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DOMINI DI COERENZA, IL CONCERTO

DELL’ACQUA...
Data di pubblicazione: 4 giugno 2019

Mauro NovielloFollow
Addetto alla progettazione e al controllo qualità presso Elsamec Srl
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INTERVISTA A EMILIO DEL GIUDICE - prima parte

Settembre 2013

DOMINI DI COERENZA, IL CONCERTO DELL’ACQUA...

Particolarissimo esempio di rigore scientifico, di passionale e coraggiosa


ricerca e di umoristico senso della vita, il professor Emilio Del Giudice ci
descrive la sua personalissima interpretazione del concetto di coerenza e la
comprensione poetica della Natura.
di Valentina Ivana Chiarappa

Un’occhiata al lunghissimo e nutrito curriculum del noto professore e fisico italiano che ha dato
lustro al nostro Paese nei più vasti confini internazionali, e ci si rende conto immediatamente
dell’eccezionale levatura del personaggio che ci si trova di fronte. Noto per le sue ricerche sulla
fusione fredda realizzate insieme al compianto collega e amico Giuliano Preparata e per gli studi
relativi alla memoria dell’acqua, Del Giudice è autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e
spesso illustre ospite di rilevanti trasmissioni televisive nazionali. A dispetto di questo articolato e
complesso costrutto formativo scientifico-culturale che fa mostra di sé nell'accattivante, fluida e
stimolante conversazione instaurata con il professore, che dalla fisica più sottile spazia a tematiche
filosofiche, spirituali nonché sociali e politiche, Del Giudice riesce a donarci una smagliante
simpatia che ci mette subito a nostro agio consentendoci di rivolgergli una serie di domande ed
opinioni personali che abbiamo pregustato da tempo di poter porre al nostro eccezionale
interlocutore.

Come chi ci legge potrà osservare, Del Giudice propone una nuova visione del meccanismo di
funzionamento della materia e dell’acqua, nella quale tutti gli elementi in gioco assumono un
comune "agire", un comportamento collettivo che contribuisce a determinare una struttura, il campo
elettromagnetico, la cui armonia ricorda quella di una danza in cui il singolo elemento perde la sua
individualità per entrare in un Tutto comprensibile solo alla luce della visione olistica.
Ma poniamo attenzione a cosa ha da dirci questo straordinario personaggio che Lux Terrae ha avuto
l’onore di incontrare.

Buongiorno professore, qual è stato il Suo percorso di


formazione culturale e professionale che L’ha portata ad
interessarsi all’"acqua" ed alle sue caratteristiche?
Parte da molto lontano, quand'ero ragazzo frequentavo il liceo ed ero estremamente appassionato di
filosofia cioè di come nascono le idee, di come è possibile che il nostro pensiero possa comprendere
la Natura. Uno dei filosofi che mi ha più interessato, un mio concittadino Giovanni Battista Vico,
diceva che il percorso della conoscenza è il seguente: gli esseri umani prima sentono, poi avvertono
con animo turbato e commosso, indi riflettono con mente pura. Questo complesso procedimento che
avviene in sequenza, spesso è ignorato perché nell'epoca moderna si vuole subito riflettere con
mente pura trascurando ciò che avviene prima, ovvero l’avvertire con animo perturbato e
commosso. Per chiarire ulteriormente questo punto passiamo da Vico a Kant il quale esaminò, nella
critica della ragion pura, il percorso che fa l'intelletto quando vuole comprendere e ne concluse che
con i suoi procedimenti intrinseci, l'intelletto poteva al più arrivare al fenomeno, a ciò che appare,
non poteva penetrare in quello che sta sotto il fenomeno, nel suo motore che è il noumeno. Ma
allora come fa l’intelletto a capire? La risposta è nella critica del giudizio, dove si dice che l'essere
umano comprende quando riesce a risuonare con l'oggetto, quando il suo movimento interno
diventa lo stesso movimento dell’oggetto. Come disse il filosofo tedesco Schelling, l'esperienza
artistica è un'esperienza di risonanza fra un soggetto ed un oggetto, dunque, l'essere umano
comprende quando risuona con l'oggetto, ciò che poi la filosofia classica tedesca sviluppò
ulteriormente. Questo è stato il mio lascito del liceo; quando andai all'Università rimasi molto
deluso studiando la fisica perché questa non rispondeva a tale criterio ed io ricordavo ancora Vico
quando diceva che il vero poetico è più vero del vero fisico, cioè se la Natura non è compresa
poeticamente non può essere capita e infatti per molti anni non l'ho capita. Nel frattempo ho fatto
altre cose, nel ’68 sono stato agitatore politico, attivista sociale e questo mi ha aiutato molto perché
essendoci coinvolta la passione mi ha dato un'idea del reale, non come una collezione di oggetti
staccati, ma come un concerto, un qualcosa in cui il singolo oggetto accede solo per la sua capacità
di entrare in relazione con altri, ovvero l’idea della realtà non come un insieme di oggetti ma un
insieme di relazioni. Per quanto riguarda la scienza, all'inizio mi sono occupato di particelle
elementari cioè dei costituenti fondamentali della Natura: protoni, neutroni, quark, ecc., però la cosa
non mi soddisfaceva. A quell'epoca questa fisica, dato che è necessaria grande energia negli
acceleratore per produrre tali oggetti, si chiamava anche fisica delle alte energie. In seguito mi sono
interessato di biologia perché per un certo tempo ho fatto una psicoterapia reichiana e mi attirava il
fatto che Reich riconduceva le proprietà psichiche a proprietà fisiche dell'organismo, e allora ho
cominciato a studiare la fisica dell'essere vivente visto come un insieme e non nella singola sezione
o nella singola molecola. Mi affascinava il concerto che veniva fuori, ma per avere un concerto
bisogna avere gli strumenti musicali che nel nostro caso sono le molecole, ma quali molecole? I
biologi si occupano in generale di molecole complesse come DNA, proteine, ormoni, vitamine,
ecc., però tutte queste molecole nel loro insieme sono l'1% del totale delle molecole di un
organismo vivente, il 99% sono molecole d'acqua. Ma allora perché non si studia l’acqua ? Non
solo non si studia, ma si disprezza pure, infatti per dire che una cosa non serve a niente, per esempio
un farmaco omeopatico, si dice che è acqua fresca. Qual è il ruolo di tutta quest'acqua nel nostro
organismo? Perché è importante il DNA e non è rilevante l'acqua? Alcuni si irritano quando sentono
parlare di memoria dell'acqua però la memoria del DNA non genera nessun senso di offesa, si dice
che nel DNA sono conservate le proprietà dell’organismo, e perché il DNA è valido come
ricordatore e l’acqua no? Una possibile risposta è che il paradigma, il modo di pensare della
biologia moderna è legato al concetto che ogni fatto o atto biologico è riconducibile ad una
sequenza di reazioni chimiche, ovvero che c’è un fondamento chimico nella materia vivente. Ma se
nella sequenza di reazioni chimiche ad un certo punto qualcosa va storto, l'atto biologico non
avviene e qual è il meccanismo fisico che fa sì che gli incontri tra molecole seguano solo quel
codice preciso e non avvengano a caso? Le reazioni biochimiche nell'organismo vivente seguono un
automatismo che nel gergo dei biochimici si chiama "meccanismo diffusivo" grazie al quale le
molecole si incontrano perché c'è un codice di riconoscimento e di richiamo, chi fornisce questo
codice? Circa un secolo fa è nata la fisica quantistica che ha soppiantato la fisica classica come
strumento teorico per descrivere la Natura. Il fondamento dei due approcci è il seguente: nella fisica
classica la realtà fisica è dipinta come un insieme di oggetti separati, separabili in principio, i quali
si incontrano e hanno le loro reazioni solo quando un insieme di forze entra in gioco, perché vale il
principio d'inerzia, quindi per definire questo tipo di fisica bisogna ammettere che i corpi siano
separabili e che siano inerti cioè si muovano di moto rettilineo uniforme; per cambiare il loro stato
di moto ci vuole una forza per la quale è necessaria una certa energia. Perciò se l'organismo vivente,
che è un insieme di molecole che svolgono molte azioni nell'insieme, dovesse funzionare secondo i
principi della fisica classica, dovrebbe pagare una bolletta energetica spaventosa e non è così. Ci
viene in aiuto la fisica quantistica il cui fondamento è che il principio d'inerzia viene meno perché
qualunque corpo nell'universo spontaneamente fluttua, dunque, è impossibile separare la materia dal
movimento in quanto essa non è inerte ma si muove, si agita. A questo punto ci si può chiedere: le
fluttuazioni di ogni corpo sono indipendenti dalle fluttuazioni di un altro corpo? Non è possibile che
esista uno stato della materia per cui le fluttuazioni si mettano in fase e l'agitazione caotica si
trasformi in un balletto, in un concerto? La teoria dei campi afferma di sì e su questa risposta è
fondata la mia successiva attività non solitaria ma al seguito di personaggi estremamente importanti
dal punto di vista intellettuale come Freilich, Giuliano Preparata ed altri.

