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Sociologia generale La sociologia studia le regole sociali ed i processi che uniscono (e separano) le persone non solo come individui

ma come componenti di associazioni, gruppi ed istituzioni. Secondo una tipica definizione da manuale, la sociologia lo studio della vita sociale di uomini, gruppi e societ. La sociologia si occupa del nostro comportamento come esseri sociali; cos il campo di interesse della sociologia spazia dall'analisi dei brevi contatti fra individui anonimi sulla strada allo studio di processi sociali globali.

Brevi cenni sulla storia della sociologia


La sociologia una disciplina relativamente nuova rispetto ad altre scienze sociali, comprese Economia, Scienze politiche, Antropologia, Psicologia. Il termine fu coniato da Auguste Comte, che sperava di unificare tutti gli studi sull'uomo, includendo storia, psicologia ed economia. Il suo schema sociologico era tipico del XVIII secolo: egli credeva che l'esistenza umana passasse sempre attraverso le stesse distinte tappe storiche e che, comprendendone la progressione, si potessero individuare i rimedi per i problemi della societ. In realt, la sociologia non super le altre scienze sociali ma divenne una di queste, con i suoi propri oggetti, argomenti e metodi. Oggi la sociologia studia le organizzazioni umane e le istituzioni, utilizzando largamente il metodo comparativo. La disciplina si applicata in particolare alle societ industriali complesse. In Italia, sebbene fossero presenti in diverse universit italiane alcuni importanti sociologi, la prima facolt di sociologia venne aperta soltanto nel 1962 a Trento. Per la prima volta nel nostro paese non solo si dedicava a questa scienza una facolt a s stante, ma si permetteva l'iscrizione anche a quegli studenti che avessero ottenuto il diploma presso un istituto professionale. Numerosi studenti arrivarono a Trento da tutta Italia, richiamati dalla novit degli insegnamenti proposti e da un titolo di studio che si presentava come uno strumento indispensabile per la comprensione delle moderne societ complesse. La vivacit culturale data dall'incontro di studenti provenienti da tutto il paese, port l'universit di Trento ad essere uno dei centri della contestazione studentesca del '68 oltre che del movimento femminista italiano. [modifica]

Metodologia
La sociologia essenzialmente una scienza applicata, anche se la sua vicinanza con la filosofia mantiene al suo interno un vasto insieme di dibattito teorico simile a quello specifico delle scienze filosofiche. Sotto questo aspetto possiamo dividere in due parti, naturalmente fortemente interconnesse, la sociologia: una parte soprattutto di grandi teorie che hanno lo scopo di creare modelli macro di spiegazione della societ, eminentemente teorici ma che nascono come grandi sintesi teoriche di osservazioni della realt sociale; ed una parte di studi maggiormente focalizzati su fenomeni sociali circoscritti per tempo e luogo. Questa seconda parte rappresenta la parte applicativa della sociologia, quella che maggiormente la avvicina alle scienze naturali ma soprattutto quella che ha prodotto e necessita di una "cassetta degli attrezzi" che le permetta di osservare e rilevare la realt dei fenomeni che intende studiare. in questo ambito che si sviluppa, come metalinguaggio, la metodologia, che, in questa accezione, pi che delle scienze sociali in genere possiamo chiamare della ricerca sociale. La sociologia come

scienza ha come oggetto fenomeni osservabili, ed ha quindi necessit di un metodo che sostenga l'osservazione del reale da parte dello scienziato, e di strumenti che gli permettano questa osservazione. Il metodo, pur con importanti distinguo (si veda, ad esempio, la tematica della specificit del metodo delle scienze storico-sociali in Max Weber) ricalca quello delle scienze naturali, con l'importante questione dell'appartenenza dello scienziato allo stesso oggetto da lui studiato (la societ), le tecniche, molteplici ed in continua evoluzione, si evolvono allo scopo di rendere osservabili, rilevabili, misurabili i fenomeni sociali oggetto dello sguardo del sociologo. Brevemente, in questa tensione verso l'osservazione peculiare della sociologia che le informazioni che vengono rilevate dagli strumenti sono sempre il frutto di una relazione sociale tra l'osservatore e l'osservato, il che rende particolarmente difficile ed insidiosa l'attivit di osservazione e la validit dello strumento, poich non soltanto le caratteristiche dello strumento in se ma anche il contesto in cui avviene l'osservazione possono influire sulla "robustezza" informativa e sulla aderenza alla realt di quanto viene rilevato e registrato, e poi utilizzato per cercare in descrivere e comprendere il fenomeno osservato. Sotto questo aspetto le tecniche di osservazione si dividono in due grandi famiglie: quelle che producono matrici di dati, che possono a loro volta essere analizzate con tecniche statistiche e che, alla fine, producono numeri, tabelle e grafici; e quelle che producono racconti e testi, che possono essere analizzati non con mezzi statistici (anche se vi sono molteplici tentativi) ma con mezzi ermeneutici come l'analisi del testo e del contenuto. L'esempio emblematico degli strumenti del primo tipo il questionario, usato nei sondaggi e nei censimenti, l'esempio emblematico degli strumenti del secondo tipo sono il colloquio, il racconto biografico, l'osservazione.

KARL MARX Nacque a Treviri in Germania nel 1818 , mor a Londra nel 1883. Per le sue attivit politiche e intellettuali Marx fu dunque espulso da numerosi paesi , controllato da polizie di diversi stati e costretto alla fame.

