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Chang
i fondamenti dello
studio del pianoforte
È UN LIBRO DI
juppiter
consulting
PUBLISHING COMPANY
I Fondamenti dello Studio del Pianoforte
di Chuan C. Chang
Giammai nessuna parte del presente libro potrà essere riprodotta, memorizzata in un sistema che ne permetta
l’elaborazione, né trasmessa, in qualsivoglia forma e con qualsivoglia mezzo elettronico o meccanico, né potrà
essere fotocopiata, registrata o riprodotta in altro modo, senza previo consenso scritto dell’Editore, tranne nel
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Capitolo Tre
IL METODO SCIENTIFICO,
LA TEORIA
DELL’APPRENDIMENTO ED
IL CERVELLO
1 - Introduzione
La prima parte di questo capitolo descrive la mia idea di cosa sia il me-
todo scientifico e di come lo abbia usato per scrivere questo libro.
Questo approccio scientifico è la ragione principale per cui è diverso da
tutti gli altri sull’argomento di imparare a suonare il pianoforte.
Le altre sezioni trattano argomenti sull’apprendimento in generale e
viene derivata l’equazione per il calcolo del tasso di apprendimento.
Questa è l’equazione che è stata usata per calcolare il tasso di appren-
dimento del pianoforte nel Capitolo Uno, Sezione IV.5. Tratterò an-
che argomenti riguardanti il cervello perché è, ovviamente, parte inte-
grante del meccanismo che suona il pianoforte. Tranne la parte iniziale
su come si sviluppa il cervello con l’età e come questo sviluppo influi-
sca sull’apprendimento del pianoforte, gli altri argomenti hanno co-
munque poca rilevanza diretta con lo strumento. Abbiamo chiaramen-
te bisogno di molta più ricerca sul ruolo giocato dal cervello quando
impariamo a suonare il pianoforte. Ho inserito anche un’analisi, ri-
guardo l’interpretazione dei sogni, che getta più luce su come funziona
il cervello. Infine descriverò le mie esperienze con il cervello subcon-
scio che mi è stato utile in numerose occasioni.
372 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
2 - L’Approccio Scientifico
Questo libro è stato scritto con il miglior approccio scientifico che sono
riuscito a mettere insieme usando ciò che ho imparato durante i miei
trentuno anni di carriera da scienziato. Sono stato coinvolto non sono
nella ricerca di base (ho ottenuto sei brevetti), ma anche nelle scienze
materiali (matematica, fisica, chimica, biologia, ingegneria meccanica,
elettronica, ottica, acustica, metalli, semiconduttori, isolatori), nella so-
luzione di problemi industriali (meccanismi di fallimento, affidabilità,
produzione) e nelle pubblicazioni scientifiche (ho pubblicato oltre cento
articoli nella maggior parte delle maggiori riviste scientifiche). Anche
dopo aver ottenuto il mio Dottorato in Fisica dalla Cornell University,
i miei datori di lavoro hanno dovuto spendere oltre un milione di dol-
lari per far avanzare la mia cultura durante la mia carriera. Riguar-
dando indietro tutta questa formazione scientifica è stata indispensabile
per scrivere questo libro. Questo bisogno di capire il metodo scientifi-
co suggerisce che la maggior parte dei pianisti avrebbe avuto delle diffi-
coltà se avesse provato a replicare i miei sforzi. Spiegherò ulteriormen-
te più avanti che i risultati degli sforzi scientifici sono utili a tutti, non
solo agli scienziati. Quindi il fatto che questo libro sia stato scritto da
uno scienziato significa che tutti dovrebbero essere in grado di capirlo
più facilmente rispetto ad un libro simile scritto da un non-scienziato.