Ci può spiegare cosa si intende per memoria dell’acqua?


La memoria riguarda non solo l’acqua ma tutta la materia ma l’acqua è particolare rispetto alle altre
sostanze. Esiste un teorema nella teoria dei campi che è stato formulato da Giuliano Preparata e che
risponde alla domanda precedente, cioè è possibile che le fluttuazioni di un insieme di atomi in
principio caotiche e indipendenti l'una dall'altra ad un certo punto si sintonizzino in un insieme e
diano luogo ad un concerto? La risposta è sì a due condizioni: purché la temperatura sia al di sotto
di un certo valore critico (cioè gli urti tra molecole non siano troppo violenti perché in questo caso
si distruggerebbe la sintonizzazione) e la densità delle molecole (il numero di molecole per unità di
volume) ecceda una soglia, cioè l'ambiente sia affollato. Con queste due condizioni, ambiente
affollato e urti non troppo violenti, si può dimostrare che lo stato di minima energia del sistema è lo
stato che in Natura si stabilisce, ovvero l'assetto spontaneo che un insieme di oggetti assume. Se un
insieme di atomi che si trovi in uno stato qualsiasi ad un certo punto oscillando scopre che c'è un
assetto in cui risparmia energia, lo sceglie, vi transita e cede all'esterno l'energia in eccesso, quella
che viene risparmiata. Adesso si scopre che quando gli atomi cominciano ad oscillare in fase tra di
loro, cioè all'unisono come in un corpo di ballo, non sprecano più energia perché se si trovano in
uno stato caotico fanno ogni genere di movimento compresi quelli inutili consumando molta
energia; se invece si accontentano di fare solo i movimenti utili, l’energia viene risparmiata e viene
ceduta all'esterno, questo però soltanto se la densità è molto elevata perché in questo modo una
molecola agitandosi determina l'agitazione di quella vicina. Dialogando tra di loro le molecole
scoprono, collettivamente non individualmente, che esiste questa nuova possibilità e la scelgono.
Questo è esattamente ciò che descrive gli stati di aggregazione della Natura, cioè a temperatura
molto elevata e a densità basse, e quindi fuori della validità di questo teorema, lo stato naturale della
materia è quello gassoso (gas è la contrazione della parola caos vuol dire un insieme caotico di
atomi che si agitano in tutti i modi possibili) abbassando la temperatura e alzando la densità si
osserva che ogni specie transita dal gas al liquido, altro stato della materia molto più ordinato in cui
i moti degli elettroni si rendono coerenti; coerenza vuol dire che ci si muove tutti insieme,
all'unisono, in fase. Abbassando ancora la temperatura, diventano coerenti anche i moti dei nuclei e
si ha il solido; questi sono i tre stati della materia gas, liquido e solido e ad ogni transizione viene
rilasciata energia. Questa coerenza avviene all'interno di regioni, che noi chiamiamo domini di
coerenza il cui diametro corrisponde alla lunghezza d'onda del modo del campo elettromagnetico
responsabile dell'oscillazione. Quello che rende possibile la sintonizzazione è il fatto che
un'oscillazione di una carica elettrica produce automaticamente un campo elettromagnetico il quale
è un messaggero in quanto viaggia lontano dalla sua sorgente e rende coerenti, informa le altre
molecole del fatto che c'è, quindi lo strumento attraverso cui queste molecole dialogano è il campo
elettromagnetico la cui lunghezza d'onda definisce la regione in cui avviene il dialogo, perciò tutte
le molecole contenute in quella regione oscillano in fase. Naturalmente si formano moltissimi
domini di coerenza i quali in principio sono indipendenti tra di loro, però potrebbero a loro volta,
iterando il processo, diventare coerenti. Questa possibilità che si generi una coerenza di secondo
ordine esiste quasi solo per l'acqua; cosa ha di speciale l'acqua? Questo: che nel momento massimo
dell'oscillazione si genera un insieme di elettroni quasi liberi i quali, essendo appunto quasi liberi,
sono ulteriormente eccitabili; ogni minima eccitazione che arriva dall'esterno genera dei moti di
questi elettroni che sono ancora moti collettivi perché questi elettroni sono legati a molecole
coerenti quindi sono coerenti tra di loro, siccome debbono stare legati, il moto sarà un moto chiuso
e quindi un vortice. Dunque, quello che c'è di particolare nell'acqua è che, grazie alla coerenza, gli
elettroni del dominio di coerenza dell'acqua hanno la capacità di formare vortici i quali, essendo
moti chiusi di elettroni cioè di cariche elettriche, producono un campo elettromagnetico che ha una
frequenza definita. Inoltre, questi elettroni sono coerenti, quindi non si urtano tra di loro, non c'è
attrito interno, ne consegue che questo vortice non si estingue perché è privo d'attrito e può durare
anche mesi. Durante il periodo in cui il vortice dura si possono fare altre eccitazioni e quindi
succede che dentro il dominio di coerenza si accumula una grande quantità di energia, i vortici
diventano sempre più veloci e siccome sono coerenti, il moto non è caotico ma è un insieme
ordinato e, dato che le energie si sommano, alla fine un dominio di coerenza può accumulare
un'energia grandissima partendo dallo sfruttamento del rumore ambientale. Quest’acqua sta in un
ambiente nel quale ci sono sorgenti di energia, la luce del sole, agitazioni meccaniche, output di
reazioni chimiche, ossia molte possibili fonti di energia la quale viene intrappolata in forma di
vortici dentro i domini di coerenza e dà luogo ad energia ordinata. Quando si arriva all'istante in cui
la frequenza dell'acqua coincida con la frequenza di due specie molecolari presenti nell'acqua che
hanno ovviamente una frequenza uguale, queste due specie molecolari si attraggono e realizzano
una reazione chimica, quindi le reazioni chimiche non sono casuali ma sono governate dall'acqua e
non richiedono che le molecole siano già in contratto, possono stare anche lontane, si attraggono e
quando entrano in contatto fanno la reazione chimica e producono dell'energia che fa variare la
frequenza dell'acqua in quanto è assorbita dai domini di coerenza. Il risultato è che non più quelle
specie molecolari ma altre saranno attratte, cioè abbiamo uno schema dipendente dal tempo. Questo
spiega i cicli biochimici nei quali c’è una successione di molecole diverse che vengono attratte
secondo un codice fornito dalla sequenza di frequenze dell'acqua. Questo schema risolve in
principio il mistero della specificità delle reazioni biochimiche e l’acqua ne è lo strumento
fondamentale.

