DELL’ACQUA...
Data di pubblicazione: 4 giugno 2019
Mauro NovielloFollow
Addetto alla progettazione e al controllo qualità presso Elsamec Srl
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Settembre 2013
Un’occhiata al lunghissimo e nutrito curriculum del noto professore e fisico italiano che ha dato
lustro al nostro Paese nei più vasti confini internazionali, e ci si rende conto immediatamente
dell’eccezionale levatura del personaggio che ci si trova di fronte. Noto per le sue ricerche sulla
fusione fredda realizzate insieme al compianto collega e amico Giuliano Preparata e per gli studi
relativi alla memoria dell’acqua, Del Giudice è autore di numerosissime pubblicazioni scientifiche e
spesso illustre ospite di rilevanti trasmissioni televisive nazionali. A dispetto di questo articolato e
complesso costrutto formativo scientifico-culturale che fa mostra di sé nell'accattivante, fluida e
stimolante conversazione instaurata con il professore, che dalla fisica più sottile spazia a tematiche
filosofiche, spirituali nonché sociali e politiche, Del Giudice riesce a donarci una smagliante
simpatia che ci mette subito a nostro agio consentendoci di rivolgergli una serie di domande ed
opinioni personali che abbiamo pregustato da tempo di poter porre al nostro eccezionale
interlocutore.
Come chi ci legge potrà osservare, Del Giudice propone una nuova visione del meccanismo di
funzionamento della materia e dell’acqua, nella quale tutti gli elementi in gioco assumono un
comune "agire", un comportamento collettivo che contribuisce a determinare una struttura, il campo
elettromagnetico, la cui armonia ricorda quella di una danza in cui il singolo elemento perde la sua
individualità per entrare in un Tutto comprensibile solo alla luce della visione olistica.
Ma poniamo attenzione a cosa ha da dirci questo straordinario personaggio che Lux Terrae ha avuto
l’onore di incontrare.
Quindi, secondo Lei, la qualità dei nostri pensieri può portare l’umanità a
sperimentare un mondo diverso?
Assolutamente sì, noi non riusciamo più a stabilire una coerenza tra esseri umani che, quindi, si
riduce proprio perché nell'umanità si sta la lotta per l'esistenza: come posso risuonare con una
persona se penso che questa mi possa imbrogliare o che possa farlo io? La lotta per l'esistenza
stabilisce necessariamente una mancanza di coerenza tra le persone per cui questi benefici non
possono manifestarsi, quindi la lotta è dannosa per la salute della specie umana.
Ci sono altri fenomeni in natura, oltre a quelli di cui abbiamo parlato, dai
quali si può apprendere l’esistenza della coerenza?
Sì, ne esistono in effetti molti, uno è quello rappresentato dalle transizioni di fase grazie alle quali la
materia passa dallo stato gassoso a quello liquido e a quello solido con transizioni discontinue, cioè
la transizione non avviene con continuità ma arrivato ad una certa temperatura il sistema salta: il
passaggio tra il vapor d'acqua ed il liquido avviene istantaneamente in modo discontinuo. Esiste un
fenomeno, di cui si è parlato recentemente, che è quello della fusione fredda consistente nel fatto
che si prende un insieme di nuclei piccoli, leggeri e si fondono dando luogo ad un nucleo somma,
ciò libera dell'energia. Invece, considerando nuclei pesanti avviene l’opposto: si libera dell’energia
se si spezza un nucleo, ciò è connesso con le proprietà della fisica nucleare. La difficoltà di trattare
un insieme di nuclei è che questi ultimi sono tutti carichi positivamente; per fondere due nuclei è
necessario avvicinarli ma essi si respingono per via della loro uguale carica elettrica. È vero che le
forze nucleari sono un milione di volte più intense delle forze elettriche, ma sono a corto raggio
d'azione, ossia, perché si sentano le forze nucleari i due nuclei si devono avvicinare moltissimo.