Un obiettivo di questa sezione è spiegare questo messaggio
Imparare il pianoforte, l’algebra, la scultura, il golf, la fisica, la biolo-
gia, la meccanica quantistica, la muratura, la cosmologia, la medicina,
la politica, l’economia, ecc. – che cosa hanno in comune tutte queste
cose? Sono tutte discipline scientifiche e perciò condividono un gran
numero di principi fondamentali. Nella sezione seguente spiegherò
molti degli importanti principi del metodo scientifico e mostrerò come
siano necessari per poter produrre qualcosa di utile, come un manuale
per imparare il pianoforte. Questi requisiti per un tale manuale non
sono diversi da quelli necessari per scrivere un libro di testo avanzato
sulla meccanica quantistica: sono simili, sebbene i contenuti siano due
mondi a parte. Inizierò con la definizione di metodo scientifico perché
è così spesso mal compresa dalla gente. Descriverò poi i suoi contributi
nello scrivere questo libro. In questo processo indicherò dove storica-
mente l’insegnamento del pianoforte è stato scientifico o meno. Nelle
ultime centinaia di anni abbiamo avuto enorme successo nell’applicare
il metodo scientifico a praticamente tutte le discipline, non è il momen-
to di fare lo stesso con l’apprendimento/insegnamento del pianoforte?
2 - L’APPROCCIO SCIENTIFICO 373
A) La Ricerca
Un manuale sul suonare il pianoforte è essenzialmente un elenco di
scoperte fatte da qualcuno per risolvere alcuni problemi tecnici: è un
prodotto della ricerca. Nella ricerca scientifica si eseguono esperimenti,
si raccolgono dati e si scrivono i risultati in modo tale che altri possano
capire cosa è stato fatto e riprodurlo. Insegnare pianoforte non è diver-
so: si devono prima ricercare i vari metodi di studio, raccoglierne i ri-
sultati e scriverli in modo che altri possano trarne vantaggio. Sembra
banalmente semplice, ma se ci si guarda intorno questo non è ciò che è
accaduto nell’insegnamento del pianoforte. Liszt non ha mai scritto i
suoi metodi di studio. Il “metodo intuitivo” (come descritto in questo
libro) non richiede ricerca, è il metodo di studio meno informato.
Questo è il motivo per cui il libro della Whiteside ebbe così successo –
condusse della ricerca e ne registrò i risultati. Sfortunatamente non a-
veva formazione scientifica e fece un pasticcio con aspetti importanti
come una scrittura chiara coincisa (specialmente le definizioni) e l’orga-
nizzazione (classificazioni e relazioni). Chiaramente se potessimo cor-
reggere questa mancanza avremmo allora qualche speranza di applicare
metodi scientifici all’insegnamento del pianoforte. Ovviamente è stata
condotta una tremenda quantità di ricerca da parte di tutti i grandi pia-
nisti, sfortunatamente ne è stata documentata molto poca, cadendo vit-
time dell’approccio non scientifico alla pedagogia del pianoforte.
B) La Documentazione e La Comunicazione
L’obiettivo di primo piano della documentazione è la registrazione di
tutta la conoscenza nel campo – è una perdita incalcolabile che Bach,
Chopin, Liszt, ecc. non abbiano scritto i loro metodi di studio.
Un’altra funzione della documentazione scientifica è l’eliminazione de-
gli errori. Chiaramente un’idea corretta, anche enunciata da un grande
maestro, che venga tramandata oralmente dall’insegnante agli studenti
è suscettibile agli errori e del tutto non scientifica. Una volta scritta, ne
possiamo controllare l’accuratezza, togliere gli errori e aggiungere nuo-
ve scoperte. Ovvero la documentazione crea una via a senso unico nel-
la quale l’idea può solo migliorare in precisione col passare del tempo.
378 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
Una scoperta che ha sorpreso anche gli scienziati è che circa la metà
delle nuove scoperte non viene fatta durante la ricerca, ma quando se
ne scrivono i risultati. Per questa ragione la scrittura scientifica si è e-
voluta in un campo con requisiti specifici progettati non solo per mini-
mizzare gli errori, ma anche per massimizzare il processo di scoperta.
