LAVORI DI RICERCA 19380 La valorizzazione dei cuoi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione* B. Naviglio, R. Aveta, C. Florio, G. Calvanese Stazione Sperimentale per lIndustria delle Pelli e delle Materie Concianti - Napoli Il cuoio tra i materiali pi versatili prodotti dalluomo e per questo motivo stato impiegato fn dallantichit per una grande variet di usi. Il graduale risveglio di interesse verso i problemi di conservazione dei manufatti in cuoio antichi pu essere considerato come una conseguenza di una riconsiderazione del loro valore storico artistico culturale. Pertanto la conoscenza del materiale di lavorazione e i suoi meccanismi di degrado costituisce la base per pianifcare correttamente un intervento di restauro. In questo lavoro sono dunque illustrate le principali indagini diagnostiche del materiale cuoio costituente il manufatto fnalizzate alla comprensione del riconoscimento della specie animale, del tipo di concia e dei processi di degradazione. Nel caso specifco dei cuoi per rilegatoria stato accertato che il meccanismo di degradazione consiste in un processo di ossidazione accelerato dallazione acida degli inquinanti assorbiti dallatmosfera come ad esempio lanidride solforosa (SO 2 ). Inoltre sono riportati alcuni trattamenti di stabilizzazione dei processi di degradazione che consentono di incrementare la durata di conservazione di questi tipi di cuoi. The valorization of the historic leathers: deterioration, characterization and conservation The leather is among the materials more versatile that man has manufactured; for this reason it has been used since ancient times a for a great variety of uses. The recent attention towards the problems of conservation of the antique handmade leathers can be considered as a consequence of the rediscovery of their historic, artistic and cultural value. Therefore the knowledge of the material and its degradation mechanisms is the basis for planning a restoration work correctly. In this paper are so explained the main diagnostic investigation tests of the handmade leather; these analytical techniques are used for the determination of the species of animal, for the determination of the tanning process employed and for an assessment of the type and degree of deterioration that has occurred. For the bookbinding leathers it has been verifed that the mechanism of degradation consists in an oxidation process, accelerated by acid action of the polluting substances in the atmosphere as for example SO 2 . _____________ *Lavoro presentato alla I Conferenza Internazionale Diagnosis for the conservation and valorization of cultural heritage, Hotel Villa Capodimonte, Sala Borboni, Napoli, 9-10 dicembre (2010) Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 342 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione Furthermore are mentioned some stabilization treatment of the deterioration that allow to increase the duration of bookbinding leathers conservation. *** INTRODUZIONE Tra tutti i processi che portano alla trasformazione della pelle grezza in cuoio (pelle conciata) la concia al vegetale, per antonomasia, ha rappresentato per secoli il concetto di concia e di cuoio. I termini residui di conceria, color cuoio, odore di conceria, si riferiscono senza dubbio alle caratteristiche della concia vegetale e alle antiche lavorazioni della suola. Tutto ci perch attraverso il tempo stato questo tipo di concia a produrre, quasi in esclusiva, la maggior parte degli articoli in cuoio con differente destinazione duso. La concia con i grassi e quella allallume (solfato doppio di potassio e alluminio) erano le uniche alternative di cui si disponeva per rendere le pelli imputrescibili. In realt riesce diffcile stabilire quale sia stato il primo tipo di concia impiegato dalluomo, tuttavia possibile sostenere che la concia si sviluppata gradualmente dal momento in cui luomo ha imparato a produrre il fuoco ed a conservare i cibi (carne e pesce) con laffumicazione. Infatti la concia al fumo in realt una concia allaldeide tenuto conto che la combustione delle foglie e/o dei rami produce,tra laltro, delle sostanze di natura aldeidica in grado di reagire con il collagene della pelle. Anche la concia con i grassi stata impiegata dai