile.
1.1 Applicabilità 1.2.2 Condizioni dei contenitori
Per gli impianti frigoriferi a bordo di navi portacontenitori
1.1.1 Le notazioni di classe addizionali seguenti sono
progettate in accordo con le prescrizioni in Sez 3, in
assegnate, in accordo con Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.9] alle
aggiunta ai dati indicati in [1.2.1]; la notazione deve speci-
navi munite di impianti frigoriferi che soddisfano le prescri-
ficare il massimo numero di contenitori per cui è probabile
zioni applicabili del presente Capitolo:
che vengano serviti e il valore del loro coefficiente di tra-
• REF-CARGO per impianti relativi al trasporto del carico smissione termica.
• REF-CONT per impianti relativi al trasporto di conteni- k : n W/(m2 °C)
tori
o
• REF-STORE per impianti relativi alla conservazione di
U : k S , in W/°C
forniture di bordo.
essendo S la superficie, in m2, attraverso la quale il calore
1.1.2 Le prescrizioni del presente Capitolo si applicano viene trasmesso come determinato dalle prove di tipo.
agli impianti frigoriferi delle navi, inclusi gli impianti fissi
per la refrigerazione delle stive di navi da carico, navi da 1.3 Definizioni
pesca, navi fattoria, navi per il trasporto di frutta e succhi di
frutta, ecc., dei contenitori frigoriferi e per vari servizi della 1.3.1 Impianto di raffreddamento diretto
nave, quali aria condizionata, cambusa, ecc. Queste pre- Impianto di raffreddamento diretto è un impianto in cui la
scrizioni sono specifiche per impianti frigoriferi permanen- refrigerazione si ottiene mediante espansione diretta del
temente installati e le relative apparecchiature e sono da fluido frigorigeno in serpentine sistemate sulle pareti e sof-
considerare addizionali rispetto a quelle indicate in fitti delle celle frigorifere.
Parte C, Cap 1, Sez 13, che sono obbligatorie per tutte le
navi dotate di impianti frigoriferi. 1.3.2 Impianto di raffreddamento indiretto
Impianto di raffreddamento indiretto è un impianto in cui la
1.1.3 Le notazioni indicate in [1.1.1] possono essere com- refrigerazione si ottiene mediante salamoia o altro fluido fri-
pletate da una delle notazioni seguenti. gorigeno secondario, che viene raffreddato da un fluido fri-
• AIRCONT per le navi munite di un impianto per il con- gorigeno primario, circolante in radiatori o serpentine sulle
trollo dell’atmosfera a bordo. pareti e sui soffitti delle celle frigorifere.
• PRECOOLING per gli impianti frigoriferi progettati in
1.3.3 Impianto di raffreddamento ad aria
modo tale da assicurare il raffreddamento del carico
completo di frutta o altri vegetali fino alla temperatura Impianto di raffreddamento ad aria è un impianto in cui la
di trasporto richiesta entro un certo tempo opportuno. refrigerazione si ottiene mediante la circolazione di aria
refrigerata da aerorefrigeranti.
• QUICKFREEZE per gli impianti di refrigerazione di navi
da pesca e navi fattoria quando il progetto e le apparec- 1.3.4 Fluido frigorigeno
chiature di detti impianti sono riconosciute atte a per- Fluido frigorigeno è un fluido che viene adoperato per tra-
mettere un veloce congelamento del pesce secondo le smettere e mantenere il freddo nella cella frigorifera.
condizioni specificate.
1.3.5 Salamoia
Tuttavia, in generale queste notazioni possono essere sola-
Salamoia è un liquido frigorigeno costituito da una solu-
mente rilasciate a navi che abbiano la notazione
zione di sali industriali normalmente adoperata come fluido
REFCARGO.
frigorigeno secondario per raffreddare le celle frigorifere
negli impianti a raffreddamento indiretto. Generalmente nel
1.2 Condizioni di temperatura presente Capitolo la parola salamoia è adoperata anche per
altri tipi di fluidi frigorigeni secondari, quali per esempio
1.2.1 Condizioni degli spazi del carico
fluidi frigorigeni a base di glicoli.
La temperatura interna minima o il campo di temperature
per il quale è concessa la notazione deve essere indicata 1.3.6 Unità frigorifera
nella notazione stessa. Per le temperature di progetto da Un’unità frigorifera comprende uno o più compressori azio-
considerare per la progettazione dell’impianto, vedere nati da uno o più motori primi, un condensatore e tutte le
[2.1.1] e [2.1.2]. apparecchiature ausiliarie associate che sono necessarie
Tale indicazione deve essere completata dall’indicazione di per formare un impianto indipendente gas-liquido atto a
possibili restrizioni operative, quali la massima temperatura raffreddare le celle frigorifere.

Regolamenti RINA 2008 73


Parte F, Cap 8, Sez 1

Qualora l’impianto comprenda un fluido frigorigeno secon- calore e del bilancio termico, nonché per la determina-
dario (salamoia), l’unità frigorifera deve comprendere zione dei campi di funzionamento dei macchinari figoriferi:
anche un refrigerante della salamoia (evaporatore) ed una • Temperatura dell’acqua di mare: 32 °C,
pompa. • Temperatura esterna dell’aria: 35 °C,
• Umidità relativa dell’aria a 35 °C: 80%.
1.3.7 Cella frigorifera
Una cella è qualsiasi spazio che sia refrigerato mediante Per la determinazione della trasmissione del calore attra-
un’unità frigorifera. Una cella può essere uno spazio adibito verso le pareti esterne che potrebbero essere esposte alle
al carico o un altro spazio di servizio della nave, quale per radiazioni solari, la temperatura dell’aria esterna deve
esempio la cambusa. essere assunta uguale a 45 °C.

2.1.3 Condizioni di funzionamento


2 Criteri di progetto L’impianto frigorifero comprensivo di tutti i macchinari, le
apparecchiature e gli accessori deve essere capace di fun-
zionare in maniera soddisfacente alle condizioni indicate
2.1 Condizioni di riferimento
nella Tab 1.
2.1.1 Temperature di progetto
3 Documentazione
A meno che non sia indicato diversamente nella specifica,
un impianto frigorifero deve essere progettato considerando
le seguenti temperature di progetto: 3.1 Impianti frigoriferi
• Carichi congelati: - 20 °C 3.1.1 Disegni da inviare
• Pesce: - 20 °C Devono essere inviati i disegni elencati nella Tab 2, per
quanto applicabile.
• Frutta: 0 °C
I disegni elencati devono essere disegni costruttivi completi
• Banane: 12 °C di tutte le dimensioni e devono contenere indicazioni esau-
rienti sui tipi di materiali impiegati.
2.1.2 Condizioni ambientali Non è necessario che siano inviati i disegni relativi ad
A meno che non sia indicato diversamente nella specifica apparecchiature con approvazione di tipo rilasciata dalla
della nave, devono essere considerate le condizioni Società, purché siano resi noti i tipi di apparecchiature ed il
ambientali seguenti ai fini dei calcoli della trasmissione del loro numero di modello.

Tabella 1 : Condizioni di funzionamento

Lunghezza della nave (m) < 100 < 200 ≤ 300 > 300
Inclinazione trasversale permanente 15° 15° 15° 15°
Rollio ± 22,5° ± 22,5° ± 22,5° ± 22,5°
Beccheggio ± 10° ± 7,5° ± 5° ± 3°
Assetto Poppiero 5° 2,5° 1,5° 1°
Prodiero 2° 1° 0,5° 0,3°

74 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

Tabella 2 : Documenti da inviare

N. A/I (1) Voci


1 I Specifica particolareggiata dell’impianto frigorifero (macchinario frigorifero
e coibentazione) comprese le condizioni di riferimento di progetto ed ambientali
2 I Sistemazione generale dei locali frigoriferi comprendenti:
• L’uso stabilito per i locali adiacenti ai locali refrigerati
• La sistemazione delle condotte d’aria che passano attraverso i locali refrigerati
• La sistemazione degli elementi in acciaio situati nei locali refrigerati o entro la coibentazione delle pareti
• La sistemazione dell’impianto di drenaggio
• Il volume singolo ed il volume complessivo di tutti i locali refrigerati
3 A Disegni indicanti lo spessore e le metodologie di fissaggio delle coibentazioni su tutte le superfici nei locali
refrigerati, comprendenti:
• Specifica dei materiali di coibentazione
• Coperture delle boccaporte
• Porte
• Rinforzi d’acciaio (puntelli, anguille, bagli)
• Attraversamenti di paratie
• Ecc.
4 A Apparecchiature di raffreddamento nei locali refrigerati (serpentine di raffreddamento, aerorefrigeranti con le
condotte per l’aria e le relative ventole, ecc.)
5 I Curve caratteristiche delle ventole (capacità, pressione, assorbimento di potenza)
6 A Distribuzione dei termometri e descrizione della sistemazione dei lontantermometri, se sistemati, compren-
denti:
• Descrizione particolareggiata delle apparecchiature con indicazione delle metodologie e strumentazioni
adottate, dei campi di misura, del grado di precisione e dei dati relativi all’influenza delle variazioni di
temperatura sui cavi di collegamento;
• Schema elettrico degli impianti con indicazione delle fonti di energia installate, delle caratteristiche dei
cavi di collegamento e di tutti i dati relativi alla resistenza dei circuiti;
• Disegni dei sensori e delle loro coperture di protezione e degli indicatori, con indicazione del tipo di
collegamento adottato
7 A Sistemazione generale e schemi funzionali delle tubolature (impianti frigoriferi, impianti di salamoia, se esi-
stenti, impianti dell’acqua di mare, impianti di sbrinamento, ecc.)
8 I Curve caratteristiche delle pompe di circolazione per i fluidi frigorigeni o per la salamoia (portata, pressione,
assorbimento d’energia, ecc.)
9 I Sistemazione generale dei locali delle macchine frigorifere (devono essere compresi in questo documento i
dati principali relativi ai motori primi dei compressori e delle pompe, compresa la fonte d’energia)
10 A Schema unifilare elettrico
11 A Disegni principali dei compressori (sezioni ed alberi a manovella o rotori) con le curve caratteristiche della
capacità frigorifera
12 A Disegni dei componenti principali dell’impianto figorifero e dei recipienti in pressione, quali condensatori,
serbatoi, separatori d’olio, evaporatori, contenitori di gas, ecc.
13 A Comandi a distanza ed impianti di controllo ed allarme (se esistenti)
14 A Impianti di ricircolo dell’aria e di riscaldamento per carichi di frutta
15 I Numero dei contenitori del carico coibentati che devono essere raffreddati singolarmente dall’impianto di
bordo ed i loro ratei di trasmissione del calore
16 I Manuale operativo per l’impianto frigorigeno e per i contenitori frigoriferi, come applicabile
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2008 75


Parte F, Cap 8, Sez 1

3.1.2 Calcoli da inviare 4.1.2 Distribuzione del freddo


Devono essere inviati i calcoli elencati nella Tab 3 eseguiti a) Le celle possono essere refrigerate o mediante radiatori
secondo criteri concordati con la Società. distribuiti sulle loro pareti o per mezzo della circola-
zione di aria in aerorefrigeranti.
b) I radiatori e/o gli aerorefrigeranti possono essere alimen-
Tabella 3 : Calcoli da inviare (1/7/2002)
tati o da salamoia o da un impianto ad espansione
diretta secondo il tipo di impianto frigorifero adottato.
N. A/I (1) Documento
1 I Calcolo particolareggiato del bilancio ter- 4.2 Sbrinamento
mico nell’impianto. Il calcolo deve tener
conto delle temperature interne minime per 4.2.1 Disponibilità
le quali è richiesta la classifica e delle con- a) Devono essere previsti mezzi adeguati per sbrinare le
dizioni ambientali più sfavorevoli previste. serpentine degli aerorefrigeranti anche quando le celle
2 I Calcolo della capacità di scarico delle val- frigorifere sono caricate al massimo della loro capacità.
vole di sicurezza e/o dei dischi di rottura Gli aerorefrigeranti devono essere dotati di ghiotte per
la raccolta dell’acqua di condensa.
(1) I = da inviare per conoscenza in duplice copia
b) L’impianto di sbrinamento deve essere progettato in
modo tale che resti possibile lo sbrinamento anche in
3.2 Impianti con atmosfera controllata caso di avaria ad un componente essenziale, quale per
esempio un compressore, una pompa di circolazione,
3.2.1 Devono essere inviati i documenti elencati in Tab 4. un riscaldatore di salamoia, o una resistenza elettrica.

4.2.2 Drenaggi
Tabella 4 : Documenti da inviare Devono essere sistemati mezzi atti a drenare l’acqua di
condensa anche quando le celle frigorifere sono caricate al
N. A/I (1) Voci massimo della loro capacità. Vedere [5.8] per le prescri-
1 I Descrizione dell’impianto zioni specifiche.

2 I Posizione dei locali coperti dall’impianto e


4.3 Motori primi e fonti d’energia
separazioni stagne ai gas
3 I Sovrapressione di progetto 4.3.1 Numero delle fonti d’energia
a) L’energia motrice di ciascuna unità frigorifera deve
4 A Particolari e sistemazione delle apparec-
essere provvista da almeno due fonti distinte. Ciascuna
chiature per la generazione del gas inerte
fonte deve essere atta ad assicurare l’esercizio
5 A Schemi delle tubolature, comprendenti i dell’impianto alle condizioni specificate in [2.1.1],
particolari d’installazione [2.1.2] e [2.1.3] senza interferire con gli altri servizi
6 A Impianto di ventilazione e di sfogo gas
essenziali della nave. Per piccoli impianti vedere anche
[4.7].
7 A Piani della strumentazione e dell’automa-
b) Nel caso in cui le unità figorifere siano azionate da
zione
motori a combustione interna, potrà essere accettata
8 I Manuale d’istruzioni un’unica fonte d’energia per ciascuna unità frigorifera.
9 I Sistemazione dei dispositivi di tenuta nei 4.3.2 Motori elettrici
locali del carico
Qualora i motori primi delle unità frigorifere siano elettrici,
(1) A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia l’energia elettrica deve essere fornita da almeno due distinti
I = da inviare per conoscenza in duplice copia gruppi elettrogeni.

4.3.3 Macchine a vapore


4 Prescrizioni tecniche generali Qualora macchine a vapore siano adoperate come motori
primi delle unità frigorifere, esse devono essere collegate ad
4.1 Refrigerazione delle celle almeno due caldaie distinte.
Inoltre il vapore in uscita deve essere inviato ai condensa-
4.1.1 Impianti frigoriferi tori principali ed ausiliari.

La refrigerazione delle celle può essere ottenuta con uno


dei sistemi seguenti:
4.4 Pompe

• Impianto di raffreddamento diretto; 4.4.1 Numero minimo delle pompe ai condensatori


a) Deve essere prevista almeno una pompa di circolazione
• Impianto di raffreddamento indiretto;
di riserva ai condensatori; tale pompa deve essere
• Impianto di raffreddamento dell’aria. pronta per l’uso e la sua portata non deve essere infe-

76 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

riore a quella della pompa più grande che potrebbe 4.7 Deroghe per impianti piccoli
essere necessario sostituire.
4.7.1 Può essere considerato di non applicare le prescri-
b) Una delle pompe di circolazione ai condensatori può
zioni in [4.3.1], [4.3.2] e [4.3.3] relative alla duplicazione
essere una delle pompe ausiliarie della nave, purché la
delle fonti di energia per impianti frigoriferi destinati a spazi
sua capacità sia sufficiente a servire l’impianto frigori-
aventi un volume inferiore a 400 m3.
fero funzionante alla massima potenza senza interferire
con i servizi essenziali della nave.
4.8 Sicurezza del personale
4.4.2 Impianti con fluido frigorigeno intermedio
4.8.1 Devono essere previsti mezzi atti ad individuare la
a) Qualora sia adoperato un fluido frigorigeno intermedio, presenza di personale negli spazi del carico refrigerati e
deve essere prevista almeno una pompa di riserva per la determinare prontamente la necessità di aiuto dal di fuori di
circolazione della salamoia; tale pompa deve essere detti spazi.
pronta per l’uso e la sua portata non deve essere infe-
riore a quella della pompa più grande che potrebbe
essere necessario sostituire. 5 Celle frigorifere
b) La stessa prescrizione si applica a qualsiasi altro tipo di
impianto nel quale la circolazione dei fluidi frigorigeni
5.1 Costruzione delle celle frigorifere
sia assicurata da pompe. 5.1.1 Paratie delimitanti le celle frigorifere
a) In generale le paratie delle celle frigorifere devono
4.5 Prese a mare essere di costruzione metallica; tuttavia le paratie fra
due spazi refrigerati destinati a carichi di uguale natura
4.5.1 Numero e posizione delle prese a mare e privi di effetti contaminanti possono non essere metal-
a) L’acqua di raffreddamento deve essere normalmente liche.
aspirata dal mare attraverso almeno due prese a mare b) Le paratie devono essere stagne ai gas.
separate.
c) Gli acciai che devono essere adoperati per la costru-
b) Le prese a mare per gli impianti di frigoriferi devono, zione delle celle frigorifere devono soddisfare le prescri-
per quanto possibile, essere distribuite su entrambi i lati zioni applicabili in Parte B, Cap 4, Sez 1 per quanto
della nave. riguarda gli acciai per basse temperature.
4.5.2 Collegamenti ad altri impianti 5.1.2 Dispositivi di chiusura
Qualora la pompa(e) di circolazione dell’impianto frigori- a) I dispositivi di chiusura degli accessi alle celle frigori-
fero sia(no) collegata(e) al circuito di altre pompe, devono fere, quali porte, boccaporte ed aperture per la carica-
essere prese precauzioni nella progettazione e sistemazione zione o per l’ispezione devono essere per quanto
dei tubi affinché il funzionamento di una pompa non inter- possibile stagni ai gas.
ferisca col funzionamento di un’altra pompa. b) Le trombe di ventilazione delle celle frigorifere, se siste-
mate, devono essere dotate di dispositivi di chiusura sta-
4.5.3 Condizioni di bacino
gni ai gas.
Devono essere previste sistemazioni atte a fornire acqua di
raffreddamento da una cassa o da un collegamento a terra
allo scopo di mantenere l’impianto frigorifero in funzione
5.2 Attraversamenti
quando la nave si trova in bacino. 5.2.1 Attraversamenti di tubi e condotte
Gli attraversamenti dei tubi attraverso paratie o ponti stagni
4.6 Locali per i macchinari frigoriferi all’acqua e ai gas o resistenti al fuoco ponti devono essere
realizzati con tenute atte a mantenere lo stagno e le caratte-
4.6.1 Sistemazione ristiche di resistenza al fuoco delle strutture attraversate.
I locali per i macchinari frigoriferi devono essere provvisti
di mezzi efficaci per la ventilazione ed il drenaggio e, a 5.2.2 Attraversamenti di cavi elettrici
meno che non sia permesso altrimenti dalla Società, Qualora cavi elettrici passino attraverso celle frigorifere essi
devono essere separati dai locali refrigerati mediante para- sono oggetto delle prescrizioni pertinenti in Parte C,
tie stagne ai gas. Capitolo 2.
Devono essere previsti ampi spazi intorno ai macchinari fri-
goriferi atti a permettere un facile accesso per la manuten- 5.3 Accessi agli spazi refrigerati
zione ordinaria e per facilitare eventuali manutenzioni,
5.3.1 Porte e boccaportelli
specialmente nel caso di condensatori ed evaporatori.
a) Le celle frigorifere devono essere provviste di sfuggite
4.6.2 Fluidi frigorigeni pericolosi nei locali d’emergenza tali da permettere l’evacuazione di perso-
macchine nale in barella. Le sfuggite d’emergenza devono essere
L’uso di fluidi frigorigeni pericolosi nei locali macchine può provviste di luci d’emergenza.
essere permesso in accordo con le prescrizioni in Parte C, b) Le porte d’accesso ed i boccaportelli di accesso alle
Cap 1, Sez 13, [2.2.3]. celle frigorifere devono essere provvisti di mezzi che ne

Regolamenti RINA 2008 77


Parte F, Cap 8, Sez 1

permettano l’apertura dall’interno anche nel caso in cui 5.6 Prescrizioni varie
essi siano stati chiusi dall’esterno.
5.6.1 Celle frigorifere adiacenti a casse di olio
5.3.2 Passi d’uomo lubrificante o combustibile liquido
I passi d’uomo sul cielo del doppio fondo in corrispon- a) Deve essere previsto uno spazio vuoto di almeno 50
denza delle celle frigorifere devono essere circondati da mm fra il cielo delle casse d’olio lubrificante e di com-
una mastra d’acciaio stagna all’olio di almeno 100 mm di bustibile liquido e la coibentazione sistemato in modo
altezza. tale da permettere il drenaggio di perdite nella sentina.
Tali spazi vuoti possono essere omessi purché strati mul-
5.4 Coibentazione delle celle frigorifere tipli di materiale inodore resistente agli idrocarburi
siano applicati sulla superficie superiore del cielo della
5.4.1 cassa. Lo spessore totale richiesto di questo rivestimento
a) Il materiale di coibentazione non deve essere igrosco- dipende dalla costruzione della cassa, dalla composi-
pico. I supporti della coibentazione devono avere una zione del materiale adoperato e dal metodo di applica-
robustezza meccanica soddisfacente. I materiali di coi- zione.
bentazione e gli eventuali collanti devono essere ino- b) In genere i lati delle casse d’olio lubrificante e del com-
dori e devono essere scelti in modo che non assorbano bustibile liquido devono essere separati dalle celle fri-
nessuno degli odori delle merci contenute nelle celle gorifere mediante intercapedini. Le intercapedini
frigorifere. I materiali adoperati per i rivestimenti devono essere munite di sfoghi d’aria e gli sfoghi siste-
devono soddisfare le stesse prescrizioni. mati a tal fine devono essere condotti su un ponte espo-
b) Poliuretano o altre schiume plastiche adoperate per la sto e devono essere dotati di reticella metallica
coibentazione devono essere di tipo autoestinguente in facilmente smontabile per pulizia o rinnovo. Le interca-
accordo con una normativa accettabile dalla Società. In pedini possono essere omesse qualora strati multipli di
generale, queste schiume non possono essere adoperate materiale inodore resistente agli idrocarburi siano appli-
senza un adeguato rivestimento protettivo. cati sulle superfici laterali delle casse adiacenti alle
celle frigorifere. Lo spessore totale richiesto per tale
c) La coibentazione insieme al suo rivestimento deve
rivestimento dipende dalla composizione del materiale
avere una scarsa attitudine alla propagazione della adoperato e dal metodo d’applicazione.
fiamma in accordo con una normativa accettata.
d) Schiume di plastica di tipo autoestinguente ed opportu- 5.6.2 Celle frigorifere adiacenti a spazi ad alta
namente rivestite possono essere adoperate anche per la temperatura
coibentazione di tubolature e condotte. La coibentazione delle pareti adiacenti ai depositi di car-
bone o altri locali nei quali la temperatura potrebbe rag-
e) Quando è proposto l’uso di schiume preparate in situ, i
giungere valori eccessivi accidentalmente o no, deve essere
particolari del processo di fabbricazione devono essere
di lana di roccia o qualsiasi altro materiale equivalente; tru-
sottoposti ad esame prima dell’inizio dei lavori.
ciolature di legno, se adoperate, devono essere a prova di
fuoco e separate dalle lamiere sulle quali sono sistemate
5.5 Caratteristiche della coibentazione per mezzo di fogli coibenti.

5.5.1 Protezione della coibentazione 5.6.3 Strutture di legno


La coibentazione ed i rivestimenti devono essere protetti I bagli ed i rinforzi di legno devono essere coibentati e stri-
con cura da tutti i danni che potrebbero essere causati dalle sce di materiale coibente adeguato devono essere sistemate
merci contenute nelle celle o dalla loro movimentazione. fra di loro e la struttura metallica.

5.5.2 Robustezza della coibentazione 5.6.4 Accessori metallici


I rivestimenti della coibentazione e le griglie dell’aria con i Tutti gli accessori metallici (viti, dadi, ganci, sostegni, ecc.)
loro supporti devono avere una robustezza adeguata a con- necessari per l’installazione della coibentazione devono
trastare i carichi dovuti alle merci da trasportare nelle celle essere di materiale zincato o di materiale resistente alla cor-
frigorifere. rosione.

5.5.3 Pannelli mobili 5.6.5 Apparecchiature al di sotto della


coibentazione
a) Devono essere sistemati nella coibentazione un numero Durante la costruzione devono essere previste sistemazioni
sufficiente di pannelli mobili, quando necessario, per allo scopo di rendere facile l’esame durante l’esercizio di
permettere l’ispezione delle sentine, delle aspirazioni di parti, quali aspirazioni di sentina, ombrinali, sonde e sfoghi
sentina, delle basi dei puntelli, dei tubi sonda e degli d’aria, cavi elettrici che sono sistemati entro la coibenta-
sfoghi d’aria e gas delle casse, delle parti superiori delle zione o sono nascosti dalla coibentazione stessa.
gallerie delle linee d’alberi nonché delle altre strutture e
sistemazioni ricoperte dalla coibentazione. 5.7 Installazione della coibentazione
b) Quando la coibentazione è coperta da rivestimenti pro-
tettivi, certi pannelli di questo rivestimento devono 5.7.1
avere un numero adeguato di aperture d’ispezione a) Prima dell’installazione della coibentazione le superfici
dotati di mezzi di chiusura stagni all’acqua. di acciaio devono essere opportunamente pulite e

78 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

coperte con vernici protettive di composizione e spes- raccogliere tutte le acque prodotte durante le opera-
sore appropriati. zioni di sbrinamento.

b) Lo spessore della coibentazione su tutte le superfici e il b) Le casse di drenaggio devono essere dotate di adeguate
processo di stesura devono essere in accordo con dise- sistemazioni di sonde e sfoghi d’aria.
gni approvati.
c) Quando più di un locale refrigerato è collegato alla
c) Il materiale della coibentazione deve essere installato stessa cassa di drenaggio, la tubolatura in comune deve
con cura e permanentemente; qualora esso sia fornito in essere munita di valvole di non-ritorno che impediscano
pannelli, le giunzioni devono essere le più strette possi- la possibilità del passaggio di acqua da un locale refri-
bile e le inevitabili fessure fra i pannelli devono essere gerato all’altro.
riempite di materiale coibente. Per questo scopo non
può essere adoperato catrame. 5.8.4 Ombrinali

d) Le giunzioni di strati multipli devono essere sfalsate. a) Gli ombrinali dalle stive inferiori e dalle ghiotte degli
aerorefrigeranti sistemati sul doppio fondo devono
e) Nell’applicazione della coibentazione sulle strutture essere muniti di tenute a liquido e dispositivi di non-
metalliche deve essere accuratamente impedita ogni via ritorno.
di dispersione del calore.
b) Gli ombrinali dai locali refrigerati sistemati negli inter-
ponti e dalle ghiotte degli aerorefrigeranti sistemati al di
5.8 Drenaggio degli spazi refrigerati sopra del doppio fondo devono essere muniti di tenute
a liquido ma non necessariamente di dispositivo di non-
5.8.1 Generalità ritorno.
Tutti i locali per il carico refrigerati e tutte le ghiotte sotto gli
c) Qualora gli ombrinali da più di un locale refrigerato o
aerorefrigeranti devono essere dotati di mezzi che assicu-
ghiotta siano portati ad un collettore comune o ad una
rino un drenaggio continuo ed efficace.
cassa comune, in aggiunta alla tenuta a liquido in cia-
scun tubo deve essere previsto un numero sufficiente di
5.8.2 Tubi di drenaggio
dispositivi di non ritorno sistemati in modo tale da
a) I tubi di drenaggio provenienti da ghiotte di refrigeratori impedire che i compartimenti inferiori siano allagati dai
sistemati nei locali refrigerati devono avere un disposi- drenaggi provenienti dai compartimenti superiori.
tivo di tenuta a liquido dotato di valvola di non-ritorno
d) Le tenute ad acqua devono essere di altezza sufficiente
facilmente accessibile anche quando la cella è caricata
e facilmente accessibili per la manutenzione e per il
al massimo.
riempimento con liquidi anticongelanti.
b) Non sono permessi tappi filettati, flange cieche e simili e) Le valvole, gli ombrinali e i tubi di drenaggio da altri
mezzi di chiusura per i tubi di drenaggio provenienti da compartimenti non refrigerati non devono scaricare
locali refrigerati e da ghiotte di aerorefrigeranti. nelle sentine dei locali refrigerati.
c) Nel caso in cui mezzi di chiusura dei tubi di drenaggio
siano richiesti dall’Armatore, tali mezzi devono essere 6 Fluidi frigorigeni
facili da controllare ed i loro comandi devono essere
sistemati in una posizione accessibile su un ponte al di
6.1 Generalità
sopra della linea di galleggiamento di pieno carico.
6.1.1 Fluidi frigorigeni impiegati in impianti di
5.8.3 Casse di drenaggio refrigerazione diretta
a) Qualora i drenaggi dei locali adibilti al carico siano por- Alcuni fluidi frigorigeni comunemente impiegati considerati
tati in una cassa di drenaggio chiusa, le dimensioni di accettabili per l’uso in impianti primari (ad espansione
detta cassa devono essere tali da avere la possibilità di diretta) sono elencati nella Tab 5.

Tabella 5 : Fluidi frigorigeni per impianti di refrigerazione diretta

Numero del fluido refrigerante Nome commerciale del fluido frigorigeno Formula chimica
R12 Diclorodifluorometano C Cl2 F2
R21 Diclorofluorometano C H Cl2 F
R22 Clorodifluorometano C H Cl F2
R113 Triclorotrifluoretano CCl2FCClF2
R114 Diclorotetrafluoroetano CClF2CClF2
R134a Tetrafluoroetano CH2FCF3
R500 Fluido frigorigeno 12/152a 73.8/26.2 % in massa C Cl2F2/ C H3 C H F2
R502 Fluido frigorigeno 12/115 48.8/51.2 % in massa C H Cl F2 / C Cl F2C F3

Regolamenti RINA 2008 79


Parte F, Cap 8, Sez 1

6.1.2 Fluidi frigorigeni impiegati in impianti di 6.2.2 Fluidi frigorigeni elencati nelle Tabelle 5 e 6
refrigerazione indiretta
In genere la pressione di progetto per le parti ad alta e bassa
I fluidi frigorigeni elencati in Tab 6 possono essere impie- pressione degli impianti che utilizzano fluidi frigorigeni
gati esclusivamente in impianti di refrigerazione indiretti. elencati nelle Tab 5 e Tab 6 deve essere non minore di
quella indicata nella Tab 7.
Tabella 6 : Fluidi frigorigeni per impianti di
refrigerazione indiretta Tabella 7

Numero del Nome commerciale Pressione di progetto, in MPa


Numero del
fluido del fluido Formula chimica
fluido Parte ad alta pres- Parte a bassa pres-
refrigerante refrigerante
frigorigeno sione sione
R717 Ammoniaca NH3
R12 1.6 1.0
R744 Anidride carbonica CO2
R21 0.3 0.2

6.1.3 Altri fluidi frigorigeni accettabili R22 2.2 1.3

L’uso di fluidi frigorigeni diversi da quelli elencati nelle R113 0.2 0.2
Tab 5 e Tab 6 può essere autorizzato dalla Società caso per
R114 0.4 0.4
caso purché siano chiaramente determinate le proprietà fisi-
che e la composizione chimica e appropriate misure di R134a 1.3 1.1
sicurezza siano previste nella progettazione dell’installa-
R500 2.0 1.2
zione.
R502 2.3 1.6
6.1.4 Fluidi frigorigeni non accettabili
R717 2.2 1.5
Per le limitazioni nella scelta dei fluidi frigorigeni, vedere
R744 1.1 0.7
Parte C, Cap 1, Sez 13, [2.2.1] e Parte C, Cap 1, Sez 13,
[2.2.2].
7 Macchinari ed apparecchiature frigo-
6.1.5 Uso dell’ammoniaca come fluido frigorigeno riferi
Per prescrizioni specifiche relative all’impiego di ammoni-
aca come fluido frigorigeno vedere Parte C, Cap 1, Sez 13,
[2.3]. 7.1 Prescrizioni generali per i motori primi

7.1.1
6.2 Pressioni d’esercizio nominali
a) I motori diesel azionanti i compressori sono soggetti alle
6.2.1 Pressione di progetto per le parti in pressione prescrizioni pertinenti in Parte C, Cap 2, Sez 2.

a) La pressione di progetto del fluido frigorigeno non deve b) I motori elettrici azionanti i compressori, pompe o ven-
essere inferiore alla massima pressione d’esercizio che tilatori sono soggetti alle prescrizioni pertinenti in
può verificarsi nell’impianto o nelle sue parti, sia in Parte C, Cap 2, Sez 4.
condizioni di lavoro che in condizioni di riposo (se
maggiore). Nessuna valvola di sicurezza deve essere
7.2 Prescrizioni comuni per i compressori
tarata ad una pressione maggiore della pressione mas-
sima d’esercizio.
7.2.1 Casse
b) In genere la pressione di progetto della parte Le casse dei compressori rotativi devono essere progettate
dell’impianto a bassa pressione deve essere almeno in base alla pressione di progetto della parte ad alta pres-
uguale alla pressione del vapore saturo del fluido frigo- sione dell’impianto indicata in Tab 7.
rigeno alla temperatura di 40 °C. Deve essere particolar-
mente considerato l’impianto di sbrinamento che
7.2.2 Raffreddamento
potrebbe aumentare la pressione della parte
dell’impianto a bassa pressione. a) I compressori raffreddati ad aria devono essere proget-
tati per una temperatura dell’aria di 45 °C.
c) La pressione di progetto della parte ad alta pressione
dell’impianto deve essere determinata in base alla pres- b) Per raffreddamento ad acqua di mare deve essere appli-
sione d’esercizio del condensatore quando funziona cata una temperatura minima d’ingresso dell’acqua di
con acqua di raffreddamento in zone tropicali. In 32 °C. Gli spazi di circolazione dell’acqua di mare, a
genere la pressione nominale d’esercizio non deve meno che non siano provvisti di uno scarico libero,
essere assunta inferiore alla pressione effettiva del devono essere protetti contro le sovrapressioni eccessive
vapore saturo del fluido frigorigeno alla temperatura di mediante valvole di sicurezza o dispositivi di sicurezza
50 °C. a rottura.

80 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

7.2.3 Dispositivi di sicurezza 7.5 Recipienti in pressione


a) Valvole d’intercettazione devono essere sistemate in 7.5.1 Generalità
corrispondenza dei lati di aspirazione e di mandata dei
Sono applicabili le prescrizioni generali in Parte C, Cap 1,
compressori.
Sez 13, [2.1.2].
b) Una valvola di sicurezza o un disco di rottura devono
essere sistemati fra il compressore e la valvola di man- 7.5.2 Serbatoi dei fluidi frigorigeni
data. a) I serbatoi devono avere una capacità sufficiente a racco-
gliere il fluido frigorigeno durante cambi delle condi-
c) Quando la potenza è maggiore di 10 kW, la protezione zioni di esercizio, manutenzione e riparazioni.
può consistere in un dispositivo di controllo della pres-
sione che arresti automaticamente la macchina in caso b) Ciascun serbatoio deve avere opportuni indicatori di
di sovrapressione. I particolari del progetto di tale dispo- livello. Gli indicatori di vetro, se sistemati, devono
sitivo devono essere inviati alla Società. essere di tipo piatto e resistenti al calore. Tutti gli indica-
tori di livello devono essere provvisti di dispositivi di
d) I compressori sistemati in parallelo devono essere prov- intercettazione.
visti di valvole di non-ritorno nelle tubolature di scarico c) Ogni serbatoio che posa essere isolato dall’impianto
di ciascun compressore. deve essere provvisto di un adeguato dispositivo di sicu-
e) Devono essere previsti mezzi atti ad indicare il senso rezza contro le sovrapressioni.
corretto di rotazione.
7.5.3 Evaporatori e condensatori
a) Tutte le parti degli evaporatori e dei condensatori
7.3 Compressori alternativi devono essere accessibili per la manutenzione ordina-
ria; se ritenuto necessario devono essere previsti mezzi
7.3.1 Carter efficaci per il controllo della corrosione.

a) I carter dei compressori alternativi, quando sono sog- b) Qualora i condensatori e gli evaporatori siano del tipo
getti alla pressione del fluido frigorigeno devono essere: “serpentine in una cassa” e non possano essere facil-
mente smontati a causa delle loro dimensioni, devono
• o progettati in modo da poter resistere alla pressione essere sistemate sul loro involucro un numero adeguato
d’esercizio nominale della parte a bassa pressione di aperture per l’ispezione di dimensioni non inferiori a
dell’impianto 230 mm x 150 mm.
• o muniti di valvole di sicurezza progettate in modo c) Valvole di sicurezza devono essere sistemate sugli invo-
tale da aprirsi ad una pressione non superiore a 0,8 lucri degli evaporatori e dei condensatori quando la
volte la pressione di prova del carter; in tale caso pressione di mandata di una qualsiasi pompa ad essi
devono essere previsti mezzi atti a scaricare il fluido collegata può superare la pressione d’esercizio prevista.
frigorigeno in una posizione sicura.
7.5.4 Serbatoi della salamoia
• o protetti contro le sovrapressioni per mezzo di a) I serbatoi della salamoia che possono essere intercettati
dispositivi in grado di assicurare pari protezione. devono essere protetti contro la pressione eccessiva
b) Deve essere sistemato nel carter un vetro spia per la dovuta all’espansione termica della salamoia mediante
determinazione del livello dell’olio. valvole di sicurezza o dispositivi di interblocco che ten-
gano le valvole d’intercettazione in posizione aperta.
c) Devono essere previsti mezzi atti a riscaldare il carter b) In genere i serbatoi della salamoia non devono essere
quando il compressore viene arrestato. zincati nel loro lato in contatto con la salamoia.
Quando essi sono zincati e sono di tipo chiuso, essi
7.3.2 Tenute idrauliche devono essere muniti di un adeguato sistema di sfoghi
I compressori alternativi con cilindri di diametro interno per i gas tossici che scarichi all’esterno. Gli sfoghi
uguale a o maggiore di 50 mm, devono esser provvisti di devono avere diaframmi di reticelle metalliche facil-
mezzi per scaricare le alte pressioni dovute a blocchi idrau- mente smontabili e le loro estremità devono essere siste-
lici. In alternativa devono essere previsti mezzi che impedi- mate in posizioni dalle quali non possano creare
scano il verificarsi della possibilità di entrata del liquido pericoli per il personale a causa dei gas. Quando i ser-
frigorigeno nei cilindri. batoi della salamoia non sono di tipo chiuso, i locali nei
quali si trovano devono essere muniti di un sistema effi-
cace di ventilazione.
7.4 Cuscinetti dei compressori a vite
7.5.5 Aerorefrigeranti
7.4.1 Qualora la superficie portante dei cuscinetti sia a) Quando vengono adoperati aerorefrigeranti di tipo alet-
localmente indurita, i particolari del processo d’induri- tato o a piastre multiple, la distanza fra le alette o le pia-
mento devono essere inviati alla Società. In ogni caso tale stre non deve essere inferiore a 10 mm, almeno sul lato
processo deve essere limitato alla superficie portante e non dell’entrata dell’aria. Ai fini di questa prescrizione il lato
deve essere esteso ai raccordi. dell’entrata dell’aria significa 1/4 della lunghezza

Regolamenti RINA 2008 81


Parte F, Cap 8, Sez 1

dell’aerorefrigerante misurata nella direzione del flusso modo che il prodotto essicante possa essere sostituto senza
dell’aria. dover smontare la tubolatura.
b) Gli aerorefrigeranti devono essere costruiti con materiali
resistenti alla corrosione o devono essere protetti dalla 7.8 Protezione contro le sovrapressioni
corrosione mediante zincatura. negli impianti frigoriferi
c) Gli aerorefrigeranti devono essere provvisti di ghiotte ed
7.8.1 Generalità
adeguati drenaggi.
a) Le tubolature dei fluidi frigorigeni ed i recipienti in pres-
7.5.6 Coibentazione sione ad esse associati devono essere protetti contro le
I recipienti in pressione devono essere termicamente isolati sovrapressioni con valvole di sicurezza, dischi di rottura
per rendere minima la condensazione di umidità dell’atmo- o sistemazioni equivalenti. Tuttavia deve essere impe-
sfera nell’ambiente. L’isolamento deve essere provvisto di dito lo scarico accidentale del fluido frigorigeno
un’efficace barriera al vapore e deve essere protetta contro i nell’atmosfera.
danneggiamenti meccanici. b) I dispositivi di sicurezza devono essere in numero tale e
così sistemati da impedire che una qualsiasi parte
7.6 Prescrizioni generali per le tubolature dell’impianto possa essere isolata da un dispositivo di
sicurezza. Nel caso in cui sia necessario poter isolare
7.6.1 Generalità uno di tali dispositivi dall’impianto per manutenzione, i
Sono applicabili le prescrizioni generali in Parte C, Cap 1, dispositivi possono essere duplicati purché sia sistemata
Sez 13, [2.1.3]. una valvola di scambio in modo tale che quando uno
dei dispostivi è isolato non sia possibile intercettare
7.6.2 Sistemazione delle tubolature l’altro.
a) Le tubolature devono essere adeguatamente sopportate c) I recipienti in pressione collegati da tubi senza valvole
e fissate in modo da impedire le vibrazioni. Tipi appro- possono essere considerati come un recipiente unico
vati di manichette flessibili possono essere adoperati dal punto di vista della protezione contro le sovrapres-
quando necessario per impedire le vibrazioni. sioni purché i tubi di collegamento non impediscano un
b) Devono essere prese misure per permettere le dilata- efficace sfogo gas dei recipienti.
zioni e le contrazioni termiche delle tubolature in tutte
le condizioni di funzionamento. A tale scopo possono 7.8.2 Valvole di sicurezza
essere adoperati, ove necessario, tipi approvati di mani- a) Gli scarichi delle valvole di sicurezza devono essere
chette flessibili. portati in un luogo sicuro al di sopra della coperta. I tubi
di scarico devono essere progettati in modo tale da
c) La coibentazione dei tubi deve essere protetta contro i
impedire l’ingresso d’acqua, neve, sporcizia o detriti,
danneggiamenti meccanici e deve essere provvista di
che possano influenzare negativamente il funziona-
un’efficace barriera al vapore che non sia interrotta in
mento dell’impianto. Nel caso di fluido frigorigeno
corrispondenza dei sopporti, valvole, accessori, ecc.
R717 (ammoniaca) l’estremità dei tubi di scarico deve
essere sistemata il più in alto possibile nella nave.
7.7 Accessori
b) Le pompe dei fluidi frigorigeni devono avere una val-
7.7.1 Separatori d’olio vola di sicurezza sul lato della mandata. Le valvole pos-
Sulle tubolature dei fluidi frigorigeni devono essere siste- sono scaricare sul lato d’aspirazione delle pompe o in
mati separatori d’olio con relativi drenaggi. Quando è siste- altra posizione adeguata.
mata una reticella metallica, questa deve essere di un c) Dopo la taratura, le valvole di sicurezza devono essere
materiale che non possa essere corroso dal fluido frigori- adeguatamente protette contro la possibilità di cambio
geno. accidentale di taratura.
d) Le valvole di sicurezza si devono aprire ad una pres-
7.7.2 Filtri
sione non superiore a 0,80 volte la pressione di prova
a) Devono essere sistemati filtri efficaci sull’aspirazione della parte protetta.
dei compressori e sul lato ad alta pressione delle valvole
di riduzione. I filtri dei compressori possono essere
incorporati nei carter purché la loro superficie filtrante
8 Prescrizioni specifiche per impianti
sia sufficiente. frigoriferi diretti ed indiretti
b) I filtri devono avere elementi a rete non corrodibili dal
fluido frigorigeno e devono avere un’area di flusso del 8.1 Prescrizioni specifiche per gli impianti
fluido adeguata. Filtri piccoli quali quelli delle valvole frigoriferi
riduttrici di pressione devono essere tali da poter essere
facilmente rimossi senza dover smontare la tubolatura. 8.1.1 Impianti ad espansione diretta
a) Gli impianti frigoriferi nei quali il fluido frigorigeno si
7.7.3 Essicatori espande direttamente nelle serpentine delle celle frigo-
Un essicatore efficace deve essere sistemato negli impianti rifere possono essere considerati dalla Società sola-
che adoperano fluidi refrigeranti del tipo R12, R21, R22 o mente per l’applicazione in celle di piccola capacità e a
R502. L’essicatore deve essere progettato e sistemato in seguito di richiesta specifica dell’Armatore.

82 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

b) Per l’accettazione di tali impianti da parte della Società d) Le serpentine devono essere divise in due sezioni, cia-
deve essere data considerazione speciale ai punti scuna delle quali facilmente intercettabile (vedere
seguenti: Sez 2, [1.2.1]).
• il fluido frigorigeno proposto; e) Devono essere sistemati mezzi per sbrinare le serpen-
• l’uso per le serpentine di tubi saldati circonferenzial- tine degli aerorefrigeranti. Deve essere evitato l’uso di
mente di testa entro le celle frigorifere per impedire dispositivi di sbrinamento mediante acqua spruzzata.
possibili perdite di gas all’interno delle celle stesse; f) Devono essere previsti mezzi per riscaldare i drenaggi.
• la protezione efficace all’interno delle celle delle Negli impianti automatizzati le apparecchiature di
serpentine di raffreddamento contro gli urti ed i dan- riscaldamento devono essere controllate dal programma
neggiamenti meccanici esterni. di sbrinamento.
c) Le serpentine entro ciascuno spazio refrigerato devono g) I ventilatori e i loro motori devono essere sistemati in
essere sistemate in almeno due sezioni ed il numero di modo tale da permettere un facile accesso per l’ispe-
sezioni in ciascuno spazio refrigerato deve essere chia- zione e per la riparazione e/o per la rimozione dei ven-
ramente indicato sui disegni inviati all’approvazione. tilatori e dei motori stessi quando le celle sono cariche
Ciascuna sezione deve essere munita di valvole o rubi- di carico refrigerato. Quando sono sistemati ventilatori
netti in modo da poter essere intercettata. e relativi motori duplicati e ciascun ventilatore è atto a
fornire la quantità d’aria richiesta è sufficiente che sia
8.1.2 Impianti di salamoia
previsto un accesso facile per l’ispezione.
a) Ciascuna pompa della salamoia deve essere collegata ai
h) La circolazione dell’aria deve essere tale da assicurare
serbatoi della salamoia ed al collettore delle valvole che
l’aspirazione e la mandata di aria in tutte le parti delle
controllano i tubi della salamoia. Ciascun tubo della
celle frigorifere.
salamoia deve avere una valvola di intercettazione sulla
mandata ed una valvola di regolazione deve essere i) La portata e la potenza dei ventilatori devono essere in
sistemata sul tubo di ritorno. proporzione al calore totale da sottrarre dalle celle fri-
b) Tutte le valvole di regolazione devono essere sistemate gorifere in considerazione della natura del servizio.
in posizioni accessibili in ogni momento. j) Quando è richiesto un eccesso di capacità di raffredda-
c) I tubi della salamoia non devono essere zincati al loro mento al fine di raffreddare o congelare tutto il carico e
interno. parte di esso dalla temperatura ambiente alla tempera-
tura minima prevista, la portata dell’aria deve essere in
d) Lo spessore dei tubi della salamoia non deve essere proporzione all’aumentata quantità di calore che deve
minore di 2,5 mm; nel caso di tubi con giunti filettati, lo essere sottratto, in accordo con le specifiche approvate
spessore al fondo del filetto non deve essere minore del dall’Armatore.
valore di cui sopra.
e) Le serpentine di raffreddamento in tubo d’acciaio ed i 8.2.3 Rinnovo dell’aria
relativi accessori devono essere protetti esternamente a) Quando i carichi refrigerati comprendono merci che, in
dalla corrosione mediante zincatura o altro metodo certe condizioni, emettono gas, odori o umidità deve
equivalente. essere sistemato un impianto efficace per il rinnovo
f) Per i serbatoi della salamoia vedere [7.5.4]. dell’aria nel locale in questione. Le entrate e le uscite
dell’aria in tali impianti devono essere munite di dispo-
g) Per le serpentine della salamoia negli spazi refrigerati
sitivi di chiusura.
vedere Sez 2, [1.2].
b) La posizione delle prese d’aria deve essere tale da ren-
8.2 Prescrizioni specifiche per gli impianti dere minima la possibilità che aria contaminata entri
negli spazi refrigerati.
di raffreddamento distribuzione e rin-
novo dell’aria negli spazi adibiti al carico
9 Strumentazione. allarmi, controlli
8.2.1 Efficacia della circolazione dell’aria
L’impianto di circolazione dell’aria deve essere progettato 9.1 Generalità
in modo tale che la distribuzione dell’aria negli spazi refri-
gerati sia il più uniforme possibile. 9.1.1 Apparecchiature di sicurezza per
l’automazione
8.2.2 Impianti di circolazione dell’aria refrigerata
Le apparecchiature di sicurezza per l’automazione devono
a) Per gli aerorefrigeranti vedere [7.5.5]. essere di tipo “fail-safe” (in sicurezza in caso di avaria) e
b) Gli aerorefrigeranti devono essere progettati per una devono essere progettate ed installate in modo da permet-
massima differenza di temperatura fra il fluido frigori- tere le operazioni manuali. In particolare deve essere assi-
geno e l’aria di raffreddamento all’ingresso dell’aerore- curata la conduzione manuale dei compressori nel caso in
frigerante di circa 5 °C per carichi di frutta e circa 10 °C cui qualsiasi apparecchiatura sia non funzionante.
per carichi congelati.
c) I refrigeratori dell’aria devono essere azionati o da cir- 9.1.2 Dispositivi di regolazione
colazione di salamoia o da espansione diretta del fluido I dispositivi di regolazione, quali valvole motorizzate o val-
frigorigeno. vole ad espansione termostatica devono essere tali da poter

Regolamenti RINA 2008 83


Parte F, Cap 8, Sez 1

essere intercettate qualora si presenti la necessità di far fun- 9.2.2 Impianti frigoriferi
zionare l’impianto manualmente. La Tab 9 riassume le prescrizioni minime relative ai
comandi e controlli per gli impianti frigoriferi.
9.2 Strumentazione, allarmi e impianti di
controllo
9.2.1 Compressori
La Tab 8 riassume le prescrizioni minime relative ai
comandi e controlli per i compressori impiegati per la refri-
gerazione.

Tabella 8 : Compressori per la refrigerazione

Funzione
Voce Indicatore Arresto auto- Commenti
Allarme
matico
Aspirazione del fluido pressione bassa X Alla temperatura del saturo compresi
frigorigeno gli stadi intermedi
Mandata del fluido pressione alta X
frigorigeno
Aspirazione del fluido temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
frigorigeno
Mandata del fluido temperat.
frigorigeno
Olio lubrificante pressione bassa X
Olio lubrificante temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
Acqua di raffreddamento temperat. Solo per impianti oltre 25 kW
Numero totale delle ore di ore Solo per tutti i compressori a vite e
funzionamento per impianti oltre 25 kW
Nota 1:Il blocco deve attivare anche un allarme ottico ed acustico

Tabella 9 : Impianti frigoriferi

Funzione
Voce Indicatore Blocco auto- Commenti
Allarme
matico
Aria nel locale refrigerato temperat. alta X
Ventilatore avaria X
Temperatura della cella temperat. X
Aspirazione del fluido fri- pressione bassa X
gorigeno secondario
Mandata del fluido pressione alta X
frigorigeno secondario
Olio lubrificante pressione bassa X
Livello della sentina nel alto X
locale refrigerato
Nota 1:Il blocco deve attivare anche un allarme ottico ed acustico

84 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 1

10 Prove sui materiali, ispezioni e col- uguale a 1,5 volte la pressione di progetto, ma in nessun
caso a meno di 0,1 MPa.
laudi, certificazione
Tabella 10
10.1 Prove sui materiali
10.1.1 I materiali per la costruzione delle parti qui sotto Pressione di prova
elencate devono essere provati in accordo con le prescri- Componente Prova di Prova di
zioni della Parte D dei Regolamenti:
robustezza tenuta
• alberi a manovelle dei compressori, accoppiatoi, bielle
e aste di stantuffo; Blocco cilindri dei compressori, 1.5 p1 p1
testate dei cilindri, valvole di
• camicie dei compressori, testate dei cilindri e altre parti intercettazione, tubi ed altri com-
soggette a pressione; ponenti della parte ad alta pres-
• tubi di acciaio e di rame per le serpentine degli evapo- sione del circuito (condensatori,
ratori e dei condensatori e per le tubolature in pressione serbatoi, ecc.)
in generale; Carters di compressori soggetti 1.5 p2 p2
• separatori d’olio, serbatoi intermedi e altri recipienti in alla pressione del fluido frigori-
pressione inclusi nel circuito del gas; geno, valvole d’intercettazione,
• condensatori ed evaporatori del tipo ad involucro (tubi tubi ed altri componenti della
o lamiere saldate). parte a bassa pressione del cir-
cuito

10.2 Prove in officina Essendo p1 e p2 le pressioni di progetto indicante in [6.2] per


le parti ad alta pressione e a bassa pressione
10.2.1 Singoli elementi ed apparecchiature
Devono essere eseguite prove in officina sulle pompe, ven- 10.3.3 Impianti di salamoia
tilatori, motori elettrici e motori a combustione interna che a) Le serpentine della salamoia degli aerorefrigeranti
formano parte degli impianti frigoriferi, secondo procedure devono essere sottoposte a prova idrostatica ad una
in accordo con le prescrizioni applicabili a ciascun tipo di pressione uguale a 1,5 volte la pressione di progetto, ma
macchinario. I dati relativi al funzionamento (portata. pre- in nessun caso a meno di 0,7 MPa.
valenza, potenza e velocità di rotazione, ecc.) devono
essere registrati per ciascuna voce. b) Le casse di ghisa per gli evaporatori della salamoia
devono essere sottoposte a prova idrostatica ad una
10.2.2 Unità frigorifere pressione uguale a 1,5 volte la pressione di progetto, ma
a) Almeno un’unità frigorifera di ciascun tipo installato a in nessun caso a meno di 0,1 MPa.
bordo deve essere sottoposta a prove in officina allo c) Le casse di acciaio per gli evaporatori della salamoia
scopo di accertarne la capacità frigorifera nelle condi- sistemate in corrispondenza del lato di aspirazione delle
zioni di temperatura più sfavorevoli previste o in altre pompe devono essere sottoposte a prova idrostatica ad
condizioni di temperatura stabilite dalla Società. una pressione non inferiore a 0,2 MPa.
b) Qualora l’unità completa non possa essere collaudata in d) Le casse d’acciaio per gli evaporatori della salamoia
officina (per esempio nel caso di impianti ad espansione sistemate in corrispondenza della mandata delle pompe
diretta), solo i compressori devono essere collaudati in devono essere sottoposte a prova idrostatica ad una
accordo con procedure concordate con la Società. pressione uguale a 1,5 volte la pressione di progetto, ma
in nessun caso a meno di 0,35 MPa.
10.3 Prove di pressatura in officina e) Le casse di salamoia aperte devono essere provate riem-
piendole completamente d’acqua.
10.3.1 Prove di robustezza e di tenuta
Tutte le parti del circuito del fluido frigorigeno comprese
nei rami di aspirazione e di mandata devono essere sotto- 10.4 Termometri e manometri
poste a prove di robustezza e tenuta al loro completamento.
10.4.1
La prova di robustezza è una prova idraulica eseguita con
acqua od altro liquido appropriato. La prova di tenuta è una a) Tutti i termometri che registrano la temperatura dei
prova eseguita con aria o altro gas appropriato quando il locali refrigerati, la temperatura dell’aria all’ingresso e
componente è immerso in acqua alla temperatura di circa all’uscita degli aerorefrigeranti e le temperature in vari
30 °C. punti del circuito refrigerante o del circuito della sala-
moia devono essere tarati con cura dal fabbricante. La
I componenti che devono essere provati e le pressioni di
Società si riserva il diritto di richiedere controlli casuali
prova sono indicati in Tab 10.
delle tarature.
10.3.2 Condensatori b) La precisione dei manometri e degli altri strumenti di
Le parti dei condensatori in cui circola l’acqua devono misura deve essere controllata anche prima dell’inizio
essere sottoposte a prova idrostatica ad una pressione delle prove richieste in [10.5].

Regolamenti RINA 2008 85


Parte F, Cap 8, Sez 1

10.5 Prove a bordo g) Durante le prove devono essere registrati i dati seguenti:
• Le temperature negli spazi refrigerati, la temperatura
10.5.1 Prove di pressatura esterna dell’aria e la temperatura dell’acqua di mare
Dopo l’installazione a bordo e prima dell’entrata in fun- (particolarmente all’ingresso ed all’uscita dei con-
zione operazioni l’impianto deve essere sottoposto a prove densatori). Devono essere particolareggiate le super-
alla pressione massima d’esercizio determinata come indi- fici esterne S delle pareti corrispondenti alle
cato in [6.2.1]. differenze di temperatura ∆T misurate fra l’interno e
l’esterno degli spazi refrigerati insieme ai prodotti
Tuttavia tutte le parti di tubolature soggette a pressione che S∆T.
hanno giunti saldati eseguiti a bordo devono essere sottopo-
• La potenza assorbita e la velocità dei compressori e
sti a prova di robustezza ad una pressione uguale a 1,5
la temperatura e pressione che determinano la
volte la pressione di esercizio nominale prima della loro
messa in azione dei macchinari frigoriferi. I dati
coibentazione.
registrati servono ad effettuare le correzioni (surri-
scaldamento, eccesso di raffreddamento) necessarie
10.5.2 Prove degli impianti di ventilazione per la determinazione della effettiva capacità frigori-
a) Dopo l’installazione l’impianto di ventilazione deve fera F mediante il confronto con i cicli termodina-
essere provato e devono essere registrati la pressione, la mici considerati per la preparazione delle curve di
portata d’aria in metri cubi al minuto, la massima velo- produzione del freddo dei compressori.
cità di rotazione e la potenza massima assorbita dai • Potenza assorbita dai motori che azionano i ventila-
ventilatori. tori FV e le pompe della salamoia FP.
b) Deve essere controllata la distribuzione dell’aria nei • Il coefficiente totale di trasmissione del calore k per
vari spazi refrigerati. le condizioni climatiche estreme considerate si può
ottenere con la formula seguente:
10.5.3 Prove funzionali
F = k Σ ( S ⋅ ∆T ) + F V + F P + F C
a) Al completamento dell’installazione ogni impianto fri-
essendo FC un termine correttivo (normalmente pic-
gorifero deve essere sottoposto a prove funzionali a
colo) che deve essere introdotto per gli altri scambi
bordo per verificare il funzionamento appropriato dei
di calore fra l’impianto in prova e l’ambiente.
macchinari e la capacità frigorifera dell’impianto con
prove di bilancio termico. h) Le temperature e pressioni in varie posizioni nei circuiti
di refrigerazione e della salamoia.
b) Prima dell’inizio delle prove effettive il Tecnico deve
verificare per campione che tutti i termometri, i mano- i) Le temperature dell’aria all’ingresso ed all’uscita degli
metri e gli altri strumenti siano in buon ordine per il fun- aerorefrigeranti.
zionamento, appropriatamente tarati e sistemati come j) Nel corso delle prove di bilancio termico i dati di cui
prescritto in ogni singolo caso dalla Società. sopra devono essere registrati ad intervalli di un’ora.
c) Tutti i macchinari frigoriferi devono essere messi in fun- Prima di queste prove i dati possono essere registrati ad
zione e tutte le celle, chiuse e vuote, devono essere raf- intervalli di 4 ore eccetto che per le temperature
freddate contemporaneamente fino alla minima dell’aria esterna e dell’acqua di mare che devono essere
temperatura prevista, cioè alla temperatura che è richie- registrate ad intervalli di un’ora per almeno le ultime 12
sto che sia indicata nella notazione di classe, o ad una ore delle prove.
temperatura inferiore in modo tale da mantenere una k) Casi speciali, per esempio quando la prova viene ese-
differenza di temperatura di almeno 20 °C fra la tempe- guita a temperature esterne molto basse che richiede-
ratura esterna media e la temperatura negli spazi refrige- rebbero di portare la temperatura entro gli spazi
rati. La temperatura prevista deve essere mantenuta per refrigerati al di sotto dei valori sopra specificati, o
un periodo sufficiente a sottrarre il calore dalla coiben- quando i compressori sono azionati da motori primi a
tazione. velocità costante o quando gli impianti frigoriferi di navi
per il trasporto di banane e frutta sono provati in
d) Dopo di ciò può essere cominciata la prova di bilancio
inverno o quando la temperatura minima richiesta per
termico. La durata della prova può essere uguale a 6 ore
la Classe non è la stessa in tutti gli spazi, saranno
o, se necessario, anche più lunga. Durante l’intera prova
oggetto di considerazione speciale da parte della
gli aerorefrigeranti devono essere azionati alla loro
Società.
potenza normale.

e) La regolazione della capacità frigorifera dell’impianto 10.6 Impianti di sbrinamento


può essere ottenuta riducendo il numero dei compres-
sori in funzione, variandone la velocità di rotazione o 10.6.1 Anche gli impianti di sbrinamento devono essere
anche mediante funzionamento intermittente. sottoposti a prove di funzionamento.
f) Non sono permessi mezzi di comando quando viene Istruzioni relative alle procedure da seguire per le prove di
variato il carico nei cilindri o il gas viene rinviato dalla funzionamento degli impianti frigoriferi a bordo saranno
mandata al lato aspirazione. fornite dalla Società caso per caso.

86 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 2

SEZIONE 2 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE


REF-CARGO

1 Generalità 2.1.2 Robustezza della coibentazione


In aggiunta alla prescrizioni in Sez 1, [5.5.2], qualora la
1.1 Applicabilità coibentazione debba sopportare carrelli elevatori a forche
(fork lift trucks), essa deve essere sottoposta a prove di robu-
1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano a stezza, che devono essere eseguite su campioni in condi-
navi per le quali è richiesta la notazione addizionale REF- zioni rappresentative delle condizioni di esercizio.
CARGO. Tali prescrizioni sono aggiuntive rispetto a quelle
in Sez 1. 2.1.3 Serrette
a) Devono essere sistemate serrette da 50x50 mm, distan-
1.1.2 Tali prescrizioni sono applicabili indipendentemente ziate circa 400 mm, sulle pareti verticali degli spazi del
dal numero delle stive refrigerate. Nel caso in cui solamente carico refrigerati.
un certo numero di stive sia munito di un impianto frigori-
fero per il quale è richiesta la notazione, il numero e la b) In maniera simile devono essere sistemate sul fondo
posizione di tali stive sarà indicata in un Allegato al Certifi- degli spazi refrigerati serrette da 75x75 mm; distanziate
cato di Classe. circa 400 mm al di sopra della coibentazione del cielo
delle gallerie alberi le serrette devono essere di legno
1.2 Refrigerazione degli spazi dedicati al duro.
carico c) La sistemazione delle serrette deve essere tale da per-
mettere la circolazione libera dell’aria e da impedire
1.2.1 In ciascuno spazio refrigerato le apparecchiature di che il carico venga in contatto colla coibentazione o
raffreddamento, comprese le serpentine della salamoia, se con le serpentine della salamoia, se esistenti.
sistemate, devono essere divise in due impianti distinti in
d) Possono essere omesse le serrette sui fondi degli spazi
grado di lavorare separatamente; ciascuno di essi deve
refrigerati nel caso di carichi appesi.
essere atto a mantenere il carico in condizioni di freddo
soddisfacenti. Ciascuna sezione deve essere munita di val-
vole o rubinetti o dispositivi simili sistemati in modo tale da 3 Strumentazione
poter essere intercettata.

1.2.2 Potrà essere data considerazione alla possibilità di 3.1 Termometri negli spazi del carico
non applicare le prescrizioni in [1.2.1] sulla duplicazione
dell’impianto frigorifero per impianti destinati a spazi con 3.1.1 Numero dei termometri
un volume inferiore a 200 m3. a) Ciascuno spazio refrigerato avente un volume non supe-
riore a 400 m3 deve essere munito di almeno 4 termo-
1.3 Riscaldamento metri o sensori di temperatura. Quando il volume è
superiore a 400 m3, tale numero deve essere aumentato
1.3.1 Qualora si intendano trasportare carichi che potreb- di 1 per ciascun aumento di 400 m3 .
bero essere influenzati negativamente dalle basse tempera-
b) I sensori per i lontantermometri elettrici devono essere
ture durante la stagione fredda o in certe aree geografiche,
collegati agli strumenti in modo tale che nel caso di ava-
devono essere previsti mezzi efficaci per riscaldare i locali
ria a un qualunque strumento la temperatura di qualsi-
in questione.
asi spazio possa ancora essere controllata con metà dei
sensori sistemati nello spazio stesso.
2 Spazi del carico refrigerati
3.1.2 Termometri a lettura diretta
2.1 Coibentazione I tubi che contengono i termometri devono avere un diame-
tro non inferiore a 50 mm e devono essere isolati con cura
2.1.1 Protezione della coibentazione dalle strutture della nave. Se tali tubi passano attraverso
In aggiunta alle prescrizioni in Sez 1, [5.5.1], il fondo degli spazi diversi da quelli serviti, essi devono essere coibentati
spazi refrigerati deve essere ricoperto con uno strato di in corrispondenza del passaggio attraverso tali spazi. Giun-
legno duro di spessore pari a circa 50 mm, o con altra pro- zioni e coperture di tali tubi devono essere isolati dalle
tezione di efficacia simile, per una superficie estesa fino a lamiere alle quali sono collegati ed installati su ponti espo-
circa 600 mm al di fuori della proiezione del profilo della sti in modo tale che in essi non possa raccogliersi e conge-
boccaporta. lare acqua durante la misurazione della temperatura.

Regolamenti RINA 2008 87


Parte F, Cap 8, Sez 2

3.1.3 Apparecchiature elettriche per la lettura dei anche un’unità di riserva facilmente sostituibile a bordo.
lontantermometri Se alimentato da batterie sarà sufficiente sistemare bat-
Le apparecchiature devono provvedere le indicazioni di terie facilmente sostituibili.
temperatura con la precisione richiesta in [3.1.5] nelle con- b) Un’apparecchiatura prototipo deve essere controllata e
dizioni di vibrazioni ed inclinazioni previste a bordo e per provata da un Tecnico della Società in un laboratorio
tutte le temperature ambiente, fino a 50 °C, a cui gli stru- indipendente riconosciuto o presso l’officina del
menti di indicazione ed i cavi di collegamento potrebbero costruttore per verificare mediante prove opportune che
essere esposti. il grado di precisione corrisponda alle prescrizioni di
cui sopra.
3.1.4 Sensori per i lontantermometri elettrici
a) I sensori devono essere sistemati negli spazi refrigerati c) Deve essere verificata la capacità dell’impianto di resi-
in posizioni nelle quali non sia probabile che vengano stere alle vibrazioni, urti e variazioni di temperatura sta-
esposti a danneggiamenti durante le operazioni di bilite e la sua insensibilità alle variazioni della salinità
carico e scarico e che siano ben lontane da fonti di dell’atmosfera e delle condizioni tipiche a bordo.
calore, quali, per esempio, le lampade elettriche, ecc.
b) I sensori negli aerorefrigeranti dell’aria devono essere 4 Prescrizioni addizionali per la nota-
sistemati ad una distanza di almeno 900 mm dalle ser- zione AIRCONT
pentine e dai motori dei ventilatori.
c) Quando sono sistemati nelle condotte, essi devono 4.1 Generalità
essere sistemati per quanto possibile al centro della
sezione della condotta dell’aria. 4.1.1 Applicabilità
a) Le prescrizioni seguenti si applicano a navi con appa-
d) I sensori devono essere protetti da coperture resistenti
recchiature permanentemente installate in grado di
alla corrosione ed impermeabili. I cavi di collegamento
generare e controllare un’atmosfera povera di ossigeno
devono essere permanentemente fissati ai sensori ed
nelle stive del carico allo scopo di rallentare il processo
agli strumenti di indicazione nonché ai loro accessori.
di maturazione di frutta o altri carichi, per le quali è
Collegamenti a spina sono permessi solamente se di un
richiesta la notazione AIRCONT.
tipo ritenuto accettabile dalla Società.
b) Le prescrizioni seguenti sono addizionali rispetto a
e) Tutti i sensori devono essere facilmente accessibili.
quelle in Sez 1.
3.1.5 Precisione c) La notazione AIRCONT non potrà essere concessa a
a) I termometri a lettura diretta devono permettere letture navi che usano apparecchiature portatili per la genera-
con una precisione dello 0,1 °C per temperature com- zione di atmosfera controllata o a navi con apparec-
prese fra 0 °C e 15 °C. Temperature date da letture a chiature permanentemente installate che servono meno
distanza devono avere una precisione di: del 50% dello spazio disponibile per il carico.
• ± 0,3 °C (a 0 °C) per il trasporto di frutta e vegetali
4.1.2 Prestazioni funzionali
• ± 0,5 °C (a 0 °C) per il trasporto di prodotti conge-
a) Normalmente l’evacuazione dell’ossigeno dagli spazi
lati.
che devono funzionare con atmosfera controllata si
b) Gli errori degli strumenti da accertare per mezzo di ottiene mediante l’introduzione di gas inerte. I gas inerti
taratura e confronto con uno strumento campione con più comunemente adoperati sono:
taratura ufficialmente certificata, non devono superare i • anidride carbonica (CO2)
valori seguenti:
• azoto (N2).
• ± 0,15 °C, nel campo da -3 °C a +3 °C
b) Il contenuto d’ossigeno negli spazi ad atmosfera con-
• ± 0,25 °C, in tutti gli altri campi della scala.
trollata deve essere mantenuto tra il 10% e il 2% del
c) In genere, il campo della scala di misura deve essere tra volume, con una precisione di almeno lo 0.2%.
-30 °C e +20 °C; esso in ogni caso deve essere mag-
c) Qualora per controllare l’atmosfera sia adoperata ani-
giore del campo di applicazione dello strumento per ±
dride carbonica, l’impianto deve essere in grado di con-
5 °C.
trollare e mantenere una concentrazione di CO2 in tutti
d) Nella scala graduata, l’intervallo corrispondente a 1 °C o in uno qualsiasi degli spazi controllati fra il 10% e lo
non deve essere minore di 5 mm. 0.2% in volume. Il contenuto di CO2 prescelto per
3.1.6 Registratore di dati l’atmosfera controllata deve essere mantenuto con una
precisione di almeno lo 0.2%.
a) Quando è installato un registratore di dati, almeno un
sensore per ciascuno spazio refrigerato, sia nello spazio d) Quando per controllare l’atmosfera è adoperato azoto
stesso, che nell’impianto di circolazione dell’aria, deve (N2), l’impianto di generazione deve essere almeno in
essere collegato ad un altro strumento indicatore indi- grado di fornire:
pendente approvato dalla Società. Il registratore di dati • 0.05 m3/h di azoto quando il contenuto d’ossigeno
deve poter registrare fino a 0,1 °C. Gli strumenti indica- per ciascun metro cubo dello spazio totale del
tori devono essere alimentati da due fonti indipendenti. carico, che deve essere ad atmosfera controllata, è
Se essi sono alimentati da una rete a bordo attraverso un uguale al 4% nelle normali condizioni di tempera-
trasformatore o un radrizzatore, deve essere provvista tura di funzionamento;

88 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 2

• 0.025 m3/h di azoto quando il contenuto d’ossigeno 4.2.2 Protezione delle zone ad atmosfera
per ciascun metro cubo dello spazio totale del controllata
carico, che deve essere ad atmosfera controllata, è a) Devono essere previsti mezzi per proteggere le zone ad
uguale al 2% nelle normali condizioni di tempera- atmosfera controllata dalle sovrapressioni o dal vuoto.
tura di funzionamento. b) Una valvola di pressione/depressione deve essere siste-
• Valori intermedi per contenuti d’ossigeno differenti mata in ogni zona ad atmosfera controllata e tarata per
possono essere interpolati. le condizioni di progetto della zona stessa.

4.1.3 Manuale operativo e di sicurezza c) Le valvole di pressione/depressione per le varie zone


devono essere di dimensioni adeguate per ridurre ogni
Deve essere sistemato a bordo un manuale operativo e di
eccesso di pressione quando le unità generatrici di gas
sicurezza che tratti almeno gli argomenti elencati qui di
scaricano alla loro massima portata in un’unica stiva o
seguito:
compartimento del carico e a ridurre il vuoto al mas-
• informazioni principali per l’uso dell’atmosfera control- simo tasso di raffreddamento.
lata;
d) Gli scarichi delle valvole di pressione/depressione
• descrizione completa dell’impianto per l’atmosfera con- devono essere sistemate ad almeno 2 m al di sopra del
trollata installato a bordo; ponte di coperta e 10 m di distanza da ogni presa di
• pericoli delle atmosfere a basso tenore di ossigeno e sue ventilazione e da ogni apertura di locali di alloggio,
conseguenze sulla vita umana; locali di servizio, locali macchine ed altri spazi simili
• contromisure all’esposizione ad atmosfere a basso presidiati. I tubi di scarico devono essere sistemati in
tenore d’ossigeno; modo da impedire l’ingresso d’acqua, sporcizia o detriti
che possano dare luogo a cattivo funzionamento delle
• istruzioni per il funzionamento, la manutenzione e la
apparecchiature.
taratura di tutti i rivelatori di gas;
e) Le sistemazioni per la protezione degli spazi o dei com-
• istruzioni per l’uso di analizzatori portatili di ossigeno
partimenti del carico contro sovra o sotto pressioni
con allarmi per la protezione personale;
diverse da quelle sopra specificate saranno oggetto di
• proibizione di ingresso negli spazi ad atmosfera control- considerazione speciale.
lata;
• istruzioni per la caricazione prima dell’iniezione del 4.2.3 Degassificazione
gas; a) Le sistemazioni per la degassificazione delle zone ad
• procedura per il controllo della sicurezza delle zone ad atmosfera controllata devono essere in grado di spur-
atmosfera controllata, porte e boccaportelli di accesso gare tutte le parti della zona in modo da assicurare
prima dell’iniezione del gas; un’ atmosfera sicura.
• procedura per la degassificazione di tutte le zone ad b) I ventilatori per il raffreddamento del carico e per il
atmosfera controllata; ricircolo dell’aria possono essere adoperati per opera-
• procedura per il controllo dell’atmosfera nelle zone ad zioni di degassificazione.
atmosfera controllata prima dell’ingresso. c) Gli sbocchi degli sfoghi gas devono essere portati
all’atmosfera in una posizione sicura a 2 m al di sopra
4.2 Spazi per il carico ad atmosfera control- del ponte di coperta e a 10 m di distanza da ogni presa
di ventilazione e da ogni apertura di locali di alloggio,
lata e spazi adiacenti
locali di servizio, locali macchine e simili locali presi-
4.2.1 Tenuta dell’atmosfera controllata diati.
a) Le zone ad atmosfera controllata devono essere a tenuta 4.2.4 Ventilazione delle zone adiacenti
d’aria. Deve essere prestata particolare attenzione alle
a) Le tughe e gli altri spazi adiacenti, o altri spazi entro i
tenute dei boccaportelli, tappi e porte d’accesso in cia-
quali è richiesta una continua accessibilità che conten-
scuna zona ad atmosfera controllata. Guarnizioni dop-
gono tubolature del gas nei quali perdite di gas potreb-
pie devono essere sistemate in corrispondenza di
bero creare un’atmosfera povera d’ossigeno devono
ciascuna apertura.
essere munite di un impianto di ventilazione meccanica
b) Le aperture per i tubi, condotte, cavi, sensori, tubolature con pressione positiva avente una portata di almeno 10
di campionatura ed altri accessori che passano attra- ricambi all’ora e in grado di essere controllato dal di
verso ponti o paratie devono essere opportunamente fuori di detti spazi.
dotati di tenute e resi stagni all’aria. b) Gli spazi adiacenti normalmente non presidiati devono
c) Le tenute ad acqua dalle sentine e i drenaggi dalle essere muniti di impianto meccanico di ventilazione
ghiotte dei refrigeratori devono essere abbastanza pro- che può essere permanente o portatile per liberare lo
fonde da contrastare, quando riempite di liquido che spazio dai gas prima dell’accesso. Quando si adope-
non evapori o congeli, la pressione di progetto in cia- rano ventilatori portatili, devono essere tenute a bordo
scuna zona ad atmosfera controllata aumentata per almeno due unità in grado di assicurare almeno due
tener conto dei movimenti della nave. ricambi d’aria all’ora nel maggiore di tali spazi.
d) Gli ingressi e le uscite per l’aria di ricambio devono c) Le prese dei ventilatori devono essere sistemate in modo
essere provvisti di sistemazioni d’isolamento. tale da impedire il ricircolo di qualsiasi gas.

Regolamenti RINA 2008 89


Parte F, Cap 8, Sez 2

d) Per navi portacontenitori con contenitori in atmosfera c) Quando i generatori di gas utilizzano compressori volu-
controllata dotate di impianti per l’invio di aria a basso metrici, deve essere previsto un dispositivo di sicurezza
contenuto d’ossigeno da ciascun contenitore ad atmo- per impedire che una pressione eccessiva possa svilup-
sfera controllata negli spazi del carico, gli impianti parsi sul lato della mandata del compressore.
sfogo gas devono essere in accordo con le presenti pre- d) Devono essere previsti mezzi idonei che permettano il
scrizioni. collegamento del collettore di mandata ad una sorgente
esterna.
4.3 Impianti del gas e) Quando si adopera l’azoto (N2):
4.3.1 Prescrizioni generali • Devono essere sistemati mezzi che impediscano
a) Devono essere previsti mezzi per raggiungere e mante- l’accidentale rilascio di azoto nelle zone ad atmo-
nere i livelli richiesti di ossigeno e/o anidride carbonica sfera controllata, per esempio mediante una valvola
nelle zone ad atmosfera controllata. Ciò può essere di non-ritorno bloccabile.
ottenuto mediante l’uso di gas conservato in serbatoi, • La tubolatura di mandata dell’azoto deve essere
apparecchiature di generazione del gas fisse o portatili o dotata di valvola di sicurezza in grado di scaricare la
altre sistemazioni equivalenti. massima portata di azoto.
b) L’impianto del gas deve avere una capacità sufficiente a • Devono essere sistemati filtri nella condotta di man-
compensare ogni perdita di gas dalle zone ad atmosfera data.
controllata e a mantenere una pressione positiva in tutte • Le tubolature di scarico dell’ossigeno e dell’azoto
le dette zone. devono scaricare in posizioni sicure sul ponte sco-
c) Gli impianti del gas che utilizzano compressori devono perto.
avere due o più compressori e motori primi che siano in 4.3.5 Segregazione
grado insieme di fornire la portata nominale. Ogni com-
a) Gli impianti fissi per la generazione del gas, le bombole
pressore deve essere dimensionato in maniera tale che,
o i generatori di gas portatili devono essere sistemati in
con un compressore non funzionante, l’impianto possa
un compartimento riservato esclusivamente a tale uso.
mantenere il contenuto di O2 entro tutti gli spazi del
Tali compartimenti devono essere separati da una para-
carico designati entro i campi specificati. In alternativa
tia e/o da un ponte stagno ai gas dagli alloggi, dai locali
un solo compressore e relativo motore primo può essere
macchine, dai locali di servizio e dalle stazioni di
accettato se il compressore è atto a fornire la portata
comando. Gli accessi a tali compartimenti devono
nominale richiesta e siano provvisti a bordo pezzi di
essere solamente dal ponte scoperto.
rispetto per il compressore e per il relativo motore
primo tali che qualsiasi avaria al compressore e al b) Le tubolature degli impianti del gas non devono passare
motore primo possa essere riparata a bordo. attraverso alloggi, locali macchine, locali di servizio e
stazioni di comando.
d) Le prese d’aria devono essere sistemate in modo da assi-
curare che aria contaminata non sia aspirata nel com- 4.3.6 Protezione degli spazi del carico
pressore.
a) Devono essere previsti mezzi per proteggere gli spazi
e) Qualora si intenda fornire il gas da bombole, la sistema- del carico dalle sovrapressioni. Questi mezzi possono
zione deve essere tale che le bombole vuote possano essere:
essere prontamente staccate in sicurezza e le bombole • nel caso di fornitura esterna di gas, una valvola
piene possano essere facilmente collegate. d’intercettazione azionata automaticamente nel
caso di sovrapressione sistemata in corrispondenza
4.3.2 Generazione dell’anidride carbonica
del collegamento con la fornitura esterna,
Le apparecchiature per la generazione dì anidride carbo-
nica saranno oggetto di considerazione speciale da parte • una valvola di sfogo, collegata alla valvola di
della Società. ingresso, che assicuri che l’immissione di azoto sia
permessa quando la valvola di sfogo è aperta.
4.3.3 Generazione dell’azoto di tipo passivo b) Gli sbocchi di azoto all’atmosfera devono essere diretti
Non è necessario che i generatori di azoto di tipo passivo, verticalmente verso l’alto e devono essere sistemati in
quali separatori di gas ed unità ad assorbimento siano posizioni segregate dalle quali non sia probabile lo sca-
duplicati. rico in zone presidiate.

4.3.4 Fornitura di gas 4.3.7 Ventilazione


a) Gli impianti del gas devono essere sistemati in modo a) Il compartimento della mandata del gas deve essere
tale che la pressione che potrebbe essere generata in dotato di un impianto di ventilazione meccanica in
una qualsiasi zona ad atmosfera controllata non superi estrazione indipendente in grado di fornire almeno 20
la pressione di progetto della zona. ricambi d’aria all’ora sulla base del volume vuoto totale
b) Durante le operazioni iniziali, devono essere previste del compartimento.
sistemazioni per sfogare i gas da ogni generatore b) Le condotte di ventilazione dal compartimento di gene-
all’atmosfera. Tutti gli sfoghi dai generatori di gas razione/mandata del gas non devono passare attraverso
devono essere portati ad una posizione sicura sul ponte alloggi, locali macchine, locali di servizio o stazioni di
scoperto. comando.

90 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 2

c) Le condotte di estrazione dell’aria devono essere por- attivato qualora la precisione sia al di fuori dei limiti di
tate ad una posizione sicura sul ponte scoperto. tolleranza.
c) Ogni spazio normalmente presidiato adiacente agli
4.4 Apparecchiature varie spazi del carico che possono funzionare in atmosfera
controllata deve essere munito di almeno un mezzo per
4.4.1 Apparecchiature d’umidificazione misurare il contenuto di ossigeno.
Quando è sistemato un impianto d’umidificazione, devono d) Quando apparecchiature d’umidificazione sono siste-
essere soddisfatte le prescrizioni seguenti: mate in ciascuna zona ad atmosfera controllata, deve
a) la mandata di acqua dolce per l’umidificazione deve essere attivato un allarme quando l’umidità relativa
essere tale da rendere minimo il rischio di corrosione e cade al di sotto di o supera valori predeterminati.
contaminazione del carico;
4.5.3 Impianto di campionatura ed analisi
b) allo scopo di impedire danni dovuti a blocchi
all’impianto d’umidificazione a causa del congela- a) Devono essere previsti almeno due analizzatori per
mento dell’acqua, le tubolature dell’aria, del vapore o ossigeno ed anidride carbonica con una tolleranza di ±
dell’acqua nelle celle del carico devono essere instal- 0,1 % in volume per determinare il contenuto dei gas
late in modo tale da rendere facile il drenaggio e circolanti entro le zone ad atmosfera controllata.
devono essere munite di un adeguato mezzo di riscal- b) Quando è sistemato un impianto di campionatura con
damento. analizzatori sequenzali, le linee di campionatura
devono essere in grado di funzionare a qualsiasi valore
4.4.2 Apparecchiature elettriche di pressione o vuoto ai quali l’impianto di atmosfera
In aggiunta alle prescrizioni applicabili in Parte C, controllata può funzionare nella zona del carico. Sono
Capitolo 2, devono essere soddisfatte le prescrizioni permesse linee comuni per fluidi differenti (ossigeno,
seguenti: anidride carbonica, ecc.).
a) l’energia elettrica per l’impianto di controllo dell’atmo- c) Devono essere sistemati due separati punti per la cam-
sfera deve essere fornita da un circuito separato d’ali- pionatura in ciascuna zona ad atmosfera controllata ed
mentazione proveniente dal quadro principale; un punto di campionatura in ciascuno spazio adiacente.
b) nelle condizioni di navigazione il numero e la potenza Le sistemazioni devono essere tali da impedire la con-
dei generatori di servizio devono essere sufficienti ad densa dell’acqua ed il congelamento delle linee di cam-
assicurare il funzionamento dei macchinari frigoriferi pionature nelle condizioni normali di funzionamento.
del carico e delle apparecchiature per il controllo Devono essere sistemati filtri agli ingressi delle linee di
dell’atmosfera in aggiunta ai servizi essenziali della campionatura.
nave, con un qualsiasi gruppo generatore fuori servizio. d) La sistemazione dei punti di campionatura dei gas deve
essere tale da rendere facile una campionatura rappre-
4.5 Apparecchiature per la rivelazione ed il sentativa del gas nello spazio.
controllo dei gas e) Quando il gas è estratto dalle zone ad atmosfera con-
trollata mediante un tubo di campionatura per essere
4.5.1 Generalità portato ad analizzatori al di fuori dello spazio, i cam-
a) Le indicazioni e gli allarmi richiesti nella presente pioni di gas devono essere scaricati in modo sicuro sul
Sezione devono essere dati tutti in una adeguata cen- ponte di coperta.
trale di comando per i carichi refrigerati. f) Sarà oggetto di considerazione speciale la campiona-
b) Deve essere controllata la pressione in ciascuna zona tura mediante apparecchiature portatili.
ad atmosfera controllata e un allarme deve essere atti- g) La frequenza della campionatura deve essere di almeno
vato quando la pressione è troppo alta o troppo bassa. una all’ora.
c) Letture dirette della qualità del gas entro una zona ad
atmosfera controllata devono essere disponibili a richie- 4.5.4 Allarmi per il rilascio di gas
sta del personale in servizio. Un allarme ottico ed acustico deve essere azionato automa-
ticamente per almeno 60 secondi prima che sia iniziato il
4.5.2 Rivelazione dell’ossigeno e dell’anidride rilascio del gas nello spazio del carico. L’allarme deve
carbonica essere interbloccato colla valvola d’ingresso del gas in
a) Tutti gli spazi per il carico con un impianto di atmosfera modo tale che la valvola non possa essere aperta fino a
controllata devono essere muniti di mezzi per misurare quando non sia stato dato l’allarme.
il contenuto di ossigeno e anidride carbonica. I valori
devono essere automaticamente registrati ad intervalli 4.6 Strumentazione, allarmi e controlli
regolari (generalmente ad ogni ora) per tutto il tempo in
cui lo spazio del carico è mantenuto in condizioni di 4.6.1 La Tab 1 riassume le prescrizioni minime relative ai
atmosfera controllata. comandi e ai controlli degli impianti ad atmosfera control-
b) Gli analizzzatori del gas devono essere tarati automati- lata.
camente una volta ogni 24 ore. Un allarme deve essere

Regolamenti RINA 2008 91


Parte F, Cap 8, Sez 2

Tabella 1

Funzione
Voce Indicatore Blocco auto- Commenti
Allarme
matico
Contenuto d’ossigeno percentuale basso X Spazi del carico
alto X
< 21% X Spazi presidiati adiacenti agli spazi
del carico
Contenuto di anidride percentuale X Spazi del carico
carbonica
Pressione atmosferica pressione alta X X (1)
Generazione del gas avaria X Avaria a qualsiasi apparecchiatura di
generazione
Rilascio del gas rilascio X Deve funzionare per almeno 60
secondi prima del rilascio
Livello del liquido nel basso X Se installato
dispostivo di tenuta
Ventilazione avaria X
Flusso nelle linee di cam- avaria X
pionatura
Registrazione dati avaria X
(1) Chiusura automatica della valvola di ingresso del gas fornito dall’esterno

4.7 Sicurezza c) Deve essere previsto un mezzo di comunicazione rice-


trasmittenti fra gli spazi del carico in atmosfera control-
4.7.1 Accessi alle zone ad atmosfera controllata lata e la stazione per il rilascio del gas. Se, per
a) Le zone ad atmosfera controllata devono essere chiara- soddisfare tale prescrizione, sono adoperati radiotele-
mente indicate da cartelli con le scritte “ATTENZIONE” foni portatili, almeno 3 apparecchi devono essere tenuti
e “PERICOLO” per allertare il personale. a bordo. Tali apparecchi devono essere in aggiunta a
quelli previsti dalla SOLAS, Capitolo III, Regola 6.
b) Ciascuna copertura di boccaportello e di passo d’uomo,
d) Devono essere provvisti a bordo due autorespiratori
e di porte che conducono in zone ad atmosfera control-
dotati di apparecchiature di comunicazione radio incor-
lata e agli spazi adiacenti deve avere serrature di sicu-
porati, di un cavo di sicurezza con cintura insieme con
rezza accettabili ed un cartello che informi circa il
bombole di rispetto d’aria completamente riempite per
basso contenuto d’ossigeno dell’atmosfera. I cartelli
le bombole degli autorespiratori con una capacità totale
devono essere sistemati in corrispondenza delle aper-
di 3600 litri di aria libera per ciascun autorespiratore.
ture di tutti gli spazi con atmosfera controllata per impe-
Questa apparecchiatura deve essere in aggiunta alle
dire aperture accidentali quando lo spazio stesso si
apparecchiature previste dalla SOLAS, Capitolo II-2,
trova in condizioni di atmosfera controllata.
Regola 17.
c) Tutte le porte ed i boccaportelli di accesso delle zone ad
atmosfera controllata che potrebbero trovarsi in pres- 4.8 Prove e collaudi
sione devono aprire verso l’esterno e devono essere
provvisti di mezzi che impediscano ferimenti o danni 4.8.1 Generalità
durante l’apertura. Le prove degli impianti per il controllo dell’atmosfera
devono essere eseguite a bordo prima che gli impianti ven-
4.7.2 Apparecchiature di sicurezza
gano messi in servizio, come qui di seguito indicato.
a) Devono essere previsti a bordo almeno 10 dispositivi di
controllo dell’ossigeno portatili muniti di allarme. 4.8.2 Prove di tenuta
b) Devono essere previsti almeno due sensori portatili a) Tubolature
d’ossigeno atti ad eseguire la campionatura del tenore 1) Il collettore e i branchetti di mandata del gas devono
d’ossigeno in tutte le zone ad atmosfera controllata e essere sottoposti a prova di robustezza ed a prova di
negli spazi adiacenti prima dell’ingresso in tali zone o tenuta. Le pressioni di prova devono essere rispetti-
spazi. vamente 1,5 e 1 volta la pressione di progetto.

