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Derivate
y
tangente
P1
P0
secante
O x
49
50 CAPITOLO 4. DERIVATE
∆y
Il valore m è comunemente denominato rapporto incrementale ed indicato con . Te-
∆x
nendo in considerazione quanto detto in precedenza, si esprime il coefficiente angolare della
retta tangente nel punto P0 nella seguente maniera:
∆y f (x0 + h) − f (x0 )
mt = lim = lim .
∆x→0 ∆x h→0 h
y y y
tangente tangente tangente
P1
P0 P0 P1 P0
secante secante P1 secante
O x O x O x
f (x0 + h) − f (x0 )
f ′ (x−
0 ) = lim .
h→0− h
La derivata destra di una funzione in x0 è :
f (x0 + h) − f (x0 )
f ′ (x+
0 ) = lim .
h→0+ h
Ricapitolando, affinché una funzione sia derivabile in x0 devono sussistere le seguenti condi-
zioni:
• deve esistere il limite del rapporto incrementale in x0 , ovvero devono esistere derivata
destra e sinistra, e devono coincidere;
Una funzione si dice derivabile in un intervallo I = [a, b] se è derivabile in tutti i punti interni
e se esistono e sono finite la derivata destra in a e la sinistra in b.
Di seguito si riporta inoltre un risultato teorico interessante che lega continuità della funzione
e derivabilità :
Alla luce di quanto detto, la funzione f può non essere derivabile per i seguenti motivi:
• non è continua in x0 : in tal caso dalla Proposizione 4.2.3, si ha che la funzione non è
derivabile in x0 ;
• le derivate di destra e sinistra esistono finite ma non coincidono: in tal caso f (x) è ancora
continua, ma non derivabile in x0 ed il punto è detto punto angoloso (vedi Figura 4.3);
• il limite del rapporto esiste ma vale ±∞. La retta tangente esiste ugualmente, ma è
verticale ed ha espressione x = x0 . In tal caso si ha un punto denominato flesso a
tangente verticale (vedi Figura 4.4);
52 CAPITOLO 4. DERIVATE
• il limite del rapporto da destra e sinistra sono entrambi infiniti ma di segno opposto. In
questo caso si avrà un punto di cuspide (vedi Figura 4.5);
Nelle figure, si riportano anche i valori della derivata destra e sinistra per punto angoloso,
flesso a tangente verticale e cuspide.
y y
f (x+ −
0 ) 6= f (x0 )
a) b)
y y
+
a) f (x−
0 ) = f (x0 ) = +∞
P0 P0 b) f (x0 ) = f (x+
−
0 ) = −∞
O x O x
a) b)
y y
P0 a) f (x−
0 ) = −∞, f (x+
0 ) = +∞
P0 b) f (x−
0 ) = +∞, f (x+
0 ) = −∞
O x O x
a) b)
Esempio 4.2 Si considerano ora due esempi di funzioni non derivabili. Il primo è
y = |x|.
f ′ (0− ) 6= f ′ (0+ ).
√
Dunque il punto 0 è punto angoloso. Il secondo esempio è dato da y = 3 x − 1. In questo caso
la funzione è continua in 1 ma non derivabile nel punto. Il limite del rapporto incrementale è
infatti pari a √ √ √
3 3
1+h−1− 3 1−1 h 1
lim = lim = lim √ 3
= +∞.
h→0 h h→0 h h→0 h2
Per tale motivo, il punto 1 è flesso a tangente verticale.
y′ Df (x).
f ′ (x) = 0.
f (x + h) − f (x) k−k
lim = lim = 0.
h→0 h h→0 h
f ′ (x) = 1.
f (x + h) − f (x) x+h−x
lim = lim = 1.
h→0 h h→0 h
54 CAPITOLO 4. DERIVATE
f ′ (x) = nxn−1 .
f (x + h) − f (x) (x + h)n − xn
lim = lim =
h→0 h h→0 h
xn + nxn−1 h + · · · + hn − xn
nxn−1 h + · · · + hn
= lim = lim = nxn−1 .
h→0 h h→0 h
f ′ (x) = rxr−1 .
f ′ (x) = cos x.
f ′ (x) = − sin x.
f ′ (x) = ex .