Su quali principi si basano gli esperimenti realizzati da


Montagnier sulla memoria dell’acqua?
Farei cadere la parola "memoria" dell'acqua perché è impropria. L'acqua, grazie al meccanismo che
ho descritto, ha un ruolo di governo delle reazioni chimiche che avvengono al proprio interno
perché, dato che oscilla con una certa frequenza, è lei con la sua frequenza a stabilire in ogni istante
quali sono le molecole che si incontrano. Se io cambio il ritmo di successione delle frequenze
dell'acqua fornendo un campo dall'esterno, allora varia anche la biochimica che avviene all'interno.
Ci sono stati negli ultimi decenni vari esperimenti prima di Montagnier come quello realizzato negli
anni ’50 all'università di Alma -Ata in Russia. L'esperimento era il seguente: si prendono due globi
di vetro dentro i quali ci sono delle colture cellulari identiche, in seguito una delle due colture viene
infettata con un virus, i due globi sono tenuti a distanza sufficiente da evitare pericoli di
contaminazione di viaggio di virus dall'uno all'altro. Tra i due globi viene messo uno schermo che
può essere trasparente o opaco ai raggi ultravioletti; quindi si illumina il globo infettato in maniera
che il raggio di luce raggiunga (e quindi in questo caso lo schermo deve essere trasparente) l'altro
globo, oppure si mette lo schermo opaco in modo tale che il raggio non raggiunga l'altro globo.
Aspettando alcune ore si osserva che nel caso dello schermo trasparente, anche l’altro globo si
infetta, mentre se lo schermo è opaco il secondo globo non si infetta. Questo esperimento è stato
ripetuto decine di migliaia di volte con una percentuale di riproducibilità superiore al 95% che è
raro in biologia, dove le percentuali di solito sono più basse. Questo risultato vuol dire che il raggio
ultravioletto ha trasferito da un globo all'altro una qualche forma di informazione per cui nel
secondo globo si è prodotto il virus. In realtà, i virus del primo globo non hanno viaggiato, ciò che
si è spostato è l'informazione di come fabbricarli e, alla luce dell'ipotesi che abbiamo discusso, colui
che li fabbrica può essere l'acqua. Come si interpreta questo esperimento? Abbiamo un virus che
interagisce con le cellule nel primo globo e questa interazione da luogo a reazioni chimiche che si
traducono in movimenti di elettroni e quindi in campi elettromagnetici, facciamo cadere su questo
sistema una radiazione la quale, attraversando una regione dove ci sono oscillazioni
elettromagnetiche, le assume, cioè esse modulano l’onda portante che è il raggio ultravioletto che
attraversa il recipiente. Questa radiazione viaggia, arriva nel secondo recipiente e gli trasferisce
l'oscillazione che avveniva nel primo così le molecole del secondo recipiente oscillano come
oscillavano quelle del primo e siccome la prestazione di una molecola dipende da come lei oscilla,
oscillando allo stesso modo della prima fa le stesse cose, ovvero, produzione di virus, ecco che nel
secondo globo nascono dei virus. In seguito ci sono stati, soprattutto in Russia, molti altri
esperimenti della stessa categoria, da questo punto di vista la scuola russa è all'avanguardia.
Arrivando ai giorni nostri, descriviamo l'esperimento di Montagnier che è molto simile a quello di
Alma-Ata. Montagnier è un grande virologo capace di agire con i virus e in particolare con il loro
DNA; egli estrae sequenze di DNA da microrganismi, virus, batteri, cellule, frammenti lunghi in
media un paio di centinaia di basi, li sospende in acqua non ionizzata e bidistillata in cui è sicuro
che non ci sia nient'altro. La provetta con l'acqua e il DNA sospeso viene messa all'ingresso di una
bobina (la bobina è un filo elettrico arrotolato che si chiama anche solenoide); l’ingresso dal punto
di vista fisico è il luogo in cui il campo elettromagnetico è minimo ma è massimo il suo potenziale.
Dopo un po' l'acqua si impregna del campo ambientale e a questo punto si osserva che se si lascia
tutto così non succede niente, mentre succede qualcosa se si diluisce il DNA, cioè se aggiungendo
acqua, diminuisce la concentrazione del DNA perché esiste una soglia di diluizione a partire dalla
quale appaiono delle correnti elettriche nella bobina e quindi dei segnali elettromagnetici che
possono essere registrati in modo digitale. Dopodiché questo segnale, per evitare ogni sospetto di
contaminazione, viene mandato per Internet o comunque per via elettronica a un altro laboratorio
lontano anche mille km in maniera che nessuno possa sospettare che pezzi di DNA, per effetto della
sporcizia delle manipolazioni, si siano trasferiti. Il segnale arriva in questo laboratorio dove viene
fornito a una bobina all'interno della quale, stavolta ben dentro e non all'ingresso, c’è una provetta
piena di acqua purissima. La provetta viene lasciata lì per qualche ora e si impregna del segnale in
quanto si trova nell'ambiente dove c'è il campo magnetico prodotto dalla corrente elettrica che è
identica a quella registrata alla partenza. Dopo qualche ora la provetta viene estratta dalla bobina e
dentro la provetta viene lasciato cadere quel kit che si chiama PCR inventato dal premio Nobel
Kary Mullis che consiste nelle materie prime di cui è fatto il DNA cioè i monomeri, più il
catalizzatore chimico che li fa reagire, quella che si chiama polimerasi. Si osserva, contro ogni
aspettativa, che i monomeri si polimerizzano in modo tale da riprodurre esattamente la sequenza
iniziale, cioè il DNA iniziale è stato riprodotto esattamente nella provetta finale. L'esperimento di
Montagnier prova, dunque, al di là di ogni dubbio che le reazioni biochimiche sono governate da
segnali elettromagnetici, quindi lo schema teorico che ho fornito all'inizio risulta corroborato e
spiega che le reazioni chimiche non avvengono per incontri casuali e, dato che il segnale
elettromagnetico appare solo quando la quantità d'acqua eccede una soglia, l'origine di questi campi
elettromagnetici è l’acqua.

