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IL POEMA EPICO CAVALLERESCO

Il nostro Rinascimento si apre e si chiude nel segno del poema cavalleresco con i capolavori
di Ariosto e del Tasso.

Quando? Durante il Rinascimento (Quattrocento) una ripresa dell’epica cavalleresca


Cosa-opere: Orlando furioso, orlando innamorato, il Morgante, Gerusalemme liberata
Origine: dalle origini della letteratura (periodo Carlo Magno), in Francia nel medioevo
canzoni di gesta, narranti di vicende guerresche (ciclo carolingio), con come personaggio
chiave il Conte Orlando
. inizia come cantato dai giullari ma poi assume forme più prosaiche: i cantari, che verranno
poi elevati da Pulci, Ariosto e Boiardo
Dove? Corti
Perchè: per esigenze di divertimento dell’alta società e far rivivere gli ideali cavallereschi.
Derivato anche da: i cantari, componimenti narrativi in versi di materia carolingia o bretone,
recitati in piazze dai giullari, nati in Francia

Ha successo nel quattrocento per l’influenza rinascimentale - umanista: l’uomo è capace di


scegliere il proprio destino attraverso i propri valori
è una letteratura laica dove la virtù domina la fortuna e si celebra la nobiltà di sangue
(celebrazione di alcune famiglie nobili che mantenevano il letterato.

L’umanesimo, rispetto al Rinascimento, è più artistico e filosofico. inoltre riprende il poema


epico cavalleresco negli ambienti di corte, con il fine di dilettare la nobiltà e ridare vita agli
ideali cavallereschi.

Questi racconti si fanno popolari, e spesso la popolazione si riunisce nelle piazze per
ascoltarli dai giullari. Questi scritti, per venire incontro a un pubblico meno colto, assume
caratteristiche parodiche e buffonesche.

L’importanza del poema epico-cavalleresco nella società umanistica-rinascimentale


Si trova nell’uso delle nuove tematiche laiche e terrene usate nei componimenti, in
contrapposizione alle tematiche medievali che prediligevano spiritualità e sdegno di
sentimenti amorosi e fisici. Per esempio Orlando Orlando è un paladino che incarna valori e
gloria, ma si rende umano nel suo amore. Si rinnova così la cultura letteraria insieme allo
stesso periodo storico, in un'unione di temi cortesi, medievali e rinascimentali.

differenze virtù di Boccaccio e virtù dei poemi cavallereschi


Nel Boccaccio la virtù è legata alla borghesia e al lavoro, soprattutto alla nobiltà d’animo,
mentre nei poemi cavallereschi si celebra anche la nobiltà di sangue.
Se Boccaccio celebra il saper fare e la nobiltà d’animo della borghesia, i poemi designano
la nobiltà come d’animo e di sangue.
Il teatro
La seconda metà del Cinquecento vede anche il manifestarsi dell’imbarbarimento del teatro
nella Commedia dell’arte, dove arte sta per la corporazione degli attori del mestiere.
Nascono le compagnie teatrali in senso moderno.
Per imbarbarimento intendiamo il teatro fatto dal popolo per il popolo, con tematiche anche
volgari. il teatro fatto da uomini che vivono per il teatro e del teatro.
Nasce in Europa il teatro moderno inteso come tecniche, apparati e testi, attori, scenografi e
regia. Il teatro si fa democratico e non è solo privilegio di corti e ceti alti.
Commedia dell’arte: teatro di strada e nascita delle compagnie (volgare tematico e
linguistico)

Luigi Pulci e il Morgante(1432-84)


Firenze, frequenta i Medici. Ha una cultura generale e elevata, in maniera da svolgere il
divertis mai: dilettare in maniera intelligente e volutamente leggera. Con le sue opere
voleva ricomporre la perfezione delle idee in maniera artificiosa.
Poesia comico- parodica basata sulla satira del villano (i contadini), si ferma con la nascita
dei comuni. La sua opera più famosa è il morgante,

Il Morgante
Poema cavalleresco di 28 canti in ottave, la prima parte è ispirata alla chanson de roland
con spunti parodici. Voleva dare ai racconti solennità epico-religiosa, rielaborando allo
stesso tempo la tradizione francese.
Si diffonde oralmente prima di essere stampato, la narrazione non è organica o unitaria,
dato che gli episodi narrati sono quasi casuali.
L’opera è ispirata da poesie popolari e dialettali del comico-realista. I paladini per esempio
vengono degradati e stereotipati a livelli buffoneschi (in maniera crassa), abbassando
quindi il registro linguistico dell’epica.

