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GUIDA PER PRINCIPIANTI SULLE RESINE EPOSSIDICHE

PREMESSA

La presente guida tenta di fornire un breve vademecum per orientarsi nel mondo affascinante delle resine epossidiche. E’ pensata in
particolare per chi si accosta le prime volte a questo medium così versatile ed unico nel suo genere, capace di regalare molte soddisfazioni.
Per informazioni approfondite e consultare le date per i corsi dal vivo, visita la pagina di Alessio Gila:
https://www.facebook.com/YargoCreations/

COSA SONO LE RESINE?

Avete mai giocato, da piccoli, nel giardino di casa, nel parco oppure in qualche boschetto? Quante volte è capitato a noi oppure a qualche
nostro amico/a di sporcarsi con una sostanza appiccicosa, dall’odore forte e pungente, difficile da pulire proprio vicino alla corteccia di un
albero oppure prendendo in mano una pigna? Ecco! Questa è la resina (vegetale). Le resine che troviamo in commercio sono artificiali,
formate cioè da composti chimici. Qui potete trovare una definizione generica e non troppo complessa di resina (artificiale):
https://it.wikipedia.org/wiki/Resina.

QUANTI TIPI DI RESINE ESISTONO?

Esistono tantissime varietà di resine e possiamo distinguerle a seconda del settore di impiego (industriale oppure hobbistica), del numero
di componenti (monocomponenti, bicomponenti), delle sostanze utilizzate per la loro produzione (epossidica, poliuretanica, poliestere,
acrilica, fenolica, ecc.). Nella presente guida forniremo indicazioni generali sulla famiglia di resine più comuni che possiamo utilizzare a
scopo hobbistico: RESINE EPOSSIDICHE BICOMPONENTI.

LE RESINE SONO TOSSICHE?

Le resine artificiali sono composte da sostanze chimiche. I nomi delle varie componenti DEVONO SEMPRE essere indicati sulle confezioni
che acquistate, assieme a tutti gli avvisi/simboli sulla pericolosità/tossicità delle sostanze.

Sì, lo ribadisco, le resine SONO TOSSICHE! Non è allarmismo ingiustificato oppure terrorismo psicologico: è un dato di fatto. Qualcuna/o di
Voi si metterebbe a bere detersivo per piatti? Giocherebbe con candeggina o altri disinfettanti utilizzati per pulire sanitari? NO! Ovvio! Ecco
allora che la cautela che ognuno di noi adopera per maneggiare queste sostanze dovrà essere sempre utilizzata anche con la resina!

Alla luce di quanto sopra indicato preciso che le indicazioni sulla sicurezza fornite all’interno di questa guida sono raccomandate per un
utilizzo SALTUARIO di queste sostanze chimiche. Chiunque per necessità/attività intende utilizzare la resina per diverse ore al giorno, tutti i
giorni, sicuramente non può riferirsi alla presente guida, pensata e realizzata per principianti, in quanto si suppone sia già esperto/a nella
manipolazione dei composti chimici peculiari di questo prodotto.

INDICAZIONI SULLA SICUREZZA

Maneggiare le resine con cura: utilizzare sempre guanti resistenti (anche monouso, preferibilmente in nitrile) e, per coloro che soffrono di
ipersensibilità agli occhi oppure agli odori, consiglio di dotarsi anche di occhiali protettivi e mascherina a filtri (reperibili da un buon
ferramenta o negozio di bricolage). Lavorare in ambiente areato. Tutti gli utensili utilizzati con le resine (bicchieri, palettine, guanti, stampi,
ecc.) NON devono essere destinati ad altro impiego. Se potete, ed è pure molto pratico, utilizzate materiale usa e getta.

IN QUALE STANZA DELLA CASA POSSO GIOCARE CON LA RESINA?

Si raccomanda di utilizzare la tipologia di resina descritta in questa guida (epossidica) in un ambiente areato. Ormai tutte le resine
epossidiche di nuova formulazione hanno pochissimo odore e assenza di pericolosi composti organici volatili (VOC). Condizione necessaria,
a volte indispensabile, è che sia una stanza con almeno 20°C. La resina teme il freddo!

QUANTO TEMPO SI CONSERVA UNA CONFEZIONE DI RESINA?

In genere è bene utilizzare la resina entro un anno/18 mesi dall’acquisto. Oltre tale periodo il componente A (resina) potrebbe addensarsi o
addirittura indurirsi e il componente B (catalizzatore) ingiallire rendendo la resina inutilizzabile. Se utilizzate la resina per hobby preferite
confezioni piccole, da acquistare più spesso, piuttosto che una grande che potrebbe rimanere in parte inutilizzata.