Pertanto, sinteticamente, possiamo dire che è possibile


informare l’acqua?
In effetti si informa l'ambiente in cui si trova l’acqua perché chi porta l'informazione è il campo
elettromagnetico, ciò accade in quanto le molecole d’acqua oscillando producono a loro volta un
campo elettromagnetico, quindi fornendo loro il campo elettromagnetico copiato alla sorgente
convinco le molecole d'acqua del secondo recipiente ad oscillare come le prime e allora lì
succederanno gli stessi fatti che succedevano nella prima provetta. Questo in un gergo giornalistico
può essere espresso come "informare l'acqua" però dobbiamo precisare che informare significa far
oscillare le molecole d'acqua con lo stesso ritmo. L’omeopatia si potrebbe basare sullo stesso
principio; nella medicina convenzionale si prende come elemento base della biologia moderna il
concetto che ogni fatto biologico è riconducibile ad una sequenza di reazioni chimiche, quindi se
succede qualcosa di sbagliato in un organismo e appare un sintomo, si forniscono le molecole che
correggono la chimica in modo tale da ripristinare il comportamento iniziale; ma se si ragiona, si
comprende che l'anomalia è la conseguenza del fatto che la rete di segnali elettromagnetici che
guida le molecole non si è svolta nel modo giusto, le oscillazioni dell'acqua, per qualche motivo,
hanno avuto un mutamento rispetto all'ideale, allora è possibile intervenire sulla rete di segnali
elettromagnetici e fornire all'organismo un'acqua che abbia la rete di segnali giusti e quindi
correggere i segnali, non le conseguenze a valle.

Sulla base del concetto di informazione che ha spiegato prima,


il pensiero può trasferire informazioni all'acqua?
Non solo questo ma, per di più, l’acqua può generare pensiero. Se noi analizziamo i segnali che
sono in gioco in questi esperimenti, troviamo che l'insieme di questi segnali non è caotico ma è un
insieme "musicale" cioè che tra le varie note, tra le varie frequenze che compongono questo campo
esistono accordi, ovvero è possibile trasformare questi segnali in una musica, e questo è stato
realmente realizzato dal mio collega Roberto Germano. L’acqua coerente è ricca di elettroni quasi
liberi, quindi, mettendo in contatto due quantità d'acqua con un differente grado di coerenza, con
dissimili concentrazioni di elettroni liberi, tra le due si crea una differenza di potenziale che può
generare una corrente elettrica. Questo può essere un suggerimento per nuove fonti di energia,
d’altra parte che l'acqua emetta elettroni è provato dal fenomeno del fulmine, le nuvole sono insiemi
di goccioline d'acqua e producono scariche elettriche eccezionali. Si è osservato che il voltaggio
della corrente elettrica prodotta dall'acqua varia a seconda delle condizioni ambientali. Analizzando
il tracciato del voltaggio nel corso del tempo Germano, grazie all'intervento di un suo amico
musicologo, si è accorto che il tracciato riproduceva una partitura musicale, l'ha trasferito sul suono
e si è effettivamente prodotta una musica. Questo ci fornisce una prima idea di come all'interno
della materia, quando la coerenza eccede determinate soglie, si possono generare fenomeni
cognitivi. L’acqua può produrre al proprio interno strutture che hanno un significato, può dar luogo
a fenomeni di oscillazione che non sono casuali e che contengono una struttura cognitiva, un
mining. Che cosa questo significhi non lo sappiamo ancora, quello che sappiamo è che certamente
la rete dei segnali elettromagnetici dell'acqua non è casuale ma è produttrice di significati,
qualunque cosa questo voglia dire. Il pensiero è l'equivalente dei segnali di Montagnier riferito alle
nostre cellule cerebrali, quindi esso sarà l'output di un complesso processo biologico, tipo quello
studiato dai neuroscienziati. Se trasferiamo il pensiero all’acqua, verosimilmente quest’ultima,
almeno in parte, riprodurrà quegli stessi processi così come abbiamo visto realizzarsi negli
esperimenti di Montagnier, ciò in quanto il pensiero è un insieme di onde elettromagnetiche
opportunamente collegate tra di loro.

Secondo Lei e in base alla Sua esperienza, può essere attribuito


un significato profondo e spirituale all'elemento acqua per
l’umanità?
Bisogna intendersi su che cosa vuol dire spirituale; a mio parere il termine "spirituale" si riferisce
alle proprietà che dipendono non dalla chimica ma dall'oscillazione più o meno sincrona e
concertata delle molecole. Credo che la parola "artistica" e la parola "spirituale" possano essere
usate come sinonimi, riprendendo Scelling che aveva riferito il termine spirituale all'esperienza
artistica. L'esperienza spirituale avviene quando c'è una risonanza fra più soggetti, quando questi
ultimi operano in fase, sentono le stesse cose tra di loro e si comportano come se fossero una
persona sola. Invece Wilhelm Reich parla di esperienza orgastica, in questo senso l'orgasmo, cioè il
movimento sincrono di due corpi, è un'esperienza spirituale e giustamente Reich attribuisce un
valore positivo a questa esperienza. La spiegazione di ciò può venire dalla fisica quantistica in cui
esistono dei principi di indeterminazione nel senso che esistono variabili fisiche non compatibili tra
di loro (come posizione e impulso) per cui l'incertezza di una è inversamente proporzionale
all'incertezza dell'altra; per esempio nel caso del principio di indeterminazione di Eisenberg
l'incertezza nella posizione di un atomo moltiplicato l'incertezza nella sua velocità non può essere
più piccola di una certa costante universale, ciò significa che se misuro con precisione la posizione,
la velocità resta indeterminata e viceversa, questo è conseguenza del fatto che è impossibile
separare materia e movimento. Esiste un altro principio di indeterminazione che è quello che ci
interessa, in teoria dei campi l'incertezza nel numero di componenti di un sistema moltiplicato per
l'incertezza nella fase (la fase è il ritmo di oscillazione) non può essere minore di una costante
universale. D'altra parte sappiamo che un organismo vivente funziona bene se la sua fase è ben
determinata, quindi, l'incertezza nella fase di un organismo vivente deve essere la più piccola
possibile perché lui stia bene, però c’è il principio di indeterminazione, dunque, se voglio ridurre
l'incertezza della fase devo aumentare l'incertezza sul numero di componenti, ma in un organismo
vivente il numero di componenti è fissa e non eccede il numero di atomi di cui è formato, ciò pone
un limite inferiore all'incertezza della fase e questo è un difetto. Come posso ridurre ulteriormente
quest'incertezza? Aumentando il numero di oscillatori in fase che producono quella fase, e ciò può
essere fatto oscillando in fase con altre persone. Quando questo avviene, la mia incertezza di fase
diminuisce e sto meglio, ma non solo (ecco l’esperienza spirituale) se io entro in fase con tutto
l'universo starò da Dio, ecco da dove viene la tendenza all'espansione dell'organismo vivente e da
dove vengono le sue capacità spirituali cioè la sua tendenza alla spiritualità, Il mio amico Giuseppe
Vitiello professore a Salerno, ha chiamato questo insieme esterno di oscillatori il "mio doppio" e
questo rende probabilmente possibile l'autocoscienza, in quanto, guardando questi oscillatori esterni
io vedo me, è un po' come l'esperienza dello specchio di Lacan.

