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28.05.2020
Dei documenti, è proprio la natura di medium a farci riLeEere: ridurli allo stato di oggeEo
materiale esclude dalla traEazione ogni forma alternativa di organizzazione delle informazioni,
circoscrivendone da un lato le possibili applicazioni e dall’altro una loro propria autonomia. La
de8nizione di design dei documenti deve dunque ampliarsi, abbracciando ogni forma di
organizzazione visiva della conoscenza che veda protagonista la compresenza di testo ed
immagini e che prescinda da una sua dimensione streEamente 8sica: documento può essere un
opuscolo come un’intervista, tanto un web doc quanto un breveEo.
Molti sono gli intelleEuali, studiosi e leEerati che hanno condoEo ricerche su cosa voglia dire oggi
progeEare l’informazione: molti fra questi concordano nel dire che si traEa di stabilirne
l’architeEura per garantire un’eRcace (e gerarchizzata) visualizzazione dei dati. Per fare ciò entra
in gioco un altro aspeEo di paTicolare rilevanza: la capacità di ideare e mantenere salda una soTa
di traccia narrativa, un percorso coerente che dall’inizio alla 8ne sia in grado di guidare l’utente
della comunicazione nella comprensione di ciò che sta analizzando.
Treccani sceglie di suddividere in cinque categorie le varie tipologie di documento e sarà a paTire
da questa decisione che si traEeggeranno i contorni del moderno design dei documenti,
evidenziandone le contraddizioni e adaEandole all’occhio esigente della contemporaneità.
Primi nell’elenco compaiono i documenti gra4ci, a prima vista streEamente legati al mondo
dell’editoria e del testo scriEo. Sia Alessandra Anichini che Giovanni Lussu e spendono molte
parole a proposito della storia, dell’evoluzione e della modernizzazione di un apparato scriEorio
che si sviluppa in paTicolar modo a seguito dell’introduzione della stampa: interessanti
considerazioni si rivolgono al tema dell’editoria diXusa, del lessico, della scriEura nel web e del
parallelismo fra quest’ultima e i notevoli passi avanti della semiotica nell’ambito delle forme di
scriEura non lineare (sinsemie1 ). Ogni sforzo sembra tendere all’obieEivo di sistematizzare la
chiarezza, tanto nello stampato quanto nel web: Lorusso parla di questo nel suo Di cosa parliamo
quando parliamo di pubblicare, arrivando a stabilire che oggi chiunque, potendo liberamente
accedere a so8sticati quanto economici strumenti professionali, può diventare uno scriEore e/o
editore in potenza. D’altro canto, Alessandra Anichini invita a domandarsi come si possano
stabilire dei canoni di comprensibilità universale in un mondo dominato dai formati editoriali più
diversi: dall’e-pub al pdf 8no all’A5, ciascuno di essi compoTa limiti e potenzialità che il designer
dei documenti deve essere in grado di padroneggiare.
da S. Polano, ‘Abecedario’;
Si è trattato a lungo questo argomento nell’ambito del Laboratorio di Comunicazione I, tenuto dal
professor Perondi lo scorso semestre; a partire da una prima analisi della lingua nauhatl e dei
sistemi di scrittura aztechi si è condotta un’indagine approfondita su cosa significhi destrutturare
la comunicazione, attribuendo ai contenuti una forma non lineare.
contesto e dunque il valore fondamentale da acquisire si riduce alla mera capacità interpretativa
del cosiddeEo paesaggio visivo.
I documenti visivi si distinguono da quelli iconogra8ci per via del movimento e si aXermano in
paTicolare con l’avvento della rete e delle moderne tecnologie. Quello cinetico diventa il
linguaggio prima del cinema e poi del web e dei social per eccellenza, aprendo ai temi della
tipogra8a cinetica e del conceEo di motion graphic. Il testo in movimento diventa un veicolo di
promozione di signi8cati altri, trasformandosi un vero e proprio agente tridimensionalizzante:
manipolare la parola e l’immagine introduce nuove potenzialità espressive che abbaEono la
fruizione passiva e invitano l’osservatore ad interagire con le proprie emozioni.
La natura multiforme e potentemente introspeEiva del testo sonoro è ricompresa fra i documenti
auditivi: rientrano in questo contesto non solo le tracce musicali, ma anche e sopraEuEo
testimonianze, interviste, registrazioni, vinili e nastri. La digitalizzazione del suppoTo musicale
apre a nuove interpretazioni in questo ambito: al tradizionale interesse verso l’inedito e l’originale
si sovrappongono scenari intermedi, meticci e multimediali ancora oggi in fase di esplorazione. Si
registra una sostanziale tensione all’ibridazione fra note, suoni, tracce e talvolta persino stili,
dando spazio ad in8nite possibili intersezioni.
Some designers of paper, online, or video artifacts prefer the term "information
design" because they view themselves as creators of information structures
rather than of documents. These practitioners assert that "information design"
more accurately captures the hybrid artifacts they now produce (e.g., scripts
for instructional videos, interactive databases for information kiosks, user
message systems for graphical interfaces, or information landscapes for CD-
ROMs). Using "information design," they believe, signals the activity of
building visual and verbal language structures[…].
Per Treccani, tanto basta a de8nire l’universo di quello che Karen Schriever preferisce chiamare
information design (nel suo Dynamics in Document Design), escludendo in questo modo tuEo
l’apparato documentario che non è possibile trasferire su un suppoTo materiale: sembra
doveroso dunque introdurre una sesta categoria interpretativa, quella dei documenti vi6uali
(volendo riprendere il 8lo narrativo di cui si serve Sergio Polano in Abecedario, conducendo una
completa retrospeEiva sulla scriEura dalle origini ai giorni nostri). Rientra in questo ambito tuEo
ciò che aEiene alla generazione automatica del testo, alle scriEure collaterali, all’ipeTesto e
all’iperleEore, ma anche quelle nuove gestualità che stiamo acquisendo in questi anni (e-book,
streaming video-musicale a pagamento) e alla multimedialità.
Per concludere, se l’obieEivo dell’information designer è giungere alla cosiddeEa buona forma la
necessità sarà quella di riuscire a bilanciare un’eRcace rielaborazione del passato con uno
sguardo visionario sul futuro, prestando paTicolare aEenzione alla spinta propulsiva di uno
sviluppo tecnologico in divenire. Informarsi e sempli8care quanto osservare e astrarre si fanno
competenze imprescindibili in grado di guidare, all’alba di una nuova modernità, mente e braccio
dell’aTigianato digitale.