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donna?
L'amicizia disinteressata tra uomo e donna può esistere ed essere occasione
arricchente per entrambi, ma frequentemente almeno uno dei due vorrebbe andare
oltre. Parola alla psicoterapeuta Lucia Montesi
Di Lucia Montesi - 2 Novembre 2020
«Sto in ansia se il mio ragazzo va a cena con la sue amiche, quelle sicuramente ci
provano!», «Mia moglie è paranoica, non capisce non ho nessun secondo fine verso
le mie amiche donne», «Ho un amico carissimo dall’infanzia, ora mi ha confessato di
essere stato sempre innamorato di me e io mi trovo in difficoltà», «Secondo lei,
dottoressa, può esistere l’amicizia tra un uomo e una donna?».
Esistono amicizie tra donne e uomini in cui nessuno dei due prova un
coinvolgimento sentimentale o sessuale. In altre, a dire il vero più numerose,
uno dei due vorrebbe andare oltre ma l’altro no, e il primo accetta sperando che
con il tempo qualcosa cambi. Può accadere che quello che vuole solo un’amicizia
sappia o intuisca che l’altro vorrebbe di più ma finga di non saperlo per non perdere il
legame, o al contrario più o meno inconsciamente sfrutti la sua posizione di
dominanza sull’altro, o ne goda segretamente. Può accadere che chi vorrebbe di più
sappia o intuisca che l’altro non vuole andare oltre, ma non osa chiarire per non
perdere definitivamente la speranza di essere corrisposto. Può accadere che chi
prova attrazione non lo ammetta neanche con sè stesso. L’attrazione sessuale può
essere presente in entrambi a livello inconscio ed esprimersi in modo scherzoso,
oppure entrambi riconoscono una sottile tensione erotica nel rapporto che non
intendono portare oltre ma che vivono come piacevole.
D’altra parte, è un tipo di amicizia che deve affrontare sfide più complesse di
quella tra persone dello stesso sesso, perché richiede di definire esplicitamente il tipo
di legame emotivo, affrontare la questione della sessualità, definirsi di fronte agli
estranei come una pura amicizia. Inoltre, se i due amici hanno dei partner, o uno dei
due ha un partner, occorrono buone doti di equilibrio da parte dell’amica/o per
non invadere gli spazi di intimità e confidenza propri della coppia, suscitando
malumori e gelosie. Da parte sua, chi è in coppia dovrebbe avere l’onestà di riflettere
su quali siano le sue reali intenzioni, e se l’affettività che vive nell’amicizia sia
complementare e si integri rispetto all’affettività di coppia, o sia invece sostitutiva di
essa e segnali delle mancanze nel rapporto col partner.
Essere genitori tra gioie, responsabilità e
lo sguardo rivolto al futuro
Essere genitori è una gioia immensa. Essere genitori significa dare la
vita, dare materialmente alla vita un essere umano. Diventare genitori è
una grande responsabilità, un impegno per la vita.
Stai per diventare mamma o papà? Hai paura del mondo che ti circonda e ti senti a
tratti inadeguato al ruolo genitoriale?
Leggi questo articolo, sono certa che ti sarà utile e ricorda sempre che educare un
figlio è l’esperienza più entusiasmante che esiste.
Per onestà intellettuale devo premettere che io non ho figli ma insegno e da sempre
mi occupo di progetti educativi e formativi. Se penso ad un figlio l’ultima cosa che mi
passa per la mente è il romanticismo dell’evento. Diversamente penso alle tante
responsabilità che un figlio comporta, poiché la nascita di un bambino ti cambia la
vita e te la cambia per sempre. Inoltre penso alla dedizione totale che da adesso in
poi dovrei dedicare a questa nuova vita.
Detto così è facile e già sento i commenti: “chi non ha figli fa bello a parlare”.
Ma veniamo alla realtà … Viviamo nel paese più ‘mammone’ del pianeta. Di questi
tempi poi l’autonomia personale sembra diventata una chimera e i nostri figli stanno
crescendo con un profondo sentimento di scontento misto a rabbia e paura verso il
futuro.
