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DIRITTO COSTITUZIONALE

Ciornei Diana Gabriela


2.10.2019
DA QUANDO ESISTE LA COSTITUZIONE?
Costituzione deriva da – CONSTITUTIO; tale termine ci serve perché la parola costituzione ci
rimanda ad una sorta di processo formativo.
Un gruppo sociale deve essere stabile nel tempo e deve tendere a svilupparsi nel tempo. Per
fare ciò sono necessarie delle regole che il gruppo sociale deve osservare, ciò significa che se
queste vengono violate, devono essere oggetto di sanzione; quindi interviene un’autorità.
Si possono individuare delle linee costitutive di ogni gruppo sociale. Non esiste gruppo
sociale senza questi due piani:
1. LINEA DELL’AUTORITA E DEL POTERE -> pone le regole e le sanzioni
2. LINEA DEL POPOLO -> subisce l’autorità
-> Questa struttura è la costituzione (di un gruppo sociale) ed è la
forma di un gruppo sociale. Tale forma è data dai due livelli del potere e del popolo.
Chi si trova sulla linea superiore? Il più forte, esso occupava il piano del potere e questa
forza derivava dalla ricchezza economica, patrimoniale, terriera. Era una forza militare,
trascendentale, patrimoniale. Il livello di potere era incontestabile, si doveva solo subire.
Tutti i gruppi sociali, prima del periodo rivoluzionario, avevano una loro costituzione che
aveva questa immagine. Era una fotografia di un gruppo sociale, di un assetto esistente.
(LIVELLO DEL POTERE/LIVELLO DEL POPOLO)
Questo significato di Costituzione cambia -> QUANDO?
Con la rivoluzione, alla fine del ‘700, periodo della massima esplosione, degli ideali ->
illuminismo.
Perché questo cambiamento semantico coincide con l’illuminismo?
Questo ripara l’oscurità che avvolgeva la dimensione umana, nel Medioevo; apre la mente,
porta l’uomo a mettere in dubbio la certezza, inizia a porsi delle domande.
Una declinazione importante di questo movimento dell’illuminismo è il Costituzionalismo
(questo non è sempre esistito, ma il concetto di costituzione si) è stata una conquista, figlia
del periodo rivoluzionario.
CHI E COME VIENE ESERCITATO IL POTERE? Per la prima volta viene messo in dubbio il
potere, il suo livello, che prima era incontrastabile.
L’obiettivo del COSTITUZIONALISMO è LIMITARE IL POTERE; ciò è un’esigenza vitale perché
non diventi arbitrio. Dunque, le costituzioni, figlie di questo movimento del
costituzionalismo, pongono l’obiettivo di limitare il potere. Prima delle rivoluzioni, i rapporti
di forza facevano la Costituzione, dopo è la Costituzione a fare forza. Le Costituzioni
moderne, quindi, rispetto a quelle antiche, contiene, limita il potere attraverso le regole ed è
soggetto alle sanzioni. Queste regole/confini, stanno nella Costituzione, è lei a determinare
l’assetto del potere di un gruppo sociale.
CONCETTO DI COSTITUZIONE ≠ COSTITUZIONE MODERNA -> NATA CON LE RIVOLUZIONI
ESISTE DA SEMPRE
Quando parliamo di potere, ci riferiamo a qualsiasi forma di potere, anche al potere del
popolo.

3.10.2019
LE COSTITUZIONI MODERNE COME SI IDENTIFICANO?
Le costituzioni antiche erano DESCRITTIVE, mentre le Costituzioni moderne sono
PRESCRITTIVE, cioè sono loro a decidere l’assetto sociale, come deve essere.
PRESCRITTIVE: prescrivono cosa deve esserci perché una costituzione sia riconoscibile come
tale in senso moderno. Ci sono 5 caratteri:
1. Le costituzioni devono essere testi scritti e rigidi: scritti perché possa esserci certezza
e stabilità; rigidi, cioè possono essere modificabili, ma a particolari condizioni, non è
modificabile in tutte le parti.
COSTITUZIONE RIGIDA E SCRITTA ≠ REGOLE
↓ ↓
È UNA SOLA ED è RIGIDA SONO TANTE E NON SONO RIGIDE
LA COSTITUZIONE ≠ LEGGI – è l’aspirazione all’eternità, ovvero mira ad una
maggiore stabilità.
2. DIRITTI FONDAMENTALI: deve esserci un’elencazione dei diritti. I diritti sono i limiti
al potere; il potere non può violare la libertà dell’uomo.
3. PRINCIPIO DI SEPARAZIONE DEI POTERI: non esiste più il potere come blocco
monolitico ma il potere si frantuma in tanti pezzi, si divide, si separa:
- LEGISLATIVO: legislatio – fare le leggi -> PARLAMENTO
- ESECUTIVO: esecuzione delle leggi poste -> GOVERNO
- GIUDIZIARIO: applicare e rispettare le leggi -> MAGISTRATURA
Nessuno può esercitare il potere degli altri, quindi tale separazione è a sua volta una
limitazione del potere.
Una Costituzione è tale se ha il Principio di Separazione dei Poteri e una catalogazione dei
diritti fondamentali; questi due sono importanti perché limitano il potere.
4. La Costituzione deve essere il frutto di un POTERE COSTITUENTE redatto (e animato)
dal popolo -> cioè chi scrive la Costituzione? -> non è direttamente il popolo, ma
l’organo che scrive la Costituzione ha una legittimazione popolare, ovvero è
rappresentativo del popolo. Qui appare il concetto di DEMOCRAZIA.
La fonte di legittimazione della COSTITUZIONE è la volontà popolare che si esprime
attraverso le elezioni in un organo che si chiama POTERE COSTITUENTE, ciò significa scrivere
la Costituzione. Quanto dura il POTERE COSTITUENTE?
Esaurisce la sua funzione nel momento in cui viene redatta è approvata la Costituzione. Ha il
potere di costituire (scrivere) la Costituzione nel momento in cui è approvata, scompare
(esaurisce) e lascia il campo alla Costituzione con I POTERI COSTITUITI.
POTERI COSTITUITI ≠ POTERE COSTITUENTE -> funzione di scrivere la Costituzione.
1. Scrivere la Costituzione
2. Il Potere Costituente scompare
3. Viene lasciata la Costituzione con i Poteri
4. L’assetto dell’ordinamento viene stabilito dalla Costituzione, frutto della nostra
assemblea Costituente, eletta a suffragio universale.
5. DIFFERENZA TRA COSTITUZIONE ANTICA E MODERNA?
Prima era descrittiva ed era rimessa dalla volontà casuale del più forte, oggi, invece, è
prescrittiva ed è diverso. Tutte le Costituzioni sono tali se hanno: separazione dei poteri,
diritti, se sono scritte e rigide e frutto di un potere costituente e legittimato dal popolo.
Tutti questi elementi, ora, sono imprescindibili.
SISTEMA DI GIUSTIZIA COSTITUZIONALE: sistema per far rispettare la Costituzione; sistema
che garantisce la superiorità della Costituzione. La Giustizia Costituzionale giudica i poteri
nel caso in cui essi non rispettino la Costituzione (il limite). Il parametro è la Costituzione.