La sua opera principale il Capitale diviso in tre volumi di cui solo il primo fu pubblicato prima della sua morte (1867) gli altri nel 1885 e 1894 a cura di Engels ,suo carissimo amico. Prima del Capitale scrisse numerose opere tra cui forse la pi famosa il Manifestoscritto collaborando con Engels nel 1848. Il suo pensiero di origine Hegeliana che comunque lui supera dicendo che i filosofi non devono solo capire e interpretare il mondo ma anche cambiarlo. Inseriamo Marx nel pensiero sociologico per la sua riflessione sul movimento generale della societ sorta con la rivoluzione industriale. Egli riteneva che il cuore di tale movimento stesse nella critica dell'economia politica. -Le origini filosofiche del pensiero di Marx e la concezione materialistica della storia Abbiamo detto di come Marx nella sua formazione filosofica dipenda da Hegel. Il termine dialettica che nelle opere di Marx ricorre ripetutamente un termine Hegeliano. Il termine Dialettica originariamente significa dialogo, tanto per Hegel quanto per Marx un movimento del pensiero o della realt che, attraverso la negazione di una precedente affermazione conduce ad una sintesi che un superamento di entrambi. Quando Marx, come vedremo, come vedremo, parler di un superamento della societ capitalistica (cio della societ sorta con la prima rivoluzione industriale) intende che essa dispiegandosi produce al suo interno alcune contraddizioni che conducono necessariamente ad un livello superiore, cio a qualcosa che conserva gli sviluppi della societ capitalistica come suoi presupposti ma li fa scomparire sintetizzandoli entro una nuova formazione. Il COMUNISMO rappresenta in questo senso per Marx Il superamento del CAPITALISMO. Da Hegel proviene anche un altro concetto quello di Alienazione . Per Hegel l'alienazione un aspetto dell'oggettivazione e questa un elemento essenziale della storia umana. Quando gli uomini esercitano un'attivit pratica, quando producono , quando lavorano essi producono degli oggetti, l'oggetto il prodotto dell'azione del soggetto ma anche qualcos'altro del soggetto per l'appunto un OGGETTO. In un certo senso l'oggetto la negazione del soggetto e quindi il soggetto si aliena ma che poi attraverso un autocoscienza il soggetto lo vede come sua e ne rivendica una riappropriazione. Marx non ha alcun dubbio che l'oggettivazione sia fondamentale per capire la storia umana ma distingue l'oggettivazione dall'alienazione. Secondo Marx il lavoro alienato solo in certe condizioni cio quando vi sfruttamento dell'uomo sull'uomo. Se non vi fosse sfruttamento non vi sarebbe ragione di parlare di alienazione. Il lavoro alienato quando il soggetto che produce non ha il possesso del frutto del proprio lavoro. Documentando il lavoro nelle prime fabbriche inglesi Marx dice che l'alienazione non provocata dalla miseria ma dal fatto che l'operaio produce per un altro uomo ( il padrone). In queste condizioni, il lavoro invece di essere l' autorealizzazione dell'uomo stesso, ne diventa la sua negazione, il luogo del suo abbrutimento. Il materialismo storico di Marx parte dal presupposto che ogni filosofia non nasca dall'astratto ma sia il prodotto di un analisi specifica di un determinato periodo storico. in L'ideologia Tedesca Marx fa un abbozzo della storia dell'umanit, questa storia essenzialmente la storia di come gli uomini si sono organizzati insieme per produrre e nota come la distribuzione del lavoro tanto fondamentale per Smith sia in realt stata sempre ineguale, patrizi contro plebei, schiavi contro signori , operai contro padroni; questi modi concreti di distribuire il lavoro + i mezzi storici per produrre + la concezione del periodo della propriet formano per Marx la sua STRUTTURA (della societ).

STRUTTURA = modo di produzione alla base di ogni societ

RAPPORTI DI PRODUZIONE = Rapporti generati dalla divisione del lavoro e della propriet

FORZE PRODUTTIVE = Mezzi per la produzione (fonti energetiche, materie prime , strumenti e lavoro)

Il concetto di struttura decisivo nel pensiero di Marx. La struttura di una societ infatti ci che in ultima istanza determina le forme di tutto il resto che egli chiama SOVRASTRUTTURA. Gli ambiti delle istituzioni giuridiche, delle rappresentazioni religiose, della morale e della stessa filosofia sono per Marx sovrastrutturali, ci significa che non sono dotati di una storia propria ma che dipendono nel loro svolgersi dalle modificazioni della struttura a cui corrispondono. il modo di produzione della vita materiale condiziona, in generale , il processo sociale, politico e spirituale della vita. Non la coscienza degli uomini che determina il loro essere ma al contrario il loro essere sociale che determina la loro coscienza

Anche il concetto di IDEOLOGIA cruciale nel pensiero di Marx Nell'uso corrente attuale = un insieme di assunzioni teoriche ed orientamenti di valore che un individuo o un gruppo di individui adotta e difende con delle argomentazioni

secondo MARX l'ideologia un insieme di proposizioni che rappresentano il mondo in modo essenzialmente falsificato, una rappresentazione del mondo che occulto e falsifica il reale. Il modo pi tipico in cui funziona l'ideologia consiste per Marx nell'ipotizzare lo stato di cose della realt come assolute ed eterne con ci giustificandole. L'ideologia una forma di pensiero che giustifica l'esistente, una forma di pensiero che occulta le contraddizioni, tipicamente la forma di pensiero usata dalle classi dominanti che vogliono mantenere in vita lo stato delle cose per non perdere il loro potere. D'altro canto anche i dominati posso condividere la loro ideologia o per incomprensione dei loro interessi o per paura di accettare le complicazioni conflittuali.

-La critica dell'economia politica e il concetto di produzione capitalistico L'espressione critica dell'economia politica il sottotitolo dell'opera principale di Marx IL CAPITALE; lo scopo principale di quest'opera quello di indagare il modo capitalistico di produrre e i rapporti di produzione e scambi che gli corrispondono. Come abbiamo detto un modo di produzione per Marx un insieme, storicamente determinato, di rapporti di produzione e mezzi di produzione che formano la struttura della societ stessa. Il modo di produzione capitalistica il modo di produzione emerso dalla rivoluzione industriale, dunque il modo moderno di produzione.

Capitalismo il nome dato da Marx alla societ che ha come modo di produzione il modo capitalista ovvero che fonda la sua produzione sul Capitale; quindi bisogna capire cos' il CAPITALE. Secondo gli economisti il capitale il lavoro accumulato che serve come mezzo per una nuova produzione ma Marx si chiede cosa renda veramente i mezzi di produzione, il possesso di materie prime ,ecc... realmente capitale. Secondo Marx , il capitale lavoro accumulato all'interno di una certa situazione di rapporti sociali. Che tipo di rapporti sociali? Rapporti sociali dove entrano in relazione due parti, una parte composta da uomini che possiedono i mezzi di produzione da un altra uomini che possiedono solo la loro forza lavoro (Borghesi e proletari) Il rapporto tra queste due classi mediato dal denaro. I lavoratori salariati non sono pagati con una quota del loro prodotto ma con una somma di denaro che corrisponde ad una quota del loro tempo che essi vendono, durante quel tempo si assoggettano al datore di lavoro per il resto sono liberi, cio non schiavi. I beni prodotti all'interno di questo modo di produzione sono merci con un valore d'uso (vestirsi, spostarsi ecc...) ed un valore di scambio in denaro. Il lavoro accumulato si presenta come capitale quando viene usato nella produzione insieme alla forza dei salariati per ottenere un profitto da parte del capitalista che ottiene sfruttando la forza lavoro pagando solo una quota del loro tempo.

La nozione di classe

possiamo ora definire cosa Marx intende con la parola classe. Capire questa definizione necessario perch essa ha avuto un enorme influenza sul pensiero sociologico.