È stato durante la scrittura di questo libro che ho scoperto la spiegazio-
ne dei muri di velocità: dovevo affrontare il fatto di scrivere qualcosa
su di essi ed ho iniziato in modo naturale a chiedermi cosa fossero e co-
sa li provocasse. È ben noto che una volta poste le domande giuste si è
sulla strada di trovare le risposte. In modo simile il concetto di insieme
parallelo è stato sviluppato per lo più durante la scrittura che durante la
ricerca (lettura di libri, conversazioni con insegnanti, uso di internet) e
la sperimentazione personale al pianoforte. Questo concetto era neces-
sario ogni volta che qualche procedura di studio dava problemi, diven-
ne perciò indispensabile verificarlo con precisione per poterlo usare ri-
petutamente in così tanti punti.
È importante comunicare con tutti gli altri scienziati che stanno af-
frontando un lavoro simile, per discutere apertamente qualsiasi nuovo
risultato. Il mondo del pianoforte è stato, a questo riguardo, comple-
tamente non scientifico. La maggior parte dei libri sul suonare il piano-
forte non ha neanche i riferimenti (compresa la prima edizione del mio
libro, perché scritto in un lasso di tempo limitato – questa lacuna è stata
colmata in questa seconda edizione) e raramente si basa sul lavoro pre-
cedente di altri. Gli insegnanti delle maggiori istituzioni musicali fanno
un lavoro migliore nel comunicare, rispetto agli insegnanti privati, per-
ché sono confinati in una situazione per cui non possono evitare di in-
contrarsi. La pedagogia del pianoforte in queste istituzioni è di conse-
guenza superiore a quella della maggior parte degli insegnanti privati.
Troppi insegnanti di pianoforte sono inflessibili riguardo all’adottare o
ricercare metodi di insegnamento migliori e sono spesso critici di qua-
lunque cosa si allontani dai loro metodi. Questa è una situazione molto
non scientifica.
Esempi di comunicazione aperta nel mio libro sono l’intrecciarsi di
concetti da: metodi del peso del braccio e del rilassamento (approccio
tipo Taubman), idee dai libri della Whiteside (critica degli esercizi tipo
Hanon e del metodo del pollice sotto), inclusione di vari movimenti
della mano descritti da Sandor, eccetera. Siccome internet è la forma
ultima di comunicazione aperta, il suo avvento può essere l’elemento
singolo più importante che permetterà alla pedagogia del pianoforte di
essere condotta scientificamente e di questo non c’è miglior esempio
che questo libro.
3 - COS’È I L M ETODO SCIENTIFICO? 379
C) Le Verifiche di Auto-Coerenza
Molte scoperte scientifiche vengono fatte come risultato della verifica di
auto-coerenza. Questi controlli funzionano come segue. Si supponga
di conoscere dieci fatti riguardo al proprio esperimento e di scoprire un
undicesimo fatto. Si ha ora la possibilità di verificare questo nuovo ri-
sultato con i vecchi e spesso questo controllo porterà ad una nuova
scoperta. In effetti una singola scoperta può potenzialmente portare a
dieci altri risultati senza ulteriore sperimentazione. I nuovi metodi di
questo libro, ad esempio, hanno portato ad un apprendimento molto
più veloce e questo ha suggerito che il metodo intuitivo debba contene-
re procedimenti di studio che in realtà lo frenano. Sapendo questo è
stato semplicemente una questione di trovare gli aspetti che rallentano i
progressi. Questa rivelazione delle debolezze del metodo intuitivo sa-
rebbe stata quasi impossibile se fosse stato l’unico noto. Si tratta di una
verifica di auto-coerenza perché se entrambi i metodi fossero stati cor-
retti sarebbero dovuti essere ugualmente efficaci. Un tale processo
mentale di verifica automatica dell’auto-coerenza di tutto ciò che si in-
contra può non essere naturale a tutti; come scienziato, tuttavia, l’ho
fatto consapevolmente per pura necessità durante tutta la mia carriera.
