Fu allievo di Platone e anche se gli anni che li separano sono
relativamente pochi, il tempo in cui si trova a vivere è profondamente diverso da quello in cui è vissuto il suo maestro. La pressione della potenza macedone dà inizio ad un lento declino delle Polis greche. Aristotele nacque a Stagira (da qui l’appellativo di stagirita) ed entrò nella scuola di Platone all’età di 17 anni e vi rimase per 20 anni fino alla morte del maestro. Il rapporto tra i due non era stato sempre idilliaco perché Aristotele era un anticonformista, uno spirito libero ma nutriva profonda stima e rispetto per il suo maestro. Alla morte di Platone lasciò l’accademia e si recò ad Asso ed insieme ad altri studenti di Platone fondò una piccola comunità platonica. Fu chiamato da Filippo di Macedonia accolto in qualità di tutore del figlio Alessandro Magno e rimase con lui fino a quando Alessandro prese il potere ma a causa di divergenze politiche Aristotele si staccò da lui. Ritornò ad Atene e fondò il liceo. Anche Aristotele come il suo maestro lascia una vastissima produzione letteraria scrisse dei sussidi per l’insegnamento, appunti che vennero chiamati acromatici o esoterici cioè racchiudenti una dottrina segreta ma che in realtà erano soltanto appunti di cui il filosofo si serviva per le sue lezioni. La metafisica-il quadro delle scienze Aristotele distingue tre gruppi di scienze: le scienze teoretiche, quelle pratiche e quelle poetiche o produttive. Le scienze teoretiche: hanno per oggetto il necessario ossia ciò che non può essere diverso da com’è e hanno per scopo la conoscenza disinteressata della realtà e come metodo quello dimostrativo, esse sono la metafisica (o filosofia prima) la fisica e la matematica. Le scienze pratiche poietiche: che hanno per oggetto il possibile ossia ciò che può essere diverso da com’è, questi sono: l’etica e la politica che indagano sull’agire umano individuale e collettivo; Le scienze poetiche: che studiano l’ambito della produzione di opere o della manipolazione di oggetti, esse sono le arti belle e le tecniche La metafisica (o filosofia prima) studia: -le cause e principi primi -l’essere in quanto essere -la sostanza -Dio e la sostanza immobile di questi Quattro significati quello su cui Aristotele ha insistito è l’essere in quanto essere nella sua totalità cioè così come nella realtà. Aristotele fu insieme a Platone il più grande filosofo dell’antichità allievo di quest’ultimo Aristotele si discostò su alcuni punti fondamentali da maestro egli per esempio giudicava il mondo sensibile molto più positivamente di Platone e studio con grande passione e più svariati fenomeni naturali. Aristotele rimase tuttavia legato all’idea trasmessagli dal suo maestro: la vita di studio che coltivava la ragione tramite la conoscenza e l’anima attraverso la virtù è superiore a ogni altro stile di vita. È su questi presupposti che si fonderà la pedagogia di Aristotele volta a sviluppare la parte ritenuta migliore dell’essere umano cioè la razionalità. Atto e potenza Aristotele a differenza di Platone che aveva svalutato il mondo sensibile a favore del mondo ideale cerca di riconciliare il senso comune con la filosofia, collocando le due dimensioni della materia e della forma all’interno della realtà stessa, della quale esse sono aspetti essenziali. Descrive così la consistenza di tutti gli esseri come combinazione di materia e forma, potenza e atto. La psicologia aristotelica si basa sull’individuazione di tre principi che caratterizzano tutti gli essere animati: -l’anima vegetativa tipica delle piante e preposta alle funzioni vitali degli organismi; -l’anima sensitiva tipica degli animali che sono provvisti di sensazione e sono capaci di spostarsi; -l’anima razionale, propria soltanto dell’uomo. Questi è dotato anche di quella vegetativa e di quella sensitiva secondo un principio di crescente complessità Che attribuisce all’essere più in alto della gerarchia della realtà tutto ciò che è proprio degli esseri inferiori. Secondo la riflessione scientifica aristotelica, basata sull’osservazione empirica e sul ragionamento deduttivo, gli esseri si definiscono per genere prossimo e differenza specifica: ad esempio, l’uomo è un animale appartiene cioè al genere degli animali, ma se ne differenzia per la specificità della ragione; di qui la definizione dell’essere umano come animale razionale, ha avuto enormi conseguenze sul piano scientifico e morale.