8.10.2019

Costituzione scritta.
Qual è il “problema” (in senso di fenomeno, non criticità) rispetto a una qualsiasi regola
scritta? Di farla vivere nel sistema sociale? (quindi non considerare sola la Costituzione)
Il fatto che una regola è scritta è un problema o no?
Esempio  (DISPOSIZIONE COSTITUZIONALE) art. 41 comma 2 l’iniziativa economica privata
è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo di recare danno alla
sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.
Scritto nel ‘47 e entrato in vigore nel ‘48, Oggi questa disposizione è in vigore, quindi qual è
il problema?  c’è sempre un rapporto tra DIRITTO e TEMPO.
Cioè non c’è mai la sincronia tra quando io scrivo un testo, una regola qualunque essa sia e
quando questa regola deve essere applicata. Non è che io scrivo la regola per quell’istante
esatto in cui la sto scrivendo ma la scrivo perché disciplini quel determinato ambito in quel
momento e pro-futuro Salvo casi rarissimi.  questo è un PROBLEMA.
(Ogni testo scritto dal punto di vista giuridico si chiama Disposizione)
Quando si dà una regola quali sono gli elementi di questa azione?  c’è un soggetto che
scrive, il soggetto di legis latio, IL SOGGETTO. Poi l’ambito, L’OGGETTO la materia regolata
da quella regola. Poi c’è il CONTESTO. Chi scrive, per cosa scrive e dove tutto questo
avviene.
Questo contesto è fatto da cosa?  tutte quelle condizioni culturali, politiche, economiche,
sociali.
Tutto fa contesto. Sono tante condizioni di differente natura che condizionano quel
contesto, cioè che sono capaci di modificare il senso, la portata, la natura di quel contesto. e
soprattutto cambiano i bisogni del contesto.
Quindi che succede?  una regola scritta in un certo momento storico, ma quella regola
vale anche per periodi storici successivi in cui il contesto cambia completamente, cambia il
significato del contesto e questo NON PUO’ non avere un ruolo forte in ciò che quella
disposizione scritta anni prima, contesto precedente, sul cambio di significato posta X tempo
prima.
La disposizione è il TESTO SCRITTO.
Il significato che si dà a quella Disposizione si chiama NORMA.
Che cos’è una norma giuridica? 
Come si arriva dal testo scritto alla norma, al significato? tra la disposizione e la norma che
cosa c’è?
Tra testo scritto e significato c’è immediatezza? NO.  L’INTERPRETAZIONE, perché io
possa passare da un semplice testo scritto che di per sé è vuoto, è un insieme di parole,
possa estrapolare un significato c’è bisogno di un’attività tipicamente umana, cioè
l’interpretazione.
Ho un testo (DISPOSIZIONE) ci lavoro attraverso L’INTERPRETAZIONE, il risultato mi dà la
NORMA. il testo viene posto in un certo momento storico.
L’interpretazione è un’attività soggettiva, ma non è completamente libera
DISPOSIZIONE DI LEGGE  l’oggetto è diverso rispetto alla disposizione costituzionale. Ci
sono differenze tra le due, la disposizione di legge è più specifica rispetto a quella
costituzionale (la quale invece è molto più generica).
La Costituzione è la regola che mira a durare di più nel tempo. Quella aspirazione all’eternità
ordinamentale.
Cioè per questo non è specifica, non è così specifica come invece lo è la Legge, perché la
legge a differenza della Costituzione hanno la volontà di essere stabili ma proprio perché
sono tante e non è un “unicum”, la Legge quando cambia?  quando cambia il contesto. il
tempo scorre, muta il contesto.
Quindi la legge dura nel tempo ma potremmo dire, dura finché dura, cioè finché
il contesto accetta in un certo senso quella disciplina
Quando il contesto mira, mutano le esigenze e si richiede anche un cambio alla legge e il
legislatore opera.
La costituzione è scritta attraverso disposizioni capaci di esprimere fondamentalmente
PRINCIPI.
Le leggi invece sono scritte in modo tale da esprimere fondamentalmente le REGOLE.
La distinzione tra principi e regole  l’art. 41 comma 2 e l’art 1 comma 1 del decreto
legislativo, cioè che la regola cioè la legge è molto più dettagliata, più specifica rispetto ad
un principio, quello costituzionale, che è più vago, generico, ambiguo, poli-senso (che
interpretando quella disposizione di principio io posso tratte più norme, più significati a loro
volta cangianti nel tempo) .
Quindi il principio è all’esito dell’interpretazione una norma più generale, più ampia nella
quale io posso ricomprendere molto più materiale, rispetto a quello che posso
ricomprendere nella norma che è una regola ed è molto più specifico.
È molto più complicato interpretare la disposizione costituzionale o la disposizione di legge?
 DISPOSIZIONE DI LEGGE
Tutte le leggi sono più dettagliate di quanto non lo possa essere una Costituzione perché le
leggi durano ma cambiano, la Costituzione che invece aspira all’eternità ordinamentale
potenzialmente non dovrebbe cambiare Mai. Permette letture sempre diverse nel rispetto
dei valori fondamentali di quella Costituzione
Il principio proprio perché è così generico ha bisogno di scendere nel dettaglio e chi lo fa
scendere? LA REGOLA. Quindi i principi costituzionali hanno bisogno delle regole legislative,
non a caso la legge è attuazione della Costituzione, perché è fatta da principi i quali poi x
essere effettivi hanno bisogno del dettaglio il quale è dato dalla legge.
Questo non vuol dire che la Costituzione è fatta solo di principi e che le leggi sono fatte solo
di regole. Tra tutti i testi normativi quello più carico di principi è sempre la Costituzione.
L’art. 72 della Costituzione è molto dettagliato (regole), l’art 72 è nella seconda parte della
Costituzione.
La Costituzione si divide in due parti. La parte 1  dall. Art 1 all’art 54. Questa prima parte:
principi fondamentale, diritti e doveri dei cittadini, rapporti economici, rapporti politici.
La parte 2  dall’art 55 al 139. ordinamento della Repubblica

Nella prima parte ci sono oltre ai principi fondamentali ci sono i diritti e i doveri, le libertà. La
prima è la costituzione dei diritti.
Nella seconda parte troviamo i poteri (legislativo, Governo, Presidente della Rep,
magistratura, corte costituzionale ecc.)
Anche la Costituzione ha regole ed anche le leggi hanno principi.
Art 94 il Governo deve avere la fiducia delle due Camere. Spiega come. È una regola. Spesso
sono procedure però anche qui che vuol dire che non si interpreta?
Che è tutto talmente scritto in maniera chiara? No. Esempio  art. 92 comma 2, il
Presidente della Repubblica nomina il presidente del Consiglio dei Ministri e E su proposta
del Presidente del Consiglio, nomina i Ministri. Anche qui c’è una procedura.
È una regola eppure è soggetta ad interpretazioni e può portare a casi che non si risolvono
con facilità. È un’interpretazione i cui margini si riducono, più la disposizione è larga più si
amplia lo spazio per l’interpretazione.
(POTERI) Costituzione dei diritti  costituzione principalmente fatta di principi. DALL’ART.
1 AL 54. Costituzione che si apre, disposizioni che si aprono al massimo all’interpretazione è
quella parte della costituzione che si occupa principalmente della forma di Stato, cioè tutto
ciò che c’è tra linea del potere e la linea del popolo. Occupa lo spazio tra le due linee.
I diritti sono limiti al potere. Tutto lo spazio in mezzo è FORMA DI STATO, cioè diritti.
(POPOLO) costituzione dei poteri  costituzione principalmente fatta di regole. DALL’ART
55 AL 139. È la Cost. dei poteri che si occupa della forma di Governo, cioè di quella linea del
potere come stanno i poteri su quella linea, come si relazioni tra loro i poteri sulla linea del
potere, che rapporti ci sono tra l’uno e l’altro.
La costituzione di diritti si occupa della forma di stato.
La costituzione dei poteri si occupa della forma di Governo.