Questo lavoro è rilasciato con Licenza Creative CommonsAttribution-NoDerivatives 4.0 Internazionale. Puoi condividere questa infografica senza alterarla o modificarla, a patto di includerne l’attribuzione. Si prega di attribuire il Credit
a: Alessio Gila, www.facebook.com/YargoCreations/ grazie! Copyright © 2018, Alessio Gila. DISCLAIMER: tutte le indicazioni, opinioni, pareri e giudizi espressi in questa guida riflettono il personale punto di vista dell’autore e rivestono carattere
puramente informativo essendo basate sull’esperienza diretta dell’autore stesso. Si declina pertanto ogni responsabilità per i danni derivanti da errori, incompletezza e/o mancanza di attualità delle informazioni fornite, possibili incomprensioni delle
stesse e/o per i danni dovuti ad un utilizzo improprio e scorretto dei prodotti citati e delle tecniche riportate in questa guida.
GUIDA PER PRINCIPIANTI SULLE RESINE EPOSSIDICHE

COSA SI INTENDE PER “COLATA”?

“colare” la resina significa versare una certa quantità di resina – già miscelata e pronta per l’indurimento – in uno stampo. Per “colata” si
intende generalmente anche la resina che riposa nello stampo mentre il processo di indurimento è in corso.

COSA MI SERVE PER LAVORARE CON LA RESINA?

Gli utensili che servono per iniziare a lavorare con la resina sono:

- guanti monouso, meglio in nitrile perché più resistenti ed eventualmente maschera a filtri/occhialini protettivi
- bicchieri/bicchierini (quelli di plastica usa e getta sono perfetti, prendete preferibilmente quelli più spessi/resistenti)
- palettine per miscelare (comodissimi i bastoncini in legno per gelato, vanno bene anche quelli in plastica per mischiare le
bevande calde, in alternativa anche dei semplici cucchiaini in plastica)
- una bilancia digitale (solo per alcuni tipi di resina, come quella epossidica, per pesare le componenti)
- stampi in silicone (ne esistono ormai di tutti i tipi e prezzi, ottimi sono gli stampi in silicone lucido per cioccolato)
- vaschette in alluminio usa e getta (o qualsiasi altra cosa di forma “a coperchio” per proteggere le colate dalla polvere durante il
tempo di asciugatura)
- orologio/timer per controllare il tempo di “pot” (cfr. “COSA SI INTENDE PER POT-LIFE”)

HO COMPRATO UNA CONFEZIONE DI RESINA EPOSSIDICA, E ADESSO?

Qualsiasi confezione di resina epossidica bicomponente è formata da due distinti recipienti contenenti la RESINA (chiamata
convenzionalmente componente A oppure parte A) e l’indurente (cioè il catalizzatore, chiamato componente B oppure parte B) che
miscelati assieme daranno origine alla colata di resina.

Esistono in commercio resine epossidiche di diversi produttori/marche, raccomando di leggere SEMPRE le indicazioni riportate sulla
confezione perché troveremo tutte le informazioni importanti che ci servono per preparare la miscela:

1) rapporto di miscelazione (RATIO)


2) tempo di lavorabilità della miscela (POT-LIFE)
3) tempo di indurimento (maturazione/solidificazione)

COSA SI INTENDE PER RAPPORTO DI MISCELAZIONE O “RATIO”?

Indica con quali dosi (in peso oppure in volume) dovranno essere miscelati i componenti A e B per ottenere una colata di resina che
indurisca nei tempi indicati.

COSA SI INTENDE PER “POT-LIFE”, TEMPO DI “POT” O TEMPO DI “LAVORABILITA’ DELLA MISCELA”?

Con il termine “pot-life” si indica il tempo utile (in minuti) per l’utilizzo di una miscela prima che inizi ad indurire. A seconda della resina
utilizzata il tempo potrà variare da pochi minuti ad alcune ore.

COSA SIGNIFICA TEMPO DI “INDURIMENTO” O “MATURAZIONE”?

Indica quanto tempo occorre alla resina miscelata per indurire completamente.

L’indurimento completo, per la maggior parte delle resine epossidiche in commercio, avviene in 24 ore.

Trascorso il tempo di maturazione sarà possibile sformare l’oggetto creato senza pericolo di rovinarlo.

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puramente informativo essendo basate sull’esperienza diretta dell’autore stesso. Si declina pertanto ogni responsabilità per i danni derivanti da errori, incompletezza e/o mancanza di attualità delle informazioni fornite, possibili incomprensioni delle
stesse e/o per i danni dovuti ad un utilizzo improprio e scorretto dei prodotti citati e delle tecniche riportate in questa guida.
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CHE STAMPI POSSO UTILIZZARE?

