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Capitolo 4

Derivate

4.1 Retta tangente e rapporto incrementale


In questa sezione, si analizzeranno due concetti importanti. Il primo è quello di retta tan-
gente. Si consideri il grafico di una funzione y = f (x) avente come dominio un certo intervallo
I. Si scelga un punto P0 = (x0 , f (x0 )), ed un altro punto mobile P1 = (x1 , f (x1 )) tale che
x1 = x0 + h,
con h incremento positivo o negativo. La retta passante per P0 P1 è detta secante. La retta
tangente rappresenta la posizione al limite, se esiste, della secante al tendere di P1 a P0 (da
destra o sinistra). In altre parole, all’avvicinarsi di P1 a P0 , la secante si avvicinerà alla retta
tangente (vedi Figura 4.1).

y
tangente
P1

P0
secante

O x

Figura 4.1: Retta secante e retta tangente

Se dunque si considera l’espressione della retta secante, essa sarà y = mx + q con


q = f (x0 ) − mx0
e coefficiente angolare
f (x1 ) − f (x0 ) f (x0 + h) − f (x0 )
m= = .
x1 − x0 h

49
50 CAPITOLO 4. DERIVATE

∆y
Il valore m è comunemente denominato rapporto incrementale ed indicato con . Te-
∆x
nendo in considerazione quanto detto in precedenza, si esprime il coefficiente angolare della
retta tangente nel punto P0 nella seguente maniera:
∆y f (x0 + h) − f (x0 )
mt = lim = lim .
∆x→0 ∆x h→0 h

Esempio 4.1 Si consideri la funzione y = x2 + 4x nel punto P di coordinate xP = 1 ed


yP = 5. Si calcoli l’espressione della retta tangente in P .
Innanzitutto si calcola il coefficiente angolare della retta tangente:
∆y f (1 + h) − f (1)
mt = lim = lim
∆x→0 ∆x h→0 h
Ricordando che
f (1 + h) = (1 + h)2 + 4(1 + h) = 5 + h2 + 6h
ed inoltre
f (1) = 1 + 4 = 5
Si può scrivere
h2 + 6h
mt = lim = 6.
h→0 h
Si calcola ora il valore
qt = f (xP ) − mxP = 5 − 6 = −1,
y = 6x − 1.

4.2 Derivata di una funzione


A questo punto, si consideri una funzione y = f (x) definita in un intervallo I. e si considerino
i punti P0 e P1 descritti in precedenza. Attribuendo ad h valori sempre più piccoli, P1 si
avvicinerà sempre più a P0 e la retta secante tenderà alla retta tangente. Il coefficiente
angolare della secante tenderà a sua volta al coefficiente angolare della tangente, che viene
chiamato derivata della funzione in x0 .
Si può dare ora una definizione formale di derivata
Definizione 4.2.1 Data una funzione y = f (x) definita in un intervallo I, si chiama derivata
della funzione nel punto x0 interno all’intervallo, e si indica con f ′ (x0 ), il limite se esiste ed
è finito per h → 0 del rapporto incrementale di f rispetto ad x0 , ovvero
∆y f (x0 + h) − f (x0 )
f ′ (x0 ) = lim = lim .
∆x→0 ∆x h→0 h
La derivata di f in x0 rappresenta il coefficiente angolare della retta tangente al grafico della
funzione nel punto di ascissa x0 .
Una funzione si dice derivabile in x0 se esiste finita la derivata f ′ (x0 ). Poiché la derivata
è il limite del rapporto incrementale, tenendo a mente quanto detto per i limiti, è possibile
introdurre i concetti di derivata destra e sinistra di una funzione.
4.2. DERIVATA DI UNA FUNZIONE 51

y y y
tangente tangente tangente

P1
P0 P0 P1 P0
secante secante P1 secante

O x O x O x

Figura 4.2: Retta secante tendente a retta tangente

Definizione 4.2.2 La derivata sinistra di una funzione in x0 è :

f (x0 + h) − f (x0 )
f ′ (x−
0 ) = lim .
h→0− h
La derivata destra di una funzione in x0 è :

f (x0 + h) − f (x0 )
f ′ (x+
0 ) = lim .
h→0+ h

Ricapitolando, affinché una funzione sia derivabile in x0 devono sussistere le seguenti condi-
zioni:

• la funzione deve essere definita in un intorno di x0 ;

• deve esistere il limite del rapporto incrementale in x0 , ovvero devono esistere derivata
destra e sinistra, e devono coincidere;

• tale limite deve assumere valore finito.