Lei ha affermato che "le rivoluzioni le fanno i non esperti delle


discipline perché gli esperti conoscono troppo bene la
disciplina stessa ed i suoi limiti". In riferimento a questo, cosa
pensa degli esperimenti effettuati dal ricercatore giapponese
Masaru Emoto nei quali vengono fotografati cristalli d’acqua
informata?
Nel principio rispondono allo stesso quadro concettuale detto prima, nel dettaglio non saprei dirlo
perché non li ho studiati e d’altra parte neanche Emoto li ha rivelati. C’è una differenza importante
tra il ricercatore ed il divulgatore: di solito lo scienziato dice tutto, personalmente nei miei articoli
ho scritto sempre tutto quello che avevo capito; le persone invece per cui il copyright è importante,
come coloro che fanno divulgazione o spettacolo, non vogliono rivelare i loro segreti di produzione,
ma in questo modo non mettono i colleghi nella condizione di poter giudicare. Nello specifico su
quello che fa Emoto non so nulla, ma posso dire che la sua filosofia in qualche modo coincide con
la nostra perché le sue affermazioni basate sul fatto che è possibile trasmettere significati all'acqua,
nel nostro schema sono comprensibili, quindi, certamente lui svolge un ruolo utile per quanto
riguarda la creazione di aspettative e di punti di vista, anche se quello che fa non è una prova
scientifica in senso stretto perché una promessa scientifica deve fornire tutte le condizioni in cui
viene svolto l’esperimento.

Gli esperimenti sulla memoria dell’acqua, a Suo parere,


possono costituire la dimostrazione concreta che tutto ciò che
esiste è vibrazione e quindi interconnesso? Ci può parlare in
breve del concetto di vibrazione?
I principi della fisica quantistica ci dicono fondamentalmente che un oggetto coincide con la sua
fluttuazione e questo, a proposito del campo elettromagnetico, lo scrisse già Einstein nel 1904 cioè
prima di queste rivoluzioni. Successivamente la fisica quantistica, di cui Einstein è stato uno dei
padri e anche uno dei critici, estende questa proprietà a tutta la realtà fisica perché non solo il
campo elettromagnetico, ma anche tutta la materia fluttua e può essere descritta come un campo con
una sua fluttuazione. Proprio perché tutto fluttua attraverso il cosiddetto vuoto quantistico (i campi
che connettono tra di loro gli oggetti i quali a loro volta non possono non fluttuare), si deduce che è
impossibile isolare un corpo, quindi il fondamento della fisica classica viene falsificato. Un corpo
non isolato, e questa è la base dei principi di indeterminazione, non può vedere perfettamente
determinate un certo numero di sue variabili, per esempio l'energia. Però è possibile misurare la
fluttuazione, l'oscillazione, se ne deduce che, mentre la fisica classica è fondamentalmente una
fisica di oggetti, quindi un'ontologia, la fisica quantistica è una fisica di relazioni in cui nessun
corpo può essere considerato isolato e che ha come oggetto di studio l'insieme delle relazioni che
legano i corpi e che si trasmettono attraverso fluttuazioni ovvero frequenze.

INTERVISTA A EMILIO DEL GIUDICE - seconda parte


Settembre 2013

Professor Del Giudice, Lei ha parlato di vuoto, allora Le chiederei: il vuoto


esiste o non esiste?
Il vuoto secondo la definizione fisica è lo stato di minima energia di un oggetto, quello in cui ci
sono solo le fluttuazioni spontanee e nient'altro, quindi esiste un contenuto energetico del vuoto,
ovvero l'energia connessa con le fluttuazioni spontanee. Queste ultime si traducono nell'apparizione
di potenziali elettromagnetici, a tal proposito c'è una cosa importante che fece spaventare Einstein:
il potenziale si propaga nello spazio, senza implicare trasporto di energia,con la velocità con cui si
propaga la fase, ma la velocità di fase può essere anche più grande della velocità della luce perché il
limite di Einstein si riferisce alla velocità con cui si trasporta l'energia, se non si trasporta nessuna
energia la velocità può essere qualsiasi, anche infinita. Ma se posso trasmettere in qualche modo un
segnale fisico, in questo caso il potenziale, con la velocità di fase, si possono avere fenomeni che
violano la causalità e questo spaventava Einstein, cioè posso stabilire una connessione tra oggetti.
Einstein nel ‘33 fu il primo a definire con grande genialità le conseguenze di questo che si chiama
paradosso di einstein-podolsky-rosen dal nome dei tre autori dell'articolo, il quale afferma che se la
fisica quantistica fosse vera sarebbe possibile stabilire delle relazioni di connessione, nel gergo dei
fisici entanglement, tra oggetti a grande distanza tra di loro violando quindi la causalità, cioè
sarebbe possibile un’azione a distanza. Einstein, che credeva assolutamente nel principio di
separabilità, nell'oggettività e nel fatto che fosse possibile isolare gli oggetti, concluse che la fisica
quantistica non poteva essere giusta e che poteva essere solo un'approssimazione. Invece noi
pensiamo che il fenomeno di einstein-podolsky-rosen sia assolutamente giusto ma che sia errata la
conclusione secondo cui la fisica quantistica non sarebbe vera. Non solo essa è vera, ma dimostra
che sono possibili in natura fenomeni di azione a distanza del tipo di quelli ipotizzati per esempio
da Jung su inconscio collettivo e telepatia che non corrispondono mai a trasporto di materia o di
energia ma al trasporto di fase, quindi corrispondono a sensazioni non a descrizioni. Col potenziale
non si possono trasmettere messaggi precisi, ma una sensazione, una presenza. L’entanglement
corrisponde proprio a questa connessione, gli oggetti entangled sono oggetti che oscillano in fase
tenuti in fase da un potenziale e non da un campo.