popoli primitivi, in particolare dagli abitanti delle regioni nordiche, adoperando il grasso stesso degli animali abbattuti e successivamente anche altri grassi animali come lolio di pesce, il giallo duovo, il grasso di foca e cos via. Nel bacino del mediterraneo furono invece utilizzati i sali minerali per la concia, come ad esempio lallume, usati anche in Egitto e Mesopotamia. Al riguardo durante lepoca romana si consum tanto allume da esaurire limportante miniera di Pozzuoli; ci perch luso di questo prodotto fu molto diffuso, sia perch si usava come mordente in tintura, sia perch permetteva di conciare, in modo rapido e facile le pelli di piccole dimensioni. Mentre le pelli leggere erano conciate con i grassi o con lallume, quelle pi grandi erano trattate nelle fosse con quercia, pino, sommacco, noci di galla e qualche volta, per le pelli pi pregiate, con un conciante assai ricercato, la scorza del frutto di melograno importato da Cartagine. In defnitiva la concia minerale allallume stata probabilmente fra i primi metodi di trattamento delle pelli usati dalluomo e la pi gran parte dei frammenti di cuoio che ci sono pervenuti conciata con i grassi o con lallume. Invece la concia al vegetale pur non essendo la pi antica conosciuta dalluomo acquist nel corso dei secoli una importanza tale da rimanere, ancora oggi, uno dei pi diffusi metodi di concia in particolare per certi tipi di articoli come ad esempio il cuoio suola. In ogni caso con lintroduzione della concia minerale moderna, il metodo al vegetale stato parzialmente sostituito da quello al cromo. STRUTTURA DEL CUOIO Quando la pelle grezza, che ricopriva il corpo dellanimale, viene poi trasformata in cuoio, la sua struttura naturale conservata. La struttura di base della pelle, simile in tutti i vertebrati, consiste di fasci di fbre di proteine, le proteine del collagene, che si intrecciano tra loro in maniera tridimensionale in tutto lo spessore della pelle come si evince dalla fgura 1. Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 343 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione Figura 1 - Diagramma schematico di pelle in sezione Ciascuna specie animale pur conservando la struttura di base comune, ha una struttura ed un intreccio caratteristico del tipo di pelle; tale struttura fbrosa/intreccio ha una notevole infuenza sulle propriet del cuoio che ne deriva. Lintreccio naturale delle fbre non solo varia nella sezione della pelle, ma varia anche nei diversi punti del corpo dellanimale come possibile notare dalla fgura 2. Figura 2 - Suddivisione delle zone della pelle dellanimale: a) groppone; b) fanco; c) zona ascellare; d) spalla Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 344 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione La pelle che copre la schiena (groppone) ha un intreccio pi compatto e una crescita pilifera pi densa rispetto alla zona fanchi dove, invece, le fbre sono pi sottili. La struttura meno compatta e con meno peli quella della zona ascellare: i fasci di fbre sono intessuti ad un alto angolo per cui risultano quasi paralleli tra loro e quindi la pelle di questa zona pi debole. IL DETERIORAMENTO DEL CUOIO La degradazione chimica dei materiali cuoiosi sostanzialmente dovuta a due principali meccanismi di reazione: lidrolisi e lossidazione. Tali reazioni sono quindi infuenzate dai classici agenti di deterioramento quali lumidit, il calore, la luce, lacidit, i gas e cos via. Lidrolisi delle catene polipeptidiche del collagene coinvolge prevalentemente la rottura dei legami peptidici (C-N) con formazione di residui amminici e acidi liberi. Il meccanismo di reazione indicato nella fgura 3. Figura 3 - Reazione di idrolisi delle catene polipeptidiche del collagene La decomposizione idrolitica del legame peptidico nella proteina collagenica dipende in gran parte dal pH; al di sotto di un pH di circa 3,0 ed in presenza di particolari condizioni di umidit la velocit di degradazione aumenta rapidamente. La misura del grado di deterioramento in stretta correlazione con lincremento dei gruppi amminici terminali. La causa principale del deterioramento di tipo idrolitico legata ai contaminanti di natura acida presenti nellatmosfera mentre la degradazione ossidativa del collagene