Una funzione si dice derivabile in un intervallo I = [a, b] se è derivabile in tutti i punti interni
e se esistono e sono finite la derivata destra in a e la sinistra in b.
Di seguito si riporta inoltre un risultato teorico interessante che lega continuità della funzione
e derivabilità :

Proposizione 4.2.3 Se y = f (x) è derivabile in x0 , allora è continua in x0 .

Alla luce di quanto detto, la funzione f può non essere derivabile per i seguenti motivi:

• non è continua in x0 : in tal caso dalla Proposizione 4.2.3, si ha che la funzione non è
derivabile in x0 ;

• le derivate di destra e sinistra esistono finite ma non coincidono: in tal caso f (x) è ancora
continua, ma non derivabile in x0 ed il punto è detto punto angoloso (vedi Figura 4.3);

• il limite del rapporto esiste ma vale ±∞. La retta tangente esiste ugualmente, ma è
verticale ed ha espressione x = x0 . In tal caso si ha un punto denominato flesso a
tangente verticale (vedi Figura 4.4);
52 CAPITOLO 4. DERIVATE

• il limite del rapporto da destra e sinistra sono entrambi infiniti ma di segno opposto. In
questo caso si avrà un punto di cuspide (vedi Figura 4.5);

Nelle figure, si riportano anche i valori della derivata destra e sinistra per punto angoloso,
flesso a tangente verticale e cuspide.

y y

f (x+ −
0 ) 6= f (x0 )

P0 P0 a) entrambe derivate finite


+
b) f (x−
0 ) finita, f (x0 ) infinita
O x O x

a) b)

Figura 4.3: Punto angoloso

y y

+
a) f (x−
0 ) = f (x0 ) = +∞
P0 P0 b) f (x0 ) = f (x+

0 ) = −∞

O x O x

a) b)

Figura 4.4: Flesso a tangente verticale

y y

P0 a) f (x−
0 ) = −∞, f (x+
0 ) = +∞
P0 b) f (x−
0 ) = +∞, f (x+
0 ) = −∞

O x O x

a) b)

Figura 4.5: Punto di cuspide


4.3. DERIVATE DELLE FUNZIONI ELEMENTARI 53

Esempio 4.2 Si considerano ora due esempi di funzioni non derivabili. Il primo è

y = |x|.

In questo caso la funzione è continua. Infatti, si ha

lim |x| = f (0) = |0| = 0.


x→0

Essa non è però derivabile in 0. Si verifica facilmente che

f ′ (0− ) 6= f ′ (0+ ).

Dunque il punto 0 è punto angoloso. Il secondo esempio è dato da y = 3 x − 1. In questo caso
la funzione è continua in 1 ma non derivabile nel punto. Il limite del rapporto incrementale è
infatti pari a √ √ √
3 3
1+h−1− 3 1−1 h 1
lim = lim = lim √ 3
= +∞.
h→0 h h→0 h h→0 h2
Per tale motivo, il punto 1 è flesso a tangente verticale.

4.3 Derivate delle funzioni elementari


Si consideri una funzione f (x) derivabile nel dominio I. Per ogni x si ha un numero ben
determinato f ′ (x) corrispondente alla derivata calcolata in x. Si può per questo considerare
una nuova funzione denominata funzione derivata (o più semplicemente derivata) di f .
Tale funzione può essere indicata, oltre che con f ′ (x), nei seguenti modi

y′ Df (x).

Si elencano ora alcune funzioni elementari e le corrispondenti funzioni derivate:

• f (x) = k (Funzione costante). Tale funzione ha derivata nulla. Ovvero,

f ′ (x) = 0.

Facile verificare utilizzando il limite del rapporto incrementale:

f (x + h) − f (x) k−k
lim = lim = 0.
h→0 h h→0 h

• f (x) = x. Tale funzione ha derivata pari a 1. Ovvero,

f ′ (x) = 1.

