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romanzo di Pirandello, uno nessuno centomila. È il personaggio che piu si carica di una tensione utopica,
perché Pirandello lavora a uno nessuno centomila subito dopo aver elaborato il saggio sull umorismo.
Pirandello inizia a voler incarnare nei suoi romanzi, il senso piu profondo di cio che aveva elaborato nel suo
saggio. Inizia la stesura di uno nessuno centomila nel 1909 e lo terminerà nel 1926. Il compito di Vitangelo
fu quindi importante. Sappiamo bene che tra il saggio sull umorismo e uno nessuno centomila continuera a
produrre novelle e tantissimi testi teatrali (opere teatrali contenute nella raccolta “maschere nude”)
Uno Nessuno Centomila, l umorismo secondo Pirandello è il sentimento del contrario, rispetto al comico
che è l avvertimento del contrario. Se non ci fosse il contrario non ci sarebbe ne umorismo ne comicita .
Tutto parte quindi dae storture, dalle contraddizioni di cuo la vita è costellata. Nel momento interiore in
cui si va a cogliere la stortura, allora l approccio alla vita cambia. Pirandello spiega tutto cio attraverso l
esempio della signora imbellettata: vedo una donna che si agghinda in modo giovanile, e a prima vista
penso che quello sia il contrario di cio che una signora debba essere e rido. Se pero a quell iniziale
avvertimento, subentra una riflessione umoristica, che va a scavare alle ragioni di quella vistosa
contraddizione, e comprendo che ci sono motivazioni piu profonde come il volere trattenere a se il marito
molto più giovane, allora il riso iniziale si turba e si ha la netta percezione che tragico e comico nella vita di
ciascuno coesistano.
Il personaggio che piu di tutti da voce a questo è Mattia Pascal, egli pero si ferma ad un certo livello (al
livello del “dramma della doppia forma). Vitangelo si affranca da tutto e riesce in qualche modo a rensere
giustizia al fratello minore, nel romanzo appunto uno nessuno centomila, opera che inizia mettendo il
protagonista (il quale aveva fissuto fino a quel momento perfettamento appagato e nella quiescienza, e che
vedra la propria vita ribaltata, Vitangelo non vorra piu saperne nulla della societa borghese e decidera di
essere ritenuto pazzo dalla società contemporanea, ma di acquisire una liberta interiore, che si lo porterà a
non esistere piu per la societa ma lui dentro sara ritornato ad essere in quel flusso della vita che la societa
nega). Vitangelo con sprezzo, empito liberatorio, dira “io di tutto cio non voglio piu saperne nulla”
rifiutando persino il nome, il nome che Mattia aveva cercato disperatamente di recuperare. Uno bessuno
cebtomila è quindi l ultima stoccata che pirandello compie contro quella societa borghese che ritiene
irrecuperabile, irreparabile.
La moglie di Vitangelo non è consapevole di cio che ha fatto scattare nella mente di quest’ultimo. Al fondo
si insinua gia qualcosa che si annida dentro Vitangelo, perche è gia da tempo che Vitangelo aveva la
tendenza per un non nulla di sprofondare (da notare che il movimento è sempre centripeto, avviene
sempre da dentro) in un abisso. Pirandello si muove sempre attraverso immagini “come una tana di talpa”.
C era gia una disposizione di vitangelo nel carpire queste contraddizioni dell esistere.
Andando verso il finale dell opera, il titolo del 4 capitolo è “non conclude” pIrandello ci aveva gia detto che
la vita è un flusso continuo che noi ci poniamo di arrestate ,ma in realta la vita non conclude, la
provocazione di vitangelo è che come la vita non conclude, neanche lui ha voglia di concludere. “non mi
sono piu guardato in uno specchio” (in una voluta circolarita, qll inizio del romanzo lo specchio, cosi come
alla fine, ma in modo totalmente opposto). !nessun nkme, nessun ricordo oggi del nome di ieri, del nome di
oggi domani, se il nome è la cosa” vitangelo rinnega persino il suo nome , se il nome è cio che consente di
muoverci in questa realta, e crolla in noi la nozione stessa di realta, allora ciascuno faccia di quel nome cio
che vuole. Quello che fa Vitangelo non ha una ricaduta concreta nella societa, è una ribellione che ha i suoi
effetti all interno del personaggio (la societa anzi liquida subito Vitangelo) e non c è dubbio che l intendo di
Pirandello era stato raggiunto , egli aveva creato un personaggio che rappresentava tutto cio che egli aveva
esposto nel saggio sull umorismo. È un finale che ha una carica provocatoria, antagonista nei confronti
della societa, ed è un tipo di spinta che troveremo anche in Svevo
Italo svevo, scrittore che esattamente dall altro capo della penisola (Pirandello da Girgenti , e Svevo nel
triestino) Svevo fara eco a Pirandello negli stessi anni (anni 60’) la generazione di Pirandello e di Svevo è la
stessa, egli sono coetanei, solo che mentre piranfello morira di cause naturali nel 1936, Svevo morira nel
1928 a causa di un bruttissimo incidente stradale, i due venivano entrambi da delle periferie.