Oggi in commercio esistono stampi di ogni tipo, forma, dimensione e colore, dai più economici ai più costosi: quali stampi sono sicuri e
resistenti per colarci dentro la resina?

I migliori stampi che potete utilizzare per colare la resina sono in silicone detto ”platinum”: cioè i classici stampi per dolci, spessi e resistenti
al calore, con interno lucido. Si possono reperire nei negozi specializzati in cake-design, ma anche in quelli di bricolage e nei supermercati
ber forniti (specie nei periodi festivi). Ricordare sempre che stampi con interno lucido renderanno la colata di resina LUCIDA, mentre
stampi con l’interno opaco renderanno le colate OPACHE!

COME SI PREPARA UNA COLATA DI RESINA?

Indico di seguito i passaggi opportuni per creare una colata di resina epossidica, ho preso come esempio una comune resina epossidica in
rapporto 100:60 (peso):

1) posizionare sulla bilancia (peso in grammi) il contenitore


2) pesare il componente A ed aggiungere il 60%* di B, richiudere i contenitori!
3) mescolare lentamente finché la resina appare completamente trasparente (circa 2/3 minuti)
4) lasciar riposare la miscela almeno 5 minuti (coperta)
5) la resina è pronta per la colata oppure per colorazioni e/o inclusione oggetti
6) tenere conto che, generalmente, dopo i primi 40 minuti, la resina inizierà a diventare sempre più viscosa
7) versare in uno stampo di silicone con interno LUCIDO (i migliori sono quelli resistenti al calore)
8) attendere 10 minuti e se necessario rimuovere eventuali bolle
9) lasciar riposare per 24 ore dopodiché la resina sarà completamente indurita, lucida e trasparente!
10) la reazione chimica si concluderà nel giro di 48/72 ore (la colata sarà decisamente rigida)

*Rapporto di miscelazione 100:60 (in peso) per componenti A/B (resina epossidica):

COMPONENTE A (RESINA) COMPONENTE B (CATALIZZATORE)


100gr 60gr
50gr 30gr
25gr 15gr
20gr 12gr
15gr 9gr
10gr 6gr

Per quanto teoricamente misurabile, la preparazione di colate con quantità 5gr (A) e 3gr (B) è sconsigliata ai principianti. E’
possibile utilizzare una bilancia di precisione (facilmente reperibile in commercio).

REGOLA: al contrario di ciò che si potrebbe pensare a minore spessore di colata spesso corrisponde un aumento considerevole del
tempo di indurimento! Ciò è dovuto alla minore presenza delle componenti chimiche che reagiscono. A volte è necessario attendere il
doppio/triplo del tempo di indurimento specificato sulla confezione affinchè avvenga l’indurimento completo!

ATTENZIONE!! Ad elevati volumi di colata corrisponde una maggiore reazione chimica con corrispondente aumento di calore! Questo
può sciogliere i contenitori di plastica sottile utilizzati per la miscelazione. Evitare elevati spessori in unica colata, procedere per fasi:
effettuare diverse colate stratificate a distanza di 4/6 ore l’una dall’altra!

Le indicazioni sopra esposte possono essere utilizzate con qualsiasi resina epossidica, ciò che può cambiare è il “rapporto” o
“ratio” di miscelazione:

100:60 (in peso) = ogni 10gr di componente A devo aggiungere 6gr di componente B
100:50 (in peso) = ogni 10gr di componente A devo aggiungere 5gr di componente B
100:40 (in peso) = ogni 10gr di componente A devo aggiungere 4gr di componente B

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HO CREATO UN OGGETTO IN RESINA ED E’ SOLIDIFICATO COMPLETAMENTE, POSSO INDOSSARLO COME BIJOUX?

Non appena la miscela in resina è indurita COMPLETAMENTE – in genere dopo 24 ore dalla colata - e SONO TERMINATE TUTTE* le reazioni
chimiche dei composti, abbiamo in mano, di fatto, un pezzo di plastica inerte. Nessun problema ad indossarlo!

*REGOLA: le componenti continuano a reagire anche dopo che la colata è completamente indurita! Le reazioni chimiche terminano
entro 72 ore, perciò si consiglia di non indossare eventuali bijoux prima che siano trascorsi tre giorni (3) dalla colata. Possiamo
considerarla come “regola” generale: esistono resine che catalizzano velocemente e che solidificano completamente in solo 4/6 ore (!) e le
relative reazioni chimiche si completano in 24/48 ore (1/2 giorni), ma se non indicato diversamente sulla confezione o nelle istruzioni,
consiglio di attenersi SEMPRE alle indicazioni sopra esposte così potremo giocare/indossare gli oggetti creati in sicurezza.

POSSIAMO DIMINUIRE IL TEMPO DI INDURIMENTO DI UNA COLATA?