1
f ′ (x) = .
x
1
f ′ (x) = loga e.
x
y = x2 + 2 · sin x.
f ′ (x) = 2x
y ′ = 2x + cos x
E si può scrivere
= f ′ (x) · g(x) + f (x) · g ′ (x).
Tenendo in considerazione quanto detto in precedenza, la derivata del prodotto di una costante
per una funzione h(x) = k · f (x) sarà uguale a
h′ (x) = k · f ′ (x).
y = x3 · sin x.
f ′ (x) = 3x2
• numeratore dato dal prodotto della derivata del numeratore per il denominatore, meno
il numeratore per la derivata del denominatore;
Ovvero,
f ′ (x) · g(x) − f (x) · g ′ (x)
h′ (x) = .
g(x)2
Per dimostrare tale risultato, Si applica alla funzione
1
h(x) = f (x) ·
g(x)
1 g′ (x)
h′ (x) = f ′ (x) · − f (x) · .
g(x) g(x)2
Riscrivendo opportunamente, si ha
x2 − 1
y= .
x2 + 2x
2x2 − 6x − 2
y′ = .
(x2 + 2x)2
58 CAPITOLO 4. DERIVATE
Quindi
f (z + ∆z) − f (z) g(x + h) − g(x)
lim · = f ′ (z) · g ′ (x).
h→0 ∆z h
y = (3x2 − 2x + 1)4 .
ln h(x) = ln [f (x)]g(x) .
4.4. DERIVATE DI FUNZIONI E OPERAZIONI ALGEBRICHE 59
y ′′ f ′′ (x) D ′′ f (x)
. Ovviamente si può andare avanti e calcolare derivata quarta, quinta,. . . Fino a che la funzione
ottenuta non è più derivabile. La derivata ottenuta dopo n passi è detta derivata di ordine
n e si indica con
y (n) f (n) (x) D (n) f (x).
Esempio 4.9 Si calcolino le derivate di ordine superiore al primo per
f (x) = x3 + 2x2 + 8.
Si ha:
f ′ (x) = 3x2 + 4x
f ′′ (x) = 6x + 4
f ′′′ (x) = 6
f (4) (x) = 0
...
• g ′ (x) 6= 0 in I \ {x0 };
• esiste il limite
f ′ (x)
lim .
x→x0 g ′ (x)
f (x)
Allora esiste il limite lim e risulta:
x→x0 g(x)
f (x) f ′ (x)
lim = lim ′ ;
x→x0 g(x) x→x0 g (x)
4.7. FUNZIONI CRESCENTI E DECRESCENTI 61
0
Esso ha forma indeterminata . Si può dunque applicare la regola di De L’Hopital ed ottenere:
0
1
ln x 1
lim = lim x = lim = 1.
x→1 x − 1 x→1 1 x→1 x
y y y
O a b x O c d x O e f x
Figura 4.6: Funzione crescente in (a,b), non crescente in (c,d) e decrescente in (e,f)
Definizione 4.7.2 Una funzione f (x) si dice strettamente crescente nell’intervallo (a, b)
se per ogni x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:
O a b x
Definizione 4.7.3 Una funzione f (x) si dice decrescente nell’intervallo (a, b) se per ogni
x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:
x1 < x2 =⇒ f (x1 ) ≥ f (x2 ).
Si può introdurre, come in precedenza per il caso di funzioni crescenti, la seguente definizione:
Definizione 4.7.4 Una funzione f (x) si dice strettamente decrescente nell’intervallo (a, b)
se per ogni x1 , x2 ∈ (a, b) si ha:
Il grafico riportato a destra nella Figura 4.6, fornisce un esempio di funzione decrescente e
strettamente decrescente nell’intervallo (e,f). Di seguito, si riporta in Figura 4.8 un esempio
di funzione decrescente, ma non strettamente decrescente nell’intervallo (a,b). Come nel caso
precedente, le funzioni costanti sono decrescenti, ma non strettamente decrescenti.
