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tradizionale, e l'insieme del sistema ritmico della narrazione romanzesca si trova perciò ad essere
profondamente alterato».
Ordine
anacronie R1 R2 Rn
portata
ampiezza
analessi
esterna: ampiezza esterna a R1
interna: ampiezza interna a R1
eterodiegetiche: su linea d’azione diversa da quella del racconto principale
omodiegetiche: basate sulla medesima linea d'azione del racconto principale
completive (da ellissi o da parallissi o da ellissi iterative)
ripetitive o “richiami” (significazione differita o sospesa; nuova
interpretazione)
miste: punto di portata anteriore a punto d’inizio di R1 e punto di ampiezza
posteriore a punto d’inizio di R1
parziali: retrospezioni terminanti in ellissi
complete: retrospezione che si ricongiunge a R1 senza soluzione di continuità
prolessi
esterna
interna
eterodiegetiche
omodiegetiche
completive
ripetitive (preannuncio: «si vedrà poi»; da non confondere con “esche”,
germi impercettibili; “inganni”)
acronia pura e semplice
Durata (differenza della velocità narrativa): «un racconto può fare a meno di anacronie, non può
fare a meno di anisocronie, o, se preferiamo (come è probabile) fare a meno di effetti di ritmo»
Quattro forme fondamentali di movimento narrativo:
ellissi TR = 0, TS = n
esplicite (indicazione, determinata o no; pura e semplice; può essere qualificata)
implicite
ipotetica
(racconto) sommario TR < TS
scena TR = TS (in Proust scardinata alternanza sommario non drammatico/scena
drammatica, scene “tipiche” in cui l’azione cede il posto alla caratterizzazione psicologico-
sociale)
pausa TR = n, TS = 0 (belle le pagine sul perché in Proust non si possa parlare a pieno titolo
di pausa descrittiva, di come la descrizione si risolva in narrazione, di come la descrizione
sia descrizione di un percepire, di un’attività contemplante, tutto tranne che una pausa)
Frequenza (aspetto)
Modo
Voce