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Brucia bene
la legna.
Non bruciarti
la salute.
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PARTE I
LA LEGNA
E L’INQUINAMENTO DELL’ARIA
INDICE
3
PARTE II
LE STRATEGIE PER RIDURRE
L’INQUINAMENTO DA LEGNA
• Consigli utili per diminuire
le emissioni degli apparecchi a legna pag.5
1. Scelta della stufa o della caldaia a legna pag.5
2. Gli apparecchi automatici:
bruciare meglio e inquinare di meno pag.6
3. L’installazione e la manutenzione dell’apparecchio pag.6
4. La scelta e lo stoccaggio del combustibile pag.6
5. Stufe e camini non sono inceneritori pag.7
6. L’accensione dall’alto pag.8
7. Il corretto caricamento dell’apparecchio pag.8
8. Il controllo della combustione pag.8
• I costi della scorretta installazione e gestione
degli impianti a biomassa pag.9
• Bruciare la legna fa bene al clima? pag.10
• L’azione europea e internazionale pag.11
• L’azione nazionale e regionale pag.11
• Come classificare il proprio apparecchio a legna pag.11
• Il divieto degli apparecchi più obsoleti e inefficienti pag.12
• Cosa fare se vedi fumo scuro uscire dal camino
di un’abitazione? pag.12
• Anche bruciare le biomasse all’aperto
è molto inquinante pag.12
• 5 luoghi comuni da sfatare sul tema
delle biomasse legnose pag.13
• 5 comportamenti da modificare
per ridurre l’inquinamento da biomasse legnose pag.14
• Il progetto Prepair pag.15
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Parte I
LA LEGNA
E L'INQUINAMENTO
DELL'ARIA
L’inquinamento dell’aria: un problema ancora attuale
Ancora oggi l’inquinamento dell’aria è un problema importante in molte zone in
Italia e nel mondo. Nelle città e nei paesi, nei fondovalle e nelle campagne, ancora
troppo spesso i livelli delle sostanze inquinanti nell’atmosfera non rispettano i
limiti di legge e causano problemi sanitari.
L’inquinamento dell’aria è dovuto a tante e differenti sorgenti: traffico, riscaldamento
domestico, centrali termoelettriche e impianti industriali, ma anche attività agricole.
Non c’è un solo grande inquinatore ma tante fonti con ruoli diversi.
Nel bacino padano l’inquinamento dell’aria è maggiore che in altre aree, in
particolare nei mesi invernali, anche a causa di condizioni meteorologiche che
aggravano il problema: l’assenza di venti e la stabilità atmosferica impediscono il
rimescolamento delle masse d’aria. Ma anche in molti altri territori italiani i livelli
degli inquinanti sono ancora troppo alti e dovrebbero essere ridotti, come richiesto
dalle legislazioni nazionali ed europee sempre più rigorose.
Numerose sono le sostanze dannose per la nostra salute e presenti nell’aria: fra
le più importanti ci sono le polveri fini (PM10 e PM2.5), il biossido di azoto (NO2),
1
il monossido di carbonio (CO), i composti organici volatili (COV), il black carbon
(particelle molto fini di carbonio elementare che causano un aumento delle
patologie cardiopolmonari e ha effetti climalteranti), il benzo(a)pirene (B(a)P).
BRONCHITI
CRONICHE
TUMORI
ASMA
INFEZIONI
POLMONARI
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L’evidenza scientifica sull’inquinamento dalla combustione
della legna
La percezione comune considera la combustione domestica della legna una pratica
tradizionale, quasi naturale, quindi innocua per la salute. Le evidenze scientifiche
mostrano però un quadro molto diverso: le emissioni di polveri fini e composti
tossici dei piccoli apparecchi a legna (caminetti, stufe, inserti) sono molto rilevanti,
in molte zone questa è la principale sorgente inquinante per l’aria che si respira.
Gli studi condotti da università, centri di ricerca e agenzie ambientali, non solo
italiani, parlano chiaro e sono stati confermati anche da misurazioni e indagini
svolte nel bacino padano e nelle zone limitrofe: gli apparecchi a legna, anche i più
efficienti e meno emissivi, hanno emissioni in atmosfera nettamente superiori a
quelle del gas naturale e del gasolio.
Durante la combustione dalla legna si liberano, per unità di energia prodotta,
inquinanti in quantità 10-100 volte superiori a quelle degli apparecchi a gas. Solo
le emissioni di ossidi di azoto (che provocano la formazione di biossido di azoto)
sono confrontabili fra apparecchi a legna, a gas e a gasolio.
Anche se la legna è meno utilizzata del gas, le alte emissioni specifiche fanno sì che
il contributo sia rilevante: in molte regioni italiane più del 90% del PM10 generato
dal settore riscaldamento domestico deriva dai piccoli apparecchi a legna.