16.10.2019
PRINCIPIO COSTITUZIONALE -> I principi fondanti del testo costituzionale non
sono solo i primi 12 principi. Alcuni sono espressi, cioè trovano materialità scritta nel testo,
per esempio il Principio di Uguaglianza (art. 3 Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e
sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di
opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli
ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei
cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di
tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.)
I Principi Costituzionali non sono solo i principi espressamente scritti.
Per individuare un Principio Costituzionale c’è bisogno di interpretare. I criteri per
interpretare: - il significato letterale delle parole del testo (del senso comune delle parole)
- interpretazione evolutiva
- Interpretazione vivente (il contesto presente dell’interpretazione)
- La intentio -> l’intenzione di colui che ha scritto quindi l’interpretazione
originalista (che significato aveva il testo all’origine, quale era la norma che lui voleva trarre
della disposizione e si può capire con i lavori preparatori). I lavori preparatori nel
Parlamento sono i lavori interpretativi/preparatori dell’Assemblea Costituente.
La Costituzione ricorre pure al criterio interpretativo molto forte: criterio sistematico – per
poter dare il significato della norma/articolo, si devono sistemarli nel contesto
Costituzionale. La Costituzione è un sistema di principi e sta in piedi insieme. Ogni testo
costituzionale per poter essere colto bisogna contestualizzarlo all’interno della Costituzione.
Interpretazione sistematica vuol dire prendere i pezzi e sistemarli tra loro cioè creare la rete
(la Costituzione è come se fosse un continuo flusso di comunicazione).
Esistono Principi Costituzionali anche fondanti e non solo fondamentali, e sono anche non
scritti.
Il PRINCIPIO PERSONALISTA è un super Principio perché è il più nascosto. Personalista vuol
dire che al centro del testo Costituzionale, il fine dell'ordinamento è il pieno sviluppo di ogni
persona umana.
Es: Art.2 La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo
sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei
doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.
Il principio personalista ha un riscontro testuale più o meno immediato.
PRINCIPIO LAVORISTA – viene riconosciuto il lavoro come unica dimensione che consente
l’affermazione di una persona all’interno di una società. Come si conquista un ruolo
all’interno di un gruppo sociale, questa conquista è data solo dal lavoro. Il ruolo sociale è
sganciato da ogni altra logica di origine ereditaria, di sangue, divina, di casta, di classe. Il
ruolo sociale di ciascuno è un ruolo che ciascuno si conquista attraverso il lavoro, non è un
regalo. Quando si fa riferimento al lavoro si deve pensare al discorso del sacrificio, il lavoro è
sacrificio. Il lavoro è la dimensione prettamente umana di realizzazione della personalità
umana.
PRINCIPIO SOLIDARISTA – ci porta alla dimensione sociale, cioè ad essere parte di una
comunità e comporta solo dei doveri.
Es: art.23 Nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base
alla legge.
Art.53 Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità
contributiva.
Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
La mia esperienza non è un’esperienza singola ma è collocata all’interno di una comunità,
quindi io al gruppo sociale di appartenenza devo dare il mio contributo in base al principio di
Solidarietà. L'essere parte di una comunità impune dei doveri. Il principio solidarista è un
principio fondante dell'ordinamento Costituzionale.
Anche il Principio di Solidarietà trova un’espressione chiara e diretta nel testo
Costituzionale.
PRINCIPIO PLURALISTA – nel testo Costituzionale non esiste mai una declinazione al
singolare.
Es: art 33 L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.
La Repubblica detta le norme generali sull'istruzione ed istituisce scuole statali per
tutti gli ordini e gradi.
Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri
per lo Stato.
La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la
parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico
equipollente a quello degli alunni di scuole statali.
È prescritto un esame di Stato per l'ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la
conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale.
Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi
ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato.
Il principio costituzionale Pluralista è ovunque perché la Costituzione Italiana rifiuta il
concetto di uno in favore del più.
La dimostrazione plastica del pluralismo si trova nel art. 5 La Repubblica, una e
indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che
dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi
ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento.
Perché è l’unico caso in cui si fa riferimento ad un concetto di unicità.

17.10.2019

Legittimazione dei poteri – PRINCIPIO DI SEPARAZIONE DEI POTERI (legislativo, esecutivo,


giudiziario).
La prima funzione delle leggi è di attuazione costituzionale cioè ci sono una serie di principi
costituzionali che necessitano leggi per essere attuati.
Legittimazione – cosa da ad un potere il riconoscimento del suo esercizio. Es: per il potere
legislativo la legittimazione è il Parlamento, il Parlamento trae la sua legittimazione dal
popolo, il Parlamento viene eletto a suffragio universale dal popolo che è una
manifestazione del Principio Democratico.
PRINCIPIO DEMOCRATICO
Le funzioni del Parlamento:
-approva le leggi -> potere legislativo;
-funzione fondamentale di controllo sul Governo;
-da la fiducia al Governo;
-funzione rappresentativa: proiezione al livello del potere del pluralismo presente nella
società.
Il Parlamento è collocato: al Palazzo Montecitorio la Camera dei deputati (630) e al Palazzo
Madama la Camera del Senato (315). Sono due camere distinte, entrambe le camere
devono approvare un loro regolamento interno (un atto normativo la cui funzione è quella
di disciplinare il loro comportamento). (art. 64 Ciascuna Camera adotta il proprio
regolamento a maggioranza assoluta dei suoi componenti.
Le sedute sono pubbliche: tuttavia ciascuna delle due Camere e il Parlamento a Camere
riunite possono deliberare di adunarsi in seduta segreta.
Le deliberazioni di ciascuna Camera e del Parlamento non sono valide se non è presente la
maggioranza dei loro componenti, e se non sono adottate a maggioranza dei presenti, salvo
che la Costituzione prescriva una maggioranza speciale.
I membri del Governo, anche se non fanno parte delle Camere, hanno diritto, e se richiesti
obbligo, di assistere alle sedute. Devono essere sentiti ogni volta che lo richiedono.)
Il principio di maggioranza:
maggioranza semplice – meta più uno dei presenti al momento della votazione, criterio
generale di decisione tanto della camera dei deputati che del senato, decidono
ordinariamente a maggioranza semplice (le leggi vengono approvate a maggioranza
semplice);
maggioranza assoluta – meta più uno dei componenti (di tutti i membri dell’organo
collegiale);
maggioranza intermedia – es: 2/3 dei componenti, maggioranza più forte della maggioranza
assoluta prende il nome di maggioranza qualificata.
La maggioranza richiesta è funzionale per la decisione da prendere. Il regolamento stabilisce
le regole del gioco, come devono funzionare le camere, come funzionano i lavori
parlamentari. Devono necessariamente discutere.
La discussione Parlamentare porta all’approvazione delle leggi, quindi tanto ha diritto a
parlare la maggioranza che la minoranza.
Il Parlamento non conta tanto per il tipo di decisione che deve prendere ma per come la
decisione viene presa. Perché il Parlamento arrivi a prendere una decisione c’è un processo,
procedimento stabilita dal regolamento.
Ai parlamentari viene data una maggiore libertà di parola.
Il Parlamento quando discute ha il diritto di manifestare il proprio pensiero, il proprio
dissenso nel modo più ampio possibile per far valere le ragioni politiche della sua posizione.
Tutto ciò è totalmente pubblico e significa: le sedute del Parlamento sono pubbliche, tutti
hanno accesso al lavoro parlamentare, tutto il lavoro parlamentare è registrato ed è scritto,
è accessibile oggi sul sito del Parlamento.
GOVERNO, composto da Presidente del Consiglio dei Ministri, Ministri, insieme Consiglio
dei Ministri.
L’organo decidente/deliberativo per il Governo è il Consiglio dei Ministri, è un organo
collegiale.
Posso dire che il Governo ha approvato una legge quando viene approvato dal Consiglio dei
Ministri e prende la decisione a maggioranza.

GOVERNO PARLAMENTO
Organo collegiale; Organo collegiale;
Ricorre alla maggioranza per la Ricorre alla maggioranza per la
decisione; decisione;
C’è una decisione nel Governo se la C’è una decisione nel Parlamento se
decisione è stata presa a la decisione è stata presa a
maggioranza;
I lavori Parlamentari devono prevedere i diritti delle opposizioni, deve tutelarli.
Il sistema elettorale è lo strumento che serve a comporre il parlamento e come io scelgo i
miei rappresentati.
Art 13 coma 2 ci dice: L’unico caso in qui è possibile limitare la libertà personale resta: un
atto del giudice motivato e nei soli in casi e modi previsti dalla legge.
Art 25: la punizione ed il tipo di punizione che incide sulla libertà personale può essere
decisa soltanto dalla legge. Ci deve essere una legge che disciplina i vari reati. Questo rinvio
prende il nome di legge.
Sentenza 230 del 2012
La legge è il prodotto di un processo formativo partecipato al massimo (l’atto normativo per
eccellenza frutto della più ampia discussione che prevede la partecipazione della più ampia
pluralità di persone), il tutto pubblico (possiamo ricostruire tutti i passaggi). All’esito di
questo percorso lungo, partecipato, pubblico, la scelta su quella legge viene assunta a
maggioranza -> il processo diviene legge