Facile verificare utilizzando il limite del rapporto incrementale:

f (x + h) − f (x) x+h−x
lim = lim = 1.
h→0 h h→0 h
54 CAPITOLO 4. DERIVATE

• f (x) = xn , n ∈ N \ {0} . Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

f ′ (x) = nxn−1 .

Si considera ancora una volta il limite del rapporto incrementale:

f (x + h) − f (x) (x + h)n − xn
lim = lim =
h→0 h h→0 h

Ricordando lo sviluppo della potenza di un binomio, si ottiene

xn + nxn−1 h + · · · + hn − xn
 
nxn−1 h + · · · + hn
= lim = lim = nxn−1 .
h→0 h h→0 h

• f (x) = xr , r ∈ R e x > 0. Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

f ′ (x) = rxr−1 .

• f (x) = sin x. Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

f ′ (x) = cos x.

• f (x) = cos x. Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

f ′ (x) = − sin x.

• f (x) = ex . Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

f ′ (x) = ex .

• f (x) = ln x. Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

1
f ′ (x) = .
x

• f (x) = loga x. Per tale funzione la derivata avrà la seguente espressione

1
f ′ (x) = loga e.
x

4.4 Derivate di funzioni e operazioni algebriche


Si introducono in questa sezione le regole di derivazione relative alle varie operazioni algebriche.
4.4. DERIVATE DI FUNZIONI E OPERAZIONI ALGEBRICHE 55

4.4.1 La derivata della somma


Si considerino due funzioni f (x) e g(x). La derivata della somma h(x) = f (x) + g(x) è data
dalla somma delle derivate delle singole funzioni. Ovvero,

h′ (x) = f ′ (x) + g ′ (x).

Per dimostrare questo risultato si considera il limite del rapporto incrementale:


[f (x + h) + g(x + h)] − [f (x) + g(x)] [f (x + h) − f (x)] + [g(x + h) − g(x)]
lim = lim =
h→0 h h→0 h
E ricordando che il limite della somma è uguale alla somma dei limiti, si scrive:
f (x + h) − f (x) g(x + h) − g(x)
= lim + lim = f ′ (x) + g ′ (x).
h→0 h h→0 h

Esempio 4.3 Si calcoli la derivata della funzione:

y = x2 + 2 · sin x.

Ricordando le regole di derivazione delle funzioni elementari, si ha per f (x) = x2 la seguente

f ′ (x) = 2x

e per g(x) = sin x la seguente


g′ (x) = cos x.
Utilizzando la regola di derivazione per la somma, si scrive:

y ′ = 2x + cos x

4.4.2 La derivata del prodotto


Si considerino due funzioni f (x) e g(x). La derivata del prodotto h(x) = f (x) · g(x) è data dal
prodotto della derivata del primo fattore per il secondo, più il primo fattore per la derivata
del secondo. Ovvero,
h′ (x) = f ′ (x) · g(x) + f (x) · g ′ (x).

Per dimostrare questo risultato si considera il limite del rapporto incrementale:


f (x + h) · g(x + h) − f (x) · g(x)
lim =
h→0 h
Si somma e si sottrae g(x + h) · f (x) e si ottiene:
f (x + h) · g(x + h) − g(x + h) · f (x) + g(x + h) · f (x) − f (x) · g(x)
lim =
h→0 h
Riscrivendo opportunamente e ricordando che il limite della somma è uguale alla somma dei
limiti, si ha:
   
f (x + h) − f (x) g(x + h) − g(x)
= lim · g(x + h) + lim f (x) · =
h→0 h h→0 h
56 CAPITOLO 4. DERIVATE

E si può scrivere
= f ′ (x) · g(x) + f (x) · g ′ (x).

Tenendo in considerazione quanto detto in precedenza, la derivata del prodotto di una costante
per una funzione h(x) = k · f (x) sarà uguale a

h′ (x) = k · f ′ (x).

Esempio 4.4 Si calcoli la derivata della funzione:

y = x3 · sin x.