92 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 2

2) Tutte le linee per la campionatura del gas devono tunamente tarati per la misura dei tenori di O2, CO2 e
essere sottoposte a prova di tenuta mediante vuoto o umidità, pressione e portata del gas nelle zone ad atmo-
sovrapressione. sfera controllata. La loro precisione deve essere verifi-
cata.
b) Tenuta dell’atmosfera controllata
1) Deve essere provata la tenuta di ciascuna zona ad
atmosfera controllata deve essere provata ed i risul- 5 Prescrizioni addizionali per le nota-
tati devono essere indicati nel certificato. Il rateo zioni PRECOOLING e QUICKFREEZE
delle perdite misurate in ogni zona deve essere con-
frontato con i valori specificati.
5.1 Generalità
2) Per determinare il grado di tenuta potranno essere
usati sia un metodo a pressione costante che un 5.1.1 Applicabilità
metodo che tenga conto della caduta di pressione.
Le prescrizioni seguenti si applicano a navi per le quali è
3) Se si adopera un metodo a pressione costante, la richiesta una delle notazioni PRECOOLING o QUICKFRE-
prova deve essere svolta alla pressione di progetto EZE. Le prescrizioni seguenti sono addizionali rispetto a
delle zone ad atmosfera controllata. quelle in Sez 1.
4) Se è adoperato un metodo che tenga conto della
caduta di pressione, deve essere misurato il tempo 5.1.2 Condizioni per l’assegnazione della
necessario per una caduta di pressione da 350 Pa a notazione
150 Pa e la perdita deve essere calcolata con la for-
Le notazioni PRECOOLING e QUICKFREEZE sono asse-
mula seguente: gnate in funzione del tempo massimo necessario per raf-
V freddare le celle dalla temperatura ambiente alla
Q = 7 ,095 ⋅ ----
t temperatura di esercizio quando il carico è caricato a tem-
peratura ambiente. Tale tempo con le temperature specifi-
essendo: cate deve essere indicato nella specifica contrattuale e,
Q : Perdita d’aria, in m3/h dopo verifica, indicato nella notazione.
V : Volume della zona, in m3
5.1.3 Prescrizioni addizionali per la notazione
t : Tempo, in secondi PRECOOLING
7,095 : Costante per una caduta di pressione di a) A meno che non sia altrimenti specificato per carichi
200 Pa. speciali, il rateo di circolazione dell’aria fredda entro
5) Durante questa prova, le zone adiacenti devono ciascuno spazio non deve essere normalmente inferiore
essere mantenute alla pressione atmosferica. a 70 ricambi all’ora. Valori inferiori possono essere
accettati per zone con ventilazione inferiore. Tuttavia,
4.8.3 Prestazioni dell’impianto del gas in qualsiasi zona, in qualsiasi parallelepipedo retto con
una superficie di base pari a 1 m2 della superficie del
Deve essere verificato con le prove la capacità
cielo e altezza pari all’altezza dello spazio, il rateo di
dell’impianto del gas di fornire gas alla portata e condizioni
circolazione non deve essere inferiore a 40 ricambi
specificate.
all’ora; inoltre il rateo medio di circolazione non deve
essere inferiore a 60 ricambi all’ora in qualsiasi paralle-
4.8.4 Degassificazione
lepipedo avente la stessa altezza e base pari a 50 m2 di
Deve essere dimostrata l’efficacia delle sistemazioni per la superficie del cielo.
degassificazione.
b) Per un impianto con circolazione d’aria orizzontale, i
4.8.5 Sicurezza, allarmi e strumentazione ratei di circolazione medi e locali non devono essere
a) Gli impianti di comando, allarme e sicurezza devono inferiori a quelli sopra indicati per gli impianti a circola-
essere provati per dimostrare il comportamento soddi- zione verticale.
sfacente di tutte le apparecchiature per il controllo delle c) A meno che non sia giustificato altrimenti, i ratei di cir-
macchine. Le prove devono tener conto anche delle colazione medi e locali dell’aria refrigerata devono
sistemazioni delle fonti di energia elettrica. essere controllati con gli spazi vuoti.
b) Devono essere esaminati le serrature di tutte le zone ad
atmosfera controllata e degli spazi adiacenti in cui 5.2 Prove a bordo
potrebbe accumularsi del gas, le misure prese
all’ingresso di tali spazi per fornire gli avvertimenti, i 5.2.1 Prescrizioni addizionali per la notazione
mezzi di comunicazione, nonché il funzionamento PRECOOLING
degli allarmi, comandi, controlli, ecc.
Per la notazione PRECOOLING devono essere verificate le
c) Deve essere verificata la presenza dei rivelatori di gas condizioni in [5.1.3] durante le prove dell’impianto di ven-
portatili e degli indicatori di ossigeno per il personale. tilazione. Procedure particolareggiate di prova devono
Devono essere provvisti per le prove apparecchi oppor- essere inviate in anticipo alla Società.

Regolamenti RINA 2008 93


Parte F, Cap 8, Sez 3

SEZIONE 3 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE


REF-CONT

1 Generalità necessario che questa prescrizione sia soddisfatta quando


l’aerorefrigerante serve non più di 7 contenitori standard da
40 piedi (o 14 contenitori standard da 20 piedi).
1.1 Applicabilità
2.2.2 Impianti frigoriferi decentrati
1.1.1 Le prescrizioni della presente Sezione si applicano
Normalmente gli impianti frigoriferi fissi completamente
per l’assegnazione della notazione addizionale REF-CONT.
decentrati devono soddisfare alle stesse prescrizioni previ-
Tali prescrizioni sono aggiuntive rispetto a quelle in Sez 1.
ste per gli impianti centralizzati. Tuttavia in questo caso non
1.1.2 Quando i contenitori sono raffreddati da un è richiesta una unità frigorifera di riserva, ma devono essere
impianto frigorifero permanentemente installato progettato previsti almeno due compressori, ciascuno dei quali sia in
per fornire aria refrigerata ai contenitori coibentati sistemati grado di fornire i 2/3 della potenzialità frigorifera richiesta
nelle stive di una nave porta contenitori, alla notazione (o una sistemazione equivalente).
REF-CONT sarà aggiunto il suffisso (A).
2.2.3 Valvole di regolazione
Quando la nave è progettata unicamente per fornire energia
Le valvole di regolazione per la mandata di salamoia agli
elettrica a contenitori con impianto frigorifero proprio alla
aeroregrigeranti devono essere sistemate in modo da poter
notazione REF-CONT sarà aggiunto il suffisso (E).
essere isolate, a meno che non sia possibile azionarle
1.1.3 Qualora per il trasporto dei contenitori frigoriferi sia manualmente in caso di avaria al loro dispositivo di
necessario il condizionamento o la coibentazione delle comando automatico. Tuttavia non è richiesto il funziona-
stive, anche le voci corrispondenti dovranno essere consi- mento manuale di tali valvole se è, possibile prendere
derate per la concessione della notazione di classe appro- misure che ne permettano la loro sostituzione veloce men-
priata. tre i contenitori sono a bordo. In tali casi deve essere inviato
alla Società un elenco proposto delle valvole di rispetto.
1.1.4 I contenitori frigoriferi non sono coperti dalla nota-
zione di classe e pertanto non vi sono prescrizioni specifi- 2.2.4 Ventilatori degli aerorefrigeranti
che per i contenitori nelle presenti norme. Qualora sia previsto un unico ventilatore per aerorefrige-
Tuttavia i coefficienti di trasmissione del calore dei conteni- rante, la sistemazione deve essere tale da rendere possibile
tori devono corrispondere ai valori che sono indicati nella lo smontaggio del ventilatore e/o del motore ad esso colle-
notazione. (Vedere anche Sez 1, [1.2.2]). gato in ciascun aerorefrigerante quando i contenitori sono a
bordo. In tale caso almeno un ventilatore ed un motore di
rispetto per ciascun tipo devono essere disponibili a bordo.
2 Impianti frigoriferi che forniscono
aria refrigerata ai contenitori 2.3 Apparecchiature ed impianti

2.1 Definizioni 2.3.1 Accoppiatoi


Gli accoppiatoi per il collegamenti ai contenitori devono
2.1.1 Pila di contenitori essere di un tipo approvato.
Pila di contenitori o semplicemente pila è un gruppo di
contenitori serviti da una stessa condotta e dallo stesso 2.3.2 Compressori
aerorefrigerante. Deve essere previsto almeno un compressore di riserva in
aggiunta ai compressori che sono necessari per la produ-
2.1.2 Impianto frigorifero decentrato zione di aria compressa necessaria per l’azionamento degli
Un impianto frigorifero decentrato è un impianto nel quale accoppiatoi. Tale compressore deve essere prontamente
ciascun contenitore è collegato a bordo ad un’unità sepa- disponibile e la sua portata deve essere almeno uguale a
rata per la produzione e distribuzione del freddo. quella del compressore più grande che potrebbe sostituire.

2.3.3 Condotte dell’aria


2.2 Distribuzione del freddo
a) Le condotte per l’aspirazione e per la mandata di aria
2.2.1 Impianti che forniscono pile di contenitori refrigerata devono essere opportunamente coibentate;
L’impianto di distribuzione del freddo di ciascun aerorefri- esse devono essere stagne all’aria in modo da impedire
gerante che serve una pila di contenitori deve essere distri- un aumento anormale della richiesta di freddo ed una
buito in due parti separate in grado di lavorare anormale riduzione di temperatura dell’aria nelle stive.
indipendentemente l’una dall’altra, ciascuna delle parti b) I materiali coibenti ed i rivestimenti usati devono essere
essendo sufficiente a fornire il freddo richiesto. Non è in accordo con le prescrizioni in Sez 1, [5.4].

94 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 3

2.3.4 Altre condotte e tubolature d) Devono essere provvisti almeno il 2% del numero di
a) Le condotte per la mandata di aria fresca e l’estrazione sensori di temperatura di rispetto per ciascun tipo di
di aria viziata che servono una pila di contenitori sensore (con un minimo di 5 per tipo).
devono essere sistemate in modo da essere segregate
dalle condotte che servono altre pile in modo da evitare 2.5 Ispezioni e prove in officina e a bordo
la contaminazione da odori di residui del carico in caso
di danneggiamento. 2.5.1 Pompe di circolazione
b) Precauzioni simili devono essere prese per quanto Le caratteristiche (portata, pressione e potenza assorbita)
riguarda la tubolatura per il drenaggio e per lo sbrina- delle pompe di circolazione per i fluidi di raffreddamento
mento dell’acqua e dei prodotti di condensa dagli aero- (acqua di mare, salamoia, fluidi frigorigeni) devono essere
refrigeranti. Ciascun tubo di drenaggio deve avere un controllati in officina quando i motori primi hanno una
ombrinale idraulico o sistemazione equivalente. potenza maggiore di 50 kW. Tali prove devono essere ese-
guite per ciascun tipo di pompa e devono essere presen-
c) Le condotte per lo scarico di aria viziata devono scari- ziate dal Tecnico della Società; devono essere considerati
care all’aperto. Tuttavia quando le stive sono sufficiente- almeno 3 punti opportunamente distribuiti su ciascuna
mente ventilate (rateo di rinnovo dell’aria di norma non curva.
inferiore a 4 ricambi all’ora) tali condotte possono scari-
care nelle stive. 2.5.2 Motori dei ventilatori degli aerorefrigeranti
Qualora il costruttore non possa indicare il rendimento di
2.3.5 Contenitori ad atmosfera controllata ciascun tipo di motore per una coppia resistente variabile
Per contenitori ad atmosfera controllata vedere Sez 2, fra il 20% e il 100% della coppia nominale di detto motore,
[4.2.4] d). può essere richiesto che le misurazioni corrispondenti siano
eseguite durante l’ispezione del motore in officina.
2.4 Termometri
2.5.3 Compressori
2.4.1 Sensori di temperatura a) Deve essere eseguito un controllo della potenza frigori-
a) Devono essere previsti almeno 2 sensori di temperatura fera di ciascun tipo di compressore a varie condizioni di
per ciascun contenitore. Uno di essi deve essere siste- funzionamento. Esse devono almeno corrispondere a
mato in corrispondenza della mandata e l’altro in corri- quelle previste nel bilancio termico per le condizioni di
spondenza dell’estrazione dell’aria. Tuttavia funzionamento estreme.
quest’ultimo può essere in comune con diversi conteni- b) Normalmente le prove devono essere eseguite presso le
tori purché la sistemazione sia tale da assicurare la officine dei fabbricanti. Quando le prove vengono ese-
stessa temperatura dell’aria in tutti gli sbocchi della guite a bordo le procedure proposte devono essere
mandata dell’aria. In tale caso il sensore deve essere approvate dalla Società.
sistemato sullo scarico dell’aerorefrigerante nel flusso
c) Per impianti identici costruiti dallo stesso fabbricante
d’aria comune proveniente dagli sbocchi.
per navi della stessa serie, le prove sono richieste sola-
b) I sensori ed i termometri devono essere di tipo appro- mente per la prima nave a condizione che i risultati
vato. siano soddisfacenti.
d) Il controllo diretto della potenza frigorifera non è richie-
2.4.2 Registratori di temperatura
sto qualora sia previsto di eseguire una prova alla tem-
a) Gli impianti per la registrazione delle misure di tempe- peratura più basse e nelle condizioni operative estreme
ratura devono essere completamente duplicati. Nel caso specificate con tutti i contenitori a bordo.
in cui ciò non sia possibile, deve essere possibile, in
caso di avaria all’impianto principale o a un cavo prin- 2.5.4 Aerorefrigeranti
cipale, intervenire con la strumentazione necessaria in Quando è ritenuto necessario tener conto delle caratteristi-
corrispondenza di ciascuna stiva per registrare le tempe- che dell’impianto, la Società può richiedere che la distribu-
rature dell’aria di mandata e di estrazione da ciascun zione del flusso di salamoia nei vari aerorefrigeranti sia
contenitore. In tal caso la sistemazione deve essere tale controllata a bordo.
che il personale incaricato di queste misure possa ese-
guirle da una posizione facilmente accessibile. 2.5.5 Condotte dell’aria
b) Per impianti completamente decentrati non è richiesta a) Deve essere ottenuta la tenuta all’aria delle condotte
la duplicazione a condizione che sia previsto un indica- dell’aria con i suoi collegamenti ed accoppiatoi a soddi-
tore-regolatore di temperatura per l’aria fornita a cia- sfazione del Tecnico della Società. La tenuta all’aria di
scun contenitore. Tali dispositivi devono essere sistemati ciascuna condotta deve essere provata.
insieme in una o più posizioni facilmente accessibili.
b) Deve essere controllata la tenuta all’aria di ciascuna
c) Per gli impianti con più di 200 contenitori l’impianto di condotta dopo la chiusura di tutti i tubi quali drenaggi,
controllo della temperatura deve essere automatizzato e estrazioni di aria viziata, che non sono all’origine di
deve comprendere allarmi per alta e bassa temperatura. perdite in condizioni normali. Devono essere eseguite
Le sistemazioni proposte devono essere inviate alla due prove, la prima con gli accoppiatoi sigillati con
Società. tappi stagni, la seconda senza questi tappi.

Regolamenti RINA 2008 95


Parte F, Cap 8, Sez 3

c) La portata della perdita Q0 deve essere misurata con zione da eseguire immediatamente dopo il comple-
una sovrapressione non apprezzabilmente minore di tamento della prova precedente.
0,245 kPa; per una sovrapressione ∆P, in kPa, diversa, la b) Tali prove devono essere eseguite per due gruppi di sen-
portata misurata della perdita Q deve essere corretta per sori scelti in momenti differenti (a metà ed alla fine della
ottenere Q0 mediante la formula: fabbricazione). Deve essere provato almeno l’1% (col
0, 245 1/ 2 minimo di 10) del numero di sensori scelti dal Tecnico
Q 0 = Q ⎛ ----------------⎞
⎝ ∆P ⎠ della Società.

La portata della perdita Q0 non deve superare per più 2.6.2 Impianto di controllo delle temperature
del 5% i valori dati in Tab. 1 moltiplicati per il numero La prova dell’impianto completo di controllo delle tempera-
di contenitori serviti dalla condotta in prova. ture deve essere eseguita presso l’officina del fabbricante
d) Una condotta per ciascun tipo deve essere sottoposta ad (per ciascuna nave, anche in caso di impianti identici instal-
una prova per verificare la distribuzione dell’aria ai con- lati su navi gemelle) e devono essere presenziate dal Tec-
tenitori. Questa prova comprende la misurazione del nico della Società. Tuttavia, per piccoli impianti, possono
flusso d’aria in corrispondenza dei vari accoppiatoi; essere condotte a bordo prove equivalenti .
durante la prova i ventilatori devono funzionare a piena
velocità alla pressione nominale. La portata d’aria attra- 2.7 Prove a bordo
verso ciascun accoppiatoio non deve essere normal-
mente minore del valore specificato con una tolleranza 2.7.1 Sensori di temperatura
del 5%. a) Deve essere controllato a bordo il corretto funziona-
e) Il coefficiente di scambio di calore complessivo deve mento di tutti i sensori di temperatura per l’intero
essere determinato per almeno due tipi differenti di con- impianto. Deve essere controllata l’accuratezza
dotte; i risultati non devono superare per più del 10% i dell’installazione dei sensori e dei loro cavi di collega-
valori considerati nel bilancio termico. Per grandi serie mento.
(almeno 50), il 2% delle condotte deve essere sottopo- b) Deve essere controllato a campione lo zero dei sensori
sto a tale prova. sistemati nelle condotte dell’aria di mandata e di estra-
f) Nel caso di condotte fabbricate a bordo le prove per la zione. Il controllo deve essere eseguito per confronto
tenuta dell’aria, per la distribuzione dell’aria e per le con ghiaccio di acqua pura (0 °C). Deve essere control-
perdite di calore sopra definite devono essere condotte lato almeno un sensore per fornitura ed un sensore in
a bordo dopo il montaggio. In tal caso a seguito di corrispondenza del flusso d’aria di estrazione.
esame speciale, quando esiste un notevole eccesso di c) Deve essere anche controllato che il sensore per la
potenzialità frigorifera, la Società potrà accettare che la regolazione della mandata dell’aria dia lo stesso valore
prova in e) non sia eseguita. del sensore di lettura e che non vi siano differenze anor-
g) Devono essere inviate all’approvazione le procedure di mali per i sensori di lettura che non siano stati control-
prova. lati in accordo con la presente prescrizione.

2.7.2 Condotte
Tabella 1
a) Prima di controllare il funzionamento corretto delle
Tipo di contenitore 40’ 30’ 20’ 10’ condotte e dei loro accessori, deve essere controllato
che la loro tenuta all’aria non sia stata deteriorata
Q0 in m /h 3 30 23 16 9 durante la movimentazione o l’installazione a bordo. Il
(a 15 °C, 101,3 kPa) (60) (46) (32) (18)
Tecnico della Società potrà richiedere che prove (prove
di fumo o equivalenti) siano condotte a campione.
Nota 1:Il valore minore corrisponde alla prima prova, il
b) Le due prove di tenuta descritte in [2.5.5] devono
maggiore alla seconda prova condotta senza tappi.
essere eseguite per le condotte che siano state smontate
in più di due parti per il trasporto o che siano state mon-
2.6 Dispositivi per la misurazione e la regi- tate a bordo con parti prefabbricate. In tale caso, ed
strazione delle temperature eccetto che per una condotta per ciascun tipo, non è
necessario che tali prove siano condotte in officina. Tut-
2.6.1 Sensori di temperatura tavia qualora esse siano state già eseguite in officina,
a) Per impianti con più di 200 sensori di temperatura in una di esse deve essere ripetuta a bordo.
corrispondenza delle mandate e delle estrazioni c) Il Tecnico della Società potrà richiedere che sia control-
dell’aria, compresi quelli per la regolazione della tem- lata la tenuta all’aria delle giunzioni fra gli accoppiatoi
peratura dell’aria di mandata, devono essere eseguiti i ed i contenitori installati a bordo per la prova. Ciò può
controlli seguenti: essere eseguito con soluzione saponosa o simili proce-
• controllo dello stagno delle tenute dopo un’immer- dure.
sione di 30 minuti in 1 m d’acqua o dopo una prova d) I motori elettrici dei ventilatori nelle condotte, se instal-
equivalente, lat nelle condotte in officina, devono essere sottoposti a
• controllo della taratura per almeno 3 temperature misurazione dell’isolamento; ciò deve essere eseguito a
opportunamente distribuite nel campo di misura- campione e come concordato col Tecnico della Società.

96 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 8, Sez 3

2.7.3 Prove di funzionamento 3 Navi che forniscono energia elettrica


a) Deve essere controllato il funzionamento dei compo- a contenitori dotati di impianto frigo-
nenti principali degli impianti dei fluidi (fluidi frigori-
geni, salamoia calda e fredda, acqua di mare, aria per
rifero proprio
gli accoppiatoi) nonché degli impianti di regolazione,
controllo ed allarme. 3.1 Apparecchiature elettriche
b) Il funzionamento corretto degli impianti durante le ope- 3.1.1 In aggiunta alle prescrizioni applicabili di Parte C,
razioni automatiche deve essere controllato per condi- Capitolo 2, devono essere soddisfatte le prescrizioni
zioni specifiche. Devono essere condotte prove per le seguenti:
varie condizioni operative e per almeno tre condotte di
tipo differente che devono essere completamente siste- a) l’energia elettrica per l’impianto di atmosfera control-
lata deve essere fornita da circuiti separati d’alimenta-
mate con i contenitori. Il funzionamento soddisfacente
di tutto l’impianto deve essere controllato mediante zione direttamente dal quadro principale;
prove appropriate. b) nelle condizioni di navigazione il numero e la potenza
dei gruppi di generazione di energia elettrica deve
c) Quando è sistemato un impianto d’aria condizionata
delle stive, esso deve essere provato in accordo con essere sufficiente ad alimentare i macchinari frigoriferi
Sez 2. del carico e le apparecchiature di atmosfera controllata
in aggiunta ai servizi essenziali della nave, con uno
qualsiasi dei gruppi fuori servizio.

3.2 Installazione dei contenitori


3.2.1 La caricazione dei contenitori frigoriferi deve essere
limitata alle posizioni nelle quali può essere assicurata
un’adeguata ventilazione e raffreddamento delle apparec-
chiature frigorifere.

Regolamenti RINA 2008 97


Parte F, Cap 8, Sez 4

SEZIONE 4 PRESCRIZIONI ADDIZIONALI PER LA NOTAZIONE


REF-STORE

1 Generalità

1.1 Applicabilità
1.1.1 Per l’assegnazione della notazione addizionale di
classe REF-STORE, ed in aggiunta alle prescrizioni perti-
nenti in Sez 1, devono essere soddisfatte le prescrizioni
addizionali della Sez 2 con l’eccezione di quelle in Sez 2,
[1.3] e Sez 2, [2.1].

98 Regolamenti RINA 2008


Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitolo 9

CLASSE DEI GHIACCI (ICE)

SEZIONE 1 GENERALITÀ

SEZIONE 2 STRUTTURE DELLO SCAFO E STABILITÀ

SEZIONE 3 MACCHINE

Regolamenti RINA 2008 99


Parte F, Cap 9, Sez 1

SEZIONE 1 GENERALITÀ

1 Generalità 2 Immersioni e spessori dei ghiacci in


relazione alle classi dei ghiacci
1.1 Applicabilità
1.1.1 (1/7/2007)
2.1 Definizioni
Le seguenti notazioni addizionali di classe sono assegnate 2.1.1 Linee di galleggiamento superiore ed inferiore
in accordo con quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, nei ghiacci (1/7/2007)
[6.10] alle navi rinforzate per la navigazione fra i ghiacci a) La linea di galleggiamento superiore (UIWL) nei ghiacci
che soddisfano le pertinenti prescrizioni del presente Capi- deve essere quella più alta alla quale è previsto che la
tolo: nave navighi tra i ghiacci. Tale linea può anche essere
• ICE CLASS IA SUPER una linea spezzata.
• ICE CLASS IA b) La linea di galleggiamento inferiore (LIWL) nei ghiacci
deve essere quella più bassa alla quale è previsto che la
• ICE CLASS IB nave navighi tra i ghiacci.
• ICE CLASS IC
2.1.2 Immersioni a prora e a poppa (1/7/2007)
• ICE CLASS ID.
Le immersioni minima e massima per la classe ghiacci, in
1.1.2 (1/7/2007) corrispondenza delle perpendicolari avanti ed addietro,
devono essere stabilite in accordo con le linee di galleggia-
Fatta eccezione per quelle applicabili alle navi con la nota- mento superiore ed inferiore nei ghiacci.
zione addizionale di classe ICE CLASS ID, le prescrizioni
per i rinforzi per la navigazione fra i ghiacci contenute nel 2.1.3 Cintura rinforzata per i ghiacci (1/7/2007)
presente Capitolo sono equivalenti a quelle stabilite nelle La cintura rinforzata per i ghiacci è quella parte di fasciame
norme "Finnish-Swedish Ice Class Rules 2002”, adottate il della murata che deve essere rinforzata. La sua estensione
20 settembre 2002, come emendate dal Bulletin verticale è uguale all’estensione verticale richiesta per i rin-
12/19.12.2006 della Finnish Maritime Administration forzi.
(FMA) ed applicabili alle navi adibite a navigazione inver-
nale nel Mar Baltico del Nord.
2.2 Limitazioni d’immersione
1.1.3 (1/1/2001)
2.2.1 Immersione massima (1/7/2007)
Ai fini del presente Capitolo, le notazioni di classe citate in
[1.1.1] possono essere indicate con le abbreziazioni Durante la navigazione tra i ghiacci, l’immersione e
seguenti: l’assetto non devono superare quelli corrispondenti al gal-
leggiamento di pieno carico UIWL.
• IAS per ICE CLASS IA SUPER
Durante la caricazione della nave si deve tener conto del
• IA per ICE CLASS IA valore della salinità dell'acqua di mare lungo la rotta previ-
• IB per ICE CLASS IB sta.

• IC per ICE CLASS IC 2.2.2 Immersione minima (1/7/2007)


• ID per ICE CLASS ID. La nave deve essere sempre caricata fino a raggiungere
almeno l’immersione corrispondente al galleggiamento di
zavorra LIWL durante la navigazione tra i ghiacci. Tutte le
1.2 Responsabilità dell’armatore cisterne e tutti i depositi per l’acqua di zavorra situati al di
sopra del galleggiamento LIWL, che debbano essere riem-
1.2.1 La scelta della notazione particolare per la naviga-
piti per raggiungere il suddetto galleggiamento, devono
zione tra i ghiacci più appropriata in relazione alle condi-
essere provvisti di dispositivi che impediscano il congela-
zioni di esercizio nelle quali la nave è destinata ad operare
mento dell’acqua in essi contenuta.
è lasciata in ogni caso alla esclusiva responsabilità
dell’Armatore. 2.2.3 Immersione minima prodiera (1/7/2007)
Si deve tuttavia tener presente che una nave alla quale Nel determinare il valore del galleggiamento LIWL si dovrà
venga assegnata la notazione IAS non si deve intendere ido- tenere in considerazione la necessità di garantire una ragio-
nea ad effettuare la navigazione tra i ghiacci in qualsiasi nevole capacità della nave di navigare tra i ghiacci in con-
condizione ambientale come se si trattasse di una nave dizioni di zavorra. L’elica dovrà risultare completamente
rompighiaccio. immersa, se possibile interamente al di sotto del ghiaccio.

Regolamenti RINA 2008 101


Parte F, Cap 9, Sez 1

L’immersione minima prodiera TAV, in m, deve essere non una marca ICE, di immersione tra i ghiacci, in corrispon-
inferiore a quella calcolata con la seguente formula: denza della immersione massima ammissibile per la classe
ghiacci assegnata alla nave (ved. Fig 1).
T AV = ( 2 + 0 ,00025∆ 1 ) ⋅ h G
essendo: Lo scopo del triangolo di avvertimento è quello di infor-
mare i Comandanti dei rompighiaccio ed il personale ispet-
∆1 : dislocamento della nave, in t, alla massima
tivo dei porti che la nave ha limitazioni di immersione per
immersione a centro nave corrispondente alla navigare tra i ghiacci.
classe dei ghiacci della nave, come definita in
[2.2.1] L' orlo superiore del triangolo di avvertimento deve essere
sistemato in corrispondenza della verticale alla marca
hG : spessore del ghiaccio, in m, di cui in [2.3].
"ICE", a 1000 mm sopra la linea di carico estivo in acqua
Non è comunque necessario che l’immersione TAV sia supe- dolce e comunque in nessun caso più in alto della linea di
riore a 4⋅hG. riferimento al ponte. I lati del triangolo devo essere lunghi
300 mm.
2.2.4 Indicazione delle immersioni massime e
minime (1/7/2007) La marca "ICE" relativa all'immersione per navigare tra i
Le immersioni massime e minime prodiera, in mezzeria ghiacci deve essere sistemata 540 mm addietro del centro
nave e poppiera per la navigazione fra i ghiacci devono disco oppure 540 mm addietro rispetto alla linea verticale
essere indicate nei disegni inviati per approvazione alla della marca di carico per trasporto legname, se assegnata.
Società e sul Certificato di Classe. Le marche e le cifre devono essere ricavate da lamiere dai 5
Le limitazioni di immersione durante la navigazione tra i agli 8 mm di spessore ed essere saldate sui fianchi della
ghiacci devono essere documentate e conservate a bordo in nave.
modo facilmente accessibili al Comandante.
Le marche e le cifre devono essere dipinte con colore riflet-
2.2.5 Triangolo di avvertimento (1/7/2007) tente rosso o giallo in modo da renderle chiaramente visibili
Se la linea di carico estivo in acqua dolce si trova più in alto anche se ricoperte di ghiaccio.
della UIWL, su entrambi i fianchi della nave deve essere Le dimensioni di tutte le cifre devono essere uguali a quelle
tracciato, in mezzeria nave, un triangolo di avvertimento ed usate per le marche delle linee di carico.

Figura 1 : Triangolo di avvertimento (1/7/2007)

300

ICE 25
1000

540 mm verso poppa

F
R I S

ICE
25

230

102 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 1

2.3 Spessore dei ghiacci 3.1.2 Potenza minima richiesta per le classi IAS, IA,
IB e IC (1/9/2003)
2.3.1 La potenza dell'impianto di propulsione non deve essere
a) Si suppone che una nave rinforzata per la navigazione minore del valore PMIN, in kW, determinato con la formula
fra i ghiacci possa navigare in mare aperto con ghiacci seguente, ma in nessun caso inferiore a 1000 kW, per le
aventi uno spessore non maggiore del valore hG. classi IA, IB e IC o inferiore a 2800 kW, per la classe IAS:
b) Il battente di progetto dell’area effettivamente sottoposta R CH ⎞ 3 / 2
⎛ -------------
alla pressione del ghiaccio si suppone tuttavia essere ⎝ 1000⎠
P MIN = KC ------------------------
-
solamente una frazione h dello spessore dei ghiacci hG. DP
c) I valori di hG e h, in m, sono dati nella Tab 1. essendo:
KC : Coefficiente indicato in Tab 2
Tabella 1 RCH : Resistenza della nave in un canale con ghiaccio
frantumato e uno strato consolidato, in N, pari
Classe dei ghiacci hG (m) h (m)
a:
IAS 1,0 0,35
2
R CH = C 1 + C 2 + C 3 C µ ( H F + H M ) ( B + C ψ H F )+
IA 0,8 0,30
3
+ C 4 L PAR H F + C 5 ⎛⎝ -----2-⎞⎠ ( A w f ⁄ L )
2 LT
IB 0,6 0,25 B
IC 0,4 0,22 essendo:
HF : 0,26 + (HMB)0,5
3 Potenza dell’apparato motore di pro- HM : 1,0, per le classi IAS e IA; 0,8, per la classe IB;
pulsione 0,6, per la classe IC
Cµ : 0,15 cos φ2 + sin ψ sin α, da assumere uguale o
3.1 Potenza richiesta dei motori superiore a 0,45
Cψ : 0,047ψ - 2,115, da assumere uguale a 0, se ψ ≤
3.1.1 Definizioni (1/9/2003) 45°
La potenza P è la massima potenza che le macchine di pro- C1 : Coefficiente che tiene conto di uno strato supe-
pulsione sono in grado di fornire in modo continuativo riore consolidato del ghiaccio frantumato e che
all'elica . deve essere assunto uguale ai valori sotto indi-
Se la potenza delle macchine è limitata da dispositivi tec- cati:
nici o da qualsiasi normativa applicabile alla nave, P deve • per la classe IA, IB e IC
essere assunta uguale alla potenza ridotta.
C1 = 0
Le dimensioni della nave, definite qui di seguito, devono • per la classe IAS:
essere misurate in corrispondenza della massima immer-
sione riferita alla classe dei ghiacci indicata in [2.2.1]. Per BL P AR
- + ( 1+0 ,021φ 1 ) ( f 2 B+f 3 L BOW +f4 BL BOW )
C 1 =f 1 ----------------
la definizione dei simboli, vedere anche Fig 2. 2T
------- + 1
B
L : Lunghezza dalla nave tra le perpendicolari (m)
C2 : Coefficiente che tiene conto anche di uno strato
LBOW : Lunghezza della prora (m)
superiore consolidato del ghiaccio frantumato e
LPAR : Lunghezza del corpo cilindrico (m) che deve essere assunto uguale ai valori sotto
B : Larghezza massima della nave (m) indicati:
T : Immersione massima corrispondente alla classe • per le classi IA, IB e IC:
dei ghiacci della nave (m) in accordo con C2 = 0
[2.2.1]
• per la classe IAS:
Awf : Area della parte prodiera della figura di galleg-
C 2 = ( 1+0 ,063φ 1 ) ( g 1 + g 2 B )+g 3 ⎛ 1+1 ,2 ---⎞ -------
T B 2-
giamento (m2) ⎝ B⎠ L 0 ,5
α : Angolo della figura di galleggiamento in corri-
spondenza di B/4 (°) essendo:
φ1 : Inclinazione del dritto o della ruota di prora in φ1 : da assumere uguale a 90°, per navi
corrispondenza del piano di simmetria della con bulbo prodiero
nave (°) f1 : 23 N/m2
φ2 : Inclinazione della prora a B/4 (°) f2 : 45,8 N/m2
DP : Diametro dell’elica (m) f3 : 14,7 N/m2
HM : Spessore del ghiaccio frantumato in mezzo al f4 : 29 N/m2
canale (m) g1 : 1530 N
HF : Spessore dello strato di ghiaccio frantumato g2 : 170 N/m
spostato dalla prora (m) g3 : 400 N/m2

Regolamenti RINA 2008 103


Parte F, Cap 9, Sez 1

C3 : 845 kg/m2s2 3.1.4 Potenza minima richiesta per la classe ID


(1/1/2001)
C4 : 42 kg/m2s2
La potenza delle macchine di propulsione deve essere non
C5 : 825 kg/s2 inferiore al valore P, in kW, determinato mediante la
seguente formula:
ψ : arctan (tan φ2 / sin α)
P = 0,72 LB
3
⎛ LT
------⎞ deve essere assunto non inferiore a 5 e non superiore
⎝ B2 ⎠ 3.1.5 Campo di validità (1/9/2003)
Il campo di validità delle formule per i requisiti relativi alla
a 20. potenza di cui in [3.1.2] è indicato in Tab 3.
Quando si calcoli il parametro DP / T, T deve essere misu-
Tabella 2 : Valori di KC rato in corrispondenza del galleggiamento di pieno carico
(UIWL).
Eliche a pale Se i valori dei parametri della nave sono al di fuori dei
orientabili o pro- campi indicati in Tab 3, devono essere usati altri metodi per
Numero di eliche Eliche a pale fisse
pulsione elet- la determinazione di RCH , come indicato in [3.1.3].
trica o idraulica
1 elica 2,03 2,26 3.1.6 Indicazione della potenza minima richiesta
2 eliche 1,44 1,6 (1/7/2004)
3 eliche 1,18 1,31 La potenza minima richiesta deve essere attestata sul Certi-
ficato di classe.
3.1.3 Altri metodi per la determinazione di KC o Tabella 3 : Campi di validità dei parametri usati per la
RCH (1/9/2003) convalida dei requisiti di potenza (1/9/2003)
La Società potrà approvare per singole navi in luogo dei
Parametro Minimo Massimo
valori di KC e RCH sopra definiti, valori di KC basati su meto-
dologie di calcolo più precise o valori di RCH basati su prove α [gradi] 15 55
su modelli. Tale approvazione sarà concessa con l’intesa
φ1 [gradi] 25 90
che essa potrà essere revocata qualora l’esperienza del fun-
zionamento della nave durante l’esercizio lo richieda. φ2 [gradi] 10 90

Requisito di progetto per le varie classi è una velocità L [m] 65,0 250,0
minima di 5 nodi nei seguenti canali di ghiaccio frammen-
B [m] 11,0 40,0
tato:
T [m] 4,0 15,0
IAS : HM = 1,0 m e uno strato di ghiaccio consolidato
spesso 0,1 m LBOW / L 0,15 0,40

IA : HM = 1,0 m LPAR / L 0,25 0,75

IB : HM = 0,8 m DP / T 0,45 0,75

IC : HM = 0,6 m Awf / (L * B) 0,09 0,27

Figura 2

A wf
B

B/4

LPAR

Sezione longitudinale
in corrispondenza
di B /4

φ φ
2 1
T

104 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 2

SEZIONE 2 STRUTTURE DELLO SCAFO E STABILITÀ

Simboli
UIWL : Galleggiamento di pieno carico, definito in Tabella 1 : Estensione in altezza della zona rinforzata
Sez 1, [2.1.2] per la navigazione tra i ghiacci per il
fasciame (1/1/2001)
LIWL : Galleggiamento di zavorra, definito in Sez 1,
[2.1.2] Estensione verticale della
zona rinforzata per la naviga-
s : Intervallo, in m, di rinforzi ordinari o travi rin- Notazione zioni tra i ghiacci, in m
forzate, come applicabile sopra UIWL sotto LIWL
l : Campata, in m, di rinforzi ordinari o travi rinfor- ICE CLASS IA SUPER 0,6 0,75
zate, come applicabile
ICE CLASS IA 0,5 0,6
ReH : Tensione minima di snervamento, in N/mm2, ICE CLASS IB 0,4 0,5
del materiale, definita in Parte B, Cap 4, Sez 1,
ICE CLASS IC
[2]. 0,4 0,5
ICE CLASS ID

1 Definizioni 1.1.2 Piede prodiero


Il piede prodiero è la zona di estremità prodiera al di sotto
del limite inferiore della zona rinforzata per la navigazione
1.1 Parte rinforzata per la navigazione tra i tra i ghiacci definita in [1.1.1] estesa dalla ruota di prora
ghiacci fino ad una distanza uguale a cinque volte l’intervallo tra
costole ordinarie principali a poppavia dell’inizio del rac-
cordo tra la linea di chiglia ed il profilo di prora (vedere
1.1.1 Generalità
Fig 1).
L’estensione in altezza della parte rinforzata per la naviga-
1.1.3 Cintura rinforzata superiore prodiera
zione tra i ghiacci (vedere Fig 1) è specificata in:
La cintura rinforzata superiore prodiera è la zona di estre-
• Tab 1 per il fasciame, mità prodiera estesa fino a 2m al di sopra del limite supe-
riore della zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci
• Tab 2 per i rinforzi ordinari e le travi rinforzate. definita in [1.1.1] ed estesa dal dritto di prora fino ad
almeno 0,2L a poppavia della perpendicolare avanti
(vedere Fig 1).

Figura 1 : Parte e zone rinforzate per la navigazione tra i ghiacci

Cintura rinforzata superiore prodiera


0,2 L
2m

Vedere 1.1.1 Vedere 1.2.2

UIWL
Zona poppier UIWL
LIWL a
Zona centrale
Zona prodiera
LIWL
Vedere 1.2.3
Piede prodiero
Linea limite della
zona piana del fianco 5 intervalli tra le costole ordinarie

Regolamenti RINA 2008 105


Parte F, Cap 9, Sez 2

Tabella 2 : Estensione in altezza della zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci per i rinforzi ordinari e le
travi rinforzate (1/9/2003)

Estensione verticale della zona rinforzata per la navigazione


Notazione Zona tra i ghiacci, in m,
sopra UIWL sotto LIWL
ICE CLASS IA SUPER Dal dritto o dalla ruota di prora 1,2 Fino al doppio fondo o al di sotto
fino a 0,3L a poppavia del dritto o dell’estremità superiore dei madieri
dalla ruota di prora
A poppavia dello 0,3L a poppavia 1,2 1,6
del dritto o della ruota di prora
fino al limite poppiero della zona
prodiera
Zona centrale 1,2 1,6
Zona poppiera 1,2 1,2
ICE CLASS IA Dal dritto o dalla ruota di prora 1,0 1,6
ICE CLASS IB fino a 0,3L a poppavia del dritto di
ICE CLASS IC prora
A poppavia dello 0,3L a poppavia 1,0 1,3
del dritto o della ruota di prora
fino al limite poppiero della zona
prodiera
Zona centrale 1,0 1,3
Zona poppiera 1,0 1,0
Dal dritto o dalla ruota di prora
fino a 0,3L a poppavia del dritto o 1,0 1,6
della ruota di prora

ICE CLASS ID A poppavia dello 0,3L a poppavia


del dritto o della ruota di prora
1,0 1,3
fino al limite poppiero della zona
prodiera
Nota 1:Qualora sia richiesto il rinforzo della cintura superiore prodiera (vedere [4.1.1]), la parte rinforzata per i ghiacci dei rinforzi
ordinari si deve estendere almeno fino all'estremità superiore della cintura rinforzata
Nota 2:Nel caso in cui, l’irrobustimento si dovesse estendere al di sopra di un ponte o di un cielo di una cisterna per non più di 250
mm, può essere sufficiente estenderlo fino al detto ponte o al detto cielo.

1.2 Zone • 5 m, per le navi con notazione ICE CLASS IB o ICE


CLASS IC e ICE CLASS ID.
1.2.1 Generalità (1/1/2001)
1.2.3 Zona centrale
Allo scopo dell’assegnazione delle notazioni ICE CLASS IA La zona centrale è la zona compresa tra il limite poppiero
SUPER, ICE CLASS IA, ICE CLASS IB, ICE CLASS IC e ICE della zona prodiera ed una linea posta a 0,04L a poppavia
CLASS ID la zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci, della linea limite della zona piana del fianco a poppa e
definita in [1.1.1], è suddivisa in tre zone, definite in parallela ad essa.
[1.2.2], [1.2.3], [1.2.4] e specificate in Fig 1.
La sovrapposizione con la suddetta linea limite poppiera
non è necessario che sia maggiore di:
1.2.2 Zona prodiera
• 6 m, per le navi con notazione ICE CLASS IA SUPER o
La zona prodiera è la zona compresa tra il dritto di prora ed ICE CLASS IA,
una linea posta a 0,04L a poppavia della linea limite pro-
• 5 m, per le navi con notazione ICE CLASS IB o ICE
diera della zona piana del fianco a prora e parallela ad essa.
CLASS IC.
La sovrapposizione con la suddetta linea limite prodiera
non è necessario che sia maggiore di:
1.2.4 Zona poppiera
• 6 m, per le navi con notazione ICE CLASS IA SUPER o La zona poppiera è la zona compresa tra il limite poppiero
ICE CLASS IA, della zona centrale e la poppa.

106 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 2

2 Criteri generali di progetto della un’altezza corrispondente a quella del rinforzo ordina-
rio adiacente.
struttura
2.2 Sistemazione a struttura longitudinale
2.1 Sistemazione generale della struttura
2.1.1 (1/9/2003) 2.2.1 Intervallo dei rinforzi longitudinali ordinari
(1/1/2001)
Entro la zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci defi-
nita in [1.1.1], tutti i rinforzi ordinari devono essere colle- Gli intervalli effettivi tra i rinforzi longitudinali ordinari non
gati alla struttura di supporto mediante squadre aventi lo possono essere maggiori di:
stesso spessore dell'anima del rinforzo. • 0,35 m per le notazioni ICE CLASS IA SUPER e ICE
I rinforzi ordinari devono essere collegati da entrambi i lati CLASS IA,
dell'anima alla trave rinforzata che attraversano (cioè • 0,45 m per le notazioni ICE CLASS IB, ICE CLASS IC e
entrambi i lati dell'anima di un rinforzo devono essere col- ICE CLASS ID.
legati con mascherine al contorno del foro di attraversa-
mento, come indicato in Fig 2). 2.3 Sistemazione a struttura trasversale
Figura 2 : Collegamento di estremità di rinforzi ordi- 2.3.1 Estremità superiore della sistemazione a
nari. Doppia mascherina di collegamento struttura trasversale
L’estremità superiore della parte rinforzata delle costole
principali e delle costole ordinarie intermedie sistemate per
la navigazione tra i ghiacci deve essere collegata ad un
ponte oppure ad un corrente longitudinale del fianco siste-
mato per la navigazione tra i ghiacci come specificato in
[4.3.1] e in [4.3.2].
Qualora una costola ordinaria intermedia termini al di
sopra di un ponte o di un corrente longitudinale del fianco
rinforzato per i ghiacci sistemato in corrispondenza o al di
sopra del limite superiore della zona rinforzata per la navi-
gazione tra i ghiacci, la parte di costola al di sopra del
ponte o del corrente longitudinale può essere dimensionata
senza tener conto della maggiorazione richiesta per la navi-
2.1.2 (1/1/2001)
gazione tra i ghiacci e la sua estremità superiore può essere
Per le zone seguenti della zona rinforzata per la naviga- collegata alle costole ordinarie principali adiacenti
zione tra i ghiacci: mediante un barrotto orizzontale avente lo stesso dimensio-
• tutte le zone di navi aventi la notazione ICE CLASS IA namento della costola ordinaria principale.
SUPER, La suddetta costola ordinaria intermedia può anche essere
• zone prodiera e centrale per navi aventi notazione ICE estesa al ponte superiore e, se questo è situato più di 1,8 m
CLASS IA, al di sopra della zona rinforzata per la navigazione tra i
ghiacci, non è necessario che la costola ordinaria interme-
• zone prodiera per navi aventi notazione ICE CLASS IB,
dia sia collegata al detto ponte eccetto che nella zona pro-
ICE CLASS IC o ICE CLASS ID
diera.
devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni:
2.3.2 Estremità inferiore della sistemazione a
• i rinforzi ordinari che non siano ortogonali al fasciame struttura trasversale
dello scafo per impedire svergolamenti devono essere L’estremità inferiore della parte rinforzata di una costola
sostenuti per mezzo di squadre di irrigidimento, rinforzi principale e di una costola ordinaria intermedia per la navi-
intercostali, correnti o altri simili rinforzi intervallati tra gazione tra i ghiacci deve essere collegata ad un ponte, al
loro non più di 1300 mm, cielo di una cisterna, di una cassa o di un deposito o ad un
• i rinforzi ordinari devono essere collegati al fasciame corrente longitudinale del fianco rinforzato per i ghiacci,
per mezzo di saldatura doppia continua. Non sono come specificato in [4.3.1] e in [4.3.2].
ammesse saldature a lembi dentellati, salvo nei casi di
Qualora una costola ordinaria intermedia termini al di sotto
sorpasso di giunti testa-testa delle lamiere del fasciame,
di un ponte, del cielo di una cisterna, di una cassa o di un
• lo spessore dell’anima dei rinforzi ordinari deve essere deposito o di un corrente longitudinale rinforzato per i
uguale ad almeno metà dello spessore del fasciame ghiacci situato in corrispondenza o al di sotto del limite
esterno e, in ogni caso, non inferiore a 9 mm; qualora al inferiore della zona rinforzata per i ghiacci, la sua estremità
posto di un rinforzo ordinario vi sia un ponte, un cielo inferiore può essere collegata alle costole ordinarie princi-
di una cisterna, di una cassa o di un deposito o una pali adiacenti per mezzo di un barrotto orizzontale avente
paratia, le lamiere del ponte, del cielo o della paratia lo stesso dimensionamento delle costole ordinarie princi-
suddetti devono avere lo spessore sopra richiesto per pali.

Regolamenti RINA 2008 107


Parte F, Cap 9, Sez 2

2.4 Alette di rollio suo apparato motore di propulsione, ottenuto


dalla seguente formula:
2.4.1 Il collegamento delle alette di rollio allo scafo deve
a f+b
essere realizzato in modo da ridurre al minimo il rischio di c d = ----------------
1000
danneggiamento allo scafo nel caso di asportazione acci-
dentale delle alette di rollio. a, b : coefficienti definiti in Tab 4,
A tale scopo è consigliabile che le alette stesse siano costi- f : coefficiente ottenuto dalla seguente formula:
tuite da più tratti separati più brevi.
∆ P-
f = ------------
1000
3 Carichi di progetto ∆ : dislocamento della nave, in t, alla massima
immersione per la navigazione tra i ghiacci
3.1 Generalità (vedere Sez 1, [2.1.1]),
P : valore effettivo della massima potenza conti-
3.1.1 A causa della differente rigidezza flrssionale di
nuativa dell’apparato motote di propulsione
fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate, la distribuzione
della nave, in kW (vedere Sez 1, [3]),
della pressione esercitata dal ghiaccio deve essere assunta
essere come specificata in Fig 3. c1 : coefficiente che tiene conto della probabilità
che, in una determinata zona dello scafo, si
Figura 3 : Distribuzione della pressione esercitata dal verifichi il valore di progetto della pressione
ghiaccio sul fianco della nave esercitata dal ghiaccio, assunto per la nave, in
relazione alla notazione per la navigazione tra i
P 0.75 P ghiacci per essa richiesta, il cui valore è specifi-
cato in Tab 5,
ca : coefficiente che tiene conto della probabilità
che l’intera lunghezza della zona considerata
sia soggetta in uno stesso momento alla pres-
sione del ghiaccio, ottenuto dalla seguente for-
mula:
47 – 5l
c a = ---------------------a
44
3.1.2 In alternativa alle formule ed ai valori specificati
nella presente Sezione, il dimensionamento delle strutture da assumere, né minore di 0,6, né maggiore di
dello scafo può essere determinato mediante metodi più 1,0
sofisticati eseguiti subordinatamente all’accordo della la : distanza, in m, definita in Tab 6,
Società nei singoli casi.
po : valore nominale della pressione esercitata dal
3.1.3 Qualora i dimensionamenti ottenuti sulla base delle ghiaccio, in N/mm2, da assumere uguale a 5,6.
prescrizioni della presente Sezione siano minori di valori
ottenuti per nave non rinforzata per la navigazione tra i Tabella 3 : Estensione in altezza della zona dello
ghiacci, devono essere utilizzati questi ultimi. scafo soggetta alla pressione del ghiaccio (1/1/2001)

Notazione h, in m
3.2 Pressione esercitata dal ghiaccio
ICE CLASS IA SUPER 0,35
3.2.1 Estensione in altezza della zona dello scafo ICE CLASS IA 0,30
soggetta alla pressione del ghiaccio
L’estensione in altezza della zona soggetta alla pressione ICE CLASS IB 0,25
del ghiaccio in un qualsiasi istante di tempo deve essere ICE CLASS IC
0,22
ottenuta, in m, dalla Tab 3 in funzione della notazione ICE CLASS ID
addizionale di classe assegnata alla nave.

3.2.2 Pressione esercitata dal ghiaccio di Tabella 4 : Coefficienti a, b


progetto (1/9/2003)
Zona
Il valore di progetto della pressine esercitata dal ghiaccio p, Condizione a b
(vedere [1.2])
in N/mm2, da considerare per le verifiche dei dimensiona-
menti, deve essere ottenuta dalla seguente formula: Zona pro- f ≤ 12 30 230
diera
p = cd c1 ca po f > 12 6 518
essendo: Zone cen- f ≤ 12 8 214
cd : coefficiente, che tiene conto dell’influenza trale e pop-
f > 12 2 286
delle dimensioni della nave e della potenza del piera

108 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 2

Tabella 5 : Coefficiente c1 (1/1/2001)

Zona Notazione
(vedere [1.2]) ICE CLASS IA SUPER ICE CLASS IA ICE CLASS IB ICE CLASS IC ICE CLASS ID
Zona prodiera 1,0 1,0 1,0 1,0 1,0
Zona centrale 1,0 0,85 0,70 0,50 non applicabile
Zona poppiera 0,75 0,65 0,45 0,25 non applicabile

Tabella 6 : Distanza la (1/9/2003) qualora sia evidente, per esempio sulla base di prove su
modello, che la nave avrà un'alta onda di prora.
Sistemazione 4.1.2 Spessore del fasciame nella zona rinforzata
Struttura della la per la navigazione tra i ghiacci
struttura
Lo spessore del fasciame esterno deve essere non minore
Fasciame Trasversale Intervallo tra i del valore ottenuto, in mm, dalla seguente formula:
rinforzi ordinari
• per struttura trasversale:
Longitudinale Due volte l'intervallo
tra i rinforzi ordinari F 1 p PL
t = 667s ------------
- + tc
Rinforzi ordinari Trasversale Intervallo tra i rinforzi R eH
ordinari
• per struttura longitudinale:
Longitudinale Campata dei rinforzi
ordinari p PL
t = 667s -------------
- + tc
Costole rinforzate Due volte l’intervallo F 2 R eH
tra le costole rinfor-
zate dove:
Correnti longitudi- Campata dei correnti pPL : pressione esercitata dal ghiaccio sul fasciame,
nale del fianco longitudinali del ottenuta, in N/mm2, dalla seguente formula:
sistemati per la fianco sistemati per la p PL = 0 ,75p
navigazione tra i navigazione tra i
ghiacci ghiacci p : pressione esercitata dal ghiaccio di progetto, in
N/mm2, definita in [3.2.2],
4 Dimensionamenti di scafo F1 : coefficiente ottenuto dalla seguente formula:

4 ,2
F 1 = 1 ,3 – --------------------------2
4.1 Fasciami h
--- + 1 ,8
s
4.1.1 Generalità (1/9/2003)
da assumere non maggiore di1,0,
Lo spessore del fasciame deve essere aumentato, in accordo F2 : coefficiente ottenuto dalle formule seguenti:
con le prescrizioni specificate in [4.1.2] entro la zona rin-
• for h/s ≤ 1,0:
forzata per la navigazione tra i ghiacci definita in [1.1.1]
per il fasciame. s
F 2 = 0 ,6 + 0 ,4 ---
In aggiunta, lo spessore del fasciame deve essere aumentato h
nei seguenti casi: • for 1,0 < h/s < 1,8
• Per la notazione ICE CLASS IA SUPER, lo spessore del
h
fasciame nella zona del piede prodiero deve essere non F 2 = 1 ,4 – 0 ,4 ---
s
minore del valore prescritto per la zona centrale rinfor-
zata per la navigazione tra i ghiacci. h : estensione in altezza, in m, della zona dello
scafo dello scafo soggetta alla pressione dei
• Per le notazioni ICE CLASS IA SUPER o ICE CLASS IA,
ghiacci, definita in [3.2.1],
per navi con velocità di esercizio in navigazione libera
uguale o superiore a 18 nodi, lo spessore del fasciame tc : sovraspessore, in mm, per corrosione e abra-
nella zona della cintura rinforzata superiore prodiera sione, da assumere uguale a 2 mm; tuttavia, nel
deve essere non minore del valore prescritto per la zona caso in cui sia applicato un idoneo rivestimento
centrale rinforzata per la navigazione tra i ghiacci. protettivo del fasciame esterno, di comprovata
efficacia contro l’abrasione, valori minori di 2
Un rinforzo similare della zona di prora è raccomandato mm possono essere accettati nei singoli casi
anche per una nave con una velocità di esercizio inferiore, dalla Società.

Regolamenti RINA 2008 109


Parte F, Cap 9, Sez 2

4.2 Rinforzi ordinari Tabella 7 : Coefficiente m0 (1/9/2003)

4.2.1 Generalità (1/9/2003) Condizione al contorno Esempio m0


I dimensionamenti dei rinforzi ordinari devono essere
Tipo 1 Costole di una nave porta- 7,0
incrementati, in accordo con le prescrizioni specificate in rinfuse con casse alte late-
[4.2.2], entro la zona rinforzata per la navigazione tra i rali
ghiacci definita in [1.1.1] per i rinforzi ordinari.
Quando meno del 15% della campata dei rinforzi ordinari
è ubicato entro la zona rinforzata per la navigazione tra i
ghiacci definita in [1.1.1], non è necessario incrementare il
dimensionamento dei rinforzi ordinari.

4.2.2 Dimensionamento delle costole ordinarie


Il modulo di resistenza delle costole deve essere non Tipo 2 Costole ordinarie esten- 6,0
minore del valore ottenuto, in cm3, dalla seguente formula: dentisi dal cielo di una
cisterna, di una cassa o di
7 – 5(h ⁄ l)
w = --------------------------- pshl un deposito ad un ponte
6
------------- 10
7m 0 R eH singolo

dove:
p : pressione esercitata dal ghiaccio di progetto, in
N/mm2, definita in [3.2.2],
h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta
alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1], Tipo 3 Costole ordinarie conti- 5,7
m0 : coefficiente definito in Tab 7. nue tra più ponti o tra più
correnti rinforzati longitu-
4.2.3 Dimensionamenti dei rinforzi ordinari dinali del fianco
longitudinali (1/9/2003)
Il modulo di resistenza w, in cm3 e l’area a taglio ASh, in
cm2, dei rinforzi ordinari longitudinali devono essere non
minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:
2
F 3 F 4 psl
- 10 6
z = ---------------------
m 1 R eH
0 ,87F 3 psl 4 Tipo 4 Costole ordinarie esten- 5,0
A Sh = --------------------------
- 10
R eH dentisi tra due soli ponti
essendo:
F3 : coefficiente che tiene conto della distribuzione
del carico sulle costole ordinarie adiacenti, otte-
nuto dalla seguente formula:

F 3 = ⎛ 1 – 0 ,2 ---⎞ ---
h h
⎝ s⎠ s

h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta


alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1],
Nota 1:Le condizioni al contorno sono quelle per le costole
F4 : coefficiente che tiene conto della concentra- ordinarie principali ed intermedie.
zione del carico nel punto di sostegno, da assu- Nota 2:Il carico si considera applicato a metà della campata.
mere uguale a 0,6,
p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in
4.3 Travi rinforzate
N/mm2, definita in [3.2.2],
m1 : coefficiente relativo alle condizioni al contorno 4.3.1 Correnti del fianco rinforzati per i ghiacci
del rinforzo ordinario longitudinale conside- sistemati entro la zona rinforzata per la
rato, da assumere uguale a 13,3 per rinforzi navigazione tra i ghiacci (1/9/2003)
ordinari longitudinali continui.
Il modulo di resistenza w, in cm3 e l’area a taglio ASh, in
L'intervallo s non deve essere superiore a 0,35 m per le cm2, dei correnti del fianco rinforzati per i ghiacci sistemati
notazioni ICE CLASS IA SUPER o ICE CLASS IA. In nessun entro la zona rinforzata per la navigazione tra i ghiacci,
caso s deve essere superiore a 0,45 m. definita in [1.1.1], devono essere non minori dei valori otte-
nuti dalle seguenti formule:

110 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 2

2 1
F 5 phl k 2 Fl ⎛
---
- ----------------------------------------⎞ 10 3
- 10 6
w = ----------------- 1 2
w = ----------
m S R eH R eH ⎝ 1 – ( νA Sh 1 ⁄ A a )2⎠
0 ,87F 5 phl 4 17 ,3αk 1 F
A Sh = ---------------------------
- 10 A Sh = ------------------------
-
R eH R eH
dove: essendo:
p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in k2 : coefficiente ottenuto dalla seguente formula:
N/mm2, definita in [3.2.2], 3 2
1 l 3 l l
h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta k 2 = --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞ + ----F
2 l ⎝ ⎠ 2 l ⎝ ⎠ l
alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1],
ove il prodotto ph deve essere assunto non F : carico trasferito ad una costola rinforzata da un
minore di 0,3, corrente rinforzato del fianco o dai rinforzi ordi-
mS : coefficiente relativo alle condizioni al contorno nari longitudinali, ottenuto, in kN, dalla
del corrente ordinario considerato, da assumere seguente formula:
3
uguale a 13,3 per correnti rinforzati continui F = phs 10
F5 : coefficiente, che tiene conto della distribuzione p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in
del carico sulle costole ordinarie, da assumere N/mm2, definita in [3.2.2], dove il valore di ca
uguale a 0,9. deve essere calcolato assumendo la uguale a
2s.
4.3.2 Correnti del fianco rinforzati per i ghiacci
sistemati al di fuori della zona rinforzata per la h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta
navigazione tra i ghiacci (1/9/2003) alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1],
Il modulo di resistenza w, in cm3 e l’area a taglio ASh, in ove il prodotto ph deve essere assunto non
minore di 0,3,
cm2, dei correnti del fianco rinforzati per i ghiacci sistemati
al di fuori della zona rinforzata per la navigazione tra i ν : coefficiente definito in Tab 8,
ghiacci, definita in [1.1.1], ma sopportanti costole ordinarie ASh1 : area a taglio, in cm2, calcolata come specificato
rinforzate per la navigazione tra i ghiacci, devono essere per ASh, assumendo:
non minori dei valori ottenuti dalle seguenti formule:
3 2
1 l 3 l
k 1 = 1 + --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞
F 6 phl ⎛
2 2⎝ l ⎠ 2⎝ l ⎠
- 1 – -----S⎞ 10
w = ----------------- h 6

m S R eH ⎝ lS ⎠ Aa : area a taglio effettiva della sezione trasversale


della costola rinforzata considerata,
0 ,87F 6 phl ⎛
- 1 – -----S⎞ 10
A Sh = --------------------------- h 4 α : coefficiente definito in Tab 8,
R eH ⎝ lS ⎠ k1 : coefficiente da assumere uguale al maggiore tra
essendo: i due valori ottenuti dalle seguenti formule:
3 2
1 l 3 l
k 1 = 1 + --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞
p : pressione di progetto esercitata dal ghiaccio, in
N/mm2, definita in [3.2.2], 2⎝ l ⎠ 2⎝ l ⎠
2 3
h : estensione in altezza, in m, della zona soggetta 3 l 1 l
k 1 = --- ⎛ ----F⎞ – --- ⎛ ----F⎞
alla pressione dei ghiacci, definita in [3.2.1], 2⎝ l ⎠ 2⎝ l ⎠
ove il prodotto ph deve essere assunto non
lF : distanza, in m, specificata in Fig 4; per la parte
minore di 0,3,
inferiore delle costole rinforzate, deve essere
mS : coefficiente definito in [4.3.1], assunto il valore minore di lF entro la zona rin-
F6 : coefficiente, che tiene conto della distribuzione forzata per la navigazione tra i ghiacci e per la
del carico sulle costole ordinarie, da assumere parte superiore deve essere assunto il valore
uguale a 0,95; maggiore di lF entro la suddetta zona rinforzata.
hS : distanza, in m, del corrente rinforzato conside-
rato dalla zona rinforzata per la navigazione tra Figura 4 : Modello strutturale di riferimento
i ghiacci,
lS : distanza, in m, tra il corrente rinforzato conside-
rato e quello adiacente.

4.3.3 Costole rinforzate verificate mediante modelli


semplificati (1/9/2003)
Per costole rinforzate che possono essere rappresentate
mediante il modello strutturale specificato in Fig 4, il
modulo di resistenza w, in cm3, e l’area a taglio ASh, in cm2,
devono essere non minori dei valori ottenuti dalle seguenti
formule:

Regolamenti RINA 2008 111


Parte F, Cap 9, Sez 2

5.2 Zona prodiera


Tabella 8 : Coefficienti α, e ν (1/9/2003)
5.2.1 Dritto o ruota di prora
AF/AW α ν Il dritto o la ruota di prora possono essere in acciaio lami-
0,0 1,50 0,0 nato, fuso o fucinato o possono essere realizzati con
lamiere di acciaio sagomate.
0,20 1,23 0,44
Un dritto di prora a spigoli vivi realizzato (vedere Fig 5)
0,40 1,16 0,62 conferisce alla nave una notevole capacità di penetrazione
e di manovra tra i ghiacci ed è particolarmente raccoman-
0,60 1,11 0,71
dato per navi aventi lunghezza monore di 150 m.
0,80 1,09 0,76
Figura 5 : Dritto di prora a spigoli vivi - Esempio
1,00 1,07 0,80
1,20 1,06 0,83
1,40 1,05 0,85
1,60 1,05 0,87
1,80 1,04 0,88
2,00 1,04 0,89
Nota 1:
AF : area della sezione trasversale della piattabanda,
AW : area della sezione trasversale dell’anima.
Lo spessore delle lamiere, nel caso di un dritto di prora
sagomato, e, nel caso di prora non a spigoli vivi, lo spessore
4.3.4 Costole rinforzate verificate mediante calcoli di qualsiasi parte del fasciame che forma un angolo di 30° o
diretti
più rispetto all’asse longitudinale della nave, su un piano
Per costole rinforzate aventi configurazioni e condizioni al orizzontale, deve essere non minore del valore ottenuto
contorno diverse da quelle specificate in [4.3.3], deve dalle formule specificate in [4.1.2], assumendo:
essere seguito un calcolo diretto delle tensioni, dove:
• s intervallo tra i rinforzi di sostegno delle lamiere, in m,
• il carico concentrato F agente sulle costole rinforzate • pPL, in N/mm 2, deve essere assunta uguale a p, definita
deve essere assunto uguale a quello specificato in
in [3.2.2], dove la deve essere assunta uguale all’inter-
[4.3.3],
vallo tra gli elementi verticali di sostegno, in m.
• il punto di applicazione del carico deve essere scelto in
relazione alla sistemazione dei correnti longitudinali Il dritto e le parti della prora non a spigoli vivi sopra definiti
rinforzati e dei rinforzi ordinari longitudinali in modo devono essere sostenuti da madieri o squadre distanziati tra
tale da ottenere i massimi valori dello sforzo di taglio e loro non più di 600 mm ed aventi uno spessore non infe-
del momento flettente. riore alla metà di quello delle lamiere che formano le dette
parti.
Per tutti i tipi di modello deve essere verificato che:
La zona rinforzata del dritto o della ruota di prora deve
σ ≤ R eH estendersi dalla chiglia fino a 0,75 m al di sopra del galleg-
R eH giamento di pieno carico UIWL oppure, nel caso in cui sia
τ ≤ -------
- richiesta una cintura rinforzata superiore prodiera (vedere
3
[1.1.1], deve estendersi fino al limite superiore di detta cin-
σ VM ≤ R eH
tura.
essendo:
5.2.2 Sistemazioni per il rimorchio (1/9/2003)
σ : tensione normale calcolata, in N/mm2,
Nel parapetto di prora, sul piano di simmetria della nave,
τ : tensione tangenziale calcolata, in N/mm2, deve essere sistemato un cubiotto avente dimensioni non
σVM : tensione ideale calcolata, ottenuta, in N/mm2, minori di 250 mm x 300 mm, lunghezza non minore di 150
dalla seguente formula: mm e raggio di curvatura sulla superficie interna non
minore di 100 mm.
2 2
σ VM = σ + 3τ
Deve essere sistemata una bitta o un altro mezzo adatto per
assicurare il cavo di rimorchio, avente un dimensionamento
5 Altre strutture tale da sopportare un carico uguale al carico di rottura del
cavo da rimorchio.
5.1 Applicabilità Sulle navi aventi un dislocamento inferiore o uguale a
30000 t, la parte della prora che si estende fino ad
5.1.1 (1/1/2001) un'altezza di almeno 5 m al di sopra del galleggiamento di
Le prescrizioni di cui ai sottoarticoli [5.3] e [5.4] non si pieno carico UIWL e per almeno 3 m a poppavia del dritto
applicano alla notazione ICE CLASS ID. o della ruota di prora deve essere rinforzata per sopportare

112 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 2

le sollecitazioni causate dal rimorchio corto a forcella (fork 5.5 Portellini e aperture per lo scarico di
towing). A tale scopo devono essere sistemate costole ordi- grandi masse
narie intermedie sostenute da correnti rinforzati o da ponti.
Nota 1: Nel caso di navi di modeste dimensioni (aventi disloca- 5.5.1 Nella zona del fasciame esterno rinforzata per la
mento minore di o uguale a 30000 t) il rimorchio corto a forcella navigazione tra i ghiacci non possono essere sisiatemati
costituisce, nella maggior parte dei casi, il sistema più efficace per portellini.
l'assistenza tra i ghiacci. Tuttavia nelle navi con prora a bulbo spor- Le aperture per lo scarico di grandi masse devono essere
gente più di 2,5 m a proravia della perpendicolare avanti, questo oggetto di particolare considerazione.
sistema di rimorchio si rivela spesso difficile.

6 Allestimento
5.3 Zona poppiera

5.3.1 Deve essere evitato un gioco eccessivamente ridotto 6.1 Timoni e organi di governo
tra l’estremità delle pale dell’elica ed il telaio di poppa per
6.1.1 I dimensionamenti del dritto del timone, dell’asta,
non dar luogo a carichi molto elevati sulla suddetta estre-
degli agugliotti, ecc. nonchè delle macchine di governo e le
mità delle pale.
relative prestazioni richieste, devono essere in accordo con
le prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 1, assu-
5.3.2 Sulle navi con due o tre eliche, l’irrobustimento per
mendo il coefficiente r2, definito in Parte B, Cap 10, Sez 1,
la navigazione tra i ghiacci del fasciame dello scafo e dei
[2.1.2], uguale a 1,10 indipendentemente dal tipo di profilo
relativi rinforzi deve essere esteso fino al doppio fondo per
del timone.
almeno 1,5 m a proravia ed a poppavia delle eliche laterali.
Tuttavia la massima velocità di esercizio in marcia avanti da
5.3.3 Le linee d’alberi e gli astucci per le eliche laterali assumere per la verifica dei dimensionamenti suddetti deve
devono, in generale, essere racchiuse entro ringrossi in essere non minore del valore specificato in Tab 9.
lamiera. Se vengono usati bracci di sostegno, il loro pro- Nel caso in cui il valore effettivo della massima velocità di
getto, la loro robustezza ed il loro collegamento allo scafo esercizio in marcia avanti della nave considerata sia mag-
devono essere considerati nei singoli casi dalla Società. giore del valore specificato in Tab 9, deve essere assunto il
detto valore effettivo.
5.3.4 Una poppa a specchio molto larga, che si estenda al
di sotto del galleggiamento di pieno carico UIWL, può ren- Tabella 9 : Massima velocità di servizio in marcia
dere molto difficoltosa la navigazione in marcia indietro tra avanti (1/1/2001)
i ghiacci, che nelle suddette condizioni è essenziale.
Per la suddetta ragione deve essere evitato, per quanto pos- Massima velocità di esercizio
Notazione
sibile, che una poppa a specchio si estenda al di sotto del in marcia avanti (nodi)
galleggiamento di pieno carico UIWL; qualora ciò fosse ICE CLASS IA SUPER 20
inevitabile, la parte dello specchio di poppa al di sotto del
suddetto galleggiamento di pieno carico UIWL deve avere ICE CLASS IA 18
una larghezza il più possibile ridotta. ICE CLASS IB 16
La parte dello specchio di poppa entro la zona rinforzata ICE CLASS IC
per la navigazione tra i ghiacci deve essere irrobustita come 14
ICE CLASS ID
richiesto per la zona centrale.
Entro la zona rinforzata per i ghiacci, lo spessore del
5.4 Strisce di ponte in corrispondenza delle fasciame del timone e dei diaframmi interni deve essere
boccaporte e coperture delle bocca- non minore del valore prescritto per il fasciame esterno
della zona poppiera.
porte
6.1.2 Per le notazioni ICE CLASS IA SUPER o ICE CLASS
5.4.1 Le strisce di ponte ai lati delle boccaporte, facenti IA, l’asta del timone ed il lembo superiore della pala
funzione di correnti del fianco rinforzati per i ghiacci, devono essere protetti contro la pressione esercitata dal
devono avere modulo di resistenza e area della sezione ghiaccio per mezzo di un fendighiaccio o di un altro mezzo
resistente al taglio ottenuti in accordo con le prescrizioni equivalente.
specificate rispettivamente in [4.3.1] e in [4.3.2]. Nel caso
di aperture per boccaporte di notevole lunghezza, il valore
del prodotto ph può essere assunto minore di 0,30, ma in 6.2 Parapetti
nessun caso deve essere assunto minore di 0,20.
6.2.1 Se il ponte di coperta in qualsiasi parte della nave si
Il progetto delle coperture delle boccaporte sul ponte di trova al di sotto del limite superiore della zona rinforzata
coperta e dei relativi accessori deve tener conto dell’infles- per la navigazione tra i ghiacci (per esempio in corrispon-
sione dei fianchi della nave, dovuta alla pressione esercitata denza del pozzo di un cassero rialzato), il parapetto deve
dal ghiaccio, in corrispondenza di aperture per boccaporte avere almeno la stessa robustezza prescritta per il fasciame
di notevole lunghezza. esterno nella zona rinforzata per i ghiacci.

Regolamenti RINA 2008 113


Parte F, Cap 9, Sez 3

SEZIONE 3 MACCHINE

1 Propulsione 1.4 Eliche


1.4.1 Materiali
1.1 Prestazioni dell’apparato motore
Il materiale usato per le eliche deve avere un allungamento,
1.1.1 La potenza P dell'apparato motore di propulsione è misurato su una tratta utile uguale a 5 volte il diametro della
la massima potenza che le macchine di propulsione sono in provetta, non inferiore al 19% e preferibilmente non infe-
grado di sviluppare in modo continuativo. Se detta potenza riore al 22% ed inoltre deve avere una resilienza Charpy V
è limitata mediante accorgimenti tecnici o in accordo con alla temperatura di -10 °C, non inferiore a 21 J.
una qualsiasi normativa applicabile alla nave, si deve assu-
1.4.2 Dimensionamenti (1/1/2001)
mere per P il valore ridotto. In nessun caso P può essere
minore dei valori calcolati in accordo con Sez 1, [3.1.2] o Quando è richiesta una delle notazioni IAS, IA, IB, IC o ID,
Sez 1, [3.1.4], come applicabile. la larghezza l e lo spessore massimo t delle sezioni cilindri-
che delle pale dell’elica devono essere tali da soddisfare le
relazioni di cui ai seguenti a), b) e c).
1.2 Momento torcente dovuto al ghiaccio
a) SEZIONE CILINDRICA POSTA AL RAGGIO 0,125 D,
1.2.1 (1/9/2003) per eliche con pale di pezzo fisse:
Per il dimensionamento delle eliche, delle linee d’alberi e
l ⋅ t ≥ ------------------------------------------------- ⋅ ⎛ -------------------T + 2 ,24M G⎞
dei riduttori e/o invertitori ad ingranaggi, deve essere consi- 2 26 ,5 2 ,85M
derato anche l’effetto d’urto delle pale dell’elica contro il ⎛ 0 , 7⎞ ⎝ z ⎠
R m ⋅ 0 ,65 + --------
ghiaccio. ⎝ ρ ⎠

Il momento torcente dovuto al suddetto effetto del ghiaccio


b) SEZIONE CILINDRICA POSTA AL RAGGIO 0,175 D,
deve essere assunto uguale al valore MG, in N⋅m , calcolato
per eliche a pale orientabili:
con la seguente formula:
l ⋅ t ≥ ------------------------------------------------- ⋅ ⎛ -------------------T + 2 ,35M G⎞
2
2 21 ,1 2 ,85M
M G = mD
⎛ 0 ,7⎞ ⎝ z ⎠
R m ⋅ 0 ,65 + ⎝ --------⎠
essendo: ρ

m : Coefficiente il cui valore è indicato nella Tab 1, c) SEZIONE CILINDRICA POSTA AL RAGGIO 0,3 D, per
in funzione della notazione per la navigazione eliche sia a pale fisse che a pale orientabili:
tra i ghiacci richiesta
l ⋅ t ≥ ------------------------------------------------- ⋅ ⎛⎝ -------------------T + 2 ,86M G⎞⎠
2 9 ,3 2 ,85M
D : Diametro dell’elica, in m z
R m ⋅ 0 ,65 + ⎛⎝ --------⎞⎠
0 , 7
Qualora le eliche non siano totalmente immerse quando la ρ
nave si trovi in condizioni di zavorra, il valore del momento
essendo:
torcente dovuto al ghiaccio relativo alla notazione IA può
essere adottato anche per le notazioni IB e IC. l : Larghezza della sezione cilindrica sviluppata
della pala posta al raggio considerato, in cm
Tabella 1 (1/1/2001) t : Spessore massimo della pala in corrispondenza
della sezione cilindrica considerata, in cm
Classe dei ρ : D/H
IAS IA IB IC ID
ghiacci
D : Diametro dell’elica, in m
m 21000 15700 13000 12000 11000 H : Passo delle pale dell’elica, in m, da assumere
uguale a:
1.3 Sistemazioni per l’avviamento dei • passo in corrispondenza del raggio conside-
motori di propulsione a combustione rato, per eliche a pale fisse
interna • 70% del passo nominale, per eliche a pale
orientabili
1.3.1 In aggiunta a quanto stabilito in Parte C, Cap 1,
Sez 10, [17.3], ai fini dell’assegnazione della notazione P : Potenza massima continuativa della macchina
IAS, la portata complessiva dei compressori, nel caso di di propulsione, per la quale è stata richiesta la
motori di tipo reversibile, deve essere sufficiente a riempire notazione, in kW
i serbatoi o le bombole dell’aria compressa in non più di n : Velocità di rotazione dell’elica, in giri/min, cor-
mezz’ora. rispondente alla potenza P

114 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 9, Sez 3

MT : Valore, in N⋅m, del momento torcente corri- suo supporto poppiero deve essere non inferiore al
spondente alla potenza P ed alla velocità di valore dP, in mm, calcolato con la seguente formula:
rotazione n suddette, calcolato come segue: 1
---
W⋅R 3
P d P = K E ⋅ ⎛ ----------------m-⎞
M T = 9550 ⋅ --- ⎝ R S ,M IN ⎠
n
z : numero delle pale dell’elica essendo:
MG : Valore, in N⋅m, del momento torcente dovuto al KE : KE = 10,8, per eliche aventi il diametro del
ghiaccio, calcolato con la formula di cui in mozzo inferiore o uguale a 0,25 D
[1.2]. KE = 11,5, per eliche aventi il diametro del
Rm : Valore, in N/mm2, del minimo carico unitario di mozzo superiore a 0,25 D
rottura per trazione del materiale delle pale. W : Valore l⋅t2 in cm3, proposto per la sezione
della pala in corrispondenza del raggio:
1.4.3 Spessore minimo delle pale • 0,125 D, nel caso di eliche aventi il dia-
Qualora lo spessore delle pale calcolato con le formule di metro del mozzo inferiore o uguale a
cui in Parte C, Cap 1, Sez 8, [2.2.1] e Parte C, Cap 1, Sez 8, 0,25 D,
[2.3.1] siano maggiori di quelli calcolati con le formule • 0,175 D, nel caso di eliche aventi il dia-
date in [1.4.2], dovranno essere assunti tali maggiori valori. metro del mozzo superiore a 0,25 D
1.4.4 Spessore minimo in corrispondenza Rm : Valore, in N/mm2, del minimo carico unita-
dell’estremità delle pale (1/9/2003) rio di rottura per trazione del materiale delle
Lo spessore all’estremità della pala al raggio 0,5 D deve pale dell’elica
risultare non inferiore al valore t1, in mm, calcolato con le RS,MIN : Valore, in N/mm2, del minimo carico unita-
seguenti formule: rio di snervamento (ReH) o del carico al
a) Per navi con notazione IAS: quale corrisponde un allungamento perma-
nente dello 0,2% (Rp 0,2) del materiale
490 0 ,5
t 1 = ( 20 + 2D ) ⋅ ⎛ ----------⎞ dell’albero portaelica.
⎝ Rm ⎠
b) Se il diametro dell’albero portaelica calcolato con la
b) Per navi con notazione IA, IB, IC o ID: formula di cui in Parte C, Cap 1, Sez 7, [2.2] dovesse
490 0 ,5 risultare maggiore di quello calcolato con la formula del
t 1 = ( 15 + 2D ) ⋅ ⎛⎝ ----------⎞⎠ precedente comma a), si deve assumere il suddetto
Rm
valore maggiore.
Nelle formule di cui sopra, D ed Rm hanno lo stesso signifi-
c) L’eventuale parte conica dell’albero portaelica deve
cato indicato in [1.4.2].
essere progettata e realizzata in accordo con le perti-
1.4.5 Spessore delle pale in posizioni intermedie nenti norme in Parte C, Cap 1, Sez 7.
Lo spessore delle altre sezioni delle pale deve essere deter- d) Gli alberi portaelica devono essere in acciaio avente
minato mediante una curva avviata passante per i punti caratteristiche di resilienza come precisato in Parte D,
definiti dagli spessori calcolati con le formule di cui in Cap 2, Sez 3, [3.6.4].
[1.4.2] e [1.4.4]. e) Quando viene richiesta la notazione ID, il diametro
dell’albero portaelica in corrispondenza del suo sup-
1.4.6 Spessore dei lembi delle pale
porto poppiero deve essere non minore del valore cal-
Lo spessore lungo tutto il lembo della pala, misurato ad una colato secondo Parte C, Cap 1, Sez 7, [2.2.3]
distanza dal lembo stesso di 1,25 t1, non deve risultare infe- aumentato del 5%.
riore a 0,5 t1, essendo t1 lo spessore calcolato con la perti-
nente formula di cui in [1.4.4]. 1.5.2 Alberi intermedi (1/1/2001)
Per le eliche a pale orientabili questa prescrizione si applica a) Nel caso di navi per le quali viene richiesta la notazione
al solo lembo d’entrata. IAS, il diametro degli alberi intermedi e degli alberi reg-
gispinta, nelle zone fuori dai relativi cuscinetti, deve
1.4.7 Meccanismi di azionamento delle eliche a pale essere non inferiore a 1,1 d, essendo d il diametro rego-
orientabili lamentare calcolato con la formula in Parte C, Cap 1,
La robustezza del meccanismo di azionamento delle pale Sez 7, [2.2.2].
situato entro il mozzo delle eliche a pale orientabili deve b) Nel caso di navi per le quali sia richiesta una delle altre
essere non inferiore a 1,5 volte quella della pala, quando notazioni IA, IB, IC o ID non è in generale richiesta
sia applicata una forza al raggio 0,45 D nella direzione più alcuna maggiorazione del diametro regolamentare degli
debole della pala. alberi intermedi e degli alberi reggispinta.

1.5 Linee d’alberi 1.5.3 Accoppiamenti forzati (1/1/2001)


Quando un accoppiamento forzato viene montato su una
1.5.1 Alberi portaelica (1/1/2001) nave con una delle notazioni IAS, IA, IB o IC, esso deve
a) Quando è richiesta una delle notazioni IAS, IA, IB o IC essere in accordo con Parte C, Cap 1, Sez 7, [2.5.2]; tutta-
il diametro dell’albero portaelica in corrispondenza del via:

Regolamenti RINA 2008 115


Parte F, Cap 9, Sez 3

a) il momento torcente trasmesso deve essere aumentato, per ogni 750 kW della potenza complessiva dei
rispetto a quello corrispondente alla massima potenza motori installati a bordo, sia ai fini della propulsione
continuativa dell'apparato motore di propulsione, della che dei servizi ausiliari essenziali.
seguente percentuale:
3) La cassa di presa dal mare deve essere sufficiente-
M G ⁄ ( M T ( 1 + J 1 ⁄ J 2 ) )100 mente alta da permettere al ghiaccio di accumularsi
essendo J1 e J2 i momenti d'inerzia di massa totali dei al di sopra del tubo di aspirazione.
componenti dell'apparato motore di propulsione rispet- 4) Lo scarico dell’acqua di raffreddamento deve essere
tivamente a poppavia (compresa l'elica) e a proravia collegato alla presa dal mare mediante un tronco di
dell'accoppiatoio in questione. tubo avente lo stesso diametro del collettore princi-
b) il valore 2,8 o 2,5 di cui in Parte C, Cap 1, Sez 7, pale di scarico fuori bordo.
[2.5.2] può essere sostituito da 2. 5) L’area netta della sezione di passaggio della griglia
deve essere non inferiore a 4 volte quella del tubo di
1.6 Riduttori ed invertitori ad ingranaggi aspirazione.
1.6.1 (1/9/2003) Nelle navi con la notazione ID, almeno una delle casse
Nel caso di sistemazione di un riduttore e/o invertitore ad di presa a mare più grandi deve essere collegata allo
ingranaggi, questo deve essere in accordo con quanto stabi- scarico dell'acqua di raffreddamento mediante un
lito in Parte C, Cap 1, Sez 6 e deve poter trasmettere tronco di tubo dello stesso diametro della tubolatura di
(eccetto quando sia richiesta la notazione ID) un momento scarico fuori bordo. Inoltre si raccomanda di sistemare
torcente maggiorato, rispetto a quello corrispondente alla una presa a mare sul fondo, situata il più a poppa possi-
potenza massima continuativa della macchina di propul- bile.
sione, della seguente percentuale:
c) Qualora non risulti praticamente realizzabile quanto
MG richiesto sopra in b.2) e b.3), possono essere sistemate
- ⋅ 100
------------------------------
due prese dal mare più piccole per l'ingresso e lo sca-
M T ⋅ ⎛ 1 + ---1⎞
J
⎝ J 2⎠ rico alternati dell'acqua di raffreddamento.
essendo: d) Possono essere ammesse serpentine di riscaldamento
MG : Valore, in N⋅m, del momento torcente dovuto al nella parte alta delle casse di presa dal mare.
ghiaccio, calcolato come detto in [1.2] e) Sistemazioni per l’impiego dell’acqua di zavorra come
MT : Valore, in N⋅m, del momento torcente definito fluido di raffreddamento di riserva, nelle condizioni di
in [1.4.2] nave in zavorra, possono essere accettate ma non pos-
sono essere considerate come alternativa alla sistema-
J1 : Momento d’inerzia di massa totale, in kg⋅m2,
zione delle prese dal mare sopra prescritte.
delle parti dell’apparato di propulsione, com-
presa l’elica, giranti alla velocità più bassa. Per
l’elica si dovrà tener conto di una maggiora- 2.2 Macchine di governo
zione per l’acqua trascinata pari al 30%
J2 : Momento d’inerzia di massa totale, in kg⋅m2, 2.2.1
delle parti dell’apparato di propulsione giranti a) Ai fini dell’assegnazione delle notazioni IAS e IA, si
alla velocità maggiore, aumentato in ragione deve tener conto dei sovraccarichi sulla macchina di
del quadrato del rapporto di riduzione. governo causati dal timone che tende a spostarsi dal
piano di simmetria della nave durante la marcia indietro
2 Prescrizioni varie tra i ghiacci.
b) Devono essere provvedute adeguate valvole di sicu-
2.1 Prese a mare ed impianto d’acqua di raf- rezza per proteggere la macchina di governo contro la
freddamento delle macchine sovrapressione idraulica.
c) I componenti della macchina di governo devono essere
2.1.1 (1/9/2003)
dimensionati per resistere al momento torcente in corri-
a) L’impianto dell’acqua di raffreddamento delle macchine spondenza del quale si verifica lo snervamento dell’asta
deve essere progettato in modo da assicurare la circola- del timone.
zione dell’acqua anche quando la nave navighi tra i
ghiacci. d) Quando possibile, devono essere sistemati scontri di
fine corsa che agiscano sulla pala o sulla parte superiore
b) A tale scopo, per le navi con notazione IAS, IA, IB o IC, dell’asta del timone.
almeno una cassa di presa dal mare deve essere siste-
mata e realizzata come indicato nei seguenti punti.
2.3 Pompe antincendio
1) La presa dal mare deve essere situata vicino al cen-
tro nave ed il più possibile verso poppa. 2.3.1 Almeno una pompa da incendio deve poter aspirare
2) A titolo indicativo per il progetto, il volume della da una presa dal mare protetta contro la formazione del
cassa di presa dal mare deve essere uguale ad 1 m3 ghiaccio.