Lo studio del segno della derivata della funzione f (x) consente di determinare gli intervalli in
cui f (x) è crescente oppure decrescente. Infatti, se risulta
f ′ (x) > 0
4.7. FUNZIONI CRESCENTI E DECRESCENTI 63
O a b x
per ogni x ∈ (a, b), allora f è strettamente crescente in (a, b). Mentre, se risulta
f ′ (x) ≥ 0
f ′ (x) ≤ 0
a) f ′ (x) > 0;
b) f ′ (x) < 0;
x2 − 2x − 1.
f ′ (x) = 2x − 2.
64 CAPITOLO 4. DERIVATE
f ′ (x) = 2x − 2 > 0
che dà la seguente:
x > 1.
y y
O a b x O e f x
Definizione 4.8.1 Il punto x0 si dice punto di massimo globale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≥ f (x)
per ogni x ∈ I.
Definizione 4.8.2 Il punto x0 si dice punto di massimo locale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≥ f (x)
Si noti che un punto di massimo globale è anche un punto di massimo locale. Invece, non è detto
che un punto di massimo locale sia anche un punto di massimo globale. Equivalentemente,
introduciamo la definizione di minimo globale
4.8. MASSIMI E MINIMI 65
Definizione 4.8.3 Il punto x0 si dice punto di minimo globale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≤ f (x)
per ogni x ∈ I.
Possiamo anche introdurre il concetto di minimo locale:
Definizione 4.8.4 Il punto x0 si dice punto di minimo locale per la funzione f avente
dominio I, se risulta:
f (x0 ) ≤ f (x)
per ogni x ∈ (x0 − ε, x0 + ε) ∩ I.
Si noti che i punti di massimo(minimo) globale sono anche punti di massimo(minimo) locale.
In Figura 4.10, si riporta una funzione avente massimi e minimi locali e globali.
O a b c d x
Il teorema fornisce una condizione necessaria per l’esistenza del massimo o minimo, ma
non è sufficiente. Ciò significa che un punto interno all’intervallo che annulla la derivata
66 CAPITOLO 4. DERIVATE
O a x
potrebbe non essere punto di minimo, né di massimo. Il classico esempio è dato dalla funzione
y = f (x) = x3 . La sua derivata è f ′ (x) = 3x2 , dunque per il punto 0 si ha f ′ (0) = 0.
Studiando il segno è facile accorgersi che la funzione è crescente sia a destra che a sinistra
dello 0, quindi 0 non può essere massimo, nè minimo.
O x
Si fornisce, con il seguente risultato, condizione sufficiente per l’esistenza di massimo o minimo
all’interno di un intervallo:
• considerato un intorno di x0 , si ha f ′ (x) > 0 quando x < x0 e f ′ (x) < 0 quando x > x0 ,
allora x0 è punto di massimo;
• considerato un intorno di x0 , si ha f ′ (x) < 0 quando x < x0 e f ′ (x) > 0 quando x > x0 ,
allora x0 è punto di minimo;
4.9. CONVESSITÀ E CONCAVITÀ 67
• considerato un intorno di x0 , il segno della derivata prima non cambia, allora x0 non è
massimo, né minimo.
Si riportano in Figura 4.13 punti di massimo e minimo con le relative tangenti a destra e
sinistra dei punti.
y y
mt > 0 mt < 0
mt < 0 mt > 0
O a x O b x
Definizione 4.9.2 Una funzione f (x) è concava in I se per ogni punto x0 ∈ I il grafico è
sempre al di sotto della retta tangente in (x0 , f (x0 )). Ovvero,
f (x) ≤ f (x0 ) + f ′ (x0 ) · (x − x0 ) per ogni x ∈ I.
68 CAPITOLO 4. DERIVATE
Si riportano in Figura 4.13 punti di massimo e minimo con le relative tangenti a destra e
sinistra dei punti.
y y
tangente
tangente
O x O x
Si riporta di seguito un esempio relativo allo studio della convessità /concavità di una funzione.
y = x3 .