Prima di questa distanza critica si sentono solo le forze elettriche le quali, saranno pure deboli, ma
sono le sole ad agire e quindi respingono. Dunque, si pone il problema come far fondere i nuclei, di
come farli avvicinare, allora la prima soluzione, come sempre nella nostra civiltà, è quella di usare
la forza: i nuclei vengono dotati di velocità grandissima, prendono la rincorsa, acquistano una tale
energia cinetica da sormontare la repulsione elettrostatica dei nuclei, arrivano a contatto e fondono e
questo è ciò che si fa nella bomba H in cui l'energia necessaria per far correre i nuclei è data da
un'esplosione di una bomba atomica. Si fa esplodere una bomba atomica, i nuclei di deuterio
(idrogeno pesante) acquistano una tale velocità che sorpassano la repulsione e fondono perché
l'energia cinetica media all'interno di un insieme si chiama temperatura. La temperatura critica per
avere la fusione nucleare in un insieme gassoso di nuclei è sull'ordine di alcune decine di milioni di
gradi e quindi si capisce che il problema non è stato ancora risolto in quanto, ovviamente, per le
applicazioni pacifiche non si può far esplodere una bomba atomica. Nel 1989 arrivano due chimici,
Fleishman e Pons, che annunciano di aver realizzato, spendendo poche decine di migliaia di euro, la
fusione di deuterio non nello spazio vuoto, come tentato dagli altri, ma all'interno di un metallo, il
palladio. Caricando questo metallo di idrogeno pesante (il deuterio) fino a quando questo
caricamento supera una soglia, i nuclei, anziché respingersi, volano l'uno tra le braccia dell'altro,
l’odio universale si trasforma in amore universale e c'è la fusione. Pensate a coloro che finora hanno
speso senza risultato miliardi di euro nel progetto della fusione calda promettendo il 2030 come
data in cui si saprà appena se il problema sarà risolvibile. Giuliano Preparata ed io abbiamo
proposto questa soluzione: il metallo è una sostanza caratterizzata dal fatto di avere numerosi
elettroni liberi, questi elettroni liberi sono carichi negativamente e possono diventare coerenti tra di
loro formando delle palle di elettroni che stanno tra i nuclei di idrogeno pesante. Quindi, abbiamo
due idrogeni carichi positivamente ma in mezzo c'è una carica negativa che li attrae, avvicinandosi
possono superare la densità critica della coerenza e quest'insieme di cariche positive forma un
insieme coerente che ovviamente diminuisce la sua energia rispetto allo stato non coerente, la
diminuisce tanto più quanto più alta è la densità cioè quanto più si avvicinano, per usare
un'espressione della fisica americana like, likes, like. Ossia, mentre al livello di insiemi non coerenti
prevale l'odio tra simili e l’attrazione c’è tra dissimili cioé tra cariche positive e cariche negative (la
legge generale dell'elettrostatica è che i simili si respingono ed i dissimili si attraggono) invece qui
avviene l’opposto e se ci pensate ciò avviene sempre in biologia perché ad esempio un tessuto è un
insieme di cellule che stanno insieme ma anche le cellule sono oggetti carichi, precisamente hanno
una carica elettrica negativa sulla superficie. Dunque, perché non si respingono? I biologi
affermano che esistono delle molecole, chiamate molecole colla, che tengono legate le cellule tra di
loro. Queste molecole colla non sono mai state individuate realmente, ma noi abbiamo un'altra
spiegazione che è la coerenza la quale, tra l’altro, spiega anche perché i tessuti stanno insieme
nonostante siano tutti carichi negativamente. La regola è che tutto dipende dalla coerenza: un
insieme di cariche positive si respinge finché prevale la legge dell’interazione di coppia che avviene
all'interno di densità basse ma quando la densità supera una certa soglia, le cariche invece di
respingersi si attraggono ed ecco la fusione. Con Giuliano Preparata abbiamo realizzato a Frascati
una sperimentazione di cui hanno parlato alcune trasmissioni su Rai News in cui è stata utilizzata
una struttura metallica composta da sottili nastri di metallo messi in forma, si dice in gergo
bustrofedica, cioè come i solchi lasciati dal bue quando traina l’aratro. Questi nastri di metallo sono
lunghi 1 metro, hanno una larghezza di 50 micron e uno spessore di 2 micron in modo che la
corrente elettrica che circola sia la più bassa possibile per non disturbare la coerenza, in quanto per
caricare il metallo usavamo una tecnica che consisteva nel dare un alto voltaggio senza che
quest’ultimo producesse corrente. Il risultato finale è che quando riuscivamo a caricare (cosa che
avveniva facilmente per la sottigliezza della struttura) al di là di una certa soglia, si produceva
un'energia eccezionale che è testimoniata dal fatto che un tratto di filo si è addirittura vaporizzato.
Considerate che la struttura è formata da fili di palladio ed il palladio vaporizza a 3000°, dunque, si
era raggiunta tale elevatissima temperatura che non è chiaramente producibile, come invece
affermano gli scettici, grazie alla piccola corrente elettrica di milliampere che passava per questi
fili.
Nel libro "Il tempo che finisce" sono riportati i dialoghi tra il fisico David
Bohm ed il maestro indiano krishnamurti che dissertavano sull’idea di
"tempo" , qual è il suo concetto di tempo?
È una domanda complicatissima, richiederebbe una lunga discussione perché c'è il tempo misurato
dall'orologio nello spazio vuoto ed il tempo misurato nella materia o, meglio ancora, nella materia
vivente. Nello spazio vuoto gli avvenimenti accadono con tale lentezza e con tale riproducibilità che
non si può definire un istante iniziale. C'è un istante iniziale quando il processo comincia; per
esempio la data di nascita di una persona, che quest’ultima non può spostare purtroppo, dice quando
la persona è nata cioè quando è cominciata la sua vicenda e quando finirà. In questo caso noi non
siamo più liberi di far scorrere il tempo, ossia perdiamo la libertà di traslare nel tempo gli
avvenimenti perché gli avvenimenti, quando questo accade, acquistano una storicità. Questo vuol
dire che il tempo cambia scorrendo, cioè non è sempre uguale a se stesso come il tempo di un
protone. Se invece cominciamo ad entrare, per esempio, all'interno del mondo della coerenza, dove
i processi hanno un inizio ed una fine cioè nascono nel momento in cui si producono quelle
condizioni ambientali, come la densità, e spariscono quando quelle condizioni ambientali cessano, è
possibile definire un tempo e questa è la differenza tra coloro, come Krishnamurti, che si sono
interessati del tempo ed i fisici della materia elementare come Einstein. Per i secondi il tempo è
qualcosa di sempre identico a se stesso per i primi no, il tempo ha un'origine e una fine, può
accelerare, può rallentare e questa è la fondamentale differenza perché una delle caratteristiche della
coerenza è che si perde la libertà di traslare nel tempo. Tra l’altro la coerenza rende possibile il fatto
che la realtà abbia una storia.
Fonte: http://www.valentinachiarappa.it/intervista-a-emilio-del-giudice---prima-parte.html