116 Regolamenti RINA 2008


Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitolo 10

CLASSE POLARE (POLAR)

SEZIONE 1 GENERALITÀ

SEZIONE 2 SCAFO

SEZIONE 3 MACCHINE

Regolamenti RINA 2008 117


Parte F, Cap 10, Sez 1

SEZIONE 1 GENERALITÀ

1 Generalità Le prescrizioni della Sez 2 e della Sez 3 sono aggiuntive


alle altre prescrizioni applicabili dei Regolamenti.

1.1 Campo di applicazione Se lo scafo e le macchine sono costruiti in accordo alle pre-
scrizioni di differenti notazioni addizionali di classe POLAR
1.1.1 (1/3/2008) CLASS, sia allo scafo che alle macchine sarà essere asse-
Le seguenti notazioni addizionali di classe sono assegnate, gnata la più bassa di tali classi. Nel Certificato di Classe o in
in accordo con quanto indicato nella Parte A, Cap 1, Sez 2, una sua Appendice sarà indicata la conformità dello scafo o
[6.10], alle navi in acciaio destinate a navigare in acque delle macchine alle prescrizioni di una POLAR CLASS più
polari infestate dai ghiacci, eccettuati i rompighiaccio: alta.

• POLAR CLASS PC1 1.1.3 (1/3/2008)


Il termine "Rompighiaccio" (Icebreaker) si riferisce a tutte le
• POLAR CLASS PC2
navi che hanno un profilo operativo che comprende il servi-
• POLAR CLASS PC3 zio di scorta o le operazioni nei ghiacci, e le cui dimensioni
e la potenza dell'apparato motore consentono loro di effet-
• POLAR CLASS PC4
tuare operazioni aggressive in acque ricoperte di ghiacci.
• POLAR CLASS PC5
1.1.4 (1/3/2008)
• POLAR CLASS PC6 Le notazioni POLAR CLASS (PC) e la loro descrizione sono
• POLAR CLASS PC7 riportate nella Tab 1. La scelta di una appropriata Classe
Polare è lasciata alla esclusiva responsabilità dell'Armatore.
1.1.2 (1/3/2008)
Ai fini del presente Capitolo, le notazioni citate in [1.1.1] 2 Linee di galleggiamento nei ghiacci
sono indicate con le seguenti abbreviazioni :
• PC1 per POLAR CLASS PC1 2.1 Definizioni
• PC2 per POLAR CLASS PC2 2.1.1 Linea di galleggiamento superiore (1/3/2008)
• PC3 per POLAR CLASS PC3 La linea di galleggiamento superiore (UIWL) è definita
• PC4 per POLAR CLASS PC4 dalle immersioni massime a prora, in mezzeria e a poppa.

• PC5 per POLAR CLASS PC5 2.1.2 Linea di galleggiamento inferiore (1/3/2008)
• PC6 per POLAR CLASS PC6 La linea di galleggiamento inferiore (LIWL) è definita dalle
immersioni minime a prora, in mezzeria e a poppa.
• PC7 per POLAR CLASS PC7
La linea di galleggiamento inferiore deve essere stabilita
Alle navi che soddisfano quanto previsto in Sez 2 e Sez 3 tenendo conto della capacità della nave di navigare tra i
viene assegnata una delle notazioni addizionali di classe ghiacci nella condizione di caricazione in zavorra (ad es.
POLAR CLASS elencate nella Tab 1. con l'immersione dell’elica).

Tabella 1 : Descrizione delle Classi Polari (1/3/2008)

Classe Polare Descrizione delle condizioni del ghiaccio (basata sulle definizioni del ghiaccio marino della WMO (1))
PC1 Navigazione per tutto l'anno in tutte le acque polari
PC2 Navigazione per tutto l'anno in condizioni moderate di ghiaccio poliennale
PC3 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio biennale che può includere ghiaccio poliennale
PC4 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio spesso annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC5 Navigazione per tutto l'anno in ghiaccio medio annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC6 Navigazione durante l'estate e l'autunno in ghiaccio medio annuale che può includere ghiaccio vecchio
PC7 Navigazione durante l'estate e l'autunno in ghiaccio sottile annuale che può includere ghiaccio vecchio
(1) WMO: World Meteorological Organisation

Regolamenti RINA 2008 119


Parte F, Cap 10, Sez 1

2.2 Indicazione delle linee di galleggiamento dal Progettista nei piani inviati alla Società per l'approva-
superiore ed inferiore zione e devono essere indicate sul Certificato di Classe.
2.2.1 (1/3/2008)
Le linee di galleggiamento superiore ed inferiore, sulle quali
è basato il progetto della nave, devono essere specificate

120 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

SEZIONE 2 SCAFO

1 Generalità 1.2 Calcoli diretti


1.2.1 (1/3/2008)
1.1 Zone dello scafo Per la determinazione dei carichi indotti dai ghiacci non
1.1.1 (1/3/2008) devono essere utilizzati, in alternativa al metodo analitico
prescritto in questa Sezione, calcoli diretti.
Lo scafo delle navi della classe polare è diviso in zone che
riflettono l'entità dei carichi che si ritiene agiscano su di 1.2.2 (1/3/2008)
esse. In senso longitudinale, ci sono quattro regioni: Se viene utilizzato un calcolo diretto per valutare la robu-
• Prora (B), stezza delle strutture dello scafo, deve essere utilizzata
• Prora intermedia (BI), l'impronta del carico definita in [4].

• Corpo centrale (M),


2 Materiali e saldatura
• Poppa (S).

Le regioni Prora Intermedia (BI), Corpo centrale (M) e Poppa 2.1 Classi e tipi dei materiali
(S) sono a loro volta divise in senso verticale nelle seguenti
regioni: 2.1.1 (1/3/2008)
• Fondo (b), I materiali delle lamiere costituenti gli elementi strutturali
dello scafo non devono avere caratteristiche inferiori a
• Parte inferiore (l), quelle specificate nelle Tab 2 e Tab 3 in funzione dello
• Cintura rinforzata per i ghiacci (i). spessore di costruzione del materiale, della notazione
POLAR CLASS assegnata alla nave e della Classe del Mate-
L'estensione di ciascuna zona dello scafo è indicata nella riale specificata nella Tab 1.
Fig. 1, in cui x, in m, misurato in corrispondenza dell'estre-
mità poppiera della regione Prora (B) deve essere assunto 2.1.2 (1/3/2008)
pari a: Le classi dei materiali specificate nella Parte B, Cap 4,
• 1,5 per le classi da PC1 sino a PC4 Sez 1, [2.4] si applicano alle navi alle quali è assegnata
una notazione addizionale di classe POLAR CLASS indi-
• 1,0 per le classi da PC5 sino a PC7 pendentemente dalla loro lunghezza. Inoltre, le classi dei
materiali degli elementi strutturali direttamente esposti al
Le linee di galleggiamento, tra i ghiacci, superiore (UIWL)
mare ed alle intemperie e degli elementi collegati al
ed inferiore (LIWL), sono definite nella Sez 1.
fasciame esterno esposto al mare ed alle intemperie sono
1.1.2 (1/3/2008) indicate nella Tab 1. Se le classi dei materiali indicati nella
Indipendentemente dalla Fig 1, in nessun caso la linea di Tab 1 e quelle indicate nella Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 3
delimitazione tra le regioni Prora (B) e Prora Intermedia (BI) sono diverse, si deve applicare la classe del materiale più
deve essere situata a proravia del punto di intersezione del alta.
profilo del dritto di prora con la linea di costruzione. 2.1.3 (1/3/2008)
1.1.3 (1/3/2008) I gradi degli acciai di tutti i fasciami delle strutture dello
Indipendentemente dalla Fig 1, non è necessario che la scafo e dei relativi rinforzi e delle appendici situati più in
linea di delimitazione poppiera della regione Prora (B) si basso di 0,3 m al disotto della linea di galleggiamento infe-
trovi a più di 0,45 L addietro della perpendicolare avanti riore (LIWL), come indicato nella Fig 2, si ricavano dalla
(FP). Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 4 in funzione della classe del
materiale degli elementi strutturali ricavata dalla Tab 1,
1.1.4 (1/3/2008) indipendentemente dalla POLAR CLASS assegnata alla
La linea di delimitazione tra le regioni Fondo (b) e Parte nave.
Inferiore (l) deve essere fissata nel punto in cui il fasciame
2.1.4 (1/3/2008)
esterno forma un angolo di 7° con un piano orizzontale.
I gradi degli acciai di tutti i fasciami delle strutture dello
1.1.5 (1/3/2008) scafo e delle appendici, esposti alle intemperie e situati
Se è previsto che la nave navighi tra i ghiacci in marcia nella parte soprastante la linea di galleggiamento tracciata
addietro, la parte poppiera della nave deve essere proget- 0,3 m al disotto di quella minima inferiore (LIWL), come
tata applicando le prescrizioni relative alle zone dello scafo indicata nella Fig 2, non devono essere inferiori a quelli
Prora (B) e Prora Intermedia (BI). indicati nella Tab 2.

Regolamenti RINA 2008 121


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 1 : Estensione delle zone dello scafo (1/3/2008)


(5)
(4)

x
2,0m
UIWL Si Mi BIi B
LIWL
1,5m Sl Ml BIl
0,7b=>0,15L (2)
AD (3)

Sb Mb BIb
Si Sl B
BIl
Ml

UIWL
Mi
LIWL

Ml Mb

Corpo centrale

(1) b = distanza misurata sulla UIWL tra la perpendicolare AD e la sezione in cui lo scafo presenta la massima larghezza
(2) Linea luogo dei punti in cui le linee di galleggiamento formano un angolo di 0° con un piano longitudinale verticale parallelo al piano di
simmetria nave.
(3) Linea luogo dei punti in cui le linee di galleggiamento formano un angolo di 10° con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria
nave.
(4) Sezione posta a 0,04L addietro del punto nel quale l’intersezione della UIWL con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria
nave forma un angolo di 0°.
(5) Punto nel quale l’intersezione della UIWL con un piano longitudinale parallelo al piano di simmetria nave forma un angolo di 10°.

Tabella 1 : Classi dei materiali degli elementi strutturali di navi polari (1/3/2008)

Classe del
Elementi Strutturali
materiale
Fasciame esterno compreso nella zona di Prora (B) e nella cintura rinforzata della Prora Intermedia (BIi) II

Tutti gli elementi strutturali di categoria PRIMARIA e SECONDARIA, come definite nella Parte B, Cap 4, Sez 1, I
Tab 3, situati al di fuori dello 0,4L al mezzo ed esposti al mare ed alle intemperie.
Le lamiere per la costruzione dei telai di poppa, del dritto di prora, della pinna del timone, del timone, del man- II
tello dell'elica , dei bracci di sostegno dell'albero portelica, degli ice skeg, dei fendighiaccio e delle altre appen-
dici soggette ai carichi dovuti all'impatto del ghiaccio.
Tutte le strutture di rinforzo interne collegate al fasciame, esposto al mare ed alle intemperie, incluse tutte le strut- I
ture contigue interne comprese entro 600 mm dal fasciame.
Fasciami esposti alle intemperie ed i rinforzi ad essi collegati all'interno di stive del carico di navi che per la natura I
dei loro traffici mantengono le boccaporte delle stive non chiuse anche durante il servizio in climi freddi.
Tutti gli elementi strutturali di categoria SPECIALE , come definita nella Parte B, Cap 4, Sez 1, Tab 3, situati entro II
0,2L dalla perpedicolare avanti ed esposti al mare ed alle intemperie.

122 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 2 : Gradi dell'acciaio per il fasciame esterno immerso o esposto alle intemperie (1/3/2008)

Gradi dell’acciaio in accordo a [2.1.4] LIWL

Gradi dell’acciaio in accordo a [2.1.3]


0,3 m

Tabella 2 : Gradi degli acciai per fasciami esposti alle intemperie (1) (3) (1/3/2008)

Spessore Classe Materiale I Classe Materiale II Classe Materiale III


effettivo
PC1-5 PC6 e 7 PC1-5 PC6 e 7 PC1-3 PC4 e 5 PC6 e 7
di costru-
zione t, in
NSS HSS NSS HSS NSS HSS NSS HSS NSS HSS NSS HSS NSS HSS
mm
t ≤10 B AH B AH B AH B AH E EH E EH B AH
10<t ≤15 B AH B AH D DH B AH E EH E EH D DH
15< t ≤20 D DH B AH D DH B AH E EH E EH D DH
20< t ≤25 D DH B AH D DH B AH E EH E EH D DH
25<t ≤30 D DH B AH E EH (2) D DH E EH E EH E EH
30<t ≤35 D DH B AH E EH D DH E EH E EH E EH
35<t ≤40 D DH D DH E EH D DH F FH E EH E EH
40<t ≤45 E EH D DH E EH D DH F FH E EH E EH
45<t ≤50 E EH D DH E EH D DH F FH F FH E EH
(1) La tabella si riferisce al fasciame delle strutture dello scafo e delle appendici esposte alle intemperie, ed anche ai loro elementi
di rinforzo esterni, situati nella parte soprastante la linea di galleggiamento tracciata 0,3 m al disotto di quella minima inferiore
(LIWL).
(2) I gradi D, DH sono consentiti per un solo corso del fasciame esterno del fianco largo non più di 1,8 m e misurato a partire da
0,3 m al disotto della linea di galleggiamento inferiore.
(3) "NSS" e "MSS" significano, rispettivamente, "acciaio ordinario" e "acciaio ad elevata resistenza"

Tabella 3 : Gradi dell'acciaio per elementi di rinforzo interni collegati a fasciami esposti alle intemperie (1/3/2008)

Spessore effettivo di costruzione da PC1 a PC5 PC6 e PC7


t, in mm NSS HSS NSS HSS
t ≤ 20 B AH B AH
20 <t ≤ 35 D DH B AH
35 <t ≤45 D DH D DH
45 <t ≤50 E EH D DH

Regolamenti RINA 2008 123


Parte F, Cap 10, Sez 2

2.1.5 (1/3/2008) 4 Carichi di progetto dovuti all'azione


I gradi degli acciai di tutti gli elementi di rinforzo interni del ghiaccio
allo scafo e collegati a fasciami esposti alle intemperie
devono essere non inferiori a quelli indicati nella Tab 3. Ciò 4.1 Generalità
vale anche per gli elementi interni contigui (ad es. paratie,
ponti) compresi entro 600 mm dal fasciame esposto. 4.1.1 (1/3/2008)
Per le navi alle quali è assegnata una notazione addizionale
2.1.6 (1/3/2008) di classe POLAR CLASS, l'ipotesi di progetto per determi-
I getti devono avere caratteristiche di specifica compatibili nare i dimensionamenti delle strutture necessari per resi-
con le temperature di esercizio previste per tali elementi. stere ai carichi indotti dai ghiacci è un impatto obliquo
sulla prora.
2.2 Saldatura 4.1.2 (1/3/2008)
Il carico di progetto dovuto all'azione del ghiaccio è carat-
2.2.1 (1/3/2008) terizzato da una pressione media (Pavg) uniformemente
Tutte le saldature comprese nelle zone rinforzate per i distribuita sopra una impronta di carico rettangolare di
ghiacci devono essere continue a doppio cordone. altezza (b) e larghezza (w).
4.1.3 (1/3/2008)
Entro la zona di Prora (B) di tutte le classi polari, ed entro la
3 Sovraspessori per corrosione ed cintura rinforzata per i ghiacci della Prora Intermedia (BIi)
abrasione e rinnovo lamiere delle classi polari PC6 e PC7, i parametri del carico dovuto
al ghiaccio sono funzione della forma effettiva della prora.
3.1 Sovraspessore per corrosione ed abra- Per determinare tali parametri (Pavg, b e w), è necessario cal-
sione colare le seguenti caratteristiche del carico dovuto al ghiac-
cio nelle sottoregioni della zona di prora:
3.1.1 (1/3/2008) • coefficiente di forma (fai),
Il valore dei sovraspessori per corrosione ed abrasioni, tC, • forza totale di impatto obliquo (Fi),
da applicare al fasciame esterno deve essere assunto uguale • carico lineare (Qi)
al maggiore tra i due seguenti valori:
• pressione (Pi).
• tC ricavato dalla Parte B, Cap 4, Sez 2, [3.1],
4.1.4 (1/3/2008)
• tC ricavato dalla Tab 4, subordinatamente alla applica- Nelle altre zone rinforzate per i ghiacci, i parametri del
zione di una efficace protezione contro la corrosione e carico dovuto al ghiaccio (Pavg, bNonBow e wNonBow) vengono
l'abrasione dovuta al ghiaccio . determinati, indipendentemente dalla forma dello scafo, in
funzione di un fattore costante di forma dell'impronta del
3.1.2 (1/3/2008) carico, AR = 3,6.
Il valore del sovraspessore per corrosione ed abrasione, tC, 4.1.5 (1/3/2008)
da applicare a tutte le strutture interne nelle zone irrobustite Le forze di progetto dovute all'azione del ghiaccio calcolate
per i ghiacci, inclusi i diagrammi di rinforzo del fasciame, i in accordo a quanto indicato in [4.2] sono valide esclusiva-
rinforzi ordinari, le anime e le piattabande, deve essere mente per navi aventi forme idonee per rompere il ghiac-
assunto uguale al maggiore tra i due seguenti valori: cio. Le forze di progetto dovute al ghiaccio per forme
• tC ricavato dalla Parte B, Cap 4, Sez 2, [3.1], diverse della prua saranno valutate caso per caso dalla
Società.
• tC = 1,0 mm.
4.1.6 (1/3/2008)
Le strutture della nave che non sono direttamente sottoposte
3.2 Rinnovo lamiere ai carichi del ghiaccio possono comunque essere soggette
ai carichi inerziali delle apparecchiature e del carico sti-
3.2.1 (1/3/2008)
vato, derivanti dall'interazione nave/ghiaccio. Questi cari-
Il rinnovo delle lamiere per le strutture rinforzate per i chi inerziali, calcolati sulla base delle accelerazioni
ghiacci è richiesto quando lo spessore misurato è minore di stabilite dalla Società, devono essere considerati nel pro-
tnet + 0,5 mm. getto di tali strutture.

124 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

Tabella 4 : Sovraspessori per corrosione ed abrasione del fasciame esterno (1/3/2008)

tc [mm]
Zona dello scafo Con protezione efficace Senza protezione efficace
da PC1a PC3 PC4 e PC5 PC6 e PC7 da PC1 a PC3 PC4 e PC5 PC6 e PC7
Prora (B); Cintura rin- 3,5 2,5 2,0 7,0 5,0 4,0
forzata per i ghiacci
della Prora Intermedia
(BIi)

Parte inferiore della 2,5 2,0 2,0 5,0 4,0 3,0


Prora Intermedia (BIl);
Cintura rinforzata per i
ghiacci del Corpo cen-
trale (Mi) e della Poppa
(Si)
Parte inferiore del 2,0 2,0 2,0 4,0 3,0 2,5
Corpo centrale (Ml) e
della Poppa (Sl);
Fondo (Blb), (Mb), (Sb)
Altre zone 2,0 2,0 2,0 3,5 2,5 2,0

4.2 Caratteristiche del carico di impatto


obliquo
4.2.1 (1/3/2008)
I parametri che definiscono le caratteristiche del carico di
impatto obliquo sono presi in considerazione nei fattori di
classe elencati nella Tab 5.

Tabella 5 : Fattori di classe (1/3/2008)

Fattore di classe
Fattore di classe Fattore di classe Fattore di classe
Fattore di classe funzione delle
per rottura da funzione del funzione della
Polar Class per rottura a fles- dimensioni
schiacciamento dislocamento robustezza longi-
sione( CFF) dell'impronta del
(CFC) (CFDIS) tudinale (CFL)
carico (CFD)

PC1 17,69 68,60 2,01 250000 7,46


PC2 9,89 46,80 1,75 210000 5,46
PC3 6,06 21,17 1,53 180000 4,17
PC4 4,50 13,48 1,42 130000 3,15
PC5 3,10 9,00 1,31 70000 2,50
PC6 2,40 5,49 1,17 40000 2,37
PC7 1,80 4,06 1,11 22000 1,81

4.3 Zona di prora 4.3.2 Sottoregioni (1/3/2008)


La lunghezza della linea di galleggiamento nella regione di
4.3.1 Generalità (1/3/2008)
prora viene generalmente divisa in quattro sottoregioni di
Nella zona di prora (B), la forza (F), il carico lineare (Q), la pres- uguale lunghezza. La forza (F), il carico lineare (Q), la pressione
sione (P) ed il fattore di forma dell'impronta del carico (AR), (P) ed il fattore di forma dell'impronta del carico (AR) devono
tenendo presente che l'ipotesi di progetto è un carico d'impatto essere valutati a metà lunghezza di ogni sottoregione (per il cal-
obliquo, dipendono dai valori degli angoli dello scafo valutati colo dei parametri del carico dovuto al ghiaccio Pavg, b e w deve
in corrispondenza della linea di galleggiamento superiore
essere impiegato il valore massimo di F, Q e P).
(UIWL). L'influenza degli angoli dello scafo è tenuta in conto
attraverso il calcolo di un coefficientedi forma della prora (fa). Le caratteristiche del carico nella zona di prora (B) sono deter-
Gli angoli dello scafo sono definiti nella Fig 3. minate come indicato da [4.3.3] a [4.3.4].

Regolamenti RINA 2008 125


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 3 : Definizione degli angoli dello scafo (1/3/2008)


A

(1)
B α γ
(2)
B
A
(4)
(3)

β β’
Sezione trasversale A-A (7)

(5) (6)

(1) Figura di galleggiamento

(2) Sezione longitudinale parallela al piano di simmetria nave


(3) α angolo che una linea di galleggiamento forma con un piano verticale longitudinale parallelo al piano di simmetria nave
(4) γ angolo che l’intersezione dello scafo con un piano verticale longitudinale forma con un piano del galleggiamento superiore
(5) β angolo che una sezione trasversale forma con un piano verticale
(6) β’ angolo che una sezione perpendicolare alla linea di galleggiamento forma con un piano verticale

(7) Sezione B-B perpendicolare alla linea di galleggiamento

tan(β) = tan(α) / tan(γ)


tan(β’) = tan(β) / cos(α).

4.3.3 Coefficiente di forma (1/3/2008) CFF : fattore di classe per rottura da flessione ricavato
Il coefficiente di forma, fai, deve essere ricavato con la dalla Tab 5.
seguente formula:
4.3.4 Forza (1/3/2008)
fai = min (fai,1 ; fai,2 ; fai,3)
Per ogni sottoregione la forza F, in kN, deve essere calcolata
dove: con la seguente formula:
fai,1 : [(0,097 - 0,68 (x/L - 0,15)2] αi / (β’i)0,5 Fi = 12,02 fai CFC ∆0,64
fai,2 : 99,81 CFF / [ sin (b’i) CFC ∆0,64]
dove:
fai,3 : 0,60
i : sottoregione considerata
i : sottoregione considerata
fai : coefficiente di forma della sottoregione "i"
L : lunghezza della nave, in m, come definita nella
Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.1] determinata in cor- CFC : Fattore di classe per rottura da schiacciamento
rispondenza della linea di galleggiamento supe- ricavato dalla Tab 5
riore (UIWL) ∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non
x : distanza, in m, della sezione in esame dalla per- minore di 5000 t.
pendicolare avanti (FP)
4.3.5 Fattore di forma dell'impronta del
α : angolo, in °, che la linea di galleggiamento carico (1/3/2008)
forma con un piano longitudinale verticale ved. Per ogni sottoregione il fattore di forma dell'impronta del
Fig 3 carico ARi deve essere calcolato con la seguente formula:
β' : angolo (°) che una sezione trasversale perpendi-
ARi = 7,46 sin (β’i) da assumere non minore di 1,3
colare alla linea di galleggiamento forma con
un piano verticale, ved. Fig 3 dove:
∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non i : sottoregione considerata
minore di 5000 t β’i : angolo (°) che una sezione perpendicolare alla
CFC : fattore di classe per rottura da schiacciamento linea di galleggiamento, nella sottoregione "i",
ricavato dalla Tab 5 forma con un piano verticale.

126 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

4.3.6 Carico lineare (1/3/2008) 4.4.3 Carico lineare (1/3/2008)


Per ogni sottoregione il carico lineare, in kN/m, deve essere Il carico lineare QNonBow, in kN/m, deve essere calcolato
calcolato con la seguente formula: con la seguente formula:
QNonBow = 9,452 FNonBow0,61 CFD
Qi = 14,79 Fi 0,61 CFD / ARi 0,35
dove:
dove:
CFD : Fattore di classe funzione delle dimensioni
i : sottoregione considerata dell'impronta del carico ricavato dalla Tab. 5.
Fi : forza della sottoregione "i”
4.5 Impronta del carico di progetto
CFD : fattore di classe funzione delle dimensioni
4.5.1 (1/3/2008)
dell'impronta del carico ricavato dalla Tab 5
Nella zona di prora (B) e nella zona di prora intermedia (Bi)
ARi : fattore di forma dell'impronta del carico della di navi con notazione di classe PC6 e PC7, le dimensioni,
sottoregione "i". in m, (larghezza, wBow, ed altezza, bBow) dell'impronta del
carico di progetto devono essere calcolate con le seguenti
4.3.7 Pressione (1/3/2008) formule:
Per ogni sottoregione la pressione P, in kN/m2, deve essere wBow = FBow / QBow
calcolata con la seguente formula: bBow = Q Bow/ PBow
Pi = 218,78 Fi0,22 CFD2 ARi0,3 dove:
dove: FBow : la massima forza Fi, in kN, nella zona di prora
(B)
i : sottoregione considerata
QBow : il massimo carico lineare Qi, in kN/m, nella
Fi : forza della sottoregione "i” zona di prora (B)
CFD : fattore di classe funzione delle dimensioni PBow : la pressione massima Pi, in kN/m2, nella zona di
dell'impronta del carico ricavato dalla Tab 5 prora (B).
4.5.2 (1/3/2008)
ARi : fattore di forma dell'impronta del carico della
sottoregione "i". Nelle zone dello scafo diverse da quelle precisate in
[4.5.1], le dimensioni, in m, (larghezza, wNonBow, ed altezza,
bNonBow) dell'impronta del carico di progetto devono essere
4.4 Zone dello scafo diverse dalla Prora (B) calcolate con le seguenti formule:
wNonBow = FNonBow / QNonBow
4.4.1 Generalità (1/3/2008)
bNonBow = wNonBow / 3,6
Nelle zone dello scafo diverse dalla Prora (B), la forza
(FNonBow) ed il carico lineare (QNonBow) utilizzati per determi- dove FNonBow e QNonBow sono definite in [4.4.1] e [4.4.2].
nare le dimensioni dell'impronta del carico (bNonBow,
wNonBow) e la pressione di progetto (Pavg) devono essere valu- 4.6 Pressione all'interno dell'impronta del
tati come di seguito indicato. carico di progetto
4.6.1 (1/3/2008)
4.4.2 Forza (1/3/2008)
La pressione media, Pavg, in kN/m2, entro una impronta del
La forza FNonBow, in kN, deve essere calcolata con la carico di progetto deve essere calcolata con la seguente for-
seguente formula: mula:
• se ∆ ≤ CFDIS Pavg = F / (b w)

FNonBow = 4,33 CFC ∆0,64 dove:


F : FBow oppure FNonBow, in kN, secondo la zona
• se ∆ > CFDIS
dello scafo in esame
FNonBow = 0,36 CFC [12,02 CFDIS0,64 + 0,10 (∆ - CFDIS)] b : bBow oppure bNonBow secondo la zona dello scafo
in esame
dove:
w : wBow oppure wNonBow secondo la zona dello
CFC : Fattore di classe per rottura da schiacciamento scafo in esame.
ricavato dalla Tab 5 All'interno dell'impronta del carico esistono zone con
∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non valori di pressione concentrata più alta. In generale, più
minore di 10000 t basse sono le aree maggiori sono i valori di pressione
locale. Di conseguenza, vengono usati i fattori di pressione
CFDIS : Fattore di classe funzione del dislocamento di picco indicati nella Tab 6 per tener conto della concen-
ricavato dalla Tab 5. trazione di pressione su elementi strutturali ben definiti.

Regolamenti RINA 2008 127


Parte F, Cap 10, Sez 2

Tabella 6 : Fattori di pressione di picco (1/3/2008)

Elementi strutturali Fattore di pressione di picco (PPFi)

Rinforzato trasversalmente PPF p = (1,8 - s) > 1,2


Fasciame
Rinforzato longitudinalmente PPFp = (2,2 - 1,2 s) > 1,5

Con elementi rinforzati che distri- PPFt = (1,6 - s) > 1,0


Costole in un sistema di rinforzi buiscono il carico tra le costole
trasversali
Senza elementi rinforzati che distri- PPFt = (1,8 - s) > 1,2
buiscono il carico tra le costole
Correnti ed ossature rinforzate, longitudinali ordinari del fondo e del fianco, se Sw > (0,5 w) PPFs = 1
costole rinforzate se Sw < (0,5 w) PPFs = 2,0 - 2,0 Sw w

dove:
s = intervallo, in m, delle costole o dei longitudinali ordinari
Sw = intervallo, in m, delle costole rinforzate
w = larghezza, in m, dell'impronta del carico del ghiaccio

4.7 Fattori di zona dello scafo zione dei dimensionamenti dell'elemento deve essere usato
4.7.1 (1/3/2008) il fattore di zona più grande.
Associato ad ogni zona dello scafo esiste un fattore di zona
A causa della loro maggior manovrabilità, per navi munite
che rispecchia la corrispondente grandezza del carico pre-
visto in quella zona. Il Fattore di zona AF per ciascuna zona di sistemazioni di propulsione con eliche di manovra azi-
dello scafo è elencato nella Tab 7. mutali oppure eliche POD, i fattori relativi alle zone Cintura
Nel caso in cui un elemento strutturale attraversi la linea di rinforzata per i ghiacci di Poppa (Si) e Parte inferiore della
delimitazione tra due zone dello scafo, per la determina- Poppa (Sl) saranno considerati caso per caso.

Tabella 7 : Fattori di zona dello scafo (AF) (1/3/2008)

Polar Class
Zona dello scafo Area
PC1 PC2 PC3 PC4 PC5 PC6 PC7
Prora (B) Tutte B 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00 1,00
Prora Cintura rin- BIi 0,90 0,85 0,85 0,80 0,80 1,00 (1) 1,00 (1)
Intermedia forzata per i
(BI) ghiacci
Inferiore BIl 0,70 0,65 0,65 0,60 0,55 0,55 0,50

Fondo BIb 0,55 0,50 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25

Cintura rin- Mi 0,70 0,65 0,55 0,55 0,50 0,45 0,45


Corpo forzata per i
centrale (M) ghiacci
Inferiore Ml 0,50 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25 0,25

Fondo Mb 0,30 0,30 0,25 (2) (2) (2) (2)

Cintura rin- Si 0,75 0,70 0,65 0,60 0,50 0,40 0,35


Poppa (S) forzata per i
ghiacci
Inferiore Sl 0,45 0,40 0,35 0,30 0,25 0,25 0,25

Fondo Sb 0,35 0,30 0,30 0,25 0,15 (2) (2)

(1) Vedere [4.1.3]


(2) Non sono richiesti rinforzi per i carichi dovuti al ghiaccio.

128 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

5 Robustezza longitudinale eb = esponente di forma della prora che descrive in modo


migliore la figura di galleggiamento (ved. Fig 4), deve essere
assunto pari a:
5.1 Applicabilità
• eb = 1,0 per un profilo della prora a cuneo
5.1.1 (1/3/2008) • eb = da 0,4 a 0,6 per un profilo della prora ovale
I carichi dovuti al ghiaccio devono essere combinati con i • eb = 0 per un profilo della prora tipo "mezzi da sbarco".
soli carichi in acqua tranquilla. Le tensioni che si otten-
gono devono essere confrontate con le tensioni ammissibili Un valore approssimato accettabile di eb può essere otte-
di flessione e taglio nelle diverse posizioni lungo la nave. nuto con una semplice interpolazione.
Deve essere verificata anche una sufficiente resistenza γstem : angolo, in gradi, del dritto di prora misurato tra
locale all'instabilità. un asse orizzontale e la tangente al dritto di
prora in corrispondenza della linea di galleggia-
5.2 Carichi sulla trave nave dovuti al ghiac- mento superiore (rappresenta l'angolo del pro-
cio filo longitudinale di prora indicato nella Fig 3
misurato, in questo caso, sul piano di simmetria
5.2.1 Forza verticale di progetto sulla nave)
prora (1/3/2008) αstem : angolo della linea di galleggiamento superiore,
La forza verticale di progetto, in kN, dovuta al ghiaccio in gradi, vedere Fig 7
nella zona di prora, FIB, deve essere assunta pari a: C : 1 / [2 (LB / B)eb]
B : larghezza fuori ossatura della nave, in m
FIB = min (FIB,1; FIB,2)
LB : lunghezza della prora, in m
dove: y : B / 2 (x/LB)eb, iin m (ved. Fig 4 e Fig 5)
FIB,1 = 1,505 KI0,15 sin0,2(γstem) (∆ Kh)0,5 CFL ∆ : dislocamento della nave, in t, da assumere non
minore di 10000 t
FIB,2 = 1200 CFF
Awp : area, in m2, della figura di galleggiamento della
KI = parametro di indentazione = Kf / Kh, dove Kf and Kh, in nave
kN/m, devono essere calcolati con le seguenti formule: CFF : Fattore di classe per rottura da flessione ricavato
Kf = [2 C B1-eb / (1 + eb)]0,9 tan(γstem)-0,9(1 + eb) dalla Tab 5.
Dove applicabile, i valori che sono funzione della immer-
Kh = 10 Awp
sione devono essere determinati in corrispondenza della
CFL = Fattore di classe funzione della robustezza longitudi- linea di galleggiamento relativa alla condizione di carica-
nale ricavato dalla Tab 5 zione in esame.

Figura 4 : Definizione della forma della prora (1/3/2008)

LB
y y

B/2 αstem
y= ± B/2(x/LB) b
e B/2
y= ± x tan (αstem)

x dritto di prora x dritto di prora

Linea di galleggiamento nei ghiacci Linea di galleggiamento nei ghiacci


prua ovale prua a cuneo

Regolamenti RINA 2008 129


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 5 : Esempio dell'influenza di eb a seconda della forma della prora per B = 20 m e LB = 16 m (1/3/2008)

12
y=B/2 (x/LB) eb
10
eb
8
0.05

0.1 6

Y
0.2
4
0.5

1
2

0
20 18 16 14 12 10 8 6 4 2 0
X

5.2.2 Momento flettente verticale dovuto all'azione linea di galleggiamento relativa alla condizione di carica-
ghiaccio (1/3/2008) zione in esame.
Il momento verticale di progetto dovuto all'azione del
5.2.3 Taglio verticale di progetto dovuto all'azione
ghiaccio, Ml, in kN·m, lungo la trave nave deve essere
ghiaccio (1/3/2008)
assunto pari a:
Il taglio verticale di progetto Fl, in kN, dovuto all'azione
MI = 0,1 Cm L sin-0,2(γstem) FIB ghiaccio lungo la trave nave deve essere assunto pari a
dove: FI = Cf FIB
L : lunghezza di dimensionamento della nave, dove:
come definita nella Parte B, Cap 1, Sez 2, calco- Cf : fattore di distribuzione longitudinale da assu-
lata in corrispondenza della UIWL mere come segue:
γstem : come dato in [5.2.1] • Per taglio positivo:
FIB : forza verticale di progetto, in kN, sulla prora Cf : 0,0 in corrispondenza dell'estremità addie-
dovuta all'azione ghiaccio tro di L
Cm : fattore di distribuzione longitudinale del Cf : 1,0 tra 0,9 L dall'estremità addietro e l'estre-
momento flettente verticale di progetto dovuto mità avanti di L
all'azione ghiaccio da assumere pari a: • Per taglio negativo:
Cm = 0,0 in corrispondenza della estremità Cf : 0,0 in corrispondenza dell'estremità addie-
addietro di L tro di L
Cm = 1,0 tra 0,5 L e 0,7 L dalla estremità addie- Cf : -0,5 tra 0,2 L e 0,6 L dall'estremità addietro
tro Cf : 0,0 tra 0,8 L e l'estremità avanti di L
Cm = 0,3 a 0,95 L dalla estremità addietro I valori intermedi devono essere determinati per interpo-
lazione lineare .
Cm = 0,0 in corrispondenza della estremità
avanti di L. 5.3 Criteri di robustezza longitudinale
I valori intermedi devono essere determinati per interpola- 5.3.1 (1/3/2008)
zione lineare.
Devono essere soddisfatti i criteri previsti nella Tab 8. Le
Dove applicabile, i valori che sono funzione della immer- tensioni di progetto non devono superare le tensioni
sione devono essere determinati in corrispondenza della ammissibili.

130 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

Tabella 8 : Criteri di robustezza longitudinale (1/3/2008)

Modalità di collasso Tensione applicata Tensione ammissibile se: Permissible Stress when:
σy / σu ≤ 0,7 σy / σu > 0,7

Tensione normale σa η σy η 0,41 (σu + σy)

Tensione tangenziale τa η σy/ (3) 0,5 η 0,41 (σu + σy) / (3)0,5

σa σc per il fasciame e per l'anima dei rinforzi


Instabilità σc / 1,1 per i rinforzi ordinari

τa τc

dove: s : intervallo, in m, delle costole, nelle navi a strut-


σa : tensione normale verticale di flessione appli- tura trasversale, oppure dei longitudinali, nelle
cata, in N/mm2 navi a struttura longitudinale
τa : tensione tangenziale verticale di taglio appli- AF : fattore di zona dello scafo ricavato dalla Tab 7
cata, in N/mm2
σy : tensione minima di snervamento del materiale, PPFp : Fattori di pressione di picco, ricavato dalla
in N/mm2 Tab 6
σu : carico unitario di rottura a trazione del mate- Pavg : pressione media dell'impronta, in kN/m2, in
riale, in N/mm2 accordo a quanto indicato in [4.6]
σc : tensione critica di instabilità per compressione,
in N/mm2, in accordo alla Parte B, Cap 7, σy : tensione minima di snervamento del materiale,
Sez 1, [5.3.1] in N/mm2
τc : tensione tangenziale critica di instabilità, in b : altezza, in m, dell'impronta del carico di pro-
N/mm2, in accordo alla Parte B, Cap 7, Sez 1, getto
[5.3.1]
η : 0,8 l : distanza, in m, tra gli appoggi del rinforzo, cioè
uguale alla campata del rinforzo come indicata
in [7.1.4], ma non ridotta per la presenza di
6 Fasciame esterno
squadre alle estremità. Quando è sistemato un
elemento rinforzato, che distribuisce il carico
6.1 Definizioni tra i rinforzi ordinari longitudinali o verticali,
6.1.1 (1/3/2008) non è necessario che la lunghezza l sia assunta
Ω : l'angolo , in °, più piccolo formato tra la corda maggiore della distanza tra l'elemento rinfor-
alla linea di galleggiamento e la traccia dei rin- zato e l'appoggio più lontano del rinforzo ordi-
forzi ordinari, come illustrato nella Fig. 6 nario.

Figura 6 : Angolo Ω dei rinforzi del fasciame (1/3/2008)

vista assonometrica vista assonometrica

ossatura
ossatura

linea d’acqua
Ω = 20° Ω = 70°

vista perpendicolare al fasciame esterno vista perpendicolare al fasciame esterno

Regolamenti RINA 2008 131


Parte F, Cap 10, Sez 2

6.2 Spessore richiesto 7.1.2 (1/3/2008)


6.2.1 (1/3/2008) La robustezza di un elemento di rinforzo dipende dal grado
di incastro dei suoi supporti. Gli elementi di rinforzo pos-
Lo spessore minimo richiesto per il fasciame esterno t, in
sono considerarsi incastrati se sono o continui attraverso le
mm, deve essere non minore del valore ottenuto con la
strutture di supporto oppure se sono collegati alla stuttura di
seguente formula:
supporto con una squadra. Negli altri casi , si devono consi-
t = tnet + tc derare i rinforzi semplicemente appoggiati a meno che non
dove: venga dismostrato che il loro collegamento fornisce un
significato vincolo alla rotazione. In corrispondenza dei
tnet : spessore, in mm, della lamiera richiesto per
supporti di tutte le strutture di rinforzo, che terminano entro
resistere ai carichi dovuti all'azione ghiaccio
la zona rinforzata per i ghiacci, deve essere assicurato un
indicati in [6.3]
effettivo incastro.
tc : sovraspessore, in mm, per corrosione ed abra-
7.1.3 (1/3/2008)
sione indicato in [3.1].
I dettagli di intersezione tra elementi di rinforzo ed altri ele-
6.2.2 (1/3/2008) menti di rinforzo, incluse le lamiere irrigidite, così come i
Lo spessore del fasciame esterno, tnet, richiesto per resistere dettagli di collegamento delle estremita degli elementi di
al carico di progetto dovuto all'azione del ghiaccio dipende rinforzo alle strutture di supporto, devono essere conformi,
dalla inclinazione delle strutture di rinforzo. per quanto applicabile, alle richieste della Parte B,
Capitolo 4.
6.3 Spessore netto 7.1.4 (1/3/2008)
La campata degli elementi di rinforzo deve essere calcolata
6.3.1 Fasciame a struttura trasversale (1/3/2008)
secondo quanto previsto nella Parte B, Cap 4, Sez 3, [3.2].
Lo spessore netto tnet, in mm, del fasciame a struttura tra- Se sono sistemate delle squadre, la campata può essere
sversale (Ω > 70°), (compreso il fasciame del fondo, cioè il misurata da metà lunghezza delle squadre. La forma delle
fasciame nelle aree BIb, Mb e Sb), deve essere calcolato con squadre deve essere tale da assicurare stabilità sia in campo
la seguente formula: elastico che in campo post-elastico.
tnet = 15,8 s [(AF PPFp Pavg) / σy]0,5 / [1 + s / (2 b) ] 7.1.5 (1/3/2008)
dove b deve essere assunto non maggiore di l - s/4. Nel calcolare il modulo di resistenza effettivo e l'area a
taglio di un elemento di rinforzo, devono essere considerati
6.3.2 Fasciame a struttura longitudinale (1/3/2008) gli spessori netti dell'anima, della piattabanda (se sistemata)
Lo spessore netto tnet, in mm, del fasciame a struttura longi- e della striscia di fasciame associato.
tudinale (Ω ≤ 20°), deve essere calcolato con le seguenti Nel calcolare l'area a taglio di un elemento di rinforzo si
formule: può tenere conto di tutto il materiale contenuto sull'intera
• quando b > s: altezza dell'elemento, cioè l'area dell'anima compresa la
tnet = 15,8 s [(AF PPFp Pavg) / σy]0,5 / [1 + s / (2 l)] porzione di piattabanda, se sistemata, escludendo però la
striscia associata.
• quando b < s:
tnet = 15,8 s [(AF PPFp Pavg) / σy]0,5 [2 b/s - (b/s)2]0,5/ [1+ s 7.2 Area a taglio netta effettiva
/ (2 l)]
7.2.1 (1/3/2008)
6.3.3 Fasciame con rinforzi obliqui (1/3/2008) L'area netta effettiva a taglio Aw, in cm2, di un elemento di
Lo spessore netto tnet, in mm, del fasciame con rinforzi obli- rinforzo è data da:
qui (70° > Ω > 20°), deve essere ottenuto mediante interpo- AW = h twn sin ϕw/ 100
lazione lineare tra i valori ottenuti in [6.3.1] e [6.3.2].
dove:
h : altezza del rinforzo, in mm, ved. Fig 7
7 Strutture di rinforzo
twn : spessore netto dell'anima, in mm, dato da: tw -
tc1
7.1 General
tw : spessore di costruzione dell'anima, in mm, ved.
7.1.1 (1/3/2008) Fig 7
Il termine "elemento di rinforzo" si riferisce ai rinforzi ordi-
tc1 : sovraspessore per corrosione come richiesto
nari trasversali (costole) e longitudinali, ai correnti rinforzati
dalle Parti del Regolamento applicabili ma in
ed alle costole rinforzate nelle zone dello scafo soggette
nessun caso minore del valore tc indicato in
alla pressione del ghiaccio. Se sono sistemati elementi rin-
forzati che distribuiscono il carico tra i rinforzi ordinari ver- [3.1],
ticali o longitudinali, la loro sistemazione deve essere in ϕw : l'angolo più piccolo, in °, formato dal fasciame
accordo con le richieste, per quanto applicabili, della esterno e l'anima del rinforzo, misurato a metà
Parte B, Capitolo 4 ed i loro dimensionamenti devono campata del rinforzo, ved. Fig 7. L'angolo ϕw
essere tali che le tensioni soddisfino gli applicabili criteri può essere assunto uguale a 90° se il suo valore
di verifica definiti nella Parte B, Cap 7, Sez 3. effettivo è non minore di 75°.

132 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 7 (1/3/2008)

bf
bw

tf
h
hfc
hw

tw

ϕw
tp

7.3 Modulo di resistenza plastico netto ed il modulo di resistenza plastico netto, Zp, in cm3, è dato
effettivo da:
7.3.1 (1/3/2008)
Se l'area della striscia di fasciame associata è più grande ⎧ [ ( h w – z n a ) 2 + z na ]t wn sin ϕ w 2
Z p = t pn sz na sin ϕ w + ⎨ ---------------------------------------------------------------------
-+
dell'area della sezione del rinforzo, il modulo di resistenza ⎩ 2000
plastico netto effettivo, Zn, in cm3, è dato da:

+A fn [ ( h fc – z n a ) sin ϕ w – b w cos ϕ w ] ⁄ 10 ⎬

h 2 w t wn sin ϕ w Nel caso di sistemazione dei rinforzi del fianco obliqui (70°
Z p = A pn t pn ⁄ 20 + ------------------------------
- + A fn ( h fc sin ϕ w – b w cos ϕ w ) ⁄ 10
2000 > Ω > 20°, dove Ω è definito in [6.1]), si deve eseguire una
dove: interpolazione lineare.
h, twn, tc, and jw sono indicati in [7.1], e s in [6.1].
7.4 Rinforzi ordinari trasversali del fianco e
Apn : area netta, in cm2, della striscia di fasciame
del fondo
associato (uguale a 10tpns, comunque non deve
essere assunta maggiore dell'area netta del rin- 7.4.1 Definizioni (1/3/2008)
forzo) LL : lunghezza, in m, del tratto di campata caricata,
tpn : spessore netto effettivo, in mm, del fasciame da assumere pari al minore tra a e b
esterno (deve soddisfare quanto richiesto in a : campata, in m, del rinforzo come definita in
[6.1] per tnet) [7.1.4]
hw : altezza, in mm, dell'anima del rinforzo, ved. b : altezza, in m, dell'impronta di progetto del
Fig 7 carico esercitato dal ghiaccio in accordo a
Afn : area netta, in cm2, della piattabanda del rin- [4.5.1] o [4.5.2]
forzo s : intervallo, in m, dei rinforzi transversali
hfc : altezza, in mm, del rinforzo misurata sino a AF : Fattore di zona dello scafo ricavato dalla Tab 7
metà spessore della piattabanda, vedere Fig 7 PPFt : Fattore di pressione di picco ricavato dalla
bw : distanza, in mm, tra metà dello spessore Tab 6
dell'anima del rinforzo e metà della larghezza Pavg : pressione media, Pavg, in kN/m2, entro
della piattabanda, ved. Fig 7. l'impronta del carico definita in [4.6]
Se l'area del rinforzo è maggiore dell'area della striscia σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
associata, l'asse neutro plastico è ad una distanza zna, in materiale.
mm, al disopra della striscia associata, data da: 7.4.2 (1/3/2008)
L'area a taglio netta effettiva Aw, in cm2, dei rinforzi trasver-
sali ordinari, come definita in [7.2], deve soddisfare la
Z n a = ( 100A fn + h w t wn – 1000t pn s ) ⁄ ( 2t wn )
seguente condizione:

Regolamenti RINA 2008 133


Parte F, Cap 10, Sez 2

Aw > At b : altezza, in m, dell'impronta di progetto del


dove: carico esercitato dal ghiaccio in accordo a
[4.5.1] e [4.5.2]
At = 8,67 LL s (AF PPFt Pavg) / σy.
s : intervallo, in m, dei rinforzi longitudinali
7.4.3 (1/3/2008) a : campata, in m, dei rinforzi longitudinali come
Il modulo di resistenza plastico netto effettivo, Zp, in cm3, indicato in [7.1.4]
dell'insieme striscia associata/rinforzo, come definito in σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
[7.3], deve soddisfare la seguente condizione: materiale
Zp > 250 LL (1 - 0,5 LL / a) s (AF PPFt Pavg) a A1/σy b1 : ko b2
dove A1 è il maggiore tra i seguenti valori: ko : 1 - 0,3 / b'
• A1A = 1 / {1 + j / 2 + kw j/2 [(1 - a12) 0,5 - 1]} b' : b/s
• A1B = {1 - 1 / [2a1 (1 - 0,5 LL/a)]} / (0,275 + 1,44 kz0,7) b2 : deve essere assunto in accordo alle seguenti for-
mule:
dove:
• se b’ < 2
j = 1 per rinforzi del fianco con un solo appoggio semplice
b2 = b (1 - 0,25 b')
al di fuori della zona rinforzata per i ghiacci
• se b’ > 2
j = 2 per rinforzi del fianco privi di appoggi semplici
b2 = s.
a1 = At / Aw
At : area minima a taglio del rinforzo trasversale 7.5.2 Area netta effettiva a taglio (1/3/2008)
data in [7.4.2] L'area netta effettiva a taglio Aw, in cm2, del rinforzo longi-
Aw : area netta a taglio del rinforzo trasversale, in tudinale, come definita in [7.2], deve soddisfare la seguente
cm2, (calcolato in accordo a [7.2]) condizione:
kw : 1 / (1 + 2 Afn / Aw) con Afn come indicato in Aw > At
[7.3] dove:
kz : zp / Zp in generale, se il rinforzo è munito di At = 8,67 (AF PPFs Pavg) 0,5 b1 a / σy.
squadre di estremità deve essere assunto = 0
zp : somma dei singoli moduli di resistenza plastici, 7.5.3 Modulo di resistenza plastico netto
in cm3, della piattabanda e della striscia asso- effettivo (1/3/2008)
ciata, così come sistemate, da valutare con la Il modulo di resistenza plastico netto effettivo, Zp, in cm3,
seguente formula: dell'insieme striscia associata/rinforzo, come definito in
zp= (bf t2 + beff t2pn) / 4000 [7.3], deve soddisfare la seguente condizione:
tfn : spessore netto, in mm, della piattabanda dato Zp > Zpl
da : tf - tc (tc è dato in [7.2]) dove:
tf : spessore di costruzione, in mm, della piatta- Zpl = 125 (AF PPFs Pavg) b1 a2 A4 / σy
banda, ved. Fig 7 A4 : 1 / {2 + kwl [(1 - a42)0,5 - 1]}
tpn : spessore netto effettivo, in mm, della striscia di
a4 : AL / Aw
fasciame associato (non deve risultare minore
del valore tnet dato in [6]) AL : area minima a taglio, in cm2, del longitudinale
come data in [7.5.2]
beff : larghezza efficace, in mm, della striscia di
fasciame associato da assumere uguale a 500s Aw : area netta a taglio in, cm2, del longitudinale
(calcolata in accordo a [7.2.1])
Zp : modulo di resistenza plastico netto, in cm3, del
rinforzo trasversale (calcolato come indicato in kwl : 1 / (1 + 2 Afn / Aw) with Afn come dato in [7.3].
[7.3].
7.5.4 Modulo di resistenza plastico netto effettivo
7.4.4 (1/3/2008) (1/3/2008)
I dimensionamenti dei rinforzi trasversali ordinari devono I dimensionamenti dei rinforzi longitudinali devono soddi-
soddisfare i requisiti di stabilità strutturale indicati in [7.7]. sfare la prescrizioni di stabilità strutturale indicate in [7.7].

7.5 Rinforzi ordinari longitudinali 7.6 Costole rinforzate e Correnti rinforzati


7.5.1 Definizioni (1/3/2008) 7.6.1 (1/3/2008)
AF : Fattore di zona dello scafo ricavato dalla Tab 7 Le costole rinforzate ed i correnti rinforzati devono essere
progettati per resistere all'impronta del carico del ghiaccio,
PPFs : Fattore di pressione di picco ricavato dalla come definita in [4]. L'impronta del carico deve essere
Tab 6 applicata nelle posizioni in cui le capacità di resistenza di
Pavg : pressione media, in kN/m2, entro l'impronta del questi elementi sotto l'azione combinata di flessione e
carico secondo quanto indicato in [7.4.1] taglio sono minime.

134 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

7.6.2 (1/3/2008) h : altezza, in mm, del rinforzo ordinario che attra-


versa l'elemento rinforzato in esame (da assu-
Le costole rinforzate ed i correnti rinforzati devono essere
mere uguale a 0 in assenza di rinforzi passanti)
dimensionati in modo che gli effetti combinati di taglio e
(ved. Fig 8)
flessione non superino lo stato o gli stati limite definiti nella
Parte B, Cap 7, Sez 3. Se questi elementi fanno parte di una c2 : distanza, in mm, tra le strutture di supporto
struttura a grigliato, devono essere adottati appropriati dell'elemento rinforzato in esame misurata
metodi di analisi. Se la configurazione strutturale è tale che parallelamente a tale elemento (ved. Fig 8)
gli elementi rinforzati non fanno parte di un grigliato, deve
essere usato l'appropriato Fattore di pressione di picco (PPF) σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
ricavato dalla Tab 6. materiale.

Particolare attenzione deve essere posta alla resistenza a 7.7.3 (1/3/2008)


taglio in corrispondenza dei fori di alleggerimento e di sca-
rico degli elementi intersecantisi. In aggiunta a quanto indicato in [7.7.1] e [7.7.2], deve
essere soddisfatto anche quanto segue:
7.6.3 (1/3/2008)
twn > 0,35 tpn (σy / 235)0,5
I dimensionamenti delle costole rinforzate e dei correnti
rinforzati devono soddisfare la prescrizioni di stabilità strut- dove:
turale indicate in [7.7].
σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
materiale
7.7 Strutture di rinforzo - Stabilità strutturale
twn : spessore netto, in mm, dell'anima
7.7.1 (1/3/2008)
tpn : spessore netto, in mm, della striscia di fasciame
Per evitare fenomeni di instabilità locale nell'anima del rin- associata all'elemento di rinforzo.
forzo, il rapporto tra l'altezza (hw) e lo spessore netto (twn)
dell'anima di ogni elemento di rinforzo non deve superare i 7.7.4 (1/3/2008)
seguenti valori:
Per evitare fenomeni di instabilità locale nell'anima dei rin-
• Per ferri piatti: forzi di tipo composto, devono essere soddisfatte le
seguenti condizioni:
hw / twn ≤ 282 / (σy)0,5
b’f / twn > 5
• Per piatti a bulbo, per angolari a T e profilati ad angolo:
bout / tfn = 155 / (σy)0,5
hw / twn ≤ 805 / (σy)0,5
dove:
dove:
bout : larghezza, in mm, della parte sporgente della
hw : altezza dell'anima, in mm piattabanda

twn : spessore netto, in mm, dell'anima tfn : spessore netto, in mm, della piattabanda

σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del σy : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
materiale . materiale.

7.7.2 (1/3/2008)
8 Lamiere irrigidite
Gli elementi di rinforzo ai quali non è possibile applicare le
prescrizioni indicate in [7.7.1] (ad es. correnti rinforzati o
costole rinforzate) devono avere le anime efficacemente 8.1
irrigidite. I dimensionamenti di tali irrigidimenti devono
assicurare la stabilità strutturale dell'elemento di rinforzo. 8.1.1 (1/3/2008)
Lo spessore minimo netto, in mm, dell'anima degli ele-
menti di rinforzo è data dalla seguente formula: Per le lamiere irrigidite si intendono quelle parti in lamiera
irrigidita collegate allo scafo e soggette ai carichi dovuti al
twn = 2,63 x 10-3 c1 σy / [5,34 + 4 (c1 / c2)2] ghiaccio. Queste prescrizioni si applicano per una esten-
sione, verso l'interno dello scafo, uguale alla minore tra:
dove:
• l'altezza dell'anima della costola rinforzata o del cor-
c1 : hw - 0,8 h, in mm rente rinforzato, paralleli ed adiacenti oppure

hw : altezza dell'anima , in mm, del corrente rinfor- • 2,5 volte l'altezza del rinforzo che interseca la lamiera
zato o della costola rinforzata (ved. Fig 8) irrigidita.

Regolamenti RINA 2008 135


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 8 (1/3/2008)

hw

c2

8.2 9.2 Zona poppiera


8.2.1 (1/3/2008) 9.2.1 (1/3/2008)
Lo spessore del fasciame ed i dimensionamenti dei rinforzi Deve essere evitato un gioco eccessivamente ridotto tra
ordinari saldati devono essere tali da garantire il grado di l'apice delle pale dell'elica ed il telaio di poppa per non dar
incastro alle estremità delle strutture di rinforzo del luogo a carichi molto elevati sugli apici.
fasciame.
9.2.2 (1/3/2008)

8.3 Sulle navi con due o tre eliche, l'irrobustimento per la navi-
gazione tra i ghiacci del fasciame dello scafo e dei relativi
8.3.1 (1/3/2008) rinforzi deve essere esteso fino al doppio fondo per almeno
1,5 m a proravia ed a poppavia delle eliche laterali.
La stabilità delle lamiere irrigidite deve essere adeguata per
resistere ai carichi dovuti all'azione del ghiaccio definiti in 9.2.3 (1/3/2008)
[4].
Le linee d'alberi e gli astucci per le eliche laterali devono,
in generale, essere racchiuse entro ringrossi in lamiera. Se
9 Sistemazione del dritto di prora e vengono usati bracci di sostegno, il loro progetto, la loro
della poppa robustezza ed il loro collegamento allo scafo devono essere
considerati dalla Società caso per caso.

9.1 Zona prodiera 9.2.4 (1/3/2008)


Una poppa a specchio molto larga, che si estenda al di
9.1.1 Dritto di prora (1/3/2008) sotto della linea di galleggiamento UIWL, può rendere
Il dritto di prora può essere in acciaio laminato, fuso o fuci- molto difficoltosa la capacità della nave a navigare in mar-
nato o può essere realizzato con lamiere di acciaio sago- cia indietro tra i ghiacci, capacità che è di estrema impor-
mate. tanza in tale situazione.

Un dritto di prora realizzato a spigoli vivi (ved. Fig 9) Per tale ragione una poppa a specchio non deve normal-
migliora la manovrabilità della nave tra i ghiacci ed è parti- mente estendersi al di sotto della linea di galleggiamento
colarmente raccomandato per navi aventi lunghezza UIWL. Qualora ciò fosse inevitabile, la parte dello specchio
minore di 150 m. di poppa al di sotto di UIWL deve avere una larghezza il
più possibile ridotta.
Lo spessore delle lamiere, nel caso di un dritto di prora
sagomato, e, nel caso di prora non a spigoli vivi, lo spessore La parte dello specchio di poppa entro la zona rinforzata
di qualsiasi parte del fasciame che forma, su un piano oriz- per la navigazione tra i ghiacci deve essere irrobustita come
zontale, un angolo maggiore o uguale a 30° rispetto al richiesto per la zona centrale.
piano di simmetria della nave, deve essere non minore di
1,3 volte lo spessore del fasciame esterno adiacente calco- 10 Allestimento
lato secondo quanto indicato in [6].

Il dritto e le parti della prora non a spigoli vivi sopra definiti


10.1 Appendici
devono essere sostenuti da madieri o squadre distanziati tra
loro non più di 600 mm ed aventi uno spessore non infe- 10.1.1 (1/3/2008)
riore alla metà di quello delle lamiere che formano le dette
parti. Tutte le appendici devono essere progettate per resistere
alle forze derivanti dalla ubicazione del loro collegamento
La zona rinforzata del dritto di prora deve estendersi dalla allo scafo oppure dalla posizione entro una zona dello
chiglia fino al limite superiore della regione di Prora (B). scafo.

136 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 2

Figura 9 (1/3/2008)

10.2 Timoni e organi di governo mm e raggio di curvatura sulla superficie interna non
minore di 100 mm.
10.2.1 (1/3/2008)
10.3.2 (1/3/2008)
I dimensionamenti del dritto del timone, dell'asta, degli
Deve essere sistemata una bitta o un altro mezzo adatto per
agugliotti, ecc. nonchè delle macchine di governo e le rela-
assicurare il cavo di rimorchio, avente un dimensionamento
tive prestazioni richieste, devono essere in accordo con le
tale da sopportare un carico uguale al carico di rottura del
prescrizioni specificate in Parte B, Cap 10, Sez 1, assu-
cavo da rimorchio.
mendo il coefficiente r2, definito in Parte B, Cap 10, Sez 2,
[2.1.2], uguale a 1,10 indipendentemente dal tipo di profilo 10.3.3 (1/3/2008)
del timone. Sulle navi aventi un dislocamento inferiore a 30000 t, la
parte della prora che si estende fino ad un'altezza di
Tuttavia la massima velocità di esercizio in marcia avanti da almeno 5 m al di sopra della linea di galleggiamento supe-
assumere per la verifica dei dimensionamenti sopraddetti riore UIWL e per almeno 3 m a poppavia del dritto di prora
deve essere non minore del valore specificato in Tab 9. Nel deve essere rinforzata per sopportare le tensioni causate dal
caso in cui il valore effettivo della massima velocità di eser- rimorchio corto a forcella (fork towing). A tale scopo
cizio in marcia avanti della nave sia maggiore del valore devono essere sistemate costole ordinarie intermedie soste-
specificato in Tab 9, deve essere assunto il valore massimo. nute da correnti rinforzati o da ponti.
Entro la zona rinforzata per i ghiacci, lo spessore del
fasciame del timone e dei diaframmi interni deve essere Tabella 9 : Velocità massima di esercizio in marcia
non minore del valore prescritto per il fasciame esterno avanti (1/3/2008)
della zona poppiera.
10.2.2 (1/3/2008) Velocità massima di esercizio in
Notazione
marcia avanti (nodi)
L'asta del timone ed il lembo superiore della pala devono
essere protetti contro la pressione esercitata dal ghiaccio POLAR CLASS 1 26
per mezzo di un fendighiaccio (ice knife) o di un altro POLAR CLASS 2 24
mezzo equivalente.
POLAR CLASS 3 23

10.3 Sistemazioni per il rimorchio POLAR CLASS 4 22

10.3.1 (1/3/2008) POLAR CLASS 5 21


Nel parapetto di prora, sul piano di simmetria della nave, POLAR CLASS 6 20
deve essere sistemato un cubiotto avente dimensioni non
minori di 250 mm x 300 mm, lunghezza non minore di 150 POLAR CLASS 7 18

Regolamenti RINA 2008 137


Parte F, Cap 10, Sez 3

SEZIONE 3 MACCHINE

1 Generalità 2 Materiali

1.1 Campo di applicazione 2.1 Materiali esposti direttamente all'acqua


1.1.1 (1/3/2008) di mare
Le prescrizioni di questa Sezione si applicano agli impianti 2.1.1 (1/3/2008)
relativi alla propulsione, alle macchine di governo, ai ser- I materiali esposti direttamente all'acqua di mare , ad es. le
vizi ausiliari di emergenza e essenziali per la sicurezza pale dell'elica, il mozzo dell'elica ed i bulloni di collega-
della nave e per le sopravvivenza dell'equipaggio. mento delle pale, devono avere un allungamento percen-
tuale non minore del 15% determinato su un provino di
1.2 Disegni ed informazioni particolari da lunghezza uguale a cinque volte il suo diametro.
sottoporre Per materiali diversi dal bronzo e dagli acciai austenitici
1.2.1 (1/3/2008) deve essere eseguita la prova di resilienza Charpy V. I pro-
vini prelevati dai getti dell'elica devono essere rappresenta-
Dettagli delle condizioni ambientali e della POLAR CLASS
tivi della sezione di maggiore spessore della pala. Da tre
richiesta per le macchine, se diversa dalla POLAR CLASS
prove Charpy V, eseguite a temperatura di meno 10° C,
richiesta per lo scafo.
deve ottenersi una resilienza media di 20 J.
1.2.2 (1/3/2008)
Disegni dettagliati dei macchinari per la propulsione. Le 2.2 Materiali esposti alla temperatura
descrizioni dell'impianto di propulsione e di governo, dei dell'acqua di mare
servizi ausiliari essenziali e di emergenza devono includere
eventuali limitazioni operative. Informazioni sulle funzioni 2.2.1 (1/3/2008)
essenziali di comando del carico dell'impianto di propul- I materiali esposti alla temperatura dell'acqua di mare
sione. devono essere in acciaio o in altro materiale duttile appro-
vato.
1.2.3 (1/3/2008)
Descrizione dettagliata della ubicazione degli impianti Da tre prove Charpy V, eseguite a temperatura di meno 10°
principali, ausiliari e di emergenza e della loro protezione C, deve ottenersi una resilienza media di 20 J.
per evitare problemi derivanti dal congelamento, dal ghiac-
cio e dalla neve e prova della loro capacità di funzionare 2.3 Materiali esposti a basse temperature
nelle condizioni ambientali previste. ambientali esterne
1.2.4 (1/3/2008) 2.3.1 (1/3/2008)
Calcoli e documentazione che dimostrino che le prescri- I materiali di componenti essenziali esposti a basse tempe-
zioni di questa Sezione sono soddisfatte. rature ambientali esterne devono essere in acciaio o in altro
materiale duttile approvato.
1.3 Progetto dell'impianto Da tre prove Charpy V, eseguite ad una temperatura di 10°
1.3.1 (1/3/2008) C al disotto della più bassa temperatura di progetto, deve
ottenersi una resilienza media di 20 J.
I macchinari ed i relativi impianti ausiliari devono essere
progettati, costruiti e mantenuti in conformità alle prescri-
zioni relative alla sicurezza antincendio di "locali macchine 3 Carichi dovuti all'interazione del ghi-
periodicamente non presidiati". Ogni impianto di automa- accio
zione (cioè di comando, allarme, sicurezza ed indicazione)
degli impianti essenziali sistemati a bordo deve essere man-
3.1 Interazione ghiaccio-elica
tenuto nello stesso standard di installazione.
3.1.1 (1/3/2008)
1.3.2 (1/3/2008)
Questa Sezione si applica alle eliche a pale fisse o a pale
Gli impianti, soggetti a danneggiamento per congelamento,
orientabili, sia di tipo senza mantello che intubate, situate
devono essere drenabili.
a poppa. I carichi del ghiaccio sulle eliche di prora e su
1.3.3 (1/3/2008) quelle traenti verranno determinati nei singoli casi. I carichi
Le navi con una sola linea d'alberi e con notazione addizio- indicati sono considerati quali valori massimi durante
nale di classe da PC1 a PC5 devono essere munite di un l'intera vita della nave in condizioni operative normali e
mezzo che assicuri una sufficiente operatività della nave come un unico evento. Questi carichi non coprono le con-
nel caso di danni all'elica compreso il meccanismo di con- dizioni operative non progettuali, per esempio quando
trollo del passo. un'elica bloccata viene trascinata nei ghiacci. Questa

138 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 3

Sezione si applica anche ai thruster azimutali (sia mecca- colare la robustezza dei componenti. I diversi carichi qui
nici che Pod) tenendo conto dei carichi dovuti alla intera- indicati devono essere applicati separatamente.
zione ghiaccio elica. Tuttavia, i carichi dovuti all'urto del
• Fb è una forza che tende a flettere in addietro una pala
ghiaccio sul piede del thruster azimutale non sono coperti
da questa Sezione. dell'elica mentre l'elica sta frantumando un blocco di
ghiaccio ruotando in marcia avanti
I carichi indicati in questo articolo [3] sono i carichi totali
(se non diversamente stabilito) durante l'interazione con il • Ff è una forza che tende a flettere in avanti una pala
ghiaccio e devono essere applicati separatamente (se non dell'elica mentre l'elica interagisce con un blocco di
diversamente stabilito) e sono utilizzabili soltanto per cal- ghiaccio ruotando in marcia avanti.

Tabella 1 (1/3/2008)

Classe Polare Hice [m] Sice [-] Sgice [-]

PC1 4,0 1,2 1,15


PC2 3,5 1,1 1,15
PC3 3,0 1,1 1,15
PC4 2,5 1,1 1,15
PC5 2,0 1,1 1,15
PC6 1,75 1 1
PC7 1,5 1 1

3.2 Fattori inerenti la Classe Polare dove:


• Dlimit = 0,85 ( Hice)1,4, in m
3.2.1 (1/3/2008)
• n è la velocità di rotazione nominale (nella condizione
La Tab 1 riporta lo spessore di progetto del ghiaccio e
di andatura libera a MCR) per eliche a pale orientabili e
l'indice di resistenza del ghiaccio da utilizzare per la valu-
l'85% della velocità di rotazione nominale (nella condi-
tazione dei carichi del ghiaccio agenti sull'elica.
zione di andatura libera a MCR) per le eliche a pale
Hice : Spessore del ghiaccio per determinare la robu- fisse (indipendentemente dal tipo di motore che le
stezza del macchinario aziona)
Sice : Indice di resistenza del ghiaccio per valutare la Per i seguenti casi di carico la forza Fb deve essere appli-
forza dovuta all'azione del ghiaccio agente cata, come una pressione uniformemente distribuita, su una
sulla pala parte del dorso della pala (aspirazione):
Sgice : Indice di resistenza del ghiaccio per valutare il a) Caso di carico 1: da 0,6R dall'asse dell'elica all'apice
momento torcente dovuto all'azione del ghiac- della pala e dal lembo di entrata sino a 0,2 della lun-
cio agente sulla pala. ghezza della corda,
b) Caso di carico 2: un carico equivalente al 50% della
3.3 Carichi di progetto dovuti all'azione ghi- forza Fb deve essere applicato nella zona apicale della
accio per eliche senza mantello pala oltre lo 0,9 R dall'asse dell'elica,
c) Caso di carico 5: per le eliche che possono ruotare in
3.3.1 Massima forza agente sulla pala in direzione direzione inversa, un carico equivalente al 60% della
addietro, Fb (1/3/2008) forza Fb deve essere applicato tra 0,6R dall'asse
La massima forza Fb, in kN, agente sulla pala in direzione dell'elica e l'apice della pala e dal lembo di uscita della
addietro, è uguale a: pala sino a 0,2 della lunghezza della corda, essendo R,
in m, il raggio esterno dell'elica.
• se D < Dlimit Vedere i casi di carico 1, 2 e 5 nella Tab 3.

3.3.2 Massima forza agente sulla pala in direzione


0, 7 EAR-⎞ 0, 3
⎛ ---------- avanti, Ff (1/3/2008)
F b = – 27 S ice ( nD ) (D )2
⎝ Z ⎠ La massima forza Ff in kN, agente sulla pala in direzione
avanti è uguale a:
• se D > Dlimit
• se D < Dlimit

0, 3
F b = – 23 S ice ( nD )
0, 7 ⎛ EAR
-----------⎞ ( H ice ) 1, 4 ( D ) F f = 250 ⎛ -----------⎞ ( D ) 2
EAR
⎝ Z ⎠ ⎝ Z ⎠

Regolamenti RINA 2008 139


Parte F, Cap 10, Sez 3

• se D > Dlimit • se D > Dlimit

⎛ ⎞ Q max = 202 ( 1 – d ⁄ D )S q ice H ice


1, 1
( P 0, 7 ⁄ D ) 0, 16 ( t 0, 7 ⁄ D ) 0, 6 ⋅
F f = 500 ⎜ --------------⎟ H ice ⎛ -----------⎞ ( D )
1 EAR
⎜ d ⎟ ⎝ Z ⎠ ⋅ ( nD ) 0, 17 D 1, 9
⎝ 1 – ----⎠
D

dove: dove:
Dlimit = 1,81 Hice, in m
Sqice = indice di resistenza del ghiaccio per valutare il
⎛ ⎞
momento torcente dovuto all'azione del ghiaccio agente
= ⎜ --------------⎟ H ice
2
D limit
⎜ d⎟ sulla pala
⎝ 1 – ----⎠
D P0,7 = passo dell'elica, in m, misurato a 0,7 R dall'asse
• d = diametro, in m, del mozzo dell'elica dell'elica
• D = diametro, in m, dell'elica in m t0,7 = spessore massimo, in m, misurato a 0,7 R dall'asse
• EAR = rapporto area sviluppata/area disco dell'elica

• Z = numero di pale dell'elica. n è la velocità di rotazione dell'elica [rps], in giri/min, in


condizioni di tiro a punto fisso. Se tale valore non è noto, n
Per i seguenti casi di carico Ff deve essere applicata, come deve essere assunta come segue:
una pressione uniformemente distribuita, su una parte della • nn, per le eliche a pale orientabili
faccia della pala (pressione): • nn, per le eliche a pale fisse azionate da una turbina o
a) Caso di carico 3: da 0,6R dall'asse dell'elica all'apice da un motore elettrico
della pala e dal lembo di entrata sino a 0,2 della lun- • 0,85 nn, per le eliche a pale fisse azionate da un motore
ghezza della corda, diesel.
b) Caso di carico 4: un carico equivalente al 50% della
In cui nn è la velocita nominale di rotazione nella condi-
forza Ff deve essere applicato nella zona apicale della
zione MCR, ad andatura libera.
pala oltre 0,9 R dall'asse dell'elica,
Per le eliche a pale orientabili, il passo P0,7 è quello corri-
c) Caso di carico 5: per le eliche che possono ruotare in spondente alla MCR in condizioni di tiro a punto fisso. Se
direzione inversa, un carico equivalente al 60% della
tale valore non è noto, P0,7 deve essere assunto pari a
forza Ff deve essere applicato tra 0,6R dall'asse
0,7·P0,7n, in cui P0,7n è il passo dell'elica nella condizione
dell'elica e l'apice della pala e dal lembo di uscita della
MCR, ad andatura libera.
pala sino a 0,2 della lunghezza della corda.
Vedere i casi di carico 3, 4 e 5 nella Tab 4. 3.3.5 Massima spinta sull'asse dovuta
all'interazione ghiaccio-elica (1/3/2008)
3.3.3 Massimo momento torcente di rotazione di Le spinte massime Tf e Tb, in kN, dovute all'interazione
pala (Blade Spindle Torque), Qsmax (1/3/2008) ghiaccio-elica sono uguali a:
Il momento torcente Qsmax, in kNm, attorno all'asse di rota- In avanti:
zione verticale di pala deve essere calcolato sia per i casi
Tf = 1,1 Ff
di carico descritti in [3.3.1] relativi alla forza Fb sia per
quelli descritti in [3.3.2] relativi alla forza Ff. Se i valori di In addietro:
questi momenti torcenti sono minori del valore di riferi- Tb = 1,1 Fb
mento, in kNm, sottoindicato, deve essere utilizzato il
valore minimo di riferimento. 3.4 Carichi di progetto dovuti all'azione del
Valore di riferimento: Qsmax = 0,25 F c0,7 ghiaccio per eliche intubate
dove: 3.4.1 Massima forza Fb agente sulla pala in
c0,7 = lunghezza, in m, della corda della pala misurata a direzione addietro (1/3/2008)
0,7R dall'asse dell'elica La massima forza agente sulla pala in direzione addietro Fb,
F è il valore assoluto più grande tra Fb ed Ff. in kN, è uguale a:
• se D < Dlimit
3.3.4 Massimo momento torcente sull'elica dovuto
all'interazione ghiaccio-elica (1/3/2008) 0, 3
F b = – 9, 5 S ice ⎛ -----------⎞
EAR
[ nD ] 0, 7 D 2
Il massimo momento torcente Qmax, in kNm, sull'elica ⎝ Z ⎠
dovuto all'interazione ghiaccio-elica è uguale a:
• se D > Dlimit
• se D < Dlimit
0, 3
F b = – 66S ice ⎛ -----------⎞
EAR
( nD ) 0, 7 D 0, 6 ( H ice ) 1, 4
Q max = 105 ( 1 – d ⁄ D )S qice ( P 0, 7 ⁄ D ) 0, 16 ( t 0, 7 ⁄ D ) 0, 6 ( nD ) 0, 17 D 3 ⎝ Z ⎠

140 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 3

dove: • se D > Dlimit


Dlimit = 4 Hice, in m
0, 16 0, 6
d P 0, 7-⎞ t 0, 7⎞
Q max = 141 ⎛⎝ 1 – ----⎞⎠ ⎛⎝ -------- ⎛ ------ 0, 17
n deve essere assunto come indicato in [3.3.1]. - ( nD ) S q ice D 1, 9 H 1, 1 ice
D D⎠ ⎝ D⎠
Nei seguenti casi di carico (ved. Tab 2), la forza Fb deve
essere applicata come una pressione uniformemente distri- dove Dlimit = 1,8 Hice, in m
buita su di una parte del dorso della pala: n è la velocità di rotazione dell'elica [rps], in giri/min, in
condizioni di tiro a punto fisso. Se tale valore non è noto, n
a) Caso di carico 1: sul dorso della pala da 0,6R dall'asse deve essere assunta come segue:
dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino
• nn, per le eliche a pale orientabili
a 0,2 della lunghezza della corda,
• nn, per le eliche a pale fisse azionate da una turbina o da un
b) Caso di carico 5: per le eliche che possono ruotare in motore elettrico
direzione inversa, un carico equivalente al 60% della
• 0,85 nn, per le eliche a pale fisse azionate da un motore die-
forza Fb deve essere applicato sulla faccia della pala tra
sel.
0,6R dall'asse dell'elica e l'apice della pala e dal lembo
di uscita della pala sino a 0,2 della lunghezza della in cui nn è la velocità nominale di rotazione nella condizione
corda. MCR, ad andatura libera.
Per le eliche a pale orientabili, il passo P0,7 è quello corrispon-
3.4.2 Massima forza Ff agente sulla pala in direzione
dente alla MCR in condizioni di tiro a punto fisso. Se tale valore
avanti (1/3/2008)
non è noto, P0,7 deve essere assunto pari a 0,7·P0,7n, in cui P0,7n è
La massima forza agente sulla pala in direzione avanti Ff, in il passo dell'elica nella condizione MCR, ad andatura libera.
kN, è uguale a:
3.4.4 Massimo momento torcente di rotazione
• se D ≤ Dlimit verticale di pala Qsmax, per il progetto del
meccanismo di controllo del passo (1/3/2008)
Il momento torcente Qsmax, in kNm, attorno all'asse di rotazione
F f = 250 ⎛ -----------⎞ D 2
EAR
⎝ Z ⎠ verticale di pala deve essere calcolato per i casi di carico
descritti in [3.3.1]. Se i valori di questi momenti torcenti sono
• se D > Dlimit minori del valore di riferimento, in kNm, sottoindicato, deve
essere utilizzato il valore di riferimento:
Valore di riferimento: Qsmax = 0,25 F c0,7
F f = 500 ⎛ -----------⎞ D ------------------- H ice
EAR 1
⎝ Z ⎠ ⎛ dove:
d-⎞
1 – --- • c0,7 è la lunghezza, in m, della corda della pala misu-
⎝ D⎠
rata a 0,7R dall'asse dell'elica
dove: • F è il valore assoluto più grande tra Fb ed Ff .

3.4.5 Massima spinta sull'asse dovuta


2
D limit = ------------------- ⋅ H ice , in m all'interazione ghiaccio-elica (applicata
⎛ 1 – --- d⎞
- all'albero in corrispondenza dell'elica)
⎝ D⎠ (1/3/2008)
Nei seguenti casi di carico (ved. Tab 3) la forza Ff deve essere Le spinte massime Tf e Tb, in kN, dovute all'interazione
applicata come una pressione uniformemente distribuita su una ghiaccio-elica sono uguali a:
parte della faccia della pala (pressione): Tf = 1,1 Ff
a) Caso di carico 3: sulla faccia della pala da 0,6R dall'asse Tb = 1,1 Fb
dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino a
0,5 della lunghezza della corda 3.5 Carichi di progetto sulle linee d'alberi di
b) Caso di carico 5: un carico equivalente al 60% della forza Ff propulsione
deve essere applicato da 0,6R dall'asse dell'elica all'apice
della pala e dal lembo di entrata sino a 0,2 della lunghezza 3.5.1 Momento torcente (1/3/2008)
della corda. L'analisi dinamica del momento torcente eccitante dovuto
all'interazione ghiaccio-elica è descritta da una sequenza di urti
3.4.3 Massimo momento torcento sull'elica dovuto della pala ad andamento semisinusoidale e che si susseguono
all'interazione ghiaccio-elica (1/3/2008) alla frequenza tb della pala (ved. Fig. 1). Il momento torcente
Il massimo momento torcente sull'elica dovuto all'intera- dovuto all'urto del ghiaccio su di una singola pala, in funzione
zione ghiaccio-elica Qmax in kNm, è uguale a: dell'angolo di rotazione dell'elica, è quindi dato da:
• se ϕ = 0...αi
se D ≤ Dlimit
• Q (ϕ) = Cq Qmax sin [ϕ (180 / αi)]
• se ϕ = αi...360
0, 16 0, 6
d P 0, 7-⎞ t 0 , 7⎞
Q max = 74 ⎛ 1 – ----⎞ ⎛ -------- ⎛ ------ Q (ϕ) = 0
0, 17
- ( nD ) S q ice D 3
⎝ D⎠ ⎝ D ⎠ ⎝ D⎠ dove Cq ed αi sono parametri indicati nella Tab 2.

Regolamenti RINA 2008 141


Parte F, Cap 10, Sez 3

Tabella 2 (1/3/2008)

Momento torcente eccitante Interazione elica-ghiaccio Cq αi

Caso 1 Singolo blocco di ghiaccio 0,5 45


Caso 2 Singolo blocco di ghiaccio 0,75 90
Caso 3 Singolo blocco di ghiaccio 1,0 135
Caso 4 Due blocchi di ghiaccio con inter- 0,5 45
vallo corrispondente a 45°
di rotazione

Il momento torcente totale dovuto all'azione del ghiaccio si dove:


ottiene come sommatoria dei momenti torcenti sulle sin-
Tn = massima spinta a punto fisso, in kN, dell'elica,
gole pale tenendo conto di uno spostamento di fase pari a
360°/Z. Il numero di giri dell'elica durante una sequenza di Tf e Tb = massima spinta, in kN, in avanti ed indietro dovuta
frantumazione del ghiaccio si ottiene dalla seguente for- all'interazione ghiaccio-elica.
mula: Se la spinta idrodinamica a punto fisso Tn non è nota, essa
NQ = 2 Hice deve essere assunta come segue:
• 1,25 T, per eliche a pale orientabili (senza mantello)
Il numero di impatti è Z NQ.
• 1,1 T, per eliche a pale orientabili (intubate)
Vedere Fig 1.
• T per eliche a pale fisse azionate da una turbina o da un
La durata della sequenza di frantumazione non è valida per motore elettrico
le eliche traenti, che saranno soggette a particolare conside- • 0,85 T, per eliche a pale fisse (senza mantello) azionate
razione. da un motore diesel

Il momento torcente risultante in corrispondenza di ogni • 0,75 T, per eliche a pale fisse (intubate) azionate da un
motore diesel.
componente della linea d'alberi verrà valutato conside-
rando il momento torcente eccitante Q(ϕ) in corrispon- T = spinta nominale dell'elica nella condizione MCR in
denza dell'elica, la coppia effettiva del motore Qe e la navigazione libera in mare aperto.
massa elastica del sistema.
3.5.3 Carico che provoca la rottura della pala sia di
Qe = massimo valore effettivo della coppia del motore alla eliche senza mantello che intubate (1/3/2008)
velocità in esame
La forza agisce a 0,8R dall'asse dell'elica nel verso corri-
Il momento torcente di progetto (Qr) dei componenti della spondente alla sezione di minima resistenza della pala e
con un braccio di momento pari a 2/3 della distanza mag-
linea d'alberi viene determinato mediante un'analisi delle
giore dell'asse di rotazione verticale di pala rispetto al
vibrazioni torsionali della linea d'alberi di propulsione. I lembo di entrata o di uscita.
calcoli devono essere eseguiti per tutti i casi di eccitazione
sopraindicati ed il valore ottenuto deve essere aggiunto al Il carico, in kN, che provoca la rottura della pala è:
momento torcente medio idrodinamico nella condizione di
punto fisso alla prevista velocità di rotazione dell'elica.
2
0, 3 ⋅ c ⋅ t ⋅ σ ref
- ⋅ 10 3
F ex = ------------------------------------
3.5.2 Spinta massima risultante (1/3/2008) 0,8 ⋅ D – 2 ⋅ r

La massima spinta sull’albero portelica deve essere calco- dove σref = 0,6 σ0,2 + 0,4 σu
lata con le formule seguenti. I fattori 2,2 e 1,5 tengono σu e σ0,2, sono i valori rappresentativi del materiale della
conto dell'amplificazione dovuta alle vibrazioni torsionali. pala, in N/mm2.
In alternativa il fattore di amplificazione della spinta
sull'elica può essere determinato mediante un'analisi dina- c, t e r, in mm, sono rispettivamente la lunghezza effettiva
della corda, lo spessore ed il raggio della sezione cilindrica
mica.
radicale della pala in corrispondenza della sezione di
• Massima spinta in avanti sull'albero Tr = Tn + 2,2Tf minima resistenza al di fuori del raggio di raccordo e gene-
ralmente sono all'estremità del raccordo sulla superficie
• Massima spinta addietro sull'albero Tr = 1,5 Tb della pala.

