Apocalisse, Rivelazione di Gesù Cristo 1, che Dio gli diede per mostrare ai suoi servi le
cose che devono avvenire tra breve, e che egli ha fatto conoscere mandando il suo angelo al
suo servo Giovanni.
1
∫Apokáluyiv ∫Ihsoû Cristoû.
2
Adv. Haer 5,30,2. Il termine “apocalupsis” compare 19 volte nel Nuovo Testamento, il
verbo “apokaluptein” rivelare, togliere il velo, 26 volte nel Nuovo Testamento.
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Yann Redalié
1 Egli mi disse: «Figlio d’uomo, mangia ciò che trovi; mangia questo rotolo, e va’ e parla
alla casa d’Israele». 2 Io aprii la bocca, ed egli mi fece mangiare quel rotolo. 3 Mi disse:
«Figlio d’uomo, nùtriti il ventre e riempiti le viscere di questo rotolo che ti do». Io lo man-
giai, e in bocca mi fu dolce come del miele7.
3
Mc 13,14 richiama l’abominazione della desolazione posta là dove non deve stare; cfr.
anche Dn 9,27; 11,31; 12,11; 1M 1,54ss; 2M 6,2.
4
Su questo periodo vedere E. NOFFKE, Introduzione alla letteratura mediogiudaica,
Torino, Claudiana, 2004, pp. 19-43.
5
Questo discorso però non vale per dei testi come 1Enoch (Libro dei Vigilanti), vedi E.
NOFFKE, cit., pp. 59-64.
6
Gr 1,9.
7
Ez 3,1.
18
Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
Nel primo anno di Baldassarre di Babilonia, Daniele fece un sogno, mentre era a letto, ed
ebbe delle visioni nella sua mente. Poi scrisse il sogno e ne fece il racconto.
Qui finisce il racconto. Quanto a me, Daniele, fui molto spaventato dai miei pensieri e il
mio volto cambiò colore. Ma conservai tutto questo nel mio cuore.
Tu, Daniele, tieni nascoste queste parole e sigilla il libro sino al tempo della fine. Molti lo
studieranno con cura e la conoscenza aumenterà8.
Questo segna una novità riguardo alla profezia antica nella quale predomina-
va la forma orale dell’oracolo. Inoltre, a differenza dalla profezia classica per la
quale il profeta legge in chiaro il senso delle visioni, l’apocalittico ha bisogno di
un angelo interprete.
‘Apocalisse’ è un genere di letteratura di rivelazione con una cornice narrativa, in cui una
rivelazione è mediata da un essere ultramondano a un ricevente umano, schiudendo una realtà
trascendente che è sia temporale, nella misura in cui ha in vista la salvezza escatologica, che
spaziale, nella misura in cui implica un altro mondo, soprannaturale […] [il fine è] di inter-
pretare presenti circostanze terrene alla luce del mondo soprannaturale e del futuro, e di
influenzare sia la comprensione che il comportamento del pubblico mediante l’autorità
divina9.
8
Dn 12,4.
9
Definizione citata da E. NORELLI, “Apocalittica: come pensarne lo sviluppo?”, Ricerche
storico-bibliche 7 (1995/2), p. 170, che mette insieme delle definizioni apparse in una prima
versione in Semeia 14 (1979), p. 7, riprese da A. YARBRO COLLINS, “Early Christian Apoca-
lypticism. Introduction”, Semeia 36 (1986), p. 2. Nella citazione riportata, la parte finale a
partire da [il fine è] è una aggiunta, a mio avviso utile, proposta da Norelli. Sulla ricerca di
definizione vedi anche B. CORSANI, L’Apocalisse e l’apocalittica del Nuovo Testamento, Bolo-
gna, EDB, 1997, cap. 1 “Di che cosa stiamo parlando?”, pp. 11-17; E. NOFFKE, cit., pp. 53-57.
19
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10
P. SACCHI, Apocalittica giudaica e la sua storia, Brescia, Paideia, 1990, p. 78.
11
Vedi Ez 38-39, il conflitto di Israele contro Gog e Magog.
12
Dn 7-12.
13
Su questi testi vedi E. NOFFKE, Introduzione alla letteratura mediogiudaica, Torino,
Claudiana, 2004.
14
Per esempio, 1Ts 4,13 – 5,11; 2Ts 2,1-12.
20
Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
15
Come scritto in 1En 92,2.
16
4Esd 4,37.
17
Si veda sotto § 5.3 a proposito del linguaggio simbolico nell’Apocalisse di Giovanni.
21
Yann Redalié
18
P. PRIGENT, L’Apocalypse de Saint Jean (CNT XIV), Genève, Labor et Fides, 2000, p. 21.
19
Vedi G. BARBAGLIO, Gesù Ebreo di Galilea, indagine storica, Bologna, EDB, 2002;
part. Capitolo 8 “Evangelista del Regno di Dio”, pp. 255-297; J. P. MEIER, Un Ebreo margi-
nale. Ripensare il Gesù storico, Vol 2, Mentore, Messaggio, Miracoli, Brescia, Queriniana,
22
Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
5. Apocalisse di Giovanni
2002, spec. parte II° “Messaggio” i Cap. XIV, XV, XVI sul Regno di Dio, pp. 285-592 (orig.
Ingl A Marginal Jew. Rethinking the Historical Jesus, Vol II, New-York, Doubleday, 1994);
G. THEISSEN – A. MERZ, Il Gesù storico, Un Manuale, Brescia, Queriniana, 1999 (orig. Ted.
Der historischen Jesus: ein Lehrbuch, Göttingen, Vandenhoeck u. Ruprecht, 1996, 19992),
part. § 9, “Il Gesù profeta: l’escatologia di Gesù”, pp. 300-347.