La famiglia e ne conosco tante, per proteggerli vorrebbe chiuderli sotto una campana
di vetro, negando così anche l’ultimo baluardo di indipendenza fisica,
intellettuale e morale.
Continuando a riflettere sul legame tra genitori e figli, naturalmente ripenso ai miei
genitori che oggi non ci sono più, consapevole di essere stata molto fortuna. Con
loro potevo parlare di qualsiasi cosa e malgrado i disaccordi che si venivano a
creare, ho sempre avuto la libertà di esprimermi e di fare quello che meglio si
adattava a me.
Vediamo di seguito alcune regole per i genitori che sono spaventati in questa
società che sta cambiando tanto rapidamente.
1. L’autonomia si impara strada facendo. Se vuoi che i tuoi figli si muovano sicuri e
felici nel mondo devi insegnare loro, sin dai primi passi, a comprendere la realtà che
li circonda. In parole più semplici non bisogna spaventarli né illuderli. La realtà è fatta
di luci ed ombre non cambia, siamo noi che dobbiamo comprenderla per vivere al
meglio in essa.
2. Non si può essere genitori e allo stesso tempo amici dei propri figli. I genitori
sono un soggetto di riferimento per i figli. Il ruolo genitoriale si fonda sui sì e i no che
fanno crescere l’indipendenza e la padronanza di sé.
3. Non stancatevi mai di parlare con i vostri figli. Sin da bambini abituateli a
confrontarsi con voi. Fatevi raccontare ciò che provano, ciò che sognano, ciò che
scelgono. Ascoltateli con attenzione e senza giudicarli per quello che vi dicono.
Educare non significa giudicare ma far emergere il bello e il buono che è in tutti noi.
Purtroppo quando così non è, quando la famiglia vuole riflettere il mito e le tradizioni,
più inventate che condivise da un immaginario collettivo favolistico, quel cordone
ombelicale che ci lega e nutre alle nostre mamme e di conseguenza ai nostri papà, si
trasforma in un cappio che nega al figlio la cosa più importante: la libertà di essere
se stesso.
Vediamo dunque quali sono gli aspetti positivi rispetto ad un lavoro in movimento.
Primo fra tutti possiamo mettere la comodità. In ufficio, si sa, si passa la maggior
parte del proprio tempo seduti, dotati di comfort tecnologici quali computer, telefoni.
C’è poi la possibilità di essere sempre al fresco d’estate e al caldo d’inverno.
Un altro aspetto da non sottovalutare è il fatto che lavorare dietro una scrivania ci
insegna ad utilizzare in maniera produttiva il tempo a nostra disposizione. Se siamo
persone che tendono a rimandare sempre tutto lavorare in ufficio ci impone degli
orari ed il rispetto di alcune scadenze.
Inoltre trovandosi nel cuore dell’attività si può cogliere al meglio lo spirito della
propria azienda e sentirsi parte integrante di un progetto ogni giorno.
Il primo aspetto da tenere in considerazione è quello fisico. Spesso chi lavora stando
molte ore seduto tende a condurre una vita più sedentaria rispetto a chi lavora in
movimento. Questo favorisce patologie di vario genere quali danni all’apparato
cardiovascolare, mal di schiena, problemi alla vista causati dalle troppe ore davanti
ad uno schermo.
Altro aspetto che riguarda il lato caratteriale, da non sottovalutare, è quello di non
potersi esprimere secondo il proprio essere. Prendiamo ad esempio una persona
molto timida che potrebbe essere costretta ad interagire anche se fa fatica; altresì
una persona particolarmente esuberante potrebbe vedersi costretta a limitare i propri
slanci caratteriali. In conclusione per scegliere il lavoro adatto a noi bisogna valutare
vari aspetti per decidere quali siano per noi i vantaggi ai quali non vorremmo mai
rinunciare in termini di qualità lavorativa e di vita.