Di Svevo dobbiamo ricordare degli snodi della sua attività romanzesca ( in realtà Svevo non è un letterato
d’elezione):
- Anni 90, gli stessi anni 90 in cui esordisce dall sua Girgenti Pirandello con fomanzi quali il turno e l
esclusa. Svevo pubblicherà nel 1892 “una vita” e nel 1898 “semita”. Anni ’90 che costituiscono
ancora una volta un grembo fecondo. Se dovessimo stare ai romanzi, noi individueremmo 3
mlmenti importanti nel percorso sveviano, due li abbiamo gia citati (una vita – Semita) e
dovremmo aspettare addirittura il 1923 per quello che dj fatto è il romanzo piu moderno nella
struttura, nell impianto compositivo che è “la coscienza di Zeno” da questo titolo emerge la parola
chiave coscienza. Il romanzo sveviano del ’23 si intitola la coscienza di Zeno, e il romanzo è tutto
calibrato all interno dei movimenti della coscienza del protagonista. Stando a questa articolazione,
siamo legittimati a pensare che dal 1898 al 1923 Svevo non scriva, al silenzio di Svevo pero
dobbiamo prestare poco attenzione ,perche se è vero che dipo il successo dei primi due romanzi,
Svevo si sia dedicato alla vita da imprenditore (Svevo non nasce da lettorato d elezione ,Svevo nella
sua vita lavora moltissimo, lavora da impiegato di banca, ebbe anche una certa abilita
imprenditoria) se è vero che per un lunghissimo periodo non pubblico piu, è vero che la sua
frequentazione con la scrittura fu inesausta, assidua ,costante, perseguita , perché svevo muoveva
da jn concetto fondamentale, ovvero che la scrittura fosse una prassi di igiene quotidiana, con
questo voleva dire che è necessaria per pulire qualcosa, deve scrostare gli autoinganni, la
presunzione di perfezione di cui la societa borghese di quegli anni si alimentava, Svevo sin da i primi
anni della sua vita, si muove all internno di un contesto in cui davvero la legge del piu forte era l
unica legge ammessa, quel Darwinismo sociale , quella teoria di selezione naturale. Svevo in modo
provocatorio trasforma tutto questo in selezione sociale e ci dice che negli ambienti lavorativi della
societa del suo tempo, di fatto sopravviveva soltanto cji sapeva essere competitivo, produttivo,
chi si sbarazzava degli avversari, una selezione che eliminava chi era meno furbo. Da un certo
momento in poi, la scrittura diventa un modo di svelare gli inganni, per conoscersi veramente,
scrivere per autoinvestigarsi, per svelare tutti gli autoinganni. Piu la società a si ritiene perfetta, piu
in essa si fa strada solo chi è vincente e si impone produttivamente, piu Svevo mette in scena
personaggi godfi, maldestri, del tutto inadatti a quei meccanismi della società. Personaggi che
pensano, elaborano, progettano senza poi concludere niente. Viene cosi coniata per la prima
volta la parola inetto, l inettitudine , scopriamo cos è l inettitudine esattamente in qeusti anni,
attraverso la voce del suo primo protagonista Alfonso Vitti, protagknista di “una vita” Svevo questo
romanzo l avrebbe voluto intitolare “un inetto” ma l editore glielo impedi, e opta per il piu generale
titolo “una vita” ovvero uns tra tante insignificanti vite. Alfonso Vitti è jn personaggio che dalla
provincia rurale si trasferisce in citta e trova lavoro cone impiegato in una banca, la vita di Alfonso
nella banca è soffertissima ed è una vita che lo pone a vedere tutta una serie di persone che si
azzuffano per essere produttive, eppure ad Alfonso, sembrano succedere delle cose per le quali
altri avrebbero fatto carte false, meno egl isi impegna, meno riesce a sentirsi partr di quel vortice di
attivismo, piu gli accadono cose incredibili, la figlie del banchiere lo nota (perche Alfonso è un