Le resine epossidiche, durante il processo di indurimento, sviluppano calore: non a caso sono queste tipologie di resine sono dette
“polimeri termoindurenti”.

REGOLA: la velocità di catalisi è inversamente proporzionale alla temperatura: ogni 10°C aggiuntivi di temperatura il tempo di catalisi si
dimezza!

Quindi, ad esempio, se una colata di resina epossidica a 21°C impiega normalmente 24h per solidificare, la stessa colata, a 31°, impiegherà
soltanto 12 ore per indurirsi! Perciò sembra che tenendo la nostra colata vicino ad una fonte di calore (termosifone) otterremo un
indurimento più rapido: ma è sempre conveniente?

Un tempo di indurimento più rapido può avere alcuni “contro”:

- vista la rapidità della catalisi le bolle presenti nella miscela faranno più fatica ad uscire, con il rischio che ne rimangano di più nella
colata

- se la colata è spessa (oltre 1 cm) il calore sviluppato sarà elevato e questo potrebbe creare eccessivo ritiro, ingiallimento, crepe,
bolle, ecc. (cfr. sezione “RESINE ACCELERATE”)

COME SI TOLGONO LE BOLLE?

Le bolle: croce e delizia per tutti coloro che utilizzano le resine! Non è questo il luogo per entrare nel merito del gusto personale: a volte le
bolle che si creano in una colata di resina sono opportune, addirittura indispensabili, oppure semplicemente sono l’elemento
decorativo/distintivo di una creazione rendendola interessante/accattivante.

Ma… se devo/voglio toglierle tutte? Come posso fare? Al di là che è davvero difficile, impossibile alle volte, rimuovere TUTTE le bolle di una
colata, ricordo a tutti che esistono micro-bolle che si creano durante la reazione di catalisi, spesso dovute a reazioni chimiche per
componenti estranei miscelati, che semplicemente si generano nelle ore successive la colata e pertanto non si potranno togliere ad
indurimento avvenuto risultando visibili!

Con l’inclusione nella resina di oggetti organici non isolati/impermeabilizzati, le molecole di ossigeno e acqua che contengono e che
vengono a contatto con le componenti chimiche della resina, possono generare bolle nei giorni/mesi successivi all’indurimento: anche in
questo caso diventa impossibile eliminarle.

Le uniche bolle che possiamo eliminare con successo sono quelle che si generano al momento della miscelazione delle componenti o della
colata nello stampo. Si raccomanda di lasciar riposare la miscela almeno 5/7 minuti sia dopo la fase di miscelazione che successivamente
alla colata nello stampo: si elimineranno così le bolle più grandi, senza ricorrere a trattamenti diversi.

Rispetto al passato le resine in commercio oggi sono addittivate con sostanze che facilitano la fuoriuscita delle bolle: qualche azienda lo
chiama “potere sbollante”…no, non è un potere magico di un supereroe dei fumetti/disegni animati, ma la facilità del formulato
nell’eliminare spontaneamente la maggior parte delle bolle che si formano dopo la miscelazione delle componenti.

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Ma noi comunque vogliamo di più! Ho preparato la colata negli stampi, dopo 10 minuti sono apparse bolle che prima non c’erano: come
posso eliminarle? Esistono vari metodi, più o meno efficaci, ma quello che utilizzo da anni con successo, e che consiglio anche ai
principianti, è di utilizzare un semplice ed economico “accendi-gas”! Proprio così: quelli che si utilizzano per accendere i fornelli in cucina!

La resina epossidica NON E’ INFIAMMABILE pertanto l’utilizzo di un accendi-gas è sicuro, con qualche precauzione:

1) accendere la fiamma dell’accendi-gas lontano dagli stampi e dalla colata


2) avvicinare la fiamma alla superfice della resina
3) fare in modo che la fiamma ENTRI IN CONTATTO con la superfice della resina, CONTANDO A VOCE ALTA: “1-2-3” (2 secondi)
4) le bolle sulla superficie scoppieranno all’ISTANTE!
5) Lasciar riposare alcuni minuti e, se necessario, ripetere il procedimento

Tutto qua, semplice no? Non posso però evitare una importante raccomandazione: la resina epossidica non è infiammabile, MA
l’esposizione alla fiamma dovrà essere velocissima (2 secondi non oltre) altrimenti sulla resina rimarranno residui neri non facilmente
eliminabili!

LA COLATA NON SI E’ SOLIDIFICATA, E ADESSO?

Le colate, se correttamente miscelate, dovrebbero solidificarsi entro 24 ore. Tuttavia può accadere, per diversi motivi, che ciò non avvenga
e che, anche dopo 48 ore, la colata risulti liquida o comunque troppo molle per essere sformata.