24.10.2019

In un istituto professionale a Roma, una ragazza di 18 anni viene bocciata e si riscrive l’anno
successivo. Il preside dopo aver sentito il collegio dei docenti dice anche di no (è inutile che
tu ti riscriva) perché la ragazza era affetta da una gravissima disabilità.
Viene sentito il personale sanitario (ASL), e dicono che può benissimo riscriversi all’anno
scolastico. Nonostante ciò i docenti non fanno entrare in aula a Carla (violazione del diritto
all’istruzione).
A quel punto i genitori si sono rivolti alla pubblica amministrazione: “è legittimo quello che
hanno fatto i docenti?” La pubblica amministrazione deve capire come deve agire. Deve
agire in base ad uno statuto. Lo statuto è prodotto dell’università, è un atto normativo
dell’università, deliberato dalla stessa università e deve far riferimento alla legge.
Art. 97
Questo articolo è sostanzialmente il principio di legalità della pubblica amministrazione, cioè
significa che ogni amministrazione pubblica deve operare in base alla legge. Es di
amministrazione pubblica: comune, ospedale pubblico, scuole pubbliche.
La pubblica amministrazione deve far riferimento e agire secondo le disposizioni di legge.
I genitori vogliono vedere riconosciuto il diritto all’accesso nell’aula alla figlia, il
riconoscimento del diritto all’istruzione.
L’amministrazione manda a casa un provvedimento e rende legittimo l’agire del corpo
docente.
I genitori chiamano in causa l’università, la pubblica amministrazione perché secondo i
genitori il provvedimento è illegittimo. Tutto davanti ad un giudice terzo, un giudice
imparziale.
Principio di legalità -> si passa al giudice, art. 101
I giudici sono soggetti soltanto alla legge.
LEGGE GIUDICE 2°

GIUDICE

PROVVEDIMENTO AMMINISTRATIVO
Giada chiama in causa la pubblica amministrazione perché secondo lei la pubblica
amministrazione ha creato un provvedimento illegittimo. Illegittimo perché sostiene che
l’azione del professore ha rispettato lo stato, ma lo statuto non ha rispettato la legge. L’agire
del professore conforme allo statuto, ma lo statuto non è conforme alla legge, quindi il
professore non ha agito conforme alla legge.
Tutto il processo si terrà davanti ad un giudice terzo, cioè il giudice dev’essere imparziale. I
giudici soggetti soltanto alla legge – anche sulla funzione giurisdizionale c’è un controllo.
Come deve decidere il giudice? Applicare la legge. L’unico “padrone” del giudice è la legge.
Deve decidere in base alla legge. Deve trovare la legge da applicare, deve interpretarla al
caso tra le parti. Il giudice deve valutare tutte le circostanze poi deve applicare la legge,
deciderà soltanto in base alla legge.
Se lo statuto non conforme alla legge, allora il provvedimento dell’amministrazione pubblica
è un provvedimento illegittimo, questo viene stabilito dal giudice.
Solo il giudice, soggetto solo alla legge è quel potere capace di dire quel provvedimento
della pubblica amministrazione (che deve anche essa applicare la legge) è illegittimo.
Presupponendo che Giada vince la causa: il giudice verifica che il provvedimento è
illegittimo quindi il giudice annulla il provvedimento.
Il giudice amministrativo e il tipo del giudice del nostro caso. L’oggetto del giudizio è l’azione
della pubblica amministrazione, ma la pubblica amministrazione agisce solo tramite il
provvedimento amministrativo. L’oggetto del giudizio è il provvedimento (la lettera mandata
a casa).
Il principio del Giudice Naturale (art.25) -> costituzione dei diritti.
Stabilisce un diritto del cittadino. Quando ci si rivolge al giudice, ci si rivolge alla funzione
giurisdizionale, ci si rivolge alla iurisdictio non ad un giudice specifico, particolare che scelgo,
ciò significa che è precostituito per legge, ciò significa che è la legge che stabilisce prima che
il fatto succeda, quale sarà il giudice di quel fatto.
Il cittadino che va dal giudice, non va a scegliere il giudice, si rivolge alla funzione
giurisdizionale.
L’assegnazione specifica spetta al capo del tribunale civile (ammnistrativo) o al capo della
proccura (penale).
Il fatto che il giudice c’è già prima del fatto, è una garanzia, è una sicurezza, è un limite.
Proprio per evitare prove di parzialità. Se comunque si dovesse scoprire che un giudice
naturale precostituito è mezzo parente di una parte, può ricusarlo, cioè chiedere la
sostituzione della persona fisica che incarna la funzione giurisdizionale.
Tutti i casi in cui un giudice amministrativo con sentenza decide a favore della inchiesta
ricorrente di un atto amministrativo per l’effetto decreta l’annullamento dell’atto, del
provvedimento amministrativo.
Anche la decisione di un giudice non è mai una, è ammesso che su quella decisione
intervenga la decisione di un giudice ulteriore, cioè un giudice diverso. Si chiede un nuovo
giudizio sullo stesso fatto, il GIUDIZIO DI APPELLO, cioè un secondo giudice reinterpreta i
fatti, la legge. Può succede che l’errore del primo giudice sia stato anche nell’individuazione
della legge.
Al giudice di secondo grado si chiede la riforma del provvedimento che è stato annullato.
Se il secondo giudice accoglie l’inchiesta, riforma la sentenza; l’effetto è quello di
confermare il provvedimento.
Nel caso del giudizio amministrativo, cioè cittadini contro pubblica amministrazione, i
giudizi possibili sono due, di primo grado – TAR – e di secondo grado – Consiglio di Stato.
Quindi il giudice di secondo grado rispetto ai TAR che solo tutti regionali (tutti i fatti di
cittadini contro l’amministrazione vanno al TAR), la sentenza è una sentenza definitiva.

30.10.2019

IL GIUDICE SI PUÒ OPORRE ALLA LEGGE? PUÒ PORRE UN PROBLEMA ALLA LEGGE?
La legge è un prodotto del Parlamento; il Parlamento è un potere.

COSTITUZIONE

LEGGE CORTE COSTITUZIONALE


GIUDICE

PROVVEDIMENTO
Il giudice può porre il problema perché esiste la legalità costituzionale e c’è qualcosa di
superiore alla legge, cioè la Costituzione. Ciò avviene grazie alla Corte Costituzionale.
Il giudice, solo in un caso può non applicare la legge, quando ha dei dubbi sulla legge che
dovrebbe applicare ad un dato caso.

31.10.2019

PASSAGGI CHE IL GIUDICE DEVE FARE:


1. RILEVANZA DELLA QUESTIONE:
Il dubbio deve essere sulla legge da applicare per risolvere il caso.
2. GIUDIZIO NON MANIFESTA INFONDATEZZA: è la q. l. c. -> questione di
legittimità costituzionale che “non manifesta infondatezza”; cioè il dubbio del
giudice.
 La questione (q. l. c.) è rilevante quando ha d’oggetto la legge che il giudice deve
applicare per risolvere il caso.
 Il giudice deve dimostrare alla Corte che il suo dubbio si poggia su solide basi, è
ragionevolmente fondato.
GIUDIZIO O SINDACATO in via INCIDENTALE: è l’accesso alla Corte. Incidentale – si presenta
un ostacolo, cioè il giudice sospende il giudizio. Il giudice non decide con una sentenza
(perché rappresenta una decisione) ma con ORDINANZA DI RINVIO, quindi rinvia il giudizio.
È una questione pregiudiziale: il giudice si accorge che non può decidere, prima del giudizio,
deve risolvere il dubbio.
COSA DEVE ESSERCI NELL’ORDINANZA?
1. L’oggetto del giudizio della Corte Costituzionale è la questione di legittimità
costituzionale (rilevanza) cosi come posta dal giudice (l’oggetto è l’ordinanza di
rinvio).
2. Si deve argomentare alla Corte il dubbio sulla legge. (l’argomentazione)
Si deve mettere nell’ordinanza:
 parametri costituzionali -> le singole norme costituzionale che secondo il giudice
sono violate da quella legge;
 l’azione del giudice che porta al rinvio alla Corte Costituzionale è un’attività di
INTERPRETAZIONE (il dare significato (un giudizio) alle norme, alle disposizioni).
La non manifesta infondatezza è tutta una questione di interpretazione.
A questo punto la Corte Costituzionale giudica. Si può dire che la Corte giudica la questione
di legittimità costituzionale sulla legge, frutto di un’attività interpretativa del giudice. L’esito
è che il giudizio della Corte Costituzionale è un giudizio su un’interpretazione, vuol dire che è
un’interpretazione sull’interpretazione.
L’oggetto di tutto ciò non sono fatti concreti, ma sono interpretazioni del giudice e
interpretazione della Corte sull’interpretazione del giudice. Ci possono essere molte variabili
rispetto all’esito del giudizio.
Sintesi: - c’è un giudice qualsiasi che ha un caso qualsiasi (A contro B) e due possibilità:
- fisiologica: il giudice per giudicare deve trovare la legge e applica la legge
risolvendo il caso.
- Patologica: il giudice si pone il dubbio se la legge che ha scelto è conforme
costituzionalmente, questo dubbio è l’unico caso in cui il giudice può non
applicare la legge.
A questo punto il giudice esprime un giudizio di rilevanza (si pone la domanda se la
legge su qui ha espresso il dubbio è decisa per il suo caso, la questione sarà rilevante
se ha come oggetto esattamente la legge che deve applicare per risolvere il caso),
per dimostrare alla Corte che il suo dubbio è solido deve individuare i parametri
costituzionale e deve dire che secondo esso la legge è in contrasto con i parametri
costituzionali per i seguenti motivi (importantissima l’argomentazione). Tutta questa
elaborazione del giudice viene scritta nell’ordinanza di rinvio, contestualmente nella
richiesta da un lato sospende il caso dall’altro chiamo in causa la Corte
Costituzionale. Questo perché chiedo alla Corte a quel punto di giudicare la
questione che io gli ho posto.
Il giudizio in Corte:
- Ha un giudice: la Corte Costituzionale
- Ha un oggetto: formalmente è sulla legge, ma sostanzialmente è sulla questione
di legittimità costituzionale.
Quando la Corte decide la questione nei termini anzidetti è fondata, oppure la questione
cosi come prospettata non è fondata. L’oggetto del giudizio è la questione, non dice mai la
legge è…
La questione è fondata o non è fondata è l’argomentazione della Corte.
Se la Corte dice “nei termini anzidetti la questione è fondata” la decisione della Corte sarà:
la questione di legittimità costituzionale, la conseguenza rispetto alla legge è
incostituzionale. Se la questione è fondata, il dubbio sarà fondato. Mentre il giudice può
solo sollevare un dubbio, la Corte se ritiene quel dubbio fondato dichiara l’incostituzionalità
della legge (questione di poteri). La Corte decide con sentenza l’illegittimità della legge, al
contrario “se nei termini anzidetti la questione non è fondata” per questi motivi la Corte
dichiara la questione non fondata.
L’effetto di incostituzionalità della legge è erga omnes, cioè vale per tutti, l’effetto è drastico
per tutto l’ordinamento. La legge viene proprio tolta dall’ordinamento, dal giorno dopo la
legge non esiste più.
Nessun altro giudice userà più la legge che è stata tolta dall’ordinamento italiano.
Se la dichiarazione di incostituzionalità della legge vale solo per il Pro futuro: cioè si toglie la
legge solo per il futuro, questo significa che proprio il giudice che ha sollevato la questione,
che ha avuto il dubbio è costretto ad applicare la legge; NON è POSSIBILE che una legge sia
incostituzionale.
La dichiarazione di incostituzionalità ha un EFFETTO RETROATTIVO che serve proprio al
giudice che per esempio 1 anno prima ha sospeso la sentenza del caso: ha un effetto
retroattivo ma ha comunque un limite. La retroattività si arresta davanti alle situazioni
definite con sentenza definitiva (un caso si ritiene chiuso quando ha raggiunto il terzo grado
o il secondo nel caso di giudizio amministrativo), questi casi chiusi non sono toccati dalla
retroattività perché esiste un principio. Se non si metterebbe un limite alla retroattività
metterebbe in dubbio tutto. Verrebbe meno il principio della certezza del diritto. Non si
avrebbe il modo di chiudere i casi.
L’unico caso inaccettabile dal punto di vista costituzionale, la situazione definita e chiusa per
sempre che non può essere attaccata da una legge successivamente dichiarata
incostituzionale, è quella situazione in cui il soggetto è condannato dal punto di vista penale,
quindi in via definitiva, che ha una misura che prevede una forma di restrizione della libertà
personale. Se la condanna è definitiva, la condanna viene annullata, perché non ci può
essere un soggetto privato dalla libertà personale in forza di una legge comunque
incostituzionale.
Ripasso: nel caso in qui il soggetto condannato con sentenza definitiva in forza di una legge
dichiarata incostituzionale la retroattività della dichiarazione di incostituzionalità sfonda il
muro della sentenza definitiva (del caso chiuso). Opera in forma retroattiva anche in questo
caso perché regge il discorso della libertà personale.

6.11.2019

Un caso si può definire chiuso quando c’è una sentenza definitiva. Una sentenza definitiva
c’è quando:
- se non si impugna una sentenza, entro un certo tempo previsto dalla legge, quella
sentenza, anche se di primo grado, diventa definitiva perché non esercito il diritto
all’impugnazione della sentenza quindi di fatto accetto la decisione -> acquiescenza; diventa
definitiva anche perché i casi non possono essere aperti senza limiti, per sempre perché
verrebbe meno la certezza del giudizio.
- si arrivano a tutti i gradi di giudizio.
C’è una differenza tra il civile, contabile, amministrativo e penale.
La decisione definitiva sul penale di solito è quando si è condannato, nel penale anche a
fronte di sentenze definitive (cassazione) possono essere rimesse in discussione in presenza
di fatti particolarmente eclatanti (es. evoluzione scientifica sul DNA).
2. In caso di questione non fondata:
Se la Corte Costituzionale dichiara la questione di costituzionalità non fondata non significa
che la legge presa in discussione ottiene una sorta di patente di costituzionalità per sempre
da parte della Corte. Tutto si gioca sulla questione di costituzionalità, cos’è fondato e cosa
non è fondato è la questione, cosa (la legge e i motivi per i quali secondo il giudice quella
legge è incostituzionale) il giudice ha portato alla Corte.
La Corte non accoglie quella questione, dichiara non fondata quella questione. In questo
caso il giudice che aveva sospeso la questione deve riassumere il giudizio (riattivare il
processo) e a questo punto la legge sulla quale aveva il dubbio viene applicata e decide il
caso. Quella legge non è una legge costituzionale per sempre, nulla vieta che un altro
giudice in altro processo, o nello stesso processo il giudice di secondo grado, in una nuova
questione di costituzionalità, che significa nuovi parametri, nuove motivazioni, aggiunge altri
profili e a quel punto c’è una nuova questione di costituzionalità ma la legge rimane la
stessa. Es. Una legge salvata dalla Corte in un caso, dopo un tempo, nulla vieta che in un
successivo momento una nuova proposizione di una nuova questione sulla stessa legge porti
la Corte a cambiare orientamento, cioè a riconoscere quella questione cosi come presentata
fondata. Una questione dichiarata non fondata, in quel momento incostituzionale, dopo 10
anni può diventare fondata, perché cambia il contesto ma cambia anche la Corte (i
componenti della Corte cambiano).
Mentre la decisione che dichiara incostituzionale, fondata la questione, è una decisione
ERGA OMNES (cioè vale per tutti), è una sentenza di accoglimento, invece la decisione che
dichiara l’infondatezza della questione è una sentenza di rigetto (vale solo per quel caso, ha
effetti solo tra le parti).
Nel caso della sentenza di rigetto, l’effetto è quello dell’applicazione della legge.
STOP PARZIALE!!!!
20.11.2019
Procreazione medicalmente assistita
Benedetta Liberali
3 profili:1. quale è il rapporto centrale tra diritto e scienza?
La scienza, l’evoluzione tecnico scientifica, come fa il diritto a stare dietro?
2. come il legislatore ha deciso di bilanciare i diritti fondamentali? Diritto alla salute è il
primo che ci viene come fondamentale
3. esiste veramente un diritto a procreare (un nuovo diritto)?
legge 40 del 2004 regola la materia.
Tecniche di procreazione assistita:
Aiutano le coppie ad aviare una gravidanza. Mette in campo questa tipologia di procreare.
Il parlamento realizza udizione in quali fanno parlare gli scienziati. Si tiene conto di ciò che
viene detto dagli scienziati.
Dopo il percorso la legge viene approvata. Lo scopo è dare soluzione ai problemi di sterilità e
fertilità quando il medico accerta che non si può fare niente altro.
Solo le coppie sposati e conviventi, con disposizione di età predisposta alla fertilità, entrami
viventi, di sesso diverso, maggiorenni. Limita l’accesso alle persone single e gli omossessuali.
Il parlamento sceglie di tutelare la famiglia tradizionale.
L’articolo 1 della legge 40 si propone anche di tutelare i diritti fondamentali di tutti i soggetti
coinvolti, compreso il concepito (pone sullo stesso piano le persone e il nascituro). La
dottrini ha sempre visto questo dato.
Volendo tutela il concepito, varia molto le modalità di procreazione.
Il medico è il protagonista, al medico viene riconosciuto un ampio margine di materia e in
certi casi si può anche rifiutare di non prestare il trattamento per causa della salute della
coppia. La legge 40 riconosce una altra scelta, cioè obbiezione di coscienza.
La legge 40 oltre a tutelare il nascituro stabilisce che la coppia che decide di mettere al
mondo di diventare a tutti gli effetti genitori.
Nel dramma della scelta di un aborto non c’è equivalenza tra le persone e i futuri nascituri.
Tecniche:
Limita la sola tecnica di fecondazione omologa, ancora una volta aderisce a come la
procreazione naturale avviene.
Pone un divieto espresso rispetto alla fecondazione eterologa, l’utilizzo di uno o dei
entrambi legamenti esterni alla coppia.
Lesione inviolabile la dignità della donna, un altro divieto e quella della maternità surrogata.
L’idea del legislatore di tutelare un embrione. Decidono di non tenere conto di ciò che gli
scienziati dicono.
Per legge si stabilisce un protocollo medico. Obbliga il medico a impiantare 3 embrioni nello
stesso tempo nel corpo della donna. Ma il legislatore tradisce il fatto… perché nella donna
giovane potrebbe portare una gravidanza plurigemellare, o nella donna di un’età più
avanzata
Si consente al medico di differire il trasferimento nel caso in cui vedo che la salute della
donna è messa in pericolo. -> caso di famiglie dove i genitori sono affetti da gravissime
malattie genetiche.
Sentenza 96 del 2015 -> la corte ammette anche le coppie affette da gravissime malattie
genetiche.
La Corte si occupa anche dalla fecondazione eterologa 162 dal 2014. Si escludono le coppie
che hanno un grado di fertilità e sterilità massimo.
Articolo 32 tutela sia la salute fisica sia la salute psicologica.
Sentenza 84 del 2016
La legge 40 prevede un divieto assoluto di ricerche sulla sperimentazione degli embrioni
umani, dalle diverse specie. Alla Corte Costituzionale arriva la richiesta di tentare di dare un
fine a dei embrioni rimasti dalle coppie che hanno prodotto più embrioni di quanto ne
avevano bisogno, cioè di dedicarli alla ricerca, alla sperimentazione.
La corte riconosce la legittimità di questi embrioni. Ci dice che anche l’embrione ha un
diritto antropologico. Concede la ricerca per gli embrioni malati.
Sentenza 121 2019
Riguarda una coppia omossessuale femminile, chiedono la fecondazione eterogena.
Diritto a procreare -> esigenze di procreazione. La corte costituzionale ci dice che la coppia
omossessuale non è fertile dal punto di vista sessuale, ma da punto di vista fisiologica.
Tecniche:

LEGGE 40/04
INTERVENTO DEL LEGISLATORE, SU QUESTA LEGGE SONO INTERVENUTE:
SENTENZA N151/2019
SENTENZA 162/2014 – ETEROLOGA (NON Maternità SURROGATA NO)
SENTENZA 96/2015 – AMMESSI POTATORI DI GRAVE MALATTIE
SENTENZA 229/2015– ILLEGITIMO SOPPRESSIONE DEGLI EMBRIONI -
SENTENZA 84/2016 – RICERCA SCIENTIFICA DEGLI EMBRIONI
SENTENZA 221/2019 – COPPIA OMOSSESSUALE FEMMINILE

Il caso di Carla si risolve come in questo caso presentato da noi.


TAR Lazio ha un dubbio sulla legge da applicare in caso di Carla. Ritiene che la legge sia
rilevante e la questione sia rilevante e costruisce una questione di costituzionalità, solleva
alla Corte la questione di Costituzionalità, ritiene la legge in contrasto con principi
costituzionali. RILEVANZA ->NON MANIFESTA INFONDATEZZA -> SOSPENDE IL GIUDIZIO ->
LA CORTE.
I principi costituzionali (parametri) ritenuti violati: uguaglianza, solidarista.
Facilitata si va bene, ma non basta. Secondo il giudice non è sufficiente a dare piena
attuazione ai principi costituzionali della materia.
07.11.2019

Il giudice aquo -> nel momento in cui il giudice rinvia alla Corte Costituzionale prende questo
nome.
La scuola è la prima formazione sociale in cui entriamo a far parte.
Art. 3 e art. 2 -> violazione del diritto all’istruzione
Art.34 -> l’istruzione è obbligatoria per almeno 8 anni, non si può scendere al di sotto dei 8
anni di istruzione.
Art.38 si collega con l’Art. 4.
Sentenza 215 del 1987: uno dei principali nella ricostruzione dei valori e dello stato sociale.

13.11.2019

Composizione della Corte Costituzionale:


il tipo di composizione della Corte è funzionale al tipo di attribuzione della Corte, è
composta in questo modo proprio perché alla Corte sono chieste delle competenze molto
particolari.
- Giudizio di incostituzionalità della legge. La principale attribuzione della Corte è
quella di legittimità costituzionale della legge. All’interno di questa funzione c’è una
via incidentale.
- Conflitto tra poteri -> un potere quando ritiene che un altro potere abbia fatto
qualcosa che non spetta a lui si rivolge alla Corte Costituzionale.
- Referendum abrogativo -> lo strumento di democrazia diretta attraverso il quale il
popolo direttamente incide su un atto normativo. Non ha lo stesso effetto che ha la
dichiarazione di incostituzionalità perché non è retroattivo. La Corte può dichiarare
l’ammissibilità al referendum che è un passaggio fondamentale della Corte.
- Giudizio di accusa nei confronti del Presidente della Repubblica. (mai messa in atto)
Le decisioni della Corte sono sempre decisioni pesanti, posso eliminare le leggi con effetto
retroattivo, può annullare la sentenza di un giudice, può annullare un decreto del Governo.
Può riscrive e ridefinire la forma di Governo (come si rapportano i poteri tra loro, che tipo di
relazione ci sono tra i poteri).
I componenti della Corte sono:
La Corte è un giudice perché esercita la giustizia costituzionale.
La Corte è un giudice collegiale, proiezione del principio pluralista, composta da 15 giudici, la
composizione è mista, non hanno tutti la stessa estrazione.
Chi può diventare giudice della Corte?
3 categorie di soggetti:
- Magistrati che fanno parte del potere giudiziario; hanno vinto un concorso pubblico
e hanno una legittimazione tecnica -> una competenza certificata che ti porta a
svolgere un preciso compito. I magistrati che fanno parte da magistrature superiore:
consiglio di stato (1), cassazione (3), la corte dei conti (1). Il principio è la
progressione in carriera. 5 giudici sono magistrati e si scelgono attraverso delle
elezioni tra di loro.
La Corte deve sapere quello che significa prendere una decisione, ci vuole anche una
natura, estrazione, politica della Corte. Ci vuole una natura politica all’interno della
Corte e non può che darla il Parlamento in seduta comune, legittima il Governo ed è il
rappresentante del popolo, sede del pluralismo (maggioranze + minoranze). Si sceglie in
seduta comune (camera del senato più la camera dei deputati) e a maggioranza
qualificata (630 voti a favore). Il Parlamento non deve assolutamente scegliere
all’interno del Parlamento ma può farlo, e a quel punto decade da parlamentare. Il
Parlamento elegge cinque giudici tra le due categorie (professori e avvocati). Un’altra
elezione in seduta comune del Parlamento è quella dell’elezione del Presidente della
Repubblica 2/3 dei candidati.
La Corte è del tutto estranea a logiche rappresentative, non si portano interessi di parte
e si deve uscire da ogni indirizzo politico (la selezione tra più interessi di quelli che si
intendono proseguire), in Corte si portano solo le competenze. Non sono le camere
separate perché le camere separate rappresentano indirizzi politici diversi.
Composizione di matrice politica.
Gli altri 5 solo scelti dal presidente della Repubblica e ha una funzione di equilibrio tra le
altre due componenti. Sceglie sempre tra i professori ordinari e tra gli avvocati.
- Professori ordinari in materie giuridiche;
- Avvocati con almeno 20 anni dell’esercizio della professione.
La durata del mandato dei Giudici della Corte è di 9 anni. Dare 9 anni ai giudici significa
avere la certezza che i giudici sopravviveranno al venir meno del Parlamento e del
Presidente della Repubblica.
Fare il Giudice di Corte è molto importante e complicato, ed è un pluralismo di competenze
e di tipo di scelte. L’equilibrio dettato dalla scelta del Presidente. Il Giudice della Corte deve
essere dettato dall’equilibrio e significa che le dotti del giudice devono essere altissime-
competenza tecnica, prudenza, equilibrio, il giudice deve saper ponderare -> quando
esercita le sue funzioni deve saper equilibrare.