Ricordando le regole di derivazione delle funzioni elementari, si ha per f (x) = x3 la seguente

f ′ (x) = 3x2

e per g(x) = sin x la seguente


g′ (x) = cos x.
Utilizzando la regola di derivazione per il prodotto, si scrive:

y ′ = 3x2 · sin x + x3 · cos x

4.4.3 La derivata del reciproco


1
Si consideri una funzione f (x). La derivata del reciproco h(x) = (con denominatore non
f (x)
nullo, f (x) 6= 0), è data da una frazione con:
• numeratore pari a −f ′ (x);

• denominatore dato dal denominatore originario al quadrato;


Ovvero,
f ′ (x)
h′ (x) = − .
f (x)2

Esempio 4.5 Si consideri la funzione:


1
y= .
x2 −5
Ricordando le regole di derivazione delle funzioni elementari, si ha per f (x) = x2 − 5 la
seguente
f ′ (x) = 2x
Utilizzando la regola di derivazione per il reciproco, si scrive:
2x
y′ = − .
(x2 − 5)2
4.4. DERIVATE DI FUNZIONI E OPERAZIONI ALGEBRICHE 57

4.4.4 La derivata del quoziente


f (x)
Si considerino due funzioni f (x) e g(x). La derivata del quoziente h(x) = (con denomi-
g(x)
natore non nullo, g(x) 6= 0), è data da una frazione con:

• numeratore dato dal prodotto della derivata del numeratore per il denominatore, meno
il numeratore per la derivata del denominatore;

• denominatore dato dal denominatore originario al quadrato;

Ovvero,
f ′ (x) · g(x) − f (x) · g ′ (x)
h′ (x) = .
g(x)2
Per dimostrare tale risultato, Si applica alla funzione
1
h(x) = f (x) ·
g(x)

la derivata del prodotto, ottenendo

1 g′ (x)
h′ (x) = f ′ (x) · − f (x) · .
g(x) g(x)2

Riscrivendo opportunamente, si ha

f ′ (x) · g(x) − f (x) · g ′ (x)


h′ (x) = .
g(x)2

Esempio 4.6 Si consideri la funzione:

x2 − 1
y= .
x2 + 2x

Ricordando le regole di derivazione delle funzioni elementari, si ha per f (x) = x2 − 1 la


seguente
f ′ (x) = 2x
e per g(x) = x2 + 2x la seguente
g′ (x) = 2x + 2.
Utilizzando la regola di derivazione per il quoziente, si scrive:

(x2 − 1) · (2x + 2) − 2x · (x2 + 2x)


y′ = .
(x2 + 2x)2

Facendo i calcoli opportuni si ottiene:

2x2 − 6x − 2
y′ = .
(x2 + 2x)2
58 CAPITOLO 4. DERIVATE

4.4.5 La derivata della funzione composta


Si considerino due funzioni f (z) e g(x). Sia g(x) derivabile nel punto x e f (z) derivabile in
z = g(x), allora la funzione composta h(x) = f (g(x)) è derivabile in x e la sua derivata è il
prodotto della derivata di f rispetto a z per la derivata di g rispetto ad x. Ovvero:

h′ (x) = f ′ (z) · g ′ (x), con z = g(x).

Si dimostra facilmente considerando il rapporto incrementale della funzione composta:

f (g(x + h)) − f (g(x))


h′ (x) = lim
h→0 h
Considerando g(x + h) − g(x) = ∆z e z = g(x), si può riscrivere il rapporto incrementale nella
seguente maniera:

f (z + ∆z) − f (z) f (z + ∆z) − f (z) ∆z


lim = lim · .
h→0 h h→0 ∆z h
Siccome la funzione g(x) è derivabile in x, si ha che

lim ∆z = lim [g(x + h) − g(x)] = 0.


h→0 h→0

Quindi
f (z + ∆z) − f (z) g(x + h) − g(x)
lim · = f ′ (z) · g ′ (x).
h→0 ∆z h

Esempio 4.7 Si calcoli la derivata della funzione:

y = (3x2 − 2x + 1)4 .

Ricordando le regole di derivazione delle funzioni elementari, si ha per g(x) = 3x2 − 2x + 1 la


seguente
g′ (x) = 6x − 2
e per f (z) = z 4 la seguente
f ′ (z) = 4z 3 .
Utilizzando la regola di derivazione per le funzioni composte, si scrive:

y ′ = 4 · (3x2 − 2x + 1)3 · (6x − 2).