Per Marx la storia un susseguirsi di lotte di classi, di classi che entrano in conflitto tra loro a causa dei diversi interessi che possiedono all'interno dei rapporti di produzione ; nel modo capitalistico di produzione Marx rileva essenzialmente due classi: La BORGHESIA che possiede i mezzi di produzione Una classe innanzitutto un insieme di individui che si trovano nella medesima I PROLETARI condizione all'interno dei rapporti di produzione tipici di un modo di produzione che forniscono la loro forza dato lavoro Gli interessi di queste due classi sono antagonistici, i primi vorrebbero far lavorare i proletari sempre di pi e pagarli sempre meno , i secondi esattamente il contrario. La Borghesia si nasconde dietro l'ideologia secondo la quale loro farebbero gli interessi di tutta la societ come unici i detentori di un modo di produrre che favorisce il progresso ed il benessere di tutti; la condizione degli operai invece non chiara spesso nemmeno a loro fino a quando no ne prender coscienza del tutto. Il concetto di classe quindi si estende ad essere considerata un unico individuo capace di agire per perseguire i propri interessi. -Metodi di produzione dedito intrinsecamente al cambiamento. L'imprenditore per natura vuole sempre accrescere il proprio profitto, o allunga la giornata lavorativa o compra macchine tecnologiche sempre pi avanzate, prima o poi la manutenzione coster troppo (caduta tendenziale del saggio di profitto) gli operai che sono gli unici che

producono lavoro faranno la rivoluzione per una nuova societ senza lotte di classi fondata sull'assenza di propriet privata e sull'eguaglianza. La societ COMUNISTA. Il comunismo per Marx una societ nella quale i produttori liberamente associati si approprieranno collettivamente del frutto del proprio lavoro. -Individuo e societ Marx non riesce a pensare l'individuo senza gli altri, secondo lui l'umanit non esisterebbe senza societ, la storia ha dimostrato che sono fondamentali le strutture e le relazioni tra individui per garantirsi la sopravvivenza ma allo stesso tempo inneggia ad una riappropriazione dell'individuo di se stesso per vivere liberamente e poter avere rapporti con gli atri al di fuori di ogni concezione classista. Dice Marx da allora avremo la storia, per ora solo preistoria

Emile Durkheim Gli anni fra il 1890 e il 1910 sono gli anni della prima istituzionalizzazione della sociologia in quanto disciplina accademica ; Durkheim fu uno dei primi studiosi a voler fornire alla disciplina un fondamento teorico e metodologico distinto. Come abbiamo visto Marx non si definiva un sociologo ,Lui invece si ed era suo esplicito programma fondare la sociologia facendo esplicito riferimento a Comte e Spencer. Mor nel 1917. Le sue opere principali sono : La divisione del lavoro sociale (1893)

Le regole del metodo sociologico (1895) Il suicidio (1897) Le forme elementari della vita religioso (1912) Il problema di fondo di Durkheim il problema dell'ordine, ovvero quello della coesione di una societ e della sua riproduzione nel tempo. Quesito fondamentale per lui : Che cosa tiene insieme una societ? Risposta : LA MORALE. Il sentimento morale ci che unisce ciascuno dei membri della societ fra loro, permette la vita comune.

UNA SOCIETA' E' UN ORDINE MORALE Qui evidente l'influenza di Spencer ma mentre per lui la societ il frutto di un contratto tra individui per Darkheim i contratti e le relazioni sono possibili grazie alle societ; per Spencer i comportamenti sono iscritti ad una motivazione utilitaristica che parte dall'individuo per Durkheim i comportamenti degli individui sono espressione dell'inserimento nelle societ.

Morale , norme e fatti sociali Una morale un insieme di norme alle quali ciascun membro della societ vincolato. Questi vincoli agiscono sia dall'interno che dall'esterno nel senso che dall'esterno infrangere una norma provoca delle sanzioni, dall'interno l'individuo avverte una spinta a rispettare le norme ed a fare i conti con la propria coscienza. L'appartenenza ad una morale comune ci che forma la solidariet che lega fra loro i membri di una societ. Il modo in cui si impongono le morali e la loro consecutiva istituzionalizzazione ha sempre sfondo religioso ritualizzato. Ma cosa sono dunque le norme? Le norme per Durkheim sono dei FATTI SOCIALI.

I fatti sociali sono norme che non si possono spiegare partendo dall'analisi dell'azione del singolo individuo, sono norme create dalla societ stessa che si presentano al singolo cos come sono e che contemporaneamente lo attraversa nei modi di sentire, provare, pensare e comportarsi , i fatti sociali esistono nella misura in cui esistono gli uomini ma allo stesso tempo sono indipendenti da essi, esempio per antonomasia ne il linguaggio.

Un approccio funzionalista

La societ dunque per Durkheim una realt di tipo particolare superiore alla vita dei suoi membri. Nei riti religiosi, nelle norme morali, nei costumi, nelle credenze, la societ parla e si impone nella vita dei suoi membri. Cos come il corpo di un uomo non la semplice somma dei suoi organi ma qualcosa di pi ovvero l'insieme funzionanti di questi organi come unit, cos per Durkheim la societ qualcosa di pi della somma dei suoi membri, un unit di livello superiore e poich la societ si esprime in fatti sociali la sociologia la scienza che studia l'insieme dei fatti sociali. La societ cos viene descritta come un insieme di parti che si integrano e cooperano tra loro, lo sforzo di Durkheim consiste nel riconoscere e spigare le funzioni di queste parti. Ad esempio la religione

ha lo scopo di codificare e sacralizzare le norme morali, lo scopo del diritto di reagire alle infrazioni punendole, ecc... Tuttavia il fine di ogni atto non deve coincidere per forza con il fine prestabilito da chi lo adempie, cos spiega le devianze anche esse necessarie; ad esempio con un furto che a prima vista potrebbe sembrare qualcosa di disfunzionale alla societ in realt il magistrato punendolo ribadisce il concetto della norma; allo stesso modo attraverso sempre le devianze possono comparire nuove norme e costumi che all'inizio potrebbero destare stupore e circospezione ma che poi potrebbero diventare Fatti sociali.

Solidariet meccanica e solidariet organica

Fin ora abbiamo parlato di Societ in generale, in realt per Durkheim no ne esiste un solo tipo quanto diversi tipi di societ. In la divisione del lavoro sociale sviluppa un discorso sull'evoluzione della societ come un movimento da un tipo di societ ad un altro. Lui divide le societ in due tipi: Societ semplici Societ complesse

Basata su una bassa divisione del lavoro, gli Fondata su una complessa divisione del lavoro, individui svolgono attivit poco differenziate tra gli individui svolgono attivit molto di loro. differenziate ed esistono numerose istituzioni LA MORALE intermedie. caratterizzate da una solidariet meccanica che LA MORALE si presenta ai membri quotidianamente uniti tra caratterizzata da una solidariet organica loro, le coscienze degli individui tendono a Data la divisione del lavoro le coscienze differenziarsi poco o niente tra loro, anche se tendono a diversificarsi, le infrazioni sono intese ognuno convinto di essere un entit fisica come un danno al singolo pi che a un danno separata dagli altri, la morale molto sentita alla societ nel suo insieme , le leggi tendono a tanto da non tollerare affatto chi tenta di minarla non essere punitive ma restitutive. La coesione punendolo immediatamente, ogni infrazione non spontanea va mantenuta appositivamente considerato un attentato alla coesione del attraverso degli specifici meccanismi. gruppo. Ci che interessa a Durkheim la Morale,come si forma in queste societ e come faccia a mantenere coesi i membri (vedere sempre la tabella sopra)

L'ANOMIA l'assenza di norme morali condivise ed proprio nelle societ complesse che secondo Durkheim si rischia, in altri termini una deficienza della societ nell'incapacit di veicolare a se i suoi membri garantendone la coesione. Un esempio lo si avuto nelle industri e tra borghesi e proletari che il veloce progresso non ha permesso l'instaurarsi di una morale, praticamente una solidariet organica non si ancora dispiegata; a differenza di Marx che intendeva la lotta di classe il motore della storia Durkheim la intende come patologia.