Le verifiche di auto-coerenza sono il modo più economico e rapido di
trovare gli errori e di fare nuove scoperte perché si ottengono risultati
senza fare altri esperimenti. Costa poco di più, tranne il tempo. Si può
ora vedere perché il processo di documentazione può essere così pro-
duttivo: tutte le volte che viene introdotto un nuovo concetto può esse-
re verificato rispetto a tutti gli altri conosciuti per ottenere potenzial-
mente nuovi risultati. Il metodo è potente grazie al gran numero di fat-
ti già noti. Assumiamo di poter contare queste verità note e che siano,
diciamo, mille. Una nuova scoperta significa allora che si possono veri-
ficare in modo incrociato mille nuove possibilità per altre scoperte!
Le verifiche di auto-coerenza sono importanti per eliminare gli errori
e sono state usate in questo libro per minimizzarli. Studiare lentamente
3 - COS’È I L M ETODO SCIENTIFICO? 381
D) La Teoria di Base
I risultati scientifici devono sempre basarsi su qualche teoria o principio
verificabile da altri. Molti pochi concetti stanno da soli indipendente-
mente da qualsiasi altra cosa. In altre parole qualsiasi cosa qualcuno
rivendichi funzionare è meglio abbia una buona spiegazione del perché,
altrimenti è sospetta. Spiegazioni come “con me ha funzionato” oppure
“la ho insegnata per trent’anni” o anche “questo è come faceva Liszt”,
semplicemente non sono abbastanza buone. Se un insegnante ha inse-
gnato un procedimento per trent’anni dovrebbe aver avuto un sacco di
tempo per scoprire il perché funziona. Le spiegazioni sono spesso più
importanti dei procedimenti che spiegano. Ad esempio lo studio a ma-
ni separate funziona perché semplifica un compito difficile. Una volta
stabilito questo principio di semplificazione si possono iniziare a cercare
più cose simili come accorciare i passaggi difficili o delineare. Un e-
sempio di spiegazione elementare è la correlazione tra la forza di gravi-
tà, il metodo del peso del braccio e la sua relazione col peso del tasto.
Entrambi la pesante mano del lottatore di sumo e quella leggera del ra-
gazzetto (si veda Capitolo Uno, Sezione II.10) devono ad esempio pro-
durre un suono di uguale intensità quando le mani vengono lasciate
cadere dalla stessa altezza in una caduta corretta. Questo è ovviamente
più difficile per il lottatore di sumo a causa della sua tendenza ad incli-
narsi sul pianoforte per poter fermare la pesante mano. La caduta cor-
retta è quindi per lui più difficile da eseguire. Capire questi sottili det-
tagli basati sulla teoria è ciò che porta alla corretta esecuzione di una
vera caduta. In altre parole, in una caduta corretta non ci si può incli-
nare sul pianoforte per fermare la mano se non dopo aver completato
la discesa del tasto; per realizzare questo gesto è necessario un polso
molto flessibile.
Ci sono sempre sicuramente alcuni concetti che resistono ad una
spiegazione ed è estremamente importante classificarli chiaramente co-
me “principi validi senza spiegazione”. In questi casi chi siamo noi per
382 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
dire che sono validi? Possono essere considerati validi dopo aver stabi-
lito una registrazione inconfutabile di verifica sperimentale. Etichettarli
chiaramente è importante perché le procedure senza spiegazione sono
più difficili da applicare e sono soggette a modifiche se apprendiamo di
più e le capiamo meglio. La cosa più bella dei metodi che hanno buone
spiegazioni è che non è necessario farsi dire ogni dettaglio di come ese-
guire la procedura – possiamo spesso ricavarla da soli dalla compren-
sione del metodo.
Sfortunatamente la storia della pedagogia del pianoforte è piena di
procedure per acquisire la tecnica che non hanno supporto teorico di
base e che, nonostante ciò, hanno ottenuto ampia accettazione. Gli e-
sercizi Hanon ne sono un esempio illustre. Gran parte delle istruzioni
senza spiegazione del perché funzionano hanno poco valore in un ap-
proccio scientifico. Questo non solo per l’alta probabilità che queste
procedure possano essere sbagliate, ma anche perché è la spiegazione
che aiuta ad usare correttamente la procedura. Siccome non ci sono
basi teoriche dietro gli esercizi Hanon, quando ci esorta ad “alzare in
alto le dita” ed a “studiare un’ora al giorno” non abbiamo nessun modo
di sapere se questi procedimenti possono davvero aiutarci. In qualsiasi
procedura della vita reale è quasi impossibile a chiunque scrivere tutti i
passi necessari in tutte le circostanze, è la comprensione del perché fun-
ziona a permettere a ciascuno di modificarla per soddisfare i bisogni
specifici di situazioni individuali e mutevoli.