4.4.6 La derivata della funzione [f (x)]g(x)


Si può ottenere la derivata della funzione h(x) = [f (x)]g(x) , con f (x) > 0 e f e g derivabili,
utilizzando le regole di derivazione viste per la funzione composta e il prodotto. Innanzitutto,
essendo f (x) > 0, anche h(x) > 0, Quindi si può considerare il logaritmo delle due funzioni:

ln h(x) = ln [f (x)]g(x) .
4.4. DERIVATE DI FUNZIONI E OPERAZIONI ALGEBRICHE 59

Considerando le proprietà dei logaritmi, si ha


ln h(x) = g(x) · ln [f (x)] .
Applicando ai membri dell’uguaglianza le regole di derivazione per le funzioni composte e per
il prodotto, si scrive
h′ (x) f ′ (x)
= g ′ (x) · ln [f (x)] + g(x) · .
h(x) f (x)
Moltiplicando per h(x), si ottiene:
f ′ (x)
 
′ g(x) ′
h (x) = [f (x)] g (x) · ln [f (x)] + g(x) · .
f (x)

4.4.7 La derivata della funzione inversa


Si consideri ora la funzione y = f (x) definita ed invertibile nell’intervallo I e l’inversa
x = h(y) = f −1 (y).
Se f (x) è derivabile, con derivata diversa da zero in ogni punto di I, allora anche h(y) è
derivabile e vale la seguente:
1
h′ (y) = ′ , con x = f −1 (y).
f (x)
Per vedere ciò , basta ricordare che
f −1 (f (x)) = x.
Applicando la regola di derivazione per la funzione composta, si ha
h′ (y) · f ′ (x) = 1,
che viene riscritta come
1
h′ (y) = .
f ′ (x)

Esempio 4.8 Si calcoli la derivata della funzione:


y = arcsin x.
Tale funzione è definita per x ∈ [−1, 1] e rappresenta l’inversa della funzione
x = sin y
h π πi
con y ∈ − , . Inoltre, la funzione seno è derivabile, con derivata non nulla, per
2 2
 π π
y∈ − , .
2 2
Dunque l’inversa y = arcsin x è derivabile per x ∈ (−1, 1) e la derivata è
1 1
y′ = = p .
cos y ± 1 − sin2 y
 π π
Ricordando che cos y ≥ 0 per y ∈ − , , si sceglie il segno più e si ha
2 2
1
y′ = √ .
1 − x2
60 CAPITOLO 4. DERIVATE

4.5 Derivate di ordine superiore


In precedenza si è visto che la derivata di una funzione f (x) è a sua volta una funzione nella
variabile x. Dunque ha senso chiedersi se anche la derivata sia derivabile. In caso positivo, la
derivata della derivata di f (x) viene detta derivata seconda di f (x) ed indicata con

y ′′ f ′′ (x) D ′′ f (x)

. Se anche f ′′ (x) è derivabile, si calcola la derivata terza di f (x) e si indica con

y ′′′ f ′′′ (x) D ′′′ f (x)

. Ovviamente si può andare avanti e calcolare derivata quarta, quinta,. . . Fino a che la funzione
ottenuta non è più derivabile. La derivata ottenuta dopo n passi è detta derivata di ordine
n e si indica con
y (n) f (n) (x) D (n) f (x).
Esempio 4.9 Si calcolino le derivate di ordine superiore al primo per

f (x) = x3 + 2x2 + 8.

Si ha:
f ′ (x) = 3x2 + 4x
f ′′ (x) = 6x + 4
f ′′′ (x) = 6
f (4) (x) = 0
...

4.6 Regola di De L’Hopital


Utilizzando i risultati visti fino a questo momento è possibile calcolare i limiti per le forme
0 ∞
indeterminate del tipo oppure . Ciò è possibile grazie alla regola di De L’Hopital che
0 ∞
si riporta di seguito:
Proposizione 4.6.1 Si considerino due funzioni f (x) e g(x) definite nell’intorno I di un
punto x0 . Se:
• f (x) e g(x) sono derivabili;

• g ′ (x) 6= 0 in I \ {x0 };

• esiste il limite
f ′ (x)
lim .
x→x0 g ′ (x)

f (x)
Allora esiste il limite lim e risulta:
x→x0 g(x)

f (x) f ′ (x)
lim = lim ′ ;
x→x0 g(x) x→x0 g (x)
4.7. FUNZIONI CRESCENTI E DECRESCENTI 61