-La ricerca sul suicidio Il tema della coesione sociale e dell'integrazione decisivo anche nella trattazione che Durkheim offre del suicidio nel celebre studio del 1897. Il suicidio ad un primo esame sembra qualcosa che riguarda nella sua drammaticit il singolo individuo, esso la scelta deliberata di sottrarsi la vita. Tuttavia proprio questo fatto cos personale, cos estremo, scelto da Durkheim per la prima dimostrazione empirica della validit della sua impostazione della sociologia. Il motivo di questa scelta evidente, tutta la sua opera tende a dimostrare che l'individuo isolato non esiste , secondo lui tutto ci che tendiamo a considerare come individuale riconducibile all'influenza della societ. La dimostrazione di Durkheim possibile attraverso lo spostamento dello sguardo, anzich esaminare il suicidio di un singolo individua esamina il tasso di suicidi in una determinata societ trovandone una correlazione. Il tasso di suicidi connesso a fatti sociali come all'appartenenza religioso. Es: il protestantesimo mette di fronte l'individuo ad un'auto coscienza e lo svincola dalle

istituzioni clericali lasciandolo un po solo di fronte ai propri drammi.

Georg Simmel Cenni: Siamo a cavallo del 1900 e il periodo che va dal 1870 alla grande guerra come sappiamo caratterizzato dall'assenza di conflitti all'interno dell'Europa e da una grande colonizzazione dell'Africa, Asia e Oceania; un periodo caratterizzato da una grande evoluzione culturale, industriale, tecnologica ,ecc... Baudelaire conia il termine modernit (sostantiva) dall''aggettivo nuovo che come sappiamo non esiste aggettivo pi fugace. Nietzsche vuole liberare l'umanit dalla schiavit che lui identifica nelle religioni; La morale

cristiana in particolare sarebbe per lui la responsabile della diffusione di una cultura di schiavi che privilegia la pseudoservit dell'umilt e dell'obbedienza, imprigiona gli slanci creativi degli individui, nega la vita e promuove un ipocrita camuffamento della realt fondamentale dei conflitti e della volont di potenza. Tonnies elabora un modello di organizzazione sociale simile a quello di Durkheim: COMUNITA' SOCIETA'

gruppo stabile nello spazio e nel tempo, radicato Forma associativa molto pi vasta della in un territorio all'interno del quale gli individui comunit all'interno della quale gli individui hanno rapporti stabili e diretti. Caratterizzata da godono di ampie possibilit di movimento e chiusura verso l'esterno e staticit delle norme. dove in generale non hanno fra loro rapporti Tutte le azioni sono orientate all'interno della diretti, bens rapporti interpersonali mediati societ, la partecipazione alla vita comunitaria all'adesione razionale a regole statuite , della basata essenzialmente pi sui sentimenti che subordinazione all'istituzione e usufruiscono di sulla ragione. All'interno gli individui hanno mezzi di scambio astratti come il denaro. scarsa mobilit. Tonnies marcato da una certa nostalgia per le forme associative di tipo comunitario, secondo lui le societ perdono progressivamente di legami affettivi. Georg Simmel Come abbiamo detto l'epoca a cavallo del 1900 caratterizzata da mutamento, i sociologi quindi pi che chiedersi e descrivere il mutamento in se erano interessati a capire cosa questo mutamento aveva prodotto ; quest'osservazione validissima per Simmel. Nacque a Berlino nel 1858 e mor nel 1918 a Strasburgo , non scrisse solo di sociologia ma anche di filosofia come egli stesso si considerava di conseguenza accusato di eclettismo e superficialit; non fondo una scuola essendo i suoi studi vastissimi come ebbe lui stesso a dire lascio un eredit per tutto, ognuno ne colga secondo la sua natura. -Societ e sociologia nel pensiero di Simmel Se si intende fondare la sociologia, come braca autonoma del sapere, il primo passo da compiere sicuramente quello di identificarne l'oggetto. Simmel risponde a questo quesito in sociologia e nel il campo della sociologia fino a i problemi della sociologia ; rispondendo alla domanda con la societ si chiede quindi cosa sia questa societ. Per certi versi la societ non esiste , scrive Simmel; se ci guardiamo intorno non vediamo la societ, vediamo individui; dov' dunque la societ? Riprendendo dunque la metafora sul corpo costituito da organi e da cellule Simmel dice che per osservare la societ dobbiamo semplicemente cambiare prospettiva dell'osservazione, essendo l'uomo abituato a pensare in astratto , ed quello che facciamo ogni volta che ci esprimiamo in termini di cattolici, greci, ecc... Quindi la societ esiste eccome , solo una questione di prospettiva che ce la rende visibile come una realt e ci permette di osservare che gli uomini stanno fra loro in relazioni di reciprocit. Il concetto di effetto di reciprocit , che a volte tradotto con l'espressione azione reciproca, il concetto fondamentale del pensiero di Simmel Oggetto della sociologia sono dunque le forme delle delle relazioni di influenza reciproca che sussistono tra gli individui ; questo oggetto, la societ, emerge solo nella misura in cui pi individui

entrano in azione reciproca. SOCIETA' E' IL NOME CON CUI SI INDICA UNA CERCHIA DI INDIVIDUI LEGATI TRA LORO DA VARIE FORME DI RECIPROCITA', LA SOCIET E' INTERAZIONE. Al concetto di reciprocit va affiancato il secondo concetto fondamentale della sociologia di Simmel: quello di Sociazione . La SOCIAZIONE il processo attraverso cui una forma di azioni reciproche si consolida nel tempo Ci sono diversi tipi di azioni reciproche, salutarsi , pranzare insieme ,ecc... nel tempo c' Sociazione ed proprio compito della sociologia descrivere ed analizzare tutte queste forme di relazioni reciproche ed in che modo si assumono in situazioni ed in tempi differenti. -A proposito dell'individuo Diversamente da Durkheim , Simmel non tende a mettere la sociologia al di sopra delle altre scienze dell'uomo; Simmel non vuole sottomettere l'individualit e quindi l'unicit alla collettivit ed alle societ. Individui e Societ hanno uguale importanza , solo lo sguardo di chi osserva che mostra ora gli uni ora l'altra. Ci non toglie che tra individuo e societ esistano delle tensioni, dei dissidi che fanno scontrare l'individuo con la collettivit. Da un lato , infatti, ogni societ tende ad imporsi sull'individuo vincolandolo, dall'altro ognuno di noi vuole affermare se stesso e le proprie libert, ma sono proprio questi dissidi a creare le diversit e le evoluzioni rivoluzioni storiche, culturali ,ecc... si pensi semplicemente al concetto di individuo che si aveva in et feudale dove signori e schiavi non avevano gli stessi diritti , con la rivoluzione francese ed illuminista invece si affermo l'eguaglianza di tutti gli individui dove progressivamente si accosta l'idea dell'uguaglianza dei diritti, quindi dell'esterno, della natura ma non dell'interiorit dove ogni uomo ha le proprie passioni ed aspirazioni. Simmel conia il termine individualismo qualitativo o individualismo della differenza

