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Criteri diagnostici:
A.
OSSESSIONI
1) idee, pensieri impulsi o immagini non desiderati;
2) il soggetto tenta di ignorare o sopprimere questi pensieri o impulsi o di neutralizzare lì con
qualche altro pensiero azione;
3) il soggetto riconosce che le ossessioni sono il prodotto della sua mente che non sono
imposte dall'esterno.
COMPULSIONI
1) comportamenti ripetitivi, finalizzati e intenzionali;
2) il comportamento allo scopo di neutralizzare o prevenire qualche disagio o qualche evento o
situazione.
3) l'individuo riconoscere il proprio comportamento è eccessivo o irragionevole .
B. Ossessioni e compulsioni sono causa di un marcato disagio, costituiscono una notevole perdita di
tempo (più di un'ora) o interferiscono significativamente con la normale routine della persona, col
funzionamento lavorativo, con le attività sociali abituali o con le relazioni interpersonali.
Sensazione di non avere il controllo sul proprio pensiero dunque la persona cerca di controllare gli
altri. Il doc è un disturbo invalidante che riduce notevolmente le capacità di realizzazione
esistenziale. Questo disturbo colpisce più frequentemente bambini adolescenti ma tende a protrarsi
fino all'età adulta.
Le ossessioni più comuni sono: paura dello sporco; sessione di contaminazione; dubbi frequenti su
azioni abituali; ordine e simmetria; paura di perdere il controllo e fare del male a se stessi oppure
agli altri punti e, pensieri di tipo più scemo; o sezioni scaramantiche; ossessioni somatiche;
ossessioni aggressive; ossessioni omosessuali; sezioni sessuale di pedofilia; ossessioni relazionali; o
sezioni religiose e morali.
L'insight ovvero la consapevolezza può essere buono sufficiente scarso assente con convinzioni
deliranti. Man mano che passa il tempo la consapevolezza viene sempre meno e l'ossessione diventa
un'ossessione fredda che si traduce in una psicosi il paziente e ci crede talmente tanto alle sue
ossessioni che non prova neanche più a contrastare.
Fino ad un paio di anni fa dalla letteratura è emerso che l'unica terapia che ha dimostrato efficacia
per il doc è la CBT.
FAMILY BURDEN
-Steketee in un lavoro del 1997 (ha posto l'accento su una caratteristica molto importante delle
famiglie di questi pazienti, il family burden (carico familiare), intendendo con questo termine.
-Stress;
-Disagio derivante dall'interazione con il paziente.
Più della metà dei componenti del gruppo dei familiari appartenenti allo studio riportava, a causa
della difficile gestione dei rapporti con il paziente:
-notevole interferenza con le attività sociali della famiglia;
-perdita delle amicizie;
-discordie coniugali;
-problemi finanziari;
-situazioni di sofferenza dei fratelli.
IPOTESI
Steketee e coll. (2003) ha ipotizzato che una simile conseguenza sia legata al fatto che
ipercoinvolgimento e accomodamento familiare finiscono per ridurre grandemente il senso di auto-
efficacia e di auto-stima del soggetto.
CONFLITTI
Numerosi studi riportano che, spesso, il coinvolgimento dei familiari nei confronti dei
comportamenti sintomatici dei soggetti, tende ad assumere un ruolo predominante nella vita della
famiglia e, quindi, a produrre litigi e conflitti esasperati.
Il 33% riferisce di impegnarsi in ostilità ed il 40% riferisce di impegnarsi in alti gradi di critica.
LA TERAPIA FAMILIARE DEL DISTURBO OSSESSIVO-COMPULSIVO
Terapia integrata CBT e Familiare e di Coppia con Adulti una scelta solo per bambini e per
adolescenti?
La metanalisi dimostra che i membri della famiglia possono esacerbare i sintomi del DOC e che la
terapia familiare può essere un supporto significativo.
Questo tipo di trattamento dà dei risultati migliori.
RISULTATI
FIT
Ha ottenuto riduzioni dei sintomi OCD, gravità, depressione, ansia e miglioramento funzionale,
suggerendo questi trattamenti sono efficaci per ridurre la sintomatologia e migliorare la qualità della
vita. Il trattamento si è dimostrato efficace sia per i pazienti che hanno 5 o 24 sedute e
indipendentemente dal fatto che i membri della famiglia fossero coinvolti in una sola seduta o in
tutte le sedute, e se i pazienti erano trattati singolarmente o in gruppo.
Il compromesso a cui siamo arrivati oggi è che il trattamento di prima scelta resta quello cognitivo
ma con il coinvolgimento della famiglia. I dati ci dicono che lavorando con le famiglie il risultato
terapeutico si protrae per più tempo. Tuttavia è sempre a rischio di ricaduta.
Il rituale esprime un bisogno di appartenere e di avere la possibilità di controllo verso se stesso e
verso gli altri ma anche di essere in contatto emotivo con gli altri. E' un tentativo autoriparativo,
malfunzionante.
Il genitore non dovrebbe aderire al rituale, ma la presenza è necessaria.
La presenza permette ai genitori di non adattarsi e questa implica la protezione e la richiesta.
Il supporto sociale contribuisce a diluire l'accomodamento dei genitori.
I danni dell'accomodamento sono una buona ragione per rinunciare ai rituali? No. In quanto si tratta
di famiglie che hanno bisogno dei rituali.
I rituali possono essere delle autostrade per interventi familiari. Le famiglie insegnano
l'appartenenza e l'individualità tramite i rituali. Così aumenta la sensazione di appartenenza
attraverso gli aspetti simbolici dei rituali.
Ci sono due aspetti importanti da considerare:
1) l'appartenenza
2) la connessione sociale
COS'E' UN RITUALE?
Sequenze di comportamento fisse, e che si ripetono nel tempo messe in atto in base a una precisa
processualità. Insiemi di azioni, che si susseguono le une alle altre seguendo precisi ritmi e
sequenze, che sono dotate di un significato che prescinde dall'azione stessa.