Gli insegnanti che usano il metodo intuitivo raccomanderanno ad e-
sempio di iniziare con precisione lentamente e di aumentare gradual-
mente la velocità, altri scoraggeranno il più possibile lo studio lento
perché è un tale spreco di tempo. Nessuno degli estremi è ottimizzato:
suonare lentamente nell’approccio intuitivo non è desiderabile perché si
potrebbero congelare movimenti che interferiscono con il suonare più
veloce; d’altro canto suonare lentamente, una volta in grado di farlo
velocemente, è molto utile per memorizzare e per praticare il rilassa-
mento e la precisione. L’unico modo di scegliere la velocità di studio
giusta è quindi capire in dettaglio il perché si sta scegliendo quella velo-
cità. In questa era di tecnologie dell’informazione e di internet non do-
vrebbe praticamente esserci più spazio per la fede cieca.
Questo non significa che non esistano regole senza spiegazione, dopo-
tutto ci sono ancora molte cose a questo mondo che non comprendia-
mo. Nel pianoforte la regola di suonare lentamente prima di smettere
ne è un esempio: ci deve essere una buona spiegazione, ma non ne ho
ancora sentita alcuna che considero soddisfacente. Il principio di esclu-
3 - COS’È I L M ETODO SCIENTIFICO? 383
sione di Pauli (due fermioni non possono occupare lo stesso stato quan-
tico) e il principio di indeterminazione di Heisemberg sono, nella scien-
za, esempi di regole che non si possono derivare da principi più pro-
fondi. Così è ugualmente importante capire qualcosa proprio come sa-
pere cosa non capiamo. I professori di fisica più colti sono quelli che
sanno citare tutte le cose che ancora non comprendiamo.
E) I Dogmi e L’Insegnamento
Tutti noi sappiamo che non si possono violare le regole che ci pare e
suonare ancora con musicalità, a meno di non avere le iniziali LVB. I
metodi di insegnamento dogmatici, così prevalenti nella pedagogia del
pianoforte, si sono evoluti in questo ambiente ristretto dalle difficoltà di
guidare gli studenti a produrre musica. L’approccio dogmatico è, per
metterla cinicamente, un modo conveniente di nascondere l’ignoranza
dell’insegnante spazzando tutto sotto il tappeto del dogma. Tutte le
grandi lezioni che ho sentito da artisti famosi sono piene di spiegazioni
scientifiche sul perché si dovrebbe o meno eseguire in un certo modo.
Non tutti i grandi esecutori sono tuttavia dei buoni insegnanti e non
tutti sono in grado di spiegare ciò che fanno. La lezione per lo studente
è che in generale non dovrebbe accettare nulla che non capisce e questo
tenderà ad alzare il livello di istruzione che riceve. Sono convinto che
anche l’interpretazione della musica, con il tempo, diverrà più scientifi-
ca proprio come l’alchimia alla fine si è evoluta nella chimica.
Sfortunatamente un approccio dogmatico all’insegnamento non è sem-
pre segno di un insegnante peggiore. Di fatto la tendenza sembra esser
opposta, probabilmente per ragioni storiche. Fortunatamente molti
bravi giovani insegnanti, specialmente quelli nelle grandi istituzioni, so-
no meno dogmatici – sanno spiegare. Col divenire più colti gli inse-
gnanti dovrebbero essere in grado di sostituire più dogmi con una com-
prensione più profonda dei principi sottostanti. Questo dovrebbe
migliorare significativamente l’efficienza e la facilità di apprendimento
degli studenti.