Proprio in riferimento al concetto di connessione, ci può parlare della nota


legge di attrazione che riguarderebbe l’intero Universo?
Che l'Universo sia tutto entangled non corrisponde all'apparizione di forze, corrisponde al fatto che
le oscillazioni delle parti dell'Universo, ognuna delle quali ha una sua indipendente giustificazione,
si possono sincronizzare tra di loro anche a grande distanza. In questo senso si può parlare di legge
di attrazione.
Diversi esperimenti ed anche una parte della nuova fisica dimostrano che il
pensiero è un atto creativo molto più potente di quanto non si possa
credere. A Suo parere, come il pensiero può influire sulla nostra realtà?
Il pensiero è un'attività collettiva del corpo con un forte coinvolgimento del cervello, è ancora da
chiarire se il pensiero sia il prodotto del solo cervello o dell'intero corpo, io protendo per la seconda
ipotesi: nessuno ha mai visto funzionare un cervello isolato, separato da un corpo, quindi il cervello
dialoga col proprio corpo di appartenenza e dà luogo ad un'attività collettiva di cui una delle
manifestazioni, non l’unica, è il pensiero. Ci sono, infatti, altre manifestazioni come le emozioni, la
psiche, i sentimenti che non sono il pensiero ma che dal punto di vista fisico, in quanto oscillazioni,
non sono distinguibili tra di loro. Se l’insieme di fenomeni psichico-emotivo-conoscitivi studiati da
Freud, è riconducibile ad oscillazioni elettromagnetiche, evidentemente queste ultime sono agenti
fisici capaci di azione sulla materia, Esiste un bel gruppo di esperimenti condotti a Princeton negli
Stati Uniti dalla coppia Robert Jahn, ingegnere della NASA recentemente scomparso, e la sua
compagna tuttora vivente, la biologa Irene Dan. Jahn pose questo problema: si sa che le oscillazioni
di apparecchi elettromagnetici hanno un effetto sugli esseri umani e anche sul loro pensiero, basti
pensare all'elettroshock, è possibile il contrario, cioè che il pensiero possa influenzare l'azione di
apparecchi elettronici e modificarne le proprietà? Negli anni ’20, tra i pazienti di Jung vi era Pauli,
uno dei fisici fondatori della fisica quantistica. Pauli aveva un pessimo carattere ed era molto
disturbato psichicamente tanto è vero che era dovuto andare in terapia da Jung che lo aveva aiutato
molto. Una caratteristica di questo suo disturbo era da un lato la genialità che gli faceva pensare
delle cose incredibili, dall'altro uno strano effetto che è diventato noto come "effetto Pauli": ogni
volta che lui entrava in un laboratorio, qualche apparecchio si guastava, un'unica volta accadde un
guasto in laboratorio senza che Pauli fosse presente, il direttore del laboratorio allora s'informò su
dove si trovava Pauli nel momento del guasto, ed appurò che egli stava passando in taxi nella strada
affianco all'istituto e quindi piuttosto vicino. Il profluvio di segnali elettromagnetici che usciva dal
corpo di Pauli era, quindi, in grado di guastare gli apparecchi elettromagnetici, allora Jahn e la Dan
hanno cercato di affrontare questo problema, hanno preso una specie di computer, un random
number generator, cioè una macchina che produce automaticamente sequenze di numeri, utilizzata
spesso per le lotterie e che funziona da sola. Posizionate alcune persone affianco alla macchina, le si
invitava a concentrarsi a loro piacimento su una sequenza di numeri più grande o più piccola,
scrivendo su un pezzo di carta la sequenza scelta. I risultati dell’esperimento fecero osservare che
c'era una debole connessione tra il desiderio della persona e la sequenza numerica elaborata dalla
macchina, si trattava di una variazione dell'8%, ai limiti dell'errore statistico. Per forzare l'effetto,
anziché un’unica persona, vennero presi gruppi di persone che si mettessero in fase tra di loro
grazie all’ascolto di musiche particolari in grado di farle entrare in uno stato d'animo di meditazione
collettiva. In questo caso l'effetto si rafforzava moltissimo e ciò indicò che esisteva una connessione
tra l'attività del cervello umano ed il risultato di una macchina elettronica. C'è stato un altro
esperimento di una mia amica biologa molecolare, Beverly Rubik, che le è costato il posto a
Berkeley, in cui poneva la questione se una medium possa influenzare la velocità di crescita di una
coltura cellulare di batteri; la risposta fu positiva, in presenza della medium si registravano
variazioni che Rubik ha pubblicato. Questo può aiutare a capire il valore della psiche nella cura
della patologia, ed il valore della preghiera, indipendentemente dal credere o non credere nella
divinità; il fatto che questi esperimenti e la preghiera pongano una relazione tra due persone, alla
luce del principio di indeterminazione di cui parlavo, facilita la riduzione dell'incertezza della fase e
quindi la buona salute della persona.

Quindi, secondo Lei, la qualità dei nostri pensieri può portare l’umanità a
sperimentare un mondo diverso?
Assolutamente sì, noi non riusciamo più a stabilire una coerenza tra esseri umani che, quindi, si
riduce proprio perché nell'umanità si sta la lotta per l'esistenza: come posso risuonare con una
persona se penso che questa mi possa imbrogliare o che possa farlo io? La lotta per l'esistenza
stabilisce necessariamente una mancanza di coerenza tra le persone per cui questi benefici non
possono manifestarsi, quindi la lotta è dannosa per la salute della specie umana.