prevalentemente dovuta a fattori ambientali come il calore, la luce e a particolari tipi di ossidanti. Il meccanismo di degradazione ossidativa del collagene illustrato nella fgura 4. Figura 4 - Degradazione ossidativa del collagene e formazione di ammoniaca per successiva idrolisi Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 345 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione In pratica si ha una deamminazione con perdita di gruppi amminici e formazione di chetoacidi ed ammide; la successiva idrolisi dellammide d luogo alla formazione di ammoniaca. Nel processo di deterioramento del cuoio, lammoniaca che si forma dalla degradazione degli amminoacidi pu reagire con lacido solforico presente e formare cos il solfato di ammonio. In effetti la presenza dei solfati stata usata, tra laltro, anche come un indicatore del grado di deterioramento del cuoio. La degradazione ossidativa del cuoio pu essere infuenzata anche da particolari tipi di reazioni che coinvolgono i radicali liberi come ad esempio la reazione di autossidazione dei grassi contenuti nella pelle conciata ed ingrassata. Infatti, i grassi insaturi che sono particolarmente suscettibili allossidazione, possono dar luogo alla formazione di radicali liberi e perossidi che agiscono poi come ossidanti nei confronti della struttura proteica del cuoio. I metalli come il ferro, il rame, il cobalto, ecc. agiscono da catalizzatori nel processo di autossidazione e quindi possono avere un certo ruolo nel deterioramento ossidativo del cuoio. Durante linvecchiamento il cuoio, come tutti i materiali di origine organica, pu essere soggetto anche ad un deterioramento di tipo biologico ad opera di microrganismi che possono produrre macchie sgradevoli di vario colore sulla superfcie del materiale. Nei casi pi gravi la formazione di muffe pu originare anche una scissione enzimatica di taluni componenti come ad esempio i grassi, provocando cos una perdita di resistenza meccanica del cuoio che diventa in questo modo pi fragile. Sul cuoio possono svilupparsi soprattutto muffe del genere Penicillium dallaspetto polveroso e vellutato di colore verdastro, e muffe del genere Aspergillus, che formano tra laltro, macchie di colore nero (fgura 5). Figura 5 - Muffe nere (Aspergillus niger) su pelli semilavorate Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 346 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione Figura 6 - Foto al SEM di muffe (Aspergillus niger) su pelli semilavorate Le muffe del tipo Aspergillus niger sono in assoluto le pi diffuse tra le muffe riscontrabili sui cuoi; esse appartengono alla famiglia delle mucedinacee, con conidi (spore) monocellulari disposti in catene. Nella fgura 6 riportata una foto al SEM di questo tipo di muffa osservata su una pelle ovina conciata al cromo. LAspergillus niger pu dare luogo a differenti tipi di enzimi fra i quali lipasi,proteasi,tannasi; questultimo enzima spesso responsabile delle notevoli perdite di tannino nei bagni di concia. I CUOI PER RILEGATORIA La letteratura scientifca sullargomento riporta che i primi cuoi storici impiegati per la rilegatoria dei libri erano conciati mediante infusioni di foglie di sommacco (tannino idrolizzabile) e tinti con coloranti naturali. Questo metodo fu applicato fno allinizio del secolo XIX; successivamente con lincremento della domanda di questi tipi di rilegature furono usati anche altri tipi di tannini come ad esempio mimosa, gambier, mirabolano, mangrove, ecc. I cuoi per rilegatoria, con linvecchiamento, possono essere soggetti fondamentalmente a due tipi di deterioramento e/o degradazione noti con la terminologia inglese come age hardening e red rot. Nel primo caso (age hardening) i cuoi che rivestono i libri si presentano fragili, screpolati e con una ridotta fessibilit. Il principale fattore che infuenza tale tipo di degradazione legato agli sbalzi termoclimatici dellambiente circostante, in particolare le variazioni di umidit relativa. Queste futtuazioni di umidit provocano nel tempo delle alterazioni della struttura fbrosa (contrazione e incollaggio delle fbre) con conseguente indurimento e screpolature del fore del cuoio. Il fenomeno ,tra laltro, legato alla migrazione sulla superfcie del cuoio delle sostanze idrosolubili (sali, non