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L'IMPRENDITORE,

tipi e caratteristiche
IMPRENDITORE COMMERCIALE
NOZIONE, art. 2082 c.c.

è imprenditore colui che esercita un'attività economica organizzata al fine della


produzione/scambio di beni o servizi

ATTIVITA' CHE SVOLGE, art. 2195 c.c.

1) attività industriale diretta alla produzione di beni/servizi;


2) attività intermediaria nella circolazione dei beni;
3) attività bancaria o assicurativa;
4) altre attività ausiliari alle precedenti.

i caratteri dell'impresa commerciale

attività economica

l'attività consiste nel compimento di una serie di atti coordinati finalizzati


allo scambio/produzione di beni e servizi (=deve essere indirizzata alla
produzione di nuova ricchezza).
L'attività deve essere condotta con metodo economico cioè ricavi>costi.

Alcune precisazioni:
1) NON è attività economica quella di mero godimento (=attività che non
dà luogo alla produzione di nuovi beni/servizi es. attività di investimento,
speculazione, concessione di finanziamenti a terzi);
2) NON è attività economica quella dei professionisti intellettuali e degli
artisti SE non è inserita in un'attività economica organizzata e professionale,
es. il medico che istituisce una casa di cura ove svolge la sua professione

organizzazione

si intende l'impiego coordinato di fattori produttivi (capitale, lavoro


propri/altrui)

Alcune precisazioni:
1) non è necessaria la creazione di un apparato fisicamente percepibile;
2) affinché si parli di impresa è necessario un minimo di etero-
organizzazione di lavoro altrui (se vi è il solo lavoro personale del soggetto
si ha auto-organizzazione per cui si configura lavoro altrui, anche perché i
beni utilizzati sono solo strumentali allo svolgimento del proprio lavoro)

professionalità

si intende l'esercizio abituale - e non occasionale - dell'attività produttiva


Ulteriori precisazioni:
1) sussiste carattere di professionalità anche quando l'attività non è
continuativa o presenta interruzioni secondo le cadenze proprie di quel tipo
di attività, es. attività cicliche o stagionali;
2) affinché vi sia professionalità, NON è richiesto che l'attività di impresa sia
unica e principale, es. è imprenditore il professore che collateralmente alla
sua professione principale gestisce un negozio;
3) il compimento di un unico affare costituisce attività di impresa quando:
ha una certa rilevanza economica, richiede lo svolgimento di molteplici
operazioni complesse e l'utilizzo di un apparato produttivo idoneo ad
escludere il carattere occasionale e non coordinato dei singoli atti
economici, es. è imprenditore chi acquista un edificio grezzo per
completarlo e venderne gli appartamenti

LO SCOPO DI LUCRO

non è un elemento essenziale

IMPRENDITORE OCCULTO
la fattispecie= l'esercizio dell'impresa avviene per interposta persona, nello
specifico abbiamo un prestanome che compie in nome proprio gli atti di impresa
e il dominus (o imprenditore occulto) che somministra al prestanome i mezzi
finanziari necessari, che dirige di fatti l'impresa e che fa propri tutti i guadagni

La fattispecie diviene rilevante nel momento in cui il dominus perde interesse nel
proseguimento dell'attività ovvero quando non somministra più i mezzi finanziari
necessari a soddisfare le obbligazioni contratte dal prestanome perché
quest'ultimo - in genere - non ha un patrimonio sufficiente a soddisfarli

Vi sono diversi orientamenti.


Parte della dottrina perviene alla completa parificazione del prestanome e
dell'imprenditore occulto--> si ritiene che entrambi debbano rispondere delle
obbligazioni e sono assoggettati al fallimento.
Il CAMPOBASSO contesta la teoria dell'imprenditore occulto e ritiene che
l'imputazione dei debiti di impresa deve basarsi solo su indici formali ed
oggettivi, perché altrimenti si soddisferebbero sul patrimonio di un soggetto di
cui ignoravano l'esistenza (andando oltre la tutela dell'affidamento) a danno
dei creditori personali del dominus

IMPRENDITORE AGRICOLO
NOZIONE, art. 2135 c.c.