La legge arriva alla Corte.


La Corte elegge al suo interno un presidente, di solito il più anziano come mandato. Il
presidente è quello che assegna la questione al giudice costituzionale specifico – che ha tre
assistenti che studiano tutta la questione, articoli di dottrina, tutta la giurisprudenza e vanno
dal giudice, poi si va in udienza pubblica. Quel giudice scelto dal Presidente ha il nome di
relatore. In udienza il giudice relatore illustra a tutti gli altri giudici la questione; deve
esporre i termini della questione e dopo si discute; a fine udienza la Corte si riunisce in
Camera di Consiglio, in quella camera si prende la decisione maggioranza. Il giudice relatore
riprende la parola e propone una soluzione per le varie ragioni ma si devono sentire il parere
di tutti gli altri giudici che studiano tutte le cause, ogni giudice deve esporre la sua opinione.
Se la questione del giudice relatore è accolta non c’è ancora una sentenza, ma il giudice si
chiude nella sua stanza con gli assistenti e scrivono la sentenza. Se non si ha la sentenza del
giudice relatore … la sentenza verrà assegnata per essere conclusa e scritta dal presidente
ad un altro giudice.

21.11.2019

27, c’è lezione, aula magna – giornata dell’ELSA


28 non c’è lezione
4 mercoledì 2 ore
5 giovedì 17-19
11- parziale
12 – 2 ore l’ultima lezione

La possibilità di impugnare la legge nella Corte Costituzionale. La legge prima di


arrivare nella Corte Costituzionale deve essere norma vivente nell’ordinamento, deve essere
applicata. La corte agisce sempre in via eventuale a posteriori. Ci vede essere sempre una
porta alla Corte, cioè ci deve essere sempre un giudice, un caso concreto. Il potere dei
giudici della Corte sono è di garanzia Costituzionale. la Corte giudica la Legge.
La scelta di merito sulla legge appartiene al legislatore perché è espressione del popolo, è
democraticamente eletto, è la partecipazione massima, a maggioranza, il legislatore è
responsabile perché le scelte possono essere bocciate dal popolo alle future elezioni. La
corte non può e non deve fare scelte politiche, interviene solo quando le scelte operate
dalla legge vanno a contrastare i principi costituzionale. La Corte non è un legislatore. La
giudice può essere a quo quando è giudice, quando esercita la funzione di giudice
costituzionale. La Corte non può sostituirsi al legislatore perché non ha il potere legislativo.
Tra la legge che arriva dopo molto tempo e la legge che arriva subito c’è sempre il principio
di interpretazione. Obbligo di interpretazione conforme alla legge è il processo fatto dal
giudice. Se non si riesce l’interpretazione conforme, la certezza del giudice è un dubbio per
la Corte.
Nel 1996 la Corte ha detto: le leggi non vanno dichiarate incostituzionale quando è possibile
dare un significato contrario alla Costituzione, ma quando non è possibile dare un significato
conforme alla Costituzione, quando non c’è un’altra alternativa. Se non ci sono alternative e
il testo non può che significare qualcosa contro la Costituzione allora viene dichiarata
l’incostituzionalità.
La Corte chiede la legge sia interpretata.
Il giudizio della Corte è un’interpretazione su un’interpretazione.
Sentenze monitor -> la corte salva una legge, ma può dire che la materia potrebbe dare
delle indicazioni,
Dopo essere stata approvata dal Parlamento e prima che la legge entri in vigore c’è un
processo di promulgazione (passaggio dell’approvazione della legge, non è un passaggio
eventuale come alla Corte) anche dal Presidente della Repubblica (garante della
costituzione). Anche per il Presidente della Repubblica il parametro è la Costituzione. Il
Presidente può accedere all’incostituzionalità, accende una spia, quando individua questi
profili con un atto motivato, il presidente non promulga la legge ma la rinvia al legislatore, al
Parlamento, è una spia di incostituzionalità. Il Presidente esercita il potere di rinvio della
legge nel Parlamento. A questo punto il legislatore rivaluta, ma non è obbligato a modificare
la legge in base alla motivazione del Presidente:
- può presentare la stessa legge;
Il fatto che il Presidente della Repubblica può far tornare una legge in Parlamento è un limite
al legislatore.
La Corte è anche un giudice dei poteri. Il Presidente della Repubblica può non firmare una
legge che aveva già rimandato in Parlamento, si solleva un conflitto tra poteri costituzionale
tra il Parlamento e Presidente.

27.11.2019
Seminario Elsa. Elsa day- evento
Prof: 3 profili
1. profili costituzionalistici
2. limiti alla libertà dell’espressione
3. riferimento al caso italiano,
speech online – il giurista è da sempre attraversato da una forte inquietudine quando si
parla della libertà di espressione, vede ogni limite alla libertà con inquietudine.
Caratteristica della comunicazione sull’internet:
velocità
possibilità di raggiungere una massa maggiore di persone
transnazionalità
anonimato
Il tema del discorso dell’odio online
2. la democrazia si regge sul libero mercato delle idee, un mercato aperto che fa entrare
tutte le idee, tutte le opinioni, sia quelle positive che negative.
edu- art 10 si afferma la libertà di espressione

04.12.2019

Oggi 2 ore
2 ore parziale 11.12.2019
2 ore giovedì 12.12.2019
Come il nostro ordinamento interno si apre all’ordinamento esterno?
Da molto tempo la nostra produzione del diritto non è più rimessa al nostro ordinamento
interno, ma proviene anche dall’esterno, da altri ordinamenti.
Soggetti che producono diritto all’interno del nostro ordinamento ma sono soggetti che non
appartengono al nostro ordinamento.
Premessa: che ci sia diritto prodotto dai soggetti esterno dal nostro ordinamento.
Il diritto che abbiamo visto fino adesso è un diritto prodotto dalla Costituzione e dal
Parlamento. PARLAMENTO

LEGGE

Governo Accordo Libia


Criterio 15
Il soggetto produrrà la sua legge con le sue regole, la nostra
Costituzione non potrà dire niente, ma dovrà avere un criterio di accesso.
Il criterio di accesso funziona in due modalità diverse:
art. 10
L’ordinamento giuridico italiano si conforma all’ordinamento giuridico
Il nostro ordinamento si conforma al diritto internazionale, generalmente riconosciuto.
Art.11
Se il nostro stato
Supponiamo che l’Italia e Libia firmano un accordo.
Il presidente del consiglio firma, il governo.
La firma dell’accordo viene messa nel governo, una volta concluso deve passare al
Parlamento e assumere la condizione di legge di ratifica del trattato internazionale,
approvata dal Parlamento.
La definizione del contenuto dell’accordo è messa alla volontà del Governo.
Sostanzialmente quello che dice la legge non è stata decisa del Parlamento, ma è stata
decisa nel trattato internazionale. Il Parlamento decide se ratificare o meno il trattato
internazionale stipulato tra il governo e l’altro stato.
Il meccanismo è il sistema che segue in tutti i trattati internazionali.
Prima via
La seconda via dell’accesso è l’articolo 11
Limitazione di sovranità
L’Italia consente limitazioni di sovranità necessarie, cede parte della sovranità ad
ordinamenti più grandi -> significa che l’ordinamento italiano riconoscere in alcuni casi la
possibilità di produrre diritti a qualcuno di esterno.
In particolari casi, è la Costituzione che consente ad altri soggetti esterni di produrre diritto,
a determinate condizioni. È una visione aperta al modo, consentire a determinate condizioni
cessione della propria sovranità. Ordinamenti sovranazionali, complessi, che prendono le
decisioni e le decisioni sono diritto dentro il nostro ordinamento.
L’articolo 11 aveva lo specifico obbiettivo di consentire la partecipazione dell’Italia all’ONU
(1945).
Nel 1957 a Roma è stato firmato l’accordo con l’Unione Europea.
L’ordinamento sovranazionale per produrre diritto ha bisogno di una forma di governo, una
forma di stato:
L’Ordinamento sovranazionale UE (trattato di Lisbona) deve ispirarsi ai principi del
costituzionalismo (separazione dei poteri, diritti fondamentali) e non può funzionare come i
singoli ordinamenti dei paesi, i meccanismi attraverso i quali implementa, non è detto che
sia gli stessi diritti dei singoli ordinamenti nazionali, anzi in qualche modo devo essere
diversi perché è un ordinamento sui generis, cioè unico.
Parlamento Europeo, Consiglio Europeo, Commissione Europea, Consiglio dell’Unione
Europea, Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
Ha una Carta dei diritti fondamentali, ha un principio della separazione dei poteri -> ci
devono essere più potere: legislativo (produrre diritto) -> spetta a due soggetti diversi:
Parlamento Europeo, che solo dal 1979 è un organo direttamente eletto dai cittadini
europei (ogni stato in base alla propria popolazione ha una quota di parlamentari all’interno
del Parlamento europeo, prima i parlamenti aveva alcuni suoi membri nel parlamento
europei). Da organo a rappresentanza indiretta a organo di rappresentanza diretta e il
Consiglio dell’Unione Europea: organismo composto dai singoli ministri di tutti gli stati
membri competenti per materia specifica, ministri – organi del governo.
Il processo che porta all’attuazione di normative -> colegislazione