La lingua è il fiorentino del tempo, potenziato da latinismi, tecnicismi… presentando quindi


una variegata ricerca sia linguistica che ricerca dell’eccesso e derisione beffarda ( si
rovescia il serio), ripetendo formule fisse per richiamare l’attenzione dello spettatore,
scegliendo schemi narrativi tipici dei cantari.

Margutte rappresenta il trionfo del carnevalesco, del mondo alla rovescia

Matteo Maria Boiardo e l’Orlando Innamorato (1441-1494)


Amante dell’epoca cavalleresca e del gusto per la narrativa, Boiardo è l’autore dell’Orlando
Innamorato, poema scritto per gli estensi (corte ferrarese) con l’intento di nobilitare i suoi
mecenati e la corte.
L’Orlando Innamorato
Si divide in 2 libri e mezzo, che verranno ripresi da Ariosto con L’Orlando Furioso.
Canta di cose dilettose e nuove. Le novità stanno nell’amore del cavaliere impavido,
che perde la ragione. I caratteri tipici sono umanisti, e non si trova influenza religiosa.
L’opera si dipana su tre filoni: il primo avventuroso (viaggi, duelli, battaglie e magie), il
secondo encomiastico (riconoscimento/celebrazione) ( per lodare, elogiare la corte ferrarese
con l’amore tra ruggero e bradamante, mitici capostipiti della famiglia estense) il terzo
amoroso, più sviluppato ed epicentro del componimento.
Prevale l’intreccio, ovvero l’ordine disordinato degli avvenimenti.
La sua originalità consiste nell’attribuzione a ogni eroe e alle avventure i valori umanistici
della corte: nobiltà, amore cortese, grandezza d’animo e cavalleria… in un ideale filo che
collega l’antico mondo cavalleresco alla nuova corte estense.

trama: la guerra tra cristiani e saraceni e le imprese dei paladini per conquistare la bella
angelica, figlia del re del catai. le cose sono complicate dalle fontane dell’odio e dell’amore.

Opera incompiuta, l’O.I. riprende i valori cavallereschi in chiave umanistica.


Azioni valorose, amori sublimi, gesti onesti: vanno a celebrare la schiatta, presentando valori
del passato validi fino ad oggi.
Rinnova il poema epico-cavalleresco, riproponendo i valori cavallereschi nelle corti
rinascimentali.
Inoltre si fondono i due cicli, bretone e carolingio. la lingua è ibrida, diversa dal
monolinguismo petrarchesco, con latinismi e forme padane

VALORI PROPOSTI: prodezza, onore, lealtà e cortesia, rivisitati in chiave umanistica.


onore: ricompensa delle virtù, della capacità di imporsi sulla fortuna.
lealtà: rispetto dell’altro
L’individualismo guerriero è integrato alle doti intellettuali. Il cavaliere è forza e virtù,
unite dalla forza.
I cavalieri acquisiscono sia doti fisiche che morali e intellettuali

l’amore rappresenta invece la gioia della vita. angelica incarna l’amore, è una donna nera,
complessa, con scopi e obiettivi. Angelica e i personaggi vengono però seguiti dall’autore
con distacco. Orlando cade in pazzia a causa dell’amore.

La narrazione è lineare, continua, e gli eventi si intrecciano. La lingua è dal fondo letterario
toscano con latinismi: immediata e popolare.
Il proemio riprende i saltimbanchi e presenta l’opera come narrata a un pubblico nobile di
corte.

L’orlando innamorato sarà la base dalla quale partirà Ariosto con l’orlando furioso,
poema più travagliato e complesso.

si rinnova quindi il poema epico, ripreso con nuove tematiche.