è imprenditore agricolo chi esercita una delle seguenti attività: coltivazione del
fondo, selvicoltura, allevamento di animali + attività connesse

si distinguono così le attività:

essenziali - le attività dirette alla cura e allo sviluppo di un ciclo biologico


o di una fase necessaria dello stesso, sia di carattere vegetale o animale
connesse - le attività dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione, valorizzazione e commercializzazione degli oggetti
ottenuti dallo svolgimento delle attività essenziali; ovvero, le attività di
valorizzazione del territorio e del patrimonio rurale e forestale; ovvero di
ricezione ed ospitalità

deve sussistere connessione, con le attività essenziali:

oggettiva - sotto il profilo economico, le attività essenziali devono


essere prevalenti rispetto a quelle connesse

soggettiva - le attività agricole connesse devono essere svolte

PICCOLO IMPRENDITORE
DEFINIZIONE, art. 2083 c.c.

sono piccoli imprenditori i coltivatori diretti di fondo, gli artigiani, i piccoli


commercianti e coloro che esercitano un'attività professionale organizzata
prevalentemente* con il lavoro proprio o altrui

*precisazione sul criterio di prevalenza= non si riferisce solo al lavoro ma


anche ai capitali impiegati

Non è tenuto alla tenuta delle scritture contabili ma solo alla registrazione nella
sezione speciale presso il Registro delle imprese.
L'art. 1 della Legge fallimentare (modificata dal D.lgs. 169/2007) non adotta la
definizione di "piccolo imprenditore" ma fa distinzioni solo sotto il profilo
dimensionale, distinguendo le imprese fallibili e non fallibili; l'impresa è soggetta a
fallimento e liquidazione giudiziale se ha:
a) attivo patrimoniale > 300 mila euro,
b) ricavi > 200 mila euro,
c) ammontare di debiti anche non scaduti > 500 mila euro.

IMPRESA FAMILIARE
art. 230 bis c.c.

è l'impresa nella quale collaborano, anche attraverso il lavoro in famiglia:

il coniuge e i parenti entro il III grado (fino ai nipoti)

gli affini entro il II grado (fino ai cognati)

ratio dell'istituto

in passato, il lavoro familiare nell'impresa era largamente diffuso ed era


considerato a titolo gratuito (soprattutto quello prestato in ambito
domestico), con l'introduzione della norma si è quindi voluto tutelare il
lavoro prestato in famiglia
i familiari svolgono - in modo continuativo - un'attività lavorativa sulla base del
rapporto di famiglia (e non sulla base di un rapporto di lavoro subordinato).
Gli estranei possono collaborare nell'impresa ma in posizione di
subordinazione

si tratta di un'impresa individuale, per tale ragione:

i beni aziendali restano di proprietà esclusiva dell'imprenditore

i diritti patrimoniali dei partecipanti vanno concepiti come diritti di credito


nei confronti del familiare dell'imprenditore

solo l'imprenditore è assoggettato alle procedure concorsuali

l'imprenditore agisce in nome proprio (non in quale rappresentante


dell'impresa)

Ai familiari che prestano in modo continuo la loro attività di collaborazione


sono riconosciuti:

diritti sul piano patrimoniale

diritto al mantenimento, secondo la condizione patrimoniale della


famiglia, indipendentemente dalla qualità e dalla quantità del lavoro
prestato o dall'effettivo andamento dell'impresa

partecipazione agli utilinon ripartiti al momento della cessazione


dell'impresa/ del singolo partecipante ovvero in proporzione alla q.tà di
lavoro prestato periodicamente (se in presenza di un patto di
distribuzione periodica)

il diritto di prelazione in caso di divisione ereditaria ovvero di


trasferimento di azienda

diritti sul piano gestorio

le decisioni che rientrano nella gestione ordinaria--> spettano al titolare

le decisioni che rientrano nella gestione straordinaria, impiego degli utili


e degli incrementi, gli indirizzi produttivi e la cessazione dell'impresa-->
spettano alla maggioranza dei componenti

il diritto di partecipazione

è trasferibile solo a favore degli altri membri della famiglia nucleare +


consenso unanime dei familiari partecipanti

è liquidabile in denaro quando cessa la prestazione di lavoro e in caso di


alienazione dell'azienda

IMPRESA ARTIGIANA
L. 443/1985
è imprenditore artigiano colui che esercita personalmente,
professionalmente e in qualità di titolare, l'impresa artigiana, assumendone
la piena responsabilità con tutti gli oneri ed i rischi
inerenti alla sua direzione e gestione e svolgendo in misura prevalente il
proprio lavoro, anche manuale, nel processo produttivo (=l'artigiano svolge in
misura prevalente il proprio lavoro nel processo produttivo; non è necessario
che il lavoro manuale debba prevalere su gli altri fattori produttivi).

sono previsti limiti dimensionali sul numero di dipendenti max, anche in


ragione della forma di impresa scelta (=l'impresa artigiana può essere
costituita sia in forma individuale che in forma societaria, nel rispetto degli
opportuni requisiti)

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