Giudiziario: Corte di Giustizia, ogni stato membro ha un suo giudice.


Esecutivo: Commissione Europea composta da un rappresentante per ogni stato ->
presidente Fonderlie, Governo nazionale designa un proprio rappresentate (Paolo Gentiloni,
Italia), accettato dal Parlamento Europea. Potere esecutivo, attuare il legislativo dell’UE,
indirizzo politico. Spesso promuove le proposte di legge, iniziativa legislativa.
Consiglio Europeo: composta dai tutti i presidenti del consiglio di tutti gli stati membri. È il
potere più alto di indirizzo politico, definisce 10, due volte all’anno delinea le linee generale
dell’azione del governo dell’UE.
13.12.2019

Due direttive di massima:


Ruolo degli asili nidi
Principio dei best interests of the child
Asili nido hanno una sorte di riconoscimento costituzionale?
La corte Costituzionale si è occupata sempre degli asili nido. La natura degli istituti per nido:
evitare in qualche modo l’abbandono, la morte dei bambini abbandonati, una funzione di
cura nei confronti dei bambini, la funzione assistenziale nei confronti delle madri. Istituto
sorto come funzione primaria, con uno frumento posto all’interno delle fabbriche quando le
donne iniziano ad essere utilizzate nelle fabbriche, la funzione è: assistenza familiare in
modo tale da consentire alle madri di lavorare. Speso gestite da religiose e ricadevano
nell’ambito del lavoro, sanità. La funzione era essenzialmente di assistenza e.
La natura comincia a cambiare con l’avvento della costituzione, cioè dopo.
Anche in presenza del testo Costituzionale sono rimaste queste strutture.
Negli anni 70’ cambia perché gli anni 70’ sono stati gli anni fertili della Costituzione per una
cultura climatico politico, sociale, ed economico.
Il referendum anche è stato introdotto nel 1970, le regioni come istituzione, come enti
separate.
La competenza legislativa, la capacità di legiferare nell’ambito degli asili nido spetta alle
regioni. Tra gli anni 70’ e 80’ approvano delle leggi regionali in cui cambia la natura degli asili
nido, non più enti di assistenza e cura di bambini, ma l’asilo nido viene definito: servizio
socioeducativo nel servizio pubblico.
Validità territoriale diversa delle leggi. C’è la possibilità di contrasto tra le leggi dello stato e
la legge delle regioni se sia lo stato che le regioni legiferano sulla stessa materia. Per evitare
questo contrasto si è immaginato un criterio di riparto di competenze. Il contrasto c’è se
tutte due legiferano sulla materia.
Per evitare il contrasto si dividono le materie: alcune materie sono legiferate dallo stato e
alcune sono legiferate dalla regione, si individuano degli ambiti materiali.
Dal 1970 fino ad un certo punto (sono sorte le regioni), l’assetto della bipartizione: in
costituzione c’erano alcune materie scritte di competenze Regionale (poche) e tutte le altre
erano dello Stato, c’era il cosiddetto criterio residuale: io ti indico quelle di competenza
Regionale (art. 117), tutte quelle che non sono indicate sono Statale.
Nel 2001 cambia tutto perché le Regioni chiedono più autonomie, c’è un’istanza federalista
che avanza, riforma dell’articolo 117, titolo 5 della seconda parte. Cambia il criterio, quelle
nominate diventano statali e quelle residuali diventano regionale. Si inverte il criterio.
Conseguente esponenziale delle materie nello stato.
Tra i due ambiti materiali si aggiunge un terzo, uno intermedio chiamato competenze
concorrente tra lo Stato e le Regioni.
Comma 3 si legifera sia lo stato che le regioni, nel comma 4 c’è un criterio residuale, un
ambito ristretto di materia. Allo Stato spetta la definizione di Principi Fondamentali e alle
Regioni una normativa di dettaglio.
Tutto questo per dire l’istruzione è una questione della competenza concorrente.
Gli asili nido sono fuori della scuola se vengono considerati come prima, invece dopo la
riforma dell’art 117 del 2001, la Corte con la sentenza 467 del 2002 aveva riconosciuto il
servizio fornito dell’asilo nido. L’asilo nido non si riduce ad una funzione di sostengo delle
famiglie nella cura dei figli o di mero sopporto per facilitare l’accesso dei genitori al lavoro,
ma comprende anche finalità formative essendo rivolto a favorire l’espressione di
potenzialità cognitive, affettive e relazionali del bambino. La corte accoglie una prima sorta
di assimilazione tra gli asili nido e l’istituzione scolastica.
Anche l’asilo nido deve preparare il bambino formalmente per la scuola.
Gli asili nido entrano nell’ambito dell’istruzione, cioè c’è una prevalenza dell’istruzione
rispetto alle altre materie. Lo stato riconosce la funzione educativa dell’asilo nido con la
sentenza 107 del 2018. Sentenza che dichiara incostituzionale una legge del Veneto che
aveva previsto una priorità nell’accesso degli asili nido per i figli di genitori residenti da un
certo numero di anni in veneto o a quello che lavoravano da un certo numero in Veneto,
discriminazione nei confronti degli immigranti, quando l’asilo è funzionale al bambino non ai
genitori.
Il principio del best interests of child, inizia non a caso ad affacciarsi, non in Italia, negli studi
pedagogici negli anni ’70. Analisi molto critica nel libro.
La chiave di lettura.
Non bisogna considerare il principio in italiano perché ci rimanda ad una sorta di
comparazione di interessi.
Best interests of child significa non che prevale sempre il minore a scapito degli altri, ma che
ogni volta che si decide sul minore bisogna prendere in considerazione (valutare) tutti gli
interessi del minore in gioco e far prevalere quello più forte, il più significativo tra gli
interessi del minore da mettere sulla bilancia rispetto agli altri.
Il bilanciare chiama in gioco il Legislatore ed il Giudice, legislatore è tenuto a prevedere delle
discipline generali che riguardano tutte le categorie dei minori (per esempio: la legge
sull’adozione che è una legge che riguarda tutti i minori e che gli individua come categorie
astratta e interviene il legislatore (la legge del parlamento), accanto al legislatore ci sono i
giudici che interpretano e applicano la legge per il caso concreto. La disciplina di carattere
generale è l’interpretazione e applicazione della legge nel caso concreto.
Non si può violare la legge nell’interesse del minore, bisogna trovare il bilanciamento tra la
disciplina generale e il caso concreto.
L’importanza fondamentale della competenza del giudice e la complessità della funzione del
giudice. È importante capire la natura del best interests che non vuol dire che il bambino
vince sempre tutto. Devono essere valutati tutti gli interessi del minore per poi bilanciarli.
Sentenza 17 del 2017 della Corte Costituzionale.

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