Quindi, un nuovo modo di pensare può condurre l’umanità anche verso un


sistema basato sulla cooperazione?
Certamente non danneggia, però dubito che da sola sia sufficiente perché purtroppo la spinta che
riceviamo nei nostri comportamenti dalle necessità materiali di mangiare, bere, nutrirci,
guadagnare, ecc. è così forte che può spegnere sentimenti più esili come l'amore e la passione.
Certo, in casi estremi l’amore diventa una forza travolgente, però nella nostra epoca raramente
questo ha possibilità di manifestarsi. È possibile che all'inizio della storia dell'umanità, quando la
lotta per l'esistenza tra esseri umani non era forte, questi ultimi fossero così pochi che si dovessero
proteggere l'uno con l'altro e probabilmente non si odiassero così fortemente, naturalmente la
separazione era con il resto della natura da cui si dovevano guardare. Nelle grotte dove ci sono
antiche pitture si osserva che stranamente queste ultime non si trovano in posti agevoli, ma su pareti
lontanissime per cui è necessario arrampicarsi per disegnarle. Inoltre si osserva che esiste una
connessione tra le proprietà fisiche della roccia su cui stanno i dipinti e la natura del dipinto; per
esempio, in tutte le circostanze, le rocce su cui ci sono i dipinti sono amplificatori acustici in un
determinato intervallo di frequenze e l'intervallo di frequenza in cui c’è l’amplificazione è sempre
connesso con la natura del dipinto. Per esempio, la roccia sulla quale sono dipinti i buoi amplifica i
suoni bassi (pensate alla voce del bue composta da suoni bassi), quella dove sono dipinti i cavalli
amplifica i suoni alti (come il loro nitrire). Allora si può pensare che questa tecnica delle pitture
rupestri servisse all'inizio per attirare gli animali in luoghi poco agevoli per loro, in maniera che li si
potessero catturare in quanto a quell'epoca gli archi e le frecce non erano stati ancora inventati,
quindi l'animale poteva essere catturato solo alla base di un corpo a corpo con l'essere umano.
Dunque, l'idea era di attirare l'animale in un posto dove lui si potesse muovere poco, ad esempio
una grotta, e gli esseri umani fossero in gran numero e riuscissero ad abbatterlo. A ben vedere, si
tratta di un esperimento di telepatia: si prendono le persone più dotate che per concentrarsi debbono
dipingere la figura dell'animale sulla parete perché devono essere in fase, coerenti tra di loro per
agire. Inoltre esse si tengono in fase probabilmente imitando la voce dell'animale, ecco perché la
roccia deve amplificare quel suono; come risultato l'animale viene attirato e catturato da altri, non
da loro, quindi c'è una prima divisione della tribù in uomini vigorosi, che sono i guerrieri, e in esseri
umani, in prevalenza probabilmente donne, che sono gli sciamani il cui compito è quello di attirare.
Questo è un esempio di coerenza tra esseri umani che facendo quest'esperienza avvertono delle
sensazioni mai sentite prima, molto piacevoli, sensazioni orgastiche, e quindi dopo un po', a parte
per la caccia, cominciano ad eseguire queste cerimonie fini a se stesse: è nata l’arte, la religione, le
esperienze spirituali. Non solo, è nata anche una forma di terapia perché se una persona malata
viene messa all'interno di un insieme di persone in fase guarisce. La coerenza di tanti cervelli vuol
dire che questi cervelli oscillano tra la configurazione in cui stanno normalmente e una
configurazione eccitata, cioè entrano in stati alterati di coscienza, così facendo esplorano parti
sconosciute di sé. Da ciò è nata l'intelligenza umana, ma quando ciò avviene si perde la coerenza
perché la persona diventata intelligente pensa ai fatti propri e si separa. Questo può essere un modo
per comprendere il peccato originale: prima le persone erano in coerenza e stavano bene, poi sono
diventate intelligenti, hanno perso la coerenza ed è nata la patologia. Dunque, l'effetto collaterale
dell'acquisto dell'intelligenza è la possibilità di ammalarsi.

Ci sono altri fenomeni in natura, oltre a quelli di cui abbiamo parlato, dai
quali si può apprendere l’esistenza della coerenza?
Sì, ne esistono in effetti molti, uno è quello rappresentato dalle transizioni di fase grazie alle quali la
materia passa dallo stato gassoso a quello liquido e a quello solido con transizioni discontinue, cioè
la transizione non avviene con continuità ma arrivato ad una certa temperatura il sistema salta: il
passaggio tra il vapor d'acqua ed il liquido avviene istantaneamente in modo discontinuo. Esiste un
fenomeno, di cui si è parlato recentemente, che è quello della fusione fredda consistente nel fatto
che si prende un insieme di nuclei piccoli, leggeri e si fondono dando luogo ad un nucleo somma,
ciò libera dell'energia. Invece, considerando nuclei pesanti avviene l’opposto: si libera dell’energia
se si spezza un nucleo, ciò è connesso con le proprietà della fisica nucleare. La difficoltà di trattare
un insieme di nuclei è che questi ultimi sono tutti carichi positivamente; per fondere due nuclei è
necessario avvicinarli ma essi si respingono per via della loro uguale carica elettrica. È vero che le
forze nucleari sono un milione di volte più intense delle forze elettriche, ma sono a corto raggio
d'azione, ossia, perché si sentano le forze nucleari i due nuclei si devono avvicinare moltissimo.
Prima di questa distanza critica si sentono solo le forze elettriche le quali, saranno pure deboli, ma
sono le sole ad agire e quindi respingono. Dunque, si pone il problema come far fondere i nuclei, di
come farli avvicinare, allora la prima soluzione, come sempre nella nostra civiltà, è quella di usare
la forza: i nuclei vengono dotati di velocità grandissima, prendono la rincorsa, acquistano una tale
energia cinetica da sormontare la repulsione elettrostatica dei nuclei, arrivano a contatto e fondono e
questo è ciò che si fa nella bomba H in cui l'energia necessaria per far correre i nuclei è data da
un'esplosione di una bomba atomica. Si fa esplodere una bomba atomica, i nuclei di deuterio
(idrogeno pesante) acquistano una tale velocità che sorpassano la repulsione e fondono perché
l'energia cinetica media all'interno di un insieme si chiama temperatura. La temperatura critica per
avere la fusione nucleare in un insieme gassoso di nuclei è sull'ordine di alcune decine di milioni di
gradi e quindi si capisce che il problema non è stato ancora risolto in quanto, ovviamente, per le
applicazioni pacifiche non si può far esplodere una bomba atomica. Nel 1989 arrivano due chimici,
Fleishman e Pons, che annunciano di aver realizzato, spendendo poche decine di migliaia di euro, la
fusione di deuterio non nello spazio vuoto, come tentato dagli altri, ma all'interno di un metallo, il
palladio. Caricando questo metallo di idrogeno pesante (il deuterio) fino a quando questo
caricamento supera una soglia, i nuclei, anziché respingersi, volano l'uno tra le braccia dell'altro,
l’odio universale si trasforma in amore universale e c'è la fusione. Pensate a coloro che finora hanno
speso senza risultato miliardi di euro nel progetto della fusione calda promettendo il 2030 come
data in cui si saprà appena se il problema sarà risolvibile. Giuliano Preparata ed io abbiamo
proposto questa soluzione: il metallo è una sostanza caratterizzata dal fatto di avere numerosi
elettroni liberi, questi elettroni liberi sono carichi negativamente e possono diventare coerenti tra di
loro formando delle palle di elettroni che stanno tra i nuclei di idrogeno pesante. Quindi, abbiamo
due idrogeni carichi positivamente ma in mezzo c'è una carica negativa che li attrae, avvicinandosi
possono superare la densità critica della coerenza e quest'insieme di cariche positive forma un
insieme coerente che ovviamente diminuisce la sua energia rispetto allo stato non coerente, la
diminuisce tanto più quanto più alta è la densità cioè quanto più si avvicinano, per usare
un'espressione della fisica americana like, likes, like. Ossia, mentre al livello di insiemi non coerenti
prevale l'odio tra simili e l’attrazione c’è tra dissimili cioé tra cariche positive e cariche negative (la
legge generale dell'elettrostatica è che i simili si respingono ed i dissimili si attraggono) invece qui
avviene l’opposto e se ci pensate ciò avviene sempre in biologia perché ad esempio un tessuto è un
insieme di cellule che stanno insieme ma anche le cellule sono oggetti carichi, precisamente hanno
una carica elettrica negativa sulla superficie. Dunque, perché non si respingono? I biologi
affermano che esistono delle molecole, chiamate molecole colla, che tengono legate le cellule tra di
loro. Queste molecole colla non sono mai state individuate realmente, ma noi abbiamo un'altra
spiegazione che è la coerenza la quale, tra l’altro, spiega anche perché i tessuti stanno insieme
nonostante siano tutti carichi negativamente. La regola è che tutto dipende dalla coerenza: un
insieme di cariche positive si respinge finché prevale la legge dell’interazione di coppia che avviene
all'interno di densità basse ma quando la densità supera una certa soglia, le cariche invece di
respingersi si attraggono ed ecco la fusione. Con Giuliano Preparata abbiamo realizzato a Frascati
una sperimentazione di cui hanno parlato alcune trasmissioni su Rai News in cui è stata utilizzata
una struttura metallica composta da sottili nastri di metallo messi in forma, si dice in gergo
bustrofedica, cioè come i solchi lasciati dal bue quando traina l’aratro. Questi nastri di metallo sono
lunghi 1 metro, hanno una larghezza di 50 micron e uno spessore di 2 micron in modo che la
corrente elettrica che circola sia la più bassa possibile per non disturbare la coerenza, in quanto per
caricare il metallo usavamo una tecnica che consisteva nel dare un alto voltaggio senza che
quest’ultimo producesse corrente. Il risultato finale è che quando riuscivamo a caricare (cosa che
avveniva facilmente per la sottigliezza della struttura) al di là di una certa soglia, si produceva
un'energia eccezionale che è testimoniata dal fatto che un tratto di filo si è addirittura vaporizzato.
Considerate che la struttura è formata da fili di palladio ed il palladio vaporizza a 3000°, dunque, si
era raggiunta tale elevatissima temperatura che non è chiaramente producibile, come invece
affermano gli scettici, grazie alla piccola corrente elettrica di milliampere che passava per questi
fili.