La maggior parte delle persone si rende conto che gli scienziati devo-
no studiare tutta la vita e non solo quando sono al college per prendere
la laurea. I più, tuttavia, non si rendono conto fino a che punto essi
dedicano il loro tempo all’istruzione, non solo imparando, ma anche
insegnando a tutti gli altri, specialmente ai loro compagni scienziati. Di
fatto, per poter massimizzare le scoperte, l’istruzione deve diventare
una passione quotidiana, travolgente. Uno scienziato diventa quindi
spesso più, diciamo, di un insegnante di pianoforte o di scuola a causa
del più ampio spettro di “studenti” che incontra, così come del più am-
384 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
pio respiro delle materie che deve coprire. Quanto si debba sapere per
fare anche solo una piccola nuova scoperta è veramente sbalorditivo.
Una parte necessaria della documentazione scientifica deve perciò in-
cludere le più alte capacità di insegnamento. Un rapporto di ricerca
scientifica non è tanto la documentazione di ciò che è stato fatto, quan-
to un manuale di insegnamento su come riprodurre l’esperimento e su
come capire i principi sottostanti. Il metodo scientifico è quindi ideal-
mente progettato per insegnare ed è un metodo di insegnamento dia-
metralmente opposto a quello dogmatico.
F) Conclusioni
L’approccio scientifico è più di un modo preciso di documentare i risul-
tati di un esperimento: è un processo progettato per eliminare gli errori
e generare scoperte ed è, soprattutto, fondamentalmente un mezzo per
conferite potere all’uomo. Se fosse stato adottato prima, la pedagogia
del pianoforte sarebbe oggi certamente diversa. Internet accelererà si-
curamente l’adozione di approcci più scientifici all’apprendimento del
pianoforte.
4 - La Teoria Dell’Apprendimento
Non è strano che quando andiamo al college scopriamo che “Fonda-
menti dell’Apprendimento” non sia un corso obbligatorio (se esiste)? I
college e le università si suppone siano i centri dell’apprendimento. I
dipartimenti di psicologia hanno spesso corsi ad-hoc sulle abitudini di
studio, ecc., ma si penserebbe che la scienza dell’apprendimento sia una
delle cose primarie in ogni centro di apprendimento. Ho scoperto, nel-
lo scrivere questo libro, la necessità di pensare ad un processo di ap-
prendimento per derivare un’equazione, per quanto approssimata, del
tasso di apprendimento.
[…sezione incompleta…]
A) Il Sogno di Cadere
In questo sogno sto cadendo, non da un posto specifico verso un punto
particolare, ma decisamente cadendo in modo spaventoso. Sono del
tutto impotente nel fermare la caduta. Invariabilmente quando atterro
non mi faccio male. Non c’è dolore. Infatti, sebbene abbia colpito il
fondo, sembra come un atterraggio morbido. Il sogno termina non ap-
pena atterro. L’atterraggio morbido è particolarmente curioso perché
in qualsiasi caduta su quasi tutte le superfici in genere si finisce con
qualche tipo di disastro. Cosa potrebbe spiegare tutti i dettagli di que-
sto sogno? Ne ho scoperto la causa fisica quando un giorno mi sono
svegliato immediatamente dopo e mi sono reso conto che le ginocchia
erano cadute. Stavo dormendo sulla schiena con le ginocchia sollevate
e nel raddrizzare le gambe il peso delle coperte e delle gambe stesse ha
provocato lo slittamento dei piedi e la caduta delle ginocchia. La cadu-
ta delle ginocchia ha fatto creare al cervello il sogno di cadere!
All’inizio questa era solo una spiegazione ipotetica ed anche una pale-
semente stupida: perché il cervello non sarebbe riuscito a capire che le
ginocchia stavano cadendo? Una volta formulata l’ipotesi sono però
riuscito a verificarla tutte le volte che avevo il sogno (nell’arco di diver-
si anni) e l’ho fatto con successo diverse volte. Al risveglio potevo di-
stintamente ricordare che le ginocchia erano appena cadute. Il fatto
che cadano su un soffice letto spiega l’atterraggio morbido e, siccome
dopo non accadde nulla, il sogno termina. Perché sono impotente nel
386 IL METODO SCIENTIFICO, LA TEORIA DELL’APPRENDIMENTO ED IL CERVELLO
B) Impossibilità a Correre
Questo è un sogno molto frustrante. Voglio correre, ma non ci riesco.