Se la colata è “morbida” potrebbe essere sufficiente scaldare lo stampo (per questo consiglio stampi in silicone resistente al calore, cfr.
sezione “CHE STAMPI POSSO UTILIZZARE”) 60/70°C – non oltre – per 30/40 minuti: ciò può riattivare la catalisi e portare a completamento
l’indurimento parziale.

Se la colata è ancora liquida dopo 24 ore difficilmente si potrà recuperare (a meno che ciò non sia avvenuto perché la temperatura
dell’ambiente era al di sotto di 20°C, nel qual caso scaldando lo stampo la catalisi si riattiverà, completando l’indurimento nelle 24 ore
successive).

Nel caso la colata sia comunque irrecuperabile avremo il problema di togliere la resina (liquida o peggio parzialmente solidificata e quindi
ancora più appiccicosa) dagli stampi. Consiglio di lasciarla nel congelatore finché si potrà facilmente togliere dallo stampo per procedere
allo smaltimento (cfr. sezione “COME SI SMALTISCE LA RESINA RESIDUA”)

CAUSE DI MANCATO INDURIMENTO DELLA COLATA

Perché una colata di resina epossidica trasparente NON si è solidificata? Ecco le principali cause:

a) nell’ambiente dove si è lasciata riposare la colata c’è una temperatura inferiore ai 20°C
b) le componenti (A e B) sono state miscelate in modo scorretto, senza rispettare il rapporto di miscelazione indicato sulla
confezione
c) sono state inserite sostanze “estranee” nella colata (coloranti non appositamente formulati, inchiostri, pigmenti, gessetti, ecc.) in
quantità eccessiva e tale da compromettere/inibire la catalisi
d) lo spessore di colata è troppo sottile: al contrario di ciò che si potrebbe pensare a minore spessore di colata spesso corrisponde
un aumento considerevole del tempo di indurimento: la colata non è compromessa, è necessario attendere il doppio (a volte il
triplo) del tempo di indurimento specificato sulla confezione affinchè si completi la catalisi

POSSO COLARE LA RESINA A STRATI?

La risposta è sì, certamente! A volte è necessario e opportuno! Si possono colare diversi strati uno sull’altro. E’ necessario, tra uno strato e
l’altro, attendere circa 4/6 ore affinchè l’indurimento parziale dello strato sottostante impedisca la miscelazione con lo strato fresco
superiore appena colato.

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Per evitare l’eccessivo sviluppo di calore di alcune resine a causa di colate dall’elevato volume/spessore (pericoloso per i contenitori di
miscelazione e anche per gli stampi, a seconda del tipo utilizzato) si raccomanda di procedere per strati (non oltre un centimetro alla volta)
e MAI IN UNICA COLATA!

LA COLATA E’ OPACA, POSSO LUCIDARLA?

In linea generale la risposta è sì, purché la creazione in resina sia completamente asciutta e purché l’opacità sia causata dallo stampo. In
questo caso si consiglia di colare sulla superficie un nuovo strato di resina che, una volta indurito, renderà lucida la creazione sottostante.

Trattamenti alternativi (vernici varie, smalti & affini) si sconsigliano per la scarsa durata del rivestimento, che potrebbe
staccarsi/sbriciolarsi/spellarsi, e inoltre le vernici a solvente con il tempo rovinerebbero la resina sottostante accelerandone il processo di
ingiallimento e creando una patina appiccicosa sopra.

LA COLATA PRESENTA ALONI/PATINA OPACA E/O INCRESPATURE SULLA SUPERFICE, COSA POSSO FARE?

Queste problematiche si presentano quando si miscela e si cola resina in ambiente umido, specie nelle stagioni fredde. Purtroppo subito
non si vedrà, apparentemente la colata è perfetta, ma trascorso il tempo di catalisi noteremo degli aloni, come una patina, a volte anche
increspature superficiali: è il fenomeno chiamato “carbonatazione”.

Se l’alone o le increspature sono superficiali si può intervenire con carta abrasiva fine/extrafine per rimuovere lo strato danneggiato
colando sopra successivamente uno strato di resina.

In alternativa, dopo aver utilizzato la carta abrasiva, si può lucidare con il “polish” (cioè la pasta lucidante che si utilizza in carrozzeria), ma
questa tecnica necessita di esperienza e attrezzi ad hoc (come la lucidatrice orbitale/a mola) altrimenti il risultato finale non sarà mai
completamente soddisfacente.