Ludovico Ariosto e l’Orlando furioso (1515)
Maggiore esponente della tradizione umanistica-rinascimentale del poema
cavalleresco. Attinge dal ciclo bretone e da quello carolingio rielaborando in maniera
originale i temi cavallereschi francesi e rinnovandoli come mai prima d’ora.

L’Orlando Furioso
composto nel 1515 era un poema per la corte ferrarese. L’ultima edizione presenta una
revisione linguistica, secondo i canoni di Bembo. Indirizzata a un pubblico colto, il suo scopo
era allietare. Si intrecciano le vicende degli eroi in un complesso intreccio.
Prime due edizioni volgare ferrarese, poi volgare fiorentino illustre di Bembo

L’inchiesta: la quest
Tutti i personaggi sono mossi dal desiderio (profano) di ottenere qualcosa di profano.
Nessuno di loro riuscirà nell’impresa, perché compiono errori. Movimento circolare
senza meta
materiali: si allontanano dall’oggetto di desiderio
spirituali: perdono e dimenticano della loro missione e dei loro valori.
intellettuali: follia di orlando

Lo spazio è definito orizzontalmente, a parte il viaggio di astolfo sulla luna, riflettendo così le
idee tipiche rinascimentali: il movimento è dettato dalla volontà umana e dall’azione del
caso. Dante spazio lineare e verticale, Boccaccio esalta le capacità umane

L’Orlando furioso non è presentato in forma di eventi casuali ma in un “cosmo ordinato”


inserito nel principio di unità, con una conclusione.
L’obiettivo è quello di raccontare la realtà (fortuna e realtà deludente), per questo usa
ironia e straniamento.

Il lessico è variegato ma cerca di evitare contrasti tonali.

Narra le vicende come svaghi per le corti signorili e per capire la sua concezione del mondo.

L’opera ebbe un successo enorme, producendo una serie di imitazioni scadenti, cosa che
non accadde alla Gerusalemme Liberata di Tasso, in quanto trattava argomenti legati al
sentimento religioso. Anche se l’Orlando fu criticato perché faceva saltare molte regole
epiche della narrazione (fabula, storia principale e poi secondaria), il poema resta il punto
più alto di riferimento, tanto che il Trissino nella sua “Italia liberata dai Goti” ripropone i
prototipi regolari del poema cavalleresco inventando l'endecasillabo sciolto, che sarà il metro
normalmente utilizzato nella nostra letteratura.

Ariosto non crede nell’attualizzazione del mondo cavalleresco: solo piacere. risalta la
concezione del mondo di ariosto. primo romanzo “contemporaneo”. vuole dipingere la realtà
e osservare la fortuna
Torquato Tasso e la Gerusalemme Liberata (1581-1584)
Nato nel 1544, fu importante per la letteratura italiana, mai ai livelli di Petrarca o Boccaccio.
Vive in un clima di repressione portato dal tribunale dell’inquisizione e la controriforma.
Segue il padre in esilio e in seguito si fa ospitare dalla corte estense. Dopo aver finito la
gerusalemme liberata, inizia a farla circolare per chiedere se era peccaminosa. Durante la
sua prigionia le copie della gerusalemme liberata vengono pubblicate (titolo dato dagli
amici). ottiene il successo del pubblico ma non della critica. Dopo il carcere “pulisce” l’opera
dal peccato, rendendola peggiore poeticamente.
Vorrebbe vivere l’aria di novità del Rinascimento ma vive la controriforma in un
bifrontale tormento. (reale/ideale) Vorrebbe scrivere per diletto ma scrive per
insegnamento, unendo realismo storico alla religione.
Inserendosi nell’entusiasmo per la vittoria di Lepanto, vuole insegnare ai guerrieri cristiani a
comportarsi come crociati.
Tasso inventerà la lingua barocca, piena di metafore, figure retoriche, concettismo
(metafora portata alle sue estreme conseguenze), lingua alta e monolinguismo

La Gerusalemme Liberata

Struttura ispirata a una tragedia classica, solenne con importanza all’aspetto religioso. trama
narra delle imprese di Goffredo di Buglione (prima crociata contro i musulmani),
“canto l’arie pietose” : estrema ratio cristiana: usare la violenza per liberare le terre. storie
guerresche intrecciate all’amore, con apparizioni cristiane. L’insegnamento vince sul diletto.
I personaggi sono tormentati come Tasso. I demoni appaiono solo ai musulmani, gli angeli ai
cristiani. Goffredo non è tormentato perché non si fa imbrogliare dall’amore.