Non ha importanza se qualcuno mi stia inseguendo o se voglio sempli-
cemente andare da qualche parte velocemente, non riesco a correre.
Quando si corre è necessario inclinarsi in avanti e quindi nel sogno cer-
co di farlo, ma senza riuscirci. Qualcosa quasi mi spinge all’indietro.
In sogno ho anche fatto il ragionamento che se non riesco a correre in-
clinandomi in avanti allora perché non inclinarmi e correre all’indietro?
In questo modo almeno potrei muovermi. Ciò che accade è che non
riesco neanche ad inclinarmi all’indietro, i piedi sono immobilizzati e
non faccio molti progressi né in avanti né all’indietro. Quando si corre
è necessario anche portare le ginocchia in avanti e in alto, in modo da
spingere indietro, ma non riesco a fare neanche questo. Cosa potrebbe
provocare una tale situazione mentre dormo? Ho scoperto la causa di
questo sogno dopo aver risolto quello della caduta perciò la spiegazione
è stata più facile da scoprire. La spiegazione è arrivata di nuovo appe-
na mi sono svegliato immediatamente dopo il sogno e mi sono ritrova-
to a pancia in giù, sullo stomaco. Eureka! Quando si sta a pancia in
giù non si può cambiare l’angolo del corpo rispetto al letto, non ci si
può inclinare in avanti. Non si possono neanche sollevare le ginocchia
perché c’è il letto di mezzo. Non ci si può inclinare all’indietro perché
la forza di gravità spinge in giù. Questo dimostra di nuovo che quando
si dorme non si ha molto controllo dei muscoli perché se si fosse svegli
sollevare le ginocchia non sarebbe così difficile, anche a pancia in giù.
Dopo aver trovato la spiegazione fui di nuovo in grado di verificarla
diverse volte: quando mi svegliavo ero a pancia in giù. A questo punto
ho iniziato a rendermi conto che forse la maggior parte dei miei sogni
aveva una spiegazione fisica. Tutta la cosa non ha tuttavia molto senso
– perché il cervello non avrebbe saputo che le ginocchia stavano ca-
dendo o che dormivo a pancia in giù? Come poteva fare un sogno così
complesso e ciononostante non essere in grado di capire cose così sem-
plici? Ed ancora, il cervello aveva escogitato una situazione falsa ed era
riuscito a farmela credere mentre dormivo.
5 - LA CAUSA DEI SOGNI ED I M ETODI PER CONTROLLARLI 387
E) Controllare I Sogni
La cosa sbalorditiva dello spiegare questi sogni è stato lo sviluppo di un
qualche controllo su di essi. Dopo essermi pienamente convinto che
ogni spiegazione era corretta questi sogni sono scomparsi! Non potevo
più prendermi gioco di me stesso. Pensare che le ginocchia che cadono
equivalga a cadere da un tetto o da un burrone è chiaramente un pren-
dersi in giro. Una volta capito il meccanismo, il cervello non si lascia
ingannare, sebbene sia abbastanza spento da farlo durante il sonno, ha
ancora abbastanza capacità di riconoscere la verità una volta risolto il
meccanismo.
Ingannare me stesso mi sembrava ancora in qualche modo inverosi-
mile. Dovevo trovare un esempio nella vita reale per potermi convin-
cere che questo tipo di inganno fosse possibile. Fortunatamente ne ho
trovato uno: è quello che fanno i maghi quando si guarda un trucco
5 - LA CAUSA DEI SOGNI ED I M ETODI PER CONTROLLARLI 389
A) Le Emozioni
Il subconscio controlla le emozioni in almeno due modi. Il primo è una
reazione rapida “combatti o fuggi” – una generazione istantanea di rab-
bia o paura. Quando sorge una situazione del genere si deve reagire
più velocemente di quanto si possa pensare, così la mente conscia deve
6 - U SARE I L C ERVELLO S UBCONSCIO 391