Si raccomanda di NON lavorare in ambienti umidi e a temperature inferiori ai 20°C: una stanza asciutta e calda è sempre preferibile! Se
proprio non è possibile, possiamo riscaldare i contenitori prima dell’utilizzo (vicino ad un termosifone oppure con l’ausilio di asciugacapelli)
e poi procedere nel modo seguente:

- miscelare le componenti
- attendere il riscaldamento della miscela (occorreranno fino a 20 minuti, dipenderà dalla quantità di resina miscelata e dalla
temperatura/grado di umidità dell’ambiente)
- controllare ad intervalli regolari (ogni 5 minuti) il grado di riscaldamento della miscela
- appena diventa più calda della nostra mano, colare negli stampi!

LA RESINA EPOSSIDICA INGIALLISCE?

Sì. LA RESINA INGIALLISCE. Ci sono resine che resistono settimane, mesi, quelle più moderne forse qualche anno, MA prima o poi, TUTTE le
resine epossidiche ingialliscono! E’ una questione di formulazione chimica, dipende dalla natura stessa della resina epossidica! Alcune
aziende, intervenendo proprio sulle caratteristiche chimiche del formulato, sembra siano riuscite recentemente ad eliminare del tutto il
problema… sicuramente oggi, con l’inserimento di filtri anti UV nella formulazione, le resine epossidiche tendono ad ingiallire molto meno
e dopo molto molto tempo, alcune resine sono garantite 10 anni senza ingiallimento! Questa premessa serve per ricordare di non esporre
ai raggi solari diretti le creazioni in resina, oltre all’ingiallimento precoce, tenderanno a svanire od alterarsi eventuali
colorazioni/inclusioni… ormai queste resine hanno un costo alla portata di tutti, perciò creare colate multiple di “ricambio” è davvero
semplice e conveniente!

LA RESINA E’ COMPATIBILE CON L’ARGILLA POLIMERICA TERMOINDURENTE?

La resina epossidica è perfettamente compatibile con la pasta polimerica COTTA! Questo significa che la resina può e deve essere utilizzata
soltanto su pasta polimerica che ha completato il processo di cottura nel forno. Molti creativi/e utilizzano uno strato sottile di resina
epossidica come vetrificante su cabochon/creazioni in pasta polimerica, l’effetto è davvero stupendo!

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POSSO INSERIRE LA RESINA NEL FORNO ASSIEME ALLA PASTA POLIMERICA?

NO! La resina epossidica, ma il discorso vale per tutte le resine in generale, NON DEVE essere inserita nel forno assieme alla pasta
polimerica “cruda”! La resina miscelata, quindi a processo di catalisi iniziato, inserita nel forno ad una qualsiasi temperatura utile
all’indurimento delle paste - ma anche a temperature inferiori - può emettere gas dannosi per la salute, ingiallire precocemente, bruciarsi:
E’ PERICOLOSO NON FATELO!

COME SI SMALTISCE LA RESINA RESIDUA (versione poetica del “dove butto la resina avanzata”)?

Ho colato la resina negli stampi, ma mi è avanzato mezzo bicchiere, cosa faccio? La colata che avevo preparato l’altro giorno non si è
solidificata, l’ho tolta dagli stampi aiutandomi con il congelatore, e ora?

REGOLA: NON BUTTARE MAI nel lavandino e/o nel wc, la resina già miscelata, si deve smaltire diversamente!

Il motivo mi sembra ovvio: le tubature possono incrostarsi oppure danneggiarsi a causa dalla miscela di resina versata nel lavabo oppure
nel WC, non fatelo mai! Piuttosto è meglio preparare degli stampi aggiuntivi dove versare l’eccesso di resina avanzata che, una volta
solidificata, può essere smaltita nell’indistinto.

Se ho necessità di smaltire una colata di resina già miscelata, ma non solidificata (quindi una colata con problemi che non solidificherà mai)
consiglio di chiudere il contenitore utilizzato in un sacchetto di plastica molto resistente e buttare il tutto nell’indistinto.

In alternativa, se devo riutilizzare lo stampo, lasciare lo stampo stesso nel congelatore finché si potrà facilmente sformare, e poi chiudere la
colata solida rimossa in un contenitore impermeabile (es: sacchetto di plastica molto resistente) in modo che, una volta subito il rialzo di
temperatura, non si sparga macchiando il luogo dove è stata smaltita.

COSA SI INTENDE PER “INCLUSIONE”?

“includere” nella resina significa inserire oggetti solidi di vario tipo all’interno della colata in modo da ricoprirli completamente con la resina
stessa: una volta solidificata la colata, se effettuata con resine ad elevata trasparenza, sarà possibile distinguere molto bene gli oggetti
precedentemente inseriti, a volte sembreranno persino più grandi grazie all’effetto “lente” creato da alcune resine. Il termine “inclusione”
viene utilizzato anche per identificare alcuni tipi di resina (chiamata appunto “da inclusione”) appositamente formulati per questo scopo.