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PERCHÉ LE EMISSIONI
DAGLI APPARECCHI A LEGNA
SONO COSÌ ELEVATE?
Per gli impianti a legna la questione centrale è la qualità della
combustione. Le polveri fini e gli altri inquinanti pericolosi sono
generati principalmente in condizioni di combustione irregolare.
Ad esempio quando il funzionamento non è ottimale e quindi può
mancare aria (ossigeno) per bruciare in modo migliore; oppure
quando di aria ce n’è troppa e la temperatura della fiamma si abbassa.
Quando la combustione è regolare si generano soprattutto particelle
costituite da sali inorganici, prive di particolari caratteristiche di
tossicità; viceversa, durante le fasi di combustione incompleta,
che risultano frequenti o addirittura prevalenti nell’utilizzo reale
degli apparecchi a ciocchi di legna, si producono molte più polveri
e soprattutto polveri maggiormente ricche di sostanze dannose
per la salute. Invece negli impianti a biomasse di media e grande
taglia (ad esempio nelle centrali di teleriscaldamento) il processo di
combustione avviene in modo controllato e si utilizzano tecnologie
di depurazione dei fumi. A parità di legna bruciata, le emissioni di
polveri e inquinanti tossici in questo tipo di impianti sono quindi
centinaia di volte inferiori a quelle causate dagli apparecchi
domestici.
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Parte II
LE STRATEGIE
PER RIDURRE
L'INQUINAMENTO
DA LEGNA
Consigli utili per diminuire le emissioni degli apparecchi
a legna
Chi utilizza un apparecchio a legna può fare molto per ridurre le emissioni, a
beneficio della propria salute e di quella degli altri. Si tratta di azioni semplici e che
convengono a tutti.
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2. Gli apparecchi automatici: come bruciare meglio e inquinare di meno
I vantaggi più consistenti nella riduzione degli inquinanti emessi si hanno col
passaggio a sistemi a caricamento automatico, ad esempio le stufe a pellet.
In questi apparecchi il combustibile è dosato in modo più regolare e questo
favorisce una combustione migliore. Inoltre, le caratteristiche di piccola pezzatura
ed omogeneità del combustibile, nonché la presenza di dispositivi per la regolazione
automatica dell’aria, fanno sì che le emissioni nocive siano nettamente inferiori a
quelle degli apparecchi che bruciano ciocchi di legna.
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Gli studi sperimentali hanno mostrato che se si brucia una legna più umida si
producono più inquinanti e si produce meno energia. Conviene controllare sempre
l’umidità e la qualità della legna o del pellet prima di acquistarli.
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6. L’accensione dall’alto
Anche per l’accensione è importante cosa si utilizza. Se si vuole limitare l’inquinamento,
è importante evitare la legna sporca, la carta e le riviste. Si possono utilizzare gli
accendi-fuoco o pezzetti di legna più piccoli, disposti a castelletto. Una piccola
quantità di legna deve essere accesa dall’alto e non dal basso: in questo modo la
combustione procede più lentamente ed in modo più controllato.
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BRUCIARE
LA LEGNA FA BENE AL CLIMA?
La legna è spesso indicata come un combustibile rinnovabile in quanto
non è un combustibile fossile. In realtà la questione è più complessa e
per comprenderla bisogna partire dal fatto che tutti i combustibili sono
composti di atomi di carbonio, ed è bruciando questo carbonio che si
produce l’energia.
Mentre bruciando carbone, petrolio e gas si immette nell’atmosfera
carbonio di origine fossile immagazzinato nei precedenti milioni di anni nei
rispettivi giacimenti del sottosuolo, il carbonio presente nella legna è stato
catturato dall’atmosfera attraverso il processo di fotosintesi in anni recenti,
durante la crescita della pianta dalla quale la legna deriva. Per questo
motivo, spesso si considera la legna una fonte di energia “neutra” rispetto
alle emissioni di gas ad effetto serra: la quantità di biossido di carbonio
(CO2 , il principale dei gas che contribuisce al surriscaldamento globale)
emesso durante la combustione è pari a quella assorbita nel corso della
vita vegetativa della pianta: dunque produrre energia con la legna non
comporta un aumento delle concentrazioni di CO2 nell’atmosfera e non
aumenta le temperature del nostro pianeta. Questo è il motivo per cui lo
Stato italiano ha sostenuto l’impiego della legna a scopi energetici anche
tramite il Conto Termico.