Oggi è più facile trovare lavoro un uomo o una donna? O
sono ancora professioni da uomo e da donna? Parlatene.
Quali sono i problemi annosi che colpiscono le donne sul luogo di lavoro?
Traduzione e adattamento del post “Hombres y reparto de las tareas domésticas” di “¿Quién
se beneficia de tu hombría?“:
“Una delle principali critiche per quanto riguarda i rapporti di genere è che, anche se le donne
sono entrate nel mercato del lavoro, continuano a prendersi cura delle faccende domestiche.
In questo post vorrei discutere quanto vi sia di vero in ciò e quali sono le possibili cause di
questa situazione.
Non userò studi o report, ma farò affidamento sulla mia esperienza personale, così come sui
commenti relativi alle relazioni di genere tra familiari, amici, conoscenti e altre persone con le
quali ho cercato nei luoghi in cui ho vissuto. Questo perché gran parte di quello che dico può
difficilmente essere trovato in qualsiasi documento.
Quello che sto per dire non è la situazione di tutto il mondo, ma nella mia esperienza sono
casi abbastanza generalizzati.
Compiti routinari:
Guidare per altri membri della famiglia
Occuparsi del mantenimento dell’auto (riempire la benzina, riparazioni, pulirla, ecc.)
Installare, mantenere e gestire apparecchiature elettroniche (televisione, DVD,
videogiochi, ecc.)
Alzarsi nel mezzo della notte quando vi sono rumori per assicurarsi che non ci siano
intrusi
In alcuni Paesi, come gli USA, ccuparsi dell’esterno del domicilio (tagliare il prato,
togliere le erbacce, ecc.)
Compiti non routinari:
Spostare mobili
Effettuare riparazioni in casa, come cambiare le lampadine, riparare il tetto, il
rubinetto, ecc.
Pitturare le pareti
Ristrutturare casa (aggiungere un’altra stanza, etc.) e lavori in casa di elettricità, con il
legno, ecc.
Montare mobili ed elettrodomestici che richiedono il montaggio
Negli ultimi decenni, gli uomini sono sempre più coinvolti in faccende tradizionalmente
femminili, come la pulizia, lavare i piatti, lavanderia, stirare, cucinare o prendersi cura dei
figli, così come ci sono donne che partecipano a lavori tradizionalmente maschili. Ora, perchè
gli uomini (di solito) non contribuiscono, come richiesto spesso, al 50% nelle faccende
tradizionalmente femminili?
Situazione lavorativa:
Dalle mie osservazioni sulle coppie che ho conosciuto posso dire due cose:
Il 90% degli uomini lavorava più ore delle proprie partner (dato confermato da studi
come il rapporto dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo (OECD),
n.d.T.)
Il resto, quando lavorano la stessa quantità di ore, lo faceva in lavori i lavori più duri e
sgradevoli (i dati confermano che gli uomini sono la maggior parte delle morti sul
lavoro e quindi anche la maggioranza degli impiegati in lavori più pericolosi, n.d.T.)
Ciò, ovviamente, va ad avere un impatto sulla quantità di ore e sullo sforzo che possono
investire in lavori tradizionalmente femminili.
Altri motivi:
Spesso si crede che le ragioni per cui il maschio non partecipa di più nei lavori di casa è
perché sfrutta i ruoli di genere tradizionali per eludere tali responsabilità. O in altre parole:
perché gli uomini sono pigri, almeno quando si tratta di questo.
Certamente ci sono uomini che corrispondono al profilo descritto sopra, ma la realtà è molto
più complessa di quella che taluni vorrebbero farci pensare. In seguito mi limiterò a
descrivere alcuni dei motivi che spesso vengono trascurati e che non hanno nulla a che fare
con la pigrizia.