COSA POSSO INCLUDERE NELLA RESINA?

Virtualmente in una colata di resina si può includere di tutto: fiori, piante, insetti, carta, stoffa, legno, metallo, plastica, vetro, cibo, ecc.
Purtroppo ciò non significa che sia opportuno inserire “di tutto” nella resina perché la resina potrebbe non solidificare, solidificare e
rimanere opaca, diventare opaca o ingiallire in breve tempo oppure la “cosa” che abbiamo inserito potrebbe rovinarsi, sciogliersi,
decolorarsi, rilasciare ossigeno creando bolle nella colata o peggio marcire, scurirsi, disgregarsi.

La pratica e l’esperienza permetteranno a ognuno di capire cosa è opportuno o meno includere nella resina, ma in linea generale possiamo
affermare che tutto ciò che è inorganico può essere inserito abbastanza tranquillamente in una colata di resina epossidica trasparente.

Ho scritto “abbastanza” perché alcuni oggetti, benché di origine non biologica, potrebbero comunque interagire e/o subire alterazioni
durante il processo di indurimento della colata. Al contrario, in alcune condizioni (essiccazione e/o trattamenti chimici particolari) potremo
inserire nella resina piante, fiori o insetti benché di origine organica.

COME SI COLORA LA RESINA SOLIDIFICATA?

Semplificando, possiamo considerare una colata di resina solidificata come plastica solida: tutto ciò che colora la plastica può essere
utilizzato per colorare la resina solidificata.

COME SI COLORA UNA COLATA DI RESINA ANCORA LIQUIDA?

Esistono coloranti specifici che applicati in minuscola quantità permettono di colorare perfettamente una miscela di resina pronta per la
colata (ad esempio le paste coloranti Pentasol, pigmenti in polvere, aniline ai grassi).

Questo lavoro è rilasciato con Licenza Creative CommonsAttribution-NoDerivatives 4.0 Internazionale. Puoi condividere questa infografica senza alterarla o modificarla, a patto di includerne l’attribuzione. Si prega di attribuire il Credit
a: Alessio Gila, www.facebook.com/YargoCreations/ grazie! Copyright © 2018, Alessio Gila. DISCLAIMER: tutte le indicazioni, opinioni, pareri e giudizi espressi in questa guida riflettono il personale punto di vista dell’autore e rivestono carattere
puramente informativo essendo basate sull’esperienza diretta dell’autore stesso. Si declina pertanto ogni responsabilità per i danni derivanti da errori, incompletezza e/o mancanza di attualità delle informazioni fornite, possibili incomprensioni delle
stesse e/o per i danni dovuti ad un utilizzo improprio e scorretto dei prodotti citati e delle tecniche riportate in questa guida.
GUIDA PER PRINCIPIANTI SULLE RESINE EPOSSIDICHE

Le resine possono essere colorate anche con inchiostri: con il termine generico “inchiostri” qui intendo tutte le soluzioni di prodotti
coloranti in forma liquida o pastosa a base acquosa, oleosa oppure alcolica.

L’utilizzo di queste sostante con le resine NON E’ RACCOMANDATO per due motivi principali:

1) non sono sostanze create appositamente per essere utilizzate con le resine / dentro le resine;

2) i risultati quasi mai sono prevedibili: a seconda della base dell’inchiostro/sostanza, la miscelazione sarà più o meno difficoltosa, il
colore potrebbe non disperdersi completamente creando grumi nella miscela, i colori potrebbero alterarsi oppure potrebbe
alterarsi il processo di catalisi e la resina potrebbe non solidificare, o ancora solidificare, ma in tempi molto lunghi.

A volte inchiostri/sostanze identiche, ma di diverso produttore/marca, possono portare a risultati completamente differenti.

Alcuni inchiostri ad alcol sono sconsigliati per la miscelazione con le resine per via dell’alterazione che subisce il colore appena miscelato e
la tendenza a dissolversi, sbiadendo, nel tempo.

Prestare sempre molta attenzione nell’utilizzo di colori a base acquosa con la resina: partire sempre da minime quantità (1 goccia può
bastare, in generale mai oltre l’1% della colata) verificare sempre il risultato!

I colori a base oleosa (colori, pennarelli, ecc. ad olio) sono abbastanza compatibili con la resina, è preferibile utilizzare sempre colori di
qualità – contenenti alte percentuali di pigmenti – ed in minima quantità.

RESINA ECOLOGICA: DAVVERO ESISTE?

Una delle prime aziende a produrre resina cosiddetta “bio” è stata la californiana Entropy Resins, Inc. (https://entropyresins.com/) fondata
nel 2010 e che, da qualche tempo, distribuisce anche in Europa il prodotto di punta: SUPER SAP CCR.