142 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 3

4 Progetto 4.3.2 Spessore dei lembi della pala (1/3/2008)


Gli spessori dei lembi della pala ted e lo spessore dell'apice
ttip devono essere maggiori di tedge, in mm, dato dalla
4.1 Criterio di progetto
seguente formula:
4.1.1 (1/3/2008)
La robustezza della linea d'alberi di propulsione deve 3p ice
essere progettata: t edge ≥ xS ⋅ Sice -----------
-
σ ref
a) per i carichi massimi indicati in [3] x : distanza, in mm, dal lembo della pala, misurata
b) in modo tale che la flessione plastica della pala lungo le sezioni cilindriche a partire dal lembo
dell'elica non provochi danni agli altri componenti ed uguale al 2,5% della lunghezza della corda,
della linea d'alberi di propulsione tuttavia non deve essere assunta maggiore di 45
mm. Nella zona apicale (oltre 0,975R dall'asse
c) con una sufficiente resistenza a fatica. dell'elica) x deve essere assunta uguale al 2,5%
della lunghezza della sezione a 0,975R
4.2 Propulsori principali di tipo azimutale dall'asse dell'elica e deve essere misurata per-
pendicolarmente al lembo, tuttavia non deve
4.2.1 (1/3/2008)
essere assunta maggiore di 45 mm,
In aggiunta alle prescrizioni sopraindicate particolare atten-
S : fattore di sicurezza, da assumere uguale a:
zione dovrà essere posta per quei casi di carico che sono
specifici per questi gruppi propulsivi se confrontati con le • lembi di uscita:
eliche convenzionali. La valutazione dei casi di carico S = 2,5
deve rispecchiare le effettive condizioni operative della • lembi di entrata:
nave e dei thruster. A tal fine, per esempio, devono essere S = 3,5
presi in considerazione i carichi derivanti dagli impatti dei
• apice:
blocchi di ghiaccio sul mozzo di un'elica traente. Devono
anche essere presi in considerazioni i carichi agenti sui S=5
thruster che operano obliquamente rispetto al flusso. La Sice : in accordo a [3.2]
macchina di governo, gli accessori del gruppo ed il piede pice : pressione del ghiaccio, da assumere uguale a
del thruster devono essere progettati per sopportare senza 16 MPa per i lembi di entrata e per gli apici,
danni la perdita di una pala dell'elica. La flessione plastica σref : in accordo a [4.3.1].
di una pala deve essere valutata in quella posizione della
Le prescrizioni relative allo spessore dei lembi devono
stessa pala che provoca il massimo carico sul componente
essere applicate ai lembi di entrata e nel caso di eliche
in esame.
senza mantello che possono ruotare in direzione inversa
Thruster azimutali devono essere progettati anche per i cari- anche ai lembi di uscita. Lo spessore dell'apice si riferisce
chi stimati di interazione ghiaccio-elica. allo spessore massimo misurato nella zona apicale al di
fuori di 0,975R dall'asse dell'elica. Lo spessore del lembo
4.3 Progetto della pala nella zona compresa tra il valore massimo dell'apice e lo
spessore del lembo a 0.975R dall'asse dell'elica deve essere
4.3.1 Tensioni massime sulla pala (1/3/2008) ricavato mediante interpolazione lineare tra tali valori e
rastremato gradualmente.
Le tensioni massime sulla pala devono essere calcolate uti-
lizzando i carichi , in avanti ed in addietro, indicati in [3.3]
e [3.4]. Le tensioni devono essere calcolate con una analisi 4.4 Avviatori
ad elementi finiti documentata o altri metodi alternativi 4.4.1 (1/3/2008)
accettabili. Le tensioni sulla pala non devono superare le Il motore principale deve poter essere avviato ed azionare
tensioni ammissibili σall per il materiale della pala sottoin- l'elica a pale orientabili a pieno passo.
dicate. 4.4.2 (1/3/2008)
La tensione di calcolo sulla pala per il carico massimo Devono essere prese misure per assicurare che le sistema-
dovuto all'azione del ghiaccio deve soddisfare quanto zioni di riscaldamento permettano un pronto avviamento
segue: dei gruppi di potenza di emergenza freddi ad una tempera-
tura ambiente compatibile con la classe polare della nave.
σcalc < σall
4.4.3 (1/3/2008)
dove σall = σref / S
I gruppi di potenza di emergenza devono essere dotati di
S = 1,5 dispositivi di avviamento con energia immagazzinata che
consenta almeno tre avviamenti consecutivi alla tempera-
σref= tensione di riferimento, uguale alla minore tra:
tura di progetto definita in [4.4.2]. La sorgente di energia
σref = 0,7 σu deve essere protetta per evitare un esaurimento critico da
parte dell'impianto automatico di avviamento, a meno che
σref= 0,6 σ0,2 + 0,4 σu
non sia previsto un secondo mezzo indipendente di avvia-
dove σu e σ0,2 sono, in N/mm2, i valori rappresentativi del mento. Deve essere prevista una seconda sorgente di ener-
materiale della pala. gia che consenta tre avviamenti addizionali entro 30 min, a

Regolamenti RINA 2008 143


Parte F, Cap 10, Sez 3

meno che possa essere dimostrata l'efficacia dell'avvia- Fx = 0,5 in corrispondenza della perpendicolare at AP
mento manuale. Fx = 1,5 in corrispondenza della perpendicolare at AP per le
navi che avanzano tra i ghiacci in marcia indietro.
5 Accelerazioni sulle strutture di I valori intermedi di Fx devono essere ricavati mediante
sostegno dei macchinari interpolazione lineare.
Fi = forza totale, in kN, perpendicolare al fasciame esterno
5.1 Generalità nella zona di prora (B) dovuta all'impatto obliquo del
5.1.1 (1/3/2008) ghiaccio, definita in Sez 2, [4.3.4].
Le fondazioni delle apparecchiature essenziali e dei mac-
chinari di propulsione devono essere adeguate per soppor- 6 Impianti ausiliari
tare le accelerazioni indicate nel seguito. Le accelerazioni
devono essere considerate agenti separatamente.
6.1 Generalità
5.2 Accelerazioni 6.1.1 (1/3/2008)
I macchinari devono essere protetti dagli effetti dannosi
5.2.1 Accelerazione longitudinale di impatto, al dovuti all'ingresso o all'accumulo di ghiaccio o neve. Se i
(1/3/2008) macchinari devono funzionare con continuità, devono
La massima accelerazione longitudinale di impatto, in m/s2, essere previsti mezzi adeguati per spurgare l'impianto dal
in qualsiasi punto della trave nave è: ghiaccio o dalla neve accumulati.
al = (FIB / ∆) { [ 1,1 tan (γ + φ) ] + (7H/L) } 6.1.2 (1/3/2008)
dove: Devono essere previsti idonei mezzi atti ad evitare alle
cisterne contenenti liquidi danni dovuti al congelamento.
φ : angolo massimo di attrito, in gradi, tra l'acciaio
ed il ghiaccio, generalmente assunto pari a 10° 6.1.3 (1/3/2008)
γ : angolo, in gradi, che il dritto di prora forma con Gli sfoghi gas, i tubi di aspirazione e scarico e gli impianti
la linea di galleggiamento ad essi connessi devono essere progettati in modo da impe-
dirne il blocco per congelamento o per accumulo di ghiac-
∆ : dislocamento, in t
cio e neve.
L : lunghezza tra le perpendicolari, in m,
H : distanza verticale, in m, tra la linea di galleggia-
7 Prese a mare ed impianti d'acqua di
mento ed il punto in esame
FIB
raffreddamento
: forza di impatto verticale, in kN, definita nella
Sez. 2, [5.2.1].
7.1 Generalità
5.2.2 Accelerazione verticale av (1/3/2008)
7.1.1 (1/3/2008)
L'accelerazione combinata d'impatto verticale, in [m/s2], Gli impianti di raffreddamento ad acqua di macchinari che
lungo la trave nave è: sono essenziali per la propulsione e la sicurezza della nave,
av = 2,5 (FIB / ∆) Fx incluse le aspirazioni delle casse di presa a mare, devono
dove: essere progettati per funzionare nelle condizioni ambientali
relative alle corrispondenti notazioni addizionali di classe
Fx = 1,3 in corrispondenza della perpendicolare avanti FP POLAR CLASS.
Fx = 0,2 in mezzeria nave 7.1.2 (1/3/2008)
Fx = 0,4 in corrispondenza della perpendicolare addietro Devono essere sistemate almeno due casse di prese a mare
AP tipo casse accumulo ghiacci per le classi polari da PC1 a
Fx = 1,3 in corrispondenza della perpendicolare addietro PC5. Il volume di progetto di ciascuna di queste casse
AP per le navi che avanzano tra i ghiacci in marcia indietro. accumulo ghiaccio deve essere almeno uguale ad 1 m3 per
ogni 750 kW della potenza complessiva installata a bordo.
I valori intermedi di Fx devono essere ricavati mediante Per le classi polari PC6 e PC7 deve esserci almeno una
interpolazione lineare. cassa accumulo ghiacci situata preferibilmente in prossi-
mità del piano di simmetria della nave.
5.2.3 Accelerazione trasversale di impatto at
(1/3/2008) 7.1.3 (1/3/2008)
L'accelerazione combinata d'impatto trasversale, in m/s2, Le casse accumulo ghiaccio devono essere progettarte in
lungo la trave nave è: modo da consentire una efficace separazione del ghiaccio
at = 3 Fi (Fx / ∆) ed eliminazione dell'aria.

dove:
7.1.4 (1/3/2008)
Le valvole di aspirazione mare devono essere collegate
Fx = 1,5 in corrispondenza della perpendicolare at FP
direttamente alla cassa accumulo ghiaccio. Le valvole
Fx = 0,25 in mezzeria nave devono essere di tipo a sezione di passaggio completa.

144 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 3

7.1.5 (1/3/2008) 8 Cisterne di zavorra


Le casse accumulo ghiaccio e i recessi delle prese a mare
devono essere dotati di sfoghi d'aria e valvole di arresto col- 8.1 Generalità
legate direttamento al fasciame esterno. 8.1.1 (1/3/2008)
7.1.6 (1/3/2008) Devono essere previste adeguate sistemazioni atte ad evi-
tare il congelamento, al disopra della linea di galleggia-
Devono essere previsti mezzi adeguati per evitare il conge-
mento LIWL, nei depositi dei gavoni di prora, di poppa e
lamento dei recessi delle prese a mare, delle casse accu-
nelle cisterne laterali ed in ogni altra parte ritenuta necessa-
mulo ghiaccio, delle valvole sul fianco della nave e degli
ria.
accessori al di sopra del galleggiamento.
7.1.7 (1/3/2008) 9 Impianto di ventilazione
Devono essere previsti mezzi efficienti che consentano il
ricircolo dell'acqua di mare di raffreddamento nella cassa 9.1 Generalità
accumulo ghiacci. L'area netta totale della sezione di pas- 9.1.1 (1/3/2008)
saggio dei tubi di circolazione non deve essere minore Le prese d'aria per la ventilazione dei locali macchinari e
dell'area del tubo di scarico dell'acqua di raffreddamento. dei locali alloggio devono essere sistemate su entrambi i
7.1.8 (1/3/2008) fianchi della nave.

Le casse accumulo ghiaccio devono essere munite di griglie 9.1.2 (1/3/2008)


smontabili o passi d'uomo. I passi d'uomo devono essere Le prese d'aria per la ventilazione dei locali alloggio
sistemati al di sopra del galleggiamento più alto. L'accesso devono essere munite di mezzi di riscaldamento.
alle casse accumulo ghiaccio deve avvenire dall'alto. 9.1.3 (1/3/2008)
La temperatura dell'aria aspirata fornita ai macchinari attra-
7.1.9 (1/3/2008)
verso le prese d'aria deve essere adeguata per assicurare un
Le aperture delle casse accumulo ghiacci praticate nei fian- funzionamento sicuro dei macchinari.
chi della nave devono essere munite di griglie, oppure
essere costituite da fori o intagli nelle lamiere del fasciame. 10 Progetto alternativo
L'area netta di queste aperture non deve essere minore di
cinque volte l'area del tubo di aspirazione. Il diametro dei
fori e la larghezza degli intagli nel fasciame esterno deve
10.1 Generalità
essere non minore di 20 mm. Le griglie delle casse accu- 10.1.1 (1/3/2008)
mulo ghiacci devono essere munite di idonee sistemazioni In alternativa alle prescrizioni di questa Sezione, può essere
di sghiacciamento. I tubi dell'impianto di sghiacciamento richiesto che venga sottoposto uno studio di progetto com-
devono essere provvisti di valvole comandate di non pleto ed esauriente e che venga validato da un programma
ritorno. di prove concordate.

Regolamenti RINA 2008 145


Parte F, Cap 10, Sez 3

Tabella 3 : Casi di carico per eliche senza mantello (1/3/2008)

Pala di un'elica destrorsa


Forza Area caricata
vista dal dorso
Caso di carico 1 Fb Pressione uniformemente distribuita, su una parte del
dorso della pala (lato in depressione) da 0,6R dall'asse
dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino 0,2
c
a 0,2 della lunghezza della corda
0,6
R

Caso di carico 2 50% di Fb Pressione uniformemente distribuita, su una parte del


dorso della pala (lato in depressione) nella zona apicale
della pala oltre lo 0,9 R dall'asse dell'elica
0,9R

Caso di carico 3 Ff Pressione uniformemente distribuita, su una parte della


faccia della pala (lato in pressione) da 0,6R dall'asse
dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino 0,2
c
a 0,2 della lunghezza della corda
0,6
R

Caso di carico 4 50% di Ff Pressione uniformemente distribuita, su una parte della


faccia della pala (lato in pressione) nella zona apicale
della pala oltre lo 0,9 R dall'asse dell'elica
0,9R

Caso di carico 5 60 % di Ff oppure Fb Pressione uniformemente distribuita, su una parte della


il maggiore dei due faccia della pala (lato in pressione) tra 0,6R dall'asse
dell'elica e l'apice della pala e dal lembo di uscita della c
0,2
pala sino a 0,2 della lunghezza della corda
R
0,6

146 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 10, Sez 3

Tabella 4 : Casi di carico per eliche intubate (1/3/2008)

Pala di un'elica destrorsa


Forza Area caricata
vista dal dorso
Caso di carico 1 Fb Pressione uniformemente distribuita, su una parte del
dorso della pala (lato in depressione) da 0,6R dall'asse 0,2
c

dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino


a 0,2 della lunghezza della corda
0,6
R

Caso di carico3 Ff Pressione uniformemente distribuita, su una parte della


faccia della pala (lato in pressione) da 0,6R dall'asse
0,5
dell'elica all'apice della pala e dal lembo di entrata sino c

a 0,5 della lunghezza della corda


0,6
R

Caso di carico 5 60 % di Ff oppure Fb Pressione uniformemente distribuita, su una parte della


il maggiore dei due r faccia della pala (lato in pressione) tra 0,6R dall'asse
dell'elica e l'apice della pala e dal lembo di uscita della 0,2
c

pala sino a 0,2 della lunghezza della corda


R
0,6

Figura 1 : Andamento del momento torcente eccitante dovuto all'interazione ghiaccio-elica per una singola
sequenza di impatti di 45°, 90° e 135° e per una doppia sequenza di impatti di 45° (due blocchi di ghiaccio) sulle pale
di un'elica a quattro pale (1/3/2008)
12
12
1
1
0,8
0,8
Q/Qmax

Q/Qmax

0,6
0,6
0,4 0,4
0,2
0,2
0
0
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°)
0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°)

12 12
1 1 Blocco ghiaccio 2
Blocco ghiaccio 1
0,8 0,8
Q/Qmax

Q/Qmax

0,6 0,6
0,4 0,4

0,2 0,2

0 0
0 90 180 270 360 450 540 630 720 0 90 180 270 360 450 540 630 720
Angolo di rotazione (°) Angolo di rotazione (°)

Regolamenti RINA 2008 147


Parte F
Notazioni Addizionali di Classe

Capitolo 11

ALTRE NOTAZIONI ADDIZIONALI DI CLASSE

SEZIONE 1 IRROBUSTIMENTO DEL FONDO (STRENGTHBOTTOM)


SEZIONE 2 CARICAZIONE PER MEZZO DI BENNE (GRABLOADING E GRAB[X])
SEZIONE 3 VISITE DI CARENA A NAVE GALLEGGIANTE (INWATERSURVEY)
SEZIONE 4 PUNTO SINGOLO DI ORMEGGIO (SPM)
SEZIONE 5 SISTEMAZIONI PER IL RIZZAGGIO DEI CONTENITORI (LASHING)
SEZIONE 6 IMPIANTI DI POSIZIONAMENTO DINAMICO (DYNAPOS)
SEZIONE 7 IMPIANTI PER IL CONTROLLO DELLE EMISSIONI DI VAPORI (VCS)
SEZIONE 8 VENTILAZIONE DELLE INTERCAPEDINI (COVENT)
SEZIONE 9 IMPIANTI CENTRALIZZATI PER IL CONTROLLO DEI CARICHI LIQUIDI E
DELL’ACQUA DI ZAVORRA (CARGOCONTROL)

SEZIONE 10 MANOVRABILITÀ DELLE NAVI (MANOVR)


SEZIONE 11 STABILITÀ IN CONDIZIONI DI AVARIA (DMS)
SEZIONE 12 PITTURE PROTETTIVE NELLE CISTERNE E DEPOSITI PER ACQUA DI
ZAVORRA (COAT-WBT)
APPENDICE 1 METODO PROBABILISTICO PER IL CALCOLO DELLA STABILITÀ IN
CONDIZIONI DI AVARIA PER NAVI DA CARICO
APPENDICE 2 CALCOLO DELLA STABILITÀ IN CONDIZIONI DI AVARIA PER NAVI CON
BORDO LIBERO RIDOTTO
APPENDICE 3 CALCOLO DEL FATTORE DI COMPARTIMENTAZIONE
APPENDICE 4 METODO DI CALCOLO PER I DISPOSITIVI DI BILANCIAMENTO
TRASVERSALE (CROSS - FLOODING ARRANGEMENTS)
APPENDICE 5 PROCEDURE DI PROVA PER LA QUALIFICA DELLE PITTURE PER
CISTERNE/DEPOSITI DI ACQUA DI ZAVORRA DI TUTTI I TIPI DI NAVE E PER
GLI SPAZI DEL DOPPIO FIANCO DI NAVI PORTARINFUSA

Regolamenti RINA 2008 149


Parte F, Cap 11, Sez 1

SEZIONE 1 IRROBUSTIMENTO DEL FONDO


(STRENGTHBOTTOM)

1 Generalità 2.2 Navi aventi L < 90 m e doppio fondo a


struttura trasversale
1.1 Applicabilità 2.2.1 Fasciame
Lo spessore netto del fasciame del fondo entro 0,4 L al
1.1.1 La notazione addizionale di classe STREN- mezzo, ottenuto dalle formule specificate in Parte B, Cap 7,
GTHBOTTOM è assegnata in accordo con Parte A, Cap 1, Sez 1 o Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile, deve
Sez 2, [6.12.2] alle navi costruite con strutture del fondo essere incrementato del 20% e non può comunque essere
rinforzate in maniera particolare per poter essere caricate assunto minore di 8 mm.
e/o scaricate quando arenate in modo appropriato e che
soddisfano le prescrizioni della presente Sezione. 2.2.2 Rinforzi ordinari
Quando la distanza effettiva tra i paramezzali è maggiore di
o uguale ai 2/3 dell’intervallo massimo specificato in
2 Doppio fondo Parte B, Cap 4, Sez 4, [5.3], devono essere sistemati rinforzi
ordinari intercostali del fasciame del fondo per tutta la zona
del fondo piatto, i cui dimensionamenti devono essere con-
2.1 Navi aventi L < 90 m e doppio fondo a siderati nei singoli casi dalla Società.
struttura longitudinale
2.2.3 Travi rinforzate
2.1.1 Fasciame I madieri pieni devono essere sistemati ad ogni ossatura e
Lo spessore netto del fasciame del fondo entro 0,4 L al devono essere irrigiditi da montanti sistemati a distanza non
maggiore di 1,2 m.
mezzo, ottenuto dalle formule specificate in Parte B, Cap 7,
Sez 1 o Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile, deve Deve essere sistemato un paramezzale laterale, su ciascun
essere incrementato del 20% e non può comunque essere lato della nave, in aggiunta a quelli ottenuti applicando le
prescrizioni specificate in Parte B, Cap 4, Sez 4, [5.3] per
assunto minore di 8 mm.
l’intervallo massimo.

2.1.2 Rinforzi ordinari Il numero e le dimensioni dei fori praticati sui madieri e sui
paramezzali devono essere ridotti al minimo, tali comun-
I dimensionamenti netti dei rinforzi ordinari del fondo e del que da consentire l’ispezione completa delle strutture del
ginocchio devono essere ottenuti in accordo con le prescri- doppio fondo.
zioni specificate in Parte B, Cap 7, Sez 2 o Parte B, Cap 8,
Sez 4, come applicabile, dove la tensione di trave nave 2.3 Navi aventi L ≥ 90 m
deve essere assunta uguale a 195 / k e la campata deve
essere assunta non minore di 1,5 m. 2.3.1 Fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate
I dimensionamenti netti di fasciame, rinforzi ordinari e travi
2.1.3 Travi rinforzate rinforzate devono essere considerati nei singoli casi dalla
Società.
I madieri pieni devono essere sistemati ad intervalli non
maggiori del minore tra i due valori 0,025 L e 1,9 m.
3 Fondo semplice
Deve essere sistemato un paramezzale laterale, su ciascun
lato della nave, in aggiunta a quelli ottenuti applicando le
3.1 Dimensionamenti
prescrizioni specificate in Parte B, Cap 4, Sez 4, [4.1] per
l’intervallo massimo. 3.1.1 Fasciame, rinforzi ordinari e travi rinforzate
Il numero e le dimensioni dei fori praticati sui madieri e sui I dimensionamenti netti di fasciame, rinforzi ordinari e travi
paramezzali devono essere ridotti al minimo, tali comun- rinforzate devono essere considerati nei singoli casi dalla
Società.
que da consentire l’ispezione completa delle strutture del
doppio fondo.

Regolamenti RINA 2008 151


Parte F, Cap 11, Sez 2

SEZIONE 2 CARICAZIONE PER MEZZO DI BENNE


(GRABLOADING E GRAB[X])

1 Generalità Parte B, Cap 7, Sez 1 o Parte B, Cap 8, Sez 3, come applica-


bile. La rastremazione deve essere graduale.
1.1 Applicabilità
1.1.1 (1/4/2006) 3 Notazione di classe GRAB [X]
Le seguenti notazioni addizionali di classe sono assegnate
in accordo con le prescrizioni specificate in Parte A, Cap 1, 3.1 Simboli
Sez 2, [6.12.3]: 3.1.1 (1/4/2006)
• GRABLOADING alle navi le cui stive sono particolar- MGR : massa della benna vuota, in t
mente rinforzate per essere caricate/scaricate per mezzo
s : intervallo, in m, dei rinforzi ordinari, misurato a
di secchie o benne e che soddisfano le prescrizioni indi-
metà campata
cate in [2].
• GRAB [X] alle navi le cui stive sono progettate per k : coefficiente del materiale, definito nella Parte B,
essere caricate/scaricate mediante benne aventi massa Cap 4, Sez 1.
massima [X] in t e che soddisfano le prescrizioni indi-
cate in [3]. 3.2 Fasciame
3.2.1 (1/4/2006)
2 Notazione di classe GRABLOADING Lo spessore netto del fasciame del cielo del doppio fondo,
del corso inferiore degli scivoli delle casse basse longitudi-
2.1 Fasciame del cielo del doppio fondo nali e dei cassonetti bassi trasversali deve essere non infe-
riore al maggiore tra i seguenti valori:
2.1.1 Gli spessori netti di:
• come ottenuto in accordo alle prescrizioni indicate
• fasciame del cielo del doppio fondo, qualora non siano nella Parte B, Cap 7, Sez 1 oppure nella Parte B, Cap 8,
sistemati paglioli, Sez 3, come applicabili.
• fasciame di eventuali scivoli delle casse basse e di even- • tGR , come definito in [3.2.2] e [3.2.3].
tuali cassonetti bassi trasversali, per una estensione cor-
rispondente ad una distanza verticale dal cielo del 3.2.2 (1/4/2006)
doppio fondo pari ad almeno 1,5 m, Lo spessore netto tGR, in mm, del fasciame del cielo del
• fasciame di paratie, nel caso non siano sistemati casso- doppio fondo si ricava dalla seguente formula:
netti, per una estensione corrispondente ad una
distanza verticale dal cielo del doppio fondo pari a
1,5 m, t G R = 0, 28 ( M G R + 50 ) sk

ottenuto dalle formule specificate in Parte B, Cap 7, Sez 1 o 3.2.3 (1/4/2006)


Parte B, Cap 8, Sez 3, come applicabile, devono essere Lo spessore netto tGR, in mm, entro 3 m dal lembo inferiore
aumentati di 5 mm. dello scivolo delle casse basse longitudinali e dei casso-
Al di sopra dell’estensione corrispondente ad una distanza netti bassi trasversali si ricava dalla seguente formula:
verticale dal cielo del doppio fondo pari a 1,5 m, lo spes-
sore netto dei fasciami di cui sopra possono essere rastre-
t G R = 0, 28 ( M G R + 42 ) sk
mati fino agli spessori ottenuti dalle formule specificate in

152 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 3

SEZIONE 3 VISITE DI CARENA A NAVE GALLEGGIANTE


(INWATERSURVEY)

1 Visite di carena a nave galleggiante 1.2.2 Fotografie


Per quanto possibile, deve essere sottoposta alla Società
una documentazione fotografica delle seguenti parti dello
1.1 Applicazione scafo, utilizzata come riferimento durante la visita di carena
a nave galleggiante:
1.1.1 Generalità
• mozzo dell’elica
La notazione addizionale di classe INWATERSURVEY è
• agugliotti del timone, ove vengano rilevati i laschi
assegnata in accordo con le prescrizioni specificate in
Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.12.4]. • alcune comunicazioni con il mare rappresentative
• eventuali propulsori direzionali
1.2 Documentazione da sottoporre • altri particolari, come ritenuto necessario nei singoli
casi dalla Società.
1.2.1 Disegni
1.2.3 Documentazione da conservare a bordo
Devono essere sottoposti per approvazione alla Società, in L’Armatore deve conservare a bordo della nave i disegni e
triplice copia, i disegni particolareggiati dello scafo e dei la documentazione specificata in [1.2.1] e in [1.2.2], la
collegamenti a scafo situati sotto il galleggiamento. Tali quale deve essere resa disponibile al Tecnico e ai sommoz-
disegni devono indicare la posizione e/o la sistemazione zatori quando è eseguita una visita di carena a nave galleg-
generale di quanto segue: giante.
• tutte le aperture nello scafo,
• dritto di prora, 2 Criteri generali di progetto
• timone e relativi accessori,
2.1
• dritto di poppa,
• elica, compresi i metodi utilizzati per identificare cia- 2.1.1 Marcatura
scuna pala, Devono essere sistemate marche o sistemi di identifica-
zione in modo da facilitare la visita di carena a nave galleg-
• anodi, compresi i dispositivi di fissaggio, giante. In particolare, deve essere marcata sullo scafo la
• alette di rollio, posizione delle paratie stagne trasversali.
• collegamenti saldati e giunzioni testa-testa. 2.1.2 Sistemazioni del timone
I disegni devono specificare le istruzioni necessarie a facili- Le sistemazioni del timone devono essere tali che possano
tare il lavoro dei sommozzatori, specialmente al fine di ese- essere verificati i giochi degli agugliotti e le sistemazioni di
guire le misurazioni dei giochi. fissaggio.

Inoltre, deve essere sottoposto per approvazione alla 2.1.3 Sistemazioni dell’albero portaelica
Società, in triplice copia, un disegno specifico particolareg- Le sistemazioni dell’albero portaelica devono essere tali
giato indicante i sistemi da adottare per accertare i giochi che possano esserne verificati i giochi (o gli abbassamenti
tra agugliotti e femminelle con nave galleggiante. per usura mediante opportuno calibro).

Regolamenti RINA 2008 153


Parte F, Cap 11, Sez 4

SEZIONE 4 PUNTO SINGOLO DI ORMEGGIO (SPM)

1 Generalità 2.2 Documentazione per conoscenza

2.2.1 La seguente documentazione deve essere inviata per


1.1 Applicabilità conoscenza alla Società (vedere Parte B, Cap 1, Sez 3):
• specifiche rigurdanti argani o verricelli indicanti il tiro
1.1.1 La notazione addizionale di classe SPM è assegnata
di funzionamento continuativo e la forza esercitata dal
in accordo con le prescrizioni specificate in Parte A, Cap 1,
freno,
Sez 2, [6.12.5] a navi aventi dotazioni a prora per l’ormeg-
gio ad un punto singolo di ormeggio o ad un terminale a • portata lorda, in t, della nave all’immersione di bordo
boa singola di ormeggio, utilizzando dotazioni standard libero estivo, definita in Parte B, Cap 1, Sez 2, [3.8.1].
conformi alle Raccomandazioni dell’”Oil Companies Inter-
national Marine Forum (OCIMF)”, e in accordo con le pre- 3 Sistemazioni generali
scrizioni specificate nella presente Sezione.

1.1.2 Le presenti norme sono conformi a e integrano le 3.1 Prescrizioni generali


“Recommendations for Equipment Employed in the Moo-
ring of Ships at Single Point Moorings of the OCIMF (terza 3.1.1 Per l’ormeggio a terminali a punto singolo di ormeg-
edizione - 1993)”. gio, le navi devono essere provviste a prora di dotazioni
allo scopo di permettere il sollevamento a bordo di una
Nota 1: Quando concordato con l’Armatore, il rilascio della nota- catena anti-usura standard, avente diametri uguali a 76 mm,
zione in conformità alle seguenti precedenti edizioni delle mediante un cavo di recupero e di permettere il fissaggio
raccomandazioni OCIMF è considerata nei singoli casi dalla
della catena anti-usura all’attacco a scafo.
Società:
• prima edizione (1978): “Standards for Equipment Employed in 3.1.2 Gli attacchi a scafo devono essere degli arrestatoi
the Mooring of Ships at Single Point Moorings”, per catene.
• seconda edizione (1988): “Recommendations for Equipment
Employed in the Mooring of Ships at Single Point Moorings”. 3.2 Sistemazione tipica
Nota 2: L’edizione considerata è specificata nell’Attestazione rela-
tiva alla notazione SPM. 3.2.1 In Fig 1 è specificato uno schema della tipica siste-
mazione a prora, il quale può essere utilizzato come riferi-
1.1.3 Alcuni dotazioni utilizzate per l’ormeggio ad un mento (DWT = portata lorda).
punto singolo di ormeggio possono essere comuni alla
sistemazione per il rimorchio di emergenza di prora, speci- 3.3 Dotazioni
ficata in Parte B, Cap 10, Sez 4, [4], purchè siano soddi-
sfatte le prescrizioni specificate nella presente Sezione e in 3.3.1 I componenti della dotazione della nave prescritti
Parte B, Cap 10, Sez 4, [4]. per l’ormeggio a punti singoli di ormeggio sono i seguenti:
• arrestatoio per catene di prora, in accordo con le pre-
2 Documentazione scrizioni specificate in [5.1],
• passacavo di prora, in accordo con le prescrizioni spe-
2.1 Documentazione per l’approvazione cificate in [5.2],
• rullo di guida, in accordo con le prescrizioni specificate
2.1.1 In aggiunta alla documentazione specificata in in [5.3],
Parte B, Cap 1, Sez 3, la seguente documentazione deve • argano o verricello, in accordo con le prescrizioni spe-
essere inviata per approvazione alla Società: cificate in [5.4].
• piano generale delle sistemazioni prodiere e delle rela-
tive dotazioni di armamento, 4 Numero e carico di lavoro sicuro
• disegni costruttivi degli arrestatoi per catene di prora, degli arrestatoi per catene
dei passacavi di prora e dei rulli di guida, comprensivi
delle relative specifiche dei materiali e dei relativi cal-
coli,
4.1 Generalità

• disegni di dettaglio delle strutture locali della nave sop- 4.1.1 Il numero degli arrestatoi per catene e il loro carico
portanti i carichi applicati da arrestatoi per catene, pas- di lavoro sicuro (SWL), in kN, sono specificati in Tab 1 in
sacavi, rulli di guida e argani o verricelli. funzione della portata lorda della nave (DWT), in t.

154 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 4

Figura 1 : Tipica sistemazione a prora

DWT < 150000 t DWT > 150000 t

Passacavo
600 x450 in
Vers erricell

mezzeria Catena Due passacavi a


il v
o l'a

Non minore di 4,5 m anti-usura prora 600 x 450


Non minore di 4,5 m Catena
rgan

anti-usura
oo
o

Cavo di recupero

2e3m
Rulli Arrestatoi

Tra
di guida di prora

Tra Cavo di
Rullo Arrestatoio di prora ormeggio
di guida 2,7 e 3,7 m
Cavo di recupero Cavo
Tra
di ormeggio
2,7 e 3,7 m

Comunque, le catene anti-usura sono fornite dagli operatori dei ter-


Tabella 1 : Numero e carico di lavoro sicuro degli minali a punto singolo di ormeggio e non sono prescritte per la
dotazione della nave.
arrestatoi per catene
5.1.2 Gli arrestatoi devono permettere il bloccaggio delle
Arrestatoi per catene maglie della catena con traversino, avente diametro uguale
Portata lorda della nave Carico di lavoro a 76 mm, quando il dispositivo di bloccaggio (a barra di
(DWT), in t Numero sicuro (SWL), bloccaggio o a linguetta longitudinale articolata) è in posi-
in kN zione chiusa e lo scorrimento della catena e dei relativi
accessori quando il dispositivo di bloccaggio è in posizione
DWT≤150000 1 2000 aperta.
150000 <DWT≤350000 2 2000
5.1.3 Gli arrestatoi per catene possono essere del tipo a
DWT>350000 2 2500 barra incernierata di bloccaggio o a linguetta longitudinale
articolata o di altro tipo equivalente.
4.1.2 Sebbene il carico di lavoro sicuro (SWL) sia, in gene- Le tipiche sistemazioni di arrestatoi per catene sono specifi-
rale, concordato tra gli operatori dei terminali a punto sin- cate in Fig 2.
golo di ormeggio, si raccomanda ad Armatori e Cantieri dei
considerare che gli operatori dei terminali possono richie- 5.1.4 Il dispositivo di bloccaggio (a barra di bloccaggio o a
dere carichi di lavoro aumentati al fine di tener conto delle linguetta longitudinale articolata) dell’arrestatoio per catene
condizioni ambientali locali. deve essere sistemato, quando in posizione chiusa, in modo
da evitare che l’arrestatoio passi gradualmente alla posi-
In tale caso, la Società deve essere debitamente informata zione aperta, al fine di evitare rilasci della catena antiusura.
del carico di lavoro sicuro particolare da considerare.
I dispositivi di bloccaggio devono essere di facile e sicuro
utilizzo e, in posizione aperta, devono essere fissati in
5 Componenti del sistema di ormeggio maniera appropriata.

5.1.5 Gli arrestatoi per catene devono essere posizionati


5.1 Arrestatoi per catene di prora tra 2,7 m e 3,7 m a poppavia dei passacavi di prora (vedere
Fig 1).
5.1.1 La nave deve essere dotata di arrestatoi per catene di
Durante il posizionamento, deve essere rispettato l’allinea-
prora soddisfacenti alle prescrizioni specificate in Tab 1 e
mento dell’arrestatoio con la direzione individuata dalla
tali da poter ricevere una catena anti-usura standard avente
congiungente il passacavo di prora con il rullo di guida.
diametri uguali a 76 mm.
Nota 1: Le catene anti-usura devono essere costruite in: 5.1.6 Le strutture di supporto degli arrestatoi devono
essere sistemate in modo tale da compensare ogni even-
• acciaio di grado Q3 per navi aventi portata lorda minore di tuale bolzone e/o insellatura del ponte. Lo spigolo a prora
350000 t ,
della piastra di base dell’arrestatoio deve essere arroton-
• acciaio di grado Q4 per navi aventi portata lorda maggiore di o dato, al fine di consentire un ingresso della catena anti-
uguale a 350000 t. usura nell’arrestatoio libero da ostacoli.

Regolamenti RINA 2008 155


Parte F, Cap 11, Sez 4

Figura 2 : Sistemazione tipica degli arrestatoi per catene di prora


Arrestatoio per catene a linguetta longitudinale articolata
Dispositivo
di bloccaggio (linguetta)

Perno di fissaggio
in posizione aperta
Perno di fissaggio Catena anti-usura da 76 mm
Guida per
in posizione chiusa
lo scorrimento

165 mm circa

Verso il passacavo
a prora

Zeppa di bloccaggio

Parte orizzontale della guida


per lo scorrimento _> 1000 mm

Arrestatoio per catene a barra incernierata di bloccaggio


Dispositivo di
bloccaggio (barra incernierata)
Giuda per
lo scorrimento Catena anti-usura da 76 mm

265 mm circa

165 mm circa

Verso il passacavo
a prora

Parte orizzontale della guida


per lo scorrimento ≥ 1000 mm

5.1.7 Quando gli arrestatoi per catene sono inbullonati ad 5.1.10 Il materiale utilizzato per il dispositivo di bloccag-
un supporto saldato al ponte, lo sforzo di taglio deve essere gio (barra incernierata di bloccaggio o linguetta longitudi-
sopportato da efficaci zeppe di bloccaggio, perciò non dai nale articolata) di arrestatoi per catene deve avere proprietà
bulloni, capaci di sopportare una forza orizzontale pari a meccaniche non minori di quelle relative a catene di grado
1,3 volte il carico di lavoro prescritto e di soddisfare, in tali Q3, specificate in Parte D, Cap 4, Sez 1.
condizioni, ai criteri di resistenza specificati in [7].
L’acciaio utilizzato per i bulloni deve essere di tipo non
minore al grado 8.8, come definito dalla normativa ISO
5.2 Passacavi di prora
N. 898/1 (è raccomandato il grado 10.9).
5.2.1 Deve essere sistemato un passacavo di prora per
I bulloni devono essere pre-tesi in accordo a normative
ogni arrestatoio per catene di prora (vedere Fig 1).
appropriate e il loro serraggio deve essere verificato in
maniera idonea.
5.2.2 Per navi aventi portata lorda maggiore di 150000 t,
5.1.8 Gli arrestatoi delle catene devono essere realizzati per le quali sono prescritti due passacavi, le linee longitudi-
con lamiere di acciaio (vedere Parte D, Cap 2, Sez 1) o di nali passanti per i centri dei passacavi devono essere a
altro materiale tenace, quali arrestatoi fucinati o fusi in distanza uguale a 2,0 m, quando praticabile, e in ogni caso
acciaio saldabile, in accordo con le prescrizioni specificate ad una distanza non maggiore di 3 m.
rispettivamente in Parte D, Cap 2, Sez 3 e in Parte D, Cap 2,
Sez 4. Per navi aventi portata lorda minore di o uguale a 150000 t,
per le quali è prescritti un solo passacavo (vedere Tab 1), il
5.1.9 Per le strutture principali dell’arrestatoio per catene, passacavo deve essere sistemato, in generale, sul piano dia-
può essere accettato l’utilizzo di fusioni in ghisa con grafite metrale.
sferoidale (vedere Parte D, Cap 2, Sez 5) purchè:
• la parte considerata non sia un componente di una 5.2.3 In generale, i passacavi devono essere di tipo chiuso
struttura saldata, (come quelli di tipo Panama) e devono avere un’apertura
• la ghisa con grafite sferoidale sia a struttura ferritica, con sufficientemente larga per permettere il passaggio della
allungamento non minore del 12%, parte più voluminosa del dispositivo anti-usura, del penzolo
di rimorchio e relativi accessori.
• la tensione di snervamento a 0,2% sia misurata e certifi-
cata A tale scopo, le dimensioni interne delle aperture dei passa-
• le strutture interne del componente siano ispezionabili cavi di prora devono essere non minori di 600 mm in lar-
attraverso idonei controlli non distruttivi. ghezza di 450 mm in altezza.

156 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 4

5.2.4 I passacavi devono avere forma ovale o arrotondata. 5.4.2 Qualora sia utilizzato un tamburo al fine di avvol-
gere il cavo di recupero, esso deve essere sufficiente a con-
I bordi dei passacavi devono essere adeguatamente arroton- tenere 150 m di cavo avente diametro uguale a 80 mm.
dati in modo da evitare che la catena anti-usura si incastri
nel bodo inferiore quando sollevata a bordo.
6 Strutture dello scafo di supporto
Il rapporto tra il diametro della superficie del passacavo che
sostiene la catena anti-usura e il diametro della catena anti-
usura deve essere non minore di 7. 6.1 Generalità

5.2.5 I passacavi devono essere sistemati il più vicino pos- 6.1.1 I fasciami di parapetti e gli scalmi devono adeguata-
sibile al ponte e, in ogni caso, in una posizione tale che la mente rinforzati nella zona dei passacavi.
catena anti-usura, quando è sotto sforzo, sia approssimati-
vamente parallela al ponte tra l’arrestatoio per catene e il 6.1.2 Le strutture del ponte in corrispondenza di arrestatoi
per catene di prora, compresi i relativi supporti e collega-
passacavo.
menti al ponte, devono essere adeguatamente rinforzate per
resistere ad una forza orizzontale uguale a 1,3 volte il
5.2.6 I passacavi devono essere realizzati con lamiere di carico di lavoro prescritto e devono soddisfare, in tali con-
acciaio (vedere Parte D, Cap 2, Sez 1) o di altro materiale dizioni, le verifiche di resistenza specificate in [7].
tenace, quali passacavi fucinati o fusi in acciaio saldabile,
in accordo con le prescrizioni specificate rispettivamente in A titolo indicativo, lo spessore del fasciame del ponte in
Parte D, Cap 2, Sez 3 e in Parte D, Cap 2, Sez 4. tale zona deve essere non minore di:

• 15 mm per un carico di lavoro uguale a 2 000 kN,


5.3 Rulli di guida • 18 mm per un carico di lavoro uguale a 2 500 kN.

5.3.1 I rulli di guida devono essere posizionati in modo Per arrestatoi per catene imbullonati al ponte, i rinforzi
tale da consentire che il tiro sia diretto lungo la direzione delle strutture devono essere in accordo alle prescrizioni
individuata dalla congiungente il passacavo di prora con specificate in [5.1.7].
l’arrestatoio per catene di prora (vedere Fig 1).
6.1.3 Le strutture del ponte in corrispondenza di rulli di
Essi devono essere sistemati a non meno di 4,5 m a poppa- guida e di argani e verricelli, nonchè i relativi collegamenti
via dell’arrestatoio per catene. al ponte, devono essere adeguatamente rinforzate per resi-
stere alla forza orizzontale specificata in [5.3.2] o alla forza
5.3.2 I rulli di guida devono essere in grado di sopportare esercitata dal freno specificata in [5.4.1] e per soddisfare le
una forza orizzontale uguale al maggiore dei due seguenti verifiche di resistenza specificate in [7].
valori:
6.1.4 Le saldature principali degli arrestatoi per catene di
• 225 kN, prora alle strutture dello scafo devono essere ispezionate al
100% mediante idonei controlli non distruttivi.
• la forza risultante dovuta ad un tiro nel cavo di recupero
ipotizzato uguale a 225 kN.
7 Verifiche di resistenza
Le tensioni indotte da tale orza orizzontale devono soddi-
sfare la verifica di resistenza specificata in [7].
7.1 Generalità
5.3.3 Si raccomanda l’utilizzo di rulli di guida aventi dia-
metro non minore di 7 volte il diametro del cavo di recu- 7.1.1 Le tensioni ideali σVM indotte dai carichi nelle dota-
pero. Quando il diametro del cavo di recupero non è noto, zioni per l’ormeggio (vedere [3.3]), devono essere in
si raccomanda l’utilizzo di rulli di guida aventi diametro di accordo con la seguente formula:
almeno 400 mm. σVM ≤ σa

essendo:
5.4 Argani e verricelli
σa : tensione ammissibile, da assumere, in N/mm2,
5.4.1 Gli argani o i verricelli utilizzati nella sistemazione pari al minimo valore tra 0,67ReH e 0,4Rm,
di ormeggio devono essere in grado di sollevare a bordo un
ReH : tensione minima di snervamento, in N/mm2, del
carico di almeno 15 t. A tale scopo, gli argani o i verricelli
materiale della dotazione,
devono essere in grado di fornire un tiro di funzionamento
continuativo non minore di 150 kN e di sopportare una Rm : tensione di rottura per trazione, in N/mm2, del
forza esercitata dal freno non minore di 225 kN. materiale della dotazione.

Regolamenti RINA 2008 157


Parte F, Cap 11, Sez 5

SEZIONE 5 SISTEMAZIONI PER IL RIZZAGGIO DEI CONTENI-


TORI (LASHING)

1 Generalità • acciaio fuso o fucinato avente caratteristiche conformi


alle prescrizioni specificate in Parte D, con particolare
riguardo alla saldabilità, ove richiesto.
1.1 Applicabilità
1.1.1 La notazione addizionale di class LASHING è asse- 1.3.4 Lamiere e profilati
gnata in accordo con le prescrizioni specificate in Parte A, Le lamiere e i profilati costituenti le celle sistemate entro le
Cap 1, Sez 2, [6.12.6], a dispositivi mobili per il rizzaggio stive o le gabbie sistemate in coperta o sulle coperture delle
dei contenitori e a guide cellulari amovibili conformi alle boccaporte devono soddisfare le prescrizioni applicabili
prescrizioni della presente Sezione. specificate in Parte D.

1.1.2 La procedura per l’assegnazione della notazione 1.3.5 Altri materiali


addizionale di class LASHING comprende:
L’utilizzo della ghisa nodulare o di materiali diversi
• l’approvazione dei piani di rizzaggio dei contenitori e dall’acciaio verrà considerato nei singoli casi dalla Società.
dei dispositivi mobili per il rizzaggio dei contenitori
(vedere [3.1]),
• le prove di prototipo sui dispositivi mobili per il rizzag- 2 Sistemazione dei contenitori
gio dei contenitori e il rilascio del Certificato di prova su
prototipo ai relativi dispositivi (vedere [3.2]), 2.1 Generalità
• le ispezioni in officina durante la produzione sui dispo-
sitivi mobili per il rizzaggio dei contenitori e il rilascio 2.1.1 In generale, i contenitori sono posizionati in senso
del Certificato di ispezione ai relativi dispositivi (vedere longitudinale e devono essere collegati fra di loro e alle
[3.3]), strutture della nave in modo che ne sia impedito lo sposta-
• la visita generale a bordo dei dispositivi mobili per il riz- mento ed il ribaltamento in determinate condizioni.
zaggio dei contenitori e prove a campione di montaggio Comunque, possono essere considerate sistemazioni alter-
dei dispositivi (vedere [3.4]). native.

2.1.2 I contenitori devono essere vincolati o scontrati in


1.2 Documenti da conservare a bordo corrispondenza dei blocchi d’angolo; la sistemazione su
1.2.1 I seguenti disegni e la seguente documentazione appoggio continuo deve essere considerata nei singoli casi
devono essere conservati a bordo della nave: dalla Società.
• piano di carico e piano per la sistemazione dei disposi- 2.1.3 Per il fissaggio dei contenitori possono essere accet-
tivi di stivaggio e rizzaggio dei contenitori, tati uno o più dei seguenti sistemi:
• documentazione di prove eseguite sui vari dispositivi
• dispositivi di bloccaggio degli angoli,
mobili per il rizzaggio dei contenitori e sui dispositivi
utilizzati per il bloccaggio e il fissaggio dei contenitori. • rizze di cavo di acciaio o di catena,
• aste rigide di acciaio,
1.3 Materiali
• gabbie o scontri rigidi fissati in modo permanente a
1.3.1 Cavi di acciaio e catene scafo,
I materiali dei cavi di acciaio e delle catene devono soddi- • guide cellulari.
sfare le prescrizioni applicabili specificate in Parte D.
2.1.4 Per navi aventi la notazione di servizio container
1.3.2 Aste di rizzaggio ship, i contenitori nelle stive sono sistemati, in generale,
In generale, le aste di rizzaggio devono essere di acciaio da entro apposite guide cellulari (vedere Fig 1).
scafo di grado A o AH, o di altro tipo di acciaio avente
caratteristiche meccaniche equivalenti. 2.1.5 Per navi aventi la caratteristica addizionale di servi-
zio equipped for the carriage of containers, i contenitori
1.3.3 Dispositivi di bloccaggio e di fissaggio nelle stive sono, in generale, vincolati l’un l’altro in modo
I dispositivi per il bloccaggio e il fissaggio dei contenitori da formare blocchi, che vengono scontrati trasversalmente
possono essere costruiti impiegando i seguenti materiali: e longitudinalmente alle strutture dello scafo o trattenuti per
• acciaio da scafo di grado A o AH o equivalente, mezzo di rizze o aste di rizzaggio (vedere Fig 2).

158 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 5

2.2 Sistemazione in stive per mezzo di guide Figura 1 : Contenitori in stive sistemati entro guide
cellulari di tipo smontabile cellulari

2.2.1 Le guide cellulari di tipo smontabile per i contenitori


devono formare un sistema per quanto possibile indipen-
dente dalle strutture dello scafo. Esse sono, in generale,
imbullonate alle strutture dello scafo.

2.2.2 Le guide verticali sono, in generale, costituite da


angolari a lati uguali, aventi spessore non minore di 12 mm,
estese per una altezza sufficiente a fornire un appoggio
continuo ai contenitori.

Figura 2 : Contenitori in stive sistemati in blocchi

2.2.3 Le guide devono essere collegate fra loro e alle strut- 2.2.4 Nela sistemazione dei contenitori all’interno delle
ture di supporto dello scafo per mezzo di travi trasversali e guide, il gioco tra il contenitore e la guida deve essere non
longitudinali che ne impediscano la deformazione e il maggiore di 25 mm in senso trasversale e di 38 mm in
disallineamento sotto l’azione delle forze trasmesse dai senso longitudinale.
contenitori.
In generale, l’intervallo tra le travi trasversali di collega- 2.2.5 L’estremità superiore delle guide deve essere munita
mento delle guide deve essere non maggiore di 5 m e la di un dispositivo atto a facilitare l’entrata del contenitore.
loro posizione deve coincidere per quanto possibile con Tale dispositivo deve essere di costruzione robusta per resi-
quella dei blocchi d’angolo dei contenitori (vedere Fig 3). stere agli urti e agli sfregamenti.
Le travi trasversali devono essere vincolate logitudinal-
mente in uno o più punti, in modo che la loro deforma- 2.2.6 Quando è previsto il trasporto di contenitori da 20’
zione elastica dovuta all’azione della spinta longitudinale all’interno di celle da 40’, può essere consentita l’installa-
dei contenitori, sia, in ogni punto, non maggiore di 20 mm. zione, a metà lunghezza della cella, di guide verticali
I vincoli predetti possono essere costituiti da travi longitudi- smontabili costituenti scontro alle estremità laterali del
nali, tiranti di cavo di acciaio o dispositivi equivalenti. blocco di contenitori da 20’.

Figura 3 : Struttura tipica di guide cellulari Quando non sono sistemate tali guide verticali smontabili,
Guide cellulari devono essere soddisfatte le ìseguenti prescrizioni:

• i contenitori da 20’ devono essere del tipo chiuso,

• deve essere sistemato almeno un contenitore da 40’


sulla sommità delle pile di contenitori da 20’,
Massimo 5 m

Squadre
Travi
trasversali • i contenitori devono essere bloccati da coni di impilag-
A A gio su ciascuno strato,

• il numero di strati di contenitori da 20’ e il peso dei


contenitori da 20’ devono essere tali che i carichi appli-
cati ai telai dei contenitori siano in accordo ai criteri di
resistenza specificati in [6].

Sistemazioni equivalenti possono essere accettate nei sin-


Sezione A A goli casi dalla Società.

Regolamenti RINA 2008 159


Parte F, Cap 11, Sez 5

2.3 Sistemazione sotto coperta senza guide Figura 4 : Sistemazione di contenitori su ponti
cellulari esposti

2.3.1 I contenitori sono sistemati uno di fianco all’altro in


uno o più strati e sono vincolati fra loro per mezzo di dispo-
sitivi agenti sui blocchi d’angolo, sia alla base del primo
strato, sia agli strati successivi.

2.3.2 I dispositivi di bloccaggio possono essere coni di


centraggio e impilaggio o, se dai calcoli risultano forze ten-
denti a sollevare i contenitori, dispositivi di bloccaggio.

2.3.3 Ciascun blocco di contenitori deve essere scontrato


trasversalmente mediante l’utilizzo di dispositivi agenti in
corrispondenza dei blocchi d’angolo sopportati da elementi
strutturali di sufficiente robustezza, come, ad esempio, 2.4.2 I contenitori sono, in generale, sistemati in più file e
costole, correnti del fianco rinforzati o ponti. in più strati costituenti dei blocchi. La disposizione dei con-
tenitori deve essere tale da consentire l’accessibilità degli
2.3.4 Il numero dei punti di scontro deve essere determi- spazi della coperta sia per la messa in opera ed il controllo
nato tenendo conto del carico massimo che può essere sop- dei dispositivi di rizzaggio, sia per lo svolgimento dei nor-
portato dai blocchi d’angolo e dai telai di estremità dei mali compiti dell’equipaggio.
contenitori (vedere [6]).
2.4.3 I contenitori devono essere fissati per mezzo di
Le strutture dello scafo in corrispondenza dei punti di scon- dispositivi di bloccaggio sistemati sui blocchi d’angolo
tro dei blocchi di contenitori devono essere adeguatamente della base di ciascuno strato in grado di impedire sposta-
rinforzate. menti orizzontali e verticali. Ciascuna fila dello strato supe-
riore deve essere collegata a quella adiacente per mezzo di
I dispositivi di scontro laterale devono essere in grado di forcelle di fissaggio sistemate, in senso trasversale, sui bloc-
resistere sia a compressione, sia a trazione e possono essere chi d’angolo superiori.
fissi o smontabili. Essi devono essere muniti di un mezzo di
In alternativa, possono essere impiegate rizze sistemate dia-
regolazione della tensione o compressione e la loro posi-
gonalmente o verticalmente sui blocchi d’angolo dei conte-
zione deve essere facilmente accessibile per consentire tale
nitori per impedire gli spostamenti verticali e coni di
regolazione.
centraggio e impilaggio sistemati tra gli strati e in corrispon-
denza dei blocchi d’angolo alla base della pila per impe-
2.3.5 Ciascuna fila di contenitori deve essere collegata a
dire gli spostamenti orizzontali.
quella adiacente per mezzo di doppi coni di impilaggio o
dispositivi equivalenti e, se i contenitori sono divisi in bloc- Lo strato superiore dei contenitori deve essere collegato a
chi separati, nei punti di scontro devono essere sistemati dei quello infeiore per mezzo di dispositivi di bloccaggio siste-
dispositivi di collegamento sufficientemente robusti per tra- mati tra i due strati, in corrispondenza dei blocchi d’angolo.
smettere i carichi applicati.
2.4.4 Devomo essere utilizzati dispositivi di bloccaggio
ogni volta che dai calcoli risultano forze tendenti a solle-
2.3.6 Se non è possibile trovare negli elementi strutturali vare i contenitori.
dello scafo dei punti di scontro di robustezza sufficiente, in
Quando dai calcoli non risultano forze tendenti a sollevare
alternativa a quanto detto sopra, i contenitori possono
i contenitori, i dispositivi di bloccaggio sistemati agli angoli
essere vincolati per mezzo di rizze o aste di rizzaggio, in
interni del blocco possono essere sostituiti da coni di impi-
analogia con quanto previsto per i contenitori sistemati sul
laggio doppi e ciascuna fila dello strato superiore deve
ponte di coperta o sulle coperture delle boccaporte.
essere collegata a quella adiacente per mezzo di forcelle di
fissaggio sistemate, in direzione trasversale, sui blocchi
2.4 Sistemazione su ponti esposti d’angolo superiori.

2.4.5 I contenitori più esterni non possono sporgere oltre


2.4.1 La sistemazione e il numero di contenitori su ponti
le murate, ma possono sporgere dalle coperture delle boc-
esposti (vedere Fig 4) può essere accettata dopo accurata
caporte o da altre strutture della nave, purchè la parte sper-
valutazione dei seguenti elementi:
gente sia adeguatamente sostenuta.
• massa effettiva dei contenitori,
2.4.6 Il fissaggio dei contenitori sistemati a murata deve
• esposizione alle azioni del mare e del vento, essere essere previsto tenendo conto della possibilità di
entrata d’acqua e della conseguente azione di spinta dovuta
• tensioni indotte nel dispositivo di rizzaggio, nella strut- al volume del contenitore.
tura dei contenitori e nelle strutture dello scafo o delle
coperture delle boccaporte, Nelle piccole navi tale spinta deve essere assunta uguale a
quella corrispondente al volume totale del contenitore inte-
• condizioni di stabilità della nave. ressato.

160 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 5

2.4.7 La sistemazione di contenitori nella zona a proravia 3.2 Prove su prototipo


di 0,75 L dalla estremità poppiera deve essere considerata
nei singoli casi dalla Società. 3.2.1 Le prove su prototipo devono essere eseguite come
specificato nella seguente procedura o in accordo a proce-
La Società si riserva di richiedere una limitazione nel
dure cosiderate equivalenti dalla Società:
numero di strati e la sistemazione di dispositivi di fissaggio
addizionali. • deve essere eseguita la prova per la determinazione del
carico di rottura su almeno due esemplari per ciascun
2.4.8 L’altezza massima dei blocchi deve essere scelta in tipo di dispositivo mobile per il rizzaggio,
modo da lasciare un suffuiciente arco di visibilità alla plan- • gli esemplari e le dimensioni dei dispositivi soggetti a
cia. prova devono essere identici a quelli specificati nei
disegni di dettaglio del dispositivo di rizzaggio,
2.5 Supporto continuo dei contenitori sul • le condizioni di carico della prova (ossia trazione,
ponte o sulle coperture delle boccaporte taglio, compressione o carico tangenziale) devono
essere il più possbile rappresentative delle condizioni di
2.5.1 I contenitori, anzichè poggiare sui quattro blocchi carico effettive durante l’esercizio.
d’angolo della base, possono essere sistemati sul ponte o
Prove supplementari possono essere richieste nei singoli
sulle coperture delle boccaporte con la base a contatto con-
casi dalla Società, in funzione delle condizioni di esercizio
tinuo con la struttura di supporto. Ciò può essere effettuato,
effettive.
ad esempio, sistemando delle tavole di legno o travi metalli-
che continue sotto i longheroni longitudinali inferiori ( non Le prove che devono essere eseguite sui più comuni tipi di
è ammessso l’impiego di tacchettatura), ovvero introdu- elementi di fissaggio e rizzaggio sono specificate nelle
cendo i blocchi d’angolo sulla base in appositi recessi prati- tabelle da Tab 1 a Tab 3.
cati sul ponte o sulle coperture delle boccaporte.
3.2.2 Quando un elemento di rizzaggio è formato da
Tra i blocchi d’angolo e la sottostante struttura del ponte o diversi componenti, la prova deve essere eseguita sull’ele-
delle coperture delle boccaporte deve rimanere un gioco di mento completo.
almeno 5 mm (secondo le norme ISO, la sporgenza mas-
sima dal blocco d’angolo dal longherone longitudinale 3.2.3 Il carico di rottura corrisponde al carico applicato al
inferiore è uguale a 17,5 mm). momento della formazione delle prime cricche sull’ele-
mento sottoposta a prova.
2.5.2 Tale sistemazione è ammissibile, in generale, solo
per contenitori singoli o in un solo strato. 3.2.4 Il carico di rottura ottenuto dalla prova deve essere
Può essere accettata per contenitori in più strati solo se la almeno uguale al carico di rottura previsto dal costruttore e
massa totale dei contenitori degli strati superiori al primo specificato sul disegno di dettaglio.
non supera 50% della massa lorda massima totale dei con- Quando uno dei due esemplari non raggiunge il valore del
tenitori conformi alle norme ISO dello stesso tipo e dimen- carico di rottura previsto e la deficienza è minore del o
sioni. uguale al 5%, la prova deve essere ripetuta su un terzo
esemplare e l’esito deve essere considerato positivo se il
2.5.3 I contenitori devono essere adeguatamente fissati per valore medio dei carichi di rottura dei tre esemplari risulta
impedire gli spostamenti laterali ed il ribaltamento. non minore di quello specificato dal produttore.

3.2.5 La prova per la determinazione del carico di rottura


3 Procedura per l’assegnazione della può essere interrotta quando non si sono verificate rotture
notazione nell’esemplare per un carico applicato maggiore del carico
di rottura specificato dal costrutture.
3.1 Approvazione dei dispositivi mobili per 3.2.6 Il carico di rottura deve essere uguale ad almeno due
il rizzaggio volte il carico di lavoro sicuro (SWL) specificato dal costrut-
tore.
3.1.1 Ciascun tipo di dispositivo mobile per il rizzaggio
deve essere approvato dalla Società sulla base di quanto 3.2.7 Deve essere redatto un rapporto di prova contenente
segue: le seguenti informazioni:
• la documentazione inviata (vedere Parte B, Cap 1, • identificazione del costruttore e del luogo di costru-
Sez 3, [2.3]), zione,
• la determinazione dei carichi, • tipo dell’esemplare e quantità degli esemplari sottoposti
a prova,
• le verifiche di resistenza,
• numero di identificazione dell’esemplare,
• le condizioni di costruzione,
• materiali e relative caratteristiche meccaniche,
• i controlli di produzione durante la costruzione,
• carico di rottura ottenuto ed eventuali commenti sulle
• l’identificazione del dispositivo, prove,
• i risultati delle prove su prototipo. • carico di lavoro sicuro (SWL).

Regolamenti RINA 2008 161


Parte F, Cap 11, Sez 5

3.2.8 Dopo l’esecuzione, con buon esito, delle prove di 3.3 Collaudi in produzione dei dispositivi
prototipo, è rilasciato dalla Società il Certificato di prova di mobili per il rizzaggio
prototipo.
Nel Certificato di prova di prototipo devono essere specifi- 3.3.1 I dispositivi per il rizzaggio devono essere sottoposti
cate le seguenti informazioni: a prove e collaudi in produzione alla presenza di un Tec-
nico della Società.
• identificazione del costruttore e del luogo di costru-
zione, 3.3.2 Le condizioni di carico della prova (ossia trazione,
taglio, compressione o carico tangenziale) devono essere il
• tipo dell’esemplare,
più possibile vicine alle condizioni di carico effettive
• numero di identificazione dell’esemplare, durante l’esercizio.
• carico di rottura e carico di lavoro sicuro (SWL) Le prove che devono essere eseguite sui più comuni tipi di
elementi di fissaggio e rizzaggio sono specificate nelle
• riferimento al rapporto di prova (vedere [3.2.7]), il quale tabelle da Tab 1 a Tab 3.
deve essere allegato al Certificato di prova di prototipo.
3.3.3 Deve essere verificato che sia stato rilasciato un Cer-
3.2.9 Ciascun esemplare deve essere chiaramente identifi- tificato di prova di prototipo valido e che gli esemplari sot-
cato nella documentazione conservata a bordo, come toposti a prove di collaudo siano identici a quelli specificati
richiesto in [1.2.1]. nel Certificato di prova di prototipo.

Tabella 1 : Modalità di prova per dispositivi di rizzaggio

Modalità di prova per dispositivi di rizzaggio


Asta di rizzaggio, catena di rizzaggio e cavo di rizzaggio di acciaio Gancio a becco

Carico di trazione
Carico di taglio
Tenditore Gancio

Carico di trazione Carico di trazione

Tabella 2 : Modalità di prova per dispositivi di collegamento tra contenitori

Modalità di prova per dispositivi di collegamento tra contenitori


Aggancio a rotazione Aggancio a rotazione doppio Forcella di fissaggio

Carichi di taglio e trazione Carichi di taglio e trazione Carico di trazione


Cono di impilaggio Cono di impilaggio doppio Scontro

Carichi di taglio e trazione Carico di trazione


Carico di taglio

162 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 5

Tabella 3 : Modalità di prova per dispositivi mobili di bloccaggio

Modalità di prova per dispositivi mobili di bloccaggio


Aggancio a rotazione inferiore Cono di impilaggio Cono di impilaggio con chiavistello

Carichi di taglio e trazione Carico di taglio Carichi di taglio e trazione


Puntello sul ponte Puntello intermedio

Carico di compressione Carichi di taglio, compressione e trazione

3.3.4 Le dotazioni devono essere collaudati per lotto ed il Devono essere eseguite prove di montaggio dei dispositivi
lotto deve essere composto da un massimo di 50 esemplari. mobili di rizzaggio in accordo con le condizioni di eserci-
Due esemplari dell lotto (tre esemplari in caso di cavi di zio e ai disegni per la sistemazione dei dispositivi di rizzag-
acciaio e relative estremità) devono essere sottoposti a gio.
prove con carico uguale a 1,3 volte il carico di lavoro
sicuro (SWL). Se la produzione di serie non supera i 50 4 Forze agenti sui contenitori
esemplari, la prova deve essere eseguita su almeno un
esemplare. 4.1 Generalità
Quando un elemento di rizzaggio è formato da diversi com-
ponenti, la prova deve essere eseguita sull’elemento com- 4.1.1 I dispositivi costituenti il sistema di rizzaggio devono
pleto. essere in grado di resistere alle condizioni di carico dichia-
Gli esemplari sottoposti a prova non devono mostrare cric- rate per la nave.
che e deformazione permanente. 4.1.2 I carichi da prendere in considerazione nei calcoli
3.3.5 Almeni il 10% degli esemplari deve essere sottopo- del sistema di rizzaggio sono i seguenti:
sto ad esame visivo. • forze in acqua tranquilla ed inerziali (vedere [4.3]),
Deve essere verificato che il numero di identificazione e il • forze del vento (vedere [4.4]),
carico di lavoro sicuro (SWL) specificati dal Costruttore • forze generate dai dispositivi di bloccaggio e rizzaggio
siano indicati sugli esemplari ispezionati. (vedere [4.5]),
• pressioni del mare (vedere [4.6]).
3.3.6 Il Tecnico della Società può richiedere la ripetizione
delle prove o che queste siano eseguite su un numero mag-
giore di esemplari, quando considerato necessario. 4.2 Definizioni

3.3.7 Dopo l’esecuzione, con buon esito, delle prove e 4.2.1 Pila di contenitori
dell’esame della documentazione relativa al lotto, è rila- Una pila di contenitori consiste in “N” contenitori collegati
sciato il Certificato di ispezione; le dotazioni sono identifi- in senso verticale mediante dispositivi di bloccaggio.
cate dal Costruttore e ciascun esemplare è punzonato dal Il contenitore della pila situato al livello “i” è specificato in
Tecnico. Il riferimento al Certificato di prova di prototipo e Fig 5.
la quantità di esemplari sottoposti a prova sono specificati
nel Certificato di ispezione. 4.2.2 Blocco di contenitori
Un blocco di contenitori consiste in “M” pile collegate in
3.4 Sistemazione a bordo dei dispositivi senso trasversale mediante dispositivi d’angolo.
mobili di rizzaggio
4.3 Forze in acqua tranquilla ed inerziali
3.4.1 I dispositivi mobili di rizzaggio sistemati a bordo
devono essere dotati di Certificato di ispezione (vedere 4.3.1 Le forze in acqua tranquilla ed inerziali agenti su un
[3.3]). contenitore situato al livello “i”, come specificato in [4.2.1],

Regolamenti RINA 2008 163


Parte F, Cap 11, Sez 5

devono essere calcolate sulla base delle forze specificate, in 4.4 Forze del vento
kN, in Tab 4.
4.4.1 Le forze dovute all’effetto del vento, agenti su un
Figura 5 : Livelli di contenitori in una pila contenitore stivato sul ponte al livello “i” della pila, devono
Rizzaggio
essere ottenute, in kN, dalle seguenti fomule:
al livello N • in direzione x:
Contenitore
FX,wind,i = 1,2hCbC
al livello N
• in direzione y:
FY,wind,i = 1,2 hClC
essendo:
Rizzaggio
hC : altezza, in m, di un contenitore,
al livello i
lC, bC : dimensioni, in m, della pila di contenitori
Contenitore
rispettivamente nelle direzioni longitudinali e
al livello i trasversali della nave.
Tali forze agiscono solamente sulla pila esposta all’azione
Rizzaggio
al livello i - 1 del vento. In caso di M pile, affiancate e collegate tra loro,
aventi la stessa altezza, le forze del vento devono essere
distribuite sulle M pile.
Rizzaggio
al livello 2
4.4.2 Nel caso di pile, affiancate e collegate tra loro,
aventi diverse altezze, le forze del vento devono essere
Contenitore distribuite tenendo conto del numero di pile al livello consi-
al livello 2 derato (vedere esempio in Fig 6).
Rizzaggio
al livello 1 4.5 Forze generate dai dispositivi di rizzag-
gio e bloccaggio
Contenitore
al livello 1
4.5.1 Le forze di serraggio e/o di pre-tensionamento dei
dispositivi di rizzaggio e bloccaggio devono essere prese in
considerazione solo quando, in un singolo elemento, sono
maggiori di 5 kN o quando sono necessarie per il corretto
4.3.2 La distanza del baricentro di una pila può essere funzionamento del sistema di rizzaggio.
ottenuta, in m, dalla seguente formula:
4.6 Pressioni del mare
z = z L + d CG
essendo: 4.6.1 Nella zona a proravia di 0,75 L dalla estremità pop-
piera, la robustezza dei dispositivi di rizzaggio deve essere
zL : coordinata Z, in m, del fondo della pila rispetto
aumentata del 20% rispetto a quella calcolata in accordo
al sistema di coordinate di riferimento definito
con le prescrizioni della presente Sezione. Tale aumento
in Parte B, Cap 1, Sez 2, [4],
non è richiesto qualora i contenitori siano protetti da strut-
dCG : distanza, in m, tra il fondo della pila e il bari- ture paraonde ritenute efficaci dalla Società.
centro della pila, da assumersi non maggiore di
0,305αNH0 4.6.2 Il rizzaggio dei contenitori sistemati a murata deve
essere verificato considerando anche la forza dovuta alla
α : coefficiente:
spinta delle onde, che deve essere assunta pari a quella
• α = 0,5 per pile in stiva, risultante considerando la metà del volume del contenitore
• α = 0,4 per pile sul ponte, più basso o, nel caso di navi aventi lunghezza minore di
N : numero di contenitori stivati nella pila, 100 m, a quella risultante considerando il volume totale del
suddetto contenitore.
H0 : altezza di un contenitore, in piedi, conside-
rando la stessa altezza per tutti i contenitori
della pila. 5 Determinazione dei carichi agenti nei
dispositivi di rizzaggio e nei telai dei
4.3.3 Quando sono sistemati contenitori vuoti sulla som- contenitori
mità della pila, le forze in acqua tranquilla ed inerziali
devono essere calcolate considerando la massa dei conteni-
tori vuoti uguale a: 5.1 Ipotesi di calcolo
• 0,14 volte la massa di un contenitore pieno, nel caso di 5.1.1 Devono essere considerate le seguenti forze:
contenitori in acciaio, • per la verifica dei dispositivi di rizzaggio e bloccaggio e
• 0,08 volte la massa di un contenitore pieno, nel caso di della robustezza trasversale dei contenitori: forze tra-
contenitori in acciaio e alluminio. sversali calcolate in accordo con le prescrizioni specifi-

164 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 5

cate in [5.2.3] nel caso di contenitori stivati in senso 5.1.4 Se le “M” pile di contenitori non sono collegate in
longitudinale e forze longitudinali calcolate in accordo senso trasversale a ciascun livello di bloccaggio, il calcolo
alle prescrizioni specificate in [5.2.2] nel caso di conte- delle forze deve essere effettuato per ciascuna pila separata-
nitori stivati in senso trasversale, mente.
• per la verifica dei carichi verticali nei telai dei conteni- In tale caso, le distanze fra le pile devono essere di dimen-
tori: forze verticali calcolate in accordo con le prescri- sioni tali da evitare contatti tra i blocchi d’angolo dei conte-
zioni specificate in [5.2.4] per la condizione di nave nitori in conseguenza di deformazioni.
diritta,
5.1.5 Non sono considerate le interazioni tra i telai della
• per la verifica del ribaltamento dei contenitori: forze tra- estremità con porta e dell’estremità frontale dello stesso
sversali e verticali per la condizione di nave inclinata, contenitore e l’eventuale pre-tensionamento dei dispositivi
calcolate in accordo con le prescrizioni specificate di rizzaggio.
rispettivamente in [5.2.3] e in [5.2.4].

5.1.2 I calcoli devono essere basati sulle seguenti ipotesi: 5.2 Distribuzione delle forze
• le forze dovute ai movimenti della nave (vedere [4.3]) 5.2.1 Generalità
sono agenti su una sola pila, Al fine di verificare i dispositivi di rizzaggio e bloccaggio, le
• le forze del vento sono agenti su una pila, tenendo forze longitudinali, trasversali e verticali sono considerate
conto del numero di contenitori esposti all’azione del uniformemente ripartite sulle pareti del contenitore.
vento e del numero di pile costituenti il blocco (vedere
[4.4]), 5.2.2 Forze longitudinali
• il rizzaggio del blocco è schematizzato su una pila, La forza longitudinale agente su un contenitore deve essere
tenendo conto del numero di pile, del tipo e della quan- ottenuta, in kN, dalla seguente formula:
tità di dispositivi di rizzaggio a ciascun livello dei bloc- FXi = FW,X,i + FX,wind,i
caggi. essendo:
5.1.3 Se le “M” pile di contenitori sono collegate in senso FW,X,i : forza inerziale definita in [4.3.1] per la condi-
trasversale a ciascun livello di bloccaggio, il calcolo delle zione di nave diritta.
forze deve essere effettuato considerando le pile dei conte- La forza longitudinale è considerata suddivisa sui quattro
nitori come un blocco. longheroni longitudinali del contenitore.

Tabella 4 : Livello “i” di contenitori - Forze in acqua tranquilla e inerziali

Condizione della nave Forze in acqua tranquilla FS e inerziale FW , in kN


Acqua tranquilla FS,i = Mig
Nave diritta F W ,X ,i = 1 ,5M i a X1 in direzione x
F W ,Z ,i = 1 ,5M i a Z1 in direzione z

Nave inclinata (angolo di rollio negativo) F W ,Y ,i = 1 ,5M i a Y2 in direzione y


F W ,Z ,i = 1 ,5M i a Z2 in direzione z

Nota 1:
g : accelerazione di gravità, in m/s2:
g = 9,81 m/s2
Mi : massa, in t, del contenitore situato al livello “i” (vedere anche [4.3.3]),
aX1, aZ1 : accelerazioni, in m/s2, per la condizione di nave diritta, calcolate, in accordo con le prescrizioni specificate in Parte B,
Cap 5, Sez 3, [3.4], in corrispondenza del baricentro della pila (vedere [4.3.2]),
aY2, aZ2 : accelerazioni, in m/s2, per la condizione di nave inclinata, calcolate, in accordo con le prescrizioni specificate in
Parte B, Cap 5, Sez 3, [3.4], in corrispondenza del baricentro della pila (vedere [4.3.2]) considerando GM = 1 m.

Figura 6 : Distribuzione delle forze del vento nel caso di pile aventi diverse altezze
Fy, wind distribuita su 3 pile

Fy, wind distribuita su 4 pile

Fy, wind distribuita su 5 pile

Fy, wind distribuita su 5 pile

Regolamenti RINA 2008 165


Parte F, Cap 11, Sez 5

5.2.3 Forze trasversali 5.5 Rigidezze


La forza trasversale agente su un contenitore deve essere
ottenuta, in kN, dalla seguente formula: 5.5.1 Rigidezza delle rizze
FYi = FW,Y,i + FY,wind,i La rigidezza delle rizze deve essere ottenuta, in kN/mm,
dalla seguente formula:
essendo:
FW,Y,i : forza inerziale definita in [4.3.1] per la condi- Al E –4
K = -----------a 10
l
zione di nave inclinata,
FY,wind : eventuale forza del vento definita in [4.4]. essendo:
La forza trasversale è considerata suddivisa sulle quattro tra- Al : area della sezione trasversale della rizza, in
verse di estremità del contenitore. cm2,
5.2.4 Forze verticali Ea : modulo di elasticità della rizza, in N/mm2, il
quale può essere ottenuto, se non ne sono noti i
La forza verticale agente su un contenitore deve essere otte-
valori effettivi, come specificato in Tab 5,
nuta, in kN, dalla seguente formula:
FZi =FS,i + FW,Z,i l : lunghezza totale della rizza, inclusi tenditori, in
m.
essendo:
FS,i : forza in acqua tranquilla definita in [4.3.1], 5.5.2 Rigidezza dei contenitori
FW,Z,i : forza inerziale definita in [4.3.1], per la condi- Ai fini del calcolo, la rigidezza dei contenitori, in man-
zione di nave diritta o inclinata, come applica- canza di dati sul suo valore effettivo, può esser ottenuta, in
bile. kN/mm, come specificato in Tab 6.
La forza verticale è considerata suddivisa sui quattro mon-
tanti d’angolo del contenitore. Tabella 5 : Modulo di elasticità delle rizze

Tipo Ea, in N/mm2


5.3 Contenitori fissati solo con dispositivi di
Cavi di acciaio 90000
bloccaggio
Catene di acciaio 40000
5.3.1 Quando i contenitori di una pila sono vincolati fra Aste di acciaio:
loro e alla base impiegando unicamente dispositivi di bloc- • lunghezza < 4 m 140000
caggio sistemati in corrispondenza dei blocchi d’angolo, le
• lunghezza ≥ 4 m 180000
reazioni sui diversi supporti devono essere calcolate appli-
cando le equazioni di equilibrio dei corpi rigidi, ugua-
gliando a zero la sommatoria delle forze e dei momenti Tabella 6 : Rigidezza dei contenitori
applicati al sistema.
Rigidezza, in kN/mm
5.3.2 In particolare, il calcolo deve essere effettuato consi-
Estremità con
derando la combinazione delle forze verticali e delle forze Estremità frontale Parete laterale
porta
verticali di reazione indotte dalle forze trasversali al fine di
determinare se, in qualche supporto, risultano delle rea- 128 / H0 32 / H0 320 / L0
zioni di segno negativo che indicano la possibilità di solle- Nota 1:
vamento e ribaltamento dei contenitori. H0 : altezza del contenitore, in piedi,
L0 : lunghezza del contenitore, in piedi.
5.3.3 I carichi risultanti sui contenitori e sui dispositivi di
fissaggio devono essere minori di o uguali a quelli ammissi-
bili specificati in [6]. 6 Criteri di resistenza

5.4 Contenitori fissati per mezzo di rizze o 6.1 Carichi ammissibili sui contenitori
scontri
6.1.1 Per contenitori da 20’ e da 40’, i dispositivi di rizzag-
5.4.1 Quando il fissaggio dei contenitori di una pila è gio devono essere tali che i carichi massimi su ciascun
effettuato per mezzo di rizze, deve essere tenuta in conside- telaio del contenitore, in kN, siano minori dei valori specifi-
razione la rigidezza sia delle rizze (vedere [5.5.1]), sia del cati in:
contenitore stesso (vedere [5.5.2]). • Fig 7 per il “racking” trasversale e longitudinale,
5.4.2 La tensione su ciascuna rizza può essere calcolata • Fig 8 per la compressione trasversale e verticale (in tale
imponendo l’uguaglianza tra lo spostamento del blocco figura, i contenitori ISO sono quelli definiti in accordo
d’angolo del contenitore cui è fissato un estremo della rizza con ISO 1496-1),
e l’allungamento della rizza stessa. • Fig 9 per la trazione trasversale e verticale.

5.4.3 I carichi risultanti sui contenitori e sui dispositivi di 6.1.2 Per contenitori aperti, il carico ammissibile nei lon-
fissaggio devono essere minori di o uguali a quelli ammissi- gheroni longitudinali deve essere minore di 75 kN in caso
bili specificati in [6]. di “racking”.

166 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 5

6.1.3 Per contenitori diversi da quelli da 20’ e 40’, i dispo- Figura 7 : Carichi trasversali e longitudinali ammissi-
sitivi di rizzaggio devono essere tali che i carichi massimi su bili per il “racking” per telai di contenitori da 20’ e 40’
ciascun telaio del contenitore, in kN, siano minori di:
• 2,25R per la compressione verticale, 100
150
• 0,5R per la trazione verticale.
dove R è uguale alla somma del carico massimo nel conte-
nitore e del peso proprio del contenitore stesso, in kN.
100 300

Figura 8 : Carichi trasversali e verticali ammissibili per la compressione per telai di contenitori da 20’ e 40’

200 200 200

848 ( contenitori ISO ) 450 ( contenitori non-ISO da 20’) 675 ( contenitori non-ISO da 40’)

300 300 300

Figura 9 : Carichi trasversali e verticali ammissibili 6.4 Tensioni ammissibili per guide cellulari
per la trazione per telai di contenitori da 20’ e 40’
6.4.1 Le tensioni locali agenti negli elementi delle guide
cellulari, delle travi trasversali e longitudinali e dei collega-
menti con le strutture dello scafo devono essere minori dei
200 seguenti valori:
• tensione normale: 150/k N/mm2,
250
• tensione tangenziale: 100/k N/mm2,
250 • tensione ideale di von Mises: 175/k N/mm2,

300 dove k è il coefficiente dipendente dal materiale, definito in


Parte B, Cap 4, Sez 1, [2.3].

6.2 Carichi ammissibili per carichi indotti Figura 10 : Carichi ammissibili per i carichi indotti dai
dispositivi di rizzaggio sui blocchi d’angolo
dai dispositivi di rizzaggio sui blocchi
d’angolo
150
150
6.2.1 Le forze massime indotte dai dispositivi di rizzaggio
e agenti sui blocchi d’angolo dei contenitori devono essere
minori dei valori specificati, in kN, in Fig 10. 300
300

6.2.2 Nel caso siano applicate sui blocchi d’angolo delle


forze combinate, la forza risultante deve essere minore del
valore ottenuto, in kN, come specificato in Fig 11.
Figura 11 : Valore ammissibile della forza risultante
agente sui blocchi d’angolo dei contenitori
6.3 Carichi ammissibili per dispositivi di riz- 150
zaggio

6.3.1 Le forze agenti su ciascun componente del disposi-


tivo di rizzaggio devono essere minori del carico di lavoro
sicuro (SWL) indicato dal Costruttore. 300

Regolamenti RINA 2008 167


Parte F, Cap 11, Sez 6

SEZIONE 6 IMPIANTI DI POSIZIONAMENTO DINAMICO


(DYNAPOS)

1 Generalità 1.2.6 Ridondanza: la capacità di un componente o di un


impianto di mantenere o di ripristinare le sue funzioni
quando si sia verificata un’avaria singola. La ridondanza
1.1 Applicabilità
può essere realizzata per esempio con l’installazione di
1.1.1 La notazione addizionale di classe DYNAPOS viene componenti ed impianti multipli o con mezzi alternativi per
assegnata, in accordo con Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.12.7], realizzare una determinata funzione.
alle navi dotate di impianti di posizionamento dinamico
1.2.7 Ambiente: le condizioni ambientali comprendono il
che soddisfano le prescrizioni contenute nella presente
vento, la corrente e le onde. Non vengono presi in conside-
Sezione.
razione i carichi dovuti alla presenza di ghiaccio.
Tale notazione è completata dai simboli addizionali definiti
in [1.4], in accordo con le modalità operative 1.2.8 Dispositivi di allarme: segnali ottici ed acustici che
dell’impianto. consentono all’operatore di identificare immediatamente
qualsiasi avaria dell’impianto di posizionamento.
1.1.2 Le presenti norme sono addizionali a quelli applica-
bili per la classificazione delle navi o delle unità mobili cor- 1.2.9 Impianto a computer: un impianto costituito da uno
rispondenti. Si richiama l’attenzione sul fatto che gli o più computer, dal software associato, dalle periferiche e
impianti di posizionamento dinamico possono dover soddi- dalle interfacce, dalla rete di computer con i loro protocolli.
sfare anche le regole nazionali esistenti.

1.1.3 Si applicano le seguenti prescrizioni: 1.3 Sottosistemi di posizionamento dina-


• Parte C, Cap 1, Sez 2 quando i thrusters sono azionati mico
da un motore a combustione interna,
1.3.1 L’installazione completa necessaria per il posiziona-
• Parte C, Cap 1, Sez 12 per i thrusters azimutali e tra- mento dinamico di una nave comprende i seguenti sotto-
sversali. sistemi:
• impianto di energia elettrica, cioè tutti i componenti e
1.2 Definizioni gli impianti necessari all’alimentazione dell’impianto
1.2.1 Nave con posizionamento dinamico (nave DP): una DP,
unità od una nave che mantiene automaticamente la sua • impianto dei thrusters, cioè tutti i componenti e gli
posizione (posizione fissa o rotta preimpostata) esclusiva- impianti necessari all’alimentazione dell’impianto DP
mente per mezzo dell’azione dei suoi thrusters (incluse le con la forza e la direzione della spinta,
linee alberi); l’impianto di posizionamento dinamico • impianto di comando DP, cioè tutti gli impianti e i com-
(impianto DP) comprende tutti i mezzi necessari a tale ponenti di comando e controllo, l’hardware ed il sof-
scopo. tware necessario al posizionamento dinamico della
nave.
1.2.2 Avarie attive sono tutte quelle avarie che hanno un
effetto immediato sia sul funzionamento delle installazioni 1.3.2 L’impianto di energia elettrica comprende:
che sui circuiti di controllo.
• i motori primi con gli impianti ausiliari necessari com-
1.2.3 Avarie passive sono avarie che non hanno un effetto prese le tubolature,
immediato sulle condizioni di funzionamento delle installa- • i generatori,
zioni ed inoltre non sono rivelate dai circuiti di controllo, • i quadri, e
ma che potrebbero portare, in certe condizioni, ad un’ava-
• l’impianto di distribuzione (cablaggio e percorso cavi).
ria dell’impianto.

1.2.4 Impianto della posizione di riferimento: un impianto 1.3.3 L’impianto dei thrusters comprende:
che misura la posizione e l’orientamento dell’unità. • i thrusters con le unità di azionamento e gli impianti
ausiliari necessari comprese le tubolature
1.2.5 Mantenimento della posizione: mantenimento di • thrusters principali e timoni se questi sono sotto il
una posizione desiderata entro i normali limiti di funziona-
comando dell’impianto DP
mento dell’impianto di comando e controllo e delle condi-
zioni ambientali. • comandi elettronici dei thrusters
Perciò, viene considerata la compensazione attiva degli • comandi manuali dei thrusters, e
effetti dinamici dell’ambiente (onde, vento, corrente). • cavi associati e percorso dei cavi.

168 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

1.3.4 L’impianto di comando DP consiste di quanto segue: 1.4.4 La notazione addizionale facoltativa DYNAPOS
• impianto dei computer / impianto barra di comando, AM/AT può essere completata dai seguenti simboli:
impianto dei sensori • R, quando il posizionamento dinamico è provvisto di
• impianto di visualizzazione (pannelli per gli operatori) mezzi di ridondanza, come definito in [1.2.6]. In questo
caso, devono essere utilizzate le apparecchiature di
• autopilota classe 2, come da [3].
• impianto di posizione di riferimento, e • RS, quando in aggiunta la simbolo R, la ridondanza
• cavi associati e percorso dei cavi. viene realizzata utilizzando due impianti o mezzi alter-
nativi per realizzare una funzione fisicamente separata
come definito in [4.8.6]. Le apparecchiature di classe 3,
1.4 Notazioni di classe addizionali e facolta- come da [3] devono essere utilizzate per le installazioni
tive che devono ricevere i simboli RS.

1.4.1 La notazione DYNAPOS è completata da uno o più 1.4.5 Le notazioni summenzionate possono essere inte-
dei seguenti simboli addizionali facoltativi in accordo con grate da un numero ESKI che indica la capacità di una nave
le modalità di funzionamento dell’installazione: a mantenere la posizione (in percentuale di tempo) in deter-
a) SAM (modalità semi-automatica). Per mantenere la minate condizioni ambientali.
posizione è necessario l’intervento manuale dell’opera-
tore. 1.4.6 Abbinamento di un impianto DP con un
impianto di posizionamento per l’ormeggio
• L’impianto di comando e controllo delle installa-
Le presenti norme non comprendono l’abbinamento
zioni che ricevono la notazione SAM deve realiz-
dell’impianto di posizionamento dinamico con un impianto
zare la conversione automatica delle istruzioni
di posizionamento per l’ormeggio, nel cui caso deve essere
emesse dall’operatore nel comando dei thrusters.
eseguito dalla Società un esame speciale delle installazioni,
• L’impianto di comando e controllo deve indicare considerazioni tecniche su questo tipo di installazione sono
all’operatore la posizione e la rotta dell’unità. fornite in [4.1.4] per conoscenza.
Devono essere visualizzate le regolazioni di
comando e controllo. 1.4.7 La scelta pratica di una notazione di classe per il
• Il dispositivo a leva per il comando ed il controllo posizionamento dinamico è presieduta dalle seguenti linee
deve avere una ben definita posizione neutra (spinta direttive:
esclusa). • La notazione DYNAPOS SAM non è concessa ai
• Qualunque installazione per il posizionamento seguenti tipi di unità:
dinamico provvista di un comando automatico deve - unità di supporto all’attività subacquea
essere dotata inoltre di un comando di manovra
- unità posacavi e posatubi,
manuale in accordo con le prescrizioni della nota-
zione SAM. • alle navi appoggio dotate di installazioni destinate al
mantenimento della posizione in accosto alle unità di
b) AM (modalità automatica): il mantenimento della posi- lavoro offshore possono essere concesse le notazioni
zione è realizzato automaticamente. DYNAPOS SAM o DYNAPOS AM/AT.
c) AT (tracciamento automatico): l’unità viene mantenuta
lungo un percorso predefinito. 1.5 Sorveglianza delle installazioni durante
Nota 1: La notazione AM/AT utilizzata nella rimanente parte di la costruzione
questa sezione corrisponde a AM oppure ad AT.
1.5.1 Le installazioni costruite sotto sorveglianza speciale
1.4.2 Le installazioni che devono ricevere la notazione sono soggette a:
DYNAPOS AM/AT devono essere dotate di una unità di cal-
colo che comprenda, oltre al computer, un orologio di rife- • esame dei documenti con considerazione dei docu-
rimento e le periferiche per la visualizzazione e la stampa. menti specificati in [1.6],

Il tipo e le caratteristiche del computer devono soddisfare le • sorveglianza durante la fabbricazione e la prova dei
prescrizioni che riguardano le prestazioni in condizioni componenti eseguite nelle officine dei fornitori ed in
ambientali a discrezione della Società. cantiere,
• prove in bacino ed in mare alla presenza di un Tecnico
L’esecuzione del ciclo di calcolo deve essere controllato
della Società.
automaticamente. Qualsiasi guasto del computer deve
generare un allarme ottico ed acustico.
1.6 Documentazione da inviare
1.4.3 Per la notazione di classe DYNAPOS AM/AT, la
nave deve essere dotata di un comando automatico e di un 1.6.1 In aggiunta ai disegni ed alle specifiche richieste dai
comando manuale di riserva, di cui quest’ultimo sia equiva- Regolamenti per la Classificazione delle Navi e delle Piatta-
lente all’impianto di comando richiesto per la notazione forme Offshore, deve essere inviata la seguente documenta-
SAM. zione.