La MODA

Naturalmente , Simmel si rende conto che la densit della popolazione negli immensi agglomerati della vita urbana moderna rende nei fatti difficile agli individui vivere all'altezza delle esigenze poste dall'individualismo qualitativo. In concreto, questo individualismo si risolve spesso in una parodia di se stesso : i tratti dell'eccentricit e della ricerca ossessiva di segni distintivi o di novit stupefacenti, specie nei ceti pi colti delle grandi citt , sono tentativi di una costruzione della personalit che tende a volte a svuotarsi di senso a ridursi alla mera collezione arbitraria di segni esteriori. Anche qui per Simmel non critica e non indica soluzioni, si limita a registrare la contraddittoriet e l'ambivalenza dei fenomeni che si manifestano. Descrive tutto ci nel saggio sulla moda del 1905.

Nella moda si esprime in modo perfetto la compenetrazione in un fenomeno unico di due spinte contraddittorie la distinzione da un lato e l'imitazione dall'altro La prima tendenza esprime l'esigenza di differenziarsi, di esprimere la nostra singolarit rispetto agli altri; la seconda esprime il bisogno di affermare la nostra partecipazione ad una cerchia sociale che riconosciamo autorevole in fatto di stile. Nella decisione di seguire una moda il singolo esprime la volont di distinguersi da tutti coloro che non la seguono , ma nello stesso momento afferma ache

quella di assomigliare a coloro che ne sono i rappresentanti. In una societ come quella contemporanea , dove diversamente da quella feudale, la differenziazione non si assume per nascita, ma in virt delle capacit di ognuno, la moda consiste in un processo di mobilit sociale apparente, imitando la moda di gruppi con prestigio sociale maggiore; tuttavia il tentativo si vanifica da solo. La moda esprime praticamente obbedienza di individui che non sono praticamente autonomi ma bisognosi di appoggio

Max Weber Max Weber probabilmente lo studioso che pi ha influenzato la sociologia del XX secolo. Nacque a Erfurt nel 1864 e mor a Monaco nel 1920. Figlio di un giurista e deputato, fu membro di una famiglia dell'alta borghesia tedesca e per tutta la vita intrattenne rapporti con i principali uomini politici ed intellettuali del suo tempo. Inizio la sua carriere accademica come docente d'economia nel 1891 ed infatti la concezione economica e centrale nel suo pensiero come una straordinaria erudizione storica. Le sue opere pi note sono : economia e societ e Sociologia delle religioni. Esaminare il pensiero di Weber un opera molto complessa per questo ci soffermeremo essenzialmente su tre campi di indagine: Metodologico : il problema del metodo delle scienze sociali (in particolare della sociologia) e dei rapporti tra sapere scientifico e giudizi di valore. Storico-comparativo : il problema della genesi, della specificit e del destino della civilt moderna.

Sistematico : il problema di una definizione sistematica e coerente dei concetti della sociologia. Tutti questi campi di indagine sono nelle opere di Weber interconnessi tra loro e non sono affatto distinti , la loro individuazione e solo per facilitarci il compito della comprensione.

La sociologia come scienza comprendente

Prima di cominciare bisogna vedere cosa Weber intende per sociologia, nella prima pagina di economia e societ lui stesso da questa definizione: La sociologia deve designare una scienza la quale si propone di intendere in virt di un procedimento interpretativo l'agire sociale e quindi di spiegarlo casualmente nel suo corso e nei suoi effetti. quindi : La sociologia deve interpretare e comprendere (non significa spiegare) l'agire sociale, bisogna cogliere il senso dell'azione (agire) che potrebbe pure essere un subire. Con questa definizione palese il distacco dalle scienze naturali e quindi dal modo di intendere le scienze sociali di Comte e Durkheim; se vediamo uno che guarda fisso un libro potrebbe benissimo studiare, lo studiare quindi sar il senso dell'agire. La sociologia inoltre de trovare le cause generali di determinati fenomeni storici trovarne le caratteristiche comuni e produrre delle tipologie di fenomeni (idealtipi), ad esempio le guerre; mentre lo storico analizza una determinata guerra, il sociologo deve trovare i punti in comune che hanno tutte le guerre; capire se in che modo A causa B. In questo modo Weber capisce bene non si potr pi parlare di fenomeni unicausali e sostituisce il termine causato da influenzato, condizionato.

Il concetto di idealtipo e i fondamenti dell'agire sociale

La sociologia dunque una scienza che si occupa dell'agire degli uomini, ma non di tutti i tipi di azioni effettuabili ma solo di quelle con finalit sociali; ad esempio l'agire un ombrello quando piove non un agire sociale mentre spiegare in un aula a determinati alunni si. L'agire sociale pu essere di diversi tipi, Weber parla di idealtipi, cio di una costruzione del pensiero , uno strumento conoscitivo che permette allo scienziato sociale per comprendere il senso delle azioni. Ad un primo livello sono tipi ideali determinate costruzioni storiche colte nella loro individualit come il capitalismo occidentale, ad un secondo livello concetti come burocrazia, o tipi di potere (carismatica, dittatoriale ,ecc...) ; ad un livello ancora pi astratto vi sono invece tipi ideali come i tipi di azione sociale; tipi generalissimi che rendono interpretabili e confrontabili un numero elevatissimo di casi, Weber distingue 4 tipi di agire sociale... 1. Agire razionale rispetto allo scopo 2. Agire razionale rispetto al valore 3. Agire affettivo 4. Agire tradizionale Ognuno di questi tipi di agire corrisponde a un diverso tipo di senso che l'azione ha per il soggetto che la compie. L'agire sociale rispetto allo scopo il tipo di agire nel quale il soggetto agisce in vista di un fine determinato e calcola i suoi sforzi in modo razionale per raggiungere il tal fine. L'agire razionale rispetto il valore un tipo di agire che orientato dalla credenza