tannini, ecc.) per effetto dellassorbimento di umidit da parte del cuoio che un materiale particolarmte igroscopico. Per quanto concerne, invece, il fenomeno defnito come red rot, per la colorazione rossastra che il Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 347 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione cuoio assume in questo stato di decomposizione, esso tre origine, tra laltro, dallazione acida dei contaminanti dellatmosfera come ad esempio lanidride solforosa (SO 2 ). Circa questo tipo di degradazione stato altres accertato che tra i cuoi antichi al vegetale quelli conciati con tannini idrolizzabili , ad esempio sommacco, risultano essere pi resistenti di quelli trattati con tannini condensati (catechinici) tipo mimosa. Questi ultimi, infatti, non solo assorbono pi SO 2 ma tendono anche a subire pi facilmente una degradazione ossidativa favorita dallossigeno atmosferico, trasformando la loro struttura catecolica in quella chinonica (fgura 7). Figura 7 - Degradazione ossidativa dei tannini condensati Ulteriori ricerche sullargomento hanno evidenziato che la durata dei cuoi per rilegatoria pu essere notevolmente incrementata effettuando sulle pelli al vegetale un trattamento con sali basici di alluminio, i quali sostanzialmente migliorano la resistenza alla degradazione acida. Infatti il restauro di rilegature di libri conservati nei musei viene effettuato utilizzando,tra laltro, una soluzione alcolica di sali di alluminio. Sulle caratteristiche dei cuoi da impiegare per rilegatoria esiste anche una norma inglese BS 7451 del 1991 dal titolo Archivial quality bookbinding leather la quale prevede espressamente luso di cuoi trattati con sali di alluminio e precisamente: cuoio conciato al vegetale e riconciato con alluminio, cuoio al cromo riconciato al vegetale e ulteriormente trattato con sali basici di alluminio. INDAGINI ANALITICHE E DIAGNOSI DEL MATERIALE CUOIO Lodierno approccio alla conservazione di unopera darte non pu prescindere dal supporto che la scienza e la tecnologia possono fornire,sia nel caratterizzare lopera, sia nellintervenire per arrestarne il degrado ed operarne il consolidamento. Numerose tecniche sono impiegate,al giorno doggi, per analizzare i materiali che compongono un manufatto, e per studiarne leventuale degrado. In questo senso la diagnostica ricopre un ruolo fondamentale nella fase preliminare ad ogni intervento di tipo restaurativo. Lo studio dello stato di conservazione di un cuoio storico consiste, quindi, nellindividuazione delle cause di degrado, nonch dei meccanismi responsabili dei fenomeni di alterazione del materiale. Le indagini che vengono, generalmente, eseguite sul cuoio possono essere suddivise nelle seguenti categorie: 1. Determinazione del tipo di cuoio (riconoscimento della specie animale) 2. Determinazione del tipo di concia 3. Valutazione del tipo e grado di deterioramento Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 348 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione RICONOSCIMENTO DELLA SPECIE ANIMALE Con lausilio della microscopia,tecnica fondamentale per la ricerca nel campo del cuoio, non solo possibile approfondire la conoscenza della morfologia del cuoio, ma anche distinguere le varie tipologie di animali da cui proviene (pelle bovina, ovina, caprina, ecc.). Infatti al microscopio possibile riconoscere il tipo di animale mediante osservazione della superfcie del fore in quanto, una volta eliminati i peli e se lo strato fore non stato rimosso, la pelle di ogni specie mostra un disegno proprio caratteristico. Al riguardo le fgure 8, 9, 10 e 11 rappresentano il disegno del fore (grana) di pelli di diversa provenienza animale, rispettivamente di una pelle bovina, di vitello, ovina e caprina. Figura 8 - Disegno dei follicoli del pelo caratteristico di una pelle bovina Figura 9 - Disegno dei follicoli del pelo caratteristico di una pelle di vitello Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 349 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione Figura 10 - Disegno di follicoli del pelo caratteristico di una pelle ovina Figura 11 - Disegno dei follicoli del pelo di una pelle caprina Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 350 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione DETERMINAZIONE DEL TIPO DI CONCIA Il conciante vegetale impiegato nella concia di cuoi antichi pu essere identifcato con metodi spettroscopici, mediante lanalisi degli spettri di suoi derivati nelle regioni del visibile e dellultravioletto, oppure con analisi microanalitiche che individuano la classe di appartenenza (idrolizzabili o condensati). Per quanto concerne i concianti minerali come ad esempio lalluminio, utilizzato sottoforma di allume, essi possono essere, tra laltro, individuati attraverso la microanalisi ai raggi X con rilevatore EDX. Infatti questa tecnica analitica consente di rilevare la presenza di metalli e di altri elementi chimici sia in superfcie che nella sezione del cuoio. Questo tipo di indagine particolarmente utile quando, per la diagnosi, si ha a disposizione una limitata quantit di campione da investigare. A titolo di esempio nella fgura 12 mostrato un tipico spettro riportante gli elementi individuati dalla microanalisi sulla superfcie di un cuoio. Figura 12 - Foto al SEM microanalisi di una zona della superfcie di un cuoio Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 351 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione VALUTAZIONE DEL TIPO E GRADO DI DETERIORAMENTO Le indagini per la verifca dello stato di conservazione del cuoio e dei suoi meccanismi di degradazione sono numerose; quelle che vengono consigliate come indagini di routine, dagli specialisti del restauro, per valutare lo stato del materiale da sottoporre ad interventi di restauro riguardano sostanzialmente il pH dellestratto acquoso del cuoio, il contenuto di solfato di ammonio, di umidit e di sostanze grasse e la stabilit idrotermica del cuoio. Nella tabella 1 si riporta un quadro riassuntivo dei vari tipi di indagini eseguibili sul cuoio, con indicazione anche di alcuni parametri quantifcabili, in grado di esprimere il degrado consigliati in particolar modo dagli esperti del settore del restauro. Tabella 1- Valutazione dello stato di conservazione: tipologia di indagine eseguibile Materiale Indagine Strumentazione/ Metodica Valori di riferimento Applicazione Tipologia di degrado CUOlO Visiva Occhio nudo Dimensione della pelle e colore della concia Riconoscimento animale e concia Valutazione del disegno del fore Microscopia Ottica ed Elettronica Conformazione differente per ciascun animale Riconoscimento animale pH Misura del pH dellestratto acquoso, ottenuto con un rapporto cuoio molito: acqua distill. neutra = 1:20 (UNI EN ISO 4045) Valori ottimali compresi tra 3 e 6 Propedeutica ad un intervento di deacidifcazione Idrolisi Indice Differenziale di pH Differenza fra il valore di pH di una diluizione decimale dellestratto acquoso, ottenuto come detto prima, ed il pH dellestratto acquoso stesso (UNI EN ISO 4045) Superiore a 0,7 indica la presenza di acidi forti liberi Solfato dAmmonio Misura della quantit di solfato dammonio, che il prodotto fnale della degradazione proteica indotta in particolare da anidride solforosa Presenza/Assenza La presenza indica degradazione in atto o gi avvenuta Eventuali interventi di miglioramento delle condizioni ambientali Red rot Amminoacidi Cromatografa liquida ad alta risoluzione (HPLC). Variazioni nella composizione amminoacidica del collagene del cuoio Confronto tra la composizione standard con quella misurata Processi di degradazione specifci idrolisi, ossidazione e denaturazione Contenuto di grassi Estrazione Soxhlet con diclorometano (UNI EN ISO 4048) ed eventuale speciazione gas- cromatografca Il contenuto percentuale in peso da garantire del 5% Propedeutica allintervento di lubrifcazione e in fase di verifca dellintervento stesso Corrugamenti della grana, screpolature, deformazioni e irrigidimento. Repousse Contenuto di acqua Umidit e sostanze volatili a 102 C (UNI EN ISO 4684) Quantit dacqua standard: 12%- 20% Propedeutica allintervento di reidratazione Stabilit Termica Temperatura di contrazione (UNI EN ISO 3380) Valori tipici: 60-70C Monitoraggio dello stato di conservazione nel tempo idrolisi e denaturazione Temperatura di denaturazione (Analisi DSC) Valori tipici: > 70C Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 352 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione CONCLUSIONI Il