Nel libro "Il tempo che finisce" sono riportati i dialoghi tra il fisico David
Bohm ed il maestro indiano krishnamurti che dissertavano sull’idea di
"tempo" , qual è il suo concetto di tempo?
È una domanda complicatissima, richiederebbe una lunga discussione perché c'è il tempo misurato
dall'orologio nello spazio vuoto ed il tempo misurato nella materia o, meglio ancora, nella materia
vivente. Nello spazio vuoto gli avvenimenti accadono con tale lentezza e con tale riproducibilità che
non si può definire un istante iniziale. C'è un istante iniziale quando il processo comincia; per
esempio la data di nascita di una persona, che quest’ultima non può spostare purtroppo, dice quando
la persona è nata cioè quando è cominciata la sua vicenda e quando finirà. In questo caso noi non
siamo più liberi di far scorrere il tempo, ossia perdiamo la libertà di traslare nel tempo gli
avvenimenti perché gli avvenimenti, quando questo accade, acquistano una storicità. Questo vuol
dire che il tempo cambia scorrendo, cioè non è sempre uguale a se stesso come il tempo di un
protone. Se invece cominciamo ad entrare, per esempio, all'interno del mondo della coerenza, dove
i processi hanno un inizio ed una fine cioè nascono nel momento in cui si producono quelle
condizioni ambientali, come la densità, e spariscono quando quelle condizioni ambientali cessano, è
possibile definire un tempo e questa è la differenza tra coloro, come Krishnamurti, che si sono
interessati del tempo ed i fisici della materia elementare come Einstein. Per i secondi il tempo è
qualcosa di sempre identico a se stesso per i primi no, il tempo ha un'origine e una fine, può
accelerare, può rallentare e questa è la fondamentale differenza perché una delle caratteristiche della
coerenza è che si perde la libertà di traslare nel tempo. Tra l’altro la coerenza rende possibile il fatto
che la realtà abbia una storia.

Il concetto di "qui ed ora" che le antiche culture affermavano, secondo Lei


ha una rilevanza?
Ha una rilevanza quando l'individuo nasce, mentre la perde quando l’individuo, attraverso il
potenziale elettromagnetico, ovvero la fase, può mettersi in contatto con il resto dell'universo.
Studiando la relatività, una delle caratteristiche del superare la velocità della luce è quella di andare
indietro nel tempo, superando tale velocità, quindi, una persona può entrare in rapporto di fase con
Giulio Cesare e allora il "qui ed ora" si perde perché nell'essere attuale della persona entrano e
diventano entangled fenomeni accaduti in altre epoche, sia passate che future. Questo può gettare
luce sul fenomeno delle costellazioni familiari in cui un soggetto entra in contatto empatico, quindi
in contatto emotivo e non fisico, con i suoi antenati.

Cosa pensa dell’informazione sulla"vera conoscenza"? Lei crede che


esistano degli interessi che spingono affinché l’umanità sia mantenuta
nell'ignoranza rispetto alla natura dell’uomo?
Purtroppo sì perché viviamo ancora in una società fondata sulla lotta di ogni essere umano nei
confronti di ogni altro, lotta per la sopravvivenza, lotta di classe, lotta su basi economiche e così
via. Questo esclude l'esistenza di un rapporto coerente tra gli esseri umani e può essere non estraneo
al fatto che si verifichi la patologia. Cioè l'esistenza di malattie è il prezzo che si paga per avere una
società fondata sulla concorrenza e sulla competizione. Per una transizione di fase occorrerebbe,
come accade nelle transizioni di fase vapore-liquido o liquido-solido, che si formi un germe esteso
abbastanza da attrarre a sé tutti gli altri esseri indipendenti e obbligarli a risuonare tra di loro.
Questo potrebbe succedere se si stabilisse un qualche fenomeno collettivo, talvolta accade nella
storia dell'umanità quando si verificano i grandi movimenti sociali nei quali tante persone risuonano
tra di loro, non importa su quale argomento; allora effettivamente succedono i miracoli, cioè le
esigenze della lotta per l'esistenza vengono ignorate e la gente è disposta a morire e a dare la vita
per una causa comune. Se un giorno dovesse succedere questo, e spero che succeda, allora può darsi
che avremo una vera transizione di fase per l’umanità.

Fonte: http://www.valentinachiarappa.it/intervista-a-emilio-del-giudice---prima-parte.html

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