nell'incondizionato valore in se di un comportamento in quanto tale a prescindere da ogni considerazione relativa alle conseguenze. In poche parole qui il senso dell'agire non rimanda ad uno scopo da raggiungere ma risiede nel valore in se dell'agire stesso. (es; comportamenti etici o religiosi) L'agire affettivo un agire in cui il senso legato ad un particolare affetto o stato d'animo del soggetto; sono di questo tipo le azioni di un innamorato, di chi adirato o intimorito; azioni dettate non da un fine o da un valore ma dalle emozioni e dai sentimenti. L'agire tradizionale infine l'agire dettato da un abitudine acquisita; in questo caso il soggetto non compie l'azione in modo riflessivo, ne segue un impulso momentaneo ma agisce sulla base di una consuetudine. Ad es: scambiarsi dei saluti secondo formule stereotipate, o il segnarsi di un cristiano quando entra in chiesa. Si tratta come si detto di tipi ideali di agire che spesso si intersecano tra di loro in una singola azione, secondo Weber il mondo moderno colto da una razionalizzazione ed per questo che agisce sempre pi spesso calcolando il suo scopo un po come predicava Tonnies. - Il concetto di capitalismo Come abbiamo detto all'inizio uno dei campi di indagine della ricerca Weberiana lo studio dell'origine e del destino della civilt occidentale moderna; come sappiamo questo tipo di societ ha il suo perno nel capitalismo e di conseguenza Weber va a comprenderlo e per lui ... Un atto economico capitalistico per Weber un atto che si basa sull'aspettativa di guadagno derivante dallo sfruttare abilmente le congiunture dello scambio, dunque da probabilit formalmente pacifiche non dunque uguale al semplice desiderio di accumulare denaro ne al fare una rapina perch formalmente pacifico, ma il capitalismo se andiamo ad analizzare i tempi un po sempre esistito quindi moderno perch si basa su lavoratori salariati (a differenza di Marx non parla di sfruttamento perch non da giudizi morali. Consiste in un agire razionale rispetto ad uno scopo. caratteristiche principali ne sono : 1. la disponibilit di lavoro formalmente libero 2. lo sviluppo di mercati aperti 3. la separazione tra famiglia ed impresa 4. lo sviluppo di un diritto formalmente statuito

Lo spirito del capitalismo e le sue origini nell'etica protestante

Una volta chiarito cosa si intende per capitalismo la domanda d'obbligo. Quali sono le condizioni che hanno determinato il suo sorgere? Sappiamo che per Weber impossibile risalire ad una sola causa perch non esiste , invece possibili individuare una pluralit di fattori. Partendo dal presupposto che il capitalismo sia il frutto della prevalenza di azioni basate sulla razionalit dello scopo Weber si interroga quali fattori abbiamo potuto influenzare questo cambio di atteggiamento nei confronti del mondo l'uomo. Trova la risposta nella risposta al cattolicesimo data da Lutero, il protestantesimo , nato e diffusosi nella prima met del 1500. Questa dottrina rifiutando l'autorit del papa e mettendo di fronte l'individuo di fronte a se stesso e che gli impediva di trovare la grazia

secondo le azioni che lo stesso metteva in opera lasci l'individuo spaesato; come avrebbe fatto un giovane tedesco a salvare la sua anima se gi Dio aveva deciso tutto? Cogliendone i segni arriv alla conclusione che per non avere tentazioni doveva lavorare ma lavorando avrebbe accumulato ricchezza che l'avrebbe tentato quindi non gli rimaneva altro da fare che reinvestire il guadagno in altre opere. Nasce cos l'imprenditore. L' Avalutativit il sentimento che deve muovere lo scienziato sociale che indaga valori , etiche e morali; per non correre il rischio di dare giudizi e la possibilit che ci che al momento preso in esame sia in realt guidato non dall'oggettivit ma dai suoi valori dettatigli dal periodo storico che sta vivendo -Alcune categorie della sociologia Weberiana Subito dopo l'agire sociale si instaura la relazione sociale, dal momento in cui subito dopo l'atto di ognuno l'azione del successivo si basa in riferimento all'atteggiamento dell'altro. Come Tonnies Weber fa una distinzione tra comunit e societ senza per farsi coinvolgere da troppo sentimentalismo; per lui una comunit tale quando l'agire sociale poggia su un sentire comunque di appartenenza , l'agire sociale in societ invece poggia su una convergenza di interessi Le relazioni sociali possono essere aperte o chiuse, dipende dal grado di accessibilit Secondo lui lo stato quell'organo che dispone del monopolio della violenza

Le forme di legittimazione del potere

Ma che cosa pu rendere legittima la violenza? Solo una cosa, la validit dell'autorit che la impone. L'autorit l'espressione di un potere legittimo. In economia e societ Weber distingue i concetti di potere e di potenza.

La potenza designa qualsiasi possibilit di far valere entro una relazione sociale, anche di fronte ad una opposizione , la propria volont

Il potere designa la possibilit che un comando , che abbia determinati contenuti, trovi obbedienza presso certe persone

La distinzione tra potenza e potere rimanda a differenti situazioni: nel caso della potenza chi la subisce si trova costretto ad eseguire la volont dell'altro; nel caso del potere , invece, la situazione quella di qualcuno che obbedisce ad un comando perch ritiene legittimo il potere da cui il comando emanato. Dobbiamo ora capire quando il potere ritenuto legittimo. Ragionando sempre in termini di idealtipi, Weber distingue tre tipi di legittimazione del potere, vediamoli... 1. la legittimazione del potere pu essere di carattere TRADIZIONALE , quando poggia sulla credenze di tradizioni ritenute sacre e valide da sempre ( sempre stato cos) , il potere giunge all' individuo dal passato; il caso dei Re o dei semplici Padri. 2. la legittimazione del potere pu essere di tipo CARISMATICO , quando poggia sul carattere sacro, carattere eroico, forza esemplare che si attribuisce ad una persona, ad

esempio i profeti o i grandi condottieri; il carismatico ha la capacit di dire cos scritto ma io vi dico 3. la legittimazione del potere pi essere infine di carattere RAZIONAL-LEGALE , quando poggia sulla credenza nella legalit di ordinamenti statuiti e nel diritto di coloro che sono chiamati a rappresentarli per esercitare il potere in base ad essi; in questo caso l'obbedienza non prestata ad una persona in particolare ma alle leggi che sono impersonali . L'apparato amministrativo connesso all'esercizio e alla regolazione del potere razionale-legale la BUROCRAZIA Weber pur parlando di classi riferendosi come Marx a posizioni economiche degli individui nei confronti della societ elabora un altro termine per sganciarlo da quest'ultima e dargli pi una posizione culturale nei confronti degli altri, il CETO.