In realtà, studi recenti hanno mostrato come il beneficio per il clima del
pianeta esiste solo se la pianta tagliata per fare legna da ardere proviene
da interventi di gestione sostenibile, meglio se certificati e nei dintorni del
luogo di utilizzo, altrimenti c’è un incremento netto per l’atmosfera di CO2,
perché il carbonio che prima della combustione era stoccato nel legno,
dopo se ne va in atmosfera sotto forma di CO2. In conclusione, si può dire
che il rapporto fra la combustione domestica della legna e l’ambiente è
ambivalente. C’è un lato positivo, perché in alcune condizioni si riducono le
emissioni di CO2 in atmosfera e si contrastano i cambiamenti climatici, e un
lato negativo, perché le combustioni in piccoli impianti domestici emettono
in atmosfera particolato e composti tossici.
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L’azione europea e internazionale
Molte nazioni europee hanno imposto standard minimi per l’efficienza energetica e
le emissioni inquinanti degli apparecchi a legna.
La Direttiva 2009/125 sull’Ecodesign prevede che debba essere progressivamente
ridotto l’impatto ambientale degli apparecchi a biomasse, partendo da una
progettazione ottimale. Tale norma entrerà in vigore soltanto dopo il 2020.
Anche molti Paesi extra-europei hanno posto delle limitazioni all’uso degli apparecchi
a legna. Negli Stati Uniti, ad esempio, fin dal 1988 sono stati approvati dei limiti per
le emissioni di polveri dagli apparecchi a legna.
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5 COMPORTAMENTI
DA MODIFICARE PER
RIDURRE L’INQUINAMENTO
DA BIOMASSE LEGNOSE
1 Se vedi fumo nero uscire dal camino, intervieni: stai inquinando l’ambiente. Se il
tuo apparecchio funziona correttamente, il fumo deve essere poco visibile e senza
odori sgradevoli. In caso contrario stai inquinando l’ambiente, i tuoi vicini di casa e
te stesso.
3 Brucia solo legna asciutta stagionata e non trattata, o pellet di qualità, e non
bruciare altro materiale (rifiuti, carta, riviste patinate, plastica, legno trattato). Se
non presti attenzione al combustibile, inquini molto di più e rischi di danneggiare
il tuo apparecchio. Devi stoccare la legna all’asciutto per almeno un anno, poi
portare la legna in casa per qualche giorno prima di bruciarla. Se bruci legna
trattata o pellet di bassa qualità, pezzi di mobili, cassette e imballaggi in legno,
carta, giornali, riviste patinate, plastica, danneggi te stesso e contamini
l’ambiente.
4 Anche l’accensione è importante. Evita legna sporca, carta o riviste. Utilizza gli
accendifuoco o pezzetti di legna più piccoli. Ricorda che la legna si accende
dall’alto.
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IL PROGETTO PREPAIR
Il bacino del Po rappresenta un’area di criticità per la qualità dell’aria, con superamenti dei
valori limite fissati dall’Unione Europea per polveri fini, ossidi di azoto ed ozono. Questa
zona interessa il territorio delle regioni del nord Italia ed include città metropolitane quali
Milano, Bologna e Torino.
L’area è densamente popolata ed intensamente industrializzata. Tonnellate di ossidi di
azoto, polveri e ammoniaca sono emesse ogni anno in atmosfera da un’ampia varietà di
sorgenti inquinanti legate soprattutto al traffico, al riscaldamento domestico, all’industria,
alla produzione di energia e all’agricoltura. L’ammoniaca, principalmente emessa dalle
attività agricole e zootecniche, contribuisce in modo sostanziale alla formazione di
polveri secondarie, che costituiscono una frazione molto significativa delle polveri totali
in atmosfera.
BUDGET COMPLESSIVO
A disposizione 17 milioni di euro da investire nell’arco di 7 anni: 10 quelli in arrivo
dall’Europa grazie ai fondi del Programma Life.
FONDI COMPLEMENTARI
PREPAIR è un progetto “integrato”: oltre 850 milioni di euro, provenienti dai fondi
strutturali e da risorse regionali e nazionali dei diversi partner, saranno utilizzati per azioni
complementari a quelle del progetto che avranno ricadute positive sulla qualità dell’aria.
PARTNER
Il progetto coinvolge 18 partner:
Regione Emilia-Romagna, Regione Lombardia, Regione del Veneto, Regione Piemonte,
Regione Autonoma del Friuli Venezia Giulia, Provincia Autonoma di Trento, Agenzia
per la Protezione dell’Ambiente dell’Emilia-Romagna, Agenzia per la Protezione
dell’Ambiente della Lombardia, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente della Valle
d’Aosta, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del Piemonte, Agenzia per la
Protezione dell’Ambiente del Veneto, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente del
Friuli Venezia Giulia,, Agenzia per la Protezione dell’Ambiente della Slovenia, Città
di Bologna, Città di Milano, Città di Torino, ERVET S.p.A. e Fondazione Lombardia
per l’Ambiente.
info@lifeprepair.eu