Regolamenti RINA 2008 169


Parte F, Cap 11, Sez 6

1.6.2 Per approvazione: E, per i simboli R ed RS soltanto:


a) schema delle condizioni ambientali limite (impronta) • rapporto di simulazione del comportamento dell’unità
per le condizioni definite nelle specificazioni (velocità
• analisi degli effetti dei modi di avaria utilizzando per
del vento, corrente ed onde)
quanto possibile il metodo dell’albero delle avarie
b) schema funzionale a blocchi dei sensori e degli impianti • studio di possibili interazioni tra i thrusters.
di riferimento (posizione/ condizioni ambientali)
c) schema funzionale a blocchi delle unità di comando e 1.6.3 Per conoscenza:
controllo
a) specifiche tecniche per l’impianto di posizionamento,
d) schema unifilare e specifiche dei cavi tra le differenti
b) manuale dell’operatore per l’impianto di posiziona-
unità di apparecchiature (energia, comando, visualizza-
mento comprendente:
zione)
• la descrizione delle apparecchiature,
e) bilancio energetico
• la guida alla manutenzione,
f) elenco delle unità di apparecchiature con, per ciascuna
di esse, identificazione del costruttore, tipo e modello • le procedure di emergenza.
g) rapporti delle prove di tipo dei sensori degli impianti di
misurazione, o equivalenti 2 Analisi delle prestazioni
h) rapporto di prova delle unità a computer; verifica del
comportamento dell’installazione quando è sottoposta 2.1 Generalità
alle interferenze elettromagnetiche irradiate e condotte
i) valutazione degli indici di affidabilità quando richiesti 2.1.1 E’ normalmente richiesta un’analisi delle prestazioni
dalla notazione DYNAPOS, in modo particolare per i dell’installazione di posizionamento dinamico per giustifi-
simboli R e RS, (vedere [2]). Il documento da inviare care le opzioni di progetto e limitare le condizioni ambien-
deve dimostrare l’affidabilità dell’impianto. Ciò deve tali ammissibili. Tale analisi deve considerare le principali
essere realizzato con analisi appropriate come ad esem- caratteristiche dell’installazione DP:
pio: • caratteristiche delle leggi di comando e controllo,
• analisi dei modi di avaria che descriva gli effetti • potenza installata,
dovuti alle avarie che portano alla distruzione
dell’impianto di automazione. Inoltre, tale docu- • dimensioni e ubicazione dei thrusters,
mento deve mostrare le conseguenze sugli altri con riguardo alla stabilità di mantenimento della posta-
impianti, se ve ne sono. Esso deve essere particola- zione e alla precisione nelle condizioni ambientali specifi-
reggiato ad un livello tale da consentire alla Società cate richieste.
di valutare la necessità della ridondanza. Tale analisi
deve essere presentata in accordo con la norma IEC
812, o qualsiasi altra norma riconosciuta. 2.2 Condizioni di analisi
• rapporto di prova /prova di durata
2.2.1 Le condizioni ambientali che devono essere prese in
• calcolo del MTBF (tempio medio tra le avarie) considerazione nell’analisi sono definite normalmente
• qualsiasi altro documento comprovante alla Società dall’Armatore per il servizio previsto per l’unità. Comun-
l’affidabilità dell’impianto que, per l’assegnazione del simbolo R, devono essere con-
siderate le seguenti situazioni:
j) Per l’approvazione della propulsione, basata sui thru-
sters azimutali rotanti: • condizioni ambientali normali: quelle condizioni
ambientali nelle quali sono ottenute le prestazioni di
• disegni della sistemazione delle unità di spinta, mantenimento della posizione nominale, mentre l’unità
alberi e basamenti di spinta si trova nella condizione normale di lavoro,
• sistemazione dei passaggi a scafo
• condizioni ambientali di sicurezza: condizioni ambien-
• curve di spinta di ciascuna unità di propulsione tali tali che qualsiasi singola avaria ad un thruster o ad
k) disegni e specificazioni della disposizione della un generatore che avviene durante il normale funziona-
gestione dell’energia elettrica se prevista a bordo mento non pregiudica il mantenimento della posizione
nè il funzionamento in sicurezza,
l) descrizione dell’impianto di comunicazione interna
• condizioni ambientali limite: quelle condizioni ambien-
m) descrizione delle postazioni di comando e controllo tali nelle quali è possibile il mantenimento della posi-
(disposizione a bordo, diagrammi descrittivi delle con- zione con tutti i thrusters in moto, essendo in servizio
solles di visualizzazione) soltanto le installazioni essenziali per la sicurezza.
n) elenco degli allarmi e valori dei parametri visualizzati
Quando non è richiesta l’assegnazione del simbolo R,
sulle consolles
l’analisi può essere limitata alle condizioni ambientali nor-
o) programma delle prove in banchina ed in mare mali, considerando in ogni caso l’avaria singola di un

170 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

gruppo elettrogeneratore. L’analisi richiesta può essere rea- 3.1.3 Quando ad una nave DP viene assegnata una classe
lizzata o: delle apparecchiature, ciò significa che una nave DP è rite-
• mediante un modello matematico del comportamento nuta adatta a tutti i tipi di operazioni DP entro la classe
dell’unità, possibilmente associato con i risultati della dell’apparecchiatura assegnata e quelle inferiori.
prova in vasca, o
• sulla base di una esperienza di funzionamento prece- 3.2 Classi delle apparecchiature in relazione
dente acquisita su installazioni simili. alla singola avaria
3.2.1 Per il DYNAPOS AM/AT sono richieste apparecchia-
2.3 Modellizzazione e simulazione ture di classe 1. In questo caso, può avvenire una perdita
della posizione in caso di singola avaria.
2.3.1 Una simulazione degli spostamenti dell’unità in rela-
zione alle forze ambientali applicate è normalmente richie- 3.2.2 Per il DYNAPOS AM/AT R sono richieste apparec-
sta per l’assegnazione del simbolo R. chiature di classe 2. Non deve avvenire una perdita di posi-
zione in caso di singolo guasto in qualsiasi componente
2.3.2 La simulazione richiesta in [2.3.1] deve compren- attivo od impianto. Il criterio della singola avaria com-
dere la modellizzazione adatta di quanto segue: prende:
• forze ambientali, vento, • qualsiasi componente attivo od impianto (generatori,
• comportamento idrodinamico dell’unità, thrusters, quadri, valvole comandate a distanza, ecc.)
• azione dinamica dei thrusters, • qualsiasi componente normalmente statico (cavi, tubi,
valvole a comando manuale, ecc.) che non sono docu-
• anello di comando.
mentate in maniera appropriata rispetto alla protezione
I risultati della simulazione devono comprendere gli sposta- ed alla affidabilità.
menti dell’unità così come la determinazione della potenza
per ciascun caso preso in considerazione. 3.2.3 Per il DYNAPOS AM/AT RS sono richieste apparec-
chiature di classe 3. Non deve avvenire una perdita di posi-
Nota 1: La simulazione deve tenere in considerazione la risposta
zione nel caso di singola avaria in qualsiasi componente
dell’unità alle forze periodiche aventi valore medio positivo (onde,
vento, eventuali collegamenti esterni) che hanno con probabilità
attivo od impianto, come per la classe 2. In questo caso,
un certo effetto di risonanza sull’impianto dinamico composto una singola avaria comprende:
dall’unità insieme al suo impianto DP. • i punti elencati per la classe 2, e si assume che vada in
avaria qualsiasi componente normalmente statico
2.4 Analisi di rischio • tutti i componenti in ogni compartimento stagno, per
incendio o per allagamento
2.4.1 Può essere richiesta un’analisi di rischio qualitativa • tutti i componenti in ogni suddivisione tagliafuoco, per
dell’impianto DP per l’assegnazione dei simboli R ed RS. incendio o per allagamento. Per i cavi, vedere [6.1.3].
L’analisi deve essere eseguita in accordo col metodo
dell’albero delle avarie, all’analisi degli effetti dei modi di 3.2.4 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, un’azione sin-
avaria e della loro criticità FMECA, al diagramma a blocchi gola involontaria deve essere considerata come singola ava-
dell’affidabilità RBD o ad un metodo analogo. ria se tale azione è ragionevolmente probabile.

2.4.2 L’analisi di rischio richiesta per l’assegnazione dei


simboli R ed RS deve tenere in considerazione la frequenza
4 Norme di funzionamento
e la durata dei compiti di manutenzione programmata.
4.1 Generalità
2.4.3 L’analisi deve mostrare il livello di ridondanza di cia-
scun sotto-sistema così come le conseguenze di eventuali 4.1.1 Tutti i componenti in un impianto DP devono soddi-
modi comuni delle avarie. sfare le relative norme dei Regolamenti per la Classifica-
zione della Navi o delle Piattaforme Offshore.

3 Classi delle apparecchiature 4.1.2 Per ottemperare al criterio dell’avaria singola


espresso in [3.2], deve essere normalmente necessaria la
3.1 Generalità ridondanza seguenti dei componenti:
• per le apparecchiature di classe 2 (per il simbolo R), la
3.1.1 E’ una prescrizione delle presenti norme che una ridondanza di tutti i componenti attivi
nave DP debba operare in modo tale che il caso peggiore di • per le apparecchiature di classe 3 (per il simbolo RS), la
avaria, come determinato in [3.2], possa avvenire in qualsi- ridondanza di tutti i componenti e la separazione fisica
asi momento senza causare una perdita significante della dei componenti.
posizione.
Per le apparecchiature di classe 3, può non essere sempre
3.1.2 Basandosi sulla definizione di singola avaria fornita possibile la ridondanza completa (p.e., ci può essere la
in [3.2], deve essere determinato ed utilizzato il peggior necessità di un impianto a singola commutazione
caso di avaria come criterio per l’analisi delle conseguenze, dall’impianto del computer principale all’impianto del
vedere [4.8.4]. computer di riserva). Possono essere accettati i collega-

Regolamenti RINA 2008 171


Parte F, Cap 11, Sez 6

menti privi di ridondanza tra quelle con ridondanza e gli ad un impianto, almeno un altro impianto rimanga in fun-
impianti separati a patto che sia documentato che ciò arre- zione. L’impianto di potenza può essere fatto funzionare
chi un evidente vantaggio per la sicurezza, e che possa come un impianto unico, ma deve essere dotato di un con-
essere dimostrata e documentata la loro affidabilità a giuntore sbarre per separare automaticamente i due
discrezione della Società. Tali collegamenti devono essere impianti nel caso di avaria, per prevenire il trasferimento
tenute al minimo assoluto e quando in avaria lo devono dell’avaria da un impianto all’altro.
essere nella condizione di maggior sicurezza. L’avaria in un 4.2.5 (1/7/2002)
impianto non deve in alcun caso essere trasferita agli altri
Per le apparecchiature di classe 3, l'impianto di potenza
impianti ridondanti.
(generatori, sbarre principali, ecc.) deve essere separabile in
4.1.3 I componenti e gli impianti ridondanti devono essere due o più impianti tali che, in caso di avaria ad un
immediatamente disponibili e di tale capacità che il funzio- impianto, almeno un impianto rimanga in funzione.
namento DP possa essere mantenuto per un periodo tale L'impianto di potenza così separato deve essere ubicato in
che il lavoro in corso può essere terminato in modo sicuro. locali diversi separati da divisioni di classe A-60, o equiva-
Il trasferimento all’impianto od al componente ridondanti lenti.
deve essere automatico, per quanto possibile, e l’intervento Quando gli impianti di potenza sono ubicati al di sotto
dell’operatore deve essere tenuto al minimo. Il trasferi- della linea di galleggiamento di esercizio, la separazione
mento deve essere graduale ed entro limitazioni di funzio- deve essere anche stagna. I congiuntori sbarre devono
namento accettabili. essere aperti durante il funzionamento delle apparecchia-
ture di classe 3.
4.1.4 Quando è associato con apparecchiature per il posi-
zionamento dell’ancoraggio e quando tale impianto è uti- 4.2.6 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, si applicano le
lizzato per coadiuvare il posizionamento dinamico seguenti prescrizioni:
principale in particolari circostanze di funzionamento, per
a) la potenza disponibile per il mantenimento delle posi-
esempio in vicinanza di una piattaforma offshore, tale
zione deve essere sufficiente a mantenere la nave in
impianto deve essere progettato in modo tale da comandare
posizione dopo il peggior caso di avaria di cui in
a distanza la lunghezza e la tensione delle singole catene di
[3.2.1].L’impianto automatico di gestione deve essere in
ancoraggio.
grado di:
Deve essere eseguita l’analisi delle conseguenze della rot-
• consentire una rapida alimentazione di potenza
tura della catena d’ancoraggio od il guasto del thruster in
attiva alle utenze in tutte le condizioni di funziona-
accordo con la situazione di funzionamento.
mento comprese le avarie ai generatori od il cam-
biamento della configurazione dei thrusters,
4.2 Impianti di potenza
• controllare le sorgenti di energia ed informare l’ope-
4.2.1 Gli impianti elettrici devono soddisfare le prescri- ratore sui cambiamenti della configurazione deside-
zioni applicabili dei Regolamenti per la Classificazione rata come l’avviamento o l’arresto di generatori,
della Navi, così come quelle per la Costruzione e la Classi- • intervenire con una commutazione automatica di
ficazione delle Piattaforme Offshore, in particolare per i un gruppo elettrogeneratore in caso di rivelazione di
seguenti punti: un’avaria,
• condizioni generali • questo richiede una capacità principalmente appli-
• impianti di alimentazione di energia cata alle normali condizioni di funzionamento.
Deve essere possibile mantenere un bilanciamento
• macchinari elettrici rotanti
appropriato tra la richiesta di energia e la configura-
• trasformatori zione di generazione di energia, al fine di ottenere
• quadri un funzionamento efficiente con riserve sufficienti
• cavi elettrici per evitare la mancanza totale di energia elettrica,
• batterie elettriche • limitazione dell’energia assorbita, appropriati dispo-
sitivi devono consentire la riduzione automatica di
• raddrizzatori
richiesta di energia in caso di emergenza.
• apparecchiature elettroniche
b) Per i simboli R o RS deve essere prevista una ridon-
• frizioni e freni elettromagnetici, con particolare consi-
danza od una affidabilità adeguata dell’impianto di
derazione alle norme applicabili per l’impianto di pro-
gestione della potenza.
pulsione elettrica, vedere Parte C, Cap 2, Sez 14.
c) Inoltre, possono essere richiesti i seguenti provvedi-
4.2.2 L’impianto di potenza deve avere una tempo di menti:
risposta adeguato ai cambiamenti della richiesta di energia. • valutazione dei criteri di priorità per l’esclusione dei
carichi
4.2.3 Per le apparecchiature di classe 1, l’impianto di
potenza non necessita della ridondanza. • adatta limitazione automatica di potenza. Per esem-
pio, può essere richiesta una gradazione per consen-
4.2.4 Per le apparecchiature di classe 2, l’impianto di tire la realizzazione sicura di funzioni essenziali
potenza (generatori, sbarre principali, ecc.) deve essere prima dell’apertura degli interruttori automatici.
separabile in due o più impianti tali che, in caso di avaria Possono essere adeguatamente attuati tagli propor-

172 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

zionali: sgancio dei raddrizzatori statici, limiti al 4.4 Impianto dei thrusters
comando dei thrusters, ecc,
4.4.1 La progettazione e la costruzione dei thrusters deve
• la limitazione proporzionale deve attivare un dispo- soddisfare le prescrizioni applicabili dei Regolamenti per la
sitivo di avvertimento. Devono essere predisposti Costruzione e la Classificazione delle navi in acciaio o
meccanismi di intervento ad esclusione a disposi- delle Piattaforme Offshore.
zione dell’operatore, 4.4.2 Le prescrizioni di questa sezione si applicano ai
• attuazione di ritardi adeguati nel collegamento dei thrusters ad assi fissi od orientabili utilizzanti propulsori a
pale fisse od orientabili installati al di sotto dello scafo ed ai
carichi delle utenze in modo da abilitare fonti di
thrusters intubati. L’utilizzo di altri tipi di thrusters (propul-
energia addizionali o l’esclusione dei carichi. sori cicloidali per esempio) sarà oggetto di un esame parti-
colare.
4.3 Controllo della produzione di elettricità e 4.4.3 I motori elettrici che azionano i thrusters devono
della propulsione essere approvati. L’utilizzo di altri tipi di motori primi per i
thrusters come ad esempio un accoppiamento diretto a
4.3.1 Come regola generale, il livello di controllo dei motori diesel o a motori oleodinamici sarà oggetto di un
generatori elettrici, dei loro motori primi e delle apparec- esame particolare da parte della Società.
chiature per l’alimentazione di energia, dei motori diesel di 4.4.4 Gli impianti della propulsione elettrica devono sod-
propulsione, della propulsione elettrica devono essere disfare le prescrizioni di Parte C, Cap 2, Sez 14.
almeno in accordo con le prescrizioni della notazione addi-
4.4.5 Per l’assegnazione del simbolo R, si richiama l’atten-
zionale di classe AUT CCS. Per le installazioni a cui è stata
zione sulle prescrizioni di cui in [3.2.2].
assegnata la notazione DYNAPOS AM/AT RS, potrebbero
dover contemplare le prescrizioni per le notazioni AUT 4.4.6 Gruppo di continuità (U.P.S.)
UMS o AUT IMS. Per il DYNAPOS SMA e il DYNAPOS AM/AT, deve essere
previsto un gruppo di continuità per il comando e controllo
4.3.2 Se viene considerata la possibilità di integrare della potenza e dell’impianto di propulsione definito sopra.
l’impianto di posizionamento dinamico e l’impianto di Riguardo l’impianto con i simboli R e RS, il numero dei
gruppi di continuità deve essere in accordo con il risultato
automazione, deve essere inviata alla Società la configura-
dell’analisi FMEA. A meno che non sia altrimenti giustifi-
zione dell’impianto computerizzato utilizzata. Inoltre, cato, devono essere previsti due gruppi di continuità per il
devono essere documentate ed incluse nell’analisi FMEA le simbolo R. Per il simbolo RS, devono essere installati due
conseguenze di un’avaria alla rete di comunicazione e gruppi di continuità, uno dei quali ubicato in un locale
delle unità di regolazione programmabile incluse diverso.
nell’impianto.
Tabella 1 : Configurazione dell’impianto per l’alimentazione principale di potenza e per gli impianti di propulsione

Classe dell’apparecchia-
Nessuna prescrizione 1 2 3
tura
Notazione di Classe SAM AM/TA AM/TA R AM/AT RS
DYNAPOS
Impianto di distribu- Nessuna ridondanza Nessuna ridondanza Ridondanza Ridondanza in locali
zione separati
Generatori elettrici Numero minimo di Numero minimo di Ridondanza Ridondanza in locali
generatori vedere (1) generatori vedere (1) separati
Quadro principale 1 1 1 con congiuntore 2 sbarre normalmente
2 circuiti equamente aperti ubicati in locali
distribuiti separati
Propulsione elettrica Almeno un thruster azi- Almeno un propulsore Ridondanza Ridondanza in locali
mutale azionato da un azionato da un motore separati
motore elettrico elettrico
Thrusters azionati da almeno un thruster almeno un thruster Ridondanza Ridondanza in locali
motori diesel separati
Impianto di gestione Nessuna ridondanza Nessuna ridondanza Ridondanza Ridondanza in locali
della potenza separati
(1) Riguardo la propulsione elettrica per un numero minimo di generatori, deve essere considerato che deve essere previsto un
generatore di riserva per mantenere la continuità dell’alimentazione elettrica nel caso di avaria al generatore in servizio.

Regolamenti RINA 2008 173


Parte F, Cap 11, Sez 6

4.5 Comando e controllo dei thrusters zionando correttamente. Le informazioni necessarie al fun-
zionamento in sicurezza dell’impianto DP devono essere
4.5.1 Generalità sempre visibili. Altre informazioni devono essere disponi-
Le seguenti prescrizioni si applicano al comando ed al con- bili su richiesta dell’operatore.
trollo dei thrusters.
4.7.3 Gli impianti di visualizzazione e la postazione di
4.5.2 Il comando ad anello chiuso del passo dell’azimut, e comando e controllo DP in particolare, devono essere
della velocità di rotazione dei thrusters deve essere fornita basate su sani principi ergonomici. L’impianto di comando
da un regolatore. I segnali di retroazione devono essere for- e controllo DP deve essere dotato di una facile selezione
niti da sensori indipendenti collegati al dispositivo coman- delle modalità di comando, cioè manuale, barra di
dato. comando, o comando al computer dei thrusters, e la moda-
lità attiva deve essere chiaramente visualizzata. I seguenti
4.5.3 Il regolatore deve incorporare le caratteristiche per principi si applicano all’impianto di visualizzazione:
evitare i comandi che con probabilità sovraccaricherebbero
i riduttori meccanici od i motori primi. E’ preferibile che il • segregazione delle apparecchiature ridondanti per
comando venga realizzato utilizzando misure di potenza ridurre la possibilità che avvenga un’avaria in modalità
attiva. di funzionamento comune,
• facilità di accesso per scopi di manutenzione,
4.5.4 I thrusters devono essere in grado di essere arrestati
• protezione contro gli effetti avversi provocati
facilmente.
dall’ambiente e dai disturbi elettrici ed elettromagnetici.

4.6 Controllo e protezione dei thrusters 4.7.4 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, i comandi
dell’operatore devono essere progettati in modo tale che
4.6.1 Deve essere previsto il controllo dei thrusters per nessuna singola azione involontaria sul pannello dei
mezzo di una unità di regolazione. Il controllo dei thrusters comandi possa portare ad una condizione critica.
deve abilitare:
• la rivelazione dei guasti delle apparecchiature, 4.7.5 Gli allarmi e gli avvertimenti per le avarie degli
• il controllo della correlazione tra i valori impostati e impianto interfacciati con e/o comandati da un impianto di
quelli reali dei parametri di comando e controllo. comando e controllo DP devono essere ottici ed acustici.
Deve essere prevista una registrazione permanente del loro
I seguenti parametri devono essere controllati con regola- verificarsi e dei cambiamenti dello stato insieme a qualsiasi
rità: spiegazione necessaria. L’elenco degli allarmi è fornita per
• stato dei thrusters (in servizio/fuori servizio), conoscenza in Tab 3.
• passo, velocità di rotazione, azimut,
4.7.6 L’impianto di comando e controllo DP deve impe-
• livello di carico dei thrusters,
dire che le avarie vengano trasferite da un impianto
• temperatura degli avvolgimenti statorici dei motori elet- all’altro. I componenti ridondanti devono essere sistemati in
trici, modo tale che l’avaria di un componente possa essere iso-
• temperatura dei cuscinetti principali (eccetto quelli del lata e l’altro componente attivato.
tipo a rulli),
• temperatura e pressione dell’olio lubrificante e del 4.7.7 Deve essere possibile comandare e controllare
fluido oleodinamico. manualmente i thrusters, per mezzo di barre di comando
singole e barre di comando in comune, nel caso di avaria
4.6.2 Un’avaria dell’impianto di thrusters, compreso il all’impianto di comando e controllo.
passo, l’azimut od il comando di velocità deve generare un
allarme, e non deve fare ruotare il thruster o portare ad un 4.7.8 Il software deve essere prodotto in accordo con uno
passo pieno o ad una velocità incontrollati. standard di qualità internazionale appropriato riconosciuto
dalla Società.
4.6.3 I provvedimenti per l’arresto automatico di un thru-
ster devono essere limitati a circostanze che possano por- 4.7.9 Per quanto riguarda le postazioni di comando e con-
tare a danni immediati dell’impianto e devono essere inviati trollo, devono essere soddisfatte le seguenti prescrizioni:
all’approvazione. • quando sono previste più postazioni di comando e con-
trollo, deve essere possibile il comando ed il controllo
4.7 Impianto di comando DP da una postazione soltanto per volta, devono essere pre-
visti dispositivi adeguati di interblocco, e deve essere
4.7.1 In generale, l’impianto di comando DP deve essere visualizzata a ciascuna postazione di comando e con-
sistemato in una postazione di comando e controllo DP trollo l’indicazione della postazione in comando;
dove l’operatore goda di una buona visibilità dei limiti
• gli impianti di allarme e di comando e controllo che
esterni della nave e dell’area circostante.
riguardano la stessa funzione devono essere raggruppati
4.7.2 La postazione di comando e controllo DP deve insieme (impianto di riferimento della posizione, pro-
visualizzare le informazioni provenienti dall’impianto di pulsione, generazione di energia);
potenza, l’impianto dei thrusters, e l’impianto di comando e • quando attivazioni involontarie dei comandi possono
controllo DP deve assicurare che questi impianti stiano fun- mettere a rischio la sicurezza dell’unità, tali comandi

174 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

devono essere protetti (custodie, doppio azionamento o ubicato in un locale separato per mezzo di una divisione di
altri dispositivi o procedure equivalenti); classe A-60 dalla postazione di comando e controllo DP
• deve essere prevista una attrezzatura di comunicazione principale. Durante il funzionamento DP, questo impianto
rice-trasmittente, indipendente dell’impianto generale di comando di riserva deve essere aggiornato con conti-
dell’unità, tra la postazione principale di comando e nuità attraverso l’ingresso di segnali dai sensori, l’impianto
controllo ed i seguenti locali: plancia, locale macchine di riferimento della posizione, la retroazione dai thrusters,
e postazioni di comando e controllo delle macchine, ecc., e deve essere pronto per prendere il comando. La
altre postazioni di comando e controllo, locali alloggio commutazione dall’impianto di comando all’impianto di
dell’ufficiale responsabile, altre ubicazioni di comando riserva deve essere manuale, e può essere effettuata sia
e controllo specifiche per i compiti dell’unità. dall’impianto di comando e controllo principale che da
quello di riserva. Questo accade quando l’impianto princi-
pale è affetto da avaria, incendio od esplosione all’impianto
4.8 Computer di comando DP principale.
4.8.1 Per le apparecchiature di classe 1, l’impianto di
4.8.7 Deve essere previsto un gruppo di continuità (U.P.S)
comando DP non necessità della ridondanza. per ciascun impianto DP a computer per assicurare che cia-
scuna avaria all’alimentazione non interferisca con più di
4.8.2 Per le apparecchiature di classe 2 (simbolo R),
un computer. La capacità della batteria del gruppo di conti-
l’impianto di comando DP deve consistere di almeno due
nuità deve garantire un minimo di 30 minuti di funziona-
impianti di computer indipendenti. I servizi comuni come
mento a seguito di un’avaria all’alimentazione principale.
l’autodiagnosi, il trasferimento di dati, e le interfacce
dell’impianto non devono essere in grado di causare l’ava-
4.8.8 Per l’impianto di comando e controllo dell’impianto
ria di entrambi/tutti gli impianti.
di posizionamento dinamico a computer, deve essere dimo-
strato che l’impianto di comando e controllo funziona in
4.8.3 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS),
maniera appropriata nelle condizioni ambientali prevalenti
l’impianto di comando DP deve consistere di almeno due
impianti di computer indipendenti con servizi di autodia- a bordo delle navi e sulle piattaforme offshore. A questo
scopo, gli impianti di comando e controllo DP devono
gnosi e di allineamento. I servizi comuni come l’autodia-
essere sottoposti alle prove ambientali definite in Parte C,
gnosi, il trasferimento di dati, e le interfacce dell’impianto
non devono essere in grado di causare l’avaria di Cap 3, Sez 6, con una particolare considerazione per le
E.M.I. (interferenze elettromagnetiche).
entrambi/tutti gli impianti. Inoltre, dovrebbe essere siste-
mato un sistema di comando DP di riserva. Dovrebbe
essere generato un allarme se qualsiasi computer va in ava- 5 Impianti di riferimento della posi-
ria o non è in grado di prendere il comando. zione
4.8.4 Per le apparecchiature di classe 2 (simbolo R) e 3
(simbolo RS), l’impianto di comando DP deve comprendere 5.1 Generalità
una funzione software, conosciuta normalmente come
“analisi delle conseguenze”, che verifica con continuità che 5.1.1 Come regola generale, una installazione per il posi-
la nave rimanga nella posizione persino se accade il peg- zionamento dinamico deve comprendere almeno due
gior caso di avaria. Tale analisi deve verificare che i thru- impianti di riferimento indipendenti.
sters rimasti in funzione dopo il verificarsi del peggior caso • per l’assegnazione della notazione SMA è richiesto un
di avaria possano generare la medesima intensità ed il impianto di riferimento;
medesimo momento risultante di spinta come richiesto • per le apparecchiature di classe 2 e 3, devono essere
prima dell’avaria. L’analisi delle conseguenze deve preve- installate e simultaneamente disponibili all’impianto di
dere un allarme se il verificarsi del peggior caso di avaria comando e controllo DP durante il funzionamento
potrebbe portare alla perdita della posizione a causa di una almeno tre impianti di riferimento della posizione;
spinta insufficiente per le condizioni ambientali prevalenti.
• gli impianti di riferimento della posizione devono essere
Per le operazioni per le quali ci vuole un lungo lasso di
scelti con la dovuta considerazione alle prescrizioni per
tempo per terminare in condizioni di sicurezza, l’analisi
il funzionamento, sia con riguardo alle limitazioni cau-
delle conseguenze deve comprendere una funzione, basata
sate dalla modalità di spiegamento che alle prestazioni
sull’inserimento manuale della tendenza delle condizioni
aspettate nella situazione di lavoro;
atmosferiche, che simula la spinta e la potenza che rimane
dopo il verificarsi del peggior caso di avaria. • quando sono richiesti due o più impianti di riferimento
della posizione, essi non devono essere dello stesso
4.8.5 Gli impianti di computer ridondanti devono essere tipo, ma basati su principi differenti ed adeguati per le
dotati del trasferimento automatico del comando dopo che condizioni di funzionamento.
è stato rivelato un’avaria in uno degli impianti di computer.
Il trasferimento automatico del comando da un impianto di 5.1.2 Come regola generale, l’impianto deve consentire
computer ad un altro deve essere graduale, ed entro limita- una regolazione graduale e reciproca dei segnali di ingresso
zioni accettabili del funzionamento. provenienti dai vari impianti di riferimento della posizione
ed il trasferimento tra i riferimenti deve avvenire senza
4.8.6 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), sbalzi improvvisi. Altre sistemazioni saranno oggetto di par-
l’impianto di comando e controllo DP di riserva deve essere ticolari considerazioni da parte della Società. E’ preferibile

Regolamenti RINA 2008 175


Parte F, Cap 11, Sez 6

che la commutazione avvenga automaticamente in caso di rati dal movimento dell’unità (rollio, beccheggio), deve
avaria dell’impianto di riferimento in uso. essere effettuata una correzione della posizione. A tale
scopo, deve essere prevista una unità di riferimento verti-
5.1.3 Devono essere resi disponibili per il personale di cale con appropriate caratteristiche riguardo alla precisione
bordo rapporti meteorologici adeguati al funzionamento della misura di posizione desiderata. Il VRS deve essere
dell’unità. duplicato per l’assegnazione del simbolo R.

5.2 Sistemazione e prestazioni degli 5.4 Altri impianti di riferimento


impianti di riferimento
5.4.1 Possono essere utilizzati altri impianti di riferimento
5.2.1 Gli impianti di riferimento della posizione devono come impianti di posizionamento radio a corto-medio rag-
produrre i dati con una precisione adeguata al funziona- gio, impianti di posizionamento globale. Indipendente-
mento inteso per il DP. mente dal principio scelto (per esempio, determinazione
iperbolica o polare), la precisione della misura della posi-
5.2.2 Devono essere attivati allarmi ottici ed acustici zione deve essere soddisfacente nell’intera area di funzio-
quando l’unità si scosta dall’orientamento prestabilito o namento.
dall’area di lavoro impostata dall’operatore. Deve essere
controllata la prestazione dell’impianto di riferimento della 5.4.2 L’elenco degli impianti di riferimento non è com-
posizione e devono essere previsti avvertimenti quando i pleto. E’ possibile interfacciare l’impianto DP con Syledis,
segnali dagli impianti di riferimento della posizione non Arthemis, Loran, GPS, DGPS ctc.
sono corretti o sono sostanzialmente degradati.
5.4.3 Quando viene utilizzato un GPS o un DGPS, si
5.2.3 Deve essere data all’operatore l’indicazione ricorda che tali apparecchiature devono essere progettate in
dell’impianto di riferimento in funzione. accordo alle seguenti Risoluzioni IMO A525 (13), A 694
(17), A 813 (19). Tali apparecchiature devono essere appro-
5.2.4 Per le apparecchiature di classe 3, almeno un vate, almeno da una autorità nazionale competente, ed il
impianto di riferimento della posizione deve essere colle- relativo certificato deve essere inviato alla Società. Per gli
gato direttamente all’impianto di comando di riserva e altri impianti di riferimento deve essere applicata la stessa
separato da una divisione di classe A-60 dagli altri impianti procedura quando l’impianto è coperto da una Risoluzione
di riferimento della posizione. IMO, e tale documento deve essere considerato.

5.4.4 Gli impianti che necessitano di un aggiornamento


5.3 Tipo degli impianti di riferimento della periodico come quelli basati sulla navigazione inerziale,
posizione sull’effetto Doppler, profonda tensione costante con rivela-
zione dell’angolo montante devono essere integrati con altri
5.3.1 Quando viene utilizzato un impianto di riferimento impianti di riferimento che forniscano segnali di uscita con-
acustico, deve essere scelto un idrofono per ridurre al tinui senza apprezzabili spostamenti. Questi impianti sono
minimo l’influenza dei disturbi meccanici ed acustici sui soggetti ad un esame particolare da parte della Società, e
canali di trasmissione, come il rumore dei propulsori, i devono essere presi normalmente in considerazione per
riflessi spuri sullo scafo, le interferenze del montante, bolle soddisfare le prescrizioni di cui in [5.1.1], a meno che sia
o impurità sul percorso acustico. altrimenti giustificato.
La direttività dei radar a risposta e degli idrofoni deve essere
5.4.5 L’ubicazione delle apparecchiature di ricezione deve
compatibile con la disponibilità dei canali di trasmissione
essere scelta in modo da ridurre al minimo per quanto pos-
in tutte le condizioni di funzionamento prevedibili. Deve
sibile gli effetti di schermatura e le interferenze.
essere possibile selezionare l’intervallo di frequenza e la
velocità di interrogazione in relazione alle condizioni acu-
stiche prevalenti, compresi altri impianti acustici eventual- 5.5 Sensori della nave
mente in funzione nell’area.
5.5.1 I sensori della nave devono fornire almeno la misura
5.3.2 Quando viene utilizzato un impianto a tiraggio dell’orientamento della nave, del moto della nave, della
costante, i materiali utilizzati per le funi metalliche, le velocità e della direzione del vento.
apparecchiature di tiro ed ausiliarie devono essere appro-
priate per il servizio marino. Il peso dell’ancora deve essere 5.5.2 Sistemazione dei sensori e monitoraggio
progettato per evitare di dragare il fondale marino e non
I sensori devono essere per quanto possibile provvisti di un
deve indurre, quando l’ancora viene ricuperata, una ten-
controllo delle avarie (surriscaldamento, perdita di
sione del cavo superiore al 60% della sua tensione di rot-
potenza).
tura, e la capacità del tenditore deve essere adattata
all’ampiezza del momento dell’unità previsto. • I segnali di ingresso dai sensori devono essere control-
lati per rivelare eventuali avarie, in particolare quelli
5.3.3 Quando è probabile che i segnali provenienti relativi all’evoluzione temporale del segnale. Per quanto
dall’impianto di riferimento della posizione vengano alte- riguarda i segnali analogici, deve generarsi un allarme

176 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

in caso di rottura del cavo della linea di connessione, 5.5.4 Quando in una apparecchiatura di classe 2 o 3 (per i
corto circuito o basso isolamento. simboli R e RS), l’impianto di comando DP dipende com-
• I segnali di ingresso dai sensori simultaneamente in uso pletamente dai segnali corretti provenienti dai sensori della
devono essere comparati per rivelare diversità tra loro. nave, questi segnali devono essere basati su tre impianti che
• Qualsiasi guasto della commutazione automatica tra i servono allo stesso scopo (cioè, ciò significa che si devono
sensori deve attivare allarmi ottici ed acustici nella installare almeno tre girobussole).
postazione di comando e controllo.
• I sensori per le apparecchiature di classe 2 e 3, sensori 5.5.5 Orientamento
utilizzati per li stesso scopo, collegati ad impianti ridon- Per il DYNAPOS SAM deve essere prevista una girobussola
danti devono essere sistemati in maniera indipendente o un’altra unità di misurazione dell’orientamento di preci-
in modo tale che un guasto di uno di essi non influenzi sione equivalente. Per l’assegnazione della notazione
gli altri. DYNAPOS AM/AT, sono richieste due girobussole o altri
• Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), un sen- sensori di precisione equivalente. Per il DYNAPOS AM/AT
sore di ciascun tipo deve essere collegato direttamente R o RS vedere [5.5.4] e Tab 2.
all’impianto di comando di riserva e separato dagli altri
sensori per mezzo di una divisione di classe A 60. 5.5.6 La velocità e la direzione del vento devono essere
• Quando in una apparecchiatura di classe 2 o 3 (per i registrate per mezzo di sensori adeguatamente posizionati,
simboli R e RS), l’impianto di comando e controllo DP essendo state fatte le dovute considerazioni sull’influenza
dipende completamente dai segnali corretti provenienti delle sovrastrutture.
dai sensori della nave, questi segnali devono essere
basati su tre impianti che servono allo stesso scopo 5.5.7 Gli allarmi da azionare e le indicazioni da visualiz-
(cioè, ciò significa che si devono installare almeno tre zare sono indicate in Tab 3. Tale elenco è dato per cono-
girobussole). scenza e può essere completato prendendo in
considerazione la configurazione dell’installazione. Tale
5.5.3 Per le apparecchiature di classe 3 (simbolo RS), un elenco non comprende gli allarmi che sono richiesti per
sensore di ciascun tipo deve essere collegato direttamente una notazione automatizzata concessa all’unità.
all’impianto di comando di riserva e separato dagli altri sen-
sori per mezzo di una divisione di classe A 60.
Tabella 2 : Configurazione per gli impianti di riferimento, i sensori della nave ed i computer

Nessuna prescri-
Classe delle apparecchiature 1 2 3
zione
Notazione di classe SAM AM/AT AM/AT R AM/AT RS
DYNAPOS
Numero dei computer di 1 1 2 3, uno di loro collegato ad
comando una postazione di comando
e controllo di riserva
Comando manuale a barra
di comando con rotta Può essere previsto Si (1) (1)
automatica
Un solo uomo che fa funzio-
nare l’impianto DP Si Si Si Si
Impianto di riferimento della 1 2 3 3, uno di loro collegato ad
posizione una postazione di comando
e controllo di riserva
Impianto di riferimento verti- 1 2 2 2, uno di loro collegato ad
cale una postazione di comando
e controllo di riserva
Sensori del vento 1 2 2 2, uno di loro collegato ad
una postazione di comando
e controllo di riserva
Giro bussole 1 2 2 3, uno di loro collegato ad
una postazione di comando
e controllo di riserva
(1) Non richiesto

Regolamenti RINA 2008 177


Parte F, Cap 11, Sez 6

Tabella 3 : Impianto di allarme e di avvertimento

Parametri ed apparecchiature Allarmi o gruppi di allarmi Segnalazione


Coordinate della nave e posizione desiderata x
Posizione effettiva x
Scostamento massimo richiesto x
Scostamento dall’area operativa desiderata al di fuori dei limiti x
summenzionati
Disponibilità dei propulsori pronti per i funzionamento x
Thrusters in funzione x
Thrusters in avaria x
Potenza di spinta vettoriale fuori dai limiti x
Potenza totale di tutti i thrusters x richiesto per le apparec-
chiature di classe 2 e di
classe 3
Limitazione della spinta a causa della potenza disponibile x
Avaria all’alimentazione di energia gruppo di allarmi x
Guasto della gestione di potenza x per le apparecchiature di
classe 2 e di classe 3
Orientamento desiderato x
Orientamento effettivo x
Scostamento dall’orientamento desiderato oltre i limiti x
Stato dell’impianto di riferimento dell’orientamento collegato o no x
Avaria ad un qualsiasi impianto di riferimento dell’orientamento x
Commutazione automatica all’impianto di riserva per il riferimento x
dell’orientamento
Avaria ai sensori verticali per il rilievo degli angoli di rollio e di bec- x
cheggio
Stato di funzionamento di ogni sensore verticale x
Commutazione automatica al sensore verticale di riserva x
Indicazione della velocità e della direzione del vento x
Stato di funzionamento degli indicatori della velocità e della dire- x
zione del vento
Avaria agli indicatori della velocità e della direzione del vento x
Commutazione automatica al sensore per il rilievo della velocità e x
della direzione del vento
Avaria al computer gruppo di allarmi x
Commutazione automatica al computer di riserva x
Anomalie nei segnali di ingresso al computer, avarie agli ingressi x
analogici
Numero dei generatori disponibili x
Condizioni del mare x per le apparecchiature di
classe 2 e di classe 3
Nota 1:Il summenzionato elenco potrebbe essere semplificato in relazione alla classificazione della notazione DP richiesta.
Nota 2:E’ possibile visualizzare un gruppo di allarmi invece di un allarme singolo quando è possibile discriminare la causa di un
allarme sull’unità relativa

178 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 6

6 Norme di installazione 6.2.7 Per quanto riguarda la notazione AM/AT, i thrusters


ad assi fissi trasversali, se utilizzati, devono essere in grado
di fornire la spinta sufficiente nell’intervallo di velocità pre-
6.1 Impianti di cavi e di tubolature
visto per l’unità.
6.1.1 Le prescrizioni seguenti devono essere applicate ai
circuiti oleodinamici, pneumatici ed elettrici. 6.2.8 I valori dell’intensità della spinta dei thrusters utiliz-
zati nell’analisi sequenziale (vedere [4.8.4]) devono essere
6.1.2 Per le apparecchiature di classe 2, gli impianti di corretti per tenere conto della mutua influenza tra i propul-
tubolature per il combustibile, l’olio di lubrificazione, l’olio sori ed altri effetti che riducono l’intensità di spinta effettiva.
oleodinamico, l’acqua di raffreddamento, i circuiti pneu-
matici ed i cavi dei circuiti elettrici essenziali per il corretto 6.2.9 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, l’impianto dei
funzionamento dell’impianto DP devono essere ubicati con thrusters deve essere collegato all’impianto di potenza in
il dovuto riguardo ai danni meccanici ed ai rischi di incen- modo tale che sia soddisfatta la prescrizione di cui in
dio. [6.2.6], anche dopo un’avaria a uno degli impianti costi-
tuenti l’impianto di potenza e ad uno dei thrusters collegati
6.1.3 Per le apparecchiature di classe 3: a tale impianto.
• gli impianti di tubolature ridondanti (p.e., tubolature per
il combustibile, acqua di raffreddamento, olio lubrifi- 7 Norme operative
cante, olio oleodinamico, circuiti pneumatici ecc.) non
devono essere fatti passare insieme attraverso gli stessi
compartimenti. Quando ciò non è possibile, tali tubola- 7.1 Generalità
ture possono passare insieme in condotti di classe A-60;
7.1.1 Devono essere soddisfatte le seguenti condizioni
• i cavi per gli impianti o le apparecchiature ridondanti
operative.
non devono essere fatti passare insieme attraverso gli
stessi compartimenti. Quando ciò non è possibile, tali
7.1.2 Prima di ogni operazione DP, l’impianto DP deve
cavi possono passare insieme in condotti di classe A-60.
essere verificato in accordo con l’elenco di controllo “posi-
Le scatole di connessione dei cavi non sono ammessi in
zione” specifico per la nave per essere sicuri che l’impianto
tali condotti.
DP stia funzionando correttamente e che l’impianto sia
6.1.4 Per le apparecchiature di classe 2 e 3, non facenti stato tarato per la classe appropriata delle apparecchiature.
parte direttamente dell’impianto DP, ma che in caso di ava-
ria, potrebbero causare danni all’impianto DP, (impianti 7.1.3 Durante le operazioni DP, l’impianto deve essere
comuni di soppressione incendi, impianti di ventilazione verificato ad intervalli regolari in accordo con l’elenco di
motore, impianti di arresto, ecc.), devono soddisfare anche controllo “guardia” specifico per la nave.
le prescrizione delle presenti norme.
7.1.4 Le operazioni DP che necessitano le apparecchia-
ture di classe 2 o 3 devono terminare quando le condizioni
6.2 Ubicazione dei thrusters ambientali siano tali che la nave DP non sia più in grado di
mantenere la posizione se si manifesta il criterio della sin-
6.2.1 L’ubicazione dei thrusters, le modalità di funziona-
gola avaria applicabile alla classe dell’apparecchiatura. In
mento ed il progetto devono soddisfare le prescrizioni
seguenti. questo contesto, deve essere anche preso in considerazione
il deterioramento delle condizioni ambientali ed il tempo
6.2.2 L’ubicazione dei thrusters e le modalità di funziona- necessario ad arrestare in sicurezza il funzionamento. Ciò
mento devono essere scelte in modo da ridurre al minimo deve essere verificato per mezzo di un inviluppo ambien-
la mutua influenza con altri thrusters così come i disturbi tale se si opera con le apparecchiature di classe 1 e per
apportati al funzionamento appropriato degli impianti dei mezzo di un’analisi di conseguenze automatica se si opera
sensori o delle apparecchiature specifiche di cui l’unità è con apparecchiature di classe 2 o 3. Le istruzioni di funzio-
provvista. namento necessarie, ecc., devono essere riposte a bordo
per quanto possibile.
6.2.3 I thrusters devono essere installati in modo tale che
le relative prese di aspirazione si trovino ad una profondità 7.1.5 I seguenti elenchi di controllo, procedure ed istru-
tale da ridurre al minimo la probabilità di risucchiare detriti zioni di prova devono essere inclusi nei manuali di funzio-
galleggianti e la possibilità di formazione di vortici. namento DP per la nave:

6.2.4 L’integrità dello scafo non deve essere influenzata • elenco di controllo “posizione”, vedere [7.1.2],
negativamente dall’installazione dei propulsori, in partico- • elenco di controllo “guardia”, vedere [7.1.3],
lare dove sono previsti propulsori retrattili o intubati. • istruzioni per il funzionamento DP, vedere [7.1.4],
6.2.5 I thrusters prodieri devono essere ubicati a poppa- • procedure e prove iniziali e periodiche (5 anni), vedere
via della paratia di collisione. [8],

6.2.6 L’impianto dei thrusters deve essere provvisto di una • procedure e prove annuali, vedere [8],
adeguata spinta longitudinale e laterale e di un momento di • esempio di procedure e prove dopo le modifiche e le
imbardata per il comando dell’orientamento. non-conformità, vedere [8].

Regolamenti RINA 2008 179


Parte F, Cap 11, Sez 6

7.1.6 I rapporti delle prove e le registrazioni delle modifi- 9.1.2 Tale ESKI indica la capacità della nave a mantenere
che o equivalenti devono essere tenute a bordo e rese la posizione (in percentuale di tempo) in determinate con-
disponibili durante le ispezioni periodiche. dizioni ambientali.

8 Prove a terra e a bordo 9.2 Condizioni ambientali

9.2.1 L’ESKI è basato sulle condizioni ambientali compati-


8.1 Ispezione in officina bili con l’area geografica in cui opera la nave.

8.1.1 L’ispezione in officina degli elementi soggetti alla 9.2.2 Per navigazione illimitata, deve essere utilizzato un
classe deve essere condotta a discrezione del Tecnico, in gruppo di standard Condizioni Ambientali nel Mare del
accordo con il programma approvato in precedenza. Nord.

8.1.2 Le prove dei thrusters e degli impianti elettrici 9.2.3 Per navigazione limitata, deve essere considerata
devono essere condotte in accordo con le prescrizioni per una distribuzione a lungo termine delle condizioni ambien-
la propulsione elettrica di cui in Parte C, Cap 2, Sez 14. tali prevalenti quando la nave si trova in condizioni opera-
tive.
8.2 Prove a bordo
9.3 Valutazione delle condizioni di ESKI
8.2.1 Prima che una nuova installazione sia messa in ser-
vizio e dopo ogni modifica di una installazione esistente, 9.3.1 L’ESKI indica le condizioni ambientali consentite per
devono essere eseguite prove in porto ed in mare per verifi- tre configurazioni dell’impianto:
care il corretto funzionamento e le prestazioni • con tutti i thruster in funzione
dell’impianto DP.
• con una singola avaria
8.2.2 Il programma di queste prove deve essere inviato • con la singola avaria più critica.
preventivamente alla Società.
9.3.2 L’ESKI riflette la capacità di mantenere la posizione
8.2.3 Tali prove devono verificare in particolare quanto con l’orientamento più sfavorevole.
segue:
9.3.3 Le forze ambientali (vento, carichi di deriva d’onda e
• il corretto funzionamento di tutte le apparecchiature
di corrente) e la spinta devono essere valutate attraverso
• l’efficienza di schermatura di tutte le fonti di interfe- prove in galleria a vento o col modello in vasca o altri
renze elettriche ed elettromagnetiche metodi riconosciuti.
• il corretto funzionamento degli allarmi
9.4 Documentazione da inviare
• il corretto funzionamento delle sistemazioni per la com-
mutazione. 9.4.1 Per ottenere l’ESKI deve essere inviata la seguente
documentazione:
8.2.4 Le prove devono essere realizzate per verificare il
funzionamento appropriato dell’impianto in caso di singola • sistemazioni generali (comprese le strutture del ponte)
avaria (regolatore, impianto per il riferimento della posi- • piano di costruzione
zione, girobussola, alternatore, trhusters, ecc.), e nel caso
della peggiore delle avarie. • condizioni ambientali di progetto
• documentazione della distribuzione a lungo termine
8.2.5 Le prove in mare devono avere una durata suffi- delle condizioni ambientali (navigazione limitata)
ciente per confermare il funzionamento soddisfacente.
• risultati delle prove in vasca ed in galleria a vento
8.2.6 Il rapporto finale delle prove in bacino ed in mare • particolari dei carichi di deriva d’onda sulla nave o
deve essere inviato per conoscenza. sull’unità
• particolari del carico di corrente sulla nave o sull’unità
9 Indice di mantenimento della posi- • particolari sulla sistemazione dei thruster
zione ambientale ESKI • particolari sulla potenza della spinta (compresa la distri-
buzione polare della spinta in funzione dell’orienta-
9.1 Definizioni mento con entrambi i thruster integri sia in modalità di
avaria ad un thruster). Ciò deve prendere in considera-
zione l’interazione tra i thruster, tra i thruster e lo scafo,
9.1.1 Un indice di mantenimento della posizione ambien-
tra i thruster e la corrente
tale (ESKI) può essere associato a ciascuna notazione di
classe definita in [1.4.2] e [1.4.4]. • logica di gestione dei thruster.

180 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 7

SEZIONE 7 IMPIANTI PER IL CONTROLLO DELLE EMISSIONI


DI VAPORI (VCS)

1 Generalità eccezione delle fonti di energia e dei quadri di alimenta-


zione elettrica.
1.1 Applicabilità 1.2.5 Operazione d’allibo
1.1.1 La notazione addizionale di classe VCS viene asse- Operazione di allibo è il travaso di carico liquido da una
gnata, in accordo con Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.12.8], alle nave ad un’unità di servizio.
navi munite di un impianto per il controllo delle emissioni
1.2.6 Massima portata di travaso ammissibile
di vapori dalle cisterne del carico sia in corrispondenza
Massima portata di travaso ammissibile è la massima por-
delle traverse del carico a mezzo nave sia in corrispon-
tata volumetrica di carico o zavorra che una nave può rice-
denza delle rampe del carico poppiere, che soddisfino alle
vere.
prescrizioni della presente Sezione.
La notazione MIDSHIP viene aggiunta alla notazione VCS 1.2.7 Unità di servizio
quando la nave è munita di un impianto per il controllo dei Unità di servizio è una nave che riceve e trasporta carico
vapori del carico soltanto in corrispondenza delle traverse liquido tra un terminale ed un'altra nave e viceversa.
del carico a mezzo nave.
La notazione TRANSFER viene aggiunta alla notazione VCS 1.2.8 Collegamento vapori della nave
per navi munite di un impianto per il controllo delle emis- Collegamento vapori della nave è il punto di interfaccia tra
sioni di vapori dalle cisterne del carico ad un’altra nave e l'impianto fisso di convogliamento dei vapori del carico
viceversa. Le prescrizioni addizionali per la notazione addi- della nave e quello di un terminale o di un'altra nave. Mani-
zionale TRANSFER sono date nell’articolo [6]. chette o bracci di caricazione sistemati a bordo della nave
al fine delle presenti norme sono considerati quali facenti
1.1.2 In genere tale notazione è applicabile a navi classifi- parte dell'impianto di controllo di vapori del carico della
cate con una o più delle notazioni di classe seguenti: nave.
• oil tanker
1.2.9 Collegamento vapori del terminale
• chemical tanker
Il collegamento vapori del terminale è quel punto in cui
• FLS tanker
l’impianto di raccolta dei vapori del terminale è collegato
• liquefied gas carrier ad una manichetta dei vapori o a un branchetto dei vapori
• combination carrier/OOC della nave.
• combination carrier/OBO
1.2.10 Operazione di rabbocco (topping-off)
1.2 Definizioni Operazione di rabbocco è l’operazione di trasferimento del
carico liquido da un’unità di servizio ad un’altra nave allo
1.2.1 Diluito scopo di caricare la nave ricevente fino ad un’immersione
Un gas infiammabile o una miscela di gas infiammabili è superiore.
definito diluito quando la concentrazione dell’aria è infe-
1.2.11 Equilibramento dei vapori
riore al 50% del suo limite inferiore d’esplosività.
Equilibramento dei vapori è il trasferimento dei vapori spo-
1.2.2 Carichi infiammabili stati dalla cisterna della nave dal carico imbarcato mediante
Carichi infiammabili sono prodotti petroliferi greggi, altri un sistema di tubolature di convogliamento dei vapori,
prodotti petroliferi e chimici aventi punto d’infiammabilità dalle cisterne di una nave in fase di caricazione in quelle
non superiore a 60 °C (prova a vaso chiuso) e altre sostanze del terminale che eroga il carico.
a rischio d’incendio equivalente.
1.2.12 Impianto di convogliamento dei vapori
1.2.3 Inertizzato Impianto di convogliamento dei vapori è un sistema di
Inertizzato è la condizione nella quale il contenuto di ossi- tubolature e manichette utilizzato per raccogliere i vapori
geno in una miscela infiammabile gas/aria non è superiore provenienti dalle cisterne del carico di una nave e convo-
all'8% in volume. gliarli ad una unità di processo dei vapori.

1.2.4 Indipendente 1.2.13 Unità di processo dei vapori


Due impianti elettrici sono considerati indipendenti quando Unità di processo dei vapori è quel componente di un
un qualsiasi impianto può continuare a funzionare in caso impianto di controllo delle emissioni dei vapori che racco-
di avaria a qualsiasi componente dell’altro impianto, ad glie, distrugge o disperde i vapori raccolti da una nave.

Regolamenti RINA 2008 181


Parte F, Cap 11, Sez 7

1.3 Documentazione da inviare 2.1.2 Carichi incompatibili


Nel caso in cui una nave cisterna raccolga vapori del carico
1.3.1 La Tab 1 elenca i documenti che devono essere fra di loro incompatibili, questi devono essere mantenuti
inviati. separati in tutto il loro impianto di convogliamento.

2.1.3 Eliminazione del liquido condensato


2 Impianto dei vapori
Devono essere previsti mezzi per eliminare liquido conden-
sato che si possa raccogliere nell'impianto.
2.1 Generalità
2.1.4 Messa a terra
2.1.1 Installazione dell’impianto di raccolta dei La tubolatura di convogliamento vapori deve essere colle-
vapori gata elettricamente a scafo e deve essere elettricamente
continua.
a) Ogni nave cisterna deve avere la tubolatura per convo-
gliare i vapori del carico installata permanentemente, 2.1.5 Isolamento dell’impianto di gas inerte
con il collegamento vapori della nave sistemato il più
Quando il collettore di distribuzione del gas inerte viene
vicino possibile ai collettori del carico. usato quale tubolatura di convogliamento vapori, devono
essere previsti mezzi per isolare l'alimentazione del gas
b) Le navi chimichiere, al fine di conservare la segrega-
inerte dalla tubolatura di convogliamento vapori. La valvola
zione dell'impianto del carico, al posto della tubolatura di intercettazione del collettore del gas inerte richiesta in
fissa possono avere il collegamento vapori sistemato in Parte C, Capitolo 4 può essere impiegata al fine di soddi-
prossimità di ciascuna cisterna del carico. sfare questa richiesta.

Tabella 1

N. A/I Documento

1 A Disegno schematico della tubolatura per i vapori comprendente:


• specifiche dei materiali
• dimensioni e dimensionamenti
• condizioni di progetto (temperatura / pressione)
• particolari dei giunti
• accessori e normative adoperati
• ecc.

2 A Disegno schematico dei sistemi di misura del livello e controllo rigurgito comprendenti:
• fabbricante e tipo delle apparecchiature impiegate
• piano dell’ubicazione delle zone pericolose
• sistemazione dell’impianto elettrico in zone pericolose a causa di gas/vapori e certificati di sicurezza per le
apparecchiature elettriche per cui è previsto l’impiego in zone pericolose
• schemi elettrici relativi all'alimentazione dell’impianto di allarme
• schemi elettrici relativi ai circuiti a sicurezza intrinseca
• ecc.

3 A Disegni schematici della tubolatura sfogo gas contenente tutti i dati necessari per verificare la capacità di scarico
delle valvole di pressione/depressione delle cisterne del carico

4 I Calcoli delle perdite di carico, in funzione delle portate di travaso dalle cisterne più lontane al collegamento
vapori della nave, incluse eventuali manichette

5 I Calcoli del tempo disponibile tra l'entrata in funzione dell'allarme del sistema di controllo rigurgito e il rigurgito
stesso, da effettuare per ciascuna cisterna alla massima portata di caricazione

6 A Manuale di istruzioni

7 I Informazioni relative ai dispostitivi resistenti alle detonazioni, solo qualora sia richiesta per la nave la notazione
particolare TRANSFER, contenenti l'indicazione del fabbricante, il tipo del dispositivo impiegato e la documen-
tazione delle prove di accettazione eventualmente effettuate

A = da inviare all’approvazione in quadruplice copia


I = da inviare per conoscenza in duplice copia

182 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 7

2.1.6 Prevenzione delle interferenze fra l’impianto 2.2 Collettore dei vapori del carico
di raccolta dei vapori e l’impianto di gas
inerte
2.2.1 Valvola d’intercettazione
L'impianto di convogliamento dei vapori non deve interfe-
rire con il corretto funzionamento del sistema di sfogo gas a) Deve essere prevista una valvola d'intercettazione
delle cisterne del carico. Tuttavia l'impianto di convoglia- manovrabile manualmente in corrispondenza del colle-
mento dei vapori può essere parzialmente comune con la gamento vapori della nave.
tubolatura di sfogo gas e/o con la tubolatura dell'impianto b) La valvola deve avere un indicatore che indichi in modo
di gas inerte. chiaro se la valvola è aperta o chiusa, a meno che la
posizione della valvola non possa essere prontamente
2.1.7 Flange determinata dalla posizione della leva o dell'asta di
comando della valvola stessa.
a) La sistemazione dei fori per le viti nelle flange di colle-
gamento delle tubolature dei vapori al terminale deve
essere secondo quanto indicato nella Tab 2. 2.2.2 Marcatura
Il collettore dei vapori deve essere:
b) Ciascuna flangia d’accoppiamento deve avere prigio-
nieri permanentemente collegati di diametro uguale a • per il tratto terminale di 1 m, pitturato con bande
12,7 mm. estendentesi per almeno 25,4 mm dalla fac- rossa/gialla/rossa, con le bande rosse di 0,1 m di lar-
cia della flangia. ghezza e la banda gialla di 0,8 m di larghezza;

c) I prigionieri devono essere sistemati sulla faccia esterna • marcato con la scritta “VAPOUR” (VAPORI DEL
della flangia in corrispondenza della linea delle viti a CARICO) in lettere nere di altezza pari ad almeno 50
metà distanza fra i fori per due viti consecutive. mm.

Tabella 2 : Sistemazione delle viti delle flange di collegamento

Diametro nomi- Diametro esterno Diametro del cir- Diametro dei fori
Diametro delle viti
nale del tubo della flangia colo delle viti delle viti Numero delle viti
(mm)
(mm) (mm) (mm) (mm)
≤ 12.70 88.90 60.45 15.75 12.70 4
≤19.05 98.55 69.85 15.75 12.70 4
≤25.40 107.95 79.25 15.75 12.70 4
≤31.75 117.35 88.90 15.75 12.70 4
≤38.10 127.00 98.55 15.75 12.70 4
≤50.80 152.40 120.65 19.05 15.87 4
≤63.50 177.80 139.70 19.05 15.87 4
≤76.20 190.50 152.40 19.05 15.87 4
≤88.90 215.90 177.80 19.05 15.87 8
≤101.60 228.60 190.50 19.05 15.87 8
≤127.00 254.00 215.90 22.35 19.05 8
≤152.40 279.40 241.30 22.35 19.05 8
≤203.20 342.90 298.45 22.35 19.05 8
≤254.00 406.40 361.95 25.40 22.22 12
≤304.80 482.60 431.80 25.40 22.22 12
≤355.60 533.40 476.25 28.45 25.40 12
≤406.40 596.90 539.75 28.45 25.40 16
≤457.20 635.00 577.85 31.75 28.54 16
≤508.00 698.50 635.00 31.75 28.57 20
≤609.60 749.3 749.30 35.05 31.75 20

Regolamenti RINA 2008 183


Parte F, Cap 11, Sez 7

2.3 Manichette per i vapori del carico che dette valvole non siano progettate in modo tale che
il vapore possa essere scaricato ad una velocità non
2.3.1 Manichette minore di 30 m/s.
Ciascuna manichetta impiegata per convogliare i vapori del
carico deve: 3 Strumentazione
• essere progettata per una pressione di scoppio di
almeno 0,175 MPa; 3.1 Indicatori di livello delle cisterne del
• avere una pressione di esercizio massima ammissibile di carico
almeno 0,035 MPa;
• essere in grado di resistere al vuoto di almeno 0,014 3.1.1 Ciascuna cisterna del carico collegata ad un
MPa senza collassare o strozzarsi; impianto di convogliamento dei vapori deve essere munita
• essere elettricamente continua con una resistenza mas- di un dispositivo di indicazione del livello che:
sima di 10000 Ω; • sia del tipo chiuso, tale cioè da non richiedere di met-
• essere resistente all'abrasione ed alla piegatura; tere la cisterna in contatto con l'atmosfera durante il tra-
vaso del carico;
• avere ciascun tratto terminale, per la lunghezza di 1 m,
contrassegnato come indicato nel precedente punto • permetta all'operatore di misurare qualsiasi livello di
[2.2.2]; liquido in cisterna;
• avere flange di collegamento in accordo con [2.1.7]. • indichi il livello del liquido in cisterna nella posizione
dalla quale viene controllato il travaso del carico;
2.3.2 Sistema di movimentazione delle manichette • se portatile, rimanga installato sulla cisterna per tutta la
Il sistema di movimentazione delle manichette per i vapori durata delle operazioni di travaso.
del carico deve essere munito di appoggi che diano un ade-
guato supporto per prevenire piegature o collasso delle 3.2 Allarmi di alto livello delle cisterne del
manichette stesse. carico

2.4 Protezione contro la sovrapressione e la 3.2.1 Generalità


depressione dell’impianto vapori a) Ciascuna cisterna del carico collegata ad un impianto di
convogliamento dei vapori deve essere munita di un
2.4.1 Generalità sistema di allarme di alto livello a sicurezza intrinseca
L’impianto di sfogo delle cisterne del carico deve: che dia il segnale d'allarme prima dell'intervento del
a) essere in grado di scaricare i vapori del carico con una sistema di controllo del rigurgito, ma comunque a non
portata pari ad 1,25 volte la portata massima di trasferi- meno del 95% della capacità della cisterna.
mento in modo tale che la pressione nello spazio conte- b) L'allarme di alto livello deve essere identificato con la
nente il vapore di ciascuna cisterna collegata scritta "HIGH LEVEL ALARM" (ALLARME DI ALTO
all’impianto di convogliamento dei vapori non sia mag- LIVELLO) e deve dare un segnale ottico ed acustico che
giore: possa essere visto e udito dalla posizione dalla quale è
1) della pressione massima d’esercizio della cisterna; controllato il travaso del carico.

2) della pressione di funzionamento della valvola di 3.2.2 Caratteristiche degli allarmi


sicurezza o del disco di rottura, se sistemato; Il sistema di allarme di alto livello deve:
b) non scaricare ad una pressione corrispondente ad una • essere indipendente dal sistema di controllo del rigur-
pressione nella zona vapore delle cisterne del carico gito;
inferiore a 0,007 MPa; • dare l’allarme nel caso di mancanza di energia
c) impedire che si formi un vuoto nello spazio vapore di all’impianto di allarme e avaria ai circuiti elettrici dei
qualunque cisterna collegata all’impianto di raccolta sensori di livello nelle cisterne;
del vapore, che sia superiore al vuoto di progetto della • essere in grado di poter provare il suo corretto funziona-
cisterna quando essa viene scaricata con la portata mas- mento in corrispondenza della cisterna, prima di cia-
sima; scuna operazione di travaso, o contenere un dispositivo
d) non scaricare ad un vuoto che corrisponda ad un vuoto elettronico di auto-diagnostica che indichi la condi-
dello spazio vapore delle cisterne del carico inferiore a zione dei circuiti di allarme e dei sensori.
0,0035 MPa sotto la pressione atmosferica.
3.3 Allarme rigurgito delle cisterne del
2.4.2 Valvole di sicurezza contro le sovrapressioni e
le depressioni
carico
a) Le valvole di sicurezza contro le sovrapressioni e le 3.3.1 Generalità
depressioni devono essere dotate di mezzi per control- a) Ciascuna cisterna del carico collegata ad un impianto di
lare che il dispositivo possa funzionare liberamente e convogliamento dei vapori deve essere munita di un
che non resti nella posizione aperta. sistema di allarme rigurgito, a sicurezza intrinseca, che
b) Le valvole di sicurezza contro le sovrapressioni devono dia un allarme, con sufficiente anticipo, per permettere
avere dispositivi tagliafiamma ai loro sbocchi, a meno alla persona incaricata del controllo delle operazioni di

184 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 7

travaso del carico di arrestare il travaso stesso prima che di istruzioni di funzionamento scritte relative al partico-
avvenga un rigurgito di carico. lare impianto installato sulla nave.
b) Tale allarme deve essere identificato con la scritta b) Le dette istruzioni devono contenere lo scopo e i prin-
"OVERFILL ALARM" (ALLARME RIGURGITO) e deve cipi di funzionamento dell'impianto di controllo della
dare un segnale ottico ed acustico che possa essere emissione dei vapori e le informazioni necessarie per il
visto e udito dalla posizione dalla quale è controlato il corretto utilizzo delle apparecchiature impiegate e dei
travaso del carico e nella zona del carico in coperta. rischi relativi al loro impiego. Inoltre tali istruzioni
devono fornire le informazioni necessarie per il corretto
3.3.2 Caratteristiche degli allarmi utilizzo delle procedure operative, contenere le
sequenze di collegamento delle tubolature, le proce-
L’allarme rigurgito deve:
dure di inizio operazioni, le procedure in condizioni
• essere indipendente sia dall’allarme d’alto livello normali e in condizioni di emergenza.
(vedere [3.2.1]) che dagli indicatori di livello (vedere
[3.1]); 4.2 Contenuto
• azionare un allarme in caso di mancanza di energia
all’impianto d’allarme o avaria al circuito elettrico che 4.2.1 Le istruzioni suddette devono contenere:
alimenta i sensori nella cisterna. a) lo schema diagrammatico della tubolatura dell'impianto
• essere in grado di poter provare in corrispondenza della di convogliamento dei vapori con l'indicazione della
cisterna il suo corretto funzionamento prima di cia- posizione di tutte le valvole, dispositivi di controllo, val-
scuna operazione di travaso, o il sistema stesso deve vole di sicurezza pressione/vuoto, indicatori di pres-
contenere un dispositivo elettronico di auto-diagnostica sione, dispositivi tagliafiamma e dispositivi resistenti
che indichi la condizione dei circuiti e dei sensori di alle detonazioni, se installati;
allarme. b) la massima portata di travaso ammissibile per ciascun
gruppo di cisterne del carico, aventi la stessa tubolatura
3.4 Allarmi di alta e bassa pressione dei di sfogo gas, determinata come il minore fra i valori di
cui ai seguenti punti:
vapori del carico
1) l'80% della capacità totale di scarico delle valvole
3.4.1 Allarmi di sicurezza contro la sovrappressione dell’impianto
di sfogo gas delle cisterne del carico;
Ciascun impianto di convogliamento dei vapori deve essere
munito di uno o più misuratori di pressione che rilevi la 2) la capacità totale di aspirazione delle valvole di pro-
pressione nel collettore principale dell'impianto stesso e tezione contro il vuoto dell’impianto di sfogo gas
che: delle cisterne del carico;
• abbia un indicatore pressione nella posizione di con- 3) La portata basata sul calcolo delle perdite di carico
trollo del travaso del carico; alla quale, per una data pressione in corrispondenza
del collegamento vapori del terminale, o dell’unità
• dia un allarme di alta pressione a non più del 90% del
di servizio in caso di allibo, la pressione in qualsiasi
minore dei valori di taratura delle valvole di sicurezza
cisterna del carico collegata all’impianto di convo-
contro la sovrapressione dell'impianto sfogo gas delle
gliamento vapore superi l’80% della pressione di
cisterne del carico;
taratura di qualsiasi valvola di sicurezza contro la
• dia un allarme di bassa pressione, a non meno di sovrapressione dell’impianto di sfogo gas delle
0,98kPa nel caso di nave inertizzata, o alla minore delle cisterne del carico;
pressioni di taratura delle valvole di protezione contro il
c) la portata di caricazione iniziale per ciascuna cisterna
vuoto dell'impianto di sfogo gas delle cisterne del
del carico, da stabilire in modo da minimizzare lo svi-
carico nel caso di nave non inertizzata.
luppo di cariche elettrostatiche, quando applicabile;
3.4.2 Equivalenze d) tabelle o grafici delle portate di travaso e delle corri-
spondenti perdite di carico nell’impianto di convoglia-
Sensori di pressione sistemati in ciascuna cisterna del
mento vapori (incluse le perdite di carico attraverso la
carico sono considerati come equivalenti ai sensori di pres-
manichette, se previste) dalle cisterne del carico più
sione installati su ciascun collettore principale di convoglia-
lontane al collegamento vapori della nave determinate
mento dei vapori.
per le condizioni seguenti:
1) per ciascun carico movimentato col sistema di rac-
4 Manuale di istruzioni colta dei vapori alla massima e alla minima portata
di travaso;
4.1 Generalità 2) per miscele contenenti il 50% di vapori del carico e
il 50% di aria e per il rateo di evaporazione appro-
4.1.1 priato per il prodotto caricato;
a) Ogni nave che impieghi un impianto di controllo e) la pressione di taratura delle valvole di sicurezza pres-
dell'emissione dei vapori del carico deve essere munita sione-depressione.

Regolamenti RINA 2008 185


Parte F, Cap 11, Sez 7

5 Prove a terra e a bordo 6.2 Apparecchiature


6.2.1 Navi con cisterne inertizzate
5.1
Se le cisterne del carico della nave che scarica e quelle
5.1.1 Generalità della nave che riceve il carico sono inertizzate, l'unità di
I macchinari e le apparecchiature che fanno parte servizio deve avere mezzi per inertizzare la manichetta di
dell’impianto di raccolta dei vapori devono essere provati trasferimento vapori del carico prima di iniziare le opera-
secondo le prescrizioni applicabili nelle varie Sezioni dei zioni di trasferimento dei vapori stessi e un analizzatore di
Regolamenti. ossigeno avente il sensore o il collegamento per il prelievo
dei campioni sistemato entro 3 m dal collegamento vapori
5.1.2 Prove idrostatiche della nave il quale deve:
Le parti in pressione devono essere sottoposte a prove idro- • attivare un allarme ottico ed acustico nella posizione
statiche in accordo con le prescrizioni applicabili. dell’unità di servizio dalla quale vengono controllate le
operazioni di travaso del carico, quando il contenuto di
5.1.3 Valvole di sicurezza contro le sovrapressioni e ossigeno nell’impianto di convogliamento dei vapori
le depressioni supera l'8% in volume;
Le valvole di sicurezza contro le sovrapressioni e le depres-
• abbia un indicatore della concentrazione di ossigeno
sioni devono essere collaudate per quanto riguarda la loro
nella posizione dell’unità di servizio dalla quale ven-
capacità di sfogo. I collaudi devono essere eseguiti con i
gono controllate le operazioni di travaso del carico;
dispositivi tagliafiamma installati come indicato in [2.4.2].
• avere un collegamento per immettere gas di prova di
concentrazione nota al fine di tarare e provare l'analiz-
5.2 Prove a bordo
zatore di ossigeno.
5.2.1 Al completamento della costruzione, in aggiunta alle
6.2.2 Navi con cisterne del carico non inertizzate
normali prove di navigazione, prove specifiche potranno
essere richieste a giudizio della Società in relazione alle Se le cisterne del carico della nave che scarica non sono
caratteristiche dell’impianto installato a bordo. inertizzate, la tubolatura di convogliamento dei vapori della
unità di servizio deve essere munita di un dispositivo resi-
stente alle detonazioni sistemato entro 3 m dal collega-
6 Prescrizioni addizionali per la nota- mento vapori della nave.
zione “TRANSFER”
6.2.3 Flange d’isolamento elettrico
6.1 Applicabilità Deve essere sistemata una flangia isolante elettricamente
oppure uno spezzone di manichetta non elettricamente
6.1.1 Le norme del presente punto si applicano alle unità conduttrice tra il collegamento vapori dell’unità di servizio
di servizio. ed il collegamento vapori della nave da allibare.

186 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 8

SEZIONE 8 VENTILAZIONE DELLE INTERCAPEDINI


(COVENT)

1 Generalità dotte di ventilazione nelle intercapedini che circondano le


cisterne del carico delle navi cisterna a doppio scafo,
quando, a causa della forma particolare delle intercapedini
1.1 Applicabilità ed alla presenza di rinforzi al loro interno, è facile che si
1.1.1 (1/7/2004) formino sacche d’aria stagnante.
La notazione addizionale di classe COVENT è assegnata, in
accordo con quanto indicato in Parte A, Cap 1, Sez 2, 2.1.3 Intercapedini che possono essere adoperate
come cisterne di zavorra
[6.12.9], alle navi le cui intercapedini (comprese le cisterne
di zavorra) nella zona del carico sono munite di un Devono essere previsti mezzi per chiudere in maniera sta-
impianto di ventilazione fissa, o che abbiano componenti gna le bocche di mandata e di estrazione delle condotte di
mobili inclusi nell'equipaggiamento della nave, che soddi- ventilazione quando le intercapedini sono adoperate per il
sfino le prescrizioni della presente Sezione. trasporto di zavorra.

1.1.2 Ai fini della presente Sezione, la zona del carico è 2.2 Altre prescrizioni tecniche
quella zona della nave compresa fra la paratia prodiera del
locale macchine e la paratia di collisione. 2.2.1 Mandata ed estrazione della
Nel caso di navi con apparato motore sistemato a centro ventilazione (1/7/2002)
nave, la zona del carico comprende anche la parte di nave Le mandate e le estrazioni della ventilazione provenienti da
compresa fra la paratia poppiera del locale macchine e la intercapedini adiacenti a spazi pericolosi e terminanti in
paratia del gavone poppiero, esclusa la galleria della linea zone aperte al di sopra del ponte devono essere munite di
d’alberi. schermi protettivi di un tipo riconosciuto idoneo dalla
Società. La distanza fra di esse e da eventuali sorgenti
1.2 Documenti da inviare d'ignizione, da aperture verso spazi in cui sono presenti
sorgenti d'ignizione, da aperture nelle cisterne del carico ed
1.2.1 Devono essere inviati alla Società i documenti elen- a aperture delle mandate o estrazioni d'aria da altri locali
cati nella Tab 1. non deve essere inferiore a 3 m.
La Società si riserva la facoltà di richiedere disegni o infor-
mazioni addizionali in relazione alle caratteristiche specifi- 2.2.2 Ventilatori (1/7/2002)
che dell’installazione. a) I ventilatori devono essere di tipo antiscintilla in
accordo con le prescrizioni di cui in Parte C, Capitolo 4.
2 Progetto e costruzione
b) Nel caso in cui le intercapedini ventilate siano adiacenti
a spazi pericolosi, i motori elettrici che azionano i ven-
2.1 Sistemazione tilatori non devono essere sistemati nelle condotte di
ventilazione.
2.1.1 Numero dei ricambi d’aria
a) L’impianto di ventilazione deve essere in grado di for- 2.2.3 Illuminazione
nire almeno 4 ricambi d’aria completi all’ora, in rela- Nel caso in cui le intercapedini siano munite di apparec-
zione al volume lordo delle intercapedini. chiature elettriche per l’illuminazione, l’impianto di ventila-
b) Per intercapedini adiacenti a spazi nei quali potrebbero zione deve essere interbloccato con l’impianto di
essere presenti miscele pericolose, quali, per esempio, illuminazione in modo tale da rendere necessario che
cisterne del carico di navi petroliere, navi chimichiere e l’impianto di ventilazione sia funzionante perché l’impianto
navi gassiere, il numero minimo di ricambi d’aria all’ora di illuminazione possa essere alimentato.
deve essere aumentato fino ad 8.
2.2.4 Allarmi
2.1.2 Prevenzione della formazione di sacche d’aria Deve essere attivato un allarme ottico ed acustico nel caso
stagnante (1/7/2004)
di avaria all’impianto di ventilazione.
Al fine di impedire la formazione di sacche d’aria sta-
gnante, gli sbocchi dell’aria in uscita all’interno dell’inter- 2.2.5 Ulteriori prescrizioni
capedine devono essere adeguatamente distribuiti.
Per le navi chimichiere e per le navi gasiere si applicano
Deve essere prestata particolare attenzione alla sistema- anche le prescrizioni rispettivamente in Parte E, Cap 8,
zione delle bocche di mandata e di estrazione delle con- Sez 12 e Parte E, Cap 9, Sez 12.

Regolamenti RINA 2008 187


Parte F, Cap 11, Sez 8

3 Ispezioni e prove Regolamenti, relative a ciascuna apparecchiatura o


impianto adoperati per la ventilazione delle intercapedini.
3.1 Apparecchiature ed impianti
3.2 Collaudi a bordo
3.1.1 Le apparecchiature e gli impianti devono essere
ispezionati e provati secondo le prescrizioni applicabili dei 3.2.1 Dopo l’installazione a bordo gli impianti di ventila-
zione devono essere sottoposti a prova di funzionamento
alla presenza del Tecnico.

Tabella 1

N. A/I (1) Documento


1 I Diagramma schematico dell’installazione
2 A Calcolo del numero dei ricambi d’aria all’ora in ciascuna intercapedine nella zona del carico
3 A Diagramma schematico dei circuiti di alimentazione degli impianti di comando e controllo,
compresa la tabella dei circuiti
4 A Elenco e tipo delle apparecchiature ed in particolare tipo dei ventilatori e la loro sistemazione
nelle condotte
5 I Piano dell’ubicazione e della sistemazione della centrale di comando, se esistente
6 A Elenco dei dispositivi per i comandi a distanza, se esistenti
7 A Elenco degli allarmi
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

188 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 9

SEZIONE 9 IMPIANTI CENTRALIZZATI PER IL CONTROLLO


DEI CARICHI LIQUIDI E DELL’ACQUA DI
ZAVORRA (CARGOCONTROL)

1 Generalità 2 Progetto e costruzione

1.1 Applicabilità 2.1 Stazione di comando


2.1.1 Posizione della stazione di comando
1.1.1 La notazione addizionale di classe CARGOCON- a) La stazione di comando deve essere ubicata in modo
TROL è assegnata, in accordo con quanto indicato in tale da permettere la visibilità dell'area di ponte sovra-
Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.12.10], alle navi cisterna munite di stante le cisterne del carico, ed in particolare dei termi-
impianti centralizzati per la movimentazione del carico e nali delle rampe di imbarco-sbarco del carico.
dell'acqua di zavorra, che soddisfino le prescrizioni della b) La stazione deve essere sistemata preferibilmente nella
presente Sezione zona degli alloggi; se ciò non fosse possibile le paratie
che la delimitano devono essere paratie tagliafuoco di
1.1.2 L’osservanza delle presenti norme non esonerano Classe A-60 e devono essere altresì previste per la stessa
due sfuggite.
l’Armatore dall'obbligo di soddisfare le eventuali prescri-
zioni addizionali emanate in materia dall'Amministrazione 2.1.2 Comunicazioni
dello Stato del quale la nave batte la bandiera. Deve essere possibile impartire dalla stazione di comando
ordini al personale in coperta e comunicare con la plancia,
con i locali per la movimentazione del carico, con il locale
1.2 Documenti da inviare
macchine e con la centrale per il comando della propul-
sione, se prevista.
1.2.1 Devono essere inviati alla Società i documenti elen-
cati nella Tab 1. 2.1.3 Equipaggiamenti di sicurezza
Se la stazione di comando è ubicata nella zona del carico
La Società si riserva comunque la facoltà di richiedere dati devono essere sempre prontamente disponibili 2 mute
o disegni aggiuntivi, in relazione alle particolari caratteristi- complete di indumenti che proteggano la pelle dal calore
che degli impianti. radiante dell’incendio e 3 autorespiratori.

Tabella 1

N. A/I (1) Documento


1 I Disegno schematico degli impianti
2 I Piano relativo all'ubicazione ed alla sistemazione della stazione di comando
3 A Elenco dei comandi a distanza
4 A Elenco degli allarmi
5 I Elenco degli apparecchi (sensori, trasduttori, ecc.) e degli impianti di automazione (impianti di
allarme, ecc.) previsti, con l'indicazione del relativo fabbricante e del tipo di impianto o appa-
recchio
6 A Schema dei circuiti di alimentazione degli impianti di comando e di controllo, comprendente,
tra l'altro
• la tabella dei circuiti, se l'alimentazione è elettrica
• la specificazione della pressione di esercizio, del diametro e dello spessore delle tubolature,
dei materiali impiegati, ecc., se l'alimentazione è idraulica o pneumatica
(1) A = da inviare per approvazione in quadruplice copia
I = da inviare per conoscenza in duplice copia

Regolamenti RINA 2008 189


Parte F, Cap 11, Sez 9

2.2 Impianti di comando a distanza, indica- 2.2.3 Impianti d’allarme


zione ed allarme Nella stazione di controllo del carico devono essere previsti
allarmi ottici ed acustici relativi a:
2.2.1 Impianto di comando a distanza
• alto livello, ed altissimo livello allorchè richiesto, nei
Dalla stazione di comando deve essere possibile effettuare
depositi del carico;
le seguenti operazioni:
• alta pressione nei depositi del carico, se richiesto dai
a) apertura e chiusura delle valvole la cui manovra si
Regolamenti;
rende normalmente necessaria per poter effettuare le
operazioni di imbarco, di sbarco e di travaso del carico • bassa pressione sulla mandata dell'impianto oleodina-
e della zavorra (non è tuttavia richiesta l'apertura e la mico per l'azionamento delle pompe e delle valvole;
chiusura delle valvole sui terminali delle rampe di • alto vuoto nei depositi del carico, se richiesto dai Rego-
imbarco-sbarco del carico); lamenti;
b) avviamento ed arresto delle pompe del carico, di esauri- • alta pressione nelle tubolature del carico e della
mento e della zavorra (soluzioni alternative potranno zavorra;
essere prese in considerazione nel caso di pompe azio-
• alta e bassa temperatura per i depositi del carico dotati
nate da turbine);
di impianti di riscaldamento e refrigerazione;
c) regolazione, se prevista, del numero di giri delle pompe
• alto tenore di ossigeno, alta temperatura, alta e bassa
del carico, di esaurimento e della zavorra.
pressione del gas inerte, se previsto;
2.2.2 Impianti di indicazione • alto livello in un pozzetto di sentina dei locali pompe
Nella stazione di comando devono essere previsti indicatori del carico e della zavorra;
di: • alta concentrazione di vapori esplosivi (superiore al
• posizione (aperto/chiuso) delle valvole telecomandate; 30% del limite inferiore di infiammabilità) nei locali in
• stato (fermo/in moto) delle pompe del carico, di esauri- cui viene movimentato il carico;
mento e della zavorra; • alta temperatura dei passaggi stagni ai gas a bagno
• numero di giri delle pompe del carico, di esaurimento e d'olio di ponti e paratie, se previsti, degli alberi per
della zavorra se per le stesse è previsto il funzionamento l'azionamento delle pompe del carico e della zavorra.
a giri variabili;
• pressione sulla mandata dell'impianto oleodinamico 3 Ispezioni e prove
per l'azionamento delle pompe del carico, di esauri-
mento e della zavorra;
• pressione sull'aspirazione e sulla mandata delle pompe 3.1 Apparecchiature ed impianti
del carico, di esaurimento e della zavorra;
3.1.1 Le apparecchiature e gli impianti devono essere
• pressione sulle rampe di imbarco-sbarco del carico; ispezionati e provati in accordo con le prescrizioni applica-
• tenore di ossigeno, temperatura e pressione del gas bili dei Regolamenti relative a ciascuna apparecchiatura od
inerte, nel caso in cui sia richiesto, o previsto, il funzio- impianto adoperati per il comando centralizzato.
namento contemporaneo alle operazioni di imbarco-
sbarco del carico del relativo impianto;
3.2 Prove a bordo
• livello dei depositi del carico e della zavorra (potrà
essere concessa deroga per doppi fondi zavorra di 3.2.1 Dopo l'installazione a bordo, gli impianti di
ridotta capacità e limitata altezza); comando a distanza, di indicazione e di allarme devono
• temperatura nei depositi del carico per i quali è previsto essere sottoposti a prove di funzionamento alla presenza
il riscaldamento o la refrigerazione. del Tecnico della Società.

190 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 10

SEZIONE 10 MANOVRABILITÀ DELLE NAVI (MANOVR)

1 Generalità 2.1.3 Immersione TA


L'immersione TA è l'immersione in corrispondenza della
1.1 Applicabilità perpendicolare addietro.

1.1.1 La notazione addizionale di classe MANOVR è asse- 2.1.4 Immersione TF


gnata, in accordo con quanto indicato in Parte A, Cap 1,
L'immersione TF è l'immersione in corrispondenza della
Sez 2, [6.12.11], alle navi aventi una capacità di manovra,
che soddisfi le prescrizioni della presente Sezione perpendicolare avanti.

1.1.2 Le prescrizioni della presente Sezione sono basate 2.1.5 Immersione media TM
sul contenuto della IMO Resolution MSC. 137(76) “Stan- L'immersione media TM è definita come TM = (TA + TF)/2.
dards for Ship Manoeuvrability”.
Nota 1: In accordo con quanto indicato nella circolare MSC/644,
le prescrizioni seguenti si applicano alle navi con qualsiasi tipo di 2.2 Manovre standard e terminologia rela-
timone e apparato motore, di lunghezza uguale o superiore a 100 tiva
m, e alle navi chimichiere e gasiere di qualsiasi lunghezza,
costruite il 1 luglio 1994 o dopo tale data. 2.2.1 Velocità di prova
La velocità di prova (V) stabilita dalle presenti prescrizioni è
1.2 Valutazione della manovrabilità una velocità uguale ad almeno il 90% della velocità della
nave corrispondente all'85% della potenza massima
1.2.1 Prove convenzionali
dell'apparato motore.
Le norme presenti presuppongono che la manovrabilità
delle navi si possa valutare partendo dalle caratteristiche 2.2.2 Manovra di evoluzione in circolo
delle manovre convenzionali che vengono eseguite durante
le prove in mare. La manovra di evoluzione in circolo è la manovra eseguita
sia a dritta sia a sinistra con un angolo di barra di 35° o con
1.2.2 Conformità con le prescrizioni il massimo angolo di barra ammissibile alla velocità di
prova, dopo una fase di avvicinamento a rotta costante con
Al fine di dimostrare la conformità con le prescrizioni
velocità di girazione zero.
seguenti possono essere impiegati i seguenti due metodi:
a) Possono essere effettuate prove su modelli in scala e/o 2.2.3 Avanzo
previsioni mediante programmi di calcolo con modelli
matematici per prevedere la rispondenza alle norme già L'avanzo è la distanza percorsa, dal punto al mezzo della
in sede di progetto. nave, nella direzione della rotta iniziale, dalla posizione in
cui viene dato l'ordine al timone alla posizione nella quale
I risultati delle prove su modelli e/o le simulazioni al la prora è variata di 90° rispetto alla rotta iniziale.
computer devono essere confermate da prove al vero,
come necessario. 2.2.4 Diametro tattico
b) La rispondenza alle presenti norme può essere dimo- Il diametro tattico è la distanza percorsa dal punto al mezzo
strata sulla base dei risultati delle prove al vero condotte della nave dalla posizione in cui viene dato l'ordine al
secondo le norme stesse. timone alla posizione in cui la rotta è variata di 180°
rispetto a quella iniziale. Essa viene misurata in direzione
2 Definizioni perpendicolare alla rotta iniziale della nave.

2.2.5 Manovra a zig-zag


2.1 Geometria della nave
La manovra a zig-zag è la manovra in cui un certo angolo
2.1.1 Lunghezza (L) di barra noto viene applicato alternativamente dall'una e
La lunghezza (L) è la lunghezza misurata tra le perpendico- dall'altra parte, quando si raggiunga una determinata devia-
lari addietro e avanti. zione della prora rispetto a quella iniziale.