Titolarità territoriale della casa. Quando la coppia acquista una casa o affitta un
appartamento, la donna decide come vuole decorare e organizzare lo spazio. Per
esempio mi ricordo di una donna che mi disse di essersi sentita infastidita perché il
marito aveva insistito su una sorta di decorazione in particolare (moderna), mentre lei
preferiva qualcosa di più tradizionale. Affermava che non avrebbe dovuto mettersi in
mezzo in queste cose e doveva lasciarle a lei. Alla fine ottenne quello che voleva,
perché la società e la tradizione sono state dalla sua parte. Di conseguenza, quando la
donna definisce la casa come uno spazio sulla cui immagine e organizzazione detiene
un diritto esclusivo, è logico che l’uomo perda interesse nel mantenerla perché forse
non può servire le proprie necessità altrettanto bene di come se avesse avuto qualcosa
da dire o avesse riflesso la propria personalità. A questo proposito è interessante notare
il fenomeno che gli anglosassoni chiamano man caves, che si possono trovare anche
nei luoghi del mondo ispanico con il nome di “caverne degli uomini”. Si tratta di
luoghi della casa (una cantina o un garage) o all’esterno (un pagliaio) riabilitati e
appropriati per l’uomo da utilizzare a suo piacimento, rispetto al resto della casa,
organizzato e arredate secondo il gusto della donna. A volte sono anche costruiti
direttamente dall’uomo se dispone di terreno per esso. In futuro ci occuperemo di
questo fenomeno più in profondità, dato che ci fa capire che l’uomo può sentirsi
alienato a casa propria e necessita di creare uno spazio per se stesso.
Aumentano i cosiddetti “infedeli”, cioè coloro che non hanno singoli punti vendita di
riferimento o insegne della Dmo a cui si rivolgono sempre. Il 60% degli italiani fa ormai la
spesa dove più conviene. Il nuovo consumatore è anche iperinformato (31,7 milioni di italiani
leggono i giudizi sui prodotti su social network e blog per decidere se e cosa acquistare).
Anche il produttore ha a disposizione informazioni su esperienze di acquisto e di consumo
(20,4 milioni di italiani postano commenti personali o raccontano proprie esperienze relative a
prodotti, spese, ecc…). L’ultimo aspetto da considerare è l’abbinamento da parte del
consumatore dei vari strumenti informativi come i volantini cartacei e le app sugli
smartphone.
La grande distribuzione accontenta tutti e lo fa per diverse ragioni. Innanzitutto per la
convenienza, visto che il 91% degli italiani (il 95% tra le persone a basso reddito) ritiene
importante fare la spesa in punti vendita dove è possibile mantenere il proprio tenore di vita
(che per il 26% sarebbe crollato in questi anni di crisi). C’è poi l’aspetto dell’assortimento:
nei supermercati l’offerta è ampia e incontra le esigenze di consumi salutisti, etici e di qualità:
46,1 milioni di italiani (17 milioni regolarmente) acquistano prodotti Dop e Igp, 39,8 milioni
(13,5 milioni regolarmente) gli alimenti biologici (carne, frutta e verdura), 38,6 milioni (9,4
milioni con regolarità) i beni alimentari del commercio equo e solidale, 25 milioni (8,7
milioni in modo costante) prodotti per particolari esigenze (senza glutine o per l’infanzia) e
31,7 milioni (5,9 milioni regolarmente) quelli etnici. Non mancano i prodotti di gamma
medio-alta, come vini e formaggi pregiati che vengono acquistati da 42,2 milioni di italiani
(12,9 milioni regolarmente).
La forza della Dmo è la possibilità di acquistare sia tramite web, sia in modo tradizionale o di
combinare entrambi gli aspetti
Secondo i dati del Censis, sono 30,5 milioni gli italiani (8,8 milioni regolarmente) che
nell’ultimo anno hanno visto o controllato la presenza di un prodotto nei negozi tradizionali, e
poi lo hanno acquistato sul web e 19,6 milioni (5,4 milioni regolarmente) quelli che hanno
ordinato prodotti tramite il web e poi li hanno ritirati presso il punto vendita. 14,4 milioni (5,7
milioni regolarmente) hanno invece scelto di farsi consegnare la spesa a casa dopo averla
ordinata per telefono o sul web. Questi numeri indicano una sapiente combinazione di fisico e
virtuale che fa saltare il vecchio schema di acquisto presso i negozi tradizionali.