cultore d artec scrive ed è un aspirante scrittore) Annetta ambisce alle stesse istanze e lo
mammentte nel suo elitario circolo letterario, Alfonso senza rendersene conto arriva ad un passo
dal matrimonio con Annetta, senza volerlo, senza aver fatto nulla per approdare a cio, arriva ad un
passo a cio per cui altri avrebbero fatto carte false (erede del banchiere). Ad un certo punto
succede che al culmine di questa parabola inattesa, qualcosa che neanche lji riesce a spiegarsi, lo
porta lontano dalla societa, pou avanti scopriremo che sara la malattia della madre, eglinon
avvertira nessuno, lascia la citta e non si accorge nemmeno del tempo che passa ,la madre muore e
quando fa ritorno in citta scopre che annetta sentendosi tradita e abbandonata non vuole piu
sposarlo, e che il fratello di lei in ottemporanza alle leggi d onore dell epoca ,lo sfida a duello.
Alfonso capisce di essere arrivato ad un bivio nella vita, e li percepisce per la prima volta la propria
inettitudine.
“egli invece si sentiva incapace alla vita”
“non sapeva amare e non godere” l inettitudine è un essere sempre in divaricazione rispetto alla
vita normale, c è sempre una aritmia ,un diverso battito tra la gita cosi gli inetti sveviani la
percepiscono come Alfonso, Alfonso si accorge che non sapeva amare e non godere, e nelle migliori
circostanze, aveva sofferto piu che altri nelle circostanze piu dolorose. Alfonso proggetta il suo
suicidio. Alfonso dice che se continuera a vivere dovra continuare quella lotta che la societa vuole ,e
alfonso non vuole tutto cio. Noi non vediamo qursto suicidio compiersi, nella pagina non ci viene
detto nulla su cio, Svevo vuole lasciare nei lettori il dubbio del fatto che Alfonso abbia o meno
compiuto questo atto finale, pero la societa liquida subito come suicidio. Di fstto l unica questione
che importa alla societa è la quesitone economica dell eredita di Alfonso. Sappiamo che era rimasto
un braciere acceso, potrebbe quindi essere stata una morte casuale dovuta dalla prigrizia di Alfonso
nello spegnere le braci. Durante le pagine delm opera il lettore familiarizza con il protagonista che
progetta, elabora per poi non concludere nulla, come se la sua volonta non avesse alcuna presa
reale. Ci troviamo davanti al primo inetto sveviano e ne abboamo una gran pena perche Alfonso
scopre la propria inettitudine dolorosamente, non ci imports tanto della morte di Alfonso, quando
ci importi che la scoperta della propria inettitudine. Da wuesto momento in poi cambiera il modo in
cui il narratore guardera ai propri personaggi inetti. In italia il primo a dare finalmente a Svevo la
ribalta necessaria fu Eugenio Montale nel 1925, l anno in cui lui stesso pubblichera gli Ossi di
Seppia. Montale nel suo attraversamento della parabola sveviana ritenendolo un capolavoro, si
sofferma su “Senilita” perchr gja li Svevo si afferna geniale nella delineazione del personaggio inetto
e nel far notare le storture della società.
Joyce e svevo si conoscono nel 1907, Joyce sprona Svevo e contribuisce alla sua notorieta fuori dai
confini italiani
Tutti gli eventi biografici di Svevo li ritroviamo all interno dei racconti sveviani . Tutte le opere di Svevo sono
piene di riferimenti alla sua vita, ma non è questa la vera nota biografica che troviamo nelle opere di
Svevo, cio che è realmente autobiografico è il fatto che Svevo pone l interno di tutta la sua scrittura (anche
nellpagine diaristiche che egli scrive compulsivamente) nelk essere convinto che il senso vero della vita sta
proprio al fondo di quella investigazione che passa attraverso la scrittura.