2.1.2 Punto al mezzo 2.2.6 Manovra a zig-zag 10°/10°


Il punto al mezzo è il punto sul piano diametrale della nave La manovra a zig-zag 10°/10° viene eseguita ruotando alter-
a metà tra le perpendicolari addietro e avanti. nativamente il timone di 10° da ciascuna banda dopo una

Regolamenti RINA 2008 191


Parte F, Cap 11, Sez 10

deviazione della prora di 10° rispetto alla prora iniziale 3.2 Condizioni per l’applicazione delle pre-
secondo la procedura seguente. scrizioni
a) Dopo una fase di avvicinamento a rotta costante con 3.2.1 Al fine di valutare il comportamento di una nave,
velocità di girazione zero, il timone viene portato a 10° devono essere effettuate prove di manovrabilità, sia a sini-
dritta/ sinistra (prima manovra). stra sia a dritta, alle condizioni qui di seguito specificate:
• acque profonde, illimitate
b) Quando la rotta è variata di 10° rispetto a quella ini-
• ambiente calmo
ziale, il timone viene portato a 10° dall'altra banda a
sinistra/dritta (seconda manovra). • pieno carico, nave senza differenza d’immersione
• fase di avvicinamento a rotta costante alla velocità di
c) Dopo che il timone sia stato ruotato verso sinistra/dritta, prova.
la nave continua a girare nel senso iniziale con velocità
di girazione decrescente. In risposta al timone, la nave 3.3 Criteri di valutazione della manovrabilità
deve quindi girare a sinistra/dritta. Quando la nave ha
3.3.1 Capacità evolutiva
raggiunto la prora di 10° a sinistra/dritta rispetto alla
Nella manovra di evoluzione in circolo, l'avanzo non deve
rotta che la nave aveva all'inizio della prova, il timone
superare 4,5 volte la lunghezza della nave (L) e il diametro
viene nuovamente riportato a 10° a dritta/sinistra (terza
tattico non deve superare 5 volte la lunghezza della nave.
manovra).
3.3.2 Capacità evolutiva iniziale
2.2.7 Primo angolo di superamento (overshoot) Applicando un angolo di barra di 10° a sinistra/dritta, la
nave, nel momento in cui la prora è variata di 10° rispetto a
Il primo angolo di superamento è la deviazione addizionale quella iniziale, non deve aver percorso un tratto superiore a
della prora della nave che si ha nella prova a zig-zag dopo 2,5 volte la lunghezza della nave stessa.
la seconda manovra.
3.3.3 Capacità di controllo della velocità di
girazione e stabilità di rotta
2.2.8 Secondo angolo di superamento
a) Il valore del primo angolo di "overshoot" nella prova a
Il secondo angolo di superamento è la deviazione addizio- zig-zag 10°/10°' non deve superare:
nale della prora della nave che si ha nella prova a zig-zag 1) 10°, se L/V è inferiore a 10 secondi;
dopo la terza manovra.
2) 20°, se L/V è uguale o superiore a 30 secondi;
3) (5 + 1/2 (L/V)), in gradi, se L/V è uguale o superiore a
2.2.9 Manovra a zig-zag 20°/20°
10 secondi ma inferiore a 30 secondi.
La manovra a zig-zag 20°/20° viene eseguita usando la pro- essendo L e V espresse rispettivamente, in m e in m/s.
cedura illustrata al precedente punto [2.2.6], adottando b) Il valore del secondo angolo di "overshoot" nella prova
angoli del timone di 20° e variazioni della prora di 20°, a zig-zag 10°/10° non deve superare i valori dati dal cri-
anziché angoli del timone di 10° e variazioni della prora di terio suddetto per il primo angolo di "overshoot" per più
10°. di 15°.
c) Il valore del primo angolo di "overshoot" nella prova a
2.2.10 Manovra di arresto “indietro tutta” zig-zag 20°/20° non deve superare 25°.
La prova di arresto mediante manovra di "indietro tutta" 3.3.4 Capacità di arresto
determina il tratto percorso da una nave dal momento in cui Il tratto percorso nella prova di arresto mediante manovra di
viene dato l'ordine di indietro tutta al momento in cui la indietro tutta non deve superare 15 volte la lunghezza della
nave è ferma nell'acqua. nave. Tuttavia, tale valore può essere aumentato, a giudizio
della Società, per navi di grandi dimensioni.
2.2.11 Tratto percorso
4 Considerazioni addizionali
Il tratto percorso è la distanza misurata lungo la traiettoria
descritta dal punto al mezzo della nave dalla posizione in 4.1 Prove in condizioni differenti
cui viene dato l'ordine di indietro tutta alla posizione in cui
4.1.1 Se le prove standard vengono condotte in condizioni
la nave è ferma nell'acqua.
diverse da quelle specificate in [3.2.1] c), devono essere
apportate, caso per caso, le correzioni ritenute necessarie, a
3 Prescrizioni giudizio della Società.

3.1 Premessa 4.2 Instabilità dinamica


4.2.1 Qualora le manovre standard indichino la presenza
3.1.1 Le manovre standard devono essere eseguite senza di instabilità dinamica, la Società può richiedere l'effettua-
l'uso di mezzi ausiliari di manovra che non siano continua- zione di prove addizionali, intese a definire il grado di
tivamente e prontamente disponibili durante il normale fun- instabilità, quali le prove a spirale o la manovra di "pull-
zionamento della nave. out".

192 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

SEZIONE 11 STABILITÀ IN CONDIZIONI DI AVARIA (DMS)

1 Generalità La conseguenza dello studio di questi standard è la crea-


zione di un gruppo d casi di avaria, il cui numero, così
come il numero di compartimenti interessati in ciascun
1.1 caso di avaria, dipende dalla dimensione della nave e dalla
1.1.1 (1/10/2005) compartimentazione interna.

La notazione addizionale di classe DMS è assegnata, in Per ogni condizione di caricazione, deve essere considerato
accordo alle indicazioni della Parte A, Cap 1, Sez 2, [6], ogni caso di avaria e devono essere soddisfatti tutti i criteri
alle navi che soddisfano i requisiti di stabilità in condizioni applicabili.
di avaria indicate in questa Sezione.
Sono stati sviluppati diversi criteri deterministici per il cal-
colo della stabilità in condizioni di avaria, che dipendono
1.2 Documenti da presentare dal tipo di nave, dalla riduzione del bordo libero e dal tipo
1.2.1 (1/10/2005) di carico trasportato.
La documentazione di stabilità da presente per l'approva- I criteri per i metodi deterministici da applicare per navi
zione è la seguente: passeggeri, per petroliere, per navi chimichiere o gassiere e
• compartimentazione di galleggiabilità e calcolo della per navi per servizi speciali sono riportati in [3].
lunghezza allagabile, per le navi da passeggeri e le navi Il criterio deterministico da applicare in caso di riduzione
da passeggeri ro-ro come richiesto in [3.7] e [3.8], del bordo libero è riportato in App 2.
• calcoli di stabilità in condizioni di avaria,
• documenti di controllo dell'avaria. 2.1.3 Metodo probabilistico (1/10/2005)
Il concetto probabilistico tiene conto della probabilità di
1.2.2 (1/10/2005) sopravvivenza dopo una collisione come una misura della
Una copia della documentazione prevista in [1.2.1] deve sicurezza della nave in condizioni di avaria, facendo riferi-
essere disponibile a bordo per il Comandante. mento all'indice di compartimentazione ottenuto A.

I calcoli di stabilità in condizioni di avaria sono eseguiti per


2 Prescrizioni applicabili a tutti i tipi di un numero limitato di immersioni e relativi valori di GM, in
nave modo da disegnare una curva dei GM minimi dove l'indice
di compartimentazione A ottenuto raggiunge un livello
minimo di sicurezza R. Per le navi da carico non è necessa-
2.1 Metodi da applicare nel caso di verifiche rio che in ogni caso di avaria sia soddisfatto il criterio appli-
di stabilità in condizioni di avaria cabile, ma che l'indice di compartimentazione A, che è la
somma del contributo di ogni caso di avaria, sia uguale o
2.1.1 Generalità (1/10/2005) maggiore di R.
I calcoli della stabilità in condizioni di avaria sono richiesti
Il metodo probabilistico sviluppato sul concetto sopra espo-
per poter realizzare un grado minimo di sicurezza dopo
sto è riportato in App 1.
l'allagamento.
Al fine di valutare il comportamento della nave dopo l'ava- Come regola generale, il metodo probabilistico si applica
ria sono stati sviluppati due metodi: uno deterministico e alle navi da carico che abbiano una lunghezza non infe-
uno probabilistico, che devono essere da applicati secondo riore a 80 m e alle quali non possa essere applicato un
il tipo di nave, come specificato in [3]. metodo deterministico; l'applicazione delle verifiche di sta-
bilità in condizioni di avaria con i metodi probabilistici è
Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilità (GZ) e la specificata in [3].
posizione del centro di gravità per giudicare le condizioni
di sopravvivenza finali devono essere calcolate secondo il 2.1.4 Calcoli di stabilità in condizioni di avaria
metodo del dislocamento costante (sottrazione di carena). (1/10/2005)

2.1.2 Metodo deterministico (1/10/2005) I calcoli di stabilità in condizioni di avaria devono com-
prendere:
Il metodo deterministico è basato sulle dimensioni standard
della falla che si verifica in qualunque punto della lun- • un elenco dei dati (volume, centro di gravità, permeabi-
ghezza della nave o tra paratie trasversali a seconda delle lità) di ciascun compartimento che può essere danneg-
pertinenti prescrizioni. giato

Regolamenti RINA 2008 193


Parte F, Cap 11, Sez 11

• una tabella delle aperture nelle paratie, nei ponti e nel b) Aperture
fasciame di murata contenente tutte le informazioni
Le aperture possono essere distinte nei seguenti tipi, a
relative a:
seconda del loro mezzo di chiusura:
- identificazione dell'apertura
• Non protette
- posizione verticale, trasversale e orizzontale
Le aperture non protette possono portare ad un alla-
- tipo di chiusura delle porte: a scorrimento, a cer-
gamento progressivo se si vengono a trovare
niera o a rulli
immerse, a qualunque stadio dell'allagamento,
- tipo di tenuta stagna: stagna all'acqua, stagna alle entro il campo della curva dei bracci di stabilità
intemperie, semistagna all'acqua o non protetta positivi. Le aperture non protette sono aperture che
- impianto di azionamento: comando a distanza, non sono dotate di dispositivi di chiusura a tenuta
azionamento locale, indicatori in plancia, sorve- stagna, almeno alle intemperie.
glianza televisiva, rivelazione di infiltrazioni • Stagne alle intemperie
d'acqua, allarme acustico, come applicabile
Aperture che sono dotate di dispositivi di chiusura
- utilizzazione prevista: aperte durante la naviga-
stagni alle intemperie non sono adatte per resistere
zione, normalmente chiuse durante la navigazione,
ad un battente d'acqua costante, ma possono essere
tenute chiuse durante la navigazione
immerse ad intermittenza entro il campo di stabilità
• elenco di tutti i casi di avaria corrispondenti alle prescri- positiva. Le aperture stagne alle intemperie possono
zioni applicabili portare ad un allagamento progressivo se vengono a
• risultati particolareggiati dei calcoli di stabilità in condi- trovarsi sotto il galleggiamento dopo l'avaria in qual-
zioni di avaria per tutte le condizioni di carico previste siasi stadio dell'allagamento.
nelle prescrizioni applicabili
• Semi-stagne
• curve GM/KG, se previste nelle prescrizioni applicabili
Le aperture interne che sono dotate di dispositivi di
• piano di capacità chiusura semi-stagna sono adatte per sostenere un
• sistemazione dei tubi di bilanciamento trasversale indi- battente d'acqua costante, corrispondente
cante la posizione dei comandi a distanza delle valvole all'immersione massima raggiunta dopo l'avaria al
o eventuali mezzi meccanici speciali per correggere lo punto di equilibrio delle fasi intermedie di allaga-
sbandamento trasversale dovuto all'allagamento mento.
• piano delle porte stagne e delle porte stagne alle intem- Le aperture a tenuta semi-stagna possono portare ad
perie. allagamento progressivo se si trovano al di sotto
Come supplemento alla documentazione approvata per il della linea di galleggiamento di equilibrio finale
calcolo della stabilità in condizioni di avaria, può essere dopo l'avaria.
usato uno strumento per il controllo della caricazione, • Stagne all'acqua
approvato dalla Società, che faciliti i calcoli di stabilità in
Le aperture dotate di dispositivi di chiusura stagne
condizioni di avaria, come indicato in questa Sezione.
all'acqua sono adatte per sostenere un battente
La procedura da seguire, insieme all'elenco dei particolari costante d'acqua corrispondente alla distanza tra il
tecnici che devono essere forniti per ottenere l'approva- loro margine più basso e il ponte di bordo
zione dello strumento per il controllo della caricazione, è libero/ponte delle paratie.
indicata nella Parte B, Cap 11, Sez 2, [4.8].
I dispositivi di chiusura degli sfoghi d'aria che soddi-
2.1.5 Permeabilità (1/10/2005) sfano i requisiti di cui in Parte C, Cap 1, Sez 10,
[9.1.6] non possono essere considerati stagni
a) Definizione
all'acqua a meno che non siano dotati di una ulte-
Per permeabilità di un locale si intende la quota del riore sistemazione che realizzi per questi dispositivi
volume entro quello spazio che si assume possa essere di chiusura la tenuta stagna all'acqua.
occupata dall'acqua rispetto al volume totale del locale.
Le valvole di pressione/vuoto (valvole PV) normal-
b) Generalità mente sistemate sulle cisterne non assicurano teori-
Le permeabilità relative a un tipo di locali allagabili camente la completa tenuta stagna all'acqua.
dipendono dalle caratteristiche applicabili. Tali permea-
Le chiusure dei passi d'uomo possono essere consi-
bilità sono indicate nella presente Sezione per ciascun
derate stagne all'acqua purché la copertura sia
tipo di nave.
munita di bulloni la cui distanza tra gli assi sia
2.1.6 Allagamento progressivo (1/10/2005) minore di cinque volte il diametro del bullone
stesso.
a) Definizione
Le coperture dei boccaportelli di accesso alle
Un allagamento progressivo è un allagamento addizio-
cisterne possono essere considerati a tenuta stagna
nale di spazi che in partenza non erano stati considerati
all'acqua.
danneggiati. Tale allagamento addizionale può avvenire
attraverso aperture o tubolature, come indicato in b) e Le aperture stagne all'acqua non portano ad allaga-
c). mento progressivo.

194 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

c) Tubi L'uso di uno strumento per il controllo della caricazione


Un allagamento progressivo attraverso i tubi può avve- che esegua i calcoli di stabilità in caso di avaria può essere
nire quando: accettato come supplemento alla documentazione per il
controllo dell'avaria. Questo strumento deve essere appro-
• i tubi e le valvole collegate siano ubicati all'interno vato dalla Società secondo le prescrizioni della Parte B,
della zona assunta di penetrazione della falla e non Cap 11, Sez 2, [4.8].
vi siano altre valvole installate al di fuori dell'area di
falla La documentazione di controllo dell'avaria è richiesta per
le seguenti navi:
• i tubi, anche se collocati al di fuori dell'area di falla,
per cui ricorrono le seguenti condizioni: • navi da passeggeri

- il tubo collega uno spazio danneggiato con uno • navi da carico secco che corrispondano a:
o più spazi ubicati fuori dalla zona di falla - Parte E, Capitolo 1
- la più alta posizione verticale del tubo è al di - Parte E, Capitolo 2
sotto della linea di galleggiamento - Parte E, Capitolo 3
- non sono installate valvole. - Parte E, Capitolo 4
Si deve considerare la possibilità di un allagamento - Parte E, Capitolo 5
progressivo attraverso tubolature della zavorra che
- Parte E, Capitolo 6
passino nella zona assunta di penetrazione della
falla, qualora non siano sistemate sulle tubolature di - Parte E, Capitolo 18.
zavorra all'estremità nelle cisterne servite valvole Nota 1: Per nave da carico secco si intende qualsiasi nave da
manovrabili. Quando le valvole sui tubi di zavorra carico che non sia destinata a trasportare carichi liquidi alla
sono dotate di sistemi di comando a distanza e que- rinfusa; inoltre i seguenti tipi di navi non devono essere consi-
sti sistemi di comando passano attraverso la zona derati navi da carico secco:
assunta di penetrazione di falla si dovrà considerare • rimorchiatori, come definiti nella Parte E, Capitolo 14
l'effetto della falla sul sistema per assicurarsi che le • navi appoggio (supply vessels), come definite nella Parte E,
valvole rimangano chiuse. Capitolo 15
Se tubi, condotti o gallerie sono situati dentro com- • navi per servizio spegnimento incendi, come definite nella
partimenti considerati allagati, si devono prendere Parte E, Capitolo 16
provvedimenti per assicurarsi che l'allagamento pro- • navi per recupero di sostanze oleose, come definite nella
gressivo non possa estendersi ad altri compartimenti Parte E, Capitolo 17.
oltre a quelli assunti come allagati. Comunque la
Società può permettere un allagamento progressivo
minore se è dimostrato che tale allagamento addi-
3 Prescrizioni addizionali applicabili a
zionale di questi compartimenti non porta al capo- tipi specifici di navi
volgimento o all'affondamento della nave.
Le prescrizioni relative alla prevenzione dell'allaga- 3.1 Navi portarinfusa
mento progressivo sono riportate in Parte C, Cap 1,
Sez 10, [5.5]. 3.1.1 Generalità (1/10/2005)
Le navi portarinfusa sono soggette al metodo probabilistico
2.1.7 Documentazione per il controllo dell'avaria riportato e devono soddisfare le prescrizioni della App 1.
(1/10/2005)
La documentazione di controllo dell'avaria deve compren- 3.1.2 Bordo libero ridotto (1/10/2005)
dere un piano di controllo dell'avaria che abbia lo scopo di Le navi portarinfusa di lunghezza maggiore di 100 m, alle
fornire agli ufficiali della nave delle informazioni chiare sui quali sia stato assegnato un bordo libero ridotto come per-
compartimenti stagni della nave e sulle sistemazioni atte al messo dalla Regola 27 della Convenzione Internazionale
mantenimento delle delimitazioni e dell'efficacia della sul Bordo Libero, 1966, devono soddisfare alle prescrizioni
compartimentazione in modo che, nel caso di un'avaria specificate nella App 2. Pertanto la verifica dell'ottempe-
che causi un allagamento, possano essere prese adeguate ranza delle prescrizioni della App 1 non è richiesta.
precauzioni per evitare un allagamento progressivo attra-
verso le aperture della zona, e possano essere prontamente 3.1.3 Prescrizioni addizionali per navi portarinfusa
intraprese delle azioni efficaci per limitare e, dove possi- con fianchi a fasciame singolo di lunghezza
bile, recuperare la perdita di stabilità della nave. superiore od uguale a 150 m (1/10/2005)
Le prescrizioni specificate da [3.1.4] a [3.1.6] si applicano
La documentazione per il controllo dell'avaria deve essere
a navi portarinfusa con fianchi a fasciame singolo, di lun-
chiara e di facile comprensione. Essa non deve compren-
ghezza superiore od uguale a 150 m, destinate alla carica-
dere informazioni che non siano direttamente riguardanti il
zione di carichi alla rinfusa aventi una massa volumica alla
controllo dell'avaria e deve essere disponibile nella lingua o
nelle lingue degli ufficiali della nave. Se le lingue usate rinfusa a secco pari a 1,0 t/m3, o maggiore.
nella preparazione dei documenti non comprendono il Navi che soddisfano le prescrizioni di cui in [3.1.2] non
francese o l'inglese, deve essere fornita una traduzione in devono soddisfare le prescrizioni specificate da [3.1.4] a
una di queste due lingue. [3.1.6].

Regolamenti RINA 2008 195


Parte F, Cap 11, Sez 11

3.1.4 Allagamento delle stive del carico (1/10/2005) zavorra, a meno che soddisfino le prescrizioni di cui in
Le navi portarinfusa specificate in [3.1.3], se caricate al b) oppure in [3.3.2].
bordo libero estivo, devono essere in grado di sopportare b) Bordo libero ridotto
l'allagamento di una qualunque stiva del carico in ogni
condizione di carico e rimanere galleggianti in soddisfa- Le navi miste petroliere-portarinfusa di lunghezza mag-
centi condizioni di equilibrio come specificato in [3.1.5]. giore di 100 m, alle quali sia stato assegnato un bordo
libero ridotto come permesso dalla Regola 27 della
3.1.5 Criteri d'allagamento (1/10/2005) Convenzione Internazionale sul Bordo Libero, 1966,
Dopo l'allagamento, la nave deve soddisfare alle prescri- devono soddisfare alle prescrizioni specificate nella
zioni della App 2. App 2. Pertanto la verifica dei requisiti in a) non è
richiesta.
L'allagamento assunto deve tener conto soltanto dell'allaga-
mento dello spazio delle stive del carico, considerando i 3.3.2 Carichi liquidi (1/10/2005)
valori di permeabilità specificati in [3.1.6].
a) Generalità
3.1.6 Ipotesi relative all'allagamento (1/10/2005) Nelle condizioni di caricazione che comportano il tra-
La permeabilità di una stiva carica deve essere assunta pari sporto di carichi liquidi, le navi miste petroliere-porta-
a 0,9, a meno che una permeabilità relativa ad un partico- rinfusa devono soddisfare i criteri di
lare carico venga assunta per il volume di una stiva allagata compartimentazione e stabilità in condizioni di avaria
occupato dal carico e una permeabilità di 0,95 venga specificati in h), dopo l'avaria ipotizzata del fondo o del
assunta per il rimanente volume vuoto della stiva. fianco specificata in b), per lo standard di avaria
Nell'ultimo caso, devono essere assunte le permeabilità e i descritto in c), e per ogni immersione operativa che
corrispondenti pesi specifici del carico specificate nella rifletta le condizioni effettive di pieno o parziale carico
Parte E, Cap 4, Sez 3, [4.4.2]. compatibili con l'assetto e la robustezza della nave
La permeabilità di una stiva vuota deve essere assunta pari a come pure con le masse volumiche del carico.
0,95. Le effettive condizioni di pieno o parziale carico da
considerarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3,
3.2 Navi mineraliere App 2, [1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali
la nave non trasporta liquidi nelle cisterne del carico,
3.2.1 Generalità (1/10/2005) esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate.
Le navi trasporto minerali sono soggette al metodo probabi-
listico e devono soddisfare ai requisiti indicati nella App 1. b) Estensione dell'avaria
L'estensione ipotizzata dell'avaria è definita nella Tab.
3.2.2 Bordo libero ridotto (1/10/2005) 1.
Le navi trasporto minerali di lunghezza maggiore di 100 m,
L'estensione trasversale dell'avaria è misurata dalla
alle quali sia stato assegnato un bordo libero ridotto come
murata perpendicolarmente al piano di simmetria della
permesso dalla Regola 27 della Convenzione Internazio-
nave al livello del bordo libero estivo.
nale sul Bordo Libero, 1966, devono soddisfare le prescri-
zioni specificate nella App 2. Pertanto la verifica della L'estensione verticale dell'avaria è misurata dalla linea
rispondenza alle prescrizioni specificate nella App 1 non è del garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria
richiesta. della nave.
Allo scopo di determinare l'estensione dell'avaria ipo-
3.3 Navi per servizio combinato tizzata, i pozzetti d'aspirazione possono essere trascu-
rati, purché tali pozzetti non abbiano una superficie
3.3.1 Condizioni di carico secco o di eccessiva e si estendano al di sotto della cisterna per
zavorra (1/10/2005) una distanza minima in nessun caso maggiore di metà
a) Generalità dell'altezza del doppio fondo.
Le navi miste petroliere-portarinfusa sono soggette al Se da un'avaria di estensione inferiore alla massima
metodo probabilistico e devono soddisfare ai requisiti estensione di avaria specificata nella Tab 1 derivasse
indicati nella App 1, per le condizioni di caricazione una condizione più severa, si dovrà prendere in consi-
che comportano il trasporto di carichi secchi o di derazione tale avaria.

Tabella 1 : Estensione dell'avaria (1/10/2005)

Estensione longitudi-
Avaria Estensione trasversale Estensione verticale
nale
Fianco lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tC = B/5 o 11,5 m (1) vC = senza limite

Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

ogni altra parte lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) tS = B/6 o 5 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

(1) Assumendo il valore minore

196 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

c) Standard di avaria cui in b), devono essere prese disposizioni in modo che
L'avaria indicata in b) deve essere applicata a tutte le un allagamento progressivo non possa di conseguenza
concepibili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la estendersi in compartimenti diversi da quelli ipotizzati
Tab 2 allagabili nel calcolo per ciascun caso di avaria.
g) Permeabilità
Tabella 2 : Standard di avaria (1/10/2005)
Le masse volumiche dei carichi trasportati, così come
Soltanto ogni efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati,
Lunghezza Avaria ovun- Avarie tra le devono essere tenuti in conto per ogni cisterna vuota o
apparato
della nave, que lungo la paratie tra- parzialmente piena.
motore alle-
in m nave sversali
gato La permeabilità di compartimenti assunti come allagati
L ≤ 100 No Si (1) (2) No devono essere come indicato nella Tab 3.

100 < L ≤ 150 No Si (1) No Tabella 3 : Permeabilità (1/10/2005)


150 < L ≤ 225 Si No Yes
Compartimenti Permeabilità
L > 225 Si No No
Adatti a magazzini 0,60
(1) Apparato motore non allagato
(2) Esenzioni delle prescrizioni di cui in [1.3.8] possono Occupati da alloggi 0,95
essere accettate dalla Società caso per caso Occupati da macchinari 0,85
Compartimenti vuoti 0,95
d) Metodo di calcolo
Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilità (GZ) Destinati a liquidi di consumo da 0 a 0,95 (1)
e le posizioni del centro di gravità (KG) per giudicare le Destinati ad altri liquidi da 0 a 0,95 (1)
condizioni finali di sopravvivenza devono essere calco-
late col metodo del dislocamento costante (perdita di (1) La permeabilità di compartimenti parzialmente pieni
spinta). deve essere coerente con il quantitativo di liquido
trasportato nel compartimento.
e) Ipotesi relative all'allagamento
I requisiti di h) devono essere confermati da calcoli che
h) Requisiti di sopravvivenza
tengano in considerazione le caratteristiche di progetto
della nave, le sistemazioni trasversali, configurazione e i Le navi miste petroliere-portarinfusa devono essere con-
contenuti dei compartimenti allagati e distribuzione, siderate come soddisfacenti i criteri di stabilità in condi-
masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei zioni di avaria se i requisiti di i) e j) sono soddisfatti.
liquidi. i) Stadio finale di allagamento
Dove il danno interessante paratie trasversali è conside- 1) Il galleggiamento finale, tenendo conto della sovra-
rato come specificato in c), le paratie stagne trasversali immersione, sbandamento e assetto, deve risultare
devono essere poste almeno ad una distanza uguale sotto al margine inferiore di ogni apertura attraverso
all'estensione longitudinale dell'avaria ipotizzata speci- la quale si può verificare un allagamento progres-
ficata in b) al fine di essere considerate efficaci. Dove le sivo.
paratie trasversali sono poste a distanza minore, una o
più di queste paratie entro tale estensione di avaria deve L'allagamento progressivo deve essere considerato
essere assunta come inesistente allo scopo di determi- in accordo con [2.1.6].
nare i compartimenti allagati. 2) L'angolo di sbandamento dovuto ad allagamento
Dove il danno fra paratie stagne trasversali adiacenti è asimmetrico non può superare 25°, tuttavia tale
considerato come specificato in c), non deve assumersi angolo può essere aumentato fino a 30° se non si
danneggiata alcuna paratia trasversale principale che verifica l'immersione del margine del ponte.
delimiti le cisterne laterali o quelle de doppio fondo, a 3) La stabilità deve essere esaminata e può essere con-
meno che: siderata sufficiente se la curva dei bracci raddriz-
• l'intervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore zanti ha almeno un'estensione di 20° oltre la
all'estensione longitudinale dell'avaria ipotizzata posizione di equilibrio in unione con un massimo
specificata in b) oppure, residuo braccio raddrizzante, in m, di almeno 0,1
• esista uno scalino oppure un recesso in una paratia entro l'estensione di 20°; l'area, in m.rad, sotto la
trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, curva entro questa estensione non deve essere infe-
posto entro l'estensione della penetrazione dell'ava- riore a 0,0175.
ria ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del j) Stadio intermedio di allagamento
gavone di poppa e del cielo del gavone di poppa
La Società deve essere convinta che la stabilità sia suffi-
non deve essere considerato come tale.
ciente durante gli stadi intermedi di allagamento. A tal
f) Allagamento progressivo fine la Società applica gli stessi criteri relativi allo stadio
Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro finale di allagamento anche durante gli stadi intermedi
l'estensione ipotizzata della penetrazione dell'avaria di di allagamento.

Regolamenti RINA 2008 197


Parte F, Cap 11, Sez 11

k) Avaria allo slancio del fondo in h) compreso l'effetto di esenzioni che possono
essere state concesse come specificato in Tab 2.
Questa prescrizione si applica a navi miste petroliere-
portarinfusa di portata lorda uguale o superiore a 20000
t. 3.4 Navi cisterna per il trasporto di prodotti
Le ipotesi di avaria relative all'avaria al fondo prescritte petroliferi
in b) devono essere integrate dall'avaria allo slancio del
fondo ipotizzato di Tab 4. 3.4.1 Generalità (1/10/2005)
I requisiti di h) devono essere soddisfatti per l'avaria di Ogni nave petroliera deve soddisfare i criteri di comparti-
slancio al fondo ipotizzata. mentazione e stabilità in condizioni di avaria specificati in
[3.4.8], dopo l'avaria ipotizzata al fondo o al fianco specifi-
cata in [3.4.2], per lo standard di avaria descritto in [3.4.3],
Tabella 4 : Estensione dell'avaria al
e per ogni immersione operativa che rifletta le reali condi-
fondo (1/10/2005)
zioni di pieno o parziale carico compatibili con l'assetto e
la robustezza della nave come pure con le masse volumi-
Estensione che del carico.
Estensione Estensione
Portata lorda longitudi-
trasversale verticale
nale Le condizioni effettive di pieno o parziale carico da consi-
< 75000 t 0,4 L (1) B/3 (2) derarsi sono quelle specificate in Parte B, Cap 3, App 2,
[1.2.6], ma le condizioni di zavorra nelle quali la nave
≥ 75000 t 0,6 L (1) B/3 (2) petroliera non trasporta liquidi nelle cisterne del carico,
(1) Misurata dalla perpendicolare avanti. esclusi i residui oleosi, non devono essere considerate.
(2) Rottura dello scafo esterno.
3.4.2 Dimensioni dell'avaria (1/10/2005)
l) Impianti di equalizzazione L'estensione ipotizzata dell'avaria è definita nella Tab 6.
Impianti di equalizzazione che richiedono mezzi mec-
L'estensione trasversale dell'avaria è misurata dalla murata
canici come valvole o tubi di bilanciamento, se collo-
perpendicolarmente al piano di simmetria della nave al
cati, non possono essere considerati per ridurre l'angolo
livello del bordo libero estivo.
di sbandamento o per raggiungere la minima stabilità
residua che soddisfi i requisiti di i) e sufficiente stabilità Allo scopo di determinare l'estensione dell'avaria ipotiz-
residua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi
zata, i pozzetti d'aspirazione possono essere trascurati, pur-
dove è usata equalizzazione. Compartimenti che sono
ché tali pozzetti non abbiano una superficie eccessiva e si
collegati da condotti di grande sezione trasversale pos-
estendano al di sotto della cisterna per una distanza minima
sono essere considerati in comune.
in nessun caso maggiore di metà dell'altezza del doppio
m) Informazioni al Comandante fondo.

Il Comandante di ogni nave mista petroliera-portarin- L'estensione verticale dell'avaria è misurata dalla linea del
fusa deve essere fornito, in forma approvata, di: garbo del fasciame del fondo sul piano di simmetria della
• Informazioni relative alla caricazione e distribu- nave.
zione del carico necessarie per assicurare la confor-
Se da un'avaria di estensione inferiore alla massima esten-
mità con le prescrizioni relative alla stabilità,
sione di avaria specificata nella Tab 6 derivasse una condi-
• dati circa la capacità della nave di soddisfare i criteri zione più severa, si dovrà prendere in considerazione tale
di stabilità in condizioni di avaria come determinati avaria di minore estensione.

Tabella 5 : Estensione dell'avaria (1/10/2005)

Estensione longitudi-
Avaria Estensione trasversale Estensione verticale
nale
Fianco lC = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tC = B/5 o 11,5 m (1) vC = senza limite

Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti lS = 1/3 L2/3 o 14,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

ogni altra parte lS = 1/3 L2/3 o 5 m (1) tS = B/6 o 5 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)

(1) Assumendo il valore minore

198 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

Tabella 6 : Standard di avaria (1/10/2005) 3.4.6 Allagamento progressivo (1/10/2005)


Se tubolature, condotti o gallerie sono situati entro l'esten-
Soltanto sione ipotizzata della penetrazione dell'avaria di cui in
Lunghezza Avaria ovun- Avarie tra le [3.4.2], devono essere prese provvedimantii in modo che
apparato
della nave, que lungo la paratie tra- un allagamento progressivo non possa interessare comparti-
motore alle-
in m nave sversali menti diversi da quelli ipotizzati allagabili nel calcolo dei
gato
singoli casi di avaria.
L ≤ 100 No Si (1) (2) No
100 < L ≤ 150 No Si (1) No 3.4.7 Permeabilità (1/10/2005)
150 < L ≤ 225 Si No Yes Le masse volumiche dei carichi trasportati, così come ogni
efflusso di liquidi dai compartimenti danneggiati, devono
L > 225 Si No No
essere tenuti in considerazione per ogni cisterna vuota o
(1) Apparato motore non allagato parzialmente piena.
(2) Esenzioni delle prescrizioni di cui in [3.4.8] possono
essere accettate dalla Società caso per caso La permeabilità di compartimenti ipotizzati allagati deve
essere assunta come indicato nella Tab 7.

3.4.3 Standard di avaria (1/10/2005)


Tabella 7 : Permeabilità (1/10/2005)
L'avaria in [3.4.2] deve essere applicata a tutte le concepi-
bili posizioni lungo lo scafo, in accordo con la Tab 6.
Compartimenti Permeabilità
3.4.4 Metodo di calcolo (1/10/2005) Adatti a magazzini 0,60

Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilità (GZ) e le Occupati da alloggi 0,95


posizioni del centro di gravità (KG) per giudicare le condi- Occupati da macchinari 0,85
zioni finali di sopravvivenza devono essere calcolate col
metodo del dislocamento costante (perdita di spinta). Compartimenti vuoti 0,95
Destinati a liquidi di consumo da 0 a 0,95 (1)
3.4.5 Assunzioni relative all'allagamento (1/10/2005)
Destinati ad altri liquidi da 0 a 0,95 (1)
Le prescrizioni di cui in [3.4.8] devono essere confermate (1) La permeabilità di compartimenti parzialmente pieni
da calcoli che tengano in considerazione le caratteristiche deve essere coerente con il quantitativo di liquido
di progetto della nave , le sistemazioni, configurazione e trasportato nel compartimento.
contenuti dei compartimenti allagati e la distribuzione,
masse volumiche ed effetto degli specchi liberi dei liquidi.
3.4.8 Prescrizioni di sopravvivenza (1/10/2005)
Se l'avaria interessante paratie trasversali è assunta come Le navi petroliere devono essere considerate come soddi-
specificato in [3.4.3], le paratie stagne trasversali devono sfacenti i criteri di stabilità in condizioni di avaria se sono
essere poste almeno ad una distanza uguale all'estensione soddisfatte le prescrizioni di cui in [3.4.9] e [3.4.10].
longitudinale dell'avaria ipotizzata specificata in [3.4.2] al
fine di essere considerate efficaci. Se le paratie trasversali 3.4.9 Stadio finale di allagamento (1/10/2005)
sono poste a distanza minore, una o più di queste paratie
entro tale estensione di avaria, deve essere assunta come a) Il galleggiamento finale, tenendo conto di sovraimmer-
inesistente allo scopo di determinare i compartimenti alla- sione, sbandamento e assetto, deve risultare sotto
gati. all'orlo inferiore di ogni apertura attraverso la quale si
possa verificare un allagamento progressivo.
Se l'avaria fra paratie stagne trasversali adiacenti è conside-
L'allagamento progressivo deve essere considerato in
rata come specificato in [3.4.3], non deve assumersi dan-
accordo con [2.1.6].
neggiata alcuna paratia trasversale principale che delimiti le
cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a meno che: b) L'angolo di sbandamento dovuto ad allagamento asim-
metrico non può superare 25°, tuttavia tale angolo può
• l'intervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore all'esten- essere aumentato a 30° se non si verifica l'immersione
sione longitudinale dell'avaria ipotizzata specificata in del margine del ponte.
[3.4.2] oppure,
c) La stabilità deve essere esaminata e può essere conside-
• esista uno scalino oppure un recesso in una paratia tra- rata sufficiente se la curva dei bracci raddrizzanti ha
sversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri, posto almeno un'estensione di 20° oltre la posizione di equili-
entro l'estensione della penetrazione dell'avaria ipotiz- brio unitamente a un massimo residuo braccio raddriz-
zata. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di zante, in m, di almeno 0,1 m entro l'estensione di 20°;
poppa e dal cielo del gavone stesso non deve essere l'area, in m.rad, sotto la curva entro questa estensione
considerato come tale. non deve essere inferiore a 0,0175.

Regolamenti RINA 2008 199


Parte F, Cap 11, Sez 11

3.4.10 Stadio intermedio di allagamento (1/10/2005) [3.4.8] compreso l'effetto di esenzioni che possono
La Società deve essere convinta che la stabilità sia suffi- essere state concesse come specificato in Tab 6.
ciente durante gli stadi intermedi di allagamento. A questo
proposito la Società applicherà gli stessi criteri relativi allo 3.5 Navi chimichiere
stadio finale di allagamento anche durante gli stadi inter-
medi di allagamento. 3.5.1 Generalità (1/10/2005)
3.4.11 Danno allo slancio del fondo (1/10/2005) Le navi progettate per il trasporto di prodotti chimici
La presente prescrizione si applica a navi petroliere di por- devono essere in accordo con le prescrizioni del Capitolo 2
tata lorda uguale o superiore a 20000 t. della versione più aggiornata dell' "International Code for
the Construction and Equipment of Ships Carrying Dange-
Le ipotesi di avaria relative all'avaria al fondo prescritte in
rous Chemicals in Bulk (IBC Code)", compreso il primo
[3.4.2] devono essere integrate dall'avaria ipotizzata allo
gruppo di emendamenti all'IBC-Code di cui alle Risoluzioni
slancio del fondo di Tab 8.
IMO MEPC.32(27) e MEPC.55(33) e degli Emendamenti
Per l'avaria ipotizzata allo slancio del fondo devono essere 2000, in accordo con la Risoluzione MSC 102(73) e le Riso-
soddisfatte le prescrizioni di cui in [3.4.8]. luzioni MEPC 79(43) e MEPC 90(45). Nel presente Capitolo
la dizione "IBC Code" è usata per fare riferimento a detto
Tabella 8 : Estensione dell'avaria al fondo (1/10/2005) Codice ed ai suoi emendamenti.
Tutte le prescrizioni del presente sotto-articolo [3.5] fanno
Estensione Estensione Estensione
Portata lorda riferimento alle Sezioni o Paragrafi del Capitolo 2 dell'IBC
longitudinale transversale verticale
Code applicabili, come appropriato.
< 75000 t 0,4 L (1) B/3 (2)
3.5.2 Condizioni di carico addizionali (1/10/2005)
≥ 75000 t 0,6 L (1) B/3 (2)
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9.2.3
(1) Misurata dalla perpendicolare avanti.
(2) Rottura dello scafo esterno. I criteri applicati alla stabilità residua durante le fasi inter-
medie di allagamento sono quelli relativi alla fase finale di
3.4.12 Sistemi di equalizzazione (1/10/2005) allagamento come descritta in IBC Code 2.9.3. Tuttavia pic-
Sistemi di equalizzazione che richiedono mezzi meccanici cole deviazioni da questi criteri possono essere accettate
come valvole o tubi di bilanciamento, se collocati, non pos- dalla Società caso per caso.
sono essere considerati per ridurre l'angolo di sbandamento
3.5.3 Allagamento progressivo (1/10/2005)
o per raggiungere la minima stabilità residua che soddisfi le
prescrizioni di cui in [3.4.9] e una sufficiente stabilità resi- RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.7.7
dua deve essere mantenuta durante tutti gli stadi durante i
L'allagamento progressivo deve essere considerato in
quali è impiegata l'equalizzazione. Compartimenti che
accordo con [2.1.6].
siano collegati da condotti di grande sezione trasversale
possono essere considerati in comune. 3.5.4 Allagamento progressivo (1/10/2005)
3.4.13 Informazioni al Comandante (1/10/2005) RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.8
Il Comandante di ogni nave petroliera deve essere fornito, Il concetto di scalino nella paratia prodiera del locale mac-
in forma approvata, di: chine è già implicito nelle prescrizioni in IBC Code 3.2.1 e
• informazioni relative alla caricazione e distribuzione nella Regola II-2/56 della SOLAS 74(83). A fini della stabi-
del carico necessarie per assicurare la conformità con le lità in caso di falla, quando il recesso per il locale pompe o
prescrizioni relative alla stabilità, locale pompe del carico si estende nell'adiacente locale
• dati circa la capacità della nave di soddisfare i criteri di macchine o cisterna del carico per più di 3 m, la falla deve
stabilità in condizioni di avaria come determinati in essere trattata come definito in Fig 1.

200 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

Figura 1 : Falla sulla paratia prodiera con scalino del di caricazione di cui nella Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.7]
locale macchine (1/10/2005) in condizioni di equilibrio stabile verificando i criteri in
IBC 2.9.
≤ 3m
b) Fasi intermedie di allagamento
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9.2.3

PARATIA
AVARIA 1 AVARIA 2 I criteri applicati alla stabilità residua durante le fasi
MURATA O FONDO
intermedie dell'allagamento devono essere gli stessi
relativi alla fase finale di allagamento come specificato
in IBC Code 2.9.3
>3m c) Definizione del campo di stabilità positiva
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9
PARATIA

AVARIA 1
Il campo di 20° può essere misurato a partire da ogni
AVARIA 2
angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e
MURATA O FONDO
l'angolo di 25° (o 30° se non si verifica l'immersione del
ponte) (vedi Fig 3).

>3 m Figura 3 : Campo di stabilità positiva (1/10/2005)


PARATIA

h = braccio di stabilità
θ = angolo al quale si ha l’allagamento progressivo
AVARIA 1 AVARIA 2 h(m)

MURATA O FONDO

0,1 m
>3 m >3 m
h
max > 0,1
PARATIA

AVARIA 2 25° θ
AVARIA 1
20°

MURATA O FONDO

d) Navi di tipo 3 di lunghezza inferiore a 125 m


RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.8.1.6
3.5.5 Estensione longitudinale della falla nella L'allagamento del locale macchine se collocato a
sovrastruttura (1/10/2005)
poppa, in una nave di tipo 3 di lunghezza inferiore a
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.8 125 m. Deroghe parziali a queste prescrizioni possono
L'estensione longitudinale della falla nella sovrastruttura, in essere concesse caso per caso.
caso di falla sul fianco in un locale macchine poppiero, con
la falla convenzionale dell'IBC Code 2.8.1, deve essere, in 3.6 Navi gassiere
generale, uguale all'estensione longitudinale della falla a
murata nel locale macchine (vedere Fig 2). 3.6.1 Generalità (1/10/2005)
Le navi progettate per il trasporto di gas liquefatti devono
Figura 2 : Estensione longitudinale della falla nella essere in accordo con le prescrizioni della versione più
sovrastruttura (1/10/2005) aggiornata del Capitolo 2 dell' "International Code for the
Construction and Equipment of Ships Carrying Liquefied
Gases in Bulk (IGC Code)", come emendato. Nel presente
Regolamento la dizione "IGC Code" è usata per fare riferi-
mento a detto Codice ad ai suoi emendamenti.
LOCALE Tutte le prescrizioni del presente sotto-articolo [3.6] fanno
MACCHINE
riferimento alle Sezioni o Paragrafi del Capitolo 2 dell'IBC
Code applicabili, come appropriato.

3.6.2 Estensione longitudinale delle falle nella


sovrastruttura (1/10/2005)
3.5.6 Criteri di sopravvivenza (1/10/2005)
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8
a) Generalità
L'estensione longitudinale delle falle nella sovrastruttura
RIFERIMENTO IBC CODE: Cap. 2, 2.9 (ved. anche IGC Code 2.7.8), nel caso di falla sul fianco di
Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso un locale macchine poppiero, come specificato in IGC
di falla come specificata in IBC Code 2.5.1 e 2.5.2 Code 2.8.1, deve essere uguale all' estensione longitudinale
secondo le norme in IBC Code 2.8.1 e per le condizioni della falla sul fianco locale macchine (vedere Fig 4).

Regolamenti RINA 2008 201


Parte F, Cap 11, Sez 11

Figura 4 : Estensione longitudinale della falla nella 3.7 Navi da passeggeri


sovrastruttura (1/10/2005)
3.7.1 Generalità (1/7/2006)
Le navi da passeggeri sono soggette al metodo determini-
stico come indicato in questo sotto-articolo [3.7].
Come alternativa alle prescrizioni di questo sotto-articolo,
LOCALE a richiesta delle Parti Interessate la Società può applicare i
MACCHINE
calcoli di stabilità in condizioni di avaria col metodo proba-
bilistico adottato dall'IMO il 20 maggio 2005 con la Risolu-
zione MSC 194(80).
3.6.3 Criteri di sopravvivenza (1/10/2005) Nel caso di applicazione delle norme IMO sopraindicate la
notazione di classe sarà completata con l'indicazione IMO-
a) Generalità
MSC 194(80) tra parentesi (cioè DMS(IMO-MSC194(80))).
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9
3.7.2 Definizioni (1/10/2005)
Le navi devono essere in grado di sopravvivere nel caso
di falla come specificata in IGC Code 2.5.1 e 2.5.2 a) Galleggiamento di compartimentazione
secondo le norme in IGC Code 2.8.1 e per le condizioni
Il galleggiamento di compartimentazione è la linea di
di carico di cui in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.8] in con-
galleggiamento in base alla quale viene determinata la
dizioni di equilibrio stabile e a soddisfazione dei criteri
compartimentazione della nave.
di cui in IGC Code 2.9.
b) Massimo galleggiamento di compartimentazione
b) Fasi intermedie di allagamento
Il massimo galleggiamento di compartimentazione è la
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2.3
linea di galleggiamento che corrisponde alla massima
I criteri applicati alla stabilità residua durante le fasi immersione verificata con le norme di compartimenta-
intermedie dell'allagamento devono essere gli stessi zione che sono applicabili.
relativi alla fase finale di allagamento come specificato
c) Lunghezza LS
in IGC Code 2.9.3. Tuttavia, piccole deviazioni da que-
sti criteri possono essere accettate dalla Società caso per La lunghezza LS è la lunghezza misurata tra le perpendi-
caso. colari condotte alle estremità del massimo galleggia-
mento di compartimentazione.
c) Definizione del campo di stabilità positiva
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.9.2 d) Larghezza B

Il campo di 20° può essere misurato a partire da ogni La larghezza B è la massima larghezza fuori ossatura al
angolo iniziando tra la posizione di equilibrio e massimo galleggiamento di compartimentazione o al di
l'angolo di 25° (o 30° se non si verifica l'immersione del sotto di esso.
ponte) (vedere Fig 5). e) Ponte delle paratie
d) Navi di tipo 3G di lunghezza inferiore a 125 m Il ponte delle paratie è il ponte più alto al quale si esten-
RIFERIMENTO IGC CODE : Cap. 2, 2.8.1.6 dono le paratie stagne trasversali.

L'allagamento del locale macchine, se collocato a f) Linea limite


poppa in una nave di tipo 3G di lunghezza inferiore a La linea limite è una linea tracciata ad almeno 76 mm
125 m, deve soddisfare per quanto possibile i criteri di sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a
cui in IGC Code 2.9. Deroghe parziali a queste prescri- murata.
zioni possono essere concesse caso per caso.
g) Locale macchine
Figura 5 : Campo di stabilità positiva (1/10/2005) Locale macchine deve intendersi quello che si estende
dalla linea di costruzione alla linea limite e fra le paratie
h = braccio di stabilità
stagne trasversali principali estreme che limitano i locali
θ = angolo al quale si ha l’allagamento progressivo
h(m)
contenenti i macchinari di propulsione principali ed
ausiliari, le caldaie necessarie alla propulsione e tutti i
depositi permanenti di carbone.
h) Locali passeggeri
0,1 m

h
I locali passeggeri sono quei locali che sono destinati ad
max > 0,1
alloggio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, depo-
siti, locali per le provviste e la posta.
25° θ

20° In tutti i casi i volumi e le aree devono essere calcolati


fra le linee fuori ossatura.

202 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

3.7.3 Lunghezze allagabili e massima lunghezza d) Permeabilità


ammissibile dei compartimenti (1/10/2005)
1) Per determinare la lunghezza allagabile, si deve
a) Generalità adottare una permeabilità media uniforme per
In luogo delle prescrizioni riportate in [3.7.3] e [3.7.4] l'intera.
possono essere usate, se applicate nella loro interezza, Per determinare la lunghezza allagabile, si deve
le "Regole sulla compartimentazione e stabilità di navi adottare una permeabilità media uniforme per
passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II l'intera lunghezza di ciascuno dei seguenti tratti di
della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia scafo al di sotto della linea limite:
della vita umana in mare, 1960", adottate dall'IMO con • il locale macchine;
la Risoluzione A.265(VIII).
• la parte a proravia del locale macchine;
b) Massima lunghezza ammissibile dei compartimenti
• la parte a poppavia del locale macchine.
Le navi devono essere compartimentate il più efficace-
2) The uniform average permeability µ throughout the
mente possibile avendo riguardo alla natura del servizio
machinery space is to be determined from the for-
al quale sono destinate. Il grado di compartimentazione
mula:
deve variare in funzione della lunghezza LS della nave e
del servizio, in modo che il più alto grado di comparti-
µ = 0 ,85 + 0 ,10 ⎛ ------------⎞
a–c
mentazione corrisponda alle navi di maggior lun- ⎝ v ⎠
ghezza, adibite in modo prevalente al trasporto di
passeggeri. dove:
a : volume dei locali per i passeggeri che si
Le prescrizioni riportate da c) a g) vengono usate per
trovano sotto la linea limite entro i limiti
calcolare la massima lunghezza ammissibile di un com-
del locale macchine;
partimento avente il suo centro in qualunque punto
lungo la lunghezza LS della nave. La massima lun- c : il volume degli spazi di interponte
ghezza ammissibile di un compartimento avente il suo adibiti a merci, carbone o provviste, che
centro in qualunque punto lungo la nave è ottenuta si trovano al di sotto della linea limite
dalla lunghezza allagabile calcolata in c) moltiplicando entro i limiti del locale macchine;
quest'ultima per un opportuno coefficiente chiamato v : l'intero volume del locale macchine al
fattore di compartimentazione, calcolato in e). di sotto della linea limite.
Il fattore di compartimentazione è calcolato usando il 3) Quando è dimostrato, a soddisfazione della Società,
criterio di servizio indicato in f). che la permeabilità media, determinata con un cal-
Il calcolo del fattore di compartimentazione in accordo colo dettagliato, è inferiore a quella data dalla for-
con e), così come quello del criterio di servizio in mula, può essere assunto il valore ottenuto con il
accordo con f), sono riassunti nell' App 3. calcolo. Per questo calcolo, la permeabilità dei
locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a
c) Calcolo delle lunghezze allagabili 0,95, quella di tutti gli spazi per le merci, carbone e
La lunghezza allagabile in ogni punto della lunghezza provviste uguale a 0,60. La permeabilità del doppio
di una nave LS, deve essere determinata con il metodo fondo, cisterne e casse di olio combustibile ed altre
di calcolo di seguito specificato che tiene in considera- casse può essere assunta uguale a 0,95.
zione la forma, l'immersione e le altre caratteristiche 4) Eccetto quanto stabilito nel caso di speciali criteri di
della nave considerata. compartimentazione di cui al comma e), la permea-
In una nave col ponte delle paratie continuo, la lun- bilità media uniforme µ di tutta la parte di scafo
ghezza allagabile in un determinato punto è la massima avanti o addietro del locale macchine deve essere
parte della lunghezza della nave LS, avente il suo centro determinata con la formula:
nel punto considerato, che può essere allagata nelle a
ipotesi indicate in d) senza che la nave si immerga oltre µ = 0 ,63 + 0 ,35 ---
v
la linea limite.
dove:
Nel caso di una nave avente il ponte delle paratie
discontinuo, la lunghezza allagabile in un qualsiasi a : volume dei locali per i passeggeri
punto può essere determinata assumendo una linea incluso il volume dei locali per gli
limite continua che non sia in alcun punto a meno di 76 alloggi e ad uso dell'equipaggio, avanti
mm sotto la faccia superiore del ponte (a murata) fino al o addietro al locale macchine;
quale le paratie interessate e il fianco della nave sono v : l'intero volume della parte di scafo al di
mantenuti stagni. sotto della linea limite avanti o addietro
Quando una parte di una linea limite assunta è sensibil- al locale macchine.
mente sotto il ponte a cui arrivano le paratie, la Società 5) Nel caso di speciali criteri di compartimentazione
può permettere una limitata tolleranza alla tenuta sta- prescritti in [3.7.4], la permeabilità media uniforme
gna di quelle parti delle paratie che si trovano al di µ di tutta la parte di scafo avanti o addietro del
sopra della linea limite e immediatamente al di sotto del locale macchine deve essere determinata con la for-
ponte più alto. mula:

Regolamenti RINA 2008 203


Parte F, Cap 11, Sez 11

b • per LS maggiore di od uguale a 79 m:


µ = 0 ,95 – 0 ,35 ---
v
30 ,3
B = ----------------
- + 0 ,18
dove: L S – 42
b : il volume degli spazi sotto la linea limite Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato
e sopra il margine superiore dei madieri, come riportato qui di seguito, usando il criterio di
del cielo del doppio fondo, o dei gavoni servizio (indice numerico del criterio di servizio) calco-
cisterna, a seconda dei casi, che sono lato in f):
adatti ed usati per merci, depositi di car- 1) La compartimentazione a poppavia del gavone di
bone o combustibile liquido, magazzini, prora di navi di lunghezza uguale o superiore a 131
locali bagagli e posta, pozzi catene e m aventi un criterio di servizio 23 o inferiore deve
casse per acqua dolce, avanti o addietro essere determinata dal fattore A dato dalla formula
al locale macchine; suddetta; per quelle aventi criterio di servizio 123 o
v : l'intero volume della parte di scafo al di superiore dal fattore B dato dalla formula suddetta;
sotto della linea limite avanti o addietro quelle aventi un criterio di servizio fra 23 e 123 dal
al locale macchine.. fattore di compartimentazione F ottenuto mediante
Nel caso di navi adibite a servizi in cui le stive da interpolazione lineare fra i fattori A e B, usando la
carico non siano abitualmente occupate da consid- formula:
erevoli quantità di carico, nessuna parte degli spazi ( A – B ) ( C s – 23 )
F = A – -----------------------------------------
-
per il carico deve essere inclusa nel calcolo di b. 100
6) Nel caso di sistemazioni non usuale, la Società può Nondimeno, quando il criterio di servizio è uguale a
permettere, o richiedere, un calcolo dettagliato della 45 o maggiore e contemporaneamente il fattore di
permeabilità media per le parti della nave situate compartimentazione F calcolato è 0,65 o meno, ma
avanti o addietro al locale macchine. Per questo cal- più di 0,50, la compartimentazione a poppavia del
colo, la permeabilità dei locali per i passeggeri deve gavone di prora deve essere determinata con il fat-
essere assunta uguale a 0,95, quella dei locali con- tore 0,50.
tenenti macchinari uguale a 0,85, quella di tutti gli 2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a
spazi per le merci, carbone e provviste uguale a soddisfazione della Società essere praticamente
0,60 e quella del doppio fondo, casse di combusti- impossibile applicare il fattore F ad un comparti-
bile liquido ed altre casse uguale al valore che può mento di macchina della nave, la compartimentazi-
essere approvato in ciascun caso. one di tale locale può essere regolata da un fattore
7) Se un compartimento d'interponte, compreso fra più elevato che, comunque, non può superare 0,40.
due paratie stagne trasversali, contiene locali per i 3) La compartimentazione a poppavia del gavone di
passeggeri o per l'equipaggio, l'intero comparti- prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non
mento, dedotto ogni spazio completamente chiuso inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio uguale
entro paratie d'acciaio permanenti ed adibito ad ad S, dove:
altri scopi, deve essere considerato come locale per
i passeggeri. Se tuttavia il locale per i passeggeri o 3574 – 25L
S = -------------------------------S
per l'equipaggio in questione è completamente 13
chiuso tra paratie d'acciaio permanenti, soltanto il deve essere determinata da un fattore di comparti-
locale così racchiuso deve essere considerato come mentazione uguale all'unità; per quelle aventi crite-
locale per i passeggeri. rio di servizio uguale o superiore a 123, dal fattore B
e) Fattore di compartimentazione dato dalla formula suddetta; per quelle aventi crite-
rio di servizio compreso fra S e 123, dal fattore F
Il fattore di compartimentazione è funzione della lun- ottenuto per interpolazione lineare tra l'unità e il
ghezza LS della nave e per una data lunghezza deve fattore B usando la formula:
variare in accordo con la natura del servizio per il quale
la nave è progettata. Esso deve diminuire in modo rego- ( 1 – B ) ( Cs – S )
F = 1 – ------------------------------------
-
lare e continuo: 123 – S

• con l'aumentare della lunghezza LS della nave, e 4) La compartimentazione a poppavia del gavone di
prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m, ma
• da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente non inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio
adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, appli- inferiore a S, e navi di lunghezza inferiore a 79 m,
cabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di deve essere determinata da un fattore di comparti-
passeggeri. mentazione uguale all'unità, a, meno che non venga
Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate dimostrato, a soddisfazione della Società, sia
con le seguenti formule: nell'uno che nell'altro caso, che in qualche parte
• per LS maggiore di od uguale a 131 m: della nave è praticamente impossibile applicare tale
fattore, nel qual caso la Società può accordare delle
58 ,2 - + 0 ,18 tolleranze nella misura che ritiene giustificata dalle
A = ----------------
L S – 60 circostanze.

204 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

5) Le disposizioni del paragrafo d) devono essere appli- per tutta la lunghezza LS della nave, siano consi-
cate anche a navi di qualsiasi lunghezza autorizzate derate, ai fini di Parte B, Cap 9, Sez 9 come se
a trasportare un numero di passeggeri maggiore di fossero al di sotto della linea limite; e
12, ma non superiore a: • i due compartimenti adiacenti allo "scalino" del
2
LS ponte delle paratie siano ciascuno entro la lung-
---------
-
650 hezza ammissibile corrispondente alla rispettiva
o 50, se minore. linea limite e, inoltre, la loro lunghezza comp-
lessiva non superi il doppio della lunghezza
f) Criterio di servizio ammissibile, calcolata in base alla più bassa
Il fattore di compartimentazione che compete ad una delle due linee limite.
nave di una data lunghezza deve essere determinato
dall'indice numerico del criterio di servizio (breve- 2) Un compartimento può oltrepassare la lunghezza
mente chiamato criterio di servizio) dato dalle seguenti ammissibile stabilita dalle prescrizioni in e) e f) pur-
formule: ché la lunghezza complessiva di ciascuna coppia di
compartimenti adiacenti con i quali il comparti-
M + 2P1 mento in questione è in comune non superi la lun-
C s = 72 ------------------------
- for P1 > P
V + P1 – P ghezza allagabile ovvero il doppio della lunghezza
M + 2P ammissibile, se minore.
C s = 72 ------------------ for P1 ≤ P
V
Se uno dei due compartimenti adiacenti è situato
dove: entro il locale macchine, e il secondo è situato fuori
CS : il criterio di servizio, dal locale macchine, e la permeabilità media della
M : il volume del locale macchine, in m3, con parte di nave nella quale è situato il secondo è
l'aggiunta del volume dei depositi perma- diversa da quella del locale macchine, la lunghezza
nenti di combustibile liquido situati sopra il complessiva dei due compartimenti deve essere cor-
doppio fondo a proravia o a poppavia del retta sulla base della permeabilità media delle due
locale macchine, parti della nave nelle quali i compartimenti sono sit-
V : il volume totale della nave sotto la linea uati.
limite, in m3 Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fat-
P : il volume totale degli spazi per i passeggeri tori di compartimentazione diversi, la lunghezza
al di sotto della linea limite, in m3, incluso il complessiva dei due compartimenti deve essere
volume dei locali alloggi e per altro uso determinata in proporzione.
dell'equipaggio 3) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m
P1 : coefficiente da assumersi uguale a: una delle paratie trasversali principali a poppavia
P 1 = KN del gavone di prora deve essere sistemata ad una
distanza dalla perpendicolare avanti non maggiore
Se il valore di KN è maggiore della somma della lunghezza ammissibile.
di P e del volume totale degli spazi effettiva-
mente destinati ai passeggeri sopra la linea 4) Una paratia trasversale principale può avere un
limite, il valore da assumersi per P1 è quella recesso purché ogni parte del recesso sia compresa
somma ovvero 2/3 di KN, se maggiore, fra due superfici verticali ad entrambi i lati della
nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame
K = 0 ,056 L S
esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave,
LS : la lunghezza della nave, in m, misurata perpendicolarmente al piano di simmetria
N : il numero dei passeggeri per il quale la nave al livello del massimo galleggiamento di comparti-
deve essere certificata. mentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassi
Per navi che non hanno il ponte delle paratie continuo, i detti limiti deve essere considerata come uno sca-
volumi devono essere presi fino alla effettiva linea limite lino in accordo con 5).
usata nella determinazione delle lunghezze allagabili. 5) Una paratia trasversale principale può avere uno
g) Norme particolari relative alla compartimentazione scalino purché soddisfi ad una delle seguenti con-
delle navi da passeggeri dizioni:
1) Quando in una o più parti della nave le paratie • la lunghezza complessiva dei due comparti-
stagne si estendono ad un ponte più alto che nel menti, separati dalla paratia in questione, non
resto della nave, e si desidera trarre vantaggio da superi il 90% della lunghezza allagabile o il
questa più alta estensione delle paratie nel calcolare doppio della lunghezza ammissibile, con
la lunghezza allagabile, possono essere usate linee l'eccezione che, in navi aventi un fattore di com-
limite separate per ciascuna di tali parti della nave, partimentazione maggiore di 0,9, è sufficiente
purché: che la lunghezza complessiva dei due comparti-
• i fianchi della nave si estendano per tutta la lun- menti in questione non superi la lunghezza
ghezza della nave LS fino al ponte corrispon- ammissibile;
dente alla linea limite più alta e tutte le aperture • in corrispondenza dello scalino sia assicurata
sul fasciame esterno al di sotto di questo ponte, una compartimentazione addizionale atta a

Regolamenti RINA 2008 205


Parte F, Cap 11, Sez 11

garantire lo stesso grado di sicurezza dato da lità allo stato integro deve essere adeguata per resistere
una paratia piana; all'allagamento di due qualsiasi compartimenti princi-
• il compartimento sul quale lo scalino si estende pali contigui.
non superi la lunghezza ammissibile corrispond- Quando il prescritto fattore di compartimentazione è
ente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo uguale od inferiore a 0,33, la stabilità allo stato integro
scalino. deve essere adeguata per resistere all'allagamento di tre
6) Quando una paratia trasversale principale ha un qualsiasi compartimenti principali contigui.
recesso od uno scalino, nello studio della comparti- c) Navi che trasportano 400 persone o più
mentazione deve essere usata una paratia piana In aggiunta alle prescrizioni di d). le navi passeggeri
equivalente. certificate per il trasporto di 400 o più persone devono
7) Se la distanza tra due paratie trasversali principali rispondere alle prescrizioni in h) con l'ipotesi che l'ava-
adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la ria si verifichi in un qualunque punto della lunghezza
distanza tra due piani trasversali passanti tra le più della nave LS.
vicine parti a scalino delle paratie, è inferiore a 3,0 d) Ipotesi di calcolo
m più il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero
Le prescrizioni di b) devono essere verificate per mezzo
11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve
di calcoli in accordo con e), f) e j) che tengano in consi-
essere considerata facente parte della compartimen-
derazione le proporzioni e le caratteristiche di progetto
tazione della nave in accordo con le prescrizioni e)
della nave e le sistemazioni e configurazione dei com-
e f).
partimenti danneggiati. Nell'esecuzione di detti calcoli
8) Quando un compartimento stagno trasversale prin- la nave deve essere assunta nella peggiore condizione
cipale ha una propria compartimentazione locale e di servizio prevista riguardo alla stabilità.
può essere dimostrato, a soddisfazione della Quando venisse proposto di sistemare ponti, fasciami
Società, che, nell'ipotesi di qualunque avaria late- interni o paratie longitudinali di sufficiente tenuta tale
rale estendentesi non più della minore fra le lun- da limitare seriamente il flusso dell'acqua, la Società
ghezze di 3,0 m più 3% della lunghezza LS della deve essere convinta che sia stata data un'appropriata
nave ovvero 11 m, il volume del compartimento considerazione a tali limitazioni nei calcoli.
principale non si allagherebbe per intero, può essere
concessa una proporzionale tolleranza nella deter- e) Estensione dell'avaria
minazione della lunghezza ammissibile altrimenti Le estensioni di avaria ipotizzate devono essere le
richiesta per tale compartimento. In questo caso il seguenti:
volume dell'effettiva riserva di galleggiabilità attribu- 1) estensione longitudinale:
ita al fianco non danneggiato non può essere mag- il minore tra i valori seguenti: 3,0 m più il 3% della
giore di quello assunto per il fianco danneggiato. lunghezza della nave LS o 11,0 m. Quando il fattore
9) Quando il fattore di compartimentazione richiesto è di compartimentazione richiesto è 0,33 o meno
uguale o inferiore a 0,5, la lunghezza complessiva l'estensione longitudinale ipotizzata dell'avaria deve
di due qualsiasi compartimenti contigui non può essere aumentata come necessario in modo da
superare la lunghezza allagabile. includere due qualunque paratie stagne trasversali
principali consecutive;
3.7.4 Stabilità in avaria (1/10/2005)
2) estensione trasversale:
a) Generalità
una distanza pari a 1/5 della larghezza B della nave
Invece delle prescrizioni riportate in [3.7.3] e [3.7.4],
misurata dal fianco verso l'interno della nave per-
possono essere usate, se applicate nella loro interezza,
pendicolarmente al piano di simmetria, al livello del
le "Regole sulla compartimentazione e stabilità di navi
massimo galleggiamento di compartimentazione;
passeggeri come equivalente alla parte B del capitolo II
della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia 3) estensione verticale:
della vita umana in mare, 1960", adottate dall'IMO con dalla linea di costruzione verso l'alto senza limite.
la Risoluzione A.265(VIII). Se una qualunque avaria di estensione minore di quella
b) Norme standard di compartimentazione indicata in 1), 2) e 3) desse luogo a condizioni più
Quando il fattore di compartimentazione richiesto è severe dal punto di vista della conformità con h) tale
uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilità avaria deve essere adottata nei calcoli.
allo stato integro deve essere adeguata per resistere f) Permeabilità
all'allagamento di uno qualunque dei compartimenti Nei calcoli di stabilità in avaria si devono assumere in
principali. generale i valori di permeabilità dei volumi e delle
Quando due compartimenti principali contigui sono superfici indicati nella Tab 9.
separati da una paratia a scalino che risponda alle pre- Permeabilità di superficie più elevate devono essere
scrizioni in [3.7.3], la stabilità allo stato integro deve assunte per quegli spazi che, in vicinanza del galleggia-
essere adeguata per resistere all'allagamento dei due mento di avaria, non contengono quantità rilevanti di
compartimenti in questione. alloggi o macchinari e spazi che non sono general-
Quando il prescritto fattore di compartimentazione è mente occupati da rilevanti quantità di carico o di prov-
uguale od inferiore a 0,5, ma maggiore di 0,33, la stabi- viste.

206 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

3) Momento dovuto alla pressione del vento:


Tabella 9 : Valori di permeabilità (1/10/2005) • deve essere applicata una pressione del vento
Spazi Permeabilità
pari a 120 N/m2;
• l'area cui applicare tale pressione deve essere
Destinati a carico, carbone o provviste 0,60 quella della proiezione laterale della nave al di
Occupati da alloggi o vuoti 0,95 sopra del galleggiamento corrispondente allo
stato integro;
Occupati da macchinari 0,85
• il braccio del momento deve essere assunto pari
Destinati a liquidi 0 o 0,95 (1) alla distanza verticale tra un punto a meta
dell'immersione media corrispondente allo stato
(1) scegliendo il valore che implica le prescrizioni più
integro e il baricentro della suddetta area di pro-
severe.
iezione laterale della nave.
g) Momenti sbandanti h) Criteri di stabilità in avaria
Devono essere presi in considerazione i seguenti Devono essere soddisfatti i criteri di stabilità in avaria in
momenti sbandanti: i) e in j).
i) Stadi intermedi di allagamento
1) Momento dovuto all'addensamento dei passeggeri:
Devono essere soddisfatti i seguenti criteri per gli stadi
Si devono fare le seguenti ipotesi:
intermedi di allagamento:
• quattro persone per m2;
1) il massimo braccio di stabilità deve essere almeno
• una massa di 75 kg per ciascun passeggero. 0,050 m,
Questo valore può essere ridotto a non meno di
2) il campo dei bracci di stabilità positivi deve essere
60 kg dove ciò può essere giustificato;
almeno 7°. In tutti i casi intermedi di allagamento, è
• i passeggeri devono essere distribuiti sulle aree sufficiente assumere una sola falla nello scafo e un
di ponte disponibili verso un fianco della nave, solo specchio libero.
sui ponti dove sono collocati i punti di riunione
L'allagamento asimmetrico deve essere contenuto al
e in modo tale che essi diano luogo al momento
minimo realizzabile mediante efficaci sistemazioni.
sbandante più sfavorevole;
Quando è necessario correggere grandi angoli di sban-
• l'altezza del centro di gravità per i passeggeri
damento, i mezzi da adottare devono essere per quanto
deve essere assunta uguale ad 1,0 m sopra il
possibile automatici, ma in qualsiasi caso dove esistano
livello del ponte per passeggeri in posizione
comandi di dispositivi per il bilanciamento trasversale ,
eretta (si può tener conto, se necessario, del bol-
questi devono essere manovrabili da sopra il ponte delle
zone e dell'insellatura del ponte), e 0,30 m sopra
paratie. Questi dispositivi insieme ai loro comandi
il sedile per i passeggeri seduti.
devono essere accettabili da parte della Società. Il mas-
2) Momento dovuto alla messa a mare di tutti i mezzi simo angolo di sbandamento dopo l'allagamento, ma
collettivi di salvataggio a pieno carico ammainabili prima del bilanciamento, non può superare i 15°.
su un lato della nave: Quando sono richiesti dispositivi per il bilanciamento
• tutte e imbarcazioni di salvataggio e tutti i bat- trasversale, il tempo per il bilanciamento non può supe-
telli d'emergenza sistemati sul lato verso il quale rare 15 minuti (vedere App 4). Devono essere fornite al
la nave ha sbandato dopo l'avaria devono essere Comandante della nave le informazioni necessarie rela-
assunti messi fuori bordo a pieno carico e pronti tive all'uso dei dispositivi per il bilanciamento trasver-
per essere ammainati; sale.
• per le imbarcazioni di salvataggio che possono j) Stadio finale di allagamento
essere messe a mare a pieno carico dalla posi- 1) Nel caso di allagamento simmetrico dovuto alla
zione dove esse sono sistemate a bordo, deve sistemazione dei compartimenti oppure dopo che
essere assunto il massimo momento sbandante sono state prese le misure per il bilanciamento,
durante la messa a mare; l'altezza metacentrica positiva residua deve essere
• una zattera di salvataggio a pieno carico ammai- almeno 50 mm calcolata col metodo a disloca-
nabile con gru, sospesa a ciascuna gru sul lato mento costante.
verso il quale la nave ha sbandato dopo l'avaria 2) Nel caso di allagamento asimmetrico, l'angolo di
deve essere assunta messa fuori bordo pronta sbandamento per l'allagamento di un comparti-
per essere ammainata; mento non deve superare 7°. Per il contemporaneo
• persone che non si trovino nei mezzi di salvatag- allagamento di due o più compartimenti adiacenti,
gio che vengono messi fuori bordo non devono l'angolo di sbandamento non deve superare 12°.
essere considerate fornire né momento sban- 3) In nessun caso la linea limite deve essere immersa
dante né momento raddrizzante addizionali; nella fase finale dell'allagamento. Se si ritiene che la
• i mezzi di salvataggio sul lato della nave opposto linea limite possa venire immersa nel corso di una
al lato verso il quale la nave ha sbandato devono fase intermedia dell'allagamento, la Società può esi-
essere assunti nella posizione in cui essi sono gere quelle indagini e quelle sistemazioni che giudi-
sistemati a bordo. cherà necessarie per la sicurezza della nave.

Regolamenti RINA 2008 207


Parte F, Cap 11, Sez 11

4) Il minimo campo della curva dei bracci di stabilità indicare l'influenza dei vari assetti tenendo conto dei
positivi residui deve essere almeno di 15° oltre limiti operativi.
l'angolo di equilibrio. l) Documentazione per il controllo della nave in avaria
Questo campo può essere ridotto ad un minimo di Piani devono essere esposti permanentemente, per
10°, nel caso in cui l'area sottesa dalla curva dei guida dell'ufficiale responsabile della nave, che
bracci di stabilità sia quella specificata nel punto 5), mostrino chiaramente per ciascun ponte e stiva i limiti
aumentata nel rapporto: dei compartimenti stagni, le loro aperture con i mezzi di
15 chiusura e la posizione dei relativi comandi e le misure
-------------------
campo da adottare per la correzione di qualsiasi sbandamento
dove il campo è espresso in gradi. dovuto ad allagamento. Inoltre, fascicoli contenenti le
suddette informazioni devono essere messi a disposi-
5) L'area sotto la curva dei bracci di stabilità deve
zione degli ufficiali della nave.
essere almeno 0,015 m.rad, misurata a partire
dall'angolo di equilibrio fino al minore dei seguenti Le porte stagne che possono rimanere aperte durante la
angoli: navigazione come riportato nella Parte E, Cap 11, Sez 2,
[2.5.3] p) devono essere chiaramente indicate nel piano
• l'angolo al quale si verifica l'allagamento pro-
di controllo dell'avaria con l'indicazione che "le porte
gressivo,
devono essere sempre pronte per l'immediata chiusura".
• 22° (misurati dalla posizione di nave diritta) nel
caso di allagamento di un compartimento, Dettagliate descrizioni delle informazioni che devono
oppure 27° (misurati dalla posizione di nave essere incluse nella documentazione per il controllo
diritta) nel caso di allagamento contemporaneo dell'avaria sono riportate in [2.1.7].
di due o più compartimenti contigui. m) Marche d'immersione
6) Il braccio di stabilità residua dentro il campo di sta- Ogni nave deve avere scale delle immersioni segnate in
bilità positiva deve essere ottenuto tenendo conto modo chiaro a prora e a poppa. Nel caso in cui le mar-
del maggiore dei seguenti momenti sbandanti dovuti che d'immersione non siano in posizione facilmente
a: leggibile, oppure, nel caso in cui vincoli operativi rela-
• l'addensamento di tutti i passeggeri verso un tivi ad un determinato traffico rendano difficile la lettura
lato; delle marche d'immersione, la nave deve essere munita
anche di un sistema indicatore di immersione affidabile
• la messa a mare a pieno carico di tutti i mezzi
mediante il quale possano essere determinate le immer-
collettivi di salvataggio ammainabili sistemati su
sioni prodiere e poppiere.
un lato della nave;
• la pressione del vento calcolandola con la for- n) Navi adibite a navigazione in acque tranquille
mula: Le navi che trasportano più di 350 passeggeri devono
essere compartimentate in modo da resistere all'allaga-
GZ = momento sbandante- + 0 ,04
--------------------------------------------------- mento di un qualsiasi compartimento, senza immergere
dislocamento
la linea marginale e conservando una stabilità positiva
dove GZ è in metri, il momento sbandante calcolato nella condizione finale di allagamento.
come in g) in tonnellate x metri, il dislocamento in
tonnellate.
3.8 Navi da passeggeri Ro-Ro
Comunque, in nessun caso questo braccio di stabi-
lità deve risultare minore di 0,10 m. 3.8.1 Generalità (1/7/2006)
k) Documentazione da fornire Le navi da passeggeri RO-RO sono soggette al metodo
Il Comandante della nave deve ricevere i dati necessari deterministico come indicato in questo sotto-articolo [3.8].
per mantenere una stabilità allo stato integro, in condi- Come alternativa alle prescrizioni di questo sotto-articolo,
zioni di esercizio, sufficiente affinché la nave sia in a richiesta delle Parti Interessate la Società può applicare i
grado di resistere ad un'avaria grave. Nel caso di navi calcoli di stabilità in condizioni di avaria col metodo proba-
che richiedano mezzi di bilanciamento trasversale, il bilistico adottato dall'IMO il 20 maggio 2005 con la Risolu-
Comandante della nave deve essere informato delle zione MSC 194(80).
condizioni di stabilità sulle quali i calcoli di sbanda-
Nel caso di applicazione delle norme IMO sopraindicate la
mento sono stati basati, e deve essere avvertito che
notazione di classe sarà completata con l'indicazione IMO-
potrebbe verificarsi uno sbandamento eccessivo se la
MSC 194(80) tra parentesi (cioè DMS(IMO-MSC194(80))).
nave subisse un'avaria trovandosi in condizioni meno
favorevoli. 3.8.2 Definizioni (1/10/2005)
I dati di cui sopra, che devono mettere in grado il a) Galleggiamento di compartimentazione
Comandante di mantenere una sufficiente stabilità allo
Il galleggiamento di compartimentazione è la linea di
stato integro, devono comprendere informazioni circa
galleggiamento in base alla quale viene determinata la
la massima altezza ammissibile del centro di gravità
compartimentazione della nave.
della nave dalla chiglia (KG) o, in alternativa, la minima
altezza metacentrica ammissibile (GM) per un campo di b) Massimo galleggiamento di compartimentazione
immersioni o di dislocamenti sufficiente a comprendere Il massimo galleggiamento di compartimentazione è la
tutte le condizioni di esercizio. Le informazioni devono linea di galleggiamento che corrisponde alla massima

208 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

immersione permessa dalle norme di compartimenta- ger ships as an equivalent to Part B of Chapter II of the
zione che sono applicabili. International Convention for the Safety of Life at Sea,
c) Lunghezza della nave LS 1960", adottate dall'IMO con la Risoluzione
A.265(VIII).
La lunghezza della nave LS è la lunghezza misurata tra
le perpendicolari condotte alle estremità del massimo b) Massima lunghezza ammissibile dei compartimenti
galleggiamento di compartimentazione. Le navi devono essere compartimentate il più efficace-
d) Larghezza B mente possibile avendo riguardo alla natura del servizio
al quale sono destinate. Il grado di compartimentazione
La larghezza B è la massima larghezza fuori ossatura al
deve variare in funzione della lunghezza LS della nave e
massimo galleggiamento di compartimentazione o al di
del servizio, in modo che il più alto grado di comparti-
sotto di esso.
mentazione corrisponda alle navi di maggior lun-
e) Ponte delle paratie ghezza, adibite in modo prevalente al trasporto di
Il ponte delle paratie è il ponte più alto al quale si esten- passeggeri.
dono le paratie stagne trasversali. Le prescrizioni riportate da c) a f) vengono usate per cal-
f) Linea limite colare la massima lunghezza ammissibile di un compar-
La linea limite è una linea tracciata ad almeno 76 mm timento avente il suo centro in qualunque punto lungo
sotto la faccia superiore del ponte delle paratie a la lunghezza LS della nave.
murata. La massima lunghezza ammissibile di un comparti-
g) Locale macchine mento avente il suo centro in qualunque punto lungo la
Locale macchine deve intendersi quello che si estende lunghezza della nave LS è ottenuta dalla lunghezza alla-
dalla linea di costruzione alla linea limite e fra le paratie gabile calcolata in c) moltiplicando quest'ultima per un
stagne trasversali principali estreme che limitano i locali opportuno coefficiente chiamato fattore di comparti-
contenenti i macchinari di propulsione principali ed mentazione, calcolato in e).
ausiliari, le caldaie necessarie alla propulsione e tutti i Il fattore di compartimentazione è calcolato usando il
depositi permanenti di carbone. criterio di servizio indicato in f).
h) Locali per i passeggeri Il calcolo del fattore di compartimentazione in accordo
I locali per i passeggeri sono i locali destinati ad allog- con e), così come quello del criterio di servizio in
gio ed uso dei passeggeri, esclusi i bagagliai, i depositi accordo con f), sono riassunti in App 3.
ed i locali locali per le provviste e la posta. c) Calcolo delle lunghezze allagabili
In ogni caso, i volumi e le aree devono essere calcolati La lunghezza allagabile, in ogni punto della lunghezza
fra le linee fuori ossatura. di una nave LS, deve essere determinata con il metodo
i) Locali ro-ro di calcolo di seguito specificato che tiene in considera-
I locali ro-ro sono spazi normalmente non suddivisi in zione la forma, l'immersione e le altre caratteristiche
alcun modo e che si estendono per tutta la lunghezza della nave considerata.
della nave o per una parte sostanziale della stessa, nei In una nave col ponte delle paratie continuo, la lun-
quali le merci (in colli o alla rinfusa, entro o su carri fer- ghezza allagabile in un determinato punto è la massima
roviari o stradali, veicoli, incluse le cisterne stradali o parte della lunghezza della nave LS, avente il suo centro
ferroviarie, rimorchi, contenitori, piattaforme mobili nel punto considerato, che può essere allagata nelle
(pallets), cisterne smontabili oppure entro o su mezzi di ipotesi indicate in d) senza che la nave si immerga oltre
stivaggio simili o altri mezzi di contenimento) possono la linea limite.
essere caricate o scaricate normalmente con movimen- Nel caso di una nave avente il ponte delle paratie
tazione orizzontale. discontinuo, la lunghezza allagabile in un qualsiasi
j) Locali di categoria speciale punto può essere determinata assumendo una linea
I locali di categoria speciale sono spazi chiusi, situati limite continua che non sia in alcun punto a meno di 76
sopra o sotto il ponte delle paratie, destinati al trasporto mm sotto la faccia superiore del ponte (a murata) fino al
di autoveicoli con combustibile nei serbatoi per la loro quale le paratie interessate e il fianco della nave sono
propulsione, nei quali e dai quali gli autoveicoli pos- mantenuti stagni.
sono entrare o uscire guidati dai conducenti e ai quali i Quando una parte di una linea limite assunta è sensibil-
passeggeri possono accedere. I locali di categoria spe- mente sotto il ponte a cui arrivano le paratie, la Società
ciale possono essere sistemati su più di un ponte, a con- può permettere una limitata tolleranza alla tenuta sta-
dizione che la loro altezza libera complessiva non sia gna di quelle parti delle paratie che si trovano al di
superiore a 10 m. sopra della linea limite e immediatamente al di sotto del
ponte più alto.
3.8.3 Lunghezze allagabili e massima lunghezza
ammissibile dei compartimenti (1/10/2005) d) Permeabilità
a) Generalità 1) Le ipotesi di cui in c) sono collegate alle permeabi-
In luogo delle prescrizioni riportate in [3.8.3] e [3.8.4], lità degli spazi al di sotto della linea limite.
possono essere usate, se applicate nella loro interezza Nel determinare la lunghezza allagabile, si deve
le "Regulations on Subdivision and Stability of passen- adottare una permeabilità media uniforme per

Regolamenti RINA 2008 209


Parte F, Cap 11, Sez 11

l'intera lunghezza di ciascuno dei seguenti tratti di bone o combustibile liquido, magazzini,
scafo al di sotto della linea limite: locali bagagli e posta, pozzi catene e
• il locale macchine; casse per acqua dolce, avanti o addietro
al locale macchine;
• la parte a proravia del locale macchine;
v : l'intero volume della parte di scafo al di
• la parte a poppavia del locale macchine.
sotto della linea limite avanti o addietro
2) La permeabilità media uniforme µ del locale mac- al locale macchine.
chine deve essere calcolata con la formula:
Nel caso di navi adibite a servizi in cui le stive da
carico non siano abitualmente occupate da conside-
µ = 0 ,85 + 0 ,10 ⎛ ------------⎞
a–c
⎝ v ⎠ revoli quantità di carico, nessuna parte degli spazi
per il carico deve includersi nel calcolo di b.
dove:
a : volume dei locali per i passeggeri che si 6) Nel caso di sistemazioni non usuali, la Società può
trovano sotto la linea limite entro i limiti permettere, o richiedere, un calcolo dettagliato della
del locale macchine; permeabilità media per le parti della nave situate
avanti o addietro al locale macchine. Per questo cal-
c : il volume degli spazi di interponte adi- colo, la permeabilità dei locali per i passeggeri deve
biti a merci, carbone o provviste, che si
essere assunta uguale a 0,95, quella dei locali con-
trovano al di sotto della linea limite
tenenti macchinari uguale a 0,85, quella di tutti i
entro i limiti del locale macchine; locali per le merci, carbone e provviste uguale a
v : l'intero volume del locale macchine al 0,60 e quella del doppio fondo, casse di combusti-
di sotto della linea limite. bile liquido ed altre casse uguale al valore che può
3) Quando è dimostrato, a soddisfazione della Società, essere approvato in ciascun caso.
che la permeabilità media, determinata con un cal- 7) Se un compartimento d'interponte, compreso fra
colo dettagliato, è inferiore a quella data dalla for- due paratie stagne trasversali, contiene locali per i
mula, può essere assunto il valore ottenuto con il passeggeri o per l'equipaggio, l'intero comparti-
calcolo. Per questo calcolo, la permeabilità dei mento, dedotto ogni spazio completamente chiuso
locali per i passeggeri deve essere assunta uguale a entro paratie d'acciaio permanenti ed adibito ad
0,95, quella di tutti gli spazi per le merci, carbone e altri scopi, deve essere considerato come locale per
provviste uguale a 0,60. La permeabilità del doppio i passeggeri. Se tuttavia il locale per i passeggeri o
fondo, cisterne e casse di olio combustibile ed altre per l'equipaggio in questione è completamente
casse può essere assunta uguale a 0,95. chiuso tra paratie d'acciaio permanenti, soltanto il
4) Eccetto quanto stabilito nel caso di speciali criteri di locale così racchiuso deve essere considerato come
compartimentazione di cui al comma 5), la permea- locale per i passeggeri.
bilità media uniforme µ di tutta la parte di scafo e) Fattore di compartimentazione
avanti o addietro del locale macchine deve essere
Il fattore di compartimentazione deve dipendere dalla
determinata con la formula:
lunghezza LS della nave e per una data lunghezza deve
a variare in accordo con la natura del servizio per il quale
µ = 0 ,63 + 0 ,35 ---
v la nave è progettata. Esso deve diminuire in modo rego-
dove: lare e continuo:
a : volume dei locali per i passeggeri • con l'aumentare della lunghezza LS della nave, e
incluso il volume dei locali per gli • da un fattore A, applicabile a navi prevalentemente
alloggi e ad uso dell'equipaggio, avanti adibite al trasporto di merci, ad un fattore B, appli-
o addietro al locale macchine; cabile a navi prevalentemente adibite al trasporto di
v : l'intero volume della parte di scafo al di passeggeri.
sotto della linea limite avanti o addietro Le variazioni dei fattori A e B devono essere calcolate
al locale macchine. con le seguenti formule:
5) Nel caso di speciali criteri di compartimentazione • per LS maggiore di od uguale a 131 m:
prescritta in [3.8.4], la permeabilità media uniforme
58 ,2 - + 0 ,18
µ di tutta la parte di scafo avanti o addietro del A = ----------------
L S – 60
locale macchine deve essere determinata con la for-
mula: • per LS maggiore di od uguale a 79 m:
b 30 ,3
µ = 0 ,95 – 0 ,35 --- B = ----------------- + 0 ,18
v L S – 42
dove: Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato
b : il volume degli spazi sotto la linea limite come riportato qui di seguito, usando il criterio di servi-
e sopra il margine superiore dei madieri, zio (indice numerico del criterio di servizio) calcolato in
del cielo del doppio fondo, o dei gavoni f):
cisterna, a seconda dei casi, che sono 1) La compartimentazione a poppavia del gavone di
adatti ed usati per merci, depositi di car- prora di navi di lunghezza uguale o superiore a 131

210 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

m aventi un criterio di servizio 23 o inferiore deve f) Criterio di servizio


essere determinata dal fattore A dato dalla formula Il fattore di compartimentazione che compete ad una
suddetta; per quelle aventi criterio di servizio 123 o nave di una data lunghezza deve essere determinato
superiore dal fattore B dato dalla formula suddetta; dall'indice numerico del criterio di servizio (breve-
quelle aventi un criterio di servizio fra 23 e 123 dal mente chiamato qui di seguito criterio di servizio) dato
fattore di compartimentazione F ottenuto mediante dalle seguenti formule:
interpolazione lineare fra i fattori A e B, usando la
M + 2P 1
formula: C s = 72 ------------------------
- per P1 > P
V + P1 – P
( A – B ) ( C s – 23 )
F = A – -----------------------------------------
- M + 2P
100 C s = 72 ------------------ per P1 ≤ P
V
Nondimeno, quando il criterio di servizio è uguale a dove:
45 o maggiore e contemporaneamente il fattore di CS : il criterio di servizio,
compartimentazione F calcolato è 0,65 o meno, ma
più di 0,50, la compartimentazione a poppavia del M : il volume del locale macchine, in m3, con
l'aggiunta del volume dei depositi perma-
gavone di prora deve essere determinata con il fat-
nenti di combustibile liquido situati sopra il
tore 0,50.
doppio fondo a proravia o a poppavia del
2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a locale macchine,
soddisfazione della Società essere praticamente V : il volume totale della nave sotto la linea
impossibile applicare il fattore F ad un comparti- limite, in m3,
mento di macchina della nave, la compartimenta-
P : il volume totale dei locali per i passeggeri al
zione di tale locale può essere regolata da un fattore
di sotto della linea limite, in m3, incluso il
più elevato che, comunque, non può superare 0,40.
volume dei locali per gli alloggi e per altro
3) La compartimentazione a poppavia del gavone di uso dell'equipaggio,
prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non P1 : coefficiente da assumersi uguale a:
inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio uguale
P 1 = KN
ad S, dove:
Se il valore di KN è maggiore della somma
3574 – 25L di P e del volume totale dei locali effettiva-
S = -------------------------------S
13 mente destinati ai passeggeri sopra la linea
deve essere determinata da un fattore di comparti- limite, il valore da assumersi per P1 è quella
mentazione uguale all'unità; per quelle aventi crite- somma ovvero 2/3 di KN, se maggiore,
rio di servizio uguale o superiore a 123, dal fattore B K = 0 ,056 L S
dato dalla formula suddetta; per quelle aventi crite-
LS : la lunghezza della nave, in m,
rio di servizio compreso fra S e 123, dal fattore F
ottenuto mediante interpolazione lineare tra l'unità N : il numero dei passeggeri per il quale la nave
e il fattore B usando la formula: deve essere certificata.
Per navi che non hanno il ponte delle paratie continuo, i
( 1 – B ) ( Cs – S )
F = 1 – ------------------------------------
- volumi devono essere presi fino alla effettiva linea limite
123 – S usata nella determinazione delle lunghezze allagabili.
4) La compartimentazione a poppavia del gavone di g) Norme particolari relative alla compartimentazione
prora di navi di lunghezza inferiore a 131 m ma non delle navi da passeggeri ro-ro
inferiore a 79 m, aventi un criterio di servizio infe- 1) Quando in una o più parti della nave le paratie sta-
riore a S, e di navi di lunghezza inferiore a 79 m, gne si estendono ad un ponte più alto che nel resto
deve essere determinata da un fattore di comparti- della nave, e si desidera trarre vantaggio da questa
mentazione uguale all'unità, a meno che non venga più alta estensione delle paratie nel calcolare la lun-
dimostrato, a soddisfazione della Società, sia ghezza allagabile, possono essere usate linee limite
nell'uno che nell'altro caso, che in qualche parte separate per ciascuna di tali parti della nave, pur-
della nave è praticamente impossibile applicare tale ché:
fattore, nel qual caso la Società può accordare delle
• i fianchi della nave si estendano per tutta la lun-
tolleranze nella misura che ritiene giustificata dalle
ghezza della nave LS fino al ponte corrispon-
circostanze.
dente alla linea limite più alta e tutte le aperture
5) Le disposizioni del comma 4) devono essere appli- sul fasciame esterno al di sotto di questo ponte,
cate anche a navi di qualsiasi lunghezza autorizzate per tutta la lunghezza LS della nave, siano consi-
a trasportare un numero di passeggeri maggiore di derate, ai fini di Parte B, Cap 9, Sez 9 come se
12, ma non superiore a: fossero al di sotto della linea limite; e
2 • i due compartimenti adiacenti allo "scalino" del
LS
---------
- ponte delle paratie siano ciascuno entro la lun-
650
ghezza ammissibile corrispondente alla rispet-
o 50, se minore. tiva linea limite e, inoltre, la loro lunghezza

Regolamenti RINA 2008 211


Parte F, Cap 11, Sez 11

complessiva non superi il doppio della lun- • il compartimento sul quale lo scalino si estende
ghezza ammissibile calcolata in base alla più non superi la lunghezza ammissibile corrispond-
bassa delle due linee limite. ente ad una linea limite presa a 76 mm sotto lo
scalino.
2) Un compartimento può oltrepassare la lunghezza
6) Quando una paratia trasversale principale ha un
ammissibile stabilita dalle prescrizioni in e) ed in f)
recesso od uno scalino, nello studio della comparti-
purché la lunghezza complessiva di ciascuna cop- mentazione deve essere usata una paratia piana
pia di compartimenti adiacenti con i quali il com- equivalente.
partimento in questione è in comune non superi la
lunghezza allagabile ovvero il doppio della lun- 7) Se la distanza tra due paratie trasversali principali
adiacenti, o tra le loro equivalenti paratie piane, o la
ghezza ammissibile, se minore.
distanza tra due piani trasversali passanti tra le più
Se uno dei due compartimenti adiacenti è situato vicine parti a scalino delle paratie, è inferiore a 3,0
entro il locale macchine, e il secondo è situato fuori m più il 3% della lunghezza LS della nave, ovvero
dal locale macchine, e la permeabilità media della 11 m, se minore, soltanto una di queste paratie deve
parte di nave nella quale è situato il secondo è essere considerata facente parte della compartimen-
diversa da quella del locale macchine, la lunghezza tazione della nave in accordo con le prescrizioni in
complessiva dei due compartimenti deve essere cor- e) ed in f).
retta sulla base della permeabilità media delle due 8) Quando un compartimento stagno trasversale prin-
parti della nave nelle quali i compartimenti sono cipale ha una propria compartimentazione locale e
situati. può essere dimostrato, a soddisfazione della
Società, che, nell'ipotesi di qualunque avaria late-
Qualora i due compartimenti adiacenti abbiano fat- rale estendentesi non più della minore fra le lun-
tori di compartimentazione diversi, la lunghezza ghezze di 3,0 m più 3% della lunghezza LS della
complessiva dei due compartimenti deve essere nave ovvero 11 m, il volume del compartimento
determinata in proporzione. principale non si allagherebbe per intero, può essere
concessa una proporzionale tolleranza nella deter-
3) Nelle navi di lunghezza pari o superiore a 100 m, minazione della lunghezza ammissibile altrimenti
una delle paratie trasversali principali a poppavia richiesta per tale compartimento. In questo caso il
del gavone di prora deve essere sistemata ad una volume dell'effettiva riserva di galleggiabilità attribu-
distanza dalla perpendicolare avanti non maggiore ita al fianco non danneggiato non può essere mag-
della lunghezza ammissibile. giore di quello assunto per il fianco danneggiato.