cuoio tra i materiali pi versatili prodotti dalluomo e per questo motivo stato impiegato fn dallantichit per una grande variet di usi. Il cuoio viene prodotto, ancora oggi, per calzature, abbigliamento, arredamento, pelletteria, articoli tecnici, ecc.; nessun altro materiale comparabile al cuoio per un cos tale ampio range di applicazioni. Le inimitabili propriet fondamentali del cuoio derivano dal fatto che esso un biomateriale microporoso ed igroscopico con una elevata superfcie interna della fbra collagenica. Queste caratteristiche permettono un adeguato controllo del fusso di calore, di umidit e di aria attraverso il cuoio e ne determinano, tra laltro, le sue propriet di comfort. Lelasticit e ladattabilit alla forma (modellabilit) sono per di pi propriet che contribuiscono ad un suo impiego nel campo della rilegatoria, ed in particolare, dei libri. Ladeguata conoscenza di questo materiale costituisce quindi, una base per pianifcare correttamente gli interventi di restauro; evidente, pertanto, che il contributo della scienza della concia di fondamentale importanza nel campo della conservazione dei cuoi antichi. Naturalmente le tecniche analitiche utilizzate per la caratterizzazione del cuoio e del suo degrado devono necessariamente essere affancate dallesperienza degli specialisti del restauro, in uno sforzo comune teso alla valorizzazione dei cuoi antichi che costituiscono i manufatti del patrimonio artistico, storico e culturale. Anno 86 - n. 6, Novembre/Dicembre 2010 353 CPMC La valorizzazione dei cuioi antichi: degradazione, caratterizzazione e conservazione BIBLIOGRAFIA Bravo G.A., Storia del cuoio e dellarte conciaria , in Atti Convegno AICC - Torino 1964 Bianchi L., Luso del microscopio nello studio della pelle, in Cuoio Pelli e Materie Concianti, SSIP, Napoli , 69, 4, 179-187, 1993 Naviglio B., Calvanese G., Aveta R., Florio C., Romagnuolo M., Tecniche di microscopia per la caratterizzazione merceologica del pelo animale, in Cuoio Pelli e Materie Concianti, SSIP, Napoli, 85, 3, 145-151, 2009 Naviglio B., Aveta R., Comite G., Batteri e muffe nellindustria conciaria:identifcazione, cause e prevenzione dei danni, in Cuoio Pelli e Materie Concianti, SSIP, Napoli, 79, 2, 93-103, 2003 Kite M., Thomson R., Conservation of leather and related materials, ed: Elsevier, 2006 Paris M., Manufatti in cuoio: conservazione e restauro, in Appunti del Museo Bagatti Valsecchi, Silvia editrice 2001 Larsen R., Step Leather Project, Report n. 1, Denmark 1994 Thomson R., The Deterioration of leather, in Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists, SLTC, UK, 90, 137-145, 2006 Thomson R.S., Attenburrow G., Ioannidis I., Jeyapalina S., Lochmuller T., Moog G., A Survey of current bookbinding leathers: Part 1 Chemical and physical properties, in Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists, SLTC, UK, 86, 163-170, 2002 Thomson R. S., Codina T., Ganiari F., Gopfrich J., Ioannidis I. , Mehmet S., Stassinou A., A Survey of current bookbinding leathers: Part 2 Organoleptic properties, in Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists, SLTC, UK, 86, 249-256, 2002 Naviglio B., Deterioramento e restauro del cuoio , in La Conceria , MdP, Milano, 18, 29, 1996 Thomson R. S., Bookbinding leather: yesterday, today and perhaps tomorrow, in Journal of the Society of Leather Technologists & Chemists, ALCA, USA, 85, 66-71, 2001 Thomson R. S., Conserving historic leathers: Saving our past for the future , in Journal of the American Leather Chemists Association, ALCA, USA, 97, 307-320, 2002 Chelazzi D., Giorgi R., Dei L., Baglioni P., Nanotecnologie per la conservazione del patrimonio culturale, in La Chimica e lIndustria, Societ Chimica Italiana, 87, 10, 78-82, 2005 Campanella L., Costanza C., Tomassetti M., Trattamento della carta con antiossidanti, in La Chimica e lIndustria, Societ Chimica Italiana, 87 , 10 , 84-89, 2005 Pasta D., La Pianeta del Cardinale Domenico Spirola: Analisi e Restauro di una veste liturgica in capra allumata e seta di complessa manifattura, Tesi di Laurea, Conservazione e restauro dei beni culturali, Universit di Palermo Facolt di Scienze MM.FF.NN., 2007 ( 1 ) ( 2 ) ( 3 ) ( 4 ) ( 5 ) ( 6 ) ( 7 ) ( 8 ) ( 9 ) ( 10 ) ( 11 ) ( 12 ) ( 13 ) ( 14 ) ( 15 ) ( 16 )