Il prezzo
Primo passo: andare sui siti di ricerca di alberghi o B&B, ce ne sono diversi.
Mettere la destinazione e le date. Dopo di che, chiedete che la lista venga mostrata
dal prezzo più basso a quello più alto. Fatelo con più siti, non fermatevi al primo, o
andate su quei portali che vi danno la possibilità di fare confronti in contemporanea
tra più siti. Il mio suggerimento è di utilizzare i motori di prenotazione per vedere ciò
che è disponibile per il prezzo che volete per la destinazione scelta e
poi provare andare direttamente al sito web dell’hotel per prenotare. Molti alberghi
o B&B garantiscono un tasso più basso quando si prenota sul loro sito, e quindi
anche un prezzo inferiore. A volte non è così, ma a volte sì, quindi fate qualche
verifica.
Ci sono poi siti- non molto popolari in Italia, devo dire- dove si possono prenotare
alberghi “alla cieca“: si inserisce la somma che si vuol spendere e si sceglie la
sistemazione in base al numero delle stelle. Il nome della struttura ricettiva verrà
comunicato solo a prenotazione avvenuta. Ci sono anche siti dove è possibile avere
un rimborso se l’hotel prenotato abbassa i prezzi dopo la prenotazione.
La posizione
Magari per voi è fondamentale avere a due passi pizzerie e ristoranti. O la stazione.
O la fermata della metro. O il monumento famoso. Bene, tutti i maggiori siti di
prenotazione consentono di visualizzare i risultati di ricerca su una mappa in modo
da poter vedere le distanze, a piedi o con l’auto dal luogo che vi sta a cuore. Magari
avrete già un’idea dei posti che vorrete visitare nella città dove andate, avrete
consultato guide cartacee o in internet per cui avrete più o meno un’idea della zona
dove vi piacerebbe sostare. I motori di ricerca vi consentono di restringere la ricerca
in modo da evitare di prendere un albergo in periferia se la vostra idea è di stare nel
centro storico.
Ostelli
E’ sicuramente una delle sistemazioni più economiche che potrete trovare. Di
solito sono ben pubblicizzati e si trovano in aree di interesse nelle località turistica o
città. Di solito vengono preferiti dai giovani che vogliono spendere il magri budget in
altri modi e risparmiare sul dormire. Questo perché molto spesso gli ostelli offrono
camerate con parecchi letti. Vi potrebbe quindi venir chiesto di condividere la
stanza con perfetti estranei e i bagni sono generalmente in comune.
Case vacanza
Questa è sicuramente la soluzione più comoda se viaggiate con amici o con la
famiglia e avete intenzione di concedervi una vacanza piuttosto lunga: affittare un
appartamento o una villa. Di solito sono equipaggiati con tutte le comodità che
trovereste a casa vostra e sicuramente è una soluzione che fa anche risparmiare se
siete, per esempio, in quattro persone. In alcuni potrete trovare anche servizi di
lusso. Anche in questo caso potrete affidarvi ad internet: questo tipo di alloggio è
pubblicizzato ampiamente e la scelta è vastissima, in tutto il mondo. Alcuni siti
permettono anche gli scambi di appartamenti e in quel modo potrete addirittura fare
una vacanza quasi gratis. Ci sono ovviamente numerose regole da seguire
e garanzie da dare. Ma di solito fila tutto liscio senza sorprese. Anche in questo caso
però, sarà bene leggere i commenti e le recensioni, se ci sono.
Camping
La soluzione più economica ma decisamente non per tutti. Naturalmente vi deve
piacere stare all’aria aperta ed è indispensabile avere una tenda. Alternativa, la
roulotte o il camper, sicuramente più comodi. Anche qui, la lista delle aree
di campeggio sono tante e le più diverse, anche fuori dall’Italia. La maggior parte dei
camping offrono docce e bagni, rigorosamente in comune.