4) Una paratia trasversale principale può avere un 9) Quando il fattore di compartimentazione richiesto è
uguale o inferiore a 0,50, la lunghezza complessiva
recesso purché ogni parte del recesso sia compresa
di due qualsiasi compartimenti contigui non può
fra due superfici verticali ad entrambi i lati della
superare la lunghezza allagabile.
nave, situate ciascuna ad una distanza dal fasciame
esterno uguale ad 1/5 della larghezza della nave, e 3.8.4 Stabilità in avaria (1/10/2005)
misurata perpendicolarmente al piano di simmetria
a) Generalità
al livello del massimo galleggiamento di comparti-
mentazione. Ogni parte del recesso che oltrepassa Invece delle prescrizioni riportate in [3.8.3] e [3.8.4],
detti limiti deve essere considerata come uno sca- possono essere usate, se applicate nella loro interezza,
lino in accordo con 5). le "Regole sulla compartimentazione e stabilità di navi
passeggeri come equivalenti alla parte B del capitolo II
5) Una paratia trasversale principale può avere uno della Convenzione Internazionale sulla salvaguardia
scalino purché soddisfi ad una delle seguenti condi- della vita umana in mare, 1960", adottate dall'IMO con
zioni: la Risoluzione A.265(VIII).
b) Norme standard di compartimentazione
• la lunghezza complessiva dei due comparti-
menti, separati dalla paratia in questione, non Quando il fattore di compartimentazione richiesto è
uguale o inferiore a 1,0, ma maggiore di 0,5, la stabilità
superi il 90% della lunghezza allagabile o il
allo stato integro deve essere adeguata per resistere
doppio della lunghezza ammissibile, con l'ecce-
all'allagamento di uno qualunque dei compartimenti
zione che, in navi aventi un fattore di comparti-
principali.
mentazione maggiore di 0,9, è sufficiente che la
lunghezza complessiva dei due compartimenti Quando due compartimenti principali contigui sono
in questione non superi la lunghezza ammissi- separati da una paratia a scalino che risponda alle pre-
scrizioni in [3.8.3], la stabilità allo stato integro deve
bile;
essere adeguata per resistere all'allagamento dei due
• in corrispondenza dello scalino sia assicurata compartimenti in questione.
una compartimentazione addizionale atta a Quando il prescritto fattore di compartimentazione è
garantire lo stesso grado di sicurezza dato da uguale od inferiore a 0,50, ma maggiore di 0,33, la sta-
una paratia piana; bilità allo stato integro deve essere adeguata per resi-

212 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

stere all'allagamento di due qualsiasi compartimenti Tabella 10 : Valori di permeabilità (1/10/2005)


principali contigui.
Spazi Permeabilità
Quando il prescritto fattore di compartimentazione è
uguale od inferiore a 0,33, la stabilità allo stato integro Destinati a carico, carbone o provviste 0,60
deve essere adeguata per resistere all'allagamento di tre Occupati da alloggi o vuoti 0,95
qualsiasi compartimenti principali contigui.
Occupati da macchinari 0,85
c) Navi che trasportano 400 persone o più
Destinati a liquidi 0 o 0,95 (1)
In aggiunta alle prescrizioni di d), le navi da passeggeri
(1) scegliendo il valore che implica le prescrizioni più
ro-ro certificate per il trasporto di 400 o più persone
severe.
devono rispondere alle prescrizioni in h) con l'ipotesi
che l'avaria si verifichi in un qualunque punto della lun-
ghezza della nave LS. Permeabilità di superficie più elevate devono essere
assunte per quegli spazi che, in vicinanza del galleggia-
d) Ipotesi di calcolo mento di avaria, non contengono quantità rilevanti di
alloggi o macchinari e spazi che non sono general-
Le prescrizioni di b) devono essere verificate per mezzo
mente occupati da rilevanti quantità di carico o di prov-
di calcoli in accordo con e), f), e j) che tengano in con-
viste.
siderazione le proporzioni e le caratteristiche di pro-
getto della nave e le sistemazioni e configurazione dei La permeabilità degli spazi per il carico destinati allo
compartimenti danneggiati. Nell'esecuzione di detti stivaggio di veicoli merci e contenitori deve essere rica-
calcoli la nave deve essere assunta nella peggiore con- vata con un calcolo nel quale i veicoli merci e conteni-
dizione di servizio prevista riguardo alla stabilità. tori devono essere assunti non stagni e con permeabilità
pari a 0,65. Per navi adibite a servizi specifici, può
Quando venisse proposto di sistemare ponti, fasciami essere applicato il valore effettivo della permeabilità
interni o paratie longitudinali di sufficiente tenuta tale proprio dei veicoli merci e dei contenitori. In nessun
da limitare seriamente il flusso dell'acqua, la Società caso la permeabilità degli spazi per il carico nei quali
deve essere convinta che sia stata data un'appropriata sono trasportati veicoli merci e contenitori deve essere
considerazione a tali limitazioni nei calcoli. assunta inferiore a 0,60.
e) Estensione dell'avaria g) Momenti sbandanti
Devono essere presi in considerazione i seguenti
Le estensioni di avaria ipotizzate devono essere le
momenti sbandanti:
seguenti:
1) Momento dovuto all'addensamento dei passeggeri:
1) estensione longitudinale:
Si devono fare le seguenti ipotesi:
il minore tra i valori seguenti: 3,0 m più il 3% della • quattro persone per m2;
lunghezza della nave LS. Quando il fattore di com-
• una massa di 75 kg per ciascun passeggero.
partimentazione richiesto è 0,33 o meno l'esten- Questo valore può essere ridotto a non meno di
sione longitudinale ipotizzata dell'avaria deve 60 kg dove ciò può essere giustificato;
essere aumentata come necessario in modo da
includere due qualunque paratie stagne trasversali • i passeggeri devono essere distribuiti sulle aree
principali consecutive; di ponte disponibili verso un fianco della nave,
sui ponti dove sono collocati i punti di riunione
2) estensione trasversale: e in modo tale che essi diano luogo al momento
sbandante più sfavorevole;
una distanza pari a 1/5 della larghezza B della nave,
misurata dal fianco verso l'interno della nave per- • l'altezza del centro di gravità per i passeggeri
pendicolarmente al piano di simmetria, al livello del deve essere assunta uguale ad 1,0 m sopra il
massimo galleggiamento di compartimentazione; livello del ponte per passeggeri in piedi (si può
tener conto, se necessario, del bolzone e
3) estensione verticale: dell'insellatura del ponte), e 0,30 m sopra il
sedile per i passeggeri seduti.
dalla linea di costruzione verso l'alto senza limite.
2) Momento dovuto alla messa a mare di tutti i mezzi
Se una qualunque avaria di estensione minore di quella collettivi di salvataggio a pieno carico ammainabili
indicata in 1), 2) e 3) desse luogo a condizioni più su un lato della nave:
severe dal punto di vista della conformità con h), deve
• tutte le imbarcazioni di salvataggio e tutti i bat-
essere adottata nei calcoli tale avaria.
telli d'emergenza sistemati sul lato verso il quale
f) Permeabilità la nave ha sbandato dopo l'avaria devono essere
assunti messi fuori bordo a pieno carico e pronti
Nei calcoli di stabilità in avaria si devono assumere in per essere ammainati;
generale i valori di permeabilità dei volumi e delle
• per le imbarcazioni di salvataggio che possono
superfici indicati nella Tab 10.
essere messe a mare a pieno carico dalla posi-
zione dove esse sono sistemate a bordo, deve

Regolamenti RINA 2008 213


Parte F, Cap 11, Sez 11

essere assunto il massimo momento sbandante j) Stadio finale di allagamento


durante la messa a mare; 1) Nel caso di allagamento simmetrico dovuto alla
• una zattera di salvataggio a pieno carico ammai- sistemazione dei compartimenti oppure dopo che
nabile con gru, sospesa a ciascuna gru sul lato sono state prese le misure per il bilanciamento,
verso il quale la nave ha sbandato dopo l'avaria l'altezza metacentrica positiva residua deve essere
deve essere assunta messa fuori bordo pronta almeno 50 mm calcolata col metodo a disloca-
per essere ammainata; mento costante.
• persone che non si trovino nei mezzi di salvatag- 2) Nel caso di allagamento asimmetrico, l'angolo di
gio che vengono messi fuori bordo non devono sbandamento per l'allagamento di un comparti-
essere considerate fornire né momento sban- mento non deve superare 7°. Per il contemporaneo
dante né momento raddrizzante addizionali; allagamento di due o più compartimenti adiacenti,
l'angolo di sbandamento non deve superare 12°.
• i mezzi di salvataggio sul lato della nave opposto
al lato verso il quale la nave ha sbandato devono 3) In nessun caso la linea limite deve essere immersa
essere assunti nella posizione in cui essi sono nella fase finale dell'allagamento. Se si ritiene che la
sistemati a bordo. linea limite possa venire immersa nel corso di una
fase intermedia dell'allagamento, la Società può esi-
3) Momento dovuto alla pressione del vento: gere quelle indagini e quelle sistemazioni che giudi-
• deve essere applicata una pressione del vento cherà necessarie per la sicurezza della nave.
pari a 120 N/m2; 4) Il minimo campo della curva dei bracci di stabilità
• l'area cui applicare tale pressione deve essere positivi residui deve essere almeno di 15° oltre
quella della proiezione laterale della nave al di l'angolo di equilibrio.
sopra del galleggiamento corrispondente allo Questo campo può essere ridotto ad un minimo di
stato integro; 10°, nel caso in cui l'area sottesa dalla curva dei
• il braccio del momento deve essere assunto pari bracci di stabilità sia quella specificata nel punto 5),
alla distanza verticale tra un punto a metà aumentata nel rapporto:
dell'immersione media corrispondente allo stato 15
------------------
integro e il baricentro della suddetta area di pro- campo
iezione laterale della nave. dove il campo è espresso in gradi.
h) Criteri di stabilità in avaria 5) L'area sotto la curva dei bracci di stabilità deve
Devono essere soddisfatti i criteri di stabilità in avaria in essere almeno 0,015 m.rad, misurata a partire
i) e in j). dall'angolo di equilibrio fino al minore dei seguenti
angoli:
i) Stadi intermedi di allagamento
• l'angolo al quale si verifica l'allagamento pro-
Devono essere soddisfatti i seguenti criteri per gli stadi gressivo,
intermedi di allagamento:
• 22° (misurati dalla posizione di nave diritta) nel
1) il massimo braccio di stabilità deve essere almeno caso di allagamento di un compartimento,
0,050 m, oppure
2) il campo dei bracci di stabilità positivi deve essere 27° (misurati dalla posizione di nave diritta) nel
di almeno 7°. caso di contemporaneo allagamento di due o
più compartimenti contigui.
In tutti i casi intermedi di allagamento, è sufficiente
6) Il braccio di stabilità residua dentro il campo di sta-
assumere una sola falla nello scafo e un solo specchio
bilità positiva deve essere ottenuto tenendo conto
libero.
del maggiore dei seguenti momenti sbandanti dovuti
L'allagamento asimmetrico deve essere contenuto al a:
minimo realizzabile mediante efficaci sistemazioni. • l'addensamento di tutti i passeggeri verso un
Quando è necessario correggere grandi angoli di sban- lato;
damento, i mezzi da adottare devono essere per quanto
• la messa a mare a pieno carico di tutti i mezzi
possibile automatici, ma in qualsiasi caso dove esistano
collettivi di salvataggio ammainabili sistemati su
comandi di dispositivi per il bilanciamento trasversale,
un lato della nave;
questi devono essere manovrabili da sopra il ponte delle
paratie. Questi dispositivi insieme ai loro comandi • la pressione del vento,
devono essere accettabili da parte della Società. Il mas- calcolandolo con la formula:
simo angolo di sbandamento dopo l'allagamento, ma
momento sbandante
prima del bilanciamento, non può superare i 15°. GZ = ---------------------------------------------------- + 0 ,04
dislocamento
Quando sono richiesti dispositivi per il bilanciamento
trasversale, il tempo per il bilanciamento non può supe- dove GZ è, in metri, il momento sbandante calco-
rare 15 minuti (ved. App 4). Devono essere fornite al lato come in g)] in tonnellate x metri, il disloca-
Comandante della nave le informazioni necessarie rela- mento in tonnellate.
tive all'uso dei dispositivi per il bilanciamento trasver- Comunque, in nessun caso questo braccio di stabi-
sale. lità deve risultare minore di 0,10 m.

214 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

k) Documentazione da fornire 3.9.2 Stabilità in avaria per navi con caratteristica


addizionale di servizio "standby vessel"
Il Comandante della nave deve ricevere i dati necessari (1/10/2005)
per mantenere una stabilità allo stato integro, in condi-
a) Generalità
zioni di esercizio, sufficiente affinché la nave sia in
grado di resistere ad un'avaria grave. Nel caso di navi Le navi appoggio con caratteristica addizionale di servi-
che richiedano mezzi di bilanciamento trasversale, il zio stand by vessel, devono soddisfare i criteri di stabi-
Comandante della nave deve essere informato delle lità in avaria di cui in g).
condizioni di stabilità sulle quali i calcoli di sbanda- Tenendo conto come condizioni iniziali prima dell'alla-
mento sono stati basati, e deve essere avvertito che gamento delle condizioni standard di caricazione indi-
potrebbe verificarsi uno sbandamento eccessivo se la cate in Parte B, Cap 3, App 2, [1.2.1] e Parte B, Cap 3,
nave subisse un'avaria trovandosi in condizioni meno App 2, [1.2.12], la nave deve soddisfare i criteri di stabi-
favorevoli. lità in avaria di cui in g).
I dati di cui sopra, che devono mettere in grado il b) Dimensioni della falla
Comandante di mantenere una sufficiente stabilità allo L'estensione assunta della falla delle navi appoggio
stato integro, devono comprendere informazioni circa diverse dalle navi di stimolazione dei pozzi deve essere
la massima altezza ammissibile del centro di gravità quella indicata in Tab 11.
della nave dalla chiglia (KG) o, in alternativa, la minima c) Considerazione delle paratie stagne trasversali per
altezza metacentrica ammissibile (GM) per un campo di l'allagamento
immersioni o di dislocamenti sufficiente a comprendere
Una paratia stagna trasversale che si estenda dal fianco
tutte le condizioni di esercizio. Le informazioni devono
della nave ad una distanza verso l'interno di 760 mm o
indicare l'influenza dei vari assetti tenendo conto dei
più al livello del bordo libero estivo e che congiunga
limiti operativi.
paratie stagne longitudinali può essere considerata ai
l) Documentazione per il controllo della nave in avaria fini dei calcoli di stabilità in avaria.
Qualora una paratia stagna trasversale sia ubicata entro
Devono essere permanentemente esposti, come guida
l'estensione trasversale della falla assunta e sia scalinata
per l'ufficiale incaricato, disegni che mostrino chiara-
in corrispondenza di un doppio fondo o di una cisterna
mente per ogni ponte e stiva, le delimitazioni dei com-
laterale per più di 3,05 m,il doppio fondo o la cisterna
partimenti stagni, le aperture negli stessi con i relativi
laterale adiacenti alla parte scalinata della paratia sta-
dispositivi di chiusura e la posizione dei relativi disposi-
gna trasversale devono essere considerati come simulta-
tivi di comando, e le misure da adottare per la corre-
neamente allagati.
zione di ogni sbandamento conseguente ad un
allagamento. Inoltre devono essere messi a disposizione d) Allagamento progressivo
degli ufficiali della nave fascicoli contenenti le informa- Se tubi, condotte o gallerie sono sistemati entro l'esten-
zioni sopraddette. sione assunta della falla, devono essere adottate siste-
mazioni per assicurare che non possa verificarsi
Le porte stagne che possono rimanere aperte durante la
l'allagamento progressivo, che si estenda a causa di essi
navigazione come riportato in Parte E, Cap 12, Sez 2,
a compartimenti diversi da quelli assunti come allaga-
[2.6.3] p) devono essere chiaramente indicate nel piano
bili per ciascun caso di falla. L'allagamento progressivo
di controllo dell'avaria con l'indicazione che "le porte
deve essere considerato in accordo con quanto indicato
devono essere sempre pronte per l'immediata chiusura".
in [2.1.6].
Dettagliate descrizioni delle informazioni che devono e) Falla minore
essere incluse nella documentazione per il controllo
Se una falla di estensione minore di quella assunta in b)
dell'avaria sono riportate in [2.1.7].
dà luogo ad una condizione più severa, deve essere
m) Marche di immersione assunta tale falla minore.
Ogni nave deve avere scale delle immersioni segnate in f) Permeabilitià
modo chiaro a prora e a poppa. Nel caso in cui le mar- La permeabilità degli spazi assunti allagati deve essere-
che d'immersione non siano in posizione facilmente quella indicata in Tab 12.
leggibile, oppure, nel caso in cui vincoli operativi rela- g) Criteri di sopravvivenza
tivi ad un determinato traffico rendano difficile la lettura
La conformità con le prescrizioni di cui in h) deve
delle marche d'immersione, la nave deve essere munita
essere confermata mediante calcoli che tengano in con-
anche di un sistema indicatore di immersione affidabile
siderazione la caratteristiche di progetto della nave, le
mediante il quale possano essere determinate le immer-
sistemazioni, la configurazione e la permeabilità dei
sioni prodiere e poppiere.
compartimenti danneggiati e la distribuzione, i pesi spe-
cifici e l'effetto degli specchi liberi dei carichi liquidi.
3.9 Navi appoggio h) Criteri di stabilità in avaria
1) La linea finale di galleggiamento, tenendo conto
3.9.1 Generalità (1/10/2005)
dell'aumento del pescaggio medio, dello sbanda-
Le navi appoggio sono soggette al metodo deterministico mento e dell'assetto, deve essere al di sotto del
riportato in questo sotto-articolo [3.9]. lembo inferiore di ogni apertura attraverso la quale

Regolamenti RINA 2008 215


Parte F, Cap 11, Sez 11

può avvenire un allagamento progressivo. L'allaga- b) Dimensioni dell'avaria


mento progressivo deve essere considerato in L'estensione ipotizzata della falla è definita nella
accordo con quanto indicato in [2.1.6]. Tab 13.
2) Nello stadio finale dell'allagamento, l'angolo di L'estensione trasversale della falla è misurata dalla
sbandamento dovuto all'allagamento asimmetrico murata perpendicolarmente al piano di simmetria della
non può essere superiore a 15°. Questo angolo può nave al livello del bordo libero estivo.
essere aumentato fino a 17°, se non si verifica L'estensione verticale dell'avaria è misurata dalla linea
alcuna immersione del ponte. di costruzione fuori ossatura sul piano di simmetria
3) La stabilità nello stadio finale dell'allagamento deve della nave.
essere verificata e può essere considerata come suf- Allo scopo di determinare l'estensione della falla ipotiz-
ficiente se la curva dei bracci di stabilità ha almeno zata, i pozzetti d'aspirazione possono essere trascurati,
un campo di 20° oltre la posizione di equilibrio, con purché tali pozzetti non abbiano una superficie ecces-
un massimo braccio di stabilità residua di almeno siva e si estendano al di sotto della cisterna per una
100 mm entro detta fascia. Aperture non protette distanza minima in nessun caso maggiore di metà
possono non risultare immerse ad un angolo di dell'altezza del doppio fondo.
sbandamento entro il prescritto mimimo campo di
Se qualunque falla di estensione inferiore della massima
stabilità residua, a meno che lo spazio in questione
estensione della falla specificata in Tab 13 risultasse in
sia stato incluso tra gli spazi allagabili nei calcoli di
una condizione più severa, deve essere considerata tale
stabilità in avaria. Entro questo campo, un'eventuale
falla.
immersione di una qualsiasi delle aperture di cui in
1) e di ogni altra apertura capace di essere chiusa c) Falla standard
stagna può essere autorizzata. Per navi appoggio non superiori a 150 m in lunghezza,
4) La stabilità deve essere sufficiente durante gli stadi la falla di cui in b) deve essere applicata in qualunque
intermedi dell'allagamento. A questo riguardo la punto della lunghezza della nave fra paratie trasversali
Società applica gli stessi criteri relativi allo stadio adiacenti con l'eccezione del locale macchine. Per navi
finale di allagamento anche durante gli stadi inter- di lunghezza uguale od inferiore a 100 m per le quali
medi di allagamento. tutti i requisiti di cui in f) non possono essere soddisfatti
senza materialmente peggiorare le qualità operative
Tabella 11 : Estensione della falla (1/10/2005) della nave, la Società può concedere deroghe a questi
requisiti.
Estensione Estensione Estensione d) Metodo di calcolo
Longitudinale trasversale verticale
Le altezze metacentriche (GM), i bracci di stabilità (GZ)
Tra le paratie stagne 760 mm (1) Per tutta e le posizioni del centro di gravità (KG) per giudicare le
trasversali l’altezza (2) condizioni finali di sopravvivenza devono essere calco-
late col metodo del dislocamento costante (perdita di
(1) Misurata verso l’interno del fianco della nave perpendi-
spinta).
colarmente al piano di simmetria della nave al livello
del bordo libero estivo. e) Ipotesi relative all'allagamento
(2) Dalla superficie inferiore del ponte di carico o dalla I requisiti di cui in f)] devono essere confermati da cal-
sua continuazione. coli che tengano in considerazione le caratteristiche di
progetto della nave, le sistemazioni, la configurazione e
i contenuti dei compartimenti allagati e la distribuzione,
Tabella 12 : Valori di permeabilità (1/10/2005) le masse volumiche e l'effetto degli specchi liberi dei
liquidi.
Spazi Permeabilità
Per la falla come specificata in c), non deve assumersi
Adatti a immagazzinaggio 0,60 danneggiata alcuna paratia trasversale principale che
Occupati da alloggi 0,95 delimiti le cisterne laterali o quelle del doppio fondo, a
Occupati da macchinari 0,85 meno che:
• o l'intervallo tra le paratie adiacenti sia inferiore
Spazi vuoti, cisterne vuote 0,95
all'estensione longitudinale della falla ipotizzata
Destinati a carico secco 0,95 specificata in b), oppure
Destinati a carichi liquidi (1) • esista uno scalino oppure un recesso in una paratia
(1) La permeabilità delle cisterne deve essere commisurata trasversale di lunghezza maggiore di 3,05 metri,
alla quantità di liquidi trasportati. posto entro l'estensione della penetrazione della
falla ipotizzata. Lo scalino formato dalla paratia del
3.9.3 Stabilità in avaria per navi con caratteristica gavone di poppa e il cielo del gavone non deve
addizionale di servizio "oil essere considerato come tale.
product" (1/10/2005) f) Requisiti di sopravvivenza
a) Generalità Le navi miste petroliere-portarinfusa devono essere rite-
Le navi appoggio che trasportano prodotti petroliferi alla nute conformi ai criteri di stabilità in falla se sono soddi-
rinfusa devono soddisfare le prescrizioni da b) a i). sfatti i requisiti di cui in g) e h).

216 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 11

g) Fase finale di allagamento questa estensione non deve essere inferiore a


0,0175.
1) Il galleggiamento finale, tenendo conto di affonda-
mento, sbandamento e assetto, deve risultare sotto h) Fase intermedia di allagamento
al margine inferiore di ogni apertura attraverso la La Società deve essere convinta che la stabilità sia suffi-
quale si possa verificare un allagamento progressivo. ciente durante le fasi intermedie di allagamento. A que-
L'allagamento progressivo deve essere considerato sto proposito la Società applica gli stessi criteri relativi
in accordo con [2.1.6]. alla fase finale di allagamento anche durante le fasi
intermedie di allagamento.
2) L'angolo di sbandamento dovuto ad allagamento
i) Sistemi di equalizzazione
asimmetrico non può superare 25°. Tale angolo può
essere aumentato a 30° se non si verifica l'immer- Sistemi di equalizzazione richiedenti mezzi meccanici
sione del margine del ponte. come valvole o tubi di bilanciamento, se installati, non
possono essere considerati al fine di ridurre l'angolo di
3) La stabilità deve essere esaminata e può essere con- sbandamento o di raggiungere la minima stabilità resi-
siderata sufficiente se la curva dei bracci di stabilità dua per soddisfare i requisiti in g) e una sufficiente stabi-
ha almeno un'estensione di 20° oltre la posizione di lità residua deve essere mantenuta durante tutte le fasi
equilibrio in unione con un massimo braccio rad- in cui è usata l'equalizzazione. Compartimenti che
drizzante residuo di almeno 0,1 m entro l'esten- sono collegati da condotti di grande sezione trasversale
sione di 20°; l'area, in m.rad, sotto la curva entro possono essere considerati in comune.

Tabella 13 : Estensione dell'avaria (1/10/2005)

Avaria Estensione longitudinale Estensione trasversale Estensione verticale


Fianco lC = 1/3 L 2/3 o 14,5 m (1) tC = B/5 o 11,5 m (1) vC = senza limiti
Fondo Per 0,3 L dalla perpendicolare avanti lS = 1/3 L 2/3
o 14,5 m (1) tS = B/6 o 10 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
Ogni altra parte lS = 1/3 L 2/3 o 5 m (1) tS = B/6 o 5 m (1) vS = B/15 o 6 m (1)
(1) Assumendo il valore minore

Regolamenti RINA 2008 217


Parte F, Cap 11, Sez 12

SEZIONE 12 PITTURE PROTETTIVE NELLE CISTERNE E


DEPOSITI PER ACQUA DI ZAVORRA (COAT-
WBT)

1 Generalità resistente o equivalente. La pittura deve essere preferi-


bilmente di colore chiaro. Lo schema per la scelta,
l'applicazione ed il mantenimento di tale sistema deve
1.1 Campo di applicazione
essere approvato dalla Amministrazione, basandosi
1.1.1 (1/7/2006) sulle linee guida approvate dalla Organizzazione. Se
Questa Sezione fornisce i criteri per l'assegnazione della ritenuto appropriato, saranno utilizzati anche anodi
notazione di classe addizionale COAT-WBT, in accordo sacrificali";
con la Parte A, Cap 1, Sez 2, [6.12.13], alle navi di nuova
b) la Risoluzione IMO A.798(19) "Guidelines for the selec-
costruzione le cui cisterne e depositi per acqua di zavorra
tion, application and maintenance of corrosion protec-
sono stati trattati con pitture protettive che soddisfano le
tion systems of dedicated seawater ballast tanks", cui
prescrizioni di questa Sezione.
viene fatto riferimento nella sopraccitata Regola SOLAS;
I criteri per il mantenimento della notazione addizionale di
L'indicazione "coating performance standard" per l'asse-
classe COAT-WBT, subordinata alla conservazione o al
gnazione della notazione si riferisce alla "Performance stan-
ripristino del ciclo di pitturazione nella condizione
dard for protective coatings for dedicated seawater ballast
"BUONA", come definita nella Parte A, Cap 2, Sez 2,
tanks in all types of ships and double-side skin spaces of
[2.2.10] nel corso delle visite intermedie o di rinnovo della
bulk carriers" approvato dall'IMO durante la '81^ sessione
classe, sono indicati nella Parte A, Cap 5, Sez 10, [9].
del MSC per essere addotato durante la 82^ sessione del
La notazione addizionale di classe COAT-WBT è applica- MSC ed entrare in vigore il 1° Luglio 2008. I requisiti essen-
bile anche alle pitture protettive applicate negli spazi del ziali del ciclo di pitturazione sono indicati nella Tab 2.
doppio fianco di navi portarinfusa di lunghezza uguale o
maggiore di 150 m. Un diverso "coating performance standard", che sia stato
concordato tra il Cantiere e l'Armatore, può essere accet-
1.1.2 (1/7/2006) tato come norma di riferimento se la Società lo ritiene
I criteri per la scelta, l'applicazione ed il mantenimenti almeno equivalente alla norma sopraindicata.
delle pitture protettive nelle cisterne e depositi di acqua di
zavorra, indicati in questa Sezione, sono basati sulle Il "coating performance standard" di riferimento sarà
seguenti regole e normative internazionali: aggiunto come allegato al Certificato di classe della nave
alla quale verrà assegnata la notazione.
a) la Regola 3-2 della Parte A-1, Capitolo II-1 della Coven-
zione SOLAS 1974, che si applica obbligatoriamente 1.1.3 (1/7/2006)
alle navi petroliere e rinfusiere costruite il 1° luglio L'assegnazione della notazione COAT-WBT é subordinata
1998 o successivamente, stabilisce che "Tutte le cisterne al controllo delle "fasi principali di lavoro" indicate nella
e depositi destinati esclusivamente a contenere acqua di Tab 1, programma A) attraverso le "operazioni di visita"
mare di zavorra devono essere muniti di un efficace precisate in corrispondenza delle fasi fondamentali indicate
sistema di prevenzione della corrosione, tipo pittura nella Tab 1, programma B), come descritto in [3].

218 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

Tabella 1 : Fasi principali di lavoro e delle operazioni di visita per l'assegnazione della notazione
COAT-WBT (1/7/2006)

A) FASI PRINCIPALI DI LAVORO B) OPERAZIONI DI VISITA

(Svolte dal Produttore della pittura, dal (Svolte dalla Società)


Costruttore, dagli Appaltatori, dagli Ispettori di
pitturazione e dagli Ispettori dell’Armatore)

SCELTA DELLA PITTURA E SPECIFICA Esame dello schema di scelta, applicazione


e manutenzione del sistema di pitturazione

ORGANIZZAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEL Esame del piano di lavoro


LAVORO

APPLICAZIONE DELLO SHOP-PRIMER E Approvazione di tipo dello shop-primer


PREPARAZIONE DELL’ACCIAIO

LAVORI DI CARPENTERIA E PREPARAZIONE


SECONDARIA DELLA SUPERFICIE

APPLICAZIONE DELLA PITTURA E CURING

ASSEMBLAGGIO DEI BLOCCHI E MONTAGGIO Visita durante la costruzione

ISPEZIONE DEI LAVORI DI PITTURAZIONE

ISPEZIONE FINALE DOPO LE PROVE IN MARE

CONSEGNA DELLA NAVE Rilascio del Certificato di Classe con


l’assegnazione della notazione addizionale di
classe COAT-WBT

CONTROLLO DURANTE L’ESERCIZIO Visite periodiche durante l’esercizio della


nave e mantenimento della notazione
MANUTENZIONE E RIPARAZIONE addizionale di classe COAT-WBT subordinata-
mente alla condizione “BUONA” della pittura

1.2 Definizioni tatto elettrochimico tra il materiale da proteggere ed un


metallo più facilmente corrodibile, cioè zinco, magne-
1.2.1 (1/7/2006) sio che in tal caso viene sacrificato per proteggere un
Ai fini della presente Sezione si utilizzano le seguenti defi- metallo meno nobile come l'acciaio;
nizioni:
c) Curing (Processo di reticolazione): Un complesso di
a) Spazi per zavorra: sono spazi che possono essere utiliz- fenomeni chimici che producono la polimerizzazione
zati per immagazzinare acqua di zavorra. Normal- del legante della pittura con la formazione di una strut-
mente essi comprendono, ma non limitatamente ad tura molecolare tridimensionale non solubile nei sol-
esse, le cisterne/depositi zavorra come definite nelle venti originali del legante;
Risoluzioni IMO A.798(19) e A.744(18) e le cisterne
che, in accordo con il manuale di caricazione della d) Curing time (Tempo di reticolazione): tempo richiesto
nave, possono essere utilizzate sia per il carico che per dalla pittura per raggiungere le sue complete proprietà e
la zavorra; caratteristiche meccaniche;

b) Protezione catodica: Una tecnica per prevenire la cor- e) Punto di rugiada: é la temperatura alla quale l'aria é
rosione di una superficie metallica realizzando un con- satura di umidità;

Regolamenti RINA 2008 219


Parte F, Cap 11, Sez 12

f) Polvere: é una particella libera di materia presente sulla questi aspetti contribuiscono ad una buona riuscita del
superficie preparata per la pitturazione causata dalla ciclo di pitturazione.
pulizia con manichetta o da altri procedimenti di prepa-
razione della superficie, o dovuta alle condizioni 2.1.2 (1/7/2006)
ambientali; II controlli relativi alla preparazione della superficie ed ai
g) Molatura degli spigoli: é la lavorazione degli spigoli procedimenti di pitturazione devono essere concordati tra
prima della preparazione secondaria della superficie; l'Armatore, il Cantiere ed il Produttore della pittura ed
inviati per esame alla Società prima dell'inizio delle fasi di
h) Rivestimento duro: é una pittura che si trasforma chimi- costruzione, allo scopo di controllare che essi contengano
camente durante il curing oppure una pittura non con- almeno le informazioni indicate nella Tab 7 e che siano
vertibile che essicca in aria e che può essere usata per la congruenti con le prescrizioni essenziali del ciclo di pittura-
manutenzione. Essa può essere inorganica oppure orga- zione indicate nella Tab 2. Questi controlli devono essere
nica ; registrati in modo evidente ed inclusi nel registro Tecnico
della Pitturazione (ved. [2.2]).
i) NDFT: é lo spessore nominale della pellicola di pittura
secca. 90/10 significa in pratica che il 90% di tutti le 2.1.3 (1/7/2006)
misurazioni degli spessori sarà maggiore o uguale a
NDFT e nessuno del rimanente 10% di misurazioni sarà Per ottenere il risultato richiesto dalla pittura devono essere
inferiore a 0.9 x NDFT; considerati i seguenti aspetti:

j) Primer coat: é la prima mano di pittura applicata in a) é essenziale che le specifiche tecniche concordate, le
Cantiere (per differenziarla dalla prima passata di shop procedure e le varie diverse fasi nel procedimento di
primer); applicazione della pittura (incluso la preparazione della
superficie ma non limitatamente ad essa) vengano scru-
k) Shop-primer (Pittura protettiva temporanea di prefab- polosamente osservate dal Cantiere allo scopo di evitare
bricazione): é la prima passata di pittura speciale appli- un prematuro decadimento e/o deterioramento della
cata, durante la fase di prefabbricazione, in sottili strati ciclo di pitturazione;
alle lamiere e profilati, spesso in un impianto automa-
tico di pitturazione; b) l'efficacia di queste prescrizioni regolamentari può
essere ottenuta adottando a livello di progetto misure
l) Solvente: é un liquido volatile capace di sciogliere com-
tali da ridurre gli intagli, usare profilati laminati, evitare
pletamente un determinato legante;
forme geometriche complesse ed assicurando che la
m) Stripe coating: é una applicazione, normalmente sistemazione delle strutture permetta un agevole
mediante pennello o rullo, di uno o più strati di pittura accesso delle attrezzature e faciliti la pulizia, il drenag-
in posizioni nelle quali non é facile realizzare lo spes- gio e l'asciugatura dello spazio che deve essere pittu-
sore totale finale della pellicola di pittura con una nor- rato;
male spruzzatura;
c) queste prescrizioni regolamentari sono basate sull'espe-
n) Durata preventivata: é, in anni, la durata del ciclo di rienza dei Produttori di pitture, dei Cantieri e degli Ope-
pitturazione preventivata in fase di progettazione. Si ratori navali e non escludono che in futuro adeguati
noti che il progetto del ciclo di pitturazione include i sistemi alternativi o approcci innovativi possano essere
criteri di scelta della pittura e della sua appropriata sviluppati ed applicati, purché dimostrino un livello di
applicazione; resa almeno equivalente a quello previsto in questa
Sezione. Criteri per l'accettazione di sistemi alternativi
o) Scheda Tecnica del prodotto: é il documento emesso
sono riportati in [2.8].
dal Produttore della pittura che contiene istruzioni tec-
niche dettagliate ed informazioni relative alla pittura ed 2.1.4 (1/7/2006)
alla sua applicazione;
La notazione di classe COAT-WBT non é intesa essere e
p) Diluente: é un liquido volatile che non necessariamente non deve essere considerata come una garanzia di buona
scioglie il legante, ma che é capace di ridurre la visco- resa della pitturazione e non sostituisce la garanzia contrat-
sità della soluzione legante-solvente (veicolo), per tuale accordata dal Cantiere e/o dal Produttore o dal Forni-
esempio riducendo la viscosità di una pittura in modo tore della pittura.
che essa possa essere spruzzata.

2.2 Registro Tecnico della Pitturazione


2 Scelta e specifica della pittura
2.2.1 (1/7/2006)
2.1 Principi Generali La specifica del ciclo di pitturazione applicato alle cisterne
e/o depositi per zavorra di acqua di mare, il rapporto del
2.1.1 (1/7/2006) lavoro di pitturazione del Cantiere e dell'Armatore, i criteri
La capacità del ciclo di pitturazione di raggiungere la dettagliati sulla scelta della pittura, sulle specifiche di lavo-
durata preventivata dipende: dalla scelta del tipo di ciclo di razione, sui controlli, la manutenzione e la riparazione
pitturazione, dalla preparazione dell'acciaio, dalla applica- devono essere indicati nel Registro Tecnico della Pittura-
zione, dai controlli e dalla manutenzione della pittura. Tutti zione, e tale Registro deve essere esaminato dalla Società.

220 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

2.2.2 (1/7/2006) 2.2.5 (1/7/2006)


Il Registro Tecnico della Pitturazione deve contenere Il Registro Tecnico della Pitturazione deve essere tenuto a
almeno i seguenti elementi relativi a questo standard e deve bordo e conservato per tutta la vita della nave.
essere consegnato dal Cantiere all'inizio della costruzione
di ogni nuova nave:
2.3 Salute e sicurezza
a) copia del Certificato di Conformità o del Certificato di
Approvazione di Tipo; 2.3.1 (1/7/2006)
b) copia della Scheda Tecnica del Prodotto comprendente: Il Cantiere è responsabile della attuazione di norme nazio-
• nome del prodotto e marchio e/o numero di identifi- nali per assicurare la salute e la sicurezza dei singoli e ren-
cazione; dere minimi i rischi di incendio e di esplosione.
• materiali, componenti e composizione del ciclo di
pitturazione, colori; 2.4 Standard di pitturazione
• spessore minimo e massimo della pellicola di pittura
secca; 2.4.1 Performance standard (1/7/2006)
• metodi di applicazione, strumenti e/o macchinari; Questo "coating performance standard" é basato su specifi-
• condizioni della superficie da pitturare (grado di che e prescrizioni, che prevedono una durata preventivata
disossidazione, pulizia, rugosità, ecc.); e della pittura di 15 anni, che é considerata essere il periodo,
• limitazioni ambientali (temperatura ed umidità); dalla applicazione iniziale, durante il quale il ciclo di pittu-
razione si prevede rimanga nella condizione "BUONA". La
c) rapporti del lavoro del Cantiere per l'applicazione della
durata effettiva varia, dipendendo da numerose variabili
pittura, includendo:
incluse le effettive condizioni durante l'esercizio.
• locale effettivamente trattato e aree (in m2) di ogni
compartimento; 2.4.2 Mezzi fissi di accesso (1/7/2006)
• ciclo di pitturazione utilizzato; Si raccomanda che queste norme vengano applicate, il più
• tempi di pitturazione, spessore, numero di strati, estesamente possibile, a quelle parti dei mezzi fissi di
ecc; accesso, sistemati per le visite, che non fanno parte della
• condizioni ambientali durante la pitturazione; e struttura dello scafo, ad es. ringhiere, piattaforme indipen-
• metodo di preparazione della superficie; denti, scale, ecc. Possono essere impiegati altri metodi per
assicurare la protezione contro la corrosione degli elementi
d) procedure di controllo e riparazione del ciclo di pittura- non costituenti parte della struttura purché essi non alterino
zione durante la costruzione della nave; la riuscita della pitturazione delle strutture circostanti. Le
e) diario della pitturazione rilasciato dall'Ispettore della sistemazioni di accesso che sono parte integrante della
pitturazione - che attesti che la pittura é stata applicata struttura dello scafo, come ad es, l'aumento di altezza dei
in accordo alle specifiche ed a soddisfazione del rap- rinforzi per costituire dei camminamenti, i correnti rinfor-
presentante del Produttore della pittura e che evidenzi zati ecc. devono soddisfare completamente queste norme.
eventuali deviazioni rispetto alle specifiche (esempi di
un Diario Giornaliero e di un Rapporto di Non Confor- 2.4.3 Altri elementi all'interno delle
mità sono riportati rispettivamente nelle Tab 4 e Tab 5); cisterne/depositi per la zavorra (1/7/2006)
f) verbale della ispezione di controllo da parte del Can- Si raccomanda che i sostegni delle tubolature, dei disposi-
tiere, includendo: tivi di rilevamento, ecc. vengano trattati come previsto in
• data di completamento della ispezione; [2.4.2] per gli elementi che non costituiscono parte inte-
• esito della ispezione; grante dello scafo.
• osservazioni (se fatte); e
2.4.4 Prescrizioni essenziali per la
• firma dell'Ispettore; pitturazione (1/7/2006)
g) procedure per la manutenzione e la riparazione del Le prescrizioni per i sistemi di pitture protettive da appli-
ciclo di pitturazione durante l'esercizio. care, durante la costruzione di una nave, alle cisterne/depo-
2.2.3 (1/7/2006) siti per acqua di zavorra e che soddisfano le norme di
Le operazioni di manutenzione, riparazione e di parziale esecuzione precisate in [2.4.1] sono elencate nella Tab 2.
ripitturazione devono essere riportate nel Registro Tecnico I Produttori delle pitture devono fornire una specifica del
della Pitturazione. Per la manutenzione e la riparazione ciclo di pitture protettive che soddisfi le prescrizioni della
della pitturazione si deve fare riferimento alla Raccomanda- Tab 2.
zione IACS no. 87 "Guidelines for Coating Maintenance
and Repair for Ballast tanks and Combined Cargo/Ballast La Società verificherà la Scheda Tecnica dei prodotti e la
tanks on Oil Tankers". Dichiarazione di Conformità o il Certificato di Approva-
zione di Tipo relativi al ciclo di pitture protettive.
2.2.4 (1/7/2006)
Se é stata eseguita una completa ripitturazione, gli elementi Il Cantiere deve applicare la pittura protettiva in accordo
precisati in [2.2.2] devono essere riportati nel Registro Tec- alla Scheda Tecnica dei Prodotti così come verificata e con
nico della Pitturazione. le proprie procedure di applicazione come verificate.

Regolamenti RINA 2008 221


Parte F, Cap 11, Sez 12

Tabella 2 : Prescrizioni essenziali relative al ciclo di pitturazione per la notazione COAT-WBT (1/7/2006)

Elemento Prescrizione Norma di riferimento


1 - Progetto del ciclo di pitturazione
a) Scelta del ciclo di pitturazione La scelta del ciclo di pitturazione deve essere fatta dalle
parti interessate tenendo conto delle condizioni di servi-
zio e della manutenzione programmata. Tra le altre cose
dovrebbero essere tenuti presenti considerati i seguenti
aspetti:
(i) posizione del locale rispetto alle superfici riscal-
date;
(ii) frequenza delle operazioni di riempimento e
svuotamento della zavorra;
(iii) condizioni superficiali richieste;
(iv) grado di pulizia e di asciugatura richiesta per la
superficie;
(v) eventuali protezioni catodiche supplementari, (se
in aggiunta alla pitturazione esiste una protezione
catodica, la pitturazione deve essere compatibile
con il sistema di protezione catodica).
I Produttori delle pitture devono avere prodotti con attesta-
zioni di documentata soddisfacente resa e schede tecni-
che dei prodotti. I Produttori devono essere nelle
condizioni di offrire una adeguata assistenza tecnica. Le
attestazioni relative alla resa dei prodotti, le schede tecni-
che degli stessi e l'assistenza tecnica (se fornita) devono
essere riportate nel Registro Tecnico della Pitturazione.
Le pitture da applicarsi sul lato interno di ponti esposti al
sole oppure su paratie costituenti contorno di locali riscal-
dati devono essere in grado di sopportare ripetuti riscalda-
menti e/o raffreddamenti senza diventare fragili.
b) Tipo di pittura Cicli a base di resine epossidiche
Cicli di pitturazione diversi devono avere una resa in
accordo alla procedura di prova indicata nella App 5. Si
raccomanda di utilizzare un ciclo a più strati con ogni
strato di colore contrastante.
Lo strato esterno deve essere di colore chiaro allo scopo di
facilitare le ispezioni durante l'esercizio.
c) Prova di prequalificazione della pit- Possono essere accettati cicli a base di resine epossidiche
tura provati, prima della entrata in vigore di queste norme, in
un laboratorio con un metodo corrispondente alla proce-
dura di prova indicata nella App 5 o ad essa equivalente, e
che almeno soddisfino le prescrizioni relative allo stato
della ruggine e delle bolle, oppure possono essere accet-
tati cicli che presentino una documentata prova pratica di
5 anni con una condizione finale del ciclo di pitturazione
non inferiore a "BUONA".
Per tutti gli altri cicli é richiesta l'esecuzione di prove in
accordo alla procedura indicata nella App 5 o ad essa
equivalenti.

222 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

Elemento Prescrizione Norma di riferimento


d) Specifica di lavorazione Devono esserci al minimo due stripe coat e due passate a
spruzzo, salvo che l'applicazione della seconda stripe
coat, soltanto in corrispondenza dei giunti saldati, può
essere ridotta in quantità se viene provato che il NDFT
può essere ottenuto con le passate già applicate, ciò al
fine di evitare un sovraspessore non necessario. Qualsiasi
riduzione nella applicazione della seconda stripe coat
deve essere accuratamente riportata nel Registro Tecnico
della Pitturazione.
Le stripe coat devono essere applicate con pennello o con
rullo. Il rullo deve essere utilizzato soltanto per gli scari-
chi, gli intagli, ecc.
Ogni strato della pitturazione principale deve essere accu-
ratamente essicato prima della applicazione della succes-
siva passata, in accordo con le raccomandazioni del
Produttore della pittura. Gli inquinanti della superficie
come ruggine, grasso, polvere, sale, olio, ecc. devono
essere rimossi prima della pitturazione con metodi ade-
guati secondo le raccomandazioni del Produttore. Inclu-
sioni abrasive intrappolate nella pittura devono essere
rimosse. Le specifiche di lavorazione devono includere i
tempi tra l'essicazione e la ripresa della pitturazione e lo
walk-on-time (tempo di calpestio) stabiliti dal Produttore.
e) NDFT (spessore nominale della pelli- Un NDFT uguale a 320 µm con 90/10 é la regola per pit- Tipo di strumento e taratura
cola di pittura secca) ture a base di resine epossidiche, per altri sistemi il valore in accordo a SSPC-PA2
deve essere in accordo alle specifiche del Produttore della
pittura.
Lo spessore massimo totale della pellicola di pittura deve
essere in accordo a specifiche dettagliate del Produttore.
Deve essere posta attenzione ad evitare aumenti di spes-
sore in modo esagerato. Lo spessore della pellicola di pit-
tura bagnata deve essere regolarmente controllato
durante l'applicazione.
Il diluente deve essere limitato a quei tipi e quantità racco-
mandati dal Produttore.
2. Preparazione primaria della superficie
a) Sabbiatura e rugosità Grado di finitura della superficie Sa 2½, con profili di ISO 8501-1
rugosità tra 30-75 µm ISO 8503-1/3
La sabbiatura non deve essere eseguita quando:
(i) l'umidità relativa é al disopra dell'85%; oppure
(ii) la temperatura della superficie dell'acciaio è al disotto
di 3°C sopra il punto di rugiada.
Il controllo dello stato di pulizia della superficie
dell'acciaio e della rugosità deve essere eseguito al ter-
mine della preparazione della superficie e prima della
applicazione del primer coat, in accordo con le racco-
mandazioni del Produttore della pittura.
b) Limite della soluzione salina acquosa ≤ 50 mg/ m2 di cloruro di sodio (NaCl) ISO 8502-6
equivalente al cloruro di sodio (NaCl) Conduttività determinata in
accordo alla norma ISO
8502-9
c) Pittura protettiva temporanea (Shop Zinco privo di inibitore a base di silicato di zinco o equi-
primer) valente.
La compatibilità con il ciclo di pitturazione principale
deve essere confermata del Produttore della pittura.

Regolamenti RINA 2008 223


Parte F, Cap 11, Sez 12

Elemento Prescrizione Norma di riferimento


3. Preparazione secondaria della superficie
a) Stato della superficie delle strutture in La superficie dell'acciaio deve essere preparata in modo ISO 8501-3
acciaio tale che la pittura scelta possa raggiungere una distribu-
zione uniforme allo spessore NDFT previsto ed una ade-
sione adeguata rimuovendo spigoli vivi, molando i
cordoni di saldatura e rimovendo gli schizzi di saldatura
ed ogni altro inquinante della superficie in accordo alla
norma ISO 8501-3 grade P2.
Gli spigoli, prima della pitturazione, devono essere arro-
tondati con un raggio minimo di 2 mm, oppure sottoposti
a tre passate di mola o ad un procedimento almeno equi-
valente.
b) Lavorazione della superficie Sa 2½ su shop primer danneggiati e sulle saldature. ISO 8501-1
Sa 2 rimuovendo almeno il 70% dello shop primer non
danneggiato, che non abbia superato una pre-qualifica
certificata con le procedure di prova indicate in 1.c) di
questa Tabella.
Se il ciclo completo di pitturazione, compresa la pittura
principale a base di resine epossidiche e lo shop primer,
ha superato la pre-qualifica certificata dalle procedure di
prova indicate in 1.c) di questa Tabella , lo shop primer
integro può essere conservato purché venga impiegato lo
stesso ciclo di pitturazione a base di resine epossidiche.
Lo shop primer deve essere pulito con sabbiatura di spol-
vero, lavaggio con acqua ad alta pressione o con un
metodo equivalente.
Se uno shop primer a base di silicato di zinco ha superato
la prova di pre-qualifica indicata in 1.c) di questa Tabella,
come parte di di un ciclo di pitturazione a base di resine
epossidiche, esso deve essere utilizzato in combinazione
con altre pitture a base di resine epossidiche certificate
con la stessa prova, purché la compatibilità sia stata con-
fermata del Produttore con la prova prevista nella Appen-
dice 5.
c) Trattamento della superficie dopo il Per i giunti di testa St 3 o superiore oppure Sa 2½ se pos- ISO 8501-1
montaggio sibile. Per piccoli danneggiamenti sino al 2% dell'area
totale: St 3. Per danneggiamenti contigui superiori ai 25
m2 oppure oltre il 2% dell'area totale, si deve applicare
Sa 2½ .
La pittura a sovrapposizione deve essere rastremata.
d) Prescrizioni per il profilo della super- Nel caso di sabbiatura totale o parziale: 30-75 µm; negli ISO 8501-1/3
ficie altri casi come raccomandato dal Produttore della pittura.
e) Polvere Quantità di polvere secondo la scala "1" per polveri ISO 8502-3
aventi dimensioni di classe "3", "4" o "5", Polveri aventi
dimensioni di classe inferiore devono essere rimosse se
sono visibili, senza ingrandimenti, dalla superficie che
deve essere pitturata.
f) Limite delle soluzioni saline acquose, ≤ 50 mg/ m2 di cloruro di sodio (NaCl) ISO 8502-6
equivalenti al NaCl, dopo sabbiatura o Conduttività determinata in
molatura. accordo alla norma ISO
8502-9
g) Inquinamento da sostanze oleose Nessuna inquinamento da sostanze oleose.

224 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

Elemento Prescrizione Norma di riferimento


4. Miscellanea
a) Ventilazione Una adeguata ventilazione é necessaria per la appropriata
essicazione e reticolazione (curing) della pittura. La venti-
lazione deve essere mantenuta per tutta la durata del pro-
cesso di applicazione e per un ulteriore periodo dopo il
completamento dell'applicazione in accordo alle racco-
mandazioni del Produttore della pittura.
b) Condizioni ambientali La pitturazione deve essere applicata in condizioni
dell'umidità e della superficie controllate, secondo le spe-
cifiche del Produttore. Inoltre la pittura non deve essere
applicata quando:
(i) l'umidità relativa é al disopra dell'85%; oppure
(ii) la temperatura della superficie da pitturare é meno di
3°C al disopra della temperatura di rugiada.
c) Controlli della pitturazione Prove distruttive devono essere evitate. ISO 19840
Lo spessore della pellicola di pittura secca deve essere Annesso 3
rilevato dopo ogni passata per il controllo di qualità e lo
spessore totale della pellicola di pittura secca deve essere
confermato dopo il completamento dell'ultima passata,
usando un idoneo spessimetro.
d) Riparazioni Tutte le aree che presentano difetti, ad es. fori di spillo
(pinholes), bolle, cavità, ecc devono essere contrassegnate
e devono essere eseguite appropriate riparazioni. Tutte
queste riparazioni devono essere ricontrollate e documen-
tate.

2.5 Approvazione del ciclo di pitturazione il processo di pitturazione eseguendo, al minimo, quelle
ispezioni indicate nella Tab 3. Particolare attenzione deve
2.5.1 (1/7/2006) essere posta all'inizio di ogni fase di preparazione della
I risultati delle prove di pre-qualifica del ciclo di pittura- superficie e dell'applicazione delle pitture, in quanto un
zione (ved. 1.c) della Tab 2) devono essere documentati, e lavoro non accurato è estremamente difficile da correggere
se ritenuto soddisfacente da una terza parte, indipendente successivamente nel corso della pitturazione. Elementi
dal Produttore della pittura, deve essere rilasciata una strutturali tipici devono essere esaminati con controlli non
Dichiarazione di Conformità oppure un Certificato di distruttivi per accertare lo spessore della pellicola di pittura.
Approvazione di Tipo. L'ispettore deve accertare che siano state eseguite in modo
appropriato tutte le azioni comuni.
2.6 Prescrizioni per le ispezioni della pittu-
razione 2.7 Controllo delle prescrizioni

2.6.1 Qualifica degli Ispettori (1/7/2006) 2.7.1 (1/7/2006)


Le ispezioni indicate nei paragrafi successivi devono essere Prima di esaminare il Registro Tecnico della Pitturazione
eseguite da Ispettori di pitturazione qualificati, certificati al per una nave in costruzione, la Società deve svolgere
grado II NACE o al grado Red FROSIO o a gradi equivalenti quanto segue:
verificati dalla Società.
a) controllare che la Scheda Tecnica del Prodotto e la
2.6.2 Verbali delle ispezioni (1/7/2006) Dichiarazione di Conformità oppure il Certificato di
I risultati delle ispezioni indicate in [2.6.3] devono essere Approvazione di Tipo soddisfino le prescrizioni di que-
registrati dall'Ispettore, messi a disposizione delle parti inte- sta Sezione;
ressate, compreso il Tecnico della Società incaricato, ed
b) controllare che l'identificazione della pittura sulle latte
inclusi nel Registro Tecnico della Pitturazione (ved. come
scelte a campione corrisponda con la pittura indicata
riferimento la Tab 4 - Esempio di Diario giornaliero e la
sulla Scheda Tecnica del Prodotto e con la Dichiara-
Tab 5 - Rapporto di Non-conformità).
zione di Conformità oppure con il Certificato di Appro-
vazione di Tipo;
2.6.3 Elementi soggetti ad ispezione (1/7/2006)
Gli Ispettori di pitturazione devono controllare la prepara- c) controllare che l'Ispettore sia qualificato in accordo alle
zione della superficie e l'applicazione della pittura durante norme di qualificazione, come indicate in [2.6.1];

Regolamenti RINA 2008 225


Parte F, Cap 11, Sez 12

d) controllare che i rapporti dell'Ispettore relativi alla pre- significa l'esclusione di altri cicli, alternativi, di provata resa
parazione della superficie ed all'applicazione della pit- equivalente, per es. cicli non basati su resine epossidiche.
tura siano in accordo con la scheda Tecnica del
2.8.3 (1/7/2006)
Prodotto e con la Dichiarazione di Conformità oppure
con il Certificato di Approvazione di Tipo; L'accettazione di cicli alternativi è subordinata all'esame di
prove documentate che assicurino una protezione anti-cor-
e) verificare che siano state eseguite le prescrizioni deri- rosiva almeno equivalente a quella indicata in questa
vanti dalla ispezione della pitturazione. Sezione.
2.8.4 (1/7/2006)
2.8 Cicli alternativi Come minimo, le prove documentate sopraddette devono
dimostrare una soddisfacente resa della pittura almeno cor-
2.8.1 (1/7/2006)
rispondente a quella di un ciclo di pitturazione, che soddi-
Tutti i cicli che non sono a base di resine epossidiche appli- sfa le prescrizioni indicate in [2.4] relative alla durata
cati in accordo alla Tab 2 sono definiti cilcli alternativi. preventivata di 15 anni, o con una prova pratica di 5 anni
con la condizione finale della pittura non minore di
2.8.2 (1/7/2006)
"BUONA" oppure con l'esecuzione di prove di laboratorio.
Le prescrizioni di questa Sezione sono basate su cicli di pit- Le prove di laboratorio devono essere eseguite secondo la
turazione riconosciuti e normalmente impiegati. Ciò non procedura di prova riportata nella App 5.

Tabella 3 : Ispezioni da eseguire durante la costruzione della nave (1/7/2006)

Stadio di costruzione Elementi da ispezionare


Preparazione primaria della a) La temperatura delle superfici in acciaio, l'umidità relativa ed il punto di rugiada devono essere
superficie rilevati e registrati prima che inizi il procedimento di sabbiatura ed in occasione di improvvisi
cambiamenti delle condizioni meteorologiche.
b) La superficie delle lamiere di acciaio deve essere esaminata con la soluzione salina per control-
lare l'eventuale presenza di sostanze oleose, grassi ed altri inquinanti.
c) La pulizia della superficie d'acciaio deve essere verificata durante il procedimento di applica-
zione dello shop primer.
d) Deve essere accertato che lo shop primer soddisfa i requisiti indicati al punto 2.c) della Tab 2
Spessore Se é stata dichiarata la compatibilità con il ciclo di pitturazione principale , allora deve essere accer-
tato che lo spessore e il curing dello shop primer a base di silicato di zinco corrispondono ai valori
di specifica.
Costruzione dei blocchi a) Dopo il completamento della costruzione di un blocco e prima che inizia la preparazione secon-
daria della superficie, deve essere eseguita una ispezione visiva per controllare la lavorazione
della superficie compresa quella degli spigoli.
Devono essere rimosse le sostanze oleose, grasse e qualsiasi altro inquinante visibile.
b) Dopo la sabbiatura/molatura/pulitura e prima della pitturazione, deve essere seguito un controllo
visivo dello stato di preparazione della superficie.
A completamento della sabbiatura e pulitura e prima della applicazione della prima passata del
ciclo di pittura, deve essere controllato, almeno in una parte della superficie dell'acciaio di ogni
blocco, il grado delle soluzioni saline rimaste.
c) Durante l'applicazione della pittura e il curing devono essere verificate e registrate la tempera-
tura della superficie, l'umidità relativa e la temperatura di rugiada.
d) L'ispezione deve essere eseguita durante le varie fasi del procedimento di applicazione della pit-
tura indicate nella Tab 2.
e) Devono essere eseguiti rilievi del DFT, come precisato nella Tab 6, per accertare che la pittura sia
stata applicata allo spessore previsto come indicato ed evidenziato nella Tab 6.
Montaggio a) Devono essere eseguiti un esame visivo dello stato della superficie dell'acciaio, della sua prepa-
razione e una verifica di conformità alle altre prescrizioni della Tab 2 ed alla specifica concor-
data.
b) La temperatura della superficie, l'umidità relativa ed il punto di rugiada devono essere rilevati e
registrati prima dell'inizio della pitturazione e con regolarità durante il procedimento di pittura-
zione.
c) L'ispezione deve essere eseguita durante le varie fasi del procedimento di applicazione della pit-
tura indicati nella Tab 2.

226 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

Tabella 4 : Esempio di Diario Giornaliero (1/7/2006)

DIARIO GIORNALIERO Foglio N.:


Costruzione N.: Cisterna/Stiva N.: Database:
Parte della struttura:
PREPARAZIONE DELLA SUPERFICIE
Metdo: Arrotondamento degli orli:
Tipo di abrasivo: Area (m2):
Temperatura della superficie: Granulometria:
Umidità relativa (max): Temperatura dell'aria:
Normativa applicata: Punto di rugiada:
OSSERVAZIONI:

Lavoro N.: Data: Firma:


APPLICAZIONE DELLA PITTURA

Metdo:
Pas-sata no. Ciclo Lotto no. Data Temp.Aria Temp. Super-ficie RH% Punto di Rilievo DFT
rugiada (1)

(1) Le letture dei valori minimi e massimi rilevati del WFT (spessore bagnato) della pellicola di pittura umida e del DFT devono
essere allegati al Diario Giornaliero.
OSSERVAZIONI::

Lavoro N.: Data: Firma

Regolamenti RINA 2008 227


Parte F, Cap 11, Sez 12

Tabella 5 : Esempio di Rapporto di Non-Conformità (1/7/2006)

RAPPORTO DI NON-CONFORMITA’ Foglio N. :


Costruzione N.: Cisterna/Stiva N.: Database:
Parte della struttura:
DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI CORRETTIVI IN ESITO AGLI ACCERTAMENTI DI ISPEZIONE
Descrizione degli accertamenti:

Documento di riferimento (Diario giornaliero)

Provvedimenti presi:

Lavoro N.: Data: Firma:

Tabella 6 : Rilievi dello spessore della pellicola di pittura secca (1/7/2006)

La verifica del DFT deve essere eseguita nei seguenti punti:


(i) un punto di lettura ogni 5 m2 di area della superficie piana;
(ii) un punto di lettura ad intervalli da 2 a 3 m ed il più vicino possibile al contorno della cisterna, ma a non oltre 15 mm dagli
spigoli di tali contorni;
(iii) per i rinforzi ordinari longitudinali e trasversali: una serie di punti di lettura come indicato nella Fig 1, presi da 2 m a 3 m
l'uno dall'altro con un minimo di due serie di punti di lettura tra le travi rinforzate
(iv) tre punti di lettura per ogni serie di travi rinforzate e due punti di lettura per ogni serie di altri rinforzi come indicato con le
frecce nella Fig 1;
(v) per le travi rinforzate (longitudinali e trasversali, ad es. anguille e bagli rinforzati) una serie di punti di lettura da 2 m a 3 m
l'uno dall'altro come indicato nella Fig 1, con un minimo di tre serie;
(vi) attorno alle aperture una serie di punti di lettura su ogni lato dell'apertura;
(vii) cinque punti di lettura per ogni metro quadrato, con un minimo di tre punti di lettura, in corrispondenza delle zone com-
plesse (ad es. le grandi squadre delle travi rinforzate); e
(viii) se ritenuto necessario dall'Ispettore di pitturazione dovranno essere scelti dei punti di controllo aggiuntivi casuali per verifi-
care lo spessore della pittura in tutte le area ritenute necessarie.

228 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

Tabella 7 : Documentazione che deve essere inclusa nello "Schema di Scelta, Applicazione e Manutenzione della
pittura" (1/7/2006)

1. GENERALITA’
1.1 Attestazione esplicita dell'accettazione da parte dell'Armatore, del Cantiere e del Produttore della pittura dello Schema e del suo
contenuto
1.2 Attestazione esplicita da parte del Produttore della qualità e idoneità del prodotto a soddisfare i requisiti concordati di pittura-
zione
1.3 Attestazione esplicita da parte del Cantiere della propria esperienza e dei suoi appaltatori nell'applicazione della pittura
2. CISTERNE DA PITTURARE
2.1 Elenco delle cisterne/depositi per zavorra di acqua di mare che devono essere pitturate identificando il ciclo di pitturazione di
ogni cisterna/deposito, includendo il colore
2.2 Identificazione delle cisterne le cui superfici da pitturare costituiscono la parte interna di ponti esposti al sole oppure costitui-
scono contorni di locali destinati al trasporto di carico o combustibile riscaldati.
2.3 Identificazione delle cisterne nelle quali é previsto, in aggiunta al ciclo di pitturazione, un sistema di protezione catodica
3. SCELTA DELLA PITTURA
3.1. Scheda Tecnica del prodotto, redatta del Produttore della pittura per ogni prodotto fornito (rivestimento duro o equivalente)
3.2 Documentazione del Produttore della pittura relativa a soddisfacenti risultati in esercizio della pittura
3.3 Dati del Produttore della pittura sulle prove di laboratorio eseguite, e della relativa norma adottata, atti ad accertare l'idoneità del
prodotto in esame
3.4 Dichiarazione del Produttore della pittura che la pittura é idonea a resistere a ripetuti riscaldamenti (per le cisterne elencate al
punto 2.2)
3.5 Dichiarazione del Produttore della pittura circa la compatibilità della pittura con il sistema di protezione catodica (per le cisterne
elencate in 2.3)
4. APPLICAZIONE DELLA PITTURA
4.1 Procedure e normative per la preparazione della superficie, scelte in accordo alle raccomandazioni del Produttore della pittura,
precisando anche le aree ed i metodi di ispezione
4.2 Procedure di applicazione della pittura, inclusi aree e metodi di ispezione
4.3 Campo di umidità, temperatura della superficie e condizioni di ventilazione durante e dopo la pitturazione
4.4 Numero di passate e limiti minimo/massimo dello spessore secco (DFT) di ogni passata; metodo di rilievo del DFT
4.5 Durata della ricopertura a diverse temperature
4.6 Criteri concordati per l'ispezione e l'accettazione della preparazione della superficie e dell'applicazione della pitturazione.
Modulo concordato per la rapportazione delle ispezioni
4.7 Scheda di sicurezza del prodotto (MSDS) redatta dal Produttore della pittura per ogni prodotto scelto
4.8 Accordo esplicito dell'Armatore, del Produttore della pittura e del Cantiere di assumere tutte le precauzioni di sicurezza per
ridurre i rischi per la salute e di ogni altro tipo
5. MANUTENZIONE DEL CICLO DI PITTURAZIONE
5.1 Schema di manutenzione del ciclo di pitturazione
5.2 Indicazioni per la sostituzione degli anodi sacrificali e per l'ispezione della pitturazione circostante gli anodi (solo nel caso in cui
oltre alla la pitturazione ci sia anche la protezione catodica)

Regolamenti RINA 2008 229


Parte F, Cap 11, Sez 12

Figura 1 (1/7/2006)
Travi rinforzate

Rinforzi ordinari trasversali e longitudinali


(Distanza tipica dagli spigoli)

Nota: Le frecce della figura indicano le zone critiche e devono essere considerate su entrambi i lati dell'elemento.

3 Operazioni di visita chiariti durante un incontro di pre-lavorazione, al quale


la Società deve essere invitata come osservatore;

3.1 Esame dello schema di scelta ed appli- b) le specifiche di pitturazione devono essere rese note a
tutte le Parti Interessate, inclusa la Società;
cazione del ciclo di pitturazione
c) tutto il lavoro deve essere svolto da abili operatori in
3.1.1 (1/7/2006) modo sicuro e con competenza, in accordo con le spe-
La scelta del ciclo di pitturazione nelle cisterne per acqua cifiche concordate;
di zavorra deve tener conto di diversi fattori che favoriscono d) le ispezioni della pitturazione durante la costruzione
la corrosione delle strutture in acciaio, inclusa la frequenza della nave devono essere eseguite da Ispettori di pittura-
delle operazioni di riempimento/svuotamento della zione qualificati, i quali devono accertare che la norma-
zavorra, il riempimento parziale o completo, la temperatura tiva di riferimento concordata tra Cantiere ed Armatore
del carico nelle cisterne adiacenti, ecc. Tutti questi fattori, sia stata osservata;
separatamente o in combinazione, possono pregiudicare
in modo considerevole durante la vita della nave l'effi- e) eventuali danneggiamenti alla pittura nel corso della
cienza del sistema di protezione anticorrosiva. costruzione della nave devono essere riparati in modo
corretto per evitare un prematuro decadimento e dete-
3.1.2 (1/7/2006) rioramento del ciclo di pitturazione.
La scelta della pittura deve tener conto che:
3.2 Esame dei disegni
a) le pitture a base di resine epossidiche (o altre pitture
resistenti equivalenti) devono essere usate soltanto per 3.2.1 (1/7/2006)
le cisterne di zavorra di nuove costruzioni; Il Costruttore deve fornire alla Società disegni aggiuntivi
delle strutture interne delle cisterne/depositi per acqua di
b) sono raccomandati strati a più mani di colori contra- zavorra che soddisfino i seguenti aspetti:
stanti (lo strato di pittura più alto deve essere di colore
chiaro per facilitare le ispezioni durante l'esercizio della a) le strutture interne, i rinforzi e le tubolature devono
nave). essere progettati in modo da evitare, per quanto possi-
bile, zone inaccessibili non agevoli per l'applicazione
3.1.3 (1/7/2006) della pittura, l'ispezione e la manutenzione;
Per soddisfare le prescrizioni di questa Sezione, si devono b) le sbavature e gli spigoli vivi devono essere arrotondati,
tenere presenti i seguenti aspetti: secondo le prescrizioni essenziali del ciclo di pittura-
zione (ad es. tre passate di mola per gli spigoli vivi) e
a) la specifica contrattuale di pitturazione, le procedure e
tutti i difetti delle strutture rimossi come indicato nella
le relative fasi di applicazione così come le raccoman-
Tab. 2;
dazioni del Produttore della pittura devono essere con-
cordate tra il Cantiere e l'Armatore considerando la c) i componenti cavi che non sono accessibili devono
normativa di riferimento ed i cambiamenti ad essa essere resi stagni completamente e permanentemente,
necessari per tenere conto delle procedure costruttive e ad es. saldandoli e riempendoli con materiali inerti
degli standard del Cantiere. Tali aspetti devono essere (schiume plastiche o similari);

230 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, Sez 12

d) il numero e la posizione degli anodi sacrificali, se viene Ispettori del Cantiere, Armatore o Produttore della pittura o
installato un sistema di protezione catodica, devono con la visita ai blocchi prefabbricati per controllarne la
essere congruenti con le specifiche dello schema con- rispondenza con i disegni approvati oppure in qualsiasi
cordato per la scelta, l'applicazione e la manutenzione altra occasione opportuna.
della pittura;
e) la configurazione strutturale degli spazi interni deve 3.6 Visita relativa alla applicazione della pit-
consentire un facile accesso con le apparecchiature per tura
le operazioni di pulizia, drenaggio, ventilazione ed
asciugatura delle cisterne/depositi necessarie per l'ispe- 3.6.1 (1/7/2006)
zione della pittura e le riparazioni durante la vita della Dopo il completamento dell'applicazione della pittura in
nave. un compartimento e prima che vengano rimossi i ponteggi,
al Tecnico incaricato deve essere consentito di eseguire dei
3.3 Approvazione di tipo dello shop-primer controlli casuali sulla applicazione della pittura (ad es.
3.3.1 (1/7/2006) dopo le passate a spruzzo e le stripe coat) allo scopo di
verificare sul posto che essa risponda alle prescrizioni indi-
Gli shop-primer applicati alle lamiere in acciaio ed ai profi-
cate nella Tab 2. Questa visita può essere eseguita dal Tec-
lati devono essere approvati dalla Società o da un'altra
nico della Società congiuntamente con l'ispezione eseguita
Organizzazione riconosciuta, secondo le prescrizioni indi-
dagli Ispettori del Cantiere, Armatore o Produttore della pit-
cate nella Parte D, Cap 5, Sez 3.
tura o con la visita ai blocchi montati per controllarne la
3.3.2 (1/7/2006) rispondenza con i disegni approvati oppure in qualsiasi
Il Cantiere deve informare la Società che tutti i parametri di altra occasione opportuna.
applicazione dello shop-primer sono congruenti con le
3.6.2 (1/7/2006)
raccomandazioni del Produttore della pittura.
Dopo la rimozione dei ponteggi deve essere consentito al
Tecnico incaricato di eseguire una ispezione visiva alla pit-
3.4 Ispezione ed esecuzione delle prove
tura per controllare che nessun danno sia stato causato
3.4.1 (1/7/2006) dalle lavorazioni meccaniche e/o dalla saldatura. Tutti i
Il Cantiere deve fornire alla Società i rapporti giornalieri danni riscontrati alla pittura devono essere riparati in
contenenti i risultati delle ispezioni svolte dai rappresen- accordo con le specifiche tecniche di pitturazione e con le
tanti del Cantiere, dell'Armatore e del Produttore durante la raccomandazioni del Produttore della pittura.
preparazione della superficie e l'applicazione della pittura.
3.6.3 (1/7/2006)
3.4.2 (1/7/2006)
Dopo il completamento delle riparazioni, deve essere ese-
In qualsiasi momento durante la costruzione al Tecnico
guita una visita finale del locale per accettazione. Se il risul-
della Società deve essere consentito di prelevare dei cam-
tato è soddisfacente, il locale deve essere chiuso
pioni dei prodotti (di pitturazione) usati per la pitturazione
immediatamente dopo.
delle cisterne/depositi di zavorra, che possano essere ana-
lizzati per verificare la loro conformità con le specifiche di
pitturazione concordate. 3.7 Ispezione finale dopo le prove in mare
3.7.1 (1/7/2006)
3.5 Visita relativa alla preparazione della Al Tecnico incaricato deve essere consentito di eseguire
superficie una ispezione finale di una cisterna/deposito di zavorra che
3.5.1 (1/7/2006) sia stato svuotata dopo le prove in mare. Se dovessero
In qualsiasi momento durante la costruzione al Tecnico essere riscontrati danni alla pittura, devono essere eseguite,
incaricato della Società deve essere consentito di eseguire prima della consegna della nave, riparazioni appropriate in
un controllo della preparazione della superficie (ad es. la accordo con le specifiche tecniche della pitturazione e le
sabbiatura e molatura dei profilati) allo scopo di verificare raccomandazioni del Produttore della pittura. Questa visita
sul posto che essa risponda alle prescrizioni dati nella può essere eseguita congiuntamente all'ispezione finale di
Tab 2. Questa visita può essere eseguita dal Tecnico della accettazione da parte degli Ispettori del Cantiere,
Società congiuntamente con l'ispezione eseguita dagli dell'Armatore e del Produttore della pittura.

Regolamenti RINA 2008 231


Parte F, Cap 11, App 1

APPENDICE 1 METODO PROBABILISTICO PER IL CALCOLO


DELLA STABILITÀ IN CONDIZIONI DI AVARIA PER
NAVI DA CARICO

1 Metodo probabilistico per il calcolo nellate, senza carico, combustibile, lubrificanti, acqua di
zavorra, acqua dolce e acqua di alimento nelle casse, senza
della stabilità in condizioni di avaria
consumabili, nè passeggeri, nè equipaggio ed effetti perso-
per navi da carico nali.
L’immersione dp corrispondente al galleggiamento interme-
1.1 Definizioni dio è data, in m, dalla formula:
1.1.1 Galleggiamento di d p = d ls + 0 ,6 ⋅ ( d l – d ls )
compartimentazione (1/10/2005)
dove:
Il galleggiamento di compartimentazione è il galleggia-
mento in base al quale viene determinata la compartimen- dl : Immersione, in m, corrispondente al massimo
tazione della nave. galleggiamento di compartimentazione, in m
dls : Immersione di nave vacante, in m.
1.1.2 Massimo galleggiamento di
compartimentazione (1/10/2005) 1.1.4 Lunghezza di compartimentazione
Il massimo galleggiamento di compartimentazione è quello Ls (1/10/2005)
che corrisponde all’immersione estiva da assegnare alla La lunghezza di compartimentazione Ls è la massima lun-
nave.
ghezza fuori ossatura di quella parte della nave, proiettata
Questa definizione non preclude la possibilità di caricare la sul piano longitudinale, misurata in corrispondenza o infe-
nave fino ad una maggiore immersione consentita da un riormente al ponte o ai ponti ai quali si arresta l’estensione
altro galleggiamento assegnato, come la marca tropicale, o verticale dell’allagamento con la nave al massimo galleg-
quello per il trasporto di legname ecc. giamento di compartimentazione.
1.1.3 Galleggiamento intermedio (1/10/2005) La definizione di LS è illustrata nella Fig 1.
Il galleggiamento intermedio è quello corrispondente Per il ponte di prora che limita l’estensione verticale
all’immersione della nave vacante più il 60% della diffe- dell’allagamento, Hmax deve essere calcolata in accordo con
renza tra l’immersione corrispondente alla linea di massimo l’immersione dl al massimo galleggiamento di comparti-
galleggiamento di compartimentazione e quella della nave mentazione, basato sulla corrispondente formula in [1.5.9].
vacante medesima. La posizione dell’estremità prodiera al massimo galleggia-
L’immersione di nave vacante è l’immersione corrispon- mento di compartimentazione deve essere presa come indi-
dente alla nave vacante con differenza d’immersione zero. cato in Fig 2 e quella del termine poppiero in maniera
Il dislocamento a nave vacante è quello della nave, in ton- simile.

232 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

Figura 1 : Determinazione di LS (1/10/2005) Larghezza B è la massima larghezza di costruzione della


nave, in m, misurata in corrispondenza o inferiormente al
massimo galleggiamento di compartimentazione.
Hmax
Immersione d è la distanza verticale, in m, tra la linea di
LS costruzione a metà lunghezza ed il galleggiamento in
esame.
Permeabilità µ di uno spazio è la percentuale del volume di
quello spazio che può essere occupato dall’acqua quando è
Hmax
immerso.
LS
1.2 Indice di compartimentazione richiesto
“R”
1.2.1 (1/10/2005)
LS
Scopo delle presenti Regole è quello di fornire alle navi
uno standard minimo di compartimentazione.
Figura 2 : Posizione dell’estremità
prodiera (1/10/2005) Il grado di compartimentazione da fornire deve essere
determinato mediante l’indice di Compartimentazione
richiesto “R”, come segue:
stagno • per le navi aventi lunghezza LS superiore a 100 m:
1⁄3
R = ( 0 ,002 + 0 ,0009 ⋅ L S )
estremità avanti

dove LS è in m, e
H • per le navi aventi lunghezza LS uguale o superiore a 80
Hmax ≤ H dl m, ma non superiore a 100 m:
1
R = 1 – --------------------------------------------
-
⎛ 1 + ---------LS R0 ⎞
- ⋅ -------------- -
⎝ 100 1 – R 0⎠

stagno dove R0 è il valore di R calcolato secondo la formula


per le navi aventi LS superiore a 100 m.
estremità avanti

1.3 Indice di compartimentazione effettivo


H “A”
Hmax > H dl
1.3.1 (1/10/2005)
L’indice di compartimentazione effettivo “A” calcolato
secondo questo sotto-articolo [1.3], non deve essere infe-
riore all’indice di compartimentazione richiesto “R”, calco-
lato secondo il sotto-articolo [1.2].
Quando vi sia una completa simmetria rispetto al piano di
estremità avanti

simmetria longitudinale:
• dello scafo principale
• delle strutture sovrastanti che possono dare contributo
dl di spinta nei calcoli di stabilità in condizioni di avaria
• della suddivisione interna che limita l’estensione
dell’allagamento nei calcoli della stabilità in condizioni
1.1.5 Altre definizioni (1/10/2005) di avaria
Metà lunghezza è il punto corrispondente alla mezzeria la falla può essere ipotizzata sia a dritta che a sinistra,
della lunghezza di compartimentazione della nave. dando luogo in entrambi i casi allo stesso valore di “A”.
L’estremità poppiera è il limite poppiero della lunghezza di Quando non esista una perfetta simmetria, devono essere
compartimentazione. fatti due calcoli per il valore “A”, uno ipotizzando la falla a
L’estremità prodiera è il limite prodiero della lunghezza di sinistra della nave, e uno a dritta. Deve essere usato il
compartimentazione. valore medio ottenuto dal calcolo dei due lati.