Le caratteristiche principali sono: trasparenza, stabilità ai raggi UV, bassa viscosità, adatta sia a colate - anche ad alto spessore - che
inclusioni, quindi una resina adatta per la maggior parte delle applicazioni hobbistiche.

Il claim “bio” per questo prodotto ha un significato preciso: nella produzione del formulato sono stati impiegati processi produttivi che
coinvolgono elementi derivati da fonti rinnovabili a base vegetale, quindi “bio” che, riducendo le emissioni dei pericolosi gas serra, hanno
un minore impatto ambientale (33% in meno) rispetto alla produzione classica di formulati epossidici derivati totalmente dal petrolio.

La versione base contiene fino al 37% di contenuto “bio” (sistema di misura ASTM D6866) che però scende al 17% se si utilizza la versione
con il catalizzatore “fast” a 24h (!)

Certamente è un passo per l’ambiente, diminuire i pericolsi gas serra è prioritario, ma non significa che questa resina sia atossica o
innoqua, anzi! Leggere le schede tecniche, anche se non si è degli “addetti ai lavori” è importante perché sono elencate tutte le simbologie
relative ai pericoli per la salute, che anche nel caso della SUPER SAP CCR sono: tossicità per ingestione/inalazione, irritazioni
cutanee/oculari, tossicità per organismi acquatici con effetti di lunga durata e può provocare reazioni allergiche.

Praticamente i pericoli di QUALSIASI resina epossidica oggi presente sul mercato!

RESINE ACCELERATE

Sono ormai disponibili da un paio d’anni, anche per il mercato consumer/hobbistico, le cosiddette resine ad indurimento rapido, “fast” o
accelerate.

Il processo di indurimento (detto anche “catalisi” o “reticolazione”, anche “maturazione”) di una comune resina epossidica (24h) ha il
vantaggio di favorire la fuoriuscita delle bolle d’aria che si creano naturalmente durante la fase di miscelazione/colata e inoltre:

- difficilmente danneggia gli stampi in silicone dopo pochi utilizzi (a meno di non utilizzare resine troppo aggressive o stampi di
scarsa qualità)

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GUIDA PER PRINCIPIANTI SULLE RESINE EPOSSIDICHE

- la produzione di calore non è elevata (esistono resine che catalizzano “a freddo”, con tempi di indurimento molto lunghi, anche
oltre le 72 ore, ideali per le “inclusioni”)
- consentono colate in spessori elevati, oltre 10mm, addirittura fino a 10 centimetri e oltre

La catalisi di una resina accelerata comporta il vantaggio di poter sformare la colata anche in 3/4 ore (dipende comunque dalle condizioni
ambientali di temperatura/umidità e dallo spessore della colata) ma di contro i problemi che possono derivare dall’elevata velocità della
maturazione non sono trascurabili:

- le micro bolle che si formano in fase di miscelazione/colata non hanno materialmente il tempo di salire in superficie, perciò è più
facile che rimangano intrappolate
- sono sconsigliati spessori elevati (mai oltre 10mm) per lo sviluppo eccessivo di calore
- il picco termico generato – cioè la reazione chimica, chiamata “esotermica”, di produzione del calore durante la maturazione
della colata - può essere elevato (anche 100°C) ed è pericoloso sia per il contatto con la pelle, seppur accidentale, sia per la
lucentezza/resistenza degli stampi in silicone che degraderanno più velocemente, a parità di numero di colate, rispetto ad una
normale epossidica a 24h
- La reazione così veloce può portare ad un ingiallimento più facile/precoce della colata
- Lo sviluppo di calore può alterare/danneggiare le “inclusioni”
- I tempi di indurimento completo (indeformabilità), specie per piccoli spessori/quantità (come la produzione di bijoux DIY) si
allunga andando a volte anche oltre le 12 ore

Consiglio l’utilizzo di queste resine solo a chi possiede già esperienza nell’utilizzo delle epossidiche classiche

LA RESINA MACCHIA?

Sì! La resina macchia e, ad esempio, dai tessuti non si toglie! Vestitevi con abiti che si possano macchiare e rovinare senza problemi! Potete
rimuovere la resina liquida dalle mani, o da superfici non porose, utilizzando fazzoletti umidificati. In alternativa potete utilizzare alcol
denaturato oppure acetone. La resina solidificata si può togliere dalle superfici resistenti con una lama.

Spero vivamente che questa mia breve guida possa servire a stimolare ed incuriosire la continua sperimentazione con le resine
epossidiche! Ma… nessuna guida, per quanto esaustiva, potrà mai insegnare all’allievo tanto quanto l’esperienza diretta personale
attraverso la frequenza di un corso appositamente predisposto da un docente esperto!

Alessio Gila
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