Le origini della sociologia americana A partire dall'ultimo decennio del XIX secolo, la sociologia insegnata regolarmente nelle universit degli stati uniti ache se risente fortemente dell'influenza Britannica di Spencer anche se certi autori hanno dato dei contributi notevoli ed originali, come: Sumner che fu il primo teorico dell'etnocentrismo, quella tendenza a considerare i valori ed i costumi della propria Etnia superiori a quelli delle altre con la relativa svalutazione degli stranieri; in la teoria del consumo vistoso, Veblen esamina l'acquistare beni non tanto per la loro necessit ma quanto per ostentare la propria ricchezza. La societ Americana a cavallo del secolo caratterizzata da cambiati molto intensi e veloci, gli stati uniti presi d'assalto da un numero elevatissimo di emigranti , vedono cambiare il loro assetto demografico e culturale, le citt si popolano e diventano letteralmente laboratori di analisi per tutta la sociologia nascente; esempio eclatante ne la scuola di Chicago ed i suoi esponenti, che capirono che non bastava fare della semplice analisi analitica ma che bisognava agire per favorire la coesione sociale di tutti quei popoli a volte distanti tra loro. La nozione chiave per capire l'essenza di una citt moderna quella di mobilit , di mobilit sociale che permetteva e permette ai cittadini di non avere un ruolo preconfezionato e precostituito, la classe di appartenenza pu cambiare, cos come il ceto. MEAD Filosofo pi che sociologo come amava definirsi, fu un teorico pragmatico alla James, studioso del se cap che non era possibile un auto analisi senza la socializzazione con gli altri e che quindi non vi

sarebbe stato un se senza gli altri e senza un linguaggio strumento sociale per eccellenza.

La sociologia in Italia all'inizio del secolo Vilfredo Pareto Nacque nel 1848 a Parigi, la famiglia apparteneva alla nobilt Italiana,prima studioso di Ingegneria, poi grazie ad una eredit pot dedicarsi alla sua vera passione , l'economia per poi approdare alla sociologia e diventare rappresentante presso la societ delle nazioni del governo Italiano Fascista. Fra il 1916 e il 1919 pubblica il suo trattato di sociologia generale; diventa senatore del governo d'Italia ; muore nel 1923. La prima chiave per comprendere Pareto sta proprio nel suo passaggio dall'economia alla sociologia. L'economia si occupa di azioni logiche; dato un fine si suppone che l'attore sociale utilizzer i mezzi che riterr pi adeguati per raggiungerlo; la vita degli uomini tuttavia ricca di azioni che non sono logiche affatto , dominata da passioni, sentimenti, abitudini, paure e cos via. Per comprenderla nella sua interezza quindi l'economia non sufficiente. Del resto molti aspetti dell'economia richiedono per essere spiegati il ricorso a fattori extraeconomici.

La sociologia dovr quindi spiegare ci che l'economia non riesce ad afferrare. La sociologia la scienza logico-sperimentale dei comportamenti degli uomini: il suo oggetto , per paradossale che sia, la spiegazione logica di ci che logico non .

Pareto tuttavia non realizzo nessuna ricerca empirica, basava le sue ricerche solo sulla sua conoscenza del mondo. Il suo mondo sociale pensato come un insieme di elementi interdipendenti fra loro. Fondamentali sono i concetti di Residui e Derivazioni. I residui sono ci che Pareto scorge di fondamentale nell'uomo, ci che non pu essere scomposto, e sono: 1. l'istinto alla combinazione 2. la persistenza degli aggregati 3. il bisogno di manifestare i sentimenti 4. la socialit 5. l'integrit della persona 6. la sessualit Al di sotto di ogni azione umana vi la spinta, pi o meno consapevole, di uno o pi di questi residui. Gli uomini, come scrive Pareto, tuttavia hanno la tendenza ad auto ingannarsi, cio a dare vernice logica ai propri comportamenti. Tali giustificazioni sono quelle che Pareto chiama DERIVAZIONI. Compito della scienza e di smascherare queste derivazioni.

-La teoria delle elite Elite un termine Francese che designa una cerchia sociale ristretta ed influente. In sociologia il termine usato per identificare un gruppo di uomini che riescono ad organizzare un controllo o un influenza sulla societ nel suo insieme. Lo studio delle elite tipico nel panorama culturale italiana degli anni 20 e Pareto insieme ad altri studiosi e collaboratori giungono alla conclusioni che le democrazie in realt non esistono e non possono esistere dal momento in cui gli interessi di chi al potere non possono coincidere con quelli di chi al potere non lo . ANTONIO GRAMSCI Prima di cominciare bisogna sottolineare che Gramsci, come lui stesso dichiarava, non credeva nella sociologia. Il suo pensiero si opponeva alle teorie conservatrici di Pareto ed era proprio opposto al fascismo di Mussolini. Membro di spicco del partito comunista Italiano , Gramsci fu ispiratore dei movimenti operai italiani . Venne arrestato e dal carcere ci regala i suoi quaderni dal carcere, una serie di appunti redatti senza avere una biblioteca, citando a memorie citazioni da molti testi. Per quanto Gramsci appunto non fosse un sociologo ma appunto un membro di un partito militante, la sua opera oggi considerata internazionalmente come una delle opere pi significative per la sociologia stessa. Lui lesse il Marxismo in chiave antidogmatica e antideterministica ;ma in particolare a Gramsci si fa risalire la definizione di alcuni concetti oggi particolarmente usati come fordismo ,societ civile ed egemonia.

L'egemonia di un gruppo o di un uomo la capacit di diffondere all'interno di una societ una cultura congruente con i propri valori ed i propri interessi.

La sociologia Americana tra gli anni 30 e 50 Talcott Parsons nacque a Colorado Springs nel 1902, mor nel 1979; dopo la sua formazione, anche Europea, fu chiamato ad insegnare ad Harvard nel 1927; da qui esercit un'influenza enorme sulla sociologia americana post Chicago e su gran parte di quella Europea post seconda guerra mondiale. Fra le sue opere principali ricordiamo: La struttura dell'azione, Famiglia e socializzazione e sistemi di societ. Inizialmente l'approccio di Parsons venne chiamato struttural-funzionalista nel senso che si propone di individuare la struttura di fondo della societ e propone di comprenderla mostrandone le funzioni. Il problema che Parsons vorrebbe risolvere quello di integrare le prospettive di Weber e Durkheim, da un lato si tratta di comprendere di cosa consta l'azione degli individui ,dall'atro vedere come l'azione si situi in un contesto sovra individuale. Il suo approccio in ultima analisi pu essere definito sistemico (per lo studio dei sistemi sociali). -azione sociale e sistema In la struttura dell'azione sociale Parsons propone di considerare l1'azione, l'atto, come l'unit elementare di cui si occupa la sociologia. La descrizione di ogni azione richiede che si individuino un attore, un fine, una situazione ed un orientamento normativo. Questo insieme di definizioni solo in apparenza neutrale, in realt Lui lottava da un lato contro il comportamentismo che tende a ridurre l'azione umana ad un mero meccanismo di risposta automatica agli stimoli, dall'altro contro l'utilitarismo dell'economia neoclassica; in questo modo tende a sottolineare la libert di scelta dell'individuo. Le norme sono il nesso che collega la personalit individuale all'insieme sociale di cui parte. Ognuno di noi non agisce come se fosse solo a decidere, ma in base a un insieme di regole di origine sociale che a loro volta sono espressione di un insieme di valori, cio di una

cultura. Parsons distingue quindi: personalit, sistema sociale e cultura. Perch un sistema sociale funzioni in modo coerente necessario che i suoi membri siano dotati di personalit e che hanno fatto propri valori e norme di una cultura comune. Parson osserva che ogni sistema deve svolgere almeno 4 funzioni:

adattarsi all'ambiente definire i propri obiettivi conservare la propria organizzazione garantire l'integrazione delle proprie parti