Regolamenti RINA 2008 233


Parte F, Cap 11, App 1

1.3.2 (1/10/2005) galleria dei tubi, e il fattore pi moltiplicato per il fattore r,


L’indice di compartimentazione effettivo “A” della nave come calcolato per la penetrazione solo in un comparti-
deve essere calcolato con la seguente formula: mento laterale. Se è sistemato un ulteriore compartimento
laterale, è possibile tener conto di due differenti penetra-
A = Σp i ⋅ s i
zioni, e applicare il fattore (r2 - r1) invece di (1-r), come
dove: richiesto quando la falla è estesa al piano di simmetria.
i : Indice che individua ciascun compartimento, o r2 è quindi il valore r per la penetrazione fino alla galleria
gruppo di compartimenti, considerato
tubi soltanto, e r1 è il valore r per la penetrazione fino alla
pi : Fattore che tiene conto della probabilità che paratia longitudinale soltanto. Vedere Fig 21.
solo il compartimento, o gruppo di comparti-
1.3.5 (1/10/2005)
menti, considerato possa essere allagato senza
tener conto di alcuna compartimentazione oriz- L’estensione verticale della falla deve essere assunta dalla
zontale, pi è indipendente dall’immersione, ma linea di costruzione fino a qualsiasi compartimentazione
comprende il fattore r stagna orizzontale al di sopra della linea di galleggiamento
o più in alto. Comunque se un’estensione minore dà risul-
si : Fattore che tiene conto della probabilità di
tati più severi, la falla deve essere limitata a tale estensione.
sopravvivenza dopo l’allagamento del compar-
timento o gruppo di compartimenti, considerato 1.3.6 (1/10/2005)
compreso l’effetto di qualsiasi compartimenta- Qualora tubolature, condotte, o gallerie siano situate entro i
zione orizzontale, si dipende dall’immersione e compartimenti considerati allagati, devono essere prese
comprende il fattore v ed è una media ponde- opportune precauzioni per impedire che attraverso di esse
rale dei fattori s calcolati alle immersioni dl e dp. l’allagamento possa progressivamente estendersi ad altri
Si raccomanda di calcolare il prodotto pisi usando cinque compartimenti oltre a quelli considerati allagati. Comunque
decimali, mentre il risultato finale, cioè gli indici “A” o “R” la Società può permettere allagamenti progressivi di piccola
siano calcolati con almeno tre decimali. entità qualora venga dimostrato che l’allagamento addizio-
nale di tali compartimenti non può portare al capovolgi-
1.3.3 (1/10/2005) mento o all’affondamento della nave.
Nel calcolo di “A” si deve considerare la nave senza diffe- Nei calcoli di allagamento secondo l’ App 1, è sufficiente
renza d’immersione prendere in considerazione solo una falla per volta.
Per qualsiasi nave, comprese quelle con chiglia inclinata,
deve essere usato come riferimento per l’assetto diritto il 1.4 Calcolo del fattore pi
galleggiamento di progetto.
La sommatoria di cui alla formula sopra riportata deve 1.4.1 (1/10/2005)
essere estesa a tutta la lunghezza della nave, per tutti i casi Il fattore pi deve essere calcolato secondo il punto [1.4.2]
di allagamento nei quali siano interessati uno, due o più come appropriato in funzione dei parametri sotto elencati:
compartimenti adiacenti. x1 : Distanza, in m, dall’estremità poppiera di Ls alla
Tale sommatoria comprende solo quei casi di allagamento parte più a proravia dell’estremità poppiera del
che portano contributo al valore dell’Indice di Comparti- compartimento considerato
mentazione effettivo “A”. x2 : Distanza, in m, dal termine poppiero di Ls alla
parte più a poppavia dell’estremità prodiera del
1.3.4 (1/10/2005)
compartimento considerato
Quando la nave è dotata di compartimenti laterali, il contri-
buto alla sommatoria della formula deve essere considerato x
E 1 = -----1
per tutti i casi di allagamento nei quali siano interessati solo Ls
i compartimenti laterali, e inoltre, per tutti i casi di allaga- x
E 2 = -----2
mento contemporaneo di uno o più compartimenti laterali Ls
e compartimento(i) interno(i) adiacente(i) assumendo una E = E 1 + E2 – 1
penetrazione di falla di forma rettangolare, che si estenda J = E2 – E1
fino al piano di simmetria longitudinale ma senza interes-
J′ = J – E se E ≥ 0
sare l’eventuale paratia stagna longitudinale posta in corri-
spondenza di detto piano. J′ = J + E se E < 0
Vedere Fig 3 e Fig 4. Jmax : Massima lunghezza di falla (adimensionale)
Quando esiste più di una compartimentazione longitudi- 48
J max = ------ , in ogni caso non superiore a 0,24,
nale da considerare, non è necessario che la penetrazione LS
si estenda fino al piano di simmetria della nave, se tale a : Distribuzione della densità di localizzazione
penetrazione non apporta alcun contributo all’indice di della falla, considerata lungo la nave
compartimentazione effettivo.
a = 1 ,2 + 0 ,8 ⋅ E, in ogni caso non superiore a 1,2,
Per esempio, quando una galleria tubi è installata al centro
F : Funzione della distribuzione della localizza-
nave, una falla in questa galleria può causare un grave alla-
zione della falla, considerata lungo la nave
gamento progressivo che porta alla perdita della nave. In
questo caso la penetrazione può essere fermata fuori della F = 0 ,4 + 0 ,25 ⋅ E ⋅ ( 1 ,2 + a )

234 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

J il fattore di riduzione r si ottiene mediante interpola-


y = --------
J max zione lineare tra i seguenti valori:
p = F 1 ⋅ J max r = 1, per J=0
2
q = 0 ,4 ⋅ F 2 ⋅ ( J max ) e il valore pertinente richiesto per J ≥ 0,2b/B, conside-
y
2
3 rando J = 0,2b/B
F 1 = y – ----- , se y < 1
3 dove:

1 b : Distanza media trasversale, in m, misurata
F 1 = y – --- , negli altri casi
3 perpendicolarmente al piano di simmetria
4
3
y longitudinale, in corrispondenza del mas-
F 2 = y----- – ------ , se y < 1
3 12 simo galleggiamento di compartimenta-
2 zione, tra il fasciame esterno ed un piano
y y 1
F 2 = ----- – --- + ------ , negli altri casi. passante per e parallelo alla parte più
2 3 12
esterna della paratia longitudinale che si
estende tra i limiti longitudinali usati per il
1.4.2 (1/10/2005)
calcolo di pi.
Il fatttore pi per ogni singolo compartimento, assume i
seguenti valori: La distanza media trasversale b deve essere misurata tra il
fasciame esterno, al massimo galleggiamento di comparti-
• se il compartimento considerato si estende per l’intera
mentazione e un piano verticale tangente, o in comune
lunghezza Ls della nave:
con, tutta o una parte della paratia longitudinale ma in
pi = 1 qualsiasi altro punto al di fuori di essa, e orientata in modo
tale che questa distanza media trasversale dal fasciame sia
• quando l’estremità poppiera del compartimento consi-
massima, eccetto che in nessun caso la distanza massima
derato coincide con il termine poppiero:
tra questo piano e il fasciame superi il doppio della distanza
p i = F + 0 ,5 ⋅ a ⋅ p + q minima tra il piano e il fasciame. Dove la paratia longitudi-
nale termina al di sotto del massimo galleggiamento di
• quando l’estremità prodiera del compartimento consi-
compartimentazione, il piano verticale che si riferisce alla
derato coincide con il termine prodiero:
parte superiore si assume che si estenda in su fino al mas-
p i = 1 – F + 0 ,5 ⋅ a ⋅ p simo galleggiamento di compartimentazione.
• quando entrambe le estremità del compartimento consi- Le Fig 3 e Fig 4 illustrano l’applicazione di questa defini-
derato sono interne ai termini poppiero e prodiero della zione.
lunghezza Ls della nave: Una zona di avaria che contenga brusche variazioni di lar-
pi = a ⋅ p ghezza può anche essere considerata come suddivisa in
zone più piccole, ognuna con un valore b costante.
• qualora il compartimento considerato si estenda a Calcolando i valori r per un gruppo di due o più comparti-
cavallo della metà lunghezza i valori di pi di cui alle menti adiacenti, il valore b è comune a tutti i comparti-
presenti formule devono essere ridotti di una quantità menti di quel gruppo, ed è uguale al valore b più basso di
dedotta secondo la formula per q, in cui F2 è calcolato tutto il gruppo:
assumendo y uguale a J'/Jmax.
b = min (b1, b2, ..., bn)
1.4.3 (1/10/2005) dove:
Se vi sono compartimenti laterali, il valore di pi per detti n : Numero di compartimenti laterali di quel
compartimenti si ottiene moltiplicando il valore calcolato gruppo
come detto in [1.4.4], per il fattore di riduzione “r” calco- b1, b2, ..., bn :Valore medio b per i singoli compartimenti
lato secondo le seguenti formule, che rappresenta la proba- laterali di quel gruppo.
bilità che i compartimenti interni non vengano allagati.
Il valore di pi nel caso di allagamento contemporaneo di un 1.4.4 (1/10/2005)
compartimento laterale e di un compartimento interno Nel calcolo di pi per compartimenti valutati singolarmente,
adiacente, si ottiene moltiplicando il fattore calcolato come si applicano direttamente le formule dei punti [1.4.2] e
detto sopra, per il fattore (1-r). [1.4.3].
Il fattore di riduzione r deve essere determinato con le Nel calcolo di pi per gruppi di compartimenti si applicano
seguenti formule: le seguenti formule, come appropriato:
• per J ≥ 0,2b/B: • per gruppi di due compartimenti:
pi = p12 - p1 - p2
r = --b- ⋅ ⎛ 2 ,3 + -------------------
0 ,08 -⎞ + 0 ,1 (1) se b/B ≤ 0 ,2
B ⎝ J + 0 ,02⎠ pi = p23 - p2 - p3, ecc.
0 ,016 - + --b- + 0 ,36 • per gruppi di tre compartimenti:
r = ------------------- (2) se b/B < 0,2
J + 0 ,02 B pi = p123 - p12 - p23 + p2
• per J < 0,2b/B pi = p234 - p23 - p34 + p3 ecc.

Regolamenti RINA 2008 235


Parte F, Cap 11, App 1

• per gruppi di quattro compartimenti: ghezza adimensionale “J“ uguale a quella del gruppo di
compartimenti indicati dai pedici di “p”.
pi = p1234 - p123 - p234 + p23
Il fattore “pi” per un gruppo di tre o più compartimenti adia-
pi = p2345 - p234 - p345 + p34, ecc. centi è uguale a zero se la lunghezza adimensionale di tale
gruppo meno la lunghezza adimensionale dei comparti-
i valori: menti estremi poppiero e prodiero del gruppo, è maggiore
di Jmax.
p12, p23, p34, ecc.
Vedere Fig 3, Fig 4 e Fig 9 fino a Fig 22 e le spiegazioni in
p123, p234, p345, ecc. [2.2], [2.3] e [2.4].
p1234, p2345, p3456, ecc. In particolare, nel calcolare i valori di r per un gruppo di
due o più compartimenti (o zone) adiacenti, il valore di b
devono essere calcolati secondo le formule in [1.4.2] e deve essere lo stesso per tutti i compartimenti (o zone) di
[1.4.3] considerando un compartimento singolo avente lun- quel gruppo.

Figura 3 : Determinazione della distanza media trasversale b (1/10/2005)

piano di simmetria piano di simmetria


longitudinale longitudinale

b1 b b2 b

fasciame esterno

piano di simmetria
piano di simmetria
longitudinale
longitudinale
b1 b1
b b2 b b2

fasciame esterno

piano di simmetria
longitudinale
piano di simmetria
longitudinale
b1 b1
( = 2 b2 ) b b2 ( = 2 b2 ) b b2

fasciame esterno

piano di simmetria
b1 longitudinale
( = 2 b2 )
b
b2

236 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

Figura 4 : Determinazione della distanza media trasversale b (1/10/2005)


dl

cielo del doppio fondo

b non interviene nella falla illustrata

dl

cielo del doppio fondo

d
l

cielo del doppio fondo

d
l

cielo del doppio fondo

d
l

1.5 Calcoli del fattore si campo : Estensione del campo dei bracci di stabilità
positivi oltre l’angolo di equilibrio, in gradi, da
1.5.1 (1/10/2005) assumere non maggiore di 20°; tuttavia il
Il valore del fattore si deve essere ottenuto per ciascun com- campo deve essere arrestato all’angolo in corri-
partimento o gruppo di compartimenti secondo le prescri- spondenza del quale le aperture non chiudibili
zioni indicate nei punti da [1.5.2] a [1.5.9]. con mezzi stagni alle intemperie risultano
immerse
1.5.2 (1/10/2005)
θe : Angolo finale di equilibrio trasversale, in gradi.
In generale per qualsiasi condizione di allagamento a par-
1.5.3 (1/10/2005)
tire da qualsiasi condizione di carico iniziale si deve essere
dato da: Si assume si = 0 quando il galleggiamento finale, tenuto
conto della sommersione, dell’assetto e dello sbandamento,
s i = C ⋅ 0 ,5 ⋅ ( GZ max ) ⋅ ( campo ) è tale che il margine inferiore delle aperture attraverso le
quali si può avere un allagamento progressivo, risulta
essendo:
immersa. Tra tali aperture sono compresi sfoghi d’aria,
C = 1, se θ e ≤ 25°, trombe a vento, e aperture che sono chiuse per mezzo di
C = 0, se θ e > 30°, porte o coperture di boccaporte stagne alle intemperie, e da
esse possono essere escluse aperture chiuse per mezzo di
30 – θ e
C = ----------------- negli altri casi, chiusure di passi d’uomo e portelli stagni, piccole coper-
5
ture di boccaporte stagne che mantengono un alto grado di
GZmax : Valore massimo del braccio di stabilità positivo, integrità del ponte, porte stagne scorrevoli comandate a
in m, entro il campo sottoindicato, da assumere distanza, porte di accesso e coperture di boccaporte di
non maggiore di 0,1 m accesso, di integrità tale da garantire lo stagno all’acqua,

Regolamenti RINA 2008 237


Parte F, Cap 11, App 1

normalmente chiuse in navigazione, e portellini di tipo non galleggiamento di compartimentazione, essendo H non
apribile. Tuttavia se nei calcoli si tiene conto dei comparti- superiore ad Hmax
menti così allagati, devono essere applicate le prescrizioni
della presente App 1. • vi = 1

Se il galleggiamento finale sommerge il margine inferiore di nel caso in cui la compartimentazione orizzontale più
qualsiasi apertura attraverso cui può avvenire un allaga- alta nella zona interessata alla falla sia situata al di sotto
mento progressivo, il fattore si può essere ricalcolato di Hmax
tenendo conto di tale allagamento. Se il valore si risultante è
essendo:
superiore allo zero, si può tenere conto del contributo posi-
tivo dA all’indice A. H : Distanza verticale, in m, rispetto alla linea di
costruzione, della compartimentazione oriz-
1.5.4 (1/10/2005) zontale assunta come limitazione di estensione
verticale della falla.
Per ciascun compartimento, o gruppo di compartimenti, si
deve essere ottenuto con media ponderata tenendo conto Quando la distanza della compartimentazione orizzontale
delle immersioni come segue: dalla linea di costruzione non è costante, si deve usare per
calcolare H la distanza dalla linea di costruzione del punto
s i = 0 ,5 ⋅ s l + 0 ,5 ⋅ s p più basso della compartimentazione orizzontale.
essendo: Hmax : Massima estensione verticale possibile, in m,
sl : Fattore “s” corrispondente al massimo galleg- della falla al di sopra della linea di costruzione,
giamento di compartimentazione oppure:

H max = d + 0 ,056 ⋅ L s ⋅ ⎛ 1 – ---------


sp : Fattore “s” corrispondente al galleggiamento Ls ⎞
- , se L s ≤ 250 m
⎝ 500⎠
intermedio.
H max = d + 7 , se L s > 250 m
1.5.5 (1/10/2005)
assumendo il valore minore.
Per tutti i compartimenti a proravia della paratia di colli-
sione, il valore di “si” calcolato per il massimo galleggia-
mento di compartimentazione e considerando 1.6 Permeabilità
un’estensione verticale della falla illimitata, deve essere 1.6.1 (1/10/2005)
assunto uguale a 1.
Ai fini dei calcoli di compartimentazione e di stabilità in
1.5.6 (1/10/2005) condizioni di avaria riportati nella presente appendice, la
Ogniqualvolta una compartimentazione orizzontale venga permeabilità di ciascuno spazio, o di ciascuna parte di spa-
sistemata al di sopra del galleggiamento in esame si appli- zio, deve essere assunta uguale ai valori della seguente
cano le prescrizioni indicate ai punti da [1.5.7] a [1.5.9]. Tab 1:

1.5.7 (1/10/2005)
Tabella 1 : Permeabilità (1/10/2005)
Il valore “si” per il compartimento, o gruppo di comparti-
menti più basso, deve essere ottenuto moltiplicando il Spazi Permeabilità
valore determinato in [1.5.2] per il fattore di riduzione “v”
secondo il punto [1.5.9], che rappresenta la probabilità che Depositi 0,60
gli spazi al di sopra della compartimentazione orizzontale Sistemazioni per alloggio 0,95
non vengano allagati.
Sistemazioni per macchinari 0,85
1.5.8 (1/10/2005)
Spazi vuoti 0,95
Nel caso di un contributo positivo all’indice “A” dovuto
all’allagamento contemporaneo degli spazi al di sopra della Spazi per carico secco 0,70
compartimentazione orizzontale, il valore di si risultante Spazi per liquidi 0 o 0,95 (1)
per tale compartimento o gruppo di compartimenti deve
essere ottenuto incrementando il valore determinato in (1) assumendo il valore che risulta più severo ai fini dei
[1.5.7] del valore si relativo all’allagamento contemporaneo calcoli
secondo il comma [1.5.2], moltiplicato per il fattore (1-v).
1.5.9 (1/10/2005)
1.7 Informazioni sulla stabilità
Il fattore di probabilità vi deve essere assunto uguale ai 1.7.1 (1/10/2005)
seguenti valori: Al comando di bordo devono essere fornite quelle informa-
zioni affidabili necessarie a costituire una guida accurata
H–d
• v i = --------------------- per valutare in maniera semplice e rapida le condizioni di
H max – d
stabilità della nave nelle diverse condizioni di esercizio. Le
nel caso in cui si assuma un allagamento esteso fino alla informazioni necessarie sono specificate nei requisiti da
compartimentazione orizzontale situata al di sopra del [1.7.2] a [1.7.5].

238 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

1.7.2 (1/10/2005) 1.7.4 (1/10/2005)


Un diagramma indicante, in funzione delle immersioni, la Devono essere comprese istruzioni circa la manovra dei
minima altezza metacentrica di esercizio (GM) in grado di dispositivi per il bilanciamento dell’allagamento asimme-
assicurare la rispondenza ai requisiti di stabilità allo stato trico, se disponibili, e ogni altro dato o suggerimento che
integro ed ai requisiti di cui alle regole dei punti da [1.1] a possa risultare necessario per conservare la stabilità in con-
[1.5] deve essere inserito nel fascicolo di stabilità e assetto. dizioni di avaria.
In alternativa può essere fornito un diagramma indicante, in Ove siano installati dei dispositivi per il bilanciamento
funzione delle immersioni, l’altezza massima ammissibile dell’allagamento asimmetrico, devono essere eseguiti i cal-
del centro di gravità (KG). Possono essere ugualmente coli secondo la Sez 11, [2.1.6].
accettate anche informazioni equivalenti.
E’ semplice ottenere il minimo valore di GM (o il massimo 1.7.5 Devono essere permanentemente esposti, o pronta-
KG) che risponda ai requisiti di stabilità a nave integra, e mente disponibili in plancia, come guida per l’ufficiale inca-
può essere espresso da una curva unica in funzione dei ricato, disegni indicanti chiaramente per ogni ponte e stiva,
valori d’immersione della nave. le delimitazioni dei compartimenti stagni, le aperture negli
stessi, con i relativi dispositivi di chiusura e la posizione dei
Comunque non è possibile ottenere una serie unica di relativi dispositivi di comando, e i sistemi per la correzione
valori minimi di GM per l’immersione di pieno carico, (dl) e di ogni sbandamento conseguente ad un allagamento. Inol-
per l’immersione corrispondente al carico parziale (dp) che tre devono essere messi a disposizione degli ufficiali della
assicuri la rispondenza ai punti da [1.1] a [1.5], perchè ci nave fascicoli contenenti le informazioni suddette.
sono infinite serie di GM per soddisfare la Regola. Descrizioni dettagliate delle informazioni da inserire nella
documentazione di controllo dell’avaria sono elencate in
Pertanto, un sistema potrebbe essere quello di scegliere un
Sez 11, [2.1.7].
valore di GM per l’immersione di pieno carico che sia il più
vicino possibile al valore minimo di GM relativo ai requisiti
Figura 6 : Curva dei GM limite
di stabilità allo stato integro, basati su una realistica condi- GM minima che assicuri
d la rispondenza ai requisiti
zione di carico, poi variare il valore di GM per l’immer- di stabilit allo stato integro
sione corrispondente di carico parziale mantenendo una
realistica condizione di carico e ottenere un valore limite di dl
GM per rispondere alle regole dei punti da [1.1] a [1.5].
GM minima (in condizioni
di avaria)
Possono essere adottati altri sistemi pratici.
1.7.3 (1/10/2005) df

Al fine di fornire i dati di cui in [1.7.2], i valori limite di GM


(o KG) da usare, qualora siano determinati con considera-
zioni relative all’Indice di Compartimentazione, devono
variare linearmente tra il massimo galleggiamento di com-
partimentazione e quello intermedio. In questo caso, per le
immersioni inferiori al galleggiamento intermedio, se il GM GM

minimo richiesto per tale immersione risulta dal calcolo


dell’Indice di Compartimentazione, deve essere assunto per
le immersioni inferiori tale valore di GM, a meno che non si
2 Interpretazioni
applichino i requisiti di stabilità allo stato integro.
2.1 Interpretazioni delle compartimentazioni
Le curve dei GM limite devono essere disegnate come indi-
cato nelle Fig 5 e Fig 6.
trasversali
2.1.1 (1/10/2005)
Figura 5 : Curva dei GM limite (1/10/2005) La presente parte illustra, per mezzo di esempi, come divi-
d
dere la lunghezza della nave Ls in un numero finito di zone
GM fissata per d i
di possibile avaria. La suddivisione di Ls in zone di possibile
avaria non è fatta al solo fine di considerare le esistenti
dl
paratie trasversali, ma anche per separare più piccoli com-
GM minima che assicuri partimenti stagni locali, il cui allagamento può avere
la rispondenza ai requisiti
di stabilit allo stato integro
influenza significativa sui risultati della stabilità della nave
in condizioni di avaria.
dp
2.1.2 (1/10/2005)
GM minima (in condizioni La Fig 7 indica la sezione verticale di una zona di nave che
di avaria) contiene due compartimenti chiamati A e B. Il comparti-
mento A è diviso in due parti, A1 e A2, da una comparti-
mentazione locale. Allo scopo di calcolare i prodotti pi.si,
GM che contribuiscono più favorevolmente all’Indice di Com-
partimentazione effettivo, devono essere considerati tre

Regolamenti RINA 2008 239


Parte F, Cap 11, App 1

compartimenti, o zone di possibile avaria, fittizi. La base 2.1.3 (1/10/2005)


per i calcoli di pi e si è data di seguito: Compatibilmente con le regole è anche possibile ignorare
a) Zona 1 di lunghezza l1: la compartimentazione locale nel calcolo del valore p. In
questo caso, dovranno essere considerati i seguenti com-
• p1 basato su l1 partimenti o gruppi di compartimenti:
• s1 basato sull’ allagamento dello spazio A1 a) Zona A di lunghezza lA = l1 + l2:
b) Zona 2 di lunghezza l2: • pA basato su lA
• p2 basato su l2 • sA basato sull’allagamento dello spazio A1, o dello
• s2 basato sull’ allagamento dello spazio A1 da solo o spazio A2, o degli spazi A1 e A2, assumendo il valore
di A2 da solo o di A1 e A2, assumendo il valore che s risultante minore
risulta avere un valore s inferiore b) Zona B di lunghezza lB (= l3):
c) Zona 3 (o spazio B) di lunghezza l3: • pB basato su lB
• p3 basato su l3 • sB basato sull’allagamento dello spazio B
• s3 basato sull’ allagamento dello spazio B c) Zone A + B:
d) Zone 1 + 2: • pAB basato su lA e lB
• p12 basato su l1 e l2 • sAB basato sull’allagamento di A1 e B, oppure di A2 e
• s12 basato sull’allagamento di A1, o di A1 e A2, assu- B, oppure di A1 e A2 e B, assumendo il valore s risul-
mendo il valore che risulta avere un valore s infe- tante minore.
riore
2.1.4 (1/10/2005)
e) Zone 2 + 3:
Ovviamente il metodo proposto in [2.1.2] di cui sopra por-
• p23 basato su l2 e l3 terà generalmente ad un’Indice di Compartimentazione
• s23 basato sull’allagamento di A1 e A2 e B, oppure di Effettivo che sarà più alto (o per lo meno uguale) di quello
A1 e B, oppure di A2 e B, assumendo il valore che ottenuto in base al metodo [2.1.3]. Anche l’errore derivante
risulta avere un valore s inferiore dal trascurare la reale distribuzione dell’avaria in direzione
verticale, è molto minore nel primo caso.
f) Zone 1 + 2 + 3:
• p123 basato su l1, l2 e l3 2.1.5 (1/10/2005)

• s123 basato sull’allagamento di A1 e B, oppure di A1 e Un altro esempio di compartimentazione locale è illustrato


A2 e B, assumendo il valore che risulta avere un nella Fig 8.
valore s inferiore. Tab 2 e Tab 3 illustrano come ciò possa essere gestito.

Tabella 2 : Valore di pi calcolato tenendo conto dell’effetto della compartimentazione locale (1/10/2005)

Zone di possibile avaria misurando la p basato sulla s basato sull’allagamento dello spazio(i) che realizza la più
lunghezza dello spazio danneggiato lunghezza scarsa stabilità

1 l1 spazio A

2 l2 spazio A, o spazio B, o spazi A e B (1)

3 l3 spazio B, o spazio C, o spazi B e C (1)

4 l4 spazio C, o spazio D, o spazi C e D (1)

1+2 l1, l2 spazio A, o spazi A e B (1)

2+3 l2, l3 spazio B, o spazi A e C, o spazi A, B e C (1)

3+4 l3, l4 spazio C, o spazi B e D, o spazi B, C e D (1)

1+2+3 l 1, l 2, l 3 spazio A e B, o spazi A e C, o spazi A e B e C (1)

2+3+4 l 2, l 3, l 4 spazi A e C, o spazi B e D, o spazi A e B e C e D (1)

1+2+3+4 l1, l2, l3, l4 spazi A e C, o spazi A e B e D, o spazi A e B e C e D (1)

(1) quello che dà un valore di si più piccolo

240 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

Tabella 3 : Valore pi calcolato ignorando la compartimentazione locale (1/10/2005)

Zone di possibile avaria misurando la s basato sull’allagamento dello spazio(i) che realizza la più
p basato sulla lunghezza
lunghezza dello spazio danneggiato scarsa stabilità
A lA = l1 + l2 spazio A, o spazio B, o spazi A e B (1)

C lC = l3 + l4 spazio C, o spazio B, o spazio D, o spazi C e B, o spazi B e


D, o spazi C e D, o spazi B e C e D (1)
A+C lA , lC spazio B, o spazi A e C, o spazi B e D, o spazi A e B e C, o
spazi A e B e D, o spazi A e B e C e D (1)
(1) quello che dà un valore di si più piccolo

Tabella 4 : Esempio di determinazione del fattore p (1/10/2005)

Zona o zone di possibile avaria come Distanze X1 e X2 per la


fattore p
compartimento o gruppo di compartimenti (1) determinazione del fattore p
1 p = p1 X1 = 0 X2 = l 1
W 2,3 p = p23 . r23 X1 = l 1 X2 = l1-3
W 4,5 p = p45 . r45 X1 = l1-3 X2 = l1-5
1 e W 2,3 p = p1-3 . r1-3 - p1 . r1 - p23 . r23 X1 = 0 X2 = l1-3
W 2,3 e W 4,5 p = p2-5 . r2-5 - p23 . r23 - p45 . r45 X1 = l 1 X2 = l1-5
1 e W 2,3 e W 4,5 p = p1-5 . r1-5 - p1-3 . r1-3 - p2-5 . r2-5 + p23 . r23 X1 = 0 X2 = l1-5
W 2,3 e W 4,5 e W 6,7 p = p2-7 . r2-7 - p2-5 . r2-5 - p4-7 . r4-7 + p45 . r45 X1 = l 1 X2 = l1-7
(1) da considerarsi allagato per il calcolo di si.
Nota 1: r1-5 è una funzione di l1-5 e b2-5; r45 è una funzione di l45 e b2-7.

Tabella 5 : Esempio di determinazione del fattore p (1/10/2005)

Zona o zone di possibile avaria come


Distanze X1 e X2 per la
compartimento fattore p
determinazione del fattore p
o gruppo di compartimenti (1)
C 2 e W 2,3 p = p2 . (1 -r2) X1 = l1 X2 = l12
C 3 e W 2,3 p = p3 . (1 -r3) X1 = l12 X2 = l1-3
C 4 e W 4,5 p = p4 . (1 -r4) X1 = l1-3 X2 = l1-4
1 e C 2 e W 2,3 p = p12(1 -r12) - p1(1 -r1) - p2(1 -r2) X1 = 0 X2 = l12
C 2 e C 3 e W 2,3 p = p23(1 -r23) - p2(1 -r2) - p3(1 -r3) X1 = l1 X2 = l1-3
C 3 e C 4 e W 2,3 e W 4,5 p = p34(1 -r34) - p3(1 -r3) - p4(1 -r4) X1 = l12 X2 = l1-4
1 e C 2 e C 3 e W 2,3 p = p1-3(1 -r1-3) - p12(1 -r12) - p23(1 -r23) + p2(1 -r2) X1 = 0 X2 = l1-3
C 2 e C 3 e C 4 e W 2,3 e W 4,5 p = p2-4(1 -r2-4) - p23(1 -r23) - p34(1 -r34) + p3(1 -r3) X1 = l1 X2 = l1-4
(1) da considerarsi allagato per il calcolo di si.

Tabella 6 : Esempio di determinazione del fattore p (1/10/2005)

Zona o zone di possibile avaria come


Distanze X1 e X2 per la
compartimento fattore p
determinazione del fattore p
o gruppo di compartimenti (1)
1 p = p1 X1 = 0 X2 = l 1
W2 p = p2.r2 X1 = l1 X2 = l12
W 3,4 p = p34.r34 X1 = l12 X2 = l1-4
1eW2 p = p12.r12 - p1.r1 - p2.r2 X1 = 0 X2 = l12
W2 e W 3,4 p = p2-4.r2-4 - p2.r2 - p34.r34 X1 = l1 X2 = l1-4
1 e W2 e W 3,4 p = p1-4.r1-4 - p12.r12 - p2-4.r2-4 + p2.r2 X1 = 0 X2 = l1-4
W2 e W 3,4 e W 5,6 p = p2-6.r2-6 - p2-4.r2-4 - p3-6.r3-6 + p34.r34 X1 = l1 X2 = l1-6
(1) da considerarsi allagato per il calcolo di si.

Regolamenti RINA 2008 241


Parte F, Cap 11, App 1

Figura 7 : Esempio di compartimentazione 2.2 Interpretazione delle compartimenta-


trasversale (1/10/2005) zioni combinate: trasversali, orizzontali
zone
e longitudinali
ponte
2.2.1 (1/10/2005)
Vengono inclusi nelle presenti Regole accorgimenti per
linea di costruzione
effettuare una valutazione e l’accettazione di navi che
abbiano una compartimentazione combinata longitudinale
e trasversale. Per facilitare una completa comprensione ed
una corretta e uniforme applicazione delle nuove prescri-
considerando l’effetto della
compartimentazione locale zioni, è qui fornito del materiale illustrativo. Gi esempi for-
con 3 zone allagate
niti sono basati su tre diverse disposizioni di
compartimentazioni trasversali e longitudinali combinate
come illustrato nelle Fig 9, Fig 10 e Fig 11.

valore calcolato
2.2.2 (1/10/2005)
di p
Nella presente parte viene usata la seguente nomenclatura:
• l1, l2, l3, ecc. sono le distanze tra le paratie che delimi-
tano i compartimenti sia interni che laterali come illu-
strato nelle Fig 9, Fig 10 e Fig 11
trascurando l’effetto della l12 = l1 + l2; l23 = l2 + l3; l34 = l3 + l4 ecc.
compartimentazione locale
con 2 zone allagate l1-3 = l1 + l2 + l3; l2-4 = l2 + l3 + l4
l2-5 = l2 + l3 + l4 + l5; l3-6 = l3 + l4 + l5 + l6 ecc.
• p1, p2, p3, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.2] usando l1, l2, l3 ecc., come l
• p12, p23, p34, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.2] usando l12, l23, l34 ecc., come l
Figura 8 : Esempio di compartimentazione
p1-3, p2-4, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
trasversale (1/10/2005)
requisito [1.4.3] usando l1-3, l2-4, ecc., come l
zone
ponte p2-5, p3-6, ecc. sono valori di pi calcolati secondo il
requisito [1.4.3] usando l2-5, l3-6, ecc., come l
r1, r2, r3, ecc. sono valori di r calcolati secondo il requi-
sito [1.4.3] usando l1, l2, l3 ecc., come l, e b come defi-
linea di costruzione nito in [1.4.3]
r12, r23, r34, ecc. sono valori di r calcolati secondo il
requisito [1.4.3] usando l12, l23, l34 ecc., come l, e b
come definito in [1.4.3]
r2-5, r3-6, ecc. sono valori di r calcolati secondo il requi-
considerando l’effetto della
compartimentazione locale
sito [1.4.3] usando l2-5, l3-6 ecc., ome l, e b come defi-
con 4 zone allagate nito in [1.4.3]
• b come definito in [1.4.3] .
Nel determinare il fattore pi per l’allagamento contempora-
neo dello spazio 1, (in Fig 10 e Fig 11), e di uno o più com-
partimenti laterali adiacenti, i valori r1, r12, ecc., devono
valore calcolato di p essere calcolati secondo il requisito [1.4.3], assumendo b
per lo spazio 1 uguale alla larghezza del compartimento
adiacente considerato.
Esempi per la determinazione del fattore p sono indicati
nelle Tab 4 e Tab 5 per l’esempio di compartimentazione
combinata trasversale e longitudinale illustrato nella Fig 10.
trascurando l’effetto della
compartimentazione locale Esempi per la determinazione del fattore p sono indicati
con 2 zone allagate nelle Tab 6 e Tab 7 per l’esempio di compartimentazione
combinata trasversale e longitudinale illustrato nella
Fig 11.

242 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

Figura 9 : Esempio di compartimentazione combinata trasversale e longitudinale (1/10/2005)

compartimento centrale non allagato

B/2 l1
B2 B3
B1
l1 l2 l3
l2

l3 B2 B/2
B2

B3

la zona ombreggiata rappresenta p1 × r1

Figura 10 : Esempio di compartimentazione 2.3 Interpretazione dei recessi


combinata trasversale e longitudinale (1/10/2005)
2.3.1 (1/10/2005)
I recessi possono essere considerati come compartimenti
effettivi o fittizi, usando gli esempi illustrati in Fig 12.

2.3.2 (1/10/2005)
La seguente nomenclatura è usata qui di seguito:
l1, l2, l3 : Lunghezza delle zone di avaria come illustrato
in Fig 12
l1 l2 l3 l4 l5 l6 l7 p1, p2, p3: p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
l1, l2, l3 come l
p12, p23 : p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
l1 + l2 e l2 + l3 come l
Figura 11 : Esempio di compartimentazione p123 : p calcolato secondo il requisito [1.4.2], usando
combinata trasversale e longitudinale (1/10/2005) l1 + l2 + l3 come l
r1 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 come l e b come illustrato in Fig 12
r2 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l2come l e b come illustrato in Fig 12
r12, r23 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 + l2 e l2 + l3 come l e b come illustrato in
Fig 12
l1 l2 l3 l4 l5 l6 l7 r123 : r calcolato secondo il requisito [1.4.3], usando
l1 + l2 + l3 come l e b come illustrato in Fig 12.

Regolamenti RINA 2008 243


Parte F, Cap 11, App 1

Tabella 7 : Esempio di determinazione del fattore p (1/10/2005)

Zona o zone di possibile avaria come


Distanze X1 e X2 per la
compartimento fattore p
determinazione del fattore p
o gruppo di compartimenti (1)
C 2,3 e W 2 p = p2(1-r2) X1 = l 1 X2 = l12
C 2,3 e W 3,4 p = p3(1-r3) X1 = l12 X2 = l1-3
C 4,5 e W 3,4 p = p4(1-r4) X1 = l1-3 X2 = l1-4

1 e C 2,3 e W 2 p = p12(1-r12) - p1(1-r1) - p2(1-r2) X1 = 0 X2 = l12


1 e C 2,3 e W 2 e W 3,4 p = p1-3(1-r1-3) - p12(1-r12) - p23(1-r23) + p2(1-r2) X1 = 0 X2 = l1-3
C 2,3 e C 4,5 e W 3,4 p = p34(1-r34) X1 = l12 X2 = l1-4
C 2,3 e C 4,5 e W 2 e W 3,4 p = p24(1-r24) - p2(1-r2) - p34(1-r34) X1 = l 1 X2 = l1-4
C 2,3 e C 4,5 e W 3,4 e W 5,6 p = p35(1-r35) - p34(1-r34) - p5(1-r5) X1 = l12 X2 = l1-5
C 2,3 e C 4,5 e W 2 e W 3,4 e W 5,6 p = p25(1-r25) - p24(1-r24) - p35(1-r35) + p34(1-r34) X1 = l 1 X2 = l1-5

(1) da considerarsi allagato per il calcolo di si.

2.3.3 L’applicazione a compartimenti effettivi è indicata Tabella 8 : Applicazione a compartimenti


nelle Tab 8 e Tab 9. effettivi (1/10/2005)

Figura 12 : Esempi di recessi (1/10/2005) Spazi da considerarsi fattore pi da usarsi per il calcolo del
allagati per il calcolo contributo all’Indice di
di si Compartimentazione effettivo
A pi = p12.r12
A B B p i = p3
AeB pi = p123 -p12.r12 -p3
B/2
in alternativa
b

l3
A p i = p1
l1 l2
B p i = p3
AeB pi = p123 -p1 -p3
1+2+3

1+2 2+3 Tabella 9 : Applicazione a compartimenti


fittizi (1/10/2005)
1 3
2

Spazi da considerarsi fattore pi da usarsi per il calcolo del


allagati per il calcolo contributo all’Indice di
l1
di si Compartimentazione effettivo
l2
A pi = p12.r12 + p1(1 - r1)
l3
B p i = p3
B/2 AeB pi = p123 -p12.r12 -p1(1 - r1) -p3
b

244 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

2.4 Interpretazione del contributo all’Indice dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s 1 + ( r 2 – r 1 ) ⋅ s 2 + ......+ ( 1 – r m – 1 ) ⋅ s m ]


effettivo A applicando varie forme di
essendo:
compartimentazioni stagne
m : Numero delle compartimentazioni longitu-
2.4.1 (1/10/2005) dinali, più 1
La presente parte descrive varie possibili disposizioni di
ri : Valori di r come funzione di bi
compartimentazioni stagne, le conseguenti ipotesi di alla-
gamento e il metodo per determinare il relativo contributo si : Fattore s per il compartimento i.
dA all’Indice effettivo A.
• Per compartimentazioni orizzontali multiple senza
2.4.2 (1/10/2005) alcuna compartimentazione longitudinale, la formula
generale è:
Sono qui di seguito riportate le definizioni dei termini, così
come i simboli usati nella presente parte: dA = p 1 [ v 1 s min ,1 + ( v 2 – v 1 )s min ,2 + ..... + ( 1 – v n – 1 ) s min ,n ]
dA : dà un contributo del caso di avaria considerato essendo:
all’Indice di compartimentazione effettivo
n : Numero delle compartimentazioni orizzon-
d : immersione considerata che è dl oppure dp (cioè tali tra il galleggiamento di compartimenta-
il massimo galleggiamento di compartimenta- zione e Hmax, più 1
zione oppure il galleggiamento intermedio)
vj : Valore v in funzione dell’altezza della falla
H1, H2 : rispettivamente la prima e la seconda comparti- presunta Hj
mentazione orizzontale , viste dalla linea di gal-
leggiamento in su smin,j : Fattore minimo s per tutte le combinazioni
di falla ottenute quando la falla ipotizzata si
HU : limite superiore dell’estensione verticale estende dall’altezza di falla ipotizzata Hj in
dell’allagamento giù.
v1, v2 : rispettivamente la prima e la seconda comparti- • In generale quando vi sono combinazioni di comparti-
mentazione longitudinale, viste dal lato dove si mentazioni longitudinali e orizzontali, la formula gene-
presume sia avvenuta l’avaria rale è:
C : indica un compartimento limitato su tutti i lati dA = p 1 {r 1 [s min, 11 + ( ν 2 – ν 1 )s min, 12 + … + ( 1 – ν n – 1 )s min, 1n] + ...
da delimitazioni a tenuta stagna
+ ( r 2 – r 1 ) [ v 1 s min ,21 + ( v 2 – v 1 )s min ,22 + … + ( 1 – v n – 1 )s min ,2n ] + ...
C123 : indica uno spazio che, per gli scopi dell’allaga- + ( 1 – r m – 1 ) [ v 1 s min ,m1 + ( v 2 – v 1 )s min ,m2 + … + ( 1 – v n – 1 )s min ,mn ]}
mento assunto, deve essere considerato come
uno spazio singolo che comprenda i comparti- essendo:
menti C1, C2 e C3 m : Numero delle compartimentazioni longitu-
l : indica un compartimento che si trova al di fuori dinali, più 1
dei limiti previsti da tutte le ipotesi di avaria n : Numero delle compartimentazioni orizzon-
(cioè che rimane intatto in tutti i casi di avaria tali (entro ogni compartimentazioni longitu-
assunti) eccetto che nel caso di un possibile dinale) tra il galleggiamento di
bilanciamento di allagamento asimmetrico. compartimentazione e Hmax, più 1
Nota 1: I pedici 1, 2, 3 ecc., si riferiscono agli appositi spazi nelle
ri : Valori di r in funzione di bi
figure da Fig 13 a Fig 22. Per esempio:
vj : Valore v in funzione dell’altezza di falla ipo-
C123 : spazio comprendente i compartimenti C1, C2, C3
tizzata Hj
C345 : spazio comprendente i compartimenti C3, C4, C5
smin,ij : Fattore s più piccolo tra tutte le combina-
s67 : fattore che tiene conto della probabilità di sopravvi- zioni di falla ottenute quando la falla ipotiz-
venza dopo l’allagamento dei compartimenti C6, C7. zata si estende dal fasciame fino a bi e
dall’altezza di falla ipotizzata Hj in giù.
2.4.3 (1/10/2005)
Nella presente parte sono specificati i contributi all’Indice I seguenti esempi illustrano come trattare le situazioni in cui
effettivo A dati da varie combinazioni di compartimenta- vi siano combinazioni di compartimentazioni orizzontali e
zioni stagne longitudinali e orizzontali ed è illustrato il con- longitudinali, supponendo che la falla abbia avuto luogo
cetto delle compartimentazioni multiple longitudinali e soltanto tra due paratie stagne consecutive.
orizzontali.
Se comunque la falla si estende al di là di una o più paratie
• Per compartimentazioni longitudinali multiple senza trasversali, allora tutti i termini pi, ri per i = 1, 2... m sono
alcuna compartimentazione orizzontale, la formula calcolati per un gruppo di compartimenti laterali in fun-
generale è: zione di bi.

Regolamenti RINA 2008 245


Parte F, Cap 11, App 1

2.4.4 (1/10/2005) 2.4.5 (1/10/2005)


Esempi di compartimentazioni soltanto longitudinali sono Esempi di compartimentazione orizzontale sono forniti
dati nelle Fig 13 fino a Fig 15. nelle Fig 16 a Fig 18.
Questi illustrano i principi descritti nella precedente
Ogni figura illustra i casi di falla che bisogna valutare per
sezione, applicati alla compartimentazione orizzontale.
una particolare disposizione delle delimitazioni stagne.
La prescrizione indicata in [1.3.5] specifica che, nel caso in
Le formule per calcolare il contributo all’indice effettivo dA cui una falla di minore estensione verticale dia un minore
sono elencate di seguito. contributo al valore A, allora questa falla minore deve
a) Nella Fig 13 essere presa in considerazione per ottenere i requisiti di sta-
bilità in caso di falla.
dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s 1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s 12 ]
Le formule per calcolare il contributo all’Indice effettivo dA
b) Nella Fig 14 sono elencate di seguito.
a) Nella Fig 16:
dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s 1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s 12 ]
dA = p 1 ⋅ s min
c) Nella Fig 15:
essendo:
dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s 1 + ( r 2 – r 1 ) ⋅ s 12 + ( 1 – r 2 ) ⋅ s 123 ] smin : Il minore tra s12 e s2.
b) Nella Fig 17:
Figura 13 : Esempio di compartimentazione
multipla orizzontale (1/10/2005) dA = p 1 ⋅ [ v 1 ⋅ s min ,1 + ( 1 – v 1 ) ⋅ s min ,2 ]
HU essendo:
smin,1 : Il minore tra s12 e s2
smin,2 : Il minore tra s123 e s23.
c) Nella Fig 18:
dA = p 1 [ v 1 s min ,1 + ( v 2 – v 1 )s min ,2 + ( 1 – v 2 )s min ,3 ]
essendo:
smin,1 : Il minore di s12 e s2
Direzione della
falla laterale considerata smin,2 : Il minore di s123 e s23
smin,3 : Il minore di s1234 e s234.
Figura 14 : Esempio di compartimentazione In tutti i casi si deve presupporre r = 1.
multiple orizzontale (1/10/2005)
Figura 16 : Esempio di compartimentazione
HU
multipla orizzontale (1/10/2005)
HU

Hmax

Direzione della falla


laterale considerata

Direzione della falla


laterale considerata

Figura 15 : Esempio di compartimentazione


multipla orizzontale (1/10/2005)
v1 v2
Figura 17 : Esempio di compartimentazione
HU
multipla orizzontale (1/10/2005)
HU

Hmax H

Direzione della falla d


Direzione della falla
laterale considerata laterale considerata

In tutti i casi si deve presupporre v = 1.

246 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 1

Figura 18 : Esempio di compartimentazione Figura 19 : Esempio di compartimentazione


multipla orizzontale (1/10/2005) combinata orizzontale e
longitudinale (1/10/2005)
HU
HU

Direzione della falla


laterale considerata
Direzione della falla
laterale considerata

2.4.6 (1/10/2005)
Esempi di compartimentazione multipla orizzontale e lon-
gitudinale sono riportati nelle Fig 19 a Fig 22.
Figura 20 : Esempio di compartimentazione
La presente parte illustra i principi usati quando si combina combinata orizzontale e
la compartimentazione stagna orizzontale e longitudinale longitudinale (1/10/2005)
come descritto in [2.4.4] e [2.4.5].
HU
a) Nella Fig 19:

dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s min ,1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s min ,2 ]

essendo:
smin,1 : Il minore tra s12 e s2
Direzione della falla
smin,2 : Il minore tra s123 e s2. laterale considerata

b) Nella Fig 20:

dA = p 1 ⋅ [ r 1 ⋅ s min ,1 + ( 1 – r 1 ) ⋅ s min ,2 ]
Figura 21 : Esempio di compartimentazione
essendo: combinata orizzontale e
longitudinale (1/10/2005)
smin,1 : Il minore tra s12 e s2
HU
smin,2 : Il minore tra s123 e s23.

c) Nella Fig 21:

dA = p 1 { r 1 [ v 1 s min ,11 + ( 1 – v 1 )s min ,12 ] +


( 1 – r 1 ) [ v 1 s min ,21 + ( 1 – v 1 )s min ,22 ] }
Direzione della falla
essendo: laterale considerata

smin,11 : il minore tra s123 e s23 e s3


smin,12 : il minore tra s1234 e s234 e s34
smin,21 : il minore tra s12356 e s2356 e s36
smin,22 : il minore tra s1234567 e s234567 e s3467. Figura 22 : Esempio di compartimentazione
combinata orizzontale e
d) Nella Fig 22: longitudinale (1/10/2005)

dA = p 1 { r 1 [ v 1 s min ,11 + ( 1 – v 1 )s min ,12 ] + HU


( 1 – r 1 ) [ v 1 ⋅ s min ,21 + ( 1 – v 1 )s min ,22 ] }

essendo:
smin,11 : Il minore tra s1234 e s234 e s34 e s4
smin,12 : Il minore tra s12345 e s2345 e s345 e s45
Direzione della falla
smin,21 : Il minore tra s1234678 e s234678 e s3478 e s48 laterale considerata
smin,22 : Il minore tra s123456789 e s23456789 e s345789 e
s4589.

Regolamenti RINA 2008 247


Parte F, Cap 11, App 2

APPENDICE 2 CALCOLO DELLA STABILITÀ IN CONDIZIONI DI


AVARIA PER NAVI CON BORDO LIBERO
RIDOTTO

1 Condizioni iniziali di caricazione colo di tale valore siano accettabili da parte della
Società,
1.1 Condizioni iniziali di caricazione f) I pesi devono essere calcolati sulla base della Tab 1.
1.1.1 (1/10/2005)
Tabella 1 : Masse volumiche (1/10/2005)
Le condizioni iniziali di carico prima dell’allagamento
devono essere determinate conformemente a [1.1.2] e
[1.1.3]. Sostanza Massa volumica, in t/m3
1.1.2 (1/10/2005) Acqua salata 1,025
La nave è caricata alla marca di pieno carico estivo con
assetto supposto diritto. Acqua dolce 1,000

1.1.3 (1/10/2005) Combustibile liquido 0,950


Per calcolare la posizione verticale del centro di gravità, si Combustibile Diesel 0,900
fanno le seguenti ipotesi:
Olio lubrificante 0,900
a) carico distribuito in maniera uniforme,
b) tutti i compartimenti del carico, fatta eccezione per
quelli definiti in c), ma compresi i compartimenti intesi
2 Ipotesi di falla
essere parzialmente riempiti, devono essere considerati
a pieno carico, salvo che per i carichi liquidi, in cui 2.1 Dimensioni della falla
ogni compartimento deve essere trattato come pieno al
98%, 2.1.1 (1/10/2005)
c) se la nave deve operare a pieno carico estivo con com- Si applicano i principi indicati nei requisiti da [2.1.2] a
partimenti vuoti, tali compartimenti devono essere con- [2.1.5] circa l’entità della falla ipotizzata.
siderati vuoti purchè l’altezza del centro di gravità così
2.1.2 (1/10/2005)
calcolato non sia inferiore a quella calcolata al punto
b), L’estensione verticale della falla, in tutti i casi è assunta illi-
mitata, a partire dalla linea di costruzione, in su.
d) si terrà conto del cinquanta per cento della capacità di
ciascuna cisterna e cassa destinata a contenere liquidi 2.1.3 (1/10/2005)
di consumo e provviste. Deve essere assunto che per
L’estensione trasversale della falla è pari al valore minore tra
ogni tipo di liquido, almeno una coppia trasversale di
B/5 e 11,5 metri, misurati verso l’interno dello scafo dal
cisterne, o una singola cisterna centrale abbia la mas-
fianco della nave perpendicolarmente al piano longitudi-
sima superficie libera, e la cisterna o la combinazione
nale di simmetria, a livello del galleggiamento di pieno
di cisterne da considerare deve essere quella dove è
carico estivo.
massimo l’effetto delle superfici liquide libere; in ogni
cisterna il centro di gravità del contenuto deve essere 2.1.4 (1/10/2005)
considerato il centro del volume della cisterna. Le
Se una falla di dimensioni inferiori a quanto specificato nei
cisterne rimanenti devono essere assunte o completa-
requisiti [2.1.2] e [2.1.3] determina condizioni di avaria più
mente vuote, o completamente piene, e la distribuzione
severe, deve essere assunta nel calcolo tale falla di minore
dei liquidi di consumo fra tali cisterne deve essere rea-
estensione.
lizzata in modo da ottenere l’altezza massima possibile
del centro di gravità rispetto alla chiglia, 2.1.5 (1/10/2005)
e) ad un angolo di sbandamento non superiore ai 5 gradi Fatta eccezione per quanto altrimenti specificato in [2.4.3],
in ogni compartimento contenente liquidi, come pre- l’allagamento deve essere limitato ad un singolo comparti-
scritto in b), eccetto che nel caso di compartimenti con- mento fra paratie trasversali adiacenti, purchè la delimita-
tenenti liquidi di consumo, come prescritto in d), deve zione longitudinale interna del compartimento non sia in
essere considerato il massimo effetto di superficie una posizione compresa entro l’estensione trasversale della
liquida libera. falla ipotizzata. Le paratie trasversali di estremità delle
In alternativa può essere usato il valore reale degli effetti cisterne laterali, che non si estendono per la larghezza
della superficie liquida libera, purchè i metodi di cal- totale della nave devono essere considerate non danneg-

248 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 2

giate, purchè esse si prolunghino oltre l’estensione trasver- 2.2.4 (1/10/2005)


sale della falla ipotizzata specificata in [2.1.3]. Quando invece le paratie trasversali e longitudinali che
delimitano un compartimento principale interno si trovano
2.2 Scalini e recessi all’interno rispetto al campo di penetrazione di falla ipotiz-
2.2.1 (1/10/2005) zata, si assume che l’avaria abbia luogo tra le paratie tra-
Se in una paratia trasverale vi sono scalini o recessi di lun- sversali e il compartimento laterale adiacente. Qualsiasi
ghezza non superiore a 3,0 metri, situati entro l’estensione scalino o recesso in tali compartimenti laterali deve essere
trasversale della falla ipotizzata, come definita in [2.1.3], trattato come indicato sopra.
tali paratie trasversali possono essere considerate integre e i Esempi sono riportati nelle Fig 1 a Fig 4:
compartimenti adiacenti possono essere allagabili singolar- • Fig 1 e Fig 2 si riferiscono al requisito [2.2.2],
mente. Se, comunque, entro l'estensione trasversale della
falla ipotizzata, c'è uno scalino o un recesso di lunghezza • Fig 3 e Fig 4 si riferiscono ai requisiti [2.2.1] e [2.2.2].
superiore a 3,0 metri, in una paratia trasversale, i due com-
partimenti adiacenti a tale paratia devono essere considerati Figura 1 : Scalini e recessi - Esempio 1 (1/10/2005)
allagati. Lo scalino formato dalla paratia del gavone di CL
poppa e dal cielo del gavone di poppa non deve essere
considerato, ai fini delle presenti regole, come uno scalino.
2.2.2 (1/10/2005) A B C
Quando una paratia principale trasversale è posta entro
l'estensione trasversale della falla ipotizzata e presenta uno
scalino, in corrispondenza del doppio fondo o della cassa
laterale, più lungo di 3,0 metri, il doppio fondo o le cisterne
laterali adiacenti alla parte con scalino della paratia trasver- >3,0
sale principale devono essere considerati allagati contem- <3,0
B/5
poraneamente. Se la cisterna laterale ha delle aperture
D E F
verso una o più stive, come ad esempio dei fori di alimenta-
zione per le granaglie, tale stiva, o tali stive, devono essere
considerate allagate contemporaneamente. Allo stesso Estremità del
modo, in una nave destinata al trasporto di carichi liquidi, compartimento principale
se una cisterna laterale ha aperture verso compartimenti
adiacenti, tali compartimenti adiacenti devono essere con- Compartimenti da A+D
siderati come vuoti e allagati contemporaneamente. Questa considerare allagati B+E
prescrizione è applicabile anche quando tali aperture sono contemporaneamente C+E+F
dotate di dispositivi di chiusura, eccetto nel caso di valvole
a saracinesca installate sulle paratie tra le cisterne e coman- Figura 2 : Scalini e recessi - Esempio 2 (1/10/2005)
date dal ponte. Coperture dei passi d'uomo con bulloni rav- CL
vicinati sono considerate equivalenti alle paratie integre,
eccetto nel caso di aperture di casse alte laterali che met-
tano in comunicazione le casse alte laterali con le stive. A B C
2.2.3 (1/10/2005)
Quando una paratia trasversale che delimita addietro o
avanti una cisterna laterale o una cassa del doppio fondo
non è in linea con la paratia trasversale principale del com-
partimento interno adiacente, essa è considerata come uno >3,0
scalino o un recesso della paratia trasversale principale. B/5
Tale scalino o recesso può essere considerato come non D E F
danneggiato, a condizione che: <3,0
• l’estensione longitudinale dello scalino o recesso, misu-
Estremità del
rata dal piano della paratia principale trasversale, non
compartimento principale
sia superiore a 3,0 metri, oppure
• qualsiasi superficie longitudinale che formi lo scalino o Compartimenti da A+D+E
il recesso sia situata all’interno della penetrazione di considerare allagati B+E
falla ipotizzata. contemporaneamente

Regolamenti RINA 2008 249


Parte F, Cap 11, App 2

Figura 3 : Scalini e recessi - Esempio 3 (1/10/2005) come previsto al punto [1.1], deve essere in grado di sop-
CL portare l’allagamento di un qualsiasi compartimento o
compartimenti, con una permeabilità assunta di 0,95, con-
seguente alle ipotesi di falla di cui al punto [2.1], e deve
A B C rimanere galleggiante in una condizione soddisfacente di
ogni lunghezza equilibrio come specificato ai punti [2.5] e [2.6]. In tale
nave, il locale macchine deve essere considerato come un
compartimento allagabile, ma con una permeabilità dello
0,85. Vedere Tab 2.
>3,0
B/5 Tabella 2 : Ipotesi di avaria (1/10/2005)
D E F
Tipo L (m) Standard di allagamento (1)
A ≥ 150 un compartimento
Estremità del
compartimento principale B - 60 ≥ 100 un compartimento

Compartimenti da A+D B -100 ≥ 100 due compartimenti adiacenti (ad ecce-


considerare allagati B+D+E zione del locale macchine che deve
contemporaneamente essere allagato da solo)
(1) eccetto quando altrimenti richiesto dal punto Parte B,
Figura 4 : Scalini e recessi - Esempio 4 (1/10/2005) Cap 9, Sez 9, [11.2].
CL
2.4.2 (1/10/2005)

A Una nave del tipo B-60 quando è caricata come previsto al


B C
punto [1.1], deve essere in grado di sopportare l’allaga-
mento di un qualsiasi compartimento o compartimenti con
una permeabilità assunta di 0,95, conseguente alla ipotesi
>3,0
di falla di cui al punto [2.1], e deve galleggiare in una con-
dizione soddisfacente di equilibrio come specificato ai
punti [2.5] e [2.6]. In tale nave, se superiore ai 150 m di
B/5 lunghezza, il locale macchine deve essere considerato
D E F come un compartimento allagabile, ma con una permeabi-
lità dello 0,85. Vedere Tab 2.
>3,0
Estremità del 2.4.3 (1/10/2005)
compartimento principale Una nave di tipo B-100 quando è caricata come previsto al
punto [1.1], deve essere in grado di sopportare l’allaga-
Compartimenti da A+B+D
considerare allagati B+D+E mento di qualsiasi compartimento o compartimenti con
contemporaneamente una permeabilità presunta di 0,95, conseguente alla ipotesi
di falla di cui al punto [2.1], e deve rimanere galleggiante
in una condizione soddisfacente di equilibrio come specifi-
2.3 Distanza delle paratie trasversali cato ai punti [2.5] e [2.6]. Inoltre tutte le prescrizioni ripor-
tate in Parte B, Cap 9, Sez 9, [11.1] devono essere
2.3.1 (1/10/2005) soddisfatte, purchè su tutta la lunghezza della nave qualun-
Quando si affronta l’allagamento di due compartimenti que paratia trasversale venga considerata danneggiata, in
adiacenti in direzione longitudinale, le paratie stagne tra- modo da far allagare contemporaneamente i due comparti-
sversali, per essere considerate efficaci, devono essere menti adiacenti in direzione longitudinale, con l’eccezione
distanziate di almeno (1/3)L2/3 o 14,5 metri, assumendo il che tale avaria non si applica alle paratie delimitanti un
valore minore. Se le paratie trasversali sono distanziate di locale macchine. In tale nave, se di lunghezza superiore ai
una lunghezza minore, uno o più di tali paratie sono da 150 m, il locale macchine deve essere trattato come un
considerarsi inesistenti al fine di calcolare la distanza compartimento allagabile, ma con una permeabilità dello
minima fra le paratie. 0,85. Vedere Tab 2.

2.4 Ipotesi di falla 2.5 Condizione di equilibrio

2.4.1 (1/10/2005) 2.5.1 (1/10/2005)


Una nave di tipo A, che abbia una lunghezza superiore ai La condizione di equilibrio dopo l’allagamento deve essere
150 metri ed alla quale sia stato assegnato un bordo libero- considerata soddisfacente conformemente alle prescrizioni
inferiore a quello delle navi di tipo B, quando è caricata di [2.5.2] e [2.5.3].

250 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 2

2.5.2 (1/10/2005) del ponte risulta immersa, può essere accettato un angolo
Il galleggiamento finale, dopo l’allagamento, tenendo conto di inclinazione trasversale fono a 17 gradi.
della sovraimmersione, dello sbandamento e dell’assetto,
deve risultare al di sotto dell’orlo inferiore di qualsiasi aper- 2.6.2 (1/10/2005)
tura attraverso la quale possa avvenire un allagamento pro- L’altezza metacentrica a fine allagamento risulta positiva.
gressivo. Tali aperture devono comprendere sfoghi d’aria,
trombe di ventilazione e aperture chiuse con porte o coper- 2.6.3 (1/10/2005)
ture di boccaporte stagne alle intemperie, a meno che non
Quando qualsiasi parte del ponte, al di fuori del comparti-
siano chiuse con coperture, di acciaio o materiale equiva-
mento supposto allagato in un caso particolare di falla
lente, dotate di guarnizioni stagne all’acqua, mentre si pos-
risulta immerso, o nel caso in cui la riserva di stabilità in
sono escludere aperture che siano chiuse per mezzo di
condizione di allagamento possa essere considerata dub-
coperture di passi d’uomo, portelli a raso, coperture delle
bia, si deve affrontare lo studio della stabilità residua. Que-
boccaporte del carico, porte stagne scorrevoli comandate a
sta può essere considerata sufficiente se la curva dei bracci
distanza e portellini del tipo non apribile.
di stabilità ha un campo positivo di almeno 20 gradi oltre la
2.5.3 (1/10/2005) posizione di equilibrio con un braccio di stabilità massimo
Se tubi, condotte o gallerie sono situate entro la penetra- di almeno 0,1 metri entro questo campo. L’area sotto la
zione della falla ipotetica, come definita in [2.1.3], si curva dei bracci di stabilità entro questo campo, non deve
dovranno adottare dispositivi che impediscano che l’allaga- essere inferiore a 0,0175 metri-radianti. la Società dovrà
mento progressivo possa estendersi ai compartimenti diversi tener conto di eventuali pericoli potenziali rappresentati da
da quelli considerati allagabili nel calcolo di ogni caso di aperture protette o non protette che possano essere tempo-
falla. raneamente immerse entro il campo di stabilità residua.

2.6.4 (1/10/2005)
2.6 Criteri di stabilità in condizioni di avaria
La Società è convinta che la stabilità è sufficiente durante
2.6.1 (1/10/2005) gli stadi intermedi di allagamento. A questo proposito la
L’angolo di inclinazione trasversale dovuto all’allagamento Società applicherà gli stessi criteri riguardanti lo stadio
asimmetrico, non deve superare i 15 gradi. Se nessuna parte finale, anche durante gli stadi intemedi di allagamento.

Regolamenti RINA 2008 251


Parte F, Cap 11, App 3

APPENDICE 3 CALCOLO DEL FATTORE DI COMPARTIMENTA-


ZIONE

1 Calcolo del fattore di compartimen- 1.1.3 Criterio di servizio (1/10/2005)


tazione Il criterio di servizio deve essere calcolato in base alla
Tab 1.
1.1 Fattore di compartimentazione
1.1.4 Fattore di compartimentazione (1/10/2005)
1.1.1 Generalità (1/10/2005) I valori dati in Tab 2 devono essere calcolati, a seconda dei
casi, per la determinazione del fattore di compartimenta-
Le prescrizioni specificate in [1.1.1] e [1.1.4] riassumono zione in base alla Tab 3 o alla Tab 4.
una procedura di calcolo del criterio di servizio CS e del fat-
tore di compartimentazione F come specificato in Sez 11, Il fattore di compartimentazione deve essere calcolato in
[3.7.3] e) e Sez 11, [3.7.3] f). Il fattore di compartimenta- accordo con:
zione deve essere usato in Sez 11, [3.7.3] b) e Sez 11,
[3.7.4] b). • Tab 3 per navi che trasportano un numero di persone
non superiore alla capacità delle imbarcazioni di salva-
taggio sistemate come specificato in Sez 11, [3.7.3] e),
1.1.2 Definizioni (1/10/2005)
K, N, P, P1 :definiti in Sez 11, [3.7.3] f). • Tab 4 per navi abilitate a navigazione internazionale
breve, trasportanti principalmente passeggeri, e dove la
P2 : il volume totale degli spazi effettivi per i passeg- capacità delle imbarcazioni di salvataggio è inferiore al
geri sopra la linea limite. numero di persone a bordo.

Tabella 1 : Criterio di servizio (1/10/2005)

Condizione P1 Criterio di servizio CS

2 • se P1 > P
P + P 2 > --- ⋅ K ⋅ N P + P2
3 M+2⋅P
KN > P + P 2 C S = 72 ⋅ ------------------------1-
V + P1 – P
2 2
P + P 2 ≤ --- ⋅ K ⋅ N --- KN
3 3
• se P1 ≤ P
M+2⋅P
KN ≤ P + P 2 KN C S = 72 ⋅ ----------------------
V

Tabella 2 : Valori per il calcolo del fattore di


compartimentazione (1/10/2005)

Fattore Valore
A 58 ,2
----------------- + 0 ,18
L S – 60

B 30 ,3
----------------- + 0 ,18
L S – 42

S 3574 – 25L S
-------------------------------
13

Φ ( A – B ) ( C s – 23 )
A – -----------------------------------------
-
100

252 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 3

Tabella 3 : Fattore di compartimentazione per navi trasportanti un numero di persone non superiore alla capacità
delle imbarcazioni di salvataggio (1/10/2005)

Lunghezza, in m Criterio di servizio Fattore di compartimentazione F Riferimenti


L < 79 - 1 Sez 11, [3.7.3] e)
CS ≤ S 1 Sez 11, [3.7.3] e)
( 1 – B ) ⋅ ( CS – S ) Sez 11, [3.7.3] e)
79 ≤ L < 131 (1) S < CS < 123 1 – -----------------------------------------
- (2)
123 – S
CS ≥ 123 B (2) Sez 11, [3.7.3] e)

L ≥ 131 CS < 23 A Sez 11, [3.7.3] e)


23 < CS < 123 (3) Φ Sez 11, [3.7.3] e)
CS ≥ 123 (3) B Sez 11, [3.7.3] e)
Tutte le lunghezze con Sez 11, [3.7.3] e)
CS < S (2) 1 (4)
12 < N ≤ min ⎛ ----------, 50⎞
L2
⎝ 650 ⎠

(1) In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in
un compartimento, può permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fat-
tore usato sia il più basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.
(2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a soddisfazione della Società essere impraticabile la conformità al fattore F in
un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale può essere regolata da un fattore aumentato, che, tutta-
via, non può superare 0,40 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 2)).
(3) Se CS ≥ 45 e 0,50 < Φ ≤ 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 1)).
(4) Se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, essa può permettere che la
lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fattore usato sia il più basso praticabile e ragio-
nevole nelle circostanze.

Tabella 4 : Fattore di compartimentazione per navi con capacità delle imbarcazioni di salvataggio inferiore al
numero di persone a bordo (1/10/2005)

Lunghezza, in m Criterio di servizio Fattore di compartimentazione F Riferimenti


L < 79 - 0,50 Sez 11, [3.7.3] e)
CS ≤ S 0,50 Sez 11, [3.7.3] e)
( 1 – B ) ( CS – S )
79 ≤ L < 131 (1) min ⎛ 1 – -------------------------------------
- ;0, 50⎞
S < CS < 123 ⎝ 123 – S ⎠ (2) Sez 11, [3.7.3] e)

CS ≥ 123 min(B; 0,50) (2) Sez 11, [3.7.3] e)


CS < 23 min(A; 0,50) Sez 11, [3.7.3] e)
L ≥ 131 23 < CS < 123 (3) min(Φ; 0,50) Sez 11, [3.7.3] e)
CS ≥ 123 (3) min(B; 0,50) Sez 11, [3.7.3] e)
Tutte le lunghezze con
CS < S 0,5 (4) Sez 11, [3.7.3] e)
12 < N ≤ min ⎛ ----------, 50⎞
L2
⎝ 650 ⎠

(1) In caso di navi di lunghezza minore di 91,5 m, se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in
un compartimento, può permettere che la lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fat-
tore usato sia il più basso praticabile e ragionevole nelle circostanze.
(2) Se il fattore F è inferiore a 0,40 ed è dimostrato a soddisfazione della Società essere impraticabile la conformità al fattore F in
un locale macchine della nave, la compartimentazione di tale locale può essere regolata da un fattore aumentato, che, tutta-
via, non può eccedere 0,40 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 2)).
(3) Se CS ≥ 45 e 0,50 < Φ ≤ 0,65, allora F = 0,5 (vedere Sez 11, [3.7.3] e) 1)).
(4) Se la Società è convinta che la conformità a tale fattore sarebbe impraticabile in un compartimento, esso può permettere che la
lunghezza di quel compartimento sia regolata da un fattore maggiore purché il fattore usato sia il più basso praticabile e ragio-
nevole nelle circostanze.

Regolamenti RINA 2008 253


Parte F, Cap 11, App 4

APPENDICE 4 METODO DI CALCOLO PER I DISPOSITIVI DI


BILANCIAMENTO TRASVERSALE
(CROSS - FLOODING ARRANGEMENTS)

1 Metodo di calcolo per i dispositivi di • Caso 1 : curva circolare a 90°


bilanciamento trasversale (cross - • Caso 2 : curva a raggio R/D = 2
flooding arrangements)
• Caso 3 : curva ad angolo

• Caso 4 : curva a 90° a doppio angolo


1.1 Sezione delle condotte di bilanciamento
• Caso 5 : ingresso in un tubo
1.1.1 Calcolo della sezione delle
condotte (1/10/2005) • Caso 6 : uscita da un tubo

La sezione delle condotte di bilanciamento S, in m2, può • Caso 7 : valvola di non ritorno
essere calcolata con la seguente formula:
• Caso 8 : perdite per attrito nel tubo
2W
S = ---------------------------------------------------- • Caso 9 : valvola a saracinesca
-
tF ( 2gH o + 2gH F )
• Caso 10 : valvola a farfalla
dove:
• Caso 11 : valvola a disco
W : volume, in m3, dell’acqua che entra nei com-
partimenti di bilanciamento durante il periodo Caso 1 : CURVA CIRCOLARE a 90° (vedere Fig 2)
considerato,
Il fattore k è definito nella Tab 1.
t : tempo, in s, necessario a completare il bilancia-
mento,
Tabella 1 : Valore del fattore k (1/10/2005)
F : fattore, da calcolarsi come segue:

1 R/D 2 3 4 5 6 7
F = ------------------------
k .30 .26 .23 .20 .18 .17
1+ ∑ k

In generale, si può assumere un valore di F Figura 1 : CURVA CIRCOLARE a 90° (1/10/2005)


uguale a 0,65. In ogni modo, per particolari
configurazioni delle condotte nella formula 8
suddetta, si devono usare appropriati valori di k, ,
k : fattore adimensionale di riduzione della velo-
:

cità (V) nella condotta, in funzione delle curve,


4

valvole, ecc. nell’impianto di bilanciamento tra-


sversale, ricavabile dalla [1.1.2], a seconda dei 8
casi,

g : accelerazione di gravità, in m/s2:

g = 9,81 m/s2, Caso 2 : CURVA A RAGGIO CON R/D = 2 (vedere Fig 2)


Ho : battente d’acqua iniziale, in m, Il fattore k è definito nella Tab 2.
HF : battente d’acqua finale dopo il bilanciamento,
in m.
Tabella 2 : Valore del fattore k (1/10/2005)
1.1.2 Fattore di riduzione k (1/10/2005)
α° 15 30 45 60 75 90
Il fattore di riduzione deve essere calcolato in relazione ai
seguenti casi : k .06 .12 .18 .24 .27 .30

254 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 4

Figura 2 : CURVA A RAGGIO CON R/D = 2 (1/10/2005) Tabella 5 : Valore del fattore k (1/10/2005)

8 t/D .01 .02 .03 .04 .05 ≥.05


, k .83 .68 .53 .46 .44 .43

4
Figura 5 : INGRESSO IN UN TUBO (1/10/2005)
t
=
8 V V

D
Caso 3 : CURVA AD ANGOLO (vedere Fig 3)

Il fattore k è definito nella Tab 3.


Caso 6 : USCITA DA UN TUBO (vedere Fig 6)

Tabella 3 : Valore del fattore k (1/10/2005) k = 1.0

Figura 6 : USCITA DA UN TUBO (1/10/2005)


α° 5 15 30 45 60 90
k .02 .06 .17 .32 .68 1.26
8 8
Figura 3 : CURVA AD ANGOLO (1/10/2005)

Caso 7 : VALVOLA DI NON-RITORNO (vedere Fig 7)


k = 0.5
Il valore di k in realtà aumenta col diminuire del numero di
Froude, particolarmente per velocità al di sotto di 2m/sec.

Caso 4 : CURVA A 90° A DOPPIO ANGOLO (vedere Fig 4) Figura 7 : VALVOLA DI NON-RITORNO (1/10/2005)

Il fattore k è definito nella Tab 4.


8 8

Tabella 4 : Valore del fattore k (1/10/2005)

L/D 1 2 3 4 5 6
Caso 8 : PERDITE PER ATTRITO NEL TUBO
k .41 .40 .43 .46 .46 .44
Il fattore sopra indicato è un valore medio e in effetti varia
col numero di Reynold (cioè varia con V per D e v costanti)
Figura 4 : CURVA A 90° A DOPPIO ANGOLO così come con la rugosità relativa.
(1/10/2005) k = 0.02/D per unità di lunghezza
45°
v Caso 9 : VALVOLA A SARACINESCA (vedere Fig 8)
k = 0.3
L 45°

Figura 8 : VALVOLA A SARACINESCA (1/10/2005)


D

8 8
Caso 5 : INGRESSO IN UN TUBO (vedere Fig 5)

Il fattore k è definito nella Tab 5. Caso 10 : VALVOLA A FARFALLA (vedere Fig 9)


k = 0.8

Regolamenti RINA 2008 255


Parte F, Cap 11, App 4

Figura 9 : VALVOLA A FARFALLA (1/10/2005) di stabilità pari a 0,04 m o più, la curva dei bracci di stabi-
lità deve considerarsi terminata all’angolo al quale si veri-
V V fica l’allagamento progressivo e il campo e l’area di cui a
Sez 11, [3.7.4] j)4) e Sez 11, [3.7.4] j)5) devono essere
misurati a quell’angolo, come indicato nella Fig 11.
1.3.2 (1/10/2005)
Caso 11 : VALVOLA A DISCO (vedere Fig 10) Nel caso in cui l’allagamento progressivo sia di natura limi-
k = 6.0 tata tale che esso non continui in maniera costante, e pro-
duca un’accettabile lenta riduzione del braccio di stabilità
Figura 10 : VALVOLA A DISCO (1/10/2005) inferiore a 0,04 m, il resto della curva deve essere parzial-
mente troncato assumendo che lo spazio progressivamente
allagato sia così allagato fin dall’inizio, come indicato nella
Fig 12.

Figura 11 : Allagamento progressivo


V V notevole (1/10/2005)

bracci di stabilità

1.1.3 Tubi di troppo pieno (1/10/2005)


In generale, l’area della sezione dei tubi di troppo-pieno
relativi ai compartimenti collegati non deve essere inferiore ≥0.04m
a S/10, dove S è definito in [1.1.1].

1.2 Penetrazione della falla ipotizzata in cor-


rispondenza di controcarene θt braccio sbandante

1.2.1 (1/10/2005)
Se sono sistemate controcarene, è necessario stabilire la
massima penetrazione di falla ipotizzata (B/5) da prendere
Figura 12 : Allagamento progressivo di natura
in considerazione nello stabilire i vari casi di danno. A que-
limitata (1/10/2005)
sto proposito, la larghezza B in corrispondenza di tali con-
trocarene deve essere misurata all’esterno delle stesse. bracci di stabilità

Dove non sono sistemate controcarene, la larghezza B deve


coincidere con la larghezza in sezione maestra misurata
fuori fasciame originale. In altre parole, la penetrazione
assunta pari a B/5 è la stessa di quella applicata prima della
sistemazione delle controcarene. 0.04 m

1.3 Interpretazione delle prescrizioni rela-


tive allo stadio finale di allagamento
1.3.1 (1/10/2005) braccio sbandante
Quando si verifica un notevole allagamento progressivo,
cioè quando esso provoca una rapida riduzione del braccio

256 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 5

APPENDICE 5 PROCEDURE DI PROVA PER LA QUALIFICA


DELLE PITTURE PER CISTERNE/DEPOSITI DI
ACQUA DI ZAVORRA DI TUTTI I TIPI DI NAVE E
PER GLI SPAZI DEL DOPPIO FIANCO DI NAVI
PORTARINFUSA

1 Contenuto zavorra di mare devono soddisfare le prescrizioni indicate


in [5].

1.1 4 Prova su di un simulacro di


1.1.1 (1/7/2006) cisterna/deposito di zavorra
Questa Appendice fornisce i dettagli delle procedure di 4.1
prova indicate nella Sez 12, Tab 2 ed in Sez 12, [2.8.4].
4.1.1 (1/7/2006)
La prova su simulacro deve soddisfare le seguenti codi-
2 Definizioni zioni:
a) La prova deve essere eseguita per 180 giorni
b) Devono esserci almeno 5 pannelli di prova
2.1
c) Le dimensioni di ciascun pannello di prova sono 200
2.1.1 (1/7/2006) mm x 400 mm x 3 mm. Su due di tali pannelli (Pannello
3 e 4 indicati sotto) deve essere saldato un angolare ad
Specifica di pitturazione: indica la specifica del ciclo di pit- U. L'angolare ad U (ved. Fig 1) deve essere saldato a
turazione che include il tipo del ciclo di pitturazione, la 120 mm di distanza da uno dei lati corti ed a 80 mm da
preparazione dell'acciaio, la preparazione della superficie, ciascuno dei lati lunghi.
la pulizia della superficie, le condizioni ambientali, la pro- I pannelli devono essere preparati per la prova secondo
cedura di applicazione, i criteri di accettazione e di ispe- quanto indicato nella Sez 12, Tab 2, ed il ciclo di pittu-
zione. razione applicato deve essere in accordo ai punti 1.d) e
1.e) della stessa Tabella. Lo shop primer deve essere
esposto alle intemperie per almeno 2 mesi e pulito con
3 Esecuzione delle prove un lavaggio a bassa pressione o con un altro metodo
leggero. Sabbiatura di spazzolatura o lavaggio ad alta
pressione, o altri metodi di rimozione dello shop primer
3.1 non devono essere utilizzati. Il modo e la durata della
esposizione alle intemperie deve tenere conto che tale
3.1.1 (1/7/2006)
pittura protettiva costituisce l'elemento basilare per la
La specifica di pitturazione deve essere controllata con le durata preventivata di 15 anni del ciclo di pitturazione.
seguenti prove. Le prove devono essere eseguite secondo le Per favorire l'innovazione, possono essere utilizzati,
procedure descritte in [4] - Prova su simulacro di purché chiaramente definiti, preparazioni, cicli di pittu-
razione e valori degli spessori della pellicola secca
cisterna/deposito di zavorra (ved. Fig 2) ed in [5] - Prova
alternativi.
nella camera di condensa (ved. Fig 3).
d) Il lato opposto del pannello di prova deve essere pittu-
3.1.2 (1/7/2006) rato convenientemente in modo da non alterare i risul-
tati della prova.
Le pitture protettive per cisterne/depositi impiegati esclusi-
e) Per simulare le condizioni effettive di una
vamente per acqua di zavorra di mare devono soddisfare le
cisterna/deposito di zavorra, il ciclo di prova deve
prescrizioni precisate in [4] e [5]. essere svolto per due settimane con acqua di mare natu-
rale o artificiale ed una settimana con la cisterna/depo-
3.1.3 (1/7/2006)
sito vuota. La temperatura dell'acqua di mare deve
Le pitture protettive degli spazi del doppio fianco di navi essere mantenuta a circa 35°C.
porta-rinfusa di lunghezza = 150 m che non sono f) Il pannello di prova n. 1 deve essere riscaldato per 12
cisterne/depositi impiegati esclusivamente per acqua di ore a 50°C e raffreddato per 12 ore a 20°C in modo da

Regolamenti RINA 2008 257


Parte F, Cap 11, App 5

simulare le condizioni di un ponte esposto. Il pannello a) identificazione all'infrarosso (IR) dei componenti della
di prova viene ciclicamente colpito con getti di acqua base e dell'indurente della pittura;
di mare, naturale o artificiale, per simulare i moti di
b) peso specifico, determinato in accordo alla norma ISO
beccheggio e di rollio. Il periodo di tali getti è di 3
2811-74, dei componenti della base e dell'indurente
secondi o più basso. Il pannello deve avere una inci-
della pittura; e
sione a metallo nudo per tutta la sua larghezza.
g) Il pannello di prova n. 2 deve essere munito di un c) numero di fori di spillo, usando un rilevatore a basso
anodo fisso sacrificale di zinco per valutare l'effetto voltaggio sino a 90 Volt.
della protezione catodica. Una mancanza artificiale cir- 4.2.2 (1/7/2006)
colare di 8 mm a metallo nudo deve essere praticata sul
pannello di prova a 100 mm dall'anodo per valutare Dopo aver eseguito le prove, devono essere messi a rap-
l'effetto della protezione catodica. Il pannello di prova porto i seguenti dati rilevati:
viene ciclicamente immerso in acqua di mare naturale a) bolle e ruggine secondo le norme ISO 4628/2 e ISO
o artificiale. 4628/3;
h) Il pannello di prova n. 3 deve essere raffreddato sul lato
b) lo spessore della pellicola secca (DFT) (usare un simula-
opposto, in modo da produrre un gradiente termico che
cro) (ved. Sez 12, Tab 6);
simuli una paratia raffreddata di una cisterna laterale di
zavorra, e colpito con getti di acqua di mare, naturale o c) il valore della adesione secondo la norma ISO 4624;
artificiale, per simulare i moti di beccheggio e di rollio.
Il gradiente di temperatura è di circa 20°C ed il periodo d) per sola informazione il valore della flessibilità determi-
di tali getti è di 3 secondi o più basso. Il pannello deve nato secondo la norma ASTM D4145, variandolo sulla
avere una incisione a metallo nudo per tutta la sua lar- base dello spessore del pannello (con uno spessore in
ghezza. acciaio di 3 mm, un rivestimento di 300 µm, un man-
drino cilindrico da 150 mm si ha un allungamento del
i) Il pannello n. 4 deve essere ciclicamente colpito con 2%);
getti di acqua di mare, naturale o artificiale, per simu-
lare i moti di beccheggio e di rollio. Il periodo di tali e) la perdita di peso della protezione catodica/la corrente
getti è di 3 secondi o più basso. Il pannello deve avere assorbita/ il distacco rispetto alla mancanza artificiale;
una incisione a metallo nudo per tutta la sua larghezza.
f) la penetrazione sotto l'incisione. La penetrazione viene
j) Il pannello di prova n. 5 deve essere esposto a caldo misurata sotto entrambi i lati dell'incisione e si deter-
secco per 180 giorni alla temperatura di 70°C per simu- mina il valore massimo di penetrazione su ogni pan-
lare la lamiera di divisione tra un deposito di combusti- nello. Per l'accettazione si fa la media dei tre valori
bile riscaldato ed un deposito di zavorra nel doppio massimi rilevati.
fondo.
4.3 Criteri di accettazione
4.2 Risultati delle prove
4.2.1 (1/7/2006) 4.3.1 (1/7/2006)
Prima di eseguire le prove, devono essere messi a rapporto i I risultati delle prove indicate in [4.2] devono soddisfare i
seguenti elementi rilevati del ciclo di pitturazione: criteri di accettazione precisati in Tab 1.

Figura 1 (1/7/2006)

Lunghezza 25 mm
Angolare saldato pannello
soltanto dal lato esterno
Spessore 2 mm

258 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 5

Figura 2 : asca ad onde per l'esecuzione delle prove sulla pittura di cisterne/depositi per acqua di zavorra (1/7/2006)

RISCALDAMENTO CICLICO
12 ORE A 50° C
12 ORE A 20° C

PANNELLI DI PROVA RAFFREDDAMENTO

GRADIENTE TERMICO

TEMPERATURA ACQUA
DI MARE 35 C°

RISCALDAMENTO

MOVIMENTO D’ONDA

4.3.2 (1/7/2006) • inclusioni abrasive;


I cicli a base di resine epossidiche sottoposti a prova e pro- f) elementi relativi al ciclo di pitturazione, incluso quanto
vati prima della entrata in vigore della Sez 12 devono sod- segue:
disfare soltanto i criteri di accettazione relativi alle bolle ed • shop-primer;
alla ruggine indicati nella Tab 1 di questa Appendice.
• numero di passate;
4.3.3 (1/7/2006) • intervallo di ripitturazione; (ved. Nota 1);
I cicli a base di resine epossidiche che, in occasione della
• spessore della pellicola secca (DFT) prima delle
loro applicazione, sono stati sottoposti a prova secondo la
prove (ved. Nota 1);
Sez 12, Tab 2 devono soddisfare i criteri per i cicli a base di
resine epossidiche indicati nella Tab 1 di questa Appendice. • diluente(ved. Nota 1);
• umidità (ved. Nota 1);
4.3.4 (1/7/2006)
• temperatura dell'aria (ved. Nota 1); e
I cicli alternativi non necessariamente a base di resine epos-
sidiche e/o non necessariamente applicati secondo la • temperatura dell'acciaio;
Sez 12, Tab 2 devono soddisfare i criteri per cicli alternativi g) risultati delle prove in accordo a [4.2]; e
indicati nella Tab 1. h) giudizio in accordo a [4.3].
Nota 1: Dati relativi sia ai provini effettivi che alla prescrizione/rac-
4.4 Rapporto di prova comandazione del Produttore.
4.4.1 (1/7/2006)
Il rapporto di prova deve includere le seguenti informa- 5 Prova nella camera di condensa
zioni:
a) nome del Produttore; 5.1 Condizioni di prova
b) data delle prove; 5.1.1 (1/7/2006)
La prova nella camera di condensa deve essere eseguita in
c) nome del prodotto/identificazione sia della pittura che
accordo alla norma ISO 6270. Le condizioni sono le
del primer coat;
seguenti:
d) numero del lotto;
a) il tempo di esposizione é di 180 giorni;
e) elementi relativi alla preparazione della superficie dei
b) devono esserci 2 pannelli di prova;
panneli in acciaio, incluso quanto segue:
c) le dimensioni di ogni pannello sono 150 mm x 150 mm
• trattamento della superficie;
x 3 mm. I pannelli devono essere preparati per la prova
• limite delle soluzioni saline acquose; secondo quanto indicato nella Sez 12, Tab 2, ed il ciclo
• polvere; e di pitturazione applicato deve essere in accordo ai punti

Regolamenti RINA 2008 259


Parte F, Cap 11, App 5

1.d) e 1.e) della Sez 12, Tab 2. Lo shop primer deve zione. Per favorire l'innovazione, possono essere utiliz-
essere esposto alle intemperie per almeno 2 mesi e zati, purché chiaramente definiti,preparazioni, cicli di
pulito con un lavaggio a bassa pressione o con un altro pitturazione e valori degli spessori della pellicola secca
metodo leggero. Sabbiatura di spazzolatura o lavaggio alternativi;
ad alta pressione, o altri metodi di rimozione dello shop d) il lato opposto del pannello di prova deve essere pittu-
primer non devono essere utilizzati. Il modo e la durata rato convenientemente in modo da non alterare i risul-
della esposizione alle intemperie deve tenere conto che tati della prova.
tale pittura protettiva costituisce l'elemento basilare per
la durata preventivata di 15 anni del ciclo di pittura-

Figura 3 : Camera di condensa (1/7/2006)


Temperatura del locale

Pannelli di prova

Temperatura dell’acqua

Tabella 1 : Criteri di accettazione dei risultati delle prove eseguite su di un simulacro della cisterna/deposito di
zavorra (1/7/2006)

Criteri di accettazione per cicli a base di resine


Elemento epossidiche applicati in conformità alla Tab. 2 Criteri di accettazione per cicli alternativi
della Sez. 12
Bolle sul pannello Nessuna bolla No blisters
Ruggine sul pannello Ri 0 (0%) Ri 0 (0%)
Numero di fori di spillo 0 0
Mancanza di adesione > 3,5 MPa > 5,0 MPa
Mancanza di adesione tra il materiale da proteg- Mancanza di adesione tra il materiale da
gere e la pittura o tra le passate per il 60% o più proteggere e la pittura o tra le passate per il
delle aree 60% o più delle aree
Mancanza di coesione > 3,0 MPa > 5,0 MPa
Mancanza di coesione nella pittura per il 40% o Mancanza di coesione per il 40% o più
più dell'area dell'area.
Protezione catodica; corrente < 5 mA/m2 < 5 mA/m2
assorbita calcolata in base alla
perdita di peso
Protezione catodica; sconnessione < 8 mm < 5 mm
rispetto alla mancanza artificiale
Penetrazione sotto l'incisione < 8 mm < 5 mm
Trave ad U Qualsiasi difetto, rottura o distacco, in corrispon- Qualsiasi difetto, rottura o distacco, in cor-
denza dell'angolare o della saldatura porta alla rispondenza dell'angolare o della saldatura
non accettazione del ciclo. porta alla non accettazione del ciclo.

260 Regolamenti RINA 2008


Parte F, Cap 11, App 5

5.2 Risultati della prova mm, un rivestimento di 300 µm, un mandrino cilindrico
da 150 mm si ha un allungamento del 2%).
5.2.1 (1/7/2006)
Prima di eseguire le prove, devono essere messi a rapporto i 5.3 Criteri di accettazione
seguenti elementi rilevati del ciclo di pitturazione: 5.3.1 (1/7/2006)
I risultati delle prove indicate in [5.2] devono soddisfare i
a) identificazione all'infrarosso (IR) dei componenti della criteri di accettazione precisati in Tab 2.
base e dell'indurente della pittura;
5.3.2 (1/7/2006)
b) peso specifico, determinato in accordo alla norma ISO I cicli a base di resine epossidiche sottoposti a prova e pro-
2811-74, dei componenti della base e dell'indurente vati prima della entrata in vigore della Sez 12 devono sod-
della pittura; e disfare soltanto i criteri di accettazione relativi alle bolle ed
alla ruggine indicati nella Tab 2.
c) numero di fori di spillo, usando un rilevatore a basso 5.3.3 (1/7/2006)
voltaggio sino a 90 Volt.
I cicli a base di resine epossidiche che, in occasione della
5.2.2 (1/7/2006) loro applicazione, sono stati sottoposti a prova secondo la
Sez 12, Tab 2 devono soddisfare i criteri per i cicli a base di
Dopo aver eseguito le prove, devono essere messi a rap- resine epossidiche indicati nella Tab 2.
porto i seguenti dati rilevati:
5.3.4 (1/7/2006)
a) bolle e ruggine secondo le norme ISO 4628/2 e ISO I cicli alternativi, non necessariamente a base di resine
4628/3; epossidiche e/o non necessariamente applicati secondo la
Sez 12, Tab 2, devono soddisfare i criteri per sistemi alter-
b) lo spessore della pellicola secca (DFT) (usare un simula- nativi indicati nella Tab 2.
cro) (ved. Sez 12, Tab 6);
5.4 Rapporto di prova
c) il valore della adesione secondo la norma ISO 4624;
5.4.1 (1/7/2006)
d) per sola informazione il valore della flessibilità secondo Il rapporto di prova deve includere le stesse informazioni
la norma ASTM D4145, variandolo sulla base dello richieste in [4.4] per il rapporto della prova su simulacro di
spessore del pannello (con uno spessore in acciaio di 3 cisterna/deposito di zavorra.

Tabella 2 : Criteri di accettazione dei risultati delle prove eseguite nella camera di condensazione (1/7/2006)

Criteri di accettazione per cicli a


base di resine epossidiche applicati Criteri di accettazione per cicli
Elemento
in conformità alla Tab. 2 della Sez. alternativi
12
Bolle sul pannello Nessuna bolla Nessuna bolla
Ruggine sul pannello Ri 0 (0%) Ri 0 (0%)
Numero di fori di spillo 0 0
Mancanza di adesione > 3,5 MPa > 5 MPa
Mancanza di adesione tra il mate- Mancanza di adesione tra il mate-
riale da proteggere e la pittura o tra riale da proteggere e la pittura o tra
le passate per il 60% o più delle le passate per il 60% o più delle
aree aree
Mancanza di coesione > 3,0 MPa > 5,0 MPa
Mancanza di coesione nella pittura Mancanza di coesione per il 40% o
per il 40% o più dell'area più dell'area

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