20
E. KAESEMANN, “Gli inizi della teologia cristiana”, in ID. Saggi esegetici, Marietti, Casale
Monferrato, 1985, p. 101.
21
È da questo tipo di descrizione che viene l’uso corrente del termine apocalittico come
“catastrofico”.
23
Yann Redalié
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Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
Se, come dice il teologo svizzero Karl Barth, il discorso teologico è sempre
“approssimazione”, l’apocalisse, che intende rappresentare l’avvento del mondo
nuovo e l’azione stessa di Dio, lo sarà a maggiore ragione. Si esprime dunque in
un linguaggio simbolico che si apre a una realtà più profonda, oltre le descrizio-
ni proposte.
Sul piano socio-religioso i simboli presenti nell’Apocalisse esprimono anche
l’appartenenza a comunità particolari che condividono tale linguaggio. In fin dei
conti, “solo gli eletti possono capire le immagini, i simboli, le visioni”. E questo
rafforza l’identità dei destinatari. Eppure non si può considerare il linguaggio
dell’Apocalisse di Giovanni esoterico. Infatti, in gran parte è patrimonio di certi
gruppi del primo secolo. Molti simboli hanno le loro radici nelle Scritture giu-
daiche, le allusioni dirette o indirette all’Antico Testamento sono più di cinque-
cento, soprattutto a Ezechiele, Isaia, Geremia, Daniele e ai Salmi. Inoltre, l’au-
tore utilizza anche le tradizioni liturgiche delle comunità cristiane delle origini.
Fra queste, menzioniamo le dossologie (1,6; 4,9; 5,13; 7,12), le acclamazioni
(4,11; 5,9b-10; 5,12), le preghiere di rendimento di grazie (11,17 s.), le lamenta-
zioni dei martiri (6,10) e gli inni di lode (12,10; 15,3s.; 16,5; 18,20; 19,1-8).
Infine, certe allusioni saranno state riconoscibili nel contesto storico e culturale
del tempo (critiche al potere, alla corruzione, a Roma).
L’interpretazione letterale di un testo così marcato dal linguaggio simbolico,
benché spesso proposta nel corso della storia della chiesa, è fuorviante.
L’Apocalisse non offre il calendario degli eventi finali, la descrizione del loro
svolgimento cronologico, ma annuncia “nella storia degli esseri umani la vitto-
ria di Dio e del suo Cristo sul male e su Satana”.
25
Yann Redalié
22
E. CUVILLIER, L’apocalisse di Giovanni in D. MARGUERAT (a cura di), Introduzione al
Nuovo Testamento, Torino, Claudiana, 2004, p. 426.
23
E. NORELLI, “Apocalittica: come pensarne lo sviluppo?”, cit., pp. 163-200.
26
Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
24
P. PRIGENT, l’Apocalypse de Saint Jean (CNT XIV), Genève, Labor et Fides, 2000, p. 33.
27
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25
(da E. CUVILLIER, “L’apocalisse di Giovanni” in D. MARGUERAT (a cura di), Introdu-
zione al Nuovo Testamento, Torino, Claudiana, 2004, p. 49).
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Note introduttive sulla letteratura apocalittica e l’Apocalisse di Giovanni
Prefazione (1,1-3)
Visione inaugurale e lettere alle chiese (1,4-3,22)
1,4-8 Indirizzo dell’opera
1,9-20 Prima visione (Figlio dell’uomo)
2,1 – 3,22 Lettere alle sette chiese
Prima serie di visioni: l’universo e la creazione (4,1 –11,19)
4,1 – 5,14 Culto celeste: prospettiva teocentrica (4,1-11); prospettiva cristocentrica,
annuncio dei sette sigilli (5,1-14)
6,1-17 Apertura dei primi sei sigilli
7,1-17 Presentazione degli eletti: i 144.000 (7,1-8);
la folla che nessuno può contare (7,9-17)
8,1 – 9,21 Il settimo sigillo (8,1-5) e le prime sei trombe (8,6 – 9,21)
10,1 –11,4 Il libretto (10,1-11) e i due testimoni (11,1-14)
11,15-19 La settima tromba
Seconda serie di visioni: storia dell’umanità (12,1 – 22,5)
12,1-18 Visione inaugurale: la donna, il figlio e il dragone
13,1-18 La prima (13,1-10) e la seconda bestia (13,11-18)
14,1-20 L’agnello e i suoi redenti (14,1-5); annuncio di giudizio e mèsse (14,6-20)
15,1 – 16,21 Giudizio sulla natura, sugli uomini, sulla creazione; i sette angeli e gli ultimi
flagelli (15,1-8), le sette coppe (16,1-21)
17,1 – 19,10 Giudizio su Babilonia: la grande prostituta (17,1-18);
la caduta di Babilonia (18,1-24); proclamazione di vittoria (19,1-10)
19,11-21 Vittoria del Messia sulla Bestia e sul falso profeta
20,1-15 Vittoria su Satana, millennio, giudizio finale
21,1 – 22,5 La nuova creazione:
mondo nuovo (21,1-8); Gerusalemme celeste (21,9-27); paradiso (22,1-5)
Epilogo (22,6-21)
26
Lo schema è preso da E. CUVILLIER, L’apocalisse di Giovanni in D. MARGUERAT, cit.,
pp. 414s.
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