Differenze Tasso - Ariosto

● Contesto storico differente: Ariosto pieno RInascimento / Tasso controriforma


● Scopo opera: Ariosto vuole dilettare / Tasso propone ideali divini e sacrali
● Stile: Ariosto stile basso con più importanza alla storia / Tasso stile alto, sublime:
rompe l’unità sintattica e cita i classici. sperimenta una lingua funzionale al tema alto
di tragedia e aulicità
● Tematiche: Ariosto presenta diverse storie dalla stessa importanza, intrecciate /
Tasso tema stretto e circonciso (prima crociata) preferisce lo scopo formativo
educativo e la storia sui personaggi
● Ispirazione: Ariosto poema cavalleresco reso moderno / Tasso si rifà a poemi omerici
● pazzia: Ariosto è laica / Tasso passione diventa peccato
● importanza: Ariosto vince la storia / Tasso l’argomento religioso e educativo
● Ariosto racconta di donne, cavalieri, armi, amore.. / tasso rimuove tutto perchè
peccaminoso, lasciando le armi pietose devote a Dio.
● Gerusalemme liberata è più cupa
Machiavelli (1469-1527)
Niccolò Machiavelli nasce e muore a Firenze. é l'inventore della scienza politica e della sua
autonomia.
Machiavelli elabora le leggi che sottostanno, appunto, alla politica, ovvero alla Virtù
dell’uomo affinché possa farsi protagonista della propria storia contro le insidie della
Fortuna/Caso, dunque la Virtù si oppone alla Fortuna.
La sua maggior opera è “Il Principe” (1512 - 26 capitoli), trattatello dedicato a Lorenzo de’
Medici come invito ad essere il nuovo principe e a farsi carico della rovina d’Italia e liberarla
dal piede straniero costituendo un forte stato nazionale.
Machiavelli espone e argomenta cos’è il principato.
Il modo di procedere del pensiero machiavellico è dilemmatico, ovvero per radicali
opposizioni dove a due tesi date si va verso l’esclusione progressiva di una delle due verso il
recupero preciso dell’oggetto di indagine. Quindi, inevitabilmente una delle due tesi diventa
antitesi dal momento che occorre prendere una posizione in merito a una scelta (testo
argomentativo).
Oltre a Fortuna e Virtù, Machiavelli prevede un terzo elemento fondamentale all’operato del
Principe, ovvero l’Occasione, cioè la capacità di cogliere il momento giusto per operare al
meglio allontanando il più possibile la Fortuna. é dunque la Fortuna la vera antagonista della
Virtù e attribuisce a questa il 50% delle possibilità di intervento nelle azioni umane.
Machiavelli ha rivoluzionato il pensiero politico in occidente.

MORALE: cambia in base a luogo e tempo


VIRTù: cogliere le occasioni, agire con impegno
OCCASIONE: esercitare al punto giusto la virtù
CASO: la fortuna non pienamente controllabile
possiamo cogliere l’occasione per mantenere il caso sotto il 50%

Il problema vero che “Il Principe” propone è quello dell’autonomia del fare politica rispetto
a ogni codice di comportamento, che non sia all’interno della politica stessa, con quella
divaricazione tra morale politica che ha fatto dell’opera un elemento di novità assoluta per i
secoli a venire nella cultura occidentale, anche nel senso, ancora oggi, dello scandalo e
della riprovazione.
Il dramma dell’opera è appunto questo: l’eterna lotta tra Virtù e Fortuna (operare per il
bene comune), nel senso alto del termine, che deve fare i conti col Caso, mantenendo
sempre alto il livello di attenzione per poter cogliere il momento migliore per agire,
ovvero l’Occasione.
Da quanto espresso, si ricava che il Principe deve mettere in atto tutti i mezzi a sua
disposizione per il bene comune del suo popolo: il fine giustifica i mezzi.

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