Esempio 4.10 Si consideri il limite :


3x + ln x
lim .
x→+∞ 2x + 1

Esso ha forma indeterminata . Si può dunque applicare la regola di De L’Hopital ed ottenere:

1
3x + ln x 3+ x 3
lim = lim = .
x→+∞ 2x + 1 x→+∞ 2 2

Esempio 4.11 Si consideri il limite :


ln x
lim .
x→1 x − 1

0
Esso ha forma indeterminata . Si può dunque applicare la regola di De L’Hopital ed ottenere:
0
1
ln x 1
lim = lim x = lim = 1.
x→1 x − 1 x→1 1 x→1 x

4.7 Funzioni crescenti e decrescenti


In questa sezione, si introdurranno i concetti di crescenza e decrescenza di una funzione e
si illustrerà come essi sono legati al concetto di derivata della funzione. Si parte dando una
definizione formale di funzione crescente:
Definizione 4.7.1 Una funzione f (x) si dice crescente nell’intervallo (a, b) se per ogni
x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:
x1 < x2 =⇒ f (x1 ) ≤ f (x2 ).

y y y

O a b x O c d x O e f x

Figura 4.6: Funzione crescente in (a,b), non crescente in (c,d) e decrescente in (e,f)

Il grafico a sinistra riportato in Figura 4.6, fornisce un esempio di funzione crescente in un


intervallo. Si noti che al variare dell’intervallo la funzione potrebbe non essere crescente,
come accade nel caso considerato (si veda grafico al centro riportato in Figura 4.6). Inoltre, le
funzioni costanti y = k, soddisfano la definizione appena data e sono per tale motivo crescenti.
62 CAPITOLO 4. DERIVATE

Definizione 4.7.2 Una funzione f (x) si dice strettamente crescente nell’intervallo (a, b)
se per ogni x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:

x1 < x2 =⇒ f (x1 ) < f (x2 ).

La funzione considerata in precedenza in Figura 4.6 è anche strettamente crescente nell’inter-


vallo (a, b). Le funzioni costanti, invece, non sono strettamente crescenti. Si riporta in Figura
4.7 un esempio di funzione crescente, ma non strettamente crescente.

O a b x

Figura 4.7: Funzione crescente e non strettamente crescente in (a,b)

Si riporta ora la definizione di funzione decrescente:

Definizione 4.7.3 Una funzione f (x) si dice decrescente nell’intervallo (a, b) se per ogni
x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:
x1 < x2 =⇒ f (x1 ) ≥ f (x2 ).

Si può introdurre, come in precedenza per il caso di funzioni crescenti, la seguente definizione:

Definizione 4.7.4 Una funzione f (x) si dice strettamente decrescente nell’intervallo (a, b)
se per ogni x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:

x1 < x2 =⇒ f (x1 ) > f (x2 ).

Il grafico riportato a destra nella Figura 4.6, fornisce un esempio di funzione decrescente e
strettamente decrescente nell’intervallo (e,f). Di seguito, si riporta in Figura 4.8 un esempio
di funzione decrescente, ma non strettamente decrescente nell’intervallo (a,b). Come nel caso
precedente, le funzioni costanti sono decrescenti, ma non strettamente decrescenti.

Lo studio del segno della derivata della funzione f (x) consente di determinare gli intervalli in
cui f (x) è crescente oppure decrescente. Infatti, se risulta

f ′ (x) > 0
4.7. FUNZIONI CRESCENTI E DECRESCENTI 63

O a b x

Figura 4.8: Funzione decrescente e non strettamente decrescente in (a,b)

per ogni x ∈ (a, b), allora f è strettamente crescente in (a, b). Mentre, se risulta

f ′ (x) ≥ 0

per ogni x ∈ (a, b), allora f è crescente in (a, b).


Allo stesso modo, se risulta
f ′ (x) < 0
per ogni x ∈ (a, b), allora f è strettamente decrescente in (a, b). Mentre, se risulta

f ′ (x) ≤ 0

per ogni x ∈ (a, b), allora f è decrescente in (a, b).


