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Seminario: Cittadinanza intima e media digitali

Data di svolgimento: 11 Ottobre 2021


Docente referente: Massimo Cerulo

Il termine “cittadinanza intima” è un concetto che riguarda le politiche che regolano questioni
intime e la vita sessuale degli individui. Questi sono sempre stati considerati aspetti privati della
vita individuale, ma con l’avvento dei social network negli ultimi anni sono diventati oggetto di
discussione pubblica. Questo cambiamento deriva oltre che dallo sviluppo delle piattaforme digitali,
anche dai cambiamenti nel modo di rapportarsi alla propria sessualità, soprattutto per ciò che
concerne i giovani. D’altro canto le generazioni meno giovani considerano tutto ciò ch’è legato alla
cittadinanza intima un tabù ed è per questo nel nostro Paese le ricerche dedicate a questo tema sono
molto limitate. Una pratica legata allo sviluppo del concetto di cittadinanza intima è quella del
sexting, ossia l’invio di messaggi o di vari contenuti espliciti e sessualmente provocatori; tale
pratica suscita opinioni contrastanti: normalizzata tra gli adulti, ma immorale se praticata dai
minorenni o meglio, da ragazze minorenni. Infatti ancora oggi la sessualità femminile, più che
giovanile, è vista come un pericolo da tenere sotto controllo; se da un lato, le culture digitali
diffondono l’idea “positiva” per cui se una ragazza riceve un invito al sexting è perché è considerata
desiderabile, dall’altro la mentalità diffusa spesso critica le ragazze che creano contenuti espliciti
etichettandole come poco di buono. In generale, ai più giovani si pone una sola soluzione al tema
del sexting: non farlo o meglio “non commetterlo” perché spesso è visto come un crimine e non
come un semplice modo per soddisfare i propri bisogni fisici. Ovviamente questo non toglie il fatto
che come pratica abbia molti aspetti a cui prestare attenzione. In ogni caso, la considerazione
negativa che i più adulti hanno della sessualità adolescenziale chiarisce come il loro tentativo spesso
sia quello di silenziarla; lo stesso vale per la sessualità delle donne che in generale viene annullata
pur avendo accesso alla cittadinanza intima. Chi ne ha accesso infatti può entrare nella sfera
pubblica con il proprio privato, in Italia è possibile avere un rapporto a 14 anni ma resta comunque
sconsigliato a quell’età guardare o riprodurre immagini che ritraggono atti sessuali, nonostante
legali. Sebbene la legge non punisca tale condotta, la sanzione morale del mondo adulto è pronta a
far sentire il proprio peso. Come conclusione del discorso, possiamo dire quanto sbagliato sia
etichettare come immorali e deleterie attività o pratiche che servono ad avvicinare i giovani alla
propria sessualità, più che discorsi normativi su cosa non fare sul piano sessuale bisognerebbe
parlare di cittadinanza intima per creare tra le nuove generazioni una sessualità equa, giusta e
responsabile. Ciò potrà avvenire aprendo discorsi riguardo al piacere, in particolare quello
femminile, riconsiderando del tutto le sbagliate gerarchie sessuali e morali.

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