Ognuna di queste funzioni svolta da un sottosistema specifico: L'adattamento all'ambiente compito del sottosistema economico La definizione dei propri obiettivi compito del sottosistema politico La conservazione dell'organizzazione compito del sottosistema familiare e scolastico L'integrazione il controllo sono compiti del sottosistema giuridico/religioso

Alcune categorie analitiche

Nelle sue opere Parsons ha rielaborato e ridefinito alcuni termini sociologici che ormai hanno assunto n significato diverso da quello che intendeva lui, per questo bene precisarne la definizione. Le norme sono dei modelli di condotta, sono prescrizioni implicite od esplicite riconoscibili dal fatto che chi non vi si adegua soggetto a sanzioni. I valori sono ci a cui le norme si ispirano, sono degli atteggiamenti culturali di fondo; degli orientamenti diffusi che contribuiscono a dare significato all'esistenza; gli scopi che gli individui possono raggiungere ed i mezzi che lecito usare. I ruoli sono insiemi di comportamenti regolati da norme , attraverso cui l'individuo interagisce con gli altri; tipicamente i ruoli sono complementari (marito-moglie , docente-alunno). L'insieme dei ruoli che un individuo ricopre sono ci che gli conferisce il suo STATUS , cio la posizione che egli occupa complessivamente in societ. Le istituzioni sono sottounit del sistema sociale che implicano pi ruoli interagenti fra di loro; la famiglia, la scuola, ecc... La socializzazione il processo attraverso il quale l'individuo interiorizza valori e norme in modo da poter svolgere che la societ gli offre e conseguire un suo status

LE TEORIE DELLA VITA QUOTIDIANA Alfred Schutz e la sociologia fenomenologica Nacque a Vienna nel 1899 , mor a New York nel 1959. La sociologia fenomenologica muove i suoi passi dalla fusione della sociologia Weberiana e della filosofia fenomenologia di Husserl . Le sue basi sono poste nel libro che Schutz pubblic nel 1932 la fenomenologia del mondo sociale. Da Weber, Schutz trae l'interesse per i problemi fondamentali della teoria sociologica: azione, senso , comprensione; da Husserl trae numerosi concetti ma soprattutto quello di fenomenologia, cio lo studio di ci che appare. L'idea fondamentale della fenomenologia che il soggetto non semplicemente nel mondo ma costituisce il mondo: inconoscibile nella sua realt; quest'ultimo si mostra alla coscienza unicamente all'interno delle categorie in cui essa lo inquadra. Schutz usa la fenomenologia di Husserl per una discussione articolata dei concetti fondamentali di Weber; Schutz mostra che la costruzione di tipi ideali che Weber intendeva come il metodo proprio dello scienziato sociale , in realt qualcosa che noi tutti facciamo costantemente; ci che accade nel mondo compreso da tutti secondo le proprie categorie. Tipizzare significa compiere un'astrazione, generalizzare, i tipi sono delle rappresentazioni della realt. Ognuno di noi potrebbe intendere la realt secondo delle proprie categorie ma in realt lo fa attraverso le categorie acquisite attraverso i processi di socializzazione perch la loro funzione appunto quella di permettere le relazioni sociali ; le categorie permettono di attuare una Routine e quindi delle scorciatoie di pensiero che in loro assenza ci renderebbero impossibile la vita... ogni volta dovremmo chiederci: cosa sta facendo? perch? ecc... La realt che a lui interessa quella della vita quotidiana. Le categorie sospendono il dubbio. -Il senso comune Il pensiero nel cui siamo immersi nel quotidiano il senso comune. Il senso comune il pensiero dell'ovvio: funziona come una sorta di automatismo che evita a tutti noi di risolvere continuamente problemi che si sono gi affacciati ed hanno trovato una soluzione soddisfacente.

Come scrive Schutz: Pensare secondo il senso comune pensare come al solito, senza farsi domande non necessarie al proseguimento della nostra esistenza Nella vita quotidiana noi sospendiamo ogni dubbio , ebbene il senso comune un meccanismo finalizzato a tenere i dubbi fuori dalla porta e farlo significa dare per scontate le tipizzazioni che facciamo come se fossero naturali ; tuttavia non sono naturali, sono modi di interpretare la realt che abbiamo appreso attraverso la nostra esperienza e la nostra socializzazione. La socializzazione per Schutz fondamentale, perch solo una minima parte della nostra conoscenza arriva attraverso l'esperienza personale, il resto ci trasmesso dagli altri. Il senso comune un insieme di ricette per vivere meglio ma che a volte non basta come nel caso dello straniero a cui pi niente pu essere ovvio. Nelle situazioni di crisi il senso comune non tiene, tiene solo finch condiviso dagli altri che ci stanno vicino; in conclusione , il senso comune funziona come un sistema condiviso di credenze, per paradossale che possa sembrare il senso comune : quello che ciascuno crede che tutti gli altri credano

Ma se il senso comune un insieme di credenze lo stesso vale per la realt; realt ci che crediamo realt; la realt una costruzione sociale; reale ci che intersoggettivamente viene chiamato reale. Peter Berger (Vienna 1929)e Thomas Luckmann (Slovenia 1927) Loro sono i due continuatori dell'opera di Schutz . Entrambi emigrati negli stati uniti sono stati collaboratori Schutz alla new school di New York; oggi il primo lavora negli Usa il secondo in Germania, particolarmente interessati entrambi alla sociologia delle religioni ne hanno scritto numerosi saggi ma il loro caposaldo scritto insieme la realt come costruzione sociale pubblicato nel 1966 un caposaldo della sociologia contemporanea. Il libro principalmente uno sviluppo sistemico della prospettiva Schutziana. L'argomentazione che vi contenuta prende l'avvip da tre mosse teoriche. La prima una lettura del pensiero di Schutz essenzialmente come una sociologia della conoscenza quotidiana (cio come ognuno interpreta la realt in base alle proprie attivit ordinarie) La seconda l'affermazione che la sociologia della conoscenza quotidiana la pietra fondante dell'intero edificio della sociologia. La terza la tesi secondo cui questo approccio consente di combinare le due prospettive fondamentali della sociologia, cio quella Durkhemiana ,riguardante l'apparente oggettivit dei fatti sociali e quella Weberiana riguardante la priorit del senso che gli individui attribuiscono soggettivamente all'agire. Il libro da un lato vuole vedere come la realt sia prodotta dagli individui in interazione fra loro come una realt oggettiva, dall'altra come questa realt sia interiorizzata soggettivamente; praticamente un analisi dei processi di oggettivazione e di socializzazione. Immaginiamo un uomo solo in posto per lui nuovo... si rapporta con la realt, forma categorie la interiorizza, viene un altro, devono capirsi, formano il linguaggio, socializzano, costruiscono la realt... il terzo trova tutto bello e pronto.

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