In Figura 4.9 si riporta, nel grafico a sinistra, l’esempio di funzione crescente nell’intervallo
(a, b) e la relativa retta tangente in un punto. Si nota facilmente che il coefficiente angolare è
positivo per la retta tangente nell’intervallo considerato. Nel grafico a destra, invece, l’esem-
pio di funzione decrescente nell’intervallo (e, f ) e la relativa retta tangente in un punto. Si
nota facilmente che, in questo caso, il coefficiente angolare è negativo per la retta tangente
nell’intervallo considerato.
In pratica, data una funzione f (x), al fine di determinare gli intervalli in cui è crescente e
decrescente, si effettuano i seguenti passi:
• si calcola la derivata f ′ (x);

• si studia il segno di f ′ (x), ovvero si risolvono le disequazioni:

a) f ′ (x) > 0;
b) f ′ (x) < 0;

Esempio 4.12 Si consideri la funzione:

x2 − 2x − 1.

Si parte, come detto, calcolando la derivata:

f ′ (x) = 2x − 2.
64 CAPITOLO 4. DERIVATE

A qusto punto si studia il segno

f ′ (x) = 2x − 2 > 0

che dà la seguente:
x > 1.

y y

O a b x O e f x

Figura 4.9: Funzione crescente in (a,b) e decrescente in (e,f)

4.8 Massimi e minimi


Si possono utilizzare le derivate anche per ottenere le informazioni relative ai massimi e minimi
valori ottenibili dalla funzione. Introduciamo formalmente il concetto di massimo assoluto:

Definizione 4.8.1 Il punto x0 si dice punto di massimo globale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≥ f (x)

per ogni x ∈ I.

Si può anche introdurre il concetto di massimo locale:

Definizione 4.8.2 Il punto x0 si dice punto di massimo locale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≥ f (x)

per ogni x ∈ (x0 − ε, x0 + ε) ∩ I.

Si noti che un punto di massimo globale è anche un punto di massimo locale. Invece, non è detto
che un punto di massimo locale sia anche un punto di massimo globale. Equivalentemente,
introduciamo la definizione di minimo globale
4.8. MASSIMI E MINIMI 65

Definizione 4.8.3 Il punto x0 si dice punto di minimo globale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≤ f (x)
per ogni x ∈ I.
Possiamo anche introdurre il concetto di minimo locale:
Definizione 4.8.4 Il punto x0 si dice punto di minimo locale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≤ f (x)
per ogni x ∈ (x0 − ε, x0 + ε) ∩ I.
Si noti che i punti di massimo(minimo) globale sono anche punti di massimo(minimo) locale.
In Figura 4.10, si riporta una funzione avente massimi e minimi locali e globali.

O a b c d x

Figura 4.10: Massimo globale in a e locale in c - Minimo globale in d e locale in b

Per trovare punti di massimi e minimo è possibile utilizzare il seguente risultato:


Proposizione 4.8.5 Si consideri una funzione f (x) definita in un intervallo I e derivabile
nell’intervallo stesso. se f (x) ammette punti di massimo o minimo in un punto x0 interno ad
I, la derivata nel punto si annulla. Ovvero,
f ′ (x0 ) = 0.
Il teorema dice che i punti di massimo e minimo interni all’intervallo di definizione della
funzione f (x) sono punti che annullano la derivata della funzione. Ricordndo che la derivata,
da un punto di vista geometrico, corrisponde al coefficiente angolare della retta tangente nel
punto considerato, è facile dedurre che nei punti di minimo e massimo (interni all’intervallo)
la tangente sarà parallela all’asse x. Si riporta in Figura 4.11 la retta tangente ad un punto
di massimo globale.

Il teorema fornisce una condizione necessaria per l’esistenza del massimo o minimo, ma
non è sufficiente. Ciò significa che un punto interno all’intervallo che annulla la derivata
66 CAPITOLO 4. DERIVATE

O a x

Figura 4.11: Retta tangente nel punto di massimo globale a

potrebbe non essere punto di minimo, né di massimo. Il classico esempio è dato dalla funzione
y = f (x) = x3 . La sua derivata è f ′ (x) = 3x2 , dunque per il punto 0 si ha f ′ (0) = 0.
Studiando il segno è facile accorgersi che la funzione è crescente sia a destra che a sinistra
dello 0, quindi 0 non può essere massimo, nè minimo.

O x

Figura 4.12: Grafico di y = x3 . In 0, la derivata si annulla, ma non si ha massimo, né minimo

Si fornisce, con il seguente risultato, condizione sufficiente per l’esistenza di massimo o minimo
all’interno di un intervallo:

Proposizione 4.8.6 Si consideri una funzione f (x) derivabile nell’intervallo I e un punto


x0 interno all’intervallo. Se:

• considerato un intorno di x0 , si ha f ′ (x) > 0 quando x < x0 e f ′ (x) < 0 quando x > x0 ,
allora x0 è punto di massimo;

• considerato un intorno di x0 , si ha f ′ (x) < 0 quando x < x0 e f ′ (x) > 0 quando x > x0 ,
allora x0 è punto di minimo;
4.9. CONVESSITÀ E CONCAVITÀ 67

• considerato un intorno di x0 , il segno della derivata prima non cambia, allora x0 non è
massimo, né minimo.
Si riportano in Figura 4.13 punti di massimo e minimo con le relative tangenti a destra e
sinistra dei punti.

y y
mt > 0 mt < 0

mt < 0 mt > 0

O a x O b x

Figura 4.13: Massimo e minimo e relative tangenti nell’intorno

Si riporta un altro risultato che caratterizza i punti di flesso orizzontale:


Proposizione 4.8.7 Si consideri la funzione f (x) derivabile in I ed un punto x0 interno ad
I. x0 è punto di flesso orizzontale se valgono le seguenti condizioni:
• f ′ (x0 ) = 0;
• Il segno della derivata prima non cambia in un intorno di x0 per ogni x 6= x0 .
Si è visto in precedenza che la funzione y = x3 (Figura 4.12) in 0 ha derivata nulla, inoltre la
derivata in un intorno di 0 è sempre positiva. Dunque 0 è un punto di flesso orizzontale.

4.9 Convessità e Concavità


Lo studio della derivata seconda può fornire informazioni in merito alla forma del grafico. In
particolare permette di stabilire se la funzione è concava oppure convessa. Prima di riportare
i risultati utili per lo studio di una funzione, si richiamano i concetti di convessità e concavità
.
Definizione 4.9.1 Una funzione f (x) è convessa in I se per ogni punto x0 ∈ I il grafico è
sempre al di sopra della retta tangente in (x0 , f (x0 )). Ovvero,
f (x) ≥ f (x0 ) + f ′ (x0 ) · (x − x0 ) per ogni x ∈ I.

Definizione 4.9.2 Una funzione f (x) è concava in I se per ogni punto x0 ∈ I il grafico è
sempre al di sotto della retta tangente in (x0 , f (x0 )). Ovvero,
f (x) ≤ f (x0 ) + f ′ (x0 ) · (x − x0 ) per ogni x ∈ I.
68 CAPITOLO 4. DERIVATE

Si riportano in Figura 4.13 punti di massimo e minimo con le relative tangenti a destra e
sinistra dei punti.

y y
tangente

tangente

O x O x

Figura 4.14: Funzione convessa (sinistra) e concava (destra)

Si riporta un risultato che permette di identificare la concavità /convessità di un grafico


attraverso l’analisi delle derivate seconde:
Proposizione 4.9.3 Sia f (x) una funzione che ammette derivate seconde in I. Se
• f ′′ (x) > 0 per ogni x ∈ I, allora f è convessa in I;
• f ′′ (x) < 0 per ogni x ∈ I, allora f è concava in I.

Si riporta di seguito un esempio relativo allo studio della convessità /concavità di una funzione.

Esempio 4.13 Si consideri la funzione

y = x3 .

Studiare concavità e convessità della funzione.


Si calcola la derivata seconda di f :
f ′′ (x) = 6x.
Si studia il segno
f ′′ (x) = 6x > 0,
ottenendo così
x > 0.
Equivalentemente per f ′′ (x) < 0. Dunque
• f ′′ (x) > 0 se x > 0 ed f è convessa;
• f ′′ (x) < 0 se x < 0 ed f è concava;
E si verifica facilmente che in 0 si ha punto di flesso.

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